Post on 01-May-2015
transcript
The italian period of Albert Einstein( an exclusive interview to the “relativity’s father” )Il periodo “italiano” di Albert Einstein
( ovvero un’intervista in esclusiva
al “padre” della relatività )
Milano, dicembre 1894
Via Berchet, 2
Ciao Albert! E così hai trascorso un periodo a Milano……cosa eri venuto a fare?
Ero venuto a trovare la mia famiglia!I miei genitori in quegli anni vivevano
a Milano aspettando di trasferirsi a Pavia,dove avrebbero avviato una nuova attività.MILAN
Ma non stavi studiando a Monaco?
Sì, ma non ne ero molto felice! Ne avevo abbastanza di restare là…
Così lasciai la scuola e raggiunsi la mia famiglia in Italia…
Dì la verità! Non è che nonandavi bene a scuola?
No, questi sono solo dicerie!
Guardate la mia pagella, ci sono voti altissimi!
E allora perché hai presoquesta decisione?
“È un vero miracolo che i moderni metodi di insegnamento non abbiano ancora represso del tutto la sacra curiosità per la ricerca; perché questa delicata
piantina ha bisogno innanzitutto, oltre che di stimoli, di libertà; senza libertà inevitabilmente si corrompe e
muore.”
Ecco cosa scrissi qualche anno più tardi ricordando quel periodo:
Volevo evitare il servizio militare, è vero, ma la vera ragione per cui mollai così inaspettatamente fu un profondo desiderio di autonomia e indipendenza! E poi volevo liberarmi dai metodi di insegnamento del mio liceo…
Ma come hai fatto?
Geniale!
Ottenni un congedo per malattia per un
esaurimento nervoso, in modo da potermi prendere un lungo periodo di riposo. Inoltre mi feci scrivere una lettera di presentazione da parte di un insegnantem
affinchè potessi iscrivermi più facilmente in un’altra
scuola.
Poi cosa accadde?
A Pavia, come dicevo,mio padre Hermann e mio zio Jakobavevano avviato una nuova attività
insieme ad un socio italiano, l’ing. Garrone.Il nome della fabbrica era
“Officine Einstein-Garrone”.
Officine Einstein-Garrone
La fabbrica era specializzata nella costruzione di dinamo elettriche e lampade ad arco.
Manifesti di alcuni prodotti della fabbrica.
Officine Einstein-Garrone
A Pavia la mia famiglia viveva in via Foscolo 11,in una splendida villa piena di affreschi.
I genitori di Einstein
La casa di Einstein in via Foscolo
Che cosa facevi lì?
Ho sempre amato la solitudine, così passavo il tempo studiando,
suonando il violino e passeggiando nelle campagne……ma davo anche una mano alla mia famiglia! Una volta
aiutai zio Jakob a risolvere un problema riguardo alla
progettazione di una macchina elettrica!
Conobbi anche due persone che diventarono miei
grandi amici:Otto Neustatter
ed Ernestina Marangoni.
Nel frattempo studiavo anche per il test d’ammissione al Politecnico di Zurigo.
E se non sbaglio è stato proprio a Paviache hai scritto la tua prima “opera” scientifica, vero?
Sì, è vero!Era intitolato “Uber die Untersuchung
Aetherzustandes in magnetischen”
ovvero “Ricerche sull’etere in un campo
magnetico”. Ma è anche conosciuto
come “Pavia Paper”.
Il cosiddetto “Pavia Paper”
Feci del mio meglio per essere ammesso
al Politecnico di Zurigo, ma fallii…
…ma in fondo non avevo finito
il liceo, era normale che
avessi qualche lacuna!
Cosa successe nel 1885?
Non ne vado molto orgoglioso, ma te lo dirò…
Così ti iscrivesti al liceo diAarau per ottenere un diploma…
Sì…e dovetti quindi lasciare l’Italia…a cui
rimasi però sempre molto
legato…
Immagine di Albert ad Aarau
Nel frattempo la fabbrica di mio padre
era fallita e la mia famiglia era stata costretta a lasciare
Pavia…
…e a trasferirsi aMilano, in
via Bigli 21.
Qui mio padre avviò un’altra attività con
l’aiuto di alcuni parenti.
Vista di Pavia alla fine del XIX secolo
Targa sulla casa di Albert in via Bigli
Sei più tornato a Milano?
Certo! Ci venivo durante le vacanze
e ho sempre mantenuto i
contatti con i miei amici di Pavia…
…una volta organizzammo una camminata di 150 km da Voghera a
Genova!
Voghera
Genova
…e quando il parlamento italiano promulgò le cosiddette reggi razziali contro gli ebrei (che interessavano direttamente la sua famiglia) il legame tra Albert e l’Italia fu sul punto di incrinarsi per sempre.
Albert si recò a Milano per l’ultima volta in occasione della morte del padre, nel 1902, …
La sorella Maja si trovò costretta a trasferirsi negli Stati Uniti…
…e suo cugino Robert si suicidò dopo la barbarica uccisione della moglie e delle figlie.
E poi? Dimenticasti l’Italia?
“[…]Quando attraversai le Alpi e giunsi in Italia, fui così sorpreso di vedere come l’italiano medio, uomo e donna, usasse parole ed espressioni di alto livello sia nel pensiero che nel contenuto culturale, così diverse da quelle del tedesco medio. Questo dipende dalla loro lunga storia culturale…La gente del Nord Italia è il popolo più civilizzato che io abbia mai incontrato […]”
“[…] i mesi felici che trascorsi in Italia sono tra i miei ricordi più belli… giorni e settimane senza ansie e tensioni […]”
Certo che no!Fu amore a prima vista,
come avrei potuto dimenticarla?!
“Solo coloro che sono così pazzi da pensare di poter cambiare il mondolo cambiano veramente.”
(A. Einstein)
Be’, Albert…tu ci sei riuscito!!!