+ All Categories
Home > Documents > 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora...

83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora...

Date post: 12-May-2020
Category:
Upload: others
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
52
Trimestrale dei Fratelli delle Scuole Cristiane - Registrazione presso il Tribunale Civile di Roma - Sezione per la Stampa, n. 83/2004 del 5 marzo 2004 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Roma
Transcript
Page 1: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

Trim

estr

ale

dei F

rate

lli d

elle

Scu

ole

Cris

tiane

- R

egis

traz

ione

pre

sso

il Tr

ibun

ale

Civ

ile d

i Rom

a -

Sez

ione

per

la S

tam

pa, n

. 83/

2004

del

5 m

arzo

200

4P

oste

Ital

iane

S.p

.A. S

pedi

zion

e in

Abb

onam

ento

Pos

tale

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n°

46)

art

. 1, c

omm

a 1,

DC

B R

oma

Page 2: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

DIRETTORE RESPONSABILEMARIO CHIARAPINI

Consiglio di redazione:Maurizio Dossena - Lucia GrazianoGabriele Rosario Mossi - Giuseppe NorelliGuido Orsi - Alberto Tornatora

Collaboratori e Corrispondenti:Bruno A. Bordone, Marco Camerini, NazzarenoCaporello, Alberto Castellani, Emanuele Costa,Jorge Gallardo de Alba, Luana Giunta, GruppoANPIL, Anna Lisa Malatesta, Rodolfo Meoli,Raffaele Norti, Grafica & Interior Designer

Archivio fotografico:Fausto Guarda, Sergio Saini, Iconografialasalliana, Archivio Provincia Italia, Serviziodi Comunicazione La Salle, www.lasalle.org

L’abbonamento annuale alla rivistaè di € 8,00.Utilizzare il conto corrente:

C/c postale n. 52041001

I sostenitori possono usare anche:IBAN IT27A02008 05020000005215702

causale: Lasalliani in Italia

Per il cambio di indirizzo comunicare anche il vecchio

Direzione e redazione:Lasalliani in ItaliaVia Giambattista Pagano, 7100167 [email protected]

Amministrazione e Edizione:Provincia della Congregazionedei Fratelli delle Scuole CristianeViale del Vignola, 56 - 00196 Roma

Rivista associataall’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa e spedizione:Stabilimento TipolitograficoUgo Quintily spa - V.le E. Ortolani, 149/151.Zona Ind. di Acilia, 00125 [email protected]. 06 52169299

Finito di stampare: Novembre 2017

Italia

LASALLIANI in Italia

Dicembre 2017 - Anno XIV • n. 55

SOMMARIO

Il Natale e lo Jus soli 3di Mario Chiarapini

Perché ancora l’ombra del dubbio sull’Amoris Laetitia 4di Maurizio DossenaLa parola per te 8di Gabriele MossiTemi lasalliani: La Salle e il Dio d’amore 9di Bruno Adelco BordoneCon il lavoro non si scherza 17di Giuseppe Norelli

Natale con Clemente Maria Rebora 12di Marco Camerini

La Cappella della SS. Trinità alla Casa Generalizia 15di Jorge Gallardo de Alba

ANPIL senza frontiere 19

Nuove vocazioni nell’Istituto, 22-23 - La croce di Lampedusa al La Salle, 24Incontro dei giovani Fratelli 2017, 24 - Eravamo in 34... anzi 36, 25Da Villingendorf con amore, 26 - Campo animatori a Regalbuto, 27Formazione dei nuovi insegnanti in Grecia, 28 - Giornata lasalliana per la pace, 28Visita del sindaco di Beit Jala all’università di Bethlehem,29L’uragano Harvey e le suore lasalliane, 29 - I giovani nel mondo lasalliano statunitense,33I 1200 anni di S. Prassede,33 - 2° Simposio delle vocazioni,34 - Assemblea MEL a Paderno,35165 anni dei lasalliani in Malesia,35 - 7a Sessione internazionale di studi lasalliani,36Nuova sede dell’OIEC,36 - 50 anni dell’OMAAEEC,38Nuova pubblicazione di Fr. Pierre Ouattara,39 - 140 anni dell’Istituto a Temuco,39

La Salle in Vaticano 30di Rodolfo Meoli

Tradizione e tradizionalismo 37di Mario Chiarapini

70 anni ben portati 40di Emanuale Costa

Poeti si nasce basta non morire prima 44di Alberto Castellani

Il cibo non riempie i vuoti dell’animadi Guido Orsi 48

50

Consigli per la lettura 51a cura di Alberto Tornatora

EDITORIALE

NOTIZIE dall’Italia e dal mondo

RIFLESSIONI

Lettere al Direttore

IN LIBRERIA

IL PUNTO

COSTITUZIONE

TEMI EDUCATIVI

CURIOSITÀ LASALLIANE

IL NATALE DEI POETI

ARTISTICA LASALLIANA

DIDATTICA

TESTIMONIANZE

Trim

estr

ale

dei F

rate

lli d

elle

Scu

ole

Cris

tiane

- R

egis

traz

ione

pre

sso

il Tr

ibun

ale

Civ

ile d

i Rom

a -

Sez

ione

per

la S

tam

pa, n

. 83/

2004

del

5 m

arzo

200

4P

oste

Ital

iane

S.p

.A. S

pedi

zion

e in

Abb

onam

ento

Pos

tale

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n°

46)

art

. 1, c

omm

a 1,

DC

B R

oma

Rivista trimestrale della Provincia Italia dei Fratelli delle Scuole Cristiane Organo di stampa dei Lasalliani: Fratelli, Amici, Docenti, Alunni, Ex-alunnihttp://www.Lasalleitalia.net

San Giovanni Battista de La Salle, Fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane

LASALLIANI in Italia

In copertina: Natività, Mario Caffaro Rore

Page 3: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

Natale è la festa della vita. Dio che si incarna e as-sume le fattezze umane è il mistero della vita. Dio èvita e porta la vita all’umanità. Ma anche duemilaanni fa come oggi, la cultura dello scarto sembravache avesse la meglio, così per quel figlio di Maria“non c’era posto nell’albergo”; anche allora, probabil-mente, qualche malato di perbenismo avrà propostoa Maria, troppo giovane, di sbarazzarsi di ciò cheportava in grembo per evitare le male lingue, per lasituazione imbarazzante e per tanti ulteriori pro-blemi. In pratica, quel Bambino ancor prima di na-scere divenne subito segno di contraddizione e, purdi conservare il potere, il potente di turno non esitòa pianificare una strage, la strage di creature inno-centi, con la demoniaca presunzione di stabilire chiavesse il diritto di vivere e chi no. E i moderni Erode,travolti da un subdolo razzismo delirante oppure os-sessionati da interessi di partito e per fini elettorali,discutendo su ius sanguinis, ius soli, ius culturae, maanche su rifugiati, profughi e clandestini e su altre

Ed it o ri a l e

3

sottigliezze politichesi, pretendono ancora di deci-dere chi debba avere il diritto di cittadinanza nell’al-bergo delle nostre società dell’opulenza edell’egoismo, come se, dopo quel primo Natale, nonfosse successo nulla. Pur tra tante contraddizioni elentezze, nessuno può più ignorare la pari dignità diogni creatura umana: dei figli rispetto ai padri, delledonne rispetto agli uomini, dei neri rispetto ai bian-chi, dei malati e dei disabili rispetto ai sani, dei po-veri rispetto ai ricchi, degli schiavi rispetto ai liberi,di chi chiama Dio in un modo a chi in un altro. Ad af-fermare la pari dignità di ogni persona è Dio stessoche ha scelto di farsi uomo, di entrare nella storia edi redimerla con la sua vita. Su questa scia, c’è la te-stimonianza di coloro che s’impegnano per indicarea tutti la prospettiva di un mondo più umano. E nes-suno potrà arrestare il cammino, lento ma costante,che l’umanità sta compiendo verso quell’unità checondurrà alla consapevolezza di riconoscersi tuttidella stessa razza umana e figli dello stesso Dio.

Mario Chiarapini, Fsc

IL NATALE E LO JUS SOLI

Tranne che dei poveri pastori, nessuno pensò al divino Bambino. La Salle

Mario Chiarapini, FscDirettore

Quel Bambino divenne subito segno di contraddizionee il potente di turno, pur di conservare il potere,non esitò a pianificare una stragecon la demoniaca presunzione di stabilirechi avesse il diritto di viveree chi no.

Page 4: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

riflessioni

mentali gambe su cui poggia il De-positum stesso della Fede evangelica:Tradizione, Scrittura, Magistero, percui lo stesso insegnamento del Papaha tutta una gamma di impostazioni,che non sempre impegnano l’infalli-bilità e che comunque non può pre-

scindere dall’aderenza alle suddettetre esigenze.

La dinamica del Magistero, poi,non è affidata al caso, ma vede ancheil Primato Petrino - come lo stessoPapa Francesco ha più volte ricordato(solo ricordato?) - fare i conti con le

A nche per i documenti più im-portanti e autorevoli, comeindubbiamente sono, per i

cattolici, le encicliche e le allocuzionipontificie, la seria e consapevole ri-spettosa e leale fedeltà di lettura edi attuazione non va certamenteconfusa con certe acritiche forme ditifoseria, che bene senza dubbio nonfanno proprio a un corretto rapportofra i cristiani e il Magistero, fra i cat-tolici e il loro Padre e Maestro, ilSuccessore di Pietro. Qualcosa delgenere è successo e sta succedendo(l’onda si è però un po’ appannata)per l’Amoris Laetitia.

Ciò che caratterizza il bello dellanostra Fede è il fatto che essa non sibasa su cieche forme di dogmatismofine a se stesso, che non ci esime,cioè, da un razionale esercizio di at-tenzione al rapporto fra le tre fonda-

4

Consegna delle chiavi (1481-1482) di Pietro Perugino, nella Cappella Sistina

Non hanno ancora avuto risposta i “dubia” espressi da quattro esponenti del Sacro Collegio

Maurizio DossenaPerché ancora l’ombradel dubbio sull’Amoris Laetitia?

Page 5: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

riflessioni

prerogative del Collegio Apostolico,vale a dire coi Cardinali e i Vescovifra i quali Egli, che pure è il Vicariodi Cristo, è come un “primus interpares”. Tutto questo, doverosamente,per dimensionare un fatto di cui, pe-raltro, non si parla se non in ambientiparticolarmente sensibili e attenti,mentre suscita in molti altri un at-teggiamento da testa nella sabbia,

così come, in taluni altri ancora, uninaccettabile atteggiamento di dise-quilibrata critica, che pure bene fa anessuno: equilibrio, dunque, ma equi-librio di persone pensanti e non difans a cui possa andar bene tutto. Sitratta dei “dubia”, di alcuni (cinque)dubbi, quesiti rispettivamente rivoltida quattro esponenti del Sacro Col-legio, quattro Cardinali, a Papa Fran-cesco, supplicandolo di fare chiarezzasu taluni ben precisi passi della suaEsortazione Apostolica che rischianodi portare disorientamento e divi-sione nella Chiesa. Il Papa parte dalprincipio che, trattandosi appunto diun’esortazione apostolica, la dottrina

non vi sarebbe coinvolta, rimanendoinalterata, mentre, di fatto, i puntiche riguardano la riammissione ai sa-cramenti per le coppie irregolari pos-sono configurare alterazione delladottrina stessa sui sacramenti, nellospecifico il Matrimonio è l’Eucarestia.È un rischio, magari solo un rischio,ma potrebbe esser molto meglio noncorrerlo: “pasci i miei agnelli!”. In

buona sostanza, la questione del “di-scernimento” rischia che non si capi-sca bene che cosa abbia qui asignificare questa, che è già diven-tata una “parola talismano”. Ma ri-percorriamo la storia dei “dubia”.Dopo la pubblicazione e diffusionedell’Esortazione Apostolica – a suavolta preceduta dai due sinodi sullafamiglia - quattro Cardinali li presen-tano al Santo Padre: si tratta di Ray-mond L. Burke, Walter Brandmüller,Joachim Meisner e dell’arcivescovoemerito di Bologna Carlo Caffarra, el’intento si motiva con l’invito rivoltodal Papa stesso alla massima fran-chezza in materia, alla massima par-

resìa: che questo sia stato e sial’unico autentico intento dei quattroporporati, lo possiamo senz’altro cre-dere, per la limpidezza delle loro po-sizioni e per la semplicità, umiltà eriservatezza con cui essi stanno ge-stendo la vicenda, anche a fronte diun’opinione pubblica e di media o fintroppo curiosi - e talvolta anche ma-levoli -, oppure del tutto disinteres-

sati o anche ostili alla cosa. Nelfrattempo uno di loro è morto, il lu-glio scorso, l’Arcivescovo emerito diColonia Joachim Meisner e, propriomentre sto scrivendo queste righe,apprendo che, a 79 anni, è mortoanche il Card.Caffarra : due su quat-tro non hanno dunque avuto il benedi conoscere la risposta del SantoPadre (ma dal Cielo ne sanno oracerto più di noi!)

Ho potuto più da vicino ascoltarel’umile e insieme lucida motivazioneaddotta dal Card. Burke , il quale haavuto incontri in diverse diocesid’Italia ed è venuto pure nella mia, aPiacenza, ovunque sottolineando il

5

I cardinali Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra, Joachim Meisner

Page 6: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

riflessioni

6

suo amore e il suo rispetto per il Papae l’intento di essergli d’aiuto comesempre i porporati hanno fatto, invi-tandolo collegialmente ad aiutare icattolici e tutti i seguaci di Gesù Cri-sto a essere fedeli seguaci del SuoEvangelo di Verità. Burke, peraltro, inoccasione delle prime iniziative sul-l’Amoris laetitia, ha avuto una vi-cenda di “promoveatur utamoveatur” che ha fatto molto par-lare i blog e le voci critiche, ma cheegli ha accettato con umiltà e obbe-dienza. Quanto a Caffarra, è statol’unico che ha potuto avere un in-contro e un colloquio con Papa Fran-cesco quando questi ha visitatol’Emilia.

Dunque, finora il Papa non ha ri-tenuto di rispondere ai quesiti, rela-tivi al discusso cap. VIII della suaEsortazione Apostolica. Ha lasciato –ufficiosamente – che altri rispondes-

sero per lui, ad esempio il Card. Fran-cesco Coccopalmerio, presidente delPontificio Consiglio per i Testi Legi-slativi, il quale ha scritto un libret-tino (da alcuni definito “adulatoriodel Papa”) in difesa del “capitolo ot-tavo della Esortazione Amoris Laeti-tia”: è la solita questione dellaComunione da dare ai divorziati ri-sposati, come vuole Papa Bergoglio,ma Coccopalmerio la applica ad altriSacramenti. C’è da dire, peraltro, chequesto Prelato non è un’autorità che

possa, in materia dottrinale, essereportavoce e interprete del Papa (esi-stono regole precise), dal quale ci at-tendiamo invece che sia Lui stesso ainterpretare se stesso e gli altri, nonil contrario.

Un altro che ha parlato – in sensoassai fedele alla tradizione dottrinalein materia di indissolubilità matri-moniale – è il Card. Gerhard LudwigMüller, già Prefetto della Congrega-zione per la Dottrina della Fede, ilquale è stato in seguito sostituito intale autorevole incarico, l’unico,forse, che lo autorizzava a esprimersiin materia.

Vediamo ora altre posizione as-sunte sul tema – con diverso equili-brio e incidenza – da altri esponentidella Chiesa.

A proposito di talune prese di po-sizione dell’Arcivescovo di ViennaCard. Schönborn, Caffarra sottolineò

che “non si deve solo leggere il prece-dente magistero sul matrimonio allaluce di Amoris laetitia, ma si deve leg-gere anche Amoris laetitia alla lucedel magistero precedente. La logicadella vivente tradizione della Chiesaè bipolare. Ha due direzioni, non una.La seconda è più importante. Il miocaro amico cardinale nell’intervista a‘La Civiltà Cattolica’ non tiene contodi un fatto che sta accadendo nellaChiesa dopo la pubblicazione di Amo-ris laetitia. Vescovi e molti teologi fe-

deli alla Chiesa e al magistero sosten-gono che su un punto specifico mamolto importante non esiste conti-nuità, ma contrarietà tra Amoris lae-titia e il precedente magistero. Questiteologi e filosofi non dicono questocon spirito di contestazione al SantoPadre. E il punto è questo: Amoris lae-titia dice che, date alcune circo-stanze, il rapporto sessuale fradivorziati-risposati è lecito. Anzi ap-plica a questi, a riguardo delle inti-mità sessuali, ciò che il ConcilioVaticano II dice degli sposi […] Per-tanto, o è lecito un rapporto sessualefuori del matrimonio: affermazionecontraria alla dottrina della Chiesasulla sessualità; o l’adulterio non è unatto intrinsecamente disonesto, equindi possono darsi delle circostanzea causa delle quali esso non è disone-sto: affermazione contraria alla tra-dizione e dottrina della Chiesa. Equindi in una situazione come questail Santo Padre, come già scrissi, devesecondo me chiarire. […] Né si ri-sponda: la dottrina resta, si tratta diprendersi cura di alcuni casi. Ri-spondo: la norma morale “non com-mettere adulterio” è una normanegativa assoluta, che non ammetteeccezioni. Ci sono molti modi fare ilbene, ma c’è un solo modo di non fareil male: non fare il male”. Abbiamodunque il quadro drammaticamentepreciso della situazione, fra dottri-nale e pastorale.

Ancora, il Vescovo (ora emerito)di Ferrara-Comacchio Mons. LuigiNegri, con una posizione sempre dot-trinalmente definita ma più attentaal fine ultimo del Pontefice, ha pub-blicamente dichiarato che “il Papanon ha bisogno di essere adulato enon ha bisogno di essere contestato,non lo si adula e non lo si contesta, losi segue. E seguire implica mettere inostri passi nei suoi, tentando di im-medesimarci nel suo cammino e diconfrontarlo con la nostra vita”. […]La novità inserita da Papa Francesco

Page 7: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

riflessioni

7

è una preoccupazione squisitamentepastorale, voler rendere meno difficileuna pastorale della famiglia perché laverità diventi carità e quindi sia pos-sibile quella pastorale di integrazionedi tutti nella Chiesa, che è certamenteun obiettivo pastorale del Papa, nonconsentendo a nessuno di sentirsiescluso perché la misericordia di Dioha un campo d’azione che non ac-cetta limitazioni”. […] Questa è unafalsificazione inaccettabile, non c’èuna parola che dica che è possibilemettere fra parentesi alcuni aspettifondamentali dell’insegnamento tra-dizionale della Chiesa”.

Mons. Athanasius Schneider, Ve-scovo Ausiliare di Astana (Kaza-khstan), sottolinea la necessità di“chiarire per evitare una confusionegenerale, riguardo a una misura dimisericordia, un’apertura di cuore,ragione e spirito per la quale non ènecessaria alcuna legge, né bisognaattendersi alcuna direttiva o delle in-dicazioni. Si può e si deve metterla inpratica immediatamente”.

Tale avviso è confermato ulterior-mente dalle recenti dichiarazioni delPadre Antonio Spadaro S.J. che, dopoil Sinodo dei Vescovi del 2015, avevascritto che il sinodo aveva posto i«fondamenti» per l’accesso dei divor-ziati-risposati alla Comunione,«aprendo una porta», ancora chiusa

Chiesa di oltre due anni, un doppio Si-nodo, arricchito da due ampie con-sultazioni del Popolo di Dio, un lavorocollegiale sul documento, il SantoPadre precisa di non attendersi solu-zioni istantanee”. Ciliegina finale, il“collirio della Misericordia”.

Certo, non tutte le posizioni cri-tiche sul cap. VIII dell’Amoris laetitiasono equilibrate: fra quelle equili-brate metterei certo la posizione diAlleanza Cattolica e del teologo DonPietro Cantoni; molto al limite – an-corché intellettualmente ineccepi-bile - quella del Prof. Roberto deMattei; deragliante quella di Socci odi molti blog. Il professor Josef Sei-fert - ex membro della Pontificia Ac-cademia per la Vita (PAL) e uno deifondatori dell’Accademia Internazio-nale di Filosofia del Liechtenstein,un’istituzione che da decenni rap-presenta un servizio notevole al pen-siero cristiano, soprattuttonell’Europa orientale e in AmericaLatina - ha pubblicato due saggicontenenti “una caritativa e chiaracritica del documento papale AmorisLaetitia”, il primo nell’agosto del2016 e poi, di recente, uno più brevee più puntuale in cui parla della “lo-gica di una possibile dissoluzione diogni legge morale assoluta, se PapaFrancesco non dovesse revocare al-cune premesse e alcune dichiarazionidi Amoris Laetitia” (definita “unabomba atomica che rischia di di-struggere tutto l’impianto della teo-logia morale cattolica”: per questoha ricevuto un attacco dall’Arcive-scovo di Granada).

Vale dunque, ancora una volta aconferma, che la risposta ai “dubia”ce la dobbiamo aspettare - solo einevitabilmente - proprio per amoredel Papa - chiunque egli sia - e delSuo immane compito di custodedella Verità di Cristo. ◆

Papa Francesco con una coppia di sposi

nel sinodo precedente del 2014. C’èpoi un documento assai critico fir-mato da quarantacinque fra prelati eteologi: chi percorre tale via sostieneche “analizzando con onestà intellet-tuale alcune affermazioni di AmorisLaetitia, viste nel loro contesto, siconstata una difficoltà di interpre-tarla secondo la dottrina tradizionaledella Chiesa. Questo fatto si spiegacon l’assenza dell’affermazione con-creta ed esplicita della dottrina edella pratica costante della Chiesa,basata sulla Parola di Dio e reiteratadal papa Giovanni Paolo II che dice:“La Chiesa, tuttavia, ribadisce la suaprassi, fondata sulla Sacra Scrittura,di non ammettere alla comunione eu-caristica i divorziati risposati. Sonoessi a non poter esservi ammessi, dalmomento che il loro stato e la lorocondizione di vita contraddicono og-gettivamente a quell’unione di amoretra Cristo e la Chiesa, significata e at-tuata dall’Eucaristia. […]”.

Certo, si perde un po’ tale grani-ticità argomentativa leggendo lepossibilistiche interpretazioni di DonPaolo Gentili, Direttore dell’UfficioNazionale per la pastorale familiaredella Conferenza Episcopale Italiana,ove egli ritiene di sottoporci il suo“poliedro della sinodalità frutto diascolto, confronto, sguardo su Cristo[al cui riguardo], dopo un percorso di

NdA: Il presente articolo, per motivi redazionali, è stato chiuso prima della "Filialis correctio", per cui non tiene conto, per motivicronologici, della stessa né dell'ampia eco che essa ha avuto nella Chiesa e nei media.

Page 8: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

...la Parola per te!...la Parola per te!

Gabriele Mossi, Fsc

ai margini di strade senza meta alberi tristi rabbrividiscono di luci fatue,il candore della neve è fango d’illusioni

ove gente avvilita da un consumismo alienantesegnata dalla solitudine di chi vegeta nel nonsenso

vaga nel buio di una notte senza stelle

sulla giostra del banalepiccoli uomini si stordiscono

nei veglioni della noia,babbi natale goffi come la falsitàcamuffati da ridicole parrucche

illudono i bimbi con doni stravaganti

in questo mondo sfregiato dall’effimeroquante tue creature, Signore

ancora non si accorgono che Tu sei nato tra noi e per noi

ma io voglio accoglierti per diventare figlio di Dio

cerco la luce del tuo voltoper donare a tutti un sorriso di redenzione

cerco il tuo cuoreper nascere uomo nuovo capace d’amare

cerco le tue maniper abbracciare gli ultimi con la tenerezza della solidarietà

cerco di vivere con teil Natale che ho sempre sognato

per cantare con gli angeli l’inno alla pacedegli uomini di buona volontàe vedere nel Cielo la cometa

di una speranza nuova

nel tuo Presepecol candore dell’innocenza e le cose buone della Vita

accogli anche me Dio Bambinoe tienimi stretto

tra le braccia di Mamma Maria.

“Venne tra la sua gentema i suoi non l’hanno accoltoA quanti però l’hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv. 1,11-12).

8

Page 9: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

parte ormai del nostrolinguaggio ordinario per-ché abbiamo assunto lamentalità del Vaticano II.Con questa mentalitàoggi riscopriamo i nostrifondatori certi di trovarvii riferimenti che ci per-mettono una loro letturanella dimensione del Va-ticano II. È quello chevorremmo fare con sanGiovanni Battista de LaSalle.

Il La Salle e la suafisionomia

Quando parliamo diLa Salle ci viene sponta-neo presentarlo con lasua fisionomia più nota, cioè quella difondatore delle scuole cristiane per ifigli del popolo. In quest’ottica, egli èil grande pedagogista che ha impo-stato le scuole con il metodo simul-taneo e ha creato la scuola nelladimensione attuale fatta di classi at-traverso cui i ragazzi giungevano allaconclusione del ciclo di studi possibilia quei tempi. Però questa visione, purcosì autentica, dimentica la dimen-sione essenziale del La Salle, cioè ilformatore dei maestri. Mentre Nyelera tutto indaffarato ad aprire scuole,

lasallianità

Temi lasalliani 30

9

il la Salle era preoccupato di formarei maestri che allora venivano reclutatisenza una specifica preparazione.Questo è stato il capolavoro del LaSalle: creare il maestro. Egli a questoscopo ha dedicato tutte le sue inizia-tive e ha trasformato i maestri in re-ligiosi che vivevano in comunitàdediti all’educazione dei fanciulli edei giovani attraverso la scuola.

Interessante è scoprire il camminoche il La Salle ha seguito per formarequesti maestri. Ha trasformato per-sone che nella scuola cercavano un

1 Con questo intervento Fratel Bruno A. Bordone conclude le sue riflessioni sulla spiritualità del La Salle. La redazione e tutti i lettori dellarivista lo ringraziano per il prezioso contributo offerto alla conoscenza del Fondatore. Il testimone viene consegnato al prof. Alberto Tornatora,associato lasalliano.

Giovanni Gagliardi (1901), emissione del Voto di Obbedienzadel La Salle con dodici Fratelli in Notre Dame de Liesse.

Il Dio d’Amore è l’idealeche ha dato fondamento alla vita del La Salle. Nei suoi scritti, Dio ricorre più di 6500 voltee abbinato ad amore-amare più di 1000.

1 Bruno Adelco Bordone, Fsc

LA SALLE E IL DIO D’AMORE

Tutti i santi quando si tratta didefinire Dio si esprimono nellinguaggio che è proprio del

loro tempo. Anche il linguaggio dellaChiesa segue questa regola. Il cate-chismo di Pio X definiva Dio come“l’Essere perfettissimo creatore e Si-gnore del cielo e della terra”. Nel ca-techismo del Concilio Vaticano IItroviamo una definizione molto piùsintetica: “Dio è Amore”. Questo fa

Page 10: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

modo di vivere, in persone dedite aDio per formare gli alunni a una vitacristiana convinta.

Tutto per DioDio è il perno della vita del La

Salle: fin da piccolo e poi con il cre-scere fino alla celebrazione dellaprima Messa la sua vita è stata uncrescendo nel fare tutto per Dio. Equando si è trovato a dirigere il primogruppo di maestri li ha indirizzati afare tutto in Dio e per Dio: egli ha de-nominato questo modo di agire “Spi-rito di fede” e questo è diventatol’ideale della comunità dei Fratelli edè stato il primo punto di arrivo del suoiter di formazione con i giovani mae-stri che Dio gli aveva affidato.

Ma come presenta Dio il La Salle?Basta dare uno sguardo ai suoi scrittiper avere la risposta: Dio è il “Diod’Amore” che ama prima di tutto noisuoi figli e che attende di essere ria-mato. Per chi predilige le statisticheDio è la parola più ripetuta nei suoiscritti: più di 6500 volte che è unacifra veramente esorbitante. Segue ri-petuta più di mille volte il vocabolo“amore-amare” che sovente accom-pagna la parola Dio per cui non è dif-

ficile trovare nei suoi scrittil’espressione “Dio d’amore”.

Colgo da essi diverse ci-tazioni in cui Dio e amoresono abbinati: “RingraziaDio dell’immenso amore cheha per noi”, “o Dio, riempi ilmio cuore del tuo santoamore”, “regna nel miocuore tutti giorni della miavita con il tuo santo amore”,“l’eccesso dell’amore di Dio”,“il grande amore che Dio haper noi”.

Una fonte inesauribile diaffetti sono le preghiereesemplificative che il LaSalle propone ai Fratellinella “Spiegazione del me-todo di orazione”: “Mio Dio,mi rivolgo a te che sei un Dio diamore”, “Credo, o mio Signore, a tuttele verità che mi insegna la fede in-torno all’amore che tu hai per noi”.“Mio Dio, che per amore mio ti seifatto bambino …”, “Oh, amore ecces-sivo del mio Dio”, “Fa’, o Dio d’amore,che ti ami con l’amore stesso con cuidesideri essere amato”. E in riferi-mento a Gesù: “Tu mi dai segni di unamore infinito dall’eterno”, “Quantisegni palesi mi dai del tuo amore!”,“Oh amore infinito del figlio diMaria!”, “O Gesù, mio amore, desideromorire nel tuo amore”.

Mi soffermo su alcune citazionirivolte ai suoi figli spirituali trattedalle Meditazioni: “Nella vostra vitacercate di far regnare Dio con la suagrazia e con la pienezza del suoamore” (M 67, 1). Significativa lapresentazione di sant’Agostino: “Ef-fondendo i sentimenti del cuore allapresenza del suo Dio … pensava chenon sarebbe mai riuscito a ricono-scere e ammirare la straordinariabontà che il suo Dio d’amore avevaavuto per lui” (M 161,1). Per la festadell’Annunciazione: “In questogiorno Dio, per l’amore infinito concui ci ama, ha inviato il su figlio…”(M 112,3). Infine a proposito dell’Eu-caristia chiede ai Fratelli: “Che la vo-

stra vita si liquefaccia, per così dire,alla presenza di questo Dio di amoree gli facciate conoscere il vostroamore con un’affettuosa rispostaalle continue prove di bontà che eglivi ha dato…” (M 47.3). Sono cita-zioni più che sufficienti per dimo-strare come anche nel La Salle èpossibile scoprire richiami allo stiledel Vaticano II.

Come rispondere all’amore di DioÈ chiaro che un amore così puro ri-

chiede di essere corrisposto. Il La Sallenel suo insegnamento insiste presso iFratelli perché sappiano rispondereamando Dio e amando il prossimo peramore di Dio. Di vivo interesse èl’amore a Dio amando il prossimo incui vedere Dio. Questo è il fondamentodella vita comunitaria dove l’amoreanima ogni rapporto e fa della comu-nità il luogo privilegiato in cui Dio di-venta il centro del rapporto fraterno.Amare Dio, dunque, e amare il pros-simo sono la stessa cosa quando nelprossimo vediamo l’immagine di Dio.

C’è un libretto poco noto del LaSalle scritto per i Fratelli e per i cri-stiani, “Instructions et prières”, in cuitroviamo delle invocazioni particolar-mente efficaci per esprimere il nostroamore vero Dio. Cito qualche esempio:“O Dio, tu sei l’unico oggetto del mio

lasallianità

10

Page 11: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

delle virtù…” (M 83,2).“Sappiate che il modo mi-gliore per testimoniare ilnostro amore a Dio è quellodi accettare con gioiaqualsiasi sofferenza perconformarci a Gesù croci-fisso e così essere graditi alui” (M 130,3). “Dobbiamoamare Dio con tutto ilcuore, cioè con tutto l’af-fetto, senza riservare la mi-nima parte per qualchecreatura… Se amiamo lecreature deve essere attra-verso Lui, perché è in Luiche troviamo ciò che c’è diamabile in esse” (M 70,1).“Cercate di far regnare Dio nelvostro cuore con la pienezzadel suo amore. E’ Dio che deve

essere vita della vostra vita” (M 67,1). Anche tutto questo è il La Salle

ma forse non siamo abituati a vederlosotto questa luce. Non è il La Sallecome siamo abituati a presentarlo; èlui come si manifesta nella sua vita enei suoi scritti.

ConclusioneLeggendo la biografia del La Salle

di Maillefer troviamo la cronaca

lasallianità

degli avvenimenti che segnarono lasua crescita dal primo approccio coni maestri fino alla conclusione dellasua vita tutta immersa nella volontàdi Dio. Tuttavia sin dall’inizio tro-viamo pagine impregnate di spiritua-lità che rispecchiano la vita interioredel La Salle e la formazione dei mae-stri dal punto di vista della spiritua-lità. Così Egli si presenta non solocome iniziatore delle scuole macome uomo di preghiera e di peni-tenza, soprattutto da quando ha ri-nunciato ai suoi beni per seguire solola volontà di Dio che lo designavacome fondatore dei Fratelli. La piùcelebre di queste prime pagine èquella del primo ritiro spirituale del1686 in cui i Fratelli decisero diemettere i voti per sentirsi piena-mente legati a Dio come unico og-getto del loro amore. Essi nel loroslancio chiesero di emettere i voti dipovertà, castità e obbedienza, ma ilLa Salle si accontentò che pronun-ciassero il voto di obbedienza che lilegava a lui come vincolo dellostesso amore con cui egli amava Dio.Il Dio d’Amore è sempre stato, quindil’ideale che ha dato fondamento allasua vita. ◆

11

amore”, “il mio spirito si rallegra sem-pre nel tuo amore”, “Che tutto il mioaffetto sia volto ad amarti”, “Mio Dio,ti amo e non voglio vivere che per te”.

Non possiamo concludere questecitazioni senza ricorrere alle “Medita-zioni” che contengono i riscontri piùpreziosi del La Salle rivolte ai Fratelli.Cito qualche esempio: “Dobbiamo es-sere graditi a Dio rinnovandogli spessoil nostro ringraziamento, il nostroamore, la nostra lode nella pratica

Qualcuno è sempre in lineaAbbiamo inventato i telefonini per ascoltarci più frequentemente, in qualunque luogo,tanto che sembra di non poterne fare più a meno, ma capita spesso che proprio quandone sentiamo maggiore necessità, dall’altro capo della linea, si senta una voce metallicache dice: “L’utente richiesto, momentaneamente, non è raggiungibile”. E noi, in quel mo-mento, avremmo avuto tanto bisogno di essere ascoltati. Senza parlare dei telefoni diqualche azienda pubblica nei quali, a seguito della nostra chiamata e del nostro urgente

bisogno di ascolto, risponde una voce anonima e metallica, intercalata da una musichetta esa-sperante, che ripete fino alla noia: “L’operatore è momentaneamente occupato, si consiglia di restare in linea per non

perdere la precedenza”. Ci assale un senso di frustrazione e la nostra premura di comunicare viene ancora una voltavanificata; ma accade anche di peggio, quando lo strumento telefonico avverte che “non c’è campo” o addiritturache il numero è inesistente. Ora, dal momento che non si vive se non c’è nessuno che ti ascolta ed è disposto a dia-logare con te, è consolante avere la certezza che Qualcuno lassù è sempre disponibile. Per un essere umano è fonda-mentale poter comunicare e stare in contatto con qualcuno per contrastare la propria solitudine. La comunicazionecon Dio, per fortuna, non ha interruzioni, è sempre aperta, sempre connessa, sempre accessibile. Dio è sempre dispostoad ascoltarci, accoglierci e comprenderci. Il Cielo non ci dà mai “segnale debole o assente” oppure “l’operatore è oc-cupato”. Fermarci dunque a parlare con Dio è sempre possibile, soprattutto per lanciargli un SOS e dirgli grazie.

The Dreamer

Sestante

Page 12: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

L’esperienza del Natale è fondamentale nel pensieroe nella religiosità del poeta Clemente Rebora.

Alla natività di Gesù dedica alcunetra le poesie più intense.

12

La figura umana epoetica di ClementeRebora (1885-1957),“una fra le personalità

più importanti dell’espressionismo europeo” (Contini),appare segnata da una radicale “cognizione deldolore”, avviatasi con il trauma bellico - l’esito li-rico confluisce nei “Frammenti lirici” (1913), cuiappartiene quel “Voce di vedetta morta” che rimaneuna delle più sconvolgenti testimonianze in versidel primo conflitto mondiale, a fronte della qualeil fante Ungaretti di “Veglia” rischia di apparirci“un letterato compiaciuto” (Pozzi) - e protrattasisino alla lancinante esperienza della malattia, tra-gicamente documentata dai “Canti dell’infermità”(1956) negli originali stilemi di un linguaggio liricoteso, violento, sintatticamente deformato, costruitosu un “vocabolario pungente e un registro d’immaginie metafore arditissimo” (Contini). A far da spartiac-que la raccolta dei “Canti anonimi” (1922) che (sindal titolo, con l’aggettivo che sembra confermarela mancanza di una definita identità etico-morale)annuncia la conversione cercata/invocata - splen-didamente in “Dell’immagine tesa”: Verrà d’improv-viso/ quando meno l’avverto/ verrà a farmi certo/ delsuo e mio tesoro/ verrà come ristoro/ delle mie e suepene/ verrà, forse già viene/ il suo bisbiglio1 - e tradot-tasi nei voti perpetui del 1936; dal 1937 Padre Cle-mente Maria Rebora eserciterà il ministerosacerdotale negli Istituti rosminiani di Domodos-sola, Torino, Rovereto e Stresa, cui appartengonomolti testi dedicati proprio al Natale (sui quali spe-cificatamente ci soffermiamo, nell’impossibilità

anche solo di accennare alla produzione di ispira-zione religiosa nel suo insieme) e pubblicati po-stumi nelle “Poesie sparse”, oltre che, in misuraminore, nei citati “Canti dell’infermità”: per lo piùappartengono al periodo 1938-1940 e coincidono,di fatto, con le meditazioni in occasione del Triduonatalizio (Vigilia, Notte, S. Natale) da lui curate perla riflessione e la preghiera comunitarie. In contra-sto con la poetica complessiva dell’autore, si cogliein molti di questi versi un tono pacificato e sereno:il Dio che nasce è, certo, il Forte, il Dominatore, ilPrincipe della Pace (Triduo di Natale 1938, Vigilia) enon mancano ossimorici accenni al patimento(Ecco, dall’Immacolata Gesù viene/ Bambino festante apatire per affratellarci, (Triduo 1938, Notte), ma pre-vale un tono festoso e conciliante che si traduce incadenze di filastrocca popolare, come nella se-guente terza parte del Triduo citato2.

Rebora prima della conversione

Natale con Clemente Maria Rebora

Davanti al Presepio

Oggi è nato un bel Bambino,Dolce come un agnellino

Nato in terra è il Re del Cielo,Sol per nostro amore e zelo:

Fame e sete, caldo e geloGià patisce il piccolino.

Oggi è nato un bel bambino.

Notte santa e luminosa,Non più triste e tenebrosa,

Ma beata e grazïosa,Poi che sorto è il Sol divino.Oggi è nato un bel Bambino.

(da “Poesie sparse”)

1 Nota e controversa la questione critica: a nostro avviso la presenza at-tesa, anche per l’insistito ricorso ad un lessico mistico, è Cristo e non,come sostenuto da taluni studiosi, la pianista russa Lidia Natus, cui il poetafu legato dal 1914 al 1918 ca.2 C. REBORA, Poesie, a cura di G. Mussini e V. Scheiwiller, Garzanti, Mi-lano 1999, pp. 357-358.

Marco Camerini

il natale dei poeti

Page 13: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

13

o nella suggestiva

lirica “Non c’èposto per Gesù”(Triduo di Natale

1939, Notte), con la

quale si raccontano

le difficoltà incon-

trate da Giuseppe e

Maria per trovare

un alloggio, lirica

che assume le

forme dialogate e

teatrali tipiche dei

Misteri medievali, in realtà mutuata da Guido Gozzano

che l’aveva scritta quindici anni prima con il titolo “Lanotte santa”.Presenta, infine, accenti cadenzati e riprese lessicaliche rinviano al “Natale” manzoniano (gerarchie su-perne, ineffabil rito, invito a tutte le genti) la lirica/innodatata 1940, qui parzialmente riportata3.

Con il procedere dell’esperienza spirituale e lacomparsa della malattia, (ri)emerge, negli esitipoetici di Rebora successivi al 1945, il furoreespressionista dei “Frammenti lirici”, unica, inevi-tabile opzione formale capace di tradurre in versi(come era accaduto per la tragedia della guerra)una percezione sempre più drammatica dellastessa quotidiana testimonianza di fede, percorsadal senso a tratti smarrito di abissale solitudine nelcalcare il torchio del male. Si intravedono richiamialla religiosità cupa e apocalittica di Jacopone, in-

il natale dei poeti

13

3 Ivi, pp. 457-459.

Il poeta novizio rosminiano (1932)

Davanti al Presepio

Dolce Amor, Cristo bello!Il Signor del creato

è nato poverelloa far, chi vuol, beato.

Le Gerarchie supernedal Ciel sono discese:

splendon, come lucernedi fuoco ardente, accese,

le loro ali distese:contemplando il bel Figlio

da sì candido gigliociascun prende colore,

con ineffabil ritoper nuovo amor fulgenti

fan nella notte invitodi pace a tutte genti:

con Dio vedendo mutol’uomo, esultan nel cantofusi inneggiando: - Santo,Santo, Santo il Signore! - .

[…]

Madre del bel Bambinoche nelle braccia l’hai,oh dacci il Piccolino,

per non lasciarlo mai!a chi non sa pigliarlotu glielo accosterai

nessun voglia slegarloda te, dolce Maria.

[…]

(da “Poesie sparse”)

Page 14: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

sieme al presagio di un Dio imperscrutabile nel-l’universale farsi avanti/ a spinte e a sforzi della vi-cenda umana in cui tutto è al limite e per lo schiantobasta un niente. Uno che sa, ed è dei capi/ (Nicodemoforse?)/ scorta luce ove è Gesù/ chiede qualcosa di si-curo, ma sembra angosciosamente sopravviveresolo l’urgenza di una fatale espiazione connotatadal ricorrente campo semantico del fuoco/sangue,come testimoniano questi versi della splendida“Notturno”4.

Il sangue ferve per Gesù che affuocaBruciamo! dico: e la parola è vuotaIl sangue brucia: Gesù mette fuoco

Maria invoco che del fuoco è fiamma

(dai “Canti dell’infermità”)

Gesù il Fedele(il Natale)

Gesù il Fedele, Maestro di Fede:verso il Padre, è fedele, a morire:verso i Fratelli, è fedele, a vivere:

verso Se stesso, è fedele, a essere il Risorto.

[…]

Festanti esultiamo, alleluia!A Lui dando ogni gloria,

perché ha meritato le Nozze,son venute le Nozze,

le Nozze dell’Agnello: Alleluja!E piange su Lui

ogni tribù della terra:piange su Lui con gioia contrita:

finito ogni lutto,finita ogni guerra,

la morte assorbita in vittoria!Nel bello radiante splendore

ogni uomo è fratello,ogni cuore è ruscello

del bell’Amore Regale:Beati coloro che sono i segnati,alla Cena Nuziale dell’Agnello!

Gesù, il Fedele, il Verace, è il Giudiceche prese a esprimere visibilenel giorno del Santo Natale

l’inesprimibile misericordia del Padre:prese a raggiar malvisto nel volto sublimela bellezza divina e materna compiendo:

e nuovo incanto di beltà pervasecon intimo fremito l’universo

fra linee terrene presagio di Cieloper educarci lassù, al Paradiso;

[…]

Gesù il Fedele,il solo punto fermo nel moto dei tempi,

in sterminata serie di eventi:il solo Santo che non manca mai,che trascende dove ci comprendee si fa dono in cima ai nostri guaie pareggia la grazia col perdono:

vero Dio trasumanantee a Deità aperto vero Uomo:Egli, il Fedele per sempre,Maestro vivente di Fede,

Egli che viene a Natale in peccatoper meritarci in maestà di gloria,

continuo avvento al termine segnato

[…]

(dai “Canti dell’infermità”)

4 Ivi, p. 289.5 Ivi, pp. 339-342.6 Dalla prefazione a C. REBORA, op. cit., p.8.

In questo contestoanche il Natale è fuocointerno nell’umano gelo,nondimeno, dal lettodella sua infermità,mentre l’abisso invocal'abisso, il poeta riesce acomporre, nel 1956,una delle liriche più in-tense mai scritte sul-l’evento dedicata a“Gesù il fedele”5 chenasce a redimere il patimento e il peccato diognuno, vincendo prostrazione, disperazione esconforto.“Il resto è bibliografia. E talvolta si vorrebbe che fosse

silenzio”6. ◆

Il poeta infermo

il natale dei poeti

14

Page 15: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

curiosità lasalliane

sta de la Salle, tanto da ini-ziare la formula dei Voti conl’invocazione alle tre divinePersone. È proprio per questoche nella parete dietro l’altareè stata collocata la fedele ri-produzione della famosa iconadella Santissima Trinità di An-drej Rublëv (1360-1430), cherappresenta tre figure intornoall’altare collocato al centro.Sulla parete opposta dellaCappella c’è una copia dellaformula originale dei Voti,scritta e firmata dal La Salle epronunciata nel 1684 insiemeai primi dodici Fratelli. Tral’immagine della Trinità e la

La nuova cappella invernale dellaCasa Generalizia è situata nelseminterrato ed è piuttosto

stretta, con il soffitto basso e pocaluce, per di più con due colonne cen-trali che impediscono in parte la pienavisuale. Ma contrariamente a quantosi potrebbe pensare, questi aspetti ap-parentemente negativi danno invecel'opportunità di creare un ambientecaldo e fraterno che invita – al tempostesso - alla preghiera personale e al-l’incontro con la comunità. Il motivocentrale della cappella è il misterodella Santissima Trinità, che è l'assespirituale portante dell’Istituto deiFratelli delle Scuole Cristiane, lascia-toci in eredità da san Giovanni Batti-

15

Jorge Gallardo de Alba, Fsc

La Cappella della Santissima Trinitàalla Casa GeneraliziaUn angolo per il raccoglimento e la preghiera comunitaria.

Page 16: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

curiosità lasalliane

16

formula dei Voti si colloca l’assemblealiturgica della comunità che ricordacosì di aver promesso pubblicamentedi “unirsi e rimanere in società per te-nere insieme e in associazione lescuole al servizio dei poveri”.

Come si sa, l’icona è una “teologiain immagine ed esprime con colori ciòche il Vangelo proclama con parole”(Michel Quenot).

L’oro, il blu, il rossoe il verde dell’iconadella SS. Trinità hannosuggerito i colori perla grande vetrata disinistra e le quattrofinestre, trasformatein fonti di luce sottoforma di raggi e ondeoriginati dalla stella,segno di fede, e dallacolomba, spirito del-l’Istituto. Questo in-sieme armonioso dicolori avvolge l'interaatmosfera della cap-pella, compreso il ta-bernacolo. Le vetratesono del laboratorioartigianale "brain-frame Di Verdecchia"del maestro Luca Ma-tias di Ficulle (Terni)

in Umbria.Oltre all'icona della Santissima

Trinità, la cappella ha due altre icone:di Nostra Signora della Stella e di SanGiovanni Battista de la Salle. Le tresono state realizzate dal maestro En-rico Bertaboni della Scuola di Icono-grafia dell'abbazia di Maguzzano. Imateriali sono gli stessi utilizzati findal Medioevo: pigmenti di vegetali o

Tanta gratitudine ai sostenitori di LASALLIANI IN ITALIAUn sentito ringraziamento agli amici, qui sotto elencati che, insieme all’abbonamento, ci hanno inviato una generosa offerta.

minerali diluiti nel vino bianco etuorlo d'uovo, che funge da collante:una pittura chiamata a tempera.

La composizione di un'icona non èquestione di immaginazione e dicreatività, ma richiede il rispetto diregole ben precise. Tutto in un'icona,dall'espressione dei volti ai colori ealle pieghe degli abiti sono predeter-minati.

A proposito dell’icona del Fonda-tore, il maestro Bertaboni è stato ispi-rato dal dipinto di Cesare Mariani,esposto ai Musei Vaticani, nella salaSobieski. Tuttavia, la sedia del Santoè collocata a terra e senza schienaleper segnare l'orizzontalità della voca-zione del Fratello, chiamato a toccareil cuore dei propri alunni in piedi vi-cino a lui (cfr. Med 43, 3).

Oltre al gesto della vicinanza trasanto e figli, i colori dei suoi vestitirappresentano il bianco la purezza; ilrosa la passione; il verde la speranza.Nell'iconografia bizantina, i santi e ecoloro che sono vissuti nella verità,appaiono in bianco. In questa icona,oltre alla simbologia sopra menzio-nata, il bambino in bianco e la ra-gazza in rosa, rappresentano lo spiritodell'Istituto: Fede e Zelo. ◆

(trad. di Mario Ch.)

Florio Saccone Maria Luisa - Fabiani Pasqualino - Socciarelli Arduini Rosina

Perona Bernardino - Mura Romeo - Avv. Menegatti Marco - Bovone Arnaldo

Montini Fr. Luigi - Alessandri Lo Re Anna - Fumero Fr. Francesco

Angelo D'Oriente - Nota F. Milano - Nicotra Marcello - Andreoni Sandra

Guglielmi Giovanni - Contino Lina - Bentivegna Lucia - Bianco Pier Paolo

Pajer Flavio - Peruzzi Iole - Chiarapini Leopoldo

Page 17: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

riflessioni

CON IL LAVORONON SI SCHERZA

Occupazione e dignità. Le “buone pratiche” e le cattive. Il pensiero del Papa. La 48a Settimana sociale e l’economia dell’esistenza. L’impatto della tecnologia. La democrazia del portafogli. Prospettive e possibili scenari.

Giuseppe Norelli

Il 29 Ottobre 2017 è terminata la 48a settimana sociale a Cagliari

Stiamo migliorando, ma abbiamotroppi disoccupati. Percentualiche fanno male - per non parlare

della disoccupazione giovanile - e chein ogni caso non dicono tutto. Il trendè positivo, c’è più lavoro ma è preca-rio. E poi ci sono più occupati perchècon la legge Fornero l’asticella dellapensione si è alzata, senza troppi ri-guardi: lacrime (…) e sangue per la-voratori usurati o meno; tutti insieme- o quasi - non proprio appassiona-tamente verso un traguardo che l’età– con l’aspettativa di vita – allontana,invece di avvicinare. E ringrazia chenon sei esodato.

Tempi difficili se in Italia quasidue terzi della società del lavoro vi-vono in condizioni di disagio. La con-siderazione è riportata dall’economi-sta Leonardo Becchetti nel libro dipadre Francesco Occhetta - Il lavoropromesso - presentato a fine settem-bre al convegno “Le nuove vie del la-voro” presso la sede di Civiltà Catto-lica. E non c’è bisogno di altri elementi(lavoro nero, sottoccupati, inoccupatidisponibili, scoraggiati, privi di lavoroinvisibili alle stime, ecc.) per com-prendere la situazione.

Tante persone senza lavoro perònon significano soltanto povertà eco-nomica: il lavoro non è solo retribu-

zione, anche se la retribuzione è im-portante. Lavoro, guadagno, paga,pretendo non è la chiave giusta perinterpretare la vita. A meno di nonvoler ridurre l’esistenza tra consumoe rendita. No, il lavoro è ben altro. Illavoro che vogliamo è quello che papaFrancesco definisce (Evangelii gau-dium) “libero, creativo, partecipativoe solidale”(che è stato anche il temadella 48a Settimana Sociale, ndr). Èuna priorità umana, è incontro e col-laborazione tra persone, reciprocità.Il lavoro ha significati progettuali,personali e politici, non può ignorarela qualità dei legami sociali e anchespirituali. Il lavoro è alla base dellagiustizia e della solidarietà. Il lavoroè dignità perché è il valore che si ri-conosce (o si dovrebbe riconoscere…)all’apporto delle capacità di ciascuno.

È interessante notare come giànel Vangelo - parabola degli operaimandati nella vigna (Mt 20, 1-16) -tutto questo fosse evidente: nessunodeve rimanere disoccupato, ma pro-prio nessuno. Papa Francesco a Ge-nova (discorso allo stabilimento Ilvaa fine maggio) fu molto chiaro. Nes-sun cedimento alla cultura delloscarto, all’ideologia che oggi si stadiffondendo e che immagina una so-cietà dove solo la metà o due terzi

lavoreranno, e gli altri saranno man-tenuti da un assegno sociale. “Dev’es-sere chiaro che l’obiettivo vero da rag-giungere non è il reddito per tutti mail lavoro per tutti! Perchè senza lavoro,senza lavoro per tutti non ci sarà di-gnità per tutti”.

Del resto già nella parabola diMatteo (Mt 20, 1-16) si capisce cheDio non vuole disoccupati, e inter-viene fino a portare tutti nella vignaperché la disoccupazione è una feritadella dignità umana (“perché ve nestate qui tutto il giorno oziosi?”) edella vita di relazione (“nessuno ci hapreso a giornata”, nessuno ci vuole,siamo soli); il salario è secondario (ri-spetto a questo punto) tanto è veroche nella parabola non si agganciaalla quantità delle ore - pur non vio-lando gli accordi intercorsi e non in-taccando gli altri compensi - ma alfatto di andare nella vigna. Quel checonta è lavorare; tutti. Lo ha ribaditoil Papa anche nel suo messaggio in-viato il 26 ottobre per l’apertura - aCagliari - della 48a Settimana Socialedei cattolici italiani: ”La Chiesa operaper un’economia al servizio della per-sona, che riduce le disuguaglianze eha come fine il lavoro per tutti”. Unasfida senza dubbio non facile, ma davincere perché se il valore del lavoro

17

Page 18: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

18

riflessioni

- come diceva papa Giovanni Paolo II- fa diventare l’uomo più uomo, allorail non lavoro può ridimensionare lasua umanità, relegandolo in sentieridi pura sopravvivenza; se non peggio.“Senza lavoro i valori fondamentaliche sono alla base della nostra societàfanno fatica a resistere” ha detto ilpresidente del Consiglio Paolo Genti-loni nel suo intervento a Cagliari, ci-tando la dignità, la famiglia e la co-munità.

Nell’epoca della quarta rivoluzioneindustriale - quella dei robot, dell’in-telligenza artificiale e del digitale; maanche del lavoro a basso costo deiPaesi emergenti e di quelli poveri -bisogna trovare politiche nuove, met-tendo però sempre al centro l’uomo.In futuro ci saranno meno cassieri dibanca sostituiti dalle macchine? ARoma - zona Termini - il futuro c’ègià: una filiale al posto di due, un solocassiere (al posto di tre), tanta tec-nologia; e qualche fila di troppo. ”Ilrobot - ha proseguito il Papa nel suomessaggio - deve rimanere un mezzoe non diventare l’idolo di una econo-mia nelle mani dei potenti; dovrà ser-vire la persona e i suoi bisogni umani”.

E mettere al centro l’uomo signi-fica sempre prendere la misura sul piùpovero. Questo non vuol dire che nonbisogna aiutare i talenti a distinguersi.Certo che bisogna aiutarli! (nella pa-rabola di Matteo potrebbero essere ilavoratori della prima ora). Però, con-temporaneamente, bisogna aiutare imeno capaci a realizzarsi. Perché, ri-cordiamolo, è il lavoro che ci dice chisiamo, che definisce il nostro essere:il lavoro è mezzo di crescita personale,di coesione sociale, di responsabilitàverso la società, apporto indispensa-bile per la costruzione del Paese.

Insomma non si può prescinderedal lavoro, il lavoro è centrale. Quindibisogna difendere i posti di lavoro e– naturalmente - i diritti acquisiti. Lapersona e la dignità vengono primadel profitto. Con il lavoro non sischerza. E non si scherza con i licen-ziamenti. Diversi gli interventi di papaFrancesco sull’argomento. A marzo (il15) nei saluti finali dell’udienza ge-nerale del mercoledì: “Chi per manovreeconomiche, per fare negoziati non del

tutto chiari, chiude fabbri-che, chiude imprese lavo-rative e toglie lavoro agliuomini, compie un peccatogravissimo”; e due mesidopo a Genova condan-nando la figura dello spe-culatore. “Licenziare, chiu-dere, spostare l’azienda nongli crea alcun problema,perché lo speculatore usa, strumenta-lizza, mangia persone e mezzi per isuoi obiettivi di profitto”. E parados-salmente può anche capitare che que-sti signori siano persino agevolati.“Qualche volta il sistema politico sem-bra incoraggiare chi specula sul lavoroe non chi investe e crede nel lavoro”.

La buona economia richiede cheognuno faccia la sua parte; pure iconsumatori, che possono riconoscerecon la “democrazia del portafogli”quelle filiere che danno dignità al la-voro. Naturalmente imprenditori eistituzioni sono in pole position.Come? “Nel mondo del lavoro, la co-munione deve vincere sulla competi-zione!” ha detto il Papa alla fine delsuo messaggio alla Settimana Sociale.E anche la Chiesa che, pur non inten-dendo ovviamente sostituirsi alle isti-tuzioni, “dal canto suo, si impegna adapprontare tutte le iniziative che sonoin suo potere per promuovere il lavoroe favorire l’inserimento nel mercatodel lavoro di chi ne sia ancora ai mar-gini”; è quanto ha precisato nel suodiscorso a Cagliari il cardinale Gual-tiero Bassetti, presidente della Cei,

Certo il lavoro in senso stretto lodevono creare gli imprenditori. Le pos-sibilità non mancano. Con i nuovi sce-nari non sarà più indispensabile recarsiin azienda. E il lavoro potrà andare an-che in zone deindustrializzate perchéper le imprese non sarà necessario lo-calizzare l’insediamento. Si dovrà in-vece puntare sulla non-delocalizza-zione di quei settori che fanno levasulle eccellenze e la bellezza dei nostriterritori: la manifattura di qualità,l’arte, l’artigianato, la cultura e il turi-smo in tutte le sue declinazioni.

Il lavoro che verrà però è presentefin da ora. Alla 48° Settimana Socialesono state segnalate oltre 400 espe-rienze, soluzioni sul campo (“le buone

pratiche”) che già cambiano la realtà eaprono nuove prospettive. C’è poi tuttala potenzialità del Terzo Settore (l’as-sociazionismo no profit, cooperative,fondazioni e imprese sociali, ecc.) perun’occupazione stabile. In ogni caso“solo il lavoro che riconosce la dignitàdel lavoratore e lo ingaggia nella pro-duzione di un valore (non solo econo-mico) rende sostenibile la competitivitàe permette di fronteggiare la sfida delladigitalizzazione” ha scritto il sociologoMauro Magatti nell’editoriale di Avve-nire di domenica 29 ottobre, a conclu-sione della Settimana Sociale.

Per mandare tutto questo a re-gime e creare un ambiente favorevolebisognerà affrontare le nostre com-plessità: una burocrazia insostenibile,i tempi biblici della giustizia civile,la piaga dello sfruttamento e del ca-poralato (non solo nel comparto agroalimentare), sistemi fiscali più equi(le grandi multinazionali della Retedevono pagare le tasse nel Paese incui producono, creano lavoro e ven-dono beni), il sistema degli appaltidello Stato (la dignità del lavoro vadifesa innanzitutto quando il com-mittente è lo Stato), e il sostegno agliinvestimenti. È il compito della poli-tica e delle istituzioni. Se però le ri-forme saranno insufficienti per tempie consistenza e le imprese incapacidi riportare occupazione significativa,allora anche lo Stato dovrebbe - tro-vando le giuste articolazioni con Bru-xelles - creare direttamente nuovolavoro, risolvendo al suo interno ipunti deboli del sistema. Uno scenariodel genere non sarebbe a buon mer-cato. Ma per quanto tempo ancorasarà socialmente sostenibile la nostradisoccupazione? Tenendo ancheconto che crescita e consumi si ri-lanciano sostenendo il lavoro. E nonil contrario. ◆

Il card. Bassetti saluta il premier Gentiloni

Page 19: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

testimonianze

dell’amicizia e della condivisione e, in questo, il Progettodel Gemellaggio “Gonzaga-Palmiste” è uno strumentostraordinariamente efficace. Quest’anno inoltre, per laprima volta, abbiamo voluto “incoraggiare” i ragazzi delLiceo che erano decisi a partire in missione, organizzandodurante il mese di giugno, prima della loro partenza, unaMessa speciale durante la quale Don Enrico Bonacina haconsegnato il “mandato missionario” a ciascun parteci-pante. Alla presenza delle massime cariche dell’Istituto,a ciascuno studente è stata consegnata una piccolacroce, simbolo di Pace, Condivisione e della Testimo-nianza di un Amore che varca i confini del nostro IstitutoGonzaga per attraversare il mondo e giungere ai tantibambini che ci sono stati affidati. Con l’aiuto di tante fa-miglie del nostro Istituto, ANPIL lavora in modo capillaresulle singole persone, restituendo dignità e speranza at-traverso l’educazione e l’istruzione che sono il mezzo piùefficace e potente per poter dare a tanti bambini poveriuna prospettiva di vita migliore rimanendo nel loro Paese.Insieme si possono fare grandi cose!

Massimiliano Salierno

Non si può descrivere la gioia dei bambinidella scuola primaria di Palmiste quandoabbiamo consegnato loro i pacchi dono ele magliette con le foto di classe, donatidalle sezioni dell’Istituto Gonzaga (ma-terna, primaria e secondaria). Ogni anno che passa, il legame tra glialunni dell’Istituto e i loro fratellini diHaiti diventa sempre più intenso e questograzie allo scambio di notizie, di fotogra-fie, di lettere e disegni…È bello constatare quali straordinari fruttistia dando questa collaborazione tra ledue realtà lasalliane: 57 bambini haitiani sostenuti nellaloro educazione e formazione; 6 tonnellate di materialeraccolto e inviato nella missione; progetti di riqualifica-

zione della mis-sione che pianopiano diventanorealtà; oltre 20studenti delLiceo che sonopartiti durantel’estate per fareattività di vo-lontariato inmissione; l’im-pegno e il coin-volgimento ditante mamme inquesta splen-dida “sfida”fatta di condivi-

sione e di generosità… C’è tanto bisogno, oggi, di tornarea riscoprire la bellezza dei legami personali, del senso

19

ANPIL*

senza frontiere

Gemellaggio Istituto Gonzaga - Notre Dame de Palmiste:la grande Famiglia lasalliana non ha confini!

I ragazzi missionari insieme ai direttori Fratel Marco Tottoli e Roberto ZappalàI

ll momento del mandato missionario

* A.N.P.I.L. - Onlus Amici nella Promozione Internazionale Lasalliana

Page 20: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

testimonianze

20

Non dimenticherò mai quanto mi sono sentita impac-ciata ed emozionata nell’entrare nel centro “Mis añosdorados” di Tecpan, in Guatemala. Non appena siamoarrivati cinquanta anziani hanno smesso di colorare iloro disegni e hanno cominciato ad applaudire. Ci guar-davano incuriositi e sorridevano: gli uomini con i lorograndi cappelli tipici, le signore nei loro abiti colorati.Mentre la responsabile ci mostrava gli spazi del centro,gli “abuelos” (i nonni) coloravano tranquilli e ricordoche ci siamo fermati a guardarli quasi commossi. L’at-mosfera era dolce e serena: non pensavo che avrei pro-vato tanta tenerezza. Molti di quegli anziani hanno

avuto problemi in famiglia, alcuni sono soli, altri hannosubìto violenze, altri ancora hanno qualche disturboalla vista, all’udito, agli arti. La maggior parte di loronon sa né leggere né scrivere e sono soliti parlare il dia-letto locale, il cakchiquel. Durante la settimana gliabuelos vengono coinvolti in attività che prevedono la-vori manuali, giochi e lezioni di spagnolo. Viene poi loroservito il pranzo e, dopo mangiato, vanno a sedersi alsole nel cortile, dove fanno la siesta pomeridiana. Visono anche delle attività svolte alla pulizia e al miglio-ramento dell’autostima con utilizzo di specchi e di at-trezzi per la ginnastica. Le persone anziane trasmettonouna strana energia: hanno occhi profondi, svegli, cheosservano ogni cosa, rughe sul viso segno di un lungopassato, e consapevolezza di chi sa che purtroppo ha

superato gran parte del cammino della vita… Non possonon ricordare come Angelina tentava di comporre unpuzzle unendo pezzi che a guardarli non rappresenta-vano nulla ed erano posizionati in modo scorretto, mache con la sua fantasia hanno costituito un’immaginespeciale; mi chiamava, indicava la sua opera e atten-deva la mia approvazione tutta felice. Porterò nel cuoreogni lavoretto fatto con loro e ogni discorso, anche sefatto solo di sorrisi e gesti perché per comunicare nonsi poteva utilizzare la stessa lingua, alla fine per nullanecessaria. Non scorderò mai la signora che volevaospitarmi a casa sua e che mi ha chiesto di andare a

trovarla al mercato, né il modo in cui tutti si chinanoper ringraziare del pranzo, e come si salutano alla finedel pomeriggio. Questa avventura con ANPIL è comin-ciata il giorno in cui ho perso mio nonno. Volevo partireper poter essere utile a chi si trova in condizione diestrema povertà; volevo mettermi alla prova. Il pensierodi incontrare avrebbe gli anziani mi spaventava: sapevoche sarebbe stata un’esperienza emotivamente forte eche mi rimandato con la mente alla mia recente per-dita. Prima delle due settimane in Guatemala, avevo unmodo tutto mio di relazionarmi con gli anziani perchérimanevo spesso affascinata dalle loro storie e dalleloro abitudini, pur consapevole che col tempo avrei do-vuto dirgli addio senza volerlo. Dopo questa esperienzaaffronto la mia sensazione di nostalgia e di un po’ di

Bambini di Palmiste con le loro magliette

Guatemala: con ANPIL ho incontrato gli “angeli” di Tecpan

Page 21: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

testimonianze

21

Oltre le Frontiere: missione in GuatemalaDopo aver vissuto lo scorso anno l’esperienza del campomissionario ANPIL ad Haiti, abbiamo deciso, per l’estate2017, di confrontarci con una destinazione differenteproposta dall’associa-zione dell’Istituto Gon-zaga. Quest’estatesiamo infatti partiticon ANPIL onlus perdue settimane allavolta del Guatemala, aTecpan. Eravamo ungruppo abbastanza nu-meroso, una decina dipersone, e tra questialcuni compagni discuola: Filippo, Chiara,Giulia, Marco… Èquindi stato possibiledividerci in sottogruppie svolgere diverse atti-vità contemporanea-mente, a rotazione:con i bimbi ricoverati al Centro di Recupero Nutrizionale(CRN), con le comunità maya per monitorare le condizionidei bambini che avevano già terminato il percorso di re-cupero, con i bambini dell’orfanotrofio di Santa Apoloniae con il personale del centro “Mis años dorados” per l’as-sistenza agli anziani. Abbiamo avuto la possibilità di con-frontarci con realtà e povertà differenti e in questo modoc’è stato possibile svolgere il compito che più si addicevaa ognuno di noi e dare così il massimo. Abbiamo allog-

giato in una casa privata, dove ci hanno accolti comemembri della famiglia Abbiamo avuto modo di entrare incontatto con il Guatemala non turistico e internazionale,

ma con quello più vero,scoprendo lo spirito delpopolo guatemalteco,fatto di tradizioni, mu-siche, colori e profumi.È stata un’esperienzadavvero unica e straor-dinaria e mi sento diconsigliarla per almenotre buone ragioni : dauna parte, ovviamente,si ha l’opportunità difare del bene con gesticoncreti, semplici, e re-galare così un sorriso achi spesso un motivoper sorridere non cel’ha; dall’altra è unmodo per conoscere

meglio sé stessi, per capire i propri limiti, per sperimen-tare le proprie capacità di adattamento e per ridimensio-nare tutte le sfortune di cui abbiamo la presunzione disentirci vittime; infine, non c’è modo migliore per arric-chire se stessi che entrare in contatto con chi è diversoda noi e fare tesoro di tutto ciò che una cultura differenteha da insegnare, per di più se accompagnati da personecon cui poter condividere riflessioni, fatiche e risate.

Camilla e Edoardo

Edoardo, Chiara e Giulia

tristezza, con serenità (può sembrare un paradosso…)e cerco di dare tutta me stessa alle persone, concen-

trandomi solo sul presente. Grazie agli abuelos ho inol-tre scoperto che non vi è poi tanta differenza tra i bam-bini e gli anziani e che bisognerebbe prestareattenzione a questa analogia. Sarebbe bello creare unposto in Italia dove gli anziani possano essere ospitatigratuitamente e chi ne ha voglia possa chiacchierare,ballare, cucinare, dipingere e poi tornare a casa col sor-riso. Sarebbe ancora meglio se tutti quanti ricordasserola frase che ho letto il mio primo giorno di attività sullaparete: “I nostri anziani sono angeli che Dio ha posto sulnostro cammino”. Non so se sono riuscita a trasmetterequello che ho provato con così poche parole, ma sperodi aver portato qualcuno a riflettere, a ricordare i propricari, a guardarsi intorno e, magari, a partire con ANPILper vivere queste incredibili esperienze. Ne vale la pena!

Chiara

Gli abuelos in attività

Page 22: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

notizie

L’8 luglio, cinque novizi del secondo anno delDistretto Lwanga hanno emesso la loro primaprofessione religiosa, come Fratelli delle ScuoleCristiane nel Noviziato Internazionale De LaSalle in Nairobi, Kenya.Nel corso degli ultimi diciotto mesi, i cinquesono stati coinvolti in unaserie di attività, in prepara-zione della loro prima profes-sione.I voti sono stati ricevuti daFratel Ghebreyesus Habte Fa-dega, Visitatore, alla presenzadi molti Fratelli provenienti da diverse comu-nità del Kenya, insieme ai loro collaboratori

laici che hannoavuto l’opportu-nità di testimo-niare l’impegnodei cinque Fra-telli con il Signoree al servizio deigiovani.Trascorso l’annocanonico di novi-ziato, i cinquesono stati inviati

in diverse comunità del Kenya, per la loroesperienza comunitaria e per vedere effettiva-mente la vita dei Fratelli. Tutti hanno apprez-zato l’esperienza avendo visto realmente illavoro e l’apostolato dei Fratelli.Il Fratello Visitatore ha incoraggiato i neo-pro-fessi a impegnarsi totalmente al servizio deigiovani che Dio vorrà affidare loro.

Prima professione religiosadi cinque Novizi

Primi Voti di cinquenuovi Fratelli

KENYA BRASILE-CILE

22

Il 1° luglio 2017, 12 giovani, quattro del dis-tretto del Messico Nord e otto del distrettoAntille-Messico Sud hanno ricevuto l’abitoreligioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane einiziato il loro anno di Noviziato. Un eventoche riempie di speranza entrambi i distretti.Sono dodici giovani che si trovano in un co-stante lavoro di discernimento, consapevolidi essere sostenuti dalle preghiere dei fami-gliari, degli amici e di tutti i confratelli.

Dodici nuovi Novizi delMessicoNord/Antillee Messico Sud

Il 15 luglio, il Distretto di Brasile-Cile ha ce-lebrato gioiosamente i primi voti di cinquenovizi. La Celebrazione Eucaristica si è svolta nellaCappella São José a Canoas, alla presenza diFratel Edgar Nicodem, Visitatore, e delle fa-miglie e amici dei Fratelli. Il giorno seguente,16 luglio, i neo-professi hanno ricevuto l’ob-bedienza che li destinava alle comunità doveavrebbero svolto la loro missione educativa.

MESSICO

Page 23: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

notizie

Il 29 luglio si è svolta a Griñónla celebrazione della primaprofessione religiosa di ungruppo di novizi provenientidai Distretti ARLEP e Argen-tina-Paraguay. Questo giornospeciale ha coinciso con il cen-tenario della comunità.Tra i presenti vi erano FratelAidan Kilty, Consigliere Gene-rale per la RELEM, il Visitatoreuscente dell’ARLEP, FratelJesus Miguel Zamora, il nuovoFratello Visitatore, José Román

Pérez, insieme a tutti i Fratelli Visitatori Ausiliari. Tuttavia, l’ospite speciale della giornata è stato il Cardinale D. Carlos Osoro, Arcivescovo di Ma-drid, che ha presieduto l’Eucaristia. É un membro affiliato all’Istituto e ha sempre mostrato ap-prezzamento e  vicinanza alla comunità del Noviziato.Tutta la celebrazione è stata incentrata sul tema

“Chiamati a toccare i cuori”.

Dei cinque Fratelli, i trespagnoli continueranno la formazione in una co-

munità di Madrid, mentre i due argentini seguiranno corsidi lingua inglese, uno a Dublino l’altro a Oxford.

Primi voti di 5 Fratelli

SPAGNA

È stata un’occasione gioiosa per i Fratelli delle ScuoleCristiane, così come per le rispettive famiglie, chequattro giovani abbiano rinnovato i loro Voti nell’Isti-

tuto, sabato 5 agosto2017. Il Noviziato dellaRegione Lasallianadel Nord America(RELAN) permet-terà a questi gio-vani un intensoanno di discerni-mento per appro-fondire la loro

conoscenza e la fede nellamissione lasalliana guidati dai loro direttori spiritualie dalla comunità.

USAQuattro giovani

professano i voti per l’Istituto

Lo scorso 12 agosto 2017, terminatoil loro anno di Noviziato, due no-vizi filippini hanno pronunciato iprimi Voti, mentre in Thailandia eMyanmar sei giovani hanno ini-ziato il loro anno di Noviziato, rice-vendo il santo abito, durante unacerimonia che si è svolta nella pale-stra di St. Benilde.

Primi voti religiosi

FILIPPINE

23

Page 24: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

24

notizie

Nel corso del suo viaggio attraverso la Spa-gna, la Croce di Lampedusa ha fatto sostaanche al La Salle Los Corrales de Buelna. Incollaborazione con la parrocchia locale di SanVicente Mártir, decine di parrocchiani e al-lievi del 4° e 6° anno della scuola primariahanno ricevuto la croce e hanno onorato lamemoria di ciò che rappresenta, essendostata costruita con il legno dalle assi di unanave affondata nel Mediterraneo con 500 pas-seggeri a bordo.Proveniente da Torrelavega e Potes Road, laCroce vuole ricordare il dramma dell’immi-grazione, delle morti in mare, di coloro chesono fuggiti e dei perseguitati, costretti adaggrapparsi all’ultima speranza di vita perandare avanti, nonostante i rischi.Più di 200 persone hanno partecipato a que-sto atto religioso di preghiera e meditazione.Il 9 aprile 2014 era stata donata a Papa Fran-cesco il quale, dopo la benedizione, ha chie-sto che venisse portata in giro per ricordareil dolore di coloro che soffrono.

La croce di Lampedusa

arriva al La Salle

Los Corrales de Buelna

SPAGNA

Dal 25 giugno al 2 luglio, nella Casa de En-cuentros La Salle, Città del Guatemala, haavuto luogo l’incontro dei giovani Fratelli,con il tema: “Lo spirito apostolico del Fratello”.Come ogni anno, si sono alternati momentidi formazione, convivenza, riflessione e pre-ghiera.L’obiettivo della riunione è stato quellodi rafforzare i legami fraterni attraverso leesperienze personali e comunitarie dei gio-vani Fratelli, nelle varie opere educative delDistretto. L’attenzione è stata posta sull’im-

patto delle linee guida e sugli orientamentiamministrativi nel lavoro apostolico e comu-nitario dei Fratelli e sul modo in cui l’accom-pagnamento viene svolto.Alla gestione amministrativa e finanziaria(GAFDI) è stato dedicato uno spazio percondividere gli strumenti e le procedure im-piegate nel Distretto per realizzare i vari pro-getti nelle comunità e nelle opere educative.Fr. Juan Manuel Fletes ha condiviso le lineeguida sul sostegno a ogni Fratello, come am-basciatore del Vangelo, nella pratica quoti-diana della sua missione.La giornata di formazione per i Giovani Fra-telli è stata condotta in un’atmosfera positivadi riflessione, preghiera e fraternità, da cuil’augurio perché ogni Fratello, nelle attivitàamministrative, accademiche e pastorali, siaispirato dallo stesso spirito del Fondatore eabbia successo.

Incontro

dei Giovani Fratelli 2017

GUATEMALA

Page 25: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

“Eravamo in 34…” proprio come quelli dellacanzone “Giulio Cesare” di Venditti e, in cin-quant’anni da quel lontano 1967, quando ci sa-lutammo alla festa del diploma organizzata neilocali dell’Istituto Pio XII, non ci siamo maipersi di vista, condividendo nel bene e nelmale le rispettive storie famigliari, sociali e la-vorative. Per cementare ancor più la nostra amicizia, du-rante il mezzo secolo appena trascorso, cisiamo incontrati almeno una volta l’anno, sem-pre con i piedi sotto una ricca tavola imbanditacome è d’uso tra i romani di una volta, special-mente quelli di periferia, come noi. La riunionedi quest’anno, data la ricorrenza, ha assuntoun sapore del tutto particolare, così abbiamopensato di realizzare un poster celebrativo, coni volti di tutti noi come siamo oggi, e di conse-gnarlo al Direttore del Pio affinché se ne con-servi memoria, anche visiva, negli annalidell’Istituto, che la maggior parte di noi hacontinuato a frequentare in varie circostanze,mantenendo costanti relazioni di amicizia coni Frères. Anzi, qualcuno, rimasto ad abitare inzona, vi ha mandato a scuola anche i proprifigli, altri hanno continuato a frequentare al-cuni Professori anche quando costoro sonostati trasferiti in altre istituzioni della Congre-gazione. È questo il caso dei nostri più amati Prof, comeFratel Edoardo Pizzicaroli e Fratel Remo Guidiche, ancorché ormai lontani dal Pio, non hannomancato, ogni volta che è stato loro possibile, diintervenire a tutti i nostri meeting. Ed oggi, arrivatialla soglia dei 70 anni (alcuni l’hanno già oltrepas-sata), siamo coscienti che il loro attaccamento e laloro assidua, cameratesca e sagace presenza hannocostituito (e costituisce tuttora) uno degli elementibase che hanno contribuito alla solidità del nostrorapporto pluriennale. Dunque, come loro ci hannoinsegnato, confidiamo nel Signore, perché possaconservarceli più a lungo possibile. Parlando diProfessori, non possiamo non ricordare con affettoe nostalgia coloro - laici e Frères - che negli anni dipermanenza nell’ambiente “lasalliano” così tantohanno contribuito non solo alla nostra educazione,ma anche alla nostra maturazione. Solo per citarnealcuni (quelli proprio indimenticabili) rammentotra i primi: Ferri Nazzareno, maestro di vita oltreche insegnante di Ragioneria, Targa Artaserse e DiRollo, Ciciani, D’Apote, Palmieri e Del Signore. Tra

i Frères, il nostro caro Vice Preside Ulrico, “burberobenefico”, Alfredo, Ugo e Quirino (delle Medie),Onorato e Virginio (Presidi) e Urbano (Vice Pre-side dopo Ulrico). Un pensiero speciale va anchea Don Francesco Compagnucci, cappellano del-l’Istituto, nonché nostro Prof di Italiano e Religionenei primi anni del corso di Ragioneria, prete euomo di grande esperienza, anch’egli impagabilemaestro di vita.A proposito del Poster che abbiamo realizzato perla circostanza, faccio notare che le foto sono 36 enon 34 per il fatto che due nostri compagni (nondirò quali), per impreviste vicissitudini sfavore-voli, scolastiche e non, hanno dovuto ripeterel’anno, quindi non si sono diplomati nel 1967. Tut-tavia, talmente originale e coinvolgente era l’am-biente della nostra classe che hanno volutoconservare le amicizie acquisite allora e rimanerenel gruppo, fino ai giorni nostri. E così hanno fe-steggiato l’anniversario assieme a noi!

Nazzareno Caporello

25

ROMA - Ist. Pio XII

Eravamo in 34... anzi 36

notizie

Page 26: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

notizie

Dal 5 all’8 luglio il Vicepostulatore Fratel Raffaele Norti si èrecato a VILLINGENDORF (nel Land del Baden-Württemberg asud ovest della Germania) per visitare i luoghi dove è vissutoda adolescente il Venerabile Fratel Gregorio Bühl e per con-tattare direttamente amici e familiari del Fratello. Primatappa l’elegante CASA NATALE rimessa a nuovo e abitata daiparenti di Fratel Gregorio. È a ridosso dell’antica e ancoraben conservata stalla di Franz Bühl, uno dei numerosi fratelli.È stato interessante sfogliare l’album di famiglia. Fra le tantefoto conservate dal nipote Albert Bühl, una ritrae un altro fra-tello, Alois, mentre con un carro trainato da un bue trasportaal mercato prodotti ortofrutticoli. Una classica foto della nu-merosa famiglia mostra invece i genitori e sette dei dieci figligià adulti. Si vedono Fratel Gregorio al centro e Maria sua so-rella e madre del Benedettino Padre Ilario che molti Fratelliitaliani ricordano per averlo incontrato nelle sue visite allozio Fratel Gregorio. Dai pressi della Casa natale parte BRU-DER-GREGORIO-WEG (Via Fratel Gregorio) che da anni il Co-mune di Villingendorf in segno di stima ha intitolatoall’illustre concittadino. La stradina conduce e termina allaCAPPELLA DI OSVALDO, proprietà della famiglia Bühl. Recente-mente restaurata, questa minuscola ma graziosa cappella eramolto cara a Fratel Gregorio che raccomandava ai suoi parenti di conservare con cura. Lì infatti ilgiovane Wendelin (nome di battesimo) trascorreva molte ore in raccoglimento e preghiera solitaria.In una lettera alla sorella Maria dell’8 dicembre 1925 scriverà: “Sono convinto che ho avuto la mia vo-cazione nella Cappelletta…”. Una strada più lunga fra campi ben coltivati (circa 8 km) collega Villingendorf a ROTTWEIL, cittadinadove Fratel Gregorio, da ragazzo e poi da Fratello, nelle rare visite al suo paese natale transitava,dal momento che era situata sull’importante linea ferroviaria Zurigo-Stoccarda. Su questa stradacampestre sorge unaGRANDE CROCE con isimboli della Passione,costruita nel 1890 (6anni prima della nascitadi Fr. Gregorio) daglioperai e operaie che la-voravano nella vicinafabbrica di polveri dasparo. Ai piedi di que-sta croce avvenne l’in-contro di Wendelin conil Fratello AgostinoVendé, un missionariodel Lussemburgo, dipassaggio a Villingen-dorf. Non sappiamocosa si siano detti, mafu un’illuminazione si-

Da Villingendorf con amore

GERMANIA

26

Fratel Raffaele in Via Fratel Gregorio

La chiesa parrocchiale

Page 27: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

notizie

27

Chi desidera consultare i numeri precedenti di “Lasalliani in Italia”può entrare nel sito: www.lasalleitalia.net cliccando Pubblicazioni

cura, infatti, dopo solo 15 giorni, a 17 anni egli partirà da Rottweil con il Fratello lussemburgheseper il Noviziato missionario di Favria Canavese (Torino). Ma per le imprevedibili vie della Prov-videnza (complice la situazione politica alla fine della I Guerra mondiale), non saranno le terre dimissione del Medio Oriente ad accogliere Fratel Gregorio, ma l’Italia… e per tutta la vita. La Par-rocchia San Gallo ha voluto collocare presso il Battistero una lapide e un quadro di Fratel Gregorioe ogni primo venerdì del mese la comunità parrocchiale lo ricorda con la recita del Rosario. NelSalone Parrocchiale, intitolato a Fratel Gregorio e arricchito da un artistico quadro del pittore diTorre del Greco Luigi Seme (offerto nel 2012 dal Postulatore Generale Fratel Rodolfo Meoli), si èsvolto l’incontro ufficiale alla presenza del Sindaco in carica Dt. Karl-Heinz Bucher, del Sindacoemerito Herbert Hermle, molto legati alla figura di Fratel Gregorio, e del Pastoralreferent della par-rocchia San Gallo. Un corposo volume di ben 900 pagine (Villingendorf Chronik), gentilmente offertodal Sindaco, documenta la vivace storia del paese. Una dozzina di volte vi si accenna alla famigliaBühl dedicando una pagina intera, con foto, a Fratel Gregorio. Tutti gli incontri si sono svolti inclima familiare, utili per aver risvegliato la memoria e il fervore nei riguardi del Venerabile la cuipresenza sembrava ovunque palpabile. L’attenzione verso di lui è cresciuta da quando da alcunidevoti sono state segnalate importanti grazie che hanno rinvigorito la speranza in un felice e rapidoavanzamento della Causa di Beatificazione.

Raffaele Norti, Fsc

Campo animatori 2017

REGALBUTO (EN)

Da venerdì 18 a domenica 20Agosto, presso il Centro Giova-nile Lasalliano di Regalbuto, siè tenuto un campo di forma-zione per animatori. Coinvolte16 persone. Animato da Roberta Ruccella,Arianna Nicolosi e Pina Sina-gra, e con una speciale Trainer,Chiara Arena, e la preziosa col-laborazione di Carmelo Mili-tello e Stefano Straci, il Campoha avuto un’ottima riuscita.Gli obiettivi, quali la forma-zione degli animatori, attra-verso momenti di condivisionee attività, e la creazione di le-gami forti, indispensabili perottenere un gruppo unito, sonostati pienamente raggiunti.Dal gruppo è stata studiata lafigura dell’animatore: cosa è unanimatore, quali sono le sue re-

sponsabilità, l’importanza cheha di conoscere se stesso perpoter animare gli altri, la suaspiritualità, il ruolo che deveavere all’interno del gruppo.Il Centro Giovanile Lasalliano,da anni, svolge un ruolo fonda-mentale nella nostra piccola co-munità regalbutese, sostenendoi ragazzi nei momenti più cri-tici, considerando che la fasciacoinvolta è quella adolescen-

ziale, favorendo la nascita dinuove amicizie e il consolida-mento di quelle vecchie. Pertutto ciò, come si può ben de-durre, è indispensabile la pre-senza di figure preparate, cheabbiano empatia, spirito di ini-ziativa, aperte ai ragazzi epronte a intervenire a ogni eve-nienza.

Luana Giunta

Page 28: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

notizie

Salonicco, sabato 2 settembre2017: organizzata dal Consigliodi Animazione e FormazioneLasalliana di Grecia (C.A.F.L.),si è tenuta presso il Collegio DeLa Salle di Salonicco una gior-nata di formazione per tutti inuovi insegnanti, assunti nelcorso degli ultimi tre anni negliistituti lasalliani del Pireo (Pi-reás), di Alimo (Álimos), di Siro(Syros) e, ovviamente, di Salo-nicco (Thessaloniki). In questa

circostanza si sono anche ag-giunte due insegnanti prove-nienti dalle scuole delleOrsoline di due istituti dellaperiferia di Atene, entrati instretta collaborazione con larete lasalliana di Grecia a par-tire dall’anno scolastico 2017-2018. Il corso di formazione hatoccato principalmente tre ar-gomenti: “La vita e l’opera diGiovanni Battista De La Salle”;“La rete lasalliana: amministra-

zione e istituzioni”; “Il progettoeducativo lasalliano”. Dopo gliinterventi, i partecipanti, divisiin cinque gruppi, sono stati in-vitati a lavorare per condivi-dere le proprie esperienze sulmodo in cui viene vissuto lospirito comunitario all’internodelle scuole di appartenenza. Èstata un’occasione per ritro-varsi e per vivere “insieme e inassociazione” la nostra missionedi educatori lasalliani.

Giornata di formazione dei nuovi insegnantinelle scuole della rete lasalliana

GRECIA

28

Cari giovani Lasalliani,è venuto nuovamente il momento di celebrare per l’11mavolta, dal 21 settembre al 21 ottobre 2017, le Giornate La-salliane Internazionali per la Pace (ILDP). Il tema di que-st’anno, Pace senza limiti, ci invita a trovare modi disostenere la pace in un mondo diverso da quello in cuiviviamo oggi. Come possiamo uscire dalle nostre zonesicure e continuare a essere segni di speranza per gliultimi, per i perdenti e per le minoranze? Come pos-siamo essere costruttori di pace e rendere più signifi-cativo il nostro impegno verso la MissioneLasalliana?

11a Giornata Lasalliana Internazionale per la Pace (ILDP)

Page 29: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

notizie

29

Il Sindaco di Beit Jala visita l’Università di Bethlehem

PALESTINA

Mercoledì 30 agosto, il sig. Ni-cola Khamis, Sindaco di BeitJala, ha visitato la BethlehemUniversity incontrando Fr.Peter Bray, Vice Cancelliere, eil Dr. Amal Hadweh, membrodel consiglio di fondazione.Fratel Peter ha accolto il signorKhamis e si è congratulato peril suo secondo mandato daSindaco, augurandogli tanto

successo. Fratel Peter ha infor-mato il Sindaco degli ultimiprogetti di sviluppo dell’uni-versità, che mirano a miglio-rare le prestazioni nell’offrireun’istruzione superiore di qua-lità per il popolo della Pale-stina, che è la principalemissione della Bethlehem Uni-versity. Ha sottolineato l’im-portanza del nuovo progetto

di costruzione che ospiterà laFacoltà di Infermieristica eScienze della Salute. Que-st’anno, solo 191 su 1126 candi-dati sono stati accettati a causadella mancanza di strutture espazio. Pertanto, il nuovo edi-ficio dovrebbe offrire più spa-zio e consentire a più studentidi aderire a una delle facoltà dimaggior successo della Bethle-hem University.Il signor Khamis ha ringra-ziato Fratel Peter per averlo ri-cevuto e per aver condiviso ipiani di sviluppo. Ha lodato ilavori che la Bethlehem Uni-versity sta facendo e haespresso ammirazione per ilaureati sfornati nel corso deglianni. Il sindaco, che è anche unnoto uomo d’affari, ha assicu-rato a Fratel Peter che farà delsuo meglio per garantire larealizzazione dei progetti perla Facoltà di Infermieristica eScienze della Salute.

Dopo l’uragano Harvey, è pervenuta una pressanterichiesta di aiuto da parte delle Suore Lasallianeche lavorano in Texas. L’uragano ha danneggiatola loro casa, il De La Salle Educational Center. La Cap-

pella è stata completamente allagata, ma anche ilcentro educativo e il convento. I pompieri hanno raggiunto le suore con una barcae le hanno salvate.Il De La Salle Educational Center è diretto dalle SuoreLasalliane del Vietnam, vicine alla comunità deiFratelli di San Jose, dove risiedono alcuni Fratellidel Vietnam. Le quattro suore svolgono diversi ser-vizi, tra cui assistenza per l’infanzia, tutoraggio, unprogramma di lingua vietnamita, catechismo,scautismo e ministero giovanile, nel centro educa-tivo e in parrocchia.Nella drammatica circostanza dell’uragano Har-vey, molti lasalliani hanno organizzato raccolte diogni genere per tutti coloro che sono stati colpitidalla furia devastatrice.

Durante l’uragano Harvey le suore lasalliane salvate da una barca

USA - TEXAS

Page 30: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

artistica lasalliana

30

La Salle in vena di facezie? Chi l’avrebbe mai pen-sato! Eppure c’è un episodio che ci svela questo latoinusuale del Fondatore. Anno 1713, La Salle si trova

a Marsiglia e, come spesso gli era accaduto in altre città,le contrarietà si accanivano contro di lui. Marsiglia era ilpassaggio obbligato di chi si recava a Roma e così glisembrò che la Provvidenza gli desse il tempo per far cal-mare le acque e gli aprisse il cammino per realizzare fi-nalmente un suo grande desiderio: andare a Roma perprostrarsi sul sepolcro degli Apostoli, fare atto di ossequioal Papa, chiedere l’approvazione del suo Istituto e infineincontrare Fratel Gabriel Drolin che si trovava solo da piùdi 10 anni. Patteggiò due posti sulla nave e si mise in at-tesa che il vento favorevole permettesse di sciogliere levele. Proprio il giorno in cui doveva imbarcarsi, fu rag-giunto invece da un’urgente chiamata dell’arcivescovodella città Mons. Henri-François-Xavier de Belsunce chelo convinse a rinunziare al viaggio per fondare una nuovascuola nella parrocchia di Nostra Signora des Accoulesdove non avrebbe incontrato difficoltà perché sarebbesorta sotto la sua diretta protezione. La Salle si convinsee ai Fratelli meravigliati, disse: “Eccomi tornato da Roma”.

In occasione delle celebrazioni del 3° Centenario del-l’arrivo dei Fratelli a Roma, ricordando quest’episodionella basilica di Santa Maria in Trastevere, il cardinaleRoger Etchegaray così si esprimeva: “Sfogliando un librosu questo 30 Centenario della vostra presenza in Italia, hotrovato diversi episodi che mi hanno colpito. Uno in par-ticolare ha richiamato la mia attenzione. Si riferisce al

Cesare Mariani, San Giovanni Battista de La Salle insegnante,ai Musei Vaticani

Rodolfo Meoli, Fsc

La Salle in Vaticano

Page 31: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

31

mancato viaggio di La Salle a Roma, quando aveva decisodi andare a trovare il Fratel Gabriel Drolin, rimasto solo aRoma. Stava per imbarcarsi a Marsiglia quando il Vescovodella città lo mandò a chiamare e lo convinse a rinunziareal viaggio... Ora, sapete, io sono stato Arcivescovo di Mar-siglia e in qualche modo vorrei riparare a quella poco op-portuna imposizione del mio predecessore scusandomicon La Salle, anche se, ormai, è troppo tardi. So però cheil Santo si è preso una bella rivincita, perché so come nel1937 fu trionfale l'ingresso a Roma dei suoi resti mortaliche ho venerato più volte, quandovi giunsero per essere collocati neltempio a lui dedicato presso laCasa Generalizia di Via Aurelia”.Anche il cardinale ha dato provadi un certo spirito.

Ma la presenza del La Salle aRoma non si avverte solo allaCasa Generalizia. Ha posti di ri-lievo anche in Vaticano: una bellae maestosa statua marmorea fusituata nella basilica di San Pietronel 1904, un privilegio riservatoai santi Fondatori di Congrega-zioni religiose. La statua fu scol-pita da Cesare Aureli, artista dallacopiosa produzione, prevalente-mente di soggetto storico e reli-gioso, di chiara derivazionecanoviana. L’Aureli era già notoall’Istituto per aver eseguito unastatua del La Salle ad ornamentodi una delle guglie della catte-drale di Reims. Per la statua inSan Pietro, prese spunto dalla scultura che l’artista fran-cese Jean-Alexandre-Joseph Falguière aveva realizzatoper il monumento dedicato al Santo al centro della piazzaSaint-Sever a Rouen. La grande statua alta metri 4,65, sitrova nella navata centrale della basilica vaticana, al se-condo livello del secondo pilastro a destra guardando l’al-tare papale. Ancora prima, però, un’altra grandeimmagine del Fondatore era entrata in Vaticano. Si trattadell’omaggio che l’Istituto fece a Papa Leone XIII nel 1888in occasione della Beatificazione del La Salle. Il grandedipinto a olio su tela di cm. 323x210 (con la cornice cm.383x273) rappresenta San Giovanni Battista de La Salleinsegnante. Nell’opera è illustrato il particolare momentodella lettura da parte di un alunno in piedi al centro deldipinto, mentre tutti gli altri, seduti, seguono con inte-resse e attenzione l’intervento del “maestro” La Salle. Èartisticamente notevole come il pittore abbia saputo co-gliere l’atmosfera della classe con immediatezza, quasi sitrattasse di uno scatto fotografico; tutti gli alunni sono

tesi all’ascolto del “maestro”, mentre l’insegnante titolaredella classe, situato a un lato del dipinto, segue anche luicon grande attenzione. L’autore del dipinto è Cesare Ma-riani, l’artista forse più famoso a Roma nella secondametà del XIX secolo. Aveva già lavorato per la ricostruitabasilica di San Paolo fuori le Mura tra il 1857 e il 1860eseguendo alcuni riquadri del ciclo Storie della vita di sanPaolo. Successivamente alla decorazione della chiesa diS. Maria in Monticelli, dove affrescò interamente la voltacon Eroine, il presbiterio con Cristo tra i fanciulli e Cristo

insegna alle turbe nell’atrio deltempio, la parete sopra l’organocon Mosè e il roveto ardente e Ilsogno di Giacobbe, la cantoriacon Santa Cecilia nel mezzo di uncoro di angeli. Eseguì affreschianche in S. Maria in Aquiro e S.Lucia del Gonfalone, in uno stiledefinito dai contemporanei «mi-chelangiolesco» per la «disinvol-tura del disegno» e l’«ampiezzadella composizione». Per realiz-zare questo dipinto l’artista si erarecato più volte alla scuola SanSalvatore in Lauro situata sul-l’omonima piazza di Roma, percogliere dal vivo situazioni e at-teggiamenti di alunni e inse-gnanti. Il dipinto fu inserito inun’artistica e preziosa cornice dilegno dorato. In alto, al centro, furaffigurato lo stemma del Ponte-fice; in basso quello dell’Istitutodei Fratelli delle Scuole Cristiane

(lo scudo con la stella e la scritta Signum Fidei). La col-locazione del grande dipinto ha subito vari trasferimentinel corso degli anni, ma dall’anno 2002 ha preso postodefinitivo, si spera, nella grande Sala Sobieski della Pina-coteca dei Musei Vaticani. In Vaticano c’è ancora un altrogrande dipinto di San Giovanni Battista de La Salle. Sitratta di quello che fu donato al Papa Leone XIII nel 1900in occasione della canonizzazione del nostro Fondatore(24 maggio 1900). Esso rappresenta il Santo de La Salleche, insieme a un nutrito gruppo di religiosi e ad alcunialunni, accoglie l’arcivescovo di Rouen, figlio del ministroColbert, in compagnia di Pontcarré, presidente del parla-mento locale, in visita alla scuola di Saint-Yon, nellagrande proprietà situata in un sobborgo di Rouen cheospitava i Fratelli dal 1705 con noviziato, convitto, cor-rezionale e casa generalizia. Il dipinto, olio su tela, fu ese-guito dall’artista Giovanni Gagliardi, pittore erestauratore fiorentino, col fratello Pietro Gagliardi di-pinse numerose opere in Firenze, Pisa e Roma. Un suo ri-

artistica lasalliana

Giovanni Gagliardi (1905), L’Arcivescovo di Rouen visitaSaint-Yon

31

Page 32: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

tratto, realizzato dal fratello Pietro, èesposto nel Museo di Roma a PalazzoBraschi. Anche questo dipinto era inse-rito in un’artistica e preziosa cornice dilegno dorato ora scomparsa.

Quando il dipinto fu donato al Papatrovò la sua collocazione nel Museo Pon-tificio che allora stava nel Palazzo Apo-stolico di San Giovanni in Laterano. Virimase fino al novembre del 1925,quando la pinacoteca fu trasferita al Pa-lazzo Apostolico vaticano. Questo dipintoperò andò a finire nel Palazzo Apostolicodi Castel Gandolfo. Il 13 luglio 1933 laFloreria Apostolica lo destinò al PalazzoS. Calisto (Trastevere), presso il PontificioConsiglio per la Pastorale per i Migrantie gli Itineranti, dov’è ancora collocato,senza cornice, come abbiamo detto.

Nel 1950 San Giovanni Battista deLa Salle fu dichiarato da Papa Pio XII“omnium Magistrorum pueris adule-scentibusque instituendis Praecipuumapud Deum Caelestem Patronum consti-tuimus et declaramus”. In quell’occa-sione Fratel Leone Napione, PostulatoreGenerale FSC e Ispettore dell’insegna-

mento religioso in Italia, insieme

all’AIMC e all’UCIIM, offrirono a Pio XIIuna splendida “cattedra”. Su di essa loscultore L. Venturini aveva illustrato iltema dell’educazione cristiana. In altolo stemma del Papa e la colomba delloSpirito Santo. Più in basso Cristo BuonPastore, venuto a insegnare la Verità,che arriva a noi attraverso la media-zione degli Apostoli Pietro e Paolo e deiPadri e Dottori della Chiesa. Più in bassoè il Papa stesso che, “ex cathedra”, di-spensa la Verità. Sulla base l’iscrizione:In occasione della proclamazione di S.Giovanni Battista de La Salle a Patronodei Maestri (15 maggio 1950), su solle-citazione “Unus est magister vester”.Sulle fiancate laterali figurano santieducatori e protettori dei giovani: Fran-cesco d’Assisi e Caterina da Siena, Pa-troni d’Italia, Giovanni Battista de LaSalle, Giuseppe Calasanzio, GiovanniBosco, Bartolomea Capitanio, ContardoFerrini… e scene dell’anno santo. Attual-mente la cattedra si trova nell’absidedella basilica di Santa Maria Maggiore.

Il La Salle dunque, “si è preso unabella rivincita”, come si espresse il car-dinale Etchegaray. ◆

artistica lasalliana

32

L. Venturini, Cattedra con il tema del-l’educazione cristiana, abside di S. MariaMaggiore

staserastasera

illumini il mio cielodi luce tenerezza

staseraho nell’anima la canzonedella speranza ritrovata

staseraho tra le manila gioia di una Vita nuova

staserarivedo il Tuo voltonel sorriso di chi mi ama

staserasento più di sempreche sei innamorato di me

staseraritrovo in meil Tuo cuore di bimbo

Gabriele Rosario Mossi, Fsc

Carlo Vagnetti, Presepio alla scuola La Salle, Roma

Page 33: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

33

Il gruppo dei giovani del De Merode, guidati dalprofessore Andrea Sicignano, anche quest’annoha avuto la felice idea di partire alla volta degliStati Uniti per affrontare “un percorso formativo,vocazionale e di educazione alla giustizia”.In sintesi, le tappe principali sono state:1. La visita alla casa dei Fratelli di Bedford

Park, una comunità mista di Fratelli e gio-vani laici del movimento “Lasallian volunte-ers”, che ha permesso ai ragazzi di scoprirela dimensione mondiale dell’esperienza la-salliana.

2. Tappa ad Ellis Island al Manhattan College, uni-versità lasalliana a New York, con visita al museodell’immigrazione e confronto con la storia del-

l’emigrazione italiana, dai ri-svolti spesso tragici.3. In un istituto accanto al

Manhattan College, iquattordici ragazzi del DeMerode si sono messi ingioco e con tanta delica-tezza, per tre mattine,hanno suonato, cantato,ballato, ascoltato e parlatocon gli anziani che vierano assistiti. “Ho scopertoquali sono le cose essenzialidella vita”, ha dichiaratouno dei ragazzi.

4. Altra tappa importante è stata alla ConcourseHouse nel Bronx, “dove donne con figli che hannosubito violenze possono rifugiarsi, avere un appar-tamento sobrio, un lavoro e la scuola”. I ragazzisi intrattengono con loro, danno lezioni di cu-cina, fanno alcune gite insieme tra cui, grazieal sostegno economico della ‘Giornata delCuore’ promossa dal De Merode di Roma, la vi-sione di un musical (Aladin) a Broadway.

Tutte queste iniziative e altre ancora avevano loscopo di far “riflettere e di creare, spiega Sici-gnano, una comunità di ragazzi che siano leadersnella nostra scuola per quanto riguarda il servizio aipoveri e l’educazione alla giustizia”.

Alla scoperta del variegato mondo lasalliano statunitense

USA - BRONX

notizie

Dal 15 ottobre si sono aperte le celebrazioni pro-mosse dai benedettini vallombrosani a Santa Pras-sede che festeggia il giubileo per i suoi 1200 anni. Labasilica è una delle più belle chiese di Roma. "Imosaici dei due archi e dell'abside del coro sono un verocapolavoro d'arte", ha detto il rettore della basilicaDon Pedro Savelli. Tra le reliquie, c’è quella im-portantissima della colonna della flagellazione diGesù. L'indulgenza plenaria è concessa per tuttoil periodo del giubileo (fino al 27 maggio 2018).

1200 anni della basilica di Santa PrassedeROMA

Page 34: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

notizie

34

2° Simposio delle vocazioni

lasalliane

NAPOLI - SCAMPIA

Dal 26 al 29 agosto u. s. si è svolto a Napoli il se-condo Simposio delle vocazioni, ospitato nella casadei Fratelli a Scampia. Erano presenti quattroAssociati, una giovane insegnante, una SignumFidei e due Fratelli. Il tema trattato era sullenuove comunità lasalliane, perché al centro dellevocazioni lasalliane (come di ogni vocazione) viè la fraternità per la missione, per cui è necessa-rio che si concordi una possibile formazione eanimazione di “comunità sostenibili”, consapevoliche “ripetere ci fa sentire sicuri, ma cambiare ci rendeliberi” (Robert Hass).Le varie meditazioni e la relativa condivisionehanno avuto quattro testi di riferimento: • Mt.12, 46-50, dove il Signore pone le basi della

nuova comunità;• Mt.16, 13-20, dove Gesù chiede alla comunità il

discernimento sulla sua missione nel mondo;• “Memoriale sull’abito”;• “Memoriale degli inizi”.I due testi lasalliani “fondazionali”, nonostantela distanza cronologica, sono stati un prezioso

aiuto per comprendere la nostra chiamata neldifficile contesto odierno e fare insieme discer-nimento nella fedeltà al carisma.Nel terzo giorno, c’è stata l’occasione di un’espe-rienza di ritiro al Goleto, antica Abbazia del XII°secolo, animata ora dalla Comunità Jesus Cha-ritas, i piccoli fratelli della Famiglia Charles deFoucault. Parlando e pregando con loro hannoimparato che il dono di un carisma può passareperiodi difficili per poi trovare nuove linfe se-condo la grazia creativa di Dio.“Il futuro reale è ciò che viene nel suo tempo proprio,e spesso fa a pezzi le nostre previsioni e piani” (KarlRahner). Nel 2018, anche cambiando tempisticae luoghi, si continuerà a riflettere su come creareNuove Comunità Lasalliane Sostenibili, perchéè la nostra chiamata oggi e perché questo è iltempo del discernimento.

Anna Lisa Malatesta

Donato Petti, Chi è Maria? 125 Questioni tra fede, storia e tradizione, Effatà Editrice,

Cantalupa, Torino, 2017, pp. 176, € 12,00.

Un libro su Maria, un viaggio alle radici della nostra fede, attingendo alle fonti dellaSacra Scrittura, della liturgia, della teologia, della storia, del Magistero della Chiesa,come anche della Tradizione e dei testimoni dell'esperienza cristiana. Donato Petti,Fratello delle Scuole Cristiane, ha messo insieme, in questo suo lavoro, tutti gli ele-menti per una “summa mariologica” che ci introduce, in modo del tutto originale,nella pienezza di vita della Madre di Dio.Educatore per vocazione, Donato Petti risponde, in questo importante libro, alledomande di un immaginario interlocutore, accompagnandolo nella conoscenzadella persona, dell'opera e della missione di Maria di Nazareth, attraverso le prin-cipali ricorrenze mariane dell’Anno liturgico.Il libro presenta i temi della persona e della vita di Maria di Nazareth, la sua coo-perazione nell’opera della redenzione, la sua presenza nella Chiesa e nel cultocattolico in maniera dialogica: le domande sono quelle che sgorgano normal-mente dalla mente e dal cuore di chi è in ricerca religiosa. “Chi è Maria?” è un

colloquio appassionato sui principali temi mariani, quasi un vademecum di mariologia nel quale ven-gono ripercorse le tappe del cammino spirituale della madre di Gesù, prototipo della santità cristiana.

Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei(dalla Presentazione)

IN VETRINA

Page 35: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

Istituto Filippin - Assemblea MEL

L’Assemblea della MEL(Missione educativa la-salliana), composta diFratelli e laici, viene ce-lebrata ogni quattroanni, esattamente unanno prima del Capi-tolo Provinciale.Quest’anno ha avuto

luogo all’Istituto Filippin,nei giorni 13-15 Ottobre2017. Suo compito è quellodi proporre al Capitolo deiFratelli suggerimenti riguar-danti la missione lasalliana.Emanazione dell’Assembleaè il Consiglio per la MEL

quale organo consultivo epropositivo, rinnovato pro-prio nei giorni di Paderno.Vissuti con partecipazioneattiva e con spirito costrut-tivo, sono risultati particolar-mente intensi e coinvolgentii momenti di preghiera.

notizie

La storia dei Fratelli in Malesiaè interessante e come in moltialtri casi l’inizio è avvenuto perla richiesta di un vescovo. Perla Malesia, P. Jean-Marie Beu-rel, un prete francese che cono-sceva e stimava i Fratelli per illoro lavoro in Francia, scrisse alSuperiore Generale nel 1844,ma ci vollero otto anni perchéottenesse i primi Fratelli. Nel1852 sei Fratelli, tre francesi,due americani e un irlandese, siimbarcarono da Anversa l’8 di-cembre e dopo circa quattromesi di mare, sbarcarono a Sin-gapore. Alcuni giorni dopo, tredi loro proseguirono per l’isoladi Penang. Da questo umile ini-zio, con sei fratelli in due co-

munità, la presenza lasallianasi è diffusa nell’Asia e nel Paci-fico con 472 Fratelli, 90 comu-nità e circa 200 sacerdoti. Ildistretto di Penang è stato ilfiore all’occhiello della regioneincludendo non solo la Male-sia, Singapore e Hong Kong maanche Burma, Tailandia e Filip-

pine. Dal punto di vista nume-rico, l’apice è stato raggiuntonegli anni ’60. La sola comunitàdi San Xavier contava circatrenta Fratelli che vivevano as-sieme. Oggi, purtroppo, si ha lostesso numero di Fratelliunendo insieme Hong Kong,Singapore e Malesia.

165 anni di presenza lasalliana

35

PADERNO DEL GRAPPA

MALESIA

Page 36: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

36

notizie

19 Ottobre 2017L’OIEC (Office International del’Enseignement Catholique) hascelto come suo quartiere gene-rale la Casa Generalizia dei Fra-telli delle Scuole Cristiane, in viaAurelia. A inaugurare la nuovasede è intervenuto l’arcivescovoVincenzo Zani, segretario della

Congregazione per l’educazionecattolica, il quale ha affermato:“Avere un coordinamento mondialecome l’OIEC è la risposta all’esi-genza per scuole e università di farerete tra di loro per sostenersi e farcircolare le migliori pratiche educa-tive”. L’OIEC è nato a Lucerna,in Svizzera, nel 1952, per inizia-

tiva di un gruppo di persone con-sapevoli dell’opportunità di sta-bilire rapporti di collaborazionenel campo dell’insegnamento edell’educazione. Riconosciutodalla Santa Sede nel 1956 comeorganizzazione internazionalecattolica e, in quanto Ong, ha sta-tuto consultivo presso l’Ecosoc,l’Unicef, il Consiglio d’Europa erapporti di collaborazione con laFao e il Bit.L’OIEC partecipa alla missionedella Chiesa promuovendo unprogetto educativo d’ispirazionecattolica e manifestando in senoalla comunità delle Nazioni lavolontà della Chiesa di collabo-rare all’opera educativa in tutti isuoi aspetti.

La Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane sede dell’OIEC

Fratel Jorge Gallardo de Alba, Vicario Generale, fa gli onori di casa

La Sessione Internazionale di Studi Lasalliani (SIEL) si è svolta dal 1° ottobre al 2 novembre 2017 conlo scopo di redigere una pubblicazione multidisciplinare, che confluirà nella Dichiarazione dell’edu-cazione lasalliana per il ventunesimo secolo. La sessione intendeva anche dare una risposta all’invitodel Superiore e del Consiglio Generale a essere “Lasalliani senza frontiere”. Tredici educatori lasal-liani, in rappresentanza delle Regioni RELEM, RELAL e PARC, hanno partecipato alla sessione.Lo staff SIEL di quest’anno era composto da cinque Fratelli: uno è della Fundación La Salle Argen-

tina (Fr. Santiago Rodriguez-Mancini), un altroproviene dalla Regione PARC, Fr. Manuel Paja-rillo e tre dalla Casa Generalizia (DiegoMuñoz,  Servizio Ricerca e Risorse RL, NestorAnaya, Segretariato MEL e Hilaire Raharilalao, Ar-chivi Lasalliani). Il Superiore Generale, Fratel Ro-bert Schieler, nel suo messaggio ai partecipanti haevidenziato alcune realtà dell’educazione lasal-liana d’oggi e li ha invitati a proseguire la rifles-sione sulla missione lasalliana per contribuire allaredazione della Dichiarazione.

ROMA

7a Sessione Internazionale di Studi Lasalliani: un invito a essere

“Lasalliani senza frontiere”

Casa generalizia

ROMA

Page 37: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

37

il punto

TRADIZIONE E TRADIZIONALISMO

A 25 anni dalla promulgazionedel Catechismo della Chiesa Cattolica

Studenti del Collegio La Salle di Manila (Filippine) marciano per l’abolizione della pena di morte.

“La Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al depo-sito della fede come qualcosa di statico. La Parola di Dio non può essere conser-vata in naftalina”. Con questo chiaro intervento il Papa ha precisato che ladottrina non la si può conservare “senza farla progredire né la si può legare auna lettura rigida e immutabile, senza umiliare l’azione dello Spirito Santo”, per-ché “è una realtà dinamica, sempre viva, che progredisce e cresce perché è tesaverso un compimento che gli uomini non possono fermare”. L’intervento di papaFrancesco porta un nuovo contributo nel dibattito accesosi dopo la pubblica-zione di Amoris laetitia e le aperture alla Comunione per le persone divorziate erisposate civilmente. Il Papa afferma che non è “cambiamento di dottrina”, macome insegna il Concilio, tradizione che “progredisce, cresce, tende incessante-mente alla verità finché non giungano a compimento le parole di Dio”. Non è laverità che cambia, ma la Chiesa che la comprende meglio. L’esemplificazioneviene con il tema della pena di morte. Il precedente Catechismo non la escludequando è “l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore lavita di esseri umani”. In realtà, il Vangelo invita a porci alla luce dell’amore. GiàGiovanni Paolo II e Benedetto XVI avevano chiesto l’abolizione della pena capi-tale nei Paesi in cui era ancora in vigore. Ora papa Francesco è intervenuto inmodo ancor più deciso: “Non siamo in presenza di contraddizione alcuna conl’insegnamento del passato, perché la difesa della dignità della vita umana dalprimo istante del concepimento fino alla morte naturale ha sempre trovato nel-l’insegnamento della Chiesa la sua voce coerente e autorevole”.Tali affermazioni sono una chiara risposta ai tradizionalisti e ai vari tradizionalismi.Prima di tutto c’è l’amore. “Il Catechismo della Chiesa Cattolica, diceva GiovanniPaolo II, deve tener conto delle esplicitazioni della dottrina che nel corso deitempi lo Spirito Santo ha suggerito alla Chiesa”.

Mario Chiarapini, Fsc

37

Page 38: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

38

notizie

Celebrato a Roma nei giorni scorsi il cinquantesimo di fondazione dell'OMA-AEEC, Organisation Mondiale des Anciens et Anciennes Élèves de l’Ensei-gnement Catholique. Il Congresso celebrativo si è svolto presso la Casa Ge-neralizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane nella Capitale, che è la sede ufficialedell'OMAAEEC (mentre la sede amministrativa è Parigi). Titolo generale delCongresso: "Persone e Valori per trasformare la società". Il Card. Giuseppe Versaldi, Prefetto della Congregazione per l'EducazioneCattolica, nel suo intervento d'apertura, ha trattato delle sfide dell'educazione

cattolica nella società interconfessionale,puntando l'attenzione sull'irrinunciabilericerca - in campo educativo - dell'uomointegrale nel suo contesto di persona, do-verosamente volto verso la trascendenzae intento al percorso dell'inclusione e aldialogo con l'umanità, in una ricerca del-l'uomo secondo natura, in un dialogo nonequivoco, in un pluralismo equilibrato,verso una rifondazione antropologica chedica un chiaro no al relativismo e a unsincretismo artificioso. È, dunque, laChiesa a riappropriarsi della Scuola, nellamisura in cui la Scuola stessa si riappro-pria di se stessa, per fronteggiare adegua-tamente - Chiesa, Scuola, Famiglia, Isti-tuzioni - il grave problema della rottura

del patto educativo. Così il progetto dei Fondatori delle scuole cattoliche potrà farsi risposta pienae moderna a questa sfida. Il numero elevato di paesi aderenti all'OMAAEEC (e di partecipanti alcongresso romano) dà un'idea di quanto siano considerate la scuola e l'educazione libera e cattolica(sarebbe interessante paragonare l'Italia col resto del mondo!). La Confederex italiana aderisce, fin dalla fondazione nel 1967, all'OMAAEEC. Una questione diforte impatto e problematicità è oggi costituita dalla cospicua e dinamica presenza, nelle scuolecattoliche nel mondo, di studenti di altre religioni. Tre massime emblematiche per gli ex allievi:"Ex Allievi, luogo di missione"; "Scuola Cattolica: si entra per apprendere, si esce per servire";"Conle mani nel mondo, le radici nel cuore". Ciò, sulla linea di quanto osservato dal Beato Paolo VI:"Oggi non si cercano più maestri: diamo allora testimoni!". Nel Congresso è significativamente emerso il proposito che gli ex allievi concorrano alla procla-mazione del Regno di Dio. L’OMAAEEC è un'organizzazione cattolica - come ha ben precisato ilnuovo Assistente Ecclesiastico, il Vescovo Ausiliare di Valladolid - che cura, proprio attraversol'opera degli ex-allievi, la diffusione della Dottrina Sociale della Chiesa. Il Congresso è culminato nell'udienza concessa dal Papa, nell’ambito della quale il Sommo Ponteficeha avuto modo, commentando il Vangelo del giorno, di additare la meta finale nella conquista delRegno di Dio, il Paradiso, una delle ultime parole pronunciate da Gesù sulla terra.Presente anche un’ampia rappresentanza della Confederex e di ex-alunni, nonché il PresidenteConfederex di Piacenza ed Emilia Romagna Maurizio Dossena.

ROMA

Il Card. Versaldi con il Presidente OMAAEEC, lo spagnolo José Antonio Cecilia

50 anni dell’OMAAEEC - Il Papa ha ricevuto i congressisti

Page 39: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

Il 13 ottobre, le Comunità Educative di Te-muco, la Scuola Francese e il Collegio De LaSalle, hanno svolto un pellegrinaggio per ilcentro della città verso la Cattedrale per rin-graziare Dio, per i 140 anni di presenza lasal-liana in Cile. L’Eucaristia, presieduta dalparroco Mario Ross e dal cappellano del Col-legio, Jaime Catalán, alla presenza di genitoried ex alunni, Fratelli e professori, è statamolto partecipata e ordinata.

CILE

Celebrazione dei 140 anni

dell’Istituto a Temuco

notizie

39

RELAF

Regione Lasalliana dell’Africa (RELAF)

Una nuova pubblicazione

di Fratel Pierre Ouattara

Fratel Pierre Saidou Ouattara, uno dei Consi-glieri Generali dei Fratelli delle Scuole Cri-stiane per la Regione Lasalliana dell’Africa eMadagascar (RELAF), e già Direttore Generaledell’Istituto CELAF, ha scritto il libro, “Educarealla vulnerabilità: un’esigenza del nostrotempo (Un approccio critico al concetto di au-tonomia)”, nel quale tenta di rendere ragionedella sua fede nella dinamica di una spiritua-lità dell’Incarnazione. Che cosa significa “vi-vere”? Su quale base siamo abilitati a viverecome esseri umani? Come possiamo diventaredatori di ospitalità in un mondo in cui, siamoa nostra volta ospiti? Gli esseri umani sono pernatura chiamati a salvare il mondo e salvan-dolo salvano se stessi. Pertanto, imparare a vi-vere nel mondo è una questione di vita o dimorte. Il libro risulta anche una buona rifles-sione sulle relazioni che l’essere umano ha conla propria vulnerabilità.

Che il prossimo Natalearrechi a tutti i nostri lettori

il dono prezioso della pace,che è Cristo,

al quale siamo chiamati ad aprire le porte della nostra anima.

Page 40: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

40

costituzione

L’Italia alla fine della II Guerra Mondiale

L’Italia esce dalla guerra in condizioni materiali e moralidifficilissime. È un paese in ginocchio: centi-naia di migliaia di persone sono sfollate: la-sciano le città e si ritrovano senza casa e senzacibo, e sono costretti a ricorrere a tutti i mezziper trovare qualche chilo di pasta, di burro, dicarne o qualche medicina. Diffuso è il contrab-bando, la prostituzione, il mercato nero. Moltipossiedono armi e l’ordine pubblico impensie-risce non poco le autorità politiche. La guerraha distrutto strade, ferrovie, industrie, abita-zioni. Danni ingenti si registrano anche nel-l’agricoltura e nella zootecnia. Una Nazionedivisa da rancori e risentimenti: tra fascisti eantifascisti, ricchi e poveri. E poi il grande nu-mero di morti e feriti: un’immane mattanza cui

l’Italia aveva dato il suo contributo di aggressore e vit-tima. Ma questo è anche un Paese orgoglioso, che vuolerisorgere e guarda al futuro con speranza. Le forze anti-

70ma ben portati:una sana e robusta Costituzione

Il 1° gennaio 1948 è entrata in vigore

la Costituzione Repubblicana.

Dopo 70 anni, un’occasione per

comprenderne la genesi,

l’importanza, l’attualità.

Le speranze dell’Italia dopo la Liberazione.

Emanuele Costa, Fsc

Page 41: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

costituzione

fasciste, riunite nel CLN, che guidano il Paese non soloprovvedono ai bisogni immediati (prestiti dall’estero, ri-presa del lavoro nelle fabbriche, pacificazione sociale),ma auspicano una rifondazione dello Stato che rompa colfascismo e quindi pensano di convocare un organo stra-ordinario, non previsto dallo Statuto Albertino: un’assem-blea democraticamente eletta e dotata di pieni poteri inmateria costituzionale. Nel giugno 1944, attraverso la“tregua istituzionale” si decide che non appena tutto ilterritorio nazionale sarà liberato il popolo voterà per sce-gliere tra monarchia e repubblica e per votare i membridi un’Assemblea Costituente che avrà il compito di redi-gere una nuova Costituzione.

Il voto del 2 giugno 1946

La campagna elettorale èvivace e ricca di colpi discena. Il più clamoroso èl’abdicazione del Re Vit-torio Emanuele III a fa-vore del figlio Umberto.I monarchici voglionoevitare il “salto nelbuio”, mentre i repubbli-cani nei loro accesi co-mizi sottolineano lecolpe e le collusionidella monarchia con ilfascismo. La Chiesa, daisemplici parroci alle altegerarchie, interviene in

modo massiccio sull’elettorato, soprattutto femminile(chiamato per la prima volta alle urne) per indirizzare ivoti verso la Democrazia Cristiana. Anche il Papa PioXII mette in guardia dal dare il proprio consenso a politiciche vogliono “uno stato materialista, senza ideale ultra-terreno, senza religione e senza Dio”.Finalmente arriva il gran giorno delle elezioni: quasi 25milioni di persone (89% degli aventi diritto) si recano alleurne. La decisione di far votare le donne apparentementevede tutti d’accordo, ma qualcuno teme che ad avvantag-giarsene siano le forze reazionarie, altri hanno timore chein Italia si instauri una “tendenza al matriarcato”. Unadelle poche donne elette, Angela Guidi Cingolani, conuna certa fierezza dice: “Peggio di quello che hanno fattogli uomini noi certo non riusciremo a fare”.Il referendum istituzionale stabilisce la preminenza dellaRepubblica (12.717.923 voti) sulla Monarchia(10.719.284 voti). Ci sono polemiche e accuse di broglielettorali (a causa di circa 1.500.000 schede bianche onulle), ma dopo una iniziale resistenza, il re Umberto II(chiamato il “re di maggio”) si inchina al volere del po-

polo e il 13 giugno parte da Roma e si ritira a Cascais, inPortogalloL’elezione dell’Assemblea Costituente prevede un si-stema elettorale proporzionale con voto “diretto, liberoe segreto a liste di candidati concorrenti”. Vengono eletti556 deputati, di cui solo 21 sono le donne. La Democrazia Cristiana con il suo 35% si aggiudica207 seggi, il PSIUP con il 20,7% prende 115 seggi, il PCIcon il 19% 104 seggi, Liberali e Repubblicani con l’11%prendono 64 seggi, l’Uomo Qualunque (formazione didestra che successivamente darà vita al MSI) con il 5,3%30 seggi. Altri seggi vanno a formazioni politiche minori.

I lavori dell’Assemblea Costituente

L’Assemblea si riunisce per la prima volta il 25 giugnodel 1946 sotto la presidenza di Vittorio Emanuele Or-lando, decano dei deputati.Successivamente sarà presieduta da Giuseppe Saragat e,dopo la scissione di Palazzo Barberini (febbraio 1947),da Umberto Terracini. Il 28 giugno l’Assemblea eleggel’insigne giurista Enrico De Nicola alla carica di “Capoprovvisorio dello Stato” in attesa di un Presidente dellaRepubblica eletto secondo le procedure previste dallanuova carta costituzionale.L’Assemblea delibera anche la nomina di una commis-sione ristretta, composta da 75 membri scelti dal Presi-dente sulla base delle designazioni dei gruppiparlamentari, con il compito di predisporre il progetto diCostituzione da sottoporre all’approvazione dell’interaAssemblea.La Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini, sidivide in tre sottocommissioni: la prima sui diritti e do-veri dei cittadini; la seconda sull’organizzazione costitu-zionale dello Stato; la terza incaricata di studiare ilineamenti economici e sociali. Concluso il lavoro delle sottocommissioni, la parolapassa a un Comitato di redazione, composto di 18 mem-bri, vero e proprio organo di raccordo tra le sottocom-missioni stesse e laCommissione dei 75che presenta il progettodi Costituzione, suddi-videndolo in “parti”, in“titoli” e in “sezioni”. La discussione del testoin Assemblea inizia il 4marzo 1947. Nella se-duta pomeridiana del 22dicembre 1947 sigiunge all’approva-zione definitiva dellanuova Carta Costituzio-

41

Le donne in Italia vanno a votare per la primavolta il 2 giugno 1946.

Una giovane donna (Anna Iberti) si rallegra per lavittoria della Repubblica (foto: Federico Patellani).

Page 42: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

nale con 453 voti favorevoli e 62 contrari su 515 presentie votanti. Il momento viene accompagnato dall’intona-zione dell’inno di Mameli da parte del pubblico delle tri-bune, imitato dai padri costituenti che si alzano in piedi.È nata “la Repubblica democratica fondata sul lavoro”.La nuova Costituzione entra in vigore il 1 gennaio 1948.L’Italia ha finalmente una “tavola di principi e valori, didiritti e doveri, di regole ed equilibri, che costituisce labase del nostro vivere comune” (G. Napolitano), scritta,tra l’altro, in una lingua meravigliosa, precisa e chiaranello stesso tempo.

Le idee cardine della Costituzione Italiana

I Costituenti provengono da tre tradizioni diverse:quella democratica cristiana, quella liberale e quella so-cialcomunista. Queste culture, spesso antitetiche, rie-scono a trovare un equilibrio, perché l’evento tragicodella guerra, il comune antifascismo, la consapevolezzadi vivere un’occasione e un momento storico irripeti-bile fanno sì che, le inevitabili, accese e contingenti po-lemiche politiche (allontanamento dei socialisti e deicomunisti dal governo, scissione dei socialisti, strage diPortella della Ginestra, approvazione dei Trattati dipace, etc…) non condizionino i deputati, tanto che,quando entrano a Montecitorio, mostrano un eccezio-nale senso dello Stato. Vi è un ascolto reciproco discambio ed avvicinamento sul piano ideale, di ricono-scimento di istanze e sensibilità comuni. Con un’effi-cace sintesi Roberto Benigni dirà: “I partiti sono divisiin tutto escluso su una cosa: essere uniti”. Molti dei Co-stituenti durante il fascismo sono stati in esilio o in car-cere e questo incide sul fatto che nell’essere propositivi,cercano i punti d’incontro e le soluzioni condivisibili.Prevale insomma lo spirito di moderazione e il sensodella missione. Le forze politiche cercano “i punti di contatto” (La Pira)e realizzano, come afferma Togliatti un compromesso,inteso non nel senso deteriore del termine, ma in quello

più propositivo. “La parola compromessonon ha in sé un senso deteriore. In realtà, noinon abbiamo cercato un compromesso conmezzi deteriori. Noi abbiamo cercato di ar-rivare ad una unità; cioè di individuarequale poteva essere il terreno comune sulquale potevano confluire correnti ideologi-che e politiche diverse, ma un terreno co-mune che fosse abbastanza solido perché sipotesse costruire sopra di esso una Costitu-zione».I singoli articoli più che punti di vista di sin-goli partiti esprimono punti di incontro traposizioni diverse. Ogni partito rinuncia e ac-

cetta qualcosa che non coincide con le proprie aspirazionipur di raggiungere l’accordo. Ognuno lavora non peregoistici interessi di bottega, ma per affermare ideali dilunga portata. E, visto che nessuno sapeva chi poteva vin-cere le prossime elezioni politiche, ci si preoccupa di pre-vedere e dare forti poteri di controllo alle minoranze (“ilvelo dell’ignoranza”).Come dice Piero Calamandrei, (uno dei Padri Costituenti,in un famoso discorso tenuto agli studenti milanesi nel1955) nella Costituzione noi troviamo non solo il megliodella cultura italiana del passato, ma anche il sacrificiodi tanti giovani che hanno combattuto per la libertà.“Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questacostituzione! Dietro a ogni articolo di questa Costitu-zione voi dovete vedere giovani come voi, caduti combat-tendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame neicampi di concentramento, morti in Russia, morti inAfrica, morti per le strade di Milano o di Firenze, chehanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potes-sero essere scritte su questa carta. Questa non è unacarta morta, questo è un testamento, un testamento dicentomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggionel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nellemontagne dove caddero i partigiani,nelle carceri dove furono imprigio-nati, nei campi dove furono impiccati.Dovunque è morto un italiano per ri-scattare la libertà e la dignità, andatelì o giovani, col pensiero, perché li ènata la nostra Costituzione”.

Nei primi dodici Articoli della Costituzione

i principi fondamentali

Valore della persona umana: La persona umana (ogni

42

costituzione

Il 27/XII/1947, il Capo Provvisorio dello Stato Enrico De Nicola firma tre esemplari dellaCostituzione. Con lui Alcide De Gasperi (Presidente del Consiglio), Umberto Terracini (Pre-sidente dell’Assemblea Costituente) e Giuseppe Grassi (Ministro di Grazia e Giustizia).

Emblema della Repubblica Italiana con iquattro elementi che la caratterizzano: la stella,la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia.

Page 43: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

43

persona umana) è un assoluto. “La persona non è unacellula, nemmeno in senso sociale, ma un vertice, dalquale partono tutte le vie del mondo”.Democrazia: Art. 1 - L'Italia è una Repubblica demo-cratica, fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelleforme e nei limiti previsti dalla Costituzione.Libertà: Gli artt. dal 13 al 21 riconoscono la libertà diessere se stessi e di essere lasciati in pace, ma anche do-veri di solidarietà politica, economica e sociale. Pluralismo: Art. 2 - La Repubblica riconosce e garanti-sce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sianelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità,e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di soli-darietà politica, economica e sociale.Uguaglianza: Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignitàsociale e sono uguali davanti alla legge, senza distin-zione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinionipolitiche, di condizioni personali e sociali.Lavoro: Art. 1 - L' Italia è una Repubblica democraticafondata sul lavoro.Art. 4 - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il di-ritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano ef-fettivo questo diritto.Autonomia: Art. 5 - La Repubblica, una e indivisibile,promuove le autonomie locali; attua nei servizi che di-pendono dallo Stato il più ampio decentramento ammi-nistrativo; adegua i principi ed i metodi della sualegislazione alle esigenze della autonomia e del de-centramento.Internazionalismo: Art. 10 - L'ordinamento giuri-dico italiano si conforma alle norme del diritto in-ternazionale generalmente riconosciute.Pace: Art. 11 - L'Italia ripudia la guerra come stru-mento di offesa alla libertà degli altri popoli e comemezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Il futuro della Costituzione

La Costituzione in questi 70 anni ha dimostrato unasorprendente vitalità e modernità, tanto che qualcuno l’hadefinita “la più bella del mondo”. Ma non sono mancatele critiche e le proposte di modifica. Ancora prima di pen-sare ad attuarla in modo completo da parte di molte forzepolitiche si pensa a modificarla, imputando a lei gli errorie le distorsioni della complessa dialettica politica italiana.Col pretesto della semplificazione istituzionale e del de-cisionismo si è insinuata l’idea che la Costituzione sia un“ferro vecchio” e che i mali della nostra società derivanoda un assetto istituzionale da cui bisogna liberarsi.Si sono istituite numerose Commissioni Bicamerali (Bozzi,De Mita-Iotti, D’Alema), altre volte si è pensato di modifi-carla a colpi di maggioranza (tradendo quello spirito unitario

che aveva animato la prima stesura) e il popolo, quando èstato chiamato a esprimersi su queste modifiche ha smentitoper due volte quanto deciso dal Parlamento e solo una voltaapprova la riforma del Titolo V, voluta dal centro-sinistra,ma i cui risultati, a detta di tutti, sono stati disastrosi non soloin termini di aumento della spesa pubblica, ma anche delcontenzioso tra Stato e Regioni.Una rivisitazione su specifiche norme costituzionali è ne-cessaria, ma occorre intervenire con cautela e prudenza,specialmente su temi che nel 1948 non erano di attualità:il rapporto con l’Europa, il federalismo, il saccheggioecologico, come snellire l’iter legislativo ed i poteri daattribuire al Presidente della Repubblica e al Presidentedel Consiglio.Ma se vogliamo che le cose vadano veramente megliooccorre che ci ricordiamo tutti dell’art. 54 della Costitu-zione: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedelialla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno ildovere di adempierle con disciplina ed onore, prestandogiuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Questa norma fondamentale sulla quale tutto si regge(o tutto crolla) ci parla di fedeltà, disciplina, onore, con-cetti desueti di cui sembra smarrito il senso. Dalle let-tura dei quotidiani si ha l’impressione che l’eticasembra scomparsa, emergono fatti sempre più sconcer-tanti e intollerabili. L’indignazione cresce di fronte al-l’enormità dello squallido e volgare spettacolo che

coinvolge parte rilevante del ceto politico e sembra ra-dicato nel sistema. In altri paesi i politici indegni o di-sonesti darebbero immediate e spontanee dimissioni. Larisposta dei nostri governanti, invece, è tutt’altra: eli-minare ogni possibilità di incriminazioni approvandoleggi pensate al fine di sfuggire alla giustizia. Leggi ditutti i tipi, pensate nell’esclusivo interesse degli inqui-siti. L’unica arma che hanno i cittadini non è quelladell’allarmismo o dell’indignazione, ma quella dellaconsapevolezza per cui nel momento in cui vanno a vo-tare prestano attenzione a chi danno la fiducia. E, in se-condo luogo, non rinunciano alla funzione di controllosu quanti ricopriranno certi ruoli. ◆

costituzione

L’Italia: un paese che farà ancora tanta strada.

Page 44: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

44

didattica

Dopo le filastrocche, le poesie.Anzi la poesia. Perché non sidovrebbero proporre poesie

senza aver fatto scoprire prima lapoesia del quotidiano, senza “renderevisibile l’invisibile”, senza dare “vitaalla vita”, secondo le felici espressionidi Alessandro D’Avenia in L’arte di es-sere fragili.

Gianni Rodari lo aveva già scritto:

Le favole dove stanno?Ce n’è una in ogni cosa:nel legno del tavolino,nel bicchiere, nella rosa.La favola sta lì dentroda tanto tempo, e non parla:è una bella addormentatae bisogna svegliarla…

E i piccoli sono bravissimi a sve-gliare la magia che si nasconde nellarealtà. È importante guidarli alla sco-perta. Scovare la poesia delle cose cheli circondano, insieme, per recuperarlee analizzarle poi in aula. Insieme. So-prattutto oggi quando i nostri alunnisono super alimentati dal cibo artifi-ciale delle immagini con il rischio cheperdano il senso del reale. “Senzasensi non c’è senso, perché non c’è in-telligenza”.

Alberto Castellani, Fsc

Mai come oggi occorre usciredall’aula per recuperare il rapportocon le cose concrete, riscoprire la Na-tura sporcandosi le mani (anche i ve-stiti), annusare l’aria, percepire ilcaldo e il freddo, ascoltare il silenzio,camminare tra le bancarelle di unmercatino, sdraiarsi su unprato con l’ombelico all’insù,di notte, ammirando le stelle.

Occorre giocare la cartadei sensi per raccogliere datiolfattivi, visivi... accendere lecinque telecamere di cuiognuno è dotato e filmare larealtà. Indovinare sapori earomi a occhi bendati, rico-noscere oggetti rinchiusi inun sacco soltanto con lemani, analizzare forme, di-mensioni, colori… condire iltutto con la fantasia: cosa tisembra quest’albero spoglio?E queste nuvole in cielo? Equesta musica cosa suscitanella tua mente?

Mettersi in contempla-zione con i piccoli dinanzi aun ciliegio fiorito, a un’apeche svolazza da un fiore dizucca all’altro, a una piantinadi pomodoro che diventa piùalta di loro, un panorama

Poeti si nascebasta non morire prima

mozzafiato; seguire il volo e il garriredelle rondini, l’attività febbrile di unformicaio; bearsi del profumo del ba-silico coltivato nell’orto della scuolae della fragranza e la dolcezza dei bi-scotti confezionati in aula; “ascoltarei volti” dei compagni di classe…

Anche i bambini possono muovere i primi passi nei sentieri del bosco dei poeti.Ai maestri il compito di dare le istruzioni per l’uso.

Page 45: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

didattica

È necessario ascoltare la voce delcuore per scoprire, prendere coscienzadelle emozioni, gestirle. Compito perl’estate: a settembre torna con unquaderno pieno delle tue emozioni,disegnate e descritte. Edoardo: “Oggisono felice di essere felice”. Alessio:“Maestro, oggi ho un’altra sorpresaper te… qualcosa di speciale fatto conle mie mani. È un portapenne che hocostruito con conchiglie, colla, sabbia,acquerelli, un barattolo, smalto, collaa caldo”.

Basta con il made by Grande Fra-tello dove tutto è stimolato dalle te-lecamere, tutto è finto, tutto palese,precotto, tutto artificiale e superfi-ciale, volutamente sensazionale. Oc-corre recuperare un pizzico d’intimità,scendere nella profondità delle cose edi se stessi, tenere vivo il senso dellameraviglia, del mistero, anche e so-prattutto con i piccoli.

Qualche volta, la scuola, potrebbeessere accusata di… infanticidio do-loso: soffoca il fanciullino di pasco-liana memoria: “È dentro noi unfanciullino che non solo ha brividi,come credeva Cebes Tebano che primoin sé lo scoperse, ma lagrime ancora etripudi suoi… noi cresciamo, ed egliresta piccolo; noi accendiamo negliocchi un nuovo desiderare, ed egli vitiene fissa la sua antica serena mara-viglia; noi ingrossiamo e arrugginiamola voce, ed egli fa sentire tuttavia esempre il suo tinnulo squillo come dicampanello…”.

Ricordo i mieimaestri Silvio e Anto-nio che, oltre a quellepresenti sul libro, dipoesie ce ne offrivanoaltre da custodire inun quaderno dallaclassica foderina nera,lucidissima, bordata dirosso. Dettato contor-nato da cornicette earricchito da un dise-gno. Spiegazione estudio a memoria. Unrito. Dalle poesie chesciorinavi a memoria,si capiva la classe chefrequentavi. Eranouna specie di cofa-netto che conteneva ivalori della società di allora. Un vade-mecum per la vita.

Poi sono nati tanti autori per ra-gazzi, i quaderni si sono arricchiti dinuovi testi poetici e di altro, soprat-tutto: parole difficili, analisi, para-frasi, rime e ritmi, figure retoriche,ritratto o foto del poeta, musiche disottofondo, dizione da palcoscenico enon solo cantilene.

A furia di analizzarle, le poesie, esmontarle come un giocattolo, glialunni sono riusciti a rubare i trucchidell’arte ai poeti passando dal ruolodi… consumatori (di versi) a quello diproduttori.

Tocca a noi maestri dare le istru-zioni per l’uso.

La poesia non è prosa: questa notae racconta, quella nota e connota. Laprosa si esprime attingendo alle “noveparti del discorso” e strutturando pe-riodi con soggetto, predicato e com-plementi; la poesia sussurra parole esuoni. La prosa la scrivi quando vuoleil maestro, la poesia quando hai l’ispi-razione, anche se per imparare l’ABCper comporla devi esercitarti ugual-mente senza. La poesia non aspetta ilpunto per andare a capo e usa parolenon comuni, ma non manda in va-canza la punteggiatura, l’ortografia, ilvocabolario, anche se concede qual-che licenza.

Allegoria, acrostico, sinestesia,anafora, enjambement, metafora,haiku, metrica, ritmo… non sono zan-zare anofeli.

Tocca a noi maestri inventarsi unlaboratorio di poesia: stabilire degliobiettivi in sequenza, dei tempi oltreil Natale, la Pasqua e le feste coman-date, leggere e gustare tante poesie,acquisire pian piano tecniche e cono-scenze per accrescere capacità ecompetenze.

Soprattutto tocca a noi maestricreare il clima giusto, assicurando ilrispetto della privacy al di fuori del-l’aula sui sentimenti espressi e abo-lendo il voto sulla produzione poetica,insomma svolgere il ruolo di “educa-

45

C’era una volta il quaderno delle poesie.

La gallina ha fatto l’uovonuovo nuovoe l’annunzia a tutto il mondogrande e tondo…(Fanciulli)

Casa mia, casa miapur piccina che tu sia,tu mi sembri una badia…(Pascoli)

Che dice la pioggerellina di marzo, che picchia argentinasui tegoli vecchi…(Novaro)

Non sempre il tempo la beltà cancellao la sfioran le lacrime e gli affanni;mia madre ha sessant’anni,e più la guardo e più mi sembra bella…(De Amicis)

Page 46: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

didattica

tori poetici” e non solo quello di “do-centi”, sensibilizzando alla bellezza eal gusto del testo sì, ma soprattuttoalla poesia della vita.

In una classe Quinta, dopo alcunimesi di educazione alla poesia, ispi-randosi al testo poetico Ritratto dellamia bambina di Saba, i ragazzi hannocomposto le seguenti poesie con lasemplice, semplicissima, tecnica delricalco, così giusto per cominciare amuovere i primi passi nei sentieri delbosco dei poeti. Provare per credere.

46

Il ritratto di mia sorellaGemma Tedeschini Ialli

La mia sorella con la penna in manoe la bocca grande come un divano,si mise a protestare:-Io dal dottore non ci voglio andare.Ed io mi misi a pensare:A chi potrebbe mai somigliare?a un giradischi,che fa tutti fischioppure a una radiolinail cui suono va dalla stanza da letto alla cantinao ancora a una vecchia canna da pescache quando la usi produceun suono peggiore della cartapesta?E ad altre cose fastidiose e rumorose.

La mia migliore amicaMarianna Poggi

È brava, bella e generosaanche se alcune volte capricciosa.- Amica - mi disse- voglio uscire con te.Ho un’amica fra tuttele persone del mondo.Dai suoi occhi brillantiho capito che voleva un ritratto.So a che cosa lei può somigliare.Di certo alla rosa coi petali morbididove lei si può posare e pensare.A cose belle da sgranare e raccontare.

Ritratto di una mia amicaCostanza Bianchi

La mia amica dalla parola saltellantecon il sorriso più grande di un elefante- Costanza – disse – vieni a giocare con me?Ed io capii a quali cosela mia amica potesse somigliare.Certo alla scimmia,all’allegra scimmiache va da un ramo all’altro,a quel suonoche contagia chi l’ascolta.Anche al gioco che più si ascoltae più diverte.E altre cose divertenti e allegre.

Ritratto di mia madrePietro Tabbì

Mia madre, con la borsa in mano,con gli occhi dolci e aria sognante.-Vieni, Pietro, - mi disse – andiamo a casa.Ed io pensai: Di tante parvenze che si ammiranoal mondo, io ben so a qualipotrebbe, mia madre, somigliare.Certo al cioccolato, al buon cioccolato,che a tempo debito, può essere mangiato.Oppure al burro, soave burro,che lei mi dà quando sono affamato.Ma anche ai giocattoli, divertenti giocattoli,che non fanno pensare ai ricordi tristi.E a molte altre cose, soavi e spassose.

Page 47: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

didattica

47

Ritratto del mio amico NicolaTommaso Bellatalla

Il mio Nicola con il temperino in manocon le gambe come quelle di una panterae con le scarpe invernali- Tommaso – mi chiese – andiamoa giocare a scacchi oggi?A chi potrei paragonare il mio Nicola.Ed io pensai: Di tante che si ammiranoal mondo, io ben so a quali coseposso il mio Nicola assomigliare.Certo a un tarpone, ai paurosi tarponi,che nelle fogne fan le feci,a quella puzza che esce maestosae mortale dagli escrementi,anche ai vermi, schifosi vermi,che nascono e muoiono nel chiaro terreno;e ad altre cose paurose e schifose.

Ritratto della mia compagna CostanzaLaura Bianchi

La mia compagna Costanza se n’è andata,treccine bionde e occhi azzurri come il mare,un braccialetto al polso.Quando l’ho saputo mi sono scese lacrime dagli occhi,ma poi ho pensato, ho pensato che mi ricordava qualcosa,oggetti multicolori;mi fa pensare al tramonto,quando il sole sparisce,ma il giorno dopo, eccolo lì,nel cielo a splendere;a un fiore, che quando sboccia,

sembra un sorriso;e quando si richiude sembra triste.Anche a un gatto, un dolce gatto arancione,che vuole tante coccole,e ti consola quando sei triste.A tante belle cose volevo paragonarlacome luce, buio e giochi con la palla.

Ritratto del mio mareCecilia Nati

Il mio mare,con la bocca immensache non si vede finire,e i suoi occhi in lacrime,sembra quasi che mi voglia dire:-Vai a chiamare tutti gli altrie fate un tuffo nel mio cuore.In quel momento mi metto a pensare:Questo mare per me può assomigliarea molte meraviglie, per esempioal temporale, che non termina mai,o alle foglie che si agitano col vento,leggero vento.

A proposito del centenario della 1a Guerra MondialeUn altro riuscitissimo studio storico del nostro carissimo ex-alunno e affiliato Claudio Andreoli.

Claudio Alberto Andreoli, Caporetto (1917) - Una disfatta tra cronaca e storia, Luoghiinteriori, Città di Castello 2017.

Dall’assassinio di Francesco Ferdinando d’Asburgo, alla deflagrazione della GrandeGuerra in Europa dal 1914 al 1916, fino al terribile 1917, la ricostruzione storica di Clau-dio A. Andreoli si focalizza sulle cause, i retroscena e i documenti inediti di quelli chefurono i veri testimoni della grande disfatta di Caporetto: gli ufficiali che vissero gliscontri e guidarono i battaglioni all’attacco.Dai mesi appena precedenti l’entrata in guerra dell’Italia, fatti di equilibrismi liminariin cui la politica italiana ondeggiò tra gli alleati della Triplice e la Duplice Intesa, finoal terribile sfondamento del fronte italiano e alla cronaca di una disfatta, a molti apparsa“senza resistenza”, il saggio conclude la sua rassegna storica analizzando le macchina-zioni del “dopo Caporetto”: per restituire alla storia almeno una parte di verità negatadall’omertà dei potenti corrotti. (Dalla 4a di copertina)

Page 48: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

Piuttosto che accanirci con diete sempre piùbizzarre e fantasiose, proviamo a chiederci diquale cibo ha fame la nostra anima.

temi educativi

Guido Orsi

Il cibo non riempiei vuoti dell’anima

Sono circa due anni (esattamente dai tempi di Expo2015) che non affrontiamo il tema dell’alimenta-zione anche se, nel frattempo, di acqua ne è passata

sotto i ponti.Qualche mese fa il Ministero della Salute ha pubblicato

un nuovo Quaderno dal titolo “Linee di indirizzo nazionaliper la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell’alimenta-zione” in cui vengono riportati i dati aggiornati sul temadella nutrizione e dell’alimentazione in Italia.

Come era prevedibile nel documento si parla appro-fonditamente dei principali disturbi alimentari qualil’anoressia nervosa (rifiuto sistematico del cibo finalizzatoa una continua perdita di peso) e la bulimia nervosa (as-sunzione incontrollata di grandi quantità di cibo con con-dotte compensative di svuotamento tramite vomitoauto-indotto o uso frequente di lassativi).

Aldilà della preoccupante “fotografia” del fenomenoa livello nazionale e della focalizzazione sul tema dellariabilitazione, viene citato un “relativamente nuovo” di-sturbo ancora poco conosciuto ma che sta influenzandoin modo crescente il nostro rapporto col cibo e i nostristili di vita.

Stiamo parlando del cosiddetto “BED - Binge eatingdisorder” ossia le famose abbuffate emotive che però,contrariamente alla bulimia nervosa, non prevedono con-dotte di svuotamento e quindi portano inevitabilmente aun notevole aumento del-l’obesità. Anche se il ter-mine anglosassone BED(tradotto significa disturboda alimentazione incontrol-lata) è ancora poco cono-sciuto, in realtà il fenomenoè in costante aumento alpunto tale che viene ripor-tato, con tanto di diagnosi,dal famoso DSM-V noto alivello mondiale come il ma-nuale di riferimento per i di-sturbi mentali.

In realtà tale disturbo rientra nel grande contenitoredei cosiddetti “emotional eating” ossia le pratiche diun’alimentazione sregolata come strategia compensato-ria alla propria incapacità di gestire le emozioni. In par-ticolare nei BED sono spesso le emozioni negative a farlada padrone spingendo la persona in una sorta di loop ge-nerato da un’oscillazione cronica tra desiderio smodatodi cibo (prima) e sensi di colpa (dopo).

Ma, come spesso capita al giorno d’oggi, ci si focalizzasempre più sul curare gli effetti del disturbo (ad esempiotramite diete restrittive) piuttosto che individuare lecause che generano tali condotte devianti. Il BED presup-pone due vissuti da parte del paziente: l’assunzione ec-

cessiva di cibo in assenza difame biologica e la totaleperdita di controllo in taleprocesso.

Le cause possono esseredi varia natura; si partedalle conseguenze di dieterestrittive alla tendenza aumore depresso fino ad ar-rivare a una scarsa auto-stima.

Ma non è questo che ciinteressa sottolineare inquesto momento quanto in-

48

Page 49: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

vece la scarsa conoscenza di questo disturbo che risultaessere l’ennesimo fattore aggravante della principale epi-demia (seppure non contagiosa nel senso tradizionale deltermine) di questo secolo rappresentata dall’obesità.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più voltericonosciuto il notevole impatto negativo delle dietesull’obesità proprio perché il regime restrittivo fisico nonpuò non generare un’inevitabile frustrazione a livello psi-cologico con conseguenti vissuti depressivi e altre alte-razioni dell’umore.

Eppure, nonostante ciò, i media ci bombardano di pro-dotti dietetici o dimagranti e, al tempo stesso, ci propon-gono in modo schizofrenico cibi sempre più calorici epoco salutari.

Ora pensiamo ai bambini di oggi che saranno gli adultidi domani; come potranno avere un sano rapporto con ilcibo (e di conseguenza col proprio corpo) quando tuttointorno a loro incita a condotte sregolate e prive di prin-cipi alimentari educativi?

Recentemente ho partecipato a un interessante conve-gno sul tema dei Disturbi Alimentari nel modo della moda.

È allo studio del Parlamento un disegno di legge che,come già avviene in Francia e Israele, vieti alle case dimoda di assumere modelle con la cosiddetta “taglia zero”in assenza di opportuna documentazione che attesti unadeguato stato di salute psico-fisica. Ciò significa che,auspicabilmente, in futuro una ragazza con palesi disturbialimentari (solitamente l’anoressia) non potrà più esibirsiin sfilate o report fotografici a fini pubblicitari. Certa-mente questo genererà forti resistenze dal mercato che,come al solito, tenta di forzare le situazioni sfavorevoliin virtù di uno strapotere economico e mediatico.

A tal riguardo auspichiamo che prevalga il buon sensoe che ci si renda conto che oggi l’abbondanza di cibo neipaesi occidentali dovrebbe rappresentare una ricchezzae un’opportunità mentre invece sta diventando semprepiù un problema quasi maggiore del fenomeno della famenel mondo. Recenti stime parlano di una spesa sociale

nella sfera del dieting e dei Disturbi Alimentari che superaquella che servirebbe a risolvere il fenomeno della mal-nutrizione nei paesi del terzo mondo.

In poche parole siamo arrivati al paradosso che l’ec-cesso di cibo in una parte del mondo comporta una seriedi problemi che generano una spesa addizionale superiorea quella che servirebbe per colmare la carenza di cibonella restante parte del pianeta.

Vandana Shiva, nota scrittrice-medico di origine in-diana, scriveva non tanto tempo fa : “Il corpo del bambinoobeso occidentale e lo scheletro di quello africano sono ilprodotto dello stesso sistema alimentare”. Forse, effetti-vamente, si sta perdendo l’orientamento del nostro “stareal mondo” essendo ormai avvolti da una morsa tra indi-vidualismo sfrenato e voglia di apparire piuttosto che diessere.

Uno spunto di riflessione importante viene dalla dif-ferenza semantica tra alimentazione e nutrizione.

Nel primo caso ci riferiamo al processo di introdurrecibo o nutrienti all’interno del nostro corpo; nel secondocaso si parla di tutti i processi bio-chimici che il cibo ge-nera una volta introdotto nel nostro corpo. L’alimenta-zione è un processo intenzionale e volontario fortementeguidato dalle nostre dinamiche psicologiche del momento

e dai nostri schemi acquisiti dalla fase di attacca-mento materno in poi. La nutrizione è un processoautomatico e involontario che parte subito dopoquello alimentare. Tutto questo avviene principal-mente sul piano fisico.

Viceversa, sul piano psicologico, il cibo del-l’anima è rappresentato principalmente dalle emo-zioni che generano, a seconda che siano positive onegative, quel senso di sazietà o di vuoto che poici spinge ad alimentarci a livello fisico in modo piùo meno funzionale. Quindi, piuttosto che accanircicon diete sempre più bizzarre e fantasiose, pro-viamo a chiederci di quale cibo ha fame la nostraanima. Se riusciremo a concentrarci sulla “sazietàemotiva” non avremo bisogno di cercare cibo ag-giuntivo a quanto già il nostro corpo è in grado dichiedere in modo naturale ed equilibrato. ◆

temi educativi

49

Page 50: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

50

Lett

ere a

l dire

ttore

Letter

e al

dire

ttor

eLett

ere al

diret

toreL

ette

re al

dire

ttore

Gentilissimo Direttore di Lasalliani,sono un ex-alunno delle ScuoleCristiane Lasalliane. Classe 1936.Mio padre, geometra, dalla se-conda metà degli anni trenta eradipendente dell’Opera NazionaleCombattenti (O.N.C.) , un ente pa-rastatale che si occupava della bo-nifica di terreni paludosi e dellaloro gestione distribuendo le areerisanate ai reduci della primaguerra mondiale. Agli inizi degli anni quaranta fu de-stinato alla sede dell’O.N.C. di S.Maria Capua Vetere (CE) respon-sabile della bonifica delle terre delbasso Volturno. Così tutta la nostrafamiglia da Roma si trasferì a S.Maria Capua Vetere dove esisteval’Istituto Vittoria Peccerillo, dalnome della benefattrice che loaveva destinato ai Fratelli delleScuole Cristiane, al quale i miei ge-nitori mi iscrissero e che io fre-quentai dalla prima elementarefino al quinto ginnasio cioè finoal 1951.Siamo poi ritornati a Roma doveho continuato i miei studi e doveho vissuto per il resto della miavita. Sono venuto in questi giornia conoscenza che l’Istituto Pecce-rillo aveva avuto delle difficoltà eche l’attività scolastica era stata de-finitivamente chiusa qualche annofa. Devo dire che la notizia mi haparticolarmente colpito: non riescoad accettare che nei luoghi doveio ho passato tanta parte della miafanciullezza e della mia prima gio-ventù non risuonino più le voci de-gli insegnanti e degli allievi e mi

sono tornati alla mente tanti epi-sodi legati a quel periodo. Ricordoin prima elementare fratel Gio-condo che prendeva da un arma-dio un vaso di vetro con il diavo-letto di Cartesio e lo faceva, connostra meraviglia, galleggiare o af-fondare con la pressione dellemani.Ricordo quando in mensa venivadistribuito il latte in ciotole di lu-cido alluminio e il pane, eccezio-nalmente bianco, perché nel frat-tempo erano arrivati i “liberatori”americani. E il fratello economo dal qualeprima dell’inizio delle lezioni ac-quistavamo materiale di cancelle-ria che faceva i giochi di parole trafoglio “protocollo” e foglio “primo-collo”. Era lo stesso che poi comeinsegnante di lingua francese ci di-ceva: “la ma, la ta, la sa.... e non lasa” per spiegare come in franceseil pronome possessivo non volessel’articolo. Era lo stesso dal qualeho appreso e ancora ricordo: “JeVous salue Marie, pleine degrace...”. E il Direttore che con fre-quenza mensile portava in classele pagelline e leggeva i voti di tuttigli scolari a partire dai meno bravi;una volta mi disse che quel meseavevo avuto un risultato pessimoe “se si potesse dire, pessimis-simo”, perché avevo perduto alcuniposti in graduatoria. Ricordo l’emo-zione quando venimmo a Romaper la Beatificazione del fratelloBenildo. E in teatro al saggio difine anno quando, considerate lemie origini romane, fui scelto perrecitare un poesia di Trilussa “Erleone riconoscente”.E la fine del mese di maggioquando si faceva la processione ingiardino per celebrare la Madonna:

processione che terminava con unpiccolo falò alimentato dai fioretti,piccoli pezzi di carta dove avevamoscritto le piccole mortificazioni cheavevamo fatto durante il mese peronorarla.Al termine dell’anno scolasticoc’era la grande cerimonia dellaconsegna delle medaglie. Venivacostruita una tribuna nel cortileprincipale con le spalle all’ingressodel giardino, dove sedevano gli al-lievi. Di fronte le poltrone per gliinvitati, tra i quali anche il Vescovodi Capua, e quindi i familiari deiragazzi. La cerimonia iniziava conil coro “Va’, pensiero, sull’ali do-rate” dal Nabucco di Verdi e ter-minava con la distribuzione dellemedaglie, che venivano assegnateper il profitto, la condotta e la re-ligione ed erano in oro, argentoe bronzo. Con tante possibilità, allafine nessuno restava senza avernealmeno una. Accanto al cortileprincipale, diviso da un muro, viera un altro cortile sterrato dovesi svolgevano, tempo permet-tendo, le lezioni di ginnastica, edove facevamo ricreazione e gio-cavamo a pallone. A destra en-trando dal portone d’ingresso c’eraun’ampia scalinata che portava alpiano superiore dove erano le aulee dove c’era la cappella nellaquale, a turno, servivamo la SantaMessa. E dove, il 9 giugno 1946,ho ricevuto la mia Prima Comu-nione. Avevo preparato da tempoqueste mie riflessioni e oggi, nelgiorno della festa di S. GiovanniBattista de La Salle, ho ritenuto difarvi partecipi di questi miei po-veri ricordi. Vi prego di scusarmi edi accettare i miei migliori saluti.

Giovanni Guj

Buon giorno Fratel Mario, leggendo la rivista LASALLIANI, ho trovato molto interessante il ricordo che ha fatto di Fratel Riccardo e

mi ha fatto ritornare alla mente il mio primo maestro di musica Fratel Pacifico, parlo degli anni 50. Forsequalcuno se lo ricorda. Io ho perso contatto con i miei compagni della gloriosa schola cantorum di queglianni, ma il ricordo dei miei maestri e di fratel Riccardo è sempre vivo.In particolare, ricordo, come ho detto, con grande affetto e gratitudine Fratel Pacifico che mi ha introdottoalla conoscenza della musica. Anni fa ho scritto una poesia in suo ricordo che mi farebbe piacere pubblicaresulla rivista.Cordiali saluti Roberto Ciotti

Lettere al direttore

Page 51: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

O tempora, o mores!

Maurizio Bettini

A che servonoi Greci e i Romani?

Einaudi 2017, pp. 147Euro 12,90

Consigli per la letturaa cura di Alberto Tornatora

in libreria

Versi che bruciano

Davide Rondoni

L’allodola e il fuocoLe cinquanta poesieche accendono la vita

La nave di Teseo, pp. 318Euro 17,00

Franco Nembrini è un carismatico professore che con le sue lezionidi letteratura riempie i teatri, le parrocchie e i centri culturali ditutta Italia, trascinando giovani e adulti alla scoperta di un’operache riesce a dar voce alle domande più profonde e autentichedell’uomo: la Divina Commedia. Con questo libro, che ripercorrela fortunata trasmissione televisiva da lui condotta su TV2000,Nembrini si inserisce in una gloriosa tradizione che, a partire daVittorio Sermonti e Roberto Benigni, sottrae Dante al chiuso delleaccademie per restituirne un’interpretazione popolare e attra-ente, permettendo così a noi lettori, grazie alla sua guida nell’im-mortale viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, di riscoprireancora una volta il fascino senza tempo del più bel libro che siamai stato scritto.

Una nuova letturadella Commedia

Franco Nembrini

In cammino con Dante

Garzanti 2017, pp. 288Euro 16,00

Ovidio è tra i classici più amati e più fortunati dell’antichità, e il suoastro non ha mai conosciuto eclissi. Autore di un’opera influentissimacome le Metamorfosi, è teorico del gioco amoroso, inventore dell’epi-stola sentimentale, maestro insuperato di stile. Ma con la sua para-bola biografica incarna anche la figura dell’artista decaduto cheacquista prestigio e gloria e, a un certo punto, finisce chissà perchéesule ai confini del mondo. Con lo stesso stile di Viva il latino, unendofulminanti intuizioni critiche, nuove traduzioni e una ricostruzioneappassionata della vita, Nicola Gardini ci accompagna alla scopertadi uno dei più grandi protagonisti della letteratura universale. Il suolibro è una travolgente indagine su una vicenda ancora misteriosa el’orgogliosa rivendicazione dell’importanza di un’intera civiltà lette-raria. Perché leggendo Ovidio riscopriamo ancora il miracolo della fe-licità che si crea tutte le volte che incontriamo un classico e, al tempostesso, compiamo il più civile gesto possibile: dare ospitalità allo stra-niero, offrirgli la nostra casa, metterci in ascolto delle sue storie.

Il poeta dei miti

Nicola Gardini

Con OvidioLa felicitàdi leggere un classico

Garzanti 2017, pp. 188Euro 14,00

Questo libro non è una antologia. Non è nemmeno un vero e propriolibro di poesie. La poesia, del resto, non è mai stata una faccenda dilibri. L’hanno fatta passare per una cosa di libri solo di recente, ehanno sbagliato. Lei infatti non ci sta. Con grave scorno di editori,professori e letterati.L’unica risposta a che cosa serva la poesia è il vertiginoso suono dellaparola “niente”. La poesia, arte della parola, è poco più che aria, unrichiamo che non ha bisogno di essere capito, bensì di essere com-preso nell’alternanza di alti e bassi e scoperte della vita. Come l’allo-dola che invisibile nel passaggio dalla notte al giorno offre il suocanto, la voce dell’anima e della sapienza nascosta per i poeti antichi.Un’allodola, sì, ma di fuoco, perché la poesia è il carburante chemuove il motore del mondo.Davide Rondoni esplora la letteratura in versi di ogni luogo e di ognitempo in un libro dedicato a chi pensa di non essere in grado di leg-gere la poesia, ai più giovani, a chi sta cercando qualcosa, a chi vuolecorrere il rischio di accendere la propria vita.

Sempre più spesso a chi si occupa di discipline umanistiche - e so-prattutto classiche - viene chiesto: «A che cosa serve?» MaurizioBettini, docente di Filologia Classica all’Università di Siena, cispiega che dietro questa domanda agisce una rete di metaforeeconomiche usate per rappresentare la sfera della cultura («gia-cimenti culturali», «offerta formativa», «spendibilità dei saperi»,«crediti», «debiti» e così via). A fronte di tanta pervasività di im-magini tratte dal mercato, però, sta il fatto che la storia testimo-nia una visione ben diversa della creazione intellettuale. La civiltàinfatti è prima di tutto una questione di pazienza: e anche la no-stra si è sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazioneculturale non si è chiesto immediatamente «a che cosa servisse».In particolare, è proprio lo studio dei Greci e dei Romani a meri-tare questa pazienza: soprattutto in Italia, un paese la cui enci-clopedia culturale è stata profondamente segnatadall’ininterrotta conoscenza dei classici. Se si vuole mantenereviva questa presenza, però, è indispensabile un vero e propriocambiamento di paradigma nell’insegnamento delle materie clas-siche nelle nostre scuole.

Page 52: 83/2004 del 5 marzo 2004 Trimestrale dei Fratelli delle ... · Guido Orsi - Alberto Tornatora Collaboratori e Corrispondenti: Bruno A. Bordone, Marco Camerini, Nazzareno Caporello,

SCUOLA PARITARIA SAN LUIGI | Piazza Mons. Pennisi alessi, 3 | 95024 acireale

tel. (+39) 095 607047 - Fax (+39) 095 7632173

www.sanluigi.it | e.mail: [email protected]

Fratelli delle scuole cristiane

ISTITUTO SAN LUIGIscuola dell’infanzia | scuola Primaria | secondaria di i° Grado

Gra

fica

: A

less

ia C

arr

aro

UNA TRADIZIONE EDUCATIVA

SECOLARE PER

LA FORMAZIONE

INTEGRALE

DEL RAGAZZO


Recommended