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AmiciGesùgennaio2011

Date post: 22-Mar-2016
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A RivistadelMovimentoLaicalePassionista“AmicidiGesùCrocifisso” Gennaio - Febbraio 2011 - Anno XII n. 1 In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Gennaio 2011 2 San Paolo della Croce (1694 – 1775). di P. Alberto Pierangioli
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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” Gennaio - Febbraio 2011 - Anno XII n. 1 In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi SOMMARIO 2. P.A.Pierangioli S. Paolo d.C.: 1 - Chiamata a una grande missione 3. P.A.Pierangioli S. Paolo d.C.: 2 - Solo con Dio: Esperienza del Castellazzo 4. P.R.Cecconi I – Meditiamo con il Vangelo di Matteo 5. M.G. Coltorti VIII – La santità è amore 7. A.Caramico Carta dei diritti della famiglia 8. F. Cortigiani Maria, madre dell’Eucaristia e della Passione 10. P.O.D’Egidio I Laici nel Sinodo della Congregazione 11. P.L. Temperilli Passionisti all’onore della Cronaca 12. P.A.Pierangioli Lettere al Direttore 13. Vari Testimonianze 15. Direzione: Programma di formazione 2011
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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Gennaio - Febbraio 2011 - Anno XII n. 1

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SOMMARIO2. P.A.Pierangioli S. Paolo d.C.: 1 - Chiamata a una grande missione3. P.A.Pierangioli S. Paolo d.C.: 2 - Solo con Dio: Esperienza del Castellazzo4. P.R.Cecconi I – Meditiamo con il Vangelo di Matteo5. M.G. Coltorti VIII – La santità è amore7. A.Caramico Carta dei diritti della famiglia8. F. Cortigiani Maria, madre dell’Eucaristia e della Passione10. P.O.D’Egidio I Laici nel Sinodo della Congregazione11. P.L. Temperilli Passionisti all’onore della Cronaca12. P.A.Pierangioli Lettere al Direttore13. Vari Testimonianze15. Direzione: Programma di formazione 2011

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Paolo Francesco Danei, detto poidella Croce, nacque in Ovada (Al)il 3-1-1694 e morì a Roma il 18 –

10-1775. Fu il primo dei sei figli, su 15nati, che sopravvissero alla mortalitàinfantile. Alto m. 1,75, era di forte costitu-zione, per cui, nonostante una vita moltopenitente e gli attacchi di varie malattie,giunse a quasi 82 anni di età, mentre lamedia della vita si aggirava allora sui35/40 anni. Visse una parte importantedella vita sul promontorio dell’Argentario(GR), che formava lo “Stato dei Presidi”,una piazzaforte militare di prim’ordine,contesa tra Spagnoli e Austriaci. Vide 4guerre e spesso vi fu coinvolto, esercitan-dovi la sua eroica carità.

Così lo descrive il suo primo biografos. Vincenzo M. Strambi: “Fu di presenzagrave e maestosa. Amabile. Alto di statura.Di volto sereno e naturalmente modesto.Di occhio vivo e sereno. Di fronte elevatae spaziosa. Di voce chiara, sonora e pene-trante. Di maniere piene di affabilità erispetto. Il suo temperamento era sangui-gno ed assai sensibile”. Per questo caratte-re, sentiva fortemente ogni avvenimentogioioso o doloroso ed era esposto a moltesofferenze psicologiche. Era nota a tutti lasua affabilità, la gentilezza nel trattare congarbo ogni persona. Era considerato echiamato “la mamma della comunità”.Univa grande prudenza e una forte decisio-ne nel compiere quanto deciso.

Nella sua formazione fu rilevante l'in-flusso dell'ambiente familiare, in cui igenitori, Luca (+ 1727) e Anna MariaMassari (+ 1746), davano esempio di unagrande fede in Dio, di una sincera devozio-ne a Gesù Crocifisso da cui attingevano ilcoraggio per una dedizione senza limiti aifigli. Paolo attinse molto dalla devozione aGesù Crocifisso della mamma; aiutò pertanti anni il babbo nel commercio, unicafonte di sostentamento per la famiglia.Intraprese a questo scopo anche moltiviaggi.

Un valido aiuto formativo egli lo trovòanche nelle confraternite, che raccoglieva-no i laici migliori e li impegnavano nellavita di fede e nelle opere di carità. Si dedi-cò agli studi secondo le possibilità che glioffrirono i continui trasferimenti dellafamiglia. Dotato di buona memoria e otti-ma intelligenza, poté acquistare una buonacultura generale e teologica.

Nel 1713, sui vent’anni, Paolo ascol-tando un discorso del parroco, fu talmente

1 – S. Paolo della Croce: chiamata a una grande missionedi P. Alberto Pierangioli

folgorato interiormen-te dalla grandezza edall’amabilità di Dioda vedere in modototalmente nuovo lasua vita. Ebbe il donodi una contrizionetanto grande dei suoidifetti che fece unaconfessione generale,battendosi il petto conuna pietra e proponen-do di «darsi ad unavita santa e perfetta».L'effetto immediato diquesta «conversione»,come lui la chiama, fuscoprire Dio come «ilsuo Dio», «il suoAmato Bene», come«l'Immenso», “ilTutto”, «l'InfinitaBontà». Capì chedoveva aderire a Diopassando per il miste-ro pasquale di Cristo,che divenne per lui“l’Amore Crocifisso”.Questo evento segnòl'inizio di un profondocambiamento interio-re, che lo rese disponi-bile ad accogliere lavocazione particolareche Dio gli donava.

In questo climamaturò il desiderio del martirio per difen-dere la fede, per cui accolse l'invito lancia-to ai cristiani da Clemente XI, nel 1715,perché si arruolassero come crociati peraiutare Venezia a difendere dai Turchi l'oc-cidente cristiano. Mentre si trovava aCrema per l'arruolamento, il 20 febbraio1716, entrò in una chiesa per adorare il SS.Sacramento esposto per le quarantore ecomprese che non era chiamato alla difesaarmata della fede cattolica. Tornò in fami-glia continuando ad aiutare il babbo men-tre sviluppava la sua vita spirituale rice-vendo particolari illustrazioni interiori suimisteri della fede.

Nel 1717 ricevette la prima illumina-zione circa la sua vocazione: si sentì inte-riormente spinto a ritirarsi in solitudine perfare «vita penitente con altissima povertà».Entro il 1718 ebbe un'altra illuminazioneinteriore di «radunar compagni per starepoi uniti assieme per promuovere nelle

anime il santo timore di Dio». Nell'estatedel 1720 ebbe l'illuminazione decisiva.Mentre tornava a casa da una messa, vici-no alle mura del paese, si vide interiormen-te vestito di un abito nero su cui spiccavaun cuore col nome di Gesù e l'indicazionedella sua passione, con una croce sopra ilcuore. Comprese che doveva vestire cosìper ricordare la passione di Gesù e pro-muoverne la «memoria» nei fedeli. «Dopola visione della santa tonica con il ss.mosegno, mi ha dato Dio maggior impulso dicongregare compagni e, con il permesso diS. Madre Chiesa, fondare unaCongregazione intitolata: “I Poveri diGesù”. Il mio Dio m'ha fatta restare infusanello spirito la forma della Regola santa daosservarsi dai Poveri di Gesù e da me» (L.IV,219). Ora era chiara la strada da percor-rere per passare dal commercio alla grandemissione di apostolo del Crocifisso.

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In Copertina:Roma, basilica dei Santi Giovanni e Paolo 30-09-10:

Concelebrazione presieduta dal P. Generale, Ottaviano D’Egidio, per la giornata di spiritualità AGC

San Paolo della Croce (1694 – 1775).

Gennaio 2011

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Paolo Francesco Danei avevacapito che Dio lo chiamava adessere l'innamorato e l'apostolo

del Crocifisso. Presto incominciò a fir-marsi come “Paolo della Croce”. Perseguire questa vocazione rinunciò aproposte di matrimonio e a una ereditàlasciatagli dallo zio sacerdote. Ildiscernimento lo continuò durante il1720 con il vescovo di Alessandria,mons. Francesco A. di Gattinara (+1743). Questi, dopo averne ascoltatola confessione generale ed averci par-lato a lungo, si assicurò della credibili-tà di quanto il giovane affermava.Scrive Paolo: “Io tutto confidavo conlui, che con benignità mi sentiva e mifaceva porre in carta quanto mi passa-va per la mente, e quello che era mira-bile, piangeva anche lui di contentez-za”. D’accordo con il vescovo, la seradel 21 novembre 1720 Paolo fa unascelta dolorosa: dà l’addio alla fami-glia, superando tentazioni, contrasti,desolazioni interne, aridità, paura dinon farcela, compassione per la fami-glia che lasciava in grandi bisogni (CfrLt. I,411). Il 22 novembre 1720, gior-no di venerdì, il vescovo lo riveste diun abito nero di penitenza come uneremita.

I 40 giorni di CastellazzoPer avere poi un pieno discerni-

mento vocazionale, il vescovo glichiese di ritirarsi per 40 giorni nellachiesa di san Carlo a Castellazzo (Al),di annotare ogni giorno quanto passa-va nel suo spirito e scrivere la regolaper la progettata congregazione. Paolo

visse giorni di grandi prove spirituali,ma anche di profonde esperienzemistiche, specialmente circa laPassione di Gesù e l’Eucaristia. Grazieall’ordine del vescovo, abbiamo avutoil Diario spirituale dei 40 giorni, undocumento eccezionale di esperienzamistica, che permette di conoscere l'al-tezza spirituale del santo a 27 anni. Inesso troviamo quei principi che saran-no il fulcro della sua spiritualità e delsuo insegnamento: la comprensionedella partecipazione alla passione diGesù come norma di vita cristiana; lapercezione di Dio come «l'Immenso»in cui immergersi passando per la pas-sione di Cristo, il valore della soffe-renza come dono divino per megliocondividere la sorte di Gesù crocifissoe RISORTO.

Il resoconto, quasi quotidiano, deiquaranta giorni passati da Paolo nellacelletta di Castellazzo presenta i suoistati d’animo, continuamente oscillan-ti tra desolazione e consolazione, i car-dini del suo cammino spirituale (laMessa e la Comunione, l’orazionementale e l’adorazione eucaristica, laLiturgia delle Ore) e le penitenze(digiuno, lavoro, poco sonno).

Dal 2 al 7 dicembre 1720, scriveanche le Regole per la nuovaCongregazione.

Così confidava Paolo stesso a unconfratello: “Il 22 novembre, venerdì,giorno in cui fui vestito dal Vescovo,mi ritirai sotto il campanile della chie-sa di S. Carlo, a Castellazzo, e quivistetti quaranta giorni, facendo tre ore

d’orazionecontinua equotidianaavanti il SS.Sacramentoe poi scrive-vo subito insagrestia leregole e les c r i v e v ocon tale pre-stezza, come se vi fosse stato qualcunoa dettarle! Oh, quanto ero contentomentre mi trattenevo in quel tugurio!Campavo di elemosina, ed il mio ciboera un poco di pane ed acqua, dormen-do su poca paglia” (Proc. 3, 205-4,315).

L’esperienza del Castellazzo fu perPaolo come i 40 giorni di Gesù neldeserto, dove fu tentato dal diavolo edebbe la compagnia degli angeli. Imezzi sono gli stessi: solitudine, peni-tenza e preghiera.

In quaranta giorni passati nellacontemplazione divina, Paolo raggiun-ge la piena consapevolezza dell’amoredi Dio che ha la sua massima espres-sione nella Passione di Cristo: medita,raccontando a Gesù la sua Passione,fino a sentire in sé gli stessi dolori cheGesù ha patito sulla Croce. Già nelprimo giorno scrive: “Non desideroaltro che d'esser crocifisso con Gesù”.Sente l’urgenza della salvezza delleanime, Il 4 dicembre scrive:“Desidererei esser scarnificato perun'anima; mi pareva languire vedendola perdita di tante anime, che non sen-tono il frutto della passione del mioGesù”. Prima di iniziare a scrivere laRegola, vede in cielo i santi Fondatoriche stanno pregando per la nuova con-gregazione. Dopo anni di purificazio-ne, in breve tempo Paolo scala le vettepiù alte della mistica cristiana.L’esperienza di Castellazzo sfocia il 1°gennaio in “una divina natività” diPaolo, che esce da essa come “uomonuovo”: entrato nella celletta come un“novizio”, ne esce “Fondatore”!

Viene consigliato di rivivere que-sta esperienza a chiunque vuole appro-fondire e vivere sul serio la spiritualitàpassionista, religiosi e laici, da solo oin piccoli gruppi, ma è necessarioricreare anche il clima di fede e dispo-sizioni interne ed esterne vissute aCastellazzo da S. Paolo della Croce.

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2 - Solo con Dio: Esperienza del Castellazzodi P. Alberto PierangioliFebbraio 2011

Amici di Gesù Crocifisso presso la chiesa di San Carloa Castellazzo Bormida AL.

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tra Dio e l’uomo sin dal momentodell’incarnazione.

Il sangue di Gesù, ricondu-cendo l’uomo a Dio, gli ottiene anchela remissione dei peccati. Secondol’evangelista Matteo, il nome Gesùesprime qual è il nucleo della missionedel Figlio: salvare il suo popolo daipropri peccati (Mt 1,21). Dunque lamorte in croce di Gesù, lungi dall’es-sere un fallimento, dà compimentoalla sua missione. È lì che si attuaquella salvezza per la quale il Figlio siè fatto uomo, è li che l’uomo vieneriscattato, cioè liberato (cf. Mt 20,28)dai legacci del peccato (Mt 26,28).

Il tutto avviene nella cornicedella cena pasquale (Mt 26,17-19) persignificare che nel mistero pasquale,attuato ogni volta che si celebra laCena del Signore, avviene la redenzio-ne dell’uomo, l’edificazione del popo-lo del Signore.

…nella prospettiva di unacomunione senza limiti

Nel contesto dell’istituzionedell’Eucaristia, Gesù dà anche l’addioai suoi discepoli: da quel momentonon gusterà più del frutto della vite (v.29a).

Tuttavia vi sarà un giorno incui lo berrà nuovo con loro nel regnodel Padre suo (v. 29b). Con queste

parole Gesù allude alla propria risurre-zione, fondamento di quella comunio-ne tra lui e i suoi discepoli che varche-rà le soglie di questa esistenza terrenaper trovare compimento nella vitaeterna. Già in un altro passo delVangelo Gesù parla della comunionedefinitiva che vige tra i suoi fedeli nelregno dei cieli con l’immagine delbanchetto (Mt 8,11). In questo modol’Eucaristia, oltre che essere memoria-le della morte e risurrezione di Gesù,diventa prefigurazione, cioè anticipodella comunione gioiosa che l’uomoavrà con lui nel tempo che verrà.

La Buona Notizia

L’immolazione di Gesù sulla crocerappresenta per l’uomo l’inizio dellavera vita, caratterizzata dalla comu-nione con Dio e dalla purificazione deipeccati. L’Eucaristia, rendendo pre-sente il sacrificio della croce, fa sì chela salvezza operata da Cristo raggiun-ga l’uomo di ogni tempo nella situa-zione concreta in cui si trova, facendo-gli sperimentare sin da ora la gioiaultraterrena. Tutto ciò non può che tra-sformare il cristiano, rendendolo saledella terra e luce del mondo (Mt 5,13-14), a gloria di Dio Padre (cf. Mt5,16).

[email protected]

Carissimi Amici, inquesto nuovo annomeditiamo insieme

alcuni brani del vangelo diMatteo che ci aiutano aconoscere e ad amare Gesùpiù profondamente, così daseguirlo giorno per giorno,nel percorso che, passandoattraverso il rinnegamento disé e la croce, conduce allasalvezza. Iniziamo con la let-tura-ascolto del racconto del-l’istituzione dell’Eucaristia.26Ora, mentre mangiavano,Gesù prese il pane, recitò labenedizione, lo spezzò e,mentre lo dava ai discepoli,disse: “Prendete, mangiate:questo è il mio corpo”. 27Poiprese il calice, rese grazie elo diede loro, dicendo:“Bevetene tutti, 28perchéquesto è il mio sangue del-l’alleanza, che è versato permolti per il perdono dei pec-cati. 29Io vi dico che d’ora inpoi non berrò di questo fruttodella vite fino al giorno incui lo berrò nuovo con voi, nel regnodel Padre mio”.

Gesù, vita e riconciliazio-ne dell’uomo…

Il brano che stiamo meditan-do è di fondamentale importanza, per-ché getta una luce sulla morte di Gesù,aiutandoci a comprenderne, almeno inparte, il significato più profondo.

Gesù benedice e ringrazia ilPadre per i doni della creazione (vv.26-27) i quali diventano, per la poten-za della sua parola, segni efficaci dellagrazia. Il dono della sua vita, attuatosulla croce (cf. Mt 20,28), diventa,sotto il segno del pane, nostro nutri-mento, vita della nostra vita. La suaimmolazione sull’altare della crocediventa, sotto il segno del vino, allean-za, remissione dei peccati.

L’alleanza a cui si fa riferi-mento è quella di Es 24,8. In quel con-testo il sangue dell’alleanza, versatometà sull’altare (Es 24,6) eretto daMosè e metà sul popolo (Es 24,8),suggella l’adesione di quest’ultimo allibro dell’alleanza (Es 24,7), conte-nente tutte le parole del Signore (Es24,4). Alla luce di questo passo possia-mo dire che il sangue che Gesù,l’Emmanuele, il Dio con noi (cf. Mt1,23), versa sull’altare della croce dàcompimento alla comunione ristabilita

4 I - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MATTEOL’istituzione dell’Eucaristia, memoriale del sacrificio di Cristo (26,26-29)

di P. Roberto CecconiCP

Ultima Cena: il dono dell’Eucaristia.

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re dell’amore per loro. In particolare più dolorose sono le

mancanze di fede nell’amore da partedelle anime che, felici di stare conGesù nel tempo della consolazione,quando sopraggiunge il tempo dellanotte dell’anima, sembra loro di averperduto tutto. E’ proprio questo ilmomento in cui l’anima ha bisogno diaver fede nell’Amore! Certo, ora,costa di più! E’ bene ripetere alSignore la nostra fermezza nel restareai suoi piedi, se questo Lui vuole, econtinuare ad amarlo e chiedere la gra-zia di poter ripetere sempre – Dio mio,ti amo e credo nel tuo amore per me!Gesù si nasconde, ma il suo amore noncambia. Dio non cambia. Il suo amoreinfinito anche per le anime piene dipeccato non cambia. L’anima che sitrova immersa nelle sofferenze, secrede di essere amata da Dio, vivapure serena e contenta e allontani da séogni tristezza. E’ dono dell’amoredivino far gioire nella sofferenza; è lagioia dell’amore che si purifica, si pre-para e si dispone a godere l’Amore.Sono queste sofferenze tranquille, gio-iose, che non ammettono altro confor-to che quello dell’amore che tormenta.Dio ci mette alla prova ma Gesù primaprega per noi affinché non vengameno la nostra fede; se ci viene a man-care la fede nel suo amore è per colpanostra.

Bisogna credere senza vedere.Quando cioè le cose sembrano andarein direzione contraria al fine a cuiaspiriamo. Quando le contraddizionidegli uomini distruggono i nostripiani, fatti con rette e sante intenzioni.Quando le anime buone non trovanopiù per la cura del loro spirito ciò chesembra loro necessario…in questifrangenti siamo sulla buona strada seriusciamo a continuare, con slancio eserenità, a credere nell’amore di Dioanche se non lo vediamo e sentiamo.Perché inquietarsi se tutto è quantifi-cato, regolato dalle mani benedette diColui che desidera la nostra santifica-zione? Egli ci metterà, a suo tempo,nel luogo e con le persone giuste. Setarda o non lo fa è perché vede che noici occupiamo troppo di noi stessi,mentre dovremmo abbandonarci allasua Provvidenza. La santità è frutto dienergici atti d’amore. Chi vuole cheDio operi in lui e per lui, deve lasciaretutto nelle sue mani, con completoabbandono: “Getta sul Signore il tuoaffanno, ed Egli ti darà sostegno” (Sal54,23). Se possiamo dire con fede:“Credo che Dio mi ama!” dobbiamoallontanare da noi ogni tristezza. DIOMI AMA!: queste parole racchiudonotesori di infinite ricchezze, meditateleattentamente nell’ora della prova.

[email protected]

“Noi abbiamo riconosciutoe creduto all’amore cheDio ha per noi” (Gv 4,16).

Credere nell’Amore! É possibilenon credere all’amore di Diodopo averlo visto morire per

noi? Mangio tutti i giorni la sua Carne,quella carne divina che è stata tortura-ta per amore mio, per le mie iniquità;bevo il suo Sangue, quel Sangue chemi ha lavato dai miei peccati e che sioffre in redenzione perpetua per mesull’altare: come è possibile che io noncreda al suo amore?...eppure non ècosì, ci svela Madre MaddalenaMarcucci, il Signore soffre e lamentache non si crede al suo amore e soprat-tutto da parte di coloro che si dicono aLui fedeli e che, proprio nel momentodella prova della loro fede, vacillano emostrano di dubitare della presenzadel loro Dio e del suo amore per loro.

Credere nell’Amore! E che cos’èl’Amore se non Dio stesso? Dio amagli uomini e si occupa di loro. Un Dio- bambino che piange! Un Dio che sistanca camminando in cerca delle suecreature! Un Dio che si dà in cibo! UnDio morto per l’uomo! Scende dalcielo e nell’Ostia si fa anche più picco-lo di un bambino. Si stanca in cerca dicuori che gli ricambino amore.Dispone, ordina, regola ogni cosa perprendere le anime nelle reti del suoamore. Se consideriamo tutto questonon può sembrarci strano che Gesùsoffra un martirio di amore più doloro-so di quello del Calvario, a causa diquelli che non credono o dubitano delsuo amore. Quando attribuiamo gliavvenimenti della vita al caso o allecircostanze ordinate dagli uomini, enon guardiamo a Dio che tutto disponecon peso e misura (Sap 11,20), dimo-striamo di non credere al suo amoreper noi.

L’anima fedele che non dubita del-l’amore del suo Dio non deve far altroche occuparsi di credere e corrispon-dere all’Amore. Amare e credere diessere amata. Dalla mattina alla sera cisi presentano mille occasioni in cuipossiamo mancare di fede e di amoredi Dio, se solo ci dimentichiamo che ciaccompagna sempre, come Padreamoroso, Colui che tiene il contoanche dei capelli del nostro capo e nonne lascia cadere neanche uno senza ilsuo volere. Quanto rare, esclama lanostra maestra, sono le anime che inogni circostanza della loro vita giorna-liera credono all’amore di Dio e nonvedono né considerano altro che l’agi-

Morrovalle: 07-11-10:Quattro Amici si sono consacrati all’amore di Gesù Crocifisso

VIII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci

L’AMORE ESIGE LA FEDE

di Maria Grazia Coltorti

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6 CARTA DEI DIRTTI DELLA FAMIGLIA

di Adele Caramico

Esiste un Documento dellaSanta Sede che forse è pococonosciuto. Si tratta della

Carta dei diritti della famiglia del1983.

La Chiesa, quale madre e maestra,ha sempre avuto una particolare atten-zione per la famiglia umana, per i suoibisogni e per le sue sofferenze e diffi-coltà. Ma non tutti conoscono quantoviene fatto e quanto viene anche scrit-to su di essa. É un documento moltobreve, costituito da soli 12 articoli pre-ceduti da una Introduzione e da unPreambolo.

Leggiamo nell’Introduzione:“Il documento non è un'esposizio-

ne di teologia dogmatica o morale sulmatrimonio e la famiglia, sebbeneesso rifletta il pensiero della Chiesa inmateria. Né è un codice di condottaper persone o istituzioni interessate alproblema. La Carta differisce anche dauna semplice dichiarazione di princìpiteoretici riguardanti la famiglia. Essamira, piuttosto, a presentare a tutti inostri contemporanei, siano essi cri-stiani o no, una formulazione - la piùcompleta e ordinata possibile - deifondamentali diritti inerenti a quellasocietà naturale e universale che è lafamiglia”.

Si mette quindi subito in risaltoquale sia l’intento di questoDocumento, e chi ne siano in effetti idestinatari.

Non si può prescindere dal consi-derare la famiglia nella nostra società.Senza famiglia non ci sarebbe propriola società stessa!

La famiglia, culla della vita del-l’uomo, ormai sta diventando il “puntodi attacco” da parte di tutti.Televisione, giornali, riviste varie,internet e altro ancora, non fanno chemettere in discussione quei principi

fondamentali che sono la baseper costituire una famigliabuona, forte e unita.

Sembra quasi che sia pas-sata di moda. Quando chiedoa qualche coppia da quantianni sono sposati…. sentirsidare come risposta 20 o 30anni appare come “uno scan-dalo”.

Eh sì! Tutto si è invertito.La famiglia che regge alleintemperie della vita sembraessere qualcosa di “anormale”mentre la mentalità comune fapassare per più “normale”(mentre non lo è) una unionepasseggera, temporanea, sog-getta ai mutamenti dell’umoree delle scelte da fare.

Leggiamo, sempre nelDocumento citato prima:

“La famiglia è fondata sulmatrimonio, unione intima divita nella complementarità tra

un uomo e una donna, che si costitui-sce con il legame indissolubile delmatrimonio liberamente contratto epubblicamente espresso, ed è apertaalla trasmissione della vita”

Da sole queste parole basterebberoa delineare l’importanza dell’ambitofamiliare, l’importanza di questa unio-ne così speciale che è stata elevata alladignità di sacramento.

Un sacramento veramente grande especiale visto che unisce per sempreun uomo e una donna e da loro le gra-zie proprie per andare avanti.

Nella gioia o nel dolore i coniugidevono sempre andare avanti, educarei figli che il Signore ha loro donato,rafforzarsi in questo vincolo d’amore.

Ma senza l’aiuto del Signore ogninostro sforzo è inutile. Forse per que-sto molte famiglie crollano alle primedifficoltà: non aprono la porta del loromatrimonio a Gesù e non gli permetto-no di entrare nella loro vita.

Come si fa? Semplice: pregandoinsieme, dialogando, leggendo unapagina di Vangelo in famiglia, ringra-ziando il Padre per i doni che ci mandaogni giorno. I genitori debbono essereda esempio per i figli.

L’amore può regnare solo dove sipermette all’AMORE di entrare eprendere possesso della propria vita. Equesto “Amore” con la “A” maiuscolanon può essere se non Colui da cuitutto viene, a cui tutto va, per cui tuttoesiste.

www.bioeticaefamiglia.itAurelio e Marina si consacrano per semprea Gesù Crocifisso a Morrovalle il 13-11-10.

Silvio e Gabriella di San Nicolò a Tordino hanno detto il loro Sìa Gesù Crocifisso il 13-11-10

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Diamante o grafite?

Come AGC, meditiamo laPassione di Nostro Signore GesùCristo. Spesso, questa meditazione siriduce ad una rievocazione storicadella Passione vissuta oltre duemilaanni fa. Sfugge purtroppo, nonostantel’invito alla riflessione, il significatonascosto, squisitamente eucaristico,già presente nella Passione storica.“Se non sarete come bambini, nonentrerete nel Regno dei Cieli”. E’ pro-prio così. Leggere la Passione con ric-chezza di particolari teologici è unarealtà più accademica che un’esigenzadella Chiesa orante, viva, attenta alcuore dell’uomo che soffre, si ango-scia, si dibatte, piange, si dispera nelledifficoltà della vita. Leggere le frasidel Vangelo della Passione senza farlepenetrare nel cuore (inteso come insie-me degli affetti, dei sentimenti, deipensieri), è come avere in mano undiamante pensando che sia un sempli-ce sasso. Si tratta di un errore moltocomune.

Infatti, il diamante appena estrattoassomiglia ad un sassolino bianco.Sappiamo che il diamante viene poitagliato ed in base alla tecnica usata siparla ad esempio di taglio brillante.Questo meraviglioso taglio, con le suemolteplici sfaccettature crea quell’in-sieme di angoli di riflessione e di rifra-zione tanto amati dall’occhio umano.Ma c’è di più. Se guardiamo la sostan-za, il diamante è solamente carboniocristallizzato allo stato cubico che siforma ad una certa profondità e sottouna particolare pressione geologica. Aprofondità e a pressione diversa, lostesso carbonio diventa grafite, quelmateriale con il quale vengono fatti ilapis.

Fare proprie le sofferenzedi Cristo

Il parallelismo da fare è proprioquesto. A quale profondità del miocuore e con quale pressione d’amorefaccio penetrare dentro di me laPassione di Cristo? Leggo solo unpasso storico, fermandomi al mioessere semplice grafite o interiorizzo efaccio mie le sofferenze del Cristo,come insegna S. Paolo della Croce ? -Scelgo di essere grafite o diamante? -Uomo vero o sepolcro imbiancato?

Certo, posso accontentarmi diessere anche una bella tomba tenutabene con la lucina perpetua semprespolverata, oppure mi illudo che avere

una bella cappella di famiglia siaquanto di più bello possa esserci.Questione di gusti. Tanto dentro labara c’è sempre liquame putrefatto.

Cristo ci offre un’alternativa. Cidomanda se vogliamo diventare dia-manti; ci chiede se vogliamo resuscita-re uscendo dalla tomba di una vitaspenta; ci domanda se vogliamo conti-nuare ad essere schiavi del denaro,della carriera, del prestigio, o se inve-ce preferiamo diventare gestori liberidel denaro e del successo.

Ma come fare per immergersi nellesofferenze del Cristo? Non si trattacerto di farci venire le stigmate; piut-tosto è doveroso rileggere la nostravita, con i suoi alti e bassi, con le delu-sioni, le sconfitte, la paura, la rabbia,la perdita delle persone care, l’insuc-cesso professionale, le malattie, gliaborti, le separazioni, i divorzi perprendere atto delle ferite ancora apertenel nostro cuore. Una volta individua-ta la ferita purulenta si ricorre a GesùMedico, Guaritore, Liberatore. “Per leSue Piaghe siamo stati guariti”.

Si donano a Dio le nostre sofferen-ze e i nostri peccati; si ripete questaforma di meditazione/preghiera fino aquando troviamo spontanea l’amiciziae la confidenza con Gesù. Non dobbia-mo pensare al “povero Gesù crocifis-so”, con lo spirito di una madre checompatisce le sofferenze del figlio.

Non è questo l’approccio corretto,anche se può essere commovente esquisitamente umano. Gesù è il CristoRedentore, il Dio fatto Uomo, Coluiche ha sconfitto il Male e il Maligno:Satana. Non deve essere visto come unpover uomo andato in croce, ma comeil Figlio di Dio, che offre Se stessosulla Croce per amore nostro. Quandooffriamo le nostre sofferenze a GesùCrocifisso, offriamo noi stessi: in quelmomento, mediante il nostro atto divolontaria offerta, apriamo le porte delcuore per far entrare la GraziaSantificante in noi; in quell’istante, lasofferenza e il peccato vengono tra-sformati da Dio in prolungamentodella Passione di Cristo; in quel conte-sto, veniamo assimilati al Cristo soffe-rente, mediante il cosiddettoBattesimo di sangue. Questo significa“farci pane”, “farci prossimo”. Questosignifica farci Eucaristia.

Guardare a Mariasul Calvario

Il percorso viene facilitato dall’af-fidamento a Maria, che nulla trattieneper se stessa, ma che tutto dona alCuore del Figlio, attraverso il SuoCuore Immacolato.

Osserviamo Maria durante tutta ladolorosa Passione del Figlio; segue i

MARIA, MADRE DELL’EUCARISTIAE DELLA PASSIONE

di Fabrizio Cortigiani

Franco, responsabile Fraternità di S. Nicolò,sceglie per sempre Gesù Crocifisso

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fatti nel silenzio più profondo e piùdoloroso, prega, piange, spera, storditada una crocifissione iniziata con l’ago-nia del Getsemani, continuata con laflagellazione, la coronazione di spine,il Calvario e la croce vera e propria.

Ogni tappa di Gesù è un passo diMaria nel Sangue del Figlio. Vibraall’unisono col Dio fatto Uomo.

Come all’Annunciazione, grazie alSuo “FIAT” fu fecondata dallo SpiritoSanto, durante la Passione la stessaDonna viene fecondata dal SommoDolore: resta in silenzio, crocifissa nelcuore di mamma, di donna, di figlia, disposa dello Spirito Santo. Tutto il Suoessere è crocifisso con Cristo. Se Dioha sempre vissuto dentro Maria, ades-so, Ella stessa è crocifissa spiritual-mente. Per questa vibrazione di amoree sangue, come le corde di un’arpa,vibra tutto l’essere di Maria.

Ora più che mai, affogata nelSangue del Figlio, congiunge le manimentre il Figlio le allarga; è lo stessomovimento vissuto in circolarità: l’ab-braccio totale dell’umanità redenta.

Dalla Croce, Gesù affidaGiovanni, ed in lui tutti noi, allaMadre, mentre conferisce alla Donna–Sposa di Dio, la Maternità Celeste ditutto il genere umano; una maternitàiniziata con l’Annunciazione.

Nel momento in cui Gesù rimette ilSuo Spirito nelle mani del Padre, tuttosi compie.

Il Sangue umano di Gesù viene tra-sformato in Sangue spirituale; la

sostanza vitale umana creatasi nelseno di Maria, diventa per Volontà delPadre sostanza umana elevata a regaledignità divina. La redenzione è com-piuta. Le porte del Cielo si sono aperteper sempre all’umanità decaduta, laquale, adesso può proclamare il suo“Sì “ come fece Maria.

Imitare il “sì” di Mariaper vincere l’egoismo.

L’uomo è ora in grado di scegliereliberamente se salvarsi o dannarsi.L’uomo è stato ulteriormente privile-giato in questo. Già prima che Gesùmorisse, l’esempio dei due ladroniparla chiaro: uno si danna, l’altro sisalva. É sufficiente riconoscere cheGesù è il Cristo, il Figlio del DioVivente con un atto di umiltà. Ma èproprio questa che manca. Questo è ilmotivo per il quale tante persone nonriescono a riconoscere Gesù, il Cristo.L’orgoglio acceca e anche una bravapersona può prepararsi la dannazione,cioè, la mancanza di salvezza, con lesue stesse mani.

Maria ha accettato l’annuncio, purcon grande difficoltà: “Com’è possibi-le, non conosco uomo”. Ma accetta,con un atto di fiducia incondizionatain Dio. Maria non è una dea, sebbenesia stata creata senza il peccato origi-nale, per diventare la Madre di Dio, èuna creatura umana, nata come siamonati noi. Quindi se ha detto “Sì” Lei, lo

possiamo fare anche noi. Si tratta divolere o non volere andare verso Dio.Non esistono se, ma, però, o altre dottedisquisizioni (vorrei credere, ma nonci riesco….sono cose che non stannoin piedi….); esiste solo l’arroganza el’orgoglio di credere di bastare a séstessi rifiutando l’Amore.

Stoltezza, vuoto, tiepidezza, super-ficialità….portano al tradimento, benpiù grave del rinnegamento.

Pietro rinnega per paura, ma nonreca danno se non a sé stesso e inmisura limitata e temporanea; Giudatradisce “per denaro”, ma soprattutto,perché l’avidità, la stoltezza dell’em-pio che non vuole accettare il Bene, loportano a vivere la “negazione diDio”, recando grave danno, coscientee deliberato nei confronti di Dio e di séstesso. Giuda ha scelto di eleggersiDio di sé stesso: il denaro lo acceca,l’egocentrismo lo ripiega su sé stesso.la morbosità per il successo gli procu-ra la corda con la quale si impiccherà.

E in questo bisogna riconoscereche l’uomo è un asso, un vero campio-ne nel mettersi il cappio al collo.

La sconcertante disinvoltura con laquale i malati di egoismo si auto con-dannano credendo di vivere intensa-mente nella loro superficialità fatta disalotti, nei quali ciascuno parla di sé enessuno ascolta, crea nella mente e nelcuore un effetto di superpotenza, unego che si gonfia come un palloncinofino a scoppiare “di sé stesso” nellapiù assoluta stupidità.

L’uomo stolto si identifica col pro-prio successo professionale, col pro-prio conto corrente bancario, con lapropria cerchia di pseudo-amici “in”;vive di tendenze, distorsioni e perver-sioni (non solo in senso sessuale),annegando in uno squallore che lo illu-de di essere nell’oro.

In una frase molto semplice:“capovolge la Croce di Cristo firman-do la propria condanna”.

Tante persone gridano con il lorocomportamento, più che con le parole,la morte di Dio (Nietsche), vivono idisvalori come valori assoluti, cadononel relativismo edonista, nel viverealla giornata, nell’estenuante e spa-smodica ricerca del piacere fine a séstesso; si costituiscono come schiavidi Satana al servizio dell’imbecillità.Corrono, saltano, giocano, lavorano eproducono per assistere alla distruzio-ne di tutto ciò che hanno fatto. Il mes-saggio sinistro è: “Fai quello che vuoie goditi la vita…, così la perderai”. Ilmessaggio della Croce è l’opposto:“Ama e fai ciò che vuoi”, come diceSant’Agostino.

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Amici di Gesù Crocifisso di Giulianova dicono il loro “Sì”a Gesù Crocifisso il 21-11-10

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Dal 22 al 31 ottobre 2010 si ètenuto a Roma il Sinodo gene-rale della Congregazione che

ha avuto come tema: “Solidarietà peruna nuova vita e missione. Nella intro-duzione al Sinodo, il SuperioreGenerale, P. Ottaviano d’Egidio, haparlato della posizione dei laici nellaCongregazione, esplicitando quantoaveva anticipato agli AGC il 30 set-tembre nella basilica dei santiGiovanni e Paolo. Riportiamo il pen-siero del P. Generale, con un suntodella lettera da lui inviata allaCongregazione per il festa di S. Paolodella Croce e inviata direttamenteanche agli AGC. P. Alberto

I Laici passionistinella legislazionedella Congregazione

I movimenti laicali passionisti nelmondo, con diverse denominazioni,stanno sempre più prendendo coscien-za della loro chiamata al nostro cari-sma e missione. Esistono, sono impe-gnati nella formazione e nella collabo-razione e al loro interno sta aumentan-do il numero dei consacrati allaPassione come laici. S. Paolo dellaCroce scrisse numerosissime Lettereai laici e laiche che tutti conosciamo,fiducioso nella loro capacità di viverela spiritualità della Passione. Ma né leCostituzioni, né i nostri RegolamentiGenerali fanno accenno ai laici chesono chiamati al nostro carisma.Credo che ormai sia maturo il tempodi un loro inserimento, come aggregatialla Congregazione, nelle Costituzionie nei Regolamenti Generali. Una pic-cola commissione ha proposto di inse-rire nelle Costituzioni il seguente testoche è di base e di studio e quindi modi-ficabile: « Vi sono persone che si sen-tono attratte dal carisma della Passionee desiderano viverlo in comunione conla Congregazione passionista. Quando

esse vengono associate formalmentealla Congregazione, secondo le normestabilite nei Regolamenti Generali,fanno parte integrante della stessa, inquanto Famiglia passionista ».

Lettera per la festadi S. Paolo della Croce(Sunto)

Carissimi fratelli dellaCongregazione e sorelle e fratelli dellaFamiglia passionista, è una gioia rin-graziare con voi Dio per averci datoper Padre e Fondatore, S. Paolo dellaCroce, del quale oggi celebriamo lafesta. Il Signore ci infiammi dello stes-so ardore missionario e ci conceda diessere animati dal suo esempio esostenuti dalla sua protezione per otte-nere con i nostri fratelli i frutti dellaredenzione. La festività di questo annoè prossima all’inizio del SinodoGenerale della Congregazione che ini-zierà il 22 e terminerà domenica 31ottobre; sarà preceduto da una giornatadi formazione permanente con rifles-sioni e studio sulla Giustizia, Pace eIntegrità del Creato. É lo stesso S.Paolo della Croce che aprirà il Sinodoe lo presiederà in modo invisibile con

l’affetto di padre e con la sapienzadella Croce meditata, vissuta e annun-ziata nei suoi numerosi anni di vita; èantico e contemporaneo per lo stessocarisma che viviamo. Noi ci dissetia-mo alla sua stessa fonte. Egli è stato ungrande contemplativo e missionario,con una decisa opzione per i poveri, isofferenti, per le popolazioni abbando-nate e per grandi peccatori come i bri-ganti. Quando nella vita di S. Paolodelle Croce leggiamo che vedeva ilnome di Gesù scritto sulla fronte deipoveri non leggiamo una frase poetica,ma una sua convinzione spirituale eumana che gli faceva vedere in essi ilCristo povero. Il suo apostolato inizia-va ai piedi del Crocifisso nell’orazio-ne, nella solitudine, nel silenzio, nellapovertà e nella vita in comunità frater-ne e si completava con l’annunciodella Passione di Gesù e l’attenzioneai “crocifissi” che vedeva intorno.L’esperienza di S. Gallicano a Romadove per circa due anni si prese curadegli incurabili, fu profonda.

Il cuore del carisma passionistabatte con due pulsazioni continue: a)contemplare la Passione di Gesùvivendo in comunità fraterne e povere,possibilmente, in solitudine; b) annun-ciare la parola della Croce contempla-ta privilegiando luoghi abbandonati,riconoscendo Gesù nei sofferenti e neipoveri. Nel Sinodo approfondiremo ivalori della vita passionista per discer-nere cosa chiede oggi Dio allaCongregazione. Invito tutti, religiosi,religiose e laici che con noi vivono ilcarisma dell’Amore Crocifisso, a pre-gare al Signore per il buon esito delSinodo. Fraterni e gioiosi auguri atutti. S. Paolo della Croce, nostrocomune Padre, ci benedica.

P. Ottaviano D’ EgidioSuperiore Generale cp

I LAICI NEL SINODO DELLA CONGREGAZIONE

Saluto del Superiore Generale agli Amici di Gesù Crocifisso

Caro P.Alberto, un saluto carissimo da Roma a lei e a tutti gliAmici del Crocifisso. Sono occupatissimo con la Relazione inpreparazione al nostro Sinodo ormai prossimo, pertanto invieròi primi giorni della prossima settimana quanto detto nell'incontrodel 30 settembre che ricordo con molta gioia e fraternità. Sperodi poter inserire i laici della famiglia passionista nelle Costituzionie/o nei Regolamenti Generali cp. S.Paolo della Croce ci benedi-ca.

P. Ottaviano D'Egidio cp.

Il superiore generale, p. Ottaviano D’Egidio, posa con gli AGCa Roma: 30-09-10

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perché lì ad Haiti c’è da correreproprio fisicamente per soccorrerei bambini che sono in gravi condi-zioni. Ed è questo l’allenamentoche gli permette di correre allamaratona di New York. E’ un tipodeciso perché, dopo aver visto lepovertà dei bambini e le malattie,decise di diventare medico perchébisognava curare, oltre alle anime,anche i poveri corpi di quellapovera gente. Ora dirige l’ospeda-le pediatrico. P. Frechette è torna-to recentemente sulla cronaca deigiornali italiani perché il 29 set-tembre ha presentato, a Milano, illibro “Haiti” edito da Rizzoli.

Il p. Rick è al servizio di N.P.H.(Nuestros Pequenos Hermanos,rappresentata in Italia dallaFondazione Francesca Rava:www.nphitalia.org) . Nel sito sitrova la sua storia, la storia dell’or-ganizzazione N.P.H. e la posssibili-tà di ordinare il libro. Comprandoil libro si aiuta il progetto“Francisille – città dei mestieri”.Una struttura per insegnare unmestiere e dare un lavoro ai ragazzidi Haiti. Per chi capisce l’inglese eper avere altre notizie può andaresu http://thepassionists.org

Per aiutare si può utilizzarequanto la Curia Generale dei pas-sionisti ha indicato: Le coordinateper un bonifico sono le seguenti:SEGRETARIATOSOLIDARIETA'E MISSIONEBANCA POPOLAREDI SONDRIOConto corrente N°: 2650 / 35IBAN: IT68U 05696 03224000002650X35 SWIFT: POSO IT22 Banca Popolare di SondrioAgenzia 24 di RomaVia San Giovanni Laterano, 51A00184 Roma (RM) Italia.

Un altro nostro “fratello” pas-sionista perché oltre al servizio deipoveri lotta contro l’ingiustizia, è ilp. Mario Bartolini, solido marchi-giano di 72 anni di cui 35 in Perù.Vive tra gli indios. Ha portato lafede nella foresta non solo madifende anche la dignità di quel

popolo la cui terra fa gola a grossecompagnie petrolifere. Perché lìsotto c’è il petrolio e per lo stato èuna manna. Per la gente non solo èinquinamento ma espropriazionedella propria terra. Ci sono stateproteste nel 2009 e ci sono statianche dei morti per la repressionedella polizia. Il P. Mario è statoaccusato di fomentare i disordini.Una prima volta è stato assolto. Siaspettava questo secondo giudizioper il 26 ottobre. Uno sciopero harimandato tutto. La richiesta delpm è durissima: 12 anni di carceree l’espulsione. Tanti giornali nehanno parlato rilevando la suaopera di mediazione e sottolinean-do come, citando un articolo diAvvenire del 28 ottobre, “il Perùdei piccoli sfida i giganti del petro-lio”. Sta avendo sostegno interna-zionale dai media, dalle organizza-zione umanitarie ed ecologiste,dalle organizzazioni missionarie. Ipassionisti, attraverso una letteradel P. Generale, firmata dai supe-riori passionisti di tutto il mondo,e resa pubblica ha preso le suedifese. Ora aspettiamo. Per chivuole solidarizzare con il p.Mariopuò andare su www.jpicpassio-nist.org. Per avere informazioni evideo basta cliccare MarioBartolini su google.

[email protected]

10 PASSIONISTI ALL’ONORE DELLA CRONACA…

E’ veramente difficile trova-re una cronaca “onorevole”o che ci faccia onore.

Anche perché il bene non fa noti-zia e quando, per eventi straordi-nari, la fa passa veloce dai grossititoli al dimenticatoio. Eppure cisono storie che non sono eventima l’espressione eroica di unastraordinarietà ordinaria. Qui nevoglio accennare due che fanno“onore” appunto alla famigliapassionista e sono una esplicita-zione splendida del nostro cari-sma.

Sta scomparendo dai telescher-mi e dai titoli dei giornali la trage-dia di Haiti. Si parla raramentedelle conseguenze di quel terre-moto distruttivo del 12 gennaio.Ebbene dalle macerie di quella

distruzione è emerso, per noi e perquasi tutti, la straordinaria figuradel passionista newyorchese P.Richard Frechette, sacerdote emedico chirurgo, che lì lavora daoltre venti anni. Lavora lì perchédice “Ho deciso di vivere la miachiamata ad Haiti dove nella sof-ferenza e nella miseria di quellapopolazione, ma soprattutto inquella dei bambini, ogni giornocontemplo la Passione di Cristo”.E’ un tipo energico il p. Richard

di P. Luciano Temperilli

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11LETTERE AL DIRETTORE

1. Come svolgerei nostri incontri

Caro padre, parlando con i respon-sabili del consiglio di fraternità, ci èsembrato opportuno cominciare inostri incontri riflettendo su un branodella lettera ai Corinzi per esaminare ilnostro cammino di AGC. Che nepensi? É meglio leggere tutta una cate-chesi degli esercizi spirituali o il branodella lettera ai Corinzi? Oppure farecome sempre la meditazione del librodegli Amici?

Carissime, Rispondo al vostro que-sito, perché è importante. Lo statutospiega il significato dei due incontrimensili: 1. Imparare a pregare e medi-tare nel primo incontro. 2Approfondire la fede nel secondoincontro. I suggerimenti dati per ese-guire questi due impegni sono “sugge-rimenti”. I mezzi per attuarli possonoessere diversi: Gli Assistenti, con iResponsabili, scelgano i mezzi piùadatti al gruppo. Altri sono i mezzi perun gruppo nuovo, altri per un gruppoche cammina da decenni. L’importanteè che si scelgano mezzi seri e vera-mente adatti alla maggioranza. Averedei mezzi fissi può aiutare i nuovi, chiè all’ABC del cammino spirituale,specialmente per quanto riguarda lameditazione. Si possono però farecambiamenti temporanei o fissi,secondo l’utilità. In diversi gruppi, senon ci fossero dei mezzi fissi, non sifarebbe nulla. In altri c’è da vedere.Purché, ripeto, si tenga conto di tutti enon solo di alcuni. Nel primo incontro,per es, ci si deve preoccupare molto diimparare a meditare e trasformare inpreghiera la parola di Dio.Nell’iniziare il cammino degli AGC sipartì come primo impegno dal pensie-ro di insegnare agli aderenti a meditarela parola di Dio. Sappiamo quanto ilnostro Fondatore ha raccomandatoquesto impegno ai Passionisti, anchecon fedeli semplici. Lo statuto prevedeanche che qualche incontro sia dedica-to a una revisione del cammino e que-sto si fa troppo poco. Questo punto èimportante per conoscere le esigenzedi tutti, nuovi e vecchi, giovani e menogiovani.

2. Dire si al parrocoper il catechismo?

Caro padre, ho bisogno del tuoconsiglio. Il parroco mi ha chiesto didare un aiuto per il catechismo deiragazzi. È tutta la settimana che cipenso. Mi trattiene la mia pochezza ela situazione della mia famiglia di ori-

gine che è molto complicata e cheporto sulle mie spalle.

Carissima, per quanto mi chiedi, tidico senza esitazione che devi dire disì a Gesù che ti chiede aiuto per mezzodel parroco. Sarà una fatica per te, maanche una grazia per te e per la tuafamiglia. Se nella Chiesa non si impe-gna chi fa un cammino di fede, chi siimpegnerà? L'opera buona che compigioverà in qualche modo anche ai tuoigenitori e fratello. Ringrazio il Signoreper questo nuovo dono e ministero cheti affida. Non guardare la tua pochez-za. Quando Gesù chiama, si dice sì ebasta. Solo motivi personali e di fami-glia veramente gravi potrebbe consi-gliare di rifiutare l’invito.

3. Mi sento un sacerdotenon ordinato

Carissimo padre, rinnovo semprela consacrazione a Gesù Crocifisso,offrendo tutte le prove che tu conosciper il mio cammino di conversione.Ieri sera ho visto con mia moglie ilfilm sulla vita del medico S. GiuseppeMoscati. Non era un sacerdote comelei, ma in qualche modo era sacerdoteanche lui. Senza paragonarmi certa-mente a questo Santo, anch’io misento un sacerdote non ordinato. É unapercezione particolare e "strana".Sento che Gesù mi ha chiamato ad unaforma di assimilazione alla Sua Croce.

In certi momenti, come uomo, hoavuto un po' di timore, ma una forzairresistibile mi ha chiesto di abbando-narmi completamente all'amore con-creto della Croce senza alcuna riserva.Così ho fatto e così rinnovo sempre lamia offerta a Gesù Crocifisso. Vorreiuna sua luce su questa mia realtà.

Carissimo, grazie del mes-saggio. Ti sono tanto vicino e pregoper te e famiglia. Il Signore ti attirisempre più a sé, per essere un "sacer-dote santo", "un sacerdote regale",come dice S. Pietro (1Pt, 2, 5 ss.).

Purtroppo si conosce poco e siparla poco di questo sacerdozio che ilSignore dona a tutti i fedeli. In moltecose è più importante del sacerdozioordinato! Il sacerdozio ordinato è pergli altri; il sacerdozio battesimale è persantificare chi lo riceve e poi, comeconseguenza, diventa un dono pertutti, a servizio di tutti, come la santitàdei Santi è un beneficio per tutta laChiesa. Anche il fedele, come sacerdo-te battesimale, deve offrire continua-mente se stesso e tutto quello che fa,come sacrificio gradito a Dio. Neinostri gruppi tutti sanno che la parolada usare di più, il gesto da compierecontinuamente è "offrire". Questo ilSignore vuole da te, questo ti stafacendo sentire e capire. Poi tuttoquello che si offre con amore e peramore vale di più e costa di meno!Coraggio, fratello caro.

P. Alberto Pierangioli

Antonietta Giovannetti di Civitanova celebra con gli Amicii suoi 94 anni il 07-11-10.

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12 CONSACRAZIONI

Consacrazioni San Nicolòa Tordino TE: 13-11-10

Quest’anno a San Nicolò abbiamoavuto, nei vari gradi, 20 consacrazioni,3 a Roma il 30 settembre e 17 nellanostra parrocchia. Per me è stato ilprimo rinnovo che ho vissuto profon-damente! Per grazia di Dio, non sonomai mancata agli incontri e ho cercatodi prepararmi per comprendere bene ilmomento che stavo per vivere. Moltecose sono molto cambiate per me!Horiscoperto il senso profondo di esserecristiana, l’amore di Dio, la sua infini-ta Misericordia… Infine l’incontrocon gli AGC, la guida del P. LorenzoBaldella, che ci ha portato alla risco-perta, anzi alla “scoperta” deiSacramenti, sinora vissuti con legge-rezza,come un obbligo da assolvere ilprima possibile. Le catechesi sullevarie sfaccettature soprattuttodell’Eucaristia ci hannoincantati!Tutto ciò mi ha dato unaforte spinta alla consapevolezza che ilSignore ci vuole tutti Santi! Per questodal profondo del cuore ho risposto allasua chiamata: “Eccomi Signore”. Conqueste certezze, seguendo la spirituali-tà passionista, mi impegno ad “amaree fare amare Gesù Crocifisso, a rico-noscerlo in tutti i Crocifissi che incon-tro”.

Tiziana Di Giuseppe

É difficile descrivere l’emozioneprovata nella messa di consacrazionepresieduta dal P.Alberto, con altri 4sacerdoti. La consacrazione a GesùCrocifisso ci ricorda la consacrazionebattesimale, ci impegna a conoscerla eviverla coscientemente nel propriostato, seguendo la spiritualità passioni-sta che è la spiritualità dell’amore. IlSignore chiede a chi fa la consacrazio-ne di vivere sul serio gli impegni delBattesimo e della Promessa di Amoreche rinnova ogni giorno; è convincersiche gli aderenti alla “FamigliaPassionista”, non fanno parte di unsemplice gruppo di preghiera, ma diun “Gruppo di consacrati, votati”all’amore di Cristo Crocifisso e delprossimo, specialmente dei “crocifis-si”. Per me che ho fatto laConsacrazione Perpetua, è stato comeil ritorno del Figliol Prodigo nella casadel Padre, dalla quale mi ero allonta-nato nel 1943 quando, da alunno pas-sionista, insieme a P. Alberto, tornai infamiglia. La bella omelia di P. Albertoha conquistato tutti. Il coro degli Scoutdi San Nicolò, ha brillantemente ani-mato questa indimenticabile serata,

che la comunità Parrocchiale ha gradi-to moltissimo. Grazie al Signore e tutticoloro che hanno collaborato per lasua buona riuscita.

Franco Campanelli

Consacrazioni Fraternitàdi Giulianova: 23-11-2010

Il 21 novembre ho ricevuto la gra-zia della mia terza consacrazione.Quell’eccomi, ogni anno assume perme un significato sempre più profon-do, si carica di un immenso senso dieternità. Comprendo così che nulladella mia vita è insignificante agliocchi di Dio, che mi ama e vuole chenessun granello della mia esistenzavada perduto. Quell’”eccomi” mi pre-para come soldato al combattimento,per sconfiggere le tenebre del miocuore. Mi dà luce per crescere nellafede. Il segno passionista posto sulmio cuore mi ricorda che Gesù èmorto anche per me. Nella sua doloro-sa passione, ha amato anche me, finoad affidarmi alla sua santissimaMadre. Maria, ti chiedo di soccorrermisempre con la tua grazia, affinché iopossa perseverare in questo camminodi santità .

Giulia Di Pompeo

Il 21 novembreLorella e Tizianahanno emesso laPromessa solenne diAmore a GesùCrocifisso, mentreGiulia e Maria l’annorinnovata, conferman-do la loro adesione alcammino di Fede nellaS p i r i t u a l i t àPassionista. La giorna-ta, iniziata con le lodidi Cristo Re, ha prose-guito con la catechesi

“Consacrati, cioèSanti”. Un conti-nuo tornare al bat-tesimo, nel qualeDio ci ha resi sacri,cioè santi, separatidal mondo e riser-vati a sé. Poi lanostra risposta allachiamata di Gesù:“Mi hai chiamato,eccomi Signore”,come offertad’amore a GesùCrocifisso, donan-do la nostra vita

per tendere con Lui alla santità. Nelpomeriggio l’Adorazione Eucaristicae la solenne ConcelebrazioneEucaristica presieduta da P. Alberto,Don Ennio e il diacono Riccardo diRoccaraso. Le consacrazioni mi hannoricordato la mia consacrazione e lepaure che avevo nel prendere coscien-za della consacrazione battesimale edel cammino di santità. Ora sento laresponsabilità di essere anche sale eluce per altri. L’agape fraterna ha con-cluso la giornata nella comunione fra-terna, anche con altri membri di varigruppi ecclesiali.

Rita Maraessa

La giornata di consacrazioni restascolpita nel mio cuore, come unagemma di grande valore. Davanti aGesù Crocifisso e Risorto e a tutta laFraternità degli AGC ho rinnovato lamia consacrazione, impegnandomi adamare sempre Gesù Crocifisso. Per lagrande commozione, quasi non vede-vo le parole che leggevo. Prego laVergine Santa che mi aiuti a preparar-mi alla consacrazione perpetua, perquesto rinnovo con gioia ogni giornola mia Promessa d’Amore.

Marzi Maria

Gruppo di AGC di San Nicolò a Tordino consacratia G. C. il 13-11-10

Consacrazione di Amici a Giulianova:21-11-10

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13TESTIMONIANZE

Amiche di G. C.da Bari all’Africa

Caro padre, scrivo in breve la miaesperienza in Africa che ho vissutocon Prudenza dal 16 agosto al 3 set-tembre 2010. Tutto ha avuto inizio il02 gennaio del 2010, quando miincontrai con Prudenza, che mi confi-dò il suo grande desiderio di andare inAfrica nella prossima estate. Mi parlòdel Villaggio della Gioia di PadreFulgenzio passionista, informandomiche su internet avrei trovato la storia diquesta opera. Dopo aver letto la storiadi P. Fulgenzio e del suo Villaggiodella Gioia, cresceva in me il desiderio

e lo spavento di partire.Confrontandomi con Prudenza capiiche dovevo vivere questa esperienza.

Alle ore 17,15 del 16 agosto 2010siamo a Dar Es Salama, capitale dellaTanzania. Appena fuori dall’aeroportomi sono trovata immersa in una realtàtotalmente diversa dalla nostra. Neltragitto dall’aeroporto al villaggio,vedevo tanta povertà, gente ai bordidella strada con delle piccole bancarel-le che vendevano qualsiasi cosa, dellepiccole capanne dove c’era gente cheviveva con pochissimo, per non direquasi niente, i bambini che correvanoper la strada sorridenti, un modo divivere tanto diverso dal nostro: tuttoquesto mi ha commossa e rattristataprofondamente.

E difficile spiegare cosa ho provatoin Africa, dove mi sono sentita cata-pultata in un mondo completamentenuovo ma tanto affascinante. Quandoarrivai al villaggio inizialmente ero

spaventata mi dicevo: “O mio Gesù,dove mi trovo?”. Poi in poco tempo misono immersa completamente nellarealtà dell’Africa, molto umile e sem-plice, annullando del tutto l’Italia.

Ho lavorato molto, con tantoamore e sofferenza. Ma per me il lavo-ro non era sacrificio o fatica, era pre-ghiera, tutto era preghiera, anche l’ariache respiravo. Mi sentivo sempre inintima unione con Dio e molto libera,sentivo molto la sua vicinanza che misosteneva sempre e mi dava forza nelcorpo e nello spirito. I bambini, con iloro occhi pieni di amore, la loro sem-plicità, i loro sorrisi, il loro modo diballare e la gioia che emanavano quan-do gli davi un “pipi” (una caramella),

mi riempivano il cuore, Quando i bimbi venivano a sedersi

sulle mie ginocchia mentre vedevamoun film insieme o si addormentavanotra le mie braccia, provavo una forteemozione. Non mi chiedevano nientedi materiale ma solo affetto, in cambioloro mi riempivano di amore. Eranodolcissimi.

In Africa ho amato tutto, i suoi pro-fumi, i colori, la natura, il cielo, le stel-le, il sorriso della gente , i benvenuti…É come il paradiso! In Africa ho respi-rato l’amore di Dio. In Africa ho senti-to la presenza viva di Dio che misosteneva e mi guidava. E’ stataun’esperienza molto forte che mi haarricchita dentro, mi ha dato tanto edha rafforzato ancora di più la miaunione con Dio. L’Africa ora è dentrodi me e sono in attesa di ripartire nuo-vamente se Dio lo vorrà. Asante,Africa! Grazie, Africa!

Filomena Cerini

“Non dimenticaretanti suoi benefici”.

Prego spesso il salmo 103:“Benedici il Signore, anima mia; nondimenticare tanti suoi benefici”. L’hoscritto in un biglietto che tengo appe-so alla parete della mia camera. Loleggo spesso, lo prego e vi rifletto. Miricordo anche di te, caro padre, allacui scuola ho imparato ad aprire econoscere la Bibbia. Quanti anni,quanti incontri, quanti stati d’animodella mia storia sono stati illuminatidalla “Parola”, che ha lasciato ilsegno.Non so ora se sono cambiato inmeglio, ma lo spero.La meta che cihai sempre additata, “la santità”, nonè facile.

Ma in questo passo della Scritturatrovo un duplice stimolo: 1° Dio miama sempre ed è fedele. 2° In me loSpirito ha il sopravvento sulla carne.Mi incoraggia, quando per limitiumani si ha a che fare con le tentazio-ni e la sofferenza: “Su, che ce la fai!Guarda il Crocifisso! Se Egli ti hachiesto tanto, ti ha dato molto di più,con tanti suoi benefici”. Così ripren-do a camminare, anche se con lenaaffannata.

Silvano Perticarini

Tu mi portifra le tue braccia

Circa tre anni fa, la mia amica,Maria Pia, con la quale ho condivisoun periodo di dolore e di amore, miha proposto di partecipare con lei adun incontro di preghiera.

Lì ho incontrato un padre passio-nista, con il quale mi sono sentitasubito legata al gruppo, tanto più chemio padre mi parlava spesso deiPassionisti di Morrovalle, dove luispesso andava a messa. Mi diceva:“Mi riconciliano con il mondo”. Cosìho iniziato il mio cammino fatto diriflessioni, meditazioni

Ho ancora tanto da imparare, macon umiltà e l’aiuto di GesùCrocifisso, sempre presente nel miocuore, ho fatto la prima consacrazio-ne a Roma il 30 settembre. Grazie,Gesù, per la tua presenza nei momen-ti difficili e per avermi aiutato a capi-re che tu sei parte essenziale dellamia vita e quasi mi porti fra le tuebraccia.

Nadia CorsaliniCivitanova

Prudenza e Filomena nel “Villaggio della Gioia” in Tanzania.

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14 TESTIMONIANZE

Un nuovo Amico:Ora la Crocenon mi fa più paura

Caro padre, mi chiamo Riccardo,ho 42 anni e sono un avvocato.Coniugato, sono padre di due bellissi-mi bambini, gemelli di cinque anni.Questi bambini sono stati un immensodono, che il Signore ha voluto farci perdimostrarci, ancora una volta, quantogrande sia il suo Amore per noi. Hoavuto dei genitori che sono stati perme un esempio, per i valori che mihanno trasmesso: l’onestà e la fede.Mia mamma, soprattutto, ha semprepregato: io la ricordo sempre con laCorona del Santo Rosario in mano; ilsuo esempio ha lasciato in me unsegno profondo. Penso a tanti momen-ti difficili che abbiamo vissuto e neiquali, insieme, abbiamo pregato laVergine Maria, ricevendone sempregrande consolazione. Mio padre èstato sempre – ed è – una persona pro-fondamente onesta. Ancora oggi i mieigenitori mi sono molto vicini. Hoavuto la chiamata al matrimonio, ma,insieme, ne ho avuto un’altra: quelladi andare “in disparte” e di “stare unpò nell’intimità di Gesù”. Per me stareun po’ in disparte con Gesù è un’esi-genza molto forte. Le dico la verità:pur frequentando molto i Sacramenti,ho sempre avuto “paura” della Croce emai avrei creduto, fino a poco tempofa, di poter amare così tanto iPassionisti, che io conoscevo poco emale. Sono stato sempre consapevoledel fatto che siamo stati salvati a granprezzo proprio con la Croce benedetta,che è la fonte della nostra pace, matale consapevolezza è sempre rimastaquasi come un evento “esterno” a me enon mi ha portato a “comprenderla”profondamente e ad amarla…

Qualche domenica fa, nella miavita spirituale c’è stata una svolta.Eravamo all’oratorio parrocchiale, inun locale della piccola casa in cui viveuna comunità di tre Suore Passioniste,nel mio paesino. Guardando alcunilibri, conservati in uno scaffale, sonostato attratto da taluni opuscoletti dispiritualità passionista. Ho portato acasa una breve biografia di SantaMaria Goretti, scritta da Padre PieroGreco, della Comunità Passionista diCirò Marina KR e il libretto “Nell’oradi Gesù la mia ora – Orologio dellaPassione”. All’ultima pagina di taleopuscoletto ho avuto modo di leggereuna bellissima preghiera: la PRO-MESSA DI AMORE A GESU’ CRO-

CIFISSO. Ho poi “divorato” ancheuna biografia di San Paolo dellaCroce, scritta da Padre Piero e sonorimasto affascinato dalla santità e dallapersona del fondatore dei Passionisti,al punto che mi è nato un amore deltutto nuovo, improvviso, inaspettato,forte per la Santissima Passione diGesù, che prima avevo sempre lettocon “distacco” e senza “partecipazio-ne”: la recita, poi, della Promessa diAmore ha fatto nascere in me unamore grandissimo – è come unfuoco!- per la Croce di Gesù, che, ora,non mi fa più paura. Al contrario, mi“immergo” in essa e ne sperimentotutta la dolcezza, che mi inebria di unagrandissima pace e di un profumosoave. Voglio, perciò, pur restandonello stato in cui Dio mi ha chiamato,diventare “Passionista”: non solo nelcuore, ma anche in modo “formale”.Le chiedo, pertanto, di ammettermi nelmovimento “AMICI DI GESU’ CRO-CIFISSO” e di accompagnarmi nelnuovo cammino, aiutandomi sapiente-mente a conoscere e amare sempre dipiù e sempre meglio la Passione diGesù. Le chiedo di mandarmi quellestampe che mi possono aiutare in que-sto nuovo cammino. Grazie, padre!

Nuovo AGC

Il sacramento degliinfermi fonte di grazie

Carissimo padre, a conferma dellabella catechesi sul sacramentodell'Unzione degli infermi, voglio rin-graziare il Signore per avermi fattosperimentare quanto Lui è vicino a chi

soffre e confida in Lui. Dovevo affron-tare un rischioso intervento chirurgico;per questo mi sono recato nella chiesadei frati dell'Immacolata; dopo la con-fessione e la Messa, ho chiesto di rice-vere l'Unzione degli infermi. É statauna esperienza bellissima; mentre sisvolgeva il rito, sentivo dentro di megrande gioia e pace e la presenza diGesù guaritore, sempre più forte,come se la voce e le mani del sacerdo-te che mi ungeva la fronte e le manifossero quelle di Gesù, quando guari-va tanti malati, mentre sentivo la cer-tezza e la gioia di essere liberato dalpeccato É stata una sensazione scon-volgente. Il Signore sta tessendo conme una storia che non avrei mai imma-ginato! Nella mia malattia, me lo sentocosì vicino, che a volte mi sembra unafavola bella quello che sto vivendo. Lamia malattia si sta trasformando in unafonte di grazia e di benedizione delSignore che non so se chiedergli laguarigione o di seguitare a soffrire conamore per riparare i miei peccati e peril bene di tutti. La sofferenza e imomenti di scoraggiamento sonoaddolciti e illuminati da una presenzaviva e tangibile del Signore, che sentosempre vicino a me, mentre mi inco-raggia, mi sprona e mi ripete: "Nonavere paura, perchè io sono la resurre-zione e la vita, chi crede in me avrà lavita eterna". Per il momento l'interven-to è stato rinviato e a me rimane lagioia e la grazia di aver ricevuto unsacramento che in ogni momento dellagiornata mi fa sentire la presenza delSignore e di Maria così forte che miaiuta a vivere una vita gioiosa e sere-na, pur tra tanti dolori.

Severino Di Marco

Severino di Marco con altre Amiche si consacra per semprea Gesù Crocifisso: Roma:31-09-10

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15PROGRAMMA DI FORMAZIONE

MEDITAZIONI MENSILI 2011 Dal libro: “Voi siete miei Amici”

Gennaio N. 10 Il Buon PastoreFebbraio N. 14 Rifiutato dal suo popoloMarzo N. 16 Pianto su GerusalemmeAprile N. 7 Il servo del Signore: l’uomo dei doloriMaggio N. 62 Le piaghe glorioseGiugno N. 23 Fate Questo in memoria di meLuglio N. 5 L’agnello pasquale: il sangue che salvaAgosto N. 68 La Passione di Gesù continuaSettembre N. 52 “Ecco tua madre”Ottobre N. 65 Non c’è amore più grande Novembre N. 60 La sepolturaDicembre N. 55 Sesta parola: Tutto è compiuto

FORMAZIONE A.G.C. 2011Argomento: San Paolo della Croce

Gennaio S. Paolo d. Croce: chiamataa una grande missione

Febbraio Solo con Dio: esperienza del CastellazzoMarzo Fallimento a Roma e voto della Passione Aprile Lunga peregrinazione e discernimento Maggio Fondatore Giugno Apostolo del Crocifisso Luglio-Agosto Paolo mistico della Passione Settembre Direttore spirituale Le sue lettere Ottobre Boom di ritiri e vocazioni:

“Lascio la Congregazione ben fondata”Novembre Passionista al Femminile Dicembre Uomo tutto di Dio: il vero Paolo della Croce

CALENDARIO AGC 2011

06 gennaio Messa Casa Riposo Montecosaro,ore 15,00

09 gennaio Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,3006 febbraio Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-173011-13 Febb. Corso di Formazione a S. Gabriele04 marzo Solennità Passione, BenedizioneCrocifissi

Peregrinatio Crucis. Civitanova, ore 21,1506 marzo Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,3003 aprile Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.3010 aprile Giornata spiritualità AGC a S. Gabriele22 aprile Venerdì Santo: É il nostro giorno08 maggio Ritiro Mensile e Consacrazioni

a Morrovalle: 16 maggio S. Gemma, patrona MLP: Loreto:

ore 21,0002 giugno Festa Famiglia Passionista a S. Gabriele12 giugno Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,3003 luglio Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,3008-13 ag. I corso Esercizi sp. S. Gabriele per tutti16-21 ag. II corso Esercizi sp. S. Gabriele x famiglie11 settemb. Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,3024 settemb. Consiglio Nazionale a Morrovalle02 ottobre Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.3019 ottobre S. Paolo della Croce: Morrovalle 21,1506 novemb. Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.3011 dicemb. Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.3031 dicemb. Fine anno a Morrovalle: ore 22--24,00

CONSACRAZIONE SOLENNEA GESU’ CROCIFISSO 2011

Morrovalle Macerata 08-maggio Fossacesia: 22 maggioS. Tommaso, P. S. Elpidio 17 settembreCivitanova: 02 ottobre Roccaraso, Sulmona, ecc 5 ottobre Trasacco: 08 ottobre Madonna della Stella: 23 ottobre S. Nicolò a Tordino: 12 novembreGiulianova: 20 novembre

FESTE PASSIONISTE 2011

05 gennaio: S. Carlo Houben27 febbraio: S. Gabriele dell’Addolorate04 marzo: Festa della Passione

(Civitanova ore 21,15)06 marzo: Gesù prega nel Getsemani06 maggio: Piaghe gloriose di Gesù Cristo16 maggio: S. Gemma Galgani

(Suore Loreto. Ore 21,00)12 giugno: B. Lorenzo Salvi01 luglio: Preziosissimo Sangue06 luglio: S. Maria Goretti09 luglio B.V.M. Madre della s. Speranza23 luglio: B. Niceforo e compagni

martiri della Spagna26 agosto: B. Domenico Barberi14 settembre Esaltazione della S. Croce15 settembre B.V. Maria Addolorata,

patrona Famiglia P..24 settembre: S. Vincenzo M. Strambi06 ottobre: B. Isidoro de Loor09 ottobre: S. Innocenzo Canoura Arnau

martire Spagna19 Ottobre: S. Paolo della Croce

a Morrovalle (21,15).03 novembre: B. Pio Campidelli05 novembre: Ricordo defunti della Famiglia

Passionista13 novembre: B. Eugenio Bossilkov18 novembre: B. Grimoaldo Santamaria21 novembre Presentazione di Maria SS.

al Tempio09 dicembre: B. Bernardo M. Silvestrelli

CORSO DI FORMAZIONEPER RESPONSABILI

e per chi intende impegnarsimaggiormente negli AGC

Oasi di S. Gabriele 11-13/2/2011Guida: P. Fernando Taccone

Prenotazione:Iucci Piera:

Tel. 0733890553 - C. 339.1626796Email: [email protected]

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AUGURI di Felice Anno Nuovo a tutti gli AGC, pieno di benedizioni del Signore. Se ci sarà l’impegnodi tutti, nel 2011 raggiungeremo il traguardo dei 3000 Amici. Ci terrà continua compagnia S. Paolodella Croce, del quale in tre anni approfondiremo la vita, la spiritualità e gli insegnamenti. Ogni Amicocerchi di leggere una sua biografia. Avremo questi appuntamenti al santuario di S. Gabriele: 11-13 febbraio corso di Formazione - 10 aprile giornata di spiritualità - 2 giugno giornata dellaFamiglia Passionista. 8-13 e 15-20 agosto: esercizi spirituali. Poi giornate locali di Consacrazione.

BUONA NOTIZIA: Con il numero di marzo – aprile 2011 la nostra rivista avrà un nuovo direttore eredattore: P. Luciano Temperilli, che la porterà a nuovi traguardi con la sua competenza e piena dedi-zione. Lo ringrazio sinceramene a nome di tutti gli Amici per la sua grande disponibilità.

SOS RIVISTA. Circa la metà di coloro che ricevono la rivista non ha inviato un piccolo aiuto per lasua sopravvivenza. Alcuni non si sono fatti più vivi da molti anni. Mentre ringraziamo coloro che conla loro generosità ci danno la possibilità di andare avanti, avvertiamo che, dopo questo numero, la rivi-sta sarà sospesa a coloro che da molti anni non fanno sapere se desiderano riceverla ancora.

P. Alberto

Calendario degli Amici31-12-10: Ultimo dell’anno a Morrovalle: Adorazione, Messa, Festa: ore 22,00-24,0006-01-11: Messa e festa alla Casa di Riposo di Montecosaro: ore 15,0009-01-11: Ritiro Mensile a Morrovalle: ore 09,00-12,00; 14,30-17,00.06-02-11: Ritiro Mensile a Morrovalle: ore 09,00-12,00; 14,30-17,00.

11-13/2/11: Corso di formazione a S. Gabriele con P. Fernando Taccone04-03-11: Festa Passione. Benedizione Crocifissi x la Peregrinatio Crucis: Civitanova 21,15

06-03-11: Ritiro Mensile a Morrovalle: ore 09,00 – 12,00: 14,30-17.00.

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Giandomenico Enrico di Macerata: 29-10-10 – Lattanzi S. Teresa di Civitanova: 4-11-2010,

tutti e due consacrati perpetui – Laura Sabatini di Roccaraso: 28-11-2010.

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa

Gennaio - Febbraio 2011 – Anno XII n. 1

Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P.A. G. PierangioliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

UN UMILE GRANDE AMICO DI GESÙ CROCIFISSOIl 29 ottobre un umile grande Amico ci ha lasciato: GiandomenicoEnrico di Macerata. Era stato uno dei primi iscritti agli AGC, il 31gennaio 1991, insieme alla sua sposa, Petetta Mariannina. Unavita impegnata nel lavoro per la sua famiglia, sempre illuminatadalla fede; poi circa 20 anni sulla croce. Scrive Mariannina: “Gliultimi 20 anni di vita del nostro caro Enrico sono stati anni di tantasofferenza, ma anche di tanta preghiera; dalla sua bocca non èuscito mai un lamento, ma solo preghiera”. A chiunque lo visitavae gli chiedeva come stesse, rispondeva subito: “Bene!”. Ma sicapiva che soffriva molto. Negli ultimi mesi quasi non parlavapiù; ma se Mariannina iniziava il Padre nostro, l’Ave Maria o la Promessa di Amore, immedia-tamente Enrico riacquistava la parola e pregava speditamente. Il 25 giugno 2001 aveva fatto laconsacrazione perpetua in casa. Ringraziamo il Signore per avercelo dato”.

P. Alberto

Enrico Giandomenico consacratoperpetuo in casa il 25-06-2001.