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n. 5/2010 Anno 60° - Poste Italiane S.P.A. - spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma1, DCB Roma - 2,20 - Organo ufficiale dell’Anla, Associazione nazionale Seniores d’Azienda - Contiene IP Tassa pagata Esperienza Mensile di attualità, cultura e informazione ECONOMIA: La nuova Fiat PERSONAGGI DEL PASSATO: Modigliani GIOIELLI D’ITALIA: Noto UOMINI E AZIENDE: Stampiave I GRANDI FIUMI: La Senna L’INTERVISTA: Arrigo Levi
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EsperienzaMensile di attualità, cultura e informazione

ECONOMIA: La nuova FiatPERSONAGGI DEL PASSATO: ModiglianiGIOIELLI D’ITALIA: Noto

UOMINI E AZIENDE: StampiaveI GRANDI FIUMI: La SennaL’INTERVISTA: Arrigo Levi

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IL TUO CINQUE PER MILLE:UN PICCOLO IMPEGNO PER GRANDI RISULTATIDecidi di devolvere il tuo cinque per mille all’ANLA• Non ti comporta spese aggiuntive• non rappresenta una scelta alternativa all’otto per mille • ci permette di continuare a lavorare per difendere

e promuovere i nostri valori

Nello spazio dedicato allascelta per la destinazionedel cinque per mille sulladichiarazione dei redditifirma nel riquadro“Sostegno del volontariatoe delle altreorganizzazioni nonlucrative di utilità sociale,delle associazioni dipromozione sociale edelle associazioniriconosciute che operanonei settori di cui all’art.10, c.1. lett a), del D.Lgs:n. 460 del 1997” einserisci il codice fiscaledell’Anla

CONSERVA QUESTA

COMUNICAZIONE PER AVERE A

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FISCALE ANLA AL MOMENTO

DELLA DICHIARAZIONE DEI

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8003193058180031930581 AIUTA L’ANLA E I SUOI VOLONTARI A SOSTENEREI NOSTRI VALORI E LE NOSTRE INIZIATIVE

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IL 5 PER MILLEIl tuo contributo per noi è importante

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Tutti i soci che SONO ESONERATI dal presentare la dichiarazione dei redditi (mod. 730 o

mod. unico) possono effettuare la scelta per la destinazione dell’8 e del5 per mille compilando l’allegato A del mod CUD 2010. Dopo averlo firmato

nei riquadri di scelta e nell’apposito riquadro in fondo alla pagina possonotrasmetterlo alla nostra sede inVia Monte delle Gioie, 13

tel. 06/86321128 fax 06/86322076 mail: [email protected] provvederà alla trasmissione telematica.

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SOMMARIOOPINIONI

Editoriale – Il rispetto delle regole .............................................................................. 5Vizi e virtù – I tesorini di mamma ............................................................................... 6Visti da fuori – Anche in Inghilterra nasce un terzo incomodo................................... 7Primo piano – Troppi vincoli per le imprese ............................................................... 9

AFFARI SOCIALI

Dai lettori .............................................................................................................. 10-13Il fatto • La scomparsa di Apollinare Veronesi • Non dite… ma dite…• Contesa la pizza da due monarchie • Troppi ragazzi abbandonano la scuolaPrevidenza - Le pensioni e l’Isee nel “collegato lavoro” .................................... 14-15Sanità - Cure shock per un sistema malato ............................................................... 15Fisco - Come correggere la dichiarazione dei redditi. Il ravvedimento operoso ....... 16Legale - I giudici popolari nei giudizi di assise ......................................................... 17Economia - E’ nata la nuova Fiat ............................................................................... 1840 anni di commutazione automatica ..................................................................... 19

VIAGGI

Gioielli d’Italia – Noto ........................................................................................ 22-23I grandi fiumi – La Senna .................................................................................... 24-25

L’ITALIA CHE LAVORA

Uomini e Aziende - Stampiave ............................................................................. 26-29

NOTIZIE ANLA................................................................................................. 30-36Associazione Seniores Gruppo Finmeccanica (Seniores Selex Galileo), Cir-colo Ricreativo Culturale Dipendenti del Comune di Pordenone, CircoloAnziani del Lavoro Electrolux Zanussi, Gani-Ilva Bagnoli, Savio Marcello,Seniores Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni Battista”, Senio-res Ex Ilssa Viola-“Gruppo Medaglie d’Oro”. Anla Toscana. Anla Padova.Lettere, arte, storia e via via. Rinnovo cariche e organizzazione.

Made in Italy - Occhiali: noi siamo il Paese vincente ............................................... 38

STORIE

Italia per bene - Il mondo dei disabili e come aiutarlo ............................................. 39L’intervista - Arrigo Levi .................................................................................... 40-41Personaggi del passato - Modigliani.................................................................... 42-43

ATTUALITÀ

Sport - Alessandra Sensini e il windsurf .............................................................. 46-47Le ragazze d’oro del tennis italiano ...................................................................... 48-49Scienza e tecnica - Si studia per prevedere le eruzioni vulcaniche ........................... 50Cultura - Gli arazzi dei Gonzaga.......................................................................... 51-54Il libro del mese - Le grandi Mostre

ESPERIENZA FAMIGLIA

Consigli per la casa ................................................................................................... 55Medicina – L’epatite C: il killer silenzioso! .............................................................. 56Posta condominiale.................................................................................................... 57Monete – Un omaggio all’Alfa Romeo ...................................................................... 58Francobolli – Un mese davvero impegnativo!........................................................... 59Computer – Twitter-mania ................................................................................... 60-61Tempi di attesa troppo lunghi al pc? Attenzione alla sindrome di HourglassFacebook uccide il Face to FaceCollezionismo – In asta a Las Vegas “tutto” Michael Jackson ................................. 61Civiltà della tavola – Patate transgeniche: questi i limiti fissati................................ 63Storia e tradizioni del poliedrico mondo del vino (5)............................................. 63I vitigni del territorio e della cultura enoica nazionaleFranciacorta, lo “Champagne” italianoCuciniere – Ricette per un anno, di mamma Giovanna ............................................. 64Natura – L’acqua si spreca, specie in agricoltura ...................................................... 65Auto – Come opere d’arte........................................................................................... 65Oroscopo ................................................................................................................... 66

DIRETTORE RESPONSABILEFranco PanzoliniCONSULENTE EDITORIALE Raffaello UboldiSERVIZI Martine O. Belhadi (Personaggi delpassato), Paola Giovetti, Elena Grazini, Et-tore Nuara (Lo sport), Riccardo Tucci jr, Raf-faello Uboldi, Nora Villa (Made in Italy).AFFARI SOCIALI Franco Panzolini (Previden-za), Marco Curri (Fisco), Mauro Masini(Giustizia), Lotario Paladini (Noi e gli altri),Igor Uboldi (Economia).OPINIONI Franco Panzolini (Editoriale), Ric-cardo Tucci (L’angolo del Presidente), IgorUboldi (Visti da fuori), Maria Venturi (Vizi evirtù).RUBRICHE Fabio Bonacina (Francobolli),Carlo Pieracci (Scienza), Raffaele C. Costa(Monete), Il Cruscante (Non dite ma dite),Wolfi Ferrero (Cultura), Mamma Giovanna(Cucina), Terenzio Grazini (Posta Condomi-niale), Iolanda Proietti (Civiltà della Tavola),Gianna Vannucchi (Collezionismo), Clemy(Ambiente (e scoperte) - Animali), CarloD’Onofrio (Piante e non solo), Giuliana Val-ci (Oroscopo).HANNO COLLABORATO Roberto Antognozzi,Dedy Ferrari Clerici, Giulio Conter, AlbertoU. Rogi, Raimondo Tassini, Maria Luisa Ur-bano.GRAFICA Annalisa GattiIMPAGINAZIONE Roberta GrecoSEGRETERIA DI REDAZIONE Elena BucciniEDITORE A.N.L.A. Associazione Nazionale Seniores d’AziendaVia Monte delle Gioie, 13 - 00199 RomaTel. 06/86321128 r.a.Fax 06/86322076e-mail: [email protected]À DIRETTAFOTOLITO G.S.A. s.r.l. - 00040 Ariccia (Rm)STAMPA Punto Web s.r.l. - 00040 Ariccia (Rm)AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE ROMA19/5/1977 n. 16824RESPONSABILE DELLE ATTIVITÀ EDITORIALITerenzio GraziniABBONAMENTI - Annuo euro 20,00 (esteroeuro 32,00 ). Una copia euro 2,20 (esteroeuro 3,50). I versamenti vanno effettuati amezzo di c/c postale n. 77884005 intesta-to a: Anla, Via Monte delle Gioie, 13 -00199 Roma. Iva assolta dall’Editore aisensi dell’art. 74, 1° comma lett. c) Dpr633/1972 e successive modificazioni.Tiratura media copie 120.000Finito di stampare il 05-05-2010

Federazione Italiana Editori Giornali

A.N.L.A.Iscritta al n. 22 del registro delle Associazioni di Promozione SocialeCodice Fiscale: 80031930581PRESIDENTE NAZIONALE Riccardo TucciCOMITATO ESECUTIVO Alberto Urbinati, Lo-renzo Cafferati, Vincenzo D’Angelo, Mar-cello Lamioni, Teresa Spampanato, GinoToffoli, Terenzio Grazini, Lotario Paladini,Franco Panzolini.

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IL RISPETTO DELLE REGOLE

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di Franco Panzolini

Se ne è parlato tanto in campagna elettorale, adiniziativa delle opposizioni con riferimento aivari tentativi della maggioranza per far rientra-re nella competizione per le regionali il Pdl del-la provincia di Roma, che si riteneva escluso in-

giustamente. Come la storia della nostra politica ci inse-gna, il rispetto delle regole è solitamente invocato e pre-teso quando sono i comportamenti dell’avversario a con-trastare con le medesime. Ma poi quali sono queste rego-le? E meritano rispetto anche se creano ingiustizia? Ov-viamente non stiamo parlando delle leggi in vigore, chevanno rispettate da tutti i loro destinatari e non solo, maoccorre tener conto che le leggi hanno anche una loro ge-rarchia, cioè alcune hanno una valenza primaria e quindigenerale, come quelle fondamentali della Costituzione,altre di rango inferiore, come quelle procedurali o limita-te ad alcuni aspetti della vita sociale.Ci sono inoltre le regole non scritte, che meritano lo stes-so ossequio di quelle scritte, alla sola condizione che sia-no riconosciute da tutti, quali ad esempio le regole del-l’etica, che appunto rappresenta l’insieme delle norme dicondotta seguite da una persona o da un gruppo di perso-ne in un determinato settore della vita sociale, come do-vrebbe essere nella politica.Mentre dobbiamo ancora lamentarci della crisi economi-ca in cui ci dibattiamo, non si dimentichi che è stata gene-rata dalla mancanza di etica, cioè dall’insufficiente rispet-to delle regole (del mercato, della finanza, dell’economia,ecc.). Se non c’è rispetto delle regole, non c’è etica, né or-dine, né giustizia, tutt’al più c’è retorica, che è l’arte delparlare bene e a lungo senza un contenuto costruttivo.Oggi sembra che tutti i partiti vogliano le riforme e le vor-rebbero condivise. Le elezioni regionali non hanno san-zionato la maggioranza governativa, anzi si è affermata ec’è stato un grande successo della Lega Nord; comunquenessuno dei partecipanti alla competizione è stato avvili-to, tutti possono vantare almeno un parziale successo di-fensivo. Questo potrebbe agevolare l’apertura di un con-fronto leale e costruttivo sulle riforme necessarie. Ancheil Governo invoca l’avvio rapido del percorso riformato-re, il presidente della Repubblica si augura che le riformesi facciano entro la vigente legislatura, coincidente con lafine del suo mandato, istituzioni, imprese e sindacati le ri-tengono indifferibili. Però, visto che non è possibile rifor-mare tutto, occorrerebbe indicare quali siano quelle effet-tivamente necessarie, le più urgenti da fare, e da quale ini-ziare, altrimenti si rischia di restare al palo del “chiacchie-

riccio” politico.Così accade fin-ché non si concor-dano le regole daseguire nella con-duzione delle trat-tative. Infatti, pri-ma di mettersi adun tavolo, la premessa indispensabile è definire le regoleda rispettare, in modo che, nel malaugurato caso di rottu-ra, si sappia con chiarezza chi e perché non ha voluto con-dividere una riforma.Il principio comune alle regole deve essere quello dellaloro finalità e idoneità ad accompagnare le parti a unaconclusione positiva del negoziato, vale a dire il varo diuna riforma concordata tra maggioranza e opposizione etra Governo e Regioni, se non al cento per cento almenocon il più ampio consenso possibile.Tra le regole che potrebbero essere efficaci, riteniamo uti-le inserire: la individuazione del luogo dove trattare,l’apertura alla partecipazione degli incontri dei rappresen-tanti di tutti i partiti, se necessario anche delle imprese edei sindacati, la determinazione dei poteri dei componen-ti delle delegazioni, la inaccettabilità di condizioni pregiu-diziali, l’accordo su scadenze precise.Il luogo (non in senso fisico) più adatto dovrebbe essereil Parlamento, o una Commissione bicamerale o il doppiobinario, cioè una Camera che tratta una riforma mentrel’altra ne tratta una diversa. Tenendo peraltro presente chenon venga limitato lo svolgersi normale dei lavori parla-mentari, salvo il momento della discussione in aula delleriforme pronte per l’approvazione.La strada per una svolta costruttiva della legislatura è insalita e accidentata. Forti sono gli interessi dei conserva-tori, cioè di coloro che di fatto, sebbene mai dichiarando-lo, puntano al fallimento del riformismo, magari per di-mostrare l’incapacità dell’attuale classe politica; non si di-mentichi però che per le riforme è la stessa Costituzionead indicare due vie: quella della maggioranza parlamen-tare di ampia portata, che può venire solo da innovazionicondivise, o quella della conferma referendaria di innova-zioni assunte a maggioranza semplice. E’ evidente il van-taggio dei partiti di maggior peso o storia nel percorrerela prima via. Sarebbe comunque deprecabile, nonché in-comprensibile per tutti i cittadini perdere l’occasione diuna prospettiva di tre anni senza scontri elettorali, davve-ro unica e forse irripetibile.

OPINIONI

EDITORIALE

A Ca’ Foscari di Venezia la grande mostradell’arte russa del ‘900 con la presenza dimolti pittori condannati a suo tempo dalregime sovietico. Per la copertina di questonumero di Esperienza abbiamo scelto – an-che perché l’estate è ormai vicina – il qua-dro di Nikolaj Troshin: “Colazione sull’er-ba”, del 1976

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OPINIONI

I TESORINI DI MAMMA

Sia per viscerale repulsione, sia per la pateticasperanza che a colpi di telecomando potremmo“rieducare” la televisione, ogni volta che unprogramma vira verso la rissa, gli insulti, la

volgarità, la macabra ricostruzione di un fatto di sangue ol’osceno scoop di un congiunto straziato portato in studioper dare un’impennata agli ascolti con indignazione elacrime, subito mi affretto a sintonizzarmi altrove.Ma la scorsa settimana non ne sono stata capace: facendozapping attraverso i canali satellitari, mi sono casualmen-te imbattuta in un programma Made in Usa che propone-va “il meglio” degli ultimi concorsi di miss BabyAmerica. Una bimbetta sui cinque anni, si stava esibendocon una canzone di Madonna: tacchi a spillo, calzoncinidi pelle, occhi bistrati, labbra tumide e riccioloni platina-ti, si muoveva e ammiccava come una prostituta formatobonsai.A esibizione finita, mentre il pubblico la osannava confischi e urla di entusiasmo, la madre l’ha stretta tra le brac-cia piangendo di commozione. Paralizzata dallo sbigotti-mento, ho assistito al secondo exploit: altra bimbetta inminigonna e top rosa, con seni imbottiti, ciglia finte, labbrarosso sangue che offriva un saggio di danza oscenamentesexy. Il meglio del meglio è stato il backstage, ovvero il“dietro le quinte”, con le mamme che esortavano le figlio-lette a impegnarsi di più, altre mamme che rimbrottavanoseveramente quelle che aspettavano il loro turno d’uscitamostrando chiari segni di paura.

A questo punto – enon è retorica – ilcuore non mi haretto e mi sonosottratta al morbo-so fascino dell’or-rore. Per quantotrash la nostra Tvpossa essere, nonha mai toccato (eritengo che maii m p u n e m e n t epotrebbe toccare)simili abissi diindecente mani-polazione dell’in-fanzia. La nostracultura vede comepatologia, e noncome “normalità”,

iniziare le bambine di età prescolare a emergere, appari-re, firmare contratti, diventare protagoniste.Quanto hanno lavorato, le mammine d’Oltreoceano, perinsegnare alle loro figlie a cantare, muoversi, truccarsi,essere seduttive? E a quante sollecitazioni, quante fatiche,quante sottili violenze queste bimbette sono state costretteper arrivare alle selezioni finali?Un indimenticabile film con Anna Magnani (Bellissima)ci ricorda che anche da noi le ambizioni materne possonoessere devastanti. E da un paio di stagioni anche la nostraTv fa spettacolo e ascolti con maschietti e femminucce(fortunatamente usciti dalla prima infanzia) che sannoballare e cantare come veri artisti. Ma lo fanno con gioia.Sfruttando un talento reale che si manifesta spesso preco-cemente.Però, a programma finito, quanti di loro avranno una con-creta possibilità di rimanere sulla cresta dell’onda? Lastoria dei “bambini prodigio” è, salvo rarissime eccezio-ni, destinata a durare – se va bene – sino alla fine del-l’adolescenza.Questo le loro madri dovrebbero saperlo. E fargli capire cheè un gioco. Che non bastano un provino riuscito e un pro-gramma di successo per aprire le porte dello spettacolo. Iveri artisti (e, questo sì, l’America ce lo insegna) nasconoda applicazione, studio, lunga gavetta.Il discorso vale anche per le decine di migliaia di ragazzeche ogni anno si presentano alle selezioni e ai casting perentrare nei reality, nei concorsi di bellezza, in qualche fic-tion.Ma non sono più bambine. Con o senza le sollecitazionimaterne, hanno l’età per gestire il loro futuro come cre-dono, libere (per loro sfortuna) anche di accettare com-promessi e scorciatoie per agevolarsi il cammino verso lavisibilità. ■

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di Maria Venturi

OPINIONI

VIZI E VIRTU’

VIZI E VIRTù 6:Layout 1 23/04/10 15:17 Pagina 6

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OPINIONI

VISTI DA FUORI

ANCHE IN INGHILTERRA NASCE UN TERZO INCOMODO

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OPINIONI

VISTI DA FUORI

Gordon Brown, David Cameron e NickClegg sono entrati nella storia come iprimi leader di partito britannici a scon-trarsi in diretta televisiva durante la

campagna elettorale. Negli Usa questo era successogià nel lontano 1960, con il dibattito tra J.F. Kenne-dy e Richard Nixon. Nel più compassato RegnoUnito, dove finora si è cercato di resistere a questotipo di politica “presidenziale”, troppo da Oltreo-ceano, si son dovuti attendere altri 50 anni. Il risul-tato è stato un vero e proprio show: a seguire il di-battito della durata di 90 minuti, trasmesso daglistudi di Manchester dell’emittente Itv, sarebberostati – secondo le prime stime – circa 30 milioni dispettatori, ovvero il 65 per cento dei sudditi di SuaMaestà. E a sorpresa, questo primo round, secondoi sondaggi, se lo è aggiudicato il “terzo incomodo”,il liberaldemocratico, Nick Clegg. Per il Sun, infat-ti, Clegg ha ottenuto il 51 per cento dei gradimenti,mentre al conservatore Cameron è andato il 29 percento, e al premier uscente, il laburista Brown, ap-pena il 19 per cento. Anche secondo il sondaggio diSky, il leader liberaldemocratico è andato bene, ot-tenendo il 36 per cento, come Cameron, mentre a

Brown andrebbe il 28 per cento. Al dibattito, i cuiprimi 45 minuti sono stati dedicati alla politica in-terna, ne ha fatto seguito un altro, incentrato sullapolitica estera e un terzo dedicato invece all’econo-mia. Tre importantissimi campi da gioco, dove, conseverissime regole, identiche per ogni incontro, i treleader si sono giocati l’esito delle prossime elezio-ni. Già, perché stando ai primi sondaggi, la metàdegli elettori pensa che a fargli decidere per chi vo-tare sarà proprio quello che Brown, Cameron eClegg hanno detto in Tv.Quello che è subito risultato evidente è stata l’atmo-sfera piuttosto castigata, soffocata da regole – oltre70 in tutto, elaborate in seguito ad una lunga con-sultazione tra partiti e emittenti – che come giàaccennato erano rigidissime. All’inizio dei pro-grammi i tre leader hanno avuto un minuto ciascu-no per fare una dichiarazione iniziale, mentre allafine hanno avuto 90 secondi a testa per fare un rie-pilogo di quanto detto.Quale risultato finale, l’avvento di un terzo incomo-do, tanto da far dire che forse anche la GranBretagna ha deciso di voltare pagina.

I.U.

Da sin., MickClegg, DavidCameron e GordonBrown

visti da fuori 7:Layout 1 23/04/10 15:20 Pagina 7

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Una Cenerentola, ultimain Europa e neppure ingrado di uscire con leproprie gambe dallesecche dell’immobili-

smo. Che è burocratico, fiscale, nor-mativo, dispendioso. Fare impresa inItalia se non impossibile è assai im-probo. «Il nostro è il Paese meno li-bero in Europa dal punto di vistaeconomico», così l’Istituto BrunoLeoni conclude l’indagine promossada Confindustria e oggetto di dibatti-to a Parma in occasione del conve-gno biennale promosso dal CentroStudi di viale dell’Astronomia.Ospiti del meeting cinquemila im-prenditori, il premier Silvio Berlu-sconi, ministri (Tremonti, Sacconi),banchieri, sindacalisti, politici, e ov-viamente Emma Marcegaglia. Tuttiche hanno dovuto prendere atto deinumeri, impossibile negarli: in unascala da zero a cento, le nostre im-prese godono di una libertà pari a 35,ben sotto la media continentale (57)e a distanza siderale dal Paese più li-bero, l’Irlanda (74).Insomma, un’Italia appesantita da unapparato pubblico che non aiuta.Tutt’altro. Ecco spiegato anche ilgap rispetto agli altri partner europei:dal 2000 al 2009 il pil italiano è cre-sciuto in media dello 0,6 per cento ri-spetto ad un tasso medio continenta-le dell’1,6 per cento. Evidentementeè un deficit che viene da lontano ed èil risultato di valori rilevati su cinquearee di analisi. Nella libertà dal fisco,per esempio, siamo all’ultimo postocon il punteggio di 31 contro l’85della Bulgaria, il 67 dell’Irlanda, il50 di Gran Bretagna, Germania eGrecia e il 48 della Francia. Nella li-bertà dallo Stato raggiungiamo il 42e solo quattro Paesi fanno peggio(Francia, Grecia, Ungheria e Porto-gallo). Nella libertà d’impresa (37)siamo penultimi prima della Grecia.Nella libertà di regolazione (qualitàdi norme e regole ed efficienza delsettore pubblico) siamo ultimi sfio-rando il 18. Va meglio nell’area li-

bertà del lavoro con un indice pari a48 contro il 33 della Francia e il 38della Grecia.Restiamo alla questione fiscale. Tut-ti gli indicatori sono “insoddisfacen-ti”: l’aliquota marginale sul redditodi impresa è al 33 per cento rispettoa una media europea del 23,5 percento; la pressione fiscale media suiprofitti è del 22,9 per cento contro il12 per cento comunitario; per gli in-dividui l’aliquota massima è del 43per cento a fronte del 35,7 per centomedio Ue; abbiamo cinque scaglionirispetto a una media europea di tre. Eanche nel pagamento delle impostesiamo in fondo alla classifica: in Ita-lia sono necessarie in media 360 oredi tempo all’anno mentre in Europane bastano 254 e nel Paese più vir-tuoso, il Lussemburgo, solo 58. «Lariduzione della pressione fiscale»,spiega l’indagine, «è uno dei granditemi con cui la politica da decenni

tenta, senza risultato, di fare i conti,ostacolata anche dal peso del debitopubblico che richiede una gestioneparsimoniosa del denaro perché itassi sono ai minimi storici, ma po-trebbero rapidamente schizzare ver-so l’alto». Cioè se le tasse sono alte èperché abbiamo tanti debiti. La ridu-zione del carico fiscale offrirebbenuove opportunità alle imprese ita-liane e comunque a chi è interessatoad investire in Italia. La libertà eco-nomica è essenziale per il sistemaimprenditoriale, quanto disastrosa lamoltiplicazione di vincoli e barriere.Ovviamente, bisognerebbe avviareuna concreta stagione di riforme:«C’è urgente bisogno di interventiefficaci ed anche impopolari», dicel’indagine citata. Per esempio, laquestione previdenziale merita unaparticolare considerazione: «Essa vaaffrontata con attenzione al presente,ma avendo a cuore una prospettivadi più lungo termine. E’ chiaro che seoggi il tetto rischia di crollare sullatesta, una razionalizzazione che ri-tardi l’abbandono della casa si impo-ne». Il che vuol dire che se il sistemapensionistico attualmente regge, vaperò puntellato con l’innalzamentograduale dell’età lavorativa. Messag-gio finale del rapporto: «Il futurodella nostra società risulta essere a ri-schio proprio a causa di uno Statoipertrofico che intralcia chi vuole la-vorare, e che nei decenni passati si èreso responsabile di una dilatazionedegli organici, della spesa pubblica edel debito».Questa l’analisi. Vedremo adesso inquale misura la classe politica vorràtenerne conto. ■

TROPPI VINCOLIPER LE IMPRESE• Lo dice un’indagine imparziale• E anche sul fronte del fisco, siamo tra gli ultimi

in Europa

OPINIONI

PRIMO PIANO

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di Alberto U.Rogi

Emma Marcegaglia

primo piano 9:Layout 1 23/04/10 14:46 Pagina 9

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▼PENSIONID’ANNATA E POTERE DELL’ANLA

• Nell’editoriale del n. 2-2010 di “Esperienza” il di-rettore, Franco Panzolini,scrive: “… la nostra propo-sta del 2008 non trova ade-sioni in Parlamento perché,come hanno detto i ministridell’Economia e del Welfa-re, in tempo di crisi e con ildebito pubblico come nonmai così elevato non ci so-no fondi disponibili perl’aumento della spesa pen-sionistica…!A pag. 8 del medesimo nu-mero il collega U. Rogi locontraddice e dimostrachiaramente dove i fondisono disponibili e dove sipossono recuperare.Se poi avrete la pazienza discorrere tutti i ritagli cheunisco a campione trovere-te altre centinaia di fonti didenaro, anche a voi ben no-te, che buttato dalla finestrava sempre a finire nellemedesime già molto pinguitasche.Ora sembra che, a detta diRogi, da queste tasche nonsi possa togliere neppureun solo centesimo senzaprovocare “… urla, recri-minazioni, pianti a non fi-nire…”.Noi invece non possiamoné urlare né piangere.Non vi sembra sia giunto iltempo di formare unaCommissione di volontariAnla che faccia scorreretutto il bilancio dello Statorilevando tutte le possibilivoci con la loro entità chepossono essere “sforbicia-te” e recuperate per sugge-rire al nostro Governo dove

trovare i fondi per l’aumen-to della spesa pensionisticaanche in periodo di crisi?Non vi sembra sia giunto iltempo che da parte nostrasi finisca di fare le personeeducate e di subire passiva-mente ogni angheria e sicominci noi ad “urlare”?

Augusto BotGattinara (Vc)

• Caro amico Panzolini, sultuo editoriale dichiari che ipensionati non hanno unacontroparte per poter discu-tere per le pensioni, perchéi pensionati sono fuori dal-la contrattazione.Vorrei precisare che ognu-no di noi ha una contropar-te e questa è politica. Se inostri politici continuano asostenere che non ci sonosoldi, c’è crisi per entrarenel merito, bisogna ricor-dare loro che si prendonouna bella fetta del Pil. Pro-dotto dei lavoratori di ieri edi oggi e che quanto pro-dotto non serve solo a darsidei privilegi che non meri-tano, anche loro sono chia-mati a sacrificarsi e trovarestrade che permettano ai la-voratori e ai pensionati divivere, non da nababbi co-me loro, ma di avere unavita più dignitosa e un rico-noscimento più idoneo aisacrifici fatti per migliorare

le condizioni di vita a tuttala collettività e non solo aiprivilegiati che sanno solofare scelte personalistiche.La controparte dei cittadinie dei pensionati che è al go-verno ha bisogno di noi,per essere eletta e ricevereun altro mandato. Ebbene,come contropartita chiedia-mo adeguamenti al costodella vita, altrimenti gover-nino, se lo vogliono, senzail nostro consenso.Per quanto riguarda le pen-sioni minime, siamo delparere che devono esseremigliorate, ma stiamo at-tenti a non fare di tutta l’er-ba un fascio. Vi sono pen-sionati con pensioni mini-me che fanno una vita danababbi perché hanno ac-cumulato ricchezze eva-dendo il fisco, non pagandocontributi e quant’altro.Quando non si ha la vogliadi affrontare le questioni eportarle a termine per i no-stri politici tutte le scusevanno bene.Concludo dichiarando cheil mio non è un richiamo al-l’Anla, ma si tratta di valu-tare bene se si è fatto tuttoper arrivare a risolverequanto richiesto con la rac-colta delle firme e perquanto riguarda tutte lepensioni. Per la mia espe-rienza il nostro Paese è in

continua crisi, perfino neglianni del cosiddetto miraco-lo economico. Oramai leorganizzazioni sindacalisono divise tra di loro equesto non porta certo a ri-solvere le nostre richeste.Oggi una pensione d’anna-ta diventa tale dopo solidue anni. Il sottoscritto hadato una mano alla raccoltadelle firme e questo mi creaimbarazzo quando quelliche hanno accettato di fir-mare chiedono che finehanno fatto, quando avre-mo dei miglioramenti?Dal canto mio li porto a co-noscenza delle iniziative edei solleciti dell’Anla, mami fanno capire che le ri-sposte non soddisfano.Qualcuno mi ha anche det-to che la pazienza deveavere dei limiti.

Francesco LisiMilano

• Dei nostri problemi dipensionati nessuno se neoccupa: non il Parlamento,non i giornali, non le Tv.Eppure esiste un “Partitodei pensionati” fondato daun benemerito dottor Fa-tuzzo, che non è né di de-stra, né di sinistra, né dicentro, che nessuno cono-sce e così i pensionati, chesono un bel numero, di-sperdono i loro voti nei va-

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AFFARI SOCIALI

DAI LETTORI

LA SCOMPARSA DI APOLLINARE VERONESI

Era un grande pioniere, Apollina-re Veronesi, fondatore del Grup-po Veronesi, uno fra i maggiori

nel panorama del polo alimentare italiano edeuropeo. E’ scomparso a 98 anni (ad agosto ne avrebbecompiuti 99).Alla famiglia vanno le più sentite condoglianzedell’Anla e della nostra rivista.

IL FATTO

dai lettori 10-13:Layout 1 23/04/10 14:56 Pagina 10

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ri partiti, che non si curanominimamente di loro, ne-anche a livello di menzio-ne. Questo fantomaticopartito ha riscosso nelle ul-time regionali ben l’1,6 percento. Ma noi quanti sia-mo? Che ci sia una voce tratanti onorevoli, inutilmentecosì numerosi, che per lomeno ricordi che esistiamoanche noi, con la nostrapensione d’annata o danna-ta, come scrivere si voglia.Dunque io prego di dar vo-ce a questo che non mi pia-ce chiamare partito, ma chepartito si chiama, interpel-lando magari anche il suofondatore. E non una voltasola, ma continuamente,perché la questione è im-portante.

Luciano ColomboMilano

Abbiamo scelto queste trelettere, sintetizzate per ca-renza di spazio, per rispon-dere alle domande che or-mai si pongono e ci rivol-gono molti soci pensionati,che non dispongono dellerisorse necessarie permantenersi una vita digni-tosa a causa della perditadel potere di acquisto dellapropria rendita previden-ziale: “Cosa fa l’Anla perfar approvare la proposta diiniziativa popolare sullepensioni di annata? Perchél’Anla non si fa sentire daisindacati e dai politici af-finché il problema dellepensioni sia affrontato e ri-solto al più presto? Perchél’Anla non interviene pres-so il Governo e si facciauna legge per aumentare lepensioni? Per quali motivil’Anla ritarda ad interveni-

“BISCHERO”: COSA VUOL DIRE?Nonostante che, a livello nazionale, il dialetto fiorentinoe in generale il toscano siano abbastanza maltrattati dalromanesco imperante, quanto meno a livello televisivo(mentre alla radio la lingua italiana sembra più controlla-ta e osservata), certe espressioni nate a Firenze e dintornisono abbastanza vive e presenti nella Penisola, al puntoche una Casa editrice del capoluogo toscano, la EditriceRomano, ha lanciato un concorso per valorizzare il teatroin dialetto, intitolando “Vernaholando” (nome coniato in-serendo una h, in questo caso aspirata, al posto della c del“normale” “vernacolando”) il concorso stesso, che consi-ste nel realizzare (entro il 31 agosto prossimo) un testoteatrale tutto dialettale, da in-viare alla Casa editrice: il mi-gliore verrà pubblicato e reci-tato in pubblico. Del fiorenti-no “italiano” il termine più co-nosciuto è bischero. Questo vocabolo, la cui origine non ha messo finora d’accordo i lingui-sti, i quali preferiscono definirla “ignota”, vanta tuttavia un antico lignaggio: è noto almenofino dal Trecento, ed è usato per esempio dal Boccaccio. Il suo significato primario è quellodi un legnetto congegnato nel manico di strumenti musicali a corde, al quale le corde stes-se sono attaccate, e tese o allentate a seconda del movimento che si imprime al bischero, gi-randolo da una parte e dall’altra. Per similitudine, la parola è passata poi a indicare il mem-bro virile, con varie sfumature: dall’offesa a una considerazione che rasenta l’affetto nel si-gnificato traslato, quando il termine viene adoperato per indicare una persona sciocca o in-genua. Nessun vocabolario, per quanto io ne sappia, collega infine il bischero in questionea un dolce tradizionale toscano, la torta coi bischeri. Si tratta di un dolce da forno, la cui pa-sta è fatta di farina, zucchero, burro, uova, limone, arancio e un liquore, e il cui ripieno ècomposto da riso, cioccolato, zucchero, cacao, pinoli, canditi, uva passa, noce moscata,cannella e uova. Una volta sistemata pasta e ripieno in una teglia, attorno alla torta stessa sidispongono i bischeri, ossia dei torciglioni fatti con la medesima pasta della torta e simili ap-punto ai bischeri (o piroli), in modo da formare una guarnizione omogenea. Si tratta di undolce non consigliato per chi sia a dieta, ma di ottimo sapore.

”FARE IL NAPOLETANO”Dal fiorentino al napoletano, qui indagato non come dialetto, ma proprio come vocabo-lo: aggettivo denominale della lingua italiana, che rimanda alla città di Napoli. E questoperché ha fatto discutere, nei giorni scorsi, una sentenza della Cassazione. Questi i fatti. Inun’aula di giustizia un magistrato, dopo aver invitato un teste a non dilungarsi troppo nel-la sua deposizione, gli ha intimato alla fine di “non fare il napoletano”. Si trattava di un’of-fesa? La Cassazione ha deciso che offesa non era. Alcuni napoletani doc hanno reagito concommenti anche aspri, e la cosa è finita sui giornali. Qui non si sta a discutere in punto didiritto, se cioè sia offensivo o no dare del “napoletano” a qualcuno, nel senso che questoqualcuno non si debba permettere di girare attorno a un argomento senza concludere, conla conseguenza di far perdere tempo inutilmente. Né ci soccorrono due proverbi non pro-prio laudativi. Il primo è “Napoletano, largo di bocca e stretto di mano”, che significa cheil napoletano “promette tanto, ma poi fa poco”. Peraltro questo modo di dire popolare èaggiustato a seconda di chi lo cita, e si adatta a tutti gli abitanti di luoghi da cui si formal’aggettivo in “… ano” (esempi: campano, siciliano, toscano, aquilano, palermitano ecce-tera). Secondo proverbio: “Napoletano: mangiapane, scacciapidocchi e suonacampane”.Il suo significato è pressappoco questo: il napoletano è un fannullone che si contenta disfamarsi, passa il tempo a levarsi i pidocchi peraltro frutto della sua sporcizia, e non per-de occasione, anche la più peregrina, per suonare le campane, ossia per far festa. Conclu-dendo: per dirimere la vicenda, bisognerà attendere una decisione da parte delle sezioniunite della nostra Suprema Corte.

(il Cruscante)

NON DITE...MA DITE…

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segue a pag.12

dai lettori 10-13:Layout 1 23/04/10 14:56 Pagina 11

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re con forza in difesa dellepensioni?”.Ebbene, dobbiamo ammet-tere che, in tema di rivalu-tazione delle pensioni nonabbiamo la possibilità diurlare, siamo ancora al li-vello di una “voce nel de-serto”. Non è però colpanostra e non ci rimprove-riamo nulla: quello che po-tevamo fare, a partire dallapresentazione della propo-sta di legge, lo abbiamofatto, abbiamo anche insi-stito che almeno venisseapprovato il “paniere delpensionato”, ma questiproblemi si sono rilevatimolto più grandi di noi: isoci che ci scrivono do-vrebbero leggere sui gior-nali le notizie che parlanodelle pensioni. Dicono che“costano” troppo allo Sta-to al punto di “rodere”quasi un terzo del nostroPil, che il bilancio pubbliconon può andare oltre la pe-requazione automatica an-nuale dell’Istat, che lescarse risorse permessedalla crisi in atto non sononemmeno sufficienti per laCassa integrazione e pergli interventi per l’occupa-zione, ecc. Ma noi dell’An-la non stiamo con le maniin mano, se avessimo il po-tere che i nostri soci, comei tre che ci hanno scritto, ciaccreditano, lo avremmocertamente utilizzato. Nonè così purtroppo: l’Anlanon ha più di centomilaiscritti, i sindacati hannooltre tre milioni di pensio-nati iscritti e tuttavia nonfanno né hanno fatto nullaper le pensioni di annata.La forza dell’Anla non stanella politica, perché nonabbiano un partito-spon-

sor, non sta nella finanza,perché non disponiamo dicontributi da parte di indu-strie interessate, non stanemmeno nel potere, per-ché non siamo un sindaca-to. L’unica forza e l’unicafonte di finanziamento so-no i SOCI. Vi sembra cheappena centomila sianosufficienti per smuovere i“poteri forti”?

▼RECUPERO IR-PEF INCENTIVIALL’ESODO

Chiedo chiarimenti riguar-do il rimborso dell’Irpefpagata sull’incentivo al-l’esodo. Sono andato inpensione il 1° gennaio1998 con 52 anni di età e16 mensilità di retribuzionea titolo di incentivo.Ho letto su “Esperienza” n.9-2009 l’articolo al riguar-do, ma non mi è chiaro se,

per il mio caso, è possibileottenere il rimborso e qualepossa essere l’eventualeprocedura da seguire.Attendo una vostra corteserisposta.

Eugenio DecarliSavignano sul Rubicone

(Fc)

Il lettore ha diritto alla ri-duzione dell’Irpef che glihanno addebitato sull’in-centivo. Il problema è inve-ce se ha perso o meno il di-ritto al rimborso per l’in-tervenuta prescrizione: se-condo una corretta letturadella normativa europea(cfr. pagg. 13-15 di questarubrica in Esperienza n.11-12/2009), nel suo caso ildiritto si prescrive il 12aprile 2012, cioè 48 mesidopo il 12 aprile 2008. Mail Fisco non la pensa così eafferma che la prescrizioneè ormai intervenuta e quin-

di è perso il rimborso per-ché i 48 mesi partono dalladata di effettuazione dellaritenuta, cioè sono scadutiil 1° gennaio 2001, ai sensidell’art. 38 del Dpr n.602/73.Da informazioni ricevuteda soci che hanno presen-tato l’istanza di rimborso,sappiamo che l’Agenziadelle Entrate si è arroccatasulla propria interpretazio-ne e respinge sistematica-mente tutte le richieste. Intal caso non resta altro cheadire la giustizia presen-tando ricorso alla Com-missione tributaria provin-ciale. Anche contro questogravame l’Agenzia si costi-tuisce chiedendone il riget-to. Non abbiamo notizie disentenze delle predetteCommissioni, ma possia-mo star certi che il Fisco,qualora dovesse soccom-bere, presenterà appello al-

CONTESA LA PIZZA DA DUE MONARCHIE

Da qualche settimana una nuova “Eccellenza” si aggira nelle cucined’Europa: la pizza napoletana alla quale, per espressa pronuncia delParlamento europeo spetta ufficialmente il titolo (anche in tempi repub-

blicani) di “Altezza reale”. Sul finire dell’Ot-tocento la pizza napoletana entrò nella Reg-gia dei re di una Italia ormai unita in un so-lo Stato. Il cuoco napoletano Raffaele Espo-sito nel 1889 volle onorare la regina Mar-gherita e creò quindi una pizza patriotticache ancora oggi porta il nome della consor-te di Umberto I: sull’impasto vennero distesipomodori, mozzarella e basilico. Bianco,rosso e verde: il tricolore italiano per la piz-za Margherita. L’11 giugno scorso tutta Na-poli con la storica Pizzeria Brandi ha così fe-steggiato i 120 anni della pizza Margherita.Ma fra il corteo di nobili in abiti ottocente-

schi c’era anche una manifestazione filoborbonica: «E’ una favola risorgimentale», di-cono i neoborbonici. «La pizza Margherita è storicamente antecedente alla conquistapiemontese». Da qui la proposta: la Margherita borbonica “in risposta alla falsa Mar-gherita sabauda”.

E.G.

IL FATTO

AFFARI SOCIALIDAI LETTORI

dai lettori 10-13:Layout 1 23/04/10 14:57 Pagina 12

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la Commissione tributariaregionale. Così ha fattocontro un nostro socio ro-mano, che aveva presenta-to ricorso contro il silen-zio-rifiuto dell’Agenziadelle Entrate sull’istanza dirimborso, ma gli è andatamale (al Fisco). Nella mo-tivazione, la sezione IV dellaCommissione tributaria re-gionale di Roma ha respintol’appello proposto dal-l’Agenzia delle Entrate, mo-tivando che: «Nella specienon è in discussione la spet-tanza del trattamento agevo-lato previsto dall’art. 19comma 4 bis Tuir vigente almomento della correspon-sione dell’indennità di “eso-do volontario”. L’Agenziadelle Entrate pone soltantouna questione relativa allatempestività dell’istanza dirimborso ritenendo l’appli-cabilità del termine normaledi 48 mesi decorrente dalladata di versamento dell’im-posta. Tale eccezione si ap-palesa nella specie del tuttoinfondata. Secondo la Cor-te di Cassazione (Sez. I, n.8606 del 2-10-96) il termi-ne previsto dall’art. 38 Dpr602/73 si applica ai soli ca-si di errore materiale, du-plicazione ed inesistenza,totale o parziale, dell’obbli-go di versamento. Il termi-ne suddetto non può dirsioperante, invece, nei casi incui il diritto al rimborso de-rivi da un’eccedenza diversamenti in acconto, ri-spetto a quanto poi risultidovuto a saldo oppure perpagamenti cui inerisca unqualche caratterre di prov-visorietà od ai quali succes-sivamente non corrispondala determinazione di quelmedesimo obbligo in via

definitiva. In questi casi ilversamento, nel momentoin cui viene eseguito, era daconsiderare dovuto e solosuccessivamente si verifical’inesistenza dell’obbligotributario che vi era sotteso.Nella specie la questionerelativa al trattamento fi-scale degli emolumenticorrisposti in ragione del-l’età del percipiente ha tro-vato definitiva soluzione.Soltanto dopo l’Ordinanza16 gennaio 2008, più volteripetuta, che ha posto ilprincipio secondo il quale“… Qualora sia accertatauna discriminazione in-compatibile con il dirittocomunitario finché non sia-no adottate misure volte aripristinare la parità di trat-tamento, il giudice nazio-nale è tenuto a disapplicarequalsiasi disposizione di-scriminatoria, senza dover-ne chiedere o attendere la

previa rimozione da partedel legislatore, e deve ap-plicare ai componenti dellacategoria sfavorita lo stessoregime che viene riservatoalle persone dell’altra cate-goria…”, è stato risolto ildubbio interpretativo e soloda tale data possono corre-re termini decadenziali».

Non per puro pessimismo,c’è da attendersi l’ulteriorericorso da parte del Fiscoalla Cassazione; in tal casopossiamo confidare che laquestione troverà final-mente la soluzione definiti-va e siamo (quasi) certi nelsenso favorevole agli “eso-dati”. ■

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TROPPI RAGAZZI ABBANDONANO LA SCUOLAE’ l’abbandono la piaga peggiore del sistema scolastico italiano. Il 20per cento dei ragazzi che oggi hanno tra i 20 e i 24 anni non ha com-pletato lasecondaria

superiore. Uno su cinque,dunque. «Una vergogna,un dato che pone il nostroPaese al di fuori di ogninorma europea», commen-ta Andrea Gavasto, diretto-re della Fondazione Agnel-li, che ha presentato a Ro-ma il Rapporto sulla scuolain Italia 2010, con l’inter-vento del ministro del-l’Istruzione, MariastellaGelmini. Il 50 per cento diquesti ragazzi non ha nep-pure avviato un ciclo distudi dopo le medie, l’altrametà, invece, l’ha iniziato e poi interrotto. Gli studenti a rischio di drop-out, sono ge-neralmente maschi con un retroterra socioculturale svantaggiato: il 30 per cento di lo-ro ha mollato per ragioni familiari. Una volta tanto, non ci sono differenze tra Nord eSud: si distribuiscono a macchia di leopardo fra le scuole italiane. Cresce, fra loro, laquota degli studenti di origine straniera, anche se oggi rappresentano soltanto il 5 percento degli iscritti alle superiori.

R.T.jr

IL FATTO

XX EDIZIONE PREMIO NAZIONALE ITALIA LETTERARIA Premio per opere inedite

Allo scopo di lanciare i nuovi autori è stata bandita, conuna formula nuova, la XX edizione del “Premio Naziona-le Italia Letteraria” che si articola in 5 sezioni ed è per ope-re inedite di narrativa: romanzo, racconto, raccolta di rac-conti; letteratura per l’infanzia: romanzo per ragazzi, rac-conto per ragazzi, raccolta di favole, fiaba; poesia, teatroe saggistica. La scadenza è fissata, improrogabilmente, al15 settembre 2010. Il bando di concorso va richiesto a:“Premio Nazionale Italia Letteraria” – Casella Postale 938,20123 Milano. Le opere vincitrici e finaliste saranno pub-blicate dalla Casa Editrice Italia Letteraria.Per contatti: www.italialetteraria.com; e-mail: [email protected]

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AFFARI SOCIALI

PREVIDENZA

di Franco Panzolini

Lavori usurantiCon il ritorno della delega per ilavoratori addetti ad attività usu-ranti, già prevista ma non utilizzatadalla legge 24 dicembre 2007 n.247. Il Governo è delegato ad adot-tare, entro tre mesi dalla data dientrata in vigore della nuova legge,uno o più decreti legislativi di rias-setto normativo, al fine di concede-re ai lavoratori dipendenti impe-gnati in particolari lavori o attivitàusuranti e che maturano i requisitiper l’accesso al pensionamento adecorrere dal 1° gennaio 2008, lapossibilità di conseguire, sudomanda, il diritto al pensionamen-to anticipato con requisiti inferioria quelli previsti per la generalità deilavoratori dipendenti.Si tratta di un anticipo di tre annisull’età minima per il pensiona-mento di anzianità, ma non saràpossibile scendere sotto i 57 anni dietà, in presenza di almeno 35 annidi contributi. Il beneficio è comun-que, per il periodo 2008-2027,subordinato alla permanenza effet-tiva nei lavori usuranti di almenosette anni negli ultimi dieci; men-tre, per gli anni dal 2018 in poi, èrichiesta la permanenza effettiva inattività usuranti di almeno la metàdell’intera vita lavorativa.Per quanto riguarda le finestre diaccesso al trattamento pensionisti-co non sono previste agevolazioni,valgono perciò le regole comuni atutti gli altri lavoratori dipendenti.Per i decreti attuativi della delegavarrà la “clausola di salvaguardia”ai sensi dell’art. 17, comma 12,della legge 31 dicembre 2009 n.196, in forza della quale è stabilitoche, qualora nell’ambito della fun-zione di accertamento emerganoscostamenti tra gli oneri derivantidalle domande accolte e la copertu-ra finanziaria prevista, nella decor-renza dei trattamenti pensionisticiverrà adottato un criterio di priori-tà, in ragione della maturazione deirequisiti agevolati e, a parità degli

stessi, della data di presentazionedella domanda.

Mobilità dei dipendenti pubbliciIn caso di esubero del personalepubblico, in seguito al conferimen-to di funzioni statali a Regioni oenti locali oppure di trasferimento odi conferimento di attività svolte dapubbliche amministrazioni odanche di esternalizzazione di attivi-tà e di servizi, è previsto il colloca-mento in mobilità del personalestesso per un massimo di 24 mesi econ una indennità pari all’80 percento dello stipendio, più l’indenni-tà integrativa speciale e il dirittoagli assegni per il nucleo familiare.

Età pensionabile dei dirigentimedici del SsnIl limite di età per il pensionamen-to dei dirigenti medici e del ruolosanitario del Servizio sanitarionazionale, già previsto al compi-mento dei 65 anni, può essere spo-stato, su istanza dell’interessato,fino al raggiungimento del quaran-tesimo anno di servizio effettivo. Inogni caso il limite massimo di per-manenza non può superare i 70anni di età e la permanenza in ser-vizio non può dar luogo a un

aumento del numero dei dirigenti.Questa nuova disposizione si appli-ca anche ai dirigenti medici e delruolo sanitario del Ssn in servizioalla data del 31 dicembre 2010.

Indicatore di situazione economi-ca equivalente (Isee)La disciplina dell’Isee, l’indicatoreche dà diritto a determinate presta-zioni sociali o assistenziali verràmodificata con uno dei decreti legi-slativi previsti dal “Collegato lavo-ro”.L’iter procedurale sarà il seguente:a) il richiedente la prestazione pre-senta un’unica dichiarazione sosti-tutiva di validità annuale, concer-nente le informazioni necessarieper la determinazione dell’indica-tore della situazione economicaequivalente. E’ lasciata facoltà alcittadino di presentare entro ilperiodo di validità della dichiara-zione unica un nuova dichiarazio-ne, qualora intenda far rilevaremutamenti delle condizioni fami-liari ed economiche ai fini del cal-colo dell’Isee; b) la dichiarazionesostitutiva può essere presentata aiComuni o ai centri di assistenzafiscale, o direttamente all’ammini-strazione pubblica alla quale è

LE PENSIONI E L’ISEE NEL “COLLEGATO LAVORO”

Il disegno di legge n. 1167-B, detto “Collegato lavoro alla Finanziaria2009” e approvato il 3 marzo scorso in via definitiva dal Senato, è statorinviato alle Camere dal Capo dello Stato, il quale ha espresso perplessi-tà sui provvedimenti “omnibus” e sulle regole relative ai licenziamenti eha chiesto modifiche prima di promulgarlo. Il titolo della legge già di persé esprime la complessità degli argomenti affrontati dal Parlamento:“Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione dienti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di ser-vizi per l’impiego, di incentivi all’occupazione, di apprendistato, di occu-pazione femminile, nonché misura contro il lavoro sommerso e disposizio-ne in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro”.Gli articoli “contestati” dal presidente Napolitano sono il 31 sull’arbitra-to (che deroga dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori) e il 20 sulla sicu-rezza lavoro per il personale a bordo dei navigli di Stato. Non hanno inve-ce sollevato dubbi tutti gli altri articoli, non collegati ai predetti, tra iquali quelli riguardanti la previdenza e l’assistenza, che possiamo ritene-re formalmente legge, salvo l’inevitabile rinvio per lo spostamento del-l’entrata in vigore della normativa.

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richiesta la prima prestazione oinfine alla sede territorialedell’Inps (anche in via telematica);c) l’Inps determina l’indicatore inrelazione ai dati autocertificati delsoggetto richiedente la prestazioneagevolata; d) successivamentel’agenzia delle Entrate, in relazioneai dati autocertificati dal soggettorichiedente, sulla base di appositicontrolli automatici, individual’esistenza di omissioni o difformi-tà rispetto alle informazioni presen-te nel sistema informativo dell’ana-grafe tributaria; e) gli esiti dei con-trolli dell’Agenzia delle Entratesono quindi comunicati all’Inps,che a sua volta li inoltra ai Comunio ai Caf ai quali è stata presentata la

dichiarazione da parte dell’interes-sato. In queste situazioni il richie-dente la prestazione agevolata puòpresentare una nuova dichiarazionesostitutiva, valida per l’erogazionedella prestazione stessa, fatto salvoil diritto degli enti erogatori dirichiedere idonea documentazioneattestante la completezza e veridi-cità dei dati indicati nella dichiara-zione.Nell’ambito della programmazionedell’attività di accertamento dellaGuardia di Finanza, un quota delleverifiche è riservata al controllosostanziale della posizione reddi-tuale e patrimoniale dei nucleifamiliari dei soggetti beneficiari diprestazioni agevolate, secondo cri-

teri selettivi. Al fine di assicurare ilcoordinamento e l’efficacia di talicontrolli, l’Agenzia delle Entratecomunica alla Guardia di Finanza inominativi dei richiedenti nei cuiconfronti sono emerse divergenzenella consistenza del patrimoniomobiliare.Ai fini del rispetto dei criteri diequità sociale, con decreto delministero dell’Economia e delleFinanze, sulla base delle valutazio-ni dell’Inps e dell’Agenzia delleEntrate, si provvederà alla raziona-lizzazione dei criteri di determina-zione dell’indicatore della situazio-ne economica equivalente rispettoall’evoluzione della normativafiscale. n

AFFARI SOCIALI

Per carità di patria, non focalizziamo sulle singoleregioni i deficit sanitari, notiamo soltanto che l’eser-cizio 2009 del Ssn presenta un disavanzo totale diquasi 4 miliardi di euro, che porta a circa 29 miliar-

di i deficit complessivi accumulati a partire dal 2003, in prati-ca più degli stanziamenti di una Finanziaria. In dettaglio, laspesa del personale è aumentata dell’87 per cento, come pureè aumentata di una volta e mezza la spesa per beni e servizi;unica contrazione risulta per la farmaceutica e l’ospedalieraaccreditata, cioè delle Case di cura convenzionate.I ministeri dell’Economia e della Salute hanno imposto alleRegioni con significativi disavanzi di gestione (attualmente 8su 21) i cosiddetti “Piani di rientro della spesa sanitaria”, unacura che si configura come un vero e proprio programma diristrutturazione industriale concernente i fattori di spesa sfug-giti al controllo delle Regioni, quali, tra i principali, la spesadel personale, l’acquisto di beni e servizi, i consumi farmaceu-tici, il tasso di ospedalizzazione. Solo le Regioni senza deficit(appena 6) e quelle che hanno la possibilità di ripianare il defi-cit a carico del proprio bilancio (le altre 7) possono accedere aimaggiori finanziamenti del Fondo sanitario senza rischiare difinire sotto la scure dei piani di rientro.La strumentazione normativa introdotta negli ultimi anni, inattuazione degli Accordi fra lo Stato e le Regioni e inclusa neiPatti della salute a valenza triennale, è diretta a:- definire gli adempimenti cui sono sottoposte le Regioni peraccedere al finanziamento integrativo a carico dello Stato e leregole per l’attribuzione del maggior finanziamento condizio-nato agli adempimenti;- stabilire il rispetto del principio della responsabilità regiona-le in ordine agli andamenti dei conti sanitari con l’introduzio-

ne dell’obbligo della copertura regionale dei disavanzi sanitarifino all’estrema conseguenza dell’automatico incremento dellealiquote fiscali regionali;- favorire l’adozione di un comportamento virtuoso da partedelle Regioni eliminando le distorsioni generate dalle aspetta-tive del “ripiano del disavanzo” da parte dello Stato. Infatti,negli anni passati, il concorso statale al ripiano dei disavanziaccertati (che veniva ripartito fra le Regioni sostanzialmentesecondo i criteri del riparto ordinario), da un lato non ha risol-to il problema della formazione di disavanzi delle Regioni conelevati deficit, dall’altro ha consentito un’espansione dellaspesa nelle Regioni “virtuose”.Con i piani di rientro è fatto obbligo alle Regioni, in caso dimancato rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo, direperire i fondi per la copertura con l’incremento delle aliquo-te delle addizionali fiscali fino al livello massimo stabilito dallavigente legislazione, con destinazione al settore sanitario, e,qualora non bastasse, anche oltre detti limiti e comunque finoall’integrale raggiungimento degli obiettivi.E’ prevista anche un’attività di affiancamento dei due Ministeriinteressati con obbligo di approvazione di tutti gli atti regiona-li di spesa e programmazione sanitaria, che abbiano rilevanzaai fini del Piano di rientro.Comunque a 4 delle 8 Regioni con elevati disavanzi sanitari, ilministro dell’Economia recentemente (pochi giorni primadelle elezioni) ha concesso di utilizzare i Fondi Fas (Fondi perle aree sottoutilizzate) per ripianare i loro disavanzi di gestio-ne, in modo da poter evitare il ricorso ad un ulteriore inaspri-mento dell’aliquota regionale Irpef e della maggiorazioneregionale Irap.

F.P.

SANITA’CURE SHOCK PER UN SISTEMA MALATO

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di Marco Curri

AFFARI SOCIALI

FISCO

Nel caso di rettifica comportante unmaggior credito o un minor debito,ossia un reddito maggiore, il contri-buente può presentare, per quest’anno,entro il 25 ottobre 2010, un Mod. 730integrativo con la relativa documenta-zione, oppure un Mod. Unico Personefisiche del tipo “dichiarazione corretti-va nei termini” entro il 30 settembre2010, o anche del tipo “dichiarazioneintegrativa a favore” entro il termineprevisto per la presentazione di Unicorelativo all’anno successivo. Sia il 730integrativo che Unico devono esserepresentati ad un intermediario per latrasmissione in via telematica, con

spesa a carico del mittente.La differenza a favore del contribuen-te, ossia il maggior credito o il minordebito rispetto a quello riportato nel730 errato, può essere indicato comerichiesta di rimborso oppure come cre-dito da portare in diminuzione nell’an-no successivo.Nel caso di rettifica comportante unmaggior debito o un minor credito,ossia un reddito minore, il contribuentedeve presentare un Mod. Unico P.F. deltipo “dichiarazione correttiva nei termi-ni” entro il 30 settembre 2010 e pagaredirettamente con mod. F24 le sommedovute, compresa la differenza rispetto

all’importo del credito erroneamenteindicato nel Mod. 730, importo checomunque verrà rimborsato dall’ignarosostituto di imposta, oppure il Mod.Unico del tipo “dichiarazione integrati-va” entro il termine previsto per la pre-sentazione del modello stesso relativoall’anno successivo, pagando diretta-mente le somme dovute. Salvo accerta-menti effettuati dall’Agenzia delleEntrate, è possibile pagare le sommedovute (con annessi interessi e sanzio-ni) entro il termine di decadenza del 31dicembre del quarto anno successivo aquello in cui è stata presentata la dichia-razione errata.

COME CORREGGERE LA DICHIARAZIONE

DEI REDDITI: IL RAVVEDIMENTO OPEROSO

Se dopo la presentazione del Mod.730 o del Mod. Unico, ci si accorge diaver commesso un errore che ha de-terminato un risultato diverso dall’ef-fettivo, è possibile presentare una in-tegrazione o una rettifica, con la qua-le recuperare l’imposta versata inpiù, oppure versare la differenza del-l’imposta pagata in meno. E’ beneprecisare che, per il principio dellaautonomia delle dichiarazioni, non èpossibile rimediare all’errore modifi-cando i saldi con la dichiarazionedell’anno successivo.

Correzione del Mod. 730

Qualora il contribuente intenda rettificare o integrare ladichiarazione già presentata deve compilare un nuovo Mod.Unico P.F. “dichiarazione integrativa” completa in tutte lesue parti (non solo quelle omesse o errate) e su modello con-forme a quello relativo al periodo di imposta cui si riferiscela dichiarazione da correggere. Presupposto per poter pre-sentare una dichiarazione integrativa è che sia stata valida-mente presentata la dichiarazione originaria, purché nonoltre 90 giorni dalla scadenza del termine. Tutte le dichiara-zioni devono essere redatte utilizzando il Mod. Unico.Dichiarazione integrativa a favoreEntro il termine previsto per la presentazione della dichiarazio-ne relativa all’anno di imposta successivo, si può presentare unnuovo Mod. Unico integrativo (ai sensi dell’art. 2, comma 8-bis del Dpr n. 322/1998) per correggere a suo favore errori odomissioni, che abbiano determinato l’indicazione di un mag-gior reddito o di un maggior debito di imposta o di un minorcredito. In questo caso non si applicano sanzioni e l’eventualecredito risultante dalla nuova dichiarazione può essere utilizza-to in compensazione o richiesto a rimborso.Dichiarazione integrativa da ravvedimento operosoLe integrative possono essere presentate nelle seguentitre ipotesi:

a) ai sensi dell’art. 13 comma 1 lett. b) del DLgs n.472/1997, il contribuente può regolarizzare le violazionicommesse nella dichiarazione originaria, presentando unadichiarazione integrativa entro il termine per la presentazio-ne della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale èstata commessa la violazione, vale a dire entro il termine discadenza per la presentazione della dichiarazione successi-va. In questo caso le sanzioni edittali vengono ridotte ad undecimo del minimo (258 euro), quindi 26,80 euro, e ad undecimo degli interessi per ritardato pagamento dell’imposta(30 per cento), quindi 3 per cento;b) lo stesso articolo sopra citato, al comma 1 lett. c), preve-de che se il contribuente presenta, nei 90 giorni successivi,la dichiarazione in precedenza omessa, le sanzioni edittalivengono ridotte ad un dodicesimo del minimo, cioè 21,50euro, e al 2,50 per cento dell’imposta dovuta e non versata atitolo di interessi; c) la dichiarazione integrativa può essere presentata per correg-gere errori od omissioni mediante successiva dichiarazioneentro il termine di decadenza dell’azione di accertamento,ossia il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello dellapresentazione della dichiarazione originaria. In questo caso lesanzioni edittali sono applicate senza alcuna riduzione. n

Correzione del Mod. Unico Persone fisiche: Il ravvedimento operoso

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La legge 10 aprile 1951,n. 287, con il riordina-mento delle Corti diassise e di assise in ap-pello, ha definito i re-

quisiti, le competenze e le designa-zioni dei giudici popolari. Nel col-legio giudicante della Corte di assi-se, anche di appello, sono presentisei giudici popolari, i quali costitui-scono, insieme ai magistrati, uncollegio unico a tutti gli effetti.I giudici popolari devono essere inpossesso dei seguenti requisiti: cit-tadinanza italiana e godimento deidiritti civili e politici, buona con-dotta morale, età non inferiore ai 30e non superiore ai 65 anni, diplomadi scuola media, inferiore per leCorti di assise, superiore per leCorti di assise di appello. Non pos-sono assumere l’ufficio di giudicepopolare: i magistrati e, in genera-le, i funzionari in attività di servizioappartenenti o addetti all’ordinegiudiziario, gli appartenenti alleforze armate dello Stato ed a qual-siasi organo di polizia in attività diservizio, i ministri di qualsiasi cul-to e i religiosi di ogni ordine e con-gregazione.In ogni Comune sono formati, a cu-ra di una Commissione compostadal sindaco e due consiglieri comu-nali, due distinti elenchi (albi) deicittadini residenti in possesso deirequisiti di legge per l’eserciziodelle funzioni di giudice popolare. Icittadini in possesso dei requisiti,che non siano inclusi negli albi,possono presentare domanda di in-clusione nei termini indicati nelmanifesto che il sindaco deve affig-gere in occasione di ogni aggiorna-mento, che di norma è dal 30 aprileal 31 luglio di ogni anno dispari.Una volta formato l’albo definitivo,l’elenco dei giudici popolari vieneaffisso per la durata di 10 giorninell’Albo pretorio del Comune perdar modo agli interessati esclusi dipresentare ricorso per la riammis-sione. Successivamente, il presi-

dente del Tribunale ove ha sede laCorte, con l’assistenza del Pubblicoministero e di un rappresentante delConsiglio dell’Ordine degli avvo-cati, in pubblica udienza, procedealla scelta dei giudici popolari chepotranno far parte dei collegi giudi-canti, mediante estrazione dalle ur-ne dei giudici popolari ordinari e diquelli supplenti. Lo stesso procedi-mento viene seguito per l’indivi-duazione dei giudici popolari per laformazione del collegio giudicanteper ogni sessione della Corte di as-sise. Nell’assumere l’ufficio per lasessione alla quale sono stati chia-mati a partecipare, i giudici popola-ri devono prestare giuramento. Peri giudici popolari valgono le stessenorme dei magistrati per le ipotesidi incompatibilità, astensione e ri-cusazione.Ai giudici popolari spetta una in-dennità, il cui importo è periodica-mente stabilito con decreto del mi-nistro della Giustizia, per ogni gior-no nel quale esercitano le loro fun-

zioni, maggiorata se fuori dal Co-mune di residenza.La Corte di assise è competente agiudicare sui delitti per i quali èprevisto l’ergastolo o la reclusionenon inferiore nel massimo a 24 an-ni, esclusi i delitti di tentato omici-dio, di rapina, di estorsione e di se-questro di persona a scopo di estor-sione se non aggravati; è competen-te inoltre sui delitti consumati diomicidio del consenziente, di isti-gazione o aiuto al suicidio, di omi-cidio preterintenzionale e per ognidelitto doloso se dal fatto è deriva-ta la morte di una o più persone.Con l’entrata in vigore della legge6 aprile 2010 n. 52, sono state allar-gate le competenze della Corte diassise, vale a dire aumentati gli im-pieghi dei giudici popolari: d’ora inpoi saranno chiamati a giudicareanche sui delitti di riduzione inschiavitù, tratta di persone, acqui-sto e vendita di schiavi, terrorismoe associazione finalizzata a com-mettere questi reati. ■

di Mauro MasiniAFFARI SOCIALI

LEGALE

I GIUDICI POPOLARI NEI GIUDIZI DI ASSISE

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AFFARI SOCIALI

ECONOMIAdi Igor Uboldi

Due società diverse, macon la stessa anima.Anzi, visto che di autosi tratta, potremmo di-re con lo stesso “moto-

re”. Parliamo, ovviamente, di Fiat, edella decisione di adottare un nuovoassetto societario che prevede lasuddivisione dello storico marchiotorinese in due società. Nella neona-ta “Fiat Industrial”, che sarà comun-que sempre governata da SergioMarchionne, l’attuale amministrato-re delegato artefice della rinascita diuna ditta che molti oramai davanoper spacciata, confluiranno le attivi-tà del settore dei trattori e delle mac-chine movimento terra, dei camion(Iveco), e di quella parte di Power-train che produce motori per questedue divisioni. Alla “vecchia” Fiat re-steranno il settore auto, i componen-ti e l’altra metà di Powertrain che fai motori per le autovetture.La nuova Fiat Industrial sarà an-ch’essa quotata a Piazza Affari, egli azionisti riceveranno un’azioneper ogni azione Fiat già posseduta.Resteranno dunque invariati gli as-setti societari, compresa la maggio-ranza relativa in mano a Exor. Unadecisione, questa della separazione,che è parte integrante del nuovocorso del Lingotto festeggiato daimercati che hanno premiato con unforte rialzo il titolo Fiat.Il piano industriale quinquennalepresentato da Fiat è complesso, maè bene, innanzitutto, parlare del suonuovo volto, e cioè quello del nipo-te dell’avvocato Agnelli, John El-kann. La sua ascesa alla presidenzadel gruppo non è certo una sorpre-sa: Elkann è stato infatti preparato alungo per prendere in mano le redi-ni del Gruppo in qualità di vicepre-sidente di Luca Cordero di Monte-zemolo, soddisfatto del passaggiodi consegne. Elkann sarà comun-que affiancato dal “veterano” Ser-gio Marchionne, ma l’incoronazio-ne di un presidente così giovane èsegno evidente della volontà del

Gruppo di guardare al futuro. E seda un lato ci sono molte incognitelegate alle turbolenze del mercato ealla recessione economica, dall’al-tro la Fiat è in grado di affrontarenuove sfide globali con coraggio eserenità.Le cifre, infatti, parlano chiaro: ilfatturato stimato del Gruppo Fiat-Chrysler nel 2014 sarà di 104 mi-liardi di dollari, una cifra, se vo-gliamo, pari all’intero prodotto in-terno lordo del Vietnam o del Qatar– addirittura il doppio di quello delLussemburgo. Un giro d’affari cheoggi possono vantare solo pochemultinazionali come, per esempio,IBM o il colosso bancario Citi-group. Un colosso della portata diMicrosoft può oggi vantare solo lametà del fatturato previsto fra treanni dal gruppo torinese.A trainare la crescita sarà l’introdu-zione di ben 34 nuovi modelli, unastrategia di rinnovamento globaleche possiamo già intravedere oggicon il lancio sui mercati della “Giu-lietta”. Diciassette dei modelli at-

tualmente disponibili al pubblicoavranno un “restyling”. Grazie ainuovi modelli e allo svecchiamentodi quelli esistenti il Gruppo prevededi arrivare a vendere 6,2 milioni diauto nel 2014, delle quali 1,4 milionicostruite in Italia. Nei piani del Lin-gotto, infatti, non c’è affatto il pa-ventato abbandono dell’Italia. Se daun lato vi sono accordi industrialicon Russia ed India, e anche unajoint-venture con la cinese Guan-gzhou per la realizzazione di un nuo-vo stabilimento con una capacitàproduttiva di 330 mila veicoli l’an-no, il nostro Paese resterà una basestrategica. Scontata la chiusura diTermini Imerese saranno però poten-ziati Melfi, Pomigliano d’Arco e an-che Mirafiori. Le auto costruite inItalia fra tre anni saranno infatti ildoppio di quelle che escono oggidalla catena di montaggio (ovvia-mente questi programmi avranno unloro corso attuativo sempre che ven-gano accettate le precise richieste delGruppo in materia di incentivi e diflessibilità del lavoro). ■

E’ NATA LA NUOVA FIATMontezemolo lascia la presidenza al giovane Elkann. E il Gruppo si sdoppia per produrre di più

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In questo 2010 cade un anni-versario importante per losviluppo delle telecomunica-zioni in Italia e ci sembragiusto rifare la storia del-

l’evento: il completamento dellaTSU (Teleselezione Urbana da Uten-te) nelle comunicazioni telefonicheitaliane.All’inizio del servizio telefonico ilcollegamento tra apparecchio chia-mante ed apparecchio ricevente ve-niva effettuato manualmente da “fat-torini” o “commessi”, gli stessi cheservivano prima a smistare e recapi-tare i messaggi via telegrafo, i “tele-grammi”. Un po’ alla volta però que-sti vennero sostituiti da giovani don-ne in quanto il quotidiano contattovocale con gli utenti, in un servizioche, ovviamente, era molto lontanoancora dalla perfezione, faceva pre-ferire la gentilezza femminile perrabbonire gli utenti spazientiti.E le caratteristiche cui dovevano ri-spondere per essere assunte eranocosì delineate: nubili, con bella voceed anche con un’altezza di almenoun metro e settanta perché i primiquadri di collegamento erano piutto-sto alti ed il lavoro doveva essere fat-to in piedi. Poi la tecnica fece realiz-zare quadri più bassi e potevano an-che lavorare sedute; ma il serviziotelefonico, specie negli Stati Uniti, siera così sviluppato che si diceva chedi lì a poco non ci sarebbero state piùsignorine sufficienti per coprire ilfabbisogno. Se non fosse arrivata lacommutazione automatica…In dimensioni diverse la storia dellacommutazione automatica ha moltipunti di contatto con la storia dell’in-venzione del telefono; anche qui laprimogenitura potrebbe essere recla-mata da un italiano che, forse, non siera nemmeno reso conto completa-mente dell’importanza dello stru-

mento da lui messo a punto. E’ Gio-vanni Battista Manzi, nativo di Tar-quinia e romano di adozione, elettro-tecnico, innamorato della sua profes-sione tanto da privilegiare sempre gliaspetti tecnici trascurando quelli ma-nageriali.Fu nel 1885 che fece un’offerta alVaticano per realizzare la rete telefo-nica interna del piccolo Stato ed eb-be assegnato, per prova, l’impiantointerno della Biblioteca Vaticana; co-sa che Marzi realizzò predisponendonel 1886 un rudimentale centralinoautomatico che congiungeva dieci li-nee senza l’intervento di alcun ope-ratore, impiegando un trasmettitoredi impulsi ed un selettore, che saran-no poi la base della tecnica di com-mutazione “passo-passo”.Nei libri di storia, quella telefonica,l’invenzione del selettore risulta peròattribuita allo statunitense Almon B.Strowger (1839-1902) che ne otten-ne il brevetto il 10 marzo 1891, quin-di quattro anni dopo l’impianto delMarzi. La professione dello Strow-ger non aveva niente a che vederecon le tecniche telefoniche; si tratta-va infatti di un impresario di pompefunebri che, essendosi accorto di es-sere defraudato da telefoniste infede-li che passavano gli “affari” alla con-correnza, si dette da fare per evitareil passaggio delle telefonate da quel-la intermediazione manuale. Questaspecie di “punizione” fruttò bene al-lo Strowger consentendogli la costi-tuzione della “Strowger automatictelephone Co.” che già nel 1892 resepossibile l’attivazione della primacentrale automatica per il collega-mento di 75 abbonati.In Europa fu la Siemens che diffuseil selettore Strowger presentandoloanche con un impianto sperimentalealla Esposizione di Milano del 1906.Nacque poi la prima centrale euro-

pea a Hildesheim, in Germania, nel1908; la prima in Italia fu installatanel 1913 a Roma Prati con 2.000 nu-meri collegati.La commutazione automatica fuvieppiù favorita dall’invenzione deldisco combinatore da parte di Kejti,G. e J. Krikson; il disco consentivaun numero pressocché illimitato dicombinazioni numeriche ed il conse-guente possibile ampliamento dellecentrali telefoniche.Si arrivò agli anni ‘60 durante i qua-li l’obiettivo più urgente per tutti igestori di telecomunicazioni nei Pae-si industrializzati divenne l’automa-tizzazione completa, e rapida, delservizio interurbano, il completa-mento, cioè, della teleselezione na-zionale con l’abolizione del filtro co-stituito dall’intervento manuale delleoperatrici di commutazione comegià avveniva nel servizio urbano.La Sip riuscì, con un impegno note-vole di risorse (soltanto di capitali,mille miliardi di lire negli ultimicinque anni), a completare entro il1968 la Teleselezione da Utente nel-l'ambito di ciascun Compartimentoe, nell'ottobre 1970, su tutto il terri-torio, anche in anticipo sulla sca-denza fissata. L'importanza di que-sto risultato era sottolineato dalposizionamento al quinto posto nelmondo tra i Paesi che avevano rag-giunto questo obiettivo e ciò mal-grado le difficoltà orografiche cheavevano messo a dura prova la posadi nuove linee, necessarie per rende-re più affidabili i collegamenti auto-matici richiesti dalla TSU. Granparte del merito di questa realizza-zione va assegnata a GuglielmoReiss Romoli, allora a capo dellaStet, la Finanziaria Telefonica.Questa la storia, e tanto altro sipotrebbe dire se lo spazio, tiranno, loconsentisse. ■

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40 ANNI DI COMMUTAZIONE AUTOMATICA

di Guglielmo Carretti

affari sociali 14-19:Layout 1 27/04/10 09:46 Pagina 19

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SIRIA, GIORDANIA, GERUSALEMME & BETLEMME

Partenza da Roma/Milano/Venezia - 18 ottobre 2010 - 14 giorniLe vie percorse fra le “civiltà degli ulivi e delle palme” iniziano da Aleppo, deviano tra le armonie di SanSimeone e proseguono nella piana di Ebla. Si perdono fra le colonne di Apamea ed i torrioni del Cracdei Cavalieri. Le ritroviamo ad Hama e proseguono sino alle delizie di Palmira, sostano a Bosra tra legradinate nere del teatro romano per terminare a Damasco, città che non ha rivali se non in paradiso.Saremo quindi nel Regno Hashemita di Giordania, un ponte gettato tra il mare e il deserto. La Valle delGiordano, i solitari canyon desertici, i castelli del Deserto; il meraviglioso scenario di Wadi Rum, la sug-gestiva Jerash e l'unicità di Petra, museo a cielo aperto. E… alla fine, Gerusalemme, tra le mura dellaCittà Vecchia e Betlemme, nella Chiesa della Natività.

Quota individuale di partecipazione – 30 partecipanti: € 2.120,00 Soci ANLA* € 2.080,00Tasse aeroportuali (al 20/04/2010) - € 140,00 Hotel 4 stelle - Pensione completa – Accompagnatoredall’Italia

MAROCCO, le citta’ imperiali e la via delle kasbah oltre il medio e basso Atlante Partenza: 3 ottobre 2010 - 11 giorni

Alla scoperta di un Marocco fuori dai sentieri più battuti: dalle favolose oasi verdeggianti alle dunescolpite dai venti del Sahara, senza tralasciare le invitanti città di Ouarzazate e di Marrakech. Casa-blanca con la famosa Corniche - Rabat, moderna capitale del Marocco – Meknes con la Bab Mansour, laporta più bella del Marocco – il sito romano di Volubilis - Fes, la più antica e nobile delle città imperiali –attraverso la suggestiva via delle 1000 Kasbahs fino a Ouarzazate, naturale set cinematografico eMarrakech, la millenaria … infine, ultime tappe, Essaouria e El Jadida.

Quota di partecipazione da Roma/Milano – minimo 30 partecipanti - € 1.560,00Soci ANLA* € 1.510,00 Tasse aeroportuali (al 20-12-2009): € 110,00 Hotel 4 stelle - Pensione completa - Accompagnatore dall’Italia

* AGEVOLAZIONI RISERVATE AI SOCI ANLA, FAMILIARI E AGGREGATI

Maravilhosa paixão BRASIL: PASSIONE MERAVIGLIOSAPartenza 4 novembre 2010 – 18 giorni

Alla scoperta delle diverse realtà del Brasile: l’incanto di Rio deJaneiro con la mitica Copacabana, le scuole di samba e le favelas; lalanguida Bahìa, vera anima del Brasile con il culto del Condomblè edella Capoeira (antica danza con cui gli schiavi si difendevano dallefrustate dell’uomo bianco); l’avveniristica Brasilia; la natura selvaggiae prorompente delle cascate di Iguaçu; Manaus, porta dell’Amazzo-nia, con una “quattro giorni” in Ecopark Village immerso nel “polmonedel mondo” (fenomeno unico “l’incontro delle acque” del Rio Negro edel Rio Solimoes per formare il Rio delle Amazzoni).

Quota di partecipazione da Milano: € 3.650,00 partenze da altre città su richiesta Soci ANLA* € 3.600,00

Tasse aeroportuali internazionali e interne in Brasile (al 20/01/2010) € 280,00Pensione completa – hotel e lodge 4 stelle - accompagnatore dall’Italia

PROPOSTEPROPOSTE

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STATI UNITI: scoprendo l’America, un viaggio lungo… un sogno

Partenza 24 settembre 2010 – 18 giorni New York - Washington - Los Angeles - Salt Lake City - BryceCanyon Park; Lake Powell; la Riserva Indiana Navajo nella MonumentValley, il set naturale più usato al mondo... (Ombre Rosse); Kayenta eil Grand Canyon; Las Vegas e la vita notturna; la Death Valley (la Valledella Morte con lo Zabriskie Point con le epiche musiche dei PinkFloyd); Yosemite Valley in Sierra Nevada e... infine San Francisco (lacittà ribelle nata durante la corsa all’oro, patria dei Figli dei Fiori edel Movimento degli studenti di Barkeley)Quote di partecipazione da Roma/Milano – 25 partecipanti - € 4.950,00***

Soci ANLA* € 4.890,00Tasse aeroportuali e di sicurezza (al 15/01/2010) € 350,00

Hotel 4 stelle - Mezza pensione (colazione americana e cena) Accompagnatore dall’Italia

ARGENTINA, Terra del Fuoco e pianeta Patagonia (cilena e argentina)

Partenza 24 ottobre 2010 – 14 giorni La Patagonia come non l’avete mai vista, in tutta la sua belleza, richezza e varietà. Buenos Aires ela collina del Tigre - Penisola Valdes in navigazione vicino alle balene - Ushuaia - Canale di Beagle– Isla de los Lobos – Terra del Fuoco - El Calafate - Lago Argentino e i Ghiacciai Upsala, Onelli eSpegazzini – Ghiacciaio del Perito Moreno – le vette eterne e mozzafiato di Torres del Paine

Quota di partecipazione da Roma/Milano – 25 partecipanti - € 3.870,00Soci ANLA* - € 3.820,00

Tasse aeroportuali internazionali (al 20/01/2010) € 310,00 (*)Hotel 4 stelle - Pensione completa – Accompagnatore dall’Italia

PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI ALLA SEGRETERIA GENERALE ANLA TEL. 06.86321128

PARIGI, NORMANDIA, BRETAGNA E LOIRA

Partenza: 5 settembre 2010 - 9 giorniNormandia: lunghe spiagge e porticioli lungo tutta la costa, luoghi distoria resi famosi da Mont Saint-Michel il più bel gioiello della regio-ne, le spiagge dello sbarco dove cambiò la storia del mondo - Breta-gna, luogo incantato dalle antiche leggende celtiche, il ricco patrimo-nio storico ed architettonico, regione di marinai e di leggende, lunghespiagge e graziosi porticcioli dalle case di granito - Loira, visiteremo iCastelli di Amboise e Chenonceau... e infine Parigi

Quota di partecipazione da Roma/Milano – 30 partecipanti - € 1.340,00Soci ANLA* € 1.300,00

Tasse aeroportuali (al 5 marzo 2010) - € 110,00

TURCHIA: I TESORI

DELL’ANATOLIA9 giorni

da Roma/Milano/Venezia:28 ottobre 2010

Istanbul, una città carica distoria e brulicante di vita, cer-niera tra Oriente e Occidente;Ankara, capitale politica delPaese; Cappadocia, dove lanatura e gli uomini di fedehanno creato un paesaggiounico al mondo; Konya, unadelle prime sette città natedopo il Diluvio Universale; Pam-mukkale famosa per le sorgentitermali che si riversano inbianche gradinate di stalattitecalcarea; Efeso, straordinariocentro commerciale dell’anti-chità; Smirne (Izmir), testimo-ne della storia dai tempi diOmero fino ai giorni nostriQuota di partecipazione daRoma/Venezia € 870,00 – da Milano € 890,00

soci ANLA*: Roma/Venezia € 850,00 – da Milano € 870,00Tasse aeroportuali

(al 20/04/2010) € 105,00Hotel 4 stelle – Pensionecompleta - Accompagnatoredall’Italia

GRANDIGRANDI TOURTOUR

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VIAGGI

GIOIELLI D’ITALIA

di Raimondo Tassini

NOTO

Fin dai primi annidell’800 Noto è la cittàcapoluogo del valloomonimo. Si trova quasisulla punta sud-orientale

della Sicilia, come se fosse intenta adammirare il mare dai gradoni che se-gnano le pendici orientali dei montiIblei. Un po’ fuori dai consueti itine-rari turistici, attira soprattutto gli ap-passionati del barocco siciliano chequi si esalta allo zenith. Una città cheper la complessità e raffinatezza del-le sue decorazioni e sculture è statadefinita dallo storico dell’arte CesareBrandi «un giardino di pietra», e perl’impianto urbanistico così omoge-neo e perfetto, risulta talmente sce-nografica da essere stata utilizzatacome set per parecchi film. Vennefondata in epoca preistorica, in se-guito fu città greca, romana e araba,conobbe la civiltà normanna, sveva,aragonese e spagnola. Il suo aspettoè piuttosto recente, dato che fu Giu-seppe Lanza, duca di Camastra, afarla ricostruire interamente sul fini-re del ‘600 e durante il ‘700.La Noto antica era in effetti un ag-glomerato di edifici senza troppa ar-te né parte, interamente distrutti daldisastroso terremoto del 1693 insie-me a un’altra sessantina di città-for-tezze nella valle dei monti Iblei. Sidiscusse a lungo se e dove riedificar-le, e molte furono definitivamenteabbandonate, altre ricostruite sui lo-

ro vecchi siti, altre ancora spostatequa e là. L’intera zona in pieno ‘700diventò pertanto un enorme cantiere.Noto venne riedificata un poco piùvicino alla costa, dato che ormai erafinita l’epoca dei pirati barbareschicon le loro devastanti incursioni che,d’obbligo, avevano imposto a moltedelle città di questa parte della Sici-lia di cercare rifugio all’interno del-l’isola. Noto può vantare nel presen-te un impianto urbanistico geometri-co e ordinato, tutto impostato sulquadrato e sulla sezione aurea in ar-chitettura; e a fare da singolare con-trasto sull’esplodere del barocco, intutta la sua fantasia.Il nucleo monumentale e le residen-ze nobiliari si trovano nella partepianeggiante della città, concentratiattorno ad ampie piazze – comequella del Duomo o del Mercato – e

distribuite lungo grandi arterie (co-me corso Vittorio Emanuele e viaCavour). Su queste arterie da palazzie chiese sporgono fuori delle figuregrottesche e mostruosi mascheroni,cavalli alati e sirene, figure tutte checol passare del tempo hanno acqui-stato un colore rosa-oro quale soltan-to il sole di Sicilia può produrre. Fi-gure che nel presente paiono scolpi-te nella cera, tanto da indurre ungrande scrittore quale LeonardoSciascia a definire Noto «un favo dipietra d’oro». Si capisce perché lacittà sia entrata a far parte del Patri-monio dell’Umanità patrocinato dal-l’Unesco. Raffinatissima la piazzaprincipale, una delle più belle d’Ita-lia, caratterizzata dalla cattedrale diSan Nicolò con la sua vasta e coreo-grafica scalinata.E ancora dal palazzo Ducezio – ora

• Capolavoro del baroccosiciliano

• Chiamata anche un giardino di pietra• Deve la sua nascita

a un disastroso terremoto

Chiesa delCarmine

Palazzo Ducezio

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sede del Comune – dalla chiesa delSalvatore, dal palazzo Landolina, eda quello vescovile. Da vedere so-no anche le numerose chiese distri-buite nelle piazze, grandi o piccoleche siano, di Noto; prima fra tuttela chiesa di San Domenico, consi-derata il capolavoro dell’architettoRosario Gagliardi. Secondo la tra-dizione sarebbe stato un giovanematematico locale, GiambattistaLandolina, marchese di Sant’Alfa-no – va ricordato il palazzo di fami-glia che porta il suo nome – a trac-ciare per primo i piani della nuovaNoto. Il tracciato perfetto della cit-tà sarebbe quindi dovuto a un per-sonaggio che architetto non era, pu-re essendo un fervente adepto dellarazionalità della matematica. Lan-dolina morì, si dice per febbre pe-stifera, poco dopo avere esposto lesue idee al duca di Camastra, chene fu comunque entusiasta e la im-pose al resto della comunità.Ne è venuta fuori una città unica nel

suo genere, perfetta simbiosi di li-nearità urbanistica, e di fantasia ar-chitettonica, concedendo ad ognunodi cantare la propria parte senza sto-nare. Torniamo sulla piazza princi-pale con la cattedrale, o Duomo diSan Nicolò. Una piazza che unifor-mandosi al concetto generale si con-figura come un enorme quadrato,con gli edifici tutto attorno ad anima-re la scena, a fare da quinte di teatro.Sul lato superiore del quadrato si al-za la cattedrale, alle quale si affian-cano, così dando vita ad una sceno-grafia unitaria, il palazzo dei Lando-lina (sulla sinistra), e quello vescovi-le (sulla destra). Sul lato inferioresorge il palazzo del Comune, oggi adue piani, ma in origine a un solopiano, con un porticato a colonne io-niche dove già si respira il gusto delrococò. Tra il primo blocco di edificie il palazzo del Comune sta il pezzoforte della realizzazione.Cioè una maestosa scalinata chescende da uno degli edifici, per risa-

lire verso quello del versante oppo-sto, e viceversa, collegando così ilpalazzo del potere civile al palazzodel potere religioso. Una soluzioneche potrebbe anche apparire secca eschematica, matematica appunto, seil tutto non presentasse un impattoscenografico in assoluto straordina-rio, offrendo a Noto l’aspetto di unavera e propria capitale, più che diuna sonnolenta cittadina di provin-cia. E’ questa la sensazione che si av-verte visitandola. Insieme a una sor-ta di rispetto verso coloro che neltempo passato sapevano come e inquali rapidi tempi andava ricostruitauna città colpita da un sisma, per de-vastante che fosse. ■

Sopra, la Chiesa di S. Domenico;a sinistra, una panoramica del centro storico;in basso, il balcone di palazzo Nicolaci di Villadorata

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Cantata dai poeti, narratadagli scrittori, dipintadai pittori, pochi altrifiumi possono dirsi incosì perfetta simbiosi

con la città che attraversano, al pun-to da far dire che la Senna è Parigi,così come Parigi è la Senna. La sualunghezza approssimativa è di 778chilometri, le sue fonti sono in Bor-gogna e la foce è nella Manica. In-somma, non lo si può definire un“grande” fiume. Ma per Parigi è unavia d’acqua indispensabile, la capita-le francese in effetti è nata con laSenna, e non lo dimentica. Il suo no-me, in francese Seine, viene dal lati-no Sequana che ricalcava il nomedato al fiume dalle popolazioni celti-che, via via con diverse evoluzioni emodifiche fino ad arrivare al nomeattuale. Il fiume attraversa Parigi,Troyes e Rouen, ma fuor di dubbio èParigi la città che più gli dà prestigio.Ha scarsa pendenza nell’Ile-

de–France e in Normandia.Cosa che ha dato origine a numerosie profondi meandri. Per questa ra-gione la marea riesce a risalire dallaManica per un buon centinaio di chi-lometri, talvolta dando luogo a dellepotenti ondate, chiamate “mascaret”,pericolose per la navigazione comeper gli uomini qualora si attardinosulle rive a rimirare il fenomeno. Un“mascaret” per esempio pare che sifosse portato via la figlioletta di Vic-tor Hugo. Per questa ragione neglianni Sessanta del secolo scorso sonostati effettuati dei grandi lavori tesiad “addomesticare” il basso corsodella Senna, in modo da garantirepiù che mai la funzionalità di questavia navigabile che ospita due dei piùimportanti porti fluviali di Francia,Parigi appunto, e Rouen. Va aggiun-to che sulla Senna transita la mag-gior parte del traffico cerealicolod’Europa.Non sono poche le industrie che la

vallata della Senna ospita, quelleautomobilistiche (la Peugeot e laRenault), chimiche e petrolchimi-che, inoltre delle centrali termichee quella nucleare di Nogent-sur-Seine. Ma è soprattutto nell’attra-versare Parigi che il fiume mostratutta la sua bellezza e la sua poten-zialità evocativa (a parte il fatto cheancora nel presente la Senna forni-sce ai parigini più del cinquanta percento dell’acqua potabile, conti-nuando fra l’altro ad alimentare lefontane della città; ed è certo che

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di Alberto U. RogiVIAGGI

I GRANDI FIUMI

Sopra, “La Senna adArgenteuil” diRenoir (1873);accanto, l’Ile de laCité, una delle dueisole fluviali cheospita la cattedraledi Notre Dame sededell’arcivescovo diParigi; in alto, unoscorcio del fiume

LA SENNA• Parigi le deve il suo nascere

• Nel presente anche una importante via commerciale• Cantata dai poeti, narrata dagli scrittori, dipinta

dai pittori come pochi altri corsi d’acqua al mondo

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l’acqua bevuta a Parigi fino al XIXsecolo era quella della Senna). Nel-la capitale il corso della Senna è ditredici chilometri circa, la sua pro-fondità varia dai 3,5 ai 6 metri, e lalarghezza va dai 30 ai 200 metri. Ladistinzione fondamentale fra unquartiere parigino e l’altro è dal-l’essere posti sulla riva destra o sul-la riva sinistra.Sulla rive droite la Parigi degli af-fari, della finanza e delle istituzioni

(il Louvre e la Borsa), mentre sullarive gauche si sviluppa per princi-pio la città intellettuale, colta, mu-sicale, spettacolare con l’Universitàdella Sorbonne, il Quartiere latino eMontparnasse. Le due sponde sonounite da trentotto punti, dei quali ilpiù antico, malgrado il suo nome, èil pont Neuf, e da tre passerelle. Ilfiume è sempre stato soggetto digrandi piene. Si ricordano quelledel 1924, e del 1955. Ma l’alluvio-ne più spettacolare, ancor oggirammentata come la “grande crue”

è stata quella del 1910, durata dal21 al 30 gennaio, durante la qualela Senna raggiunse anche l’altezzadi nove metri e mezzo, costringen-do i parigini a muoversi in barca fi-no agli Champs Elysèes.Fino al chiudersi degli anni Sessantanella Senna si poteva anche fare il ba-gno. La crescita urbana di Parigi,l’industrializzazione e l’inquinamen-to l’hanno man mano reso impossibi-le. Jacques Chirac, da sindaco della

città, nel 1988 aveva proposto unaoperazione di disinquinamento checonsentisse di rendere il fiume dinuovo balneabile. Nel presente il ba-gno ancora non si fa, ma in compen-so la municipalità parigina, tra luglioe agosto, approfittando della riduzio-ne del traffico, fisiologica nei mesiestivi, interrompe la circolazione sullungosenna della riva destra per circatre chilometri sotto l’Hotel de Ville, eattrezza quella che viene chiamata“Paris plage” con sabbia, prati e pal-me. In questo modo i parigini posso-

no almeno prendere i bagni di sole,una iniziativa molto apprezzata.Il fiume ha diverse isole, nel centrodi Parigi l’Ile de la Citè, che fu laculla della città, e l’Ile Saint Louis,oggi un piccolo ed elegantissimoquartiere, nella cui prossimità Cate-rina de’ Medici volle realizzare igiardini delle Tuileries. I lungosen-na, chiamati “quais” sono animati dauna catena pressoché ininterrotta dibanchi di vendita di libri usati, e so-

no stati immortalati in decine di ope-re pittoriche, fotografiche e cinema-tografiche, nonché da liriche e ro-manzi, citiamo fra tutte la “Canzonedella Senna” di Jacques Prèvert. Dalpunto di vista turistico una dellemaggiori attrazioni della Senna sonole gite in battello. Senza dimenticarela possibilità di viaggiare fino allafoce su una delle chiatte commercia-li. La vita di bordo è spartana, ma èun modo fra i migliori per compiereuna immersione totale nel cuore del-la Francia. ■

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di Raffaello UboldiL’ITALIA CHE LAVORA

UOMINI E AZIENDE

Parliamo di questa azienda intermini di dati biografici…Nasce nel 1980 per una mia ideaben precisa, quella di non lavorarepiù da dipendente. Così sono riu-scito a mettere insieme altri tre so-ci, più o meno della mia età – unoera mio fratello – trovammo i capi-tali necessari, e partimmo, ricordoche era il 7 di marzo. Dopo qualchemese un socio esce dalla società,seguito da un secondo nel 1994, nel2008 esce anche mio fratello cheera socio di capitale, mentre io hocontinuato a gestire la fabbrica.Come mai avete pensato di rivol-gervi proprio a questo settore?Ero giovane, avevo ventisei anni, efacevo più o meno lo stesso lavoro

come dipendente, così siamo parti-ti, direi da zero, investendo tuttaviatrenta milioni, e dopo cinque-seimesi altri trenta, trovandoli pressodelle banche, con interessi che era-no allora del ventisei-ventisette percento, arrivando al 31,50 di massi-mo scoperto. In seguito, piano pia-no, abbiamo cominciato ad assu-mere dei dipendenti finché ne ab-biamo avuti dieci, quindici, venti, eoggi una sessantina. Copriamo di-versi settori con prezzi concorren-ziali in linea con il mercato. Partia-mo in genere da un disegno che civiene fornito dal cliente, progettia-mo l’attrezzatura necessaria, co-struiamo lo stampo, e consegnamol’articolo finito, curando assistenza

e soddisfazione di chi lo impiega.E i clienti come li avete trovati?Alcuni li ho trovati io, altri ci han-no cercato loro, partecipiamo a del-le Fiere specifiche del settore, masostanzialmente vengono da noiper il nome che ci siamo fatti.Clienti soprattutto nel nord, inLombardia, e nel Veneto.Lavorare nel nord-est suppongoche vi abbia aiutato…Direi di sì, probamente se fossi na-to altrove non avrei fatto quello cheho realizzato. La collocazione èstata certamente importante.Il vostro bilancio annuale?Attorno ai dieci milioni di euro.Avete dell’indotto attorno a voi?

STAMPIAVE• Partita dal poco, con gente abituata a rimboccarsi le maniche

• Attorno il nord-est che lavora e produce• Ne parla il presidente, Nello Bonaldo

segue a pag.29

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Era il 1980 e una famiglia,Bonaldo di nome, decise didar vita ad una azienda de-dita alla trasformazione eallo stampaggio a freddo

dei metalli e costruzione stampi. Na-sce così una impresa capace di cre-scere gradualmente, ma costante-mente nel corso degli anni, oggi conun nome che conta e non soltantoper la produzione in serie, ma an-che perché tecnologicamente moltoavanzata. Dal maggio 2003un’azienda che con la costruzionedel nuovo stabilimento di circa dieci-mila metri quadrati coperti, e consessanta dipendenti, può dirsi unpunto di riferimento produttivo, gra-zie all’esperienza accumulata colsupporto di personale specializzato,un macchinario moderno, e pertantoin grado di coprire con gli stessistandard qualitativi tutte le fasi dellalavorazione. Un’azienda che operanel campo dell’automazione, inquello dell’automotive degli elettro-domestici, nel campo sportivo, delcondizionamento e nel riscaldamen-to, arredamento metallico, giardi-naggio e macchine agricole.

L’esperienza, la capacità dei suoi tec-nici e delle maestranze consente allaStampiave di garantire sempre unprodotto secondo gli standard richie-sti dal cliente. Fra l’altro un’aziendache dispone di un ufficio tecnico per-fettamente in grado di progettare leattrezzature richieste in termini di si-curezza ed affidabilità totali. E’ spe-cializzata nella realizzazione distampi progressivi a transfer, per l’im-butitura, e per ogni speciale attrezza-tura derivante dalla lavorazione dellalamiera. L’ufficio tecnico opera sia suun disegno del cliente, sia con un ser-

vizio di sviluppo del prodotto. Si pro-getta su stazioni Cad-Cam 3D in co-stante aggiornamento e in collega-mento diretto col centro di lavoro acontrollo numerico in officina. Il siste-ma di archivio dei programmi di la-vorazione, e la precisione dei singolidettagli consentono inoltre di garanti-re nel tempo la fornitura dei pezzi diricambio.L’impresa si avvale di un parco mac-chine di ventiquattro presse da 30 a500 tonnellate, e di uno specialecentro capace di trasformare ferro,acciaio, alluminio, rame, ottone in

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Sì, certamente. Voglio aggiungereche le più importanti aziende dielettrodomestici, cito la Zanussi ola Zoppas, sono qui.Quale è stato il vostro migliormomento?Direi che è stato dal 1998 fino al2006. Allora ho fatto anche un ca-pannone nuovo, all’avanguardiaanche per la sicurezza ambientalecon attrezzaturee macchine di ulti-ma generazione.E il macchinario dove ve lo pro-curate?Quasi completamente nel nord, so-stanzialmente in Lombardia per lepresse, ma abbiamo anche macchi-ne giapponesi e svizzere.Il momento di difficoltà?Diciamo nel novembre-dicembredel 2008 e i primi quattro mesi del2009, col fatturato che era sceso del45-50 per cento, con grossi proble-mi di pagamenti.E adesso?Stiamo risalendo la china, stiamolavorando, sono abbastanza conten-to, sperando che continui così.L’elemento di maggior successodella vostra produzione?Potrei dire il settore degli elettrodo-mestici.E quali i programmi di sviluppo?Rispondo che abbiamo fatto degliinvestimenti, e credo che il mondonon si fermerà qui.Lei si considera un uomo delnord-est?Direi di sì.Ed è fiero di questa sua colloca-zione?Certamente, qui siamo gente checostruisce dal poco, lavorando mol-to, e rimboccandosi le maniche.Adesso poi ho un figlio che pianopiano prenderà il mio posto, che èvenuto ben volentieri in azienda,che si dà da fare, insomma una im-presa che ha un futuro già in atto.L’ambiente attorno come vi ve-de?E’ un ambiente sano che collaboraper uno sviluppo collettivo. n

spessori da 0,5 a 6 m/m, con lineeche supportano nastri di larghezzafino a 1.000 m/m, coadiuvate dadispositivi elettronici di salvaguardiadell’integrità degli stampi e di chi cilavora. L’azienda dispone anche diuna sezione di assemblaggio-salda-tura per piccole o grandi produzioniin serie.La qualità è sempre prioritaria, rivol-ta al raggiungimento della massimasoddisfazione del cliente, attraversoun continuo percorso di miglioramen-to del processo produttivo, nella for-mazione del personale, nell’utilizzo

di strumenti e attrezzature d’avan-guardia. Si lavora in regime di auto-controllo, cosa che consente di rile-vare eventuali anomalie del prodot-to. Con l’assistenza di personale spe-cializzato è di conseguenza possibi-le intervenire sul processo produttivocon eventuali azioni preventive dicorrezione. La garanzia di qualità èdata anche da una sala merceologi-ca che dispone di una strumentazio-ne adeguata, arricchita di macchineper la prova del materiale, e di misu-ra CNC per i controlli particolarmen-te critici, che non ammettono errori,così formulando anche l’analisi stati-stica del prodotto.La Stampiave è certificata dal Comita-to d’approvazione Tuv Italia Srl UniEn Iso 9001, 2008. Partecipa alla fie-ra “Lamiera” a Bologna. Premia ognianno i dipendenti senior che abbianoraggiunto i 10, 15, 20 anni di servi-zio in azienda. Al suo interno operaun gruppo di soci seniores iscritti al-l’Anla. Questo perché crede nell’im-portanza della collaborazione da unagenerazione all’altra. R.U.

L’ITALIA CHE LAVORA

UOMINI E AZIENDE

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ANLA NOTIZIE

CIRCOLO ANZIANI DEL LAVORO ELECTROLUX ZANUSSI• La presentazione e la vota-zione del rendiconto economi-co 2009 e di quello preventivoper l’anno in corso, unitamentealla relazione delle attività pas-sate e future del sodalizio: que-sti i punti all’ordine del giornodell’assemblea annuale delCircolo anziani del lavoroElectrolux Zanussi. I lavori so-no stati ospitati nello stabili-mento dell’Electrolux di Porciae hanno visto impegnati i diret-tivi delle otto Sezioni del Circo-lo e dei tre Gruppi aggregati,con i rispettivi organi di con-trollo. Il tutto in rappresentanzadi una associazione che ad og-gi conta 4.213 soci con alme-no 25 anni di servizio all’inter-no dei diversi stabilimenti italia-ni dell’Electrolux ed una serie diiniziative, tra le quali primeggiala collaborazione con diversescuole della provincia. Nel cor-so della relazione di bilancio,particolare enfasi è stata datadal presidente, Corrado Corde-nons, alla celebrazione del cin-quantesimo anniversario dallaFondazione che si è tenuta, asettembre, all’interno dello stabi-limento Professional di Vallenon-cello e alla quale assieme alleautorità istituzionali e aziendaliè intervenuto il vescovo di Por-denone, Ovidio Poletto.

Ospiti di questa assembleaannuale sono stati i dirigentiaziendali e i loro rappresen-tanti all’interno del Circolo,Massimo Poletto e DarioPancotto. Quest’ultimo è su-bentrato all’uscente ClaudioTizianel, andato in quiescen-za. A presenziare i lavoridegli organi direttivi dell’as-sociazione (v. foto 1 e 2) viera anche Giorgio Baratella,il nuovo responsabile dellaproduzione lavaggio di Por-cia.

• Sono riprese “Le testimonian-ze di lavoro ed organizzazio-ne industriale” da parte dellescolaresche del comprensoriopordenonese, nello specificoerano presenti due classi del-l’Istituto “Matiussi” con indiriz-zo informatico-amministrativo,la 4a Apr e 3a Cig, accompa-gnate dai proff. Livio Manfrine Antonio Sorella.La visita è stata organizzatadai soci del Circolo Seniores,con una testimonianza del-l’ing. Gianluca Cricchi, re-sponsabile dell’Ingegneria del-lo Stabilimento, che ha espo-sto in maniera dettagliata il si-stema organizzativo e produtti-vo delle lavatrici di Porcia.Con l’occasione è stato possi-bile visitare alcuni reparti delloStabilimento con le nuove lineecompletamente automatiche (v.foto 3).

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SEZIONE FREDDO SUSEGANA• Presso la mensa aziendaledi Susegana, il pranzo socia-le del Circolo Anziani del La-voro Electrolux Zanussi, Se-zione Freddo. 400 i parteci-panti che hanno assistito allapremiazione con medagliad’oro e attestato di fedeltàaziendale del neosocio BrunoCollodel e dei soci che nel2009 hanno compiuto 80 an-ni: Felice Angelini, Dino Col-ladon, Luigi Da Rios, AntonioLazzer, Odone Michelet, Alfi-no Zardetto (v. foto 4 e 5).L’ing. Marco Comini, qualerappresentante aziendale, ilpresidente del Circolo Anzia-ni di Pordenone, CorradoCordenons, il sindaco del Co-mune di Santa Lucia di Piave,Fiorenzo Fantinel, il consoledei Maestri del Lavoro di Tre-viso, dr. Giorgio Vidotti, il vi-cepresidente dell’Anla nazio-nale Gino Toffoli, e la presi-dente del Circolo Anziani diSusegana, signora Carla Ba-razza ringraziano tutti i consi-glieri ed i partecipanti che,anno dopo anno, mantengo-no vivo il Circolo.

• 50 soci del Circolo Anziani del Lavoro Electrolux-Zanussi,Sezione Freddo di Susegana, hanno partecipato tra il pubbli-co alla trasmissione “Il Milionario” (foto 6), condotta da JerryScotti.

• La presidente del Circolo Anziani del Lavoro Electrolux-Zanussi,Sezione Freddo di Susegana, Carla Barazza, ringrazia dal cantosuo i soci (207) che hanno partecipato alla Crostolata svoltasipresso il locale Campagnola di Mareno di Piave (foto 7).

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ANLA NOTIZIE

SEZIONE ZML INDU-STRIES DI MANIAGOCome da tradizione il Grup-po Anziani della ZML Indu-stries SpA ha ringraziato le“donne” (foto 8) per quantoesprimono in famiglia e insocietà con un momento con-viviale. Non sono mancatele mimose.In rappresentanza del -l’Azienda, il direttore ammi-nistrativo, Paolo Gaspardo(foto 9) ha portato il salutodella Presidenza aziendale.

ANLA PADOVAUn gruppo di nostri soci (accompagnati dal presidente AnlaRegione Veneto, Arrigo Pizzolon) ex dipendenti della Magri-ni Galileo di Battaglia Terme (Pd), il cui stabilimento è attual-mente passato in proprietà alla Società Demont, ha visitato ireparti produttivi e di collaudo gestiti dalla nuova Azienda.Una visita di molto interesse, con l’augurio alla Demont peruna prospera e positiva espansione dei suoi prodotti.Una foto ricordo (a sin.) era d’obbligo.

RINNOVO CARICHE E ORGANIZZAZIONE

GRUPPI• ASSOCIAZIONE LAVORATORI ANZIANI PIETROBERETTA SPA GARDONE VAL TROMPIA (Bs)Presidente Alessandro Moretti; Vicepresidenti Fabrizio Fiocco(vicario), Antonio Coiro; Tesoriere/Economo Giovanni Santoni.• CONSORZIO AGRARIO DI MILANO E LODI [email protected] Lorenzo Pagani; Segretario Michele Nicolardi.• SENIORES AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “SAN GIOVANNI BATTISTA” TORINOPast president Carlo Maria Ferraris; Presidente Gloria Putero;Vicepresidenti Luisa Bincoletto, Piergiorgio Giorcelli; TesoriereLaura Corbani.• U.I.L.A. – UNIONE INTERAZIENDALE LAVORATORIANZIANI MILANO –TRIESTE – [email protected] Giuseppe Amedeo Tomarelli; Vicepresidenti ItalaBaj (Milano), Fulvio Rossit (Trieste) Giuseppe Baglioni (Roma);Segretari Luigi Colombo (generale), Bruno Brait (Trieste),Annita Polzi (Roma); Tesoriere Angela Testori.

VARIAZIONISeniores Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni Battista” di Torino è la nuova denomina-zione del Gruppo Anziani Ospedale Maggiore San GiovanniBattista. Invariata la sede e relativi recapiti.

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SENIORES SELEX GALILEO• Tour in Sud Africa e Zimba-we per un gruppo di soci Se-niores di Firenze, Torino, Ner-viano e Palermo.Il viaggio è iniziato con la vi-sita di Cape Town, città cheoffre moltissime attrattive, davivere a 360 gradi, in attesadei Mondiali di calcio (pro-prio a Città del Capo ci saràla prima partita dell’Italia!).Un volo interno e siamo arri-vati a Mpumalanga, un vero paradiso in terra.Indimenticabile il Blyde River Canyon, terzo almondo per grandezza, unico per le varietà del-la vegetazione.Il viaggio è continuato fino alla riserva Shisan-geni nel Parco Kruger. Quindi Johannesburg. Einfine lo Zimbawe con le Cascate Vittoria.D’obbligo alcune foto di gruppo: 1, davanti alBlyde River Canyon; 2, davanti ad un bao babnello Zimbawe.

• Un numeroso gruppo di soci Seniores di SelexGalileo degli stabilimenti di Firenze e Torino, si èrecato alle Terme “Il Baistrocchi” di Salsomaggio-re per vivere un fine settimana all’insegna del-l’estremo relax con: idromassaggi, massaggi ter-mali, bagno turco, sauna, percorsi rigenerativi ebagni in piscina con acqua termale.Non poteva mancare la foto (3) di una partedel gruppo in accappatoio, in attesa dei mas-saggi citati.

ASSOCIAZIONE SENIORES GRUPPO FINMECCANICA

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ANLA NOTIZIE

Auguri di fine anno 2009 equelli per il nuovo anno 2010assieme al nostro Consigliodirettivo fatti all’industriale etitolare del prestigioso Grup-po Tessile “Radici” sotto ilmarchio Itema Group, cioè al-l’ing. Miro Radici (che appa-re al centro della foto 1, as-sieme al nostro presidente To-maello e all’ing. Lorenzo Cuc-chetto, recentemente nomina-to amministratore delegatodell’intero Gruppo Tessile Ber-gamasco di cui fa parte laSavio di Pordenone).Oltre al nostro Consiglio era-no presenti i consiglieri delGruppo famiglie portatorihandicap aziendale Savio(Latin), il Gruppo MontagnaSavio (Boer) ed il gruppo Avisaziendale (Zancai).E nella foto 2, il Consiglio delGruppo Anziani del Lavoro“Savio Marcello” nella sedeaziendale (da sin. Campa-gna, Cover, Tomaello, Taffa-rel, Zerio, Bone, Greguol,Molent, Pellissetti).Inoltre, viaggio a Brescia (foto3) per visitare la grande Mo-stra: “Inca, Origine e misterodelle Civiltà dell’oro”. La mo-stra percorre le tappe princi-pali di questa civiltà che si èsusseguita in Perù dal 1500a.C. fino all’arrivo degli spa-gnoli nel 1532.

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SAVIO MARCELLO

SENIORES AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA“SAN GIOVANNI BATTISTA”

Gita in Dalmazia organizzata dal Gruppo Seniores dell’Azienda Ospedaliera “San GiovanniBattista” di Torino. Una foto ricordo era d’obbligo.

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SENIORES EX ILSSA VIOLA “GRUPPO MEDAGLIED’ORO”Dopo la deposizione diomaggi floreali al monumen-to delle Cascine che ricordale Medaglie d’Oro scompar-se, è seguito (v. foto) l’an-nuale incontro di primaveradel Gruppo che ha festeg-giato il 44° di fondazione.Dopo il ricordo dei soci “an-dati avanti”, il presidenteAdolfo Formento Dojot hasvolto una relazione sull’atti-vità del 2009 e sulle pro-spettive 2010, relazione ap-provata all’unanimità.Tra le autorità presenti il con-sigliere regionale AlbertoCrétaz, il vicesindaco diPont-Saint-Martin, ing. UgoAluffi, ex dirigente Olivetti,l’avv. Enrico Formento Dojot,maestri del lavoro, consiglie-ri comunali e rappresentantidi associazioni umanitarie.Ai due soci benemeriti Eral-do Pramotton di Vert-Don-nas, e Giacomino Parisio Ni-casio, segretario e tesoriere,è stato consegnato il diplo-ma d’onore quale omaggiovaldostano per il loro costan-te attaccamento al Gruppo.Si è anche deliberato di de-volvere un’offerta ad asso-ciazioni benefiche.

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GANI ILVA BAGNOLIFesta della donna organiz-zata dal presidente delGruppo Gani Seniores delCircolo Ilva Bagnoli, Miche-le D’Angiolillo (v. foto 1).E ancora, la festa di carne-vale organizzata dal CircoloBagnoli in località Fiuggi (fo-to 2).

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ANLA NOTIZIE

CIRCOLO RICREATIVO CULTURALE

DIPENDENTI DELCOMUNE

DI PORDENONEIl consueto incontro nataliziodel Circolo Dipendenti delComune di Pordenone que-st’anno è stato arricchito conl’interessantissima visita allamostra “Da Coubert a Mo-net” nelle sale della Villa Ma-nin di Passariano. Molte leadesioni dei soci che, in taleoccasione, hanno potuto an-che ammirare sulla piazzaTonda fra le due Esedre dellaVilla Manin il “gregge piùgrande del mondo”, con ben860 pecore realizzate con ilcoinvolgimento di 86 scuoleprimarie della Regione Friuli-Venezia Giulia. Circa 5 milabambini insieme a 160 inse-gnanti, con la collaborazionedi 10 mila genitori e 20 milanonni hanno contribuito allarealizzazione di questo greg-ge particolare: sagome di le-gno dipinte e decorate, agrandezza naturale, rappre-sentanti pecore, caproni eagnellini, rivestite nelle manie-re più diverse per tecniche emateriali.E’ seguito poi il pranzo in unagriturismo nelle vicinanzedi Passariano; alle signorepresenti è stato offerto unomaggio floreale (v. foto).

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ANLA TOSCANALa prima gita dell’anno (v.foto a sin.) è stata dedicataalla visita della CastelfrancoVeneto dedicata a Giorgio-ne, il più enigmatico e miste-rioso artista del Rinascimen-to. Con l’occasione il grup-po ha visitato anche Asolo,borgo medievale, perla ar-chitettonica del Veneto; Trevi-so, “città d’acqua”, incante-vole ed unica. Ed ancoraCittadella con le sue costru-zioni militari medievali me-glio conservate d’Europa.

Dal 1 al 30giugno 2010, alCivicol’Acquario diMilano, vialeGadio 2, mostradi pittura daltitolo: “I coloridell’acqua” delnostro socioRobertoLandoni.Ci fa piacerepubblicare lafoto di uno deitanti dipintiesposti.

LETTERE, STORIA, ARTE E VIA VIA…

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RCS RIZZOLIAmica € 12,30 . “ € 36,00Anna € 17,40 . “ € 75,00Anna + Amica biennale € 29,70 . “ € 222,00Bravacasa € 13,50 . “ € 42,00Abitare € 45,00 . “ € 75,00Case da abitare € 15,00 . “ € 45,00Dove € 24,00 . “ € 46,20Dove Case € 13,80 . “ € 25,20Dove + Dove Case € 32,10 . “ € 71,40Il mondo € 26,40 . “ € 125,00L’Europeo € 43,80 . “ € 86,90Max € 15,00 . “ € 36,00Novella 2000 € 57,90 . “ € 76,50Oggi + ceppo formaggiere € 39,00 . “ € 104,00Ok la salute prima di tutto € 15,60 . “ € 30,00Corriere della Sera 6gg € 204,00 . “ € 357,00Gazzetta dello Sport 6gg € 204,00 . “ € 329,00

HACHETTE RUSCONIGente € 31,20 . “ € 104,00Gioia € 19,90 . “ € 93,60Home € 9,00 . “ € 19,00Auto e Fuoristrada € 18,00 . “ € 40,00Gente Motori € 11,00 . “ € 34,80Elle € 12,60 . “ € 36,00Elle decor € 15,80 . “ € 45,00Marie Claire € 12,60 . “ € 36,00Marie Claire Maison € 14,00 . “ € 35,00Psychologies pocket € 9,90 . “ € 19,00Riders € 14,30 . “ € 31,90Autocar € 21,50 . “ € 42,90

EDIZIONI SAN PAOLOClub 3 + regalo € 22,00 . “ € 31,20Famiglia Cristiana + regalo € 86,00 . “ € 99,45G baby + regalo € 19,00 . “ € 48,00Il giornalino + regalo € 66,00 . “ € 81,60

GIUNTI EDITOREArcheologia viva € 23,10 . “ € 33,00Psicologia contemporanea € 18,90 . “ € 27,00Art e dossier € 37,70 . “ € 53,90

GRUPPO EDITORIALE L’ESPRESSONational Geographic € 34,00 . “ € 49,20National Geographic DVD € 77,00 . “ € 118,00L’Espresso € 44,00 . “ € 150,80Le Scienze € 33,00 . “ € 46,80Mente & Cervello € 52,00 . “ € 72,00

EDITORIALE DOMUSQuattroruote € 36,00 . “ € 50,40Dueruote € 18,00 . “ € 24,00Meridiani € 43,40 . “ € 62,00Meridiani Montagne € 26,00 . “ € 45,00

MY WAY MEDIAMedioevo € 41,00 . “ € 70,80Speak up € 41,00 . “ € 70,80Archeo € 41,00 . “ € 70,80

GIORGIO MONDADORIBell’Italia € 29,00 . “ € 46,80Bell’Europa € 29,00 . “ € 46,80Gardenia € 28,00 . “ € 44,40

NUOVA PERIODICIMAC World + CD € 32,00 . “ € 66,00PC World + CD € 28,00 . “ € 58,80PC World + DVD € 40,00 . “ € 82,80Spotlight + CD € 38,00 . “ € 70,80Yoga Journal € 29,00 . “ € 42,90

RIZA EDITORERiza Psicosomatica € 34,00 . “ € 50,40Salute naturale € 29,00 . “ € 40,80Riza Scienze € 31,00 . “ € 52,80Dimagrire € 29,00 . “ € 40,80

CLEMENTI EDITORELa rivista del Trekking € 30,00 . “ € 40,00

VOLUMI DOMUS (pagamento alla consegna)Il cucchiaio d’argento € 38,00 . “ € 49,00Primi piatti € 29,00 . “ € 35,00Secondi piatti € 29,00 . “ € 35,00Dolci € 29,00 . “ € 35,00

READING CLUBgli amici della lettura

Associazione Nazionale Seniores d'Azienda

Iscritta al n. 22 del registro delle Associazioni di Promozione Sociale

Per informazioni e [email protected]

Tel. e fax 059/827337

Validità dell’offerta 2010

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L’ITALIA CHE LAVORA

MADE IN ITALY

di Nora Villa

Il MIDO, Mostra Internazionaledell’Ottica, ha festeggiato isuoi primi quarant’anni di atti-vità, in concomitanza con le al-

tre manifestazioni della moda mila-nese, ma nella sua sede tradizionaledi Fiera Milano Rho. Il suo presiden-te, Vittorio Tabacchi, ha espresso ilproprio compiacimento alle aziendedel settore che hanno mantenuto, inun momento delicato come è stato il2009, un costante controllo della si-tuazione riuscendo, nella maggio-ranza dei casi, a chiudere i bilanci difine anno meglio di quanto si pen-sasse. Ha ricordato, inoltre, che laparola chiave del successo italiano inquesto specifico campo si chiama in-novazione. Innovazione che signifi-ca ricerca ininterrotta, scoperta dinuovi materiali, sperimentazione,design. A questo segmento - la ricer-ca e il design, di vitale importanzaper il nostro Paese - il MIDO ha de-dicato, nell’ambito della manifesta-zione, un intero padiglione che haaccolto le aziende più all’avanguar-dia nella sperimentazione. Della ri-cerca e dei suoi risultati si avvantag-gia tutto l’eyewear, sia gli occhiali davista che quelli da sole. I fruitori del-la prima categoria hanno indicatocon sicurezza la tendenza preferitaper quest’anno, scegliendo gli oc-chiali “invisibili”, quelli cioè senzamontatura, che godono di molte sim-patie già da qualche tempo. Due len-ti, le vitine necessarie per tenerle in-sieme e via. Intellettuali, manager,donne di potere, attori, amano questaeleganza discreta, che passa inosser-vata. All’altra estremità troviamo chidecide per un modo più vistoso disottolineare la propria personalità esceglie montature appariscenti, enor-mi, dai colori decisi, come ha fatto lacantante Arisa, la “candida “ del Fe-

stival di Sanremo. Il suo è lo stile“nerds”, cosi viene chiamato e ricor-da le secchione dei telefilm degli an-ni Ottanta e una delle protagoniste,Ugly Betty, che li portava disinvolta-mente. Adesso sono strepitosamentedi moda. I produttori hanno pensato,inoltre, ad un ampio ventaglio di of-ferte in grado di soddisfare ogni esi-genza. Un rilevante settore dell’eye-wear si occupa di montature, e quindiil design sollecitato dai cambiamentidella moda, dal gusto del momento eda altri imponderabili fattori, assumeun ruolo importante. Con l’avvicinar-si della bella stagione l’attenzione sisposta, inevitabilmente, sugli occhialida sole, e come è stato evidenziato dalMIDO, l’Italia è il Paese nel quale sivendono più occhiali da sole che intutta l’Europa, il 36 per cento del tota-le. Un mercato fortissimo. Di recentela Commissione Difesa Vista, ha riba-dito che l’uso degli occhiali da sole,certificati e di qualità, difende dai rag-gi UV, può salvare il contorno occhidalle allergie e da rughe precoci, al-lontanando persino la cataratta. Hasegnalato altresì che il 42 per centodegli italiani li usa.Il Made in Italy in questo segmento

dell’occhialeria da sole è ampiamentepresente sul mercato internazionale,griffato dalle più famose Case diModa. La sinergia vincente si affidaal design di stilisti come Armani,Gucci, Versace, Biagiotti, Valentino evia via, e alla realizzazione affidata altop delle aziende del settore, disloca-te nel Veneto, ma specialmente nelCadore, dove l’artigianato dell’oc-chialeria è nato oltre cento anni fa.Una sinergia vincente che collocal’Italia ai primissimi posti nella clas-sifica mondiale della preferenza deiconsumatori. Le tendenze, per l’esta-te ormai alle porte, presentano, al dilà dei modelli delle grandi griffe,sempre aggiornati, alcune new entry,allineate al trend generale: occhialigrandi, marcatamente da divi cine-matografici. Esordisce Lapo Elkancon i suoi “Sever” e, molto attesi daisuoi numerosi fan, ci sono quelli diMadonna, che li ha disegnati insiemeagli amici Dolce e Gabbana. Sonograndi, avvolgenti e sexy. Si chiama-no MDG e li produce il GruppoLuxottica. Saranno in vendita daquesto mese di maggio e la stessaMadonna sarà la testimonial per illancio del prodotto su scala mondia-le. Le nuove montature si fannonotare per il colore, che può essererosso deciso o nero, oppure per ildesign spiritoso, anche a farfalla, pernon passare inosservati, ma nonmancano montature di carattere piùsportivo. Le lenti si dividono in duecategorie, o sfumate o rigorosamen-te scurissime per avvolgere se stessiin un’atmosfera misteriosa. ■

OCCHIALI: NOI SIAMO IL PAESE VINCENTE

Lo ha confermato il Mido, a Milano

Al MIDO, il salone che raduna ognianno a Milano ai primi di marzo tuttoil mondo che gravita attorno all’oc-chialeria, erano presenti, dislocati incinque padiglioni della Fiera MilanoRho, oltre 1.100 espositori di cui il 70per cento stranieri. Sono stati più di42 mila i visitatori, provenienti da cin-que Continenti, tutti addetti ai lavori.

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VISTI DA FUORI

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di Igor Uboldi

D a un’esperienza di vita la chiave di voltaper tante vite. È questa la storia di MariaLauri, mamma di una ragazza disabile,che nel 1993 dà vita all’Anffas-Onlus di

Grottammare.Tornata nel territorio marchigiano dopo un periodo dilavoro a Milano, Maria Lauri, ben consapevole delladiversa realtà del nord d’Italia rispetto al mondo delladisabilità, decide di scendere in campo in prima per-sona.«Grazie all’esperienza acquisita in 30 anni di lavoropresso la casa farmaceutica Angelini dove, oltre allaprofessionalità, mi hanno trasmesso il rispetto per chiè in difficoltà», racconta Maria Lauri, che ricopre ilruolo di presidente dell’Anffas-Onlus diGrottammare, «ho sentito da subito il bisogno di con-frontarmi con i genitori di quei ragazzi che allora ini-ziavano ad affacciarsi al mondo della scuola con l’im-pellente necessità di perorare i diritti delle personecon disabilità».Da lì nasce un gruppo di genitori di ragazzi disabiliche iniziano a riunirsi con l’obiettivo di voler cambia-re la situazione territoriale e la volontà di rispettare leleggi nazionali, essendo propositivi nei confrontidegli Enti Locali.Anffas-Onlus, Associazione Nazionale Famiglie diPersone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, èuna grande associazione di genitori, familiari edamici di persone con disabilità che operada 50 anni, fondata a Roma il 28 marzo1958 da un gruppo di genitori radunatiattorno a Maria Luisa UbershagMenegotto, mamma di un bambino condisabilità. Attualmente è presente nel terri-torio nazionale con 182 associazioni loca-li, 17 organismi regionali e 60 enti autono-mi.«Nella nostra realtà di Grottammare abbia-mo realizzato tante iniziative tra cui ilProgetto Durante e Dopo di noi, ComunitàSocio Educativa Riabilitativa diRipatransone e di Grottammare per perso-ne disabili prive di sostegno familiare(Co.S.E.R.), che prevede periodi di sollie-vo alle famiglie con brevi soggiorni per la

persona disabile, il tutto grazie ad un équipe di educa-tori della Cooperativa Sociale Anffas Servizi Piceno,dando ottimi risultati anche nell’assistenza domicilia-re», spiega la presidente Maria Lauri. «Inoltre abbia-mo avviato il SAI? Servizio Accoglienza eInformazione, sportello aperto a tutto il territorio,rivolto a tutte le famiglie di persone con disabilitàintellettiva e relazionale, a chi la rappresenta (fami-glia, tutore o amministratore di sostegno) e a quantivivono il disagio della disabilità».Tra le molteplici attività di Anffas-Onlus diGrottammare ([email protected])anche il presidio ambulatoriale di recupero e rieduca-zione funzionale, il trasporto dei disabili, i laboratoriludico-occupazionali, le attività sportive e di tempolibero, l’inserimento lavorativo attraverso laCooperativa Sociale “Il Faro del Piceno” che produ-ce ortaggi biologici e piante officinali, ed infine lapromozione dell’Associazione e delle attività svolteper sensibilizzare sempre di più il territorio.«Tutto questo è stato possibile concretizzarlo grazieagli Enti Locali che hanno collaborato, alleFondazioni di importanti banche e ai benefattori»,conclude la presidente Lauri. «Al momento il nostroobiettivo è quello di completare una Comunità allog-gio per gravissimi tecnologicamente all’avanguardia,perseguendo con tenacia e convinzione lo scopo dioffrire qualità alla vita delle persone disabili». ■

ITALIA PER BENE

di Elena Grazini

STORIE

IL MONDO DEI DISABILI E COME AIUTARLO

Se ne occupa fra gli altri una Onlus marchigiana

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Oltre trenta, tra incon-tri e presentazioni, inun anno in tutta Ita-lia. E numerosi eprestigiosi attestati di

riconoscimento, tra cui il PremioInternazionale “Golfo del Tigullio”a Santa Margherita Ligure nel lu-glio dello scorso anno e il recentepremio alla carriera (anche per ilgiornalismo) al “Molinello” di Ra-polano Terme (ideato dalla scrittri-ce Nicla Morletti).Arrigo Levi, a coronamento di unacarriera intensa e fortunata, nel“tour” di presentazioni del suo re-cente libro: “Un paese non basta”(edizioni “Il Mulino”) non si è ri-sparmiato, a dimostrazione chedavvero un Paese non può bastare afare la biografia di un personaggio,soprattutto se il racconto diventaanche una “biografia della storia”.Se poi accade, come nel libro inquestione, dove la prosa è vivissi-ma, anche il “contesto” assumequasi il ruolo del vero “personag-gio” da scoprire.E a Rapolano Terme, nell’acco-gliente “bomboniera” del “Teatrodel Popolo”, forse anche per stem-perare l’atmosfera, Levi ha esordi-to con un ricordo leggero, di quan-do lui, provetto ballerino di tango,ballò al Teatro “Parioli” di Roma,al “Costanzo Show”, con KatiaRicciarelli:«Poiché tutti i palchi dei teatri sonoin pendenza, quella volta rischiai difinire in mezzo al pubblico delleprime file».Un’autobiografia, dunque, chemette in risalto l’esperienza cosmo-polita che ha segnato la vita di Ar-rigo Levi che, nel libro, parte de-scrivendo come è diventato (per ca-so) giornalista, a cominciare dal-l’infausto anno delle leggi razzialimussoliniane, poi scorrendo a ritro-so la storia di famiglia, dal crepu-scolo del Ducato di Modena al XVIsecolo, ritornando agli anni Trenta.Parla del nonno, di un trisavolo, del

padre, ma anche della città di Mo-dena, dei suoi monumenti, fino aVilla Emma, rifugio degli ebreiscampati alla furia nazista:«Queste furono le mie radici: ebrai-che, italiane, modenesi».«In origine», racconta, «il titolo (unaltro libro è già in cantiere, prontoper la stampa, dedicato alla vita delpresidente Ciampi) doveva essere:“Come diventai giornalista”: un se-reno reincontro con le mie origini,un racconto intessuto di riflessioni ericordi, un modo per rievocare ilmondo felice della mia giovinezza,trascorsa in un’agiata famiglia dellaborghesia ebraica modenese. Quindile peripezie subite a causa della pre-

sa del potere del fascismo, le leggirazziali, l’emigrazione in Argentina,la “querida” Buenos Aires dove lamia famiglia si era rifugiata e doveiniziai gli studi universitari e la car-riera giornalistica come collaborato-re di “Italia libera”. Ma poiché lamemoria ci porta sempre dove vuoleil cuore, ecco che, attraverso le pagi-ne di questo “diario” in cui ritesso latela della mia formazione itinerante,di Paese in Paese, ho riflettuto sullafede, sui totalitarismi, sulla tragediadella Shoah, e ho consegnato al let-tore qualche immagine del “secolobreve” che ci siamo lasciati alle spal-le».Dal libro emergono, in tal modo,

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di Marco DelpinoSTORIE

L’INTERVISTA

Le tante patrie di un testimone del Novecento

ARRIGO LEVIARRIGO LEVI

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tutti gli apporti e le esperienze chehanno formato Levi. Ma anche lastoria incede, alternata e frammista,alle riflessioni sulla politica e airacconti di vita.E quando Levi racconta di comeentrò nell’esercito d’Israele propriodurante il conflitto del 1948, il rac-conto diventa appassionante, sino adescrivere nei minimi dettagli glispostamenti della sua compagnianel territorio desertico del MedioOriente, in cui ogni gola, ogni mon-tagna ha echi di racconti biblici.«Rientrato in Italia, mi sono poitrasferito a Londra, dove ho lavora-to presso la BBC. Successivamentesono stato corrispondente del quo-tidiano torinese “Gazzetta del Po-polo”, mentre dal 1953 al 1959 hoinviato le mie corrispondenze daRoma al quotidiano milanese delpomeriggio “Corriere d’Informa-zione”. Nel 1960 sono stato speditoa Mosca, come corrispondente del“Corriere della Sera”. Quindi sonopassato alla Rai, dove ho condottoil Telegiornale fino al 1968 (e fuquesta un’innovazione, in quantofino ad allora i telegiornali erano“letti” da speaker professionisti enon da giornalisti). Nel 1969 sonotornato alla carta stampata, collabo-rando alla “Stampa” e al “Times”,dove curavo una rubrica di proble-mi internazionali. Quindi ancora al“Corriere della sera” e, infine, dal1998, consigliere per le relazioniesterne del Quirinale con CarloAzeglio Ciampi prima e oggi conGiorgio Napolitano».A Torino, Levi fu direttore de “LaStampa” negli anni bui del terrori-smo: «Abitavo in piazza San Carlo,vivevo sotto scorta, ma l’obiettivodella violenza fu un amico e colle-ga». E qui il ricordo va a Carlo Ca-salegno, giornalista ucciso dai bri-gatisti rossi nei cosiddetti “anni dipiombo”.Levi ha inoltre legato il suo nome amolte trasmissioni televisive, ingran parte realizzate per la Rai. Tra

queste “Gli archivi del Cremlino” e“C’era una volta la Russia” (in col-laborazione con Raffaello Uboldi).Ma sono soprattutto le doti di equi-librio e di pacatezza, di laicità e ditolleranza le qualità che meglioesprimono la cultura ebraica da cuiLevi proviene:«Vivere in molti Paesi non vuol di-re non amarne nessuno, ma amarlitutti e sentirli tuoi: io sono italiano,argentino, inglese».In primo piano, naturalmente, l’es-sere ebreo:«È la componente più importantedella mia personalità». E in questa“caratteristica genetica” risiede ilrispetto dello straniero, di chi è sta-to costretto a lasciare la terra e la

casa per andare a vivere altrove.Ecco, dunque, il monito: mi arrab-bio quando vedo crescere xenofo-bia e intolleranza. Noi italiani sia-mo stati emigranti; come possiamodimenticarlo?».E citando la Bibbia:«Ama il tuo prossimo come te stes-so: sono insegnamenti che hannomigliaia di anni, stanno alla basedella nostra civiltà; non possiamometterli in un angolo».Da buon giornalista, Levi è stato te-stimone di una lunga e apprezzatacarriera, ma nel suo libro ha prefe-rito dare spazio agli eventi, che orasono storia, ma che allora furonoun palpitante “oggi” da raccontarecon grande passione. ■

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Accanto, il suo recentelibro “Un paese nonbasta”. Sotto, ArrigoLevi (al centro)festeggiato a RapolanoTerme, al Premio “Il Molinello” da amiciscrittori, tra cuiMichela Murgia, UgoRiccarelli e NiclaMorletti. In apertura,un primo piano diArrigo Levi alla“Tigulliana” di SantaMargherita Ligure

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Il 24 gennaio del 1920, di sa-bato, novant’anni da oggi,uno dei grandi pittori del‘900, l’italiano AmedeoModigliani, muore a Parigi,

all’ospedale della Charitè, per unameningite tubercolosa. Una suamostra, organizzata da LeopoldZborowsky a Londra, alla GalleriaHill, ha appena conosciuto un gran-de successo, il che significa cheModigliani, per gli amici Modì, èforse un artista maledetto, deditoall’alcool, ma non un artista in bol-letta, come tanti altri in quegli annitormentati. Oltrettuto ha trovato ladonna che fa per lui, Jeanne Hébu-terne, una giovane allieva dell’Ac-cademie Colarossi, che gli ha anchedato una figlia, Giovanna, nata il 29novembre del 1918, nei giorni subi-to seguenti il chiudersi del primoconflitto mondiale. Ed è Jeanne anon ritenere che si possa continua-re a vivere senza di lui. Si uccidegettandosi dalla finestra del quintopiano della casa dei suoi genitori.Era di nuovo incinta di otto mesi.Chi voglia portare un fiore sulla lo-ro tomba li può trovare nel cimiterodel Pére Lachaise dove entrambi

sono stati seppelliti. Pittore, e inol-tre scultore, Modigliani aveva fattoriparlare di sé in tempi relativamen-te recenti per il presunto ritrova-mento di alcune sue opere in pietrain un canale di Livorno dove l’arti-sta, scontento del risultato, leavrebbe gettate. I critici più illustrile avevano accreditate come dellesculture in assoluto di Modigliani.In realtà le avevano eseguite alcuniragazzi, per scherzo, utilizzandostrumenti da taglio contemporanei,e gettandole in seguito nel canale.Scoperta la verità dei fatti l’impre-sa che produceva simili strumentine ha approfittato per farsi pubbli-

cità con un manifesto per strada do-ve si diceva: “Con B. and D. sipuò”, anche realizzare dei falsi chesembravano opere d’arte. Era natonel luglio del 1884.Nel seno di una famiglia ebraica li-vornese, in una città – Livorno –che per crescere aveva accolto i re-ietti di ogni altro Paese e luogo, fraquesti gli ebrei cacciati dalla Spa-gna, quartogenito di Flaminio Mo-digliani ed Eugénie Garsin. Undicianni dopo, nel 1895, si ammala dipleurite, un male che si porterà die-tro per tutta la vita, nel tempo quan-do non esiste quel rimedio miraco-loso che si chiama penicillina. La

salute cagionevole non gli impedi-sce al momento di proseguire glistudi presso un liceo di Livorno,pur interrompendoli tre anni dopo acausa di una grave forma di tifo.Guarito, nel 1898 inizia a frequen-tare lo studio dell’artista livorneseGuglielmo Micheli. Nel 1901 tutta-via si ammala di tubercolosi ed ècostretto ad un lungo periodo di cu-re e di riposo. Convalescente, viag-gia con la madre, visitando Napoli,Amalfi, Capri, Roma e Firenze. E’il 1902, Modigliani si iscrive allaScuola di Belle Arti a Firenze.Qui conosce e approfondisce la pit-tura degli impressionisti italiani, i

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di Martine O. BelhadiSTORIE

PERSONAGGI DEL PASSATO

MODIGLIANI

• Uno dei più grandi artisti del ‘900• Non sempre riconosciuto come tale in vita• Con accanto una donna incapace di sopravvivere senza di lui

Accanto, “autoritratto” del 1919; è l’unico autoritratto dipinto dall’artista, realizzatopoco prima di morire

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cosiddetti “macchiaioli”, col lorocapofila, Giovanni Fattori. 1903: sitrasferisce alla Scuola di Belle Artidi Venezia. Qui incontra l’artistaOrtiz de Zàrate che lo introduce al-le nuove tendenze dell’arte euro-pea, e non solo, facendogli cono-scere l’opera di Cèzanne e di VanGogh, e per altro verso la grandescultura africana. E’ nel corso delsoggiorno veneziano che Modiglia-ni comincia ad elaborare il suo stileoriginale, dove non sono estraneela lezione del ‘200 senese - nelleforme filiforme ed allungate – il ri-cordo dei “macchiaioli”, e la cono-scenza della scultura di Benin (og-gi Nigeria). Si reca in Inghiterra, enel 1906 a Parigi. Qui conosce ilmercante d’arte Paul Alexandre chegli affitta a sue spese uno studio aMontmartre. Nel 1908 espone alSalon parigino degli Independents.L’anno seguente incontra lo sculto-re Brancusi.E’ l’inizio di una grande amicizia,che induce Modigliani a darsi sulmomento unicamente alla scultura.Conosce anche Jacques Lipchitz,Augustus John e Jacop Epstein,esponendo al Salon d’Automne set-te sculture. La critica gli è favore-vole. Modigliani ritorna tuttavia al-la pittura, dipingendo numerosi ri-tratti, tra cui quello del suo mece-nate, Alexandre. Nel 1913 stipulacon il mercante d’arte Chèron il suoprimo contratto di lavoro, passandoin seguito, sempre con un regolarecontratto, nella scuderia – si fa perdire – di Paul Guillaume. E’ diven-tato amico anche del pittore Souti-ne, col quale lavora nell’atelier alnumero 216 del Boulevard Raspail.E’ il momento in cui si dedica inte-ramente alla pittura come sola for-ma di espressione. Entusiasta di luiè il poeta polacco in esilio, Zbo-rowsky, che dedicherà tutto il suotempo e le sue risorse finanziarieper far conoscere e apprezzarel’opera di Amedeo Modigliani.E’ Zborowsky a organizzargli una

prima esposizione personale allaGalleria Berthe Weill dove Modi-gliani espone dei nudi. Ma la mo-stra viene chiusa il giorno stessodell’inaugurazione per “oltraggioal pudore”. 1918, sempre a causadella sua salute malferma, “Modì”,in compagnia di Jeanne Hébuterne,soggiorna a Nizza e a Cognes dovedipinge quattro paesaggi, i soli del-la sua carriera. In questo stesso an-no, in novembre, gli nasce la figliaGiovanna. Nel maggio del 1919 è aLondra, per la mostra alla citataGalleria Hill che si risolve con suc-cesso. Ma il male sta nuovamenteper coglierlo. Trasportato all’ospe-dale della Charitè all’alba del 22gennaio entra in coma e muore sen-za avere ripreso conoscenza. Di luirimangono delle opere – non molte– unanimemente giudicate dei ca-polavori dell’arte del ‘980. ■

A sin., “Testa” (1911ca). In basso, “Lèopold Zborowsky” (1918),e “Jean Hèbuterne” (1918)

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Ancora non è giunto iltempo per AlessandraSensini, 40 anni, di Gros-seto, di abbandonare l’at-tività agonistica. Vuole

presentarsi alle Olimpiadi di Londra2012, la sua quinta Olimpiade, anche persfidare se stessa. Il suo palmares, perquanto riguarda il windsurf categoriaRSX (prima Mistral) è ricco di onorifi-cenze, di attestati di elogio, di coppemondiali ed europee, ma quelle che pri-meggiano sono le medaglie conquistatealle Olimpiadi: una medaglia di bronzoalle Olimpiadi di Atlanta e di Atene, unamedaglia d’oro a Sidney, e una d’argen-to alle Olimpiadi di Pechino. Questacampionessa dagli occhi azzurri e dal fa-re sbarazzino in questo momento è anco-ra più entusiasta, perché è entrata a farparte del club azzurro del Circolo Canot-tieri Aniene di cui è presidente Giovanni

Malagò e dove c’è la nuotatrice olimpio-nica e mondiale Federica Pellegrini.Alessia Sensini si è subito ambientata eci pare di capire che ama questo Circolo,non certo però con l’intensità e la passio-ne che ha per il mare che l’ha adottatasin da bambina. Lei con il suo windsurfil mare lo cavalca pur rispettandolo, co-me se fosse un puledro tenero e accondi-scendente, ma nello stesso tempo bizzar-ro, estroso, imprevedibile.«Dopo tanti anni di attività», affermaAlessandra Sensini, «so capire i suoiumori, so assecondare la bonaccia e lebizzarrie del vento. Però il mare lorispetto, fa parte della mia vita e dellamia natura. Ecco, quindi, il motivo percui ho rimandato per qualche anno l’ab-bandono dell’attività sportiva, anchedopo tante soddisfazioni». «Ho riflettutoa lungo», continua Alessandra, «ho fattoun esame generale, analizzando le moti-

vazioni, il mio stato di salute e tante altrecose. Ho deciso: mi sento bene, il miofisico reagisce ancora con forza guidan-do il windsurf, e poi sono animata daamore, entusiasmo e passione per questosport. Tesserandomi con il CircoloCanottieri Aniene vi è una motivazionein più: è una grossa spinta, perché è unmodo di vivere lo sport in manieradiversa da come l’ho vissuta io e poisono circondata da atleti veri. Che miaiutano e mi stimolano nello stessotempo. Ecco quindi affrontata un’altrasfida: vediamo come va a finire».Al Circolo Aniene la preparazione atleti-ca, a Grosseto o in altre località marinel’impegno in mare con il windsurf.Pensa di conquistare una medaglia aLondra?«Lo spero tanto anche se ci sarannograndi difficoltà. Dovrei gareggiare conatlete giovani e soprattutto agguerrite

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di Ettore Nuara

ATTUALITA’

SPORT

ALESSANDRA SENSINI E IL WINDSURFVuole ripresentarsi alle Olimpiadi di Londra e ha molte carte per figurare bene

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come le spagnole, lepolacche, le francesie l’eterna mia rivale,l’irlandese, che ha lamia stessa età».Se lei dovesse farel’istruttore di win-dsurf, cosa consi-glierebbe ad un gio-vane o ad una giova-ne che intenda prati-care questo sport?«Sicuramente è uno sport che consiglioperché è uno sport completo, è unosport, fra l’altro, all’aria aperta, diverten-te, a contatto con la natura, e poi è ancheuna passione, un gioco. Gli elementisono sicuramente intanto di avere unabuona coordinazione, però prima di tuttodi avere un buon feeling con il mare,perché praticamente sei in un elementodove non devi avere paura, però deviconoscerlo, devi saperti muovere.Quindi, sentirsi a proprio agio, questo èsicuramente importante. Ovviamente,farlo attraverso una scuola di vela rico-nosciuta ed autorizzata dallaFederazione Italiana Vela, perchécomunque ti dà la sicurezza di averedegli istruttori qualificati e delle personein grado, appunto, di insegnarti comestare in mare».Come nasce la sua passione per il win-dsurf?«Nasce per caso. Mio padre era unappassionato di mare e così anche le mietre sorelle, e quindi abbiamo sempre pra-ticato sport acquatici. Dopo aver fatto un

po’ di basket, il windsurf mi ha dato lapossibilità di organizzarmi da sola. Diessere libera e senza condizionamenti.Devo dire che ho avuto il sostegno ditutta la mia famiglia. Con il prosieguodell’attività e con l’accavallarsi degliavvenimenti in tutto il mondo, sonosempre più maturata dal punto di vistapsicofisico e sportivo tanto da raggiun-gere traguardi prestigiosi, che da “giova-ne” non mi sarei mai attesa».Qual è stato il sogno che ha coltivato daragazza?«Arrivare a disputare una Olimpiade,piazzarsi ai primi posti. Il sogno si èavverato».Come definirebbe il windsurf?Affascinante, eccitante, elegante o sen-suale?«Tutte queste aggettivazioni: su unatavola, in mare, con movimenti ora forti,ora sinuosi, ora carezzevoli imponi il tuostile e la coordinazione del tuo corpo nerisalta ancora di più».Come si diventa campioni di windsurf?«Siccome è una scelta di vita devi dedi-

care a questo sport tutto il tuo tempo.Allenarsi, allenarsi con ostinazione, cer-cando di crescere, di mettersi in gioco edi migliorarsi sempre».Al di fuori dello sport quali interessi ha?«Mi piace leggere, vedere un film, tra-scorrere ore piacevoli con gli amici. Epoi dedicarmi agli altri».In che senso?«Nel senso di aiutare quelli che sonomeno fortunati, i giovani che intendo-no affrontare le difficoltà di uno sport.E non è tutto. Ho un progetto con laProvincia di Grosseto per promuoverelo sport della vela lungo la costa roma-na. Nel mio privato poi ho degli inve-stimenti da seguire; ho l’impegno dioccuparmi del negozio di articoli daregalo che gestisce mia sorella Paola(un altro negozio lo conducono le altremie due sorelle e vendono articoli diarredamento). I negozi sono il fruttodel lavoro di mio padre che ha volutocostruirci un avvenire. Lo sport che iopratico dà soddisfazioni, ma non certodanaro. Qualcosa però ho portato incasa».Qual è il futuro di Alessandra Sensini?«Non lo so. Il mio futuro cominceràdopo le Olimpiadi di Londra 2012».Ma non pensa di formare una famigliasua?«Non ne ho avuto il tempo. Da 28 annisono in giro per il mondo. Per il momen-to cavalco il mio mare, salgo sulla miatavola, conosco nuove genti, nuoviContinenti».E tra le Nazioni visitate chi l’ha impres-sionata di più?«L’Australia. Mi è rimasta nel cuore, civivrei volentieri».Timdamente entriamo nella sua intimità.Ecco, un torto d’amore se lo lega al dito?«Non sono né rancorosa, né vendicativa.Però un torto d’amore ti fa soffrire».E’ capace di perdonare?«Senz’altro».Lascia eredi nel suo sport, il windsurf?«Due ragazze molto giovani: FlaviaTartaglini di Ostia e Laura Linares diMarsala. Sono molto in gamba e stannocrescendo bene anche a livello interna-zionale». ■

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ATTUALITA’

SPORT

Quarta finale negli ul-timi cinque anni:questo è l’incredibiletraguardo raggiuntodalla nazionale ita-

liana di tennis femminile. Un risulta-to che rende giustizia solo in parte aldominio incontrastato che la squadraazzurra esercita in questo sport e alpositivo lavoro svolto da CorradoBarazzutti. Se n’è accorta anche la RepubblicaCeca annichilita da un perentorio 5a 0 in semifinale. Sono bastati i pri-mi tre singolari alla selezione italia-na per aggirare l’ostacolo, superatograzie soprattutto a Flavia Pennettache ha portato a casa il punto decisi-vo battendo la Kvitova 7-6 6-2. Unapartita sulla carta scontata perché laventenne ceca non vinceva unmatch sulla terra battuta dallo scorsoluglio e in questa stagione si era ci-mentata sulla superficie lenta soltan-to nel recente torneo di Barcellona,dove si era arresa subito alla conna-zionale Iveta Benesova. Eppure latennista brindisina ha sofferto, la-sciando con il fiato sospeso le oltrecinquemila persone che assiepavanoil Campo Pietrangeli e le compagneche a bordo campo non hanno maismesso di incitarla. La paura arriva a metà del primo

set, quando Flavia è sopra 4-1. Laceka recupera un punto, Flavia alservizio fatica a portarsi sul 5-2 e,quando potrebbe chiudere il set,spreca tutto facendosi rimontare fi-no al 5 pari. Attimo di panico, Fla-via si innervosisce. Lunghi e contra-stati i due game che riportano le due

giocatrici sul 6 pari, pronte per il tiebreak. Qui la Pennetta prende fortu-natamente in mano la situazione echiude il set.Il tie break vinto fa sì che il restodella partita diventi una passeggiata,perché la Kvitova inevitabilmentesubisce il colpo psicologico per averceduto quel parziale. E così la nostranumero 1 vola sul 6-2 e chiude anzi-tempo la contesa. La festa si completa poi con la vitto-ria nel singolare di Sara Errani cheha battuto la Hradecka col punteg-gio di 6-4 6-2 e con il facile succes-so nel doppio. Motivo d’interesse era il record per-sonale di Roberta Vinci che avrebbedovuto tentare di raggiungere la se-dicesima vittoria di fila (senza nes-suna sconfitta) nel doppio di FedCup, successo che le avrebbe per-messo di eguagliare l’attuale deten-trice di questo record, l’indonesianaAngelique Widjaja. Non essendoperò in condizioni fisiche ottimali, ilsuo posto è stato preso da Francesca

di Riccardo Tucci jr

LE RAGAZZE D’ORODEL TENNIS ITALIANO

Flavia Pennetta conquista il puntodecisivo. In basso, il giro d’onore

delle atlete italiane e la gioia di Corrado Barazzutti

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Schiavone che comunque non l’hafatta rimpiangere.E alla fine è arrivato anche il girod’onore e la meritata standing ova-tion che il pubblico del Parco delForo Italico ha tributato alla forma-zione italiana e a Corrado Barazzut-ti: «Gli applausi sono tutti per le ra-gazze - le parole del capitano - han-no scritto un’altra pagina storica epasseranno degli anni per ritrovareun gruppo così. Formano davverouna grande squadra».E ora la finale, che riproporrà lastessa avversaria del 2009: gli StatiUniti infatti hanno battuto la Rus-sia 3-2 nella semifinale e proveran-no a vendicare la vittoria azzurradell’anno scorso a Reggio Cala-bria. A Birmingham, in Alabama,gli Usa hanno conquistato il puntodecisivo del 3-2 grazie al doppio estavolta giocheranno in casa la fi-nale, in programma il 6 e il 7 no-vembre.A tal proposito è chiaro che unodei grandi interrogativi di questigiorni è se le sorelle Williams, chefinora hanno snobbato la competi-zione, verranno a giocare l’ultimoatto perché è chiaro che la loroeventuale presenza sposterebbe edi molto gli equilibri del match. Almomento è troppo presto per sa-perlo, anche se le ultime dichiara-zioni di Serena lasciano intuire lavolontà di esserci.Comunque vada e a chiunque spet-terà l’onore di sfidare le ragazzeitaliane, la certezza è che dall’altraparte troverà un gruppo affiatato edifficile da sconfiggere. Non biso-gna dimenticare infatti che le no-stre ragazze hanno battuto la Fran-cia 5 a 0, hanno battuto la Russia 4a 1 e la Repubblica Ceca 5 a 0. Perun gruppo così tutto è possibile,anche battere gli Stati Uniti e con-quistare così la seconda vittoria difila in Fed Cup.Un risultato che qualora arrivassepotrebbe finalmente riscrivere in po-sitivo la storia del tennis italiano. ■

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Gli abitanti della zona lochiamavano il “leone ad-dormentato”. Poi all’im-provviso, dopo quasi 150

anni di inattività, il leone si svegliòseppellendo per sempre la valle sot-tostante ove sorgeva la città di Arme-ro nel Dipartimento di Caldas, in Co-lombia. Era il 1985 e, secondo alcu-ne stime, i morti furono circa 23 mi-la, sepolti da un enorme lahar, ossiada un flusso di fango vulcanico, ori-ginato dallo scioglimento dei ghiaccicome conseguenza dell’eruzione: il“leone” altro non era che il Nevadodel Ruiz, un vulcano che, con i suoi5.389 metri non solo è il più elevatodella Colombia, ma è anche diventa-to protagonista di una delle più disa-strose eruzioni della storia contem-poranea.Ora, però, il vulcano, ancora attivo esolo apparentemente sopito, è ogget-to di studio e sorveglianza nell’ambi-to del Progetto Novac (Network forObservation of Volcanic and Atmo-spheric Change), promosso dal-l’Unione Europea.Per i vulcanologi è essenziale con-trollare il livello del biossido di zol-fo (anche conosciuto col nome dianidride solforosa) emesso dal vul-cano, che, insieme all’elettromagne-tismo e all’attività sismica, è un im-portante indicatore dell’attività mag-matica al di sotto della superficie. Siè visto che la quantità di biossido dizolfo aumenta considerevolmenteprima delle eruzioni. Infatti questogas, altamente solubile, esce in su-perficie insieme al magma. Pertantova da sé che la misurazione di bios-sido di zolfo permette di capirequanto magma arriva in superficie equindi di predire un’imminente eru-zione. Il magma in superficie solidi-fica tappando tutti i buchi e riducen-do drasticamente le emissioni di gas.In parole povere, quando il magmablocca tutte le cavità e il biossido dizolfo non ha più vie di sbocco, inco-mincia l’eruzione.Il progetto Novac è sorto proprio con

lo scopo di misurare in tempo reale laquantità di biossido di zolfo median-te l’impiego di alcuni strumenti com-puterizzati, spettroscopi ottici e nuo-va tecnologia fotografica. A questoscopo Mattias Johansson del Diparti-mento di scienze radio e spazio pres-so la Chalmers University of Techno-logy di Goteborg in Svezia, ha messoa punto, insieme al suo team, il pro-totipo di un telescopio collegato aduno specchio rotante in modo che ipennacchi dei gas emessi dal craterepossano essere osservati da diversedirezioni. I dati raccolti sono poi ela-borati dal computer e ritrasmessi airicercatori collocati più in basso. Lostrumento, progettato per funzionarein condizioni estreme, ossia in pre-senza di forti sbalzi di temperatura,piogge acide, tempeste e ceneri vul-caniche, ha evitato pericolose scalatedei vulcanologi per l’osservazionediretta; osservazione che spesso nonaveva successo a causa della scarsavisibilità e del manto nevoso pocostabile. Va infatti ricordato che alcunivulcanologi hanno già perso la vitamentre misuravano le emissioni digas nei pressi del cratere del vulcanoGaleras, ancora oggi considerato ilpiù attivo della Colombia. La sua ul-tima eruzione, che risale ai primi di

gennaio di quest’anno, ha costretto leautorità locali all’evacuazione di cir-ca 8 mila persone.La nuova strumentazione, sistematain diversi punti dell’area attorno alvulcano, permetterà di rilevare ognicinque minuti la quantità complessi-va dei gas emessi, a differenza deglialtri metodi di misurazione che con-sentono di rilevare le emissioni soloin punti specifici. Si ottiene così unasomma di cifre che, elaborate trami-te un software, forniscono alla fineun semplice grafico interpretato dalpersonale dell’Osservatorio.La strumentazione sarà impiegata inseguito per sorvegliare i venti vulca-ni più attivi del pianeta fra i quali fi-gura anche l’Etna le cui eruzioni, do-cumentate fin dal 1500 a.C., sono didue tipi: quella esplosiva, talvoltacon scarsa emissione di lava, origi-nata da uno o più crateri sommitalicome il Cratere Centrale, quello dinord est e quello di sud ovest (si for-mò nel 1978). Durante l’eruzione ditipo esplosivo lapilli incandescenti dimagma viscoso e gassoso sono pro-iettati in aria. Nell’altra eruzione ditipo effusivo il magma è fluido e,passando attraverso delle fessure la-terali, cola lungo le falde del vulca-no. ■

ATTUALITA’

SCIENZA E TECNICA

di Carlo Pieracci

SI STUDIA PER PREVEDERELE ERUZIONI VULCANICHE

Le prime osservazioni in Colombia. Ma anche l’Etna è interessato

Le prime osservazioni in Colombia. Ma anche l’Etna è interessato

scienza e tecnica 50:Layout 1 22/04/10 15:38 Pagina 50

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“Si ritirorno tutti insieme inalcune camere tappezzate difinissimi et belli drappid’oro et d’argento et di setadi più colori, maestrevol-

mente contrasti, nei quali tanti diver-si animali, alberi, frutti et fiori vi siscorgeano conformi più alla maestranatura verisimili….”.Ecco come descrive la residenza epi-scopale del cardinale Ercole Gonza-ga a Mantova un testimone dellenozze, avvenute nell’ottobre del1549 tra Francesco III, figlio del du-ca Federico II e di Caterina d’Au-stria. Fino dall’antichità i tessuti pre-ziosi sono stati la componente orna-mentale prediletta da re e nobili ditutta Europa e dalla metà del Trecen-to gli arazzi hanno rappresentato ve-ri e propri affreschi mobili.I signori di Mantova acquistarono de-gli arazzi fin dal Quattrocento, se-guendo in questo l’esempio delle altregrandi famiglie italiane, come gliEstensi a Ferrara o i Farnese a Parma.Ma fu soprattutto nel Cinquecentoche gli acquisti di arazzi conobberoun forte incremento per l’interessenutrito per questa arte particolare daitre figli di Francesco Gonzaga II(1466-1519), quarto marchese diMantova, e di Isabella d’Este (1474-1539): Federico II (1500-1540), pri-mo duca e committente di Palazzo Te;Ercole (1505-1563), cardinale e lega-to pontificio al Concilio di Trento; eFerrante (1507-1557) comandante incapo delle truppe imperiali e poi go-vernatore di Milano, fondatore del ra-mo Guastalla.Le loro collezioni, e in parte minoreanche quelle dei loro successori,ebbero dimensioni imponenti. L’in-ventario di Federico dopo la sua mor-te, avvenuta nel 1541, riporta 315pezzi, purtroppo senza molti dettaglirelativamente ai soggetti. Quello deisignori di Guastalla, eredi di Ferrante,redatto nel 1590, comprende 27 serieper un totale di 172 arazzi; infinequello dei duchi di Mantova, stilatonel 1614, ne segnala 57 per un totale

di 386 pezzi. Molti di questi nei se-coli seguenti andarono incontro a dis-truzione, o furono consunti dall’uso,molti vennero acquistati da altri nobiliitaliani. Tanto è vero che quando nel1749 il ramo dei Gonzaga di Guastal-la si estinse, gli arazzi sopravvissutierano solo 58.Ma tutto ciò che è giunto a noi non èche una piccola parte dei tesori deifigli di Isabella, per un totale di 52opere, ed una bella rappresentanza èoggi esposta in mostra a Palazzo Te,insieme ad alcuni lavori dell’inizio edella fine del Cinquecento in una im-ponente e godibilissima esposizione.Quasi tutti questi arazzi furono rea-lizzati nelle Fiandre. A quell’epocainfatti i Paesi Bassi meridionali era-no i maggiori produttori di arazzi,con Bruxelles come epicentro e conAnversa come principale centro divendita grazie al porto più grande delNord Europa, sede di un mercato ap-posito, il cosidetto “tapissierspand”.I clienti stranieri potevano acquis-tarvi delle serie già pronte, oppurecommissionarne di particolari, datessere sulla base di cartoni da essistessi procurati. La maggior parte deitessitori rimangono senza nome, an-che se i loro prodotti sono contraddi-stinti dai marchi di bottega, obbliga-tori a Bruxelles dopo il 1528.Lo studio sistematico della collezionedi arazzi gonzagheschi è cominciato

nel 1977, un percorso affascinante e avolte avventuroso. I Musei Reali diArte e Storia di Bruxelles acquisis-cono un grande arazzo, che rappre-senta un corteo trionfale all’antica re-cante l’iscrizione Fructus Belli; GuyDelmarcel, storico dell’arte e curatoredel museo, ne ricostruisce la pertinen-za alle collezioni di Ferrante Gonzagae scopre poi il resto del ciclo in In-ghilterra e in Francia. Altrettanto si-gnificativa è la scoperta, ad opera diesperti del Museo del Louvre, di car-toni serviti ai tappezzieri di Bruxellesper la tessitura delle opere del succita-to ciclo. Gli studiosi del Louvre con-tattano Clifford Brown, professore aOttawa e specialista di temi gonza-gheschi. Per molti anni Brown studiai documenti relativi agli arazzi, riu-scendo così a individuare vari arazziancora esistenti, riscoperti da Delmar-cel, alcuni con lo stemma dei Gonza-ga come la serie dei Fructus Belli e iGiochi di Putti conservati a Lisbona.Questa ricerca fruttuosa culmina inuna monografia pubblicata dalla Col-lege Art Association of America nel1996, ed è il punto di partenza perl’allestimento della mostra di PalazzoTe. Tradotto in italiano, il testo con-fluirà in un bel volume edito da Skira.A Mantova sono attualmente presen-ti diciotto arazzi commissionati daiGonzaga tra cui ricordiamo i nove

di Dedy Ferrari Clerici

GLI ARAZZI DEI GONZAGA

segue a pag.52

▲ATTUALITA’

CULTURA

La pesca miracolosa

cultura 51-54:Layout 1 22/04/10 16:07 Pagina 51

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arazzi copie della serie della Cappel-la Sistina eseguiti su cartoni di Raf-faello, acquistati dal cardinale Erco-le Gonzaga e oggi custoditi presso ilPalazzo Ducale; i tre Millefiori diIsabella d’Este e i sei episodi dellaVita di Cristo, oggi nel Museo Dio-cesano. La mostra, allestita mirabil-mente nelle sale dell’Ala Napoleoni-ca di Palazzo Te e nell’ambiente del-le Fruttiere, presenta trentaquattroarazzi tra cui segnaliamo alcuni ec-cezionali capolavori: la famosa An-nunciazione di Chicago (1470-71circa), il più antico arazzo di gustorinascimentale sopravvisuto, che rie-voca la Camera degli Sposi di An-drea Mantegna a Palazzo Ducale,tessuto per Ludovico II e utilizzatocome ornamento del pulpito dellaCattedrale di Mantova; un arazzo delciclo Millefiori, dal Palazzo Vesco-vile di Mantova, un altro arazzo con-servato presso la Galleria RaffaeleVerolino di Modena accompagnatoda un disegno preparatorio di GiulioRomano, tre arazzi della celebre se-rie Fructus Belli, provenienti da Bru-xelles e Ecouen; otto arazzi con laVita di Mosé, i quattro dal Museo delDuomo di Milano; il magnifico araz-zo della Storia di Giasone, con le ar-mi di Alfonso I Gonzaga di Novella-ra, datato 1554 e una serie, quasisconosciuta, di quattro arazzi del ci-clo Cefalo e Procri provenienti daiMusei Vaticani e da Ecouen; l’In-contro di Enea e Didone dalle Civi-che Raccolte del Castello Sforzesco

e Venere appare ad Enea dal Patri-monio Nacional (Madrid); quattrosplendidi esemplari dalla Vita diAlessandro Magno (1600 circa) daMonselice (Padova). Il corpus prin-cipale di questi esemplari é statocollezionato dai tre fratelli Gonzaga,a parte L’Annunziazione, commis-

sionata da Ludovico II, e la serie diAlessandro da Vincenzo I. Un viaggio emozionante tra la seta e icolori dei magnifici arazzi fatti realiz-zare dai Gonzaga nel Rinascimento èdunque quello proposto da Palazzo Tee dal Museo Diocesano di Mantova,che ci offrono uno spettro ampiamen-te rappresentativo di quest’arte in Eu-ropa, in cui la varietà dei soggetti èpari alla bellezza del disegno.

Mantova fino al 27 giugno: “Gliarazzi dei Gonzaga nel Rinascimen-to”. Le tre Sedi: Palazzo Te, MuseoDiocesano Francesco Gonzaga, ePalazzo Ducale.Info: prenotazione obbligatoria per igruppi; Cataloghi Ed. Skira, euro16,00 (pagg. 120); euro 65 (pagg.296). Ulteriori informazioni:www.centropalazzote.it. ■

Scelto da Esperienza per i suoi lettori: “Emanuele Luzzati, Fantasie”, di variautori, pagg. 160, Edit. Nugae, 28 euro.

«La casa dei suoni (1995) giunse su committenza, il maestro Claudio Abbado in-tendeva trasporre in un documentario la propria autobiografia. I tredici minuti dianimazione sprigionavano fantasia onirica, illustrando la magia lieve di una meta-morfosi – farfalla dischiusa da crisalide – liberatoria di attitudini e sensibilità mu-sicali nel giovane futuro direttore d’orchestra, fra riferimenti iconografici eteroge-nei, dal grottesco di William Hogarth al surrealismo (Ernst, Magritte) alla pitturametafisica (De Chirico, Savinio); di quest’ultima in particolare utilizzando il me-todo dello “spaesamento sistematico” (un oggetto sradicato dal proprio contesto eimmesso in un altro, il simbolismo enigmatico che ne deriva turba l’osservatore,con effetti simili a vertigine). Nel film, ai rassicuranti paesaggi domestici infantilidelle prime inquadrature, protagonisti animali di pezza e soldatini al comando diuna proterva imperiosa Alice della fiaba, o ai fantastici voli notturni del protagoni-sta bambino, si alternano, in sintonia con gli sviluppi musicali della narrazione,scenari inquietanti. Come, ad esempio, un sipario spalancato su di un palcosceni-co vuoto, dove una luce abbagliante sembrava annunciare un convitato di pietra,sostituito invece dall’arrivo imprevisto (da luoghi remoti forse inesistenti) di unfantasmagorico veliero, ad accostare il fronte di un’irreale città d’acqua, al biviotra sogno e incubo. Fu, questo, l’ultimo film realizzato da Gianini e Luzzati. Ci re-stano, della loro arte, documenti straordinari. Tutt’oggi, la domanda posta quasimezzo secolo fa da una nota rivista: “Quanti in Italia hanno potuto vederli?”, nonha ottenuto la giusta considerazione».Così, in un saggio dedicato a questo aspetto della vita di Emanuele Luzzati, neparla Laura Falconi nelle pagine di un bellissimo libro dedicato a quel grandeartista, e artigiano, da poco scomparso. Fra gli altri testi raccolti citiamo quellidi Nico Orengo, Gianni Rodari, Tonino Conte, Federico Fellini e altri ancora.Luzzati ha dispiegato la sua fantasia creatrice in tanti e diversi settori (ricordia-mo il Parco del flauto magico a Santa Margherita Ligure). Questo volume è an-che un modo per dire “grazie” a chi ha saputo darci tantissimo, con la sua arte,la sua fantasia, col suo approccio sempre sorridente all’esistenza umana.

(a cura di Raffaello Uboldi)

IL LIBRO DEL MESEIn basso, “Il carro del trionfo”

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ATTUALITA’

LE GRANDI MOSTREdi Wolfy Ferrero

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UNA BELLA COLLEZIONE DI SCARABEI EGIZI

La collezione Magnarini di scarabei egizi è tra le più impor-tanti collezioni private del settore in Europa e nel mondo.

Gli studiosi la conoscono bene, essendo stata pubblicata inte-gralmente dalla British Archeological Reports, Oxford 2004.Da ora è visitabile anche dal grande pubblico, essendo espo-sta - con criteri allestitivi e di interazione tra i più aggiorna-ti - al Museo Archeologico Nazionale di Parma. Qui i pre-ziosissimi reperti della collezione sono giunti grazie all’ac-quisizione da parte della Fondazione Cariparma che ha cosìvoluto assicurare alla città un patrimonio di assoluto pregioche rischiava di esser disperso.

COLLETTIVA D’ARTE SACRA A FIRENZE“Il Padre Nostro: compendio di tutto il Vangelo”

Durante le celebrazioni del culto mariano a Firenze, in con-comitanza con l’antico capodanno fiorentino, presso la

basilica-santuario della SS. Annunziata nella Cappella di SanSebastiano ha avuto luogo la Collettiva d’Arte Sacra, organiz-zata dall’Anla Regionale Toscana, che ha riscosso ampi con-sensi di critica e di pubblico.La Mostra, giunta alla VII edizione, inaugurata il 19 marzo eprotrattasi fino al 28, è stata curata dal critico d’arte Silvia Ran-zi, e ha registrato la significativa partecipazione di 35 artistiimpegnati a cimentarsi su una tematica prescelta, approfonditaa livello di esegesi biblica e di excursus storico-artistico in unincontro propedeutico per favorire il rapporto allentato tra artee fede e dare nuovo impulso alla messa in opera del “sacro”nelle arti figurative contemporanee.Il “Padre nostro” è stato il motivo ispiratore, quale preghiera em-blematica del cristiano, trasmessa dall’insegnamento diretto diGesù nelle versioni redatte dagli evangelisti Luca e Matteo. Di-verse le circostanze di narrazione biblica, incisivo, denso e sem-plice nella sua maestà il contenuto che prende le distanze dallaritualità esteriore nell’intercalare intimo e umile delle invocazio-ni verso la sovrabbondante e gratuita azione di Dio nella storia.La versione di Luca (11, 2-4) predilige l’ordine cronologico,narrando il ritiro in preghiera del Messia e conseguente richie-sta da parte degli apostoli; la versione di Matteo (6, 9-13) se-

Cento anni d’arte, dalloZar a Stalin, a Putin. Tre

Russie: dall’Impero all’Unio-ne delle Repubbliche Sovieti-che alla nuova e attuale Fede-razione.Le mette in mostra, ed è unevento per molti versi ecce-zionale, l’Università di Ca’Foscari in una rassegna certa-mente emozionante che saràospitata fino al 25 luglio a Ca’Foscari Esposizioni di Vene-zia. Curatori della rassegna:Giuseppe Barbieri e SilviaBurini.Eccezionale, perché è la pri-ma volta che in Italia un’espo-sizione presenta organica-mente l’intero Novecento rus-so. Eccezionale perché lo faattingendo a due grandi colle-zioni, entrambe italiane, tra lepiù importanti al mondo e in

gran parte sconosciute: quellecreate da Alberto Morgante eda Alberto Sandretti. Emozio-nante perché consente di ri-leggere e rivivere la storia diuna nazione che ha influenza-to come poche altre la storiadel mondo per tutto un secolo.Una storia in cui l’arte ha avu-to un ruolo primario, di volta involta strumento di memoria,mistificazione, riappropriazio-ne. L’immaginario di un gran-de popolo è stato, oggettiva-mente, influenzato dai messag-gi veicolati dagli artisti.La mostra indaga gli sviluppidella cultura figurativa russa esovietica dalle avanguardie diinizio secolo al realismo so-cialista degli anni ‘30-’50, fi-no all’underground, per con-cludere con alcune opere de-gli anni ‘90.

Il Realismo socialista è statoforse il più grande esperimen-to mediatico mai compiuto:all’arte fu affidato il ruolo ditrasformare la materia primadell’ideologia in immagini emiti destinati al consumo dimassa. Le arti figurative, maanche l’architettura e il cine-ma, ebbero due principali fun-zioni: la propaganda e la co-struzione del mito del “radio-so avvenire”. Oggetto dellapropaganda non era la realtà,almeno non nelle forme con-crete della vita quotidiana, mail mito che l’arte era destinataa creare.Centrale è la raffigurazionedel leader, soprattutto la mo-numentale iconografia di Sta-lin che prosegue e sviluppaquella di Lenin. Questo il sen-so della grande attenzione ri-

servata, in mostra, al manife-sto di propaganda (Majakov-skij, Rodčenko, Nal’bandjan,Klucis). I manifesti nacqueronell’ambito dell’attività diagitazione politica, che dove-va coinvolgere la massa conun discorso “facile” ed emoti-vamente trascinante: celebra-re un “nuovo mondo” in cui,secondo il famoso slogan diStalin, “vivere è diventato piùallegro”.La grande illusione contribui-sce anche alla mistificazionedello spazio: la costruzionesuprema, il centro dei centridel Paese dei soviet dovevaessere il monumentale Palaz-zo dei Soviet che non fu maicostruito, ma venne percepitocomunque come esistente.Saranno esposte inoltre operestraordinarie di artisti del sim-

ARTE RUSSA NEL NOVECENTO

Scarabeo in steatite invetriata in bianco. Sulla base è raffiguratauna figura femminile che allatta, forse la dea Isis segue a pag.54

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gue l’ordine logico, inserendo il messaggio nell’ambito del Di-scorso della Montagna. L’alterità presente nella preghiera met-te in evidenza la fiducia e la comunione con la Paternità uni-versale di Dio, santificandola quale presenza immanente etranseunte nel tempo, nella prospettiva salvifica di un progettopossibile da compiere “come in cielo così in terra”.L’arbitrio umano aderisce in piena libertà alla nuova creazio-ne, consapevole della sua limitatezza, sostenuta dalla prodiga-lità di un Padre amorevole nelle necessità materiali e spiritualidel quotidiano. Nell’atto di cooperare al Regno, l’uomo è ingrado di riconoscere una giustizia che comprende e superal’esercizio della legge nella logica del perdono o remissione,quale condizione interpersonale corroborata dal servizio nella

Carità. L’autentica liberazione dalla tentazione si attua nel nonasservimento al male, nella ricerca di quella corrispondenzadel cuore all’immagine divina di figli.Gli artisti, nel trarre spunti tematici da questa cristallina orazio-ne, si sono misurati in primis con la proclamazione teologicadel dogma della “Trinità”, perno del credo cristiano. Dio Pa-dre, vicino alle sue creature, agisce attraverso la testimonianzaincarnata e messianica del Cristo “riparatore”, uomo nuovo,sostenuto dall’azione unificante dello Spirito Santo nell’oriz-zonte estremo della Croce che da strumento di morte divienesimbolo di redenzione e speranza di resurrezione.Pittura, scultura, polimaterico e sperimentazioni fotografico-digitali hanno segnato la molteplicità delle prassi esecutivenell’alternanza tra il radicamento iconografico alla tradizione el’incentivazione all’avanguardia, concentrandosi sui valorimeditativi dell’orazione: dal raccoglimento del Cristo in pre-ghiera alla rappresentazione di moltitudini in attesa, dall’uni-versalismo della condizione umana aspirante l’infinito, allaspettacolarità degli scenari naturalistici o cosmici quale ricercadell’Oltre, dalla centralità liturgico-dottrinaria del sacramentoeucaristico alle sette invocazioni in corrispondenza simbolicacon i bracci del candelabro ebraico.L’espressività del figurativo, la densità del concettuale, l’es-senzialità dell’astrazione e la matericità del polimaterico han-no contraddistinto le originali poetiche degli artisti che hannoaderito alla sfida di rilanciare la dimensione del trascendentenella versatilità artistica per attualizzare i contenuti della spe-ranza cristiana nel tessuto sociale. (S. R.)

bolismo e dell’avanguardiaprerivoluzionaria come Be-nois, Končalovskij, Larionov,Gončarova, Ekster, Chagall,Kandinskij, Malevič, Tatlin,Fal’k e altri. Si tratta dei pro-tagonisti che in buona misurahanno guidato e indirizzatotutta l’avanguardia mondiale.Stalin, senza riuscirci, provò aeliminare questa memoriafondamentale, nascondendoper anni le opere di questi ar-

tisti alla vista del pubblico enegando la possibilità anchefisica di qualsiasi tipo di dis-senso.Solo la scomparsa di Stalin,l’avvento del disgelo e il nuo-vo indirizzo politico di Kru-scev consentirono la nascita diun’arte non ufficiale. I pittoripresero a esporre nelle propriecucine, spazio privilegiato diquegli anni, e i poeti leggeva-no le loro opere in casa. Lapretesa degli artisti non con-

formisti (Rabin, Nemuchin,Kandaurov, Sitnikov, Neizt-vestni, Kalinin, Jakovlev, Bu-latov) non era quella di far va-lere un dissenso politico inmodo ufficiale: esprimevanoun dissenso “linguistico”, nonvolevano più usare la linguadel potere.Negli spazi di Ca’ Foscari vie-ne inoltre ricostruita una partedella Biennale del Dissensoche si tenne a Venezia, congrande eco di stampa, nel1977, segnando la definitivaconsacrazione dell’under-ground moscovita: ben 26opere provenivano anche allo-ra dalle collezioni Sandretti eMorgante.A fine percorso alcune operedi artisti degli anni ‘90 ripren-dono in modo diverso, macoerente, i tre grandi temi del-

la mostra; la memoria del-l’avanguardia, la mistificazio-ne del realismo socialista el’immaginario della pitturanon ufficiale, in modo tale dacomunicare come tutto il ‘900russo sia pervaso da linee ditendenza coerenti, per la pri-ma volta riunite in un’unicaesposizione, elementi di ununico e affascinante puzzle.La mostra “Rissie! memo-ria/mistificazione/immagina-rio nell’arte russa del ‘900” èpromossa dall’Università Ca’Foscari Venezia e dalla Regio-ne del Veneto, è sostenuta dal-la Fondazione Alti Studi sul-l’Arte di Venezia, con il con-tributo di Enel, in collabora-zione con Banca PopolareFriulAdria, Simest e Masser-dotti.

R.T.jr

Lapshin Nikolaj: dalla serie metropolitana di Mosca, “La fermataPaveleckaja”

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In casa… c’è sempre tanto, tantissimo da fare. Esperienza, su queste pagine, vi racconta qualche aneddoto e vi offre alcuni, sommessi, consigli

Esperienzaf a m i g l i a

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GLI ANTITARMELe fibre sintetiche, se non abbinatead altre, non sono attaccate dalletarme, che sono scarsamente attira-te anche dai capi puliti.Antitarme naturali sono le castagnedi ippocastano da infilare a collana eappendere, oppure un mix di lavan-da, pepe in grani e scorza di aranciaessiccata da sistemare in ciotoline osacchetti. Per le coperte potete usarefoglie di alloro, sempre avvolte incarta velina o in garza.Per togliere l’odore di naftalinaprovate a mettere nell’armadio unaciotola con una soluzione di alcol esucco di limone in parti uguali.Per profumare l’interno dell’arma-dio utilizzate il pomander, cioèun’arancia legata e appesa con unafettuccia e nella quale inseriretechiodi di garofano forando la scor-za con uno stuzzicadenti.

GLI SMACCHIATORI INDUSTRIALI E IL LORO UTILIZZOL’acetone: è multiuso, ma lascia spesso aloni e inoltre può scolorire i tes-suti. Da evitare su quelli sintetici poiché potrebbe scioglierne le fibre.L’acquaragia: è sgrassante, ma purtroppo lascia aloni molto evidentiche si eliminano con il bucato. La macchia si tampona al dritto e al ro-vescio, ponendo sotto il tessuto una pezzuola.Alcol denaturato: va diluito sempre con l’acqua. Utile per macchie dicatrame, resina, vernice, cera. Da evitare sui tessuti sintetici.Ammoniaca: sgrassante e candeggiante, adatta per tessuti resistenti, manon consigliabile sulla seta. Si utilizza nella soluzione di una parte diammoniaca e sei parti di acqua. Si tampona sulle macchie facendo pri-ma una prova su di un angolo di tessuto nascosto, soprattutto se colo-rato. Efficace anche in ammollo.Trementina: è adatta per macchie di vernice e inchiostro sulle fibre ve-getali, e per macchie di grasso sulla seta e sul raso. Non lascia aloni,ma è dannosa sulle fibre sintetiche e artificiali. Tamponate delicata-mente le macchie, preferibilmente a rovescio sulle fibre delicate e do-po aver posto una pezzuola sotto il tessuto.Trielina: molto efficace con quasi tutti i tipi di macchie, in particolaresu quelle di olio. Non lascia aloni. Se il tessuto è molto impregnato pri-ma cospargete con la saponaria (polvere assorbente), lasciate agire,spazzolate, e quindi usate la trielina.

I TRUCCHI DEL CUOCO• Perché la frittata resti morbida nonsbattete a lungo le uova, ma mesco-latele solo il tempo necessario peramalgamare i tuorli con gli albumi.• Se la minestra o il brodo fosserotroppo salati potete rimediare almenoin parte facendovi bollire una patataintera che poi toglierete.• Lavorate la pastella per le verdure(ma anche per gli altri alimenti dafriggere) solo il minimo indispensa-bile e non salatela, altrimenti si stac-ca durante la cottura; se possibile fatela riposare mezz’ora prima dell’uso.

I CARCIOFISono una eccellente fonte di magne-sio e di potassio. Quelli con le spinesono invernali e sono seguiti da quel-li senza spine (mammole). Sceglietequelli pesanti, con le foglie chiuse benaderenti, che si spezzano senza pie-garsi. Devono essere di un bel verdeintenso, se sono scolorite o macchiatehanno perso la loro freschezza. Im-mergete subito i carciofi puliti in ac-qua acidulata con succo di limoneperché non anneriscano. Se non sonocompletamente immersi nell’acqua dicottura diventano neri. Ricordateviche l’acqua deve essere salata.

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ESPERIENZA FAMIGLIA

MEDICINAdi Roberto Pellicciari

L’EPATITE C: IL KILLER SILENZIOSO!

L’epatite C è una infezione virale causata daun Hepacivirus (HCV) facente parte dellafamiglia dei Flavivirus. In Italia è moltofrequente: si stima che ne siano affette cir-

ca 1,5 milioni di persone, di cui la maggior parte sono ul-tra60enni. L’infezione esordisce con una epatite acuta, ingenere poco sintomatica e difficilmente riconoscibile,che in circa il 40 per cento dei casi guarisce spontanea-mente o evolve in una forma molto modesta. Ma nel re-stante 60 per cento l’infezione cronicizza generando undanno epatico progressivo, lento e subdolo. I sintomi so-no lievi ed aspecifici (malessere generale, fatica persi-stente, deterioramento delle capacità mentali). In effetti,il problema principale è proprio quello di non essere aconoscenza della infezione e di accorgersene per caso, incorso di accertamenti medici per altri motivi o quando ildanno epatico è ormai conclamato!Fino agli inizi degli anni Novanta le principali fonti di in-fezione sono state le trasfusioni di sangue, gli aghi nonmonouso e gli strumenti chirurgici non adeguatamentesterilizzati. Attualmente invece, nei Paesi industrializza-ti, le cause principali di infezione sono l’uso di drogheendovenose, la pratica del piercing e dei tatuaggi con me-todiche igienicamente non idonee, gli interventi odonto-iatrici ed endoscopici. Esiste poi una via detta “parente-rale inapparente”, ossia attraverso microscopiche lesionidella cute e delle mucose. La trasmissione per via sessua-le è molto discussa e sembrerebbe più correlata ad abitu-dini promiscue e fondamentalmente attraverso il contat-to con il sangue di un partner infetto. La trasmissione ma-terno fetale è stimata attorno al 5 per cento. La diagnosiinizia con il dosaggio dell’anticorpo HCV Ab che identi-fica l’avvenuto contatto tra virus e organismo. Per sape-re se l’infezione è attiva bisogna ricercare l’RNA del vi-rus mediante una reazione a catena della polimerasi(PCR); mentre il danno epatico viene identificato dal-

l’aumento delle transaminasi sieriche (ALT - AST) e dal-la biopsia epatica (esame fondamentale per valutare ilgrado di danno che si effettua in Day Hospital, in aneste-sia cutanea e sotto guida ecografica). Dopo 10-30 annil’epatite cronica può evolvere in cirrosi epatica (20-35per cento dei casi): il virus lesiona le cellule epatiche el’organismo, nel tentativo di riparare il danno, crea dellecicatrici (fibrosi) che alterano la struttura anatomo-fun-zionale del fegato. Con sempre meno cellule funzionantied un sovvertimento della sua architettura il fegato nonriesce più a svolgere il proprio ruolo ed il paziente svilup-pa insufficienza epatica. Le conseguenze sono dramma-tiche: turbe della coagulazione e del metabolismo, inca-pacità di eliminare sostanze tossiche per il cervello (en-cefalopatia epatica che evolve fino al coma), ipoalbumi-nemia (genera edemi), sindrome epato-renale (con riten-zione di liquidi ed insufficienza renale), ittero (colorazio-ne gialla della cute per ritenzione di bilirubina) ed au-mento della pressione della vena porta (principale vasovenoso affluente al fegato). Quest’ultima è, a sua volta,responsabile di altre complicanze come l’ascite (accumu-lo di liquido nella cavità peritoneale addominale), le va-rici esofagee (si possono rompere con esito infausto), lasplenomegalia (aumento delle dimensioni della milzacon anemia e riduzione delle piastrine e dei leucociti).Inoltre, il 3-6 per cento dei casi di cirrosi possono evol-vere in carcinoma epato-cellulare. Purtroppo non esisteancora un vaccino per l’epatite C.La terapia si basa sulla somministrazione sottocute setti-manale di interferone alfa peghilato (sostanzialmente unacopia dell’interferone che viene già prodotto dal nostroorganismo e che ha una importante azione antivirale) as-sociata all’assunzione orale di Ribavirina (inibitore dellareplicazione virale) e può durare anche 12 mesi. E’ abba-stanza tollerata ma può avere effetti collaterali (sintomisimil-influenzali, riduzione dei globuli bianchi e dellepiastrine, depressione, eritema in sede di inoculazioneper l’interferone; anemia per la ribavirina) e controindi-cazioni (ipersensibilità, patologie cardiache, neurologi-che, autoimmunitarie, insufficienza renale, gravidanza).Pertanto, il paziente deve essere sottoposto a controlli pe-riodici per valutare nel tempo sia la tollerabilità che il ri-sultato della terapia. Infatti, non sempre questa è effica-ce; una buona risposta dipende dal genotipo del virus (ingenere il tipo 1b, che tra l’altro è il tipo più frequente inItalia, è meno responsivo), dalla carica virale (meglio sebassa), dal tempo intercorso tra l’infezione e l’inizio del-la terapia (meglio se breve), nonché dalla motivazionedel paziente. Se la terapia medica fallisce, in casi selezio-nati, è possibile eseguire il trapianto di fegato. ■

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ESPERIENZA FAMIGLIA

POSTA CONDOMINIALEdi Terenzio Grazini

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Una premessa è necessaria: la costituzione di un condomi-nio, quando ne ricorrano i presupposti, non è un optional, maun obbligo inderogabile: per la nascita di un condominio nonè necessaria la stipula o l’approvazione di un “atto costituti-vo” come avviene per una società, si verifica con la costru-zione di un edificio, i cui piani o porzioni di piano vengonoattribuiti (di solito, venduti) a più soggetti in proprietà esclu-siva, oppure quando il proprietario unico di un edificio prov-vede a frazionarlo. L’art. 1117 Cod. civ. fa un elenco detta-gliato delle parti comuni e, per giurisprudenza conforme epacifica dei giudici, il condominio è costituito nel momentostesso in cui vi è una comproprietà di parti comuni (anche seuna sola di quelle indicate allo stesso articolo) in capo a pro-prietari diversi, almeno due (nel qual caso si parla di mini-condominio).Nato il condominio, ne derivano le conseguenze di legge. Alriguardo è chiarissima la massima della sentenza n. 510 del 26gennaio 1982 della Cassazione: “L’avvenuta costruzione di unedificio, del quale siano proprietari più soggetti, è sufficiente –ancorché non sia ancora intervenuto il rilascio del certificatodi abitabilità dei singoli appartamenti – per l’esistenza delcondominio, con la conseguente applicabilità delle norme(articoli da 1100 a 1139 Cod. civ.) ad esso relative, costituen-do la nomina dell’amministratore, l’approvazione del regola-mento e la determinazione delle quote millesimali soltantostrumenti per la gestione degli interessi comuni e l’osservanzadegli obblighi connessi al preesistente rapporto di comunione,che di essi costituisce la fonte, salve eventuali modifiche odintegrazioni patrizie”.Il problema si sposta quindi sulla costituzione dell’assem-blea, sulla nomina dell’amministratore e sulla formazionedelle tabelle millesimali, strumenti questi, com’è detto nellasentenza (e in tutte le altre sullo stesso tema) della SupremaCorte.

Il problema si risolve partendo dalle tabelle millesimali, per-ché sono queste che determinano la maggioranza. Anche quiè opportuno citare la Cassazione, che con la sentenza n. 431del 25 gennaio 1990, ha statuito: “Il criterio di identificazio-ne delle quote di partecipazione al condominio, dato dal rap-porto tra il valore della proprietà singola ed il valore dell’in-tero edificio, esiste prima ed indipendentemente dalla forma-zione della tabella dei millesimi e consente sempre di valuta-re anche a posteriori in giudizio se le maggioranze richiesteper la validità della costituzione dell’assemblea e delle rela-tive deliberazioni siano state raggiunte, in quanto la tabellaanzidetta agevola ma non condiziona lo svolgimento dell’as-semblea ed, in genere, la gestione del condominio”.Ma che succede, come nel caso in esame, se non esiste latabella dei millesimi di proprietà? Riteniamo che la mancan-za di simile tabella non possa paralizzare la vita del condo-minio, ma valga la disposizione dell’art. 1101 sulla comunio-ne, che recita “le quote dei partecipanti alla comunione sipresumono uguali”, applicabile in forza del rinvio che ne fal’art. 1139 sul condominio.Pertanto l’assemblea dove è stato nominato l’amministrato-re era validamente costituita, perché presenti più dei due terzidei condomini, e la nomina dell’amministratore era legittimae regolare perché lo hanno votato più della metà dei condo-mini (art. 1136 Cod. civ.).Per quanto concerne la formazione delle tabelle condomi-niali, necessarie almeno per la ripartizione delle spese,oltre che per il calcolo delle maggioranze qualora relativeai millesimi di proprietà,  vale la maggioranza prevista perl’approvazione del regolamento condominiale, di cuiall’art. 1138 Cod. civ., che si riferisce all’art. 1136 secondocomma, cioè con il favore di un numero di voti che rappre-senti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà delvalore dell’edificio. ■

GENESI DEL CONDOMINIO

Nello stabile in cui abito a Venezia anni fa (31-10-2002) in un’assemblea dove erano presenti 24 proprietari su34, la maggioranza numerica (18) dei presenti (24) ha deliberato, dando l’incarico ad un amministratore, dicostituire un condominio. Io e alcuni altri condomini ci siamo opposti perché, in assenza di tabelle millesi-mali atte a stabilire la legittimità dell’assemblea a deliberare, la decisione doveva essere presa all’unanimità

dei condomini o su ordine di un giudice, e che le delibere non sono valide per i condomini assenti e/o dissenzienti edessendo radicalmente nulle impugnabili senza decorrenza del termine entro 30 giorni dal ricevimento del verbale. Perquesto motivo mi sono sempre rifiutato di pagare le spese del condominio che venivano ripartite in 34 quote, una perproprietario. In data 2 aprile 2005 sono stato convenuto in giudizio da alcuni condomini (non dal condominio) perchériconoscessi il condominio. Il procedimento è ancora in corso con mio ricorso in appello per la decisione del giudice diincaricare un CTU a redigere tabelle millesimali anche se questo non era argomento del contenzioso. Ho subito un decre-to ingiuntivo per le spese pregresse che ho pagato con riserva scritta. Nell’assemblea del 25 febbraio scorso è stato deli-berato di approvare a maggioranza numerica una tabella millesimale provvisoria e in base alla maggioranza calcolata suquella tabella di ristrutturare l’edificio condominiale con un preventivo di spesa di 650.000 euro.Mi chiedo: visto che per la causa in corso ho già subito un esborso di spese legali superiori a 10.000 euro, come possooppormi a questo che io ritengo un sopruso senza dovermi sobbarcare una spesa legale che non voglio?

Roberto Mariutti - Mestre-Venezia

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T ra i collezionistiprivi di grandepretese, le monetepiù seguite sono le

Divisionali (gli spiccioli correnti) e i 2 euro commemorativi.Siccome da quando c’è l’euro gli spiccioli si ripetono annodopo anno, le Zecche cercano di rendere più appetibili le sin-gole confezioni, chi inserendo monete celebrative e chi unamedaglia.Nel tricamere italiano la prima delle Divisionali 2010 è arri-vata da San Marino, come già riferito, impreziosita da unamoneta d’argento da 5 euro chiamata a celebrare Caravaggio,attraverso il ritratto dell’artista e la Canestra di frutta. I solispiccioli, battuti però in fondo specchio, saranno disponibilipiù avanti nel tempo.A ruota, o quasi, è arrivata la Divisionale italiana, che di mo-nete celebrative ne contiene non una, bensì due. Si tratta del2 euro dedicato a Camillo Benso, conte di Cavour, del qualericorre il secondo centenario della nascita. Realizzato daClaudia Momoni, l’immagine del “padre della patria” offertadalla moneta è quella classica dello statista. Quattro milionigli esemplari prodotti, una piccola porzione dei quali inclusinella Divisionale, mentre il grosso della tiratura è destinato atintinnare nei nostri borsellini.L’altra moneta presenta invece un valore da 5 euro, è di con-seguenza battuta con l’argento e ricorda l’Alfa Romeo, la glo-riosa Casa automobilistica milanese, fondata il 24 giugno1910 come Alfa, ossia Anonima Lombarda Fabbrica Auto-mobili, diventata nel 1915 Alfa Romeo, a seguito dell’ingres-so nel capitale della Casa automobilistica di Nicola Romeo.Dal 1986 fa parte del Gruppo Fiat.La doppia immagine offerta dalla moneta riguarda la nume-ro uno, ossia l’Alfa 24 Hp, progettata da Giuseppe Merosi, dacui vennero subito derivati dei modelli da competizione por-tati al debutto l’anno successivo, il 1911, alla Targa Florio. Inprimo piano è invece raffigurata la Giulietta del centenario.Decisamente incomprensibile la decisione di dedicare una in-tera facciata della moneta al solo marchio Alfa Romeo, carat-terizzato dalla Croce Rossa in campo bianco, simbolo di Mi-lano, e dal biscione, cioè il serpente simbolo dei Visconti.Al pari di San Marino anche l’Italia ha deciso di scaglionarela vendita delle proprie Divisionali. E’ partita con le 17.000confezioni fior di conio, in vendita a 45 euro, seguita dallaDivisionale comprendente 9 anziché 10 pezzi (l’assente è il 5euro d’argento Alfa Romeo), ceduta a 25 euro, mentre a par-tire dal 21 ottobre si potrà acquistare, a 95 euro, la confezio-ne completa battuta in fondo specchio.A cominciare dal principio di questo mese di maggio il Vatica-no vende poi la propria Divisionale. In fior di conio le monetecorrenti, mentre in fondo specchio propone la confezione conla medaglia d’argento celebrativa di Caravaggio. Finora la zec-ca sampietrina si era sempre limitata alla medaglia d’argento,mentre da questa volta la stessa medaglia, nel caso specifico

modellata da Amalia Mistichelli e come in passato battuta dal-lo stabilimento Senesi, ha avuto anche una inutilmente costosaedizione in oro. Limitata, tuttavia, a 300 esemplari. Pochi, cosìcome contenuta appare la produzione di un’altra moneta, quel-la da 100 euro, che non ha mancato di suscitare più che giusti-ficate lamentele. Per la tiratura, ma più ancora per il costo chefinisce col rendere l’aureo monetato impossibile alla più partedei collezionisti che non possono destinare alla collezione nu-mismatica la somma richiesta dal Vaticano. Il quale, tenuto an-che conto della situazione economica generale, che non rispar-mia certo i collezionisti di monete e di medaglie, forse farebbebene ad abbandonare produzioni auree così elitarie. GiovanniXXIII ebbe il coraggio di farlo, sopprimendo la produzionedelle 100 lire d’oro. ■

ESPERIENZA FAMIGLIA

MONETE

IN BREVEIl recente incanto Ars Classica ha dimostrato che il mercatodi queste importanti e storiche monete resta eccellente. Inparticolare i prezzi degli aurei sono andati oltre ogni aspet-tativa, con realizzi che in molti casi hanno raddoppiato o ad-dirittura triplicato la stima.Un aureo di Marco Antonio, anche in virtù del fatto che sitratta del migliore dei dieci esemplari conosciuti, ha spunta-to 450.000 franchi svizzeri.Anche i sesterzi della collezione Girard hanno ottenuto otti-mi risultati, con alcuni exploit veramente notevoli, come i95.000 franchi raggiunti dal sesterzio di Tito o come i68.000 franchi del sesterzio di Marco Aurelio. «In generale,assicura Arturo Russo, sembra confermato il trend che vedepremiare le monete in ottimo stato di conservazione».

(R.C.C.)

UN OMAGGIO ALL’ALFA ROMEO

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di Raffaele C. Costa

La Divisionale Italiana Alfa Romeo

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“Otto emissioni per complessivi dodici francobolli: èquanto attende i collezionisti d’Italia in questo mesedi maggio. Confermando, ancora una volta, come ilperiodo sia tra i più “generosi” in fatto di produzio-

ni dentellate. Produzioni che per l’intero 2010 dovrebbero re-stare complessivamente mantenute a sole quaranta voci. Èl’indicazione espressa dal ministro allo Sviluppo Economico,Claudio Scajola, cui compete anche il settore postale e chenon a caso presiede la Consulta per l’emissione delle carteva-lori postali e la filatelia. Il problema, però, non è tanto il nu-mero dei titoli in calendario, ma quello dei francobolli edeventualmente del loro valore nominale. Si vedrà, a fine an-no, se la politica di contenimento è riuscita a rimanere coe-rente, evitando integrazioni strada facendo.Intanto, per questo mese i filatelisti hanno il loro bel daffare,specie se si interessano di buste primo giorno. Lista alla ma-no, e sempre possibili mutamenti a parte, il primo appunta-mento è stato per il 5 maggio con due iniziative: il centenariodella Confindustria, sottolineato con un taglio da 1,40 eurocon il logo, e il generoso contributo per il secolo e mezzo tra-scorso dallo sbarco dei Mille a Marsala. Generoso perché ilfoglietto comprende ben quattro dentelli dedicati ad altrettan-ti quadri storici; sono di taglio diverso (0,60, 0,65, 0,85, 1,00euro) e per questo l’insieme risulta scomodo pensando ad uneffettivo impiego postale. In base ai progetti, il blocco do-vrebbe costituire l’avvio di un percorso che nel 2011 troveràaltre sottolineature dedicate all’Unità d’Italia.Il 6 maggio un 65 centesimi ha ricordato, riprendendo il treni-no rosso, la Ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Ber-nina, completata nel 1910. Seppure quasi tutta la rete apparten-ga alla Svizzera, il fatto che uno dei capilinea sia a Tirano hafatto sì che anche Roma celebrasse questa meraviglia della tec-nica, dal 2008 inserita nel Patrimonio dell’umanità firmato dal-l’Unesco. Contemporaneamente - ma non si tratta di un proget-to congiunto - Berna arriverà con un taglio da 1,00 franco. Ap-partiene alla serie “Giubilei delle ferrovie” e cita, con un secon-do francobollo da 0,85 unità, la funicolare del Niesen.Ventiquattro ore d’attesa e poi, ancora altre novità! Questavolta è il turno dell’annuale tappa targata Posteurop. Il filoconduttore 2010 riguarda i libri rivolti ai bambini. Il rischiodi soggetti anonimi era alto, anche tenendo presente cosa ilBelpaese ha fatto negli ultimi tempi; “mitico” è il caso dell’8maggio 2006, quando il tema “L’integrazione vista dai giova-ni” era stato interpretato con un gruppo di ragazzi sul muret-to visto davanti (facciale da 45 cent) e di dietro (62). Interes-sante, invece, risulta l’attuale uscita, che coniuga il passato edil presente, la notorietà dei personaggi coinvolti e persino il“Made in Italy”: il 60 centesimi cita il collodiano Pinocchio

nell’interpretazione di Jacovitti; il 65 saluta il recente feno-meno di Geronimo Stilton, creato da Elisabetta Dami.Dieci giorni di tranquillità e via con il resto delle voci. Il 16maggio arriverà l’omaggio alla professione infermieristica:forse che, seppure inserito nella serie “Le istituzioni”, rappre-senta l’apertura di un nuovo filone? Il 60 centesimi si caratte-rizza per il sovrapprezzo di altri 30 in favore della lotta ai tu-mori del seno. È la terza iniziativa benefica per la stessa ma-lattia nel giro di pochi anni, dopo il 41+21 del 2 marzo 2002con Elena di Savoia e il 60+30 dell’8 marzo 2006 per pro-muovere il Congresso internazionale di medicina del lavoro.Gli ultimi tre esemplari in uscita sono tutti da 60 centesimi e ri-guardano la Congregazione delle suore ministre degli infermidi San Camillo (francobollo previsto per il 22, raffigura la fon-datrice, suor Maria Domenica Bruni Barbantin), l’ennesimoomaggio alla squadra di calcio che vincerà il Campionato di se-rie “A” (giorno 24, ma dipende da come andranno le partite) eil debutto della nuova serie a puntate: “Parchi, giardini ed ortibotanici d’Italia”. Si comincerà con un luogo molto conosciu-to dal ministro Scajola: villa Hanbury di Ventimiglia. ■

ESPERIENZA FAMIGLIA

FRANCOBOLLIdi Fabio Bonacina

L’ANLA IN MOSTRAIl Circolo filatelico rhodense organizza, sabato 15 e dome-nica 16 maggio, una mostra, trentaduesima della serie, alcentro Macondo, che si trova a Rho (Milano), in via San Mar-tino 20/22. Per l’occasione ha coinvolto il Gruppo filatelicoAnla Milano; ogni sodalizio interverrà con sei collezioni,mentre per il sabato pomeriggio, dalle 15 alle 18, ed è pre-vista una seduta di scambi. L’allestimento è visitabile gratui-tamente il giorno 15 negli orari 9.45-12.30 e 15-18.30, il16 dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.Lo stesso Gruppo Anla si è detto intenzionato a partecipa-re all’edizione 2010 del Campionato cadetti, promossodalla Federazione fra le Società filateliche italiane.

(F.B.)

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UN MESE DAVVERO IMPEGNATIVO!Otto le emissioni previste dall’Italia, per un totale di dodici francobolli

Le emissioni PostEurop di Italia

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ESPERIENZA FAMIGLIA

COMPUTERdi Maria Luisa Urbano

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Le applicazioni realizzatedagli sviluppatori in tuttoil mondo usando la piat-taforma di Twitter sono

70mila. Ecco quindi una lista diquelle di maggior interesse.TwitPic è un sito che permette inpochi clic di caricare on-line una fotoe diffonderla direttamente attraversoTwitter. In giro ci sono numerosi clonie valide alternative, ma TwitPic è ilpiù usato in assoluto. E se si potessedecidere un pagamento con 140 bat-tute? A provarci è TwitPay.me, un ser-vizio che permette di collegare il pro-prio account PayPal a quello diTwitter e ordinare i pagamenti trami-te dei brevi messaggi. Forse è un po’troppo pionieristico, ma il potenzialedel settore è enorme. Insegnate alvostro sito Internet ad usare Twitter.Grazie a TwitterFeed è possibile col-legare i feed rss (cioè gli aggiorna-menti della pagina web) a un accountTwitter che li raccoglie automatica-mente. E’ usato da oltre un milione diwebmaster, ed è una comoda scorcia-toia per diffondere i propri contenutise non si ha tempo di personalizzare imessaggi uno a uno. Uno dei proble-mi quando si inizia a usare Twitter ècapire chi vale la pena di seguire. Perrisolvere il dilemma ci sono diversisiti “directory”, tra cui l’ottimoWeFollow che divide i vari account inbase alla loro categoria e può essereun buono spunto per trovare genteinteressante, e aggiungersi a propriavolta. Se non avete intenzione di sca-ricare un programma apposito né diaprire Twitter per usarlo, ci sono deci-ne di estensioni per i browser da sco-prire. Su Firefox si possono trovareTwitBin che permette di gestire il pro-prio account da una piccola finestrel-la laterale e TwitterBar che permettedi twittare direttamente dalla barradegli indirizzi.Di cosa si parla oggi e quali sono gliutenti più ascoltati sono le domande acui tanti programmi provano a darerisposta. Tra i siti migliori per teneretraccia dei trend su Twitter e capire di

cosa si parla c’è TweetMeme. Perscoprire quanto un utente è seguito cisono invece strumenti come Grader eTwitter Counter.Fare soldi su Twitter, o almeno pro-varci. A questo servono alcuni serviziche inseriscono inserzioni pubblicita-rie tra i propri tweet, così che questesi diffondano tra i nostri amici. Tra lepiattaforme più note c’é Magpie chemette a disposizione un tool per farecapire quanto “vale” il proprioaccount. Attenzione però, a nessunofa piacere avere tra gli amici unospammer di pubblicità. Curiosi disapere cosa ne pensano i vostri “follo-wers” di un determinato argomento?Allora allestire un sondaggio conTwtPoll per tenere traccia delle rispo-ste, alimentare il buzz intorno a unargomento e generare grafici sullereazioni. Riesce meglio se si hannotanti contatti sul sito. Per usare

Twitter non serve andare sul sito,anzi. Decine e decine di applicazionisono state create per utilizzare il ser-vizio attraverso interfacce più como-de o organizzate e non c’è cellulareche non abbia un programma apposi-to. Uno dei programmi più usati èTweetDeck, disponibile per pc,iPhone e anche iPad, che permetteuna gestione migliore del proprioaccount e dello stesso tipo èancheTwirl. Per chi è invece sommer-so dai social network e non ha mododi star dietro a tutti, ci sono anche ser-vizi per aggiornarne decine in uncolpo solo (e tra questi anche Twitterè ovvio). Tra i migliori c’è l’italianoHellotxt, davvero indispensabile per ipiù “social addicted”.Per chiudere in bellezza, alcune delleapplicazioni più belle dal punto divista grafico sono quelle che permet-tono di “vedere” i tweet nel mondo.Piccole o grandi mappe del globoaggiornate in tempo reale con gli ulti-mi cinguettii come quelle diTwitterVision e GeoCodEarth. Perrendersi conto di quanto il fenomenoTwitter sia ormai diffuso.

TWITTER-MANIA

TEMPI DI ATTESA TROPPO LUNGHI AL PC?ATTENZIONE ALLA SINDROME DI HOURGLASS

Chiunque si sia seduto davanti a un monitor e abbia acceso un computerconosce la piccola clessidra che compare mentre il pc sta lavorando. È iltemuto segnale che ci sarà un’attesa da affrontare, più o meno lunga, duran-te la quale tutto quello che si può fare è restare con lo sguardo fisso sul video.Chi si sente stressato, o addirittura frustrato, da oggi può dichiararsi affettodalla sindrome di Hourglass, in altre parole, sindrome della clessidra.Come sempre la novità arriva da oltreoceano: Intel ha richiesto alla HarrisPoll, una società specializzata in sondaggi, di condurre un’inchiesta su comegli utenti vivano i tempi di aggiornamento e download dei propri pc. Sonostati intervistati 2.135 americani e i risultati mostrano una diffusa insofferen-za per la lentezza dei computer. Il 66 per cento degli intervistati si definiscestressato dai tempi di attesa. Il 23 per cento arriva a dichiararsi estremamen-te esasperato dalle prolungate attese. Il dato più rilevante giunge alla conclu-sione del sondaggio, che sottolinea come l’utente medio statunitense trascor-ra 13 minuti al giorno semplicemente aspettando il proprio computer. Tempoche, su 365 giorni, significa tre giorni di stressante attesa.

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Il 25 giugno 2010, ad un annoesatto dalla morte di MichaelJackson, il re del pop, il mon-do della musica lo ricorderà

con concerti, rievocazioni ed eventivari, tra cui un’asta di suoi oggettiche si terrà nell’ambito della tregiorni di vendite “Music Icons”, alPlanet Hollywood and Casinò diLas Vegas. L’asta avverrà mentreancora il più fitto mistero aleggiasulla sua scomparsa, anche se unafra tante ipotesi accreditate, basata sulle indagini eseguite subito dopo ladipartita di Michael Jackson, avevano fatto pensare che si trattasse di omi-cidio.All’asta andrà un blocco di ventidue oggetti appartenuti al popolare “Jac-ko” che i parenti hanno deciso di disperdere per realizzare una bella som-ma, si parla di un milione di dollari, allo scopo di ripianare i debiti da luilasciati, come dicono coloro che erano al corrente della sua situazione eco-nomica. I vari pezzi riflettono il gusto vivace e teatrale del suo mondo:poltrone leopardate, divani dorati, mobili intarsiati di madreperla, alcunicapi del guardaroba come giacconi e maglie ornate di paillettes, perline estrass, nonché il famoso guanto completamente ricoperto di sfavillanti cri-stalli Swarovski. Tutti pezzi unici realizzati esclusivamente per lui, chenon avranno difficoltà, nonostante il momento di crisi, a trovare nostalgi-ci, appassionati compratori. Il guanto in questione, forse il più famosoguanto della storia, venne indossato da Jackson nel 1983, quando si esibìper la prima volta in Moonwalk, la camminata sulla luna, con i piedi chescivolavano sulla scena come in assenza di gravità. Il mercato delle reli-quie dei grandi della musica attuale, le cosiddette “memorabilia”, si animain continuazione di nuovi feticci e il guanto di “Jacko” è uno di questi. Sisa per certo, infatti, che era stato messo ad un’asta nel 2009, all’Hard RockCafé di New York, e battuto per la somma di 350 mila dollari. Se lo era ag-giudicato un imprenditore asiatico. Ora torna sulla lista di Las Vegas. Se-condo Maurizio Cattelan, artista italiano contemporaneo, quotatissimo sulmercato internazionale dell’arte, la vendita del guanto di Michael Jacksonnon ha niente di diverso dal commercio delle reliquie che si faceva nelMedioevo, si tratta di un territorio dove si intrecciano isteria, fede, super-stizione. Per i fan la caccia alle “memorabilia” è inarrestabile. La giacca dipelle indossata dalla rock star nel tour “Bad” del 1983, venne aggiudicata,nella stessa asta di New York del 2009, per 225 mila dollari. Tutto entradirettamente nella sfera delle reliquie e diventa oggetto di adorazione e dileggenda. Gli images makers di oggi affermano che gli esseri umani han-no bisogno di miti e che sono le rock star a interpretarli, tanto da pagare aqualunque prezzo una minima frazione della loro esistenza, anche un sologuanto, una maglietta, una briciola della loro celebrità. ■

di Ida Spada

ESPERIENZA FAMIGLIA

COLLEZIONISMO

IN ASTA A LAS VEGAS “TUTTO” MICHAEL JACKSONUn semplice guanto potrebbe costare una fortuna

FACEBOOK UCCIDEIL FACE TO FACESei chiacchierate settimanali, vis avis, con genitori, fratelli, amici einnamorati. Tutto il resto è delega-to alla vita digitale, nella quale lagente investe sempre di più, affi-dando alle piazze virtuali il delica-to compito di farsi conoscere, colti-vare e approfondire i rapporti,rimanere in contatto. In altre paro-le, comunicare. Il fenomeno, di cuigli esperti ormai parlano da tempo,è in crescita ed è confermato da unrecente sondaggio, che ha intervi-stato tremila persone riguardo aipropri rapporti sociali, mettendo inrisalto soprattutto la dicotomia tra isocial network e le relazioni dirette,quelle in cui ci si guarda negliocchi.Un terzo degli intervistati sostieneche i familiari e gli amici sappianopiù cose della loro vita attraverso latecnologia che attraverso il face toface. Uno su cinque rimane in con-tatto con i familiari tramite Facebooko MySpace e uno su dieci dichiara dinon avere mai rapporti significativicon parenti e amici de visu, preferen-do Fb o Twitter o al massimo e-maile telefonino. Fin troppo scontata laperdita di dialogo in famiglia: le per-sone si rapportano sempre di più esempre più liberamente, all’unicacondizione che ci sia uno schermoche le possa proteggere.Appare quindi chiaro come uomini,donne, ragazzi e talvolta persino ibambini, stiano rischiando di perde-re confidenza con il dialogo, trascu-rando di allenare capacità relazionaliindispensabili, soprattutto nella cre-scita. I dati sono britannici, ma latendenza è globalizzata. Sta tramon-tando il piacere del faccia a faccia, econ il gusto dello stare insiemeanche intorno a una tavola o sedutisu un divano, si perde l’esercizio,inibendo un’abilità importante checon il passar del tempo rischia diatrofizzarsi. ■

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ESPERIENZA FAMIGLIA

CIVILTA’ DELLA TAVOLAdi Jolanda Proietti

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Non mangeremo la patata transgenica, servirà tutta-via per uso industriale e nell’alimentazione deglianimali. La Commissione Europea ha dato il via li-bera alla coltivazione della patata transgenica dopo

dodici anni durante i quali nessuna coltivazione di Ogm, orga-nismi geneticamente modificati, era stata autorizzata sul terri-torio dell’Unione. Da Bruxelles si precisa che il ciclo di produ-zione dell’Amflora, così si chiamerà il nuovo tubero, sarà or-ganizzato in modo da essere completamente separato da quel-lo delle patate da agricoltura convenzionale e biologica. La su-perpatata verrà prodotta da un’azienda multinazionale tedesca.Dodici anni di incontri, scontri, dibattiti tra i favorevoli e i con-trari. Una decisione troppo a lungo rinviata per alcuni, un in-cubo ecologico-sanitario per altri. In conclusione una svoltaimportante, ma al tempo stesso preoccupante nella storia del-l’alimentazione umana.A suo sfavore pesa il fatto che sarebbero stati identificati duegeni, o per meglio dire due marcatori genetici, che conferisco-no al corpo umano la resistenza a due diverse classi di antibio-tici, rendendolo dunque più vulnerabile ad alcune malattie.Ma, come spiegano gli esperti della UE, sono allarmi ingiusti-ficati, gli stessi due geni sono presenti anche in natura.Constatata la spaccatura in atto tra i due fronti, Bruxelles contadi lasciare spazio ai singoli governi. La faccenda non è tuttavia

destinata a risolversi tanto presto perché deve ancora pronun-ciarsi il Consiglio Europeo, e l’Europarlamento si è quasi sem-pre dimostrato sfavorevole agli Ogm, in modo trasversale, sianella sua componente di destra che di sinistra. Un parere nega-tivo lo hanno già dato Greenpeace e il Codacons. L’agronomoitaliano Paolo De Castro, presidente della CommissioneAgricoltura dell’Europarlamento, approva la prudenza con laquale la Commissione Europea affronta lo scottante problemaammettendo, comunque, che gli Ogm non sono il diavolo. Dalcanto suo il presidente della Commissione Europea, Barroso,ha ribadito che l’ultima parola spetterà ai singoli Paesidell’Unione che avranno la facoltà di autorizzarne o meno lacoltivazione sul proprio territorio. Quando verrà il momentosaranno quindi i singoli governi a decidere se voltare paginanella storia del tubero che appare sulla nostra tavola da circacinquecento anni. La svolta, se ci sarà, potrebbe coinvolgeremilioni di persone di questo pianeta. Sul problema la Chiesa sidimostra dal canto suo possibilista nel considerare le nuovefrontiere che vengono aperte “da un corretto impiego delle tec-niche di produzioni agricole tradizionali e da quelle innovati-ve; supposto che esse siano state, dopo adeguata verifica, rico-nosciute opportune e rispettose dell’ambiente e attente allepopolazioni più svantaggiate”. Sulla povera e umile patata lepolemiche andranno avanti ancora per un pezzo. ■

STORIA E TRADIZIONI DEL POLIEDRICO MONDO DEL VINO (5)

Il nome del territroio morenico ai bordi meridionali del lagod’Iseo deriva forse dal termine “francae curtes” che si rife-riva all’esenzione fiscale concessa all’Ordine benedettino

della zona durante il medioevo.L’ascesa della Franciacorta, che l’ha portata a essere la “Cham-pagne italiana”, cominciò nel 1961 quando Guido Berlucchivenne convinto dal suo enologo a produrre un vino spumante. Ilsuccesso dell’iniziativa fu tale che negli anni Settanta diversi in-dustriali milanesi cominciarono a investire denaro nell’emergen-te industria locale dello spumante. Seguendo l’esempio di Ber-lucchi - la cantina produce ogni anno più di quattro milioni dibottiglie da vini provenienti dall’Oltrepò Pavese e dal Trentino– i produttori locali si specializzarono nei vini spumanti fer-mentati in bottiglia prodotti con il metodo champenois e basa-ti su tre varietà di Pinot e Chardonnay.Nel 1995 il Franciacorta ebbe dunque l’onore di diventare il pri-mo spumante italiano fermentato in bottiglia con docg, un rico-noscimento che, a differenza degli altri vini bianchi italiani è ve-ramente meritato. L’etichetta Franciacorta può essere esibita so-

lo da vini prodotti con uve Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Ne-ro e con un massimo del 15 per cento di Pinot Grigio, che matu-rano sulle fecce per almeno 18 mesi, o per 30 mesi nel caso diproduzioni d’annata.I migliori spumanti della Franciacorta sono “brut”; il dosaggiozuccherino in realtà non è necessario, perché le temperature del-la zona sono alquanto più alte di quelle della regione francesedella Champagne. Corpo e pienezza aromatica, e altre fragranzesottili, sono assicurati dalla permanenza del vino di base in bar-rique. Oltre agli ordinari vini bianchi spumanti, la zona produceanche spumanti rosati e la specialità della Franciacorta, il Satèn,invecchiato per un periodo più lungo di quello previsto per glispumanti normali e ottenuto da uve con una resa massima uffi-ciale inferiore del 20 per cento rispetto a quella consentita per ivini ordinari.Champagne e Franciacorta, due realtà splendide, uniche per pe-culiarità dei territori, realtà storiche differenti, non paragonabili,non sovrapponibili, entrambi dovutamente godibili fino all’ulti-ma bollicina.

PATATE TRANSGENICHE: QUESTI I LIMITI FISSATI

di Roberto Antognozzi

FRANCIACORTA, LO “CHAMPAGNE” ITALIANO

E tuttavia le polemiche continuano

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ESPERIENZA FAMIGLIA

CUCINIEREdi Mamma Giovanna

RICETTE PER UN ANNORISOTTO DI CARCIOFI

Per 4 personeIngredienti: 350 gr di risoper risotto, 2 scalogni, 1 dldi vino bianco secco, 1 li-tro di brodo, 3 cucchiai diolio d’oliva, 8 carciofi.Mondare e pulire i carciofie tagliarli a fettine. Farlirosolare in una padella conun cucchiaio d’olio perammorbidirli, e tenerli daparte.

Pulire gli scalogni e affet-tarli finemente. Farli ap-passire in una capiente pa-della e prima che prendanocolore aggiungere il riso.

Far insaporire e rosolare iltutto finché sia quasi tra-sparente.Bagnare con il vino e farloevaporare a fuoco vivo.Proseguire la cottura ag-giungendo progressiva-mente il brodo, mescolan-do per almeno 18 minuti.Aggiungere allora i carcio-fi. Mescolare bene. Aggiu-stare di pepe e sale e servi-re.

PANNA COTTA

ALLA FRAGOLA

Per 4 personeIngredienti: 60 cl di pannafresca liquida, 80 gr dizucchero, 1 stecca di vani-glia, o un mezzo cucchiai-no di estratto liquido, 3 fo-glie di gelatina.Salsa di fragola: 250 gr difragole, il succo di mezzolimone, 50 gr di zucchero.Far ammorbidire le fogliedi gelatina in una grandequantità di acqua fredda. In una casseruola versarela panna, lo zucchero, lastecca di vaniglia tagliatain due nella lunghezza.Far cuocere a fuoco basso,mescolando. Appena lacrema arriva al primo bol-lore ritirare subito dal fuo-co. Levare la stecca di va-niglia e aggiungere la ge-latina ben strizzata. Me-scolare finché sia comple-tamente sciolta.Versare nei quattro recipien-ti scelti e far riprendere infrigorifero per 8/10 ore.E per la salsa di fragola:frullare anzitutto le frago-le. Versare lo zucchero con4 cucchiai di acqua in unacasseruola su fuoco basso.Quando sarà sciolto ag-giungere le fragole e ilsucco di limone. Far cuo-cere per 5 minuti circa etenere in frigorifero per al-cune ore. Sformare le cre-me e servirle irrorate conla salsa di fragola.

POLPETTINE AL CURRY

Per 6 personeIngredienti: 600 gr di pettodi pollo, 2 cipollotti, 1 spic-chio d’aglio, 1 cucchiaio dicurry, 1 mazzetto di prezze-molo, 30 cl di latte di coc-co, un poco di peperonci-no, il succo di 1 limone,olio d’oliva, sale e pepe.Pulire i cipollotti e maci-narli con la carne di pollo,l’aglio, il pezzetto di pepe-roncino, la metà del prezze-molo. Versare il compostoin una ciotola, aggiungereil succo di limone, aggiu-stare di pepe e sale, e con-fezionare delle polpettinedi circa 5 cm di diametro.Farle rosolare nell’olio di

oliva per circa 15 minuti,finché siano ben dorate.A questo punto spolverarecon il curry, bagnare con illatte di cocco e un bicchie-re d’acqua, aggiungere ilresto del prezzemolo trita-

to e una presa di peperon-cino. Salare e pepare. Co-prire la pentola e far cuo-cere per una trentina di mi-nuti.Servire caldo con del risobianco.

POLPETTINE D’AGNELLO

Per 6 personeIngredienti: 800 gr d’agnello senza osso, 2 cipollotti, 1 mazzetto di menta, 100 gr di pi-noli, 2 cucchiai di olio d’oliva, 1 scatola da 400 gr di pomodori a pezzetti, 4 cucchiaidi concentrato di pomodoro, 2 bicchieri d’acqua, peperoncino.Pulire i cipolotti. Lavare e asciugare la menta.Macinare la carne, i cipollotti, la metà dei pinoli e la metà della menta. Aggiustare disale e pepe, e confezionare delle polpettine della grandezza di una noce.In una pentola far rosolare le polpettine nell’olio d’oliva. Aggiungere la scatola di po-modori, il concentrato, il resto dei pinoli e della menta, l’acqua, poco sale e una bellapresa di peperoncino.Coprire e lasciar cuocere a fuoco basso per almeno 5 minuti. Se dovesse asciugarsitroppo, aggiungere un po’ d’acqua. Accompagnare con fagioli cannellini o riso bianco.Volendo, si può preparare il piatto il giorno prima, e far cuocere le polpettine per tre orea fuoco bassissimo, il gusto ne sarà esaltato.

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ESPERIENZA FAMIGLIA

AUTO

di Giulio Conter

NATURA

di Clemy

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L’acqua? Ne consumiamo troppa, questo pro-dotto straordinario si sta rarefacendo, lo con-ferma sul suo ultimo numero la rivista Natio-nal Geographic con una serie di articoli di cui

ripubblichiamo queste righe introduttive: “Se siete di quel-li che pensano che lasciar colare un filo d’acqua dal rubi-netto non costituisca una perdita importante, non sapeteche così vanno perduti 8.000 litri al mese. Ma anche se sie-te fra coloro che si lavano i denti usando l’acqua di un bic-chiere o si fanno la barba tappando il lavandino per nonsprecarla, dovreste riflettere sul fatto che, per quanti sforzifacciamo dentro casa, non è lì che si annida la fonte dellospreco colossale di acqua che oggi caratterizza l’Italia e iPaesi ricchi. Intendiamoci, si fa sempre bene a installarequei rompigetto che miscelano l’acqua con l’aria e dunquedimezzano l’erogazione a parità di tempo. E benissimo sifa a cambiare le tubature quando sono obsolete e perdono.Ma se volessimo fare davvero qualcosa contro gli sprechinon dovremmo rivolgerci contro gli usi civili dell’acqua,bensì contro quelli dell’agricoltura.La maggior parte dell’acqua dolce al mondo (e in Italia) sipreleva oggi per l’irrigazione (da noi il 45 per cento deltotale), che viene spesso ancora condotta come 2.000 annifa: si devia il fiume in canali sempre più piccoli che fini-scono direttamente nei campi ad allagarli per settimane,poco importa se la pianta ne abbia davvero bisogno e sepiova oppure no. Solo il 16 per cento dell’irrigazione vienecondotta per sgocciolamento temporizzato, come siamobravissimi a fare sui terrazzi delle nostre metropoli per lepiante da balcone. L’agricoltura spreca invece molto e uti-lizza acqua di sorgente laddove potrebbe usarne di ricicla-te o rigenerate. Il problema è che l’acqua costa davveromolto poco: per esempio a Roma circa un euro ogni 1.000litri. Ma in agricoltura costa ancora meno, e questa è unadelle ragioni per cui nessuno la risparmia.E anche l’industria ha le sue colpe (sempre maggiori, con-siderato che oggi preleva ben il 37 per cento del totale)nello spreco, visto che per confezionare un wafer di silicioda 6 pollici ci vogliono 10 mila litri d’acqua. E 250 litri perfabbricare un chilogrammo di carta.Il fabbisogno italico di acqua è di 54 miliardi di metri cubil’anno, ma come faremo nel futuro se siamo sempre di piùe i nostri sprechi aumentano?”.Questo, in sintesi, il grido d’allarme. La lezione da trarneè semplice: impariamo a utilizzare meglio l’acqua. Neavranno vantaggio i nostri figli e nipoti. ■

L’ACQUA SI SPRECASPECIE IN AGRICOLTURA

E’ questo il grido d’allarme di una rivista prestigiosa

Q uella con “Bimbo a bordo” sul lunotto èl’auto di una giovane famiglia. Quella coni santini e il rosario che pende dallo spec-chietto appartiene a chi va per santuari.

L’auto del tifoso mostra gli scudetti della squadra delcuore (occhio ad andare in trasferta). Quella taroccatacon fregi, colori, altoparlanti bum-bum, alettoni ecc., èdi chi frequenta amici le cui auto sono taroccate confregi, colori, altoparlanti bum-bum, alettoni ecc. Inno-cue esternazioni per affermare l’appartenenza ad unaspecie. Ci sono poi coloro che non si accontentano dei“patacchini” (così un mio capo chiamava gli adesivi),ma vorrebbero addirittura una livrea unica con il peri-colo, anzi la quasi certezza di scadere nel cattivo gusto.Se è vero che l’abito non fa il monaco è altrettanto ve-ro che i decori sull’auto, come un vestito o una pettina-tura, spediscono all’esterno precisi messaggi. E alloraper chi non può sopportare l’idea di avere l’auto “puli-ta” come l’ha pensata il costruttore e desidera persona-lizzarla, meglio affidarsi agli esperti. Come quelli diSmart, l’auto birichina che tutti vorrebbero. La Casa diStoccarda ha addirittura ingaggiato un artista, TimoWuerz, che ha studiato sei gioiosi smart art sticker cherendono unico ogni esemplare di smart fortwo. Sporti-vi, eleganti, metropolitani, diversi stili caratterizzanole sei grafiche rafforzando il carattere unconventionaldi Smart. Le pellicole adesive di elevata qualità vengo-no applicate direttamente sull’auto senza necessità dialcuna modifica. Se posti correttamente, gli smart artsticker garantiscono una durata di circa cinque anni epossono essere rimossi senza problemi in ogni momen-to e senza lasciare alcuna traccia residua. Costano 329euro e potrebbero risolvere il problema di un regalo delpapà al figlio (di papà). ■

COME OPERE D’ARTE

Smart decorata con uno degli art sticker

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ARIETE 21 marzo - 19 aprileAttività – sollecitati da un Marte creativo e combattivo,attuerete con scioltezza programmi e intenti.Affetti – buona intesa in famiglia; torna l’armonia tra le-coppie. Periodo importante per i più giovani.Salute – l’aria di mare sarà un toccasana.Incontri positivi con: Leone, Sagittario, Pesci.

TORO 20 aprile - 20 maggioAttività – si profila un ottimo mese; procederete senzaesitazioni nell’ambito dei contatti di lavoro.Affetti – sentimenti in fase di riscaldamento, ma non èancora tempo di cimentarsi in partenze veloci.Salute – più equilibrio nella dieta giornaliera.Incontri positivi con: Gemelli, Vergine, Acquario.

GEMELLI 21 maggio - 21 giugnoAttività – piccoli, ma significativi, passi in avanti stimo-leranno gran parte della vostra competitività.Affetti – Venere nel segno promette atmosfere vivaci enuovi incontri; opportunità di programmare un piacevo-le viaggio.Salute – non privatevi del potassio, vostro sale minera-le.Incontri positivi con: Toro, Cancro, Sagittario.

CANCRO 22 giugno - 22 luglioAttività – sotto gli armonici influssi di Giove e Urano,vi muoverete con disinvoltura e rinnovato entusiasmo.Affetti – evitate critiche inopportune al partner, possonorivelarsi un’arma a doppio taglio. E’ da preferire l’armadella tolleranza.Salute – l’energia fisica va gestita meglio.Incontri positivi con: Ariete, Scorpione, Pesci.

LEONE 23 luglio - 22 agostoAttività – buone opportunità per arricchire il vostro ba-gaglio d’esperienza, ma anche il vostro portafogli.Affetti – divergenze di opinione potrebbero causare unraffreddamento nel rapporto di coppia; l’intransigenzanon paga.Salute – la circolazione può dare qualche fastidio.Incontri positivi con: Gemelli, Bilancia, Capricorno.

VERGINE 23 agosto - 22 settembreAttività – le dissonanze astrali renderanno più lento losvolgimento di un programma, ma chi va piano…Affetti – possono emergere piccoli sensi di colpa neiconfronti di un familiare; avrete modo di rimediare confacilità.Salute – non trascurate la cura del corpo.Incontri positivi con: Ariete, Toro, Cancro.

BILANCIA 23 settembre - 23 ottobreAttività – atmosfere mutevoli caratterizzeranno il settorelavorativo, ma il periodo è eccellente per l’arte.Affetti – significativi aspetti astrali preannunciano pia-cevoli sorprese provenienti dal passato.Salute – possibili piccole noie in sede lombare.Incontri positivi con: Gemelli, Leone, Acquario.

SCORPIONE 24 ottobre - 22 novembreAttività – il sodalizio Giove-Urano stimolerà le vostrecapacità strategiche, ma è da evitare l’improvvisazione.Affetti – attraenti e sicuri di voi, conquisterete l’ammira-zione di chi vi interessa, e forse qualcosa di più.Salute – buona, ma dovete concedere più ore al sonno.Incontri positivi con: Toro, Capricorno, Pesci.

SAGITTARIO 23 novembre - 21 dicembre Attività – per raggiungere i risultati desiderati sarà d’ob-bligo pianificare e programmare ogni cosa.Affetti – più sicuri dei vostri sentimenti e più sensibili aquelli degli altri, troverete la strada della felicità.Salute – miglioramento generale.Incontri positivi con: Ariete, Vergine, Sagittario.

CAPRICORNO 22 dicembre - 20 gennaio Attività – non abbiate timore nel proporre qualcosa dinuovo, gli influssi astrali proteggono le vostre iniziati-ve.Affetti – buona sintonia con il partner, ma la temperaturapassionale subirà un lieve calo, specie a fine mese.Salute – momenti di stanchezza fisica.Incontri positivi con: Cancro, Scorpione, Acquario.

ACQUARIO 21 gennaio - 19 febbraio Attività – prosegue l’opposizione di Marte che renderàpiù arduo il percorso lavorativo, ma chi la dura la vince.Affetti – una ventata primaverile allontanerà quel velo dipessimismo che offusca il vostro cuore.Salute – recupero di energie.Incontri positivi con: Toro, Bilancia, Sagittario.

PESCI 20 febbraio - 20 marzo Attività – periodo indicato per nuovi contatti e per mi-gliorare l’attuale situazione lavorativa.Affetti – divergenze per questioni di denaro in famiglia;suscettibilità e permalosità in amore.Salute – moderate cibo pesante e bevande alcoliche.Incontri positivi con: Leone, Scorpione, Capricorno.

di Giuliana Valci

Ma

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ESPERIENZA FAMIGLIA

OROSCOPO

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