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05 Mg Costo Sw Linux Win

Date post: 29-May-2015
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An italian article comparing software cost in windows and linux operating systems
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Costo del software in ambiente Linux e Windows Di Marco Guardigli
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Costo del software in ambiente Linux e Windows

Di Marco Guardigli

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Panorama

Oramai da tempo Linux ha raggiunto notevole maturità come piattaforma sistemistica, e consente di erogare servizi al pari di altre piattaforme software più convenzionali. La sua diffusione, contrariamente ad alcune previsioni, ha resistito alla caduta delle illusioni della new economy. Ora, quasi paradossalmente, buona parte della sua fortuna è derivata dalla crisi del mercato, ossessivamente spinto come non mai ad una riduzione dei costi di esercizio. La diffusione di Linux si è storicamente sviluppata sul versante server, dove sono di uso consolidato componenti "classici" di grande stabilità e potenza, quali apache, sendmail, qmail, postfix, squid, openssh, samba, bind, e altri. Come piattaforma client, Linux al momento non è molto usato, in relazione al rivale Windows, ma sta maturando in fretta. Al momento (estate 2003) si stimano approssimativamente circa 20 milioni di utenti. Per reazione alla diffusione di Linux, i vendor classici, Microsoft in testa, ma in maniera molto simile anche Sun, hanno modificato le loro strategie per i sistemi server. I loro prodotti sono notevolmente migliorati dal momento in cui hanno iniziato a percepire Linux come possibili competitor. IBM ha puntato molto su Linux, che ora è piattaforma portante per i suoi software server al pari di altri ambienti. La strategia è risultata efficace, e IBM ha iniziato a raccogliere i frutti di questa sua politica. In casa Microsoft, per quanto riguarda la famiglia Windows, si deve alla diffusione di Linux l'introduzione di numerose modifiche e migliorie che sotto molti aspetti, sono state recentemente introdotte. Microsoft teme molto Linux, e finora ha adottato una strategia demolitiva nei suoi confronti, messa in atto con campagne di marketing e seminari itineranti gratuiti per gli operatori del settore. A causa dell'atteggiamento apertamente negativo di Microsoft, i paladini di Linux le hanno dichiarato guerra, e non perdono l'occasione per metterla in cattiva luce, rendendo pan per focaccia. In realtà, non dimentichiamo che Microsoft, come IBM, SUN, RedHat e qualsiasi altra azienda al mondo, persegue -giustamente- i propri interessi. L'accesso alla rete internet ora è globalmente disponibile a costi abbordabili, e a livello provider c'e' larga disponibilità di banda passante. Questo ha reso poco efficaci e poco economiche le strategie di colocation e housing in pochi potenti centri di erogazione servizi di rete, visto che in molti casi i server conviene tenerseli in casa. La parte di rete aziendale connessa a internet è in generale gestita da firewall interni all'azienda, e l'alto costo iniziale di questi apparati è andato via via riducendosi fino a valori oggi molto modesti. Mai come ora si è assistito ad un simile deprezzamento delle competenze e delle skill informatiche. I contratti informatici oggi stipulati sono letteralmente da fame. La crisi dell'economia ha fatto sentire pesantemente il suo peso sulle aziende informatiche, colpendo per prime quelle che basavano maggiormente il proprio business sui prodotti, e poi quelle fondate sui servizi. Il mercato è pieno di web manager e web designer disoccupati, sfornati dai corsi professionali sbocciati in seguito alla grande illusione delle new economy.

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In questo contesto Linux per molti ha rappresentato e rappresenta una risorsa, uno strumento efficace, funzionale e comodo. Alcuni ne hanno fatto un bersaglio alternativo, un target a cui tendere per cercare di sopravvivere in un regime di minimo, dove ogni risparmio contribuisce alla possibilità di sopravvivenza. Dopo un periodo di ricerca dell'outsourcing, in cui i costi delle skill informatiche erano molto elevate, si assiste ora al fenomeno inverso. Visto che il professionista informatico costa poco, conviene acquisirlo e far da sè. Conviene internalizzare competenze e realizzare in proprio servizi ICT, selezionando strumenti a basso costo e ad alta resa. Da qui le previsioni attuali, che vedono Linux sempre più protagonista sia sui server che sui client. I modelli di sviluppo Open Source, inizialmente derisi, si sono provati stabili e funzionali. La qualità del software è eccellente, e rapida la reazione e il bux fixing. Inizialmente tutto era nato come un hobby, quasi per gioco, e ciascuno sviluppatore lavorava per conquistare al proprio software un posto dentro ad una grande distribuzione. Internet ha permesso a tanti programmatori di lavorare assieme agli stessi progetti, da capi opposti della terra. Il rispetto e il prestigio conquistabile da ciascuno sulla base dei propri meriti sono state il miglior stimolo e hanno consentito a tanti di essere protagonisti e di mostrare le proprie capacità. Oggi, pur continuandosi a lavorare anche in questo modo, anche le grandi aziende investono e contribuiscono a progetti Open, mettendo a disposizione il loro codice. In un certo senso il modello con cui internet è stata inventata, e con la quale sono state poste le sue fondamenta e definiti i suoi standard, si è replicato nuovamente nel contesto del software Open Source. Non grazie a spinte economiche o per lobby di potere, ma per il puro gusto di fare un lavoro utile e ben fatto, molti software di successo sono stati progettati, realizzati e vengono ora mantenuti. Una altra analogia: Il progresso del software libero è in qualche misura paragonabile anche al progresso delle idee nel mondo scientifico. I grandi e più intraprendenti scienziati hanno spesso imboccato strade apparentemente assurde, controcorrente. Poi hanno dimostrato e regalato al mondo i loro risultati, senza arroganza, senza superbia. E sono diventati modelli da seguire per altri venuti poi. Le idee e la filosofia dietro al software libero hanno carica e potere per migliorare davvero il mondo, in termini etici e sociali oltre che tecnici. La maggior parte del merito per quello che abbiamo oggi va alle migliaia di persone che ci hanno creduto fin dall'inizio, e che ci hanno regalato il frutto del loro lavoro. Per noi, oggi, è molto più facile credere nel software libero che non in passato, quando il grosso del lavoro era ancora da fare.

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Un confronto sulle funzioni Il confronto fra Windows e Linux è oggetto di regolari scontri e guerre di religione, fra utenti dei due sistemi e strenui paladini delle corrispondenti fazioni. Diversi sono i prodotti, diversi gli approcci, diversi i target e soprattutto diverse le filosofie. Linux è una forza nuova nel filone classico dei sistemi unix storici, che da oramai più di 30 anni sono sulla scena. Windows è semplicemente il sistema operativo che è riuscito a diffondere l'informatica ovunque, negli uffici e nelle case, con un ottimo compromesso prezzo-prestazioni. Windows è il sistema operativo che ha reso i computer vicini alle persone, che ha demistificato l'informatica, e la ha resa semplice e accessibile a tutti. Senza alcun dubbio il software Microsoft ha contribuito immensamente alla diffusione dell'informatica domestica, e ha permesso a un grandissimo numero di persone di accostarsi ai computer senza troppi drammi, e senza imponenti bagagli culturali. Se l'informatica oggi è praticamente alla portata di tutti, lo si deve in gran parte a Microsoft. I sistemi Microsoft, al contrario di quelli unix, si sono evoluti da architettura hardware molto leggere, e hanno tradizionalmente occupato un segmento entry o mid del mercato per i sistemi server, pur avendo conquistato il dominio sui sistemi client. In termini tecnici, la ricerca della semplificazione portata all'estremo, e la forte tendenza alla estrema "graficizzazione" delle interfacce, è in qualche caso stata controproducente, e ha inibito lo sviluppo di competenze più approfondite laddove erano disponibili semplici scorciatoie. Chi si è formato sulle interfacce grafiche di Apple e Microsoft disdegna in un certo qual modo la semplicità e la rapidità delle interfacce testuali, sommamente apprezzate dai puristi unix, e talora non hanno la comprensione diretta che la grafica non è altro che un interfaccia, un rivestimento posto sopra le funzioni sottostanti, che di grafico hanno ben poco. Un esempio per tutti: Tutti i file di configurazione nei sistemi unix sono file di testo. Questi possono essere letti, stampati, salvati con estrema facilità. Windows ha percorso una strada che, originatisi su queste stesse idee, ha portato a costruire un sofisticato database per le configurazioni, la registry, estremamente complesso ed articolato, ove pochi ardiscono avventurarsi. La registry, benché potente e sofisticata, non è un oggetto particolarmente nitido e/o amichevole per l'utente o l'amministratore medio. In termini di performances, sono poco motivati i confronti. Sia Linux che Windows sono sistemi a 32 bit, e fanno buon uso delle risorse hardware a disposizione, sia mono che multiprocessore. Al momento entrambi hanno difficoltà a scalare su sistemi server con oltre 4Gb di ram (benché esistano workaround). Il confronto su architetture più potenti potrà essere fatto nel momento in cui le architetture più potenti saranno più disponibili, diffuse e mature. Per ora ha poco senso adottare Linux o Windows su hardware Intel pentium o xeon con oltre 4Gb di ram. Quanto alla stabilità, Linux ha qualche carta in più da giocare, ma i sistemi Microsoft sono notevolmente migliorati ultimamente, e da Windows 2000 è possibile effettuare un confronto (Windows NT non è confrontabile vista la frequente necessità di reboot). Relativamente alla sicurezza, ultimamente tutti abbiamo imparato che a prescindere dal sistema, sono la configurazione e la manutenzione a fare la differenza. Nessun sistema è esente da bachi. Microsoft ha subito durissimi colpi sotto questi aspetti. Ha pagato per aver forse sottovalutato la problematica in passato, e per il fatto che i suoi sistemi sono più diffusi degli altri e hanno per tradizione sempre avuto tutti i servizi attivati per default, indipendentemente che ve ne fosse necessità o meno.

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Dall'introduzione di Windows 2003, Microsoft ha invertito la politica precedente, ed il sistema operativo non attiva servizi per default. Molti ritengono che il significativo miglioramento evidenziatosi nel software Microsoft ultimamente sia merito di Linux. E' possibile che sia così. Solo un sano confronto competitivo può far evolvere sistemi migliori. Il monopolio corrisponde a stagnazione e lassismo. Per quanto riguarda i sistemi file server, le correnti versioni di Samba possono aiutare, o svolgere funzioni di file share in un nuovo sistema, ma in generale non sono in grado di sostituire un file server Microsoft NT o 2000 in cui siano state definite permissioni sofisticate a livello di oggetti singoli sul filesystem, in termini di attributi NTFS. Il flagello dei virus, da molti ritenuto erroneamente prerogativa dei sistemi Microsoft, non tarderà ad evidenziarsi anche sulle piattaforme Linux, al crescere della loro diffusione sui client. Benché in crescita, al momento il mercato dei sistemi antivirus per i sistemi Linux non è sviluppato altrettanto a quello per i sistemi Microsoft.

Confronto per funzione

Directory services: MS. MS ha AD, Linux non ha un sistema paragonabile. File server: MS. MS consente efficaci settaggi di attributi NTFS (object level security), LX solo share level security o user level security. Su Linux le nuove versioni di Samba dovrebbero a breve colmare questa lacuna. Print server: MS. La gestione dei driver è più sofisticata nei sistemi MS. LX è adatto a gestire bene solo stampanti preferibilmente Postscript o PCL. Web server: - il web server Apache è il più comunemente usato al mondo in contesti internet. A livello intranet non sono disponibili dati precisi, ma si ritiene che MS IIS abbia la maggioranza. In termini di funzioni, l'integrazione con i servizi di directory AD facilita l'integrazione con gli altri prodotti MS, quali database, Office automation, e ambienti di sviluppo integrato. Web Browser: MS. Molto importante oggi per un sistema operativo adatto anche ai client è disporre di un web browser adeguato. Per Linux sono disponibili molti browser, dai comodissimi e rapidissimi links e lynx (testuali) a quelli grafici: Mozilla, Opera, Konqueror e altri. Mozilla è probabilmente il migliore e quello maggiormente ricco di funzioni. Ovviamente i controlli active-x non sono supportati. Mail server: LX. In Linux i servizi di email sono compresi e integrati nel sistema, sia in termini di prodotti client che di prodotti server. Qualsiasi client di email SMTP/POP3/IMAP/LDAP può essere adoperato per accedere alla mail, da qualunque sistema operativo. Su Windows la piattaforma di email nativa, MS Exchange, si acquista a parte. DB Server: LX. In ambiente Linux sono diffusi due ambienti relazionali di ottima qualità: MySQL e Postgres. Entrambi sono progetti maturi e molto usati. In particolare Postgres è un ambiente che non ha nulla da invidiare in termini di features e performances ai sistemi "classici": SQL-Server/Oracle/Informix/DB2.

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File System: LX. Le recenti distribuzioni di Linux impiegano tutte filesystem locali di tipo journaling, in grado di comportarsi al meglio anche se "maltrattati" e con funzioni di autoriparazione. La capacità di "montare" simultaneamente molti filesystem diversi, locali e/o remoti innestandoli sullo stesso albero di directory è una delle caratteristiche più potenti e apprezzate dei sistemi unix. In termini di performance e stabilità non vi sono grosse differenze con le moderne versioni di NTFS sotto Windows. Sviluppo: -. Benchè si parli ancora molto di Java, MS è riuscita a relegarlo in posizioni di secondo piano. Gli strumenti di sviluppo in ambiente open sono numerosi e potenti. Mancano di ambienti integrati di sviluppo (IDE). MS Visual Studio e la piattaforma .NET sono promettenti, ma non universalmente usati, e vengono ritenuti da molti scelte troppo proprietarie. Per quanto riguarda le metodologie di sviluppo comunitario e distribuito, si adopera molto il sistema cvs, ed esistono sistemi di gestione progetti sw su internet, quali Sourceforge e Savannah, estremamente sofisticati e potenti. Flessibilità: LX. I sistemi unix da sempre eccellono in queste caratteristiche. Facilmente e con poca fatica è possibile costruire funzioni non previste di base. Nel mondo unix si tende a non reinventare l'acqua calda nello sviluppo di nuovi progetti, adoperando le potenti funzioni di shell e delle utility di sistema. Nel mondo Microsoft questo non avviene, e i sistemi Microsoft tuttora mancano di strumenti elementari di base quali un buon editor di testo, o di un linguaggio di scripting uniforme e diffuso. Alcune utility importanti sono presenti solo nei resource kit e inspiegabilmente non inserite nel sistema operativo base. La disponibilità di strumenti open per il mondo Windows, quali perl, python, l'ambiente cygwin colmano in parte il vuoto. Accessibilità: LX. I sistemi server Windows non brillano per manutensibilità, soprattutto da remoto. Il sistema base non consente adeguati meccanismi di controllo remoto senza l'aggiunta di tools a parte. La stessa console di terminal server in modalità amministrazione non consente di operare a tutti gli effetti come se si fosse alla console locale. Su Linux si dispone di numerosi strumenti di amministrazione remota da console testuale (MS ha "ironicamente" messo a disposizione un esile servizio telnet quando tutto il mondo unix abbandonava il telnet per passare a ssh). Manutensibilità e Updating: LX. Microsoft ha sempre rilasciato le sue fix a blocchi monolitici chiusi, detti service packs. La messa a punto di un service pack è una cosa oltremodo complessa e irta di difficoltà. Parimenti il suo utilizzo non è esente da rischi di introduzione incompatibilità o malfunzionamenti. Nessuno se non Microsoft sa cosa contegano esattamente i service packs. In Linux è in generale possibile aggiornare il sistema in modalità "per componente", ed è in generale sempre possibile esaminare i sorgenti e le patch prima di utilizzarli. Alcune distribuzioni, quali ad esempio Debian, dispongono di sofisticati strumenti di installazione che tengono traccia delle attività e provvedono al controllo ed alla soluzione delle dipendenze. E' raro dover restartare un server Linux per mettere in produzione una modifica alla configurazione di un componente software, mentre per Windows questa è una esigenza comune (soprattutto in NT). Logging: LX. Sui sistemi unix, il logging è uno strumento potente, diffuso e non troppo complesso da usare. Su Windows questo è poco sviluppato e poco versatile. Networking: LX. Il tcp-ip è nato e cresciuto negli ambienti unix. Linux, soprattutto nelle versioni recenti, è dotato di caratteristiche kernel molto sofisticate per questi aspetti, e decisamente superiori a quelle di Windows.

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Multipiattaforma: LX. Windows 2000 oggi è un prodotto che funziona su una sola famiglia di processori: Intel e compatibili. Le caratteristiche multipiattaforma di Windows si sono perse lungo la strada. Linux è disponibile su molte diverse piattaforme. Proabilmente la non-diffusione dei processori Intel a 64 bit è dovuta al fatto che il software Windows per sistemi a 64 bit ancora non è disponibile in release di produzione. (vedere www.Linuxia64.org) Standardizzazione: LX. Molte delle funzioni di Windows sono realizzate tramite una aderenza di base a standard aperti, in seguito modificati ed estesi in modo proprietario (si vedano per esempio le implementazioni di DNS, LDAP, Kerberos, CHAP). Ne deriva che pur essendoci un rispetto nominale degli standard, le implementazioni non sono interoperanti. La comunità Linux riconosce pienamente l'importanza degli standard, e lavora per rispettarli ed eventualmente estenderli in modo consistente ed aperto. (si vedano www.freestandards.org, www.Linuxbase.org, www.li18nux.org). Internazionalizzazione: MS. Microsoft ha dedicato grande attenzione e cura a produrre versioni internazionalizzate dei sistemi windows client diverse per le varie culture e comunità geografiche. Windows comprende decine di varianti nazionali, anche con alfabeti ideogrammatici. L'investimento profuso in queste attività di porting è stato enorme. I risultati sono buoni, e Windows XP è disponibile in decine di nazionalizzazioni, ma le soluzioni messe a punto da MS sono spesso state proprietarie. Linux è più arretrato sotto questi aspetti, e la gestione della nazionalizzazione è meno sofisticata, ma più aderente a standard aperti. Per maggiori dettagli vedere www.li18nux.org. Codice Sorgente: LX. La disponibilità completa dei sorgenti, benchè non sia un fatto ovvio per molti, rappresenta un privilegio eccezionale e spesso sottovalutato. Con la possibilità di accedere al codice sorgente, il controllo ultimo è sempre dell'utente. Non può esistere l'evenienza di "essere presi per il collo" da un fornitore. La disponibilità del sorgente garantisce sempre l'utente e consente di mantenere in proprio il software qualora fosse necessario. Skill: -. Come già detto, non è questo il momento storico in cui le skill informatiche siano care. Un buon sistemista Linux costa quanto un buon sistemista Windows. E' possibile trovare sul mercato ottimi professionisti molto competenti in vaste aree dell'IT. Si tenga conto inoltre che i giovani laureati escono oggi ben preparati sugli ambienti Linux. Supporto: -. Molte aziende informatiche hanno investito molto su Linux e sono giunte ad acquisire sofisticate conoscenze. Inoltre è spesso possibile contattare direttamente gli autori, che in genere sono molto disponibili e desiderosi di aiutare. Oltre a questo, le strutture di country delle distribuzioni più diffuse (SuSE e RedHat) sono in grado di mettere in campo competenze specializzate, e di veicolare le problematiche ai rispettivi laboratori. Formazione: -. E' facile oggi acquistare formazione di buon livello, sia su Windows che su Linux. E' forse più difficile trovare istruttori esperti di entrambi gli ambienti, e corsi che riescano ad evitare di far scivolare il tema sulle classiche "guerre di religione" fra sistemi operativi.

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Frammentazione: -. La multiformità delle distribuzioni Linux è un vantaggio piuttosto che uno svantaggio: indica che il sistema è vitale e effervescente. Indica che c'e' movimento e che c'e' confronto e scambio di idee. Nel mondo dell'Open Source, dalla competizione si evolve la qualità. Anche Windows del resto, è diventato una grande famiglia di sistemi, dal Windows 3.x,95,98,me,nt3.1, nt3.5,nt4-srv,nt4-adv.srv,nt4-workst,2k-pro,2k-srv,2k-adv.srv,2k-enterp,2k-datacenter,XP-home,XP-pro. Inoltre dentro una stessa versione di un sistema esistono diverse sottoversioni corrispondenti ai vari livelli di service pack applicati. Documentazione: -. Non è difficile reperire ottima documentazione su Linux e sui suoi componenti, muovendosi sulla rete o acquistando qualche testo. Anche i manuali introduttivi delle distribuzioni forniti assieme ai supporti sono di buona qualità e da soli possono giustificare il prezzo di acquisto dell'intera distribuzione. Il Linux documentation project (si veda www.ldp.org) organizza le attività di traduzione nella varie lingue della documentazione e degli HOWTO, testi operativi che dettagliano letteralmente il "cosa fare per" ottenere determinati risultati. Interessanti lavori, in italiano, per iniziare, sono "appunti di informatica libera" di Daniele Giacomini ( ftp://ftp.pluto.Linux.it/pub/pluto/ildp/AppuntiLinux/ ) e "Linux Facile" di Daniele Medri (http://www.Linux.it/~madrid/). Al pari di Windows comunque, la documentazione tecnica avanzata è redatta in inglese, ed è in generale fortemente consigliato sapersi muovere su documentazione tecnica in inglese.

Compilabilità del kernel: LX. In Linux, ogni cosa è personalizzabile all'estremo. Tutto dipende dalla capacità dell'operatore. La ricompilazione del nucleo è una prassi piuttosto comune che consente di "tarare" il sistema operativo in modo minuzioso sulle caratteristiche dell'hardware che si possiede, e che consente di sfruttarne al massimo le caratteristiche. Questo in Windows non è possibile. Rescue disks e no-hard disk distributions: LX. Non esistono sofisticati cdrom di boot che consentano di accedere in riparazione/manutenzione a un sistema windows compromesso. Su Linux vi sono decine di progetti di questo genere, taluni molto sofisticati (cfr www.knoppix.de) Software Packages: -. Benchè la maggior parte del software commerciale oggi prodotto sia realizzato per essere eseguito sotto windows, il numero di pacchetti di software Open Source disponibili per una generica distribuzione di Linux è molto elevato. Debian offre oltre 9.000 packages in versione stabile accessibili dal suo servizio di installazione da rete internet. Non appena la diffusione di Linux aumenterà, certamente molte case software lo vedranno come una piattaforma candidata per il porting delle loro applicazioni, e il numero di pacchetti software disponibili per Linux aumenterà ancora. La compatibilità binaria fra le varie distribuzioni e il controllo delle dipendenze sono verificabili a priori, tramite checklist. (Si veda www.Linuxbase.org/spec per le specifiche relative a LSB: Linux Standard Base che consentono l'indipendenza del pacchetto dalla distribuzione e dalla piattaforma hardware, relativamente a tematiche critiche, quali byte ordering, file system hierarchy standard, ecc...)

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Linux nelle aziende corporate I sistemi Linux based sono da tempo in produzione in questi contesti. Lavorano come server, e svolgono ruoli spesso importanti, ma non primari. Linux qui è stato scelto per la versatilità ed il basso costo. Network management, service monitoring, reachability testing, protocol analysis, performance analysis: questi sono i campi in cui i molti strumenti disponibili sotto Linux vengono utilizzati in questi contesti. Il costo di licensing di prodotti commerciali volti a erogare questi stessi servizi sarebbe stato molto più elevato, a parità di risultati. Microsoft non una forte offerta specifica in queste aree funzionali, quindi non c'e' battaglia particolarmente accesa. Come piattaforma ERP, Linux è supportato bene o male da tutti i vendor, ma molto scarse sono le referenze reali. Oracle sta lavorando in questa direzione, proponendo Linux come piattaforma per i propri prodotti. Una area nuova in cui Linux inizia a diffondersi è quello della server consolidation. Prodotti come VmWare GSX/ESX consentono di raccogliere in pochi potenti server le funzioni precedentemente svolte da molte piccole macchine, difficili da gestire ed amministrare in maniera adeguata. In sostanza si attiva uno strato di sistema operativo capace di far girare sulla stessa macchina tanti sistemi operativi differenti, simultaneamente, condivindendo lo stesso hardware, che risulta meglio sfruttato. IBM sta spingendo in maniera molto energica i concetti di server consolidation tramite virtualizzazione. Microsoft si è resa conto dell'importanza del settore, e ha provveduto da pochi mesi ad acquisire le tecnologie di virtualizzazione di connectix, rivale di VmWare. A breve il prodotto Virtual Server verrà proposto sul mercato, ad affiancare il già consolidato Virtual PC che corrisponde al VmWare Workstation. Windows 2000 e Windows XP si sono diffusi meno rispetto alle previsioni. I servizi active directory in modalità nativa sono usati in pochissimi contesti. Molte aziende hanno ancora larghe quote di windows-9x come piattaforme portanti per i client. Come stimolo al rinnovo del software di sistema sui client, alcuni vendor alleati stretti di Microsoft, quali HP-Compaq, hanno iniziato a rilasciare sui nuovi modelli solo i driver per Windows 2000 e XP, rendendo molto più complesso o addirittura impossibile lavorare con hardware nuovo e software di sistema vecchio. Alcuni esempi di utilizzo di Linux in grandi realtà corporate: Google.com, il motore di ricerca più utilizzato al mondo, eroga i suoi servizi tramite una rete distribuita di oltre 10.000 server Linux. Archive.org, il servizio di storicizzazione del web (ALEXA), opera con cluster di Linux e freebsd. Al momento sono in produzione circa 400 server, che gestiscono archiviazione e ricerca in una base dati complessiva di circa 100 Terabytes. Amazon.com, la web company più citata, utilizza server Linux. Alcuni altri riferimenti relativi a esperienze italiane possono essere reperiti sul sito www.Linux-day.it.

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Linux nelle PMI In questo settore, Linux sta diffondendosi lentamente. Non vi sono stati grossi mutamenti nelle tecnologie delle PMI italiane ultimamente, duramente colpite dalla crisi. La stretta ha ridotto le innovazioni e concentrato sugli obiettivi di produzione. Il superfluo è stato eliminato. Gli approcci strategici sono stati rimandati a tempi migliori. In molti casi si naviga a vista. L'introduzione di innovazioni in questo contesto trova poco slancio. Su alcune nuove installazioni server, Linux è spesso una scelta favorita: consente di tagliare i costi, riciclando magari anche hardware non più nuovo. Ad esempio firewall e proxy possono essere realizzati molto bene e con poca spesa. Per quanto riguarda le installazione di Linux sui desktop, verosimilmente non assisteremo a novità a breve. Le applicazioni di produzione intranet a interfaccia web non sono ancora molte e i thin client Linux based non sono molto diffusi, anche se promettenti. Le voci delle battaglie legati SCO-IBM che vertono sulle presunte violazioni al codice di SCO da parte delle comunità di sviluppatori di Linux arrivano in europa piuttosto smorzate. L'utenza italia non è molto preoccupata di queste questioni. Linux inizia ad essere percepito come una ipotetica alternativa, e non più come un giocattolo. Alcuni hanno fatto il passo: Niente più MS-Windows, niente più MS-Office. Al loro posto: Una distribuzione Linux e OpenOffice. Una nota importante relativa alle molte aziende italiane che hanno sedi estere in europa orientale o in estremo oriente: In questi paesi Linux è molto usato e viene visto con grande favore dai governi e dalle istituzioni. In Italia il costo del licensing incide molto di più di quanto non avvenga negli stati uniti, in dipendenza dal fatto che il costo dei servizi è da noi sensibilmente inferiore e per il fatto che l'hardware ha costi analoghi in entrambi i luoghi. Questo ragionamento a maggior ragione si applica anche nei paesi dell'europa dell'est, con le economie in fase di forte crescita. In questi luoghi la adozione di Open Source software è ancora più vantaggiosa che da noi. Il mercato nascente dell'europa dell'est è per ragioni geografiche molto più accessibile alle imprese europee che non agli USA. Opportunità di lavoro come la riorganizzazione dell'informatica in un grande gruppo bancario come l'ungherese First Mortgage KFT dovrebbero essere più facilmente appannaggio di aziende europee che non della americana Sanchez. (Si veda http://www.sanchez.com/news/nr_030611.htm)

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Linux negli enti pubblici Qui la battaglia è molto accesa. Microsoft tenta di far evolvere la sua base di licensing verso i nuovi prodotti. I risultati sono modesti vista la crisi ed il clima generale di carestia. In molti paesi, fra cui la Germania, sono state emesse leggi a favore dell'adozione di sistemi operativi e applicazioni open source. SUSE, distribuzione Linux leader in europa, sviluppata prevalentemenete in Germania, ha stretto una alleanza molto forte con IBM, e viene oggi utilizzata sui client in molti distretti della pubblica amministrazione tedesca, fra cui anche il comune di Monaco. Alla base di questa diffusione, c'e' una fortissima spinta da parte di IBM, la quale in Germania ha vinto numerose gare offrendo sistemi Linux based sui client rimpiazzando sia MS-windows che MS-Office. Queste operazioni hanno consentito di risparmiare molto denaro precedentemente speso in licensing Microsoft, di fatto monopolista pressochè esclusivo. La rottura del monopolio consente ora una scelta all'utenza, la quale non ha più solamente una singola alternativa. La situazione è sicuramente interessante, ma bisogna tener conto che non si deve tendere a uscire da un monopolio per caderne in un altro. La distribuzione Linux SUSE è una distribuzione non accessibile gratuitamente, che può essere acquistata ad un costo dell'ordine di 75€, e che comprende già al suo interno tools di produttività Office compatibili OpenOffice. Codeweavers Crossover Office è acquistabile in un package a parte assieme a Sun Staroffice, al prezzo di 120€. In europa si prevede chs SUSE e RedHat saranno le distribuzioni a maggior successo. Per entrambe le condizioni di proposta all'utenza sono simili, e simili sono le funzioni. E' di maggio 2003 la notizia che il comune di Monaco di Baviera ha approvato una delibera per il passaggio da Windows a Linux di 14.000 personal computer. Oltre a cambiare il sistema operativo, si passerà anche da Office ad OpenOffice. http://news.com.com/2100-1016-1010740.html?tag=nl. L'operazione complessivamente avrà un costo di oltre 30 milioni di euro. Parte del danaro risparmiato sul licensing sarà investita in training. Nell'ottobre 2002, il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, ha avviato i lavori della "Commissione per il software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione", in accordo col piano di miglioramento dell'efficienza, dell'efficacia e della economicità dell'apparato statale per la cui realizzazione rientra, a pieno titolo, lo studio e la valutazione dei nuovi sviluppi delle tecnologie dell'informazione, quali l'Open source. Dopo circa 6 mesi di lavori, la commissione ministeriale, presieduta dal prof. Angelo Raffaele Meo del Politecnico di Torino, ha concluso i suoi lavori e prodotto una interessante relazione. La commissione ha valutato positivamente l'adozione di software Open Source nella PA, e ha indicato nell'approccio "value for money" il criterio primario di selezione. In sostanza, parafrasando: "Ok all'open source, ma occhio al TCO". L'approccio in questione, sostanzialmente adatto all'imprenditoria privata, e assolutamente corretto per evitare sprechi, sminuisce però di molto il ruolo di sostegno alla propria economia che uno stato deve seguire, e nega le grandi possiblità di apporto al mercato open source del business generato dalla Pubblica Amministrazione. Dai dati raccolti emerge che nella pubblica amministrazione italianta, circa il 40% delle spese in software sono relative a licensing.

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Spesa in software delle pubbliche amministrazioni italiane fonte: rapporto commissione governativa su Open Source nella pubblica amministrazione http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/open_source/ Dati relativi all'anno 2001, espressi in Milioni di Euro

Spesa totale informatica (escluse telecomunicazioni) della PA italiana 3031 di cui software: 675 22% di cui sviluppo e customizing 412 61% di cui licenze 263 39% di cui sistemi op (pc, mini, mainframe) 63 24% di cui rdbms (pc, mini, mainframe) 30 11% di cui office automation (pc) 17 6% di cui network mgmt 12 5% di cui ERP 8 3% gest.documentale, protocollo, wkflow 12 5% di cui altro 121 46% Purtroppo dai dati presentati non si riesce a discernere il valore del licensing relativo alle sole piattaforme pc (client e server), in quanto i valori del licensing sono presentati aggregati fra piattaforma pc/mini/mainframe. Inoltre, il 46% della spesa del licensing risulta di origine varia e non identificata. Sarebbe auspicabile avere maggiori dettagli sulla composizione analitica di questi risultati. I criteri di valutazione adottati dalla commissione appaiono nel complesso piuttosto corretti ed imparziali, scevri da attaccamenti idealistici di sorta verso l'una o l'altra posizione. Viene anche sottolineato favorevolmente il ruolo che il software open source può avere nell'educatione nella scuola. Si rimarca inoltre la necessità di utilizzare formati di import/export aperti nell'interscambio dati, in modo da non essere ancorati a specifici prodotti. In proposito viene molto positivamente apprezzato il formato di interscambio di OpenOffice (basato su XML) in confronto a quello proprietario di MS-Office. Anche relativamente alla realizzazione dei siti web, si invita all'uso di formati e codici che non richiedano specifici browser per essere visualizzati. All'interno della relazione vi è anche una breve disamina delle posizioni di altri governi europei nei confronti delle stesse tematiche. Operando una stima di penetrazione di software Open Source sul mercato della PA, e stimando alcune percentuali, in uno scenario in cui il software Open Source affianchi il sw convenzionale, risulta piuttosto verosimile un risparmio su licensing pari al 30%, con l'uso di un 30% di Linux come sistema operativo e di un 50% di OpenOffice come suite di Office Automation.

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Spesa in software delle pubbliche amministrazioni italiane fonte: rapporto commissione governativa su Open Source nella pubblica amministrazione http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/open_source/ Dati relativi all'anno 2001, espressi in Milioni di Euro

Spesa totale informatica della PA italiana 3031 (escluse telecomunicazioni) di cui software: 675 22% di cui sviluppo e customizing 412 61% di cui licenze 263 39% %os potenziale M€ di cui sistemi op (pc, mini, mainframe) 63 24% 30% 18,9 di cui rdbms (pc, mini, mainframe) 30 11% 20% 6 di cui office automation (pc) 17 6% 50% 8,5 di cui network mgmt 12 5% 50% 6 di cui ERP 8 3% 10% 0,8 gest.documentale, protocollo, wkflow 12 5% 10% 1,2 di cui altro 121 46% 30% 36,3 Risparmio annuo: 77,7 30%del licensing

Vista la grande quota di spesa operata dalla PA italiana per sviluppo personalizzato e customizing applicativo, (erogato per la maggior parte da aziende del nostro paese) operando un reinvestimento dei risparmi sul licensing in sviluppo applicativo secondo modelli Open Source, si otterebbe un circolo virtuoso, una "evoluzione guidata" dei prodotti Open Source nei confronti delle necessità specifiche per la PA, riducendo ulteriormente le spese e ottenendo soluzioni più standard. Stante le cifre della tabella precedente, il risparmio annuo in licensing potrebbe essere impegnato in sviluppo e customizing, con conseguente aumento della efficienza ed incremento del prodotto interno lordo.

Qui di seguito alcuni riferimenti utili: I risultati indagine conoscitiva commissione governativa su open source (fonte dei dati sopra citati) http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/open_source/index.html http://www.innovazione.gov.it/ita/egovernment/infrastrutture/open_source.shtml Le risposte alle domande della commissione fornite da vari operatori (fra cui, HP, IBM, Microsoft, Oracle, Novell, Sun, Gruppo Bancario San Paolo Imi, Associazione per il SW libero, FSF, e numerosi professori universitari e consulenti). Da qui è possibile estrapolare le posizioni dei diversi operatori del mercato. Il documento contiene fra l'altro alcune indicazioni per modalità di stima dei TCO. http://www.innovazione.gov.it/ita/comunicati/open_source/01_ALL.zip

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Audizione e Risposte di FSF Europe alle domande della commissione per l'Open Source nella PA http://www.fsfeurope.org/documents/mit-it/commissione-meo-presentazione.it.html http://www.fsfeurope.org/documents/mit-it/commissione-meo-risposte.it.html Una delibera per l'adozione di software Open Source in un ente locale: http://wua31065.comune.torino.it/delibere/02/0209590.HTM Un esempio di workflow system realizzato con tecnologie Open Source http://www.zope.it/Members/netfarm/PA.pdf Raccolta di riferimenti ad utilizzi di software libero nella PA http://www.softwarelibero.it/portale/legislazione.shtml Riferimenti per associazione OpenPA http://www.point.uni.it/openpa/ Slide su alcune esperienze Linux attuate in alcuni enti locali della Emilia Romagna http://osa.aster.it/seminario-sl/atti/garavini.pdf

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Linux nella scuola e nella università Nelle università c'e' il terreno più fertile per Linux. Da notare che in questo contesto la spinta alla adozione dei sistemi Open Source non è derivata solo dai costi di licensing (le scuole e le università accedono a tariffe education molto basse per il sw commerciale), ma in larga misura dalla qualità e dalle caratteristiche del prodotto. La diffusione di Linux in università è molto vasta, e tanti sono coloro che lo apprezzano. Nelle lauree tecniche molti corsi d'esame prevedono esercitazioni su Linux, o studio esplicito dei suoi codici sorgenti. Numerose tesi riguardano Linux, sviluppo di nuovo software open-source, traduzione di testi e manuali in lingua italiana. C'e' molto fermento e molto entusiasmo. In università Linux lavora sui client dei laboratori, sui server, come firewall, proxy, router, mail e web server, svolgendo bene le sue funzioni. Quello che si risparmia in licensing si investe in hardware. Nelle scuole medie e superiori Linux è meno diffuso. La mentalità degli insegnanti è forse un po' meno innovativa. Le cose stanno comunque evolvendo significativamente rispetto a qualche anno fa. Spesso Linux viene montato sui pc delle aule informatiche più obsolete, su cui non si riesce a installare una moderna versione di Windows. In questi casi si garantisce un ottimo utilizzo anche di queste apparecchiature, che vengono rivitalizzate. Linux non incoraggia sprechi. Incoraggia il riutilizzo e l'economia. Nelle scuole professionali pc con Linux sono spesso presente a fianco di pc con Windows e computer Macintosh. Ogni corso adopera il sistema ed il software più adeguato agli obiettivi. In generale, come sostiene il prof. Massimo Santini della università di Modena, non ha alcun senso pagare ciò che può essere ottenuto gratuitamente. Benchè semplice, purtroppo, questa idea fatica ad essere compresa. Uno dei valori più grandi dal punto di vista educativo che l'open source software offre è che "apprendere è fare". E' possibile per chiunque costruire funzioni mancanti o desiderate nel software open source attualmente a disposizione. Si è direttamente invitati a partecipare ai lavori di sviluppo. I contributi sono ben accetti. Chiaramente è necessario impegno e buona volontà per ottenere risultati, ma non vi sono altre particolari barriere all'ingresso. Spesso ottimi lavori sono stati realizzati da utenti che erano nel processo di apprendimento. In particolare sono molto attivi a livello universitario i gruppi di lavoro per la traduzione e nazionalizzazione della imponente quantità di documentazione relativa a Linux e ai vari altri sistemi operativi e applicativi Open Source. (rif. ildp.pluto.Linux.it) Un altro vantaggio offerto dall'uso di prodotti open source nell'education è che si aumenta la competenza media. L'utente Linux è stimolato a comprendere il funzionamento interno del prodotto, e, volendo, può approfondire a piacimento addentrandosi nei meccanismi e nei componenti funzionali. Viene stimolata la curiosità Intellettuale e la mentalità critica (potendo esaminare il codice si possono trovare modi per renderlo migliore). L'utente non è mai un utente rigidamente "esterno", ma è spinto costantemente a capire, a personalizzare, a costruire nuovi strumenti. I sistemi unix sono fatti come i mattoncini lego: contengono per così dire una "object orientation funzionale". I comandi sono come amminoacidi elementare: tanti piccoli componenti funzionali standard, ciascuno specializzato per il suo scopo, combinabili in modi sempre nuovi, per costruire proteine e macrosistemi complessi che erogano servizi non prevedibili sulla base dei componenti elementari.

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Questo tipo di mentalità è quella che deve essere fornita ai ragazzi dalla scuola di oggi. Serve gente che sappia capire le cose, entrandoci dentro e senza fermarsi all'esteriorità di una interfaccia. Questo è quello che serve sul lavoro: adattabilità, flessibilità, prontezza, capacità di risolvere problemi senza soluzioni preconfezionate. Questo è quello che cercano le imprese. Ed è una delle qualità più rare nei candidati. Investire su queste idee equivale a investire sulle persone, non sulle cose. Le persone restano e le loro skill aumentano. Una spesa in licensing non sempre (purtroppo) si traduce in capacità di utilizzare il prodotto da parte dell'utente, e spesso i prodotti non vengono utilizzati al pieno delle loro possibilità. Questo significa aver pagato cose che non vengono usate e aver sprecato risorse. Riferimenti: TomWare in quanto attuale assegnataria di gara eroga la manutenzione IT per ARSTUD, Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, Bologna (http://www.arstud.unibo.it/). In questa realtà si seguono le installazioni di personal computer in rete centrale e presso 19 studentati remoti. Sugli studentati sono attivi circa complessivamente circa 400 pc. Linux viene largamente utilizzato in questi contesti, e con ottimi risultati, prevalentemente in ambito server.

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Linux negli studi professionali In questo settore Linux non è presente quasi per nulla. I sistemi Microsoft sono molto diffusi, ma purtroppo non è altrettanto diffusa la loro completa regolarità in termini di licenze. Linux può essere una alternativa percorribile se riuscirà ad essere vantaggiosa rispetto alla situazione attuale. In questa area del mercato, l'uso di Linux più verosimile a breve termine è all'interno di dispositivi appliance, quali firewall, NAS, o knowledge retrieval appliances, per gli studi notarili e di giurisprudenza da una certa dimensione in su (vedere http://www.google.com/appliance/)

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Linux nelle case (SOHO) Il pc domestico è ancora Windows, nella assoluta maggioranza dei casi. I nuovi pc ora sono venduti con Windows XP, pronti e perfettamente configurati. Solo qualche vendor fornisce in opzione Linux Preinstallato al posto di Windows, e in questo caso, a parità di tutto il resto, il risparmio per l'acquirente si aggira nell'intorno dei 100-150€ rispetto alla corrispondente versione con Windows preinstallato. Per i modelli più recenti con dispositivi molto nuovi (scheda video e scheda audio), spesso non sono ancora disponibili i driver sotto Linux. Inoltre, preferibilmente e storicamente l'accesso a internet ed i giochi sono effettuati da Windows. Molte delle funzioni di Windows semplificano la configurazione e la gestione. Linux è ancora troppo complesso per la maggioranza degli utenti domestici. Gestire configurazioni a doppio boot è una operazione complessa e rischiosa per l'utente domestico. In casa, Linux entra casomai nel pc vecchio, quello che è stato appena rimpiazzato dal nuovo acquisto, e che è possibile riconfigurare senza troppi drammi. Il mercato dei videogiochi su Linux, che potrebbe dare incentivo a questo segmento, non è al momento particolarmente vivo, ma si prevede che potrà diventarlo a breve. Al momento, si stima che Linux è già usato sui pc domestici dalla maggiornanza di studenti universitari in materie tecniche (informatica, ingegneria), spesso in configurazione di doppio boot con Windows. Per una visione umoristica della cosa, si rimanda a http://www.bbspot.com/News/2003/02/standoff.html

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Linux Nelle appliances Molti dei sistemi operativi nascosti dentro ai dispositivi che ci circondano sono oggi proprietari. Ma la diffusione dei sistemi open source anche in questo settore fa progressi. Ad esempio, è possibile installare Linux sulla Playstation o sulla Xbox, sui palmari Ipaq e addirittura su alcuni telefoni. Nel prossimo futuro l'automazione domestica, - che prima o poi si farà vedere (nda)-, potrà contare su una piattaforma portante efficiente e libera, su cui sviluppare le proprie funzioni e i propri servizi, senza richiedere tassativamente processori Intel, o hardware particolarmente potente. Molti firewall-box sul mercato oggi sono oggetti con una anima Linux all'interno. Il mercato dello storage di rete NAS sta rapidamente sviluppandosi con l'uso di Linux o di un suo "cugino" *BSD.

Si vuole analizzare il TCO in un caso di esempio. Ipotizziamo la situazione di una media azienda con 50 posti di lavoro su PC, da equipaggiare con un sistema operativo e con una serie di applicativi canonici. Si ipotizza che l'azienda abbia una rete con un accesso a internet ADSL, un proxy/firewall, un mail server, un file server, un backup/antivirus server, un database server. Dal punto di vista pratico ipotizziamo che i server file e backup siano macchine separate, e che fungano anche da domain controller. Tutti i server siano Windows 2003 server.

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Ecco uno schema della rete basata su sistemi windows Infrastruttura di rete ACME srlSede di Romaagosto-2003 Marco Guardigli - TomWare

Referente Tecnico:Ing. Marco Guardigli,Direttore tecnico, Gruppo [email protected]

Internet provider

ISP routerHDSL

Extranet acme

.1

.1.1

S1W2003 server

DC+DHCP+DNSFILE+PRINTantivirus SP

agent TSM backup

DMZ acme 192.168.128.0/24

SMW2003 server

Mail/Web ServerIIS + Exchange

Antivirus TM-Scanmailagent antivirus

agent TSM-exch

.107

INTRANET ACME192.168.0.0/17

netmask 255.255.128.0defgw: 192.168.1.1

Architettura:

I 5 server sono tutti Windows 2003 serverS1 eroga servizi active directory, domain ctrl, dns, dhcp, file e printS2 eroga servizi active directory, domain ctrl, dns, dhcp, Trend Micro Antivirus (neatsuite) eIBM Tivoli Storage Manager BackupS3 eroga servizi RDBMS gestionali e produzioneSM eroga servizi email e web, con filtri antivirus/antispamSF eroga servizi di firewall / Proxy e ospita filtro navigazione internet

I client hanno tutti Windows XP-pro, MS Office standardalcuni client hanno anche MS Access, Adobe Photoshop, Adobe Acrobat, MS Visio,Nero Burning Rom

.. 50 clients ..DHCP

@acme.itMX1

NAT: il web+mail server è proiettato fuoriper le porte tcp:80, 25, 443 .107

S2W2003 server

DC+DHCP+DNSTSM-BackupTM-Antivirus

(OSCAN+SP-IS+TMCM)

S3W2003 serverSQL ServerGestionale

Agent TSM Backup

.1.10 .1.20 .1.30

S FW2003 server

ISA firewall/proxyAntivirus TM-Interscan

agent antivirus

Tape Library

WinXP Client WinXP Client WinXP Client

Il Backup è realizzato su tape library esterna. Il software utilizzato è TivoliTSM. Sul file server S1 c’e’ l’agent per gli open files. Sul SQL-server S3 c’e’l’agent SQL-Server, su SM c’e’ l’agent Exchange.

Ecco l'elenco dei prodotti, le quantità e il prezzo complessivo

Windows XP Professional sui client 50

Windows 2003 sui server 5 Windows 2003 client 50

Exchange 2000 Server (50 client) 1 proc. 1

Exchange 2000 Client 50 Isa proxy Server 2000, Standard 1 proc 1

SQL server 2000 Standard 1 proc 1

SQL client 50 Office Standard 2002 (word, excel, pwpoint, outlook) 50

Adobe Photoshop 7.0 Professional 5

Visio 2002 Professional 2 Adobe Acrobat 6,0 professional 5

Microsoft Access 2002 10

Sw-masterizzazione nero burning rom 5 Trend micro neatsuite 50

TSM Backup 1

TSM Agents 3 Il conto complessivo della spesa software licensing, considerando i prezzi di listino (non oem) e ove applicabile il contratto di maintenance SA (Software Assurance), per complessivi 36 mesi, ammonta a 157.004 €.

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ed ecco la stessa rete basata su sistemi Linux

S2 Linux serverBOOTP/DHCP+DNS

Amanda Backup server

Infrastruttura di rete ACME srlSede di Romaagosto-2003 Marco Guardigli - TomWare

Referente Tecnico:Ing. Marco Guardigli,Direttore tecnico, Gruppo [email protected]

Internet provider

ISP routerHDSL

Extranet acme

.1

.1.1

S1Linux server

LVM volume mgrBOOTP/DHCP+DNS

nfs-Samba FILE+PRINTWeb-FTP intranet

DMZ acme 192.168.128.0/24

SMLinux server

LVM Volume mgrMail/Web ServerApache-Postfix

WebmailAntivirus TM-Interscan

.107

INTRANET ACME192.168.0.0/17

netmask 255.255.128.0defgw: 192.168.1.1

Architettura:

I 5 server sono tutti LinuxS1 eroga servizi NIS, File srv NFS/FTP/SMB, dns, bootp/dhcp, print, LVM (con file systemsnapshotting)S2 eroga servizi, dns, bootp/dhcp, Amanda Backup. Inoltre supporta una VM con un client XPaccessibile da tutti via VNC, da utilizzare quando necessario per eventuali conversioni diformato (con i dati su directory del file server, acceduti via samba)S3 eroga servizi RDBMS tramite PostGreSQLSM eroga servizi email e web, con filtri antivirus/antispamSF eroga servizi di firewall / Proxy e ospita filtro navigazione internet

I client hanno tutti Linux. Quattro client “privilegiati” hanno vmware workstation, Windows XP eMS Office. 10 client hanno anche Codeweavers Crossover Office e Staroffice e sono quindi ingrado di eseguire altre applicazioni win32

Sulle 5 macchine XP (nei VMWARE) si installa l’antivirus client standalone Trend PcCillin

.. 50 clients ..DHCP

@acme.itMX1

NAT: il web+mail server è proiettato fuoriper le porte tcp:80, 25, 443 .107

.1.10 .1.20

S FLinux serverfirewall/proxy

Antivirus TM-Interscan

Tape Library

Linux Client Linux Client Linux Client

Il Backup è realizzato su tape library esterna. Il software utilizzato èAMANDA. Sui server da backuppare la presenza del volume managerconsente l’esecuzione di snapshot e dei backup in modo asincrono.

S3Linux server

LVM Volume mgrPostgres RDBMS

.1.30

VMWARE (S4)WinXP Client

MS Office PRO, Visio, Acrobat,Photoshop, VNC-server

.1.40

Ed ecco il relativo elenco prodotti, le quantità ed il prezzo complessivo SuSE Linux versione corrente 8.2 1 SuSE Linux Office Desktop (contiene Staroffice e Codeweavers Crossover Office) 10

Office Standard 2002 (word, excel, pwpoint, outlook) 5

windows XP professional 5 Visio 2002 Professional 2

Adobe Photoshop 7,0 Professional 1

Adobe Acrobat 6,0 professional 1 Microsoft Access 2002 1

vmware workstation per Linux 5

trend interscan viruswall 50 trend pccillin 5

In questo caso si ha un costo di licensing complessivo pari a 18.451 € sempre considerando prezzi di listino (non OEM) e ove applicabile il contratto di maintenance triennale. Ovviamente l'architettura software è sensibilmente differente. Si usa SuSE Linux sui client e sui server. I prodotti di Office Automation sono 3: MsOffice, StarOffice e OpenOffice. 4 PC client dispongono di licenze vmware e possono direttamente eseguire Windows XP, con la suite completa di MS Office Standard.

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Una speciale installazione di Windows XP viene installata in una macchina virtuale vmware, interna al server S2. Questa installazione viene resa accessibile da rete, tramite vnc, e utilizzata per eseguire le conversioni di formato quando necessarie (da parte di 1 utente per volta). Come software di masterizzazione si usano tools interni a Linux (cdrecorder et similia). Al posto di photoshop si adopera gimp, prodotto open source molto simile. Come client di mail non c'e' che l'imbarazzo della scelta. Probabilmente Ximian Evolution è il più adatto per utenti che già conoscono outlook. Al posto di Access si userà il personal database compreso in Staroffice. Le conversioni di formato saranno effettuabili via pc XP in vmware, ove una installazione di Access per uso comune è disponibile. In luogo di acrobat si userà GNU Ghostscript. In luogo di SQL Server si adopererà PostGreSql. I 5 pc Windows XP sono protetti dai virus tramite pacchetto locale Trend Micro PC-Cillin. I client Linux non sono localmente protetti da antivirus nativi, essendo poco attaccabili dai virus attuali e per il fatto che tutto il traffico email e web viene comunque filtrato dagli antivirus commerciali Trend Interscan installati sui due pc esposti (proxy e mail server). Per quanto riguarda il backup, sui server si farà uso di Linux volume manager con facoltà di effettuare snapshot di partizioni virtualmente senza interromperne l'accesso. Lo snapshot sarà poi trasferito su nastro dal software di backup Amanda. Importante verificare sul sito www.amanda.org i tipi di libreria supportati. Features semplici da aggiungere in virtù dell'uso di Linux risulteranno inoltre essere servizi di accesso remoto Client to LAN, in VPN attraverso internet, servizi di terminal server via X o via VNC, servizi di alerting, logging e network management. Lo scenario basato su Linux consente risparmi molto significativi, ma essendo più complesso ovviamente richiede maggiori costi sistemistici e maggior disponibilità/propensione degli utenti ad imparare e a collaborare.

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Lavorare con Linux e Windows allo stesso tempo La cosa è possibile, in diversi modi. Innanzitutto è possibile disponendo di due diversi computer, l'uno installato con Windows e l'altro con Linux. Questa è naturalmente una soluzione ovvia. In questo caso i due sistemi operativi possono comunicare e scambiarsi dati via rete, e risulta possibile lavorare con entrambi i sistemi attivi nello stesso momento. Dal punto di vista della sicurezza, è impossibile compromettere una delle installazioni trafficando con l'altra. Una altra alternativa è quella del doppio boot. I dischi nei pc moderni sono molto capienti, ed è possibile installare due o più sistemi operativi indipendenti in separate partizioni. Si usa uno stesso computer, e si può partire alternativamente in Windows o in Linux. La visibilità dei dati da entrambi gli ambienti si può realizzare memorizzando i dati su un server esterno oppure adoperando una partizione visibile da entrambi i sistemi come area di lavoro (tipicamente una partizione fat32). In configurazioni a multiplo boot solo uno dei sistemi operativi installati lavora in un determinato istante. E' anche possibile adoperare su un singolo computer più sistemi operativi simultaneamente, a patto di disporre di un computer adeguatamente potente e di acquistare un software di virtualizzazione opportuno, quali VMWARE Workstation o Connectix Virtual-PC (Connectix è stata recentemente acquisita da Microsoft). Le performance e la qualità di questi prodotti sono discrete per fare sperimentazioni e test, o formazione, ma in quanto alla gestione diretta dell'hardware, disporre di un computer dedicato è in genere preferibile. Su Linux (e anche su altri sistemi) esiste Wine. WINE è un emulatore di Windows che gira dentro Linux, realizzato da Alexandre Julliard e da altri intrepidi programmatori Open Source. Obiettivo di WINE è di costruire un ambiente Windows compatibile senza l'uso di software proprietario closed source. Codeweavers Crossover Office, che integra Wine, consente di eseguire applicazioni Windows all'interno di installazioni di sistemi operativi Linux. MS Office, Lotus Notes, Visio, Internet Explorer e centinaia di altri prodotti software per Windows possono essere eseguiti in questo modo. Da ricordare che Codeweavers è l'azienda per la quale lavora Alexandre Julliard. Anche prodotti di terminaleria grafica quali MS terminal services e Citrix Metaframe, consentiranno la interoperabilità fra i diversi ambienti, e renderanno flessibili le migrazioni. E' infatti possibile eseguire applicazioni remote MS terminal e/o Citrix ICA dall'interno di un client Linux, adoperando gli opportuni software client. Secondo l'opinione di molti, e il mercato lo conferma, i prodotti di integrazione e virtualizzazione stanno acquisendo consensi. Lo svilupparsi di soluzioni per l'integrazione e l'uso simultaneo di diversi ambienti favoriranno le sperimentazioni e in generale semplificheranno le attività di coloro che vorranno effettuare il passaggio, pur consentendosi la possibilità di utilizzare i sistemi operativi Windows per il software che non sarà possibile far girare sotto Linux. Chiaramente ragionando in termini di costi, realizzare in azienda una architettura in grado di supportare applicazioni per i due diversi ambienti non è semplice, non ha costo zero e non è esente da difficoltà e problemi, primo fra tutti lo scoglio della formazione all'utenza, la quale preferibilmente deve essere evoluta e motivata. Esistono diverse esperienze e numerose testimonianze positive in questo senso, in molti contesti unversitari e in aziende informatiche.

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Il licensing Non è un argomento semplice descrivere le intricate licenze del software oggi. Intanto i termini "Open Source" e "Software Libero" non identificano un particolare tipo di licensing, e non equivalgono a "costo zero". I due termini inoltre non sono esattamente sinonimi. La locuzione "Open Source", dovuta a Eric Raymond, è una generica qualifica attribuita a software reso disponibile assieme al sorgente e con altre determinate e importanti condizioni (si veda la definizione ufficiale di Bruce Perens presso www.opensource.org che elenca i 9 punti da rispettare perchè un software possa essere qualificato Open Source). Con il termine "Free Software", dovuto a Richard Stallman, si pone l'accento sulle caratteristiche etiche della libertà completa di accesso ed utilizzo ad un software. In generale un "Free Software"/"software libero" offre libertà maggiori. In generale il Software Libero è un sottoinsieme del software Open Source. Il mercato ha prodotto decine di tipi di licensing, e non è facile distinguerne le caratteristiche o comprenderne le differenze. In un generico sistema Linux coesistono prodotti con molti tipi di licensing, quali GPL, LGPL, Artistic, MPL, BSD, MIT, Apache, e altre ancora. Tutte queste licenze consentono il libero utilizzo del software e l'accesso al codice sorgente. Le differenze più rilevanti sono relative alla presenza o meno della cosiddetta "reciprocità" o "copyleft", che impone la ridistribuzione del sorgente dei lavori derivati a partire da software open usato come base. La reciprocità è compresa nella licenza GPL (Gnu Public License, formalizzata da Richard Stallman e da FSF: Free Software Foundation) Per una descrizione più approfondita di questi temi si vedano le seguenti fonti: www.opensource.org, www.fsf.org, www.gnu.org e il recente testo di Martin Fink: "The Business and Economics of Linux and Open Source", Prentice Hall. Internamente ad una distribuzione, per fare qualche esempio, il nucleo del sistema, il cuore del sistema operativo, la sola parte che propriamente ha nome Linux, è stato rilasciato dal suo autore primario, Linux Torvalds, sotto licenza GPL. Il sistema grafico X è coperto da licenza MIT, il browser mozilla ha licenza MPL, il web server ha licenza Apache, e così via. Si consiglia di esaminare con attenzione le licenze sotto cui sono rilasciati i vari componenti soprattutto nel caso che si voglia produrre codice che ne faccia uso e che ne estenda le funzioni. Una delle personalità di maggior spicco fra le persone che hanno contribuito a costruire la filosofia ed il contesto culturale in cui si è evoluto Linux è senza dubbio Richard Stallman. Egli sostiene da sempre che il software deve essere libero, e che non vi devono essere restrizioni legali per il suo uso, la sua copia e la sua evoluzione. Come le idee, che possono essere trasferite e "copiate" da una mente all'altra, così anche il software non deve avere restrizioni. La "competizione" fra diversi software alternativi per svolgere un determinato compito li farà evolvere, e favorirà la loro diffusione, stimolandone il miglioramento nel tempo. Per Richard Stallman, parlare di "Pirateria dei Software" e criminalizzare la copia del software in quanto tale è fuorviante ed eticamente ingiusto. Se alcuni software non debbano essere copiati non deve derivarne che in generale il software non possa essere copiato. Inoltre, a differenza del furto, che priva il legittimo proprietario del bene rubato, la copia di un software non penalizza il possessore del bene, e non pregiudica ciò che egli è in grado di fare.

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Per Stallman, il software libero è un mezzo di miglioramento sociale; con esso si promuove la civiltà e l'etica. Sul versante del software commerciale, il licensing di Microsoft si è evoluto ultimamente in direzioni nuove. E' divenuto molto complesso e articolato. In particolare, le nuova tipologia di licensing offrono distinte opportunità di noleggio (OSL) o acquisizione. In modalità di acquisizione i prodotti acquistati possono essere aggiornati se si è sottoscritto anche l'opzione SA (software assurance), acquistabile per periodi biennali. Oltre la scadenza dell'eventuale contratto SA, l'intestatario della licenza può continuare ad utilizzare il prodotto in perpetuo, senza poterlo più aggiornare. In modalità di noleggio l'uso del software è soggetto al pagamento di una quota annua, biennale o triennale. Al termine del noleggio è possibile riscattare i prodotti o interromperne l'utilizzo. Durante il noleggio è possibile aggiornare i prodotti alle ultime versioni. si veda www.Microsoft.com/italy/licenze/open/sub/guida.doc e la "guida rapida alle soluzioni di licensing per la piccola e media impresa" al seguente URL: www.Microsoft.com/italy/licenze/open/Licensing_PMI.pdf

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OpenOffice OpenOffice, probabilmente il più usato fra le suite di Office Automation per Linux, offre una buona alternativa ai classici Word+Excel+Powerpoint. Consente di caricare e salvare in formato MS Office 97 o 2000, e le funzioni sono comparabili. L'usabilità è buona. Vi sono alcuni problemi nella gestione delle macro, che in generale devono essere riscritte, ma nel complesso il prodotto regge il confronto con Office. Da segnalare che al momento non esiste una alternativa open che possa rimpiazzare degnamente MS-Access (per questo, si consiglia di esaminare SUN StarOffice). Dal punto di vista dei costi, OpenOffice consente notevoli risparmi. E' difficile pronosticare se l'utenza si abituerà ad una suite diversa da MS-Office. Il successo di Office è la fonte primaria di reddito per la MS. Ha demolito la concorrenza, che pur esisteva e aveva buoni prodotti (ricordate IBM-Lotus Smartsuite, o Perfect-Office ?). Tutti compravano Office (o lo copiavano illegalmente) quando avrebbero potuto usare alternative più economiche. Che succederà ora? Si esternderanno le basi di utenza di OpenOffice e delle altre suite open-source, quali StarOffice, o 602Pro? Microsoft farà uscire Office per Linux? Alcuni sostengono che far uscire MS-Office per Linux potrebbe essere una buona mossa per Microsoft. Questo porrebbe fine all'atteggiamento ostile che finora Microsoft ha avuto nei confronti del pinguino, e lo riconoscerebbe quale sistema al pari di Windows, o MacOS. Dopotutto Microsoft aveva già fatto uscire in passato versioni di Internet Explorer per Unix. Staremo a vedere.

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Conclusioni Da tempo sappiamo che il fenomeno Linux non può essere ignorato. Non è una moda transitoria e passeggera. Non è più un gioco. Funziona bene in svariati contesti. Non è detto che sia sempre la manna, ma è fondamentale conoscerlo per comprendere se può essere di aiuto nella soluzione dei problemi informatici della azienda. I suoi punti di forza sono apertura, indipendenza da fornitori monopolisti, flessibilità, versatilità. Come tutte le innovazioni, porta con sè alcune rotture con il passato, cambi di filosofia e mentalità. La transizione da Windows a Linux può trovare grandi vantaggi qualora si verifichino una o più delle seguenti condizioni:

• Necessità di effettuare un gran numero di installazioni • Necessità di customizzazioni al codice e indipendenza da fornitori

• Non dipendenza critica da pacchetti proprietari legati ad altri sistemi

• Operativi

• Contenimento dei costi di licensing

• Uso di sistemi embedded e di hardware dedicati

• Esigenze di affidabilità e stabilità

• Esigenze di basso consumo di risorse CPU/Disco/Memoria

• Snellezza nella remote maintenance

• Disponibilità di investimento in training

• Orientamento etico verso le idee del Free Software

• Disponibilità di partner tecnologici adeguati

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Migrazione dei client Ecco alcune delle obiezioni che possono essere fatte alla migrazione dei client a Linux,

ed alcune possibili risposte: Osservazione: I miei utenti conoscono Windows. Non saprebbero usare Linux. Risposta: In realtà 99 su cento dei tuoi utenti usano Windows senza conoscerlo. Allo stesso modo possono fare con Linux. Esistono possibilità di customizzazione del desktop che rendono Linux molto simile a Windows. Osservazione: Come posso fare senza Outlook? Risposta: Outlook è un client di posta come ve ne sono molti altri. Si tratta solo di cambiare prodotto. Prova a guardare come si presenta l'interfaccia di un mail client alternativo: Ximian Evolution ( www.ximian.org ) prima di passare oltre. Osservazione: Come posso fare senza Internet Explorer? Risposta: Puoi usare Mozilla o Opera, e per i casi critici adoperare internet explorer da remoto tramite un Microsoft Terminal Server. Osservazione: Come posso utilizzare la mia applicazione xxx che è proprietaria, essenziale, closed source, non migrabile e non disponibile su Linux? Risposta: Prova a vedere se gira in Wine, oppure prova a terminalizzarla, oppure ancora falla girare dentro una virtual machine windows, in VmWare. Osservazione: Come posso fare senza Office? Risposta: Utilizzando una delle suite alternative per Linux, quali OpenOffice, Koffice, StarOffice, o una scelta di prodotti specifici per spreadsheet, wordprocessing, presentazioni (es: gnumeric, abiword, magicpoint). Osservazione: OpenOffice non ha un prodotto simile ad Access. Risposta: OpenOffice non lo ha, ma StarOffice sì. Osservazione: I formati della suite OpenOffice non sono perfettamente compatibili con quelli di Office. Risposta: E' vero, c'e' qualche sbavatura. Qualche cosa deve essere aggiustata manualmente. Ma nulla di devastante. Migliorerà rapidamente. Non dimentichiamo che quello che conta di più è il contenuto e non il formato. Osservazione: Con OpenOffice non riesco a fare la funzione xxx che in Office è immediata. Risposta: Puoi investire per modificare o far modificare il codice di OpenOffice ed includere la feature xxx. Avrai dato il tuo contributo a migliorare il mondo. Osservazione: Ma Windows e Office mi piacciono di più rispetto a Linux e OpenOffice. Risposta: Bene, allora continua a pagarli.

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Linux sui server: quali contesti?

Ecco alcune osservazioni relative a soluzioni Linux server: Domanda: Da quando si è deciso di clusterizzare i server, le spese in licensing sono salite troppo. Come posso intervenire? Risposta: Esistono fantastiche soluzioni di clustering low-cost su Linux, prova a considerarle. Domanda: Il firewall mi costa una fortuna in licensing e maintenance. Devo ridurre i costi. Risposta: Metti un firewall Linux, realizzato con un paio di pc in configurazione cluster. Domanda: Il network management mi aveva promesso mari e monti. Ho speso un capitale. Non è servito, e ho un prodotto che non so usare e che non controllo. Risposta: Prova alcuni prodotti Open Source per monitorare la tua rete: MRTG, Nagios, Ntop, Iptraf, Snort, Nmap. Domanda: Ho bisogno di una soluzione di backup low cost. Risposta: Prova Amanda ( amanda.sourceforge.net ) Domanda: Gli utenti si lamentano di ricevere mail SPAM indesiderate. Come posso difendermi? Risposta: Installa Spamassassin ( www.spamassassin.com ) sui tuoi server SMTP di ingresso. Domanda: Voglio dare una web mail a tutti i miei 5000 clienti, e voglio spendere poco. Risposta: Installa un paio di mail server Linux. Domanda: Ho bisogno di controllare l'uso di internet nella mia azienda. Risposta: Installa un proxy squid, squidguard, dansguardian e sarg. Domanda: Ho bisogno di fare traffic shaping e intrusion detection sui miei servizi di corporate routing intranet. Risposta: Prepara un Linux router realizzato con un paio di pc in configurazione cluster, e usa snort. Domanda: Devo mettere un server in ciascuna delle mie 400 filiali sul territorio. Risposta: Pensa a Linux e a quello che puoi risparmiare.

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Per approfondire: Testi Martin Fink: The Business and Economics of Linux and Open Source. Prentice Hall, 2003 Robert W. Hahn (editor): Government Policy toward Open Source Software. AEI-Brookings Joint Center for regulatory studies Lawrence Lessig: Code and other laws of cyberspace. Basic Books, 2000. Lawrence Lessig: The future of ideas. Vintage Books, 2002. Libri e Documenti in italiano per avvicinarsi a Linux Daniele Medri: Linux Facile. www.Linuxfacile.org/ Paolo Attivissimo: Da Windows a Linux: attivissimo.homeLinux.net/w2l1/index.htm Gaetano Paolone: Linux Domande e risposte: www.Linuxfaq.it/ Daniele Giacomini: Appunti di informatica libera: www.Linuxfaq.it/ Italian Linux Documentation Project: ildp.pluto.Linux.it Una raccolta di documentazione sul software libero: www.softwarelibero.it/GNU/ Siti di riferimento per le tematiche fondamentali di Linux, free software e open source www.Linux.org www.gnu.org www.fsf.org www.opensource.org Richard Stallman home page: www.stallman.org Eric Raymond home page: www.catb.org/~esr/ Lawrence Lessig home page: www.lessig.org Uno dei tanti eclettici personaggi che credono nel free software: Linas Vepstas home page: linas.org La iniziativa Microsoft Shared Source: www.Microsoft.com/resources/sharedsource/default.mspx Distribuzioni www.debian.org www.redhat.com www.suse.com Applicativi OpenOffice: www.openoffice.org Gnumeric (foglio elettronico): www.gnome.org/projects/gnumeric/ Abiword (word processor): www.gnome.org/gnome-office/abiword.shtml ximian evolution: www.ximian.com/products/evolution cygwin: www.cygwin.com

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L'autore: Marco Guardigli, ingegnere elettronico, è contitolare e direttore tecnico all'interno del Gruppo TomWare. Da molti anni lavora come progettista di reti e sistemi informativi. Si occupa di formazione, e ha tenuto decine di corsi su varie tematiche it. Negli ultimi 5 anni ha avuto modo di lavorare molto in contesti unix/Linux. Ha scritto due libri su Lotus Notes, pubblicati presso Hoepli. può essere raggiunto all'indirizzo email [email protected]


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