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FF3300 issue #0

Date post: 07-Dec-2014
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ProgettoUVA Ata Bozaci/Toast LucianoPerondi/Molotro ElviraPagliuca GabrieleRosso/Method MarcoBiagioni/Maken GiuliaRizzini GiannicolaBaiardi AlessandroSartori FabioGirola DrakCrew Does1 WallsMix Opiemme Wany Grafica Illustrazione Fotografia Architettura Writing Street Art
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ProgettoUVA Ata Bozaci/Toast LucianoPerondi/Molotro ElviraPagliuca GabrieleRosso/Method MarcoBiagioni/MakenGiuliaRizzini GiannicolaBaiardi AlessandroSartori FabioGirola DrakCrew Does1 WallsMix Opiemme Wany

Grafica Illustrazione Fotografia Architettura Writing Street Art

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Bimestrale, anno zero, numero zero. Settembre/Ottobre ‘06Rivista gratuita, scaricabile in pdf, dal sito www.metastyle.itIdeata e realizzata dal Metastyle Art Group.

RedazioneTel. 3400816352 / 3897947376sito web: http://www.metastyle.itemail: [email protected]

Nucleo redazionale:Alessandro Tartaglia, Antonio Donato Dentico , Violetta Troina

Progetto grafico:Alessandro Tartaglia, Violetta Troina

Si collabora su invito della redazione, il materiale non vienerestituito, per ogni informazione è possibile contattarci alsopracitato indirizzo di posta elettronica.

La foto in copertina è di Giulia Rizzini

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Metastyle Art Group Zine #0

Intro

ProgettoUVAAta Bozaci/ToastLucianoPerondi/MolotroElviraPagliucaGabrieleRosso/MethodMarcoBiagioni/MakenGiuliaRizziniGiannicolaBaiardiAlessandroSartoriFabioGirolaDrakCrewDoes1WallsMixOpiemmeWany

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Urls:http://www.metastyle.it

la nostra opinabile scelta, riescono a tirarsi fuori dalla banalità e aproporre risultati interessanti. Contaminare e farsi contaminare,approfondire qualunque frontiera. Questo perché abbiamo bisogno diesprimerci liberamente ma anche di possedere un metodo, nel momentoin cui la nostra creatività diviene servizio di un cliente. Diviene cosìfondamentale capire quanto l’acquisizione di un’esperienza modifichiil nostro modo di lavorare. Tutto viene rimescolato ogni volta, percorriamoinvolontariamente un iter di apprendimento che rigettiamo nei nostrilavori senza che quasi accorgercene. La mia personale esperienzaartistica mi ha portato in luoghi quanto mai diversi, dal primoavvicinamento attraverso il writing al mondo più razionaledell’architettura, passando attraverso una formazione liceale di tipoartistico. Il mio punto di vista mi porta ad apprezzare quanto mai lesfide che mi si propongono ogni giorno, ovvero quelle di avere unnumero crescente di vincoli tecnici ai quali non puoi sottrartiassolutamente ogni volta che proponi nuove soluzioni. Il mondodell’architettura è ormai un mondo che ha delle leggi fondamentali, lavera sfida sta nel capire il suo funzionamento, penetrarci e finalmentemigliorarlo. Questo, con altre caratteristiche, è apportabile a qualsiasialtro volto dell’espressione artistica. Cominciare con la dovuta cautelae con il massimo rispetto per poi cercare di migliorare e soprattutto diessere al passo con il progresso sfruttando gli strumenti che può offrirci.Un capitolo quanto mai vasto ed inesauribile, il nostro lavoro ha lavolontà di ritagliarvi un’altra finestra su questo mondo. Speriamo conbella vista.

Alessandro / Antonio

E se fino a qualce tempo fa l’autore restavva più importante del tipografo,oggi le cose non stanno più così, perché le nuove tecnologie informatichemettono ciascuno di noi nella condizione di diventare tipografo, ognitipografo, poi, può diventare autore. E viceversa naturalmente. Il confinetra Intelligenza e Mano si fa sempre più labile e incerto.“da IL TIPOGRAFO - mestiere d’arte.

3IntroQuesta rivista prende il nome da ciò che più ci caratterizza, il nostrocolore, infatti FF3300 non è altro che il codice RGB dell'arancione.Abbiamo deciso di utilizzare un colore perché è qualcosa di effimero,intangibile, che può variare per saturazione, intensità, sfumature... icolori si contaminano a vicenda dando vita a nuove infinite tonalità.Contaminazione. Questa è la parola chiave. FF3300 non vuole informare,nel senso ortodosso del termine, piuttosto vuole diventare un vettore,che metterà in comunicazione differenti realtà, limitrofe, ma distinte,del mondo della creatività, nel tentativo di stabilire connessioni,interazioni, contaminazioni. Un Network, una rete, che collegheràindividui, pensieri, idee. Cercheremo di indagare i linguaggicontemporanei, analizzandoli, scomponendoli, osservandoli, fino acomprenderli e rielaborarli, al di là delle mode e delle tendenze. Noicrediamo che la creatività sia qualcosa che va oltre le capacità tecnichedi utilizzo di un software o di una penna, o di qualunque altro"strumento", è nostra profonda convinzione che ciò che c'è di interessantenell'atto creativo sia a monte, e sia l'idea, l'intuizione, e successivamente,l'iter progettuale, il cammino, che trasforma l'idea in un oggetto reale.In linea con queste affermazioni, non possiamo non considerare lagrafica, l'architettura, la street art e qualunque altra manifestazionevisiva della creatività come "messaggi", e quindi "scrittura".FF3300 è sostanzialmente un progetto di contaminazione, uno sguardoattento su ciò che si può nascondere nella confusione odierna. Unprogetto per un processo, un progredire di idee mirate al raggiungimentodi un risultato concreto o semplicemente all’istintiva intenzione di volerdare un campionario di emozioni. Qualsiasi disciplina artistica puòquesto, legare mondi lontani come istinto e tecnica e creare procedimentinon tanto logici come sembrerebbe. Domare l’istinto artistico con latecnica, forgiare la tecnica con l’istinto. Non esistono processi prescritti,inutile cercare manuali. Ciò che invece va cercato è uno sguardo menosuperficiale, atto a capire che tipo di lavoro e quanto lavoro si nascondeanche dietro una semplice pagina di un libro. Il nostro lavoro editorialecerca di esaurire questi argomenti, vaghi nella loro verbalizzazione,sicuramente più esaurienti nella raffigurazione. Non poniamo limiti ogiudizi, analizziamo accuratamente il lavoro di alcuni artisti che, secondo

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Urls:http://www.isioti.it/uva

- sei sticker, che riprendendo il logotipo del progetto, lo riporti condiverse espressioni, a seconda degli attributi "bello", "brutto", "veloce","scomodo", "silenzioso" e "utile". Questi adesivi sono stati poi attaccatinei luoghi indicati dagli intervistati come belli, brutti etc...

- sei cortometraggi che lavorano sulla relazione tra luogo e attributo.Questi video sono stati realizzati nella maniera più opportuna percomunicare i concetti relativi, utilizzando serie di fotografie, riprese, eogni accorgimento necessario in fase di montaggio al fine di ottenerela corretta comunicazione del concetto relativo al luogo.

La deriva psicogeografica è punto di partenza e punto di arrivo delnostro lavoro, anche se nel nostro caso ha un significato diverso rispettoa chi iniziò questa forma di esplorazione dello spazio urbano.La nostra ricerca, come dicevamo, prende spunto dalle attività deisituazionisti, che operarono e rifletterono sul concetto di città a partiredagli anni '50. L'Internazionale Situazionista nasce dall'unione di duemovimenti, il Lettrismo di Isidore Isou, che esplorava le possibilità dellaparola rispetto alla realtà rompendo il tradizionale concetto di poesia,e il gruppo artistico Cobra, di matrice surrealista, teso a contrastare lecorrenti neocostruttiviste e razionaliste. I Cobra dal lato artistico e iLettristi dal lato letterario, spingevano per un ritorno ad un più strettorapporto con l'artigianalità delle espressioni artistiche, per uncoinvolgimento totale dell'artista rispetto al mondo e per la fusione ditutte le arti, oltrepassando le divisioni obsolete, per una reinterpretazionedel reale e una sua riscrittura. L'Internazionale Situazionista si costituiscead Alba nel 1957, e da subito pone la sua attenzione ad un rinnovamentodella progettazione architettonica e al rapporto esistente tra città eabitanti. L'ambiente urbano influenza il comportamento affettivodell'individuo, pertanto, la psicogeografia diventa un metodo di indaginepsichica su questo rapporto. Si vuole cambiare l'atteggiamento dipassività nei confronti della città, trasformandolo in un atteggiamentoattivo e critico. Interventi artistici come scritte sui muri, modificheproposte per l'arredo urbano, indicazioni sui cartelli stradali, erano ciò

4ProgettoUVA

Urls:http://www.isioti.it/uvaUrls:http://www.isioti.it/uvaUrls:http://www.isioti.it/uvaUrls:http://www.isioti.it/uva

A partire dagli studi sul modo di vivere e percepire la città, propostidalla filosofia "situazionista", dalle riflessioni di Hakim Bey, e dalleperformances del collettivo "Luther Blisset", poniamo la nostra attenzionesulla mappatura delle traiettorie interne alla città di Urbino, città chepermette questo tipo di lavoro viste le sue ridotte dimensioni, e datoil fatto che noi viviamo qui per studio.

Con città di Urbino intendiamo la zona del centro storico interna allemura, in quanto zona più interessante dal punto di vista dellafrequentazione e della fruizione.

In un primo momento il nostro obiettivo è stato quello di raccoglieremateriale informativo attraverso la compilazione di un questionario,costituito da una serie di domande e da due "esercizi" grafici sul temadella mappa. Si sono identificati i fruitori dei percorsi attraverso la loroappartenenza alla categoria di studenti, turisti, abitanti e così via, e daltempo che hanno trascorso nella città di Urbino. Poi si è chiestoall'intervistato/a di dare una visualizzazione grafica alla propriapercezione della città e una identificazione su mappa dei percorsieffettivi. Una serie di domande ha esplorato le sensazioni e l'approccioche i soggetti hanno con i differenti luoghi nei quali si soffermano.

In un secondo momento, il materiale grafico e informativo raccolto èstato sviluppato sotto forma di tre elaborati grafici, che sono:

- un sito web nel quale è possibile visualizzare in forma grafica leinformazioni, consultare le mappe risultanti "oggettive" e "soggettive",cioè, quelle delle traiettorie e quelle invece rappresentanti la percezionegenerale dello spazio urbano. Parte fondamentale del sito è la possibilitàdi esplorare le traiettorie mediante uno strumento di navigazionevirtuale, costruito a partire da immagini fotografiche. Inoltre sul sitosono presenti il modello del questionario utilizzato per la fase di raccoltadei dati (al fine di rendere questo progetto replicabile in altre realtà daterzi), una parte informativa sulla filosofia situazionista e sul nostroprogetto e i link ai principali siti presenti sul web circa questo argomento.

Marco Biagioni,Stefano Menconi,Giulia Rizzini,Alessandro Tartaglia.

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propone agli abitanti delle città di astrarsi dal tessuto sociale, anzichéveicolarlo in un movimento globale costruttivo.Per il nostro lavoro ci siamo basati su queste teorie, soprattutto comedato culturale, per verificare ciò che è stato detto e fatto in precedenza.Nella realtà infatti, il nostro lavoro nasce da presupposti diversi e perusi diversi. Il nostro confronto con la città di Urbino è soprattutto dimatrice antropologica, essendo sua caratteristica particolare quella diriunire a causa dell'università molte persone di età e provenienzadiverse. Questa città è spesso vissuta come ponte di passaggio tral'adolescenza e l'età adulta per gli studenti, è scenario abituale di chici è nato e vissuto, è un'interessante luogo turistico. La percezione diquello che esteriormente è uno scheletro di case, sarà quindi diversaper ogni caso. La sua morfologia cambierà, il suo senso, i suoi punti dipresa, il suo "contenuto". Le persone che la vivono determinano unasua successiva rappresentazione, quindi possibile esistenza, e questamanipolazione virtuale fa sì che venga consumata quell'interazione traesseri umani e architettura auspicata dai situazionisti.

Altre informazioni sul progetto sono presenti sul sito web:http://www.isioti.it/uva

5ProgettoUVAche essi definivano "situazione costruita", cioè un'unità dicomportamento che nel tempo porta a dei cambiamenti lavorando sullato passionale degli esseri umani. L'esplorazione della città era unaderivazione dei precedenti esperimenti di surrealisti e dadaisti, i qualisi lasciavano guidare dal caso per la scelta dei percorsi, diversamenteperò, i situazionisti non esploravamo casualmente la città, bensì era lastessa architettura urbana che forniva le indicazioni dei percorsi, icosiddetti "punti di presa". L'orientamento veniva quindi influenzatodalla suscettibilità emotiva e passionale dell'esploratore, e dellavariazione che esse portano a livello di percezione e consapevolezza.L'esplorazione poi, non era una attività individualista, ma era volta aduna consapevolezza generale e funzionale alla collettività. Oltre allostudio psicogeografico del territorio , i situazionisti elaborano unprogramma d'azione chiamato "urbanismo unitario". È una protestacontro la visione troppo sterile da parte degli urbanisti delle città. Essicondannano la sensazione di alienazione provocata dall'architetturae rivendicano la loro posizione di osservatori interni alla città, mentreaccusano gli urbanisti di essere in una posizione di esteriorità. Essiprogettano strategicamente dal di fuori, mentre loro agisco dall'interno.La città è come un corpo, è il destinatario degli studi e delle azioni,oggetto dell'esplorazione stessa. La loro visione emotiva e partecipativa,fa si che tutto si svolga in una dimensione ludica, di manipolazione.Non potendo in effetti agire sulla città vera e propria, molto spesso leazioni situazioniste venivano riversate simbolicamente sul suo principalemezzo di rappresentazione, la mappa geografica. Lavorare sulla mappae sulla città reale era di pari importanza.L'eredità di questi esperimentie riflessioni sono state raccolte nel tempo da diverse correnti culturali,ponendo più o meno l'accento sulla forza politica del discorso o suquella sociale. Hakim Bey è forse il più importante dei teorizzatoridella controcultura, merito suo l'introduzione del concetto di TAZ, ZonaTemporaneamente Autonoma, ovvero un luogo separato dalla societàe non soggiogato dal capitalismo. Può essere reale, come uno squat ovirtuale come una comunità su internet. Si genera e si distrugge nelgiro di poco, per non essere presa come riferimento dalle mode e peressere invisibile al nemico. Quindi al contrario dei situazionisti, Bey

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6ProgettoUVAIl logotipo

L'uva, intesa come frutto, sebbene quantitativamente e qualitativamentecomposta da più forme, è un unico oggetto. Ci appropriamo quindi,dell'immagine di questo frutto per indicare metaforicamente i risultatidel nostro lavoro di ricerca sulla città di Urbino. Il nome del frutto èstato mantenuto sotto forma di acronimo, Urbino Visioni Alternative.L'uva, mitologicamente, è riconducibile all'immagine del satiro, delquale è stato elaborato un pittogramma. Dal punto di vista simbolico,questa figura rappresenta l'essere primordiale, colui il quale squarciatoil velo di Maya, riesce a comprendere ed accettare la realtà nella suadrammaticità. Parafrasando, nel nostro caso il satiro rappresental'approccio disilluso e diretto, alla percezione della città, che spogliatadella sua finta oggettività urbanistica, si rivela per quello che è: unafitta rete di traiettorie disomogenee e percezioni soggettive.

da "La nascita della tragedia", Friedrich Nietzche:

" [...] Se dunque prescindiamo per un momento dalla nostra prorpriarealtà, se concepiamo la nostra esistenza empirica, come quella delmondo in genere, come una rappresentazione dell'uno originarioprodotta in ogni istante, allora il sogno dovrà essere da noi consideratocome l'illusione dell'illusione, quindi come una soddisfazione ancoramaggiore della brama originaria di illusione. Per questo motivo l'intimonocciolo della natura trae quell'indescrivibile piacere dall'artista ingenuoe dall'opera d'arte ingenua che parimenti è solamente l'illusionedell'illusione."

"[...] In questo senso l'uomo dionisiaco (ndr, il satiro) somiglia ad Amleto:entrambi hanno gettato una volta uno sguardo vero sull'essenza dellecose, hanno conosciuto, e provano nausea di fronte all'agire; giacchéla loro azione non può mutare nulla dell'essenza eterna delle cose, edessi sentono come ridicolo e infame che si pretenda da loro che rimettanoin sesto il mondo che è fuori dai cardini. La conoscenza uccide l'azione,per agire occorre essere avvolti nell'illusione [...]"

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ProgettoUVA

Veloce / Utile

Brutto / Silenzioso

Bello / Scomodo

Veloce / Utile

Brutto / Silenzioso

Bello / Scomodo

Stickers Mappe

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ProgettoUVA

Alcuni esempi di traiettorie

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ProgettoUVA

Alcuni esempi di percezioni che gli intervistati avevano della città

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Urls:http://www.atalier.comhttp://www.toastone.com

una volta entrato in contatto con il mondo dell'illustrazionee della grafica, come sono cambiati i tuoi orizzonti di writer?io ho cominciato con l'illustrazione, la grafica e il writing allostesso tempo. Questi media sono da sempre parte del mio percorso.Il "gioco" tra i diversi linguaggi è stato considerevole, e io hoavuto fortuna nel riuscire a realizzare questo "gioco", perchè èun qualcosa che può diventare ancora più forte nel futuro.

cosa è ATALIER, come è nato e di cosa si occupa?Atalier ha le sue radici nella stampa, noi facevamo anche siti egiochi, dopo l'esaurimento del boom del web, abbiamo dovutospecializzarci. I giochi online sono qualcosa che non è moltosviluppato in svizzera. Noi abbiamo una grande chance di prendereuna buona posizione in questo mercato.

quali sono gli idoli che hanno segnato il tuo cammino?no comment...

tempo libero, passioni ed interessi, descrivi ciò che per tenon è lavoro...io amo lo skate da quando sono adolescente... e un' altra cosache mi piace molto è cucinare strani piatti =)

10Ata Bozaci ToastAta Bozaci, un personaggio che molti conoscono sotto lopseudonimo di “Toast”, affermato come writer, è un artistapoliedrico, dotato di talento nell’illustrazione e nella grafica, vivee lavora in Svizzera, a Berna, sede del suo studio, Atalier.

come mai toast?perchè no.. è un nome divertente.

come ti sei formato dal punto di vista artistico? le influenze..gli incontri.. gli scontri..i maestri..?cerco di disegnare in ogni istante nei miei diversi sketchbook chesi possono paragonare a dei diari, questo può aiutare a visualizzareil proprio sviluppo e le influenze nel corso degli anni..

ti da ancora soddisfazione dipingere con gli spray? ci puoidescrivere le tue sensazioni quando dipingi?certo, dipingere è ancora un importantissima parte della mia vita.Io lavoro molto a computer, e dipingere fuori con gli amici è unbuon modo per bilanciare.

qual'è stato il punto di contatto tra il mondo del writing equello della grafica? come è avvenuto il passaggio?il mondo del writing è stato costruito su basi di grafica, tipografia,e illustrazione. Era ovvio se la scena voleva diventare più forteavrebbe dovuto aumentare la contaminazione con questi medianel futuro. Io ho approfittato di questa chance anche se questonon è stato facile.

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Ata Bozaci Toast

Burning Apes Burning City

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Ata Bozaci Toast

Grand Chimp Hungry

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Ata Bozaci Toast

Katze mit fischblick Kiffer

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Ata Bozaci Toast

Montpellier 2002 Pincher

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Ata Bozaci Toast

Pyros 2006 The Beginning

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Ata Bozaci Toast

Pyros 2006

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Ata Bozaci Toast

Pyros 2006

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Urls:http://www.molotro.com

quando si vedeva il proprio carattere funzionare era emozionante,quando per la prima volta si digitavano le prime parole in wordo da qualche altra parte e si vedevano comparire queste letteredisegnate da te era fantastico, la terza volta che lo fai non haquasi più importanza. In realtà forse le soddisfazioni sono inaltre cose, alla fine è un lavoro, di per se è anche difficile esseresoddisfatti di questo lavoro, perchè conoscendo bene un carattere,i difetti che ha, sapendo che non riesci a cancellarli tutti, non èquasi possibile.. ti lascia sempre un senso di insoddisfazione.

pensi ci sia affinità tra i writers che disegnano lettere e itype designer?può essere... in realtà la differenza è la questione performativa,il writing è ogni volta diverso, ogni volta un esecuzione, latipografia è il progetto di qualcosa che deve essere com estereotipo, come modulo fisso, che poi viene ripetuto infinitevolte. Ciò detto, in realtà il writing credo che abbia una forteprogettualità, uno la deve concepire questa scritta, la deveprogettare, la deve elaborare, la fa tante volte... Diciamo che iosinceramente non ho mai fatto writing, è successo solo una volta,che un mio amico voleva portarmi a tutti i costi a fare questa cosa,ero giovanissimo, avrò avuto 15 o 16 anni, in pratica io volevofare le lettere in un certo modo e lui mi ha detto: "no, non si fannocosì le lettere, si deve fare così..." , io volevo scrivere delle poesie,e lui mi disse: "no, non si scrivono poesie, tu devi avere unaparola che scrivi..".Alla fine praticamente era una roba che non riuscivo a capire,avevo troppi limiti, e ho lasciato stare, pensando che non facesseper me. Quindi in realtà il writing non lo conosco assolutamente,da praticante, quel poco che so è ciò che mi raccontano, peròvedo appunto questa differenza di approccio. Infatti il typedesigner ha un approccio più funzionale, meno autoespressivo,

18Luciano Perondi MolotroLuciano Perondi, disegnatore di caratteri e progettista grafico,vive e lavora a Busto Arsizio (Varese) dove ha sede il suo studioMolotro. Nelle righe seguenti un estratto di una lungaconversazione sul disegno delle lettere, il rapporto tra writinge tipografia, la comunicazione visiva e la progettazione grafica.

cosa significa disegnare lettere? quali sono le difficoltà?quali sono le soddisfazioni?io credo che disegnare caratteri non vuol dire esattamentedisegnare lettere... se non altro perchè ci sono anche i numeri...ma al di la di questo, fondamentalmente, si lavora con parole,con un sitema che va ben al di là della singola lettera, anche seè un sistema fondamentalmente limitato, limitante... io come typedesigner avverto una sorta di frustrazione, nell'essere confinatoall'unicode, ad una fila di caselle, vorrei che la scrittura si evolvessein una direzione non lineare, verso una maggior libertà epossibilità di muoversi nello spazio, ed il carattere è concepitoper essere una sequenza di glifi, oggetivamente.... la difficoltàpiù grande è questa, riuscire a superare queste barriere dellalinearità, una difficoltà che non è ancora stata superata, e nelmondo non la si avverte come problema, non si fa nulla in questosenso, è questa la difficoltà. Dal punto di vista progettuale ledifficoltà a disegnare caratteri, la più grande difficoltà, a partequesto senso di frustrazione, è il fatto che il disegno di un carattereha una curva di interesse e piacevolezza che è altissima all'inizio,e pian piano diventa sempre più bassa, ed è veramente unasofferenza finirli, perchè è veramente lungo, ci vogliono anni percompletarne uno fino in fondo, per ampliarlo, per svilupparlotutto, e uno non ha mai tempo, ha sempre altre cose piùinteressanti da fare... però in realtà bisognerebbe farlo prima opoi questo lavoro. Le soddisfazioni sono più che altro all'inizio,

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(ride, ndr) scusa per questa filosofia da bar...

pensi siano utili le conoscenze di un writers nel disegno diun carattere tipografico?si.. nel senso, magari la capacità tecnica, il controllo formale,l'attenzione alle forme, penso siano utili, siano anche importanti,possono dare tante possibilità. D'altro canto può essere d'ostacoloun certo atteggiamento di cui parlavo prima, perchè cambia laprospettiva, l'obiettivo del progetto, la durata, cambia il processostesso per cui si arriva... cambia l'ampiezza, il carattere è più unsistema, il writing è un opera in sè. Forse a volte bisogna cambiareprospettiva mentale, ma questo è positivo, perchè uno non sideve fossilizzare, se si fossilizza produce cose inutili da un certopunto di vista, cose stanche. Una cosa che mi viene in mente èche hanno in comune l'invidia, tu vedi una cosa di un altro è diciche devi fare meglio, oppure dici che è un ignorante, che sei solotu il vero interprete del vero spirito... questa è la cosa più incomune che hanno... ma questo penso sia in comune a tutte leattività umane in cui l'apporto personale conta, in sostanza. Nonso per i writer, ma io conosco tanti type designer che hannosempre fatto solo type design, fanno solo type design e non sisono mai mossi... e quindi sono in realtà dei tecnici... in molti casiquesto limita ancora di più le loro consocenze. A me piacerebbevedere come disegna un carattere un fisico.. un muratore..qualcuno di cultura.. un musicista.. qualcuno che ha unaformazione completamente diversa, in questi casi sarebbeinteressante osservare come una consocenza che non siastrettamente legata alla disciplina possa tornare utile.

ci parleresti del tuo percorso? come sei arrivato fino a qui?fino a qui dove? Perchè il mio percorso.. io volevo fare la rockstar,l'astronauta, il fisico.. forse una delle cose più concrete che mi

19Luciano Perondi Molotrocioè io quando disegno un carattere lo faccio perchè c'è unproblema, e lo devo risolvere col progetto di un carattere, è ancheun problema di immagine, ma non è che io manifesto qualcosadi interiore disegnando un carattere. Deve essere una questionequasi "ingegneristica", si manifesta una questione di gustotipografico, una ricerca formale, anche più concettuale,sperimentale, però in realtà il succo, l'interiorità non si manifesta,

non viene fuori. A meno che non fare cose veramente diversedalla tipografia, spingendosi oltre la tipografia stessa. Credo peròche questa idea presente nel writing di esprimere la propriapersonalità sia assente nel disegno dei caratteri. Poi in realtà cisono alcuni che disegnano i caratteri in un modo più affine almondo del writing. Però non è certo il mio caso,anzi io ho ilproblema che i miei caratteri sono troppo neutri, cioè.. magarifunzionano bene per la funzione per cui sono stati concepiti,sono buoni caratteri, ma sono anche difficili da vendere, daspendere, perchè sono meno personalizzati. Le cose chepersonalizzano di più i caratteri che ho fatto in realtà sono dovutea fattori tecnici o a precise ricerche storiche. Quindi personalmentela vedo forte questa differenza, invece per altri probabilmente èminore, quindi ci sono affinità per il fatto che scrivono, ma peril resto personalmente ci trovo una certa distanza. Ma sicuramentec'è una certa distanza tra fare grafica e disegnare caratteri, o trafare information design e fare grafica, scrivere un libro difantascienza e scrivere un giallo. Sono attività fondamentalmentediverse, ma che si assomigliano perchè hanno a che fare con lastessa materia, ma in realtà presuppongono approcci diversi eculture diverse, ma anche un approccio tecnico diverso. Poi inrealtà l'uomo è uomo, e in realtà quello che penso che succedanei circoli di type design, e quelli che succede nell'ambiente delwriting siano suppergiù le stesse cose, credo che l'uomo non siacambiato molto negli ultimi 40.000 anni...

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anche due di cento chilie la cosa era veramente spaventosa...Comunque il corso si era concluso abbastanza bene, con unrisultato non del tutto inaccettabile, più che altro era un lavorosperimentale, per imparare, fatto in maniera assolutamenterudimentale. Poi Piazza doveva fare due caratteri e mi chiese dilavorare con lui, partecipai al progetto di questi due caratteri, eho fatto qualche anno così, ancora ad approfondire l'esperienza...In realtà ho iniziato a capirci veramente qualcosa, un pò di annidopo quando ho avuto l'occasione di andare da Bruno Mag, inInghilterra, a Londra, lui mi ha aperto gli occhi dal punto di vistatecnico. Anche dal punto di vista didattico, questioni puramentepratiche, che qui in Italia non avevo avuto modo di affrontare perchè non avevo conosciuto nessuno che aveva ache fare tutti i giorni con la professione di type designer, con leproblematiche e le scelte ad essa connesse. Questa cosa è statadavvero determinante, poi ho potuto sviluppare una veracompetenza, che è stata maturata lentamente e progressivamente.Questo è un problema, perchè io ho perso almeno 5 anni percapirci qualcosa, e invece avendo una formazioine più specifica,avendo fatto un master di quelli giusti, ci avrei messo un terzodel tempo. Però forse il fatto di aver vissuto più a lungo tuttoquesto, di aver imparato molto sulla mia pelle, di aversperimentato tanto, forse mi ha portato qualcosa, quantomenola consapevolezza che la tipografia non è il centro dell'universo.Ovviamente secondo me c'è anche il fatto di aver avuto comeriferimento la cultura italiana, aver conosciuto personaggi comeGiovanni Lussu, Antonio Perri, Giovanni Anceschi, mi ha dato lapossibilità di vedere un pò oltre, e di vedere in un certo senso ilimiti del mondo della tipografia, di vedere le cose in unaprospettiva più ampia, meno tecnica, meno anglosassone e menotedesca... di approfondire il concetto teorico di scrittura.Ovviamente questo è un sogno, sto cercando di tradurlo, di

20Luciano Perondi Molotropassava per la testa, a me piaceva la fisica... in realtà forse il poetami sarebbe piaciuto... però a un certo punto, sbagliandocompletamente, sono finito a fare questo inutile corso di laureadi disegno industriale, e mi sono trovato sul cammino GiovanniLussu, io facevo industrial design, non sapevo cosa fosse la grafica..mi ricordo che avevo trovato nella biblioteca dell'univeristà unlibro che si chiamava "FARSI UN LIBRO" (di G.Lussu e D.Turchi,Ndr), e mi era piaciuto sostanzialmente, mi interessava questacosa delle lettere, la trovavo curiosa. Poi accidentalmente c'eraun corso di Lussu quell'anno, all'univeristà, proprio quell'anno,infatti il libro non era li accidentalmente, ma penso fosse inbibliografia, e quindi la biblioteca universitaria si procurava ilibri in bibliografia... Ho frequentato questo corso, sul type design..io non avevo la minima idea di cosa fosse la grafica e il typedesign, a mala pena sapevo installare un carattere su computer,fatto sta che tra una balla e l'altra, il corso era molto ricco dicontenuti e lezioni, non ho più visto un corso di tale livello,chiamarono tutti quelli che si occupavano di caratteri, e se nonerano tutti, erano quantomeno una buona decina.. c'eranosicuramente tutti i milanesi, era stato davvero affascinante... Poiovviamente Lussu con la sua sapienza ne raccontava davverodelle belle, poi c'era Piazza, un altro personaggio interessante,poi due bravissimi assistenti, che tra l'altro non ho più avutooccasione di incontrare o sentire a proposito della tipografia, main realtà ne sapevano davvero molto. Fu davvero molto divertente,mi aveva quasi fatto rivalutare il corso di laurea quell'anno li...ed era finita che il problema del corso furono i gruppi troppograndi, gruppi da dieci... io all'univeristà tendenzialmente ero unpezzo di merda, e quando mi giravano le balle facevo tutto dasolo, in pratica facemmo un sotto gruppetto con poche persone,e la parte sostanziale l'abbiamo monopolizzata, concludendo illavoro, anche litigando furiosamente con gli altri, tra l'altro c'erano

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forse dovremmo chiederci perchè smettono di essere writersquando diventano grafici, se questo avviene, ci sono diversepersone che conosco, che ad un certo punto della loro vita hannosmesso di essere writers, e ce ne sono altre che lo fanno per tuttala vita... se devo essere sincero non ho capito molto questadomanda, o meglio, l'ho capita, ma non so come rispondere... =)

attualmente la grafica in italia di che condizioni di salutegode secondo te? quali sono i suoi problemi? e quali letendenze da consolidare?bè.. la grafica in Italia.. si parla di terra bruciata praticamente.C'è un proliferare pazzesco di NON-grafici, in fondo unaprofessione per la quale molti grafici si trovano a svolgere unlavoro che potrebbe essere definito fondamentalmente inutile.Che cos'è in fondo la grafica? io su questa cosa ho molti dubbi,volendo secondo me basta un corso serio e ben fatto all'internodi un qualsiasi corso di laurea, o anche prima, per raggiungereuna competenza dignitosa e auto-prodursi la grafica.Forse dovrebbe essere insegnata fin da bambini, come vieneinsegnato il disegno, ovviamente anche li ci sono persone più omeno portate. A me sembra che la grafica sia sopravvalutata,nella visione attuale, anche per formare un vero grafico che possafare delle cose superiore in realtà devi formare veramente unamente, come formeresti un fisico o un ingegnere, perchè sonotalmente tante le conoscenze in gioco... Quindi in realtà mi sembraforse uno spreco dedicare alla grafica tutte queste energie, sipotrebbero concentrare su altre tematiche, l'organizzazione e lalogistica più fondamentali su cui vale veramente la pena investiretanto, sono cose che permettono ad altre cose di funzionare, e ilproblema del mondo in cui viviamo è far funzionare le coseveramente, siamo tantissimi e ognuno va nella sua direzione,anche le risorse diventano poche, in realtà c'è un problema che

21Luciano Perondi Molotrorenderlo concreto, passando tra scrittura e information design,cercando un punto di contatto pratico tra le due cose, credo quindiche questa questione mi possa far asserire di non essere arrivatoancora da nessuna parte, e credo che proprio questo mi abbiafatto prendere consapevolezza di qualcosa che possa andare oltrela progettazione tipografica, probabilmente è questione di tempo,fondare una cultura attorno a questa cosa, una scuola di pensiero,una riflessione, e anche una pratica, tutto questo necessita diessere trasformato in pratica. Posso dire che il mio percorso, finoad ora, è stato arrivare ai blocchi di partenza. Da qui in avanti siparte, forse. Questa domanda è più legata all'uomo che al typedesigner, il percorso tecnico in realtà è un accidente in mezzo atante scelte fatte, magari non legate al lavoro ma a motivicontingenti, che ti portano a cambiare la visione sulle cose.

cosa pensi dei writers che diventano grafici?forse in realtà mi interesserebbe pensare qualcosa dei writersche diventano fisici o che diventano scrittori di gialli e romanzirosa... perchè in realtà la natura visiva delle due cose porta aquesta confluenza, ho visto writers diventare graficiultraconservatori, di retroguardia.. quindi non credo di avere unopinione in proposito. Forse in realtà mi interessa anche poco lagrafica ad essere sincero, anche qui credo che il percorso formativodi ognuno sia qualcosa di più ampio dell'appartenenza ad ungruppo, non so cosa fanno di solito i writers, forse diventanomedici... il fatto è che il writer che diventa grafico è qualcosa disemplice, anche perchè ormai tutti fanno i grafici... Forse il writingnon è altro che un passaggio, una tappa, attraverso la quale sipassa crescendo, magari durante l'adolescenza, oppure al contrarioil writing potrebbe essere un punto di arrivo.. io non la vedo come"cosa pensi degli studenti di medicina che diventano grafici.. laquestione è un pò diversa, ci sono grafici che sono anche poeti...

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davvero una nuova frontiera, perchè in fondo il potenzialeculturale potremmo averlo, se riusciamo davvero ad uscire daiconfini della grafica potremmo davvero portare dei contenutiinnovativi al mondo della comunicazione visiva. Dovremmonecessariamente imparare a scrivere in inglese, pubblicare ininglese, e forse ci sarebbe molto più mercato anche per lepubblicazioni di carattere teorico secondo me, del resto Tuftepenso sia diventato ricco con le sue, cioè, non so se sia diventatoricco, però comunque no ha vendute parecchi, e sono libricomunque teorici... sono anche collezioni di immagini. La tendenzada consolidare sono le aggregazioni spontanee di gruppi dipersone, che mettono insieme le conoscenze, e questo stasuccedendo. Il mondo della grafica non è così ristretto, ci sonotante persone, l'aiap tende a non essere più una parrocchietta,e questo è positivo, anche se è una parrocchietta, ma poi ci sonolegami tra grafici e altre discipline, minimi, ma si stanno iniziandoa muovere, e qualcosa potrebbe davvero cambiare, succedere.

ci racconti come nasce molotro? cosa fa molotro e dove sitrova?molotro è un uccello nord americano, della famiglia degliEracidi, in pratica ha la caratteristica tipo cuculo, di deporrele uova in mezzo agli altri insetti, di essere un parassita(ride, ndr)... in realtà non tutti i tipi di molotro scacciano glialtri uccelli dal nido, diciamo che è un parassita un pò menoantipatico del cuculo. Al di là di questo, io da piccolo avevoin camera un poster del molotro, e lo dipingevano in manieraabbastanza simpatica, tant'è che la prima volta che ho sceltol'indirizzo email l'ho scelto come nome, e fatto sta che poipian piano usando quella mail per lavoro, è diventato ilnome dello studio. Un pò come i gruppi rock, da ragazzi...

22Luciano Perondi Molotroin molti paesi si vive oggetivamente male, e quindi le personescappano da questi paesi. Il problema secondo me è che moltolavoro della grafica riguarda problemi quasi secondari, rispettoal resto, ma questo non è uno svilire il ruolo della grafica in se,perchè la grafica permette di leggere, permette il passaggio diconoscenza, secondo me è un autocritica sul ruolo dei grafici,forse in questo processo i grafici sono anche poco determinanti,sono poveri di contenuti e di pensiero, e quindi il loro apporto èelementare e improvvisato, ma non nel senso jazzistico deltermine, cioè studiato e non alla portata di tutti, ma fatto a caso,all'ultimo momento, fatto per tappare un buco. Si sono fattequeste cose delle università di grafica, ma in realtà senza avereveramente contenuti e sopratutto l'operazione che non si è fattaè quella di portare la grafica ad altre discipline, cioè l'architettura,la fisica, l'ingegneria avrebbero solo da giovarsi dell'apportodella grafica... non magari dell'apporto dei grafici, ecco, forse igrafici potrebbero essere molti meno e diventare più deiconsulenti, per le questioni legate all'immagine e alla produzionedi immagine. Io non credo molto a questo ruolo della grafica, equindi secondo me la situazione italiana, per quello che è ai bassilivelli, e quindi il nulla più totale, e per quello che è anche i livellipiù alti, che fondamentalmente tolti pochissimi casi, si fa un saccodi belle confezioni, ma niente di più, la situazione italiana è forsedisperata, ovviamente però questo è un mercato chepotenzialmente è in esplosione, se non fosse che produce pocofatturato, la grafica in Italia potrebbe essere quello che è statoil design negli anni 60 e la moda negli anni 80, del resto sonotantissimi i grafici, qualcosa deve pur succedere se ci sono lecondizioni, le teste ci sono, l'unica cosa che non vorrei che facessela fine della moda e del design italiano, cioè pura superficie,perchè questo non produce nulla a lungo termine, forse unamemoria storica si, ma poi si arena, ma del resto potrebbe essere

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determinante, e la cosa è possibile perchè questo è unbisogno reale, e nessuno lo fa, a quel punto non fai piùgrafica, fai qualcosa di leggermente diverso, che sicuramenteè più soddisfacente e redditizio, rispetto ad un immaginecoordinata. A volte non puoi dire no neanche a quelle coseli, che sono le peggiori del mondo, però quando puoi nonfare quei lavori li è tanto di guadagnato, quando puoi lasciareperdere biglietti da visita e siti internet, è tutta salute...anche economica. Il tipo di gestione del tempo èfondamentalmente nazista, orari di lavoro molto rigidi,molto mattinieri, quindi sveglia all'alba, formidabili tirate,pause microscopiche... a parte gli scherzi l'idea è quella disfruttare la mattina più che la sera o la notte, lasciandoqueste al privato, questa è una cosa a cui credo, e checondivido con le persone con cui lavoro, il cercare l'efficienza,cosa che non si è ancora raggiunta, però proprio l'efficienzaè la base per fare lavori di diversi tipi, e per avere la libertàdi agire e di fare altro, perchè poi la grafica non èassolutamente il centro della vita, perchè ci sono cose piùinteressanti e più importanti da fare, se poi però con lagrafica riusciamo ad essere anche produttivi per il mondoche ci circonda tanto meglio, comunque l'idea di lavoraretroppe ore è sballata, non va bene, sia chiaro c'è chi èchiamato a fare questo perchè è chiamato a fare questoperchè ha un compito di ordine superiore e deve farlo, perònon penso che il nostro ruolo in questo mondo sianecessariamente fare grafica... questo approccio è in qualchemodo anche legato al luogo, perchè io sono nato a BustoArsizio, e qui vivo, e ho deciso di lavorare qui, per questadimensione che mi allontana un pò da Milano, da questo

23Luciano Perondi Molotroscegli il nome, e poi il nome ti rappresenta.. più o meno unostudio di design è una rock band, perchè ha la stessaconsistenza, è una forma di autoesaltazione anarchica, èun modo per fare le cose in una certa maniera, con unacerta libertà. Dopo una fase formativa dove si lavora per glialtri, avere uno studio proprio penso sia un esperienzainteressante, anche divertente, problematica più che altro...Molotro si occupa prevalentemente di caratteri tipograficie di information design, che sono due cose che vannoabbastanza d'accordo, ma nell'ottica della scrittura, e ancheil nucleo attorno a cui si è sviluppato exp, che è un gruppodi ricerca sulla scrittura. Insomma, io sono lo zoccolo duro,e poi ci sono altre persone che lavorano con me, alcunepiù fisse alcune un pò meno, la caratteristica è quella diapprocciare i lavori con questa idea della ricerca, teorica,del non partire dalla grafica e del cercare di non arrivarealla grafica. Di cercare di lavorare con altre discipline. Adesempio tra i miei collaboratori più stabili c'è uno psicologo...con cui facciamo diversi progetti di ricerca e sperimentazione,e ovviamente un sacco di iniziative "no profit", penso chesette ottavi del nostro tempo siano orientati a iniziativesperimentali, che fondamentalmente sono quasi piùredditizie della grafica, perchè alla fine la grafica non paga,nel senso che è solamente fonte di frustrazioni, stress etutto. Come grafico vieni pagato troppo poco, per un lavoroche stanca e porta via tempo, oltre a non essere sano. Inveceprovare ad approcciare le cose in un modo diverso, ancherifiutando un certo tipo di lavori, ovviamente se te lo puoipermettere, quando puoi permettertelo, sopratutto cercandodi creartene altri per lavorare, dove l'elemento di ricerca sia

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dei bluesman neri del nord America, chi era cieco faceva ilmusicista, quindi forse bisogna capire qual'è la dimensione delcolore nel mondo, poi ovviamente la progettazione tipograficadi per se, è quella roba li, anche se a ben vedere, finchè progettiun carattere non ti importa del colore, ma quando passiall'applicazione pratica scopri che le pagine dei libri non sonobianche, che l'inchiostro non è nero, che le condizioni di lucecambiano completamente la percezione del bianco e del nero,quindi in realtà, si forse il mondo del type design è senza colori,ma il mondo della tipografia in realtà in una maniera molto piùsfumata, sottile, più sofisticata è molto colorato... Io non so comevivono gli altri type designer, ma il mio mondo è mediamentecolorato... apprezzo le belle giornate luminose, sopratutto invernali,quando c'è quel mattino.. quella luce stupenda.. tra l'altro dalmio studio si vede il Monte Rosa, che nelle mattine di Inverno èveramente rosa, ed è quindi colorato..Il mio mondo non è in bianco è nero.

cosa pensi dell'insegnamento della grafica in italia,funziona? dove funziona e dove non funziona?Non lo so.. è superfluo.. eccessivo.. ce n'è troppo.. e nei postisbagliati. La grafica bisognerebbe insegnarla nelle Università difisica, ingegneria.. filosofia.. semiotica... insegnarla ai grafici misembra che siano povere le facoltà di grafica come contenuti, nonsviluppano un pensiero, delle menti, poi la funzione delleuniversità è forse esaurita in questo senso, è solo uno studentificiooramai, secondo me la vera formazione è quella che si crea congruppi di pensiero, con riflessioni in comune, con discussioni,con progetti.. progetti sperimentali, la vera formazione la fai conprogetti sperimentali, che non hai mai fatto. Alla fine tu insegnicon un atteggiamento da scuola superiore in un Universtità, cheha un impostazione universitaria nata non per la grafica.

24Luciano Perondi Molotrolavoro a tutti i costi, da questi orari senza senso, da questodivertimento a tutti i costi. Busto sembra un pò una cittàfantasma in certi momenti, nonostante sia grossa, è pocomovimentata, però è molto vicina a Milano, e a tante altrecose, come l'aereoporto. Questo mi sembra interessanteperchè mi permette di sviluppare dei discorsi con maggiorcalma, con un altro approccio, anche se purtroppo a causadell'insegnamento io a Busto ci sto molto poco... anche sequesto vedremo come si trasformerà, nel futuro... in questomomento in questa situazione è la soluzione migliore questadi non essere milanesi, questa "non-milanesità".

un type designer vive in un mondo in bianco e nero?bho.. no.. non so, perchè in realtà.. io ho una stampante in biancoe nero volendo, nel senso che non stampa i colori... in questosenso si..(ride, ndr) ma.. non credo.. la questione del bianco e delnero io non la vivo così, anche perchè non sono solo un typedesigner. Però la questione del colore è un problema, il coloreviene sopravvalutato e sottovalutato al tempo stesso, il colorenon viene conosciuto veramente, al colore si attribuiscono ruolicostruiti su concetti aleatori e personali, senza nessuna base. Ilmondo del design è un mondo dove l'opinione si trasforma inteoria senza passare per null'altro, e quindi la questione delcolore è totalmente sottovalutata. Una delle cose migliori che hovisto è una dispensa di Silvestrini sulla teoria del colorecompletamente in bianco e nero, quella è stata una delle cosepiù belle che ho visto riguardo i colori. In realtà la questione dellatipografia, del bianco e del nero è anche relativa, perchè alloraanche il mondo dell'ingegneria è in bianco e nero, anche il mondodella musica, se non fosse per associazioni sinestetiche, potrebbeessere senza colore... tant'è che per tradizione, i ciechi parlano

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contenti tutti, come insegnante uno va per la sua strada, chi èdisposto a seguirlo e ad imparare, impara, chi non è dispostoprosegue per la sua strada, che magari è migliore di quelladell'insegnante. Il più delle volte è più formativo il contatto trastudenti che con l'insegnante, che può avere un ruolo marginalenella formazione.. io credo di avere avuti pochi insegnanti chemi hanno formato, ma invece tanti compagni di Università concui ho lavorato che hanno contribuito alla mia formazione, maanche non-compagni universitari, anche amici, anche personeconosciute per caso. Quindi non lo so, non mi viene dageneralizzare su sta cosa, secondo me non c'è differenza rispettoagli altri studenti. Caso per caso c'è chi è più o meno dotato,tendenzialmente non ho neanche notato una maggiore abilità alivello tecnico, secondo me rientra tutto quanto nel caso umanogenerale, il writing è una delle tante esperienze di vita che unofa, come la grafica e i miei corsi.. quindi non posso generalizzarein nessun modo, non posso dire in nessun modo quale differenzac'è tra un writer e un altra persona, secondo me non ce ne sono,la differenza è tra singoli non tra categorie, poi in realtà a metutte le bandiere e le definizioni non sono mai piaciute, iofondamentalmente non mi ritengo un grafico perchè non faccioil grafico, posso dire di essere un type designer, ma la cosa nonmi sposta di una virgola, tanto meno mi stanno simpatiche leorganizzazioni, i gruppi e queste cose qui... le associazioni... leorganizzazioni.. i gruppi organizzati mi fanno anche un pò paura...Forse la cosa simpatica dei writers è che litigano tanto tra loro,però in realtà comunque fanno parte di un gruppo, e questo mispaventa.. forse esagero nel mio individualismo, che poi non èun vero individualismo... Io rispondo come ho risposto prima, èuna questione umana, sono differenze tra singoli, non tracategorie. Mi rifugio nella filosofia da bar e pub ed evito dirispondere alla domanda, fondamentalmente.

25Luciano Perondi MolotroL'Università è un buon pezzo di carta che ti serve per molte cose,ma poi la vera formazione è fatta in altri posti, in altri momenti,e sarebbe interessante sviluppare questi altri momenti... insommaci si sta lavorando su questa cosa. Secondo me l'idea in questosenso, la vera formazione potrebbe essere fatta veramentecollaborando con una serie di personaggi che possono dareveramente qualcosa di diverso, e quindi darti una visione piùampia delle cose. Fondamentalmente io credo che bisognerebbemettere assieme dei gruppi e di sviluppare dei progetti, questadovrebbe essere la formazione. L'Università la si tiene perchèc'è, tanto meglio. E poi hai l'occasione di conoscere tanta gente,dove le conosci queste altre persone che possono darti qualcosase non attraverso l'università, però questo è il punto di partenza,non quello di arrivo. Per quello che riguarda i luoghi dove siinsegna la grafica, è inutile parlarne, sono posti ben organizzati,belli, però forse non sono più un luogo di formazione, sonocomplementari alla formazione, non sono però il luogo vero dovesi sviluppa la formazione. Poi bisognerebbe capirlo anche a livelloimprenditoriale questo passaggio e secondo me sfugge. Ci si basasu un concetto obsoleto di Università, forse qualcosa verrà fuori.Anche perchè in queste condizioni è difficile imparare e pagarsila formazione... vedo tanta gente della mia età che pur avendolauree e master fatica a trovare lavoro, qua in Italia, e comunquelo trova sotto pagato, quindi forse è necessario cambiare qualcosa.

hai mai insegnato a dei writers? come sono rispetto aglialtri studenti?questa è evidentemente una domanda tendenziosa, se devoessere sincero i casi di writer che ho avuto sono talmente diversitra loro che non posso farne una categoria, credo che alcuni siodierebbero tra loro. Dipende tra le persone. Il problemadell'insegnamento è che fondamentalmente non si può fare

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Luciano Perondi Molotro

dettaglio di un Manifesto per lo Iuav di Venezia Ninzioletto type

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Luciano Perondi Molotro

Tecno type / applicazione Workshop tenutosi a Metaponto, per il Politecnico di Bari

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Urls:http://www.elzevira.blogspot.com

28Elvira Pagliuca

L’eremita

Elzevira nasce 24 anni fa in provincia. All'asilo la maestra sirifiuta di appiccicare i suoi disegni al muro perché, sostiene,spaventano gli altri bimbi. In effetti in quegli anni Elzevira sidiletta a disegnare un unico soggetto: due fantasmi, di quelli collenzuolo bianco, arrabbiati, con una striscia blu sopra (il cielo)e una marrone (il terreno). Raggiunta la maturità psicofisica,artistica e culturale, illustra scene autobiografiche, spesso conl'inutile intento di filosofeggiarci un po' su. Di solito ascolta dellamusica, mentre disegna.

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Elvira Pagliuca

Death cab Cloe

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Elvira Pagliuca

Diventapiede

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Elvira Pagliuca

Horses / Money Il filosofo / Il morso

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Elvira Pagliuca

Parcheggio / Lo psicopatico Vecchie / Rigole

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Elvira Pagliuca

Storie di cucina / Quecalò Rosso

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Gabriele Rosso nasce a Bordighera (Imperia) il 4 dicembre 1980.Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Cuneo e attualmentestudia Illustrazione all’ISIA di Urbino. Ha creato il brand diabbigliamento Method. è appassionato di snowboard e di granitaalla mandorla

Urls:http://www.method.eu

34GabrieleRosso Method

Ciabatte

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Gabriele Rosso

Culo / Faccia di topo

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Gabriele Rosso

Ice cream fever / La spesa

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Gabriele Rosso

Mary Jane / Mellow

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Gabriele Rosso

No more 1 / No more 2

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Gabriele Rosso

Piedi / Rudo tha dog

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Gabriele Rosso

Stereo / Suca

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Marco Biagioni nasce ventiquattro anni fa a Roma, dove cresceed entra in contatto con il mondo del writing. Dopo aver conseguitola laurea all’accademia di belle arti, viene ammesso all’Isia diUrbino, dove studia illustrazione. Nel tempo libero elabora nuovericette a base di verdure e gioca a street fighter 2.

Urls://

41Marco Biagioni Maken

Battaglia in Cielo

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Marco Biagioni Maken

Anima

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Marco Biagioni Maken

Mi ritaglio un pò di verde

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Marco Biagioni Maken

GForce

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Marco Biagioni Maken

Untitled

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Giuliaha ventiquattro anni, è nata a Mantova, e si è laureata inprogettazione grafica all’Isia di Urbino, dove ora frequenta ilcorso di laurea specialistico in Fotografia. Possiede un innatoquanto trascurato talento nell’illustrazione, e nonostante si ostinia considerare i suoi lavori come degli scarabocchi, sono riuscitoa rubargliene alcuni, cioè quelli che vedete qui pubblicati.

Urls:http://melaenne.blogspot.com

46Giulia Rizzini

Untitled

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Giulia Rizzini

Untitled - Untitled

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Giulia Rizzini

Untitled - Sòmari

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Giulia Rizzini

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Giulia Rizzini

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Giulia Rizzini

Io sfido la gravità

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Giulia Rizzini

Droit Dummy

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Giulia Rizzini

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Occitanz, fotografie scattate traAgosto 2005 e Agosto 2006. Tre brevimigrazioni a ovest."

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Giulia Rizzini

Attesa

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Giulia Rizzini

B-Movie

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Giulia Rizzini

Caisdosodre

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Giulia Rizzini

Correio

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Giulia Rizzini

Eletrico

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Giulia Rizzini

Hombre

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Maria

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Giulia Rizzini

Montgat

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Giulia Rizzini

Padrao

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Giulia Rizzini

Rossio

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Giulia Rizzini

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Te jo

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Giulia Rizzini

Velhos

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Giannicola è nato a Foggia, ha ventitre anni e studia design alpolitecnico di Bari. Le foto che vi proponiamo sono state realizzatein Turchia, dove lui ha trascorso diversi mesi di recente.

iniziamo dal semplice.. chi sei? cosa fai..?uno psiconauta...ihihihihi...no, aspetta, sono uno che non sa che fare

no mi spiace, buona la prima.. in questo articolo ci sono dei tuoiscatti, me ne parli?sono esperimenti, ho cercato di trovare un linguaggio fotograficocoerente e funzionale al luogo che cercavo di raccontare/creare, sonotutti realizzati con pellicole scadute

a livello emotivo, cosa hai cercato di trasmettere?ho cercato di capire e confezionare un'idea relativa ad un luogo, comese volendo raccontare la stazione di Tokio all'ora di punta si facesserofoto mosse, o quello che vuoi... Il luogo delle foto è un monolitico,razionale e asettico dormitorio turco. Tutti hanno gli stessi (pochi)centimetri per organizzare una vita operaia e monotona.Tutto è asciutto, senza fronzoli... ecco, ho provato a fare foto che aiutasseroil luogo ad esprimersi in questo senso, per quello che è.

qual'è secondo te, il rapporto tra vedere e sentire, sopratutto inrelazione a questi tuoi scatti?vedere è un'esperienza retinica e mentale, per sentire un luogo ènecessario toccarlo, vedere le trame delle superfici, odorarlo. Questefoto le ho fatte dopo aver vissuto un mese in quel luogo.

pensi ci sia un aspetto progettuale nella fotografia? oppure pensiche sia un qualcosa legato al divenire, all'istante.. una sorta di"carpe diem"..?la fotografia dell'istante irripetibile è morta, la foto è progetto a causa

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68Giannicola Baiardidella sua natura comunicativa. La fotografia bressoniana ha esaurito isuoi aspetti più interessanti, a noi è rimasto il progetto, magariprogettiamo di "cogliere il momento", ma progettiamo. Di questi tempipoi prendono sempre più piede progetti a lunghissimo termine comefarsi una fototessera al giorno per 10anni, 20anni, tutta la vita, quidi laprogettualità diventa preponderante. Io cerco di sfuggire un po' a tuttoquesto usando vecchie pellicole scadute, che non possono garantirepiù colori fedeli, sono mediamente imprevedibili, ed il caso, si sa, hamolta più fantasia di noi.

ci parli del tuo incontro con la fotografia?quando avevo 5-6 anni mio padre mi piazzò in un angolo del suo salotto-studio con una luce da 1000W in mano per un pomeriggio mentre luifaceva delle foto (era a corto di cavalletti), non fu il massimo quindi.Il giorno dopo però abbiamo stampato in camera oscura, lì credo chesia cominciato tutto.

Tu studi design, almeno.. dovresti, fai grafica... hai molteplicilinguaggi a disposizione. Tra questi, la fotografia è quelloegemone? e perchè..?la fotografia è uno degli strumenti della grafica, come la tipografia,l'illustrazione ecc... Però conserva una certa indipendenza, rimaneautonomo. Volendo diciamo che può essere usato come strumento dellacomunicazione, e diventa grafica.

mi interessa molto questa riflessione.. puoi spiegarmi il rapportotra grafica e fotografia secondo te, in maniera approfondita?la fotografia può fare ricerca autonoma, o funzionale ad altro, come allagrafica, è uno strumento abbastanza versatile, pur essendo per suanatura determinista e inequivocabile.

prima parlavi di comunicazione visiva, ma essa presuppone checi siano dei messaggi, dei mittenti e dei riceventi. I tuoi lavori

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fotografici, nella fattispecie questo che vediamo qui oggi, cosacomunicano? che messaggio portano?

queste foto non avevano mittente, ed il ricevente ero io. Però,come dicevo prima, ho cercato di usare un linguaggio fotograficocoerente con quello che fotografavo, quindi ne è scaturita unanarrazione abbastanza eloquente del luogo, descrivendo ilgenerale grazie al particolare. Non sono foto con un targetcommerciale, non devono essere vendute, ma descrivono. E basta.

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Alessandro Sartori nasce a Senigallia il 26 Novembre del 1982.Vive ad Ancona, è laureato in scienze della comunicazionepubblicitaria, e attualmente frequenta il corso di laureaspecialistico dell’Isia di Urbino. I lavori che ci propone sono statirealizzati per un progetto il progetto di esposizione collettiva“Emocromo” attraverso la tecnica del Cut-Out, in digitale.

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Fabio è nato e vive a Milano, dove fa parte di un collettivo artisticochiamato “interplay”, e dove studia fotografia.

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http://www.drak.it

91Drak Crew

Drak + Tck

Logan - Resp - Bomb - Sen400 - Trip - Pak

Pak - Bomb

Pak - Trip - Bomb

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Drak Crew

Bomb - Pak - Wan Pak - Bomb

Pak - Bomb Pak - Bomb

Pak - Not180 - Bomb - Trip

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Drak Crew

PakPak - Trip - Bomb

Pak - Wan - Bomb

Trip - Pak - Wan - Bomb Pak

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Urls:http://www.digitaldoes.comhttp://fotolog.com/does1

94Does1cosa pensi della connessione tra writing e type design?io penso che questi due aspetti si possano mescolare beneinsieme, personalmente io utilizzo con grande soddisfazioneelementi "grafici" nei miei pezzi, su tela e su muro.

la lettera, come entità astratta è qualcosa che può esseredistorto all'infinito, o ci sono dei limiti nel plasmarla?non credo che ci siano dei limiti nel plasmare le lettere, credoche si possa andare avanti all'infinito, l'importante è esserecostantemente in competizione con se stessi, e quando si arrivaad un certo punto, cercare nuovi stimoli nello sperimentare forme,abbinamenti cromatici e sfondi...

chi era il tuo modello quando hai iniziato a dipingere?inizialmente guardavo ovunque, perché per me era tutto nuovo.Nash mi disse molto sulla storia dei graffiti, e Tumki ha avutouna forte influenza sul mio writing, riguardo alla composizionee a certe idee. Altre importanti influenze sono state quelle diSwet, Dare, Atom e Can2 , Chas, Stain, Nyse, Vens, e Sunk.Quali sono le dinamiche che segue il writing per te?se tu intendi la connessione tra writing e l'attuale composizionedi un pezzo, io penso che ogni cosa deva in accordo alle altre,funzionalmente a un obiettivo. A volte tutti gli elementi si evolvonospontaneamente, ma solitamente io lavoro dandomi degli obiettivi.

progetti per il futuro?io spero ti viaggiare molto, e lavorare con molto persone diverse.Cercherò di sviluppare il mio stile personale e differenziarloulteriormente da quello degli altri writer. Poi cercherò di curareil progetto del mio sito che sarà presto online,www.digitaldoes.com

come hai incontrato il writing?quando ero alle scuole medie io disegnavo sempre e giocavo conle lettere... nel '97 ho fatto il mio primo pezzo illegale, ma in quelperiodo non avevo davvero idea di come fosse la scena nella miacittà... Dopo non molto tempo ho iniziato a interessarmi davverodi writing, nella mia zona ho dipinto un pò ovunque, per esempioin un posto chiamato "l'hall of fame di Geleen" (un posto un pòrude sotto una desolata ferrovia piena di alberi e piante,completamente ricoperto di pezzi). Questo mi ha dato un certo"feeling" che non ho mai perso fino ad ora. Nel periodo tra il '97ed il 2000 non ho fatto molto, Sono stato arrestato per un pezzoillegale, e mi sono fermato per tre anni. Nel 2003 sono tornatodi nuovo a dipingere su muro.

il tuo contesto di ha influenzato molto nel camminoartistico?Negli ultimi tre anni ho dovuto seguire alcuni corsi di graphicdesign. Questi corsi mi hanno aiutato ad ampliare i miei orizzontidi writer. Comunque io sento di aver imparato di più dallacollaborazione con altri writer. Il mio lavoro attuale non ha nullaa che vedere con la mia attività creativa.

descrivici il tuo stile...il mio stile è wildstyle. Io ho cominciato con delle lettere semplicie sotto l'influenza di alcune persone con le quali ho lavoratocome Tumki, Chas e Nash, io ho sviluppato un mio stile personale.Questo è un percorso determinato dal disegnare molto.Inizialmente io facevo molti pezzi 3d, ma successivamente horipreso a fare pezzi 2d, e oggi cerco di fondere questi due modidi concepire la lettera.

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Does1

Does1 - Nash Does

Does1 - Chas - Nash

Does1 - Nash - Dare - Toast

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Does1

Does1 - Chas

Does - NashDoes1 - Tumki

Does - Nash

Does1 - Tumki

Does

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Does1

Does - TumkiDoes1

Does Does

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Urls:

//

98Walls Mix

Skolp - Zoe - Etnik

Nof - Nim - M

Asker - Weik - Banc - Mind2

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Walls Mix

Style1 Style1

Nof Skolp - Zoe Weik

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Walls Mix

Asker - Weol - Banc - Mind2

Proe Ik1 Gojo Nim Style1

Sez - Nof - Nim Nof

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Urls:http://www.opiemme.com

101Opiemmealcune realtà che si conosco di quest’ambiente che cercherà difarsi sentire. Graditissimi fino all’ultimo i contributi, se qualcunovolesse partecipare perché trova sta facendo un percorso simile,partendo dalla poesia, ci contatti [email protected] .Nico:l’opiemme è contaminazione, è giocare con i differenti metodidi linguaggio.

cosa è l’opiemme e come nasce...Danzio: nasce come gruppo di scrittura nel 98. Oggi è qualcosadi più.Da un lato perché è stato nella sua indole collaborare conpersone che non dell’ambito letterario e dall’altro perché da subitofra noi che scrivevamo si parlava di trovare il modo di “svecchiare”la poesia. Col tempo ci siamo accorti che non era un azione tantoformale quanto comunicativa, su come la poesia arriva allepersone, certo cerchiamo di scrivere in maniera quotidiana,colloquiale a volte. Comunque la si voglia definire, è certo chenon seguiamo per la poesia classica delle regole e del metro chea volte me la fanno sembrare un gioco di società a cui tanti siattengono. E che per interpretarla assomiglia ad un rebus Essù!Teniamola viva sta cosa! Allora diciamo che l’Opiemme è uncollettivo che alla base del suo lavoro ha la parola e la chiarezzadel messaggio, o vorrebbe. C’è chi scrive (Davide Danio, Danzio,Egon), chi fa video(Nicolò Parodi), chi fa musica (Caffè Nero), chigraffiti, illustrazioni e performance (Mrfijodor) e chi ci aiuta coisuoi consigli culinari (Mase). Il fenomeno è variegato vi invito aguardare il nostro sito, www.opiemme.com .

Nico: l’opiemme è contaminazione, è giocare con i differentimetodi di linguaggio.

Opiemme è un gruppo di street artists che fa poesia visiva, operanel torinese, ma non solo, scopriamo meglio insieme chi sonoquesti ragazzi e cosa fanno...

ho saputo che avete in programma due mostre nel prossimofuturo.. raccontateci di cosa parlano..Danzio: La prima è a Torino dal 21 settembre al 31 Ottobre allagalleria Dieffe, in centro a Torino. E’ la nostra prima volta in unagalleria d’arte. Affiancheremo una pittrice calabra, Tina Sgrò. Condue interventi. Uno farà sì che la galleria con i sui muri bianchisia come le pagine di un libro, e Mrfijodor decorerà e inseriràalcuni testi dell’Opiemme. Siamo stati chiamati nella mostra chesi intitola Incroci per la ns prerogativa di portare la poesia instrada. Così ho pensato ad una soluzione per simbolizzare questo:portare in galleria diversi segnali stradali che contengono siapoesie adesive, sia frasi e parole inserite con adesivi che creanomessaggi giocando sui significati dei cartelli. Il cartello “RimozioneForzata” accoglie la scritta ”Le idee non hanno più propietà.Pericolo di furto”. “Alla base del mio lavoro sia in scrittura che inquesti nuovi modi di proporre la poesia c’è la ricerca dellasemplicità. Semplificare i messaggi perché arrivino a più personepossibili. L’uso dei cartelli stradali e della parola che gioca con isignificati che questi portano è fatto per decodificare il messaggioal pubblico,” Danzio B. Opiemme. Poi a ottobre saremo a milano,per un appuntamento molto interessante organizzato da IVAN(www.i-v-a-n.net) e che speriamo possa crescere da qua all’inizio.Sarà un incontro presentazione tenuto da noi e lui sulla poesiadi strada e su quelli che presentano la poesia in modi particolari.Il 9 ci sarà la conferenza stampa, il 10 azioni in strada, e l’11 siinaugurerà la mostra al sagapò (www.sagapò.org) essendo iltutto ancora in via di definizio rimando ai vari contatti internetper saperne di più. Sicuro sarà un momento di aggregazione fra

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102Opiemmepersonaggio performer per distribuire poesie. Così abbiamoMrfijodor in: “Il cuoco pazzo”, “Babbo Natale non è figlio unico”,“L’agricoltore”, “Il cameriere perso” e così via. Dove il personaggioè solo un tramite per una scenatta per mediare i testi alle persone.Esempio: il cameriere perso si aggira per strada dando alla gentetazzine di caffè, dentro poesie sul caffè stampate bianco su nero.Trasformazioni per altro divertentissime e che raggiungono loscopo di portare poesia. Mrfijodor ha nel cassetto una serie diprogetti performativi più concettuali, solo che a noi ci romponoi coglioni le cose concettuali pseudo vera arte e non glieli facciamofare. C’è da dire che dalle performance escono dei video allaperformance sanno aggiungere molto. Le aggiungono qualcosa.E’ questo è tipico trovo dell’Opiemme e del lavorare in settori emomenti diversi sugli stessi progetti. Nicolò aggiunge alleperformance di Mrfijodor un qualcosa che prima non c’era. Lacomunicazione muta e si sposta. Anche un senso direbbecinicamente lui. Ma quelle sono bastardate fra amici.

Nico: …nelle performances c’è sempre una porta apertaall’imprevisto… non sempre la realizzazione segue le regoledell’ideazione.

qual'è il vostro rapporto con il mondo del writing?Danzio: sono cresciuto in mezzo ai writers. La mia crew era a.d.c.e non dipingevo. Il writing mi ha insegnato che bisognabombardare per farsi vedere, sentire e leggere. Così nel letteringcome nella letteratura! Mi ha anche insegnato che scazzare pernulla non serve. Stupide storie fra gang che qua non hanno unperché. Meglio lavorare assieme verso un obiettivo comune.

Perchè la poesia?Danzio: vedi, lo scrittore di base ha che è sfigato come figura escrive poesie all’inzio. Me compreso. Quando abbiamo iniziatocon Davide la poesia era la forma più semplice, per libertà ebrevità, da affrontare. La nostra prima pubblicazione “Sfioraci”(Prospettiva) è di poesia, ed è quel momento che ci ha fattorendere conto di quanto la poesia e parte del mondo letterariovivano nel loro mondo morto, tagliati fuori dal reale, lamentandosiche la gente legge poco. E’ come se fossero tutti in lsd, ma in ununiverso brutto e in lotta. In quel momento abbiamo convertitoil nostro desiderio di “svecchiare” la poesia in “nuovi modi diproporre la poesia”. Cercando soluzioni per staccare le paroledalle pagine di un libro e portarle incontro alla gente.

parlateci delle vostre performances...Danzio: chi meglio te ne può parlare è MRFIJODOR che ne è ilprotagonista. Una forte capacità del gruppo è di adattarsi allesingole situazioni. Tutto studiato site-specific, direbbero con rmoscia i critici e addetti al mercato dell’arte. SostanzialmenteMrfijodor è un simpaticissimo esibizionista, in grado di farequalsiasi cosa. Nel senso che mi posso sempre aspettare di tuttoda lui. E’ una variabile incontrollata. E’ questo suo sapersi adattarealle situazioni velocemente e trovare soluzioni che fa partorirele performance, anche se ultimamente vengono pianificatemaggiormente come per quella de “La poesia in catene”, dovelui incatenato cerca di scrivere con piedi e faccia, e rappresentagli sforzi che fa una parte della poesia per rimanere a galla oggi.Molte delle performance, come direbbe in onestà Nicolò Parodi(video), sono in verità pazzesche azioni di flyeraggio e dipromozione. Il punto è che se si vuole portare la poesia in stradaalle persone utilizzando una performance, come si può vederedai video, si para in un trasformazione/travestimento del

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103OpiemmeNico: si, anche se non si può dire che ci sia una sola direzione,c’è quella più visibile, guidata dalla grande distribuzione,daimedia e dai pubblicitari che tende ad essere uniforme e di bassocontenuto sia artistico che contenutistico, mentre c’èun'altra,quella sotterranea che è sempre in continua evoluzione,ma ovviamente ha più difficoltà nel farsi notare dal grandepubblico.

cosa pensate della contaminazione tra i diversi linguaggiespressivi?Danzio: è alla base del nostro lavoro. E’ tutto quello che fa si chel’Opiemme sia l’Opiemme. C’è da sottolineare che questo processorimanda al dialogo e alla comunicazione fra le persone. Più altoè il dialogo, la collaborazione, lo scambio di visioni edinterpretazioni, più possibilità avrà quello che si realizzacongiuntamente.

Nico: è un gioco, con l’unico rischio di far dei grandi minestroni.

pensate che internet sia un agevolazione per il vostrolavoro?Danzio: assolutamente. Permette che io parli con te e altre personeci conoscano. Permette di dialogare senza vedersi. Con SerraGliaè stata la condizione per collaborare assieme. Il principale mezzoche tiene l’Opiemme assieme nello scambio di dati, e nel trovarenuove prospettive. Via email ti puoi rendere conto chi ha vogliadavvero di fare qualcosa assieme. Nonostante non ci sia contattoumano. Non è propriamente vero che non ci sia, c’è in un mododiverso. Mi permette di conoscere stimoli lontanissimi esconosciuti, di sapere, e cercare di valutare se quel sapere siavero.

Nico: premetto che non dipingo, ma fin dal primo giorno che homesso piede a Torino il writing ha condizionato in modo positivola mia formazione, ma soprattutto ha occupato la mia casa.

cosa pensate del writing dal punto di vista culturale? qualisono le sue prospettive di evoluzione futura?Danzio: che sia una forma d’arte pura. Non lo si fa per fama, senon una fama anonima. Lo si fa per scoppia, scimmia, adreanalina.Il writing ha riversato nella grafica un’avanguardia. E’ avanti,grazie certo alla creatività di singoli, perché questi hanno avutoun rapporto mutato con quella comunicazione che avviene instrada: che siano segnali, manifesti pubblicitari, di eventi, politicio altro. La loro mente è più slegata. Più punk e libera da canoni.Ha imparato a trovare luoghi e modi diversi di visibilità. Nonseguo abbastanza per dire quale siano le prospettive future.Finchè resta relegato all’illegalità questa comporta dellelimitazioni all’arte di chi la pratica. E poi troppa gente fa pezzicome adesivi fotocopiati a cui cambia i colori.

Nico: è una delle culture più all’avanguardia.Il writing rimanelegato ai suoi spazi i muri ed i treni, però c’è da notare che lamaggior parte dei lavori migliori di grafica web-design animazioneetc… li ho visti fare da ragazzi che fanno parte del mondo delwriting e della street-art.

pensate ci sia ancora un margine di evoluzione dal puntodi vista creativo per la cultura dell'immagine in italia? sesi in che direzione?Danzio: un calendario di poesia, con belle parole scritte su bellefighe.

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104Opiemmedi poesie “Odore di Donna”, che già tanto abbiamo sparso conmodi diversi per strada. Egon ha in cantiere un romanzo e unatravagliata pubblicazione con Stampa Alternativa, vedremo. Poiper me una raccolta di poesia intitolata “La guerradell’Informazione”, che della guerra, così come ci viene portatadai media, parla appunto. Una guerra filtrata, viziatadall’informazione e dagli interessi. Spero presto per tutti che siail futuro!Nico: principalmente ultimare la raccolta video “organismipoeticamente modificati” Un dvd con le nostre perfomances, levideopoesie e qualche altra sorpresa. Egon: erotica e mondiale.

Nico: il poter presentare e divulgare gratuitamente il propriolavoro è senza dubbio un agevolazione, però c’è da dire che noi,per ora, lo stiamo sfruttando al minimo delle sue potenzialità.

quali sono stati i riferimenti visivi durante la vostra crescitaartistica?Danzio: Personalmente il writing e tutto quello che vedevoselvaggiamente e creativamente avvenire per strada. In cima atutto la street art che ha permesso un ingresso in strada di ideevariegatissimo. Per assurdo in me hanno influito moltissimo alivello visivo le immagini che si creavano nella mia testa dallalettura di testi di canzoni (da Cobain ai Sistem of a Down passandoper Eminem e i Nofx) e dall’ascolto suoni della musicasintetica/elettronica (fra cui metto in cima la tekno e la goa).

Nico: tutto quello che mi sta attorno.

progetti per il futuro?Danzio: da un lato ci son quelli paraletterari, “artistici”. Da quellivorrei nuove soluzioni, come il lavoro sui cartelli stradali. Ma nonposso quindi dire altro che spero ci evolveremo ancora.Dall’altro lato ci sono quelli letterari, che sono:una raccolta diracconti con Davide Danio ed Egon intitolata “Sette”, sempre perProspettiva che ci sostiene, credendo nelle potenzialitàparaletterarie del nostro progetto, più che quelle letterarie chehanno bisogno ancora di esercizio ed esperienze per arrivare inalto. Siamo giovani,c’è tempo per farle crescere e fruttare. “Sette”sarà distribuita intensamente in provincia di Imperia perchéparla di: “Storie di ragazzi cresciuti lungo questa nostra strisciadi terra ponentina e che quando vanno lontano per studio olavoro se ne portano sempre un pezzo dietro. Dentro. Nel respiro,il respiro del mare.” Con Davide vorremmo pubblicare la raccolta

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Opiemme

Poesia in catene - Performance di Mr Fijodor

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Opiemme

Babbo Natale non è figlio unico - performance di mr fijodor al centro commerciale “La Rotonda” , Modena

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Poesia adesiva - Roma

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Alberi della poesia - Villa di Celi montana

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Istallazione di Danzio a Torino

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Albero della poesia - Danzio e Davide Danio, a Celi montana per il Jazz festival

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“In onore a Egon”

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“Sfioraci”

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Poesia adesiva - Sud Africa

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Urls:http://www.wanyone.comhttp://www.aleandrew.com

114AleAndrewAleandrew nasce dall’idea di due giovani creativi italiani:Alessandra Sardano e Andrea Sergio, in arte Wany. Il loroambizioso e originale progetto consiste nella creazione di unAtelier dove possano incontrarsi e interagire con la loro arte,artisti nazionali ed internazionali, con un accesso privilegiatoper la “urban culture” e per “l’arte di strada”. Obiettivo di questaGalleria non sarà esclusivamente quello di realizzare mostrecollettive e personali, ma anche quello di commercializzare gadgetrealizzati a tiratura limitata dagli artisti, o addirittura pezzi unici,dipinti, cuciti, disegnati e stampati a mano dagli stessi.

Wany’s gadgets

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