Classificazione e
misurazione
Prof. Stefano NobileCorso di Metodologia della ricerca sociale
L’ambiente di ricerca:
standard e non standard
• Stimoli uniformi
• Dati raccolti in forma matriciale
Ricerca standard
• Stimoli non uniformi
• Dati raccolti in forma libera
Ricerca non standard
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Le origini della ricerca standard: Lazarsfeld e
la definizione operativa dei concetti
Rappresentazione
figurata del concetto
Selezione delle
dimensioni del
concetto
Individuazione degli indicatori
Costruzione degli indici
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Classificazione delle variabili in base a
relazioni tra modalità ed operazioni
matematico-statistiche
• La variabile è lo strumento fondamentale nella ricerca empirica di tipo standard (quantitativa) al punto che Lazarsfeld coniò l'espressione linguaggio delle variabili proprio per riferirsi all'oggetto di studio delle scienze sociali.
• Il ricorso alle variabili consente di rilevare, classificare, ordinare e misurare tutti i fenomeni sociali.
• A seconda del tipo di proprietà che ha suggerito la variabile, sulla base delle possibili operazioni logiche e matematiche alle quali i valori delle modalità possono essere sottoposti e sulla base delle proprietà dei numeri che legittimamente possono essere ascritte alle etichette numeriche (valori) che designano lo stato dei casi (modalità) su ciascuna variabile, è possibile distinguere tra variabili categoriali e variabili cardinali.
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Il perno della ricerca standard:
unità di analisi e variabili
• Individui
• Famiglie
• Imprese
• Gruppi
• Regioni
• Documenti
Le unità di analisi sono i
referenti di cui si
occupa la ricerca:
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Esempi
Unità di analisi e proprietà
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• È impossibile, né ha senso, analizzare l’unità di analisi nella sua interezza (come nel caso della famiglia)
• Tuttavia, è possibile scomporre l’unità di analisi nelle sue proprietà
Famiglia
Numero di membri
Reddito mensile complessivo
Numero di computer
Proprietà
Unità di analisi e proprietà
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Famiglia
Numero di membri
1
2
3
4
>4
Reddito mensile complessivo
3000
Stati
Dalla dimensione teorica a
quella empirica
Dimensione teorica
Dimensione empirica
Proprietà Variabile
Stato Modalità
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Le condizioni per il passaggio
da una proprietà a una variabile
Deve variare (condizione necessaria)
• deve assumere stati diversi da caso a caso nello stesso momento oppure nello stesso caso in tempi differenti; gli stati dei referenti sulla proprietà devono essere almeno due; se ciò non accade la proprietà è una costante
Deve essere possibile darne una definizione operativa (condizione sufficiente)
• stabilendo in che modo gli stati differenti debbano essere rilevati (assegnati a una delle categorie stabilite in precedenza) e registrati in matrice dati nel modo necessario a permettere la successiva analisi con le tecniche statistiche.
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Classificazione, conteggio,
misurazione, scalingP
rop
riet
à Discrete
Categoriali Classificazione
Ordinali Ordinamento
Cardinali Conteggio
ContinueMisurabili Misurazione
Non misurabili Scaling
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Metriche
La gerarchia delle operazioni nel
passaggio dai concetti alle variabili
Misurare
Conteggiare
Ordinare
Classificare
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Il concetto di concetto
• Concetto: cum=con capere= prendere
• Raggruppare in una rappresentazione sintetica– I concetti sono le unità fondamentali del pensiero (Sartori)
– Il mondo si presenta come un flusso caleidoscopico di impressioni
che deve essere organizzato dalle nostre menti … sezioniamo la
natura, la organizziamo in concetti e le diamo determinati significati; in
larga misura perché siamo partecipi di un accordo per organizzarla in
questo modo, accordo che vige in tutte le nostre comunità linguistiche
e che è codificato nelle configurazioni della nostra lingua. (Whorf)
– Scegliamo di ignorare molte delle differenze percettive che rendono
unico ciascun oggetto, e in larga misura lo facciamo al momento di
dargli un nome. Dando un nome classifichiamo oggetti che per noi
sono simili nella stessa categoria, anche se siamo in grado di
percepire differenze tra loro … in tal modo l’infinita variabilità del
mondo si riduce a dimensioni tollerabili e manipolabili. (Tyler)
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Il concetto di concetto
• Il concetto è un ritaglio, operato su un flusso di
esperienze infinito per estensione e profondità;
• Le modalità del ritaglio non sono dettate in modo
cogente da ciò a cui si applica (es. colori nelle diverse
culture);
• Modalità di ritaglio definita nell’interazione fra individuo e
società:
– socializzazione primaria e secondaria: trasmissione di
uno specifico bagaglio concettuale
– innovazione concettuale: es. il concetto di inconscio
• I concetti non sono né veri né falsi, vere o false possono
essere gli asserti che istituiscono fra essi specifiche
relazioni.
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Concetti, termini e referenti
Concetto
ReferenteTermine
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Esistono concetti senza termine (es.: bambini nei primi tre anni di vita), come pure esistono concetti senza referenti (es.: unicorno).
Nel linguaggio scientifico si tende a stabilizzare/irrigidire i giunti che legano:
I concetti disposizionali
• Servile, fragile, gentile, amabile, flessibile
sono tutti esempi di concetti disposizionali.
• I concetti disposizionali sono concetti
astratti che si palesano soltanto in
presenza di uno stimolo esterno che li
attivi.
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Dalla teoria all’osservazione
Regole di corrispon
denza
Costrutti teorici
Termini osservati
vi
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Nelle scienze sociali, il legame fra costrutti teorici e termini osservativi è stabilito attraverso specifiche regole di corrispondenza che sono sia di tipo semantico (rapporti d’indicazione) sia di tipo operativo (definizioni operative).
Il rapporto d’indicazione
• Nella ricerca sociale ci si propone
spesso di rilevare proprietà non
direttamente osservabili, stati
interni, come la mentalità
consumistica, l’opulenza o
l’orientamento strumentale verso il
lavoro (Goldthorpe).
• La rilevazione di questi stati interni
assomiglia – sotto molti punti vista
– al modus operandi del medico
ottocentesco che approda alla
diagnosi in base all’esame dei
segni che rintraccia sul corpo del
paziente e dei sintomi che
quest’ultimo denuncia.
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Esempio: l’imborghesimento
della classe operaia
Imborghesimento della classe operaia
Opulenza
Reddito elevato
Qual è il suo reddito mensile?
Mentalità consumistica
Acquisto di beni di consumo durevoli
Quali di questi beni sono presenti nella
sua casa?
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Il rapporto di indicazione
Concetto
Indicatore
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Mentalità consumistica
Possesso di elettrodomestici
Il ricorso al rapporto
d’indicazione consente di dare
un contenuto empirico a
concetti (es. imborghesimento) che non lo hanno
direttamente.L’indicatore
implica il concetto indicato
Parte indicante e parte
estranea dei concetti
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Concetto
Parte indicante
Parte estranea
Gli indicatori, così come i segni rilevati dal medico, costituiscono indizi e non già prove certe del concetto implicato:
Una tinta bluastra sulla mezzaluna alla base dell’unghia può implicare:• cattiva circolazione sanguignama anche• malattie di cuore• artriti reumatoidi• malattie autoimmunitarie
Analogamente, nella ricerca sociale un concetto direttamente operativizzabilepotrebbe essere scelto come indicatore di due o più diversi concetti non operativizzabili.
Parte indicante e parte
estranea dei concetti
Tasso di aborti nelle
province italiane
Secolarizzazione
Propensione dei medici
all’obiezione di coscienza
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Concetti e indicatori
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Indicatore 3
Indicatore 4
Indicatore 2
Indicatore 1
La selezione degli indicatori
• Nella scelta degli indicatori occorre privilegiare quelli che massimizzano la parte indicante e minimizzano quella estranea.
• Inoltre, se gli indicatori costituiscono indizi e non già prove certe, è utile disporre di molti indizi, per poterne esaminare la coerenza.
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La classificazione
Classificazione 1 - Operazione intellettuale mediante la quale l’estensione semantica di un determinato concetto è suddivisa in una serie di classi o categorie.
Classificazione 2 - Elenco delle classi o delle categorie secondo cui è stata suddivisa l’estensione semantica di un concetto, ovvero il risultato della Classificazione 1.
Classificazione 3 - Procedura attraverso la quale ogni singolo caso (di norma facente parte di un insieme più ampio di casi) è ricondotto a una e una sola classe o categoria di un elenco, ovvero alla Classificazione 2.
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La classificazione
• La classificazione (a) è l'operazione intellettuale con cui l'estensione di un concetto
è divisa in un certo numero di classi e categorie. Il concetto può essere il tipo di
occupazione di un insieme di soggetti e l'operazione di cui si tratta consiste nel
prendere una serie di decisioni su quali debbano essere le categorie che
compongono la classificazione del concetto di occupazione.
• La classificazione (b) è l'elenco di tali classi, cioè il risultato della classificazione(a).
Se abbiamo deciso che, per gli scopi della nostra analisi, è sufficiente una
classificazione non molto analitica del tipo di occupazione, la classificazione (b) può
consistere nella semplice dicotomia "lavoratore in proprio lavoratore dipendente". La
classificazione può diventare più analitica dividendo, ad esempio, i lavoratori in
proprio tra liberi professionisti, imprenditori, commercianti, artigiani e coltivatori diretti,
mentre i lavoratori dipendenti possono essere divisi in dirigenti, impiegati ed operai.
• La classificazione (c) è il procedimento con cui ogni singolo oggetto di un insieme è
assegnato a una delle classi della classificazione (b). Quest’ultima classificazione
consiste, finalmente, proprio nell'operazione che porta a riempire la matrice dei dati; è
arrivati a questo punto, infatti, che utilizziamo (c) lo strumento (b) che abbiamo
predisposto attraverso la classificazione (a) per rilevare la proprietà! "occupazione" di
una serie di individui. Con la classificazione (c). Rosario, Chiara, Piero e Anna
possono essere classificati, ad esempio, rispettivamente come imprenditore, libera
professionista, operaio e impiegata.
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Una provocazione di Borges
sul fondamentum divisionis
• Con lo stile provocatorio che gli era consueto, J.L. BORGES (Otras inquisiciones, Bs.As., Sur, 1952.; trad. it. Altre inquisizioni, Feltrinelli, Milano, 1996) porta alle estreme conseguenze il tema della relatività dei criteri classificatori allorquando, ne L'idioma analitico di John Wilkins, propone di classificare gli animali in questo modo: (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, (c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
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I principî di classificazione
Esaustività
Mutua esclusività
Unicità del fundamentum divisionis
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I principî di classificazione
• Affinché gli stati sulla proprietà che si intende rilevare possano essere correttamente rilevati e registrati in matrice è necessario rispettare tre regole: – nell'individuazione delle modalità ci si deve riferire ad un
unico fundamentum divisionis, ossia a un unico criterio di classificazione;
– si tenga conto della la mutua esclusività, proprietà di ogni possibile coppia di classi tale che nessun referente possa essere attribuito contemporaneamente a due o più classi;
– sia rispettata l’esaustività, proprietà dell'insieme delle classi secondo cui ogni stato sulla proprietà- assunta come fundamentum divisionis - deve essere assegnato almeno a una delle classi, le modalità previste devono, pertanto, comprendere tutte le «sfaccettature» della proprietà considerata.
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Il principio di esaustività
• Secondo questo principio, ogni stato sulla proprietà – assunta come fundamentumdivisionis – deve essere assegnato almeno a una delle classi. Le modalità previste devono, pertanto, comprendere tutte le «sfaccettature» della proprietà considerata.
• Raggiungere la completezza: problemi aperti– Modalità residuali
– Numerosità delle modalità
– «Altro»
– Non risponde
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Il principio di mutua esclusività: un esempio di
definizione operativa complessa
• Ambito: la canzone italiana tra il 1960 e il 2010
• Unità di analisi: disco
• Unità di registrazione: singola canzone.
• Tecnica di raccolta: analisi del contenuto come inchiesta
• Proprietà rilevata: genere di appartenenza dell’interprete– Per ciascun interprete della tradizione melodica sono stati
calcolati due parametri: per quanti decenni (da un minimo di 0 aun massimo di 5) l’artista è riuscito a collocare più di un albumnella top 60 e quanti decenni quello stesso artista era riuscito asolcare (in questo caso il valore minimo è 1, quello massimorimane 5). A questo punto le due “grandezze” sono statedapprima ponderate e in seguito assemblate in un unico indice –con campo di variazione tra 0 e 5 – con valore soglia pari a 2:sopra quella soglia (arrotondata al primo decimale all’intero piùprossimo) si entrava nel gruppo dei grandi interpreti; sotto, inquella delle meteore.
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Il fundamentum divisionis: intensione
ed estensione di un concetto
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Intensione (connotazione)
• L’insieme degli aspetti che lo contraddistinguono dagli altri
• es.: Bambino (tutte le caratteristiche che includiamo nel concetto di bambino: è in età pre-puberale, dipende – per lo più – dai genitori, frequenta la scuola dell’obbligo, è basso di statura, eccetera)
Estensione (denotazione)
• L’insieme dei referenti di un concetto
• es.: Bambino (tutti i referenti che riconosciamo come bambini)
Intensione ed estensione di
un concetto
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Este
nsi
on
e: a
lto
liv
ello
di a
stra
zio
ne
Intensione: basso livello di astrazione
Elettore
Cittadino
Giovane elettore irpino che vota
all’ultimo momento nelle elezioni del 2016
Il fundamentum divisionis: intensione
ed estensione di un concetto
• Il concetto-genere è più GENERALE del
concetto-specie:
– tutti i referenti della specie fanno parte dei
referenti del genere;
– ma non tutti i referenti del genere fanno parte
dei referenti della specie (ci sono anche
viterbesi, frusinati …)
• Il concetto-genere è più esteso ma meno
intenso del concetto-specie.
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Il fundamentum divisionis:
genere e specie
Dalla struttura genus specie si ricava una struttura leggermente
più complessa, cioè la CLASSIFICAZIONE.
SE tutti i romani sono italiani ma non tutti gli italiani sono romani,
ALLORA i referenti del concetto di italiani si dividono in 2 gruppi.
Il concetto-genus viene suddiviso di 2 specie, di cui il 2°nega il 1°
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Laziali
Romani
Non romani
Il fundamentum divisionis:
genere e specie
Laziali
Romani
Frusinati
Reatini
Latinensi
Viterbesi
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ARISTOTELE propone invece una visione politomica del mondo,perché più attinente almeno al mondo naturale → applicabilitàdella classificazione a situazioni empiriche:Es. è bene distinguere la classe dei non-romani in viterbesi, frusinati, etc.
Genere
Specie
Il fundamentum divisionis:
genere e specie
Laziali
Romani
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La classificazione delle
proprietà in Stevens (1946)
Scale nominali
Scale ordinali
Scale a intervalli
Scale di rapporti
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La classificazione delle
proprietà in Stevens (1946)
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La classificazione delle
proprietà in Stevens (1946)
Scala Operazioni empirichedi base
Statistiche ammissibili
NominaleDeterminazione dell’uguaglianza
Numero casi, moda, coefficiente di contingenza
OrdinaleDeterminazione di minore o maggiore
Mediana; percentuali
IntervalliDeterminazione dell’uguaglianza degli intervalli e delle differenze
Media; deviazione standard; correlazione ordinale; correlazione
RapportiDeterminazione dell’uguaglianza dei rapporti
Coefficiente di variazione
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Tipi di proprietà e tipi di
variabili nell’analisi dei dati
Proprietà Operazioni Variabili
Categoriali Classificazione Categoriali
Categoriali a categorie ordinate
Classificazione Ordinali
Con stati enumerabili
Conteggio Cardinali
Continue misurabili Misurazione Cardinali
Continue non misurabili
Scaling Quasi cardinali
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Rielab
orazio
ne d
a Bio
rcio, Pagan
i: 19
97
)
Operazioni di ricerca e scale
Zero assoluto
Sì
Trasferibilità
Sì
Scale di quantità
Tutte le statistiche
No
Scale metriche
Tutte, tranne gli indici di concentrazione di
eterogeneità
No
Scale di posizione
Solo alcune statistiche
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(Rielaborazione da Ricolfi, 1985)
Problemi aperti
• L’aggregazione dei dati
• Prossimità semantica
• Equilibrio frequenze modalità (Marradi
131)
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La tipologia come processo
classificatorio?
TipoScopi culturali
(fini)
Norme istituzionalizzate
(mezzi)
Conformista + +
Ritualista - +
Innovatore + -
Rinunciatario - -
Ribelle ± ±
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(Da Merton, 1949)
Tassonomia
Comportamento nelle elezioni X
È andato a votare
Ha espresso un voto
Ha espresso un voto valido
Ha votato per A
Ha votato per B
Ha votato per C
Ha espresso un voto nullo
Ha votato scheda bianca
Non è andato a votare
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Tassonomia
Confessione religiosa
Credenti
Credenti in divinità
Monoteisti
Buddisti
Cristiani
Musulmani
Politeisti
Induisti
Jainisti
Scintoisti
Animisti
Atei
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L’autonomia semantica
• «Per autonomia semantica si intende il grado in cui il termine o espressione che etichetta una modalità assume significato senza dover ricorrere alle etichette delle altre modalità o dell'intera variabile» (Marradi, 1995, p. 34).
• A seconda del tipo di variabile è possibile individuare un diverso grado di autonomia semantica. Le variabili categoriali non ordinate (es. posizione occupazionale: occupato, disoccupato, studente) presentano un elevato grado di autonomia semantica delle modalità.
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L’autonomia semantica
• Il grado di autonomia semantica si riduce per le modalità delle variabili categoriali ordinate (es. grado di favore per il governo: molto, abbastanza, poco, per nulla) per le quali bisogna specificare ciascuna modalità in rapporto alla variabile stessa. Questi due tipi possono tollerare un numero ridotto di modalità in quanto in sede di analisi dei dati è necessario tener conto delle relazioni tra le modalità di ciascuna variabile; per questo il numero delle relazioni da analizzare cresce in modo esponenziale all'aumentare delle categorie delle variabili messe in relazione. Nelle variabili cardinali l'autonomia semantica è quasi del tutto assente (es. età) ed i valori registrati in matrice avranno senso solo se connessi alla variabile dai quali derivano. Tollerano, per tanto, un numero elevato di modalità, poiché quel che conta è l’andamento della distribuzione e non il legame tra le singole categorie.
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L’autonomia semantica
delle variabili
Tipo di variabileLivello di autonomia
semantica
Categoriali non ordinabili Alto
Categoriali ordinabili Contenuto
Metriche Nullo
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La codifica delle variabili
Prof. Stefano Nobile Classificazione e misurazione 53
Valori Categorie
0 Nessun titolo
1 Licenza elementare
2 Licenza media inferiore
3 Licenza media superiore
4 laurea
Valori Categorie
0 Nessun titolo
3 Licenza elementare
2 Licenza media inferiore
4 Licenza media superiore
1 laurea
Relazione monotonica Relazione non monotonica (illegittima)
La codifica delle variabili:
scale ordinali
• Quanto spesso va in chiesa?
0 Mai
2 A Natale e a Pasqua
12 Una volta al mese
52 Tutte le domeniche
365 Tutti i giorni
Prof. Stefano Nobile Classificazione e misurazione 54
Il problema della
curvilinearità delle risposte
• Il voto è il solo modo in cui la gente come
me può avere qualche influenza sulle
decisioni politiche
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La codifica delle variabili: le
scale Likert
• Molto favorevole
• Favorevole
• Indifferente
• Sfavorevole
• Molto sfavorevole
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• D’accordo
• Abbastanza
d’accordo
• Non so
• Abbastanza in
disaccordo
• In disaccordo