Cesare e la causa dei Transpadanorum

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Cesaree

la causaTranspadanorum

AndreaGramaticopolo

N. matr. 840289

1

Corso di StoriaRomana sp

A.a. 2012/13

1. Introduzione

2. Gallia Cisalpina

3. Conquista romana

4. Sviluppo situazione giuridica

5. Cesare e i Transpadani

6. Conclusioni

7. Bibliografia

2

1. Introduzione

La formula causa Transpadanorum si deve a Cicerone, precisamente nelterzo libro De officiis, dove egli scrisse: "Si comportava male anche Curionequando sosteneva che la causa dei Transpadani fosse giusta, e sempre, poi, aggiungeva:<<"Vinca l'utile>>".1

Quest'espressione si riferisce ad un, progressivo, movimento dirivendicazione giuridica di uguaglianza e parità da una partedella popolazione della Gallia Cisalpina, in particolare dellaTranspadana.

1 Cic. De off. 3, 2, 88: "Male etiam Curio, cum causam Transpadanorum aequam esse dicebat,semper autem addebat: <<Vincat utilitas>>".

3

La Gallia Cisalpina (o Citeriore) comprendeva l'attuale pianurapadana, fino alla Liguria a sud-ovest e al Veneto a nord-est. Ilfiume Po divideva la regione in Gallia Transpadana e GalliaCispadana. 2

Tale fenomeno si sviluppò nel corso del I a.C., in particolare tral'89 a.C., all'indomani della guerra tra Roma e i socii, e la presadel potere da parte di Cesare nel 49 a.C.

Nel 90 a.C. (in piena guerra sociale) il console L. Giulio Cesarepropose una legge, lex Iulia de civitate, che donava la civitas romana aglialleati rimasti fedeli e a coloro che avessero deposto le armi.3

A questa si aggiunse un provvedimento, noto come lex Pompeia deTranspadanis, adottato nell'89 a.C., quindi solamente un anno piùtardi, da Gneo Pompeo Strabone, padre di Gneo Pompeo Magno, cheattribuiva il diritto latino alle popolazioni transpadane.

Tale provvedimento fu sempre tradizionalmente attribuito a GneoPompeo Strabone, sulla base di un brano del commento di QuintoAsconio Pediano all'orazione di Cicerone contro Pisone.4

E' stato ultimamente proposto che il console Pompeo si sia inrealtà limitato a dare applicazione ad alcune clausole contenutenelle svariate leggi riguardanti la cittadinanza emanate tra 90 e89 a.C., se non proprio nella sopracitata lex Iulia de civitate.

Queste disposizioni portarono all'attribuzione del plenum ius allecolonie già latine dell'area Cispadana (Aquileia) e lo ius Latii,diritto latino, a tutti i Transpadani che ancora non fosserogiuridicamente riconosciuti nè latini nè romani.5

Detta concessione determinò per queste popolazioni il diritto dicommercio, di matrimonio, di voto e di residenza a Roma, ma

2 Informazioni che si possono desumere da Strabone, Geografia, 5,1,11

3 Bessone, Manuale di Storia Romana, p. 127

4 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p. 303

5 Cassola, la Colonizzazione Romana della Transpadana, p.394

soprattutto, il diritto di acquisizione della cittadinanza romanaper coloro che avevano ricoperto le magistrature locali, lo iusadipiscendae civitatis Romanae per magistratum. 6

Una tale innovazione portò ad un sensibile aumento di cives romanie, conseguentemente, di peso politico per una regione che siproiettava sempre di più nell'orbita romana, staccandosi, in modooramai incontrovertibile, dai modelli della tradizione indigena.

La causa dei Transpadani attirò sempre maggior attenzione da partedelle maggiori personalità romane, in particolare di Caio GiulioCesare che, sin dagli esordi, mostrò grande interesse per laquestione.

Egli, visto e salutato dalle popolazioni della Transpadana comeloro protettore, si adoperò per integrarle sempre di piùall'interno dell'universo romano, garantendo i loro diritti eperorando le loro richieste.

La conclusione di questa vicenda si ebbe infatti quando nel 49a.C. Cesare, nominato dictator, concesse la piena cittadinanzaall'intera Gallia Cisalpina, conferendo quindi ai suoi abitanti diessere nominati per le magistrature di Roma, lo ius suffragii.7

2. Gallia Cisalpina

La Gallia Cisalpina, chiamata anche Citeriore o Togata, occupava,come già detto, i territori dell'attuale pianura padana,delimitata a nord dalle Alpi, dall'Adriatico a sud-est e dalleAlpi liguri a sud-ovest.

6 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p. 304

7 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p. 3105

Il fiume Po divideva la regione in Transpadana (a nord del fiume)e in Cispadana (a sud).

Le popolazioni che vivevano al suo interno, quali i Liguri aovest, i Celti nella pianura padana e i Veneti nella zona a est,erano piuttosto eterogenee e organizzate secondo forme diverse.8

A queste genti vanno aggiunti altri gruppi etnici, che occupavanole zone montuose e che, sconfitti militarmente sotto Augusto, nondisdegnavano scendere dalle loro sedi montane per compiere razziein pianura.

Tra queste possiamo ricordare: i Briganti (vi era anche un'omonimapopolazione celtica in Britannia) che abitavano sulle Alpiorientali verso l'Austria, i Salassi che abitavano la zonaoccidentale, i Reti, insediati tra Como, Verona e Feltre, iLeponzi stanziati tra il lago di Lugano e quello di Como e,infine, i Camuni che occupavano l'attuale Valcamonica.9

Lo stanziarsi nell'Italia settentrionale di tribù celtiche, diorigine indo-europea, può essere visto come un fenomeno di lungadurata che, originatosi come contatto commerciale-culturale, hasuccessivamente assunto, a partire dalla fine del VI a.C, le formedi fenomeno migratorio, spesso nella forma del ver sacrum 10, checulminò nel 390 a.C. con il saccheggio di Roma da parte di gruppidi Celti guidati da Brenno.11

Riguardo alla geografia delle popolazioni celtiche che sistanziarono nella Gallia Cisalpina ci informa Strabone: "Gli abitantidella Cispadana occupano tutto il territorio circondato dagli Appennini, verso le Alpi, finoa Genova e Sabata. In passato l'occupavano per la maggior parte Boii, Liguri, Senoni e

8 Kruta, La grande storia dei Celti, p.207

9 Foraboschi, Lineamenti di storia, p.25

10 Kruta, La grande storia dei Celti, p.194

11 Foraboschi, Lineamenti di storia, p.656

Gesàti; ma dopo la cacciata dei Boii e l'estinzione dei Gesàti e dei Senoni, vi restano letribù liguri e le colonie romane."12

I Galli Senoni rappresentarono la punta di più avanzatapenetrazione meridionale degli stanziamenti celtici in Italia;fermatisi nella parte settentrionale delle attuali Marche,vivevano a contatto con gli Umbri e i Piceni.

Nel corso della terza guerra sannitica, nel 295 a.C., i Senoni sischierarono a fianco di Etruschi, Umbri (che tuttavia siritirarono prima dello scontro conclusivo, forse per difendere leloro terre dalle incursioni romane) e Sanniti, ma vennerosconfitti presso il fiume Sentino, definita "battaglia dellenazioni italiche"13.

I Senoni vennero nuovamente sconfitti nella battaglia di Arezzodel 284 a.C. dalle truppe romane guidate da Curio Dentato e Romapoté così fondare le colonia di Sena Gallica (odierna Senigallia) trail 290 e il 283 a.C. e di Ariminum nel 268 a.C. (odierna Rimini)nell'ager Gallicus appena istituito nel territorio che era appartenutoai Galli Senoni.14

I Boi andarono a stanziarsi nella regione, cuore dell'Etruriapadana, situata fra il Po, gli Appennini e il mar Adriatico.

I Cenomani occuparono la parte centrale della pianura padana (zonadell'attuale Brescia), dove stabilirono eccellenti rapporti con ivicini orientali (i Veneti) ma non altrettanto con quellioccidentali, gli Insubri.15

Tradizionalmente i Cenomani intrattennero con Roma rapportiamichevoli.12"" Strabone, Geografia, 5,1,10.

13 Bessone, Manuale di Storia Romana, p. 57

14 Foraboschi, Lineamenti di storia, p.81

15 Kruta, La grande storia dei Celti, p.2157

Gli Insubri si stabilirono nella zona nord-ovest della pianurapadana, andando a fondare una loro città: Mediolanum.

Così Tito Livio ne descrive la fondazione: "(I Galli) Attraversaronoquindi il territorio dei Taurini e valicarono le Alpi nella zona della Dora. Poi, dopo aversbaragliato in campo aperto gli Etruschi non lontano dal fiume Ticino, e saputo che ilpunto in cui si erano accampati si chiamava "territorio degli Insubri" (nome identico aquello del cantone abitato dagli Edui), considerarono questa coincidenza un segnofavorevole del destino e fondarono in quel luogo una città che chiamarono Mediolano."16

3. Conquista romana

Per quanto concerne le campagne di conquista che Roma effettuatenella Gallia Cisalpina, va tenuto distinto ciò che avvenne nellaCispadana da quanto si verificò nella Transpadana.

Nella prima l'intervento romano è più antico, ma anche piùviolento (i Senoni e soprattutto i Boi subirono perdite moltosignificative e vennero privati dei loro territori) essendo essovolto a colonizzare i territori precedentemente abitati dallepopolazioni celtiche.17

Per quanto riguarda la seconda, si può, invece, affermare che taleregione non fu oggetto di una vera e propria conquista e anchel'area assegnata alle colonie risultava marginale rispetto allavastità della regione: prima della guerra sociale, oltre a Cremona(colonia latina dedotta nel 218 a.C.) esistevano solo la colonialatina di Aquileia, fondata nel 181 a.C. e la cui popolazionevenne rimpiguata nel 169 a.C., e quella romana di Eporedia(attuale Ivrea), fondata nel 100 a.C.18

16 Tito Livio, Storia di Roma, 5, 34

17 Foraboschi, Lineamenti di storia, p.75

18 Cassola, la Colonizzazione Romana della Transpadana, p.178

Nel 225 a.C. i Boi si allearono con gli Insubri, i Taurini e itransalpini Gesati ma furono sconfitti dai Romani a Talamone:questa vittoria diede ai Romani la possibilità di intervenire, perla prima volta, direttamente nella Gallia Cisalpina.

Nel 223 a.C. Roma invase la Cisalpina e l'anno successivo ottenneuna vittoria a Clastidium (odierna Casteggio), cui seguì la presa diMediolanum, capitale degli Insubri.

Queste significative vittorie permisero al senato di fondare dueimportanti colonie latine, nel 218 a.C., lungo il corso del Po,Placentia a sud e Cremona a nord.19

Dopo la seconda guerra punica, durante la quale alcune popolazioniceltiche si erano schierate a fianco di Annibale (ad esempio iBoi; i Cenomani invece rimasero fedeli all'alleanza con Roma), siprocedette a risolvere una volta per tutte la questione dellaGallia Cisalpina.

Nel 194 a.C., presso la loro capitale Mediolanum, furonodefinitivamente sconfitti gli Insubri e nel 191 a.C. i Boi, i piùirriducibili nemici di Roma tra le popolazioni celtiche dellaGallia Cisalpina, furono completamente annientati e persero illoro territorio dove vennero fondate la colonia latina di Bononianel 189 a.C. e quelle romane di Parma e Mutina nel 183 a.C.20

Nel 187 a.C., per volontà del console M. Emilio Lepido, si iniziòla costruzione della via Emilia, che collegava Rimini a Piacenza.

Nel 181 a.C. venne fondata la colonia latina di Aquileia.

Nel 148 a.C. Spurio Postumio Albino diede inizio alla via Postumiache collegava Genova ad Aquileia connettendosi a Piacenza con lavia Emilia e che attraversava quindi l'intera pianura padana. 21

19 Bessone, Manuale di Storia romana, p.70

20 Foraboschi, Lineamenti di storia, p.81

21 Bessone, Manuale di Storia romana, p.809

Queste, molto riassunte, le tappe principali della conquistaromana della Gallia Cisalpina.

4. Sviluppo situazione giuridica

Come precedentemente ricordato, nell'89 a.C., durante i turbolentianni della guerra sociale, la lex Pompeia de Transpadanis attribuì ildiritto latino, cui però mancava il diritto di suffragio, allepopolazioni della Transpadana e la cittadinanza completa allecolonie già latine dell'area.

Tale provvedimento,

Tale provvedimento, rappresentò un'importante tappa nel quadro diun progressivo processo di concessione di diritti agli alleati e acoloro che avessero deposto le armi, avviato nei turbolenti annidella guerra sociale (91-88 a.C.) e immediatamente successivi.22

Questi provvedimenti portarono all'attribuzione del plenum ius allecolonie già latine dell'area Transpadana (Aquileia) e lo ius Latii,diritto latino, a tutti i Transpadani che ancora non fosserogiuridicamente riconosciuti nè latini nè romani.

Di questo provvedimento ci informa anche Strabone: "Più tardi, dopo che iRomani ebbero conferito il diritto di cittadinanza agli Italici, parve giusto concedere lostesso privilegio anche ai Galli Cisalpini ed agli Eneti (i Veneti) e di denominare tuttisia Italici sia Romani, e vi dedussero numerose colonie […]” 23

La data in cui la Cisalpina divenne provincia romana è ancoraoggetto di discussione, ma si ritiene che possa essere collocata

22 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p. 303

23"Οψὲ δέ ποτε, ἀφ’ οὗ μετέδοσαν Ῥωμαῖοι τοῖς Ἰταλιώταις τὴν ἰσοπολιτείαν, ἔδοξε καὶ τοῖς ἐντὸς ἌλπεωνΓαλάταις καὶ Ἑνετοῖς τὴν αὐτὴν ἀπονεῖμαι τιμήν, προσαγορεῦσαι δὲ καὶ Ἰταλιώτας πάντας καὶ Ῥωμαίους,ἀποικίας τε πολλὰς στεῖλαι […]". Strab. Geogr. 5, 1, 1

10

in un lasso di tempo che va tra il 100 e il 59 a.C., piùprobabilmente intorno all'81 a.C.24

Questo nuovo ordinamento comportò la sudditanza all'imperium di unmagistrato romano per una popolazione ormai equiparata, secondo lalegge, a quella latina e per un'aristocrazia provinciale che avevainvece diritto alla piena cittadinanza tramite le magistrature.

Questa situazione di ambiguità favorì l'interessamento alla causaTranspadanorum di eminenti personalità politiche romane.

Il primo personaggio che le fonti ci indicano essere interessato aquesta causa è Marco Emilio Lepido, padre dell'omonimo triumviro,che fu console nel 78 a.C.

Egli durante la guerra civile tra Mario e Silla (88-82 a.C.) sischierò inizialmente dalla parte del primo, salvo poi passaredalla parte del vincitore, forse per essere risparmiato dalleliste di proscrizione.

Nelle sue Historiae Sallustio ci riporta due orazioni, entrambepronunciate nell'anno del consolato, che lo vedono schierarsidalla parte dei Transpadani in difesa del loro diritto allacittadinanza.

Nella prima "Gran parte dei nostri alleati e dei Latini sono esclusi, per il capriccio diun uomo, dal diritto di cittadinanza che voi avevate loro conferito in considerazione dimolti meriti […]”25 si può percepire il rimprovero a Silla di averprivato alcuni alleati della cittadinanza romana ottenuta altermine della guerra sociale.

Nella seconda "[…]restituire la cittadinanza a coloro che, secondo lui, non l’hanno maipersa […]”26 in cui a parlare è Lucio Marcio Filippo, avversario24 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p. 306. Cassola ritiene, invece, che tale datasi debba collocare fra il 143 e il 95 a.C.. in conseguenza dell'invasione deiCimbri e dei Teutoni. Cassola, la Colonizzazione Romana della Transpadana, p.40

25 "Sociorum et Latii magna vis civitate pro multis et egregiis factis a vobis data per unum prohibentur […]"Sallustio, Historiae Fragmenta, 77, 14-15

26"[…]civitatem confirmari quibus ademptam negat […]”. Sallustio, Historiae Fragmenta, 77, 14-1511

politico di Lepido, viene sottolineata l'intenzione da parte diquest'ultimo di restituire la cittadinanza a coloro cui è statatolta dalle decisioni di Silla.

Lepido, tuttavia, difficilmente può essere annoverato come ilprimo vero sostenitore della causa Transpadanorum in quanto l'oggettodella questione non è una civitas concessa ex novo per desideriopersonale del console Lepido, bensì una ripresa di un diritto chegià era stato concesso per legge ed inoltre tali suoiprovvedimenti sembrano rivolti alle popolazioni della Cisalpinache erano state private della cittadinanza piena per essereretrocesse al solo diritto latino.

Un altro personaggio politico romano che interagì con la GalliaCisalpina fu Marco Tullio Cicerone.

Questi nel 63 a.C. ricoprì la carica di console e l'annosuccessivo avrebbe dovuto amministrare una provincia in qualità diproconsole.

La provincia sorteggiata fu la Macedonia ma Cicerone stesso ciinforma che optò per uno scambio con la Gallia Cisalpina che eratoccata in sorte all'altro ex console, Gaio Antonio Ibrida: “[…] Ioho scambiato con Antonio la provincia di Gallia, che in base ad un decreto del Senato erastata fornita abbondantemente di uomini e di mezzi, e poi in assemblea popolare vi horinunciato […]”.27

Il celebre oratore romano, tuttavia, rinunciò alla nuovaprovincia, la Gallia Cisalpina, per cederla all'alleato QuintoCecilio Metello Celere, come ricordato in un'epistola dello stessoCicerone: “[…] a ricompensa del potere proconsolare, del comando di un esercito e delgoverno di una provincia, a cui ho rinunciato […]”28

5. Cesare e i Transpadani27 “[…] Ego provinciam Galliam senatus auctoritate exercitu et pecunia instructam et ornatam, quam cumAntonio commutavi […] in contione deposui […]”. Cic. In Pis. 2, 5

28 “[…] pro imperio, pro exercitu, pro provincia, quam neglexi […]”. Cic. Catil. IV, 11, 2312

Caio Giulio Cesare si mostrò interessato alla causa Transpadanorumfin dagli esordi dell'attività politica.

Come attesta Sallustio "Lasciata dunque anzitempo la provincia, si recò nellecolonie latine che erano in subbuglio per ottenere la cittadinanza e forse le avrebbe spintea osare qualche impresa, se, proprio per questo motivo, i consoli non avessero trattenutoper tempo le legioni arruolate per la Cilicia."29 Cesare nel 68 a.C., tornandodalla Spagna Ulteriore dove aveva svolto l'incarico di questore,si fermò presso le colonie latine, presumibilmente transpadane, inagitazione per ottenere il plenum ius.

Nonostante le parole di Sallustio sembrino indicare un invito allasedizione che appare fuori luogo o quanto meno eccessivo, questa èla prima attestazione storiografia dell'interesse di Cesare per laquestione dei Transpadani.

Soltanto tre anni dopo dalla cerchia di Cesare, che non si escludepossa esserne stato l'ispiratore, partì il progetto del censoreMarco Licinio Crasso, fallito per l'opposizione del collega QuintoLutazio Catulo, di estendere la cittadinanza romana aiTranspadani.30

Di questa proposta ne scrisse anche Cassio Dione: "I censori rimaseroquindi coinvolti in una disputa riguardo al popolo che viveva dietro al Po, uno ritenendofosse saggio ammetterli alla cittadinanza, l'altro invece no; così non solo non portarono atermine nessuno dei loro incarichi, ma furono riassegnati. E per le stesse ragioni anche iloro successori non fecero niente nei seguenti anni, in quanto i tribuni ostacolarono lororiguardo alle liste senatoriali, temendo che loro stessi potessero essere espulsi daquell'organo."31

29 “Decedens ergo ante tempus colonias latinas de petenda civitate agitantes adiit, et ad audentem aliquidconcitasset, nisi consules in Ciliciam leziones paulisper ob id ipsum retinuissent.” Svet. Caes. 8

30 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.306

31"" Cas. Dio37, 9, 3-4

13

Nel medesimo anno troviamo una lex Papia32, voluta dal tribuno dellaplebe Gaio Papio, che sanciva che dovessero essere espulsi da Romaquanti vi abitavano senza essere Italici, probabile risposta aduna congiura cui sembra avessero preso parte Crasso e lo stessoCesare, pronto a far insorgere i Transpadani.

Oggetto di discussione è se tale misura mirasse a punire anche iTranspadani o, nell'omissione di una loro specifica menzione, liritenesse già parte integrante dell'Italia.

Nel 59 a.C. avvenne la svolta per la carriera politica di Cesare eper la sorte delle genti della Transpadana.

Cesare riuscì a stipulare un accordo segreto, noto come primotriumvirato, con Gneo Pompeo, cui diede in sposa la figlia Giulia,e Marco Licinio Crasso, uno tra i più facoltosi cittadini di Roma.33

Tramite la lex Vatinia a Cesare venne assegnato il proconsolatoquinquennale, della Gallia Cisalpina e dell'Illirico, a cui ilSenato aggiunse anche la Gallia Transalpina.34

Così Plutarco ricorda l'avvenimento: "Pompeo, subito dopo il matrimonio,riempì il foro di armati, fece approvare dal popolo le leggi e fece assegnare a Cesare laGallia Cisalpina, tutta la Gallia Transalpina e in più l'Illirico, con quattro legioni, percinque anni."35

Tale incarico venne poi riconfermato per altri cinque anni inseguito al patto di Lucca nel 56 a.C. fra i triumviri.36

32 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.306

33 Rhor, Introduzione alla storiografia romana, p.130

34 Canfora, Giulio Cesare dittatore democratico, p.99

35"" Plutarco, Vita di Cesare, 14, 10

36 Canfora, Giulio Cesare dittatore democratico, p.14414

Di questo accordo ne fa menzione Cicerone nel suo epistolario:“(Pompeo) si recò a Lucca da Cesare. Lì Cesare fece molte lamentele per la mia proposta,poiché in precedenza, a Ravenna, aveva visto Crasso e da lui era stato infiammato controdi me".37

Cesare rese la Cisalpina base di reclutamento e di appoggio per leproprie iniziative, diventando agli occhi della popolazione illoro paladino.38

In un contesto, come quello cisalpino, in cui vigeva il dirittolatino, l'arruolamento nelle legioni rappresentava una concretapossibilità per ottenere, al termine del servizio, l'agognatacittadinanza romana.

Questa opportunità rappresentò un ulteriore stimoloall'arruolamento nelle fila di Cesare delle genti dellaTranspadana, che divenne ben presto il maggior nucleo direperimento di nuove reclute come ci ricorda lo stesso Cesare: "Perquesto motivo, posto il legato Tito Labieno al comando delle postazioni fortificate cheaveva fatto costruire, a marce forzate (Cesare) raggiunge l'Italia dove arruola duelegioni, ne mobilita tre che svernano nei pressi di Aquileia e con queste cinque legioni,attraverso le Alpi, si dirige per la via più breve verso la Gallia Ulteriore."39

Cesare inoltre amministrò anche la giustizia in Gallia Cisalpinacome attesta nel De bello gallico: "Egli, tenute le sessioni giudiziarie nella GalliaCiteriore, parte per l'Illirico [...]".40

Il quadro descritto da Cesare, nei suoi commentarii, era quello diuna provincia florida, con una struttura urbana e civica benorganizzata su modelli ormai completamente romanizzati come si può37 “Lucam ad Caesarem venit. Ibi multa de mea sententia quaestus est Caesar, quippe qui etiam RavennaeCrassum ante vidisset ab eoque in me esset incensus.” Cic. Ad fam. I, 9, 9

38 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.307

39 "Ob eas causas ei munitioni quam fecerat T.Labienum legatum praefecit; ipse in Italiam magnisitineribus contendit duasque ibi legiones conscribit et tres quae circum Aquileiam hiemabant, ex hiberniseducit et qua proximum iter in ulteriorem Galliam per Alpes erat, cum his quinque legionibus irecontendit." Caes. Gall. 1, 10

40 "Ipse conventibus Gallaiae citerioris peractis in Illyricum proficiscitur [...]" Caes. Gall. 5,115

capire dal resoconto del viaggio che Cesare fece, nel 50 a.C., inCisalpina per promuovere l'elezione del suo braccio destro MarcoAntonio all'augurato e la sua candidatura per le elezioniconsolari dell'anno successivo. Ecco alcune parti del brano:"Sebbene avesse saputo, durante il viaggio, prima di raggiungere l'Italia, che Antonio erastato fatto augure, ritenne tuttavia che non fossero venuti meno per lui i motivi di unavisita ai municipi e alle colonie, per ringraziarli di aver sostenuto Antonio con tanti voti e,nello stesso tempo, per raccomandare la propria candidatura nelle elezioni dell'annoseguente [...]".41

Oggetto di discussione ancora oggi è l'identità da attribuire aimunicipia e alle coloniae menzionate dal testo.

Tra i municipia della Venetia si può annoverare Aquileia, che avevaricevuto tale ordinamento fin dall'89 a.C., e Verona che potrebbeessere stata insignita dalla stesso Cesare dell'autorità peressere retta da un collegio quattorvirale, magistratura tipica deimunicipi; per quanto concerne le coloniae, della Cisalpina, invece,esse erano più numerose, ad esempio Mutina, Dertona, Eporedia, Tergestee Forum Iulii Transpadanorum.42

Indubbia è invece la magnifica accoglienza che Cesare riceve dallepopolazioni visitate: "L'arrivo di Cesare fu accolto da tutti i municipi e le coloniecon incredibili manifestazioni di rispetto e affetto. Vi giungeva infatti per la prima voltadopo la generale ribellione della Gallia. Nulla di quanto si poteva immaginare futralasciato, nell'intento di adornare porte e strade lungo il cammino di Cesare. L'interapopolazione, con i figli, gli andava incontro, si immolavano vittime dappertutto, fiori etempli erano pieni di mense imbandite, si poteva godere in anticipo la gioia di un trionfoatteso con impazienza: tanto grandi erano la magnificenza ostentata dai ricchi el'entusiasmo mostrato dai poveri." 43

41 "Hunc etsi augurem prius factum quam Italiam attingeret, in itinere audierat, tamen non minus iustamsibi causam municipia et colonias adeundi existimavit, ut iis gratias ageret quod frequentiam atque officiumsuum Antonio praestitissent, simulque se et honorme suum insequentis anni commendaret petitione [...]"Caes. Gall. 8, 50

42 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.308

43 "Exceptus est Caesaris adventus ab omnibus municipiis et coloniis incredibili honore atque amore. Tumprimum enim veniebat ab illo universae Galliae bello. Nihil relinquebatur quod ad ornatum portarum

16

Solido e profondo fu, quindi, il legame che univa i Transpadani aCesare, arruolandosi nelle sue legioni, appoggiando la sua lottapolitica; il condottiero li ripagò donando loro l'ultimo tassellomancante per completare il processo di parificazione giuridica: lapiena cittadinanza romana.

Una volta divenuto dittatore Cesare, fra gli altri provvedimenti,concesse la cittadinanza ai Transpadani.44

Così ricorda l'avvenimento Cassio Dione: "[...] (Cesare) concesse il diritto dicittadinanza agli abitanti della Gallia Cisalpina al di là del Po, per il fatto che erano statigovernati da lui.”45

Conseguentemente alla concessione della cittadinanza si avviòanche un processo di mucipalizzazione, di progressivo passaggiodalle coloniae ai municipia.

Di questo significativo passaggio abbiamo anche attestazioni ditipo epigrafico, ad esempio il Fragmentum Atestinum o Tabula Atestina46,che riferisce parte di una lex Rubria de Gallia Cisalpina, ossia unplebiscito proposto da un tribuno della plebe di nome Rubrio, emenziona anche una lex Roscia, un altro plebiscito attribuito alpretore filocesariano Lucio Roscio Fabato.

A questo proposito è utile citare anche la Tavola di Veleia, in cuivengono riportati alcuni brani della lex Rubria, e soprattuttol'iscrizione di Padova, dove è attestata la presenza di un certoMarco Giunio Sabino, quattuorvir aediliciae potestatis in base ad una lex Iuliamunicipalis.47

itinerum locorum omnium qua Caesar iturus erat, excogitari poterat. Cum liberis omnis multitudo obviamprocedebat, hostiae omnibus locis immolabantur, tricliniis stratis fora templaque occupabantur, ut velspectatissimi triumphi laetitia praecipi posset. Tanta erat magnificentia apud opulentiores, cupiditas apudhumiliores." Caes. Gall. 8, 51

44 Bessone, Manuale di Storia romana, p.150

45 “τοῖς Γαλάταις τοῖς ἐντὸς τῶν Ἄλπεων ὑπὲρ τὸν Ἠριδανὸν οἰκοῦσι τὴν πολιτείαν, ἅτε καὶ ἄρξας αὐτῶν,ἀπέδωκε.” Cass. Dione 41, 36, 3

46 L'immagine di questa tabula è riportata alla fine del paragrafo.17

La lex Roscia, che regolamentava alcune competenze specifiche deimagistrati locali in carica nella Gallia cisalpina, per moltotempo è stata datata attorno al 49 a.C. ossia a quando, dopo laconcessione del plenum ius, i centri della Venetia iniziarono adessere amministrati da un collegio quattorvirale, secondol'ordinamento dei municipia romani.

Oggi, invece, si propende per una datazione più bassa, dacollegare non tanto alla concessione della cittadinanza nel 49a.C., bensì alla soppressione della provincia dopo la battaglia diFilippi nel 42 a.C.

Così anche la lex Iulia municipalis viene posticipata dalla dittatura diCesare al primo periodo augusteo.48

Al di là di queste interpretazioni diacroniche rimane al di sopradi ogni dibattito il grande supporto fornito da Cesare alla causaTranspadanorum al fine di parificarli con tutti gli altri Italici edi promuovere un processo di organizzazione di stampo municipale.

47 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.309

48 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.30918

Figura 1, Fragmentum Atestinum o Tabula Atestina

6. Conclusioni

Il legame che unì i Transpadani a Cesare risultò, sempre, moltoprofondo e venne percepito, in un certo qual modo, già daicontemporanei.

Cicerone, infatti, in una delle sue epistole, informa il libertoTirone che, nel 49 a.C., in piena guerra civile, le due Gallie,quella Cisalpina e quelle Transalpina, risultavano ostili aCesare, con la sola eccezione dei Transpadani.49

49 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.31019

Lo stesso Cesare fece dire, nei suoi commentarii, al suo exluogotenente Tito Labieno, passato dalla parte di Pompeo, chel'esercito cesariano era costituito non tanto dai veterani cheavevano trionfato sui Galli e sui Germani, bensì da reclutearruolate da poco nella Gallia Cisalpina e, in particolare, nellaTranspadana: "<<Non credere, Pompeo,>> disse <<che questo sia lo stesso esercitoche ha vinto la Gallia e la Germania. [...] Le truppe che vedete sono state messe insiemecon le leve degli ultimi anni, fatte in Gallia Citeriore e molti provengono dalle colonieTranspadane.>>".50

L'incrollabile fedeltà dei Transpadani nei confronti di Cesare ètestimoniata anche da Floro che raccontò che, nel corso del 49a.C., mille giovani di Opitergium (odierna Oderzo), intrappolatidalla marina pompeiana, preferirono darsi la morte piuttosto checonsegnarsi ai nemici del proprio condottiero.

Livio riprese poi tale racconto, qualificando gli abitanti diOderzo come Transpadani Caesaris auxiliares.51

Gli ausiliari erano arruolati in quelle unità, spesso contrappostealle legiones dove servivano i cives romani, in cui militavano i socii ecoloro che, al pari degli abitanti di Oderzo, dovevano ancorafruire del ius Latii.

Queste dunque le maggiori attestazioni di quel sentimentofilocesariano che caratterizzò i Transpadani.

Legame ricambiato da Cesare che li ricompensò concedendo loro, unavolta nominato dittatore, la piena cittadinanza romana e avviandoquel processo di municipalizzazione che rese a tutti gli effettila Transpadana una delle regioni più floride e dinamiche del mondoromano.

Seppur ottenuto l'agognato plenum ius, con la conseguenteparificazione giuridica con i cives romani, rimaneva ancora una50 "<<Noli>> inquit <<existimare, Pompei, hunc esse exercitum, cui Galliam Germaniamque devicerit. [...]Hae copiae quas videtis, ex dilectibus horum annorum in citeriore Gallia sunt refectae, et plerique sunt excoloniis Transpadanis>>." Caes. Civ. 3, 87, 1-4

51 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.31020

questione in sospeso: la soppressione della provincia e cioè di quelparticolare ordinamento che sottoponeva la Transpadana all'imperiumdi un magistrato romano, voluto, come precedentemente ricordato,in una data da collocarsi agli inizi del I secolo a.C.52

L'epilogo della causa Transpadanorum lo si ebbe nel 42 a.C.

L'anno precedente, Ottaviano, Marco Antonio e Lepido avevanosiglato un accordo, noto come secondo triumvirato, in cui venivanoripartite le rispettive zone di potere con il fine di sconfiggeregli uccisori di Cesare.

Nel 42 a.C. avvenne lo scontro a Filippi, fra i triumviri e gliultimi due cesaricidi ancora in vita, Bruto e Cassio, che vennerosconfitti.

In seguito alla vittoria riportata, Ottaviano ed Antonio, i dueesponenti di maggior importanza del triumvirato, per completare ilpercorso iniziato da Cesare, soppressero tale provincia e laincorporarono nell'Italia, parificando così i Transpadani,definitivamente, agli altri cittadini romani.53

Ebbe così conclusione, nel 41 a.C., la causa Transpadanorum per laquale tanto si era prodigato Caio Giulio Cesare.

7. Bibliografia

Bessone Luigi, Scuderi Rita, Manuale di Storia romana, Monduzzieditore, 2008.

52 Tale questione è stata affrontata a pagina 8

53 Buchi, Roma e la Venetia Orientale, p.31221

Buchi Ezio, Venetorum, angulus, Verona, 1993

Buchi Ezio, Roma e la Venetia orientale dalla guerra sociale alla prima etàaugustea, in Vigilia di romanizzazione, a cura di G. Cresci Marrone-M. Tirelli, Roma 1999, pp. 303-326

Canfora Luciano, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, La Terza,Roma-Bari 2006.

Cassola Filippo, La colonizzazione romana della Transpadana, in Diestadt in Oberitalien, a cura di W.Eck-H. Galaster, Koeln 1991,pp.17-44

Foraboschi Daniele, Lineamenti di storia della Cisalpinaromana, Carrocci editore, Roma 1992

Manca Massimo, Rhor Vio Francesca, Introduzione alla storiografiaromana, Carocci editore, Roma 2010

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