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Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2

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Manuale per immersioni avanzatecon autorespiratore ad aria

Manuale per immersioni avanzate

Advanced Scuba DiverCMAS-PTA - P2✶✶

" Imparare è un esperienza;tutto il resto è solo informazione

— Albert Einstein —

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Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2✶✶

Autori: Roberto Menzaghi

Testi: Giorgio Amadei, Roberto Menzaghi, Gian Paolo Porretti Progetto grafi co: Barbara Albrigo di Grafi camente

Progetto editoriale: Pure-Tech-Agency

Si ringrazia per la consulenza l'Azienda Gravity Zero, il Dott. Fabrizio Pirrello, Dott.ssa Laura Vernotico, Per le fotografi e: TF PTA Argentario Scuba Point, TF PTA Mare Nostrum, Paolo Alemanni, Moreno Bricchi, Francesco Malgaroli, Andrea Ghisotti Lorenzo Pestelli, Gian Paolo Porretti

Bibliografi ca manuali CMAS-PTA: Nitrox - Decompression - Tek-in wreks Esplorer

A cura del PUBLISHING OFFICE PTA

www.pure-tech-agency.net/IT/PTA/Publishing_Offi ce/index.html

Prima Edizione

Copyright © 2012 Pure Tech AgencyVia Torino, 28 - 21013 Gallarate (VA) - www.pure-tech-agency.net

Nessuna parte del presente manuale può essere copiata, riprodotta, elaborata e neppure trasmessa in alcuna forma tramite mezzo elettronico o meccanico senza previo consenso scritto dell'editore, tranne nel caso di brevi citazioni contenute in articoli di critica o recensioni. La presente pubblicazione contiene le opinioni dell'autore e ha lo scopo di fornire informazioni precise e accurate. L'elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifi che responsabilità in capo all'autore e/o all'editore per eventuali errori o inesattezze. Nomi e marchi citati nel testo sono depositati o registrati dalle rispettive aziende. Pure Tech Agency detiene i diritti per tutte le fotografi e, i testi e le illustrazioni che compongono questo libro.

Finito di stampare nel mese di maggio 2012

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Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2

INTRODUZIONE

Questo è il manuale che devi usare durante il tuo corso per apprendere le conoscenze e le tecniche necessarie ad effettuare immersioni divertenti e sicure.Esso deve focalizzare la tua attenzione sugli aspetti teorici, ma soprattutto sulle applicazioni pratiche. Il manuale è da supporto al corso, ne è parte integrante, ma non è suffi ciente per fornirti tutte le informazioni e conoscenze per immergerti: ulteriori informazioni e conoscenze le apprenderai dal tuo Istruttore PTA, un professionista altamente qualifi cato che ti seguirà durante il tuo addestramento teorico e le successive applicazioni pratiche. Il manuale è strutturato in 5 moduli, ogni modulo prevede degli obiettivi d'apprendimento che dovrai raggiungere durante le lezioni di teoria e che saranno in seguito verifi cati dal tuo Istruttore durante gli esami fi nali.Il testo è volutamente semplice ed è stato strutturato in modo da facilitare lo studio. Se hai dei dubbi, prendi appunti e chiedi delucidazioni al tuo Istruttore.

LEGENDA Leggendo il manuale noterai delle caselle contrassegnate da simboli, esse ti forniranno preziosi consigli ed informazioni per meglio comprendere la materia di studio.

ATTENZIONE identifi ca un'informazione basilare per la tua sicurezza

sottolinea e rimarca un concetto chiave

focalizza la tua attenzione su un concetto

esprime un consiglio dettato dall'esperienza

contraddistingue un esercizio, un esempio pratico

fornisce un'informazione generale o di approfondimento

RICORDA

IDEA

ESEMPIO

NOTA

FERMATIE RIFLETTI

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Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2

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AVVERTENZETu e il tuo Istruttore avete delle responsabilità precise durante questo corso.Durante tutte le fasi del corso l'Istruttore valuterà le tue conoscenze e la progressione del livello d'addestramento sempre e comunque in funzione della sicurezza.

L'Istruttore dovrà:

• Organizzare le lezioni di teoria • Sovrintendere alla pianifi cazione dell'immersione• Svolgere il briefi ng pre-immersione • Assicurarsi del tuo equipaggiamento • Supervisionare direttamente tutte le attività in acqua • Svolgere il de-briefi ng post immersione • Compilare i moduli richiesti per il corso

L'Allievo dovrà: • Presentare e compilare la documentazione richiesta per la

partecipazione allo specifi co Corso PTA ed attenersi a quanto viene dichiarato

• Studiare e comprendere i sussudi didattici PTA e le lezioni integrative svolte dall'Istruttore

• Pianifi care l'immersione con i sistemi proposti dal corso• Attenersi a ciò che viene pianifi cato, salvo diverse, esplicite ed

inconfutabili decisioni dell'Istruttore• Essere responsabile delle proprie azioni e della personale sicurezza • Mantenere un adeguato stato di salute fi sica e mentale• Informare l'Istruttore tempestivamente di eventuali cambi di condizioni

personali o sofferenze psicofi siche • Immergersi secondo il principio del Sistema di Coppia, non separarsi

mai dall'Istruttore ne dall'eventuale gruppo d'immersione

Benvenuto in PURE TECH AGENCY

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ManualeAdvanced Scuba Diver

CMAS-PTA P2✶✶

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MODULI

1 Ripasso: principi e leggi fi siche 2 Fisiologia e principi del BLS-D 3 Immersioni di esperienza con crediti formativi4 Immersioni di esperienza -2 5 Nozioni di salvamento e salvataggio subacqueo

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Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2

INDICEMODULO 1 ..................................................................................19

1.1 La pressione .......................................................................211.2 Principi fi sici .......................................................................24 Il principio di Torricelli ............................................................ 24 Principio di Pascal .................................................................. 25 Principio di Pascal .................................................................. 25 La legge di Boyle e Mariotte .................................................... 27 La legge di Henry .................................................................. 29 La legge di Dalton ................................................................. 30 Leggi di Charles e Guy Lussac ................................................. 31

MODULO 2 ..................................................................................33

2.1 Anatomia e fi siologia di base...............................................342.2 La catena della sopravvivenza ............................................352.3 BLS Basic Life Support ........................................................372.4 Verifi ca della sicurezza ambientale .....................................422.5 Rianimazione - RCP .............................................................462.6 Posizione laterale di sicurezza ............................................582.7 Ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo ......................602.8 Controllo dell'emorragia esterna .........................................632.9 Gestione dello shock ...........................................................662.10 Ulteriori informazioni ..........................................................71

MODULO 3 ..................................................................................73

3.1 Nitrox..................................................................................74 Analisi dell'EANx ................................................................... 833.2 Immersione profonda .........................................................86 Il fattore tempo .................................................................... 88 La gestione delle scorte di aria ................................................ 89 L'attrezzatura e le confi gurazioni ............................................. 90 Consigli per la scelta degli erogatori ......................................... 93 Revisione degli erogatori ........................................................ 93 Sintesi delle raccomandazioni - I Stadio/II Stadio ...................... 953.2.1 La narcosi da Azoto .............................................................96 Il compagno e la squadra ....................................................... 98 Vademecum dell'immersione profonda ....................................1063.2.2 Estensione Livello 40 m ....................................................107 Manifestazioni cliniche della Malattia Da Decompressione ...........111 Complicanze durante il trattamento della MDD .........................112 La prevenzione ....................................................................113 Procedure per la prevenzione ed emergenze ............................1163.3 Relitti ................................................................................121 Attrezzature ........................................................................127 Problemi specifi ci e procedure per emergenza ..........................136 Regole di base .....................................................................138

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3.4 Muta stagna ......................................................................140 Come ottimizzare l'impiego della vostra muta stagna ...............147

MODULO 4 ................................................................................151

4.1 Immersioni dalla barca .....................................................1524.2 L'immersione notturna o con scarsa visibilità ...................160 Le lampade subacquee e le caratteristiche ...............................1614.3 Assetto..............................................................................165 La zavorra ...........................................................................165 Il GAV .................................................................................166 Le fruste - Rilassamento - Tecniche in acqua ............................167 La discesa ...........................................................................168 Hovering - L'assetto e la respirazione - contatti con il fondo .......169 Risalita senza la cima ............................................................1704.4 Navigazione subacquea .....................................................1714.5 Immersione in altitudine ...................................................181

MODULO 5 .................................................................................185

Introduzione ........................................................................1865.1 Esigenze ed attitudini .......................................................1875.2 Prevenzione ed autosoccorso ............................................188 Prevenzione .........................................................................1895.3 Lo Stress ...........................................................................1905.4 Gestione delle emergenze e soccorso subacqueo ..............1935.4 Scenari ..............................................................................195 Norme da seguire per un tentativo di qianimazione in acqua ......197

ACQUE CONFINATE ....................................................................199ACQUE LIBERE ...........................................................................209PROFONDA ................................................................................225 Appendice .........................................................................233 Allegati .............................................................................234

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Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2✶✶

Il corso P1 CMAS-PTA ti ha fornito informazioni ed addestramento suffi cienti per poter utilizzare l'attrezzatura ARA, a questo punto, avevi due possibilità per continuare l'apprendimento; la prima di proseguire da solo tramite tentativi, errori e senza nessun sicurezza. L'altro modo, quello di diventare subacquei più esperti è quello di frequentare ulteriori corsi d'approfondimento con un professionista CMAS-PTA.

Il Corso P2 CMAS-PTA (Advanced Scuba Diver) che stai per iniziare è un importante passo verso la tua formazione di subacqueo sportivo, apprenderai le differenze che vi sono tra un immersione in basso fondale (18 metri corso P1) e quelle a profondità maggiori (30 metri e 40 metri con l'addestramento per l'immersione profonda).Il Programma del Corso P2 ti introdurrà, altresi anche ad altre tipologie di immersioni, fornendoti conoscenze e addestramento per diventare un subacqueo esperto per immergerti con responsabilità, in sicurezza e divertimento.

Caratteristica fondamentale del Corso P2 CMAS-PTA è anche quello di introdurti (gradualmente) alle immersioni tecniche, dandoti le giuste informazioni e al momento giusto.

Questo Manuale sarà per te un prezioso ausilio didattico, è importante che, ogni volta che ritieni di avere dei dubbi o delle dimenticanze tu lo legga di nuovo.

Il Manuale P2 CMAS-PTA sarà per te un importante fonte di informazioni, ma non può rappresentare tutto ciò che un subacqueo responsabile ha il dovere di approfondire.

Obiettivi del Corso P2 (Advanced Scuba Diver) CMAS-PTA:

- Introduzione a immersioni differenziate.- Addestrare il sub alle immersioni differenziate.- Aumento delle abilità subacquee. - Preparazione a livelli superiori.- Addestramento fi no a 30 metri di profondità.- Addestramento fi no a 40 metri di profondità- Introduzione alle miscele iperossigenate (nitrox).

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Con il tuo brevetto potrai:

- Immergerti entro una profondità massima di 30/40 metri (internazionalmente stabilita) insieme a un altro subacqueo brevettato di almeno pari livello

- Eseguire immersioni sotto la supervisione di una guida subacquea presso i Centri Immersione.

- Ottenere la ricarica della bombola presso i centri ricarica- Ottenere il noleggio di attrezzature subacquee - Accedere al Corso CMAS-PTA P3✶✶✶ (Divemaster) - Accedere ai Corsi di Specializzazione- Accedere al Corso Tek-in (previo requisiti)

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CMAS Confédération Mondiale Des Activités Subaquatiques

www.cmas.org

Jacques-Yves Cousteau, il noto esploratore di mari, propone di costituire la CMAS, in francese Confédération Mondiale des Activités Subaquatiques. Il 28 settembre 1958 i delegati delle federazioni sportive membri della CIPS si incontrarono a Bruxelles in occasione del Congresso per l'indipendenza della Confederazione Internazionale di tutte le discipline subacquee.Con questo intento viene convocata dal 9 all'11 gennaio 1959 nel Principato di Monaco, dove Cousteau è direttore del Museo Oceanografi co, l'assemblea costituente della Confederazione Mondiale delle Attività Subacquee, in breve CMAS. La Confederazione successe, nelle specifi che competenze e funzioni, al "Comitato degli Sport Subacquei" della CIPS. Cousteau viene acclamato Presidente e chiama alla Vicepresidenza Luigi Ferraro.

CIO - Comitato Olimpico Internazionale

UICN - Unione Internazionale per laConservazione della Natura

C'è tanto da fare: innanzi tutto creare ex novo una didattica grazie alla quale sia possibile insegnare in tutto il mondo come ci si immerge in modo sicuro utilizzando l'aria come gas respiratorio. Inoltre bisogna regolamentare la pesca subacquea, specialmente quella praticata con le bombole in quanto i sub (ormai hanno un nome comune, sommozzatori e pescatori subacquei) sono migliaia, e potrebbero infl iggere seri danni all'ambiente, erpetrando autentiche mattanze; occorre assicurare ai vari paesi i mezzi per difendere e tutelare il proprio patrimonio archeologico sommerso, ormai facilmente raggiungibili da qualsiasi sub dilettante; Avviare una stretta collaborazione con la scienza medica affi nchè si risolvano i troppi misteri che ancora ammantano la fi siologia del corpo umano in immersione.

AGFIS AssociazioneGenerale delle Fedrazioni

Sportive InternazionaliIWGA - Associazione Internazionale Campionati Mondiali

La CMAS oggi raggruppa numerose federazioni e associazioni che operano nel campo della subacquea e ne organizza le attività didattiche e sportive. Ha attraversato momenti di diffi coltà economica e organizzativa da cui l'italiano Achille Ferrero, assumendone la presidenza, l'ha saputa risollevare e riorganizzare in maniera effi ciente e moderna. Ne fanno parte 116 membri tra federazioni nazionali e organismi affi liati in rappresentanza di più 3 milioni di praticanti. É riconosciuta dall'UNESCO, dal CIO, dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUNC) ed membro di altre importanti organizzazioni internazionali come AGFS e IWGA.

United Nations Educational,Scientifi c and Cultural Organization

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PTA - Pure Tech Agency

Oltre la subacquea ricreativa inizia un altro "mare" di conoscenze e possibilità che vanno sotto l'insieme defi nito come subacquea tecnica. Questa, rispetto alla subacquea ricreativa, consente il raggiungimento di profondità ben maggiori anche utilizzando miscele respiratorie diverse dall'aria.

PTA affonda le sue radici nell'agenzia di didattica tecnica P.S.A. (Professional Scuba Association), un'associazione statunitense fondata nel 1967 in Orlando (Florida) da uno dei vecchi miti della subacquea americana, Hal Watts.Nel 1993 la società HdueO Diving Activities diventa franchiser di PSA per diffonderla in Italia e in Europa, Inghilterra esclusa.

La subacquea tecnica comincia il cammino per affermarsi nel Vecchio Continente fi nchè, nel 2000, HdueO Diving Activities si rende conto che sono necessari cambi radicali sia nella struttura sia nel metodo d'insegnamento: nasce così PTA (Pure Tech Agency), un'agenzia di didattica tecnica che si impone sul panorama subacqueo internazionale come punto di riferimento per tutti quei subacquei che vogliono fare un salto di qualità abbandonando l'approccio della "subacquea ricreativa" per approfondire tutti quegli aspetti e quelle tecniche necessarie per diventare dei subacquei tecnici veri, puri.

Il marchio PTA viene gemellato al marchio PSA su tutti i Brevetti e nel 2006 arriva il riconoscimento di qualità della CMAS che promuove PTA come prima didattica tecnica appartenente alla confederazione che raggruppa le organizzazioni di addestramento alla subacquea a livello mondiale.Nel 2010, PTA introduce nei propri programmi didattici anche una linea ricreativa, applicando gli Standard Ricreativi CMAS e sviluppando un percorso dinamico, moderno, e orientato al tecnico con cammini didattici integrati, che sviluppano Crediti Formativi.

PTA dispone pertanto di due aree ben distinte ma non distanti. Molto diverse ma compenetrate. La Subacquea Tecnica PTA è un mondo intero, un ambiente completo e composito, diverso dal ricreativo L'approccio PTA dei primi Corsi è atto a costruire le basi fondamentali mantenendo basse le profondità e le richieste operative. Solo successivamente, quando si sono stabilite le basi, i Corsi diventano più performanti ed esigenti.In conclusione l'approccio PTA muove verso una nuova piattaforma didattica, evolutiva e comportamentale.

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Struttura del Corso

La struttura del corso è fl essibile per facilitare le tue esigenze, la logistica e le necessità dell'Istruttore. Le informazioni sono di carattere generale, approfondirai i particolari assieme al tuo Istruttore che risponderà a tutte le tue domande e risolverà i tuoi dubbi.

IL corso è suddiviso in 3 parti distinte:T = Teoria: acquisizione delle informazioni, dei principi e delle regole

d'immersione;AC = Acque Confi nate: apprendimento delle tecniche per le Immersioni

subacqueeAL = Acque Libere: applicazione in Acque Libere, delle tecniche imparate

durante l'addestramento in AC

Ogni parte può essere scomposta o unita ad altre parti, eseguita in una o più volte secondo le esigenze logistico od organizzative.La parte di teoria si deve ritenere superata solamente quando l'allievo-studente ha superato positivamente la prova scritta (test).La parte pratica in acque confi nate si deve ritenere superata quando l'allievo-studente, a discrezione dell'Istruttore, ha mostrato di avere eseguito, suffi cientemente, tutti gli esercizi previsti dagli standard del corso praticato.Le prove in acque confi nate sono propedeutiche a quelle in acque libere, pertanto si deve dare importanza alla qualità dell'esecuzione e non solo ad una mera ripetizione.La parte pratica in acque libere si deve ritenere superata quando l'allievo-studente ha superato tutte le esercitazioni richieste in modo adeguato. L'allievo ha l'obbligo di effettuare tutte le esercitazioni richieste.

Sessioni di Teoria:Imparerai molte cose importanti, non solo durante le lezioni in aula, bensì anche durante le attività pratiche in acqua, durante i briefi ng e i debriefi ng che il tuo Istruttore svolgerà così come prevede il programma di addestramento CMAS-PTA.

Al termine di ogni lezione di teoria vi è un ripasso delle conoscenze rappresentato da alcune domande sui punti principali della lezione appena appresa. Il ripasso delle conoscenze non è valutativo.

Esami di Teoria:Gli esami di teoria del corso CMAS-PTA P2✶✶ (ASD) si svolgono con il sistema "multirisposta".Ti sarà consegnato un questionario contenente le domande di esame, per ogni domanda sono riportate diverse risposte delle quali soltanto una è quella esatta; devi contrassegnare la risposta esatta. La massima percentuale di errori consentita per superare l'esame è il 20%. Le domande errate saranno in seguito discusse con l'Istruttore in modo tale che tu abbia la possibilità di comprendere l'errore e di conoscere la risposta corretta.

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Sessioni in Acque Confi nate:In concomitanza o dopo ogni lezione di teoria, a secondo la logistica del Corso; si svolgeranno le sessioni in Acque Confi nate.Prima di accedere alle prove in acqua, dovrai aver consegnato il tuo certifi cato medico sportivo attestante l'idoneità alle attività subacquee.Durante la fase delle Acque Confi nate, prima di eseguire gli esercizi in acqua, dovrai assistere alla loro dimostrazione pratica da parte dell'Istruttore e/o dell'Ass. Istruttore CMAS-PTA.

Sessioni in Acque Libere:Le Sessioni in Acque Libere si svolgeranno dopo che avrai dato prova della corretta esecuzione degli esercizi standard del programma CMAS-PTA P2✶✶

Durante le Sessioni in Al, ripeterai gli esercizi principali appresi durante le Sessioni in Acque Confi nate.Le Sessioni si articolano su almeno 6 immersioni in Acque Libere per il livello dei 30 metri e ulteriori 2 (minimo) per il livello dei 40 metri. Le immersioni saranno precedute da un briefi ng e seguite di un debriefi ng durante i quali l'Istruttore CMAS-PTA avrà modo di fornire consigli e suggerimenti per migliorare l'esecuzione degli esercizi e migliorare il proprio comfort, divertimento e sicurezza.Al termine di ogni sessione, l'Istruttore CMAS-PTA provvederà alla registrazione sul Modulo di Addestramento Diver CMAS-PTA e alla convalida sul Personal Log Book (libretto d'immersioni) dell'addestramento effettuato.

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MODULO 1Ripasso: principi e leggi fi siche

Panoramica

• La pressione• Principi fi sici• Leggi fi siche

Obiettivi

Al termine di questo modulo saremo in grado di:

• Approfondire le principali nozioni di fi sica apprese nel corso di 1°

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Considerazioni generali

Alcune leggi fi siche hanno un interesse particolare per quanto riguarda la subacquea. Le particolari condizioni dell'ambiente nel quale viene svolta l'attività subacquea hanno infatti una serie di conseguenze sull'organismo; a ciò si aggiungono gli effetti della temperatura e pressione gas respirati. Non appena il sommozzatore s'immerge, si trova in un ambiente che pur bello ed affascinante, può risultare ad egli ostile.

L'uomo tuttavia è riuscito a sfruttare tale ambiente, utilizzando il proprio ingegno e la propria capacità di adattamento. Tutto è iniziato con l'approfondita conoscenza di quei parametri caratteristici dell'ambiente sottomarino Non appena il sommozzatore s'immerge, si trova in un ambiente che pur bello ed affascinante, può risultare ad egli ostile. L'uomo tuttavia è riuscito a sfruttare tale ambiente, utilizzando il proprio ingegno e la propria capacità di adattamento.

Tutto è iniziato con l'approfondita conoscenza di quei parametri caratteristici dell'ambiente sottomarino Per tale motivo un subacqueo avanzato, deve conoscere ed approfondire quanto appreso nel corsi di primo livello, e introdotto in questo manuale.

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1.1 La pressione

La pressione (P) può essere defi nita come una forza agente su una superfi cie. La forza che più spesso interessa i subacquei è il peso. Infatti normalmente il subacqueo è sottoposto al peso dell'acqua e dell'atmosfera sovrastanti. La pressione è quindi misurata in genere in termini di peso per unità di superfi cie. La pressione (P) è per defi nizione una forza applicata perpendicolarmente su di una superfi cie unitaria ed è direttamente proporzionale alla forza (F) e inversamente proporzionale all'area (A).Dove:

• P = pressione totale• F = forza• A = area

Da questo concetto possiamo ricavare la formula matematica:

FP = ----------

A

Tavola 2.1 - Applicazione della stessa forza rispetto a due diverse superfi ci

Il concetto di pressione è univoco ed indipendente dalle unità di misura adottate, perché, infatti noi possiamo quantifi care la pressione (sulla base delle varie forme di identifi cazione di forza applicata e di superfi cie unitaria) in vari modi, di cui si indicano solo alcuni esempi:

Kg/cm² Kilogrammi per centimetro quadrato mca metri di colonna d'acqua

Torr millimetri di mercurio bar unità barometriche

psi Pounds Square Inch - libbre per pollice quadrato

Pascal Newton/m²

ata Atmosfere assolute in relazione alla pressione atmosferica media terrestre al livello del mare che è pari ad 1 Kg su 1 cm2

È intuitivo che una ben determinata pressione ha valori numerici diversi, in funzione del sistema adottato.Per misurarla utilizziamo spesso come unità di misura l'atmosfera assoluta (ata): come è noto 1 ata equivale, in accordo con la defi nizione di pressione, alla forza del peso di 1.013 Kg su di una superfi cie di 1 cm2.

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FATTORI DI CONVERSIONE

ata bar msw KPa PSI fsw mmHg

1 1.01325 10.33 101.325 14,696 33,9 760

2 2.02650 20.66 202.650 29.392 67.8 1520

3 3.03975 30.99 303.975 44.088 101.7 2280

4 4.05300 41.32 405.300 58.784 135.6 3040

5 5.03325 51.65 506.625 73.480 169.5 3800

Tavola 3.2 - Fattori e leggi di conversione

RELAZIONI TRA GRANDEZZE1 msw 0.0967 ata1 bar 0.9869 ata1 Kpa 0.0098 ata1 psi 0.0680 ata1 fsw 0.0294 ata1 mmHg 0.0013 ata

Tavola 3.3 - Relazioni fra le grandezze

Per completezza d'informazione ricaviamo le relazioni per convertire legrandezze msw - fsw (meters of salt water - feet of salt water):

COVERSIONE DELLE GRANDEZZEmsw - fsw fsw - msw

msw = 0.305 x fsw fsw = 3.256 x mswata - msw msw - ata

ata = (msw:10) + 1 msw = (ata x 10) - 10ata - fsw fsw - ata

ata = (fsw : 33) + 1 fsw = (ata x 33) - 33Tavola 3.4 - Conversioni delle grandezze

Alcune unità di misura della pressione hanno tra di esse valori poco differenti per cui, per i nostri scopi pratici e per rendere più facile l'argomento, possono considerarsi equivalenti.Parleremo quindi indifferentemente di atmosfere, bar o kg/cm² (le più consuete), indicando, ad esempio, con un unico valore numerico la pressione di carica delle bombole o la pressione esistente a 30 m di profondità.

Adesso che ne conosciamo il signifi cato, possiamo distinguere la pressione in vari modi:

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Pressione atmosferica

La massa d'Aria che circonda la terra raggiunge con gli strati più alti e rarefatti approssimativamente 20.000 metri.Tale massa ha un proprio peso che a livello del mare è circa di 1 kg per cm2.Per convenzione questo valore è stato considerato pari a 1 atmosfera (atm).

Pressione idrostaticaLa Pressione idrostatica è la pressione esercitata da un fl uido in quiete su ogni superfi cie a contatto con esso e dipende unicamente dalla densità del fl uido e dall'affondamento dell'oggetto di riferimento rispetto alla superfi cie (cioè dalla profondità), ed essendo l'acqua incomprimibile, a differenza dell'Aria, il suo aumento sarà costante ed è pari a 1 atm ogni 10 m.Nel caso dell'acqua, il diverso grado di salinità infl uisce sulla sua densità e quindi sulla Pressione idrostatica, ma tale differenza è di circa il 2.5% e generalmente si considera trascurabile.

L'acqua dolce a 4°C ha una densità pari a 1,00 Kg/dm3 mentre l'acqua salata alla medesima temperatura ha una densità di circa 1,025 Kg/dm3

Pressione assolutaLa Pressione Assoluta è la Pressione totale che grava sul corpo di ognisubacqueo ed è il risultato della somma fra la Pressione Atmosferica ela Pressione Idrostatica.

PRESSIONE ASSOLUTA

PRESSIONE ATMOSFERICA

PRESSIONE IDROSTATICA

Vi ricordate dal vostro corso di primo livello come calcolare la profondità inrelazione alla pressione e viceversa?

Convertire ata in msw:

msw = (ata -1) 10

Convertire msw in ata:

ata = (msw :1) +10

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1.2 Principi fi sici

Per descrivere il mondo fi sico abbiamo bisogno di utilizzare dei parametri particolari, detti "grandezze". Almeno le sei seguenti sono usate dai subacquei; per esse daremo delle defi nizioni molto semplifi cate.

1. Lunghezza:è la distanza intercorrente fra due punti.2. Tempo: è la durata di un particolare evento od intervallo.3. Massa: è la quantità di una sostanza o più sostanze unite (corpo).4. Volume: è lo spazio occupato da un corpo.5. Forza: è una spinta od una trazione in una determinata direzione.6. Energia: è il "carburante" di ogni lavoro (azione).

Le leggi fi siche sono delle semplifi cazioni della realtà che cercano, nel modo più semplice possibile, di spiegare il legame tra le grandezze fi siche più importanti del sistema di nostro interesse. In ambito fi sico esistono anche degli enunciati chiamati principi fi sici.

Dietro ad un principio non vi è alcuna dimostrazione matematica vi è spesso un concetto frutto di ragionamento; la legge sperimentale è invece preceduta da esperimenti, calcoli e ci sono dati empirici, cioè si basa sull'esperienza.

Il principio di TorricelliLa terra è circondata da uno strato gassoso chiamato atmosfera, che raggiunge uno spessore superiore ai 20.000 metri. Dato che tutti i gas hanno un peso, anche se minimo, questo strato d'aria esercita sulla superfi cie terrestre una pressione detta pressione barometrica o atmosferica, la cui unità di misura è il "bar" (1bar = 1,02 atm). Questa pressione varia al variare dello spessore dello strato gassoso ed è più alta al livello del mare, dove lo spessore è massimo e dove potremo rilevare 1 Bar, rispetto a quella misurata per esempio sulla vetta del monte Bianco. In metereologia potremo vedere indicata la pressione atmosferica anche in "mm/Hg", millimetri di mercurio (760 mm/Hg = 1 Bar.). Talvolta il "millimetro di mercurio" è chiamato "Torr" in onore dello scienziato italiano.

Per semplicità di calcolo noi consideriamo lo spessore della colonna atmosferica in 10.000 metri, tanto più che l'aria, essendo comprimibile, presenta la sua massima densità nei suoi strati inferiori dove è compressa dallo spessore totale dell'atmosfera. Le variazioni di pressione nell'atmosfera non sono costanti in quanto al variare dell'altezza varia anche la densità dell'aria, e quindi il suo peso. Poiché l'acqua è un elemento incomprimibile quando si scende in profondità, l'aumento della pressione sarà costante di 1 atmosfera, cioè di un chilogrammo per cm2, ogni 10 metri, in quanto non avremo variazioni di densità. In immersione quindi non si considera la pressione atmosferica separata da quella idrostatica, infatti nei calcoli relativi viene considerata la somma delle due pressioni detta pressione assoluta.

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Torricelli nel 1644 riempì di mercurio una provetta di vetro lunga 1 metro e della sezione di 1cm2 e la capovolse in una vasca, anch'essa piena di mercurio. Il livello del mercurio nella provetta cominciò a calare, ma si fermò quando raggiunse l'altezza di 760mm. Torricelli dedusse che il peso dell'aria che premeva sulla vaschetta (la sua pressione) fosse equivalente a quello della colonna di mercurio rimasta nella provetta. Egli defi nì quindi come peso dell'atmosfera il peso della colonna di mercurio alta 760 mm e con sezione di 1 cm2: per questo tale valore viene chiamato "atmosfera" (atm).

Principio di Pascal Partendo da osservazioni sul comportamento dei liquidi sottoposti a compressione,si giunge al Principio di Pascal e al concetto di pressione in un liquido."La pressione esercitata su un punto qualsiasi di un fl uido si trasmette in tutte le direzioni con uguale intensità".Un classico esempio di questo principio si può avere se si crea con l'aiuto di un pistone una pressione in un cilindro forato contenente acqua. La pressione provocata dal pistone viene trasmessa uniformemente dall'acqua sulle pareti del cilindro: gli zampilli che escono dai fori di uguale diametro giungono ad una identica distanza.

Blaise Pascal, scienziato, matematico e fi losofo francese (1623-1662), osservò sistematicamente il comportamento di liquidi compressi in recipienti, arrivando alla conclusione che in tutto il volume del liquido si stabilisce una pressione uniforme: sulle pareti del recipiente, tale pressione dà luogo a forze perpendicolari in ogni punto alla parete.Rapportando il principio alla attività subacquea si ha lo stesso fenomeno nel corpo umano quando la pressione dell'aria respirata da una bombola si trasmette sempre con la stessa intensità in tutte le direzioni e in tutte le cavità.

La legge fi sica basilare ai fi ni dell'attività subacquea, prima ancora di quelle che descrivono il comportamento dei gas alle diverse pressioni, è quella della non comprimibilità dei liquidi. Il corpo umano è costituito per una percentuale molto elevata da liquidi: ciò spiega perché, pure a profondità (e quindi pressioni) elevate, non venga "schiacciato" dal peso dell'acqua.

Principio di HaldaneNel 1912 John Scott Haldane, fi sico britannico,pubblicò le prime tabelle di decompressione per la Marina Militare Americana. Queste tabelle servivano per stabilire l'esatta decompressione necessaria per desaturarsi suffi cientemente al termine di una immersione. Ma come fece a calcolarle? Haldane fu chiamato a studiare delle patologie che già al tempo venivano ricondotte a problemi legati alla desaturazione dell'Azoto. Le sue ricerche gli diedero la possibilità di capire che Diversi tessuti hanno diversi tempi di saturazione se sottoposti ad Azoto in pressione.

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Haldane scoprì che l'assorbimento ed il rilascio di gas dai tessuti non procedono a velocità costante ma diminuisco con il passare del tempo. Defi nì così che ogni tessuto si satura in sei periodi e che ogni periodo satura il 50% del tessuto stesso. Haldane capì che un tessuto con un tempo di emisaturazione di 5 minuti si satura in 30 minuti. Utilizziamo quindi il Periodo come unità di misura per calcolare i tempi di saturazione e desaturazione del nostro organismo. É importante anche ricordare che il tempo che il tessuto impiega per raggiungere una saturazione pari al 50% è una caratteristica del tessuto stesso. Per semplifi cazione si defi nisce che il tempo di emisaturazione del corpo umano è di circa 120 minuti.

1 2 3 4 5 6

Emitempi di saturazione

100

90

80

70

60

50

40

30

20

10

0

Per questo diciamo che il corpo umano si satura in 12 ore.Dato che i tempi di emisaturazione valgono anche per la decompressione diciamo che il nostro corpo si desatura in 12 ore. Nota Tuttavia dagli studi di Haldane ad oggi sono stati fatti molti passi avanti. Sono stati scoperti in laboratorio tessuti con tempi di saturazione fi no a 48 ore che hanno portato ad un aggiornamento delle tabelle e degli algoritmi dei computer basati su compartimenti Haldaniani.

Rapporto 2:1Il rapporto 2:1 di cui parliamo è il famoso rapporto di Haldane, la teoria che ha permesso dapprima la formulazione delle tabelle di decompressione e poi il calcolo in tempo reale delle modalità di risalita dall'immersione tramite i moderni computers subacquei.

Haldane, osservando i casi di embolia in cui incorrevano gli operai che lavoravano per intere giornate nei cassoni subacquei, formulò l'osservazione che, poiché gli incidenti avvenivano soprattutto a quegli operai che lavoravano oltre i 10 metri di profondità, cioè a circa 2 bar di pressione e poi risalivano rapidamente in superfi cie, cioè alla pressione di circa 1 bar, il criterio da seguire per risalire da una immersione subacquea evitando incidenti embolici era mantenere il "rapporto" fra la pressione di inizio risalita e fi ne risalita inferiore a 2:1.

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Da ciò si deduce che dal punto di vista della possibilità di incorrere in una Patologia Da Decompressione, in un'immersione protratta fi no alla completa saturazione a 10 mt, seguita da una risalita diretta alla superfi cie o un'immersione protratta ad esempio fi no alla completa saturazione a 40 mt, con risalita diretta a 15 mt, si equivalgono in quanto il rapporto di Haldane è per entrambe 2:1 (5 bar : 2,5 bar = 2 bar : 1 bar); applicando questo concetto sono state ottenute le prime tabelle di decompressione.

La legge di Boyle e MariotteLa legge di Boyle e Mariotte afferma che: "A temperatura costante, il volume di una certa quantità di gas varia in modo inversamente proporzionale alla pressione a cui viene sottoposto." Tale costante è funzione (crescente) della temperatura assoluta, della natura del gas e del numero di moli. (il simbolo della grandezza quantità) La legge può essere scritta anche con la seguente notazione più completa: nella quale viene indicato che la costante varia con la temperatura e che la legge vale a temperatura costante.

La legge di Boyle - Mariotte fu enunciata per la prima volta da Robert Boyle (1627-1691) Questa legge venne riformulata in modo più preciso da Edme Mariotte (1620-1684) nel 1676, che confermando i dati di Boyle specifi cò che la legge vale soltanto se la temperatura del gas è costante.Al gas, che spontaneamente tende ad espandersi, viene applicata una forza peso che lo mantiene compresso.La legge di Boyle e Mariotte è sperimentalmente verifi cata per i gas che si comportano come un gas ideale, oppure per i gas in condizioni di pressione non troppo elevate (gas rarefatto) e temperature non troppo prossime alla temperatura di liquefazione.

La legge non è valida per i liquidi, il cui volume varia assai poco con il variare della pressione (la variazione di densità è del tutto trascurabile fi no a livelli di pressione veramente elevati). Inoltre, ad esempio nel mare, al crescere della profondità aumenta la pressione, ma la temperatura diminuisce (anziché aumentare) fi no a stabilizzarsi oltre i 100-200 metri.La legge di Boyle e Mariotte costituisce uno dei fondamenti sui quali poggia la tecnica e la tecnologia dell'immersione. Infatti il comportamento di un gas (nella fattispecie aria o miscele) è in funzione della pressione idrostatica a cui è sottoposto e le modifi cazioni del suo volume mostrano l'applicazione pratica della legge.

Questa legge spiega perché un palloncino gonfi o d'aria se venisse portato ad una profondità di 10 metri (2 ATA di pressione ambiente) lo vedremmo rimpicciolire della metà del suo volume di partenza, a 20 metri (3 ATA) di un terzo, a 30 metri (4 ATA) di quarto e cosi via. Al contrario se fossimo in grado di riempire un palloncino a 10 metri di profondità, lo vedremmo raddoppiare di volume appena giunto in superfi cie.

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lo 1 profondità

DISCESA

0 m

10m

20 m

30 m

1 bar

2 bar

3 bar

4 bar

1

1/2

1/3

1/4

pressione volume volume non compensato

volume compensato

profondità

RISALITA

0 m

10m

20 m

30 m

x 4

x 2

x 1+1/3

x 1

1 bar

2 bar

3 bar

4 bar

pressione volume polmoniaperti

volume chiuso aumentodi volume

x 1

In termini matematici la legge di Boyle e Mariotte si esprime come segue:

P1 x V1 = P2 x V2 = K (costante)

Riprendiamo l'esempio del palloncino ed immaginiamo che questi avesse un volume di 10 litri in superfi cie, avremo:

1 x 10 = 2 x 5 = 3 x 3,3 = ...

ATA insuperfi cie

Volume insuperfi cie

ATA a10 metri

Volume a10 metri e cosi via

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Esempi applicativi: la carica delle bombole

Esempio 1. Si vuole calcolare il volume di gas a pressione atmosferica contenuto in una bombola da 18 litri caricata a 200 atm.

P1 = 200 atm V1 = 18 litri P2 = 1 atm V2 = ?

V2 = (P1 x V1)/P2 = (200 x 18)/1 = 3.600 litri.

Esempio2. Si vuole calcolare il massimo volume di gas trasferibile, per mezzo di una frusta di travaso, da una bombola di 40 litri (V1) caricata a 200 bar (P1 iniziale) ad una bombola di 12 litri vuota (V2).La risoluzione di questo esercizio richiede qualche passaggio in più.

P1 iniziale = 200 atm V1 = 40 litri P2 iniziale = 0 atm V2 = 12 litri P1 fi nale = P2 fi nale = ?

Le bombole messe a sistema per mezzo di una frusta di connessione hanno un volume complessivo di 52 litri, pertanto gli 8.000 (200 x 40) litri contenuti in P1 si diffonderanno in questo maggior volume disponibile e la pressione del sistema si ridurrà a circa 154 atm (8.000/52).Il volume di gas contenuto in V2 sarà di circa 1.846 litri (154 x 12).Le operazioni eseguite vengono schematizzate nella tabella seguente.

P1 x V1 = P fi nale x V sistema

200 x 40 = (154 x 12 ) + (154 x 40) = 154 x 52

Questi esercizi descrivono matematicamente l'atteggiamento mentale più comune in questo genere di operazioni: riportare il volume di un gas contenuto in una bombola a pressione ambiente.

Legge di Henry"A temperatura costante la quantità di un gas che si può sciogliere in un liquido è direttamente proporzionale alla pressione parziale del gas stesso "

Quest'enunciato è d'importanza fondamentale per capire cosa accade all'organismo in termine di saturazione e desaturazione dei gas quando si scende in profondità equipaggiati con ARA e, soprattutto, ai fi ni della sicurezza e dell'insorgere d'eventuali embolie gassose quando si risale in superfi cie.Bisogna ricordare che l'aria che si respira è composta da una miscela di gas, due dei quali partecipano agli scambi alveolari (ossigeno ed anidride carbonica); gli altri, fra cui l'Azoto (circa il 78% di tutta la miscela), sono defi niti inerti perché sono assunti ed espirati senza subire trasformazioni.

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Soltanto i gas inerti, e quindi soprattutto l'Azoto, interessano ai fi ni dell'applicazione pratica della legge di Henry.Durante la discesa l'Azoto che viene inspirato aumenta la sua pressione parziale in modo proporzionale a quell'esterna e, come dice l'enunciato, si trasferisce dai polmoni al sangue e poi in tutti i tessuti in forma liquida.

Ogni volta che un gas entra a contatto con un liquido comincia a disciogliersi in esso. Le molecole del gas sono in continuo movimento;alcune passano nel liquido, altre ritornano dal liquido al gas. Sebbene sia impossibile prevedere il

comportamento della singola molecola,il bilancio sarà mediamente nullo nelle condizioni di equilibrio,in cui la parte di gas disciolto è proporzionale alla pressione parziale del gas sovrastante il liquido. Questo è un equilibrio dinamico,ovvero le molecole passano continuamente dal liquido al gas e viceversa,la concentrazione del gas disciolto nel liquido non cambia.

Questa fase si chiama di saturazione, e varia in funzione di pressione e temperatura. Più è alta la pressione parziale del gas maggiore è la "spinta"verso il liquido,quindi più grande sarà la quantità di gas che si discioglie. Se la temperatura si abbassa questa quantità cresceDurante la risalita avviene il fenomeno inverso: l'Azoto in eccesso torna alla forma gassosa, attraversa il sistema venoso e viene eliminato attraverso la respirazione, in modo asintomatico, a condizione che vengano rispettati i giusti tempi d'ascesa e d'eventuali soste di decompressione.

le disattenzioni e le imprudenze si possono pagare a caro prezzo con l'Embolia gassosa arteriosa.Una volta usciti dall'acqua la desaturazione non sarà ancora terminata: per questo motivo una seconda immersione dovrà essere affrontata con particolari tabelle che tengano conto dell'Azoto residuo ancora presente nel nostro organismo.

Legge di DaltonLa pressione totale esercitata da una miscela di gas ideali è uguale alla somma delle pressioni parziali che sarebbero esercitate dai gas se fossero presenti da soli in un eguale volume. La pressione parziale P di un componente di una miscela di gas è la pressione che questo eserciterebbe qualora occupasse, da solo, tutto il volume a disposizione dell'intera miscela. La pressione P di una miscela di un gas può essere defi nita come la somma:

P = Pp1 + Pp2 + ... + Ppn

+ disegno

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le pressioni parziali devono essere espresse nelle stesse unità.

Ogni gas nella miscela agisce come se l'altro gas non fosse presente e pertanto le pressioni di ciascun gas possono essere semplicemente sommate. Si presume che i gas non reagiscano interagiscano mediante forze intermolecolari l'uno con l'altro. Applicando la Legge di Dalton all'aria avremo che, la sua pressione totale al livello del mare sarà 1ata.

Le Pressioni parziali (Pp) dei vari gas che la compongono saranno:

N2 79% di 1ata = 0,79 ata O2 20% di 1ata = 0,20 ataAltri 1% di 1ata = 0,01 ata

Se la stessa massa d'aria fosse sottoposta ad una pressione di 5 ata (profondità 40m.) avremo:

Pp N2 79% di 5 ata cioè 79x5:100 = 3,95 ataPp O2 20% di 5 ata cioè 20x5:100 = 1 ataPp altri 1% di 5 ata cioè 1x5:100 = 0,05 ataTotale = 5,00 ata

Legge di Charles e Guy LussacSul fi nire del 1700 lo scienziato francese Jacques Charles studiò la variazione di pressione e volume con la temperatura. La ricerca, fu proseguita da Guy Lussac.La Legge di Charles conosciuta anche come legge di Gay Lussac può essere così descritta: "A volume costante, la variazione della pressione di una massa di gas è direttamente proporzionale alla variazione della sua temperatura".

P V / T = K Dove: P = pressione V = volume T = temperatura assoluta K = costante

Questa legge ha un impatto apparentemente marginale sull'aria contenuta nelle bombole. Le bombole sono caricate a 200 bar e caricando la bombola la temperatura interna aumenta; il successivo raffreddamento provoca una diminuzione della pressione, motivo per cui le bombole vengono caricate mentre sono immerse in acqua.

È opportuno non esporre le bombole durante il trasporto a notevoli fonti di calore, per minimizzare il rischio di esplosioni. Ciononostante al momento dell'ingresso in acqua, in presenza di un forte divario fra temperatura esterna e temperatura dell'acqua, è necessario prevedere, nella pianifi cazione dell'immersione, una riduzione della pressione della bombola.

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Si noti come in una bombola (recipiente rigido, cioè a volume costante) sia possibile che, anche senza aggiungere aria, la pressione cresca.

Un aumento di temperatura corrisponde una maggiore energia cinetica delle molecole,che quindi colpiranno le pareti della bombola più spesso e con forza maggiore. Questi due fattori fi sicamente signifi cano un aumento di pressione. É molto importante quindi, ai fi ni della sicurezza,che il subacqueo conservi le bombole cariche in un luogo a temperatura non eccessiva.

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MODULO 2Fisiologia e principi del BLS-D

Panoramica

• Anatomia e Fisiologia di base• La catena della sopravvivenza • Basic Life Support - BLS • Verifi ca della Sicurezza Ambientale • Rianimazione - RCP • Posizione Laterale di Sicurezza • Ostruzione delle Vie Aeree da Corpo Estraneo• Controllo dell'emorragia esterna • Gestione dello Shock • Ulteriori informazioni. Domande di Ripasso di BLS/

Risposte corrette

Obiettivi

Al termine di questo modulo saremo in grado di:

• Eseguire una valutazione della sicurezza ambientale;• Praticare la RCP da solo a una persona che non respira;• Mettere una persona infortunata priva di coscienza nella posizione

laterale di sicurezza; • Prestare soccorso ad una persona adulta che sta soffocando; • Prestare soccorso per un'emorragia esterna; • Prestare soccorso ad una persona in stato di shock.

Questa lezione è stata sviluppata in accordo con le linee guida ERC 2010 per Basic Life Support ed è riferita a situazioni che possono verifi carsi in tutti gli ambienti in cui viviamo e non limitatamente all'ambiente subacqueo

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2.1 Anatomia e fi siologia di base

Vie Aeree - Respirazione - Circolazione L'aria contiene circa il 21% di ossigeno e circa il 79% d'Azoto. Il nostro corpo (cellule, organi, etc) ha bisogno di un apporto d'ossigeno costante per produrre energia e per sopravvivere. Il meccanismo può essere paragonato alla funzione del carburante in un'auto. Senza questo costante rifornimento (e trasporto) d'ossigeno all'organismo, gli organi e le cellule degenerano e muoiono.

A-Vie Aeree: Le vie aeree pervie (naso, bocca, faringe, laringe e trachea) assicurano che l'aria possa arrivare ai polmoni.

B - Breathing - Respirazione Ogni volta che inaliamo (inspiriamo), l'aria entra nel naso o nella bocca, poi attraverso la laringe, scende nella trachea. La trachea si divide in due bronchi, destro e sinistro; l'aria attraverso questi giunge nei polmoni, rispettivamente, destro e sinistro. I

bronchi somigliano a rami che si dividono in altri rami sempre più piccoli, i bronchioli.Al termine dei bronchioli l'aria arriva in piccole sacche chiamate alveoli. Nei polmoni ci sono circa 300 milioni di alveoli ed ogni alveolo è circondato da capillari (piccolissimi vasi sanguigni con pareti molto sottili.) L'ossigeno (dell'aria) dagli alveoli passa ai capillari attraverso queste pareti sottili. Il processo è detto diffusione. Nei capillari è presente anche anidride carbonica (CO2), prodotto di scarto del metabolismo corporeo (l'ossigeno usato ritorna ai polmoni sotto forma di CO2).

L'anidride carbonica diffonde dai capillari di nuovo agli alveoli. La diffusione dell'ossigeno al sangue è possibile solo quando la concentrazione d'ossigeno nei polmoni è superiore a quella nei capillari. La respirazione assicura che la concentrazione d'ossigeno nei polmoni resti più alta. Quando esaliamo (espiriamo), l'aria (con un'aumentata concentrazione di CO2), esce dai polmoni e viene trasportata attraverso i bronchi alla trachea, alla bocca o al naso dove lascia il corpo.

L'esofago è il condotto che porta i cibo dalla bocca allo stomaco e si trova accanto alla trachea ed alla laringe: le due aperture di esofago e trachea si trovano vicine e vengono controllate da una valvola chiamata epiglottide che blocca la laringe quando si deglutisce per tenere fuori dalla trachea solidi e liquidi.

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C- CircolazioneIl cuore pompa il sangue ossigenato (dai capillari) in circolo e lo trasporta a tutte le parti del corpo. Questa funzione è svolta dalla circolazione polmonare (da e per i polmoni) e dalla circolazione sistemica (resto del corpo). Il sangue povero di ossigeno di ritorno dalla circolazione sistemica (contenente CO2) entra nell'atrio destro, va al ventricolo destro e viene pompato verso i polmoni per lo scambio dei gas negli alveoli (circolazione polmonare). Il sangue che ritorna dai polmoni entra nell'atrio sinistro, è trasportato al ventricolo sinistro e di lì è pompato verso il resto del corpo (attraverso la circolazione sistemica). Questo sangue porterà ossigeno alle cellule fi no a quando non tornerà all'atrio destro.

Terminologia medicaAtrioCamera del cuore che dà accesso ad un'altra camera detta ventricolo.

LaringeL'organo della produzione della voce; nota anche come scatola della voce.

FaringeParte della vie aeree che connette cavità nasale e laringe.

2.2 La catena della sopravvivenza

Esistono 4 stadi che infl uenzano positivamente il tasso di sopravvivenza. Questi 4 stadi sono comunemente detti i 4 anelli della catena di sopravvivenza.

Accesso precoce al servizio medico della emergenza - sme

Il SME in Italia si identifi ca con il 118 ed in un futuro prossimo verrà gestito da una centrale operativa unifi cata nel numero 112)

Per aumentare la possibilità di sopravvivere è essenziale chiamare il SME con il personale sanitario

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Per evitare di perdere tempo è perciò importante riconoscere il problema il più presto possibile. La persona che chiama il SME deve essere calma e più chiara possibile. Riferisci a chi riceve la chiamata:

• L'esatta posizione dell'emergenza• Cos'è accaduto • Quante sono le persone infortunate • Le condizioni della o delle persone infortunate • Quale soccorso è stato prestato

Per essere certo che la persona a cui hai chiesto di chiamare gli aiuti ha effettivamente allertato il servizio d'ambulanza, chiedigli di tornare immediatamente dopo la chiamata. É bene chiedere alla persona che deve fare la chiamata di ripetere le informazioni necessarie prima che si attivi. In tal modo lo puoi correggere se è necessario e puoi essere sicuro che il messaggio sarà corretto.

Ricorda che prima chiami, prima arriva l'Advanced Life Support (ALS).In Italia chiamata anche Auto Medica.

BLS PrecoceUn BLS tempestivo aumenta molto le possibilità di sopravvivere. Durante il BLS o la RCP (Rianimazione Cardio Polmonare) cerchiamo di evitare danni agli organi vitali facendo circolare sangue ossigenato. Le compressioni toraciche sostituiscono temporaneamente la funzione del cuore, pompando "manualmente" il sangue in circolo. La respirazione assistita porta ossigeno ai

polmoni e assicura che avvenga lo scambio di gas negli alveoli. Defi brillazione precoce Nella maggioranza dei casi il motivo per cui una persona smette di respirare è un arresto cardiaco. L'arresto cardiaco è spesso provocato da "fi brillazione ventricolare - FV". Si tratta di un disturbo elettrico del cuore, che fa "tremare" il muscolo cardiaco e crea un ritmo caotico e anormale. Per l'assenza del normale impulso elettrico, il cuore non pompa più in modo effi cace. In questi casi la rianimazione cardio-polmonare non è in grado di far ripartire il cuore. Mentre la RCP può ritardare danni causati agli organi (al cervello o altri) dalla mancanza di ossigeno, soltanto un defi brillatore può resettare un cuore in arresto e pemettergli di riprendere il battito.

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É pertanto cruciale defi brillare una persona in Arresto Cardiaco Improvviso il più presto possibile (l'ideale sarebbe entro 4-5 minuti). Dopo 7-10 minuti la possibilità di sopravvivere è minima.

Advanced life support - supporto vitale avanzato BLS e defi brillazione potrebbero non far ripartire il cuore. In questi casi interventi sanitari come la gestione avanzata delle vie aeree e la somministrazione di farmaci possono aumentare il successo della rianimazione.

Se BLS e/o defi brillazione hanno successo, l'Advanced Life Support stabilizzerà l'infortunato per renderlo trasportabile all'ospedale. Ricorda: Advanced Life Support non arriverà se non viene chiamato il SME!

2.3 Basic Life Support

Che cos'è il BLS? Il BLS è un insieme di tecniche di Primo Soccorso impiegate per sostenere (o ripristinare) le funzioni vitali e comprende:

• Protezione personale • Attivazione SME • Somministrazione di cure per gli incidenti pericolosi per la vita • Ripristino o mantenimento dell'ABC

Per essere in grado di prestare soccorso per gli incidenti che minacciano la vita è fondamentale imparare queste tecniche di Primo Soccorso:

• Verifi ca della sicurezza ambientale (e protezione personale) • RCP (Cardio Pulmonary Resuscitation o Rianimazione Cardio Polmonare) • Posizione laterale di sicurezza

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• Ostruzione delle vie aeree provocata da un corpo estraneo/ Soffocamento • Emorragia esterna (grave) • Gestione dello shock

Per garantire la miglior assistenza possibile ad una persona infortunata è importante mantenere aggiornate le conoscenze e le capacità di esecuzione del Basic Life Support.

Perché il BLS?É vitale mantenere l'apporto di ossigeno ai nostri organi. I nostri organi sono riforniti di ossigeno quando: Quando questo apporto si interrompe i nostri organi soffrono e infi ne muoiono. I tessuti cerebrali ad esempio, iniziano a morire dopo 3-6 minuti senza ossigeno.

É fondamentale agire immediatamente (Basic Life Support - Rianimazione).Durante il Basic Life Support il soccorritore si occupa di ristabilire o mantenere le suddette Vie Aeree, Respirazione e Circolazione "Airway, Breathing and Circulation" comunemente dette ABC o funzioni vitali.

Quando pratichiamo la RCP o rianimazione (parte fondamentale del BLS) noi: 1 verifi chiamo lo stato di coscienza dell'infortunato; 2 apriamo o manteniamo pervie le via aeree e controlliamo se il respiro

è normale; 3 appena è stato confermato che l'infortunato non respira

normalmente, pratichiamo le compres-sioni toraciche per assumere temporaneamente la funzione del cuore e pompare in circolo il sangue;

4 pratichiamo la ventilazione artifi ciale per portare aria, quindi ossigeno, ai polmoni.

Lo scopo della rianimazione non è di far ripartire il cuore, ma di fornire un fl usso di sangue piccolo ma critico a cuore e cervello, poi di mantenere in circolo il sangue ossigenato. Infatti, nella maggior parte dei casi la RCP non fa ripartire il cuore, ma ritarda il danno ad organi vitali, come il cervello, e fa guadagnare tempo. Inoltre aumenta la possibilità di successo della defi brillazione (le compressioni toraciche sono importanti specialmente se non c'è la possibilità di applicare uno shock entro 4-5 minuti dal collasso).

l'aria che immettiamo nelle vie aeree dell'infortunato, durante la ventilazione artifi ciale, è la nostra aria espirata che contiene circa il 16% di ossigeno. Per migliorare l'ossigenazione del sangue è raccomandato di utilizzare ossigeno supplementare durante la rianimazione (previo addestramento specifi co)

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Lo scopo del BLS è di: 1 Mantenere in vita 2 Prevenire ulteriori danni 3 Eseguire il Primo Soccorso e stabilizzare l'infortunato fi no all'arrivo del SME.

Questo può avere un'infl uenza positiva sul processo di guarigione dell'infortunato.

Il BLS non è limitato alla RCP. Anche le altre tecniche di primo soccorso nella lezione BLS possono impedire che una persona vada in arresto circolatorio (e/o respiratorio) e possono salvare vite. Un corso BLS non solo addestra a rianimare un infortunato in arresto circolatorio, ma può anche prevenire l'insorgere di tale condizione. Emorragia esterna e shock, ad esempio, possono portare a gravi problemi circolatori e respiratori.

Allertare il servizio medico dell'emergenza - SMEUn aspetto spesso sottovalutato, ma non meno importante è la chiamata al SME: il SME dovrebbe essere chiamato fi n dal momento in cui hai stabilito se una persona sta respirando oppure no.

• Se sei solo dovrai attivare il SME prima di iniziare la RCP.• Se non sei solo, puoi mandare qualcuno a chiamare il SME mentre tu

cominci la RCP.

Eccezioni a questa regola sono quando l'infortunato è: un bambino, oppure una vittima di annegamento. In questi casi il soccorritore, anche se solo, deve fare un minuto di RCP prima di chiamare aiuti. In molti paesi i servizi medici d'emergenza sono raggiungibili digitando un numero d'emergenza nazionale (in Italia: SME = 118 che in futuro diventerà 112). In certi paesi é possibile che ti venga chiesto con quale tipo di sevizio d'emergenza vuoi parlare (polizia, vigili del fuoco, servizi medici d'emergenza).

Quando chiama il SME, la persona deve essere calma e dichiarare chiaramente:

1 il proprio nome 2 cos'è accaduto, di quale emergenza si tratta e quali sono le condizioni

dell'infortunato 3 quante persone sono coinvolte 4 quale primo soccorso è stato fornito 5 la posizione esatta dove si è verifi cata l'emergenza

Se sei il soccorritore in uno scenario d'incidente, devi dare istruzioni chiare ad uno degli astanti sulla chiamata che deve fare al SME e devi chiedergli di ritornare subito dopo. In questo modo hai un'idea chiara su quanto tempo passerà prima che giunga l'ambulanza e sei sicuro che il SME è stato attivato. Fai ripetere alla persona incaricata le informazioni che gli hai dato, così avrai la certezza che saranno riferite in modo corretto.

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Stress emotivo e paura di fare la cosa sbagliata… Aiutare chi ha bisogno ti fa sentire bene, ma può anche creare stress emotivo prima, durante e dopo il salvataggio. Quando una persona è vittima di un incidente o di un arresto cardiaco improvviso può capitare che gli astanti stiano ad aspettare fi nché qualcun altro si decide e pratica il primo soccorso. L'esitazione ad assumere l'iniziativa e ad iniziare BLS spesso è dovuta a:

1 paura di non essere in grado di fornire la miglior assistenza possibile,2 paura di commettere uno sbaglio, provocare un danno o di non

essere capaci di riportare la vita 3 paura di subire un'azione legale 4 paura d'infezione (nella prossima sezione imparerai come evitare

un'infezione)

Essere in uno stato d'ansia è normale quando si pratica il primo soccorso. Sia il soccorritore che l'infortunato si trovano in una situazione stressante. Il soccorritore potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di non fornire assistenza, per non assumersi il rischio di commettere errori o di non essere capace di dare un'assistenza perfetta.

Tuttavia è accettabile non prestare un'assistenza "perfetta". Un piccolo errore diffi cilmente provocherà danni o peggiorerà le condizioni dell'infortunato. Fare un piccolo errore mentre si dà assistenza è assai preferibile che non fare assolutamente nulla. Ricorda che se il soccorritore non fa nulla, sicuramente la condizione dell'infortunato non cambia o peggiora. Una persona in arresto circolatorio (senza segni di respirazione) è nella peggiore delle condizioni possibili. Praticando la RCP è impossibile peggiorarle, perciò la paura di causare un danno è priva di consistenza o eccessiva. Dopo aver seguito questa lezione ed aver eseguito tutte le manovre che il tuo istruttore ti ha insegnato puoi essere certo di saper praticare BLS in modo appropriato ed effi cace, e se ti capita di prestare cure sarai sorpreso di come le capacità necessarie per il primo soccorso ti torneranno in mente in modo chiaro. Per mantenere questo livello di competenza si richiede di rinfrescare le tue conoscenze seguendo un corso BLS di ripasso almeno ogni due anni. Il soccorritore potrebbe avere un battito cardiaco accelerato ed essere molto emozionato mentre pratica il primo soccorso. Questa è una reazione naturale del corpo umano (adrenalina) che effettivamente ci è d'aiuto nel momento di agire e di prestare il primo soccorso. Dopo aver dato assistenza e quando il soccorritore si rilassa, ad esempio camminando un pò, sentirà il suo cuore tornare alla normalità e calmarsi. É tuttavia importante che il soccorritore non mostri la propria ansietà, cosa che renderebbe l'infortunato ancor più nervoso e stressato. Le persone infortunate possono reagire in un modo molto strano, che va dalla rabbia alla violenza. Un soccorritore deve cercare di restare più calmo possibile e parlare alla persona infortunata, informandola su cosa sta facendo e tranquillizzandola.

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Anche un salvataggio fallito può creare un grave stress emotivo al soccorritore. Egli potrebbe biasimare se stesso per non aver "salvato" (riportato) una vita o per aver commesso qualche errore. É consigliabile parlare al soccorritore dopo il salvataggio allo scopo di dargli un supporto mentale e assicurargli di aver fatto tutto il possibile. Soccorritori che presentano gravi problemi emotivi dopo aver praticato il primo soccorso possono aver bisogno di un aiuto professionale.

Un salvataggio non riuscito signifi ca che una persona morta (priva di segni di vita) non ritorna alla vita e NON che il soccorritore ha fatto qualche errore provocandone la morte.

Riportare la vita è al di sopra delle possibilità di ogni soccorritore.

Affermare che la RCP salva le vite o che quando si fa la RCP correttamente salverai una vita, effettivamente dà un'impressione sbagliata e non è del tutto vero. Questo farà sentire peggio un soccorritore dopo un salvataggio fallito.

Ricorda che nella maggior parte dei casi il cuore non riparte quando pratichi la RCP, anche se in modo perfetto.

La RCP aumenta le probabilità di sopravvivere, ma non c'è alcuna garanzia.

La RCP, come parte del "BLS precoce", è soltanto un anello della catena di sopravvivenza.

Aspetti legali Obbligo di assistenza L'obbligo di assistenza sussiste quando una data persona ha delle responsabilità verso qualcun altro. Ad esempio un centro sportivo (come un dive center) assume l'obbligo di assistenza nei confronti dei suoi clienti (ad esempio subacquei), dal momento che essi pagano il centro per avere un servizio (o per immergersi). Il centro deve essere preparato a fornire il primo soccorso (l'assistenza) relativamente alle attività offerte.

Ciò vale anche per gli Istruttori (come gli Istruttori sportivi) dai quali ci si aspetta che siano in grado di dare assistenza ai propri studenti. Nella maggior parte dei paesi non esiste alcuna legge che dice ad un soccorritore, che non ha obbligo di assistenza, di prestare il primo soccorso. Tuttavia la legge potrebbe imporre al cittadino di dare assistenza. Quando un soccorritore senza obbligo di assistenza pratica il primo soccorso, egli non deve cercare di farlo superando il proprio livello di addestramento. Se lo facesse potrebbe essere considerato responsabile per aver causato eventuali ulteriori danni all'infortunato. Per evitare problemi legali si consiglia di domandare all'infortunato il suo permesso prima di fornire il primo soccorso. Puoi farlo dicendo: "Mi chiamo….. e sono un Soccorritore addestrato al Primo Soccorso. Posso aiutarti?" Se l'infortunato è cosciente, dovrebbe accordare il permesso prima che venga fornita assistenza.

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Quando non viene chiesto il permesso o l'assistenza è data contro il suo volere, la persona infortunata può intraprendere azioni legali per assistenza non voluta o aggressione. Se l'infortunato non è cosciente la legge dà per scontato il rilascio del permesso.

BLS - linee guida Le linee guida per il BLS sono stabilite da un comitato medico scientifi co internazionale chiamato "The International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR)".

Questo comitato esiste in forma di organizzazioni nazionali di esperti come lo Australian Resuscitation Committee (ARC), l'American Heart Association (AHA) e il European Resuscitation Council (ERC).

Anche se ILCOR pubblica le linee guida internazionali per BLS, le organizzazioni regionali hanno la responsabilità di scrivere le proprie linee guida locali. É quindi possibile riscontrare piccole differenze locali. Questa Lezione rispetta le linee guida ERC del 2010. Le linee guida inoltre, col tempo possono cambiare e può succedere che libri più vecchi facciano riferimento a Standard differenti o anteriori.

2.4 Verifi ca della sicurezza ambientale

PericoliUn soccorritore non sarà in grado di praticare il primo soccorso se egli stesso è infortunato. Di conseguenza la sicurezza del soccorritore viene per prima. Prima di fornire BLS è importante valutare l'ambiente dove si è verifi cato l'incidente ed eliminare eventuali pericoli presenti

Tra i pericoli possiamo elencare:

1 Fuoco 2 Elettricità o gas 3 Traffi co 4 Sostanze chimiche 5 Animali (ad esempio i tentacoli di una medusa)

Trasmissione d'infezione Anche se minimo, il rischio d'infezione durante il primo soccorso è sempre presente; è necessario minimizzare il rischio di trasmissione di virus come quelli di epatite, tubercolosi e il virus da immunodefi cienza acquisita (HIV), più noto come AIDS.

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Per queste ragioni sicurezza del soccorritore signifi ca anche protezione contro sangue, vomito o altri liquidi corporei. Per proteggere te stesso contro la trasmissione di queste infezioni devi:

1 impiegare guanti "usa e getta" (evita il contatto con oggetti taglienti) 2 usare barriere per la rianimazione come la maschera oronasale

(Pocket mask) o uno schermo per il viso 3 proteggere gli occhi 4 evitare il contatto con siringhe 5 lavarti le mani dopo aver praticato il primo soccorso (più di una

semplice Se il soccorritore dovesse entrare in contatto con fl uidi corporei dell'infortunato, si raccomanda di farlo visitare da un medico.

La decisione se impiegare o meno queste precauzioni universali sta al soccorritore e può essere infl uenzata da vari fattori: chi è la persona cui si presta il primo soccorso (ad esempio un fi glio oppure un perfetto sconosciuto) e la disponibilità di barriere. Si consiglia di tenere sempre barriere protettive in ogni kit di primo soccorso e perfi no in auto.

Una maschera facciale piccola come un portachiavi può essere di importanza incalcolabile durante la RCP

Non avere fretta quando ti avvicini alla scena di un incidente. Prenditi il tempo di pensare e verifi care l'ambiente per garantire la tua sicurezza come soccorritore. Si raccomanda di procurarsi il kit di primo soccorso prima di dare assistenza se non ci

sono guanti o altre barriere immediatamente disponibili.

Questo specialmente quando ci si attende di venire in contatto con sangue o altri fl uidi del corpo.

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Suggerimento: Prima di indossare i guanti, soffi a aria all'interno e chiudi l'apertura del guanto facendone un pallone.

Se il guanto resta pieno d'aria è intatto e può essere usato senza timore di contatto diretto con sangue o liquidi corporei.

Cosa fare dopo aver prestato il primo soccorso? Tutti i materiali riutilizzabili devono essere puliti e disinfettati dopo ogni uso. I guanti che ci hanno protetto durante il primo soccorso, dopo possono essere contaminati con sangue o altri fl uidi. É importane evitare il contatto con questo sangue quando si tolgono i guanti. Prendi il primo guanto all'esterno del polso

Il guanto si rivolterà.Rimuovilo e usa la mano ancora protetta per farne una pallottola (chiudendo a pugno la mano guantata). Quando il guanto rimosso è nel palmo della mano ancora protetta, infi la un dito "non protetto" all'interno del secondo guanto (tra il polso e il guanto)e tira il guanto verso le dita come hai fatto prima

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Anche questo guanto si rivolterà con il primo all'interno del secondo evitando qualsiasi contatto con sangue o altri fl uidi presenti sui guanti stessi.

Metti i guanti in una busta per "rifi uti pericolosi" per evitare che altre persone vengano in contatto con essi. La busta può essere usata anche per altro materiale che va gettato dopo l'uso).

Barriere per ventilazione L'uso di barrire per la ventilazione viene spiegato nella seguente sessione del libro. Tuttavia è importante avere queste barriere anche durante la Verifi ca della Sicurezza Ambientale.

Esercitati alla verifi ca della sicurezza dell'ambienteRicorda l'acronimo s-a-f-e

S "Stop" Fermati Pensa Agisci A "Assess Scene" - Verifi ca l'Ambiente

- L'ambiente è sicuro? - É sicuro avvicinare la persona infortunata? - Sono presenti pericoli? - C'è qualcos'altro che può costituire un rischio per il soccorritore?

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F "Find" - Trova il kit di primo soccorso (e se sei addestrato e ce li hai trova il kit Ossigeno ed il DAE )

I kit di primo soccorso contengono materiali fondamentali come le barriere

E "Exposure" Protezione contro l'Esposizione

- Usa barriere come guanti e barriere bocca-maschera. - Quando indossi i guanti: verifi ca che non siano danneggiati. - Quando togli i guanti:

a Prendi il primo guanto all'esterno del polso, tiralo verso le dita e rivoltalo.

b Usa la mano ancora protetta per fare una palla del guanto che hai rimosso.

c Infi la un dito "non protetto" all'interno del secondo guanto e tira il guanto verso le dita come hai fatto prima, tenendo il primo guanto all'interno del secondo.

D Metti i guanti in una busta per "rifi uti pericolosi".

2.5 Rianimazione - RCP

Rianimazione cardio polmonare (rcp) cardio pulmonary resuscitation Come abbiamo visto nella sezione generale del BLS, è estremamente importante iniziare la RCP il più presto possibile per evitare danni ai tessuti cerebrali e ad altri organi. La ragione più comune per cui una persona cessa di respirare è l'Arresto Cardiaco Improvviso -Sudden Cardiac Arrest (SCA). Il cuore ha cessato di battere inaspettatamente ed è ancora presente una quantità relativamente alta di ossigeno nei vasi sanguigni, nel cuore e nel cervello. Perciò la ventilazione è inizialmente meno importante delle compressioni toraciche.

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In caso di arresto cardiaco da asfi ssia (arresto cardiaco in seguito a soffocamento per esempio in caso di annegamento) il livello di ossigeno nel corpo è ridotto drasticamente (ipossia), rendendo più importanti le ventilazioni.

Quando l'infortunato è un bambino, i problemi cardiaci sono estremamente più rari e inoltre possiamo aspettarci un livello di ossigeno inferiore nel suo corpo.

Per questa ragione il protocollo di BLS per un bambino e in caso di annegamento è leggermente diverso. La rianimazione Cardio (da cuore) Polmonare (da polmoni) è una tecnica che consiste in compressioni cardiache e ventilazioni (respiri assistiti): Le compressioni cardiache generano un fl usso di sangue modesto ma critico al cervello e al miocardio (cuore) e aumentano la probabilità di successo della defi brillazione.

Le respirazioni assistite portano aria ai polmoni e aumentano la concentrazione di ossigeno negli alveoli, che per diffusione andrà poi ai capillari. Rapporto compressioni - ventilazioni Un modello matematico suggerisce che un rapporto di 30:2 costituisce il miglior compromesso tra fl usso di sangue e apporto di ossigeno, ma le interruzioni durante le compressioni del torace devono essere ridotte al minimo. Si deve proseguire la rianimazione fi no a quando:

• Personale qualifi cato ci sostituisce; • La persona infortunata comincia ad alzarsi: muoversi, aprire gli occhi e

respirare normalmente; • Sei esausto.

Distensione gastrica - rigurgito La distensione gastrica o rigurgito è l'espulsione del contenuto dello stomaco ed è provocata dall'aria che entra nello stomaco durante la respirazione assistita. É molto simile al vomito. Quando si vomita il contenuto dello stomaco è spinto fuori dalla contrazione dei muscoli gastrici. Nel caso della distensione gastrica non vi è attività muscolare, ma l'aumento di pressione all'interno dello stomaco spingerà fuori il suo contenuto. Il contenuto defl uirà dallo stomaco nella bocca (non in modo forzato o a scatti come nel vomito). Se c'è rigurgito il soccorritore deve girare l'infortunato di fi anco e pulire le vie aeree. Tuttavia dopo aver pulito le vie aeree, rimane il rischio che quando si fanno altre ventilazioni, parte del contenuto dello stomaco venga soffi ato nella trachea e nei polmoni. La distensione gastrica dovrebbe essere evitata in tutti i casi.

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Per evitare il rigurgito il volume delle ventilazioni dovrebbe essere mantenuto a circa 500-600 ml (6-7 ml per kg di peso corporeo). Anche ventilazioni rapide e forzate possono portare a distensione gastrica. Questo perché il muscolo che separa l'esofago dallo stomaco (sfi ntere esofageo) si apre ad una pressione sulla via aerea di 1520 cm di H2O. Quando durante le ventilazioni si soffi a troppo forte questa pressione può essere facilmente raggiunta. Inoltre questo sfi ntere nelle vittime di arresto cardiaco potrebbe non funzionare più. Per evitare la distensione gastrica devi:

• Eseguire ventilazioni artifi ciali della durata di un secondo circa con un volume d'aria suffi ciente a far alzare il torace dell'infortunato.

• Evitare ventilazioni artifi ciali troppo veloci o troppo energiche. • Aprire completamente le vie aeree. • Lasciare che il torace torni alla sua posizione normale prima di iniziare

la seconda ventilazione. • Evitare di far pressione sullo stomaco. • Controllare se lo stomaco mostra segni di sovra distensione.

Sequenza di rianimazione di un adulto - azioni del soccorritore La sequenza di rianimazione può essere divisa in tre parti principali:

• Approccio, verifi ca dello stato di coscienza • Controllo della respirazione • Inizio della RCP, se necessaria.

Approccio - verifi care lo stato di coscienza - aprire le vie aeree Una volta che il soccorritore ha stabilito che l'ambiente è sicuro, deve verifi care lo stato di coscienza. Se l'infortunato è cosciente, deve essere lasciata nella posizione in cui è stata trovata e si devono attivare il SME. Il soccorritore deve rassicurare la persona infortunata e cercare di scoprire cosa è accaduto.

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Deve presentarsi dichiarando il suo nome, dire che è addestrato al primo soccorso ed esprimere il proprio desiderio di aiutare. Dovrebbe rassicurare la persona infortunata mostrando un atteggiamento premuroso, spiegare cosa sta succedendo e dire che il soccorritore si sta occupando di lei.Il soccorritore deve anche cercare di tenere a distanza gli astanti per evitare di stressare l'infortunato ulteriormente. Vi è la possibilità che la persona infortunata sia in agitazione o preoccupata della propria condizione e di ciò che sta accadendo. Se il soccorritore la conforta, l'infortunato si sentirà più sicuro e resterà tranquillo. Se la persona infortunata non è cosciente, deve essere girata sulla schiena e la via aerea deve essere resa pervia immediatamente.

Quando le vie aeree sono chiuse, non solo è impossibile controllare il respiro, ma l'infortunato non sarà nemmeno in grado di respirare. Più avanti in questa lezione verrà trattata l'ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo, ma le vie aeree possono essere ostruite anche a causa della lingua. É possibile che la lingua cada all'indietro e blocchi il passaggio dell'aria quando l'infortunato ha un livello di responsività basso.

La manovra di apertura della via aerea si fa usando la tecnica "piega il capo e solleva il mento.

É una tecnica facile da imparare, descritta nelle pagine seguenti. In alcuni casi può essere suffi ciente aprire e mantenere pervie le vie aeree fi no all'arrivo del SME (se c'è respiro).

Verifi care la respirazione Quando le vie aeree sono pervie, il soccorritore deve controllare la respirazione: guardare se il torace si muove, ascoltare se suoni respiratori escono dalla bocca dell'infortunato e sentire se c'è movimento d'aria avvicinando la propria guancia od orecchio.

Si deve fare tutto ciò mantenendo aperte le vie aeree e per non più di 10 secondi.

Se si adoperano i tre verbi guardare - ascoltare - sentire, si può adoperare l'acronimo g.a.s., che è molto conosciuto in italia.

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Se la respirazione è normale, l'infortunato deve essere messo nella posizione laterale di sicurezza per assicurare sempre l'apertura delle vie aeree e si deve chiamare il SME immediatamente. Il soccorritore deve controllare continuamente la respirazione e deve agire di conseguenza.

nei primi minuti dopo un arresto cardiaco può respirare debolmente o fare rantoli rumorosi che non devono assolutamente essere confusi con una respirazione normale.Se non sei sicuro che il respiro sia normale agisci come se non lo fosse.

Iniziare la RCP - sostenere la circolazione Quando non è presente una normale respirazione si devono allertare immediatamente il SME (informando che non c'è respirazione normale) e il soccorritore deve iniziare le compressioni del torace, ponendo le mani con le dita intrecciate al centro del torace. Le linee guida attuali di RCP richiedono che siano eseguite 30 compressioni ad una velocità di almeno100 al minuto (senza superare le 120 al minuto).

Ciò signifi ca che ad una velocità di 100 al minuto, devono essere eseguite 30 compressioni in 18 secondi (poco meno di 2 al secondo). Ad una velocità di 100 al minuto, senza superare le 120, questo signifi ca 15-18 secondi. La profondità della compressione deve essere di almeno 5 cm ( senza superare i 6 cm ) ed è importante rilasciare la pressione sul torace tra una compressione e l'altra, senza perdere il contatto tra le mani e il torace (allo sterno). L'esatta posizione delle mani è descritta in dettaglio alla pagina delle prove pratiche

Ad ogni compressione il sangue è spinto fuori dalla parte sinistra del cuore e da qui attraverso il corpo.

Allo stesso tempo il sangue deossigenato viene pompato dalla parte destra del cuore verso i polmoni, all'interno dei quali prenderà ossigeno dagli alveoli. Rilasciando la pressione sul torace, il sangue defl uisce

all'interno della parte destra del cuore e il sangue ossigenato ritorna dai polmoni alla parte sinistra del cuore. Quando le compressioni sono troppo ravvicinate, il cuore non ha il tempo di riempirsi e di conseguenza le compressioni non mandano in circolo abbastanza sangue, risultando ineffi caci. Se le compressioni sono troppo lente, il sangue si muove troppo lentamente, la pressione resta bassa, la circolazione ineffi cace. Quando le compressioni non sono abbastanza profonde la quantità di sangue spinto fuori dal cuore è minima e inadeguata a sostenere la circolazione. Immediatamente dopo queste 30 compressioni, il soccorritore deve eseguire due ventilazioni effi caci.

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Si devono aprire di nuovo le vie aeree, ponendo le labbra intorno alla bocca dell'infortunato tenendo chiuso il suo naso. Il soccorritore deve soffi are aria dai polmoni nella bocca dell'infortunato. Se il naso non fosse chiuso, l'aria esalata dal soccorritore uscirebbe dal naso dell'infortunato. É importante soffi are in modo costante mentre si osserva il torace alzarsi. Questo deve durare circa un secondo.

Quando il torace è tornato alla sua posizione, si può fare la seconda ventilazione. Le due ventilazioni non dovrebbero durare più di 5 secondi in tutto.

Quando si pratica la respirazione assistita, l'aria espirata dal soccorritore (con il 16% di ossigeno) va ai polmoni dell'infortunato. Se la concentrazione d'ossigeno nei polmoni (alveoli) è suffi cientemente alta, l'ossigeno

si diffonde ai capillari e il sangue diventa ossigenato. Ovviamente, durante questo processo e poiché l'infortunato non respira, la concentrazione d'ossigeno nei polmoni diminuisce. Se la concentrazione si abbassa troppo la diffusione cessa.

Rimuovi dalla bocca tutte le protesi mobili. Nel caso di presenza di dentiera che non si muove lasciarla al suo posto nella bocca.

Se viene ripristinato il ritmo cardiaco sospendere le compressioni. Ulteriori compressioni non aumentano la possibilità di provocare un altro arresto cardiaco

Nel caso il soccorritore non sia addestrato o abbia timore a ventilare bocca a bocca per timore di trasmissione di malattie, può limitarsi alle sole compressioni al la velocità di 100 al minuto (massimo 120)

Per evitarlo dobbiamo fare altre ventilazioni. Tuttavia, in condizioni normali i respiri sono circa 12 - 20 al minuto (a seconda dell'età e dell'attività) e durante la rianimazione scendono a circa 5 al minuto. La quantità d'ossigeno inferiore nell'aria inspirata (16% anziché 21%) e lo scarso numero di ventilazioni mantengono la concentrazione d'ossigeno nei polmoni relativamente bassa. Aumentando la concentrazione d'ossigeno durante le ventilazioni, una maggior quantità di questo gas si diffonderà ai capillari e l'ossigenazione risulterà migliore. La concentrazione d'ossigeno può essere incrementata usando un dispositivo che fornisca ossigeno supplementare. Molti bambini non ricevono la rianimazione perché i potenziali soccorritori temono di far loro del male. Questa paura è infondata; è molto meglio usare la sequenza di rianimazione di un adulto per rianimare un bambino piuttosto che non fare nulla.

D'altra parte vanno comunque rispettate le seguenti modifi che al trattamento normale:

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• Se il bambino non respira normalmente, attuate 5 respirazioni bocca a bocca iniziali (di durata da 1 secondo a 1 secondo e mezzo, quanto basta per fare sollevare il petto)

• Poi, controllate i segni di vita per non più di 10 secondi • Se i segni di vita continuano, continuate con la respirazione di

soccorso • Se non vi sono segni di vita, cominciate con le compressioni del petto: • Comprimete il petto di approssimativamente un terzo della sua profondità;

usate le punte di 2 dita per un neonato di meno di un anno; utilizzate una mano o due mani per un bambino di più di 1 anno a seconda di quanto è necessario per ottenere un livello adeguato di compressione (4 cm per i neonati -5 cm per i bambini di oltre 1 anno di età)

• Se il soccorritore è solo, dovrà fare la RCP per approssimativamente 1 minuto prima di chiamare aiuto, a meno che non abbia assistito ad un collasso improvviso (in questo caso va cercata assistenza immediatamente)

L'uso di schermi facciali e maschere per rianimazione Quando si esegue la ventilazione artifi ciale si consiglia di usare una maschera per rianimazione o uno schermo per il viso come protezione.

Gli schermi sono facili da usare e sono disponibili come portachiavi. La tecnica

della ventilazione artifi ciale è la stessa tecnica della ventilazione "bocca a bocca". Gli schermi per il viso sono disponibili con o senza un fi ltro protettivo. Anche se entrambi i tipi danno solo una protezione di base, è meglio usare uno schermo con il fi ltro. Usando la maschera per rianimazione, si deve impiegare un'altra tecnica (descritta più avanti ).

Una maschera per rianimazione è una protezione migliore rispetto ad uno schermo per il viso, ma è anche molto più grande e meno comoda da portare in tasca. Può essere però tenuta in un kit di primo soccorso, nello zaino o in auto. La maschera per rianimazione è chiamata anche Pocket Mask (il nome commerciale), anche se è leggermente troppo grande per essere messa nella tasca dei pantaloni.

L'impiego dell'ossigeno durante la rianimazione Quando si è addestrati, e quando è disponibile, si raccomanda di fornire ossigeno durante la rianimazione. Questo può essere ottenuto usando una maschera per rianimazione con una valvola d'entrata per l'ossigeno o attrezzature ancor più avanzate come un pallone auto espandibile

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(es. Ambu™) o un ventilatore azionato manualmente ad ossigeno (es. MTV100). Quando si è connessi ad una fonte di ossigeno, la concentrazione d'ossigeno inspirato può aumentare dal 16% al 50%, usando una maschera per rianimazione oronasale, e fi no al 97-100%, usando il Pallone Ambu™ o MTV-100.

La maschera per rianimazione deve avere un beccuccio per connettersi all'ossigeno. Questo beccuccio ha una valvola di non ritorno o può essere chiuso con un piccolo rubinetto, attaccato al beccuccio nel caso in cui la maschera sia usata senza ossigeno supplementare. La maschera viene poi collegata all'ugello di fl usso costante di un erogatore di ossigeno con un tubo di plastica trasparente.

L'impiego dell'ossigeno è molto importante per le vittime di semiannegamento e negli incidenti subacquei, quando il maggior problema è l'ipossia. L'ossigeno dovrebbe essere presente in ogni piscina e in ogni sito d'immersione. I soccorritori"occasionali sono incoraggiati a seguire ulteriori lezioni specifi che per poter essere in grado di somministrare ossigeno e di rianimare con ossigeno.

Esercitati alla BLS1. Assicuratevi che voi, la persona infortunata e le persone presenti sul

posto siate in sicurezza

2. Verifi cate se la persona infortunata è cosciente - Dichiarate il vostro nome, il vostro addestramento ed il desiderio di

aiutare. - Chiedete il permesso di aiutare. - Scuotete gentilmente le spalle della persona infortunata e chiedete a

voce alta: "Stai bene?"

3a. Se l'infortunato risponde: - Lasciatelo nella posizione in cui lo avete trovato e fate in modo che non subisca ulteriori danni. - Cercate di capire cosa c'è che non va e, se necessario, chiedete aiuto. - Ricontrollate l'infortunato regolarmente.

3b. Se non risponde: - Chiedete aiuto.

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- Girate la persona infortunata sulla schiena, aprite le vie aeree utilizzando il metodo del piegamento della testa e del sollevamento del mento:

• Ponete una mano sulla fronte del subacqueo infortunato e reclinategli delicatamente la testa all'indietro.

• Poggiando la punta delle dita sotto il mento della persona infortunata sollevategli il mento per aprire le vie aeree .

4. Mantenendo le vie aeree aperte, osservate, ascoltate e sentite se respira.

- Osservate il movimento del torace. - Ascoltate i rumori respiratori dalla bocca della persona infortunata. - Sentite il contatto dell'aria espirata con la vostra guancia. - Stabilite se la respirazione è normale, non normale o assente.

Nei primi minuti a seguito di un arresto cardiaco, la persona infortunata potrebbe respirare a mala pena o emettere sporadici rantoli rumorosi. Guardate, ascoltate e sentite per non più di 10 secondi e stabilite se la persona infortunata sta respirando normalmente.Se avete qualche dubbio se la respirazione sia normale agite come se non fosse normale.

5a. Se respira normalmente: - Sistematelo nella posizione di ricovero. - andate o mandate qualcuno a chiedere aiuto/chiamate un'ambulanza

- Controllate costantemente la respirazione.

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5b. Se la respirazione non è normaleo assente: - Mandate qualcuno a chiedere aiuto e a cercare e portare un DAE

se disponibile; o, se siete soli, usate il vostro telefono cellulare per avvertire l'ambulanza, lasciate la persona infortunata quando non c'è nessun'altra opzione.

- cominciate le compressioni toraciche come segue: • Inginocchiatevi al lato destro della persona infortunata; • Ponete il palmo di una mano nel centro del torace (che si trova nella metà inferiore dello sterno della persona); • Ponete il palmo dell'altra mano sulla prima: • Incrociate le dita delle mani e assicuratevi che la pressione non sia

applicata sulle costole della persona infortunata. Tenete le braccia dritte. Non fate pressione sulla parte superiore dell'addome o sulla estremità inferiore dello sterno;

• Posizionatevi verticalmente sopra il torace e comprimete il torace di almeno 5 cm (ma non superiore a 6 cm);

• Dopo ciascuna compressione, rilasciate del tutto la pressione sul torace senza staccare il contatto tra le mani e lo sterno; ripetete ad una velocità di almeno 100 compressioni al minuto (ma non superate le 120 al minuto);

• La compressione ed il rilasciamento dovrebbero durare lo stesso lasso di tempo.

6a. Alternate compressioni toraciche a ventilazioni. • Dopo 30 compressioni aprite di nuovo le vie aeree utilizzando il

metodo del piegamento della testa e del sollevamento del mento. • Utilizzate una maschera di rianimazione oronasale o chiudete le

narici usando l'indice ed il pollice della mano che tenete sulla fronte.

Advanced S

- Permettete alla bocca di aprirsi, ma mantenete il mento sollevato. - Fate un'inspirazione normale e posizionate le labbra sul beccuccio della maschera di rianimazione oronasale, o sulle sue labbra, assicurandovi che vi sia una buona tenuta.

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- Soffi ate delicatamente nella maschera / nella bocca mentre guardate che il torace si sollevi, impiegando circa 1 secondo come in una respirazione normale; questa è una respirazione assistita effi cace. - Mantenendo la testa inclinata ed il mento sollevato, allontanate la bocca della persona infortunata e guardate il torace abbassarsi mentre l'aria fuoriesce.

- Fate un'altra inspirazione normale e soffi ate nella bocca della persona(o nella maschera), per un totale di 2 effi caci respirazioni assistite. Le due ventilazioni non dovrebbero durare più di 5 secondi in tutto. Poi, senza interrompervi, riposizionate le mani nella posizione corretta sullo sterno ed eseguite altre 30 compressioni.

- Continuate la RCP con un rapporto di 30:2. - Fermatevi per ricontrollare la persona infortunata soltanto se comincia ad alzarsi: muoversi, aprire gli occhi e respirare normalmente; altrimenti non interrompete la rianimazione.

• Se il vostro primo respiro assistito non riesce a far sollevare il torace come in una respirazione normale, prima di fare un altro tentativo:

- Controllate la bocca della persona infortunata e rimuovete qualsiasi

ostruzione. - Ricontrollate che la testa sia inclinata ed il mento sollevato in

posizione adeguata. - Non tentate più di 2 respirazioni alla volta prima di tornare ad

effettuare le compressioni toraciche. • Se c'è più di un soccorritore presente, potete alternarvi nella RCP ogni

2 minuti per prevenire l'affaticamento. Assicuratevi che l'interruzione delle compressioni toraciche sia minima durante il cambio tra soccorritori.

6b. Le sole compressioni toraciche possono essere esercitate come segue:

- Se non siete addestrati, o non siete disposti a praticare ventilazioni, eseguite le sole compressioni toraciche.

- Se sono state effettuate le compressioni toraciche, queste dovrebbero essere continuate ad una velocità di almeno 100 al minuto ( ma non superate le 120 al minuto).

7. Non interrompere la rianimazione fi no a che: - Personale specializzato arrivi e prenda il controllo.

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- La persona infortunata comincia ad alzarsi: muoversi, aprire gli occhi e respirare normalmente

- Siete esausti.

Per le vittime di annegamento:• Fornite 5 respirazioni assistite iniziali prima di iniziare le compressioni

toraciche• Eseguite 1 minuto di RCP prima di andare a cercare aiuto

Esercitati all'uso di un maschera di rianmazione• Togli la maschera dalla scatola di plastica• Posizionati accanto alla testa dell'infortunato per eseguire la

ventilazione artifi ciale e le compressioni del torace • Applica la maschera sul viso dell'infortunato, usando la radice del naso

per un corretto posizionamento • Puoi usare l'elastico per tenere la maschera in posizione.• Sigilla la maschera ponendo indice e pollice della tua mano più vicina

alla parte superiore del capo dell'infortunato lungo il bordo della maschera e ponendo il pollice (oppure pollice ed indice) dell'altra mano lungo il margine inferiore della maschera

• Posiziona le altre dita della mano sopra la mano più vicina ai piedi dell'infortunato lungo il margine osseo della mandibola e sollevala con una manovra "piega la testa - solleva il mento"

• Comprimi decisamente e completamente il margine esterno della maschera per avere una tenuta totale

• Esegui le ventilazioni artifi ciali lente ed effi caci mentre guardi se il torace si alza.

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2.6 Posizione laterale di sicurezza

Posizionare una persona non cosciente e che respira nella posizione laterale di sicurezza è importante per mantenere aperte le vie aeree e per evitare che sangue e vomito ostruiscano le vie aeree (o penetrino nei polmoni).

La posizione in cui l'infortunato va posta deve essere stabile, vicina ad una vera posizione laterale, con la testa sostenuta e la via aerea aperta. Per evitare problemi respiratori non ci deve essere pressione sul torace. Se si verifi ca il vomito o c'è sangue in bocca, la forza di gravità farà defl uire i liquidi all'esterno del corpo ed essi non saranno inalati. Inoltre sarà più facile per il soccorritore vedere la presenza di sangue o vomito nella bocca. Esistono diverse piccole varianti alla posizione laterale di sicurezza. Quella descritta in questo libro è la posizione che ERC raccomanda, ma non è l'unica posizione adeguata possibile.

In generale tuttavia, i seguenti punti devono essere rispettati: Persone con lesioni a schiena o collo non devono essere poste nella posizione laterale di sicurezza. Il movimento potrebbe provocare ulteriori danni. - Una persona con lesioni al torace deve essere girata sul lato leso.

Questo perché se c'è sangue all'interno della cavità toracica, è più probabile che coinvolga solo un polmone anziché entrambi.

- Una persona con una lesione al polmone deve essere girata sul lato del polmone leso per facilitare la respirazione .

- Una donna (visibilmente) gravida dovrà essere girata sul lato sinistro

Quando una persona viene posta in posizione laterale di sicurezza devi monitorare la circolazione periferica del braccio inferiore e ridurre al minimo il tempo di pressione sul braccio.

Se l'infortunato deve essere tenuto in posizione laterale di sicurezza per più di 30 minuti deve essere girato sul lato opposto (ogni 30 minuti).

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Esercitati alla posizione laterale di sicurezza• Togli gli occhiali

• Inginocchiati accanto alla persona infortunata e assicurati che entrambi i suoi arti inferiori siano distesi.

• Posiziona il braccio più vicino a te ad angolo retto con il corpo, il gomito piegato col palmo della mano verso l'alto.

• Porta il braccio più lontano attraverso il torace e tieni il dorso della mano contro la guancia dell'infortunato più vicina a te.

• Con l'altra mano, afferra la gamba più lontana appena sopra il ginocchio, mantenendo il piede a terra.

• Tenendo la mano premuta contro la guancia, solleva la gamba per ruotare l'infortunato verso di te sul suo fi anco.

• Sistema la gamba che sta sopra in modo che anca e ginocchio siano piegate ad angolo retto.

• Piega la testa all'indietro per essere certo che le vie aeree restino aperte.

• Sistema la posizione della mano sotto la guancia, se necessario, per mantenere la testa piegata.

• Controlla regolarmente la respirazione.

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2.7 Ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo

In una persona non cosciente,l'ostruzione delle vie aeree potrebbe essere causata dalla caduta all'indietro della lingua dovuta ad un calo del tono muscolare . La manovra "piega il capo - solleva il mento", in questo caso potrà aprire le vie aeree. Nelle persone coscienti, la presenza di corpi estranei nelle vie aeree è la causa principale di blocco delle vie aeree e del soffocamento. La più comune causa di soffocamento negli adulti è l'ostruzione delle vie aeree da cibo. Nei neonati e bambini il soffocamento è per lo più provocato da cibo (come caramelle), piccoli giocattoli o monete. Questa ostruzione impedisce il normale fl usso d'aria nella trachea e può avere come risultato l'arresto respiratorio. Poiché il soffocamento di solito si verifi ca mentre si mangia, il problema può essere riconosciuto tempestivamente e può essere data assistenza fi n dalla prima fase, mentre l'infortunato è ancora cosciente. Corpi estranei possono provocare ostruzioni lievi o gravi delle vie aeree. In generale l'infortunato si afferra il collo e si alza in piedi.

É importante chiedere all'infortunato "Stai soffocando?" per distinguere tra ostruzione lieve e grave. Nel caso di Ostruzione Lieve delle vie aeree l'infortunato è in grado di rispondere, tossisce (in modo effi cace) e respira. Nella Ostruzione Grave delle vie aeree l'infortunato è incapace di parlare, ma potrebbe annuire in risposta alla tua domanda. Non sarà in grado di respirare

o avrà un respiro ansimante e può fare tentativi silenziosi di tossire (in modo ineffi cace). Può anche perdere coscienza in breve tempo. Il tipo di intervento di Primo Soccorso dipende dalla gravità dell'ostruzione della via aerea. Nel caso di un'ostruzione lieve il soccorritore deve incoraggiare l'infortunato a tossire, ma non deve fare nient'altro.

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Se l'infortunato mostra segni di ostruzione grave ed è cosciente, il soccorritore deve dare 5 colpi al dorso (colpi decisi tra le scapole, seguiti da 5 spinte addominali (manovra di Heimlich) nel caso in cui i cinque colpi al dorso non avessero eliminato l'ostruzione. Queste azioni devono essere ripetute fi no a quando l'ostruzione è risolta. Se in qualsiasi momento l'infortunato perde coscienza, il soccorritore deve iniziare la RCP.

Rimuovere materiale estraneo dalla bocca

Pulizia con le dita: Quando il materiale solido nelle vie aeree si vede, il soccorritore può anche usare le dita per rimuoverlo. L'infortunato in questo caso dovrebbe essere non cosciente e preferibilmente posizionato sul suo fi anco. Mentre una mano è impiegata per tenere aperta la mandibola, il soccorritore può usare l'indice dell'altra per esplorare l'interno della bocca dalla guancia alla

parte posteriore della bocca. L'indice deve agganciare il corpo estraneo e tirarlo fuori.

Rimuovere liquidi dalle vie aeree Anche sangue e vomito (rigurgito del contenuto dello stomaco) possono causare un'ostruzione delle vie aeree. Nella maggioranza dei casi, grazie alla forza di gravità, è suffi ciente girare l'infortunato sul fi anco mentre si tengono aperte le vie aeree per rimuovere questi fl uidi dalla bocca. É anche possibile usare uno strumento per aspirazione per rimuovere liquidi dalla parte superiore della via aerea. Tale tecnica tuttavia non è trattata in questa lezione.

Vittime di annegamento: aspirazione di acquaNelle vittime di annegamento è ragionevole supporre che ci sia stata aspirazione d'acqua. Tuttavia, nella maggioranza dei casi, questi infortunati aspirano solo una modesta quantità d'acqua, rapidamente assorbita nella circolazione centrale. Perciò non è necessario rimuovere dalle vie aeree l'acqua aspirata prima di iniziare la RCP. Il rigurgito è comune in un soggetto rianimato dopo un incidente da sommersione; questo può rendere diffi coltoso mantenere aperte e pervie le vie aeree. Ogni volta che si verifi ca rigurgito il soccorritore deve girare l'infortunato sul fi anco e liberare le vie aeree rimuovendo il materiale rigurgitato. Per far questo si può impiegare la tecnica della pulizia con le dita o dell'aspirazione.

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Esercitati nel trattamento di ostruzone delle vie aereeNel caso di un'ostruzione lieve devi incoraggiare l'infortunato di soffocamento a tossire, ma non devi fare nient'altro. Se l'infortunato mostra segni di un'ostruzione grave delle vie aeree ed è cosciente devi:

• Dare fi no a 5 colpi al dorso: - Mettiti a fi anco e leggermente dietro l'infortunato - Sostieni il suo torace con una mano e inclina l'infortunato ben in

avanti in modo tale che quando l'oggetto che ostruisce è espulso, esso fuoriesce dalla bocca anziché tornare giù nella via aerea.

- Dai fi no a 5 colpi secchi tra le scapole con l'altra mano

- Verifi ca se ogni colpo ha rimosso l'ostruzione. Lo scopo è di eliminare l'ostruzione ad ogni colpo, non necessariamente di darli tutti e cinque.

• Se i colpi al dorso falliscono, esegui fi no a 5 spinte all'addome: - Mettiti dietro all'infortunato e poni le braccia intorno alla parte

superiore del suo addome. - Inclina l'infortunato in avanti in modo che quando l'oggetto che

ostruisce è espulso, viene fuori dalla bocca. - Stringi il pugno e appoggialo tra l'ombelico e la punta inferiore dello

sterno

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- Afferra il pugno con l'altra mano e tiralo bruscamente verso l'interno e in su; l'oggetto dovrebbe essere espulso - Ripeti fi no a 5 volte.

• Se l'ostruzione non è ancora risolta, continua alternando cinque colpi sul dorso e cinque spinte all'addome.

Se l'infortunato in qualsiasi momento perde coscienza:• Sostieni l'infortunato mentre lo adagi a terra con attenzione • Attiva il SME • Inizia la RCP (compressioni del torace seguite dalla ventilazione artifi ciale)

2.8 Controllo dell'emorragia esterna

La funzione primaria del sangue è di portare ossigeno e nutrienti ai tessuti del corpo e di rimuovere i prodotti di scarto (come anidride carbonica). Il sangue è composto per il 55% di plasma (liquido) e per il 45% di cellule o particelle solide (44% globuli rossi e 1% globuli bianchi e piastrine).

Il plasma, un fl uido di color giallognolo chiaro, trasporta le cellule del sangue e le piastrine. Senza plasma il sangue non potrebbe scorrere.

I Globuli Rossi contengono Emoglobina, che conferisce al sangue il suo colore rosso. L'emoglobina è il vettore primario d'ossigeno nel corpo ed è saturata per circa il 97% d'ossigeno quando lascia i polmoni. Circa il 98,5% dell'ossigeno nel sangue è chimicamente legato all'emoglobina. Il resto è dissolto nel plasma. Questi globuli rossi trasportano anche l'anidride carbonica ai polmoni, dove essa lascia il corpo.

I Globuli Bianchi sono incolori e proteggono il corpo da virus e batteri (alcuni globuli bianchi possono formare anticorpi, i quali sono in grado di uccidere i batteri). Essi inoltre aiutano a rimuovere le cellule morte dal corpo.

Le Piastrine sono le cellule più piccole e rivestono un ruolo importante nel naturale processo di coagulazione del sangue. Durante il sanguinamento, queste piastrine creano con il coagulo un "tappo" per ridurre o fermare la perdita di sangue. Un uomo adulto ha circa 5,5 litri di sangue, a seconda del suo peso.

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Quando perde approssimativamente un litro di sangue, un adulto può andare in shock ipovolemico a causa del diminuito o basso volume di sangue (detto anche ipovolemia). Questa è una situazione che minaccia la vita e sarà discussa nella prossima sezione della lezione. Il sanguinamento grave (Emorragia) deve essere fermato per evitare l'ipovolemia.

Poiché il volume totale di sangue in un bambino è molto inferiore rispetto ad un adulto, anche sanguinamenti minori nei bambini possono portare a ipovolemia.

Quando si verifi ca una emorragia, i vasi sanguigni subiscono una costrizione per rallentare la perdita di sangue e le piastrine iniziano a costruire il coagulo allo scopo di arrestare il sanguinamento ed evitare che i batteri entrino nel circolo sanguigno dall'esterno. Per emorragie minori questo processo funziona molto bene, ma nel caso di un emorragia grave un aiuto è necessario. L' emorragia può essere interna o esterna. In questa sezione discuteremo l'emorragia esterna.

Esistono tre categorie di emorragia:

Emorragia capillare: è una emorragia facile da controllare che si verifi ca quando i capillari sono danneggiati. I capillari sono i più piccoli vasi sanguigni del corpo. L'emorragia capillare è lenta e tende a fi ltrare più che a fl uire. Di solito si ferma spontaneamente senza alcun intervento esterno. Tuttavia presta attenzione al fatto che anche emorragie minori comportano un rischio d'infezione, quindi la ferita deve essere disinfettata e coperta con una medicazione sterile.

Emorragia venosa: questa emorragia è ancora controllabile abbastanza facilmente, ma è già un pò più grave. Si verifi ca quando le vene sono danneggiate. Le vene sono vasi sanguigni che riportano il sangue al cuore. L' emorragia venosa è di colore rosso scuro e fuoriesce dalla ferita con un fl usso costante. Normalmente si ferma applicando una pressione diretta e una fasciatura.

Emorragia arteriosa: l'emorragia arteriosa è sempre grave e necessita di attenzione immediata. Si verifi ca quando un'arteria è danneggiata. Le arterie portano il sangue ossigenato dal cuore in tutto il corpo. Giacché proviene dal cuore il sangue schizza dalla ferita con una pressione relativamente alta (pompa del cuore) ed ha un colore rosso brillante. Questa emorragia è diffi cile da controllare. Il soccorritore non deve mai smettere di distinguere tra emorragia venosa e arteriosa. Entrambi i casi di emorragia esterna (grave) necessitano dello stesso tipo di primo soccorso.

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L'uso dei punti di pressione

Potrebbe essere necessario usare i punti di pressione se la pressione diretta non ferma l'emorragia. I punti di pressione del braccio si trovano all'interno dello stesso appena sopra il gomito e appena sotto l'ascella. I punti di pressione dell'arto inferiore sono dietro il ginocchio e all'inguine. Schiaccia l'arteria principale contro l'osso in queste zone, mentre con l'altra mano continui ad applicare pressione sulla ferita stessa.

Se l'emorragia non si ferma, posiziona nuovamente la mano e riprova.

Esercitati nel trattamento dell'emorragia esterna GRAVE

- Verifi ca l'ambiente e l'ABC (usa i guanti). - Se necessario chiama il SME. - Metti un tampone (una garza sterile) sopra la ferita e fai pressione

diretta (con la mano) sulla ferita.- Solleva l'estremità ferita per rallentare il fl usso di sangue.- Ferma il tampone con una benda sterile. Il tampone non si deve

essere muovere e la benda deve essere grande a suffi cienza per coprire tampone e ferita completamente.

- Il bendaggio deve essere stretto ma non impedire la circolazione. Puoi controllare la circolazione schiacciando la punta di un dito e verifi cando il rapido ritorno del colore rosato sotto l'unghia.

- Rassicura la persona infortunata e falla rimanere ferma. - Quando l'emorragia è cessata, immobilizza la ferita o l'estremità,

se è interessato un arto. Si può usare un bendaggio triangolare per limitare i movimenti.

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- Monitorizza i segni vitali, cerca di capire se intervengono segni di shock ed agisci di conseguenza.

- Se è addestrato e quando l'ossigeno è disponibile, il soccorritore può somministrare ossigeno.

Se l'emorragia persiste e fi ltra attraverso il tampone. Non rimuoverlo perché potrebbe rimuovere il coagulo che aiuta a controllare l'emorragia. É bene aggiungere altro tampone assorbente.Se l'emorragia non si arresta con la pressione diretta, usa i punti di pressione.

2.9 Gestione dello shock

Cos'è lo shock? Lo shock è una condizione che minaccia la vita causata da un apporto inadeguato di ossigeno agli organi principali. Questa riduzione dell'apporto di ossigeno è principalmente provocata da: • Sanguinamento grave: emorragia interna o esterna, o • Un'eccessiva perdita di liquidi: come nei casi di ustioni gravi oppure

vomito e/o diarrea tali da portare a disidratazione Questo tipo di shock è chiamato anche Shock Ipovolemico (da ridotto volume).

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Altri tipi di shock comprendono:

• Shock Cardiogeno: shock dovuto ad una inadeguata funzione di "pompa" del cuore. Questo può accadere dopo un attacco cardiaco, un collasso cardiaco, o altri problemi del cuore (che provocano ridotta pressione arteriosa o "cattiva" circolazione)

• Shock Settico: shock dovuto a circolazione insuffi ciente causata da infezione (come un avvelenamento del sangue)

• Shock Anafi lattico: causato da una reazione allergica grave. Può verifi carsi come reazione a punture d'api, penicillina o crostacei

• Shock Insulinico: causato da un livello molto basso di zuccheri nel sangue come può accadere nel diabete

• Shock Neurogeno: provocato da un grave danno al sistema nervoso centrale, come ad esempio dopo una lesione al capo o alla colonna vertebrale, che abbia come risultato vasodilatazione (dilatazione dei vasi sanguigni) e un calo della pressione del sangue.

A causa di una riduzione della pressione arteriosa o una riduzione del volume di fl uidi circolanti, causata ad esempio da un cattivo funzionamento del cuore o una grave perdita di sangue, si avrà un apporto inadeguato di sangue (e ossigeno) alle cellule. Come reazione, l'organismo cercherà di rifornire il cervello (molto sensibile a un ridotto apporto d'ossigeno) a scapito di tessuti muscolari, arti o pelle (meno sensibili a tale riduzione). Questo però avrà come risultato che anche altri organi o cellule (vitali) riceveranno meno ossigeno, nonostante siano anch'essi sensibili alla sua carenza (come i reni, suscettibili al danno da ridotta pressione arteriosa).A causa di questi cambiamenti nell'organismo, possono essere presenti i seguenti segni e sintomi:

• Ansietà, irrequietezza, confusione: provocate dal ridotto livello d'ossigeno nel cervello

• Respiro rapido e superfi ciale: il respiro diventa più rapido come reazione del cervello al ridotto apporto d'ossigeno

• Polso rapido e debole: poiché il cuore aumenta la circolazione d'ossigeno (sangue) per compensarne il ridotto apporto

• Pelle fredda e colorito pallido: causati da un ridotto apporto d'ossigeno a muscoli e pelle

• Pelle umida: perché i cambiamenti nell'organismo fanno sudare l'infortunato

• Sete: segno che la quantità di fl uidi circolanti non è suffi ciente • Nausea e vomito: perché intestino e stomaco ricevono meno sangue

(ossigeno) e quindi non funzionano più al meglio • Pupille dilatate. • Debolezza e (in caso di shock severo), perdita di coscienza.

Ad una persona sotto shock che manifesta desiderio di bere,non deve essere somministrato alcun liquido per bocca; ciò per evitare aspirazione di liquidi con conseguente soffocamento.

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Perché una perdita cospicua di liquidi estrema può portare allo shock? Come visto prima, l'ossigeno è trasportato dal sangue. É quindi logico che una grave perdita di sangue possa portare allo shock. Con vomito o diarrea una persona perde una grossa quantità di fl uido dal suo corpo. Questo fl uido proviene da cellule e tessuti, ma anche dai vasi sanguigni. Questo riduce il volume di sangue e, nei casi di diarrea o vomito gravi, può portare a shock. Nelle ustioni severe c'è una perdita di fl uidi a causa della pelle bruciata e a causa della quantità di fl uido che si accumula nei tessuti e sotto la pelle. Questo provoca edema (rigonfi amento dei tessuti). Il fl uido extra proviene dai vasi sanguigni, causando un calo del volume di sangue e nei casi gravi uno shock. In caso di distorsioni, contusioni o fratture avremo lo stesso fenomeno e aumenta il rischio di emorragia interna, peggiorando ancora la perdita di liquidi.

Cosa fare? Il soccorritore deve affrontare la causa fondamentale dello shock. In generale per il Primo Soccorritore questo signifi ca fermare il sanguinamento esterno (vedi sezione 8). Nel caso di shock Anafi lattico o Cardiogeno è possibile che l'infortunato abbia con sé i farmaci adatti. I soccorritori devono anche: • Accertarsi che l'ambiente sia sicuro • Verifi care i segni vitali • Attivare il SME • Mantenere pervie le vie aeree • Tenere calmo l'infortunato • Posizionare a terra l'infortunato, con gli arti inferiori leggermente

sollevati (20-25cm), a meno che lo shock non sia provocato da un problema cardiaco o una lesione alla testa1. L'elevazione degli arti inferiori aumenta la quantità di sangue che ritorna al cuore.

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• Somministrare ossigeno, se è disponibile e se si è addestrati, per compensarne il diminuito livello nell'organismo.

Le controindicazioni a questa Posizione antishock sono più numerose di quelle citate nel testo: fratture arti inferiori, fratture al bacino, traumi toracici, lesioni addominali, ecc.

• Mantenere una temperatura corporea normale, in quanto l'infortunato non sarà in grado di regolarla da sé. Coperte isotermiche o altro (ad esempio la giacca o una tuta) possono essere usati per proteggere la persona dal freddo. Il soccorritore deve anche evitare l'aumento eccessivo della temperatura nell'infortunato. Se ci si trova all'aperto l'infortunato può essere posto all'ombra. (Vedi note sull'uso di una coperta isotermica).

Non insistere a chiedere al'infortunato di sdraiarsi o mettere i piedi in alto, se non si sente comodo in quella posizione e non sollevare gli arti inferiori se ciò dovesse peggiorare un'altra lesione.

Un tipo di coperta isotermica chiamato comunemente "metallina" ha materiale rifl ettente su entrambi i lati: uno color oro per proteggere dal freddo (ipotermia) ed uno color argento per proteggere dal caldo.

le persone sotto shock devono essere ospedalizzate per ulteriori trattamenti. tuttavia, nonostante il trattamento, lo shock dovuto ad attacco cardiaco o ad avvelenamento del sangue, spesso risulta fatale.

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Esercitati nella gestione dello shock

- Accertati che l'ambiente sia sicuro - Verifi ca i segni vitali - Attiva il SME - Se presente, controlla l' emorragia esterna (grave) - Mantieni pervie le vie aeree - Conforta e rassicura la persona infortunata - Posiziona l'infortunato a terra, con gli arti inferiori leggermente elevati (20-25cm).- Somministra ossigeno . - Proteggi l'infortunato da freddo o caldo. Mantieni la temperatura corporea nella norma.

- Monitorizza il livello di reattività - Controlla e assicurati che continui a respirare - Se manifesta desiderio di bere NON SOMMINISTRARE ALCUN LIQUIDO

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2.10 Ulteriori informazioni

Muovere una persona infortunata É consigliabile lasciare la persona infortunata e cosciente nella posizione in cui è stata trovata, specialmente se è vittima di un incidente (trauma) e si sospetta una lesione alla schiena o al collo. In alcuni casi tuttavia può essere necessario che il soccorritore sposti l'infortunato per verifi care il respiro, per prestare primo soccorso o perché c'è un pericolo, come il fuoco ad esempio.

Le vittime possono essere spostate facilmente con la tecnica Rautek:• Vai con le braccia sotto le ascelle dell'infortunato, tra il braccio e il corpo • Porta una delle braccia dell'infortunato ad angolo retto di fronte al suo corpo • Metti la tua mano con le dita chiuse sopra l'avambraccio dell'infortunato, tra il gomito e il polso • Mettiti vicino all'infortunato con i tuoi piedi ai lati del suo corpo • Solleva la persona infortunata distendendo le tue gambe, mentre tieni la schiena più dritta possibile (per evitare lesioni) • Trascina l'infortunato lontano dal pericolo, riducendo al minimo la distanza percorsa

(appena fuori la zona del pericolo è suffi ciente) • Poni l'infortunato a terra stesa sulla schiena

Se la persona infortunata è seduta sarà facile applicare questa tecnica. Se giace sul pavimento prima devi:

• Girarla sulla schiena, se necessario • Inginocchiarti al suo lato, vicino alle spalle • Portare la mano destra sotto il collo dell'infortunato e afferrare la sua

ascella con le dita • Posizionare la mano sinistra nell'ascella sinistra • Portare l'infortunato in posizione seduta con movimento fl uido

sollevandola con le mani e posizionandoti appena dietro di lei

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Altre tecniche: Tirare per le braccia è un'altra tecnica che può essere impiegata per gli spostamenti d'emergenza. In questo caso puoi trascinare la persona infortunata per le braccia, mentre è ancora sul pavimento.Un'alternativa è trascinarlo per i vestiti.

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MODULO 3Immersioni di esperienza

con crediti formativi

Panoramica

• Nitrox• Immersione profonda (30/40m) • Relitti• Muta stagna

Obiettivi

Al termine di questo modulo saremo in grado di:

• Apprendere le nozioni di base per introdurre nel mondo delle immersioni di specialità;

• Fornire Crediti Formativi per acquisire le future abilitazioni; 1) Introdurre all'uso delle miscele iperossigenate 2) Introdurre all'immersione profonda -30m. 3) Estendere all'immersione profonda a -40m. 4) Introdurre all'immersione sui relitti 5) Introdurre all'uso della muta stagna

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3.1 Nitrox

La storia del NitroxIl Nitrox ha una lunga storia; il suo uso ha visto molteplici applicazioni.Tutta la comunità subacquea ha ormai compreso che diminuendo il contenuto d'Azoto, i subacquei possono estendere i limiti di non decompressione e, o ridurre il tempo necessario per la decompressione. PresenteOltre agli usi professionali ora di normale routine, in diversi paesi è presente il Nitrox sia come Associazioni Didattiche sportive sia come centri di ricarica.In Italia si è tenuto nel 1994 il primo Corso Nitrox tenuto dall'HdueO Diving Activities di Gallarate.Altre associazioni americane e nazionali stanno ora operando nel settore che appare in forte espansione e diffusione.

FuturoOltre alla maggiore diffusione dei centri di ricarica ed all'incremento dei subacquei che usano il Nitrox, il futuro è la ricerca ed ottenimento della migliore miscela per ogni immersione in ogni fase di essa (viaggio, fondo, decompressione), prodotta e mutata automaticamente da un autorespiratore che ricicli il gas.

Suddivisone dei corsi Nitrox PTAL'apprendimento delle tecniche che permetteranno di immergerti con miscele iperossigenate, è strutturato sulla base di due tipologie d'immersione.

Corso NitroxCorso di conoscenza e primo utilizzo delle miscele Nitrox con percentuali di O2 da Ean21 ad Ean40, messe a frutto all'interno della Curva di non decompressione ed entro i 40 m.Le percentuali fi sse sono: 32% chiamato Nitrox I e 36% chiamato Nitrox II; Corso DecompressionCorso d'approfondimento delle miscele Nitrox con percentuali di O2 da Ean21 ad Ean40 utilizzate in forma variabile (Best Mix) oltre la curva di non decompressione entro i 45 m.

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Caratterizza il corso la particolare attenzione alla decompressione, stadio d'apprendimento specifi co di questo programma.

Cosa è il Nitrox?La parola Nitrox è la composizione delle iniziali delle parole inglesi NITRogen (Azoto) ed OXygen (Ossigeno): identifi ca dunque una qualsiasi combinazione di Azoto (N2) ed Ossigeno (O2).

Nitrox

NITRogen OXogen

Appreso questo concetto ora possiamo comprendere che sin dalla nostra nascita abbiamo respirato, e stiamo respirando anche in questo istante una miscela Nitrox.

Aria è Nitrox L'aria è una miscela Nitrox composta da:

AriaCOLORAZIONE:

BIANCO-NERO

78%Azoto

COLORAZIONE: NERO

21%Ossigeno

COLORAZIONE: BIANCO

1%GAS RARI

GAS INERTICOLORAZIONE:

VERDE BRILLANTE

Il NOAA Nitrox I è l' originale designazione per l'Aria in cui la concentrazione di Ossigeno è aumentata al 32%, si ha quindi una miscela standard composta dal 68% di Azoto e altri gas inerti e dal 32% di Ossigeno.

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32% 68%OSSIGENOCOLORAZIONE: BIANCO

NITROX ICOLORAZIONE: BIANCO

AzotoCOLORAZIONE: NERO

Il NOAA Nitrox II è la originale designazione per l'aria in cui la concentrazione di ossigeno è aumentata al 36%. Il risultato è una miscela standard composta dal 64% di Azoto e altri gas inerti e dal 36% di Ossigeno.

36% 64%OSSIGENOCOLORAZIONE: BIANCO

NITROX IICOLORAZIONE: BIANCO

AzotoCOLORAZIONE: NERO

I vantaggi del NitroxI vantaggi del Nitrox sono principalmente attribuiti ad una caratteristica fondamentale data dalla miscela iperossigenata:Minor assorbimento di Azoto dovuto all'aumento della percentuale di Ossigeno nella miscela respirata che va ovviamente a scapito di quella dell'Azoto.

I principali vantaggi sono:

1. Prolungamento dei tempi limite di non decompressione: se pianifi chiamo un'immersione a 40 m in aria il mio limite di non

decompressione US Navy sarà 10' di cui circa 3' impiegati nella discesa e i restanti 7' realmente sul fondo.

Se pianifi co un'immersione a 40 m in Nitrox I, il mio limite di non decompressione sarà 20' di cui 3' impiegati nella discesa ed i restanti 17' realmente sul fondo.

Da quest' esempio abbiamo visto, come per questo tipo di immersione, il Nitrox I rispetto all'Aria non solo ci ha fatto aumentare il limite di non decompressione, ma, rimanendo invariato il tempo di discesa, il tempo spendibile sul fondo è più che raddoppiato.

2. Maggior durata delle immersioni ripetitive: avrai modo di effettuare numerosi esempi reali quando nel modulo

4, studierai le tabelle. Minor tempo tra immersione e volo, dovuto al minor carico d' Azoto

residuo al termine dell'immersione.

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3. Maggior sicurezza: utilizzando tabelle o computer basati su algoritmi per immersioni ad Aria,

procedura d' evidente conservatorismo per soggetti ad alto rischio di PDD.

4. Maggior sicurezza: utilizzando anche tabelle o computer Nitrox, data dal fattore

aggiuntivo di conservazione compreso nel sistema di calcolo delle tabelle od algoritmi Nitrox

5. Minor stanchezza durante e dopo L'immersione: avrai modo di notare nelle immersioni che l'effetto benefi co

dell'ossigeno si apprezza grandemente (non è dovuto al solo effetto "psicologico" ma fi sico, reale).

6. Minor sensibilità alla Narcosi: in acqua avrai modo di notare nelle immersioni che l'effetto benefi co

dell'Ossigeno si apprezza grandemente.

7. Maggior durata dell'integrità cellulare dei tessuti: eventualmente colpiti da PDD dovuta alla maggior ossigenazione dei

tessuti che contribuiscono a mantenere reattive più a lungo le cellule in pericolo di deperimento organico, rendendo i tessuti più recettivi al trattamento di emergenza ( non si vuole ignorare ne minimizzare i rischi di un immersione in quanto sono sempre presenti).

8. Riduzione di oli ed impurità: nella miscela respirata, in quanto per la ricarica Nitrox, devono

essere utilizzati compressori chiamati oil-free (senza olio).

Problematiche del NitroxL'unico svantaggio del Nitrox, ma non è cosa da poco, è legato alla caratteristica fondamentale data dalle miscele Iperossigenate: Minor assorbimento di Azoto = maggior assorbimento di OssigenoQuesto aspetto, pone un limite alla profondità massima di utilizzo, legato al problema della tossicità dell'ossigeno.

Attenzione: va precisato comunque che questo problema esiste anche con l'aria, solo che in questo caso si presenta a profondità maggiori. Éimportante perciò comprendere che il Nitrox non è una miscela da usarsi per immersioni "molto profonde."

I computer subacquei e il NitroxL'introduzione dei computer subacquei ha sicuramente contribuito allo sviluppo dello sport subacqueo. Questi computer sono veri e propri microprocessori che compiono migliaia di calcoli per immersione, quasi la maggior parte dei modelli oggi disponibili sono programmabili per le miscele EANx.

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Applicazioni del NitroxConsiderando i molteplici aspetti caratteristici dei Nitrox, elencati in precedenza, possiamo ora ben comprendere le sue varie applicazioni.L'uso del Nitrox permette di sfruttare al meglio l'immersione ricreativa, ottimizzandola in generale in considerazione della possibilità di aumentare i tempi in curva di sicurezza, diminuire i rischi di MDD e ridurre od annullare la narcosi d'Azoto.

Un impiego maggiormente "dedicato" del Nitrox verrà a benefi cio di:

• Istruttori e Guide dell'attività subacquea ricreativa• Fotografi e video operatori subacquei• Sommozzatori scientifi ci• Operazioni commerciali/industriali• Immersioni su relitti - in altitudine• Ai quali offrirà immersioni più sicure, più lunghe, ripetitive con minor

intervallo di superfi cie e gran riduzione di stanchezza.

Fisiologia dell'OssigenoL'aria, in quanto composta di due gas (Ossigeno ed Azoto), è da considerarsi una miscela e partendo da quest'assunto è interessante vedere quali sono, al variare delle percentuali d'O2 e N2 in essa, le differenze che esistono sulle problematiche d'immersione.L'Ossigeno è indispensabile per la vita, dopo essere stato assimilato, attraverso il meccanismo della respirazione, reagisce dando il via ad una serie di processi vitali fondamentali per il corpo umano.

Effetti fi siologici al variare della pO2

EFFETTI FISIOLOGICI AL VARIARE DELLA pO2

pO2 EFFETTI

0.10 Perdita di conoscenza, morte

0.12 Ipossia grave

0.16 Lievi sintomi di ipossia

0.21 Normossia, condizione ottimale

0.30 Esposizione in saturazione per periodi maggiori di 24 ore

0.40 Esposizione in saturazione per periodi minori di 24 ore

0.50 Massima esposizione in saturazione, primi sintomi Lorraine Smith

1.40 Esposizione massima per immersioni con elevato carico lavorativo

1.60 Limite massimo US Navy per immersioni lavorative

1.60 - 2.00 Probabile effetto Paul Bert causa tempi d'esposizione o affaticamento

2.00 Ossigeno puro a 2 ata in condizioni di riposo per terapia iperbarica

2.50 Livello massimo in decompressione per immersioni in saturazione

3.00 Nitrox 50 a 6 ata esposizioni brevi per terapia in camera iperbarica

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L'Ossigeno, in specifi che condizioni, può essere molto pericoloso per il subacqueo. Queste "specifi che condizioni" sono determinate dalla pressione (parziale) di questo gas.La pressione (parziale) di un gas si ottiene con estrema semplicità moltiplicando la sua frazione (percentuale) di presenza in una miscela per le atmosfere assolute (la profondità) cui tale miscela è respirata (approfondirai bene questi concetti nel modulo concernente la fi sica del Nitrox).

La condizione ottimale d'utilizzo d'Ossigeno è defi nita "Normossia" pO2 pari a 0,21 ata. Se la pO2 scende sotto a 0.21 ata il corpo inizia ad avere effetti dovuti alla mancanza d'Ossigeno, questa condizione è chiamata "Ipossia" (situazione d'insuffi cienza di Pressione di Ossigeno) o in caso "d'assenza totale anossia".

Durante la normale respirazione introduciamo il 21% di Ossigeno e restituiamo il 16% circa con il 4%circa d'Ossigeno utilizzato. Possiamo affermare che una pO2 pari a 0,16 possa essere ancora suffi ciente almeno in condizioni di riposo (la usiamo per praticare la rianimazione cardio - polmonare, mentre oltrepassare il limite superiore ti troveresti in esubero di pressione d'Ossigeno "Iperossia" (situazione d'avvelenamento da Ossigeno).

La tossicità dell'Ossigeno si presenta in due modi:

FORMA ACUTA

Forma acuta: tossicità al CNS (Central Nervous System, Sistema Nervoso Centrale) o effetto Paul Bert

FORMA POLMONARE

Forma polmonare: tossicità polmonare e del corpo o effetto Lorraine Smith

Fisica del NitroxAbbiamo appreso, durante il modulo di ripasso dei principi fi sici i concetti di: pressione - pressione atmosferica - pressione idrostatica - pressione assolutaapprendiamo ora nuovi concetti:

• frazione di un gas• pressione parziale• egge di Dalton• M.O.D.

Pressione parziale e FrazioneIn una miscela di gas la Pressione che un singolo gas esercita rispetto alla Pressione totale della miscela, è detta Pressione (Parziale) di quel gas. Ogni gas della miscela quindi esercita la sua Pressione indipendentemente dagli altri gas.

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La Pressione di ogni singolo gas è direttamente proporzionale alla sua Frazione (percentuale) di presenza nella miscela.La frazione della pressione totale provocata dalle molecole d'Azoto (più i gas inerti) è 79/100 e la frazione della pressione totale provocata dalle molecole d'Ossigeno è 21/100Se ne deduce quindi che la Pressione di un singolo gas in una miscela può essere ottenuta moltiplicando la Pressione Assoluta con la frazione del gas preso in considerazione.

(MOD)Ogni miscela iperossigenata ha quindi una profondità massima di utilizzo, dipendente dalla percentuale di ossigeno in essa contenuto.La MOD (Maximum Operative Depth) è la massima profondità d'utilizzo di una data miscela, la sua conoscenza risulta estremamente fondamentale per pianifi care con sicurezza una immersione.

Non superare mai la pO2 di 1.6 ata, rispetta sempre la MOD della miscela che respiri

Introduzione ed uso tabelle Nitrox I - II in curva di sicurezzaLe tabelle d'immersione sono usate per controllare la quantità di Azoto nel corpo e stabilire i limiti massimi di tempo e di profondità per le diverse miscele Nitrox (compresa velocità di risalita).Come sicuramente già sai, le tabelle più conosciute ed usate sono quelle della Marina Militare degli Stati Uniti d'America (US Navy); per questo motivo il National Oceanic & Atmosferic Administration (NOAA) scrisse le tabelle per miscele Nitrox utilizzando lo stesso schema ed algoritmo di partenza.Queste tabelle Nitrox lavorano su percentuali d'Ossigeno fi sse:

32 (NOAA I) e 36 (NOAA II)

Le tabelle per miscele Nitrox I - Il sono dunque assolutamente identiche per formato ed uso alle tabelle standard US Navy ad Aria.Grazie a questo sistema non è necessario imparare nessun nuovo procedimento di calcolo o d'uso, creandosi inoltre così anche la possibilità di interscambiare le suddette tabelle in immersioni ripetitive con differente miscela respiratoria.

Concetto di profondità equivalente respirando aria: calcolo dell'EADLe tabelle NOAA si basano sul concetto dell'EAD. Grazie a tale procedura di calcolo la quantità d'Azoto assorbita con qualsiasi miscela Nitrox può essere trovata sulla tradizionale tabella ad Aria mutando la profondità di riferimento.Puoi utilizzare le tabelle ad uso Aria, qualsiasi esse siano (non è obbligatorio riferirsi alle US Navy), pianifi cando la tua immersione in base alla profondità

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equivalente calcolata in precedenza (naturalmente poi dovrai continuare con quelle scelte sino a totale desaturazione). Se si preferisce usare un altro algoritmo, lo si faccia pure. Attenzione però a seguire le indicazioni di quelle tabelle (vedi velocità di risalita) ed ad aspettare la totale desaturazione prima di un eventuale cambio d'algoritmo (questa procedura non è certo nuova ed esiste anche nelle immersioni in Aria: le tabelle PADI ad esempio) non sono compatibili con le US Navy ecc. i gruppi ripetitivi e gli intervalli di superfi cie hanno valore diverso.Puoi utilizzare le tabelle ad uso Aria, qualsiasi esse siano (non è obbligatorio riferirsi alle US Navy), pianifi cando la tua immersione in base alla profondità equivalente calcolata in precedenza (naturalmente poi dovrai continuare con quelle scelte sino a totale desaturazione). Se si preferisce usare un altro algoritmo, lo si faccia pure. Attenzione però a seguire le indicazioni di quelle tabelle (vedi velocità di risalita) ed ad aspettare la totale desaturazione prima di un eventuale cambio d'algoritmo (questa procedura non è certo nuova ed esiste anche nelle immersioni in Aria: le tabelle PADI ad esempio) non sono compatibili con le US Navy ecc. i gruppi ripetitivi e gli intervalli di superfi cie hanno valore diverso.

Aspetti operativi dell'EANxGli aspetti operativi sono raggruppabili in tre sezioni:

Produzione: le attrezzature ed i sistemi con i quali è possibile, in modo sicuro (e con quali no), arrivare ad avere una miscela iperossigenata della percentuale voluta;

Analisi: le attrezzature ed i sistemi con i quali è possibile, in modo preciso e rapido, arrivare a defi nire con certezza la miscela contenuta nella bombola;

Uso: gli accorgimenti e le attrezzature necessarie per maneggiare con sicurezza i gas con particolare riferimento all'Ossigeno

Normativa in materia di gas: come deve essere usata la bombole ed il Nitrox in esso contenuto

L'Ossigeno, come abbiamo appreso è un gas vitale, lo si può considerare sia come amico sia come nemico.Durante il processo di miscelazione dei gas per immersioni subacquee, un centro di ricarica desidera di ottenere la percentuale d'Oossigeno in miscela richiesta dal cliente.Questo può essere fatto in vari modi ad esempio: miscelando Azoto puro con ossigeno puro, addizionando l'Ossigeno all'Aria, o sottraendo Azoto dall'Aria; il problema dell'utilizzo dell'Ossigeno ad alta pressione è il rischio d'incendio.

Tutto ciò che non è ossidato a contatto con l'Ossigeno ad alta pressione può bruciare, alla presenza di un innesco che ne favorisce l'accensione. Per prevenire un incendio è importante conoscere quali sono gli ingredienti

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che possono innescare una combustione: la combustione è una reazione chimica che avviene tra un combustibile ed un comburente (ossidante) e deve essere avviata da un innesco d'accensione (calore). La combustione può avvenire anche senza il fuoco (es. ruggine) ma richiede di un innesco per incominciare a svilupparsi; ad accensione avvenuta, la reazione chimica rilascia energia (calore) e questo continua a mantenere la reazione. Venendo a mancare uno degli elementi (combustibile, Ossigeno o calore) non vi può essere fuoco.La "pulitura" dei materiali a contatto con percentuali superiori al 40 di Ossigeno è molto specifi ca e non è per niente semplice, purtroppo esistono credenze e metodi di pulizia che sarebbero ridicoli se non giocassero con la sicurezza dell'individuo. Ricorda che l'attrezzatura che si trova in commercio non è pulita per l'Ossigeno se non reca esplicita dichiarazione in tal senso da parte della casa costruttrice. Convertire una normale attrezzatura per aria in attrezzatura "pulita per Ossigeno " non è sempre possibile.

Dov'è l'EANxCome dunque hai visto la produzione delle miscele EANx non è diffi cile, ma può essere pericolosa, per questo motivo dovrai affi darti alla professionalità dei centri specializzati che adottano tutte le misure di sicurezza necessarie a tal fi ne.Questi centri sono stati scelti per la loro preparazione in merito (hanno seguito corsi avanzati di miscelazione) dove potrai trovare l'ordine e la disposizione delle bombole delle varie miscele e la cortesia con la quale si accolgono richieste

dei subacquei, la disponibilità ad essere vicini a tutti con informazioni e consigli adeguati e professionali, per la possibilità di seguirti anche a livello didattico; se ritieni ti siano necessari consigli od un aiuto di qualsiasi tipo, il Training Facility PTA è il posto più adatto anche per informarti o partecipare a stage o corsi successivi più avanzati.Tieni inoltre presente che il Training Facility PTA-CMAS rispetta anche le più rigorose norme di sicurezza: Aria per ricariche tradizionali e miscele purissima; ossigeno, liquidi e comunicazioni (Vhf o telefono) sempre disponibili; assistenza DAN.Per sapere dove puoi trovare i centri specializzati in ricarica Nitrox oppure i Training Facility PTA-CMAS chiedi informazioni al tuo Istruttore PTA-CMAS oppure consulta il sito internet dove troverai sempre l'elenco aggiornato degli stessi:

http://www.pure-tech-agency.net/IT/strutture/centri/training_facility/index.html

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Analisi dell'EANxCome si analizza

Dopo che un Nitrox Diver PTA-CMAS ha, con successo, conseguito il brevetto è abilitato ad immergersi ed a noleggiare bombole con miscela Nitrox. Noleggio ed altri servizi sono ottenibili come presso i centri d'immersione che spesso coincidono con il centro di ricarica; occorre a questo punto evidenziare il rapporto di fi ducia e collaborazione che deve svilupparsi tra i due soggetti: diver-center.

Il Diver si recherà presso il centro presentando il proprio brevetto Nitrox PTA-CMAS per noleggiare o far caricare la propria bombola con la miscela desiderata; il centro dopo aver verifi cato brevetto e/o data di collaudo e dedicamento della bombola presentata procederà alla consegna o alla ricarica.Dopo le varie operazioni, il centro vi consegnerà la bombola indicandovi la percentuale d'Ossigeno presente, contemporaneamente vi richiederà (è obbligato) di effettuarne l'analisi.Il Nitrox va quindi SEMPRE analizzato personalmente prima dell'uso. Non sottovalutare l'importanza di questa apparentemente banale pratica, non devi affi dare la tua sicurezza a nessun'altra persona, anche se molto qualifi cata e di cui hai gran fi ducia.

"Non delegare quest'operazione a nessuno"

Analizzatori di ossigenoL'Ossigeno è il gas più facile d'analizzare grazie alle sue particolari proprietà. L'analisi del contenuto di una bombola Nitrox avviene utilizzando specifi ci analizzatori d'Ossigeno, sono economici e semplici da calibrare.Essi rilevano la percentuale d'Ossigeno, che è assai più semplice da testare dell'Azoto, hanno un volume ridotto, sono leggeri, e capaci di recepire fO2 con frazioni dello 0.1 %.

TaraturaIl risultato dell'analisi della vostra bombola potrà dirsi valido se prima l'analizzatore è stato correttamente calibrato. La taratura avviene utilizzando Aria come gas di riscontro.Il sensore è infl uenzato dalla temperatura e dal tasso d'umidità e dalla pressione. Ciò signifi ca che l'apparecchio va acceso alcuni minuti prima delle analisi affi nché il sensore stabilizzi la propria rilevazione in base al sempre nuovo ambiente circostante.

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Analisi del gasLa procedura d'analisi è suffi cientemente semplice da eseguire, ma deve essere fatta con estrema cura e correttezza al fi ne di ottenere un dato certo in quanto dovrai, in seguito, scegliere la tabella da usare o calibrare il computer subacqueo per pianifi care la tua immersione basandoti proprio sui dati ottenuti dall'analisi.

Procedura d'analisi

Procedure per l'analisi della miscela • Accendere qualche minuto prima l'analizzatore • Effettuare la taratura dell'analizzatore • Collegare l'analizzatore alla bombola• Aprire lentamente la valvola quanto basta per far uscire un leggero fl usso di gas• Attendete che i dati si stabilizzino• Verifi care che la miscela sia quella richiesta• Chiudere la valvola della bombola• Registrate i dati sul cartellino di identifi cazione• Compilare l'apposito registro presso il Centro di Ricarica

Come si registraUna volta analizzato correttamente il contenuto della bombola, vengono effettuate le pratiche di registrazione sia sulla bombola stessa che presso il Centro di Ricarica.

DATETANK NR. ANALYZED BY

ANALYZER (OWNER)

PRESSUREBAR ❏ PSI ❏

% O2 % N2 % He % Ar

M.O.D.m ❏ ft ❏

Cartellinoidentifi cativo della bombola

Foglio analisi delle miscele

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Normativa in materia di gas

Le bombole Nitrox sono identifi cabili tramite una particolare colorazione che può differire da Paese a Paese:• in Italia e in tutta l'Unione Europea (UE) tutte le miscele con una

percentuale di Ossigeno superiore al 21% hanno l'ogiva colorata di bianco

• nei paesi Anglosassoni sono identifi cate dai colori giallo-verde

Con Decreto 7 gennaio 1999 il Ministero dei Trasporti, ravvisando l'opportunità di uniformare le colorazioni distintive delle bombole nei Paesi CE, ha disposto l'applicazione della norma UNI EN 1089-3 che prevede un sistema di identifi cazione delle bombole con codici di colore delle ogive.Il nuovo sistema di identifi cazione è divenuto obbligatorio per le bombole nuove il 10 agosto 1999 con deroga per quelle già in uso fi no al giugno 2006.

La codifi ca dei colori secondo la nuova normativa è individuata con la lettera maiuscola "N" riportata in due posizioni diametralmente opposte sull'ogiva. La codifi ca dei colori riguarda solo l'ogiva delle bombole, in generale il corpo della bombola può essere dipinto di qualsiasi colore che non comporti il pericolo di erronee interpretazioni.

verde

rosso

blu

giallo

Per una maggiore identifi cazione della miscela potrà essere applicata su un lato della bombola la scritta NITROX seguita o sostituita dalla MOD.

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3.2 Immersione profonda

Signifi cato di profondità e programmazioneEsistono degli stadi di apprendimento, altrimenti defi niti come livelli di abilitazione chiaramente codifi cati dalle varie agenzie didattiche, verso i quali si dovrebbe sviluppare un atteggiamento rispettoso e consapevole. Il livello di abilitazione che si consegue superando il corso P2 CMAS-PTA è: 30 metri 1° livello - 40 metri 2° livello entrambi in curva di non decompressione; questo signifi ca che abbiamo davanti a noi due linee di demarcazione in qualche modo convergenti: la prima di ordine spaziale, la seconda di ordine temporale.Detto ciò è bene aver chiaro che un livello di abilitazione non è da intendersi come un limite, bensì come un momento della crescita di un subacqueo, un bagaglio di conoscenze propedeutico per conseguire successivi stadi di apprendimento.

40 metri sono già un bel risultato; avete idea quanto siano estesi 40 metri? Provate a percorrere una distanza di 40 passi piuttosto ampi e già si avrà un idea della spazio che si deve percorrere; e per ben 2 volte oltretutto! Andata e ritorno: 80 metri per l'appunto. Adesso provate a compierne 80 di passi ampi; voltatevi indietro ed osservate il punto di partenza; lontano vero! Fin qui abbiamo visualizzato la distanza che dobbiamo percorrere sul piano orizzontale; adesso guardatevi attorno e se siete in una città cercate un palazzo di almeno 13 piani (vi accorgerete che in Italia non è affatto facile trovare palazzi così alti).

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La sommità di un tale edifi cio si trova a circa 40 metri dal suolo e questa rappresenta la distanza verticale da percorrere. Forse vi risulterà più facile trovare un palazzo di 5 o 6 piani il quale però non arriva nemmeno alla metà della distanza verticale che si deve percorrere per raggiungere i fatidici 40 metri di profondità.Con l'esperienza si imparerà che la distanza percorsa in orizzontale, nelle immersioni condotte a queste profondità, il più delle volte è ben inferiore rispetto alla distanza che si deve compiere in verticale tra andate e ritorno.

Visualizzata la questione puramente "spaziale" dell'immersione affrontiamo quella più squisitamente temporale.

Abbiamo già appreso il signifi cato di "uscire fuori curva" e le implicazioni ad esso connesse. Questa eventualità è assolutamente possibile soprattutto quando, all'aumentare delle profondità e dei tempi di fondo, si percorre l'orlo della curva supportati dal nostro computer da immersione che allegramente ci dice: "tranquillo! Hai ancora un minuto prima di incorrere in obblighi decompressivi".Una visione subacquea che cattura la nostra attenzione basta da sola a farci permanere ancora quel minutino in più senza che ce ne rendiamo conto ed oplà; il nostro fi do computer inizia a snocciolarci minuti di deco. Va da sé che il controllo dei parametri di immersione diventa essenziale cosi come diventa essenziale comprendere come il limite tra l'essere in curva e fuori curva non è netto come si potrebbe pensare.

Abbiamo studiato come fattori esterni possano infl uenzare l'assorbimento e la cessione dell'Azoto (freddo, condizioni fi siche, sforzi durante l'immersione, ecc); si comprende benissimo quindi come sia meglio non fare gli acrobati appesi al fi lo del dentro-fuori curva, bensì rimanere ben centrati all'interno dei limiti oppure decidere di essere più cauti e conservativi delle indicazioni del nostro computer. Utilizzando le tabelle, generalmente, il nostro status decompressivo è più netto: dentro o fuori, purché siamo onesti e precisi nel determinare la nostra "posizione" nella tabella.

Benché l'uscire dalla curva non rappresenti un problema di per sé, per poter gestire coscientemente questa tipologia di immersioni è necessario conseguire delle abilità e delle conoscenze che sono tema di corsi successivi. Deve esser quindi chiaro che il livello di abilitazione a cui questo corso abilita non prevede di dover eseguire decompressioni. Detto ciò gestire modesti obblighi decompressivi, dell'ordine di pochi minuti, oltre ad essere piuttosto semplice rende l'immersione diversamente emozionante. Già le tabelle che si hanno a disposizione ci indicano come comportarci se ci spingiamo di poco oltre i limiti della curva di non decompressione.

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Il fattore tempoI minuti a disposizione per rimanere all'interno della curva alla profondità ad esempio di 40 metri non sono molti (ce li ricordiamo????). Se l'immersione ha un profi lo quadro il tempo massimo di un'immersione condotta alla profondità massima a cui abilita il brevetto P2 (ovvero i fatidici 40 metri) è determinato da:

discesa fondo risalita tappa disicurezza

totale in minuti

2 + 10 + 4 + 3 = 19

Si tratta di un tempo tutto sommato limitato, scandito da fasi ben distinte (discesa, fondo, risalita e tappa di sicurezza), entro il quale, se non vogliamo incorrere in obblighi decompressivi, dobbiamo starci assolutamente. Da questa semplice tabella l'osservatore attento si accorge che la sommatoria dei tempi da dedicare alle fasi di discesa, risalita e tappa di sicurezza è analoga al solo tempo di fondo; in buona sostanza soltanto metà della nostra immersione potrà essere dedicata alla pura osservazione subacquea, mentre l'altra metà sarà soprattutto destinata alla corretta esecuzione delle singole fasi nel rispetto dei parametri di immersione. In conseguenza di quanto detto sopra ci appare in tutta la sua evidenza quello che differenzia, in modo sostanziale, le immersioni novizie da quelle profonde in generale e tecniche in particolare: il tempo dedicato all'esplorazione vera e propria è inferiore, e talvolta minimale, rispetto alle fasi di avvicinamento e risalita.

Oltre una certa profondità il tempo diventa un elemento ulteriormente determinante e decisivo, ragion per cui si comprende benissimo l'assoluta necessità di programmare in anticipo lo svolgersi della nostra esplorazione proprio per aver chiaro nella mente quali sono i parametri guida dell'immersione che ci accingiamo a condurre.

In conclusione possiamo dire che la subacquea, similmente all'arrampicata, è un'attività verticale: man mano che i livelli di abilitazione aumentano, le fasi di discesa e di risalita diventano sempre più preponderanti.

Già nella subacquea avanzata il solo tempo della risalita è spesso ben maggiore del tempo trascorso sul fondo e questo la dice lunga su quanto sia decisamente essenziale la corretta gestione di questa importante fase di un'immersione.

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La gestione delle scorte di ariaUno dei rischi maggiori per il subacqueo é di ritrovarsi senza gas, è per questo motivo che il calcolo di quanto ne serve deve basarsi su dati personali, non su medie standard. Bisogna scendere con la tranquillità proveniente dalla certezza di avere una scorta d'aria suffi ciente anche per gli imprevisti e le emergenze proprie e del compagno. Con questo non bisogna arrivare a eccessi sempre negativi; il ricorso a bombole inutilmente ingombranti rende il sub meno agile.Il volume di gas deve essere adeguato al tipo di esplorazione programmata comprensiva della tappa di sicurezza di 3 minuti a 6 metri.

Devi terminare la tua immersione e riemergere una volta raggiunto il tempo di fondo e/o la scorta minima di gas programmata

Il tempo di fondo e la scorta di gas programmati devono essere considerati come dei limiti assoluti, al cui raggiungimento devi interrompere l'immersione e risalire.Per calcolare il fabbisogno devi innanzitutto conoscere con buona approssimazione il tuo consumo medio, accertabile soltanto a seguito di prove pratiche. É quindi opportuno dedicare un pò di tempo alla verifi ca della sua entità nelle diverse fasi di un'immersione, rapportandolo poi a quota zero per ricavarne il tasso di consumo in superfi cie (TCS).Al fi ne di raggiungere risultati obiettivi, non infl uenzati da particolari situazioni ambientali, sceglierai per la prova in acqua, grazie alla quale dedurre il proprio CTS, una zona priva di corrente sensibile e una profondità di assoluta tranquillità, che nello stesso tempo non faccia avvertire l'eventuale moto ondoso. Bisogna percorrere uno spazio lungo 20 metri per un tempo di 10'. Individuato il percorso e segnati sulla lavagnetta il momento della partenza e l'esatta pressione della bombola, oltre alla quota precisa, effettuerai il percorso ad andatura tranquilla. Eventualmente prevedi un percorso di andata e ritorno in modo tale da annullare gli effetti di correnti a favore o a sfavore. Il pinneggiamento sarà tale da non provocare affaticamento o eccessiva rilassatezza. Alla fi ne rileverai nuovamente il tempo e la pressione residua, per cui diventa facile accertare il consumo/minuto individuale alla profondità nota e tradurlo in litri di consumo. Sarebbe opportuno ripetere la prova anche in condizioni ambientali sfavorevoli dove viene valutamente messo in atto un piccolo sforzo in modo tale da avere un quadro ancora più esaustivo al fi ne del calcolo del consumo medio.

Tempo Tot. Pinneggiata = 10' (andata + ritorno)Consuno (bar) per Volume Bombola (lt) = Consumo (bar) Consumo (lt) 10' x Profondità Test (ata)

= Consumo reale (lt/min)

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Il consumo dipende dalla conformazione fi sica, dalla statura, dalla preparazione atletica e dall'attrezzatura utilizzata (confi gurazione ed assetto).Ottenendo, per esempio, 18 normal-litri al minuto nel pinneggiamento moderato, 23 in quello veloce e 14 durante la tappa di sicurezza, nelle successive programmazioni verranno sempre adottati questi parametri. Riferendosi al primo in condizioni normali e al secondo prevedendo di incontrare nel percorso sensibili correnti contrarie, di dover fare uno sforzo per sollevare qualcosa.

I calcoli richiedono di determinare il fabbisogno per discesa, fondo, risalita e decompressione, aumentando infi ne la somma ottenuta della percentuale riservata agli imprevisti. Questa variabile è da stimare in rapporto alle diffi coltà e alla pianifi cazione dell'immersione, ricordandoti che il tuo gas di scorta potrebbe servire al compagno, mentre il suo potrebbe essere indispensabile per una tua necessità.

Procederai ora, con il tuo Istruttore, ad effettuare alcuni calcoli per la programmazione dei consumi dei gas necessari ad un'immersione ed alla sua relativa decompressione

Calcolo della scorta per emergenzeQuesta previsione non serve solo a stabilire se un'immersione può essere fatta con uno specifi co numero di litri, ma anche a determinare a quanto deve ammontare la scorta di gas da usare per le emergenze.

Il principio di base è:

Se succede il problema più grave nel peggior momento dell'immersione, il mio compagno ha la suffi ciente scorta di gas per terminare l'immersione correttamente?

Se così non fosse, se si verifi casse quel problema in quel momento non sarebbe possibile porvi rimedio, e l'immersione aprirebbe già in partenza una o più possibilità di incidenti gravi e certi in alcune condizioni, e questo è totalmente inaccettabile.In buona sostanza dobbiamo conservare nella nostra bombola un quantitativo di aria suffi ciente per permettere al nostro compagno di risalire dalla profondità massima e di eseguire la tappa di sicurezza.Per queste ragioni dobbiamo conoscere il TCS del nostro compagno.

L'attrezzatura e le confi gurazioni Sia durante il corso P1, sia durante il corso P2 si è discusso, appreso e sperimentato delle tecniche di risalita di emergenza verso la superfi cie. Tralasciando per il momento di approfondire la disamina relativa alle emergenze, ripensiamo ai metodi di risalita in emergenza. Semplifi chiamo lo scenario in 3 punti:

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• risalita verso la superfi cie utilizzando l'erogatore di emergenza/secondario (FAA)

• risalita verso la superfi cie utilizzando la FAA del compagno• risalita verso la superfi cie in assetto positivo (si è abbandonato la

zavorra) emettendo aria dalla bocca. Se proviamo a visualizzare il concreto verifi carsi di una di queste tre situazioni durante un'immersione profonda, possiamo senza dubbio affermare che l'ultima in elenco è oltremodo di diffi cile e pericolosa esecuzione. Già a 10 metri di profondità gestire una risalita di emergenza in assetto positivo è una questione molto delicata, fi guriamoci da 30 o 40 metri di profondità. Oltre alla distanza notevole da percorrere fi no alla superfi cie, ed in espirazione continua per giunta (rischio di incidente meccanico), esiste anche un rischio concreto di incorrere in un incidente di tipo fi sico (PDD). Questo scenario ci fa rifl ettere sul fatto che la nostra attrezzatura deve essere predisposta in modo tale che nel caso in cui un componente di essa dovesse smettere di funzionare, saremmo comunque in grado sia di proseguire l'immersione sia di riguadagnare subito la superfi cie qualora la situazione lo richieda.I primi due scenari in elenco devono quindi essere percorribili, a qualsiasi profondità ci trovassimo, a condizione che la FAA sia facilmente accessibile e funzionante sia per se stessi sia per il compagno. Descriviamo questi due condizioni:

Accessibilità

Il secondo erogatore non deve penzolare come un salame. Deve potersi raggiungere con facilità, certezza e rapidamente in modo anche da poter essere offerto al compagno in caso di bisogno. Deve essere posizionato alto sul tronco, verso una spalla oppure sul petto per mezzo di un sistema ritentore a sgancio rapido (come un elastico o una clip di qualche tipo) al GAV. L'erogatore deve essere dotato di una frusta lunga di almeno un metro e mezzo oppure due. Le fruste di 90/100 cm, benché siano più lunghe di quelle standard, sono un poco scomode nel senso che talvolta, per il loro peso, si ha la sensazione di "tirarle" con la bocca. Quelle lunghe due metri possono essere

posizionate sulla propria attrezzatura, per mezzo di elastici o altri sistemi, in modo tale che sporgano soltanto dei consueti 70 cm mentre in caso di bisogno possono essere estratte completamente per essere offerte al compagno in diffi coltà.

Anche l'erogatore primario deve essere sempre accessibile. Fino a questo punto abbiamo dato per scontato che l'erogatore primario fosse accessibile in quanto già lo abbiamo serrato tra i denti, ma se per qualche motivo viene estratto dalla bocca ecco che valgono le stesse argomentazioni espresse per la FAA.

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Funzionalità

Gli erogatori devono ovviamente funzionare entrambi. L'unico modo per essere sicuri che entrambi funzioni durante tutta la durata dell'immersione è quello di respirare alternativamente un poco dall'uno e poi dall'altro soprattutto nei primi minuti di immersione. Se uno dei due mostrasse dei malfunzionamenti si avrebbe tutto il tempo e la scorta

d'aria per ritornare verso la superfi cie senza ulteriori problemi respirando dall'erogatore in stato di effi cienza. L'utilizzo di questa pratica restituisce agli erogatori pari importanza: sparisce il concetto di erogatore primario e secondario in favore di un atteggiamento che fa di tutta l'attrezzatura un tutt'uno unitariamente importante.

Visualizzare le risalite di emergenza ci è servito per focalizzare l'attenzione in particolare su due componenti dell'attrezzatura, gli erogatori, e su come questi devono essere posizionati. Accessibilità e funzionalità sono dei criteri fondamentali, e per certi aspetti ovvi, verso i quali tutti i componenti della nostra attrezzatura devono rispondere. Il semplice "funzionare" di un componente della nostra attrezzatura non deve essere banalizzato bensì implica anche che il suo funzionamento sia adeguato alla situazione che si intende affrontare. Fin qui abbiamo parlato degli erogatori in quanto il respiro è l'aspetto che più di ogni altro deve essere garantito durante un immersione, ma ora ragioniamo anche sul resto:

• la scorta d'aria - bombola avente capacità non inferiore ai 15 litri• la protezione termica - muta idonea al contesto ambientale• al mantenimento dell'assetto - GAV adeguato e responsivo, cintura dei

pesi correttamente calibrata• al movimento - pinne reattive• la vista e la comunicazioni tra i compagni - torcia potente e segnali chiari• al cavarsi di impaccio e, più verosimilmente, all'aiutare il compagno a

cavarsi di impaccio - un erogatore dotato di frusta lunga e strumento da taglio effi ciente ed accessibile

e cosi via.

Organizzare accessibilità e funzionalità dell'attrezzatura signifi ca confi gurare il proprio equipaggiamento. Una corretta confi gurazione ci permette di affrontare in modo adeguato e responsabile le immersioni profonde.

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Consigli per la scelta degli erogatoriMolte aziende offrono, nei propri cataloghi, numerosi modelli di erogatore che si distinguono dai modelli vecchi soltanto nella forma esteriore, restando spesso nella sostanza le medesime macchine. Alcuni modelli rimangono nei cataloghi delle aziende per diversi anni segno che sono modelli ben collaudati e affi dabili a riprova della validità dei progetti iniziali.Sul versante dei materiali è diffi cile valutare le loro qualità specifi che per un non addetto al settore. Alcuni materiali, come ad esempio le leghe leggere o il titanio, non aggiungono nulla in termini di prestazioni ma offrono delle differenze dai materiali tradizionali (generalmente ottone satinato o cromato) soprattutto in termini di peso e di durata.Nella scelta dell'erogatore va tralasciato il più possibile il discorso estetico.La scelta cadrà sulla robustezza, l'affi dabilità e la qualità. Verifi chiamo l'ergonomia dello strumento. Il numero di attacchi di alta e bassa pressione devono essere suffi cienti e ben distribuiti sul corpo del I° stadio per tutte le necessità.Le torrette girevoli di molti primi stadi sono inutili se le prese LP e HP sono ben orientate.

Sul secondo stadio verifi chiamo invece la presenza o meno di pomelli vari di regolazione e poi chiediamoci se effettivamente ci servono o costituirebbero solo un'ulteriore complicazione in fase di manutenzione. La presenza di un boccaglio (morso) anatomico e ben conformato aggiunge parecchio comfort all'erogatore nell'uso prolungato.Da considerare anche con attenzione l'uso che faremo del nostro erogatore: se prevediamo di immergerci in acque fredde, talvolta torbide, o comunque aventi temperature inferiori ai 12 gradi (come al lago o al mare d'inverno) è bene orientarsi verso erogatori le cui doti in acque fredde sono provate. Non ultimo dovrebbe essere considerata la facilità di reperimento dei pezzi di ricambio e la relativa assistenza: alcuni erogatori, pur essendo molto validi, sono poco serviti dalle reti commerciali italiane.

Revisione degli erogatoriSe l'attrezzatura è stata riposta con cura essa sarà perfettamente effi ciente. Tuttavia qualche controllo preliminare non farà male.Proviamo a connettere l'erogatore alla rubinetteria della bombola e verifi chiamo il corretto funzionamento dello stesso. Ricordiamo sempre di agire sul pulsante di erogazione manuale all'atto dell'apertura della rubinetteria: eviteremo "traumi” al I stadio del nostro erogatore.Verifi chiamo che non si abbiano indesiderate auto-erogazioni, sinonimo di anomalie di funzionamento.

Le possibili cause potrebbero essere diverse: dalla semplice necessità di agire sulla taratura del II stadio all'incisione della pastiglia di battuta del II stadio o del I stadio. Evitiamo di prendere sotto gamba il problema e corriamo ai ripari. Si suggerisce di evitare il fai da te in quanto occorrerebbe avere la necessaria preparazione per intervenire, la cassetta attrezzi dedicata ed i ricambi del caso.Effettuiamo un'ispezione visiva dell'erogatore stesso.

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Controlliamo lo stato del fi ltro sinterizzato del I stadio: tracce di ossido sul fi ltro (o altre impurità) potrebbero essere il segnale di richiesta revisione dell'erogatore. Il fi ltro va periodicamente sostituito perché la sua effi cienza diminuisce con l'usura: praticamente da un fi ltro ostruito non si avrà un buon passaggio dell'aria con conseguente calo di prestazioni dell'erogatore.Ispezioniamo visivamente le membrane di carico e scarico: devono conservare elasticità e non devono mostrare segni di invecchiamento; nel dubbio sostituire.Ispezioniamo anche il baffo di scarico: in particolare assicuriamoci che sia ben collegato così eviteremo di perderlo. L'estetica qui non incide sulla funzionalità.Importantissimo controllo, spesso trascurato è quello della manichetta di bassa pressione che connette il I stadio al II stadio. La manichetta deve essere fl essibile, senza tagli o screpolature. Inoltre la manichetta stessa reca la stampigliatura della data: signifi ca che essa non è eterna e che è buona norma sostituirla dopo molti anni di uso anche se non presenta evidenti tracce di usura; un discorso analogo a quello degli pneumatici delle auto.La complessità e l'accuratezza dei controlli da eseguire spesso suggerisce di ricorrere ad un centro di assistenza autorizzato.Autorizzato signifi ca che il centro dispone di utensili appositi, ricambi e personale addestrato per intervenire su quel tipo particolare di erogatore.Analizziamo cosa deve fare un centro di assistenza autorizzato all'atto della revisione del vostro erogatore. Ponendo attenzione sulle operazioni di seguito descritte avremo anche la possibilità di verifi care la professionalità dell'intervento, pur non essendo dei tecnici.La revisione dell'erogatore comporta che lo stesso venga smontato e pulito.Lo smontaggio di un erogatore manutenzionato correttamente non è operazione distruttiva: controlliamo che i pezzi non siano segnati dall'uso di chiavi non adatte o da operazioni maldestre.La pulizia dell'erogatore smontato avviene tramite l'impiego di soluzioni apposite (che spesso vengono personalizzate nei dosaggi dai tecnici): la cromatura dell'erogatore non deve essere intaccata.

I più attrezzati effettueranno la pulizia dell'erogatore con l'impiego di una vaschetta ad ultrasuoni, del tipo di quelle adoperate dai gioiellieri: metodo migliore, meno aggressivo e più professionale. La revisione comporta l'ispezione di tutti i pezzi dell'erogatore e la sostituzione di tutte le guarnizioni (oltre che dei pezzi usurati).

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Ad erogatore aperto la professionalità richiede la sostituzione di tutto il set di o-ring anche se essi appaiono ancora buoni. Le gomme invecchiano.Il rimontaggio e la taratura sono le operazioni conclusive. Ogni casa ha uno schema di taratura ed i centri autorizzati sanno come effettuare la taratura stessa.Il centro autorizzato alla consegna dell'erogatore al cliente deve consegnare oltre all'erogatore in buono stato anche i pezzi sostituiti (guarnizioni incluse): è sinonimo di grande correttezza. Tale pratica viene spesso disattesa e rimane allora il dubbio che non sia avvenuta alcuna sostituzione.I centri di assistenza più seri vi consegneranno anche una scheda riportante il tipo, la matricola, il tipo di intervento effettuato sul vostro erogatore. Tale scheda alcuni tecnici la considerano come garanzia del lavoro svolto. Un intervento ben realizzato ha ovviamente un costo. Quando valutiamo questo costo cerchiamo di non perdere di vista che l'erogatore è quello strumento che ci consente di respirare in immersione.Sicurezza e comfort hanno un valore sicuramente più elevato del costo di manutenzione

Sintesi delle raccomandazioni

Primo Stadio

• Meglio se con attacco DIN• Torretta girevole: alcuni primi stadi hanno la parte sommitale girevole

per agevolare il posizionamento delle fruste. Comunque se le uscite di alta e bassa pressione sono ben disposte (e vi consentono di assemblare tutte le fruste di servizio senza creare un groviglio), la torretta girevole non è necessaria. Inoltre alcuni costruttori hanno accertato che l'uscita fi ssa garantisce un 10% di portata d'aria supplementare

• Il Filtro sinterizzato (preposto al fi ltraggio dell'aria da eventuali corpuscoli), che si trova all'ingresso del condotto dell'aria, può essere conico o piatto: in teoria è meglio quello che garantisce la maggior superfi cie fi ltrante

• I materiali: il titanio non aggiunge nulla alle prestazioni dell'erogatore (eccetto longevità e peso) ma infl uisce sul costo in modo sensibile.

Secondo Stadio

• Con scarico aria espirata frontale o laterale? Valutare con il proprio Istruttore a cosa serve la possibilità di rendere destro o sinistro l'erogatore. Gli erogatori con scarico laterale per essere svuotati in immersione dall'acqua obbligano il subacqueo ad assumere una posizione inclinata della testa durante la prima espirazione

• Valvola di scarico: la qualità della valvola di scarico infl uisce sullo sforzo espiratorio. Ottimi gli erogatori con doppia membrana di scarico o con valvola di scarico integrata in quella di carico

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• Metallo o tecnopolimero? Il metallo è più adatto all'impiego in acque fredde è nell'uso normale conferisce un migliore comfort alla respirazione in quanto l'effetto radiatore della cassa metallica crea una piccola condensa in grado di umidifi care l'aria. L'aria caricata dai compressori nelle bombole è piuttosto secca in ragione della presenza di fi ltri lungo il percorso di carica. L'erogatore con cassa in metallo tende a renderla nuovamente umida.

Il tecnopolimero garantisce leggerezza e inossidabilità. Alcuni produttori più attenti hanno realizzato le casse degli erogatori in carbonio: leggerezza, robustezza e stesso comportamento del metallo.

3.2.1 La narcosi da Azoto

L'Azoto è un gas un pò birbante. Quando respirato oltre certe profondità, oltre ai ben noti fenomeni di assorbimento e rilascio da parte del nostro organismo - ed a causa dei quali devono essere ben noti i comportamenti da adottare in immersione al fi ne di prevenire l'insorgere di una PDD - esso è in grado di provocare un rallentamento o un'alterazione delle capacità analitiche di un subacqueo. Si ritiene che l'Azoto respirato ad alte pressioni causi un'interferenza a livello neuronale tale da provocare degli effetti sull'individuo ascrivibili per l'appunto ad una sorta di narcosi. A livello chimico e fi siologico la narcosi da Azoto è un fenomeno piuttosto complesso e non ancora del tutto compreso. Pare essere associato alla solubilità dell'Azoto nei grassi dei quali sono appunto costituite le cellule nervose. É bene precisare che questa non sembra essere l'unica ragione; più cause concorrano al verifi carsi di questo fenomeno tra le quali è importante citare l'uso o l'abuso di alcuni farmaci. Ad esempio i farmaci per il mal di mare oppure certi antimalarici e non solo. Per queste ragioni è bene consultarsi con un medico nel caso si decida di affrontare immersioni impegnative nel mentre di terapie farmacologiche).

Nella tabella seguente vengono indicati alcuni fattori che favoriscono la narcosi da Azoto o per meglio dire alzano il livello di narcosi.

Cause Fisiche Stanchezza Assunzione di alcolAssunzione di farmaci

Cause psicologicheIndisposizione mentale all'immersione che si deve affrontare

Ansia Stress

Cause ambientali Scarsa visibilità Sforzi in profondità Freddo

In immersioni condotte entro i 40 metri di profondità, in condizioni ambientali e personali defi nibili normali - ovvero buona visibilità, acqua temperata, buone condizioni psico fi siche e non vi sia una condizione acuta anche soltanto di uno dei fattori predisponenti sopra elencati - la narcosi da Azoto non crea alcun particolare problema. In buona sostanza possiamo affermare che il livello di narcosi riscontrabile entro profondità di 40 metri è molto basso.

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Nelle immersioni oltre i 40 metri il fenomeno della narcosi di Azoto deve essere tema di attenta disamina durante la preparazione di tali immersioni.

Ma come si manifesta la narcosi? Quando il livello della narcosi diventa percettibile possiamo parlare di veri e propri sintomi che possono essere lievi od intensi a seconda del nostro livello di narcosi raggiunto. Vediamo ora di defi nire un quadro dei possibili sintomi ai quali si è potenzialmente soggetti quando il livello della narcosi si alza.

I Sintomi della narcosi d'Azoto

Segni generici Sintomi specifi ci primari

Senso di leggerezza mentale: Sensazione di apprensione od ansiaSenso di leggerezza fi sica VertiginiSenso di gran sicurezza NauseaEuforia Compromissione della destrezzaStato depressivo Alterazione della coordinazione muscolareConfusione mentale Alterazione della capacità di esecuzione di compiti

Ritardo dei rifl essiDiffi coltà nella lettura e comprensione degli strumenti

Deterioramento delle capacità percettive e di giudizio

Come si evince dalla tabella sebbene gli effetti siano molteplici quasi tutti convergono nel defi nire un quadro contraddistinto dalla perdita di lucidità del subacqueo. Ed è proprio per questa ragione che la narcosi non è una condizione che si subisce supinamente semplicemente perché si scende in profondità, tutt'altro!. Proprio perché abbassa la lucidità del sub, quindi la sua concentrazione, il modo più effi cace per affrontare la narcosi si attua alzando il proprio livello di concentrazione ed attenzione verso se stessi, i parametri di immersione ed il compagno.

Tanto per capirci un subacqueo in assetto corretto neutro, ben protetto dal freddo, sereno ma concentrato sul proprio operato è in grado di tenere ben lontano da sé i sintomi della narcosi anche a 40 metri di profondità.

Al contrario un subacqueo malamente zavorrato, affaticato dal continuo pinneggiare per mantenersi in assetto, magari infreddolito, sotto stress perché nel frattempo ha alzato un polverone che gli ha offuscato la vista e gli ha fatto perdere contatto con il compagno avrà sicuramente un livello narcotico alto.

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La narcosi aumenta con la profondità, è progressiva, anche se, come abbiamo visto, varie condizioni possono aumentare (fattori negativi: stress, freddo ecc.) o "tenere a bada" (fattori positivi: concentrazione, buon comportamento in acqua) il livello narcotico. Nei corsi successivi, nei quali si affronteranno immersioni a profondità superiori, si imparerà sia il signifi cato di "gestione della narcosi" sia le tecniche di mantenimento della narcosi a basso livello; tecniche che consentiranno il raggiungimento di profondità superiori ai 40 metri.

Il compagno e la squadra

Come prima regola, se abbiamo deciso di effettuare u n ' i m m e r s i o n e profonda e comunque oltre i 18 metri, dobbiamo sincerarci ed esser sicuri che il nostro compagno sia abilitato a questo tipo di immersioni. Uno degli errori più comuni, e che spesso determina s i t u a z i o n i p o t e n z i a l m e n t e

pericolose, è quello di indurre un sub ad eccedere i propri livelli di abilitazione. Si è visto troppe volte sommozzatori di primo livello affrontare immersioni oltre i 18 metri di profondità affi dandosi a sedicenti esperti i quali, senza troppi complimenti, mitigano arbitrariamente le precondizioni per condurre tali immersioni.Detto questo, ed una volta assicurato che i partecipanti all'immersione, o semplicemente il compagno, siano tutti qualifi cati per eseguirla, è importante fare in modo che l'atteggiamento dei partecipanti sia cooperativo e disciplinato. Per ottenere questo, oltre alla propria specifi ca volontà e desiderio, è importante eseguire in modo appropriato e coinvolgente il briefi ng. Il briefi ng è il momento in cui si costituiscono e saldano le relazioni soprattutto tra subacquei che non si conoscono.

L'atteggiamento giusto durante un briefi ng non è quello del "capo che da gli ordini", ma "dell'esponente di punta che impartisce delle istruzioni". La squadra o il compagno le recepisce criticamente e se necessario rimanda i propri dubbi cosicché questi possano essere discussi e risolti.L'esponente di punta o leader di una immersione non è necessariamente lo stesso sempre, tutt'altro. Come si stabilisce chi sia il leader? Vari elementi concorrono alla sua designazione, vediamone alcuni:

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• conoscenza del luogo di immersione• livello di preparazione e brevetto• esperienza specifi ca in un dato tipo di immersione (es: relitti, profonde, in acqua dolce...)

Se è pur vero che l'esperienza ed il livello di abilitazione siano dei fattori che incidono sul grado di responsabilità di un subacqueo verso gli altri, è altrettanto vero che tutti, indipendentemente dal proprio brevetto, devono sentirsi responsabili al fi ne di assicurare un gioioso e sicuro andamento dell'immersione. La coppia o il team si devono comportare proprio come una qualsiasi squadra sportiva. Vi sono delle regole che vanno rispettate, vi è un proprio ruolo che deve essere mantenuto e vi sono delle fi nalità comuni che sono proprio lo scopo delle nostre immersioni.Tra i compiti della coppia o della squadra vi è anche quello di defi nire e mettere in pratica le procedure per la risoluzione dei problemi.Benché di queste se ne sia parlato già ampiamente, quindi non è il caso di dilungarsi in questo paragrafo, è bene rimarcare che sia i piaceri sia i doveri durante un immersione devono essere collettivi.

Alle persone che per indole o semplicemente per carattere non sono abituate ad interagire con il esigenza di collettività che è l'andar sott'acqua, forse potrebbe risultare diffi cile inizialmente vivere pienamente questo aspetto della subacquea. Col tempo si supera questa timidezza e si scopre che vivere questo momento collegiale non mortifi ca assolutamente la propria personalità ne tanto meno il divertimento. Questi semmai vengono amplifi cati proprio per la caratteristica convivialità tipica della subacquea.

Attrezzatura standard e specifi caÉ importante per un buon subacqueo avere abilità, conoscenza e manutenzione della propria ed altrui attrezzatura subacquea. Scopo di questo paragrafo, oltre che focalizzare la tua attenzione sul classico elenco di attrezzature da portare in immersione, vuole mostrare gli aspetti anche meno conosciuti dei singoli componenti.

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Un subacqueo deve essere in grado di utilizzare e gestire la propria attrezzatura con effi cienza, destrezza e comodamente; quando ciò non è attuabile si rischia di non essere in grado di saper gestire situazioni normali già con un basso profi lo di disagio; ciò può portare a gravi conseguenze.

Un giusto equipaggiamento deve adeguarsi ad ogni tipologia d'immersione, e nel contempo, ogni tipologia d'immersione richiede un adeguato equipaggiamento; un'immersione nelle calde acque del mar Rosso è decisamente diversa da quella effettuata in un lago. Come subacqueo avanzato ricercherai la sua migliore confi gurazione cercando di alterarla il meno possibile per aumentarne la confi denza. La ricerca della confi gurazione ottimale deve avere la sua logica ed applicazione ancor più in un team (per team intendiamo anche una semplice coppia si subacquei).

Vedrai con il tuo Istruttore CMAS-PTA gli Standard e Procedure per i limiti operativi e le soluzioni migliori da adottare

La zavorraLeggero è comodo, ma certe teorie non vanno affatto sempre d'accordo con esigenze reali. La zavorra deve essere tale da mantenere un assetto di poco negativo a meno 5 m con le bombole quasi vuote, pensando all'eventualità di trovarsi costretti a fare la sosta di sicurezza in acqua libera. La sua entità si defi nisce con prove effettive e naturalmente varia a seconda del proprio peso specifi co, della muta, dell'attrezzatura, dell'essere in mare o in acqua dolce. All'usuale cintura da serrare in vita si potrebbe utilizzare il sistema dei pesi integrati. É importante notare come la zavorra non si limiti semplicemente a bilanciare le galleggiabilità della nostra attrezzatura ma, per il modo in cui è disposta e distribuita rappresenta uno strumento decisivo per un assetto ottimale. La distribuzione dei pesi tra il petto, la vita in maniera mai sporgente o penzolante, di solito si presenta come soluzione vincente.

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Le maschereLa maschera deve offrire un ampio campo visivo nella zona inferiore, tale da permettere di vedere perfettamente tutte le attrezzature fi ssate sul petto, l'aggancio della frusta della muta stagna, erogatori vari, moschettoni e accessori. Naturalmente una buona maschera deve essere prima di tutto adatta al nostro contorno facciale e garantire una perfetta tenuta stagna, altrimenti passeremmo buona parte dell'immersione a svuotarla; si potrebbe disporre anche di una maschera di scorta, meglio se piccola e leggera, da portare sempre con sé, infi lata in una tasca del gav o in apposite tasche accessorie da portare sulla coscia della muta.

Le pinneIn ogni tipo di immersione esiste la possibilità di incontrare correnti impegnative, Le pinne devono essere pertanto adeguate a fronteggiare la situazione, la scelta deve cadere su pinne a cinghiolo e molto reattive, che siano in grado di esprimere tutta la loro potenza nelle situazioni d'emergenza. Non sono purtroppo molte le pinne con queste caratteristiche presenti sul mercato e non ne fa certo parte la maggioranza di quelle che vanno per la maggiore sul mercato, dove la scelta sembra dettata più dal concetto di pinneggiare senza fatica, che dall'effettiva capacità propulsiva della pinna. Controlla spesso lo stato di usura di fi bbie e cinghioli che devono ovviamente essere perfetti e portate sempre a bordo un ricambio di entrambi; per ovviare ad inconvenienti che immancabilmente avvengono nei momenti meno opportuni.È consigliabile sostituire i cinghioli con particolari molle che si dimostrano molto più pratiche e resistenti, nel caso scegliere modelli di pinne già dotati.

La muta La scelta della muta è dettata prevalentemente dalla temperatura dell'acqua. Se questa è accettabile (> 20°) e i tempi di permanenza non sono troppo lunghi è senz'altro preferibile una muta umida, per la maggiore libertà di movimenti che permette rispetto alla stagna.Nel caso della muta umida sono da preferire i modelli realizzati con sovrapposizione di vari strati di neoprene, come sottomuta più monopezzo, più giacca, per totalizzare un elevato spessore di neoprene sul corpo, attenzione però che la sovrapposizione dei vari pezzi non crei dei punti di pressione che potrebbero ostacolare la circolazione verso gli arti, con tutte le conseguenze che ciò comporta.

Umide o stagne? Sotto questo aspetto e naturalmente sotto quello termico sono preferibili le mute stagne. Neoprene o trilaminato? A favore del secondo materiale c'è la costanza di assetto alle varie quote in quanto il materiale stesso è incomprimibile e richiede quindi la stessa zavorra in superfi cie come sul fondo, cosa invece non vera con le stagne in neoprene. C'è da dire che il problema è stato largamente ridimensionato dalla comparsa sul mercato di modelli in neoprene ad alta densità o precompresso, che subiscono compressioni

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ridotte all'aumentare della pressione. A nostro parere il miglior prodotto è quello che garantisce la migliore libertà di movimento. Dato che l'acqua non è mai esageratamente fredda in mare, optiamo, anche nel campo delle stagne, per modelli che non ci facciano perdere quell'acquaticità e quella facilità a nuotare e a muoverci tanto importante in ogni situazione.

Gli attrezzi da Taglio Il timore di rimanere impigliati in quella moltitudine di lenze, reti, cime, sagole che spesso sono presenti sul fondo consiglia di avere, fra le attrezzature di un subacqueo, uno strumento da taglio. Gli strumenti da taglio devono sempre riposti nelle loro custodie fi ssate in punti strategici. Gli strumenti da taglio devono essere assolutamente effi caci e sotto questo aspetto i classici coltelli da sub non eccellono affatto. Ricorda che è sempre il lato seghettato della lama che va impiegato, mai quello liscio.

Un altro ottimo attrezzo è il tagliareti (o tagliacime), una specie di uncino munito di una o due affi latissime lame da tagliabalsa. Il tagliareti risulta il migliore attrezzo se l'impiglio è dietro la testa, all'altezza della rubinetteria. Basta agganciare e tirare, eventualmente ruotando in senso verticale lo strumento (attenzione alle fruste). Il difetto del tagliareti è che non può tagliare cime troppo spesse, che non riescono a entrare nella "U" dell'attrezzo, dove si trova la lama. Scegli perciò un modello grosso e robusto.

I sistemi di illuminazioneLa necessità di una sorgente di luce dipende dalle condizioni di visibilità dell'acqua e dalla profondità, ma non solo, in quanto la torcia è un attrezzo utilissimo anche per comunicare tra subacquei e possiamo ritenerlo pertanto indispensabile per ogni tipologia d'immersioni, in particolar modo quelle avanzate. Le caratteristiche principali di una buona torcia o di un faro sono innanzi tutto quelle di una totale impermeabilità e robustezza. La seconda caratteristica da prendere in considerazione è la reale autonomia di luce.

Come utilizzare correttamente le lampade subacquee:

• non dirigere la lampada negli occhi di altri subacquei• muovi lentamente la lampada per non creare confusione• non dirigere la lampada direttamente sugli strumenti, sfruttando

la fosforescenza dei quadranti per non restare abbagliati dalla luce rifl essa

• sfrutta la luce rifl essa della lampada per indicare i segnali• codifi care l'uso della lampada per segnali particolari• movimenti circolari equivalgono ad un OK• movimenti orizzontali servono per richiamare l'attenzione• indirizza la luce della lampada davanti al subacqueo se vuoi attirare la

sua attenzione

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Il computer da immersioneIn netto contrasto con le tabelle di decompressione, che forniscono al subacqueo un profi lo decompressivo standard basato su un'esposizione predeterminata e presunta, il computer d'immersione segue l'effettiva esposizione del subacqueo e fornisce un profi lo decompressivo basato sulla reale esposizione, aggiornandolo continuamente col progredire dell'immersione.Il computer è ormai entrato come accessorio indispensabile nell'attrezzatura del subacqueo moderno, è molto affi dabile, ma richiede alcune semplici regole da rispettare, e forse non tutti le conoscono bene.

Osservando il quadro di un computer a volte la visualizzazione dei dati potrebbe sembrare molto affollata invece, in fase di utilizzo, la maggior parte di questo strumento mostra solo i dati essenziali di quel dato momento dell'immersione. In seguito, mediante la pressione di alcuni tasti si può passare alla visualizzazione di altre informazioni.In generale, è necessario che siano disponibili le informazioni prioritarie: tempo d'immersione, tempo residuo di non decompressione, profondità massima, profondità attuale. Inoltre, la maggior parte dei computer in commercio fornisce molte altre informazioni, quali la temperatura dell'acqua, la velocità di risalita, ecc. Una delle regole basilari, nell'uso del computer subacqueo, è quella di non eseguire immersioni sempre al limite della curva di non decompressione. È effettivamente più sicuro avere qualche minuto di tappa decompressiva a fi ne immersione, piuttosto che risalire al limite della zona "no deco".

É intuibile che il riemergere proprio sul fi lo del rasoio dei tempi di non decompressione ci porta a essere maggiormente a rischio di PDD, infatti i nostri tessuti, vuoi per un pò di lavoro in più, vuoi per la temperatura un pò bassa dell'acqua, piuttosto che per un fattore fi siologico, potrebbero essere in una condizione di eccessiva sovrasaturazione, portandoci ad accusare un qualche sintomo di PDD.

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La bussolaL'uso della bussola può essere considerato come strumento indispensabile nelle immersioni, in particolar modo sui relitti o fondali piatti.

I sistemi di rientroAbbiamo scelto di chiamarli "sistemi di rientro" in quanto possono essere utilizzati vari attrezzi per scopi comuni. I sistemi possono prevedere diversi attrezzi chiamati in diversi modi: reel, mulinello,rocchetto/spool.

Il mulinello ha un ruolo specifi co nel quale eccelle: quello di far ritrovare la "strada di casa",svolgendo la funzione di cima di risalita al termine di un'esplorazione in condizioni di ridotta visibilità, o per ritorvare la cima dell'ancora.

Tutti gli usi in cui il reel si rivela prezioso per la sua capacità di contenere molti metri di sagola e quindi di tracciare un lungo percorso. La forma del reel è studiata per permettere un lento svolgimento della sagola dal tamburo, senza problemi particolari, a patto che questa non subisca brusche accelerazioni o strappi improvvisi. Nell'uso inverso, ovvero nel recupero della sagola svolta, il rocchetto deve funzionare bene, pochi sono i modelli di reel ben costruiti, tra i tantissimi reperibili sul mercato, i costruttori sembrano preoccupati solo di far stare il maggior numero possibile di metri di sagola sottilissima su un piccolo attrezzo. Un buon mulinello deve invece avere un tamburo di giusto diametro onde scongiurare che la cima salti giù involontariamente. Il mulinello va benissimo per svolgere una sagola in condizioni normali, mentre diventa inadatto quando la sagola è sottoposta a una forte tensione, con le relative accelerazioni e i bruschi strappi che ne conseguono, che se non correttamente gestiti possono farci tirare a galla in una pericolosa pallonata.

Il rocchetto o spool aperto è costituito da un tamburo di avvolgimento simile a quello del mulinello. La sagola viene avvolta a mano e distribuita uniformemente lungo il tamburo al cui asse viene fi ssato il capo iniziale; sul capo terminale, invece, viene ricavato un anello al quale legare l'aggancio del pallone, tutto poi verrà riposto in una tasca apposita.

Confi gurazione dell'attrezzatura

Sarà cura del tuo Istruttore PTA verifi care la tua confi gurazione e fornirti indicazioni e consigli per eventuali modifi che o correzioni

Per Confi gurazione si intende, in linea generale, il modo di disporre l'equipaggiamento che userai per una determinata immersione.

In particolare Confi gurare signifi ca applicare determinate regole, fi nalizzate a gestire al meglio la tua attrezzatura dal punto di vista della:

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- sicurezza (mezzi per gestire un'emergenza)- operatività (facilità nei movimenti - buona idrodinamicità -

possibilità di compiere un lavoro) - comfort (facile accesso ai singoli elementi che compongono il nostro

equipaggiamento - corretta distribuzione delle masse)

Le regole che determinano una confi gurazione, pur dovendo rispondere tutte a requisiti di Sicurezza, Operatività e Comfort, si diversifi cano tra loro nella fase applicativa dando origine a confi gurazioni differenti.

I motivi di ciò sono da ricercare nella natura del sistema uomo - macchina, com'è da considerare il sommozzatore in immersione; l'interazione della componente biologica (uomo), con la componente meccanica (attrezzatura) determina una serie di diverse interpretazioni sui percorsi da scegliere nel raggiungimento degli obiettivi prefi ssati. A ciò, si aggiunge il fatto che le aree occupate rispettivamente da Sicurezza, Operatività e Comfort, spesso si sovrappongono generando così la necessità di dover avvantaggiare l'una rispetto all'altra. Riferendoci all'elenco di tutta l'attrezzatura utilizzabile, dovrai attuare un processo logico che porterà a defi nire una confi gurazione personale (tagliata su misura per te e le tue esigenze) ricordandoti che essa dovrà sempre rispondere a requisiti di Sicurezza, Operatività, Comfort (Obiettivi Primari) e alle generali esigenze logistiche, personali e/o di team (Obiettivi Logistici).

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É indispensabile provare prima, in acque basse e sicure, la vostra confi gurazione e le eventuali modifi che prima di tuffarvi in immersioni impegnative. RICORDATI, l'attrezzatura deve essere scelta in funzione dell'immersione e non viceversa.

Vademecum dell'immersione profonda

Prima di ogni immersione:

• Effettua una visita medica specialistica ogni anno• Accertati che nel luogo di immersione o sulla barca vi sia un kit per la

somministrazione di ossigeno• Prevedi un giorno di riposo ogni 3-4 d'immersione• Idratati correttamente con liquidi non gassati prima e dopo

l'immersione, evitando alcolici• Non affaticarti ed evita stress psicofi sici eccessivi• Non assumere farmaci e sostanze stupefacenti• Associati al DAN

Durante la immersione:

• Sempre con un assistente in superfi cie• Tieni conto della corrente e della marea• Non superare i 9-10 m/min al minuto di velocità in risalita e non

trattenere mai il respiro durante la risalita• Rispetta i limiti di tempo e profondità• Rispettare la pianifi cazione dell'immersione• Evita o riduci l'affaticamento in immersione che sono la causa di un

aumento dell'assorbimento di Azoto• Evita variazioni frequenti di quota di immersione rispettando il profi lo

pianifi cato• Proteggiti adeguatamente dal freddo che è causa di vasocostrizione

e disidratazione per incremento della diuresi e un ulteriore fattore di stress con aumento dell'attività cardiocircolatoria

Durante la risalita:

• Mantieni una velocità di 9/10 m/min fi no alla tappa di sicurezza e, possibilmente, rallenta ancora negli ultimi metri

• Esegui sempre la tappa di sicurezza • Evita continui cambi di quota controllando la propria posizione e

l'assetto, limitando il lavoro muscolare

Dopo la riemersione:

• Proteggiti dalla perdita di calore con indumenti adeguati • Evita sforzi, non trasportare subito dopo la riemersione la tua

attrezzatura pesante

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• Non sottovalutare mai l'insorgenza, anche tardiva, di qualsiasi sintomo dopo un'immersione e consulta il DAN per valutare la situazione

• Lascia trascorrere il giusto intervallo di tempo dall'ultima immersione prima di volare (durante la tua pianifi cazione devi tenere conto se devi volare) Segui le raccomandazioni del DAN: almeno 12 ore dopo una singola immersione in curva di sicurezza, almeno 24 ore dopo immersioni ripetitive o immersioni con decompressione

• Evitare immersioni in apnea dopo un'immersione con autorespiratore

3.2.2. Estensione Livello 40 m

Le Patologie Da DecompressioneIl termine "Patologie Da Decompressione" può essere riferito ad ogni sindrome clinica che insorga a seguito di una decompressione. In questo senso sono compresi tutti i barotraumi in decompressione con le conseguenti sindromi (Insieme dei segni e dei sintomi che compongono una situazione clinica particolare in un individuo; è anche usato come sinonimo di malattia le cui caratteristiche sono poco chiare) compresa quindi l'embolia gassosa arteriosa di origine baro traumatica (Baro-trauma): "Trauma dovuto ad una variazione improvvisa e notevole della pressione ambiente; ne è colpito frequentemente l'orecchio durante i voli aerei e le immersioni subacquee), la Malattia Da Decompressione. Tradizionale classifi cazione delle patologie acute da decompressioneInevitabilmente, in ogni immersione, i tessuti del nostro corpo assorbono l'azoto dell'aria in relazione alla profondità e al tempo trascorso.Questo signifi ca che più in profondità vai e più tempo passa, più azoto assorbi.

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Se si osserva la tabella per calcolare l'immersione, si noterà che a più alte profondità corrispondono tempi di permanenza subacquea più brevi. Questo serve per poter stimare una quantità di azoto accettabile affi nché il subacqueo possa, dopo una lenta risalita, far ritorno in superfi cie senza tappe di decompressione.Non esiste una regola uguale per tutti circa l'assorbimento d'azoto. Sia le tabelle che i computer sono stati progettati per offrire un buon margine di sicurezza per tutti, essi però non garantiscono che i sintomi non possano mai insorgere. In ogni modo, come si ricorderà anche che l'Azoto viene rilasciato quando diminuisce la pressione, cioè in risalita e, per un certo tempo, anche dopo l'immersione. Per ridurre al minimo i rischi e facilitare lo smaltimento del gas (azoto) dobbiamo rispettare i calcoli ed aumentare la prudenza con l'applicazione di piccole regole.

All’interno di vene o arterie, le bolle rallentano il fl usso sanguigno

Esse sono: non arrivare mai alla fi ne del tempo di non decompressione, risalire lentamente (almeno 10 metri al minuto) e, prima di riemergere, fermarsi a 5 metri per una tappa di sicurezza di 3 minuti.Come saprai, la sosta di sicurezza non è una misura obbligatoria nelle immersioni, ma tutti i subacquei dovrebbero sempre farla e considerarla obbligatoria durante le immersioni profonde. La Malattia Da Decompressione è una sindrome caratterizzata da molte manifestazioni cliniche, causata dalla rapida riduzione della pressione ambiente, mentre la Pressione nei liquidi corporei è di gran lunga superiore a quella esterna. Pertanto i gas sfuggono dalla soluzione e formano bolle in sede vascolare, intercellulare e intracellulare. Tuttavia , per molti minuti od ore le bolle possono non evidenziarsi poiché i gas talora possono restare disciolti nello stato "soprassaturo” prima di lasciare la soluzione in forma di bolle gassose.

Tipo I Forma dolorifi ca o "bends"Forma linfaticaForma cutaneaForma minori (spossatezza, anoressia, malessere generale, cefalea)

Tipo IIForme neurologiche: midollare, cerebrale, perifericaForma cardiorespiratoria ("Chokes")Forma vestibolare e/o uditivaShock

Malattia Da Decompressione (MDD)

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Le Patologie Da Decompressione possono insorgere in ogni situazione in cui vi sia una riduzione delle pressione ambiente.Vi sono, inoltre, alcune situazioni in cui sono insorti sintomi anche senza variazione della pressione ambiente dovuti a fenomeni di controdiffusione isobarica, condizione in cui sono coinvolti differenti gas inerti contemporaneamente.

A pressione atmosferica, respirando aria, sono presenti nel corpo umano circa 1,25 g (1 L) di azoto, di cui la metà è disciolto nella componente lipidica (il tessuto lipidico rappresenta il 15% della massa corporea), ciò si spiega col fatto che l'azoto è 5 volte più solubile nel grasso che nell'acqua.Si tratta di una condizione di equilibrio di pressioni parziali detta "saturazione": nei tessuti corporei l'azoto ha una pressione parziale di 0,79 ATA identica alla pressione parziale di questo gas nell'aria atmosferica.

Le basi fi siche di questo equilibrio risiedono nella Legge di Henry: a temperatura costante, la quantità di un gas che si discioglierà in un liquido è proporzionale alla pressione parziale esercitata dal gas sul liquido. Ovviamente il gas

è rappresentato dal medium respiratorio nei polmoni ed il liquido è il sangue che scorre nei polmoni.Nel momento in cui la pressione parziale nel medium respiratorio aumenta, avviene un passaggio di gas attraverso la membrana alveolare che consente il rapido equilibrio tra la pressione parziale di questo gas nel sangue arterioso con quella nel medium respiratorio.

Quindi il sangue arterioso cede il gas inerte ai tessuti fi no a che non viene raggiunta la nuova condizione di equilibrio.Questo fenomeno dipende da vari fattori: il gradiente tra la pressione parziale del gas inerte nel sangue arterioso e la pressione parziale del gas inerte nei tessuti, il fl usso ematico tessutale, il rapporto tra la solubilità del gas inerte nel sangue e nel tessuto. Nel momento in cui vi è una riduzione della pressione parziale del gas inerte nel medium respiratorio, avviene il processo inverso, cioè il gas inerte viene ceduto dai tessuti al sangue e dal sangue al medium respiratorio; questo processo è conosciuto come desaturazione.

Entrambi i processi richiedono tempo e questo tempo è differente per ogni compartimento dell' organismo e può essere espresso attraverso un emiperiodo tessutal. L'emiperiodo tessutale deriva da una funzione esponenziale, ed è uguale al tempo che il tessuto impiega a raggiungere metà saturazione o metà desaturazione. I tessuti con brevi emiperiodi sono detti "rapidi", i tessuti con lunghi emiperiodi sono detti "lenti" .Nel determinare la rapidità di un tessuto a raggiungere la emisaturazione concorrono numerosi fattori: il fl usso ematico, la distanza intercapillare e la composizione in grassi e acqua.

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Elevati fl ussi ematici, brevi distanze intercapillari e composizione a basso contenuto lipidico sono caratteristici di tessuti rapidi; un tessuto lento ha caratteristiche opposte. Una riduzione della pressione ambientale può portare alla formazione di bolle.

Questo avviene quando la riduzione di pressione ambientale è suffi cientemente rapida da far sì che il gas disciolto nei tessuti non possa venire eliminato ad una velocità tale da consentirne la sua permanenza in soluzione; come conseguenza le molecole gassose si aggregano tra di loro dando inizio alla formazione delle bolle.Se la quantità di bolle supera la capacità, da parte del tessuto di sopportare il carico bolloso, si sviluppa una sindrome classicamente nota come "Malattia Da Decompressione".

La presenza di bolle interferisce con l'eliminazione di gas dai tessuti e questo contribuisce ulteriormente alla crescita della bolla. Sono state proposte numerose ipotesi per spiegare questo fenomeno, ma in defi nitiva nessuna riesce a darne una spiegazione esauriente. La più nota è quella dei "micronuclei gassosi", piccole quantità di gas stabilizzate in fessure idrofobiche nelle pareti dei vasi sanguigni che agirebbero da siti di aggregazione per le molecole gassose riducendo, in questo modo, l'energia necessaria per la formazione della bolla. Altre ipotesi attribuiscono a fattori meccanici la capacità di ridurre il livello di energia necessaria alla formazione di una bolla: il movimento di superfi ci anatomiche una sull'altra con il fenomeno della tribonucleazione, vortici nel fl usso ematico nelle cavità cardiache ed alla biforcazione dei vasi sanguigni con il fenomeno della cavitazione.

Esempi di emisaturazione

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Manifestazioni cliniche della Malattia Da Decompressione

• dolorose • cutanee• linfatiche• neurologiche• cardio-polmonari• audio-vestibolari• miste• forme dolorose

La manifestazione più comune è dolore articolare talvolta dolore muscolare.Arti inferiori cassonisti e operatori in saturazione, arti superiori colpiti negli altri subacquei.Il dolore variare da moderato a insopportabile. Inizia di solito graduale e non vi sono segni locali di fl ogosi. Talvolta può essere individuato un punto elettivamente dolente.

Forme linfatiche- linfedema - linfoadenopatia dolente

Forme cutanee- Sono più comuni in camera iperbarica Prurito, rash cutanei,

generalmente non vengono considerate vere forme di M.D.D.- Cute marmorata "marbling", (colorazione della pelle a chiazze) è una

patologia da decompressione che spesso precede sintomi più gravi.

Manifestazioni varie - senso di fatica- cefalea- anoressia- malessere generale

Forme cardio-polmonari- tosse e dispnea ("chokes”)- cuore polmonare acuto - ischemia miocardica- segni di barotrauma polmonare- arresto cardio respiratorio

Forme neurologiche cerebrali- perdita di coscienza- arresto cardio respiratorio- segni di focolaio- alterazioni di funzioni superiori

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Forme neurologiche midollari- parestesie, ipoestesie, anestesie- paresi, paralisi- dolore radicolare- shock

Forme neurologiche periferiche- sintomi motori e sensitivi nell'area di distribuzione del nervo

interessato

Forme audio-vestibolari- acufeni - ipoacusia- vertigini- nistagmo- atassia- nausea e/o vomito

Terapia della Malattia Da Decompressione- aumenta il gradiente di pp - previene l'assunzione di nuovo inerte- migliora l'ossigenazione dei tessuti- effetto emoreologico - effetto antiedemigeno

Complicanze durante il trattamento della Malattia Da Decompressione

• problemi di compensazione• tossicità dell'ossigeno• ricomparsa dei sintomi durante il trattamento• edema cerebrale• shock• pneumotorace

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Ripresa attività subacquea dopo della Malattia Da Decompressione

- una settimana dopo sintomi non gravi completamente risolti- attenta valutazione dopo ogni sintomo neurologico, polmonare o

uditivo/vestibolare anche se completamente risolto

La Prevenzione Per effettuare immersioni sicure, e di conseguenza, divertenti, occorre osservare delle regole di sicurezza quali ad esempio:

• non volare dopo un immersione• il sistema di coppia• immergersi entro i propri, ed altrui, limiti

Nonostante si attuano sempre le procedure atte a prevenire ogni possibile problematica, l'imprevisto può sempre dietro l'angolo, occorre perciò attuare una serie di azioni al fi ne di prevenire eventuali problemi nonché conoscere e sapere attuare le opportune procedure per eventuali emergenze.

La prevenzione si basa sull'attento rispetto di tutte le norme di sicurezza, quindi sulla scrupolosa osservanza dei vari fattori che le determinano

Condizioni fi siche: chi pratica l'attività subacquea, soprattutto quando il livello operativo richiede particolare impegno, deve porre debita attenzione alle proprie condizioni di salute, é quindi estremamente importante accertarsi, con appropriate visite mediche periodiche, della propria effi cienza fi sica e dell'assenza di patologie incompatibili con la nostra attività.

Non si darà mai abbastanza risalto al fatto che condizioni fi siche non buone anticipano e accrescono la narcosi d'Azoto, aumentano il livello di stress e i rischi di PDD.Tolti i casi di verifi cata e conclamata inabilità all'attività subacquea, o a temporanee patologie, in genere è bene:

• non fumare• non fare abuso di alcool• non fare uso di droghe di alcun tipo• non assumere medicinali nelle 12/24 ore precedenti l'immersione• praticare attività fi sica regolarmente• avere sane abitudini alimentari

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In defi nitiva, la vita sedentaria, la mancanza di attività fi sica con l'aggiunta di fumo, alcool, disordini alimentari, uno stile di vita incontrollato, può essere causa di insorgenza di problemi in acqua.É necessario dunque accertarsi preventivamente che tutti siano in condizioni di salute compatibili con il programma.Porre attenzione alle temporanee inabilità quali infl uenze, raffreddori, indigestioni, che a volte sono molto debilitanti e vengono trattate con massicce dosi di farmaci, spesso con l'aggravante di una convalescenza mal condotta o arbitrariamente accorciata, pur di non rinunciare all'immersione programmata.

Nelle condizioni appena descritte è assolutamente necessario rinunciare all'immersione

Condizioni ambientali: Verifi ca sempre che sussistano, al momento dell'immersione, le condizioni meteo marine e generali previste nella programmazione. É sempre possibile rimodellare obiettivi e profi li d'immersione in modo conservativo e adeguato alle nuove, inaspettate condizioni.

È obbligatorio rinunciare se la situazione si presenta a rischio!

Sistema di coppia: In immersione è necessario usare uno stretto ed effi cacie sistema di coppia. Vale sempre la pena ribadire preventivamente i concetti essenziali:

• controllo reciproco dell'attrezzatura subito prima di immergersi• rispetto sott'acqua della posizione stabilita• controllo costante del compagno• mantenimento di una distanza dal compagno tale da rendere

immediato qualsiasi eventuale intervento: un metro va bene, cinque metri signifi cano l'impossibilità di intervenire con l'indispensabile tempestività richiesta nei casi più gravi, ossia annullano l'effi cienza del sistema di coppia.

Compagni adeguati: ogni persona facente parte del team d'imersione deve essere in grado di far fronte a un'emergenza specifi ca correlata all'attività subacquea che viene svolta.

Numero dei partecipanti: deve essere limitato per evitare la confusione Immersioni ripetitive: non effettuare immersioni profonde troppo vicine nel tempo.

Attrezzature personali: verifi ca che tutti i partecipanti usino le attrezzature necessarie e che queste siano in perfetto stato di funzionamento. Inoltre, fai attenzione che siano indossate correttamente e in modo da essere velocemente e comodamente utilizzabili.

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Evita assolutamente le eccezioni. Un'attrezzatura inidonea può essere fonte di problemi seri che si ripercuoterebbero sull'intero gruppo.Attrezzature di uso comune: verifi ca che le attrezzature di rispetto e quelle componenti la stazione per effettuare la sosta di sicurezza, se ci si immerge da una imbarcazione, siano effi cienti.Di quest'ultima, controlla le cime, i galleggianti, la zavorra, i moschettoni, oltre naturalmente alla pressione e la piena effi cienza delle bombole decompressive.

Attrezzature di emergenza: Chiedi che vi sia la bombola di ossigeno e verifi ca la sua pressione di carica, il funzionamento della rubinetteria e dell'erogatore.Controlla lo stato di effi cienza del kit di pronto soccorso.Ogni partecipante deve usare l'attrezzatura necessaria e in ottimo stato di funzionamento. Le eccezioni sono di solito causa di incidenti.

Nelle immersioni profonde non devi sentirti a disagio per problemi causata da un'attrezzatura non funzionale o non adeguata al tuo scopo

Piani di emergenza: concorda con tutti i partecipanti le manovre che vanno poste in essere in caso di necessità o emergenza.Ribadita e sottolineata l'importanza di un perfetto sistema di coppia con funzioni preventive è bene che sia a tutti chiaro cosa fare in caso di:

• segnalazione di aborto immersione• insorgenza di narcosi • smarrimento del compagno o di una coppia• perdita di contatto con il punto previsto per la riemersione• perdita di gas repentina• malfunzionamenti di varie componenti dell'attrezzatura

É bene inoltre accertarsi della presenza in zona di camere iperbariche operative, di strutture di soccorso generico (Ospedale, Guardia Medica Dan) verifi cando la loro idoneità e disponibilità (potrebbero non essere operative per manutenzione o altro) e strutture di sicurezza (Guardia Costiera, Forze dell'Ordine).

Esiste la possibilità di interrompere in ogni istante l'immersione previo apposito segnale, il quale deve essere ben compreso ed accettato da tutti.

Accertati, infi ne, che tutti conoscano le procedure di emergenza, come segnalare correttamente situazioni a rischio, sia quelle sott'acqua così come in superfi cie e quali sono le procedure da applicare.

Esplicita cosa fare in caso di sospetta o conclamata PDD.Ribadisci che si deve:

• somministrare Ossigeno puro• somministrare liquidi

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• mantenere la condizione di normalità della temperatura corporea (36,8°) dell'infortunato

• allertare immediatamente i numeri della Emergenza Sanitaria ed eventualmente del DAN.

Ultime precauzioni — Qualora tu ti immerga con l'ausilio di un natante, specialmente nei mesi invernali quando il traffi co della nautica da diporto é drasticamente ridotto, si raccomanda di informare le autorità competenti o qualcuno di fi ducia a terra dell'attività che si intende svolgere, specifi cando il numero dei componenti il gruppo, il luogo prescelto, l'orario previsto di partenza e di arrivo.

Ciò consentirà, in caso di mancato rientro per avarie o altro, di mettere in moto l'apparato di sicurezza previsto.

Numeri di telefono utili:Emergenza medica 118 (112)Dan Italia 800 279802,Guardia Costiera 1530

Procedure per la prevenzione ed emergenzeQualora non sia stato possibile attuare la necessaria prevenzione o anche per un evento eccezionale, conoscere e saper attuare le necessarie procedure da adottare in caso di emergenze, è il sistema migliore per controllare incidenti ed evitare o ridurre possibili tragedie.

PLAN YOUR DIVE - DIVE YOUR PLAN(Pianifi ca la tua immersione - Immergiti secondo il tuo piano)

Un aiuto considerevole viene fornito al subacqueo infortunato, se all'interno del proprio team d'immersione vi è qualcuno abilitato alla CPR-First Aid e alla somministrazione di Ossigeno (Dan Oxygen Provider).Modulo 6 • La ProgrammazionePatologie Da DecompressioneIn un manuale che tratta della Immersioni Profonde è d'obbligo riprendere e trattare della Patologia Da decompressione:

La prevenzione, abbiamo già avuto modo di apprenderlo, è la migliore forma di cura pur tenendo conto di tutto ciò che possiamo considerare imponderabile; una corretta forma di prevenzione potenzialmente allontana i rischi di incorrere in una possibile PDD.La prevenzione della PDD prevede diversi aspetti:

Prima di ogni immersione:• Frequenta corsi d'immersione con Istruttori qualifi cati• Partecipa a corsi di aggiornamento, Salvamento e di Primo Soccorso

con Ossigeno nelle emergenze subacquee• Effettua una visita medica specialistica ogni anno

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• Accerti che sia sempre disponibile un kit per la somministrazione di Ossigeno o accertati che sia presente sulla barca

• Prevedi un giorno di riposo ogni 3-4 d'immersione• Idratati correttamente con liquidi non gassati prima e dopo

l'immersione, evitando alcolici• Non affaticarti ed evita stress psicofi sici eccessivi• Non assumere farmaci e sostanze stupefacenti• Associati al DAN

Durante la immersione:• Sempre con un assistente in superfi cie• Tieni conto della corrente e della marea• Non superare i 9-10 m/min al minuto di velocità in risalita non

trattenere mai il respiro durante la risalita• Rispetta i limiti di tempo e profondità• Rispettare la pianifi cazione dell'immersione• Evita o riduci l'affaticamento in immersione che sono la causa di un

aumento dell'assorbimento di Azoto• Evita variazioni frequenti di quota di immersione rispettando il profi lo

pianifi cato• Proteggerti adeguatamente dal freddo che è causa di vasocostrizione

e disidratazione per incremento della diuresi e un ulteriore fattore di stress con aumento dell'attività cardiocircolatoria

Durante la risalita:• Mantieni una velocità di 9/10 m/min fi no alla soste di scurezza• Evita continui cambi di quota controllando la propria posizione e

l'assetto, limitando il lavoro muscolare

Dopo la riemersione:• Proteggiti dalla perdita di calore con indumenti adeguati• Non effettuare mai tentativi di ricompressione in acqua in caso di

sospetto incidente decompressivo• Evita sforzi, non trasportare subito dopo la riemersione la tua

attrezzatura pesante• Non sottovalutare mai l'insorgenza, anche tardiva, di qualsiasi sintomo

dopo un'immersione e consulta il DAN per valutare la situazione• Lascia trascorrere il giusto intervallo di tempo dall'ultima immersione

prima di volare (durante la tua pianifi cazione devi tenere conto se devi volare) Segui le raccomandazioni del DAN: almeno 12 ore dopo una singola immersione in curva di sicurezza, almeno 24 ore dopo immersioni ripetitive o immersioni con decompressione

• Evitare immersioni in apnea dopo un'immersione con autorespiratore

In caso di emergenza (anche sospetta):• Assistere l'infortunato• Posizionarlo supino se è incosciente, ma respira, metterlo in posizione

di sicurezza (lato sinistro)• Controllare le funzioni vitali: pervietà vie aeree - respirazione - circolazione

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• Avviare la RCP se si è addestrati e se si rende necessario• Somministrando liquidi ma solo se cosciente• Coprire l'infortunato per mantenere la giusta temperatura corporea e/o

posizionandolo in luogo ventilato se esposto al sole

• Offrire Ossigeno normobarico al 100%, la somministrazione di qualsiasi tipo di farmaco o altro è di esclusiva competenza medica.

• Procedere all'esame neurologico (vedi tabella fi ne modulo)• Nel caso in cui sia conclamata o, si abbia anche il solo sospetto di una

PDD occorre agire con tempestività: allerta il pronto intervento

(118/112-1530 Emergenza in mare DAN Europe Emergenze+39 06 42118685)

ConsiderazioniPur adottando tabelle e profi li d'immersioni (computer-gas respirati) va sempre tenuto conto che sono la risultanza di calcoli ed esperienze empiriche applicate su un modello biologico pertanto suscettibili di infi nite ed imprevedibili variabili, spesso non quantifi cabili.Per tali motivi ogni subacqueo avanzato deve acquisire la necessaria consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità e conseguentemente adottare tutte le opportune procedure per aumentare il margine di sicurezza per se e per i propri compagni di immersione.

Problematiche e rimediValutiamo ora alcune situazioni e problematiche suggerendo il loro possibilerimedio.

Tabelle - Programma sempre la tua immersione e porta sempre con te le tabelleD'immersione, non affi darti al solo computer per immersioni. Primo Soccorso e CPR - Ogni subacqueo avanzato dovrebbe essere addestrato a praticare la CPR, le tecniche di primo soccorso ed

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a somministrare Ossigeno normobarico.Tale addestramento è fornito ad esempio dal D.A.N. (Dive Alert Network).Controlli di superfi cie - Attua sempre, immediatamente prima di ogni tua immersione, i controlli di superfi cie che apprenderai in questo corso, sono la garanzia che tutto è stato controllato immediatamente prima di lasciare la superfi cie.

Perdita del gas di fondo - Richiedi immediata assistenza dal tuo compagno d'immersione che, se necessario, dovrà cedere la sua frusta lunga. L'immersione deve obbligatoriamente terminare e risali condividendo il gas con il tuo compagno. Prevedi la necessaria scorta di gas anche per la sosta di sicurezza.

Secondo stadio in erogazione continua o malfunzionamento di un erogatore - Richiedi immediata assistenza dal tuo compagno d'immersione che, se necessario, dovrà cedere la sua frusta lunga e aiutarti, se non risolvi da solo, alla chiusura del rubinetto al quale è collegato l'erogatore difettoso. Se mantieni l'opportuna calma, dovrai sostituire l'erogatore da cui stai respirando con l'erogatore d'emergenza; procedi poi alla chiusura del rubinetto in cui è presente l'erogatore in continua o il separatore centrale della rubinetteria. L'immersione deve obbligatoriamente terminare e risali eventualmente condividendo il gas con il proprio compagno respirando dalla frusta lunga.

Problematiche del gav - Mancanza di spinta o gonfi aggio continuo. La mancanza di spinta può dipendere da svariati motivi. Il sacco si è bucato o lacerato, la valvola di scarico/sovrapressione non tiene, o può essere rimasto incastrato il cordone dello scarico rapido, sono problemi che diffi cilmente si possono risolvere sott‘acqua e pertanto richiedono un‘alternativa. Un giusto ed appropriato assetto sono condizioni essenziali in acqua, anche perchè ti consentono di gestire un gav malfunzionante con risultati migliori. Un secondo sistema di gonfi aggio abbinato ad una seconda sacca presente nel gav e o l'utilizzo di una muta stagna ti possono fornire un ulteriore sistema ridondante. Altra possibilità è quella di lanciare un pallone verso la superfi cie ed usare la cima per tirarsi a braccia (soluzione non facile dato il diametro delle cime spesso usate). In caso di gonfi aggio continuo della frusta di bassa pressione occorre, rapidamente, passare al suo sganciamento e contemporaneamente premere la valvola di scarico per evitare pericolose pallonate.

Malfunzionamento del computer - Utilizza uno strumento di scorta (computer o timer) e pianifi ca sempre l'immersione con le tabelle.

Superamento del tempo o della profondità pianifi cata - Un subacqueo avanzato non deve superare i valori pianifi cati, deve avere un buon controllo dell'assetto.

Perdita della cima o del punto di risalita - Anche i migliori subacquei possono, per svariate condizioni perdere il punto in cui iniziare la risalita,

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ciò può generare parecchi inconvenienti e causa di incidenti quali: risalite incontrollate, incapacità di gestire le soste di sicurezza per problemi di assetto, mancanza di gas di scorta. In questi casi devi mantenere la calma e l'auto controllo, dopo il segnale di fi ne immersione procedi con una risalita controllata: il buon funzionamento del sistema di coppia permetterà ad un subacqueo di mantenere il controllo della quota mentre all'altro di attivare il lancio controllato del pallone per segnalare in superfi cie il punto di riemersione e l'eventuale richiesta di assistenza o di gas per la decompressione Separazione dal compagno - Partendo dall'assunto che mai si dovrebbe perdere il proprio compagno d'immersione, vediamo, nell'eventualità, quale comportamento adottare.

Prima di iniziare un'immersione, durante la sua pianifi cazione è necessario accordarsi anche sulle procedure di separazione sia essa casuale o volontaria (esempio due sub con compiti diversi: fotografa il primo e il secondo disegna la mappa di un particolare del relitto)

Procedure:• osserva con attenzione i particolari del punto in cui si è perso il

contatto• controlla la pressione del gas di fondo, il tempo e la quota raggiunta• alzarti di uno/due metri girandosi a cerchio per vedere eventuali bolle

o luci• usa dei richiami sonori (es picchiare sulle bombole o su parti di metallo

se ci si trova su un relitto)• ritorna all'ultimo punto in cui avevi ancora il contatto, nel caso non

ci sia nessuna risposta positiva attendi non più di un minuto (se sei ancora nei tempi previsti dal piano) altrimenti se sei giunto alla fi ne del tempo pianifi cato inizia la risalita, forse vi ritroverete sulla cima) Una volta giunti in superfi cie, se non hai segni della presenza del tuo compagno, attiva le procedure di ricerca di un subacqueo disperso.

Affanno: allenamento, diminuire o rallentare il lavoro, effettua respiri lenti e profondi, mantieniti in assetto e nel caso se fosse possibile appoggiati sul fondo; comunicalo al compagno nel caso "non se ne fosse accorto".

Mutamento condizioni ambientali - Situazioni impreviste, quali scarsa visibilità, cambi di corrente, sedimento possono mutare le condizioni del luogo in cui ti immergi e possono essere fonte di incidenti. Anticipa la discussione di questa eventualità con tutto il team già durante la fase di programmazione e pianifi cazione, ciò ti permetterà di individuare sia le eventuali problematiche cosi come le soluzioni per risolvere gli imprevisti.

Comunicazioni fra subacquei e il punto di risalita - In caso di visibilità limitata o quasi nulla (ma a questo punto fatti una domanda:cosa ci stai a fare ancora lì?).

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In caso di visibilità buona o accettabile le forme di comunicazioni cui fare uso possono essere le lampade subacquee, richiami sonori e notes plastifi cati per eventuali comunicazioni scritte.Per mantenere il contatto con il punto di riemersione, ad esempio la cima di risalita di una barca, nel caso la visibilità non lo consentisse, potresti usare il tuo mulinello per stendere un fi lo d'Arianna con l'ancora o il punto in cui è fi ssata la cima di discesa. Prendi i riferimenti della quota e bussola e inizia l'immersione srotolando la cima del mulinello mantenendola sempre in tensione, lontana dal corpo e in mezzo alla coppia dei subacquei o mettendoti in fi la indiana (chi ha il mulinello resta davanti) se la situazione lo richiedesse, facendo attenzione a non impigliarsi.

3.3 Relitti

I subacquei si dividono in due categorie, quelli che dai relitti sono tiepidamente incuriositi| ma che tutto sommato preferiscono una bella immersione naturalistica sottocosta o magari su una secca al largo e gli altri, quelli che al solo sentir nominare la parola relitto drizzano le orecchie, interrompono il discorso che stavano facendo, diventano ansiosi di sentire, vedere, di non perdere una sola parola di chi sta raccontando. Per costoro non c'è immersione più appassionante e gratifi cante di una discesa su un relitto, fosse anche su quattro lamiere in croce nell'acqua torbida.

Guardare e non toccare, un tasto molto delicato, non c'è dubbio, visto che abbiamo il privilegio di vedere in esclusiva, noi subacquei ci sentiamo anche in diritto di prendere qualche ricordo.

Un discorso vecchio di una subacquea ormai muffa e stantia, retaggio dei primi decenni di attività, quando sott'acqua ci si andava con lo schioppo in mano per pescare, razziare depredare.

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Oggi sott'acqua si va per ved; certo, dirà qualcuno, è una forte emozione portar via una bella suppellettile da un relitto, a questi, allora, si deve rispondere che vedere il duomo di Milano non dà nessuna emozione, visto che non ci si può portar a casa una statua. Non si deve pertanto considerare i relitti come "res nullius", terreno di caccia privato, un patrimonio di tutti noi subacquei, raro, irripetibile e tutti abbiamo il diritto di vederlo anni dopo, come fossimo i primi visitatori.

Immergersi su un relitto è sempre una forte emozioneÉ diffi cile immergersi sui relitti? No, non in particolare, quello che è diffi cile è la situazione in cui a volte un relitto può trovarsi:al largo - lontano dalla costa - possibili correnti - visibilità scarsa.

Condizioni quindi che potrebbero essere non idonee e quindi con la necessità di dovremo rinunciare all'immersione, anche se l'abbiamo programmata, studiata, pianifi cata e sognata da tempo. Questa è la grande diffi coltà, saper rinunciare, molto più facile accettare la sfi da, rischiare, fare l'immersione anche se il mare sta montando, se la

visibilità è pessima, se l'assistenza di superfi cie non ci convince, allora nascono i problemi.Questa parte del manuale nasce per fornire ai subacquei le indispensabile informazioni per affrontare questo tipo d'immersioni in sicurezza.

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Principali tipi di relittiQuando si parla di relitti, chi non è subacqueo pensa subito a qualche antico galeone carico d'oro o ad antichi velieri adagiati sul fondo con alberatura e sartiame in perfetto stato e l'immancabile forziere del tesoro nella cabina del comandante, pronto a essere scoperto e prelevato dal primo visitatore.La realtà è invece molto diversa, il mare distrugge nel giro di pochi anni tutte le strutture di legno che costituiscono scafo, alberatura e sovrastrutture e delle centinaia di migliaia di navi naufragate fi no all'avvento degli scafi in ferro restano pochissime tracce sul fondo corrispondenti alle scarse strutture metalliche o a quelle

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parti del carico non deperibili né attaccabili dalle teredini, come anfore - bottiglie - ceramica - metalli e minerali.

I relitti sui quali punta la propria attenzione il moderno appassionato sono pertanto tutti abbastanza recenti, perlopiù di navi delle due guerre mondiali, con alcuni scafi che si spingono indietro nel tempo fi no a circa metà dell'ottocento, quando le costruzioni in ferro cominciarono a fare la loro comparsa. La parte del leone spetta sicuramente all'incredibile quantità di mezzi naufragati durante l'ultimo confl itto, non solo navi e mezzi nautici di ogni tipo, ma anche aerei, che giacciono sul fondo da una sessantina d'anni e hanno tutto il fascino dei relitti antichi, consentendo però di effettuare ancora ricerche con qualche speranza di risultati negli archivi storici, militari e perfi no sul campo, questi si aggiungono anno dopo anno gli altri relitti che il mare imperterrito aggiunge alla lunga lista, frutto di burrasche, incendi, collisioni, esplosioni, cedimenti strutturali, sabotaggi o eventi bellici.

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Tipologia delle navi e singoli elementiQuando una nave o un aereo spariscono dalla superfi cie, ha inizio la loro nuova vita sotto forma di relitti, non può esserci regalo più gradito per gli abitanti marini, sempre in cronica penuria di alloggi e le strutture vengono ben presto prese d'assalto da parte di migliaia di organismi, che fanno a gara per accaparrarsi lo spazio disponibile. Quest'opera di colonizzazione trasforma più o meno profondamente le strutture, che perdono la tradizionale fi sionomia per assumerne una nuova, spesso diversa e irriconoscibile. Chi non ha un occhio esperto e allenato si troverà spesso nell'incapacità di capire di fronte a quale particolare o attrezzatura si stia trovando.Capire un relitto signifi ca dunque saper leggere quello che il mare cela sotto questo camuffamento biologico e naturalmente sarà avvantaggiato chi ha una buona conoscenza delle varie attrezzature di bordo, della struttura di una nave o di un aereo, chi ne conosce i dettagli tecnici e costruttivi.

Analizziamo dunque le varie strutture di una nave e cerchiamo di imparare nomi, forme, particolari che ci aiutino a leggere le

strane forme di un relitto trasformato dal mare.

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LegislazioneAbbiamo già visto nei capitoli introduttivi come l'esploratore di relitti dovrebbe far sua la fi losofi a del: guardare e non toccar, indice di un approccio maturo e civile al mare e non dell'ormai antiquata fi losofi a da Far West, del quel che trovo, lo prendo.

Ovviamente tra le due teorie estreme ci sono vari livelli intermedi, indubbiamente diffi cile resistere alla tentazione del portare a galla un piccolo oggetto scovato nel sedimento di un locale interno, come un piatto, una tazzina, un oggetto di bordo e possiamo consigliare di non farlo, per la gioia dei visitatori futuri, ma non certo mettere in croce chi se lo porta

via .Ben diverso è invece l'atteggiamento di chi scende su un relitto con lo scopo precipuo di smontare, portandosi appresso ferri e utensili di varia natura. Qui non si tratta più di portare a casa un ricordino ma di smantellare un relitto e la differenza è sostanziale.Che dice a tale proposito la legge? è credenza diffusa che tutto quanto si trovi sott'acqua sia res nullius a disposizione dello scopritore. La verità è invece assai diversa, anche se varia da nazione a nazione, con leggi spesso complicate e regole non sempre chiare. Innanzi tutto bisogna distinguere tra relitti giacenti in acque territoriali o internazionali.

Il primo caso è ovviamente quello più comune e in ogni modo, per la nostra legislazione, le cose cambiano assai poco se il recupero viene effettuato da imbarcazione battente bandiera italiana. Le nostre leggi prevedono che ogni relitto abbia un legittimo proprietario, che può essere la compagnia armatrice, quella assicuratrice o lo Stato italiano.I relitti abbandonati, ovvero quelli i cui proprietari non siano più rintracciabili, passano di diritto allo Stato italiano.

La materia, come dicevamo, è intricata, dato che si occupa prevalentemente di recupero di carichi di cospicuo valore economico e non certo di oggettini trovati a bordo. Fa quantomeno sorridere pensare di dover stipulare un contratto di recupero con il proprietario oppure l'acquisto del relitto stesso, per recuperare un paio di bottiglie o di piatti, ma ci sono carichi di valore enorme che necessitano di leggi ben precise, basti citare a tale proposito l'oro recuperato dall'Edinburgh e dall'Atocha o dalla Central America, dove solo per quest'ultimo si parla di circa 1.500 miliardi delle nostre vecchie lirette!

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In ogni caso è bene sapere che il recupero non autorizzato di oggetti è comunque un atto illecito e che il legittimo proprietario potrebbe rivendicarne il possesso. Vi è poi il capitolo riguardante le navi da guerra affondate in combattimento, praticamente tutte le Marine Militari del mondo rivendicano la proprietà delle loro navi e di quanto in esse contenuto, compresi eventuali resti umani, ovunque sia avvenuto l'affondamento in battaglia Tutto bene fi ntanto che il relitto giace in patri, ma la cosa si complica quando| come spesso accade, il relittoì giace in acque territoriale straniere. In questo caso il relitto dovrebbe appartenere allo stato nelle cui acque si trova, ma ci sono numerosi casi che smentiscono quanto sopra.

Diciamo che in genere vige la regola del fair play e si evita di disturbare con recuperi non graditi un relitto militare di un altro paese.

A proposito di navi militari, vale la pena di ricordare di stare alla larga dal materiale bellico, ovvero da proiettili di vario calibro, granate, mine, bombe di profondità, siluri, detonatori e dalle relative armi.

Da un lato per il pericolo di esplosioni che può diventare critico, su alcuni ordigni, dopo un certo numero di anni dall'affondamento e che comunque resta potenzialmente tale per moltissimi anni, possono essere pericolosi ancora alcuni ordigni della prima guerra mondiale; in secondo luogo per il pericolo ancora più consistente di farsi beccare con materiale del genere in casa, un reato gravissimo, severamente punito dalla legge.

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Attrezzature

Panoramica1. Requisiti2. Parametri

Ogni buon subacqueo, deve saper gestire la propria attrezzatura in modo effi ciente, affi darsi alla sola attrezzatura senza avere un buon addestramento metterebbe in condizione di non sentirsi a proprio agio creando delle diffi coltà anche nel risolvere le situazioni più normali.

É fondamentale che un subacqueo acquisisca abilità con la propria attrezzatura o con quella richiesta per quella specifi ca immersione.

L'attrezzatura utilizzata per un'immersione su un relitto è la stessa che utilizziamo per ogni nostra immersione ma occorre a questo punto rivederla, migliorarla ed arricchirla per avvicinarla il più possibile a determinati requisiti e parametri.

Requisiti:1. circostanze2. sicurezza3. ridondanza4. comfort5. condizioni del relitto6. condizioni meteo/marine

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Parametri:1. Bilanciamento accurato dei pesi2. Riduzione al minimo delle sporgenze di fruste, accessori o strumenti3. Razionale disposizione degli accessori che ne renda pratica e facile la

localizzazione e gestione4. Semplice, ordinata e funzionale5. Ridondanza dei sistemi6. Qualità dei materiali7. Accurata manutenzione

Fra le attrezzature subacquee base e specifi che, nelle immersioni sui relitti, riveste una particolare importanza il mulinello.

Può essere utilizzato come cima guida srotolandolo quando la visibilità diminuisce o durante una perlustrazione, diventa uno strumento indispensabile per andare e tornare al punto di partenza o alla cima dell'ancora. Può essere usato per sistemare una cima di sicurezza o come cima di collegamento della coppia in immersione in acque con visibilità limitata.La cima rilasciata può anche essere usata per la ricerca e il recupero o per delimitare una zona.Collegando il capo della cima ad un pedagno, successivamente gonfi ato tramite un erogatore o una frusta, utilizzeremo la cima come riferimento per la risalita in caso d'emergenza o semplicemente per risalire.É importante che i mulinelli siano in acciaio inossidabile o in alluminio anodizzato, in modo da resistere alla corrosione dell'acqua salata e che siano costruiti in modo tale da poter essere utilizzati in maniera molto semplice.Devono avere la possibilità di bloccare il mulinello e dotati di pomello d'avvolgimento facilmente utilizzabile.

La cima usata dalla maggior parte dei mulinelli è di nylon intrecciato con spessore che varia dai due ai tre millimetri.É utilizzato il nylon perché è resistente alle abrasioni, si nota facilmente e affonda, non si deve utilizzare una cima galleggiante in quanto può essere causa di imprevisti e fastidiosi aggrovigliamenti e non rimarrebbe dove è sistemata.

Quando si srotola la cima, occorre farlo mantenendo una pressione costante. Il modo più usato è quello di praticare una leggera pressione con un dito sul rocchetto del mulinello quando si srotola la cima, mentre quando si riavvolge bisogna prestare attenzione che la cima si posizioni in modo uniforme sul rocchetto per prevenire blocchi.Attenzione anche al meccanismo di frizione/blocco che non deve rendere diffi coltoso il suo funzionamento causando l'uscita della cima dalla sede del rullo.

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É inoltre consigliabile avere con sé anche un piccolo rocchetto con almeno 15 metri di cima (spool) di emergenza utilizzabile in caso di ripristino di cavi guida interrotti, per ricerca della sagola principale, per prolungare il reel o inviare un secondo pallone d'emergenza in superfi cie da profondità modeste. Bisogna ricordarsi che non basta avere un mulinello e un pedagno, ma che occorre un corretto addestramento per il loro utilizzo.

Programmazione ed immersione sul relitto• Premesse• Consumo d'aria e autonomia• Piano d'immersione• Procedure e tecniche d'immersione: 1. coppia 2. team 3. Attività esterne ed interne:• Discesa• In quota, sul relitto• Esplorazione• Assetto- postura-propulsione• Risalita/Uscita dall'acqua

Pianifi ca sempre l'immersione con il Team

PremesseDopo aver ripassato in acqua il piano d'immersione, eseguito i controlli di superfi cie, si da il via alla prima fase della discesa che, come detto, va effettuata sempre lungo un riferimento che è solitamente rappresentato dall'ancoraggio della barca o da una cima già presente sul posto. Questa procedura fornisce sicurezza per il vincolo che offre in caso di correnti, per il controllo della velocità e per la sicurezza di giungere sul punto desiderato, oltre a comunicare psicologicamente un collegamento con la superfi cie ed essere un utile punto di partenza per brevi esplorazioni sul fondo (con l'ausilio di un reel) in caso di scarsa visibilità. Una volta scelto, e localizzato il relitto, si passa alla sua esplorazione. defi niamone prima però tre fasi basilari che prevedono:

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1. Studio delle informazioni a disposizione2. Pianifi cazione2.1 Preparazione del subacqueo 2.2 Piano di immersione3. Immersioni di ambientamento e ricognizione

La preparazione del subacqueo concentra tutta l'esperienza acquisita, gli insegnamenti, i consigli, le tecniche apprese, le immersioni effettuate, le letture specifi che e gli approfondimenti. Il piano d'immersione prevede l'elaborazione dei dati raccolti e la stesura del programma dell'immersione, secondo precise componenti.La pianifi cazione và effettuata da tutti subacquei partecipanti all'immersione, sia per la scelta del relitto, se organizzata autonomamente, sia se ci si affi da ai servizi di un Diving Center.Per far sì che la Pianifi cazione sia funzionale ed effi cace dovrà essere predisposta prima del giorno dell'immersione.

Una buona pianifi cazione rispondere ad alcune semplici,ma precise domande:

Cosa succede se...? Anticipare un ipotetico inconvenienteCome evitare che…? Prevenire per non compromettere la sicurezza

dell'immersioneCosa fare se…? Nel caso si verifi chino imprevisti o emergenze

(piano alternativo)Sarò in gradi di...? Controllo dello stress e addestramento di ogni

subacqueo

Nella pianifi cazione vanno inoltre considerate attentamente i seguenti dati e fattori:

• Esperienza propria, del compagno e degli altri componenti del team (sistema di coppia/team)

• Tipo di relitto (grandezza, posizione, caratteristiche)• Profondità/Durata dell'immersione (in funzione della curva di sicurezza) • Visibilità • Presenza e forza delle correnti (sia in superfi cie così come sul fondo)• Temperatura dell'acqua (in particolare sul fondo)• Attrezzatura specifi ca (personale e/o del team)• Aria o altri gas respirabili (Nitrox) se abilitati • Consumi personali e del team ( T.C.S.)• Distanza dalla costa (utile per i tempi di vestizione dei sub e per il

tempo di navigazione)• Assistenza di superfi cie (diving o barca privata)• Raggiungibilità delle strutture sanitarie d'emergenza ( o saper dove

attendere i soccorsi es elisoccorso o vedette della Capitaneria di Porto)

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Consumo d'aria (nitrox) e autonomia• La quantità d'aria necessaria all'immersione dipende dalle

caratteristiche del relitto, dal tipo di esplorazione che si intende fare e dalle condizioni ambientali

• Bisogna assicurarsi sempre di avere una buona scorta d'aria che ci dia la possibilità di affrontare e risolvere situazioni d'emergenza come quella di rimanere impigliati, aver smarrito la strada del ritorno e quindi la cima di risalita

Piano d'immersioneComponente essenziale di una buona pianifi cazione è il piano d'immersione; il quale deve essere:

• semplice• realizzabile• prudente• conosciuto

Per procedere alla stesura del piano dell'immersione, questo va scomposto ed analizzato nelle sue varie fasi (discesa, esplorazione, risalita, sosta di sicurezza) individuando i momenti più a rischio. Completata la parte preventiva della pianifi cazione, si passa alla realizzazione. L'attrezzatura va montata e controllata anche dal proprio compagno (buddy system). Giunti sul punto d'immersione vengono ultimati i preparativi e si ripassa mentalmente il piano stabilito. In acqua, poco prima del via e se le condizioni lo permettono, viene effettuato un ultimo briefi ng riepilogativo, da parte del Divemaster/Istruttore o altro responsabile dell'immersione, immediatamente prima della discesa. É assolutamente indispensabile, da questo momento, attenersi scrupolosamente alle informazioni ricevute, al piano stabilito.L'immersione su un relitto può essere distinta in due livelli "ricreativi" di esplorazione:

1. Esterna. È l'esplorazione più sicura anche per quei subacquei che hanno avuto una specifi ca preparazione.

2. Interna (limitata). Esplorazione consigliata solo dopo l'apprendimento di quelle tecniche che si possono apprendere frequentando un corso di specializzazione Wreck's Diver CMAS-PTA e acquisendo anche la necessaria esperienza immergendosi con compagni più esperti e/o facendosi guidare da Istruttori, Divemaster presso qualifi cati Diving Center.

Procedure e tecniche d'immersione - Sistema di coppiaUn subacqueo deve sempre ricercare di utilizzare un buon sistema di coppia, altrimenti sarà un cattivo compagno di immersione. Compagni di immersione occasionali possono essere causa di incomprensioni, poiché la mancanza o un errato utilizzo del sistema di coppia portano a situazioni non"conosciute" e ad aspettative differenti.

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Dopo ogni immersione si dovrebbe effettuare un debriefi ng riepilogativo al quale tutti i componenti della squadra concorrono per verifi care se il piano programmato è stato seguito alla lettera o se vi sono state diffi coltà, per evidenziare eventuali modifi che da apportare alle procedure o alle attrezzature nelle successive immersioni, per esporre impressioni o problemi, descrivere modalità, aggiungere particolari utili per completare l'eventuale schizzo del relitto, ecc.

Immersioni in teamTutte le informazioni raccolte potranno essere impiegate per compilare una scheda fi nale comprendente oltre ai dati puramente tecnici dell'esplorazione anche un disegno del sito perchè diventino parte di un archivio che si rivelerà utilissimo per eventuali successive visite.Andare oltre i propri limiti e/o costringervi un membro della squadra può portare a risultati non controllabili potenzialmente pericolosi. Questo non vale solo per le immersione sui relitti, ma anche nelle più semplici delle immersioni ricreative.Conoscere le capacità di ogni singolo sub e del Team nel complesso è una delle preoccupazioni principali del subacqueo preparato, addestrato e sicuro.L'approccio di un buon team prevede discussioni post - immersione, nelle quali analizzare ogni aspetto della pianifi cazione e dell'esecuzione.

Comunicazioni con il compagnoIn qualsiasi immersione, e a maggior ragione in quelle sui relitti, le informazioni che non sono comprese perché non si è utilizzato effi cacemente un sistema di comunicazione possono generare una situazione di rischio aumentando lo stress. Per esempio, un subacqueo particolarmente emotivo

in quella situazione dovrebbe poter comunicare facilmente il suo disagio al compagno o al capo immersione prima che insorga un problema. In condizioni ottimali quali una buona visibilità e una giusta vicinanza, la comunicazione fra i subacquei che si immergono su un relitto è decisamente più facile: i segnali manuali, che già conosci, sono il metodo più semplice da utilizzare.

Strumenti di comunicazione:

• Segnali manuali (corso P1 - Open Water) farli ripassare facendoli provare in aula e poi durante l'esercitazioni subacquee

• Lavagnetta o block notes subacquei, utili per scriver frasi brevi (sott'acqua non è facile scrivere sia per problemi d'assetto sia quando si utilizzano guanti) così come per disegnare o annotare particolari

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• Lampade subacquee, indispensabile per vedere ma soprattutto per farsi vedere ed individuare dal compagno. Maggiore benefi cio lo si ottiene con l'uso di torce a grande intensità e con fascio di luce concentrato (utile specie in condizioni di sospensione di sedimenti).

• Shaker e altri segnalatori acustici tipo dive alert

Attività esterne ed interne

• Fase 1: ricognizione e visione d'insieme del relitto per valutarne la posizione, le diffi coltà, l' attrezzatura richiesta, l' interesse ambientale, storico e fotografi co. Valutando inoltre i possibili pericoli, i punti di maggiore interesse, le condizioni generali.

• Fase 2: esplorazione accurata dell'esterno del relitto, "sezionandolo" in parti e, se le dimensioni del relitto lo richiedono, dedicando ad ognuna di esse diverse immersioni. Questa fase potrà essere utilizzata anche per la stesura di uno schizzo del relitto che diverrà utile per la preparazione di eventuali successive immersioni.

• Fase 3: esplorazione interna del relitto, effettuata nei limiti della sicurezza, permette di conoscere ed approfondire le ricerche fatte a terra facendo vivere forti emozioni al subacqueo. Resta comunque un'attività da compiere con molta prudenza ed attenzione

Procedure di discesaCerca di utilizzare sempre il metodo più consono e sicuro per entrare in acqua rispetto alle condizioni dell'immersione. Se ci si immerge utilizzando una barca d'appoggio, sarà il comandante che ci dirà quale sarà la procedura più adatta per entrare in acqua.La discesa è un momento di controllo e anche di forte impatto emotivo se effettuata senza riferimento (nel blu): si verifi cheranno il corretto funzionamento degli strumenti e dell'attrezzatura, la loro posizione e raggiungibilità e, visibilità permettendo, si potrà avere una panoramica generale del sito che fornirà dati utili all'orientamento ed alla successiva ricostruzione dell'esplorazione ad immersione terminata.

In quota sul relittoRaggiunto il relitto e la quota di fondo programmata, dopo i normali controlli reciproci di sicurezza vanno immediatamente accertate la solidità della cima di discesa o dell'ancoraggio e la sua posizione rispetto al relitto e fi ssata mentalmente l'ubicazione per avere sempre presente il punto di risalita. Questa parte, essenziale, deve essere utilizzata anche per ambientarsi, per guardarsi intorno e focalizzare riferimenti utili all'esplorazione, per capire sul posto l'orientamento del relitto. Gli strumenti vanno controllati costantemente, considerando l'immersione su un relitto un'immersione "quadra", vanno controllati i computer o le tabelle/profondimetro per evitare di andare fuori curva di non decompressione e, ovviamente, il manometro per avere sotto controllo il proprio consumo.

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Durante tutta l'immersione và costantemente utilizzato il sistema di coppia per permettere un rapido intervento in caso di necessità senza dimenticare, in caso d'immersioni in gruppo, il contatto con altri sub e il Divemaster/Istruttore.

Esplorazione:

• esterna/perimetrale

Arrivati in prossimità del relitto bisogna dirigersi verso uno dei due lati e cercare di identifi care un particolare, una caratteristica o un punto del fondale e la sua posizione (è utile aver visto, prima dell'immersione, disegni - mappe - fotografi e del relitto).

Quando decideremo di tornare non dovremo far altro che girarci e nuotare lungo il perimetro del relitto fi nche non arriveremo al punto che ci eravamo mentalmente annotato.Si può prevedere un'osservazione panoramica dell'interno del relitto attraverso aperture quali: oblò - portelloni - boccaporti - ecc da effettuarsi utilizzando la torcia.

Oltre alla pianifi cazione sono vitali le impressioni che si provano in questi momenti: evitare assolutamente di inoltrarsi in luoghi nei quali non ci si senta a proprio agio, si avvertano sensazioni negative o si percepisca l'innalzamento pericoloso della soglia di stress.

L'immersione deve sempre essere prudente, controllando spesso la visibilità lasciata dietro di sé ed il tragitto percorso

Assetto /Postura/Propulsione

Estrema attenzione va posta alla presenza di sedimenti o depositi, oltre alla moltitudine di cime, corde, reti e sagole che solitamente costellano un relitto ed alle strutture ingannevolmente solide che in realtà possono rivelarsi pericolosamente instabili a causa dell'usura del tempo o della precarietà dei sostegni.

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Durante la ricognizione di un relitto ci si deve muovere con assoluta attenzione per evitare di compromettere la visibilità, di restare impigliati o di urtarne le strutture.

Il controllo dell'assetto è un elemento essenziale delle abilità subacquee ed è anche una delle abilità più diffi cili da padroneggiare per un novizio. Senza un adeguato controllo, i subacquei non solo provocano confusione intorno a loro, ma si espongono anche a pericoli. Dalla distruzione del fondo marino, all'attrezzatura danneggiata, uno scarso controllo dell'assetto può avere un considerevole impatto su sicurezza e divertimento. Un subacqueo con uno scarso controllo dell'assetto spesso cerca di sopperire a questa mancanza con uno sforzo fi sico maggiore. Per esempio, i subacquei che non sono neutri in acqua devono pinneggiare con maggiore energia semplicemente per non affondare. Questo sforzo di rimanere neutri è spesso ineffi cacie e produce un aumento dei consumi.Questa abilità subacquea, così essenziale ma così trascurata, è spesso causa per molti subacquei sotto stress o presi dal panico, di diffi coltà anche gravi. PropulsionePer muoversi in maniere effi cace è necessario utilizzare le tecniche più appropriate che possono differire a secondo delle condizioni e l'ambiente che possiamo trovare quali:

1. sedimenti 2. materiale fragile e pericoloso3. fl ora e fauna acquatica4. correnti5. ecc.

Procedure di risalita e uscita dall'acquaSe non intervengono situazioni di emergenza, l'immersione fi nisce una volta raggiunti i limiti di tempo o di scorta dei gas programmati. Inizia quindi il ritorno verso la cima di risalita, indipendentemente da cosa ancora si sarebbe potuto vedere.Fondamentale sarà, come sappiamo, non eccedere con i tempi di fondo pianifi cati per non incorrere in problematiche penalizzazioni o nell'esaurimento anticipato della scorta dei gas (non dimentichiamo che i relitti possono essere di una certa lunghezza e, nell'entusiasmo dell'immersione, non ci accorgiamo che i minuti passano e il tempo programmato per l'immersione sta per terminare quando ci si trova a poppa e la cima di risalita è a prua).

Problematiche e procedure per emergenzeProblemi specifi ci e Procedure per emergenze:

• Cedimenti strutturali• Afferrature/Impigli • Perdersi sul relitto/Separazione dal compagno• Non trovare la cima di risalita

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Situazioni d'emergenza

Le situazioni d'emergenza che si possono affrontare durante le immersioni su un relitto possono essere molteplici e di varia natura:

- Fisiche: narcosi, affanno, vertigini, etc. - Psicologiche: stress, ansia, attacchi di panico, etc.- Pratiche: guasti o danni all'attrezzatura, esaurimento della scorta di aria o nitrox, etc.- Ambientali: restare impigliati od incastrati nelle strutture, scarsa visibilità etc.

Le situazione legate ad aspetti fi sici-psicologici e pratici, sono temi trattati sia nel corso precedente (P1) sia in altre parti di questo stesso manuale, in questa sezione vogliamo prendere in esami quelli legati ai fattori ambientali.

Problemi specifi ci e Procedure per emergenze:

Cedimenti strutturali Un relitto rimanendo sott'acqua per lungo tempo è soggetto alla corrosione della salsedine, le correnti e le mareggiate poi concorrono ad indebolire le strutture portanti fi no a cedere improvvisamente, creando perciò delle trappole pericolose per chi frequenta questi luoghi.Un movimento incauto, una pinneggiata maldestra o il solo gorgoglio delle bolle emesse dai subacquei possono alterare un equilibrio precario di strutture già deboli, causandone il cedimento; in questa situazione il subacqueo può rimanere intrappolato all'interno del relitto avendo la via d'uscita ostruita oppure restando afferrato dalla parte ceduta.Un corretto ed effi cace sistema di coppia,una buona pianifi cazione e ascoltare attentamente il briefi ng pre immersione sono le condizioni ottimali per prevenire e limitare le situazioni pericolose. Afferrature/impigli I pescatori sanno bene che un relitto attrae pesce in quantità ed è per questo motivo che calano le loro reti e lenze da pesca (grosse e spesse come quelle strascicanti, fi ni e a maglie larghe quelle stanziali) rimanendo spesso intrappolate dal relitto e costringendoli ad abbandonarle costituendo pericolose trappole per il subacqueo.I pescatori sanno bene che un relitto attrae pesce in quantità ed è per questo motivo che calano le loro reti e lenze da pesca (grosse e spesse come quelle strascicanti, fi ni e a maglie larghe quelle stanziali) rimanendo spesso intrappolate dal relitto e costringendoli ad abbandonarle costituendo pericolose trappole per il subacqueo.

Separazione dal compagnoAl momento di staccarsi dal fondo manca un componente (situazione drammatica ma che vede la totale inosservanza di ogni precauzione ed accortezza imparate sin dal corso Open Water), la procedura da adottare

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prevede una serie di fattori e condizioni, in particolar modo la scorta dei gas respiratori, il tempo residuo della curva di sicurezza e le condizioni di visibilità.

Non trovare la cima di discesa per la risalitaUn'immersione tranquilla e ben gestita deve sempre terminare riemergendo sotto la barca d'appoggio (quando utilizzata) in quanto una riemersione in acqua libera è potenzialmente pericolosa per il passaggio di eventuali natanti sia per la presenza di corrente che può portarci lontano alla barca; ricordiamo che siamo a fi ne immersione stanchi e probabilmente con poco gas nella bombola.

La situazione può essere provocata da diversi fattori che vanno dalla scarsa visibilità, alla perdita di orientamento, allo sgancio dell'ancoraggio, alla carenza di scorta di gas, ad un'emergenza. In questi casi è indispensabile attuare le seguenti procedure alternative:

Risalita "nel blu" o "in libera" Situazione problematica ed impegnativa, è la condizione da evitare maggiormente, anche se, a volte, si è costretti ad eseguirla per far fronte ad situazioni più o meno serie.

La risalita in libera e la scarsità di riferimenti comportano:Diffi coltà nel controllare la velocità di risalita e la quota sosta di sicurezza assenza di segnalazione in superfi cie del punto di risalita e delle comunicazioni con la barca appoggio mancanza di una assistenza di superfi cie almeno fi no all'emersione impossibilità ad utilizzare l'eventuale scorta di gas d'emergenza aumento dello stress instaurarsi di una situazione di emergenza.

Fondamentale in questa eventualità è il controllo sugli strumenti, in particolare sulle informazioni di profondità e velocità, per controllare la risalita e sottrarsi al disorientamento provocato dall'assenza di riferimenti visivi e il mantenimento dell'assetto e del sistema di coppia.Tutto ciò comunque si può tranquillamente evitare effettuando un attenta pianifi cazione/programmazione con il proprio compagno/team unita ad un continuo addestramento.

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Regole di basePrima di ogni ulteriore considerazione, indichiamo, qui di seguito, un decalogo di comportamento da seguire in immersione che tiene conto di vari aspetti, quale la tecnica, la sicurezza, oltre a quello morale. Anche se alcuni punti possono sembrare ovvi o banali, si ritiene doveroso ricordarli:

• Scendere e risalire unicamente lungo una cima: solitamente un relitto si trova lontano dalla costa e ciò rende impossibile sfruttare pareti o fondali come riferimenti visivi durante la discesa o la risalita. Restare costantemente attaccati ad una cima fi ssa o alla catena dell'ancora offre sicurezza, sottrae al disorientamento ed evita di allontanarsi pericolosamente dal relitto durante la discesa ed anche dalla barca appoggio durante la risalita.

• Portare con sé durante l'immersione tutto quanto sia indispensabile per la risalita: in caso di perdita della cima di riferimento il subacqueo dovrà affi darsi unicamente alla propria attrezzatura e alla scorta di gas che ha con sé.

• Non seguire né tagliare sagole o cime che penetrino nel relitto: una cima trovata sul posto non garantisce continuità e può interrompersi improvvisamente; oppure potrebbe essere stata posizionata od utilizzata come fi lo d'Arianna da sub che si trovano ancora all'interno del relitto e che quindi confi dano in essa per riguadagnare l'uscita. Nel caso ci si trovasse costretti a tagliare una cima per potersi liberare dopo essersi impigliati, ripristinare immediatamente la continuità del riferimento utilizzando un piccola cima di emergenza.

• Non seguire subacquei che si inoltrano in spazi ristretti e sconosciuti del relitto: l'inadeguata preparazione o l'inconsapevolezza della situazione potrebbero essere estremamente pericolose.

• Non chiudere porte, portelloni, boccaporti o qualunque altro tipo di apertura di un relitto: possibilità questa assai remota in quanto normalmente la corrosione o le incrostazioni createsi rendono praticamente impossibile tale operazione; ricordiamo comunque che, se mai fosse possibile, così facendo si potrebbe negare l'uscita a chiunque si trovi all'interno o togliergli riferimenti visivi della via di ritorno.

• Non toccare, rimuovere o manomettere oggetti rinvenuti nei relitti bellici: nascosti dalle incrostazioni possono celarsi munizioni o ordigni ancora innescabili che potrebbero esplodere.

• Non asportare alcun oggetto dal relitto: un relitto è un patrimonio del mare e deve essere onorato come tale, anche per permettere a chi verrà dopo di noi di godere delle stesse emozioni. Un relitto è stato spesso teatro di drammi, di lutti e di atti eroici: non dobbiamo dimenticare quindi che alle vittime di tali tragedie ed agli uomini coraggiosi che vi hanno preso parte va portato il dovuto rispetto.

• Esercizio di base dell'immersione su relitto: Mappatura.• Durante l'immersione su relitto lo studente deve redigere una mappa

della zona e del relitto esplorato.• Redigere la mappa di un relitto sviluppa le abilità di orientamento e di

navigazione.

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• Per disegnare una mappa corretta occorre avere a disposizione una lavagnetta con matita e naturalmente una

• bussola.• É quindi necessaria una lavagnetta e una matita che potrà essere

usata in immersione per prendere note e• tracciare disegni, registrare i punti cardinali anche se la mappatura fi nale sarà ricomposta all'asciutto.

• Per eseguire una corretta mappatura occorre descrivere con proporzioni accettabili alcune caratteristiche essenziali.

Queste caratteristiche sono suddivise in 4 settori:

• 1° Settore: Tipologia del Relitto.• 2° Settore: Ambiente.• 3° Settore: Particolarità:• 4° Settore: Valutazione della diffi coltà dell'immersione.

• Tipologia del Relitto.• Descrivere se è antico, moderno, da guerra, commerciale, da diporto e

lo stato di conservazione.• Ambiente.• Descrivere il tipo di fondale, visibilità e/o correnti, vita marina, nord.• Particolarità.• Descrivere la presenza di reti, falle e/o squarci, la posizione assunta

sul fondo, armamenti, residuati separati.• Esercizi di Valutazione dell'Immersione su Relitto.• Master planning:• Briefi ng.• Controllo della funzionalità delle lampade subacquee.• Controllo pre-dive.• Controllo della pesata.• Discesa lungo la cima di discesa.• Sosta in quota per orientamento.• Controllo assetto idrostatico e pinneggiamento.• Risposta ai segnali con lampada*.• Mappatura• Risalita lungo la cima usata per la discesa.• Safety Stops.• Emersione• Uscita dall'acqua.• Mappatura corretta.• Debriefi ng.• Registrazione dell'immersione.

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3.4 Muta stagna

L'immersione con muta stagna del Corso P2 CMAS-PTA, in considerazione dell'area dove viene svolto il corso, può assumere una particolare importanza in quanto, oltre alla temperatura dell'acqua, dobbiamo considerare anche la dispersione termica corporea data dalla permanenza in acqua e per tale motivo si necessità di un'adeguata protezione termica.Un'immersione effettuata in condizioni di freddo, oltre a probabili rischi, signifi ca creare, per lo studente, un ostacolo al divertimento e all'entusiasmo all'attività subacquea.

Perché usare la muta stagnaIl comfort è il desiderio di ogni subacqueo. Quando un subacqueo si immerge al di fuori della propria personale zona di comfort, gradualmente il piacere dell'immersione diminuisce. Una delle principali cause di questo calo di comfort è sicuramente il freddo.Il sintomo più evidente degli effetti del freddo è

un senso di fatica eccessiva alla fi ne dell'immersione, fatica che produce inevitabilmente un calo della motivazione.

É altrettanto vero che ciascun subacqueo ha una differente zona di comfort in relazione alla sua maggiore o minore tolleranza allo stress indotto da cause esterne. Tuttavia è indubitabile che un subacqueo che si immerge con una muta umida ha una zona di comfort molto limitata.Infatti la protezione termica offerta da una muta umida è fortemente infl uenzata dalla sua vestibilità, dal suo spessore, dalla qualità del suo neoprene, dalla profondità dell'immersione (schiacciamento del neoprene), e dalla temperatura dell'acqua. Questi fattori tendono a perdere d'importanza nel caso di uso della muta stagna.

Fondamentalmente una muta stagna assolve al compito di mantenere il corpo asciutto, mentre la protezione termica viene demandata ad uno specifi co sottomuta. Esistono peraltro anche mute stagne che offrono una discreta protezione termica grazie al materiale impiegato per la realizzazione.Occorre tuttavia notare che il freddo non infl uisce solo sulla

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motivazione, ma anche sulla velocità di saturazione e desaturazione dell'Azoto contenuto nella miscela gassosa respirata secondo la legge di Henry (solubilità di un gas in un liquido in funzione della temperatura). Ne consegue che effettuare un'immersione a temperatura costante, sicuramente infl uisce sulla sicurezza in quanto il modello matematico adottato dalle tabelle di decompressione sarà più aderente alle reali condizioni in cui l'immersione stessa si è svolta.L'immersione con la muta stagna è semplicemente un modo diverso di fare immersione.Signifi ca condurre immersioni più piacevoli e più sicure. Signifi ca meno stress e più comfort.

L'immersione con muta stagna del Corso P2 CMAS-PTA(Advanced Scuba Diver)

L'immersione con Muta Stagna è, come ogni immersione del Corso P2 CMAS-PTA, un'immersione di esperienza e pertanto non ha la valenza di un programma didattico specifi co.Questa esperienza ha come scopo quello far conoscere i vantaggi che, l'uso di questo particolare equipaggiamento permette quali:

• immergersi con più sicurezza, durante tutte l'anno• maggiore comfort

Come funziona una muta stagna

Il funzionamento di una muta stagna avviene considerando tre punti essenziali:

• Sigillatura ermetica delle aree del collo e delle mani• Insuffl are gas all'interno della muta stagna• Compensare ed espellere il gas immesso

I materialiLe mute stagne si dividono in due grandi famiglie: mute in tessuto e mute in neoprene.Sono mute in tessuto tutte quelle mute realizzate in: trilaminato, poliuretano, trilaminato di poliestere, poldura, bilaminato, ecc.. Sono mute in neoprene quelle realizzate con neoprene.

A queste due famiglie se ne aggiunge una terza: le mute in neoprene precompresso e le mute inneoprene a cellule rotte. Sono mute dell'ultima generazione che grazie all'impiego di materiali relativamente nuovi, cercano di cogliere gli aspetti positivi delle mute in tessuto e di quelle in neoprene.

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Vediamo in sintesi le caratteristiche di queste tre famiglie di mute.

• Mute in tessuto: 1. leggere e facili da asciugare 2. nessuna protezione termica 3. facili da riparare 4. molta libertà di movimento a secco 5. scarsa idrodinamicità

• Mute in neoprene: 1. pesanti e diffi cili da asciugare 2. protezione termica in funzione dello spessore 3. non facili da riparare 4. scarsa libertà di movimento a secco 5. discreta idrodinamicità

• Mute in precompresso: 1. pesanti e diffi cili da asciugare 2. ottima protezione termica se paragonata allo spessore 3. non facili da riparare 4. buona libertà di movimento a secco 5. ottima idrodinamicità

• Mute in neoprene a cellule rotte: 1. pesanti e diffi cili da asciugare 2. scarsa protezione termica 3. diffi cili da riparare 4. buona libertà di movimento a secco 5. ottima idrodinamicità

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Visto ciò, cerchiamo di tracciare delle linee guida che possano aiutare nella non facile scelta.

Le mute in tessuto hanno dalla loro una grande praticità di utilizzo, soprattutto fuori dall'acqua.

Le mute in neoprene sono calde in acqua, ma non molto pratiche da gestire per i loro ingombri, per il loro peso e per la diffi coltà nell'asciugarsi.

Le mute in precompresso esprimono le loro migliori doti in immersione ove consentono idrodinamicità (taglio meno abbondante), protezione termica e robustezza; tuttavia fi nita l'immersione emergono il peso, la diffi coltà nell'asciugarsi.

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Le mute in neoprene a cellule rotte assomigliano molto alle mute in tessuto e come loro necessitano di sottomuta; in acqua tuttavia offrono grande comfort grazie al loro taglio non abbondante; il prezzo da pagare in superfi cie è dato da peso e lentezza nell'asciugarsi.Nella scelta del modello più adatto, dobbiamo valutare quale sarà il tipo di utilizzo prevalente. Non esiste in assoluto la stagna ideale, ma solo la stagna più adatta per certe condizioni.

Il consiglioIndividuato il modello che meglio risponde alle vostre esigenze guardate a questi particolari che si riveleranno estremamente importanti nell'uso pratico.

TagliaMai aderente. La stagna ha vestibilità comoda. La vestibilità andrebbe vista indossando lo stesso sottomuta che indosserete per le immersioni.

StivalettoNo agli stivaletti enormi. Il buon stivaletto non blocca l'articolazione del piede, non costringe all'uso di pinne di taglia spropositata. É piccolo e rinforzato solo dove serve: suola, tallone, punta.

TascheUtili ed indispensabili per contenere oggetti quali notes, maschera di scorta, spool etc...

NastraturaUna buona muta stagna è nastrata. La bandellatura interna è garanzia di tenuta nel tempo. Osservate in ogni caso la precisione della nastratura: avrete un'idea della cura posta nella realizzazione della muta.La nastratura può essere effettuata o con l'applicazione di un apposito nastro o con uno speciale sigillante polimerico.

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AssistenzaPrima o poi avrete necessità di assistenza per la vostra muta stagna: valutate se chi vi vende la stagna è in grado di fornirvi direttamente l'assistenza. Vi immaginate rimanere un mese o più senza la stagna ininverno per una banale rottura di un collarino? I rivenditori non sono tutti uguali. Nel prezzo di acquisto, è compreso anche il servizio di assistenza.

Il costoIl costo è un parametro che abbiamo volutamente trascurato fi nora. Infatti riteniamo che il costo di una muta stagna non vada visto solo come costo iniziale di acquisto, ma vada rapportato al tempo di utilizzo. In realtà una buona muta stagna è destinata a durare anni ed allora il costo per immersione di una stagna molto costosa può risultare paradossalmente più basso di quello di una stagna economica.

SottomutaLo scopo di una muta stagna è quello di isolare dall'acqua il corpo del subacqueo ma non offre un'adeguata protezione termica.La contraddizione a quanto si potrebbe supporre, dipende dal fatto che, utilizzando una muta stagna, il corpo umano genera calore solitamente disperso o nell'aria/ acqua, o trattenuto dagli indumenti), ma utilizzando una muta stagna senza nessuna indumento a contatto con la pelle, il vapore acqueo che si raccoglie al suo interno

risente della bassa temperatura trasmessa dalla muta a contatto diretto con l'acqua, per tale motivo che le parti scoperte del corpo ne subiscono una forte sensazione di freddo simile a quella di una muta umida non adeguata.Esistono vari tipi di sottomuta per mute stagne:

• pile• thinsulate• polipropilene• schiuma con cellule aperte

Il pile è un tessuto ottenuto con varie fasi di pettinatura. Lo svantaggio di questo materiale è che con il tempo tende a generare della lanugine che

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può essere causa di problemi se si dovesse depositare nelle valvole.Il sottomuta a schiuma con cellule aperte garantisce una buona protezione termica e assorbe adeguatamente il vapore acqueo generato dal corpo mantenendolo perfettamente asciutto.

Le valvoleIn una muta stagna generalmente sono presenti due valvole: carico e scarico

Carico e scarico devono essere montate con i relativi sottovalvola.La valvola di carico va sul petto o in posizione centrale o leggermente disassata. La valvola di scarico (automatica) va subito sotto il deltoide;l'automatismo del funzionamento richiede che la valvola di scarico si trovi nella parte più alta. Perchè fare movimenti inutili quali alzare il braccio piegando il gomito? Solo se le valvole saranno correttamente posizionate, l'uso sarà piacevole e naturale. No deciso a valvola di scarico su avambraccio.

La valvola di carico è posizionata all'altezza dello sterno.Può essere fi ssa o ruotabile a 360° in maniere tale da poter personalizzare la direzione della frusta LP di alimentazione.Il sistema di gonfi aggio è identico a quello dei GAV per cui si utilizza una frusta con caratteristiche simil, connessa a un'uscita di bassa pressione di un erogatore, diverso da quello con il quale si gonfi a il GAV.La valvola di scarico è generalmente posizionata sul braccio sinistro, in prossimità della spalla.Le migliori valvole sono quelle con la possibilità di regolare la pressione di apertura della valvola.Questa regolazione si ottiene con la semplice rotazione della sua ghiera.Ruotando in senso orario si diminuisce lo scarica, ruotando la valvola in senso antiorario e completo, si ha il suo massimo scarico.Per agevolare le operazioni di scarico è opportuno essere in posizione verticale in quanto il gas immesso nella muta, verso l'alto.

Valvola di carico: al centro del toraceValvola di scarico: in prossimità della spalla

Valvola di scarico:in prossimità della spalla

Valvola di carico:al centro del torace

Valvola:parte interna

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Problemi più comunemente incontratiLa muta stagna si comporta come un GAV e come tale subisce gli effetti della pressione riferiti all'aumento e ne richiede la necessaria familiarità.Le immissioni e le emissioni di gas dalla muta stagna non si traducono istantaneamente in galleggiamento o affondamento, occorrono sempre alcuni secondi per capire se è stata fatta una manovra effi ciente.Soprattutto nella fase d'immissione, il sub deve immettere sempre poca aria per singola pressurizzazione.La pressurizzazione avviene premendo il pulsante della valvola di carico, mentre se la regolazione automatica della ghiera non è suffi ciente per scaricare, occorre aprire completamente la valvola quindi premere la valvola di scarico centralmente o lateralmente alla ghiera.

• Togliersi anelli, collane, orologi, braccialetti che potrebbero lacerare i polsini e i collarini stagni della muta.

• Avere cura di non avere le unghie delle mani lunghe: potrebbero lacerare la muta.

• Vestizione del sottomuta.• Vestizione della muta-stagna.• Indossata la Muta Stagna:• Posizionare accuratamente i polsini• Posizionare accuratamente il collarino • Chiudere e/o farsi aiutare a chiudere accuratamente la cerniera stagna• Acquisire familiarità con le manovre di carico e di scarico della muta

stagna agendo sulle valvole• Disporre di pinne di taglia adeguata alla calzata della muta stagna• Disporre e valutare la corretta pesata• Assicurarsi di avere connessa la frusta LP al primo stadio di un

erogatore per alimentare la muta stagna.

Sequenza vestizione di una Muta stagna

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Come ottimizzare l'impiego della vostra muta stagna

1 Assicuriamoci che le guarnizioni stagne a polsi e collo siano correttamente adattate e ben indossate.

In una muta stagna non c'è niente di peggio o di più fastidioso che ritrovarsi con polsini e collarino non adatti alla propria conformazione fi sica. Se sulla vostra muta stagna avete delle guarnizioni in lattice, controllate la calzata e se risultano troppo strette procedete a rifi larle. L'operazione in sé non presenta eccessiva diffi coltà ma richiede attenzione, pazienza ed un buon paio di forbici. Se la vostra stagna è equipaggiata con guarnizioni in neoprene, la misurazione è identica. La differenza è che le guarnizioni in neoprene non vanno rifi late ma "adattate” estendendole forzatamente. Il rivenditore saprà in ogni caso darvi i suggerimenti adeguati. Polsini e collarini ben conformati ed adattati saranno confortevoli da indossare e di nessun fastidio in immersione. Non usate la muta stagna in acqua prima di aver verifi cato ed adattato le guarnizioni stagne del capo.

2 Controlliamo la nostra muta almeno due giorni prima dell'immersione.

Le mute stagne sono dei capi estremamente affi dabili e durevoli ma è buona norma procedere a dei controlli prima dell'immersione. Ciò è tanto più vero nel caso in cui la vostra muta stagna sia rimasta inutilizzata per qualche mese. Mai immergersi con la muta stagna se prima non si sono fatti i controlli. Cosa controllare nella stagna: cerniera stagna, polsini, collarino e valvole. Ma perché fare questi controlli due giorni prima dell'immersione? Perché altrimenti non avremmo il tempo per procedere alle riparazioni del caso. Scoprire che qualcosa non funziona la sera prima dell'immersione sarebbe veramente spiacevole.

3 Adeguate l'isolamento termico offerto dal sottomuta in funzione della temperatura dell'acqua e del carico di lavoro che vi accingete ad affrontare.

Uno dei maggiori vantaggi offerti da una muta stagna è che essa vi consentirà di affrontare un ampio range di temperature dell'acqua. Sarà suffi ciente variare il tipo di indumento impiegato sotto la muta stagna. Il vostro isolamento termico dovrà variare secondo quelle che saranno le diverse condizioni dell'immersione. Indossare un sottomuta troppo termico o troppo poco termico porterà ad una generale perdita di confort. Occorre poi tenere presente che la tipologia di sottomuta adottato infl uenzerà anche la pesata d'assetto.

4 Indossate il minimo indispensabile di zavorra. Indossate sempre la minima quantità possibile di zavorra quando

vi immergete con la muta stagna. Quanto più contenuta risulterà la vostra zavorra, tanto più bassa sarà l'esigenza di caricare aria nella vostra muta stagna per raggiungere l'equilibrio idrostatico.

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Con la muta stagna occorre adottare la medesima procedura utilizzata con la muta umida per determinare la pesata d'assetto. Indossando l'equipaggiamento completo, con la stagna completamente collassata, il jacket sgonfi o, un 50 bar di aria nella bombola con un'inspirazione completa dovreste rimanere perfettamente verticali in acqua, in galleggiamento (al livello degli occhi), senza dover effettuare alcuno sforzo. Quando espirate completamente dovreste invece affondare. Se queste due condizioni si verifi cano signifi ca che avete raggiunto il vostro assetto neutro: cioè la vostra galleggiabilità non viene ad essere infl uenzata dall'equipaggiamento che indossate. Una volta raggiunto l'assetto neutro, la quantità di zavorra che utilizzerete sarà esattamente quanto basta per consentirvi di effettuare in estrema tranquillità una eventuale sosta di decompressione. Questo è il motivo per cui la bombola non doveva essere completamente carica quando abbiamo seguito la procedura per la determinazione della pesata d'assetto.

5 Indossate sempre il giubbetto equilibratore con la muta stagna.

Indossare un giubbetto equilibratore quando si impiega la muta stagna è indispensabile. In immersione il giubbetto equilibratore viene impiegato per compensare le variazioni d'assetto (legate all'aumento della profondità) e fornisce un backup nel caso di rottura della muta stagna (per il raggiungimento dell'assetto positivo). In superfi cie invece il giubbetto equilibratore vi aiuterà a mantenere un assetto positivo evitando di insuffl are aria nella muta stagna (evitando la spiacevole sensazione causata dall'accumulo di aria nella zona del collarino).

6 Immergetevi con un compagno che conosca il funzionamento della vostra muta stagna.

Quando vi immergete con la muta stagna, la presenza di un compagno d'immersione sarà sempre di notevole aiuto, a partire dalle operazioni di apertura e chiusura della cerniera stagna. Inoltre un compagno esperto saprà controllare il corretto posizionamento del collarino della vostra muta stagna e vi potrà persino aiutare nell'indossare e togliere la muta. In acqua invece un compagno d'immersione esperto, che conosca il funzionamento della vostra muta stagna, potrebbe essere di enorme aiuto in caso di diffi coltà legate all'impiego della muta.

7 Frequentate un corso o uno stage di specializzazione. Il modo migliore per acquisire padronanza nell'uso della muta

stagna è frequentare uno stage di specializzazione. Il fai da te non è da considerare una scelta sbagliata ma sicuramente vi è una controindicazione: si impara dagli errori commessi invece che far tesoro di esperienze errate altrui. Inoltre un istruttore esperto e professionale vi insegnerà tutti i trucchi per impiegare al meglio la vostra muta stagna e per calcolare la corretta pesata. Eviterete di

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acquisire cattive abitudini nell'uso dell'equipaggiamento. Rivolgetevi sempre ad un centro specializzato che vi possa offrire anche la possibilità di noleggiare differenti tipologie di muta stagna per capire quale di esse risponde meglio alle vostre aspettative.

8 Fate molta pratica con la vostra muta stagna al fi ne di acquisire sempre maggiore padronanza.

Frequentato un corso specifi co, l'apprendimento non è terminato: avete acquisito solo le basi del corretto impiego della muta stagna. Occorre a questo punto acquisire padronanza nell'uso dell'equipaggiamento. Tale padronanza si acquista con la pratica. Immergervi con la vostra muta stagna deve diventare perfettamente naturale; solo così potrete apprezzare in pieno i notevoli vantaggi che essa offre nell'esplorazione dei fondali. Abituatevi a riprendere la normale posizione di nuoto dopo essere fi niti con i piedi verso l'alto a causa di un movimento dell'aria all'interno della muta. Imparate a localizzare rapidamente le valvole di carico e scarico dell'aria, a disconnettere la frusta di bassa pressione. Imparate a scaricare la muta dal collarino o dal polsino senza allagarvi. Imparate a scaricare la muta sia con la valvola di scarico settata su "automatico” che su "manuale”. Nessuna delle abilità sopra descritte è particolarmente diffi cile da acquisire: occorre pratica e buona volontà.

9 Effettuate una corretta manutenzione alla vostra muta stagna. Premettiamo che una muta stagna richiede maggiore manutenzione

rispetto ad una muta umida. La base della manutenzione è sicuramente un accurato lavaggio con acqua dolce dopo ogni immersione (prestando attenzione a non bagnare l'interno della muta). Ispezionate poi tutte le guarnizioni, la cerniera stagna e le valvole per individuare e prevenire fonti di problemi in immersione.

Vediamo come dobbiamo riporre la muta. Facciamo asciugare la muta lontano dal sole e da fonti di calore; evitiamo di appenderla con i tradizionali appendini (per non stressarla) e non poggiamola su oggetti appuntiti. Il modo corretto di riporre la muta è piegarla e stivarla nella propria sacca (mai da umida!). La cerniera stagna andrà lubrifi cata periodicamente con l'apposita cera a conservata in posizione di apertura. Mai sottoporre la cerniera stagna a piegature eccessive. Le guarnizioni in latex vanno invece lubrifi cate con Talco puro; tale operazione agevola la vestizione e consente un corretto stoccaggio della muta. Evitate accuratamente di spruzzare spray al silicone sulla vostra muta stagna: non serve a mantenerla effi ciente e renderà diffi coltosi eventuali interventi di riparazione. Terminato l'uso della stagna riponetela asciutta nella sua borsa, lontano dalla luce, da fonti calore, dal sole e dall'umidità ed in luogo fresco; la cerniera sempre aperta e lubrifi cata; la muta bene arrotolata al fi ne di evitare pieghe eccessive.

Seguendo questi semplici e pochi trucchi apprezzerete in pieno il vantaggio di immergervi all'asciutto. Non c'è sostituto effi cace di una buona muta stagna quando la temperatura comincia ad abbassarsi!

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MODULO 4Immersioni di esperienza - 2

Panoramica

• Immersioni dalla barca• Notturna/scarsa visibilità • Assetto• Navigazione (naturale/bussola)• Immersione in altitudine

Obiettivi

Al termine di questo modulo saremo in grado di:

• Apprendere le nozioni di base per introdurre nel mondo delle immersioni di esperienza

1) Introdurre alle immersioni da un natante 2) Introdurre alle immersioni notturne e con scarsa visibilità 3) Introdurre ad un miglior controllo dell'assetto 4) Introdurre all'utilizzo della navigazione naturale e con la bussola 5) Introdurre alle immersioni a quote differenti dal livello del mare

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4.1 Immersioni dalla barca

L'immersione da una imbarcazione, è l'attività che fornisce ulteriori possibilità di divertimento, in quanto consente ad un subacqueo di poter raggiungere luoghi d'immersione altrimenti inaccessibili.L'utilizzo di una imbarcazione, anche solo come semplice passeggero, impone la conoscenza ed il rispetto di alcuni semplici comportamenti e semplici regole per potersi divertire nel rispetto dell'ambiente e della sicurezza, sia personale che altrui.

Per l'utilizzo subacqueo, vi sono diverse tipologie d'imbarcazioni, possono essere diverse categorie:

• Barche da crociera• Barche a chiglia rigida• Cabinati• Gommoni

Al fi ne di scegliere un imbarcazione per svolgere la nostra immersione, è necessario determinare quali sono le nostre esigenze, o le esigenze del gruppo al quale siamo aggregati.

Le crociere per subacquei destano sempre maggiore interesse e sempre sub vi partecipano. Le barche destina alle crociere sono di norma barche con non meno di 10 metri di lunghezza, dotate di ogni servizio (compressori nitrox-bombole-ricambi ecc) e di ogni altro comfort quali cabine singole con bagno, aria climatizzata, acqua calda e ampi locali in comune dove poter chiacchierare, cenare, vedere tv ecc ecc.

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Per potere meglio raggiungere il punto d'immersione si utilizza un tender (gommone).

In questa categoria vi rientrano i piccoli motoscafi , gozzi o imbarcazioni costruite appositamente per escursioni subacquee, hanno dimensioni pressoché simili a quelle dei gommoni, ma consentono un maggiore spazio interno, quindi una migliore disposizione dei subacquei con le loro relative attrezzature e una zona per consentire entrate ed uscite dall'acqua più comode.

I Cabinati sono imbarcazioni decisamente più grandi, possono essere motor yachts o barche a vela.Rappresentano il miglior mezzo per immersioni giornaliere in "full day" ovvero una giornata intera in mare essendo dotate di ampi spazi dove stivare, indossare e rimuovere l'attrezzatura suabcquea, di toilette, di doccia e spesso anche di una cucina, offrendo il maggior comfort ai partecipanti, anche ai non sub.

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I gommoni sono imbarcazioni veloci, maneggevoli, necessitano di una minor manutenzione rispetto alle imbarcazioni classiche. La loro caratteristiche è di essere costituiti in più compartimenti stagni uniti da una chiglia rigida, generalmente hanno una lunghezza compresa fra i 3 e i 7 metri con motorizzazioni che consentono agevolmente di planare anche con un carico di subacquei e relative attrezzature.Non hanno il medesimo spazio che si può trovare su imbarcazioni rigide, ma a suffi cienza per permettere ai subacquei una comoda vestizione e le dotazioni obbligatorie e quelle d'emergenza sono sempre presenti.

Equipaggiamenti di Emergenza e/o di Primo Soccorso.Ogni imbarcazione, a secondo delle leggi locali, deve essere provvista dei dispositivi di emergenza obbligatori per legge, quali radio o telefoni, strumenti di primo soccorso, giubbotti di salvataggio, cime, estintori, segnalatori di pericolo quali razzi luminosi, dispositivi di segnalazione acusitca ecc.L'unità di ossigeno normobarica è ormai considerato nella quasi totalità dei luoghi come un dispositivo obbligatorio.L'ossigeno infatti è considerato Trattamento nei casi di PDD. È pertanto raccomandato che ogni subacqueo chieda di controllare che un'unità di ossigeno sia presente e funzionante sull'imbarcazione.

Preparazione all'Immersione e l'imbarcoPrima di partire per un'immersione in barca, ma in genere sempre, occorre dedicare il tempo necessario alla preparazione di quanto dobbiamo avere, soprattutto perché una volta che la barca lascia il molo d'imbarco sarà diffi cile farvi ritorno per recuperare la maschera o le pinne che si sono lasciate in borsa.

Porta con te anche un kit salva immersioni con le parti di ricambio più soggette a rotture quali cinghioli per la maschera/pinne

Prepararsi all'immersione troppo in anticipo indossando la muta con temperature "calde" può avere brutte conseguenze quali colpi di colpi da calore proprio per essersi vestiti con la muta con largo anticipo.In questi casi ci si deve informare tra quanto tempo è previsto l'arrivo sul punto d'immersione e se l'ancoraggio richiede del tempo.

Se si decide di anticipare la vestizione per motivazioni personali, quali lunghezza dei tempi o possibile sofferenza di mal di mare, si può scegliere di vestirsi solo con i pantaloni o se si indossa la muta stagna di non indossarla completamente, ne tantomeno chiudere la cerniera.L'apparato d'immersione può essere già stato montato prima

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della partenza, viceversa si dovrà attendere che la barca sia ferma ma, ovviamente questo ne ritarderà l'entrata in acqua.L'attrezzatura personale deve essere sistemata sempre vicina alla propria e a quella del proprio compagno d'immersione in modo da potersi aiutare a vicenda senza recare disturbo altri subacquei. Laddove l'attrezzatura non è ancora stata montata, può essere riposta in borse a rete o stagne se qualcosa non deve essere bagnato quali cellulari, occhiali o documenti.É consigliato scrivere proprie iniziali con un pennarello indelebile sui propri oggetti onde evitare sostituzioni indesiderate.In barca si deve portare solo ciò che è veramente indispensabile e cioè quello che serve per l'immersione e per il dopo immersione.

Non dimenticate mai una bottiglia d'acqua, da non gettare mai in mare dopo averne bevuto il contenuto

Procedure per l'imbarcoOgni volta che si decide di utilizzare una barche per svolgere immersioni è opportuno che ci si trovi in tempo utile, almeno 45 minuti prima della partenza, sul luogo dell'imbarco per controllare che tutto sia in regola, documenti compresi e sistemare tutta l'attrezzatura. Prima di salire occorre sempre chiedere il permesso, se richiesto, chiedere dove riporre le scarpe e dove sistemare

l'attrezzatura personale.Su un barca, gli spazi sono limitati e l'attività e quasi sempre "frenetica", pertanto un movimento sbagliato o trovarsi nel posto meno indicato possono talvolta compromettere la propria ed altrui sicurezza.Riporre nella zona asciutta, se vi fosse, tutto quanto non deve essere bagnato, su un gommone dopo poco tempo tutto è quasi sempre bagnato.

Il viaggio per raggiungere il punto d'immersione può durare da pochi minuti a qualche ora, questo tempo di solito viene utilizzato per svolgere i briefi ng sulla vita in barca e pre immersione, ascoltate sempre con attenzione

Tecniche di entrata in acqua dalla barca.Ogni barca richiede sistemi diversi per entrare in acqua. Vi è una Regola fondamentale comune in ogni sistema ed è quella che il motore della barca deve essere spento prima di ogni entrata in acqua.

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L'entrata in acqua deve avvenire insieme al compagno o comunque a brevissima distanza in modo da potersi aiutare a vicenda. Eventuali attrezzature quali: macchine fotografi che, lampade, ecc. potranno essere state calate precedentemente in acqua assicurandole ad apposite cimette, oppure passate subito dopo l'ingresso dal personale in barca.

Ricordiamo i vari tipi d'entrata appresi durante il corso P1:

• Entrata con passo da gigante• Entrata da seduti e/o dalla plancia• Entrata di schiena

Entrata con indossamento ARA in acqua.É un metodo che non crea "ingorghi"sulla barca e che risulta utile se si soffre il mal di mare.In questo caso però il controllo pre-immersione avviene in acqua e non all'asciutto per cui questo metodo richiede maggiori attenzioni.È' indispensabile controllare se vi è presenza di corrente in superfcie che potrebbe trasportare lontano il subacqueo durante la vestizione, gonfi are bene il racket prima di calare l'ARA in acqua chiudendo le rubinetterie e fi ssando l'ARA a una cima. Una volta in acqua, aprire i rubinetti e indossare l'ARA.

Risalita ed uscita dall'acqua Al termine dell'immersione occorro risalire dal fondo verso la superfi cie, la risalita durante un'immersione dalla barca può avvenire in vari modi.Escludendo la tipologia delle immersioni in corrente dove il subacqueo si immerge trasportato dalla corrente e viene in seguito recuperato dalla barca, le tecniche di risalita prevedono l'uso di una cima.

La cima è costituita dall'apposita Cima di Discesa o dalla Cima dell'Ancora.Al termine dell'immersioni, una volta giunti in superfi cie, occore come prima cosa stabile un assetto positvo gonfi ando il GAV, poi segnalare alla barca che tutto è ok (apposito segnale), di seguito:

• Non affollare il punto di risalita. Un sub potrebbe scivola e cadere all' indietro investendo chi è sotto

• Togliere per prima la cintura di zavorra o i pesi di zavorra passandoli a chi è addetto. Se possibile, togliersi l'ARA gonfi ando successivamente il GAV, sistemando le fruste all'interno del GAV quindi chiudere il fascione ventrale. In base a quanto indicato, passare l'ARA all'addetto, afferrare la scaletta e solo ora togliersi le pinne

• Un secondo sistema prevede di fi ssare l'ARA ad una cima in acqua dotata di un moschettone per poi recuperarlo in seguito.

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Attenzione alle scalette basculanti: afferrarle lasciando le dita attorno possono causare dolori schiacciamenti, per cui fare attenzione ai rollii

In barcaUna volta che si è risalti in barca, è necessario recuperare e riporre la propria attrezzatura rapidamente e in modo ordinato senza perdere tempo, dedicandosi in seguito al riposo o alle chiacchiere.Questo previene danni alle attrezzature e fastidi ai subacquei che risalgono dopo di noi.Le bombole debbono essere fi ssate saldamente nei contenitori a loro dedicati.

Se l'imbarcazione lo consente, evitare di appendere le mute bagnate su equipaggiamenti di altri subacquei e porre la propria attrezzatura negli appositi contenitori.

Prima di salpare l'ancora e partireanche se questa operazione è di competenza della guida subacquea, prima di partire per il ritorno in porto occorre controllare che tutti i sub siano tornati e presenti in barca facendo attenzione a chi era seduto vicino e se è rimasta attrezzatura fi ssata alle fuoribordo o non riposta correttamente.

Le CimeSulle barche non ci sono corde o funi: ci sono le cime. Una barca per immersioni subacquee deve disporre divarie cime.

Cima dell'ancoraè usata per ormeggiare, temporaneamente, la barca al fondale, risente dell'azione del moto ondoso, per tale motivo non è consigliato utilizzarla come cima di discesa o come riferimento per la sosta di sicurezza.

Cima di discesacollega la superfi cie al fondo e serve ai subacquei nella discesa e nella risalita offrendo un punto di riferimento e di assistenza in caso di necessità.

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Cima di servizioviene utilizzata per appendere l'ARA o altri accessori.

Cima di correnteè vincolata di solito a poppa e di solito vi è un galleggiante al termine, viene fi lata in acqua per assistere i subacquei che si trovano sotto corrente.

Cima di collegamentoè legata alla prua e alla poppa, viene calata in acqua per aiutare i subacquei a raggiungere la cima dell'ancora per usarla come cima di discesa.

Cima di decompressioneè una cima zavorrata (spesso sostituita da una barra) lunga 6/7 metri, e consente ai subacquei un riferimento per effettuare la sosta di sicurezza o un eventuale tappa di decompressione.Normalmente è predisposta con una unità ARA di riserva dotata di doppio erogatore.

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Glossario Marinaresco

Abbrivio: moto dell'imbarcazione mantenuto anche quando la propulsione è terminata.

Babordo: guardando la prua della barca avendo la poppa alle spalle, è il lato sinistro.

Beccheggio: moto oscillatorio dell'imbarcazione.Boccaporto: passaggio per scendere in sottocoperta.Cambusa: cucina.Chiglia: asse centrale della barca.Cima: cavo medio.Corpo morto: corpo pesante stabile sul fondo.Coperta: la zona sotto il ponte.Fiancata: la parte emersa laterale dell'imbarcazione.Filare: far scorrere una cima Gavitello: piccolo galleggiante atto a segnalare il punto o da ormeggio.Gomena: grande cavo per ormeggiare grandi imbarcazioni.Lascare: allentare un cavo.Miglio marino: 1852 metri.Mollare: allentare lentamente per lasciare il posto.Murata: lato esterno dell'imbarcazione.Parabordo: sfera di gomma per attutire gli urti con la fi ancata.Plancia: zona dalla quale si manovra l'imbarcazione.Poppa: parte posteriore dell'imbarcazione.Prua: parte anteriore dell'imbarcazione.Ridosso: riparo dal mare e dal vento.Salpare: issare un corpo immerso.Sopravento: area da cui soffi a il vento.Sottovento: nella stessa direzione verso cui soffi a il vento.Timone: parte immersa atta a far mutare la direzione di navigazione

della barca.Toilette: gabinetto.Tribordo: guardando la prua della barca avendo la poppa alle spalle, è

a destra.

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4.2 L'immersione notturna o con scarsa visibilità

Rispetto ad un'immersione diurna, la notte i fondali si animano di vita e di colore, basta una lampada subacquea per entrare in una nuova dimensione.Immergersi dopo il calare del sole in luoghi già conosciuti di giorno è come immergersi in un luogo nuovo, mai visto prima.

Immergersi di notte, o anche con una visibilità limitata, richiedono l'utilizzo di accorgimenti tecnici supplementari, per assicurare un maggiore divertimento nel rispetto di una reale sicurezza.Di notte il campo visivo è limitato dalle luci del subacqueo, in caso di scarsa visibilità il subacqueo deve fare affi damento anche al suo istinto, al suo equipaggiamento e alla conoscenza del luogo d'immersione.

Per poter effettuare immersioni di notte, non occorre solo procurarsi una potente lampada subacquea, ma implica possedere conoscenze e addestramento specifi co, che trova il suo naturale percorso didattico nel Corso P2 CMAS-PTA, durante il quale lo studente avrà modo di comprendere che l'immersione notturna offre opportunità di divertimento uniche.Con il sopraggiungere della notte l'ambiente subacqueo cambia. Anche se l'acqua è trasparente, l'oscurità diminuisce la capacità di vedere l'ambiente che ci circonda. L'oscurità totale in assenza di gravità rappresenta un impatto psicologico importante per un subacqueo, indipendentemente dal suo livello di esperienza.Mentre nelle immersioni notturne la riduzione della visibilità è naturalmente data dall'assenza del solo, in condizioni di scarsa visibilità, la riduzione della stessa è da imputare a materiale in sospensione nell'acqua. Questi

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impediscono la penetrazione dei raggi solari dalla superfi cie ed ostruiscono la propagazione della luce.

Questa particolare condizione viene chiamata torbidità.

Il subacqueo deve avere un eccellente controllo dell'assetto, deve sentirsi a suo agio nell'acqua con il proprio equipaggiamento e con una preparazione adeguata sarà possibile effettuare immersioni divertenti, sicure e senza stress.

Le lampade subacqueeAbbiamo appena accennato alle lampade subacquee, attrezzo indispensabile, sia a terra cosi come in acqua per poter vedere, osservare l'ambiente.La necessità di una sorgente di luce dipende dalle condizioni di visibilità dell'acqua e dalla profondità, ma non solo, in quanto la lampada subacquea è un attrezzo utilissimo anche per comunicare tra subacquei e possiamo ritenerlo pertanto indispensabile per ogni tipologia d'immersioni.

Una lampada subacquea, per essere considerata affi dabile, deve avere determinate caratteristiche, quali:

• assoluta impermeabilità • resistenza agli urti • autonomia• buona effi cacia

Caratteristiche delle lampade subacqueeLa potenza e la qualità della luce emessa, possono essere considerati anche come aspetti non fondamentali, in quanto al primo posto c'è la funzionalità.Il mercato dell'attrezzatura subacquea, propone una scelta sempre più diversifi cata di lampade subacquee, per tale motivo è importante informarsi su quelle che sono considerate le componenti essenziali quali: batterie, interruttori- lampadine - leds. Le caratteristiche principali di una buona lampada sono innanzi tutto quelle di una totale impermeabilità e robustezza. La seconda caratteristica da prendere in considerazione è la reale autonomia di luce. Molti faretti dell'ultima generazione, apprezzabilissimi per il ridotto peso e per le minime dimensioni, hanno al lato pratico un'autonomia buona soltanto dopo una perfetta ricarica e con accumulatori nuovi, per diventare invece insuffi ciente dopo un certo numero di ricariche.

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Ci sono attualmente in commercio svariate tipologie di batterie: nichel - cadmio, nichel - idrati metallici, al piombo, alcaline. I primi due tipi hanno maggiore potenza in proporzione al peso e alle dimensioni, per contro hanno lo svantaggio di una rapida caduta di potenza quando giungono alla fi ne della loro durata. Le batterie al piombo ed alcaline perdono meno rapidamente la loro potenza. In commercio puoi trovare sono due tipi di sistemi d'illuminazione: a blocco unico, che includono in un unico pezzo lampada e batterie e con batterie separate dalla lampada ma unita con un cavo stagno. Le prime consentono di non avere cavi che potrebbero impigliarsi ma per contro hanno lo svantaggio di pesare molto e limitare nei movimenti la mano del subacqueo. Avere le batterie separate consente pertanto di distribuire il suo peso ed avere in mano solo la "testa" più leggera e comoda da brandeggiare (meglio se l'impugnatura è a staffa). Il pacco batterie può comodamente trovare posto fi ssato sulla bombola o sulla cintura del gav, in questo caso se il pacco ha un peso importante dovrai verifi care il tuo assetto in acqua.

Non fi ssate le lampade con piccole cimette al polso, possono creare dei pericolosi impigli

Se la visibilità rende l'uso della torcia indispensabile (primaria), dovremo averne sempre una di scorta (secondaria), che potrà essere anche un modello di ridotte dimensioni a pile alcaline monouso, fi ssato con elastici all'attrezzatura o riposto nelle tasche porta accessori.Non si dimentichi, infi ne, che, in acqua torbida e in ambienti ricchi di sospensione, la luce più penetrante e più utile è quella concentrata.Il punto debole di ogni lampada è costituito dalle parti in movimento come le ghiere e gli interruttori il cui funzionamento agisce su sistemi di leve posti all'interno dell'involucro.I sistemi per accendere e spegnere una lampada sono principalmente due, un interruttore a leva o un interruttore magnetico costituito da due sottili linguette di rame

Punti essenziali dal punto di vista elettrico sono:

• autonomia• potenza

l'autonomia è inversamente proporzionale alla potenza assorbita dalla lampadina, più luce è richiesta più diminuisce l'autonomia.

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Come utilizzare correttamente le lampade subacquee:non dirigere la lampada negli occhi di altri subacquei muovi lentamente la lampada per non creare confusione non dirigere la lampada direttamente sugli strumenti, sfruttando la fosforescenza dei quadranti per non restare abbagliati dalla luce rifl essa

sfrutta la luce rifl essa della lampada per indicare i segnali codifi care l'uso della lampada per segnali particolari movimenti circolari equivalgono ad un OK movimenti orizzontali servono per richiamare l'attenzione indirizza la luce della lampada davanti al subacqueo se vuoi attirare la sua attenzione.

Indicatore luminoso individualeL'indicatore luminoso individuale può essere sia una luce chimica in stick (cyalume) sia una luce elettrica, simile alle torcia primarie, solo molto più piccola.

L'indicatore luminoso, solitamente viene posto alle spalle del subacqueo, fra la rubinetteria, per una sua migliore ed istantanea individuazione.il rispetto dell'ambiente subacqueo impone una particolare raccomandazione nell'uso delle luci chimiche quali:

• non entrare mai in acqua con stick che perdono o che contengono sostanze tossiche

• tieni i cylume attaccati alle bombole e assicurali con un cavetto (evita di perderli)

• dopo l'immersioni, getta i cylumne nei contenitori dei rifi uti

Luci intermittenti (stroboscopiche)Sono luci che si accendono ad intermittenza, contrariamente a quello che si potrebbe pensare il loro scopo principale è quello di segnalare la cima dell'ancora o il punto d'uscita (se non coincidono) e non quello di essere usate come indicatore luminoso individuale in quanto, la loro luce accecante, procurerebbe un fastidioso accecamento al subacqueo che vi segue.

Luci di segnalazione a rivaPer le immersioni notturne è consigliabile utilizzare delle luci che aiutino nelle fasi della vestizione/vestizione e che siano d'aiuto per raggiungere il punto d'entrata.Per il rientro è suffi ciente disporre due punti luminosi, visibili dall'acqua, posti in linea retta e perpendicolare alla riva in cui la prima luce è più bassa della seconda.

Luci di segnalazione in barcaSe l'immersione avviene dalla barca, la stessa si deve attenere alle norme della navigazione; due luci dovrebbero essere poste in maniera simile alle

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luci da riva e ognuna deve aver una fonte d'energia indipendente dalla fonte d'energia della barca.

CimeLa cime sono un elemento essenziale in caso di visibilità ridotta. Una cima di risalita e di discesa è molto importante, in quanto il subacqueo non ha il senso della distanza e dei movimenti cosi come durante le ore diurne. La cima previene una risalita troppo veloce.

Perdita del compagnoSin dal corso di primo livello P1, si è appreso del sistema di coppia, sistema che, durante le immersioni notturne o con scarsa visibilità deve trovare la sua massima applicazione, talvolta però, per situazioni particolari, può verifi carsi che i compagni d'immersione si perdano.Sicuramente è più facile individuarsi di notte, grazie alle lampade subacquee e all'indicatore luminoso personale che permettono di essere visibili anche a distanza a secondo del gradi di visibilità dell'acqua.Come sempre, prima di ogni immersione se devono ripassare le procedure di perdita del compagno ed adottare alcuni accorgimenti quali:

• copri con la mano il vetro della lampada, evitando di spegnarla ed accenderla per non danneggiarla

• girari lentamente di 360° per cercare la luce del compagno• cercalo per un minuto, se non lo trovi torna al punto di uscita risali

normalmente.

Se la procedura è stata discussa con il proprio compagno, ci si ritroverà in superfi cie.

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4.3 Assetto

Lo scopo di questo, seppur breve trattato, è quello di aiutare il subacqueo a migliorare le tecniche di controllo della propria galleggiabilità e della sua posizione in acqua.Un buon controllo dell'assetto è il miglior biglietto da visita per un subacqueo; per il rispetto dell'ambiente è necessario ridurre al minimo il contatto con l'ambiente, mantenendo una determinata quota per tutta l'immersione senza toccare il fondo o sollevare sedimento.La pratica in acqua è l'unica a via per migliorarsi. In questo capitolo parleremo di come la posizione e la confi gurazione dell'attrezzatura possonoInfl uenzare il controllo dell'assetto in acqua.Saper gestire e sistemare correttamente la zavorra, il GAV e le fruste provenienti dagli erogatori, le pratiche di rilassamento sono indispensabile al fi ne di migliore le tecniche d'immersione per fare meno fatica, stare più comodi, consumare meno gas, preservare l'attrezzatura e proteggere l'ambiente.

La zavorraCome abbiamo appreso, sin dal corso di primo grado, per praticare l'attività subacquea è spesso necessario utilizzare un sistema di zavorra al fi ne di contrastare la spinta positiva dovuta essenzialmente all'impiego delle mute per subacquei. La quantità di zavorra usata è in funzione del tipo di muta usata, in quanto maggiore è lo spessore della muta, maggiore sarà la quantità di zavorra da indossare e in funzione anche del grado di salinità dell'acqua.Il sistema migliore è quello di effettuare la verifi ca della pesata in acqua, così come è previsto nel corso Prima Stella CMAS-PTA (Open water Diver): si deve fl uttuare con l'acqua a livello degli occhi, senza muovere le mani e le pinne, con tutto l'equipaggiamento che si deve usare; respirando dall'erogatore, trattenendo un respiro normale e scaricando il GAV.

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Se si tende ad affondare, si dovrà gonfi are il GAV e togliere peso dalla zavorra. Al contrario, invece se si tende a galleggiare, si dovrà aggiungi peso alla zavorra.Non sempre però è possibile fare direttamente la pesata, a volte, è necessario stabilire una quantità di piombo da portare in barca o al punto d'ingresso dove si dovrà effettuare la prova dell'assetto in acqua.

Al termine della verifi ca, ricorda di registrare la pesata nel tuo logbook

La distribuzione dei pesi gioca un ruolo importante per la posizione del corpo in acqua, ecco alcune prove pratiche:Con una cintura di zavorra tradizionale o con le tasche, distribuire i pesi equamente sui fi anchi e in avanti in modo tale da controbilanciare con sistema Integrato nel GAV distribuire equamente i pesi nelle apposite tasche con una muta umida di spessore elevato o una muta stagna, i pesi possono essere distribuiti in maniera diversa, utilizzando accessori come le cavigliere o la giberna (sistema costituito da una cintura con tasche per i piombi ed un particolare imbrago che serve a distribuire il peso anche parte superiore del busto).

IL Gas respirato durante l'immersione determina una diminuzione del peso della bombola, questo diminuzione infl uenza la galleggiabilità del subacqueo, per tanto si può prevedere di iniziare l'immersione con una piccola quantità di peso in più rispetto a quanto previsto dopo la verifi ca dell'assetto in acqua.

Il GAVÉ una parte dell'equipaggiamento, che ci fa assomigliare a dei pesci; infatti la maggior parte delle specie di pesci sono infatti dotate di una vescica natatoria, che possiamo considerare un "GAV naturale".I pesci possono variare il volume della vescica natatoria in modo da trovare la posizione desiderata, allo stesso modo, un subacqueo può variare il proprio volume sfruttando il volume di gas" racchiuso nel GAV trovando l'assetto desiderato. Usando un'autorespiratore a circuito aperto, anche il volume dei polmoni può essere usato per controllare la posizione in acqua, facendo ovviamente attenzione a non trattenere mai il respiro. Per ottenere buoni risultati è importante fare molta pratica nell'uso del GAV ed utilizzarne uno di taglia adeguata, in quanto le dimensioni di un GAV sono importanti, sia per la comodità ma soprattutto ancheper la sicurezza di un subacqueo; se il GAV è troppo piccolo/stretto potrebbe infl uire causare problema aulla respirazione e non garantire la galleggiabilità necessaria.Viceversa un GAV troppo largo può essere la causa di problemi vari quali instabilità, a causa dello spostamento dell'aria nel sacco, o l'incapacità di sorreggere, fuori dall'acqua, la testa del subacqueo durante la sosta in superfi cie. Altro fattore di notevole è importanza è la posizione del GAV sulla bombola in quanto può infl uire sensibilmente sulla posizione del subacqueo in acqua.

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Fare meno fatica in acqua equivale a consumare meno aria e conseguentemente divertirsi di più e aumentare la personale ed altrui sicurezza, per ottenere questo è fondamentale avere una forma che sposti la minor quantità d'acqua possibile ed assumere una posizione, il più orizzontale possibile durante la progressione.

Le FrusteÉ importante confi gurare con cura il proprio autorespiratore, fi ssando le fruste con gli appositi accessori e disponendole in modo che siano il più possibile vicino al gruppo ARA ed al corpo del subacqueo, fi ssare le fruste correttamente aiuta a ridurre l'attrito ed il rischio di impigliamenti e previene possibili danni all'ambiente sommerso e all'attrezzatura.

Indispensabile effettuare il controllo pre-immersione.

RilassamentoPrima di ogni immersione, il miglior mezzo per rilassarsi e goderne poi in acqua, è trovare la giusta concentrazione sulla preparazione dell'attrezzatura e ad immaginarti in immersione.Sono suffi cienti pochi minuti, prima dell'immersione, chiudi gli occhi e concentrati sulla respirazione, cerca di effettuare respiri lenti

e profondi e di visualizzare l'immersione, le varie fasi, la tua attrezzature, il tuo corpo in acqua, sentiti un tutt'uno con l'elemento acqua, l'ambiente e i suoi abitanti.

Tecniche in acqua

Per godere ed apprezzare le meraviglie che ci offre l'ambiente subacqueo, è importante muoversi lentamente, senza avere fretta, seguendo il proprio ritmo.Un'andatura troppo veloce, frenetica, oltre ad un maggiore impegno fi sico con conseguente maggiore consumo di gas, non consentirebbe di cogliere tutti i particolari dell'ambiente.Il subacqueo che ha la capacità di

controllare il proprio assetto, procedendo con calma, ha il minimo impatto con l'ambiente sommerso, e ha molte più possibilità di scorgere particolari che diversamente gli sfuggirebbero. In altro modo, il subacqueo che pinneggia continuamente per sostenersi (essendo troppo pesante), oltre ad essere distratto dall'impegno fi sico, impatta con le pinne impatta il fondale sollevando il sedimento che riduce la visibilità.

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Un subacqueo cosciente e ben addestrato deve impegnarsi per affi nare le tecniche subacquee, sistemare correttamente la propria attrezzatura e rilassarsi.

Prima di ogni immersione, ricorda di verifi care la quantità corretta di zavorra. In superfi cie, gonfi a il GAV e cerca di non agitare le pinne senza motivo, una volta che hai raggiunto il fondo, presta la massima attenzione e prima di iniziare a pinneggiare verifi ca che le pinne non siano vicino al fondo.

La discesa Ogni immersione, cosi come hai appreso nel corso! stella CMAS-PTA, deve iniziare con un punto di riferimento, sia esso una cima, una parete sommersa o il profi lo del fondale.Con l'addestramento che verrà effettuato in questo corso si apprenderanno le tecniche per scendere senza avere un contatto fi sico con la cima, direttamente nel blu.Per sfruttare al meglio questa discesa ed avere sempre il pieno controllo della situazione è necessario scendere in modo da essere in "hovering" ad ogni momento della discesa. In questo modo, si avrà la possibilità di fermarsi in caso di diffi coltà nella compensazione, per attendere gli altri compagni d'immersione o per osservare l'ambiente.

Durante la discesa è fondamentale, con il proprio compagno, aspettarsi, guardarsi a vicenda, rimanere vicini e allo stesso livello.

In alcune zone particolari, per condizioni di corrente o per regolamenti locali, le imbarcazioni non possono ancorarsi nel luogo dell'immersione, questo tipo di immersioni sono defi nite immersioni in drift o in corrente.Alla fi ne dell'immersione i subacquei devono riemergere utilizzando una cima predisposta nel punto prestabilito.Questo tipo di d'immersione prevede di entrare in acqua ed iniziare immediatamente la discesa. In questo caso è importante non perdere di vista il compagno ed il resto del gruppo, di solito viene effettuata una sosta a poca profondità e un'altra arrivati sul fondo allo scopo di radunare il gruppo e continuare l'immersione. Dopo i controlli in superfi cie ed aver dato/ricevuto il segnale di ok-giù, si inizia la discesa scaricando il GAV ed espirando, in questo modo si riduce anche il volume dei polmoni e si facilita la discesa.Per controllare la discesa, appena si avverte di avere un certo abbrivio, si deve iniziare a rimettere aria nel GAV a piccoli colpi, fi no a ripristinare il volume che permetterà di fermarsi in ogni momento della discesa, semplicemente premendo lievemente il pulsante di carico e utilizzando correttamente la respirazione.

É fondamentale ascoltare attentamente il briefi ng della guida e rispettare le indicazioni.

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Hovering

Già durante la discesa, il subacqueo deve ricercare la condizione che gli permetta di rimanere sospeso senza affaticarsi e senza agitarsi. Il termine hovering deriva dalla lingua inglese e signifi ca restare immobile sopra qualcosa. Il subacqueo che si appresta a frequentare questo corso, già fatto pratica di hovering nel corso precedente, al termine di questo corso dovrai riuscire a farlo

per un tempo più lungo e con maggiore naturalezza.

Ricorda sempre di respirare continuamente senza mai trattenere il respiro!" Cerca di rilassarti, continua a respirare e cerca di capire cosa succede al tuo corpo.

Un assetto neutro, permette al subacqueo di usare al meglio diversi sistemi di progressione, quali:

1) pinneggiata classica con pancia verso il fondo2) pinneggiata a rana.3) pinneggiata classica, muovendo le gambe solo dal ginocchio in giù4) pinneggiata all'indietro

Una volta che si è raggiunto un assetto neutro è possibile spostarsi anche muovendo le pinne solo con l'articolazione della caviglia.

L'assetto e la respirazionePer effettuare gli spostamenti minimi necessari, senza variare l'assetto messo a punto con il GAV, è suffi ciente utilizzare correttamente la respirazione in modo da variare il volume polmonare e di conseguenza ambiare quota. E? fondamentale di non trattener e il r espiro e scaricar e il GAV appena si tende a diventar e positivi.

Contatti con il fondo

Il controllo dell'assetto ha un ruolo importante per il rispetto dell'ambiente, un subacqueo allenato e preparato a modo di evitare e ridurre al minimo il contatto con il fondo.

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• mantenere sempre una galleggiabilità neutra• spostarti da una roccia o dal reef, usa un solo dito, osserva dove poggiarlo in modo da evitare il contatto con organismi • adagiarsi lentamente se devi poggiarti sul fondo scegli un punto sabbioso, senza coralli o altri organismi• sollevarti dal fondo gonfi ando il GAV (come per l'hovering), con le pinne ferme• pinneggiare solo dopo aver trovato l'assetto neutro, aver assunto la posizione orizzontale

Risalita senza la cimaQuando, per svariati motivi, quali ad esempio la diminuzione della scorta di gas i subacquei devono riemergere p ima del punto prestabilito, o quando non è previsto che la barca sia ormeggiata, il subacqueo, deve effettuare una risalita senza la cima.

Se durante la discesa è necessario "frenare" la caduta verso il fondo immettendo gradualmente aria nel

GAV (o nella muta stagna), durante la risalita è invece necessario scaricare l'aria in eccesso, dal Gav (e dalla muta stagna) in modo da mantenere la galleggiabilità neutra. Basta rilassarsi e trovare la giusta concentrazione per "sentire" il propio peso in acqua e fermare la risalita semplicemente espirando profondamente.

Controlla gli strumenti in modo da non superare i 10 m al minuto o una velocità più lenta se così indicato dal computer o dagli strumenti.In caso di eccesiva velocità, scarica il GAV, ma controlla il profondimetro per evitare di ritornare verso il fondo.Raggiunta la quota di 5 metri fermati in hovering per effettuare la sosta di sicurezza di almeno 3 minuti.

Per riemergere con sicurezza, senza una cima fi ssa,e anche per regolamenti locali, si deve utilizzare un segnalatore di superfi cie cosi come hai appreso durante il Corso P2 CMAS-PTA

Durante tutte le fasi della risalita non si deve trattenere e il respiro, rimanare sempr e assieme al compagno e/o al gruppo.In superfi cie cerca subito galleggiabilità positiva, gonfi ando il GAV con il pulsante di carico o a bocca, nel caso l'aria della tua bombola sia terminata.In caso di diffi coltà non esitare ad abbandonare la zavorra.

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4.4 Navigazione subacquea

Obiettivi:la navigazione naturale - l'ambiente - i punti di riferimento - l'illuminazionele bussole - l'uso di una bussola - la rotta - la direzione - tracciare una rotta

Ogni volta che percorriamo una strada, sia a piedi che con un mezzo di locomozione, lo facciamo utilizzando la navigazione naturale.Questo perché conosciamo quali sono i punti di riferimento che segnalano i luoghi importanti da tenere presente, ad esempio una casa con un colore particolare, piuttosto che un albero dalla forma originale ecc ecc.. Lo stesso sistema lo utilizza anche un subacqueo nuotando da un punto all'altro.Riconoscendo dei punti di riferimento sul fondale, un subacqueo è in grado di entrare in acqua da riva, esplorare i luoghi e ritrovare la via del ritorno.

Punti di riferimento naturali

Sott'acqua ricordare determinate caratteristiche del fondale è un ottimo modo per sapere dove ci si trova, per sapere dove voltarsi per tornare indietro o cambiare direzione, per poi indirizzarsi ad un altro punto di riferimento.

Punti di riferimento artifi ciali

Oltre a riferimenti naturali, sott'acqua si può orientare anche con strutture ancorate, galleggianti, create dall'uomo.

IlluminazioneAltri punti di riferimento utili a guidare le immersioni di un subacqueo possono essere alcuni tipi di illuminazioni, sia naturali, quanto artifi ciali.Le luci intermittenti fi ssate sulla cima dell'ancora, in caso di visibilità limitata o durante immersioni notturne. Le luci artifi ciali di solito vengono posizionate a riva e servono per indicare i punti di uscita.

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Le fonti naturali di luce sono il sole e la luna. La posizione della luna è d'aiuto per orientarsi notte. Durante il giorno invece la direzione dei raggi solari indicherà la direzione in cui si sta pinneggiando.

Composizione del fondoLa composizione del fondale marino può essere di grande aiuto durante le immersioni. In quelle effettuate da riva, può essere roccioso o sabbioso, può declinare più o rapidamente.Le increspature della sabbia, sono un'altra caratteristica importante che può aiutare, infatti dove c'è azione delle onde, le increspature della sabbia sono parallele alla riva.

OrientamentoQuando si utilizzano le caratteristiche del terreno ed i punti di riferimento per orientarsi è necessario annotarle in anticipo, quando si è in superfi cie, a riva o sulla barca.In genere queste informazioni, vengono fornite durante il briefi ng, occorre quindi prestare molta attenzione in questo fase. Se ci si immerge

per la prima volta, nel luogo prescelto, un subacqueo avanzato deve avere tutte le informazioni necessarie prima di immergersi.Prima di entrare in acqua, ci si deve orientare mentre si è ancora in superfi cie; se ci si immerge da riva, ci si deve segnare ogni punto di riferimento che può essere.Se si utilizza una barca, la cima di discesa è il punto di riferimento essenziale, una volta raggiunto il fondo, ci si orienta facendo particolare attenzione alla direzione della corrente (attenzione che deve essere utilizzata anche in superfi cie), alle caratteristiche morfologiche intorno alla cima dell'ancora ed altri eventuali punti o caratteristiche del terreno.Qual'ora non ve ne fossero, è necessario crearseli, utilizzando dei sassi, posizionando una luce fi ssa o piccoli galleggianti; nel fare ciò è indispensabile non recare alcun danno all'ambiente.Nel caso ci si sia persi durante l'immersione, non si hanno molte possibilità, si deve indietreggiare sino all'ultimo punto di riferimento che si ricorda e che si riconosce.Si può ritornare anche alla quota della profondità di partenza, considera che una riemersione per orientarsi, non sempre è possibile, specie in un'immersione profonda, e potrebbe essere anche pericolosa in caso di presenza di natanti in superfi cie.La pratica e la pianifi cazione di un immersione, sono elementi essenziali, ai quali non si può prescindere, tra cui la conoscenza dei punti di riferimento naturali, cosi come l'abbinamento dell'uso di una bussola subacquea in caso di visibilità ridotta o per la perdita di punti di riferimento.

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La bussolaLa bussola è uno strumento antico, alcune fonti riportano che sia stata inventata nel 2500 a.C. in Cina.

FunzionamentoLa bussola non è altro che una scatola con un ago magnetizzato che punta sempre verso il Nord magnetico.La terra è come un grosso magnete; con un Polo al Nord e l'altro al Sud. La magnitudo del Polo Nord, che attira l'ago della bussola, non coincide però con il Polo Nord geografi co.Il Polo Nord magnetico è localizzato a circa 1600 km a sud del Polo Nord geografi co vicino all'isola di Bathurst sulle coste a nord del Canada.

In termine molto pratici, questo vuole signifi care che un subacqueo, usando una bussola, deve tenere a mente il Polo Nord reale, non quello magnetico. Immergendosi per brevi distanze, la differenza è praticamente insignifi cante, ma più ci si allontana più questa differenza diventa importante.Per chi naviga, per chi va in montagna o per chi vola, le bussole devono essere tarate per un uso specifi co.

Sulle mappe, le informazioni per l'uso della bussola, sono contenute nel diagramma di declinazione, che mostra la relazione angolare tra il vero Nord magnetico e il Nord geografi co.

La Rosa della bussolaI punti principali direzionali sono: Nord - Sud - Ovest - Est, e sono defi niti i punti cardinali.La bussola è divisa in 360° e ciò fu fatto in relazione al fatto che fu provato che la terra fosse rotonda e dividendo in parti uguali un cerchio, il suo Equatore. Prima la bussola era divisa nei 32 punti usati dai marinai. Mettendo insieme questi due riferimenti direzionali avremo le tradizionali 16 direzioni della bussola. Questi punti di riferimento indicati sul quadrante della

bussola si chiamano "Rosa della bussola". Il nord è indicato con 0° o 360°, l'Est con 90°, il Sud con 180° e l'Ovest con 280°.

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Latitudine e LongitudineL'equatore è una linea immaginaria che divide la terra orizzontalmente in emisfero superiore e inferiore. La Latitudine di questa linea è sempre 0.Il pianeta è anche diviso verticalmente da linee longitudinali. La Longitudine 0 passa per Greenwich in Inghilterra. Questa divisione permette ai naviganti, siano terrestri o marittimi di determinare dove si trovano. Tutte le bussole ad uso subacqueo, hanno delle caratteristiche fondamentali comuni che sono l'ago magnetico, l'indicazione dei gradi e la linea

Lubber (linea di fede). La cassa della bussola contiene generalmente del liquido, in modo tale che l'ago può galleggiare liberamente.

La qualità delle bussole subacqueeUna bussola subacquea di qualità deve avere anche una corona esterna girevole, a seconda del modello, che può ruotare sia sulla scala dell'indice sia sulla scala dei gradi. Essa deve avere anche un indicatore che è rappresentato da una linea (linea di fede), una freccia o una serie di barre.L'indicatore è allineato con la freccia del Nord per mantenere una direzione costante. Un marcatore bidirezionale permette al sub di capire immediatamente quale è il campo opposto. L'indicatore di rotta reciproca è a 180° rispetto all'indice.

Altre caratteristiche di una bussola possono includere un quadrante luminoso o una cassa riempita d'olio.

Uso della bussolaPrima di usare la bussola in acqua, il tuo Istruttore CMAS-PTA, ti dimostrerà come si usa sulla terraferma; si procederà selezionando un punto, puntare la bussola di fronte sino a che la linea di fede si allinea con li direzione in cui procedere.Il numero più vicino alla linea di fede e la direzione in gradi, procedendo, mantenendo la cifra sulla linea di fede, si arriverà al punto designato.

DirezioneLa direzione è il termine usato per indicare la direzione in cui un subacqueo si muove rispetto ad un dato punto. Ad esempio, muoversi per 150 m al Nord dal pontile equivale a dire muoversi per 150 m per 360° dal pontile.

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RottaIl termine Rotta è il termine usato per indicare la direzione verso la quale il sub nuota per raggiungere un obiettivo. Questa viene indicata in gradi e letta sulla bussola. Se ci si sta dirigendo a 360 gradi e si vede un oggetto o un punto interessante in cui dirigersi, si punterà la bussola verso quel punto; guardando il quadrante laterale, la linea di fede sarà giusto alla sommità del numero. Quel numero è la rotta che devi seguire dal punto in cui ti trovi per raggiungere l'altro punto scelto.

Utilizzo della bussola per stabilire una rottaDopo aver puntato la bussola nella direzione in ci si dirige o ci si trovi, se deve dare tempo all'ago di oscillare. Non appena l'ago smette di muoversi, si deve allineare il marcatore sull'ago che indica il Nord. Per mantenere questa direzione, occorre osservare l'ago ed assicurarsi che sia allineato con il marcatore di indice. La linea di fede deve essere mantenuta allineata con la direzione. Se si utilizza una bussola con lettura laterale, quest'operazione è più facile; con essa si allineerà il numero di gradi appropriato con le linea di fede che appare nella fi nestra. Ora siamo in grado di conoscere la direzione in gradi.

Una volta che si è stabilito la direzione, si deve tenere la bussola in posizione orizzontale, viceversa l'ago potrebbe toccare la superfi cie della cassa e non dare una lettura accurata o corretta.

La posizione del corpo, ha un ulteriore importanza, il subacqueo deve allineare il proprio corpo in maniera tale che stia diritto e pinneggiare tenendo la bussola in linea retta.Usando una bussola da polso, la posizione delle braccia diventa importante, il braccio con la bussola deve essere piegato e tenuto fermo con l'altro braccio.

Il braccio senza bussola deve essere tenuto dritto in avanti e di fronte. In questo modo la bussola sarà allineata con la linea mediano del corpo.

Possiamo anche togliere la bussola dal polso e tenerla fra le mani in posizione centrale. Se la bussola è a lettura laterale estendere le braccia in avanti, mentre se è a lettura dall'alto o montata in console portare le braccia leggermente avanti con i gomiti piegati contro i lati della cassa toracica.

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Per eventuali correzioni di variazioni di direzione, ricordiamoci di spostare tutto il corpo, in asse con la linea di fede della bussola, e non effettuare correzioni con il solo spostamento della bussola.

L'uso della bussola è un'attività di squadra, mentre un membro del team utilizza la bussola, l'altro deve osservarlo per verifi care che sia mantenuta la profondità, i punti di riferimento ed eventuali ostacoli.

Tracciare una rotta reciprocaUna volta che si è raggiunto l'obiettivo desiderato, si dovrà fare ritorno al punto di partenza. In caso di immersioni poco profonde, si potrà anche riemergere e orientarsi, ma con la navigazione è più facile tracciare una rotte reciproca.Per ottenere questo,si deve sapere qual'era la direzione originale, poi è solo questione di sommare o sottrarre 180° per trovare la rotta reciproca o di ritorno.Se la direzione era maggiore di 180° si deve sottrarre 180 dalla direzione per trovare la rotta di ritorno. Se la direzione era meno di 180 si deve aggiungere 180.

Se la direzione era di 180° a Sud, per tracciare la rotta di ritorno si deve aggiungere 180 e il risultato sarà 360° a Nord (si può anche sottrarre 180° ed avere un risultato di 0°; anche in questo caso sarebbe in direzione Nord)

Per impostare la bussola sulla direzione reciproca, si deve ruotare il marcatore dell'indice a 180°, la rotta di ritorno segnata sarà adesso dove si trovava l'indice prima che fosse stato modifi cato.La posizione a Nord della freccia punterà sul segno della rotta di ritorno; si dovrà ruotare sul corpo fi no a che la freccia del Nord punterà il marcatore.

Applicazione pratica navigazione naturale e bussolaMaggiore è la conoscenza del luogo d'immersione, più facile sarà utilizzare la navigazione naturale, ciò nonostante se si desidera esplorare punti poco conosciuti o s'intende tracciare una mappa del fondale, ad esempio da parte di una guida subacquea per poter effettuare in seguito il suo briefi ng, sarà necessario fare ricorso non solo alla navigazione naturale ma anche a quella con la bussola.

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Come applicare la navigazione naturale a quella con la bussolaSe ci s'immerge in luoghi conosciuti, si potrebbe pensare di non utilizzare una bussola, ma se si conosce la direzione del punto di entrata e di uscita e la direzione dei luoghi di interesse potrà essere di aiuto nel caso ci si possa perdere.

Mentre ci si dirige verso il punto d'ingresso per l'immersione usa la bussola per stabilire la direzione, in questo modo quando si traccia la rotta di ritorno si conoscerà la direzione generale sia della barca di appoggio sia della riva.

Triangolazione di un punto amare Rilevamento da mare con triangolazione

La bussola subacquea può essere usata anche in superfi cie ed utilizzare la navigazione naturale per individuare eventuali siti preferiti. Le illustrazioni a lato, indicano come si effettuano delle triangolazioni con dei punti di riferimento, punti che possono essere presi da mare e che possono essere mantenuti con l'ausilio della bussola.

La misurazione del tempoPer determinare il tempo necessario ad effettuare un determinato percorso, si ha bisogno di un tratto lineare misurato e di un cronometro o di un misuratore di tempo. Una volta tracciata la linea, il compagno, o gli altri componenti del team, iniziano a pinneggiare lungo di essa, ad un ritmo normale. Un componente si dovrà concentrare sul tempo, rimanendo lungo la linea, un altro invece dovrà prestare attenzione alla sicurezza.Quando si raggiunge la fi ne del tratto segnato si ha la durata del tempo. Lo stesso subacqueo poi effettua il percorso inverso pinneggiando verso il punto da cui si è partiti, cronometrando.Si farà la media dei due tempi ottenuti; il risultato rappresenta la media o la quantità approssimativa di tempo che si impiega per pinneggiare su una certa distanza. Per facilitare il calcolo si usa spesso una distanza di 30 metri.

Il calcolo delle pinneggiateUn ulteriore facile metodo per calcolare le distanze sulla stessa linea misurata è contare i cicli di pinneggiata. É simile al calcolo delle distanze terrestri, quando contiamo i passi.Sott'acqua invece si deve contare ogni volta che il piede sinistro raggiunge la parte più alta del colpo della pinneggiata.

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Un sub nuota per 30 metri sulla linea ed impiega 38 cicli di pinneggiata per percorrerla, al ritorno ne mette 39. Quindi circa 0,76 metri per ciclo di pinneggiata. Sapendo questo, si ha a disposizione due metodi facili ed effi caci per determinare la distanza da diversi punti.

Al valore della rotta si deve aggiungere o sottrarre l'angolo della svolta, se si deve girare a destra o a sinistra

Percorsi rettilinei Nei percorsi rettilinei, una volta giunti alla punto prestabilito, si dovrà impostare sulla bussola la rotta reciproca, per effettuare il percorso di ritorno. Per trovare la rotta reciproca si deve aggiungere o togliere 180° dal valore della rotta di andata, se questa è rispettivamente inferiore o superiore a 180°.

- Percorso A-B, con rotta di 320°

- Sottrarre 180° e si avrà una rotta reciproca di 140°, per il percorso inverso da B a A.

- Girare la ghiera fi no a far coincidere il valore di 140° con la linea di fede.

- Ruotare su se stessi fi no a riallineare l'ago ed iniziare il percorso di ritorno.

Rotta 320°

Rotta 140°

A BPercorso rettilineo

Tecniche semplici di ricercaOra che abbiamo appreso l'uso della bussola e la misurazione della distanza abbiamo gli strumenti per eseguire delle semplici ricerche subacquee utilizzando al tecnica delle fi gure geometriche (quadrati - triangoli).

QuadratoCome ben sappiamo, un quadrato è una fi gura geometrica avente i suoi quattro lati della stessa lunghezza; questo signifi ca che gli angoli del quadrato hanno 90°. In una bussola ce ne sono 360, quindi per fare un quadrato si dovrà pinneggiare per 4 tratti differenti della rotta girando a 90° alla fi ne di ogni tratto misurato. Sommati i 4 tratti si avrà 360° e il subacqueo si ritroverà al punto di partenza.

Ro

tta

330°

Ro

tta 150°

Rotta 60°

Rotta 240°

A

D

B

C

Percorso a quadrilatero con svolte a destra:- Percorso del lato AB con rotta di 60°. - Percorso lato BC. Nuova rotta 60°+90°=150°. - Percorso lato CD. Nuova rotta 150°+90°=240°. - Percorso lato DA. Nuova rotta 240°+90°=330°

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TriangoloUn'altra semplice fi gura da eseguire è quella a 3 lati o triangolare. Questa verrà eseguita allo stemmo modo della quadrangolare, salvo per il fatto che i lati sono tre.Pertanto l'angolo sarà più molto più ampio; infatti in una fi gura triangolare, avente i lati uguali, ogni angolo misurerà 120°, il cui totale sarà sempre di 360°.

Rotta 20°

Rotta 260°

Rotta 140°

A

B C

Percorso a triangolo con svolte a sinistra: - Percorso del lato AB con rotta di 260°. - Percorso lato BC. Nuova rotta 260°-120°=140°. - Percorso lato CA. Nuova rotta 140°-120°=20°.

Rotta 220°

Rotta 40°

Rotta 130°

Rotta 130°

Ro

tta

130°

B

C

A

Ostacolo

Superamento di un ostacoloUn ostacolo può essere superato passandogli sopra o aggirandolo, la scelta è subordinata, ovviamente, alle dimensioni dell'ostacolo.Risulta molto più comodo e facile passare sopra l'ostacolo, tuttavia è fattibile solo quando la risalita di quota è limitata a pochi metri, 1 o 3 metri al massimo, ma è assolutamente sconsigliato attuare questa procedura per superare ostacoli che impongono risalite di quota superiori.

Per aggirare un ostacolo e riuscire a mantenere il percorso originale, si deve effettuare una svolta di 90°, a destra o a sinistra, e pinneggiare fi no a superare l'ostacolo per la sua larghezza, rilevando questa ulteriore distanza percorsa. A questo punto si svolta sempre di 90°, ma dal lato opposto alla prima svolta, e si supera l'ostacolo per la sua lunghezza, per poi girare nuovamente per la stessa parte e percorrere un tragitto pari a quello occorso per superare l'ostacolo per la sua larghezza. Se sono stati effettuati i calcoli correttamente, ci si troverà dalla parte opposta dell'ostacolo. L'ultima svolta dovrà essere di 90° per ritrovarsi nella direzione originale.

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Tracciare una mappa del luogo d'immersioneUsando le tecniche sino ad ora apprese, è possibile tracciare delle mappe dettagliate. Per fare ciò, si dovrà usare un profondimetro (computer subacqueo), un manometro, una lavagna subacquea, una bussola ed un compagno d'immersione paziente.Se si vuole tracciare una mappa di una zona d'immersione, sarà utile che essa sia di piccole dimensioni piuttosto che di zone estese. Le rotte possono iniziare con un singolo punto d'ingresso o con più di uno. Possono indicare le direzioni dalla riva e/o da oggetti sommersi per raggiungere altri punti, per maggiore precisione dovrà essere indicata anche la profondità.Percorrendo le distanze, indicando le profondità ed le direzioni della bussole ogni subacqueo, con una buona conoscenza della navigazione subacquea sarà in grado di tracciare la mappa del suo luogo d'immersione preferito.

La navigazione subacquea è una tecnica che può essere molto utile in ogni attività subacquea, essa potrà fornire al subacqueo avanzato maggiore senso di sicurezza e l'abilità di immergersi in maniera sicura.

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4.5 Immersione in altitudine

Una immersione in quota è un tipo di immersione che si svolge ad un'altitudine differente da quella che si svolge normalmente al livello del mare. Questo tipo d'immersione si differenzia rispetto ad una normale immersione subacquea per via del fatto che l'altezza, in cui si svolgerà l'immersione, altera la durata delle soste effettuate dal subacqueo.In altitudine cambiano le condizioni fi siologiche dell'organismo umano e questi cambiamenti sono attribuiti alla differenza di pressione esistente tra il livello del mare e la quota del luogo scelto per l'immersione. Queste condizioni impongono ai subacquei di essere fi sicamente allenati, psicologicamente preparati al freddo e conoscere le indispensabili nozioni di fi sica e tecniche.

Vengono considerate immersioni in altitudine, tutte quelle immersioni che si svolgono ad una quota superiore ai 300 m.s.l..

Le principali caratteristiche di un'immersione in quota sono:

altitudine: minore pressione atmosferica conseguenze sulla programmazione

minor temperatura dell'acqua: freddo conseguenze sull'attrezzatura

acqua dolce: minore spinta positiva rispetto all'acqua salata

conseguenze sull'assetto

Pressione atmosferica Ad alta quota la pressione atmosferica è inferiore rispetto al livello del mare; decresce infatti di 0.1 bar ogni 1000 metri di altezza.

Saturazione dei tessutiDalla legge di Henry:

"Un gas che esercita una pressione sulla superfi cie di un liquido, vi entra in soluzione fi nché avrà raggiunto in quel liquido la stessa pressione che esercita sopra di esso".

Effettuando la stessa immersione al livello del mare la pressione non sarà comunque la stessa, e i tessuti del corpo non saranno saturati dai gas nello stesso modo.

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In particolare in quota, già prima dell'immersione, ci sarà già un maggior grado di saturazione da azoto rispetto che a livello del mare.

Le normali tabelle di decompressione, che si basano sulla pressione a livello del mare, devono essere adottate alle immersioni in quota. Se non si sono effettuate immersioni in mare nelle ultime ore, e si considera che l'organismo si trova in stato normale; il coeffi ciente di saturazione d'Azoto sarà uguale a 1 al momento della partenza per il lago di montagna. Una volta arrivati in loco, dopo un breve viaggio, l'organismo non avrà avuto il tempo di liberare tanto gas quanto basta per ristabilire lo stato di saturazione in rapporto alla nuova, diminuita pressione; ci si troverà pertanto in uno stato di sovra saturazione e il coeffi ciente sarà superiore a 1.

A questo punto vi sono due possibilità per effettuare l'immersione:a) aspettare che lo stato di saturazione si riequilibri, tenendo conto

che sono necessarie 48 ore per una desaturazione completa, in modo tale che il coeffi ciente ritorni ad essere uguale ad 1 e permetta di considerare l'immersione che si sta per effettuare come un'immersione singola (ma sempre in altitudine)

b) effettuare subito l'immersione, considerando lo stato di sovra saturazione in cui il subacqueo si trova, e quindi considerarla come un'immersione successiva

Utilizzo delle tabelle di decompressioneSi può notare che la pressione è differente. La desaturazione dai gas è direttamente proporzionale all'aumento della pressione a alla durata dell'esposizione.Come sappiamo,e tabelle di decompressione sono previste per un uso in condizioni normali; in montagna è necessario utilizzare tabelle con una profondità cosiddetta equivalente.

Ad esempio per un'immersione subacquea a 40 metri di profondità a 2000 metri si dovrà considerare una immersione equivalente di 50 metri di profondità per la stessa durata.

Profondità equivalente =Profondità reale x Profondità altitudine

Profondità livello mare

Per immergersi in altitudine si dovranno considerare due diverse profondità, una fi ttizia e una reale.Il risultato della formula rappresenta la profondità che si dovrebbe raggiungere in mare per avere gli stessi effetti di saturazione ai quali l'organismo umano sarà sottoposto.Naturalmente, la tappa di sicurezza prevista a 5 metri, e le eventuali

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tappe di decompressione se certifi cati per poterle eseguire, dovrà essere adattata moltiplicando la profondità fi ttizia della tappa per il coeffi ciente fi ttizio di altitudine

La profondità fi ttizia è quella che dovremo utilizzare per i calcoli di decompressione, la profondità reale sarà considerata per il consumo d'aria e come profondità effettivamente raggiunta.

Fenomeni correlati alle immersioni in altitudine

Un sub che abbia già concluso la sua immersione, al livello del mare, da oltre 12 ore, si troverà in uno stato di saturazione normale, cioè il suo coeffi ciente di saturazione sarà uguale ad 1. Se decide di effettuare un immersione i in altitudine, spostandosi rapidamente sul luogo d'immersione, il suo organismo non avrà avuto il tempo necessario per liberarsi dall'azoto formatosi dalla nuova diminuzione di pressione,si troverà quindi in uno stato di sovra saturazione cioè il suo coeffi ciente di saturazione sarà superiore al valore normale di 1.

Per poter usare delle tabelle di decompressione bisognerà adattare i loro valori a quelli imposti dalla nuova pressione ambiente

Profondità Mare Lago a 2000 metri di altezza

superfi cie 1 bar 0.8 bar

-10 m 2 bar 1.8 bar

-40 m 5 bar 4.8 bar

-50 m 6 bar 5.8 bar

100 m 1 bar

0,9 bar

0,8 bar

0,7 bar

1000 m

2000 m

3000 m

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Strumentazione I profondimetri, a seconda del modello, possono o meno fornire falsi dati in immersioni in quota. I moderni computer subacquei prevedono specifi ci programmi o funzioni per gestire le immersioni in quota.

Riassumendo quanto esposto, possiamo affermare che le immersioni in quota non devo essere preso troppo alle leggera ed è necessario pertanto effettuare una attenta e corretta pianifi cazione. Quando si arriva sul luogo dell'immersione, occorrerà evitare al massimo gli sforzi fi sici, in quanto in altitudine la pressione parziale dell'Ossigeno nell'aria respirata è più bassa che a livello del mare. Un'ulteriore diffi coltà è rappresentata dalla bassa temperatura dell'acqua e dell'aria; se questo tipo d'immersione viene effettuata nel periodo estivo, non vi sono particolari di freddo, ma nel periodo invernale la situazione cambia decisamente a causa del notevole sbalzo termico, si deve considerare la permanenza in acqua, ma soprattutto l'uscita con possibili problemi di ipotermia.

Per ovviare a questi inconvenienti si può ovviare utilizzando un'adeguata muta stagna.Una particolare cura va posta all'uso dell'autorespiratore, in particolar modo agli erogatori, che dovranno essere o già predisposti, oppure preparati presso un centro specializzato, all'uso in acque fredde.Ulteriori consigli prevedono di non lavare la maschera prima dell'immersione per non far formare del ghiaccio, la maschera non va tenuta indossata troppo a lungo perché anche il vapore provocato dalla respirazione potrebbe gelare. Per lo stesso motivo non si deve sostare in superfi cie, in quanto se l'erogatore si bagna, c'è il rischio che si formi del ghiaccio all'interno del primo stadio, con il rischio di un blocco dell'erogatore o con un'erogazione continua; pertanto è necessario subito non appena si avrà l'ok dal compagno, dare il via all'immersione.

Aggigiorno, per immergersi in altitudine, i rischi sono ridotti al minimo, poiché è possibile disporre di una gran varietà di attrezzature sicure, ma non bisogna mai dimenticare di avere un corretto approccio e prudenza.

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MODULO 5Nozioni di salvamento e salvataggio subacqueo

Panoramica

• Introduzione• Esigense ed attidudini richieste nell'attività di salvamento • Prevenzione e autosoccorso• Stress • Gestione delle emergenze e soccorso subacqueo• Scenari

Obiettivi

Al termine di questo modulo saremo in grado di:

• Apprendere le procedure per la gestione degli incidenti e le pratiche per il soccorso in immersione

• Adottare comportamenti più consapevoli e corretti per prevenire possibili incidenti

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Introduzione

Il livello P2 PTA-CMAS include argomenti basilari per la formazione di un subacqueo avanzato, al fi ne di approfondire le sue conoscenze ed affi nare la propria esperienza. Per tale ragione, acquisire nozioni di salvamento e gestione delle emergenze diventa un fattore imprescindibile per svolgere le immersioni subacquee in modo sicuro e responsabile, oltre ad essere un pre-requisito per accedere al corso di livello superiore.Tuttavia, non costituisce un corso di salvamento vero e proprio, il quale addestramento richiede una preparazione più elevata e specifi ca, pertanto non si è abilitati come soccorritori di salvataggio subacqueo, ma semplici conoscitori delle tecniche di prevenzione e sicurezza da applicare in modo effi cace.

In questa lezione il subacqueo impara ad utilizzare le abilità in parte già acquisite nel P1, in materia di prevenzione dei problemi e gestione delle emergenze, preparandosi ad affrontare situazioni di emergenza più complesse ed applicare tecniche di intervento diretto per assistere i compagni in caso di emergenza.

Principi ed Obiettivi Uno dei principi su cui si basa tale addestramento al salvamento parte dal criterio secondo cui non esiste un unico modo per portare a termine un compito, n’è un modo “giusto” per effettuare un salvataggio, ma piuttosto molteplici possibilità e risorse che il subacqueo soccorritore deve vagliare e alle quali può attingere in base alla situazione.

L’addestramento consente un approccio teorico fl essibile al salvataggio, tenendo in considerazione le proprie esigenze e caratteristiche personali. Lo sviluppo ed il conseguente consolidamento delle abilità, permettono al subacqueo di imparare a disporre adeguatamente delle proprie forze, riconoscere i propri limiti e tenerli presenti in situazioni di emergenza, pensando prima alle risorse disponibili per gestire un’emergenza e poi agire scegliendo il metodo ritenuto migliore per la situazione.

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Panoramica degli argomenti Le nozioni necessarie per avere una conoscenza di base riguardano:

Esigenze ed attitudini richieste nell’Attività di Salvamento Prevenzione ed Autosoccorso Lo Stress Gestione delle Emergenze e Soccorso SubacqueoScenari

5.1 Esigenze ed attitudini richieste nell’Attività di Salvamento

La causa più comune di un’emergenza subacquea è da attribuire ad un “errore di valutazione”. Un’emergenza può capitare a chiunque in acqua o nelle vicinanze, e può non dipendere dal fatto di essere o meno un buon subacqueo. Possono verifi carsi dei problemi senza preavvisi, dovuti a condizioni mediche particolari, oppure per cambiamenti improvvisi dell’ambiente, o qualsiasi altro imprevisto ragionevolmente impossibile da prevedere. Tuttavia, pianifi care un’immersione in parte signifi ca anche valutare i rischi in cui ci si può imbattere. E spesso, certe considerazioni inizialmente non sono neanche visti come potenziali rischi. Per esempio, un subacqueo può aver scelto di partecipare ad attività subacquee troppo impegnative per la propria esperienza e formazione, oppure prendere decisioni avventate durante un’immersione, tralasciare i controlli di sicurezza dell’attrezzatura o non seguire il piano base d’immersione. Identifi care gli errori di valutazione può dare al subacqueo la possibilità di intervenire prima che l’inconveniente si trasformi in un incidente. Riconoscere la causa di un incidente poi è importante in modo da non ripetere il medesimo errore.

Vi sono alcune considerazioni importanti da fare prima di tentare un soccorso in acqua.

Innanzitutto è fondamentale sapere quale comportamento assumere per aiutare gli altri in acqua, essendo consapevoli che agire in sicurezza riduce il rischio di trasformare il soccorritore in un’altra vittima. Nel caso di un subacqueo in superfi cie, è possibile valutare la necessità di entrare in acqua o meno, ed eventualmente prestare soccorso con un ausilio (cima o pertica, per esempio) oppure da una barca. Se è richiesto un salvataggio in acqua, bisogna verifi care se si dispone

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dell’attrezzatura e predisposizione necessari a garantire prima la propria sicurezza e poi quello della vittima, nel contesto della situazione creatasi. E non di meno, valutare se vi sono ragionevoli possibilità di portare a termine il salvataggio con successo, senza incorrere problemi per se stessi.

5.2 Prevenzione ed Autosoccorso

L’autosoccorso “Prima di tutto, bada a te stesso” – è la regola base dell’autosoccorso. Per essere capaci ad aiutare gli altri, bisogna star lontani da situazioni a rischio, e nel caso in cui ci si debba trovare, è necessario prima di tutto tutelare se stessi.

Al fi ne di potenziare le abilità di autosoccorso, è necessaria una preparazione che implica tre aspetti: Fisica: riguarda la salute, una dieta adeguata e di essere in buona forma, che permette di affrontare il carico di impegno fi sico richiesto in situazioni particolari. Psicologica: sentirsi sicuri e a proprio agio durante un’immersione, una “forma mentis” che scaturisce dall’abitudine di effettuare immersioni nel rispetto dei limiti consentiti dal proprio allenamento e dell’esperienza acquisita. Attrezzatura: preparazione ed utilizzo della stessa, controllo e manutenzione, sia quella subacquea che quella di emergenza. Autocoscienza: Conoscersi signifi ca sapere avvertire in se stessi, se c’è qualcosa che non va.

Nel caso in cui ci si imbattesse in un problema già sorto, è necessario attivare un autosoccorso supportato da azioni appropriate per arrivare ad una soluzione.

La procedura da attuare è:

FERMA ➡ RESPIRA ➡ PENSA ➡ AGISCI

Fermare ogni attività, per permettere di riprendere la respirazione Riprendere il respiro, in modo da tranquillizzarsi e respirare normalmentePensare, per analizzare il problema e pianifi care le possibili azioni adatte a risolverloAgire ed intraprendere azioni logiche piuttosto che agire avventatamente

Successivamente, va identifi cato il problema ed immaginare quali possano essere le risposte risolutive per compiere rapidamente le scelte giuste. Per tenersi sempre aggiornati e pronti, è necessario esercitarsi nelle procedure di emergenza con una certa frequenza; e comunque, in caso di emergenza, bisogna concentrarsi su “cosa fare” e non cercare di ricordarsi “come si fa”.

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In caso di problemi, vi sono almeno cinque abilità che consentono di perfezionare le capacità di auto-salvamento: Il controllo del galleggiamento: un buon assetto serve ad evitare di agitarsi per mantenere la posizione, sia un superfi cie che sott’acqua. Saper risolvere un crampo: evita che il dolore possa aumentare fi no a inibire ogni azione. avere sempre la scorta d’aria suffi ciente: la gestione dell’esaurimento dell’aria prevede varie procedure di risalita di emergenza. È necessario disporre di una fonte d’aria alternativa indipendente. Controllo adeguato delle vie respiratorie: permette di respirare dal proprio erogatore o snorkel nonostante la presenza di piccole quantità d’acqua, evitando il soffocamento. essere in grado di gestire le vertigini: affrontate correttamente evita che diventino un grosso problema, in quanto fanno perdere il senso di equilibrio ed orientamento e possono causare stress sotto forma di nausera.

……

Prevenzione Il miglior autosoccorso consiste nel rimanere lontani da situazioni problematiche. La maggior parte degli incidenti subacquei inizia prima dell’immersione; la maggior parte dei problemi subacquei avviene in superfi cie. Pertanto, nello svolgere un’immersione, vi sono determinate procedure che consentono di prevenire la maggior parte dei problemi.

Inizialmente effettuare una manutenzione su tutta l’attrezzatura riduce la probabilità che si manifestino disfunzioni. Questo include anche un controllo pre-immersione, che permette di individuare eventuali problemi che possono insorgere una volta entrati in acqua. Nella pianifi cazione, pensare o immaginare eventuali problemi diventa parte integrante, in quanto, come già detto prima, va inclusa la valutazione del rischio. Pensare anticipatamente ai problemi che potrebbero sorgere durante l’immersione che si intende effettuare, permette di modifi care il piano o le procedure in modo da poterli evitare. Non vanno ignorati neanche i piccoli inconvenienti, perché è statisticamente provato che la maggior parte degli incidenti gravi derivano proprio dai piccoli problemi, che inizialmente ignorati, sono diventati responsabili di situazioni a rischio. Il riconoscimento dei problemi è una della abilità richieste per l’autosoccorso.

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5.3 Lo Stress

Con il termine “stress” si intende una tensione fi sica o mentale che determina a sua volta dei cambiamenti fi sici, chimici ed emotivi. Propriamente, signifi ca “sforzo, spinta”.

Esso può produrre reazioni sia positive (come energia in una competizione), o spaventarsi quando ci si imbatte in qualcosa che si teme, distinguendo lo stress in positivo , di livello basso, con uno stato ottimale che facilita la concentrazione e l’applicazione ad un compito da svolgere ma tenendo uno stato di vigilanza, e in negativo, condizione in cui non ci si sente a proprio agio.

Dinamica dello stressGli aspetti fondamentali di una situazione di stress si sviluppano generalmente nella seguente maniera: Causa Iniziale (un incidente, un pensiero, un’immagine, paura o percezione) Predisposizione del subacqueo a subire lo stress Reazione allo stress, comportamento e modi di agire in risposta alla causa

Cause dello stressLo stress può essere di carattere fi sico o psichico, ma spesso i fattori che lo determinano posso essere comuni.

In genere, lo stress fi sico è causato da: condizioni ambientali: freddo o caldo, mare mosso, meteo, disagi causati dall’attrezzatura, ecc. condizioni fi siche del subacqueo stesso: stanchezza, diffi coltà di compensazione, indisposizione personale, crampi, affaticamento, malattie o ferite, alcool o droghe, ecc.

Parimenti le condizioni su citate, a seconda della predisposizione della persona, possono causare anche uno stress psicologico, alimentato da altri fattori puramente soggettivi e personali. Per esempio, in caso di stanchezza o affanno, il subacqueo potrebbe temere di non riuscire a rientrare in barca, o di rimanere senz’aria, oppure se dovesse svolgere dei compiti più impegnativi (apprensione), potrebbe temere di non riuscire ad affrontarli (angoscia).Dunque, lo stress psicologico avviene quando ci si sente minacciati nella propria sicurezza o benessere.

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Altre possibili cause di minaccia psicologica sono anche certe convinzioni e modi di pensare individuali, che possono riguardare il costo e l’impegno richiesto dall’immersione, pressione esercitata da altri per non compromettere la propria immagine, o percezione che il rischio possa essere maggiore del normale. Tali cause possono essere sia reali che immaginarie, tuttavia lo stress che ne deriva è sempre molto reale per il subacqueo che ne sta facendo esperienza, e pertanto da non sottovalutare.

La risposta fi siologica allo stress Quando il corpo si prepara ad affrontare un intervento di emergenza, rilascia epinefrina (adrenalina) che aumenta la frequenza respiratoria, ma ne riduce l’effi cienza respirando tramite attrezzatura subacquea. I sintomi possono assomigliare al soffocamento o alla mancanza d’aria, che possono a loro volta portare il subacqueo al panico. In condizioni di stress intenso si può sperimentare una limitazione delle capacità percettive, ossia una diminuzione della consapevolezza generale dovuta alla concentrazione su di un problema percepito, o su un solo tipo di risposta (ma ineffi cace) al problema in questione. La limitazione delle capacità impedisce di trovare altre soluzioni di percepire l’insorgenza di altri potenziali problemi.

Gli effetti dello stress Lo stress dunque si innesca quando insorge un problema, e comporta una risposta fi sica e psicologica per risolvere la situazione. In base alla propria predisposizione, lo stress può renderci ansiosi oppure aiutarci a riconoscere il problema ed indurci piuttosto a rimuovere questa situazione di disagio. Ma se non si riesce a reagire, o se le reazioni non risolvono il problema, l’ansia cresce insieme allo stress, e a seconda dello stato psicologico e della propria esperienza, ne deriva un successivo comportamento che può ancora risolvere il problema. Ma se la situazione non cambia, lo stress sfocia in panico improvviso, e può essere irrazionale ed istintivo, richiedendo così la necessità di essere soccorsi.

Il panico Il panico è il momento fi nale dell’evoluzione (negativa) dell’angoscia e dell’apprensione in fase ascendente, ovvero, il raggiungimento del limite critico di gestione dell’immersione nel quale le proprie facoltà d’azione e reazione sono compromesse e sfuggono al proprio controllo. Esso può manifestarsi sotto forma di comportamento attivo (azioni scoordinate) o passivo (non coscienza, mancanza di consapevolezza). Il risultato è comunque lo stesso: perdita di controllo dell’immersione ed esposizione a potenziali rischi. La potenzialità che il panico si manifesti dipende da fattori individuali, come la capacità più o meno di percepire quanto una situazione sia rischiosa e di capire fi no a che punto una persona ritenga di poter cambiare la situazione. Più si percepiscono i rischi e l’impossibilità di modifi care la situazione, maggiori saranno le probabilità di andare in panico. La formazione, sia pure nei limiti dell’esperienza e della disposizione personale al panico, è il fattore determinante della sua prevenzione.

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5.4 Gestione delle Emergenze e Soccorso Subacqueo

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5.5 Scenari

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Norme da seguire per un tentativo di rianimazione in acquaNel momento in cui ci si trovi con un subacqueo in arresto respiratorio, il soccorritore dovrà propendere per una diffi cile scelta, e cioè tentare di rianimarlo in acqua oppure portare la vittima a riva e poi tentare di rianimarla.Prima di stabilire le azioni da intraprendere è bene ricordare alcuni punti fondamentali da tenere in considerazione:

1 Qualsiasi atto rianimatorio deve essere anticipato dalla messa in sicurezza del soccorritore e dalla valutazione ABC del soggetto da soccorrere (vittima)

2 La fase A oltre alla valutazione della scena (Assessment) prevede la verifi ca della pervietà delle vie aeree (Air way) con l’esplorazione del cavo orale per verifi care l’assenza di corpi solidi (parti del boccaglio ad esempio) incluse le protesi dentarie;

3 L’aspetto che determina la necessità di Rianimazione Cardio Polmonare (RCP) è l’assenza di respiro riscontrata con la manovra del “GAS” (Guarda – Ascolta – Senti) praticata per 10 secondi;

4 Il protocollo dell’ERC (European Resuscitation Council) stabilisce, tra l’altro che la sequenza da seguire nella rianimazione di un annegato è:

a. Praticare 5 ventilazioni effi caci;b. Praticare La RCP per 1 minuto poi chiamare i soccorsi;5 Quanto stabilito al punto precedente ha lo scopo di far ripartire la

respirazione e che una ventilazione (ossigenazione del sangue) non combinata con una opportuno massaggio cardiaco che distribuisce nel sistema circolatorio il sangue ossigenato non avrebbe senso;

6 Il protocollo BLS di base prevede infatti di effettuare 30 compressioni succedute da 2 ventilazioni continuando con questa sequenza;

7 La presenza delle attrezzature subacquee di entrambi i soggetti, i rumori vari dello scenario ed il moto ondoso non permettono ne la valutazione corretta delle vie aeree, ne la rilevazione del respiro né la manovra ventilatoria;

Pertanto qui di seguito esponiamo alcune norme che possono servire come uno schema di procedure per una vittima in arresto respiratorio in acqua:

- Fondamentale è garantire la sicurezza del soccorritore (Il soccorritore deve verifi care, prima di qualsiasi azione, di poter agire

in sicurezza, in quanto se lui stesso diventa vittima non è più in grado di poter prestare soccorso)

- Garantire la sicurezza del soccorritore e della vittima. (Se il soccorritore non può praticare in condizione di sicurezza la

respirazione artifi ciale sul posto dove è stata trovata la vittima, dovrà immediatamente spostare l'infortunato e portarlo in un luogo sicuro)

- Garantire l’assetto positivo per il soccorritore e la vittima (togliere la cintura di zavorra, gonfi are il GAV, usare dei galleggianti ecc)

- Controllare lo stato di coscienza della vittima e controllare se vi è attività respiratoria.

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Se la vittima è in arresto respiratorio, effettuare due insuffl azioni lente e profonde.

(Può essere diffi cile, mentre soccorritore e vittima sono ancora in acqua, valutare se una vittima nonì cosciente respira spontaneamente)

- Se la vittima riprende a respirare, procedere verso la riva o la barca, controllando che la respirazione continui. (Il soccorritore deve sempre tenere la vittima sotto osservazione anche se ha già ripreso a respirare spontaneamente, perchè nei primi 5/10 minuti la vittima potrebbe nuovamente smettere di respirare)

- Se la vittima è in arresto respiratorio, portarla immediatamente in un luogo sicuro dove richiedere e prestare assistenza (ad esempio su una barca o a riva) e praticargli una ventilazione ogni 5 secondi (Se è subentrato un arresto respiratorio oppure la respirazione spontanea non è adeguata, può essere un’operazione salvavita tenere le vie respiratorie aperte e praticare la respirazione artifi ciale.

- Quando interviene l’arresto respiratorio primario il cuore ed i polmoni possono continuare a ossigenare il sangue per parecchi minuti permettendo all’ossigeno di continuare ad arrivare al cervello e agli altri organi vitali.

- All'arresto respiratorio segue, in un intervallo di tempo generalmente breve, l'arresto cardiaco che può essere provocato dalle condizioni fi siche della vittima, dalla temperatura dell’acqua, dall’ipossia precedente, dallo stato emotivo a cui è associata la malattia)

- Valutare le circostanze (abilità, possibile assistenza, condizioni ambientali, condizioni psicofi siche del soccorritore) mentre si pratica una ventilazione ogni 5 secondi:

• Trasportare il subacqueo continuando a praticargli la respirazione artifi ciale e richiamando assistenza. Inizia anche la RCP, se la ritieni necessaria.

(Tentare la rianimazione in acqua diminuisce immediatamente la possibilità di arresto cardiaco. Il maggior tasso di mortalità causato da arresto cardiaco (33%-93%) rispetto a quello provocato solo da arresto circolatorio (da 0 al 44%), giustifi ca il rischio di tentare immediatamente la rianimazione in acqua. Nella maggior parte dei casi, la respirazione viene normalmente riattivata con la ventilazione bocca/bocca nel primo minuto. In caso di arresto respiratorio in un luogo isolato, iniziare la ventilazione artifi ciale in acqua accresce le possibilità di sopravvivenza della vittima che non respira di oltre il 50%.)

• Se ti sembra di trovarti a più di cinque minuti da un luogo sicuro, continua la ventilazione mentre controlli se la vittima si muove o ha altre reazioni in risposta alla ventilazione. In tal caso, continua a praticare la respirazione artifi ciale mentre traini la vittima verso il luogo sicuro.

• In assenza di movimenti o di reazioni alla ventilazione, la vittima è probabilmente in arresto cardiaco. Interrompi allora la respirazione artifi ciale e trasporta la vittima al sicuro il più rapidamente possibile, esci dall’acqua, effettua un controllo circolatorio, inizia la RCP e riprendi la respirazione artifi ciale secondo le tecniche del BLS-D

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Acque Confi nate

Obiettivi

• Rivedere le tecniche apprese nel corso di 1stella ed approfondire le tecniche nuove, tutto in un ambiente controllato e sotto la supervisione del tuo Istruttore

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ACQUE CONFINATE

2 AC1 Ripasso esercizi

Briefi ngNuoto libero, nuoto con pinne, maschera ed aeratoreVestizione attrezzatura ARA, controllo personale e di coppiaEntrate in acqua: passo del gigante, a piedi uniti, capovolta all’indietroControllo dell’assetto: uso della cintura di zavorra e del GAVSegnali standard sia in superfi cie che in immersione.Immersione: mantenimento rapporto di coppia, controllo dell’assettoCambio maschera (scorta) e successivoSvuotamento maschera in acqua fondaRecupero erogatore in acqua fondaProcedure di risalita e di superfi cieTempo per fare praticaUscita dall’acquaRiporre l’attrezzaturaDebriefi ngCompilazione modulistica

Schema 2A C1

• Briefi ng• Nuoto libero, nuoto con pinne, maschere ed aeratore• Vestizione attrezzatura ARA• Controllo preimmersione• Entrate in acqua• Controllo dell’assetto• Segnali standardImmersione: • Cambio maschera (scorta)• Svuotamento maschera in acqua fonda• Recupero erogatore in acqua fonda• Procedure di risalita e di superfi cieTempo per fare pratica• Uscita dall’acqua• Riporre l’attrezzatura• Debriefi ng

2 AC2 Salvamento e Recupero (Rescue)

NOTA prova di Salvamento/RescueL’importanza di rendere reale una situazione simulata.Il subacqueo che ha bisogno di aiuto in acqua, è “vittima”, mentre una volta fuori dall’acqua, quando riceverà i primi soccorsi, in sicurezza, diventa “paziente”. La riuscita di un soccorso normalmente fa affi damento sulla capacità del soccorritore di identifi care e di distinguere le caratteristiche di un

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subacqueo stremato, in diffi coltà, in preda al panico e/o non cosciente. Il modo migliore per far proprio la comprensione delle differenze e delle somiglianze di tali condizioni sia dei rischi ai quali sono esposti i subacquei in stato di bisogno, è quello di far provare personalmente la parte della “vittima” durante le prove tecniche.

Briefi ngVestizione attrezzatura ARA, controllo personale e di coppiaEntrate in acqua: passo del gigante, a piedi uniti, capovolta all’indietroEliminazione dei crampi - (tirare la punta della pinna verso il corpo permette di stirare il muscolo del polpaccio che subisce il crampo)Subacqueo affaticato/cosciente - (trasporto di un subacqueo affaticato prendendo da dietro le rubinetterie della bombola o con presa laterale con la mano destra del soccorritore posizionata sotto il braccio destro dell’infortunato sollevando il mento per tenerlo fuori dall’acqua- assicurare il costante controllo della situazione e parlare all’infortunato - eseguire solo dopo aver messo in sicurezza e in assetto positivo l’infortunato -Subacqueo in panico (il subacqueo prima di qualsiasi azione deve avere il giusto approccio e procedere ad una valutazione)

1. fermarsi e valutare a distanza di sicurezza in modo tale da essere fuori dalla portata della vittima per avere tempo di reagire prontamente

2. individuare subito dove si trova e quale tipo di sistema di gonfi aggio adotta il GAV della vittima

3. tentare di comunicare con il subacqueo 4. tenendo conto della propria struttura fi sica, in considerazione della

struttura della vittima valutare se è il caso di entrare in contatto col subacqueo in superfi cie o sott’acqua

➣ Approccio di superfi cie:1. mantenere l’assetto personale2. restare fuori dalla portata della vittima nuotando oltre il suo raggio di

azione 3. afferrare il polso opposto della vittima (polso destro della vittima/

mano destra del soccorritore, polso sinistro/mano sinistra), tirarla velocemente e girare facendola ruotare

4. afferrare la rubinetteria da dietro stringendo con le ginocchia la bombola

5. gonfi are il GAV del subacqueo e/o sganciare la zavorra

➣ Approccio sott’acqua:1. avvicinarsi sott’acqua 2. girare o nuotare attorno al subacqueo, prenderlo dalla parte

posteriore;3. risalire, afferrando la vittima dalla rubinetteria, oppure trattenendo la

bombola con le ginocchia 4. gonfi are il GAV del subacqueo (rimuovendo la zavorra in superfi cie)

➣ Liberarsi

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Se il soccorritore viene afferrato da un subacqueo in panico, potrebbe essere necessario doversi liberare per riprendere il controllo della situazione.

1. Avvicinarsi sott’acqua, respirando dall’erogatore (l’ultimo posto dove la vittima vorrebbe tornare è sott’acqua)

2. Gonfi are il GAV di entrambi consente un assetto positivo e terrà anche più lontano la vittima

3. Spingere via la vittima muovendo con forza le pinne per allontanarsi non appena molla la presa

Respirazione in coppia con l’uso della FAA, staticoProve di recupero e sollevamento del compagno - (cosciente in panico, in un 'emergenza, con controllo della velocità di risalita)In superfi cie issare la vittima non coscente e trasporto a secco.Il metodo da utilizzare per il trasporto di una vittima non cosciente sarà in funzione dell’ambiente in cui si è svolto lo scenario, dalla resistenza del soccorritore e dalla possibilità di ottenere o meno di aiuto. Le tecniche che si descrivono in questo testo possono essere valide fi ntanto che la loro applicazione risulti essere appropriata.Cinque tecniche applicabili per uscire dall’acqua con una vittima non cosciente

1. Trasporto a sella: la vittima viene posta di traverso sulla schiena del soccorritore. Questa tecnica è utile per uscire dalla riva

2. Trasporto alla pompiere: la vittima viene caricata sulle spalle del soccorritore. Anche questa tecnica è utilizzata per uscite dalla riva

3. Trasporto a cavalluccio: la vittima caricata sulla schiena del soccorritore con le braccia appoggiate sopra le spalle del soccorritore. Questa tecnica è la migliore per uscire da riva

4. Uscita a bagnino: il soccorritore appoggia le mani della vittima sul lato piano della barca e si tira fuori dall’acqua tenendo una sua mano sulle mani della vittima in modo che questa non possa scivolare di nuovo in acqua. Tenendo la vittima per i polsi e restando in piedi, il soccorritore la solleverà fi no al punto in cui il piano sia all’altezza della sua vita, poi la farà stendere a faccia in avanti per farla ruotare fi no a portare il corpo completamente fuori dall’acqua

5. Uscita a scaletta: la vittima deve essere disposta a cavallo sulla parte alta della gamba del soccorritore, in seguito appoggiata sulla sua spalla e tenuta fra le proprie braccia durante la salita

Tempo per fare praticaUscita dall’acqua Riporre l’attrezzaturaDebriefi ngCompilazione modulistica

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Schema 2 AC2

• Briefi ng• Vestizione attrezzatura ARA• Controllo preimmersione• Entrate in acqua• Eliminazione dei crampi • Subacqueo affaticato/cosciente• Subacqueo in panico • Respirazione in coppia con l’uso della FAA, statico• Prove di recupero e sollevamento del compagnoTempo per fare pratica• Uscita dall’acqua • Riporre l’attrezzatura• Debriefi ng• Compilazione modulistica

2 AC3 Salvamento e Recupero (Rescue)

• Briefi ng• Vestizione attrezzatura ARA• Controllo personale e di coppia• Entrate in acqua: passo del gigante, a piedi uniti, capovolta

all’indietro o camminando• Respirazione in coppia con l’uso della FAA, statico • Respirazione in coppia in movimento (Gli allievi nuoteranno

insieme utilizzando la FAA alternandosi i ruoli sia come donatore sia come ricevente per almeno 25 m; al termine dell’esercizio, risalire in superfi cie sempre condividendo l’aria della FAA)

• Risalita in emergenza pinneggiando • Prove di recupero e sollevamento del compagno incosciente in

un'emergenza, con controllo della velocità di risalitaDurante quest’esercitazione è importante mantenere una posizione adeguata e di controllare la risalita. È importante che il soccorritore pensi alle procedure da adottare una volta giunto in superfi cie.➣ Risalite in assetto positivo (con vittima incosciente) Il soccorritore deve:

1. pinneggiare verso l’alto, usando il sistema di gonfi aggio a bassa pressione del GAV per ottenere un assetto leggermente positivo e iniziare la risalita con l’aria del GAV in espansione

2. scaricare l’aria in eccesso per controllare la velocità di risalita ed evitare una risalita incontrollata

3. in caso di velocità eccessiva, con diffi coltà di controllo per rallentarla, può essere utile mettersi di traverso e utilizzare rapidamente la valvola di scarico rapido del GAV

4. È assolutamente fondamentale non trattenere mai il respiro e che la velocità di risalita non superi i 10 m al minuto.

➣ Trasporto in superfi cie di una vittima incosciente Il soccorritore deve accertarsi se:

1. è palese la causa dell’incidente

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2. l‘attrezzatura è al suo posto3. la vittima si trova sul fondo è a faccia in giù, se galleggia sul

fondo, ecc.4. l’erogatore si trova nella bocca della vittima (lasciarlo in tale

posizione durante la risalita)5. l’erogatore non si trova nella bocca del subacqueo (non rimetterlo al suo

posto)6. prendere la vittima da dietro o dalla rubinetteria della bombola e

tenere la testa in posizione normale7. stabilire un assetto leggermente positivo (vittima e soccorritore), se

necessario, rimuovere la zavorra8. non iperestendere il capo della vittima o schiacciargli il petto, ma

mantenerlo in posizione normale per consentire all’aria di uscire naturalmente in fase di espansione

9. controllare la risalita 10. il soccorritore deve visualizzare mentalmente le procedure da

attuare una volta raggiunta la superfi cie, tenere il viso della vittima verso l’alto, stabilire il galleggiamento e chiamare aiuto

NOTA: È consigliabile che gli allievi si allenino a compiere quest’esercitazione come se fosse reale. Per chiamare aiuto, si può gridare frasi come:➜ Aiuto! C’è un’emergenza subacquea!➜ Chiamate il 118! o qualsiasi altra tipologia di servizio d’emergenza presente in locoNei luoghi di esercitazione talvolta possono essere presenti degli estranei che non sono a conoscenza del fatto che si sta svolgendo una simulazione. Sarebbe opportuno che un membro dello staff avvisi dicendo: “Questa è un’esercitazione!”, oppure affi ggere dei cartelli segnalanti:“Esercitazione subacquea in corso”.

• In superfi cie issare la vittima e trasporto a secco (utilizzo delle tecniche di trasporto di una vittima incosciente senza attività respiratoria) procedure:

1. chiamare aiuto mentre si stabilizza l’assetto2. girare il viso della vittima verso l’alto3. rimuovere la maschera e l’erogatore del subacqueo, aprirgli le vie

respiratorie e controllare se respira4. cominciare la respirazione artifi ciale (se necessario)

utilizzare i seguenti metodi di respirazione artifi ciale in acqua:1. bocca/bocca2. bocca/Pocket Mask3. bocca/snorkel (facoltativo)4. bocca/naso (facoltativo)5. rimuovere l’attrezzatura della vittima e del soccorritore, compreso

maschere, zavorre e GAV/bombole continuando a ventilare la vittima

Durante la gestione di un subacqueo non cosciente in superfi cie Il soccorritore deve:

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1. essere sicuro che la vittima sia incosciente2. portare il viso della vittima fuori dall’acqua girandolo verso l’alto3. stabilire un assetto leggermente positivo (vittima e soccorritore), se

necessario, rimuovere la zavorra4. rimuovere la maschera e l’erogatore della vittima, aprire le vie

respiratorie e controllare se respira

Durante l’esecuzione della Respirazione Artifi ciale in acqua il soccorritore deve:

1. impedire all’acqua di entrare nelle vie respiratorie della vittima2. mantenere ventilazioni effi caci e adeguate3. limitare lo sforzo fi sico per non affaticarsi4. non gonfi are eccessivamente il proprio GAV o quello della vittima5. rimuovere la zavorra della vittima e anche la propria6. durante l’esercitazione, non entrare in reale contatto bocca/bocca,

ma per simulare il contatto, posizionare la bocca sul mento della vittima sotto alla bocca

7. nuotare verso un posto sicuro continuando a praticare la respirazione artifi ciale

8. somministrare due ventilazioni lente e profonde se ci sono delle interruzioni tra le ventilazioni

Rimozione dell’attrezzatura:La rimozione dell’attrezzatura riveste un aspetto secondario rispetto alla somministrazione di ventilazioni effi caci. Lo scopo prioritario è quello di portare la vittima fuori dall’acqua per cominciare la RCP/primo soccorso e contattare i servizi medici d’emergenza al più presto possibile. L’attrezzatura va perciò rimossa solo se può essere utile per facilitare le operazioni.

Decidere se e come rimuovere l’attrezzatura può dipendere da vari fattori:1. dalla distanza dall’uscita/dal luogo sicuro2. dal tipo di uscita3. dalla struttura fi sica della vittima4. dalla corporatura del soccorritore e dalle sue capacità5. dal tipo di attrezzatura utilizzata

L’attrezzatura va rimossa in diverse fasi in modo che le ventilazioni non vengano mai interrotte.

• Pratica di Primo Soccorso con metodo BLS a terraTempo per fare pratica• Uscita dall’acqua • Riporre l’attrezzatura• Debriefi ng• Compilazione modulistica

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Schema 2 AC3

• Briefi ng• Vestizione attrezzatura ARA• Controllo preimmersione• Entrate in acqua• Respirazione in coppia con l’uso della FAA, statico. • Respirazione in coppia in movimento • Risalita in emergenza pinneggiando • Prove di recupero e sollevamento del compagno • In superfi cie issare la vittima e trasporto a secco • Pratica di Primo Soccorso con metodo BLS a terra

Tempo per fare pratica• Uscita dall’acqua • Riporre l’attrezzatura• Debriefi ng• Compilazione modulistica

2 AC4 Pratica ARA (optionale)

• Briefi ng• Muta StagnaL’allievo deve:1. togliere e rimettere la muta stagna con l’aiuto di un compagno2. esercitarsi al raggiungimento del controllo dell’assetto in superfi cie con

tutta l’attrezzatura completa con la muta stagna3. eseguire correttamente l’esercizio del pivoting4. eseguire l’esercizio dell’hovering per almeno un minuto, senza muovere

le mani o le pinne5. disinserire e reinserire, in immersione, la frusta di bassa pressione dalla

valvola di gonfi aggio della muta stagna6. effettuare una risalita controllata dal fondo 7. togliere e rimettere l’unità ARA e il sistema di zavorra mentre si è in

superfi cie.

Schema 2 AC4

• Briefi ng• Muta Stagna:

Tempo per fare pratica• Uscita dall’acqua • Riporre l’attrezzatura• Debriefi ng• Compilazione modulistica

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2 AC5 Esercizi con frusta lunga (FAA 150/200 cm)

• Briefi ng• Vestizione attrezzatura ARA• Controllo personale e di coppia• Entrate in acqua: passo del gigante, a piedi uniti, capovolta

all’indietro o camminando Esercizi:• Respirazione in coppia - (respirare in coppia scambiando un solo

secondo stadio percorrendo una distanza di almeno 15 m sott’acqua sia come donatore che come ricevitore

• Dimostrare la tecnica con i seguenti punti: • Segnali corretti, mantenere il contatto, controllo da parte del donatore,

cicli di respirazione, emettendo aria quando l’erogatore non è in bocca) • Uso della la Fonte d’Aria Alternativa in coppia, statico - (respirare

sott’acqua per almeno 30 secondi dalla fonte d’aria alternativa fornita da un altro subacqueo e scambio dei ruoli donatore/ricevente

• Esaurimento dell’aria/fonte d’aria alternativa, esercizi abbinati, sia statici che in risalita

Schema 2 AC5

• Briefi ng• Vestizione attrezzatura ARA• Controllo preimmersione• Entrate in acqua• Respirazione in coppia con l’uso della FAA, statico. • Respirazione in coppia in movimento • Respirazione in coppia con l’uso della FAA, in risalita

Tempo per fare pratica• Uscita dall’acqua • Riporre l’attrezzatura• Debriefi ng• Compilazione modulistica

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Acque Libere

Obiettivi

• Mettere in pratica quello che hai appreso durante le fasi delle acque confi nate

• Consolidare la tua sicurezza in acqua e rafforzare il concetto del "sistema di coppia" e il rispetto dell'ambiente

• Addestrarti nelle tecniche delle immersioni di specialità e di esperienza• L'Istruttore ti fornirà supporto ma non dimostrerà gli esercizi

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Immersione in coppia con esecuzione dell’assetto più naturalistaProfondità massima 20 m

Considerazioni 1. L’immersione naturalista è fi nalizzata a far conoscere all’allievo

subacqueo la fl ora e la fauna tipiche delle località in cui egli si immerge.

2. L’allievo subacqueo deve essere incoraggiato a portare con sé, se disponibili per la zona in cui si immerge, delle lavagnette/schede di identifi cazione dei pesci

3. Se possibile, mostrare immagini e video delle specie di pesci che probabilmente avrà modo di vedere

4. L’allievo subacqueo deve ricordarsi di interagire responsabilmente con la vita acquatica durante l’immersione:a. limitandosi ad osservare, non toccando o asportando nullab. mantenendo un assetto neutroc. tenendo il corpo lontano dal fondaled. (specialmente le ginocchia, le mani e le pinne)e. assicurando al corpo gli oggetti ciondolanti

5. L’Istruttore o il suo Assistente aiuteranno l’allievo subacqueo a trovare gli organismi, ad identifi carli

6. Se ci si immerge in acque dolci si dovrà adattare quanto sopra descritto all’identifi cazione degli animali acquatici ed alle piante specifi che

• Pianifi cazione e programmazione di un immersione a tabelle• Calcolo dei consumi di gas (Aria o Nitrox dove previsto)• Briefi ng (Valutare le condizioni e rivedere gli aspetti interessanti ed utili

del punto d’immersione, discutere le tecniche appropriate per l’osservazione dei pesci ed il comportamento responsabile da adottare per non danneggiare l’ambiente. Informare gli allievi su profondità, tempo e minima riserva d’aria prevista per l’immersione Enfatizzare l’importanza di un buon controllo dell’assetto, del regolare controllo della strumentazione e della riserva d’aria)1. Verifi ca delle attrezzature, valutazioni e suggerimenti2. I segnali in immersione3. Impostazione dei controlli in superfi cie4. Descrizione ed istruzioni per l’esecuzione degli esercizi, sul sistema di

coppia e di gruppo5. Corretta valutazione della zavorra6. Descrizione dell’immersione)

• Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione - (controlli di superfi cie In acqua, controllare l’attrezzatura del compagno

facendo attenzione ad ogni particolare e verifi candone il funzionamento)

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• Entrata in acqua (fornire le informazioni necessarie ed adeguate, per comfort e sicurezza, del luogo d’immersione. Verifi care la quantità di zavorra indossata dall’allievo per il buon controllo dell’assetto)

• Controllo di assetto pre-immersione• Discesa lungo la cima di riferimento - (fare eseguire la discesa con

l’ausilio di una cima di discesa o seguendo il fondo secondo le condizioni dell’immersione e senza oltrepassare la profondità pianifi cata, nella posizione più confortevole e fi siologicamente migliore, senza perdere il controllo del compagno, del Team, dell’ambiente. Contatto visivo con il compagno, il Team e con la cima/parete. Mantenimento del dispositivo di gonfi aggio jacket in mano)

• Discesa: (Assetto neutro durante una discesa lenta) 1. Rilevare il tempo e la pressione dell’aria nella bombola2. Controllare l’assetto (la discesa non deve essere più veloce di quella

del proprio compagno, assistente o Istruttore)3. Mantenere il contatto con il proprio compagno4. Utilizzare una cima di riferimento come guida tattile o visiva (quando

possibile, discendere con i piedi verso il basso)5. Compensare gli spazi aerei6. Dimostrare le tecniche per nuotare vicino al fondale senza

danneggiarlo o sollevare la sospensione• Rimanere sospesi a mezz’acqua - (hovering). Affi namento

dell'assetto con il controllo della respirazione • Escursione subacquea con osservazione ambientale -

(Identifi cazione di forme di vita acquatica - Far nuotare gli allievi subacquei per tutto il percorso senza toccare il fondo o riemergere. Durante il nuoto subacqueo, gli allievi devono effettuare la verifi ca dell’assetto, utilizzando anche il controllo della respirazione. Devono concentrarsi sull’utilizzo di uno stile di pinneggiata effi cace e rilassato. Far fare pratica a lasciarsi trasportare dopo i colpi di pinna)

• Sosta vicino al fondo - (Senza toccarlo. Sottolineare l’importanza nell’utilizzo del controllo della respirazione per effettuare una microregolazione dell’assetto. L’Istruttore deve far in modo che gli allievi subacquei regolino i pesi (se possibile) e facciano pratica con l’assetto in diverse posizioni: verticale, orizzontale, piedi leggermente sollevati e testa leggermente sollevata)

• Cambio maschera (scorta)• Lancio pallone sparabile• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Controllo dell'assetto post-immersione• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistica

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Schema 2 AL1

• Esecuzione dell'assetto più naturalista (in coppia)• Profondità massima 20 m• Pianifi cazione e programmazione a tabelle • Calcolo dei consumi di gas (Aria o Nitrox dove previsto)• Briefi ng• Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione • Entrata in acqua • Discesa lungo la cima di riferimento Hovering• Escursione subacquea con osservazione ambientale • Sosta vicino al fondo• Cambio maschera (scorta)• Lancio del pallone sparabile• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Controllo dell'assetto post- immersione• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistica

2 AL2 Tecniche WLS

Profondità massima 9 mConsiderazioni e obiettivi di questa esercitazione:

1. Operare sempre in sicurezza2. Prevenire e risolvere i problemi anticipandoli 3. Essere subacquei addestrati alle abilità di primo intervento in caso di

emergenze subacquee 4. Essere i subacquei preparati a gestire situazioni di emergenza

NOTA: Per svolgere queste esercitazioni deve essere presente un kit di pronto soccorso ed Ossigeno, oltre alla Pocket Mask (consigliata), cime, galleggianti, boa di superfi cie segna sub.

Ogni subacqueo deve inoltre utilizzare l’equipaggiamento ARA completo ed adeguato all’ambiente ove si svolge l’immersione: pinne, maschera, snorkel, bombola, erogatore, Fonte d’Aria Alternativa, GAV con un sistema di gonfi aggio a bassa pressione, zavorra, muta adatta all’ambiente, timer e profondimetro o computer subacqueo, bussola, coltello/sistema di taglio per le immersioni (se non proibito da leggi e da consuetudini locali) e un dispositivo di segnalazione di emergenza (fi schietto, razzo, tubo di segnalazione gonfi abile)

• Briefi ng1. Ripasso procedure d’emergenza:

a. Preparare l’attrezzaturab. Suddividere a coppie (se gli allievi sono in numero dispari si

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consiglia di utilizzare degli assistenti)c. Ripassare i segnali da usare per comunicare

d. Ripassare le procedure per gestire un’emergenza causata da esaurimento di gas

e. Ripassare le procedure da utilizzare in coppia ed i comportamenti da assumere nel caso in cui ci si separi

f. Presentare lo scenario ed assegnare i ruoli ed esercizi che dovranno svolgere gli allievi

g. Descriver il luogo di immersionef. Fornire informazioni in merito a: - profondità, temperatura, punti di entrata e di uscita - infrastrutture/parcheggi, aree asciutte e bagnate della barca,

dove è situata l’attrezzatura d’emergenza, numeri da chiamare per l’emergenza, ecc.

- limiti di tempo/profondità/riserva d‘aria stabiliti - le procedure da seguire nel casi si debba affrontare una reale

emergenza

• Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione - (l’Istruttore o un

Assistente certifi cato devono verifi care che il controllo sia eseguito da tutti i componenti della coppia di allievi subacquei. Ogni allievo dovrà controllare la funzionalità dell’attrezzatura del compagno in particolar modo della FAA, del funzionamento valvole carico scarico GAV/Muta stagna, della boa gonfi abile e di un eventuale mulinello)

• Svolgimento dell’esercitazione nello scenario predisposto: - ricerca e recupero dell’infortunato - trasporto in superfi cie e a terra - trattamento BLS• Uscita• Debriefi ng - (analizzare con gli allievi la qualità delle prestazioni,

chiedendo loro di spiegare quanto è accaduto, di capire gli errori, cosa è funzionato e cosa no, cosa è stato capito ecc.)

l’Istruttore deve chiedere inoltre:1. chi ha portato soccorso ha valutato, prima e dopo l’intervento, in

modo adeguato le condizioni psicologiche/psicofi siche delle vittime2. durante le fasi di salvataggio, cosa ha funzionato e cos’altro non ha

invece funzionato3. se si sarebbe potuto fare in modo diverso4. l‘emergenza per esaurimento dell’aria è stata gestita in modo positivo

e se no per quale motivo5. le cure per emergenza sono state prestate il più rapidamente

possibile e se no per quale motivo

• Compilazione modulistica

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Schema 2 AL2

• Briefi ng• Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione • Svolgimento dell’esercitazione nello scenario predisposto:- ricerca e recupero dell’infortunato- trasporto in superfi cie e a terra- trattamento BLS• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistica

2 AL3 (obbligatoria navigazione) - 2 AL4 ( a scelta)

Immersioni di esperienza: scegliere una fra le seguenti tipologie:Notturna - Relitti - Stagna

I° Navigazione Profondità massima 9 mConsiderazioni e obiettivi di questa esercitazione:

1. La profondità consigliata per questa esercitazione è tra i 6-9 m. A questa profondità gli allievi subacquei dovrebbero avere una scorta di aria suffi ciente per completare in sicurezza gli esercizi richiesti

2. Utilizzando degli assistenti certifi cati si consiglia di realizzare un percorso circoscritto da boe di segnalazione

3. Comunicare agli allievi subacquei prima dell’immersione le informazioni per la navigazione e per l’uso della bussola, coinvolgendoli anche nella pianifi cazione e nel preparare le boe e le cime di riferimento

4. Per questa esercitazione è consigliato di valutare l’allievo dalla superfi cie. É utile fornire a ogni coppia di allievi subacquei una boa per seguire il percorso dalla superfi cie

5. Un assistente certifi cato deve accompagnare ogni coppia di allievi, dalla superfi cie si devono osservare le boe mentre l’allievo subacqueo compie il percorso di navigazione subacquea

6. Evidenziare durante il briefi ng, il rispetto della linea di fede, la giusta posizione del corpo e il mantenimento di un assetto neutro

Dimostrazione d’uso della bussola a terra:sulla spiaggia o sul ponte della barca, spiegare e dimostrare agli allievi:

1. Come tenere la bussola2. Come prendere una rotta ed il suo inverso3. Come allineare la linea di fede e mantenere l’allineamento della

bussola mentre si pinneggiaEffettuare un percorso di andata e di ritorno in linea retta (reciproco) e un percorso in quadratoStima del tempo e della distanza a nuoto - (preparare un breve

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percorso subacqueo - una linea tra due boe): le coppie di subacquei devono discendere dalla boa posta all’estremità iniziale del percorso. Nuotare con un ritmo normale, costante e rilassato fi no all’estremità opposta, contare il numero di cicli di pinneggiata necessari per coprire la distanza e registrarli sulle proprie lavagnette; la medesima operazione deve essere effettuata durante il ritorno al punto di partenza• Briefi ng• Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione - (l’Istruttore o un

Assistente certifi cato devono verifi care che il controllo sia eseguito da tutti i componenti della coppia di allievi subacquei. Ogni allievo dovrà controllare la funzionalità dell’attrezzatura del compagno in particolar modo della FAA, del funzionamento valvole carico scarico GAV/Muta stagna, della boa gonfi abile e di un eventuale mulinello)

• Entrata• Discesa• Navigazione naturale - prendere riferimenti naturali quali ad

esempio:1. Rocce 2. Vita acquatica 3. Direzione della risacca4. Increspature del fondo sabbioso

• Navigazione lungo una linea retta usando la navigazione naturale:1. scegliere una zona a circa 30 m dal punto di partenza e identifi carla

posizionando una boa, un allievo, componente la coppia deve tenere conto della distanza usando i cicli di pinneggiata o il tempo impiegato

2. l’altro componente della coppia deve prendere nota di eventuali, e signifi cative, caratteristiche topografi che subacquee utili come riferimento per il ritorno

3. la coppia di allievi può riemergere una volta per verifi care la direzione

4. la coppia di allievi, dopo aver raggiunto il punto di arrivo deve fare ritorno al punto di partenza. Viene loro consentito di poter riemergere solo una volta per orientarsi

• Navigazione lungo una linea retta e quella reciproca usando la bussola:1. scegliere una zona a circa 30 m dal punto di partenza e identifi carla

posizionando una boa 2. un allievo, componente la coppia deve prendere in superfi cie con

la bussola i punti di riferimento del punto di arrivo, mentre l’altro componente registrerà la distanza

3. dopo essere discesi, la coppia di allievi deve seguire la direzione della bussola per la distanza predeterminata (stima del tempo o dal numero dei cicli di pinneggiata)

4. al termine del tempo/cicli di pinneggiata, senza poter riemergere, un allievo deve calcolare la rotta reciproca per ritornare al punto di partenza mentre l’altro dovrà stimare la distanza

5. al termine del percorso/distanza prevista, la coppia di allievi deve risalire in superfi cie per controllare il punto di arrivo. Se il punto di

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arrivo è lontano più di 8 m, dal punto di partenza, gli allievi devono scambiarsi i ruoli e ripetere l’esercizio fi nché raggiungeranno i requisiti richiesti

• Navigazione lungo un percorso quadrato usando la bussola:1. Individuato un punto di riferimento fi sso, la coppia di allievi deve

completare un tracciato predeterminato, circa 30 m; un allievo subacqueo naviga con la bussola mentre l’altro valuta la distanza

2. dopo aver percorso ogni lato, la coppia deve ruotare di 90 gradi (a destra) e navigare per altri 30 m. Dopo aver compiuto tre rotazioni di 90 gradi, la coppia dovrebbe trovarsi in prossimità del punto di partenza

3. al termine del percorso/distanza prevista, la coppia di allievi deve risalire in superfi cie per controllare il punto di arrivo. Se il punto di arrivo è lontano più di 8 m, dal punto di partenza, gli allievi devono scambiarsi i ruoli e ripetere l’esercizio fi nché raggiungeranno i requisiti richiesti

• Risalita• Sosta di sicurezza• Uscita• Debriefi ng:

Discutere e confrontare i seguenti aspetti con le immersioni diurne:1. il consumo dell’aria, la percezione del tempo, della profondità o delle

distanze2. l‘abilità di rimanere insieme al proprio compagno3. l‘’abilità nella lettura della bussola

• Compilazione modulistica

Schema Navigazione

• Briefi ng• Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione • Entrata• Discesa• Navigazione naturale• Navigazione linea retta (rotta reciproca) • Percorso quadrato usando la bussola• Sosta di sicurezza• Uscita• Debriefi ng • Compilazione modulistica

II° Notturna Profondità massima 20 m• Briefi ng - (evidenziare come l’ambiente notturno può infl uire sulle

prestazioni, sulla percezione e sul livello di ansia/stress, fate notare anche i cambiamenti dell’ambiente e della vita acquatica rispetto alle ore diurne ) Gli allievi devono fare attenzione a:

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1. consumo del gas2. differenze di percezione del tempo, della profondità e delle distanze3. comunicazioni fra compagni ed Istruttore4. mantenere il contatto con il compagno (rapporto di coppia)5. organismi e fenomeni che non si vedono durante il giorno

• Vestizione dell’attrezzatura - (ispezionare ed accertarsi che gli allievi subacquei abbiano un segnalatore e la torcia principale. Posizionare le luci di riferimento di superfi cie e/o quelle subacquee)

• Controllo di sicurezza pre-immersione - (l’Istruttore o un Assistente certifi cato devono verifi care che il controllo sia eseguito da tutti i componenti della coppia di allievi subacquei. Ogni allievo dovrà controllare la funzionalità dell’attrezzatura del compagno in particolar modo della FAA, del funzionamento valvole carico scarico GAV/Muta stagna, della boa gonfi abile e di un eventuale mulinello)

• Entrata - (idonea alle condizioni ambientali e alla programmazione dell’immersione)

• Discesa 1. Se possibile, far utilizzare una bussola per prendere nota della

direzione del punto di uscita (barca, riva, ecc.)2. Rilevare il tempo e la pressione dell’aria nelle bombole3. Controllare l’assetto, (la discesa non deve essere più veloce di quella

del proprio compagno, Assistente o Istruttore)4. Utilizzare una cima di riferimento come guida tattile o visiva

(quando possibile discendere in assetto orizzontale per poter valutare ladistanza e le caratteristiche del fondale, eventuali ostacoli e fermarsi in tempo per evitare il contatto con il fondo)

5. Compensare gli spazi aerei6. Indirizzare la luce verso il basso, fare attenzione al fondale evitando

di sollevare la sospensione dal fondo (controllo dell’ assetto e del movimento delle pinne)

7. Adattarsi al buio sul fondo 8. Osservare se ci sono pericoli sul fondo (vita acquatica ecc)9. Comunicare con il proprio compagno10. Controllare la profondità, il tempo e la pressione dell’aria nelle

bombole• Giro subacqueo - (condurre gli allievi in un giro guidato, facendo

notare i cambiamenti negli organismi acquatici durante la notte, gli organismi e i fenomeni che non si possono vedere durante il giorno)

• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Debriefi ng - Discutere e confrontare i seguenti aspetti rispetto alle

immersioni diurne:1. il consumo dell’aria2. la percezione del tempo, della profondità o delle distanze3. l‘abilità di rimanere insieme al proprio compagno4. l‘ambiente dell’immersione notturna

• Compilazione modulistica

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Schema Notturna

• Briefi ng• Vestizione dell’attrezzatura • Controllo di sicurezza pre-immersione • Entrata • Discesa • Giro subacqueo Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Debriefi ng • Compilazione modulistica

III° Relitti

Profondità massima 30 m (esercitazione da compiere dopo aver eseguito l’immersione a 30 m prevista in questo corso)Considerazioni e obiettivi di questa esercitazione:

1. Durante questa immersione non è consentito entrare nel relitto.2. L’immersione sui relitti consiste in un giro guidato all’esterno e sopra

un relitto per permettere agli allievi subacquei di esercitarsi nelle tecniche di base dell’immersione

3. L’Istruttore deve documentarsi al fi ne di fornire agli allievi subacquei le informazioni storiche sul relitto scelto per l’esercitazione (la data in cui è affondato, il suo utilizzo, il valore storico, ecc.) e tecniche (dimensioni, struttura, caratteristiche particolari) e utili alla pianifi cazione dell’immersione (profondità a cui si trova il relitto, direzione, posizione, conformità del fondale, la visibilità ecc)

4. Presentare le leggi locali che regolano le immersioni sui relitti5. Viene consigliato di utilizzare degli assistenti certifi cati per aiutare a

controllare le coppie di allievi subacquei, a gestire le procedure di entrata/uscita e per intervenire in caso di eventuali emergenze

6. Discutere le procedure d'emergenza in caso di: smarrimento della cima di risalita - separazione dal compagno - eccesso di ansietà - narcosi d’azoto - subacqueo disperso - esaurimento dell’aria

• Briefi ng• Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione - (l’Istruttore o un

Assistente certifi cato devono verifi care che il controllo sia eseguito da tutti i componenti della coppia di allievi subacquei. Ogni allievo dovrà controllare la funzionalità dell’attrezzatura del compagno in particolar modo della FAA, del funzionamento valvole carico scarico GAV/Muta stagna, della boa gonfi abile e di un eventuale mulinello)

• Entrata in acqua• Controlli di superfi cie• Discesa lungo una cima • Navigazione lungo il relitto:

1. Controllo dell’assetto facendo attenzione a non sollevare il sedimento2. Posizionare la sagola guida all’esterno del relitto

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3. Nuotare lungo la sagola guida, evitando di sollevare sospensione con le pinne (utilizzare una torcia subacquea per eventuali segnalazioni, per osservare i particolari del relitto)

4. Al termine del percorso subacqueo, riavvolgere la sagola guida all’esterno del relitto

5. Fare ritorno al punto di risalita• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistica

Schema Relitti

• Briefi ng• Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione • Entrata in acqua• Controlli di superfi cie• Discesa lungo una cima • Navigazione lungo il relitto:• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistica

IV° Stagna Profondità massima 15 m • Briefi ng (ripassare le tecniche sul controllo dell’assetto effettuate in

acque confi nate)• Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione - (l’Istruttore o un

Assistente certifi cato devono verifi care che il controllo sia eseguito da tutti i componenti della coppia di allievi subacquei. Ogni allievo dovrà controllare la funzionalità dell’attrezzatura del compagno in particolar modo della FAA, del funzionamento valvole carico scarico GAV/Muta stagna, della boa gonfi abile e di un eventuale mulinello). Fare attenzione che non venga lasciata la cerniera della muta aperta)

• Vestizione - eliminazione dell’aria in eccesso dalla muta stagna• Entrata con muta stagna • Verifi ca della pesata con la muta stagna• Discesa lungo una cima

1. Controllo dell’assetto, (la discesa non deve essere più veloce di quella del proprio compagno, Assistente o Istruttore

2. Controllare lo schiacciamento della muta-effetto ventosa. Aggiungere aria per evitare il collassamento della muta stagna

3. Utilizzare una cima di riferimento ( scendere in assetto orizzontale o

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con i piedi rivolti leggermente verso il basso).4. Compensare gli spazi aerei

• Assetto neutro - Pivoting (far trovare agli allievi subacquei l’assetto neutro utilizzando il controllo del respiro, facendo perno sulle pinne, tempo previsto un minuto)

• Assetto neutro - Hovering (far trovare agli allievi subacquei l’assetto neutro rimanendo sospesi a mezz’acqua vicino al fondo senza muoversi, tempo previsto un minuto)

• Immersione con la muta stagna (effettuare un’escursione subacquea per divertimento verifi cando il corretto assetto ed uso delle valvole di gonfi aggio e sgonfi aggio della muta stagna)

• Scollegamento dalla muta stagna della frusta di gonfi aggio a bassa pressione e ricollegamento (da fermi in assetto negativo)

• Risalita• Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m

• Togliere e rimettere l’attrezzatura ARA e il sistema di zavorra in superfi cie

• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistica

Schema Stagna

• Briefi ng • Vestizione

Controllo di Sicurezza Vestizione• Entrata • Verifi ca della pesata • Discesa lungo una cima:• Pivoting • Hovering • Immersione • Scollegare la frusta BP stagna • Ricollegare frusta BP• Risalita• Sosta di sicurezza • Togliere e rimettere ARA e zavorra in superfi cie• Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistic

2 AL5

Immersione profonda (25 m) più naturalistaConsiderazioni per questa esercitazione:

1. Pianifi cazione e programmazione a tabelle U.S. Navy2. Calcolo dei consumi di gas

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3. Valutare attentamente le condizioni ambientali, in caso di dubbio cambiare luogo o rinviare l’immersione

4. Discutere delle procedure per le tappe di sicurezza

• Briefi ng - (informare gli allievi su profondità, tempo e scorta minima di gas prevista per l’immersione. Ricordare l’importanza del controllo dell’assetto, e del controllo della strumentazione e della scorta di gas)1. Verifi ca delle attrezzature, valutazioni e suggerimenti2. I segnali in immersione3. Impostazione dei controlli in superfi cie4. Descrizione ed istruzioni per l’esecuzione degli esercizi, sul sistema di

coppia e di gruppo5. Corretta valutazione della zavorra6. Descrizione dell’immersione

• Preparazione dell’attrezzatura - (l’Istruttore ,o un Assistente certifi cato devono verifi care che l’allievo controlli il funzionamento dell’’attrezzatura personale , che effettui il controllo reciproco con il proprio compagno d’immersione. Gli allievi devono anche partecipare alla preparazione della boa di superfi cie, alla cima di riferimento e alla stazione di decompressione d’emergenza)

• Vestizione • Controllo di sicurezza pre-immersione - (l’Istruttore o un

Assistente certifi cato devono verifi care che il controllo sia eseguito da tutti i componenti della coppia di allievi subacquei. Ogni allievo dovrà controllare la funzionalità dell’attrezzatura del compagno in particolar modo della FAA, del funzionamento valvole carico scarico GAV/Muta stagna, della boa gonfi abile e di un eventuale mulinello)

• Entrata in acqua • Controlli di superfi cie - (in acqua, controllare l’attrezzatura del

compagno facendo attenzione ad ogni particolare verifi candone il funzionamento)

• Discesa lungo la cima di riferimento - (fare eseguire la discesa con l’ausilio di una cima di discesa o seguendo il fondale a secondo la programmazione dell’immersione e senza oltrepassare la profondità pianifi cata, nella posizione più confortevole e fi siologicamente migliore, senza perdere il controllo del compagno, del Team, dell’ambiente. Contatto visivo con il compagno, il Team e con la cima/parete. Dispositivo di gonfi aggio del GAV in mano)

• Adattamento alla profondità - (lasciare che ogni allievo prenda confi denza con il nuovo ambiente. L’allievo deve controllare la strumentazione, comunicare con il compagno mantenere un assetto neutro. Particolare importanza deve essere data al controllo dei segni e sintomi della narcosi d’azoto)

• Esecuzione esercizi in profondità:1. Confronto tra Istruttore e compagni d’immersione dei profondim/

computer subacquei. Ogni allievo deve annotare i dati dell’immersione sulla propria lavagnetta subacquea (profondità, quantità di gas presente nelle bombole e se si utilizza un computer subacqueo anche l’eventuale tempo in curva di non decompressione)

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2. Far notare gli effetti della pressione sugli oggetti (l’Istruttore per evidenziare questo fenomeno può portare con se una pallina da ping pong o una bottiglietta di plastica vuota)

3. Effettuare un giro subacqueo guidato (gli allievi in quest’escursione subacquea potranno notare e apprezzare le differenze tra la vita acquatica profonda e quella a basse profondità)

• Risalita - seguendo la cima di discesa, o il profi lo del fondo o di una parete

• Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistica

Schema 2 AL5

1. Pianifi cazione e programmazione a tabelle U.S. Navy2. Calcolo dei consumi di gas 3. Valutare condizioni ambientali4. Procedure per le tappe di sicurezza

• Briefi ng • Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione • Controllo di sicurezza pre-immersione • Entrata in acqua • Controlli di superfi cie • Discesa lungo la cima di riferimento • Adattamento alla profondità • Esecuzione esercizi in profondità:

1. Controllo profondimetro/computer/orologio e manometro2. Annotare i dati: profondità, gas e tempo curva no deco3. Far notare gli effetti della pressione sugli oggetti 4. Giro subacqueo guidato

• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Debriefi ng• Compilazione modulistica

2 AL6

Immersioni profonda (30 m): Considerazioni di questa esercitazione:

1. Pianifi cazione e programmazione a tabelle U.S. Navy2. Calcolo dei consumi di gas 3. Valutare attentamente le condizioni ambientali, in caso di dubbio

cambiare luogo o rinviare l’immersione4. Discutere delle procedure per le tappe di sicurezza

• Briefi ng • Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione

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• Controllo di sicurezza pre-immersione - (l’Istruttore o un Assistente certifi cato devono verifi care che il controllo sia eseguito da tutti i componenti della coppia di allievi subacquei. Ogni allievo dovrà controllare la funzionalità dell’attrezzatura del compagno in particolar modo della FAA, del funzionamento valvole carico scarico GAV/Muta stagna, della boa gonfi abile e di un eventuale mulinello)

• Entrata in acqua• Controlli di superfi cie -(in acqua, controllare l’attrezzatura del

compagno facendo attenzione ad ogni particolare verifi candone il funzionamento)

• Discesa lungo la cima di riferimento (fare eseguire la discesa con l’ausilio di una cima di discesa o seguendo il fondale a secondo la programmazione dell’immersione e senza oltrepassare la profondità pianifi cata, nella posizione più confortevole e fi siologicamente migliore, senza perdere il controllo del compagno, del Team, dell’ambiente. Contatto visivo con il compagno, il Team e con la cima/parete. Dispositivo di gonfi aggio GAV in mano)

• Adattamento alla profondità• Esecuzione esercizi in profondità:

1. Osservare gli effetti della pressione sugli oggetti 2. Effettuare un giro subacqueo 3. Verifi care che l’allievo controlli profondimetro/computer/orologio e

manometro4. Ogni allievo deve annotare i dati dell’immersione sulla propria

lavagnetta subacquea (profondità, quantità di gas presente nelle bombole e se si utilizza un computer subacqueo anche l’eventuale tempo in curva di non decompressione)

• Risalita - seguendo la cima di discesa, o il profi lo del fondo o di una parete

• Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Togliere e rimettere l’attrezzatura ARA e il sistema di zavorra in

superfi cie• Debriefi ng• Compilazione modulistica

Schema 2 AL6

1. Pianifi cazione e programmazione a tabelle U.S. Navy2. Calcolo dei consumi di gas 3. Valutare condizioni ambientali4. Procedure per le tappe di sicurezza

• Briefi ng • Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione • Entrata in acqua• Controlli di superfi cie • Discesa lungo la cima di riferimento Adattamento alla profondità

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• Esecuzione esercizi in profondità:1. Controllo profondimetro/computer/orologio e manometro2. Annotare i dati: profondità, gas e tempo curva no deco3. Far notare gli effetti della pressione sugli oggetti 4. Giro subacqueo guidato

• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Uscita• Togliere e rimettere ARA e zavorra in superfi cie• Debriefi ng• Compilazione modulistica

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Conseguimento del livello 40 m

Obiettivi

• Apprendere le tecniche per estendere le immersioni in acqua profonda

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2 AL7

Immersioni profonda (35 m): Considerazioni di questa esercitazione:

1. Pianifi cazione e programmazione a tabelle U.S. Navy2. Calcolo dei consumi di gas 3. Valutare attentamente le condizioni ambientali, in caso di dubbio

cambiare luogo o rinviare l’immersione4. Discutere delle procedure per le tappe di sicurezza

• Briefi ng • Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione - a terra• Entrata in acqua• Controlli di superfi cie in acqua - (controllare l’attrezzatura del

compagno facendo attenzione ad ogni particolare verifi candone il funzionamento).

Entrati in acqua, posizionata e controllata l’attrezzatura aggiuntiva e riuniti in gruppo nel posto e nel modo più comodo, va controllata l’attrezzatura personale

• Particolare attenzione va posta a:1. funzionamento fruste stagna e GAV (attenzione premere i pulsanti!)2. posizione e funzionamento del 2° erogatore (se in bocca o passante

da parte a parte del petto, se ha un colore particolare colore. Ricorda di provarlo respirandoci)

3. chiusura varie clip e cinture (tirare!)4. posizione (aperta o chiusa) 5. apertura completa delle rubinetterie (non “mezzo giro indietro”,

sentire il fondo corsa!)6. eventuali perdite d’aria (controllo bolle con immersione della

rubinetteria)7. pressioni (vanno visti i manometri, non basta l’OK e respirare negli

erogatori per controllare eventuali variazioni della pressione che indicherebbero un’anomalia)

8. controlli ai cinghiaggi delle pinne, posizionamento strumenti, disposizione maschera, palloni

9. mulinello, torce ecc..)• Discesa lungo la cima di riferimento - (fare eseguire la

discesa con l’ausilio di una cima di discesa o seguendo il fondale a secondo la programmazione dell’immersione e senza oltrepassare la profondità pianifi cata, nella posizione più confortevole e fi siologicamente migliore, senza perdere il controllo del compagno, del Team, dell’ambiente. Contatto visivo con il compagno, il Team e con la cima/parete. Dispositivo di gonfi aggio del GAV in mano)

• Adattamento alla profondità• Esecuzione esercizi in profondità:

1. Osservare gli effetti della pressione sugli oggetti 2. Effettuare un giro subacqueo 3. Verifi care che l’allievo controlli profondimetro/computer/orologio e

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manometro4. Osservare e memorizzare gli oggetti indicati dall’Istruttore

(l’Istruttore deve indicare chiaramente uno o più oggetti, o particolari facilmente identifi cabili, che gli allievi dovranno imparare a memorizzare o annotare sulla lavagnetta o notes subacqueo. Nel debriefi ng, li descriveranno riferendo la quota ed il tempo d’immersione rilevato al momento della segnalazione)

• Rispondere ai segnali indicati dall’Istruttore con il sistema del doppio fi lo (l’Istruttore deve indicare per primo i segnali, ai quali dovrà seguire la risposta dell’allievo, si raccomanda all’Istruttore di enfatizzare i segnali)

Tecnica della domanda:1. Segnali chiari e inconfondibili2. Lo stop lo si fa con le dita completamente chiuse, le dita

completamente aperte indicano il N° 5, il N° 1 lo si fa con l’indice e non con il pollice che invece segnala la risalita, ecc.

Tecnica della Risposta:1. Non accetteremo il classico generico segnale di O.K. come unica

rispostaQuindi nella risposta bisogna:

1) ripetere la comunicazione posta;2) fare seguire la risposta.

Esempio:1. Se devi chiedere:2. “Tu (1 gesto), pinneggia (1 gesto), (1 gesto), fermati (1 gesto), O.K.

(1 gesto)”. (4 segnali), il compagno dovrà rispondere:3. “Io (1 gesto), pinneggia (1 gesto), (1 gesto), mi fermo (1 gesto),

O.K. (1 gesto)”. (4 segnali)• Contatto con l’erogatore a frusta lunga del compagno (l’Istruttore

dovrà essere pronto ad intervenire con la propria FAA lunga, in seguito, a esercizio terminato dovrà verifi care che le fruste siano state riposte correttamente prima di fare proseguire nell’immersione):1. liberazione rapida della frusta per tutta la sua lunghezza, passaggio

dell’erogatore alla bocca del compagno, lasciandolo solo quando si è certi che il contatto sia corretto

2. effettuazione di tre atti respiratori allontanandosi alla massima distanza consentita

3. ripetere invertendo le parti4. risistemazione reciproca delle fruste lunghe com’erano all’inizio

• Non superare la profondità massima pianifi cata (la massima profondità pianifi cata è da intendersi come limite massimo raggiungibile, non come limite da raggiungere per forza: non viene assolutamente chiesto di far segnare la Max. Prof. pianifi cata al computer! si dovra' anche fare attenzione se il proprio compagnio sta andando oltre ed avvisarlo

• Segnale di fi ne immersione dato dall’Istruttore• Risalita - (seguendo la cima di discesa, o il profi lo del fondo o di

una parete (l’allievo deve risalire senza lasciare nessuno sul fondo e senza perdere tempo, mantenendo il contatto con il compagno,

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Pro

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con il punto di riferimento. l’Istruttore deve dare il segnale di fi ne immersione e l’allievo dovrà dirigersi verso la superfi cie mantenendo come punto di riferimento la cima/parete tenendo sempre in mano il dispositivo di sgonfi aggio del GAV)

• Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Lancio del pallone (da svolgere dopo la sosta di sicurezza. Utilizzare il

pallone di segnalazione sia in abbinamento ad un mulinello o uno spool (rocchetto) sia con una cima ad esso collegata.

In assetto neutro ma con contatto visivo della cima di discesa/risalita o del fondo a secondo del luogo in cui viene svolta la prova. Estrarre il pallone di segnalazione, srotolarlo; contemporaneamente liberare il mulinello/spool. Agganciare il pallone al moschettone del mulinello, nel contempo si sarà provveduto ad allentare la frizione di ritenzione del rullo. Introdurre nel pallone il gas dall’apertura posta in basso utilizzando l’erogatore secondario. Fare molta attenzione che durante questa fase e la successiva di lancio, non rimanga intrappolata della cima nell’erogatore o in qualche altra parte dell’equipaggiamento, ciò potrebbe causare una pericolosa risalita incontrollata. Una volta che il pallone è arrivato in superfi cie, recuperare il lasco della cima e metterla in leggera tensione. L’Istruttore deve essere in contatto fi sico con l’allievo e con la cima pronto ad intervenire nel caso l’allievo dimostri diffi coltà o si presenti un problema con il pallone (es cima intrappolata nell'equipaggiamento, frizione del mulinello, ecc).

• Uscita• Togliere e rimettere l’attrezzatura ARA e il sistema di zavorra in

superfi cie• Debriefi ng• Compilazione modulistica

Schema 2 AL7

1. Pianifi cazione e programmazione a tabelle U.S. Navy2. Calcolo dei consumi di gas 3. Valutare condizioni ambientali4. Procedure per le tappe di sicurezza

• Briefi ng • Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione • Entrata in acqua• Controlli di superfi cie in acqua • Discesa lungo la cima di riferimento • Adattamento alla profondità• Esecuzione esercizi in profondità:

1. Controllo profondimetro/computer/orologio e manometro2. Annotare i dati: profondità, gas e tempo curva no deco3. Far notare gli effetti della pressione sugli oggetti 4. Giro subacqueo guidato5. Osservare oggetti (quota e tempo)

• Rispondere ai segnali dell’Istruttore (doppio fi lo)

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Pro

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• Contatto con l’erogatore a frusta lunga del compagno • Non superare la profondità massima pianifi cata • Segnale di fi ne immersione dato dall’Istruttore• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Lancio del pallone • Uscita• Togliere e rimettere ARA e zavorra in superfi cie• Debriefi ng• Compilazione modulistica

2 AL8

Immersione profonda (40 m)Considerazioni di questa esercitazione:• Pianifi cazione e programmazione a tabelle U.S. Navy• Calcolo dei consumi di gas • Valutare attentamente le condizioni ambientali, in caso di dubbio

cambiare luogo o rinviare l’immersione• Discutere delle procedure per le tappe di sicurezza • Briefi ng • Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione - a terra• Entrata in acqua• Controlli di superfi cie in acqua - controllare l’attrezzatura del

compagno facendo attenzione ad ogni particolare verifi candone il funzionamento.

Entrati in acqua, posizionata e controllata l’attrezzatura aggiuntiva (e riuniti in gruppo nel posto e nel modo più comodo, va controllata l’attrezzatura personale)

Particolare attenzione va posta a:1. funzionamento fruste stagna e GAV (attenzione: premere i pulsanti!)2. posizione e funzionamento del 2° erogatore (se in bocca o passante

da parte a parte del petto, se ha un colore particolare colore. Ricorda di provarlo respirandoci)

3. chiusura varie clip e cinture (tirare!)4. posizione (aperta o chiusa) di eventuale isolatore5. apertura completa delle rubinetterie (non “mezzo giro indietro”,

sentire il fondo corsa!)6. eventuali perdite d’aria (controllo bolle con immersione della

rubinetteria)7. pressioni (vanno visti i manom, non basta l’OK e respira negli

erogatori per controllare eventuali variazioni della pressione che indicherebbe un’anomalia)

8. controlli ai cinghiaggi delle pinne9. posizionamento strumenti, disposizione maschera, pallone, mulinello,

torce ecc.)• Discesa lungo la cima di riferimento (fare eseguire la discesa con

l’ausilio di una cima di discesa o seguendo il fondoale a secondo la

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programmazione dell’immersione e senza oltrepassare la profondità pianifi cata, nella posizione più confortevole e fi siologicamente migliore, senza perdere il controllo del compagno, del Team, dell’ambiente. Contatto visivo con il compagno, il Team e con la cima/parete. Dispositivo di gonfi aggio del GAV in mano)

• Adattamento alla profondità• Esecuzione esercizi in profondità:

1. Osservare gli effetti della pressione sugli oggetti 2. Effettuare un giro subacqueo 3. Verifi care che l’allievo controlli profondimetro/computer/orologio e

manometro4. Osservazione oggetti indicati dall’Istruttore (l’Istruttore deve

indicare chiaramente uno o più oggetti, o particolari facilmente identifi cabili,che gli allievi dovranno imparare a memorizzare o annotare sulla lavagnetta o notes subacqueo. Nel debriefi ng, in seguito, li descriveranno riferendo la quota ed il tempo d’immersione rilevato al momento della segnalazione)

• Rispondere ai segnali indicati dall’Istruttore con il sistema del doppio fi lo (l’Istruttore deve indicare per primo i segnali, ai quali dovrà seguire la risposta dell’allievo, si raccomanda all’Istruttore di enfatizzare i segnali. Vedi descrizione esercitazione precedente)

• Contatto con l’erogatore a frusta lunga del compagno (l’Istruttore dovrà essere pronto ad intervenire con la propria FAA lunga, in seguito, a esercizio terminato dovrà verifi care che le fruste siano siate riposte correttamente prima di fare proseguire nell’immersione:1. liberazione rapida della frusta per tutta la sua lunghezza passare

l’erogatore alla bocca del compagno, lasciando l’erogatore solo quando si è certi che il contatto sia corretto

2. effettuazione di tre atti respiratori allontanandosi alla massima distanza consentita

3. ripetere invertendo le parti4. risistemazione reciproca delle fruste lunghe com’erano all’inizio

• Segnale di fi ne immersione dato dall’Istruttore• Non superare la profondità massima pianifi cata (vedi descrizione

esercitazione precedente)• Risalita seguendo il profi lo del fondo o di una parete (vedi

descrizione esercitazione precedente)• Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Lancio del pallone (da svolgere dopo la sosta di sicurezza. Vedi

descrizione esercitazione precedente) • Uscita• Togliere e rimettere l’attrezzatura ARA e il sistema di zavorra in

superfi cie• Debriefi ng• Compilazione modulistica

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da

schema 2 AL8

1. Pianifi cazione e programmazione a tabelle U.S. Navy2. Calcolo dei consumi di gas 3. Valutare condizioni ambientali4. Procedure per le tappe di sicurezza

• Briefi ng • Preparazione dell’attrezzatura • Vestizione• Controllo di sicurezza pre-immersione • Entrata in acqua• Controlli di superfi cie in acqua • Discesa lungo la cima di riferimento • Adattamento alla profondità• Esecuzione esercizi in profondità:

1. Controllo profondimetro/computer/orologio e manometro2. Annotare i dati: profondità, gas e tempo curva no deco3. Far notare gli effetti della pressione sugli oggetti 4. Giro subacqueo guidato5. Osservare oggetti (quota e tempo)

• Rispondere ai segnali dell’Istruttore (doppio fi lo) • Contatto con l’erogatore a frusta lunga del compagno • Non superare la profondità massima pianifi cata • Segnale di fi ne immersione dato dall’Istruttore• Risalita • Sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 m• Lancio del pallone • Uscita• Togliere e rimettere ARA e zavorra in superfi cie• Debriefi ng• Compilazione modulistica

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Appendice

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Pure Tech Agency

Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2

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Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2

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Advanced Scuba Diver - CMAS-PTA P2

FREQUENZA LEZIONI

TEORIA MOD 1

TEORIA MOD 4

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TEORIA MOD 2

TEORIA MOD 5

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MODULO ADDESTRAMENTO DIVER

COMPILARE E FIRMAREDOPO OGNI LEZIONE/ESERCITAZIONE

Pure Tech Agency

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