COMUNICATORE, A CHI ?(continua dalla quinta lezione)
Sesta lezione «Comunicazione per il management d’Impresa».
prof. M. Stancati 6 dicembre 2016
Public Speaking:is the process of speaking to a group of people in a
structured, deliberate manner intended to inform, influence, or entertain the listeners
(“è il parlare ad un gruppo di persone in modo strutturato, con lo scopo dichiarato di informare, influenzare o intrattenere gli ascoltatori»)
Dopo questa rapida panoramica su alcuni
«fondamentali» della comunicazione, eccoci al
che sinceramente non mi convince del tutto perché non
sottolinea abbastanza che si parla con un pubblico
piuttosto che a un pubblico…
3
• comunicare è
entrare in
rapporto
dialettico con gli
interlocutori
• l’orientamento
deve essere al
pubblico, non al
copione
E aggiungiamo…
La retorica e l’oratoria sono nate tantianni prima nell’area mediterranea. Insomma
dalle parti nostre
4
Oggi «public speaker»,
ieri…
Socrate Aristotele QuintilianoCiceronePlatone Demostene
• La retorica è la forma antica di studio della comunicazione. Da sempre gli uomini sono stati affascinati dalle grandi capacità comunicative di alcuni di loro di ottenere degli effetti di coinvolgimento e persuasione sul pubblico degli ascoltatori
• Più di 2000 anni fa, in Grecia, il parlare in pubblico era un’attività fondamentale per la partecipazione dei cittadini alla vita della polis. L’arte della retorica veniva studiata, analizzata, raffinata e trasmessa alle nuove generazioni. E così a Roma.
5
Uno dei tanti debiti che il comunicatore di oggi ha nei confronti dell’oratore romano (e, prima ancora, greco) è …
6
DA DOVE NASCE LA REGOLA DELLE CINQUE W
Quis? Who? Chi?
Quid? What? Che cosa?
Quando? When? Quando?
Ubi? Where? Dove?
Quomodo? (Come?)
Cur? Why? Perché?
Quibus auxiliis? (Con quali strumenti?)
Ora aiutatemi…
Se dico «un grande comunicatore», chi vi viene in mente?
……….
………
Tutti parlano di quel
postero ingrato e
parolaio di Cicero !..e
io ?? Che ho
scritto…
8
Lui ha scritto “Sulla Retorica”.
Punto di riferimento per tutti quelli
che sono venuti dopo. Compreso
Cicerone, autore di un grande «manuale»:
il De Oratore
Lui è Aristotele! Il
più grande dei
filosofi.
9
Così va meglio…
Grazie!
Nella «Retorica»
studia le tattiche che
il comunicatore
utilizza per
influenzare i
pensieri, le idee e i
comportamenti del
pubblico
10
LogosI contenuti
Le argomentazioni
Le parole decisive
EthosLa personalità
L’affidabilità
La credibilità
PathosL’immedesimazione
La partecipazione
La capacità empatica
Marco Tullio
Cicerone:
nel suo De Oratore il
corso più completo per
Public Speaker
11
12
magnifico interprete e sostenitore
della funzionale complementarietà
dell’ACTIO,
e cioè del linguaggio del corpo e dei gesti
a integrazione della parola
“ … Sed haec omnia perinde sunt ut aguntur. Actio, inquam, in
dicendo una dominantur. Sine hac summus orator esse in
numero nullo potest, mediocris hac instructus summos saepe
superare. …
…quae sic ab illo esse acta constabat oculis, voce, gestu, inimici
ut lacrimas tenere non possent…” *
13
magnifico interprete e sostenitore
della funzionale complementarietà (se
non la supremazia)
dell’ACTIO,
e cioè del linguaggio del corpo e dei gesti
a integrazione della parola
“…Tutti questi ornamenti dipendono però dal modo in cui vengono
presentati. L’actio, intendo, è il fattore preponderante nell’oratoria; senza
questa il migliore degli oratori può non valere nulla, mentre un oratore
mediocre, abile in questa, spesso può superare i migliori…
…E tutti concordavano sul fatto che egli pronunciasse queste parole
accompagnandole con degli sguardi, un tono di voce e dei gesti tali
che neppure i nemici potevano trattenere le lacrime…” (Cicerone sta
parlando della capacità affabulatoria di Gracco)
L’ACTIO presuppone
di
• essere padrone dei contenuti
• averli metabolizzati
• saperli esporre a diversi livelli di sintesi rispettando i tempi a disposizione
• sentire di proporre qualcosa che è profondamente nostro
14
Le mappe mentali aiutano la metabolizzazione e la rappresentazione dei contenuti
15
Marzo 2010. Aula Blu1 Città Universitaria. Corso prof. M. Stancati «Pianificazione dei Media nelle strategie d’impresa»
“Quando arrivo sul set, mi
occupo subito con scrupolo
di rivedere le mie battute
del giorno. Comincio a
tagliare o aggiungere
parole, in modo da
sistemarlo per bene nello
stomaco. Le parole
devono uscire dagli
occhi. Se uno non pensa
quel che dice, l’occhio lo
rivela…Per questo faccio in
modo che il dialogo mi
corrisponda, diventi
profodamente mio.”
Jean Gabin
16
L’importanza di capire, acquisire fino in fondo, fare proprio:
metabolizzare un contenuto
Apri la mente a quel ch’io ti paleso
e fermalvi entro; che non fa scienza,
senza lo ritener, aver inteso.
Dante. Paradiso, Canto V
Ma possiamo usare le parole degli altri?
Sì, se:
• non ce ne attribuiamo la paternità
• ci riconosciamo in quelle parole
• ci trasferiamo i nostri vissuti
perché come dice Troisi/il Postino…
Ma possiamo usare le parole degli altri?
Sì perché, come dice Troisi/il Postino: La poesia non è
di chi la scrive ma… di chi gli serve!
Di parte del materiale chesegue sono grato a GiacomoMason; materiale al quale inalcune slide faccio liberoriferimento. Questo il suosito/blog:http://www.intranetmanagement.it/
Questo il link a «come si presenta con leslide»: https://goo.gl/VbqySf
20
Dopo questa prima visione d’insieme sul «parlare in
pubblico», entriamo in maniera più analitica nel tema
tenendo conto anche del contesto tecnologico
G. Mason
Comunicare in pubblico non è…
Leggere un discorso scritto
Recitare un discorso imparato a
memoria
Leggere delle slide
Seguire rigidamente un copione
predefinito
Perché?
Perché ci sono
gli altri, loro, il pubblico!
21
Comunicare è entrare in relazione
Parlare in pubblico significa innanzitutto rivolgersi ad altri, e non
a noi stessi
La comunicazione in pubblico è innanzitutto un processo di
relazione con qualcuno
Entrano in gioco relazioni, contenuti, aspettative, motivazioni,
culture, vissuti di un gruppo di persone. Aspetti che interagiscono
nel processo di comunicazione
22
Le cose scritte non servono per
un discorso; devono essere
tradotte nella forma comune del
parlare spontaneoMark Twain
Il discorso pubblico è un evento dinamico
23
Nel discorso pubblico è protagonista la persona
Vince la spontaneità – Sono così preparato
che posso dimenticarmi del copione
Vincono i vissuti – Le cose che dico sono
filtrate dalle mie emozioni, dalla mie storie,
dalla mia testimonianza
Vince l’orientamento agli altri – Gli altri
sono così importanti che mi dimentico di me
Vince la relazione – Nessun contenuto è
così importante da dimenticare chi ho di
fronte
Tono colloquiale
Importanza di storie
e narrazioni
Non pensare: “come
sto andando?” ma:
“che sta succedendo
in aula”
Copione flessibile e
capacità di adattamento
24
25
Alla Festa del Cinema di Roma 2015
ha vinto questo film indiano(votava solo il pubblico)
Il regista Pan Nalin ha usato tre linguaggi
in successione:
• fumettistico-bollywoodiano
• da commedia anticonformista
• drammatico viscerale
Ha conquistato il pubblico facendolo rilassare
all’inizio, lo ha coinvolto e spiazzato nella parte
centrale, poi lo ha fatto reagire visceralmente
nella parte finale.
Il pubblico ha premiato:
la narrazione
la relazione
• Indurre all’azione
• Illustrare una particolare soluzione
• Chiarire perché la ritengo la soluzione migliore
• Insegnare un metodo, fornire strumenti
• Ottenere collaborazione
Quali sono i miei obiettivi?
Conciliare obiettivi propri e aspettative del pubblico
26
Quali sono le aspettative del pubblico?
• Capire bene qual è il problema che mi si
chiede di affrontare
• Ascoltare una spiegazione chiara e non
approssimativa
• Avere una visione comparata rispetto
alle possibili alternative
• Sapere che disporrò di metodologie
funzionali allo scopo
• Avere la possibilità d’interagire, rilevare
un’attenzione al feedback
Valutare il contesto
• La comunicazione efficace adatta il proprio stile e i propri
contenuti all’audience
• Dobbiamo pensare all’interesse del pubblico più che al
nostro, e regolarci di conseguenza
• Guardare le cose e la situazione dall’ottica del pubblico:
«Come potrò utilizzare questa cosa? Cosa è prioritario?
Quali sono i vantaggi per me?»
• La relazione sarà tanto più profonda quanto più profondo è il
coinvolgimento
27
28
«Dimmi una cosa e la
dimenticherò
Mostrami una cosa e la
ricorderò
Coinvolgimi e capirò.»
(Confucio)
Una cassetta degli attrezzi essenziali per il
comunicatore d’impresa
CDL magistrale «Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d’Impresa»
Comunicazione per il management d’impresa. Sesta Lezione (seconda parte)prof. M. Stancati 2016-2017
30
Una considerazione preliminare:
l’abito fa il monaco
così così
… non è ovviamente la stessa cosa. Ogni eventuale rottura degli schemi è opportuno
che sia motivata e spiegata (implicitamente o esplicitamente)
31
A volte ufficialità e informalità si mischiano:
e l’abito non fa più… il cardinale
Napoli 21 marzo 2015
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
La ricerca di Albert Mehrabian
(psicologo statunitense)
L’efficacia della
comunicazione
dipende solo per
il 7%
dalle parole
32
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Il “cosa” e il “come”
Senza “come” non c’è alcun “cosa”
Noi non decodifichiamo messaggi,
ma interpretiamo segnali
Non vi sono significati se non all’interno di
un “contesto”
Il “come” determina il “cosa”
Come
Cosa
LNV
Contesto situazionale
Contesto sociale
Contesto culturale
33
Per farsi capire dalle
persone, bisogna parlare
prima di tutto ai loro occhiNapoleone
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Gli occhi sono il primo contatto
34
In «Luci della Città» il gioco di sguardi più noto della
storia del cinema
L’importanza del contatto oculare
• Aiuta a tenere sotto controllo la
situazione
• Mantiene il contatto anche durante le
pause
• Mostra interesse reale per gli
interlocutori
• Garantisce la percezione del
feedback
36
Un corretto contatto visivo assicura il «riconoscimento»
• Mentre parlate al pubblico cercate di guardarlo
veramente,
• Nel caso di un pubblico vasto, dividetelo in una
serie di “zone” alle quali rivolgervi di volta in volta
• Fissate la persona per qualche secondo, poi
scegliete un altro punto per altri 2-3 secondi, e
così via (bisogna allenarsi un po’.)
• Vi state rivolgendo a persone con le quali siete
realmente in contatto. Fate in modo che ad ogni
contatto visivo possiate dire reciprocamente: “ci
siamo visti!”
37
Contatti oculari sbagliati
Fissare ossessivamente una sola
persona per tutto il tempo
???
Fare uno scanning a grande velocità di
tutta la platea (guardare tutti e nessuno)
Guardare nel vuoto e ogni
tanto “tornare sulla terra”
Voltare le spalle al pubblico e/o
guardare costantemente lo schermo
38
La postura rappresenta il modo con cui
usiamo il corpo per comunicare. Il 70%
della comunicazione è corporea.
Che lo vogliamo o no.
La postura
Il corpo va quindi usato come canale
di comunicazione.
E’ meglio stare in piedi e muoversi.
39
Aiuta a bruciare energia nervosa
Focalizza l’attenzione su di noi e
non sui supporti (slide)
Permette maggiori modulazioni
rispetto a quello che diciamo
Tiene alto il livello di attenzione
del pubblico
Perché muoversi?
40
La postura migliore: in piedi e in movimento
• State il più possibile al centro, in modo da
guardare tutti
• Mettetevi in modo da potervi avvicinare alle
persone
• Non mettete barriere tra voi e gli altri. Non
nascondetevi dietro leggii o cattedre
• Usate tutto il corpo e non solo una mano
• Scegliete un punto baricentro. Muovetevi,
cambiate il punto di vista, ma tornate poi al
punto focale, e ad una posizione neutra
41
43
L’importanza di cambiare il punto di vista spiegata da
Robin Williams
in maniera memora(lizza)bile perché li ha
coinvolti
La postura migliore: in piedi e in movimento
Ovviamente non sempre sarà possibile:
• perché gli organizzatori potrebbero aver optato
per una modalità più statica
• perché la logistica è infelice
• perché un colpo della strega vi ha colpito
all’improvviso
• perché, più banalmente, vi siete stancati
Quanto più il linguaggio del corpo è impedito o sacrificato tanto più dobbiamo
contare sul contatto oculare, sulla forza delle parole e sulla modulazione
della voce
44
Posizione rispetto al pubblico
45
La disposizione a ferro di cavallo
(meglio se aperto) aiuta la
partecipazione, la
comunicazione, l’interattività
Alcune posture da evitare
Il camminatore
compulsivo
Arroccato
Caffettiera
46
Alcune posture da evitare
Caffettiera
47
in versione donna
in versione uomo
Alcune posture da evitare
Mani in tasca
48
Nella donna le mani in
tasca determinano spesso
una postura di sfida.
Nell’uomo, informalità ma
anche prepotenza,
arroganza
Alcune posture da evitare
La postura adamitica
49
Più rara nelle donne
Non infrequente negli
uomini
50
In questo (frequente) caso,
ricordiamoci di utilizzare al
meglio la multicanalità delle
slide collegando i due piani:
quello cognitivo e quello
visuale
Quando ci aiutiamo con le slide
51
Lorem ipsum dolor sit amet, elit adipiscing consectetur. Mauris tempor interdum dapibus. Praesent
tempus ut leo Massa rhoncus cursus vitae quam id. Nam lobortis non mi felis Porta eget viverra DUI
iaculis. Pellentesque turpis id et Fringilla imperdiet ante. Etiam NIBH tristique a ornare et nunc facilisis
purus posuere. Nunc lobortis, est et ullamcorper ullamcorper, dui ipsum Fringilla mi, et malesuada
turpis Tellus Arcu et al. Fusce sagittis leo placerat, tristique laoreet ut nunc al. Proin Gravida NIBH
Bibendum, a laoreet dolor mollis non. Cras a vel metus Lectus imperdiet consequat. metus Arcu
Pellentesque, blandit vel mollis nca, lobortis a Tellus. Curabitur a ligula ipsum sit amet fermentum
sagittis vitae sit amet augue. metus leo Proin non, felis vestibulum ut. egestas dignissim Quisque risus
tincidunt Mattis. Vivamus enim ut dolor.
Fusce vehicula leo vitae Massa lobortis volutpat. Aliquam osta augue eu, augue blandit
tincidunt. Mecenate sit amet Massa sollicitudin NIBH interdum felis extracomunitari coelebs. In
tincidunt Elementum condimentum. Donec Quis Nulla in metus diam pharetra eu dictum id. felis ante
Ut, tristique a Quis vehicula, Varius erat vitae. Aenean neque adipiscing varius, dictum volutpat justo
vitae Commodo. Phasellus ac neque non Orci rhoncus tempor Tortor ac sed. Quisque interdum
Lacinia purus velit vehicula laoreet. Vestibulum ante ipsum primis in faucibus Orci luctus et ultrices
posuere cubilia curae; hendrerit Quisque, augue dapibus nca pellentesque, ELIT diam vehicula purus,
id ligula condimentum Tellus augue eget. Vivamus Elementum mi Elementum, Fringilla Bibendum ac
nunc al. felis malesuada Mecenate sit amet faucibus pretium nunc. Nulla osta ac ut accumsan tristique
neque a elit posuere. Suspendisse Potenti. Donec ante nca faucibus. Sodales Praesent, Arcu sit amet
faucibus consequat, lacus metus sem semper, un risus aliquet augue metus sed. Donec pellentesque
Quis ligula placerat hendrerit. Curabitur eu urna ac dolor Lacinia blandit.
Questa non è una slide, è una fotocopia!
52
Troppo complesse per essere proiettate
Troppo affollate, troppe informazioni diverse, caratteri troppo
piccoli…
53
Esporre con le slide: i grafici? Quelli più semplici ed immediati
fonte: Tuttoslide di Cristina Regutto
54
Esporre con le slide: lo stesso esempio in maniera ancora più «leggibile»
fonte: Tuttoslide di Cristina Regutto
55
Esporre con le slide: …o ancora più efficace e percepibile
fonte: Tuttoslide di Cristina Regutto
Noi e lo schermo
Il rapporto con il pubblico si
basa sul contatto visivo:
cercate di non dare le spalle
alla platea
Non impallate la proiezione
con il corpo
Evitate di girarvi e sbracciarvi
toccando lo schermo. È il
pubblico che va
«abbracciato», non lo
schermo. Citate il dato
guardando la platea, e
facendo riferimento, ad
esempio, al codice colore: “la
colonna verde evidenzia…” 56
Noi e lo schermo (2)
Parlate vicino allo
schermo, in modo da
evitare l’effetto «partita di
tennis»
Anche se vi muovete,
restate vicini allo schermo,
quando commentate le slide,
e ogni volta che vi riferite ad
esse
Oppure guardatele insieme
al pubblico, dallo stesso
punto di vista e, se
possibile, dallo stesso
livello
57
Annunciare i
contenuti
della slide che
segue prima di
mostrarla
(bisogna
conoscere la
sequenza e/o
avere sotto gli
occhi una
versione a
slide
rimpicciolite)
Slide uno
Anticipo il titolo e i contenuti della slide due
Slide due
Slide tre
Anticipo il titolo e i contenuti della slide tre
Commento la slide uno
Commento la slide due
Commento la slide tre
Esporre con le slide: anticipare i contenuti
58
a ________
b ________
c ________
La slidea____________________________________________________________________
b____________________________________________________________________c____________________________________________________________________
Il commentoLe slide non vanno lette
ma commentate, sono
un supporto alla nostra
esposizione, non
viceversa.
Girarsi per leggerle
diminuisce attenzione e
comprensione
Dobbiamo parlare con i
nostri interlocutori,
non con lo schermo.
Se lo riteniamo utile,
possiamo in alcuni casi,
leggere insieme lo
schermo ma, in questo
caso, stando in mezzo
al pubblico:
assumendone cioè lo
stesso punto di vista
ed evitando di
Esporre con le slide: non leggere, ma commentare
59
60
• The speaker read the slides to us – 73.8%
(Il relatore che ci legge le slide)
• Full sentences instead of bullet points – 51.6%
(Frasi troppo piene, invece di elenchi scanditi)
• The text was so small I couldn’t read it – 48.1%
(Testo con corpo tipografico troppo piccolo)
• Slides hard to see because of color choice – 34.0%
(Colori troppo violenti)
• Overly complex diagrams or charts – 26.0%
(Grafici eccessivamente complessi)
Cosa disturba di più il pubblico che assiste
ad una presentazione con slide?
da un’indagine periodica di Dave Paradi
Gestualità
La gestualità non è un fattore di disturbo ma uno
strumento in più per essere efficaci nel nostro
discorso.
Ricordate che l’efficacia comunicativa passa per
il corpo. I gesti danno “corpo” alle nostre parole
e le rendono efficaci
La gestualità fa parte del nostro registro
comunicativo nelle occasioni informali.
Dobbiamo metterla in gioco anche in quelle
“ufficiali”
Un oratore “asettico” non risulta «più scientifico,»
ma solo più disinteressato al pubblico e
all’argomento. Annoia (o corre seriamente
questo rischio). 61
La gestualità non va presa
in prestito dagli altri, ma
va educata la propria
I gesti devono essere in sintonia
con le nostre abitudini
e le nostre inclinazioni naturali.
Insomma con la nostra
personalità, perché esprimono il
nostro stile62
Usare la gestualità
Usate gesti semplici e
definiti con le mani per
richiamare un concetto
Usate tutto il corpo
Siate semplici e naturali.
Lasciate che il corpo
accompagni le parole
63
Speak Italian?... Detto, fatto!
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Gestualità fuori controllo
Gesti ossessivi
Tic nervosiSistemarsi
65
Gestualità (fuori controllo)
Tic nervosi
Semiparesi
Braccia incrociate
Gesti ripetuti
Attenzione: queste
tipologie di
gestualità sono
sbagliate solo nel
caso in cui siano
fuori controllo e/o
inutilmente
prolungate
Nulla vieta, ad
esempio, di
incrociare talvolta
le braccia, se
viene naturale e se
il gesto è
appropriato al
contesto
66
In alcuni casi la Postura e la Gestualità sono dovute a una
sindrome…
…ossessiva-compulsiva
(nel caso di specie, la
tricotillomania)
…depressiv
a
Che siano sindromi dello speaker o di qualcuno del pubblico
rendono difficile la comunicazione o la precludono del tutto
tra i soggetti interessati.
A. Artaud
67
Gestualità fuori controllo e disfluenze verbali
Gesti ossessivi
Tic nervosi
Sistemarsi
68
anche quando si presentano come vere sindromi (come
la balbuzie) possono essere corrette (o curate)…
Quattro Oscar agli Academy Awards 2011
(+ l’Oscar dei logopedisti)
La voce
La voce è uno strumento, e come tale va usata e controllata
per rendere più efficace il proprio discorso
No
Si
69
La voce
Se iniziate a voce bassa, il volume tenderà a
zero rapidamente. Nervosismo e ansia tendono
a spegnere e a strozzare le voci troppo basse
Parlate a voce un po’ più alta del normale:
come se parlaste al fondo della platea
Progressivamente troverete il registro giusto e
progressivamente il pubblico si sintonizzerà
70
Pause e tono
Usate l’intonazione e il ritmo per variare i diversi
aspetti del discorso (come quando parlate in modo
colloquiale)
Le cose importanti devono “suonare” importanti
(come quando sottolineate le parole in un libro)
Usate le pause in modo strategico, per dare
enfasi al discorso e dare modo al pubblico di
assimilare
(dopo una domanda retorica, dopo un concetto
teorico nuovo, dopo l’apertura di un nuovo
argomento, dopo l’esposizione di una tesi insolita)
71
Questo piano di marketing, che chiameremo POLARIS, è
finalizzato a contribuire alla realizzazione delle strategie
aziendali di espansione sui mercati emergenti. Obiettivo
ambizioso che conseguiremo step by step, iniziando con
tre azioni nel prossimo anno con le cadenze che
scaturiscono dalla stagionalità dei servizi che offriamo e
tenendo conto delle diverse fasce di clientela.
Usare le pause
72
Corretto, ma poco scandito e quindi poco
incisivo.
Di conseguenza pone problemi di
memorizzazione
Ora, voi vi chiederete, ma come facciamo a
realizzare un obiettivo tanto ambizioso?
(pausa lunga)
La risposta si chiama: progetto “Nettuno”
(pausa)
Le fasi del progetto sono 3:
(pausa)
La prima, che parte a marzo e riguarderà i clienti a
(pausa)
La seconda che partirà a giugno e riguarderà i
clienti b
(pausa)
La terza, che partirà a settembre e riguarderà i
clienti c
Usare le pause
73
La seconda parte potremmo dirla in
maniera più scandita e precisa
Usare le intonazioni
le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e
libertà di accesso. Il progetto POLARIS serve proprio a
diversificare i canali di accesso ai nostri servizi, ed è
proprio questa la sua forza: ci consentirà non solo di
allargare il portafoglio dei servizi, ma anche di renderli più
flessibili
Potremmo dirlo così
le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e
libertà di accesso.
Il progetto POLARIS serve proprio a diversificare i canali
di accesso ai nostri servizi, ed è proprio questa la sua
forza
ci consentirà non solo di allargare il portafoglio dei servizi,
ma anche di renderli più flessibili
74
I paradossi dell’ansia
Parlare in pubblico crea ansia (in
parte è legato al nostro vissuto
culturale: maestre e altre figure
“autorevoli”)
Primo paradosso: l’ansia è un
aspetto positivo
Secondo paradosso: per ridurre
l’ansia bisogna muoversi, non
irrigidirsi
Terzo paradosso: più ci
concentriamo sul pubblico (e non su
noi stessi) e più l’ansia diminuisce
75
Decidete per tempo il look (abbigliamento e modo di apparire)
Muovetevi (non restate immobili ad attendere il vostro turno)
Scaricate la tensione ricorrendo a qualsiasi attività rassicurativa
Mettete nel conto le domande difficili
Concentratevi sul pubblico
Attenzione ai giochi ripetuti con mani e capelli (danno un’idea di
compulsività)
Scegliete facce amiche (quelle che annuiscono o sorridono), all’inizio
Non cercate di nascondere i vostri stati d’animo (dichiarateli, se vi aiuta)
Gestire l’ansia
76