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Enciclopedia della Nutrizione - ivis.org · Nutrizione Enciclopedia della clinica delcane ......

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Nutrizione Enciclopedia della clinica del cane Medico Veterinario, Scientific Publishing Manager, Royal Canin Communication Group Medico Veterinario, Capo del Nutritional Research Program, Royal Canin Research Center Medico Veterinario, Direttore del Scientific Communications, Royal Canin USA Pascale Pibot Vincent Biourge Denise Elliott Close window to return to IVIS This book is reproduced in the IVIS website with the permission of Royal Canin. IVIS thanks Royal Canin for their support.
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NutrizioneE n c i c l o p e d i a d e l l a

c l in ica del cane

Medico Veterinario,Scientific Publishing

Manager, Royal CaninCommunication

Group

Medico Veterinario,Capo del NutritionalResearch Program,

Royal Canin ResearchCenter

Medico Veterinario,Direttore del Scientific

Communications,Royal Canin USA

Pascale Pibot Vincent Biourge Denise Elliott

Close window to return to IVIS

This book is reproduced in the IVIS website with the permission of Royal Canin. IVIS thanks Royal Canin for their support.

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Status nutrizionale dei cani con neoplasia:valutazione dietetica e raccomandazioni

Joseph J.WAKSHLAGBS, MS, DVM

Francis A.KALLFELZBS, DVM, PhD, Dipl ACVN

1 - Valutazione nutrizionale del paziente neoplastico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 435

2 - Il ruolo della nutrizione nella neoplasia e nella cachessia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 436

3 - Considerazioni nutrizionali su neoplasia e cachessia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 439

4 - Intervento nutrizionale durante il trattamento della neoplasia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 444

Domande frequenti: la nutrizione dei cani con neoplasia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 445

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 446

Esempi di diete fatte in casa adatte al trattamento della cachessia neoplastica . . . . . . . . . . . 448

Informazioni Nutrizionali Royal Canin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 450

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La nutrizione non viene spesso considerata come un problemacritico nel trattamento delle neoplasie, ma può essere

una variabile importante che influisce sulla qualità della vita esui tempi di sopravvivenza. Nei pazienti neoplastici, in particolarese affetti da forme metastatiche, il problema non è quello di guarire il paziente, ma come migliorare la sua qualità della vita. Nel corso degli ultimi 20 anni, si è andata sviluppando una basedi letteratura sul ruolo che certi macronutrienti (grassi, proteinee carboidrati) e micronutrienti (vitamine, minerali, acidi grassied aminoacidi) esercitano sulle malattie neoplastiche. Benché quest’area di ricerca sia ancora all’inizio, si vanno raccogliendo sempre più prove del fatto che il trattamento nutrizionale della neoplasia può influire profondamente sulla vita degli animali e dei proprietari coinvolti in questo processopatologico.

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Status nutrizionale del cane con neoplasia: valutazione dietetica e raccomandazioni

Joseph J. WakshlagBS, MS, DVMIl Dr. Joseph Wakshlag si è laureato (BS ed MS) presso la Montclair State University, ed ha ottenuto dal Cornell College un DVM

in Veterinary Medicine. Attualmente, sta conseguendo un PhD in farmacologia ed è coinvolto in un programma di residenza in Nutrizione

Veterinaria. I suoi interessi nel campo della ricerca riguardano i meccanismi della consunzione della massa corporea magra nel cane e

nel gatto, nonché il metabolismo degli aminoacidi e degli acidi grassi nella neoplasia. I suoi interessi extracurricolari sono rappresentati

dal metabolismo degli animali atleti, che esamina direttamente 365 giorni all’anno nel suo allevamento di Euro-hound, utilizzati per

le gare di sled dog (cani da slitta).

Francis A. KallfelzBS, DVM, PhD, Dip ACVNIl Dr. Francis Kallfelz si è laureato presso il Cornell College of Veterinarian Medicine nel 1962 ed ha continuato fino a conseguire

nel 1966 il PhD in fisiologia sullo studio del metabolismo del calcio. Subito dopo la laurea è entrato a far parte del personale della Facoltà

nel Department of Clinical Sciences del Cornell College of Veterinary Medicine. Ha svolto le funzioni di Direttore dell’ospedale dal 1986

al 1997 ed è stato anche profondamente coinvolto nella realizzazione dello statuto dell’ American College of Veterinary Nutrition, che è stato

fondato nel 1988. Francis Kallfelz è al momento attuale il James Law Professor of Nutrition del Department of Clinical Sciences. Benché

gran parte della sua carriera sia stata spesa nella ricerca del metabolismo e dell’assorbimento di calcio, fosforo, magnesio e vitamina D, i suoi

più recenti interessi sono stati lo studio dei fabbisogni proteici ed i meccanismi molecolari della consunzione della massa corporea magra.

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1 - Valutazione nutrizionale del paziente neoplastico

Benché non sia il punto centrale di questo capitolo, va ricordato che un paziente che pre-senti anoressia richiede un’attenzione immediata, basata sulla somministrazione di unanutrizione enterale o, eventualmente, paraenterale parziale o totale (capitolo 14). Spesso èdifficile determinare se la perdita di peso sia dovuta all’anoressia o ad una cachessia neo-plastica. Nelle neoplasie in fase avanzata si ha frequentemente un momento di anoressiaintermittente associata al trattamento chemioterapico della malattia.

Clinicamente, la cachessia può essere definita come una perdita di peso progressiva a fronte di un’assunzione calorica apparentemente adeguata. Questa situazione può esserecausata da una gran varietà di meccanismi, ma si ritiene che nella maggior parte dei casisia dovuta ad un’alterazione del metabolismo basale che esita in un aumento del fabbisognoenergetico a riposo. Tuttavia, anche altri fattori che non sono dovuti ad un aumento delmetabolismo possono portare alla consunzione della massa corporea magra.

La raccolta di una buona anamnesi, un approfondito esame clinico, la valutazione persona-le ed il follow-up del paziente risultano di importanza critica per determinare lo status meta-bolico dell’animale. Per stabilire se un paziente neoplastico è ipermetabolico oppure se laperdita della massa corporea magra è dovuta ad altri meccanismi è necessario non solo stabilire il peso corporeo, ma anche determinare il punteggio di condizione corporea e cercare di accertare soggettivamente se si sia verificata una perdita anormale della massa corporea magra del paziente.

Uno studio condotto in ambito veterinario ha suggerito che una sottopopolazione signifi-cativa (27%) dei felini con neoplasia sviluppa una cachessia (Baez et al, 2002). La percen-tuale dei cani con neoplasia e cachessia non è ancora stata determinata, ma man mano chele varie modalità terapeutiche determineranno un prolungamento dei tempi di sopravvi-venza dei soggetti colpiti da forme tumorali, la prevalenza della condizione cachettica potràaumentare.

Per valutare la massa corporea magra è possibile utilizzare mezzi sofisticati, come la DEXA (Dual EnergyX-ray Absorptiometry) e l’impedenza bioelettrica, tuttavia queste modalità non sono disponibili per lamaggior parte dei clinici. Di conseguenza, quando si esegue il monitoraggio della neoplasia risultanoessenziali la determinazione regolare del peso e del punteggio di condizione corporea.

Quando si valuta il paziente neoplastico per stabilire l’eccessiva perdita di peso e la consunzione dellamassa corporea magra, le altre malattie che è necessario escludere sono rappresentate da diabete mellito, cardiopatia, nefropatia e ipertiroidismo, dal momento che anche in queste condizioni si puòverificare la stimolazione biochimica ed ormonale della perdita di peso e della cachessia.Le linee guida che sono state riferite negli studi condotti su pazienti umani con neoplasia contribuis-cono a definire la perdita di peso anormale e a mettere a punto una caratterizzazione della rispostacachettica (Inui, 2002) (Tabelle 1 & 2).

QUANDO IN UN CANE VIENE DIAGNOSTICATAUNA NEOPLASIA, IL VETERINARIO IN

GENERE SI TROVA DI FRONTE AD UNADELLE SEGUENTI TRE SITUAZIONI:

1) Neoplasia senza complicazioni nutrizionali2) Neoplasia con anoressia3) Neoplasia con cachessia

In generale, l’anoressia esita in perdita di peso,dovuta principalmente al tessuto adiposo, mentre i pazienti con cachessia perdono quantitàquasi uguali di muscolatura scheletrica e massagrassa.

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TABELLA 1 - CARATTERISTICHE DEL DIGIUNOPROLUNGATO/ANORESSIA IN CONFRONTO

ALLA CACHESSIA

Anoressia Cachessia

Consumo di energia /Dispendio energetico /Massa grassa

Massa magra

TABELLA 2 - LINEE GUIDA PER DETERMINARE SE LA CACHESSIAÈ UNA COMPONENTE DELLA PERDITA DI PESO

Status nutrizionale Modificazione del peso corporeo Intervallo temporale

Adulto sano 2% 1 mese

Adulto sano 3,5% 3 mesi

Sospetta cachessia 5% 6 mesi

Cachessia accertata > 10 % < 6 mesi

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Se si sospetta una cachessia è necessario effettuare di routine un accurato esame della muscolatura dellascapola, degli arti posteriori e dei muscoli masticatori (Baez et al, 2002). Le prominenze ossee come latuberosità glenoidea, la spina scapolare, la tuberosità ischiatica, il grande trocantere del femore e lacresta sagittale del cranio si rendono più evidenti entro un breve periodo di tempo.Per la valutazione della massa corporea magra risulta anche utile e di facile attuazione l’esame dei muscoli glutei e di quelli paralombari, che evidenzia la prominenza della cresta dell’ileo e dei processispinosi delle vertebre (Figura 1). Analogamente al punteggio di condizione corporea (BCS, body condition scoring) utilizzato per l’obesità, esiste un punteggio di condizione muscolare (MCS, musclecondition scoring) attualmente in via di sviluppo. Questo mezzo dovrebbe rendersi disponibile per i clinici nel prossimo futuro e contribuire a definire la cachessia distinguendola dalla normale consun-zione della massa corporea magra nel cane.

2 - Il ruolo della nutrizione nella neoplasiae la cachessia

In alcuni casi, la morte dei pazienti con neoplasia non è dovuta alla neoplasia stessa, ma ad una perditadi condizione corporea che travolge l’animale. Comprendere questi processi è importante per potereffettuare un appropriato intervento nutrizionale.

Epidemiologia nutrizionale della neoplasia in medicina veterinaria

Il ruolo della nutrizione nella prevenzione delle neoplasie è diventato l’argomento di una enorme atti-vità di ricerca in medicina umana, a causa della variabilità della dieta dell’uomo e della consapevolez-za che certi protocolli dietetici possono ridurre il rischio relativo di neoplasia. Ciò può essere vero anchenegli animai da compagnia, benché in genere in medicina veterinaria i pazienti vengano trattati conuna dieta più bilanciata di quella della maggior parte degli esseri umani. Sono stati condotti tre studiepidemiologici nel cane per esaminare i fattori di rischio della neoplasia mammaria legati alla dieta edalla conformazione corporea. I risultati di queste ricerche hanno riferito che il contenuto di grasso delladieta non presentava alcuna relazione significativa con l’incidenza della neoplasia, mentre l’obesitàincrementava il rischio relativo di carcinoma mammario (Sonnenshein & coll, 1991).

È interessante notare che man mano che la concentrazione proteica della dieta aumentava, il rischiorelativo di neoplasia mammaria diminuiva, mentre una seconda indagine ha riferito un incremento delrischio relativo di neoplasia in cagne alimentate con carne cruda come fonte primaria di assunzione

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I DUE PRINCIPALI SCOPINUTRIZIONALI CHE DEVONO

ESSERE CONSIDERATIUGUALMENTE IMPORTANTI

IN UN PAZIENTE NEOPLASTICOSONO:

1) Inibire la crescita tumorale

2) Prevenire o trattare la cachessia

FIGURA 1 - CACHESSIA NEOPLASTICA CLINICAMENTE MANIFESTA

Aspetto emaciato dovuto ad un’inappropriata consunzione della massa corporea magra. Si noti la prominenza di costole, anche, vertebre e cresta sagittale, nonché la perdita della muscolatura degli arti posteriori e dei pettorali.

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calorica (Shofer et al, 1989; Perez-Alenza et al, 1998). Quando si interpretano i risultati diquesti studi, si può dedurre che la qualità dell’alimento risulta spesso migliore all’aumen-tare della concentrazione proteica nel cibo nel cane. Al contrario, le diete a base di carnecruda sono di solito sbilanciate dal punto di vista nutrizionale. Pertanto, man mano che l’equilibrio complessivo dei principi nutritivi presenti nell’alimento diminuisce, l’incidenza della neoplasia può aumentare. Quindi, in ambito veteri-nario, l’ideale può essere alimentare gli animali con diete ben bilanciate che soddisfino lelinee guida nutrizionali (Nutritional Research Council, NRC) per l’alimentazione del cane,quando si cerca di ridurre la prevalenza di certe neoplasie.

Fabbisogni energetici e metabolismo neoplastico

Per comprendere l’intervento nutrizionale in presenza di neoplasia è essenziale capire ilmetabolismo della crescita delle cellule neoplastiche.In generale, gli elementi tumorali hanno un metabolismo energetico anaerobico più elevato di quelli normali, per cui si basano maggiormente sul glucosio, cioè si ha un aumentodella sensibilità della via glicolitica. Questa accentuazione della glicolisi conduce ad unaccumulo di piruvato che viene rapidamente convertito in lattato, determinando così unalieve acidosi lattica, che è stata documentata nei cani con neoplasia (Vail et al, 1990; Olgivie et al,1997). Una volta che sia stato liberato dalla cellula neoplastica nel torrente circolatorio, il lattato vienecaptato dal fegato, riconvertito in glucosio e può tornare alla cellula neoplastica per andare incontro aglicolisi, analogamente al ciclo di Cori (Olgivie & Vail, 1990; Howard & Senior, 1999) (Figura 2).Durante questo processo di conversione del glucosio in lattato, si è avuto un guadagno di 2 ATP dallaglicolisi nella cellula neoplastica, ma la riconversione del lattato in glucosio nella cellula epatica richiede4 ATP e 2 GTP, portando ad una perdita netta di 2 ATP.

Inoltre, è stato dimostrato che il rilascio umorale di certe citochine da parte del tessuto infiammatorioche circonda la neoplasia o dalla neoplasia stessa porta al disaccoppiamento della fosforilazione ossi-dativa nei mitocondri, il che può esitare in una riduzione della produzione di ATP (Giordano et al,2003). Certe citochine possono anche ridurre la sensibilità dell’attività della lipoproteina lipasi endo-teliale, causando un accumulo di acidi grassi e trigliceridi in circolo ed impedendo lo stoccaggio degliacidi grassi all’interno degli adipociti. Nell’insieme, queste modificazioni possono esitare in alterazionidei profili lipidici sierici e in un’ipertrigliceridemia che sono stati osservati nei cani con linfoma (Olgivie et al, 1994).Per apportare una quantità di energia adeguata all’inutile ciclo dei vari sistemi e nel tentativo di alterare la dipendenza dei processi neoplastici dalla glicolisi anaerobia, vengono spesso effettuate dellealterazioni dei livelli dietetici dei substrati apportatori di energia (proteine, grassi e carboidrati) per cercare di rallentare la progressione della malattia e quindi aumentare il tempo di sopravvivenza(Argiules & coll, 2003).

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Ciclo di Krebs

GlicolisiGlucosio

Piruvato

LattatoGuadagno netto =

2 ATP

NEOPLASIAGuadagno netto= 38 ATP

Perdita netta=4 ATP e 2 GTP

GluconeogenesiCiclo di Cori

FIGURA 2 - METABOLISMO DEL GLUCOSIO (CICLO DI CORI)

Il metabolismo del glucosio in corso di neoplasia, che indica il ciclo inutile e la perdita di energia dovuta alla resintesi del glucosio a partire dal lattato nel ciclo di Cori.

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Nel corso degli ultimi 40 anni sono stati adottatimolti approcci per influenzare la crescita neoplasticaattraverso molte modificazioni della nutrizione.

Uno dei principali fattori di rischio per la cachessia neoplastica è l’aumento dei fabbisogni energetici dovuto all’attivazione dei sistemi proteolitici.

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Cachessia neoplastica

Per molti anni si è pensato che tutti i pazienti con cachessia neoplastica avessero un’elevata attivitàmetabolica a riposo a causa dell’incremento del metabolismo nel tessuto neoplastico. Tuttavia, moltistudi condotti nell’uomo, ed oggi anche in medicina veterinaria, hanno dimostrato che l’attività meta-bolica a riposo dopo la rimozione dei tumori non cambia. Inoltre, tale attività metabolica a riposo puòessere estremamente variabile e spesso non è correlata alla sindrome cachettica (Vail et al, 1990; Olgi-vie et al, 1997; Argiules et al, 2003). Sino a non molto tempo fa, si riteneva che l’eccessiva consunzio-ne della massa corporea magra fosse dovuta ad un incremento della degradazione degli aminoacidi per sostenere la crescita neoplastica e che, senza un’adeguata assunzione, l’organismo catabolizzasse lamuscolatura scheletrica per soddisfare queste domande.

Nell’ultimo decennio, è stato studiato il ruolo dei vari sistemi proteolitici (captesine, calpaine e ubiquitina/proteasoma) coinvolti nell’atrofia muscolare scheletrica associata alla cachessia neoplastica.Il sistema ubiquitina/proteasoma ha recentemente ricevuto una notevole attenzione dal momento chela sua sensibilità viene aumentata nella cachessia neoplastica ed in altre malattie associate a consun-zione della massa corporea magra (Baracos, 2000; Inui, 2002; Argiules et al, 2003). Si tratta di un sistema complesso che contrassegna una proteina per la degradazione e poi sposta la proteina marcataattraverso una grande proteasi a molte subunità, detta proteasoma. Il processo richiede ATP e può svolgere un ruolo nell’aumentare il consumo dello stesso osservato nella neoplasia.

Benché si tratti di un’ipotesi, si è pensato che gli aminoacidi liberati da questo processo possano veni-re utilizzati per la produzione di energia oppure persi con l’urina. Nell’aumento della sensibilità di ques-to sistema nella cachessia neoplastica sono stati implicati molti fattori (citochine). Gran parte di essivengono secreti ed immessi in circolo dal tessuto neoplastico primitivo o metastatico. Alcuni di quel-li più importanti sono il fattore di necrosi tumorale, l’interleuchina-1 (IL-1), l’interleuchina 6 (IL-6)e un fattore di recente identificazione detto fattore di induzione della proteolisi (PIF). Il PIF può esse-re il fattore più importante coivolto nella cachessia neoplastica (Argiules et al, 2003; Baracos, 2000)(Figura 3).

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CITOCHINE pro-cachetticheFattori di necrosi tumorale (TNF-a)

Interleuchina-1 (IL-1)Interleuchina-6 (IL-6)Interferon-g (INF-g)

CITOCHINE anti-cachetticheInterleuchina-4 (IL-4)

Interleuchina-15 (IL-15)

FATTORI DI DERIVAZIONETUMORALE

Fattori di induzione della proteolisi (PIF)

Fattore della mobilizzazione dei lipidi (LMF)

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FIGURA 3 - FATTORI DI DERIVAZIONE UMORALE E TUMORALE ASSOCIATIA CACHESSIA IN CASO DI NEOPLASIA

Anoressia Alterazioni metaboliche

Le cellule tumorali possono secernere un fattore di mobilizzazione dei lipidi che induceun aumento dell’attività citoplasmatica della lipoproteina lipasi negli adipociti, esacerbando la perdita di grasso (Hirai & coll, 1998; Tisdale, 2001).

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3 - Considerazioni nutrizionali su neoplasia e cachessia

Fonti energetiche

I carboidrati sono spesso la fonte energetica più abbondante riscontrata nelle diete per animali da com-pagnia, in particolare quelle di tipo secco per cani. Dal momento che il tessuto neoplastico trae il pro-prio nutrimento dal glucosio come substrato energetico primario, la strategia è quella di costringere laneoplasia ad utilizzare altri substrati che possono contribuire a ridurre la proliferazione cellulare. Durantela cachessia, può essere importante fornire una quota supplementare di proteine nella dieta per contri-buire ad attenuare il processo cachettico. Quindi, può essere utile scegliere una dieta ricca di grassi eproteine e povera di carboidrati. Si possono usare molti prodotti umidi e secchi di tipo premium, inparticolare gli alimenti speciali per cani attivi o stressati. La maggior parte di questi prodotti contieneproteine e grassi di qualità e quantità più elevate rispetto alle diete di mantenimento per gli adulti.

Quando si cambia un alimento del commercio, è necessario esaminare l’analisi garantita del contenutodi proteine e di grassi. Sono da considerare validi come linee guida i valori minimi del 35% di proteinee del 25% di grassi sulla sostanza secca per i cani. L’analisi garantita può venire utilizzata per stimare lapercentuale di proteine, grassi e carboidrati nell’alimento scelto, ma deve essere convertita in un datoespresso sulla sostanza secca (Tabella 3). Gli alimenti umidi hanno spesso un valore di acqua prossimoal 70-75%, per cui le percentuali “sul tal quale” di proteine e grassi elencate nell’analisi garantita sonomolto più basse che negli alimenti secchi, ma quando si esamina il contenuto di proteine, grassi e calo-rie espresso in funzione della sostanza secca in realtà possono risultare migliori dei prodotti estrusi.Le controindicazioni all’impiego di una dieta di questo tipo sono rappresentate dai cani e dai gatti conipertrigliceridemia congenita o acquisita, anamnesi di pancreatite o nefropatia cronica.

Aminoacidi ed acidi grassi

È stato ben documentato che le alterazioni degli aminoacidi della dieta possono essere utili come inter-vento per ritardare la crescita tumorale nei modelli animali (Mills et al, 1998; Epner et al, 2002). Gliulteriori sviluppi in quest’area porteranno probabilmente ad una migliore comprensione del modo incui la manipolazione del metabolismo aminoacidico può ritardare la progressione tumorale e contri-buire a migliorare la qualità della vita ed il tempo di sopravvivenza dei pazienti con neoplasia.

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TABELLA 3 - ANALISI NUTRIZIONALE COMPARATA SULLA SOSTANZA SECCASULLA BASE DI ANALISI GARANTITE DI ALIMENTI SECCHI O UMIDI

Alimento secco Alimento umido

1) Analisi garantitaNon meno del 32% di proteineNon meno del 24% di grassiNon più del 10% di umiditàNon più del 3% di fibraNon più del 7% di ceneri

1) Analisi garantitaNon meno del 12% di proteineNon meno del 10% di grassiNon più del 72% di umiditàNon più del 2% di ceneriNon più del 1% di fibra

2) Sommare insieme tutte le percentuali32 + 24 + 10 + 3 + 7 = 76%

2) Sommare insieme tutte le percentuali12 + 10 + 72 + 2 + 1 = 97%

3) 100 - 76 = 24% di carboidrati 3) 100 - 97 = 3% di carboidrati

4) 100 - 10 (% di umidità)/100 = 0,90 S.S. 4) 100 - 72 (% di umidità)/100 = 0,28 S.S.

Proteine: 32/0,9 = 35,5%/MSGrassi: 24/0,9 = 27,0%/MSFibra: 3/0,9 = 3,3%/MSCeneri: 7/0,9 = 7,7%/MSCarboidrati: 24/0,9 = 26,5%/MS

Proteine: 12/0,28 = 42,0%/MSGrassi: 10/0,28 = 36,0%/MSFibra: 1/0,28 = 3,5%/MSCeneri: 2/0,28 = 7,5%/MSCarboidrati: 3/0,28 = 11,0%/MS

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L’aumento dell’arginina nella dieta si è dimostrato in grado di rallentare laprogressione del tumore in numerosi modelli animali (Burns et al, 1984;Milner et al, 1979; Robinson et al, 1999). Questo effetto può essere dovutoalla capacità dell’arginina di formare ossido nitrico attraverso l’attivitàdella NO-sintasi nelle cellule neoplastiche, che porta ad una ritardata divi-sione cellulare, e/o alla sua capacità di aumentare le proprietà di immuno-sorveglianza cellulare (Reynolds et al, 1990; Robinson et al, 1999). Il mec-canismo esatto è ancora da chiarire, ma fornire una quota di proteine delladieta fino al 2% sotto forma di arginina può risultare utile per i cani conneoplasia (Olgivie et al, 2000) (Figura 4).Anche la glutamina può avere effetti soppressori sulla genesi tumorale.Questo aminoacido sembra avere un pronunciato ruolo di immunostimo-lazione, che porta ad una maggiore immunomodulazione dell’intero orga-nismo, e questa funzione immunomodulatrice può ridurre le velocità diaccrescimento di tumori o metastasi (Souba, 1993; Kaufmann et al, 2003).È stato anche dimostrato che la glutamina migliora la funzione gastroen-terica e può essere considerata un potenziale principio attivo dell’apparatodigerente per ottimizzare la funzione degli enterociti (Souba, 1993). Tutta-via, la glutamina negli alimenti sembra essere molto labile, in particolarequando questi vengono esposti a temperature eccessive o si trovano informa liquida. Dopo l’assorbimento, l’aminoacido viene rapidamente trans-aminato dal fegato, per cui la sua efficacia negli alimenti per animali dacompagnia destinati ad essere impiegati a lungo termine nei casi clinici dineoplasia è incerta (Bergana & coll, 2000).

Gli aminoacidi a catena ramificata (BCAA, Branched Chain Amino Acids - isoleucina, leucina, valina)vengono utilizzati sempre più spesso come integratori nei pazienti in condizioni critiche a causa deipotenziali benefici citati in letteratura medica umana. L’impiego dei BCAA come aminoacidi anti-tumorigeni è stato oggetto di discussione (Danner & Priest, 1983; Blomgren et al, 1986; Saito et al, 2001),ma è probabile che l’integrazione della dieta con alcuni di essi (leucina) possa essere utile, in associa-

zione con altri aminoacidi come l’arginina, perritardare la crescita tumorale (Wakshlag & coll,2004).

È interessante notare che nella recente lettera-tura sono stati dimostrati i benefici effetti deiBCAA dovuti alla loro attività antiproteoliticadurante la cachessia, esercitata attraverso l’au-mento della massa corporea magra e la preven-zione della eccessiva consunzione della stessa neipazienti con neoplasia. La leucina, come singoloaminoacido utilizzato come integratore, si èdimostrata in grado di influire profondamentesull’aumento della sintesi proteica nella musco-latura scheletrica, in confronto all’incremento dialtri aminoacidi nella dieta, spostando l’equili-brio verso l’anabolismo piuttosto che il catabo-lismo (Kadawaki & Kanazawa, 2003; Anthony etal, 2001) (Figura 5).Recenti studi clinici condotti nell’uomo hannorivelato un aumento dei tempi di sopravvivenza,un miglioramento del bilancio azotato ed unincremento della qualità della vita quando glianimali venivano alimentati quotidianamentecon diete integrate con una quantità di BCAAche arrivava fino a 12 g (Ventrucci et al, 2001;Hiroshige et al, 2001; Inui, 2002; Gomes-Marcondes et al, 2003). In letteratura veterinaria

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Integrazione con L-arginina

Inibizione dellacrescita tumoraleindotta da NO(ossido nitrico)

Diminuzionedella prolife-

razione cellularee rallentamento

della crescitatumorale

Aumento delle capacità di immuno-sorveglianza

FIGURA 4 - IL POTENZIALE RUOLO DELL’ARGININANELLA NEOPLASIA

FIGURA 5 - AZIONI PROPOSTE PER LA LEUCINA SULLA SINTESIDELLE PROTEINE MUSCOLARI SCHELETRICHE

(Anthony & coll, 2001 ; Kadawaki & Kanazawa, 2003)

Aminoacidi

mTOR

Inizio e traslazione di mRNA

Leucina

Recettore dell’insulina

Aumento della sintesi proteica globale

Insulina

EIF 4A*

Aumentare la concentrazione di arginina nella dieta fino ad una quota pari almeno al 2%degli aminoacidi può risultare utile nei cani con neoplasia (Olgivie et al, 2000).

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*fattore di iniziazione eucariotica 4A.In confronto ad altri aminoacidi, la leucina può alterare l’equilibrio verso l’anabolismo,allontanandolo dal catabolismo.

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non vi sono dati a sostegno dell’impiego dei BCAA, ma in modelli nei roditori sono state utilizzatediete sperimentali che ne contenevano fino al 5% sulla sostanza secca o è stata attuata un’integrazionecon il 3% di leucina senza effetti indesiderati. Di conseguenza, la dose sicura e non tossica per i pazientiin medicina veterinaria può essere approssimativamente di 100-200 mg/kg.

Acidi grassi

L’aumentata assunzione di acidi grassi omega-3 ha mostrato una forte correlazione con i tempi di remis-sione e sopravvivenza ed una diminuzione della velocità di accrescimento dei carcinomi nei modelli

animali (Thomson et al, 1996; Olgivie et al, 2000; Togni et al, 2003). Inoltre, studi clinici condottinell’uomo hanno dimostrato effetti positivi dell’integrazione con acidi grassi omega-3 su peso corpo-reo, qualità della vita, intervalli liberi da malattia e tempi di sopravvivenza nei pazienti con cachessianeoplastica. Queste modificazioni possono essere valide anche per i cani colpiti da neoplasia (Olgivieet al, 2000; Wigmore et al, 2000; Barber et al, 2001; Fearon et al, 2003) (Figura 6).EPA e DHA possono avere un pronunciato effetto negativo sulla cachessia. Inoltre, possono anche atte-nuare la crescita tumorale grazie alla loro capacità di diminuire il metabolismo dell’acido arachidonicoattraverso la prevenzione della produzione promitogena di PGE2 nelle cellule neoplastiche (Yuri et al,2003) (Figura 7). Gli oli di pesce (ad es., olio di menhaden) sono la fonte più ricca di acidi grassi omega-3 EPA e DHA (Tabella 4) e si sono dimostrati utili per migliorare la cachessia in prove cliniche condottenell’uomo (Wigmore et al, 2000; Fearon et al, 2003). Alcuni alimenti per cani di tipo “premium” sonointegrati con acidi grassi omega-3 per ottenere un rapporto di 10:1 / 5:1 di acidi grassi omega-6 / omega-3. L’aggiunta di olio di pesce può significativamente alterare il rapporto fra omega-6 ed omega-3oltre quanto è già riscontrato nella maggior parte degli alimenti per animali da compagnia (Olgivie et al,2000). Benché non siano dannosi per la maggior parte dei pazienti, rapporti inferiori ad 1:1 sono stati

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FIGURA 7 - AZIONI PROPOSTE PER GLI ACIDI GRASSIOMEGA-3 IN CONFRONTO AGLI OMEGA-6 SULLA

PROLIFERAZIONE DELLA CELLULA TUMORALE

FIGURA 6 - AZIONI PROPOSTE DEGLI ACIDI GRASSI OMEGA-3 IN CONFRONTO AGLI OMEGA-6 SULLA DEGRADAZIONE

DELLA MUSCOLATURA SCHELETRICA

Fosfolipasi A

Acido eicosapentenoico Acido arachidonico

Segnali inerti,inibitori o mitogeni

Invio di segnali

promitogeni

12-HEPE PGE 3 LTB 5

12-HETE PGE 2 LTB 4

+++- - -

Citochina o PIF

ProteinaG

Acido eicosapentenoico Acido arachidonico

15-HEPE

Fosfolipasi A

15-HETE

Diminuzione della degradazionedelle proteine miofibrillari

Aumento della degradazionedelle proteine miofibrillari

È stato dimostrato che l’integrazione con acidi grassi omega-3, in particolarel’acido grasso eicosapentenoico (HEPA), riduce la concentrazione dell’acido15-idrossitetraenoico (15 HETE) e quindi sopprime l’attività proteolitica(attività del proteasoma) nella muscolatura scheletrica in un modello dicachessia neoplastica (Belezario & coll, 1991; Smith & coll, 1999).

L’EPA rallenta la crescita tumorale diminuendo la produzionedi agenti promitogeni a partire dall’acido arachidonico.

Acidi grassi omega-3

Acidi grassi omega-3

Acidi grassi omega-6

Acidi grassi omega-6

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associati ad un aumento del tempo di coagulazione e ad una diminuzione delle concentrazioni di vita-mina E all’interno delle membrane cellulare (Valk et al, 2000; Hendriks et al, 2002). È stato condotto solo uno studio clinico nel cane con l’impiego di olio di pesce al rapporto di 0,3:1 edi risultati hanno dimostrato un aumento dei tempi di sopravvivenza e degli intervalli liberi da malat-tia nei cani con linfoma, senza effetti collaterali discernibili (Olgivie et al, 2000). La valutazione clinicadell’integrazione con olio di pesce in molteplici altre condizioni neoplastiche è attualmente in corsoed i dati non pubblicati suggeriscono che l’olio di pesce possa essere promettente per il trattamento diparecchie condizioni neoplastiche.

Vitamine e minerali

Le integrazioni con comuni antiossidanti della dieta come il b-carotene, i retinoidi e le vitamine C edE sono state tutte associate ad una diminuzione del rischio di cancerogenesi nei modelli animali ed instudi di coorte epidemiologici. Il selenio è l’unico minerale con effetti anticancerogeni simili. L’ipote-si è che molti di questi composti, fatta eccezione per i retinodi, agiscano principalmente come anti-ossidanti per diminuire il danno cellulare (Figura 8) in particolare quello sul DNA, riducendo così le

incidenze delle mutazioni funzionalinel DNA stesso, il che esita in unaminore incidenza delle neoplasie.Molte di queste vitamine e mineralisono presenti in concentrazioni adeguate nella maggior parte deglialimenti per cani e la loro utilitànella neoplasia una volta che questasia già diagnosticata è in gran parteindeterminata. Nell’uomo sono incorso molteplici studi epidemiologicisu longevità e rischio relativo, utiliz-zando molti di questi potenzialiagenti anticancerogeni. Tuttavia,sino ad oggi l’impiego indiscriminatodi questi antiossidanti come integra-tori non può essere sostenuto inmedicina veterinaria a causa dellenotevoli diversità dei quadri dieteticie del metabolismo di queste sostanzenegli animali in confronto ai pazientiumani.

Il b-carotene, altri carotenoidi natu-rali e composti polifenolici sono staticorrelati alla prevenzione delle neo-plasie grazie alla loro capacità di lega-

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TABELLA 4 - COMPOSIZIONE QUANTITATIVA E QUALITATIVAMEDIA DI DIVERSE FONTI DI ACIDI GRASSI INSATURI

Acidi grassi(% sostanza secca)

Olio di soiaOlio di semi

di linoOlio di colza

Grasso di pollame

Olio di pesce

Acido linoleico

(precursore v-6)54 18 17 17 0,5

Acido a-linolenico

(precursore v-3)8 51 9 2,5 1,5

EPA + DHA < 1 < 1 < 1 < 1 20

Rapporto v6/v3 6 0,35 1,8 9 0,15

O2O2

raggi ultravioletti radicali liberi

celluladistrutta

cellulanormale

protezione antiossidante

stress

cattiva alimentazione

inquinamento

Gli antiossidanti permettono all’organismo di lottare contro gli effetti distruttivi dei radicali liberi, elementi instabili prodotti costantemente dall’organismo. I ruoli degli antiossidanti costituiscono una delle dominanti della ricerca medica attuale, in particolare per la prevenzione oil trattamento di alcune neoplasie.

FIGURA 8 - GLI ANTIOSSIDANTI

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re i radicali liberi all’interno delle cellule in vitro (Duthie et al, 2003; Cooper, 2004). Il b-carotene èstata una delle sostanze di questo tipo più ampiamente studiate nella prevenzione dei tumori grazie alle sue potenti capacità antiossidanti. Indagini condotte in pazienti umani predisposti alla neoplasia(cancro polmonare) hanno dimostrato che l’integrazione con b-carotene può in realtà aumentare il rischio relativo di neoplasia (Bendich, 2004; Russell, 2004). In considerazione di questi recenti riscontri,l’integrazione con ‚-carotene in medicina umana si è evoluta trasformandosi in una storia destinata aservire da ammonimento circa l’integrazione con micronutrienti. Le fonti di carotenoidi (b-carotene,luteina, licopene, xantene) generalmente presenti in frutta e verdura di colore rosso, verde, giallo e aran-cio sono oggetto di una significativa attenzione a causa dei loro benefici effetti in specifiche neoplasie(Wu et al, 2004; Murtaugh et al, 2004). Tuttavia, la loro utilità negli animali da compagnia è resa confusadal fatto che i carotenoidi vengono assorbiti nel cane in modo differente da quanto avviene nell’uomo.Rispetto all’uomo, i cani hanno una capacità di gran lunga migliore di scindere il b-carotene in retinaleed assorbono una quantità molto scarsa di b-carotene intatto (Baskin et al, 2000). Alla luce di questiriscontri, prima di poter raccomandare l’integrazione nei pazienti neoplastici con questi antiossidantipotenzialmente utili saranno necessari studi di sicurezza e di efficacia in medicina veterinaria.

Le vitamine C ed E sono entrambi potenti antiossidanti che nel corso di prove cliniche condottenell’uomo si sono dimostrati in grado di ridurre il rischio di cancerogenesi (Henson et al, 1991; Slunget al, 2003; Virtamo et al, 2003). In modo molto simile al b-carotene, questi antiossidanti si sono rive-lati di natura preventiva piuttosto che terapeutica. La vitamina C (acido ascorbico) è stata associataall’aumento degli effetti di certi chemioterapici come la vincristina (Osmak et al, 1997). L’integrazionecon acido ascorbico può contribuire in alcuni casi di chemioterapia farmacoresistente, ma è stato anchesostenuto che l’uso di questi composti possa avere degli effetti di promozione tumorale per alcune neoplasie e attività antineoplastiche per altre (Seifried et al, 2003; Lee et al, 2003). Non sono staticondotti studi controllati per valutarne l’efficacia in medicina veterinaria. Il cane è in grado di sinte-tizzare l’acido ascorbico e, quindi, il rischio relativo di neoplasia dovuto a carenza nell’arco della vitadell’animale non è noto. La vitamina E, invece, è necessaria nella dieta ed occorreranno ulteriori inda-gini sulla sua efficacia come agente antineoplastico.

I retinoidi (acido retinoico e suoi derivati) sono stati ampiamente utilizzati nel trattamento delle leucemie promielocitarie acute e sono stati associati ad un aumento delle percentuali di remissionedelle neoplasie mammarie nell’uomo (Paik et al, 2003; Altucci et al, 2004). Questi agenti si fissano airecettori nucleari avviando la trascrizione di geni, promuovendo la differenziazione cellulare o l’apop-tosi delle cellule neoplastiche. Questi riscontri hanno portato ad utilizzare i derivati dei retinoidi natu-rali e di sintesi nel trattamento della neoplasia nell’uomo. Col tempo questi approcci potranno passarealla medicina veterinaria, visto che vengono raccolti dati clinici sperimentali riguardo all’efficacia diquesti retinoidi in varie condizioni neoplastiche negli animali. Considerando gli effetti altamentepotenti dei retinoidi (come l’acido retinoico che è notoriamente teratogeno), e a causa degli effetti tossici (ad es. spondilosi cervicale nel gatto, nonché anoressia e disordini della coagulazione), almomento attuale non è possibile fornire indicazioni circa il loro uso nella terapia delle neoplasie deipiccoli animali (Hayes, 1982).

Il selenio è l’unico minerale noto per avere proprietà antitumorigene e preventive. Esistono proveconclusive del fatto che la presenza di livelli sierici di selenio più elevati è associata ad una minore inci-denza di carcinomi cutanei polmonari e prostatici nell’uomo (Duffield-Lillico et al, 2003; Reid et al, 2002;Nelson et al, 1999; Clark et al, 1996). Si ritiene che queste azioni siano separate dalle proprietà antios-sidanti del selenio esercitate attraverso il suo ruolo nella glutatione-perossidasi.

Nella maggior parte degli alimenti per cani presenti in commercio vengono soddisfatte le concentra-zioni di selenio raccomandate dall’AAFCO per il profilo nutrizionale di questi prodotti, ma occorretenere presente che le raccomandazioni del NRC sono state recentemente triplicate, per cui l’assun-zione di questo elemento da parte di molti animali da compagnia può essere ai limiti inferiori dellanorma o carente. Alla luce di questo fatto, e degli studi clinici condotti nell’uomo che dimostrano chel’integrazione con selenio ha la massima efficacia nella riduzione del rischio relativo di neoplasia nellapopolazione con livelli sierici di questo elemento ai limiti inferiori della norma (Clark et al, 1996; Nel-son et al, 1999; Reid et al, 2002; Duffield-Lillico et al, 2003), può essere saggio effettuare un’integrazione

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(2-4 mg/kg PV/die) negli animali con un’anamnesidi neoplasia o con una predisposizione al suo svi-luppo. A questa dose raccomandata come livelloconservativo i rischi di tossicità sono minimi eun’integrazione di questo tipo probabilmente garan-tisce un’assunzione adeguata di selenio.Nel complesso, quando si utilizzano a scopo farma-cologico specifici principi nutritivi è possibile riuscirea ritardare la crescita tumorale, innalzare la qualitàdella vita e migliorare sino ad una certa misura lacondizione corporea. Tuttavia, può essere difficilesoddisfare le specifiche esigenze di ogni condizioneneoplastica, a causa della natura complessa deitumori e delle varie composizioni in principi nutri-tivi della gran quantità di alimenti disponibili incommercio.Per trattare in modo appropriato questi probleminutrizionali, il veterinario deve conoscere il consumo

di cibo e il contenuto sulla sostanza secca dei vari principi nutritivi presenti in un dato alimento primadi cercare di modificare i rapporti o l’assunzione totale di molti di essi. La Tabella 5 fornisce alcunelinee guida per l’intervento nutrizionale che possono essere utili nelle condizioni neoplastiche piùaggressive e possono venire utilizzate dopo aver calcolato il contenuto dei vari principi nutritivi in undato alimento.

4 - Intervento nutrizionale durante il trattamento della neoplasia

Negli ultimi anni si è osservato un significativo aumento dell’impiego degli antiossidanti negli alimentiper animali da compagnia, il che è stato ipoteticamente associato ad un minor danno da radicali liberi nelle cellule in tutto l’organismo. Questa integrazione con antiossidanti è stata abbinata ad un

miglioramento di una varietà di differentiprocessi patologici (Figura 9).Benché questi approcci alla prevenzionedelle neoplasie possano risultare utili in teoria,negli animali nei quali sia stata diagnosticatauna neoplasia e che siano stati sottoposti achemioterapia o radioterapia l’impiego divari antiossidanti può in realtà esserecontroindicato. Se questi agenti sono utiliz-zati per prevenire il danno da radicali liberied è stato avviato un trattamento chimico oradioterapico, la presenza di livelli più ele-vati di antiossidanti citosolici o legati allamembrana può in realtà rappresentare unvantaggio per la sopravvivenza delle celluleneoplastiche. Quindi, molti veterinari onco-logici hanno raccomandato di non sommi-nistrare agli animali da compagnia gli inte-gratori con antiossidanti durante questi trat-tamenti. L’ipotesi è molto controversa, ed èancora da dimostrare. Dato che i pazientiveterinari stanno già ingerendo quantità sufficienti di antiossidanti essenziali, puòdarsi che l’integrazione non sia necessari(Virtamo & coll, 2003; Prasad, 2004).

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TABELLA 5 - DOSAGGI RACCOMANDATI PER L’INTERVENTO NUTRIZIONALENELLE NEOPLASIE

Integratore Condizione Dosaggio nel cane

Arginina Neoplasia & Cachessia 2% della Sostanza Secca

Olio di pesce (EPA-DHA) Neoplasia & Cachessia 1:1 – 0,5:1 rapporto di 6 a 3*

Aminoacidi a catena ramificata

Cachessia 100-150 mg/kg

Selenio Neoplasia 2-4 µg/kg

* Per formulare in modo appropriato una dieta che abbia il rapporto desiderato, è essenziale conoscere il contenuto di acidi grassi omega-3 e/o omega-6.

FIGURA 9 - ANTIOSSIDANTI E PREVENZIONE DELLE NEOPLASIE

Aumento dell’assunzione di antiossidanti

Diminuzione del danno da radicali liberi

genotossico

Diminuzione della perossidazione proteica delle

proteine regolatrici

Diminuzione dell’inattivazione

dei geni soppressoritumorali

Diminuzione dell’inattivazione dei geni di

regolazione delciclo cellulare

Diminuzione della perossidazione

lipidica – effetto sui segnali cellulari?

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Una imponente integrazione con antiossidanti può essere controindicata durante la chemio- o radioterapia, dato che può facilitare la sopravvivenza delle celluleneoplastiche.

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D’altro canto, molti altri ingredienti e principi nutritivi come l’olio di pesce e l’arginina hanno scarseprobabilità di essere dannosi. In effetti, l’integrazione con olio di pesce è stata associata ad un migliorrecupero dalla radioterapia e ad una minore infiammazione dei tessuti circostanti. Gli studi condottiin modelli animali hanno inoltre suggerito che l’incremento degli acidi grassi poliinsaturi a catena lunganelle membrane cellulari derivante dall’integrazione con olio di pesce possa effettivamente assicurarel’apporto di acidi grassi più altamente reattivi per la perossidazione lipidica durante la radioterapia, promuovendo così la morte cellulare nel tessuto neoplastico (Colas & coll, 2004).

ConclusioneGli studi clinici condotti in ambito veterinario hanno dimostrato che numerose anomalie metabolicheche si verificano nei modelli neoplastici nell’uomo e nei roditori si riscontrano anche nel cane. L’approccio nutrizionale alla neoplasia utilizzato in medicina umana potrebbe quindi essere adattato aquella veterinaria per influire sulla progressione della neoplasia.

Domande frequenti: la nutrizione dei cani con neoplasia

Se il mio cane si rifiuta di mangiareun alimento nuovo, posso versaredell’olio di pesce sopra al cibo primadi offrirglielo?

L’olio di pesce può essere aggiunto ai normali alimenti per cani reperibili presso le drogherie, mal’ideale è sapere la quantità di acidi grassi omega-3 già presenti nella formulazione. Un Beagle medio,che consumi un tipico alimento per cani da drogheria, mangia circa 6 grammi di acidi grassi omega-6 al giorno e solo 100 mg di acidi grassi omega-3, quindi, per arrivare ad un rapporto 1:1, avrestebisogno di 6 grammi di acidi grassi omega-3 derivanti dall’olio di pesce. Va ricordato che solo il 30%circa di quest’ultimo è costituito da acidi grassi omega-3, per cui dovete triplicare la quantità offer-ta, arrivando a 18 g, pari a poco più di un cucchiaio al giorno.

Il mio cane non apprezza l’olio dipesce. Posso offrirgli un’altra fontedi acidi grassi omega-3?

L’olio di semi di lino è ricco di acido linolenico, un precursore EPA-DHA. Può risultare interessan-te, ma la sua efficienza clinica non è stata dimostrata nei confronti delle neoplasie. Un’altra alter-nativa è quella di offrire olio di pesce privato dell’odore o aromatizzato con il limone.

Se un proprietario vuole utilizzarevari antiossidanti, quali sono quelliraccomandati e quando bisognainiziare a somministrarli se è statoavviato un trattamento radio- o chemioterapico?

Gli antiossidanti che hanno maggiori probabilità di essere più sicuri sono quelli dietro ai quali è statasvolta la maggiore attività di ricerca clinica e di biologia cellulare. Spesso vengono in mente la vita-mina E e la vitamina C. Potrebbe essere interessante una recente ricerca sugli antiossidanti tiolicicome l’acido lipoico e la S-adenosil metionina, un precursore del glutatione, entrambi dotati di scar-si o nulli effetti collaterali noti. Se il proprietario è fortemente convinto di utilizzare questi antiossi-danti, l’ideale è impiegarli secondo le indicazioni fornite dai produttori; inoltre, impiegare i prodot-ti formulati per uso veterinario è spesso più sicuro che servirsi delle formulazioni per l’uomo. Se i canivengono sottoposti a trattamenti chemioterapici /radioterapici, l’approccio più sicuro attualmente èrappresentato dalla sospensione di tutti gli integratori antiossidanti una settimana prima del tratta-mento, riprendendoli poi una settimana dopo che il protocollo terapeutico è stato terminato.

Alcuni proprietari ritengono che cam-biare la dieta dei loro animali, passandoad una formulazione “olistica” o “fattain casa” potrebbe risultare di qualcheutilità in caso di neoplasia. È unapproccio sensato?

Spesso i proprietari trovano su Internet delle diete che sono state studiate per i cani con neoplasiae desiderano metterle in atto, sperando che prolunghino la sopravvivenza dell’animale o lo guaris-cano. Nella maggior parte dei casi non è così, ci sono squilibri macroscopici dei livelli di vitaminee minerali in queste diete. L’ideale è che in questi casi intervenga un nutrizionista veterinario cheanalizzi la dieta suggerita per assicurarsi che non vi siano squilibri grossolani.

Spesso nella sindrome dianoressia/cachessia diventa difficilemettere in atto le necessarie modifica-zioni della dieta; una formulazione conuna densità calorica più bassa puòessere quella d’elezione per il paziente?Cosa deve fare il proprietario?

In questi casi è più facile lasciare che i pazienti scelgano il loro cibo e cercare di attuare un’inte-grazione delle fonti di grasso e proteine per aumentare la densità calorica ed il contenuto proteicodel pasto. Va ricordato che durante l’anoressia/cachessia, una certa assunzione calorica, anche quandonon è ottimale per la malattia, è migliore dell’assenza totale di un’assunzione calorica.

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Esempio 1

ESEMPI DI DIETE FATTENUTRIZIONALE DELLA

ANALISI

La dieta preparata in questo modo contiene il 28% di sostanza secca ed il 72% di acqua

% sulla S.S. g/1000 kcal

Proteine 40 78

Grassi 31 59

Carboidrati disponibili 21 41

Fibra 2 3

Punti chiave

- Elevata densità energetica per favorire il miglioramento della condizione corporea e dell’appetibilità

- Mantenimento di un’elevato rapporto proteico-calorico nonostante l’elevato contenuto digrasso per contrastare l'atrofia muscolare

- Ingredienti altamente digeribili per sfruttare al massimo i benefici nutrizionali per il cane

COMPOSIZIONE(1000 g di dieta)

Formaggio fresco, 40% grasso . . . . . . . . . . . . 415 gCagliata acida * . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150 gUova intere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .120 gLatte bovino, UHT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120 gPatate cotte con la buccia . . . . . . . . . . . . . . . . 150 gMiele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 gCrusca di frumento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5 gOlio di semi di colza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 g

*40% materia grassa sulla sostanza secca

RAZIONAMENTO INDICATIVO

Valore energetico (energia metabolizzabile) 1465 kcal/1000 g di dieta preparata (5150 kcal/1000 g sulla S.S.)

Peso del cane (kg) Quantità giornaliera (g) * Peso del cane (kg) Quantità

giornaliera (g) *

2 150 45 1540

4 250 50 1670

6 340 55 1790

10 500 60 1910

15 680 65 2030

20 840 70 2150

25 990 75 2260

30 1140 80 2370

35 1280 85 2480

40 1410 90 2590

Aggiungere un'integrazione minerale e vitaminica ben bilanciata.

*Si raccomanda di suddividere la quantità giornaliera in due o tre pasti per favorire una buona digestione.

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Esempio 2

ANALISI

La dieta preparata in questo modo contiene il 30% di sostanza secca ed il 70% di acqua

% sulla S.S. g/1000 kcal

Proteine 40 83

Grassi 29 60

Carboidrati disponibili 17 35

Fibra 4 9

COMPOSIZIONE(1000 g di dieta)

Carne bovina macinata, 10% grasso . . . . . . . . 500 gLatte bovino, UHT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130 gUova intere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 gPatate cotte con la buccia . . . . . . . . . . . . . . . . 255 gCrusca di frumento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 gOlio di semi di colza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 g

Aggiungere un’integrazione minerale e vitaminica ben bilanciata.

Gli esempi di diete fatte in casa sono proposti dal Pr Patrick Nguyen (Unità di Nutrizione ed Endocrinologia;Dipartimento di Biologia e Patologia, Scuola Nazionale Veterinaria di Nantes)

CACHESSIA NEOPLASTICA

RAZIONAMENTO INDICATIVO

Valore energetico (energia metabolizzabile) 1445 kcal/1000 g di dietapreparata (4870 kcal/1000 g sulla S.S.)

Peso del cane (kg) Quantità giornaliera (g) * Peso del cane (kg) Quantità

giornaliera (g) *

2 150 45 1560

4 250 50 1690

6 340 55 1820

10 510 60 1940

15 690 65 2060

20 850 70 2180

25 1010 75 2290

30 1150 80 2410

35 1290 85 2520

40 1430 90 2630

IN CASA ADATTE AL TRATTAMENTO

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Informazioni Nutrizionali Royal Canin

Le condizioni neoplastiche sono relativamente comuni nelle razze giganti,soprattutto l’osteosarcoma

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• Le fonti energetiche d’elezionesono il grasso e le proteine, a spesedei carboidrati, che vengono alta-mente apprezzati dalle cellule neo-plastiche. I principi fondamentalidella formulazione sono gli stessidelle diete che soddisfano i fabbi-sogni dei cani atleti.

• Il grasso contribuisce ad aumenta-re la concentrazione energetica delcibo, il che è necessario nei pazien-ti anoressici o cachettici.

• Arricchire il contenuto in acidigrassi omega 3 a lunga catena(EPA-DHA) del cibo aiuta il cane asfruttare le loro proprietà antineo-plastiche.

• Una dieta ad elevato contenutoproteico aiuta a contrastare laconsunzione muscolare durante lacachessia neoplastica.

Gli aminoacidi che svolgono un ruoloimportante nel rallentare la progres-sione del tumore sono rappresentatida:

- arginina, che favorisce la produzio-ne di ossido nitrico

- glutamina, che è dotata di azioniimmunomodulatrici

- gli aminoacidi a catena ramificata (ades. leucina, isoleucina e valina), checoncorrono a contrastare la cachessia.

• L’integrazione con antiossidanti(ad es., vitamina E e C, b-carotene,polifenoli, selenio) è interessantesoprattutto per la prevenzionedelle neoplasie. Tuttavia, sulla basedelle nostre attuali conoscenze, vaevitata durante la chemio- o radio-terapia in modo da non compro-mettere l’efficacia di questi tratta-menti.

• L’appetibilità del cibo è la chiavenei cani anoressici e cachettici.

Punti chiave da ricordare nel:

Trattamento nutrizionale nei cani con neoplasia

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Fra gli aminoacidi essenziali, leucina,isoleucina e valina costituiscono unacategoria a sé stante detta aminoaci-di a catena ramificata (BCAA, bran-ched chain amino acids). Il cane èincapace di sintetizzare quantitàadeguate di questi tre composti, percui deve assumerli con la dieta percoprire i propri fabbisogni giornalie-ri. La concentrazione di questi treaminoacidi nel sangue dipende ingran parte dall’assunzione con ladieta.

Valina, leucina ed isoleucina rappre-sentano almeno un terzo degli ami-noacidi essenziali che costituiscono leproteine muscolari e sono gli uniciche vengono inizialmente degradatidai muscoli. Questi tre aminoacidipresentano caratteristiche esclusive

fra quelli essenziali, perché sono ingrado di andare incontro ad unatransaminazione reversibile per arric-chire il pool azotato dell’organismo.

Valina, leucina ed isoleucina sono ingrado di stimolare la sintesi delleproteine e rallentarne la degradazio-ne nei muscoli. Questa proprietà èstata specificamente attribuita allaleucina, dato che si dimostra efficacequanto una miscela dei tre aminoaci-di a catena ramificata.

Nel ratto, la stimolazione della sinte-si proteica da parte della leucinasegue una curva di tipo dose-risposta(INRA, 2002). Questa stimolazioneviene prodotta a concentrazioni dileucina molto basse, identiche aquelle osservate nel sangue subito

prima di un pasto. Nei ratti anziani,sono necessari livelli di leucina moltopiù elevati per ottenere una concen-trazione massima (INRA, 2002). Lasensibilità all’assunzione di leucinaviene quindi ridotta. Questa perditadi sensibilità può spiegare l’assenzadi un incremento della sintesi delleproteine muscolari dopo i pasti neisoggetti anziani.

L’attenzione su:

AMINOACIDI A CATENA RAMIFICATA

ESEMPI DI LIVELLI DI AMINOACIDI A CATENA RAMIFICATA IN ALCUNIINGREDIENTI CRUDI UTILIZZATI NEGLI ALIMENTI PER CANI

(Fonte: dati interni Royal Canin)

% di proteine del cibo leucina isoleucina valina BCAA totali

Proteine delpollame:

6,5 3,5 4,3 14,3

Glutine di mais: 14,7 3,6 4,2 22,5

Mais: 13,0 3,9 5,1 22,0

Pollo: 7,0 3,8 5,3 16,1

Riso: 7,7 4,1 5,6 17,4

Le proteine del mais sono particolarmente ricche di leucina

Leucina a-chetoisocaproatoIsoleucina + a-chetoglutarato glutammato + a-cheto b-metilvaleratoValina a-chetoisovalerato

Centre INRA de Clermont-Ferrand - L’Echodes Puys N° 46 - avril 2002.

Bibliografia

Informazioni Nutrizionali Royal Canin

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FORMULA CHIMICA DEGLI AMINO-ACIDI A CATENA RAMIFICATA

La struttura generale degli aminoacidi è:

- per la leucina il radicale R corrisponde a:

- per l’isoleucina il radicale R corrisponde a:

- per la valina il radicale R corrisponde a:

Radicale R

Azoto

Idrogeno

Ossigeno

Carbonio


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