25-26 settembre 2017, Vanzago
EVENTO INFORMATIVO SULL’ADHD: DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE ED IPERATTIVITA’
25-26 settembre 2017, Vanzago
EVENTO INFORMATIVO SULL’ADHD: DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE ED IPERATTIVITA’
U.O. di U.O. di NeuropsichiatriaNeuropsichiatria InfanziaInfanzia AdolescenzaAdolescenza
AsstAsst RhodenseRhodense –– GarbagnateGarbagnate MilaneseMilanese
ResponsabileResponsabile UONPIA: NPI UONPIA: NPI Dott.ssaDott.ssa Simonetta OSimonetta O11rianiriani
Dott.ssaDott.ssa StefaniaStefania Villa Villa PsicologaPsicologa--PsicoterapeutaPsicoterapeuta
A cura di Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Stefania Villa
ORGANIZZATO DALLA UONPIA – ASST RHODENSECENTRO DI RIFERIMENTO LOMBARDO ADHD DI RHO
ARGOMENTI TRATTATI:
�CHE COS’E’ L’ADHD: QUADRO CLINICO
�SINTOMI PRIMARI E SECONDARI
�L‘EVOLUZIONE DEL QUADRO CLINICO
�LE CAUSE
�LA DIAGNOSI
�I DISTURBI ASSOCIATI
�INTERVENTI TERAPEUTICI
Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività, ADHD (acronimo inglese per
Attention-Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del
bambino che si manifesta in tutti i suoi contesti di vita, i cui sintomi cardine sono: inattenzione,
impulsività e iperattività
Disturbo ad esordio precoce (prima dei 7 anni, ma generalmente prima dei 3-4 anni), caratterizzato da iperattività-impulsività e/o disturbo dell’attenzione non riferibile ad altri disturbi, presente da almeno 6 mesi, che si manifesta in diversi contesti, e determina una significativa compromissione funzionale.
Quadro clinico: Iperattività
� Incapacità di star fermi �Attività motoria incongrua e non (o poco) finalizzata�Gioco rumoroso e disorganizzato�Eccessive verbalizzazioni�Sensazione soggettiva di instabilità e tensione (sia negli adolescenti che negli adulti)�Limitate possibilità di inibizione motoria
Quadro clinico: Disattenzione
�Disturbo di attenzione focale e sostenuta�Distraibilità da stimoli banali�Difficile esecuzione di compiti scolastici, attività quotidiane, gioco�Difficoltà nel seguire un discorso�Incapacità di autoorganizzazione�Interruzione di attività iniziate�Evitamento di attività che richiedono sforzo cognitivo�Ruolo parziale della motivazione
Quadro clinico: Impulsività
�Difficoltà di controllo comportamentale�Incapacità a differire la risposta automatica ad uno stimolo (es. una domanda)�Scarsa capacità di riflessione�Difficoltà a rispettare il proprio turno�Tendenza ad interrompere gli altri�Difficoltà nel valutare le conseguenze di una azione�Tendenza ad esporsi a situazioni pericolose, con possibili danni fisici
Naturalmente tutti i bambini/adolescenti possono presentare, in
determinate situazioni, uno o più dei comportamenti descritti…
…ma nell’ADHD tali comportamenti sono…
•• inadeguati rispetto allo stadio di sviluppoinadeguati rispetto allo stadio di sviluppo•• ad insorgenza precocead insorgenza precoce(prima dei 7 anni)•• pervasivipervasivi(espressi in diversi contesti quali casa, scuola, ambiente di gioco)•• significativamente interferenti con le attivitsignificativamente interferenti con le attivitààquotidianequotidiane
DSM IV (American Psychiatric Association): Tre forme cliniche:
ADHD Inattentivo
ADHD Iperattivo -Impulsivo
ADHD Combinato50-75%
20-30%
< 15%
Barkley RA. Attention-deficit/hyperactivity disorder. In: Mash EJ, Barkley RA, eds. Child Psychopathology 1996;63-112
Rapporto sessi: M:F=6-9:1 in campioni clinici, 4:1 in campioni epidemiologici.Femmine ADHD non diagnosticate. Prevalenza inattentiva nelle femmine.
Gli studi epidemiologici, condotti in molti paesi del
mondo, compresa l’Italia, stimano che dal3 al 5% della
popolazione in età scolare presenta l’ADHD.
La prevalenza delle forme particolarmente severe è stimata
intorno all’1% della popolazione in età scolare.
FREQUENZA DEL DISTURBO:
Indicazioni e strategie terapeutiche per i bambini e gli adolescenti con disturbo da deficit attentivo e iperattività. Conferenza Nazionale di Consenso. Cagliari, 6-7 Marzo 2003.
Quadro clinico
SINTOMI PRIMARI:- Iperattività motoria- Impulsività- Inattenzione
SINTOMI SECONDARI:- Difficoltà relazionali- Difficoltà scolastiche- Bassa autostima- Disturbo del comportamento
Quadro clinico: Difficoltà relazionali
• Emarginazione da parte dei coetanei• Scarse amicizie durature• Tendenza all’isolamento• Rapporti con bambini più piccoli o piùinstabili• Incapacità nel cogliere indici sociali non verbali
ALTERAZIONI FUNZIONALI E LE SUE CONSEGUENZE A CASA
•A casa l’impatto dell’ADHD si ripercuote su tutta la famiglia
•I genitori pensano di non esser capaci di svolgere il loro compito in quanto il loro figlio non rispetta le regole familiari e non si comporta in maniera adeguata
•Fratelli e/o sorelle del bambino/adolescente con ADHD soffrono per il comportamento dirompente e spesso vengono trascurati dai genitori
ALTERAZIONI FUNZIONALI E LE SUE CONSEGUENZE IN SITUAZIONI SOCIALI
I bambini e gli adolescenti con ADHD :
• Vengono costantemente ripresi e/o puniti per i loro comportamenti
• Possono avere difficoltà a legare con i coetanei • Tendono ad essere distruttivi o aggressivi • Sono rifiutati dai compagni di gioco e dai coetanei • Vengono così isolati e/o emarginati• L’intera famiglia soffre a causa del disturbo del figlio
perché non più coinvolta nelle attività sociali con amici e parenti
Quadro clinico : difficoltà scolasticheE’ proprio in un ambiente come quello della classe, dove ci si aspetta che gli studenti prestino attenzione alle lezioni, stiano seduti al loro banco e completino i loro compiti, in cui disattenzione, iperattività e impulsività si rendono piùevidenti pur essendo costantemente presenti durante l’intera giornata.
IL BAMBINO ADHD PRESENTA:
� Rendimento inferiore alle potenzialità
� Abilità cognitive che si manifestano in modo irregolare ed alterno
� Disturbo attentivo
� Disturbo nella memoria sequenziale
� Stile cognitivo impulsivo
� Deficit di controllo delle risorse cognitive
� Ricadute pesanti sul piano emozionale e comportamentale
Di conseguenza i bambini e gli adolescenti con ADHD:
� Non sono capaci di portare a termine i loro obiettivi accademici. � Possono essere puniti per i loro comportamenti dirompenti. � Possono avere bisogno di un insegnante di sostegno. � Non tengono il passo dei loro compagni di classe e, � Se hanno raggiunto la scuola superiore, spesso la abbandonano.
Quadro clinico: Bassa autostimaL’autostima dei bambini/adolescenti con ADHD è compromessa dal giudizio negativo degli insegnanti, della famiglia e dei coetanei. Gli individui con ADHD, si sentono spesso rifiutati e non amati; si vedono come poco intelligenti e non hanno fiducia in se stessi.Spesso la mancanza di autostima porta ad un comportamento di autodistruzione
Le emozioni disfunzionali che vivono sono spesso di:
• Demoralizzazione• Scarsa fiducia in sé stessi• Solitudine• Sentimenti abbandonici• Inadeguatezza per rimproveri, rifiuto sociale, insuccesso scolastico, sportivo, ecc.• Rischio di un disturbo depressivo, ansioso, comportamentale
Quadro clinico: Disturbo del comportamento
•Comportamento negativista e provocatorio •Crisi di collera•Comportamento arrabbiato o rancoroso•Comportamento dispettoso o vendicativo•Frequenti litigi con gli adulti•Incapacità di rispettare le regole•Accusare gli altri per i propri errori•Sistematica violazione delle regole sociali•Aggressioni a persone o animali•Distruzione di proprietà•Frode o furto
ADHD in età prescolare
- Massimo grado di iperattività- Comportamenti aggressivi- Crisi di rabbia- Litigiosità, provocatorietà- Assenza di paura, condotte pericolose,incidenti
- Disturbo del sonno
ADHD in età scolare
- Comparsa di sintomi cognitivi
(disattenzione, impulsività)
- Difficoltà scolastiche
- Possibile riduzione della iperattività
- Evitamento di compiti prolungati
- Comportamento oppositorio-provocatorio
ADHD in adolescenza
Possibili evoluzioni:•35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche talvolta inferiori ai controlli. •45%: permanenza della sindrome, frequente attenuazione della componente iperattiva, crescente compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e sociale•20%: permanenza della sindrome, disturbi comportamentali di adattamento sociale
ADHD in adolescenza
•Disturbo dell’attenzione: difficoltà scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana (programmazione)•Riduzione del comportamento iperattivo (sensazione soggettiva di instabilità)•Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale•Condotte pericolose•Disturbi depressivo-ansiosi
ADHD in età adulta
-Difficoltà di organizzazione nel lavoro (strategie per il disturbo attentivo)-Intolleranza di vita sedentaria-Condotte rischiose-Rischio di marginalità sociale-Bassa autostima, tendenza all’isolamento sociale, vulnerabilità psicopatologica
L’ADHD è un disturbodisturboneurobiologiconeurobiologico, dovuto alla
disfunzione di alcune aree e dialcuni circuiti del cervelloed
allo squilibrio dialcuni neurotrasmettitori(come
noradrenalina e dopamina), responsabili del controllodi
attività cerebrali come l’attenzione e il movimento.
I CIRCUITI CEREBRALI regolano l’attenzione e l’attività,
inibiscono i pensieri ed i comportamenti inappropriati,
organizzano le azioni in modo da raggiungere uno scopo
Orientamentovisivo
Funzionivisive
Spaziale
Verbale
Giro del cingoloAttenzione esecutiva
Memoriadi lavoro
Castellanos FX et al. Nature Neuroscience 2002; 3: 617-628Pliszka SR et al. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 1996, 35 (3): 264-272
Circuiti cerebrali coinvoltiCircuiti cerebrali coinvolti
NEURONE DOPAMINERGICO
Fessurasinaptica
Presinapsi Postsinapsi
DA
DADA
DA
DA
DOPADOPAdecarbossilasi
HVA
DAT
RR
DOPA DA NA
NA
NA
NA
NA
Trasportatore diNA
R RDopamina-bidrossilasi
MHPG
DOPAdecarbossilasi
NEURONE NORADRENERGICO
MAO
MAO
Recettori
Acido omovanillicoHVA
Trasportatore di dopamina
3-metossi-4-idrossifenilglicoleMHPG
MonoaminoossidasiMAO
3,4-diidrossifenilalaninaDOPA
DopaminaNoradrenalinaNA
DA
DAT
HVA
Sinapsi noradrenaliniche e dopaminicheSinapsi noradrenaliniche e dopaminiche
ADHDADHD
NeuroanatomicaNeuroanatomicaNeurochimicaNeurochimica
GeneticaGenetica
Fattori AmbientaliFattori AmbientaliFattori biologici acquisitiFattori biologici acquisiti
L’EZIOLOGIA: UN MODELLO INTEGRATOL’ADHD è un disturbo ad eziologia multifattorialei fattori responsabili della sua manifestazione sono diversi:genetici, neuro-biologici, ambientali.
FATTORI GENETICI
STUDI FAMIGLIARIAlta prevalenza di ADHD e di altri disturbi mentali nei parenti dei pazienti
STUDI SULLE ADOZIONIMaggiore prevalenza di ADHD nei genitori biologici rispetto ai genitori adottivi
STUDI SUI GEMELLIConcordanza dei sintomi ADHD gemelli monozigoti> gemelli eterozigotiCoefficienti di ereditarietà: 0,65-0,91
GeneticaGenetica
Barkley R.A. – Deficit di Attenzione ed Iperattività – Le Scienze n°365, Gennaio 1999
NeuroanatomicaNeuroanatomicaNeurochimicaNeurochimica
NEUROANATOMIAAree del Sistema Nervoso Centrale di dimensioni
inferiori:
Encefalo(∼4%): lobo frontale destro (∼8%)
Gangli della base(∼6%) � Normalizzazione (∼18 anni)
Cervelletto (12%) � Ulteriore riduzione (∼18 anni)
Castellanos et al 2002, JAMA, 288:1740-8
Età (anni)
900
1000
1100
5 7 9 11 13 15 17 19 21
ml
Maschi NVMaschi con ADHDFemmine NVFemmine con ADHD
Controlli > ADHD P <0.003
Volume cerebrale totale
Castellanos et al 2002, JAMA, 288:1740-8
Fattori biologici acquisitiFattori biologici acquisiti
FATTORI BIOLOGICI ACQUISITI
• Esposizione intrauterina ad alcool o nicotina• Nascita pretermine e basso peso alla nascita• Disturbi cerebrali (encefaliti, traumi)
Lobo frontale �
Cervelletto ����Corteccia senso-motoria �
Normale ADHD
Neurofisiologia – flusso ematicoSPECT Single photon emission computed tomography = tomografia ad emissione di fotone singolo
Kuperman et al 1990
Stroop task negli adulti con ADHD
Neurofisiologia – PETPositron Emission Tomography– TOMOGRAFIA AD EMISSIONI DI POSITRONILe immagini mostrano l’attivazione di reti neuronali diverse
Neurofisiologia – PETPositron Emission Tomography– TOMOGRAFIA AD EMISSIONI DI POSITRONILe immagini mostrano l’attivazione di reti neuronali diverse
Bush et al. - 1999 Society of Biological Psychiatry
Fattori AmbientaliFattori Ambientali
FATTORI AMBIENTALI
I fattori ambientali MODULANO l’effetto dei fattori biologici.I fattori che favoriscono l’espressione sintomatica dell’ADHD e ne aggravano il quadro clinico con la comparsa di sintomi secondari più severi sono:
•Instabilità familiare•Conflitto genitoriale•Disturbi psicologici dei genitori •Scarsa competenza dei genitori •Rapporto negativo bambino-genitori
La diagnosi di ADHD è di competenza del Neuropsichiatra Infantile
e/o di altri operatori della salute mentale dell’etàevolutiva (Psicologo)
con specifiche competenze sulla diagnosi e terapia dell’ADHD e si
basa sulla raccolta di informazioni fornite dai genitori e dagli insegnanti
e sull’osservazione e valutazione clinica del bambino da parte dello
specialista
COME SI FA LA DIAGNOSI
• IMPORTANTE: Raccogliere informazioni da diverse fonti (genitori, insegnanti, ecc.)
e relativamente a diversi contesti d’interazione
• Il disturbo solitamente si evidenzia con l’inserimento del bambino in un ambiente
strutturatoche richiede l’osservanza di regole, quale quello scolastico
• Differenziare forme di diseducazione e mancanza di regole dovute a carenze affettivo-
educative riconducibili a un contesto socio-familiare povero e/o problematico
• Anamnesi: deambulazione precoce (correlazione positiva), sofferenze peri/neonatali
• Il bambino è spesso aggressivo, prepotente, con scarsa tolleranza alla frustrazione,
troppo insistente nelle richieste
• Scarso rendimento scolastico fino a comorbilità con dist. dell’apprendimento.
• Spesso presenti interazioni genitore–bambino inadeguate e negative come
conseguenza del disturbo primario.
ASSESSMENT
NEL COLLOQUIO CON I GENITORI: cosa indagare
• Famigliarità del disturbo
• Sofferenza fetale (potrebbe far pensare ad un fattore di rischio)
• Traumi fisici accidentali frequenti
• Sviluppo motorio precoce
• Ci sono spesso disturbi del sonno e pregresso disturbo della regolazione (ipersensibile,
attivo-aggressivo, disorganizzato sul piano motorio/sensoriale/attentivo).
• Chiedere ai genitori di chiarire bene quali sono i comportamenti tipici del bambino
(sta seduto a tavola, pensa prima di agire, mette tutto sottosopra, aggressività, passa da
una attività all’altra, da un pensiero all’alto, perde gli oggetti, non sembra ascoltare,
facilmente distratto da stimoli esterni, parla sempre).
STRUMENTI PSICODIAGNOSTICI PRESSO NS. UONPIA
CENTRO DI RIFERIMENNTO LOMBARDO ADHD
• Scala di sviluppo/deterioramento intellettivo
La scale di intelligenza WISC III , può dare spunti interessanti per una possibile diagnosi: i sub-test che
maggiormente risentono di difficoltà attentive sono il cifrario, il ragionamento aritmetico e la memoria
di cifre (chiamati triade dell’attenzione).
• Interviste e questionariSono interviste somministrate a coloro che conoscono il bambino e seguono il
suo comportamento quotidianamente; si richiede di rispondere a domande su scala likert.
- SDAI (scala per l’individuazione di comportamenti di disattenzione e iperattività rivolta a insegnanti–
1994-) e SDAG (scala diretta ai genitori per l’individuazione di comportamenti di disattenzione e
iperattività rivolta ai genitori- 1995-) di Cornoldi e al
- SCALA CONNERS PER I GENITORI (Conners’ Parent Rating Scale-Revised –L),SCALA
CONNERS PER INSEGNANTI (Conners’ Teachers Rating Scale-Revised –L),SCALA
CONNERS PER ADOLESCENTI di autosomministrazione (da 12 anni) Le scale Conners individuano
sia i sintomi primari di attenzione e iperattività/impulsività, sia i sintomi secondari e comorbilità quali oppositività,
ansia/timidezza, sintomi psicosomatici, perfezionismo e problemi sociali. Forniscono inoltre indici ADHD e valori del DSM IV
per i sottotipi ADHD.
Valutazione funzioni esecutive:
ANT (Amsterdam Neuropsychological Tasks) somministrazione del test
computerizzato per la valutazione neuropsicologica delle funzioni attentive e
esecutive divise in 9 prove in età scolare e 7 in età prescolare (valutate in termini di
velocità/tempi di reazione e accuratezza/omissioni e falsi allarmi:
1) Velocità di processamento d’informazioni semplici
2) Decodifica dello stimolo
3) Attenzione divisa nella componente di analisi percettiva
4) Memoria di lavoro
5) Attenzione focalizzata
6) Attenzione prolungata
7) Programmazione della risposta: flessibilità attentiva e controllo inibitorio
8) Coordinazione oculo-manuale
9) Programmazione del movimento manuale
Valutazione neurofisologicaValutazione neurofisiologica attraverso lo studio dell’analisi computerizzata dell’elettoencefalogramma (QEEG) che permette, secondo diversi autori, una migliore diagnosi e quindi un migliore approccio terapeutico
Per eventuali comorbilità:- Per sospetto Disturbo Specifico dell’Apprendimento: prove sulle capacità di lettura, scrittura e calcolo- Per valutare sfera emotiva: Blacky-pictures, TAT, Favole della Duss, Disegno (libero, figura umana, famiglia, emozioni, albero, famiglia animale, ecc.), Gioco
COMORBILITA’I bambini e gli adolescenti con ADHD possono
manifestare anche
altri disturbi psicologici e psichiatrici in contemporanea(comorbilità).
NELL’80% DEI CASI L’ADHD SI ASSOCIA AD ALTRI DISTURBI
0% 0%
2%(N=2)
6%(N=6)2%
(N=2)2%
(N=2)
42%(N=42)
8%(N=9)4%
(N=4)
64%(N=68)
25%(N=27)
37%(N=39)
55%(N=59)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Anxi
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OCD
Asth
ma
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64% Disturbo Oppositivo Provocatorio (ODD); 55% Ansia; 42% Disturbi dell’apprendimento (DA); 37% Depressione; 25% Disturbo della Condotta (CD)
Dell'Agnello G. et al. per l'ADORE Study Group. Poster presentato al X Congresso Nazionale della SocietàItaliana di Psicopatologia (SOPSI), Roma 22-26 Febbraio 2005
MOLTO FREQUENTI I DISTURBI
DEL COMPORTAMENTO e DELLE EMOZIONI:
Disturbo Oppositivo Provocatorio (64%):
modalità ricorrente che persiste per almeno 6 mesi di comportamento negativistico, provocatorio, disobbediente ed ostile nei confronti delle figure dotate di autorità.
Disturbo della Condotta (25%):
modalità di comportamento ripetitiva e persistente (per almeno 6 mesi), in cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole societarie appropriate per l’etàvengono violati.
Ansia (55%) e Depressione (37%)
FREQUENTI (FINO AL 40%): tipi diversi di ritardo de l neurosviluppo
• Ritardo nel linguaggio
• Difficoltà di coordinazione motoria
• Competenze di scrittura e lettura sotto l’età cronologica definiti Disturbi Specifici dell’Apprendimento
distribuzione percentuale dei DSA nei soggetti con ADHD
lettura
ortografia
grafismo
matematica
�Lettura 23%
�Ortografia 26%
�Grafismo 60%
�Matematica 28%
EFFETTO ADITTIVO
ADHD+DSA= DIFFICOLTA’
PIU’ IMPORTANTI
DISLESSIA: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. Quando questi parametri risultano nella norma ma il soggetto non riesce a comprendere quanto letto, si definisce Disturbo Specifico della Comprensione del testo scritto.
DISORTOGRAFIA: disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica.
DISGRAFIA: disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica.
DISCALCULIA: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione di numeri.
I DSA possono sussistere separatamente o insieme e si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologia neurologiche e di deficit sensoriali.
La natura complessa dell‘ADHD richiede un intervento precoce, competente e qualificato che preveda una attenta valutazione diagnostica, un progetto terapeutico
efficace e periodiche rivalutazioni nel tempo.
“Ogni intervento va adattato alle caratteristiche del soggetto in base all’età, alla gravità dei sintomi, ai disturbi secondari, alle risorse cognitive, alla sua situazione familiare
e sociale”
Linee guida SINPIA; ADHD: diagnosi e terapie farmacologiche. Approvazione CD: 24 Giugno 2002
INTERVENTO MULTIMODALE NELL’ADHD
L'intervento multimodale implica l’integrazione di diverse tecniche e di diverse figure, professionali e non, che possono essere chiamate a rispondere a quel disagio specifico.
L‘intervanto multimdale consiste nella combinazione di
diversi interventi e quindi integra il lavoro con il
bambino con gli interventi volti a modificare i contesti
di vita significativi per il bambino stesso (casae scuola).
PerchPerchéé un approccio multimodale:un approccio multimodale:
1. Elevata incidenza del disturbo
3. Probabilità di prognosi infausta
2. Compresenza di numerosi altri disturbi
OBIETTIVO PRINCIPALE
degli interventi terapeutici è quello di migliorare il funzionamento globale del bambino/adolescente.
1. Migliorare le relazioni interpersonali con genitori, fratelli, insegnanti e coetanei.
2. Diminuire i comportamenti dirompenti ed inadeguati.
3. Migliorare le capacità di apprendimento scolastico (quantità di nozioni, accuratezza e completezza delle nozioni apprese, efficienza delle metodiche di studio).
4. Aumentare le autonomie e l’autostima.
5. Migliorare l’accettabiltà sociale del disturbo e la qualità della vita dei bambini/adolescenti affetti.
BAMBINO
FAMIGLIA
SCUOLA
CHILD-TRAINING
FARMACOTERAPIA
PSICOEDUCAZIONE
PARENT-TRAINING
PSICOEDUCAZIONE
L'INTERVENTO MULTIMODALE IN NPIA
TEACHER-TRAINING
PSICOEDUCAZIONE
INTERVENTI SUL BAMBINO
• Problem solving: riconoscere il problema, generare soluzioni alternative, pianificare la procedura per risolvere il problema, ecc.
• Autoistruzioni verbali al fine di acquisire un dialogo interno che guidi alla soluzione delle situazioni problematiche.
• Stress inoculation training: indurre il bambino/adolescente ad auto-osservare le proprie esperienze e le proprie emozioni, soprattutto in coincidenza di eventi stressanti e, successivamente, aiutarlo ad esprimere una serie di risposte alternative adeguate al contesto. L’acquisizione di queste risposte alternative dovrà sostituire gli atteggiamenti impulsivi e aggressivi.
INTERVENTI SULLA FAMIGLIA
Perché proporre un programma di Parent training:
• il lavoro con il bambino, a volte non è sufficiente per produrre l’apprendimento di adeguati comportamenti a casa e a scuola;
• la famiglia è una risorsa importante per favorire i comportamenti positivi del bambino, soprattutto nell’età prescolare;
• l’istinto materno e paterno, ovvero la disponibilitàdei genitori ad affrontare le problematiche sollevate dal figlio con ADHD, non sono sufficienti a modificare i comportamenti iperattivi e/o la disattenzione;
• la frequente presenza di relazioni disfunzionali dei membri della famiglia con il bambino ne aggravano il suo profilo psicologico.
Per Parent Training si intende un’ attività di formazione di gruppo diretta da conduttori esperti e rivolta ai genitori di bambini con particolari difficoltà, al fine di sviluppare maggiore consapevolezza e competenzanella risoluzione di problematiche inerenti la gestione e l’educazione dei figli.
Incontri periodici semi-strutturati con i genitori:- fornire informazioni sull'ADHD- aiutare a comprendere i comportamenti e i bisogni del bambino- promuovere un atteggiamento costruttivo e riflessivo - proporre l'applicazione di strategie comportamentali per ampliare il bagaglio delle tecniche educative- favorire la condivisione e il confrontoPRESSO LA UONPIA DI RHO E’ ATTIVO IL SERVIZO DI PARENT TRAINING SECONDO IL MEDOTO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE DI BARKLEY abbinato allo studio dei profili di personalità madre/padre/figlio secondo la teoria bio-psico-sociale di personalità di Cloninger
INTERVENTI SULLA SCUOLA: TEACHER TRAINING
1.Consulenza agli insegnati per fornire informazioni scientifiche e cliniche sulla natura del disturbo
2.Proposta di strategie educative e comportamentalifinalizzate a modificare l’ambiente fisico e sociale del bambino al fine di migliorarne il comportamento ed il benessere psicologico
3.Formazione tra pari: referente ADHD per ciascun Istituto