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FFMagazine n° 21

Date post: 31-Mar-2016
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La prima rivsta Italiana di pesca a mosca on line
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Rivista di Pesca a Mosca

Rivista trimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

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n°21

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA Settembre-Novembre2013

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Direttore ResponsabileBaroni Franco

Direttore EditorialeMondini Alberto

GraficiMondini AlbertoAntonio Napolitano

CoordinatoreRedazionaleMagliocco Massimo

CollaboratoriMassimo MatteuzziBorriero MorenoMarco TerzaniMichele MalaguginiStefano RoviaroRoberto Miceli

Distribuzione WEBPubblicazioneBimestrale RegistrazionePresso il Tribunale diModena n° 1963 del09/07/2009 Rivista Gratuita -

Pubblicità Franco BaroniTel. 3343328889

e-mai: [email protected]

Tutti i Diritti RiservatiFFMagazinewww.ffmagazine.eu

SimflyfestivalUfficio stampa SIM

AVISIOBrono Generali

Tipula Alberto Mondini

Fiume DEERoberto Miceli

AlfordOsvaldo Velo

BFFIAntonio Napolitano

Corso NinfaMarco Terzani

Corso BobbioMarco Terzani

Come eravamoAldo Angelini

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Volli sempre volli fortissimamente volli….

Aniene, affluente del Tevere, unico fiume da salmonidi degno di notadella provincia di Roma. Chi conosce l’Aniene sa che questo stupendotorrente attraversa una lunga valle su cui si affacciano tanti paesinidove la stragrande maggioranza dei loro abitanti è pescatore di trotee tutti i pam di Roma e dintorni sanno che, come spesso succedeanche in altri fiumi, la “concorrenza” dovuta ad una cultura formatasinei secoli dove la pesca del salmonide è parte integrante del modo divivere di queste parti e che è intrinseca di questa valle e che va asso-lutamente rispettata, ha spesso causato “scontri” con i pescatori amosca e questi spesso non pensano che prima di loro sui fiumi sonocresciuti e ancora crescono generazioni di pescatori e ancor più spes-so pensano che è quasi un dovere chiedere alle amministrazioni loca-li di tracciare di punto in bianco una linea e dire, da oggi se vuoipescare lo devi fare con la mosca perché da oggi questo è un trattono kill, altrimenti vai da un’altra parte!!!!Fino a qualche anno fa c’era un altro tratto no kill molto più a montema non ha avuto mai il successo che tutti speravano proprio per imotivi di cui sopra e a dire il vero quasi tutti i pam del circondario ave-vano ormai pensato che di tratti solo per loro su questo fiume non sene sarebbero fatti più, fino a che un gruppo di pam che hanno vistooltre il loro naso, hanno pensato di coinvolgere i “locali” sensibilizzan-doli sulle reali possibilità che tra la pam e la pesca tradizionale non cidoveva essere più un confine netto ma che si poteva collaborare e cosìè stato, e da qualche giorno esiste su questo stupendo fiume unnuovo tratto di pesca a regime speciale diviso in più parti in cui in unodi essi si può pescare anche con le esche naturali.Ecco, credo che se uno si mette in testa di lavorare con tutti coloroche sono coinvolti quando si pensa di fare qualcosa di utile, segua lastrada assolutamente più intelligente e proficua.Un grande “Bravi” a tutti coloro che hanno pensato di riproporre qual-cosa di valido per questo fiume dimostrando che per arrivare all’obiet-tivo spesso bisogna ragionare e crederci.

Massimo Magliocco

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Pesca a mosca: un’idra dalle cento fauci che oggi Er-cole difficilmente riuscirebbe a sconfiggere. Perché adifferenza di quella di ercoliana memoria, anche il piùferoce dei roghi non riuscirebbe ad impedire la ricre-scita delle convinzioni ormai radicate da anni, anzi, dasecoli.Oggi viviamo in un contestomoscaiolo (verrebbe dadire “moschicida”, visti idanni che nel lungo temposono stati fatti alla nostrapassione) che si basa quasiesclusivamente su conce-zioni storiche ormai asso-date, ormai facenti partedel nostro tessuto organico.Concezioni e modi di ve-dere e di pensare (e di pe-scare!) che abbiamoappreso dal passato come

un dato di fatto, senza discussioni, senza “ragionarci su”, dando vita afatti scontati che non si possono (o non si vogliono?) considerare sottoun’altra luce.L’avvento di internet non ha fatto altro che peggiorare la situazione eci siamo ritrovati con un esercito di “super-esperti” che ritengono disapere tutto non consci del fatto che nella pesca a mosca questo nonsarà mai possibile. Anche il più esperto, il più bravo, il più “catturatore”avrà sempre e comunque qualcosa di nuovo da apprendere e, di con-seguenza, da trasmettere.Ho come il sospetto che la visione generale della pesca a mosca aigiorni nostri non sia poi così realistica. Al contrario, penso che molticoncetti oggi sbandierati come “imprescindibili” non siano altro che no-zioni fatte circolare appositamente ad arte per creare un alone dimagia, di mistero…. La “mosca esatta”, la superiorità della secca ri-spetto alla sommersa o la ninfa, la necessità di saper effettuare deter-minati tipi di lancio, la considerazione minimalista nei confronti di pesci

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(tutti “moscabili”) che non siano salmonidi o timallidi, l’ “obbligo” diusare solo determinati tipi (se non addirittura marche o modelli) dicanne per poter essere considerati pescatori a mosca… insomma tuttequelle nozioni che fanno da corollario negativo alla divulgazione di que-sta nostra passione comune.Le lacune maggiori che si riscontrano – soprattutto fra le “nuove leve”

– sono di tipo cultu-rale. Tutti sanno farelanci super, sanno co-struire artificiali “ac-chiappa tutto” maben pochi sanno ilperché di un certotipo di gestione op-pure, ancora più sem-plicemente, chi eranoSawyer, Skues, Ritz,Halford….

Ecco, appunto. Halford. Chi era costui? Molti lo ritengono – perché cosìvenne tramandato ai posteri – come il padre della pesca a mosca secca,colui il quale “inventò” la mosca secca. Che pescava “solo” a moscasecca. Che usava “solo” imitazioni esatte… Ma era davvero così? E an-cora: i luoghi in cui pescava, in cui era un esperto assoluto, erano ve-ramente così idilliaci? Era veramente un esperto della mosca secca “atutto tondo”? E le sue teorie, erano (esono) applicabili sempreed ovunque? E che dire della “que-relle” con Skues sullaquestione secca-som-mersa: sostenne conquest’ultimo dei ferociscontri verbali comequasi tutti pensano?Questo ed altro ancorapuò essere appurato

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analizzando (e non semplicemente leggendo) l’ultima delle sue opere,“The Dry Fly Man’s Handbook” (“Il manuale del pescatore a moscasecca”, traduzione a cura di O. Velo). Forse la meno riuscita dal puntodi vista editoriale ma certamente quella che meglio delle altre permettedi avere una visione più completa della vita di questo “grande” dellapesca mosca. Un’analisi che è stata fatta in maniera approfondita(comprensiva di proiezione di diapositive e dibattito) di fronte a decinedi appassionati intervenuti alle serate di presentazione in diverse cittàitaliane e che si ripeteranno anche nei prossimi mesi.

Per ulteriori informazioni: [email protected].

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Aldo Angelini

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COME SI PESCAVA qual-che anno fa...??(e soprat-tutto COSA AVEVAMOcome attrezzatura ??) Met-tendo a posto il garage,dopo l'ennesimo rimpro-vero di mia moglie, l'occhiomi va su uno scatolone consopra scritto PESCA.Con la mente cerco di ri-cordare cosa puo' conte-nere, ma non ci riesco e loapro con curiosita' ed emo-zione. In una busta ritrovoil mio primo morsetto perla costruzione...Dio,.. macome facevo a fare gli ar-tificiali con questocoso..??.. di lato vedo ilprimo mulinello damosca...ma quanto Coloriper tessuti,con i quali tin-gevo i colli, la pece usatasciolta nella trielina per larealizzazione dei dubbingin pelo, i primi siliconi perinartificiali, i finali autoco-struiti.., il portafinali arti-gianale copiato daPragliola, l'annodatorefatto. Se ci penso.....ma comefacevamo 40 La fantasia esoprattutto la pasione unchiodo fisso, qualsiasi cosa,dai nastri colorati, ai fili daricamo della nonna, alle

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coperture dei tappi di spumante,agli astucci delle penne trasformati in scatole portamosche ,tutto erafinalizzato alla realizzazione degli artificiali o ad articoli dedicati allapesca , insomma una MANIA....Quanti ricordi in quella scatola... un salto nel tempo e nella gioventu'..che portero' sempre nel cuore insieme alle persone che ho conosciutoe che hanno condiviso questa passione .(ps. ancora non ho messo aposto il garage, ma non lo dite a mia moglie....!!!!.)

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Spazio LiberoSpazio Libero

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[email protected]

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Spazio LiberoSpazio Libero

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Antonio Napolitsano

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A noi appassionati di pesca a Mosca piace viaggiare , visitare le fiere del settore e ritrovare gli amici.Basterebbero questi tre buoni propositi per iniziare a scoprire quali sono le Fiere/mostre mercato/manifestazioni che vengono organizzateogni anno in Italia e all'estero.Oltre alle solite mete nazionali , Vicenza , Bologna, Prato ecc..,abbiamo diverse possibilità all'estero senza per forza scomodare le più blasonatemanifestazioni americane.Ci basterebbe dare un occhiata in Europa per renderci conto che in Germania, in Austria, in Irlanda e in Inghilterra ogni anno , un gruppo dilavoro, appassionati , professionisti o semplicemente volontari, organizzano spazi , demo e shop, logisticamente dei veri e propri contenitoriche racchiudono tutta la nostra passione, la pesca a Mosca.

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A noi appassionati di pesca a Mosca piace viaggiare , visitare le fiere del settore e ritrovare gli amici.Basterebbero questi tre buoni propositi per iniziare a scoprire quali sono le Fiere/mostre mercato/manifestazioni che vengono organizzate

Oltre alle solite mete nazionali , Vicenza , Bologna, Prato ecc..,abbiamo diverse possibilità all'estero senza per forza scomodare le più blasonate

Ci basterebbe dare un occhiata in Europa per renderci conto che in Germania, in Austria, in Irlanda e in Inghilterra ogni anno , un gruppo dilavoro, appassionati , professionisti o semplicemente volontari, organizzano spazi , demo e shop, logisticamente dei veri e propri contenitori

Seconde me la pesca a Mosca non è unapassione ma un insieme di passioni checome un grande puzzle racchiude tutto ilnostro mondo , la costruzione , le attrezza-ture, l'entomologia, la tecnica di lancio, ilBamboo ecc..In queste manifestazioni, noi pam per que-sto motivo andiamo sempre volentieri ,ognuno di noi cerca e trova l'introvabile, dalmateriale ricercato, al pam reporter chescrive su quella rivista tanto famosa, oppurepoter provare una canna vista solo su inter-net e rendersi conto che non era poi tantovalida come le aspettative e al contrario ,ri-manere impressionati da quella “9piedicoda4” dall'ottimo rapporto qualità prezzo epoterla acquistare direttamente li , in fiera !Insomma, per noi pam le fiere sono comeDisneyland per in nostri figli, quando var-chiamo i cancelli sembriamo tanti bambinimeravigliati e con lo sguardo perso va-ghiamo nel nulla ,solo dopo il primo giro siriacquista un po' di lucidità:-)Ho fatto questa premessa per trasmetterequello che io provo quando vado in fiera eper avere conferma del fatto che il nostromondo sia davvero così magico , bene , perme lo è !

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A questo punto vi racconto l'ultima esperienzain tema di fiere, sapevo dell'esistenza del BFFI(the BritishFly Fair international) ma, comespesso capita, mi sono limitato ad osservareda spettatore virtuale per mezzo del web o tra-mite i racconti dei miei amici che c'erano giàstati ed ogni volta mi sono sempre ripromessodi andarci prima o poi.Quest'anno Massimo Magliocco propone que-sto tour ed io e il mio amico Roberto Miceli nonci pensiamo due volte , ci sentiamo al telefonoe decidiamo di partire.Ovviamente non si va inInghilterra senza l'idea di bagnare la coda eprovvediamo subito alla preparazione del kitda pesca da mettere in valigia.Ci ritroviamo all'aeroporto di Ciampino e dopo circa due ore divolo arriviamo a Manchester, da lì,noleggiamouna macchina e ci dirigiamo verso la localitàdella fiera, precisamente a Stafford.Entriamoe subito veniamo accolti dai nostri amici chestanno già realizzando lo stand nell'area riser-vata alla FFM, Philip, Yan, Emanuele e Steve.Arrivare il giorno prima in fiera per allestire lostand ha un suo fascino particolare , vederedietro le quinte della manifestazione , vederegli stand pian piano prendere forma, con tuttii materiali e le attrezzature che dagli scatolonivanno a riempire i banconi, ammirare la curaed il lavoro per sistemare i filati colorati, le mo-

sche, le minuterie ecc... Sono circa le 18:00 e tutti hanno finito, il BFFI è pronto per l'apertura del giorno dopo, sembra tutto ok, a quel punto la tentazione di fare un giro infiera senza pubblico è forte e io è Roberto non resistiamo,diamo un occhiata veloce agli stand pregustando già lo shopping feroce che avremmo fattoprima di ripartire. A questo punto manca solo una verifica, quella che per noi sarebbe stata l'area più importante per tutta la durata , la zona della vasca e i prati per illancio dove gli inglesi hanno fatto un bel lavoro e perché non valorizzarlo subito ? "ma si dai" dice Roberto "montiamo un attimo una canna e proviamola vasca" si sa come vanno a finire certe cose :-) , anche Massimo ed io montiamo la canna e iniziamo a scaldarci , da li a poco, quasi tutti gli addettirimasti ad allestire gli stand, si avvicinano a noi e curiosi si appoggiano alla staccionata e ci guardano in maniera scrupolosa mentre noi eseguiamo inostri lanci canonici.

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Sono circa le 18:00 e tutti hanno finito, il BFFI è pronto per l'apertura del giorno dopo, sembra tutto ok, a quel punto la tentazione di fare un giro infiera senza pubblico è forte e io è Roberto non resistiamo,diamo un occhiata veloce agli stand pregustando già lo shopping feroce che avremmo fatto

A questo punto manca solo una verifica, quella che per noi sarebbe stata l'area più importante per tutta la durata , la zona della vasca e i prati per illancio dove gli inglesi hanno fatto un bel lavoro e perché non valorizzarlo subito ? "ma si dai" dice Roberto "montiamo un attimo una canna e proviamola vasca" si sa come vanno a finire certe cose :-) , anche Massimo ed io montiamo la canna e iniziamo a scaldarci , da li a poco, quasi tutti gli addettirimasti ad allestire gli stand, si avvicinano a noi e curiosi si appoggiano alla staccionata e ci guardano in maniera scrupolosa mentre noi eseguiamo i

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Quelli che possono sembrare dei semplici lancetti da pesca, per gli inglesi risultano un qualcosa di nuovo e ci studiano, si avvicinano sempre di più finoad arrivarci addosso e chiederci di approfondire l'argomento con una dimostrazione o semplicemente parlarne.Parlando e lanciando andiamo avanti fino alle 20:30 !!!Si torna in albergo e dopo una doccia e una sistemata alle cose ci rechiamo in un pub dove trascorreremo una piacevole serata tra amici e tanta buonabirra :-) La mattina dopo è l'apertura ufficiale della Fiera e ormai molto di quello che c'era da vedere e da scoprire lo avevo visto ,tranne una cosa , IVISITATORI !I visitatori sono i veri protagonisti e con la loro organizzazione e composta attesa durante le file all'ingresso , pian piano vanno a riempire gli spazi inogni comparto del BFFI.Mi ha affascinato vedere come, in Inghilterra, la gente presti attenzione per le cose che da noi fanno solo da contorno, adesempio i libri classici, i materiali da costruzione di mosche da salmone che probabilmente finiranno appese in un quadro in chissà quale salotto, al

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Quelli che possono sembrare dei semplici lancetti da pesca, per gli inglesi risultano un qualcosa di nuovo e ci studiano, si avvicinano sempre di più finoad arrivarci addosso e chiederci di approfondire l'argomento con una dimostrazione o semplicemente parlarne.

Si torna in albergo e dopo una doccia e una sistemata alle cose ci rechiamo in un pub dove trascorreremo una piacevole serata tra amici e tanta buonabirra :-) La mattina dopo è l'apertura ufficiale della Fiera e ormai molto di quello che c'era da vedere e da scoprire lo avevo visto ,tranne una cosa , I

I visitatori sono i veri protagonisti e con la loro organizzazione e composta attesa durante le file all'ingresso , pian piano vanno a riempire gli spazi inogni comparto del BFFI.Mi ha affascinato vedere come, in Inghilterra, la gente presti attenzione per le cose che da noi fanno solo da contorno, adesempio i libri classici, i materiali da costruzione di mosche da salmone che probabilmente finiranno appese in un quadro in chissà quale salotto, al-

l'abbigliamento elegante più indicato per unricevimento che per una battuta di pesca amosca e a tutte quelle cose che emananoun profumo particolare, un profumo che sadi passione, quel profumo fatto di code ditopo appena ingrassate, di canne in fibra obamboo, quel profumo di carta e inchiostrodi un libro di Halford o di dubbing di lepre,quel profumo che ha fatto innamorare lamaggior parte dei pescatori “normali” tra-sformandoli in Pescatori a Mosca.Si sa che la tradizione prima o poi lasciasempre un po' di spazio all'innovazione, percui la fiera è composta anche di materiali epersonaggi che rappresentano la pesca amosca moderna e il tutto avviene rima-nendo sempre agganciati allo stile inglese ,inconfondibile anche dopo 1000 anni.Avevo accennato dello shopping che miaspettava. Io e Roberto facciamo un giro to-tale della fiera e come due Comari :-) spul-ciamo le “bancarelle” alla ricerca di mosche,filati, libri ecc..Mi soffermo un po' di più sui libri e senzarendermene conto ne compro 5 per un pesocomplessivo di 6,3 Kg !!! Purtroppo in que-sto caso non conta il contenuto ma il pesodei libri, peso, che avrebbe influito sulla mia

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extra tassa al check in in aereoporto :-((Finito lo shopping rientriamo nella nostraarea FFM, il tempo scorre veloce e noisiamo continuamente impegnati sia allostand che all'esterno in zona vasca di lan-cio.Le sessioni dimostrative hanno una du-rata di 30 min e sono tutte molto interes-santi, ognuno a sua volta attiral'attenzione del pubblico con argomentitecnici e spiegazioni dettagliate dei lanciche si eseguono. Quando arriva il nostroturno il vento è sempre molto cattivo mala capacità di adattamento alle intempe-rie e alle attrezzature di lancio dimostraancora una volta che la tecnica di lancioall'italiana non è fatta solo per le cannecorte e per i piccoli torrenti ma che puòspaziare ed adattarsi in moltissime situa-zioni di pesca con altrettante tipologie diattrezzatura.A conferma di quanto appena scritto ar-rivano gli applausi che fanno piacere eriempiono di orgoglio dando il giusto ri-conoscimento al lavoro di ricerca ed evo-luzione che la scuola, la FFM, sta facendoda diversi anni.Sicuramente gran parte del merito va al

dt Massimo Magliocco il quale con tanta passione, esperienza e pazienza vede crescere questa scuola divenuta ormai un elemento prestigioso nel panorama della pesca a mosca nazionale ed internazionale. Grazie al mio amico Roberto Miceli, con lui si impara sempre qualcosa,sia per l'ottima conoscenza del lancio tecnico sia come pescatore che sul fiume offre sempre spunti costruttivi ed interessanti. L' ultimo grazie lo lascio per coloro che hannopermesso l'ottima riuscita della nostra esperienza inglese ed hanno organizzato tutto alla perfezione, guidandoci durante la fiera e sui fiumi doveabbiamo pescato, facendoci sentire a casa. Grazie di cuore Philip,Yan ed Emanuele.Prima Vi avevo detto che avremmo ripreso l'argomento della pesca con Roberto :-), bene ora lascio a lui lo spazio per il racconto dei due giorni di pescasul fiume Dee.

A presto , Antonio Napolitano

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dt Massimo Magliocco il quale con tanta passione, esperienza e pazienza vede crescere questa scuola divenuta ormai un elemento prestigioso nel pa-norama della pesca a mosca nazionale ed internazionale. Grazie al mio amico Roberto Miceli, con lui si impara sempre qualcosa,sia per l'ottima cono-scenza del lancio tecnico sia come pescatore che sul fiume offre sempre spunti costruttivi ed interessanti. L' ultimo grazie lo lascio per coloro che hannopermesso l'ottima riuscita della nostra esperienza inglese ed hanno organizzato tutto alla perfezione, guidandoci durante la fiera e sui fiumi doveabbiamo pescato, facendoci sentire a casa. Grazie di cuore Philip,Yan ed Emanuele.Prima Vi avevo detto che avremmo ripreso l'argomento della pesca con Roberto :-), bene ora lascio a lui lo spazio per il racconto dei due giorni di pesca

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Sul Fiume DEE GALLESSul Fiume DEE GALLES

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Sul Fiume DEE GALLESSul Fiume DEE GALLESRoberto Miceli

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Dopo 2 giorni di pioggia e vento a raffiche che hanno caratterizzato la fiera, il meteo, almeno sui nostri smartphones ,ci promette una tregua per igiorni successivi; la notizia ci rincuora visto che sono i 2 giorni di pesca organizzati dai nostri amici inglesi, Emanuele ed Ian, sul fiume Dee in Galles.Prima di partire avevo dato un’occhiata veloce su Internet per cercare qualche informazione: non avevo trovato moltissimo, ma le indicazioni lo davanocome un ottimo fiume per i temoli. La cosa mi allettava parecchio in quanto, nelle rarissime occasioni in cui avevo bagnato la coda in acque britanniche,avevo pescato solo trote fario. Così la mattina partiamo di buon’ora, siamo assolutamente carichi di aspettative e di voglia, augurandoci che le nostreprevisioni tecnologiche non siano tradite: per fortuna così non è, un timido sole ci fa compagnia durante il viaggio.

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Dopo 2 giorni di pioggia e vento a raffiche che hanno caratterizzato la fiera, il meteo, almeno sui nostri smartphones ,ci promette una tregua per igiorni successivi; la notizia ci rincuora visto che sono i 2 giorni di pesca organizzati dai nostri amici inglesi, Emanuele ed Ian, sul fiume Dee in Galles.Prima di partire avevo dato un’occhiata veloce su Internet per cercare qualche informazione: non avevo trovato moltissimo, ma le indicazioni lo davanocome un ottimo fiume per i temoli. La cosa mi allettava parecchio in quanto, nelle rarissime occasioni in cui avevo bagnato la coda in acque britanniche,avevo pescato solo trote fario. Così la mattina partiamo di buon’ora, siamo assolutamente carichi di aspettative e di voglia, augurandoci che le nostreprevisioni tecnologiche non siano tradite: per fortuna così non è, un timido sole ci fa compagnia durante il viaggio.

La nostra destinazione è la cittadinadi Llangollen in Galles. Con piacere,arrivando, vediamo che è un postoameno, il fiume scorre in una bellavalle e la cittadina è briosa e ricca dinegozi. Ci fermiamo all’ufficio postaleper fare una licenza temporanea e poici dirigiamo al negozio di articoli vari(pesca, caccia, giardinaggio e fai date) dove una scrupolosissima e sim-patica signora ci compila il permesso“trout and grayling” dall’esosissimocosto di 12 sterline al giorno.Emanuele, grazie alla sua fitta rete dicontatti, già conosce gli accessi piùpromettenti al fiume, così ci dirigiamoal parcheggio di un circolo di golf percambiarci e lasciare le macchine.Vi lascio immaginare la bellezza delposto, valle verde smeraldo e campida golf rasati alla perfezione.Per arrivare al fiume, 5 minuti a piedilungo un sentiero segnato, costeg-giando dei green che sembrano dise-gnati ; siamo immersi nella natura, edistolti ogni tanto, solo dal rumore diuna pallina da golf colpita dai varigentlemen, rigorosamente abbigliatisecondo il più classico british dresscode. Non appena ci affacciamo alfiume, ne apprezziamo subito la bel-

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lezza, nonostante le acque color rug-gine, alle quali non siamo abituati.E’un fiume importante, largo una tren-tina di metri, che serpeggia creandosinuose curve tra file di alberi esponde ricche di vegetazione. Ema-nuele ci dice che i livelli sono ottimi,nonostante le piogge dei giorni prece-denti, e, l’alternanza di sole e nuvoleche la giornata prevede, dovrebbe ul-teriormente rafforzare le buone condi-zioni per la pesca, magari regalandocidelle buone schiuse.Le situazioni possibili sono varie, daisottoriva infrascati, alle belle piane,correnti lente o vivaci, insomma ce n’èper tutti i gusti, non ci resta che mon-tare la canna e immergerci in quest’at-mosfera surreale fatta da un lato digolf e dall’altro di fly fishing! ReallyBritish!Ian, lupo solitario, scende a vallescomparendo ben presto alla vista, io,Antonio, Massimo ed Emanuele, ci di-stribuiamo su circa 300 mt di fiume,pescando a risalire.Come detto il fiume è largo e dove èpossibile guadare, si può pescare intutta la sua ampiezza.Sono io il primo a scendere in acqua;i miei amici di pesca ormai lo sanno

che non appena vedo l’acqua scalpitoe, bontà loro, mi lasciano sfogare spesso per primo. Monto la mia bella secca da caccia, visto che di insetti in aria e attività ancora non se ne vedono;pochi lanci e, davanti ad un cespuglio semi sommerso, aggancio una trota, non grande, che dopo qualche salto si slama; dagli spalti alle mie spalle,fischi e prese in giro per me, che, con aplomb, raccolgo, pronto a rendere pan per focaccia alla prima occasione. In ogni caso l’inizio è promettente,così continuo a pescare.Poco a valle, vedo Antonio che borbotta; ad un mio cenno mi dice di aver allamato un bel pesce che si è subito slamato…la vita è così, oggi a me,

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e, bontà loro, mi lasciano sfogare spesso per primo. Monto la mia bella secca da caccia, visto che di insetti in aria e attività ancora non se ne vedono;pochi lanci e, davanti ad un cespuglio semi sommerso, aggancio una trota, non grande, che dopo qualche salto si slama; dagli spalti alle mie spalle,fischi e prese in giro per me, che, con aplomb, raccolgo, pronto a rendere pan per focaccia alla prima occasione. In ogni caso l’inizio è promettente,

Poco a valle, vedo Antonio che borbotta; ad un mio cenno mi dice di aver allamato un bel pesce che si è subito slamato…la vita è così, oggi a me,

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domani a te!.Risalendo arrivo su una lunga piana, dove incontro Emanuele concentratissimo; mi fermo a guardarlo per un po’ e vedo come, col passare del tempo,sta’ incamerando la nostra tecnica. E’ molto più sciolto e fluido, un altro pescatore, rispetto al nostro primo incontro, e la sua coda, pulita, volteggiaper poi posare la mosca proprio a monte di un bella bollata. Mi fermo a godermi la scena, non tralasciando però di osservare il fiume in attesa disegnali di attività. Mentre mi accorgo che è partita una schiusa di effimere grigie, gialline e plecotteri scuri, dopo vari tentativi, la superficie dell’acquasi rompe, Emanuele ferra e finalmente riesce ad ingannare un temolo che lo stava facendo sudare. La soddisfazione è evidente e il pesce più che meritato. Anche io individuo alcune bollate, e visto che è cominciata un po’ di attività superficiale, non perdo ulteriormente tempo, opto per un belplecottero sul 16, e comincio a lanciare.

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Risalendo arrivo su una lunga piana, dove incontro Emanuele concentratissimo; mi fermo a guardarlo per un po’ e vedo come, col passare del tempo,sta’ incamerando la nostra tecnica. E’ molto più sciolto e fluido, un altro pescatore, rispetto al nostro primo incontro, e la sua coda, pulita, volteggiaper poi posare la mosca proprio a monte di un bella bollata. Mi fermo a godermi la scena, non tralasciando però di osservare il fiume in attesa disegnali di attività. Mentre mi accorgo che è partita una schiusa di effimere grigie, gialline e plecotteri scuri, dopo vari tentativi, la superficie dell’acquasi rompe, Emanuele ferra e finalmente riesce ad ingannare un temolo che lo stava facendo sudare. La soddisfazione è evidente e il pesce più che me-ritato. Anche io individuo alcune bollate, e visto che è cominciata un po’ di attività superficiale, non perdo ulteriormente tempo, opto per un bel

Poche volte capita di azzeccare lamosca giusta al primo colpo, ma sta-volta è così…con questo plecottero faròl’80% delle catture nei 2 giorni, menomale che ne avevo una buona scorta!Le catture si succedono regolari nei mo-menti di attività, bei temoli e belle fariosi alternano, anche se di dimensioni nonda record.Pur amando l’acqua mossa, mi divertomolto a pescare sul piatto, in quantocon temoli così selettivi è d’obbligo cu-rare la presentazione e la scelta dellamosca. Questo tipo di pesca mi rilassamolto (se li prendo �) e quando ne hol’occasione e se l’attività lo permette,sono capace di restare anche qualcheora su una bella lama d’acqua a go-dermi bollate e rifiuti! Immerso nei miei pensieri e rapito dallaserenità che il posto mi comunica, sonorisvegliato da un richiamo di Massimo,che sotto un bel tronco sulla riva oppo-sta ha ferrato una trota apparente-mente degna di nota.La lotta è lunga e , la trota, si difendealla grande…ci vorrà un bel po’ peraverne ragione, ma alla fine, Massimola cattura: è davvero un bel pesce, dalla

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livrea perfetta e dalla muscolatura to-nica.A dispetto delle dimensioni, seppur ge-nerose, la difesa è stata fenomenale,ad indicare una spiccata rusticità delpesce presente.Esaurita l’attività, che come scopri-remo nei 2 giorni sarà a corrente alter-nata, con Antonio decidiamo di risalireil fiume battendo le sponde in caccia.Prendiamo ancora qualche trota ementre io tento di lanciare sotto dellepromettenti postazioni, Antonio indivi-dua un buon giro d’acqua dietro unsasso.E’ costretto a lanciare da lontano datala profondità dell’acqua, ma approfittaper usare una dinamica che ultima-mente stiamo provando spesso nei no-stri corsi: altro non è che una sorta diangolato rallentato a distanza, fattoutilizzando la doppia trazione.Vedo i falsi lanci e già intuisco che illancio sarà buono: così è, canna alta,shooting e tutto il finale si raggruppanel punto voluto… la mosca si posa,passano tre lunghissimi secondi e latrota scatta! Antonio ferra pronta-mente, c’è!

Alla fine è una trota di dimensioni modeste, ma la qualità della cattura e la difficoltà del posto la trasformano in un bel trofeo!Il resto della giornata scorre tranquillo, così come il giorno dopo, che essendo più assolato, rende le schiuse un po’ più sporadiche, ma soprattutto ipesci molto più guardinghi. A tal proposito voglio raccontare un ultimo siparietto proprio prima di andare via: io e Antonio, poiché era quasi ora dismettere mentre riscendiamo lungo il fiume vediamo un’ultima bollata degna di nota, ci guardiamo e parte una sfida: tre lanci a testa e vediamo chiinganna il pesce. Il perdente avrebbe pagato la bevuta serale. Nonostante tutte le mosche e le pose provate, non riusciamo ad averne ragione e mentreragioniamo sul da farsi, passa Massimo che visto l’orario con il suo classico romano ci dice: “daje prendete sto temolo che è tardi e dobbiamo partire!”Noi, complici,lo invitiamo a provare, certi che avrebbe rifiutato anche la sua mosca. Invece al primo lancio il temolo sale, Massimo ferra, lo allama esubito si rompe il tip…ci guarda e ci dice:” e ce voleva tanto, bastava lanciare 2 metri a monte…”.

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Alla fine è una trota di dimensioni modeste, ma la qualità della cattura e la difficoltà del posto la trasformano in un bel trofeo!Il resto della giornata scorre tranquillo, così come il giorno dopo, che essendo più assolato, rende le schiuse un po’ più sporadiche, ma soprattutto ipesci molto più guardinghi. A tal proposito voglio raccontare un ultimo siparietto proprio prima di andare via: io e Antonio, poiché era quasi ora dismettere mentre riscendiamo lungo il fiume vediamo un’ultima bollata degna di nota, ci guardiamo e parte una sfida: tre lanci a testa e vediamo chiinganna il pesce. Il perdente avrebbe pagato la bevuta serale. Nonostante tutte le mosche e le pose provate, non riusciamo ad averne ragione e mentreragioniamo sul da farsi, passa Massimo che visto l’orario con il suo classico romano ci dice: “daje prendete sto temolo che è tardi e dobbiamo partire!”Noi, complici,lo invitiamo a provare, certi che avrebbe rifiutato anche la sua mosca. Invece al primo lancio il temolo sale, Massimo ferra, lo allama esubito si rompe il tip…ci guarda e ci dice:” e ce voleva tanto, bastava lanciare 2 metri a monte…”.

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Pizzicati nell’orgoglio, non posso scrivere, in quanto sarei censurato, sul dove lo invitiamo ad andare lui e i suoi due metri a monte!!!Così, la breve vacanza si chiude, ci resterà in mente il tempo passato insieme ai nostri amici inglesi, le risate al pub nel dopo pesca, il posto, le schiuse,i pesci, ma per quanto mi riguarda, l’assoluta tranquillità che il River Dee mi ha trasmesso, proiettandomi al di fuori del tempo e dello spazio, permettendo di scrollarmi di dosso molti aspetti negativi della quotidianità e della routine cittadina.Del resto anche a questo serve la nostra passione!

Thanks Dee, see you soon!

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Pizzicati nell’orgoglio, non posso scrivere, in quanto sarei censurato, sul dove lo invitiamo ad andare lui e i suoi due metri a monte!!!Così, la breve vacanza si chiude, ci resterà in mente il tempo passato insieme ai nostri amici inglesi, le risate al pub nel dopo pesca, il posto, le schiuse,i pesci, ma per quanto mi riguarda, l’assoluta tranquillità che il River Dee mi ha trasmesso, proiettandomi al di fuori del tempo e dello spazio, permet-tendo di scrollarmi di dosso molti aspetti negativi della quotidianità e della routine cittadina.

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Dal 6 al 7 Aprile 2013 la FFM ha organizzato il suo 3° corso diDal 6 al 7 Aprile 2013 la FFM ha organizzato il suo 3° corso di

pesca a ninfa .pesca a ninfa .

La località scelta è Dimaro (Tn) sul fiume Noce. La località scelta è Dimaro (Tn) sul fiume Noce.

Marco Terzani

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Dal 6 al 7 Aprile 2013 la FFM ha organizzato il suo 3° corso diDal 6 al 7 Aprile 2013 la FFM ha organizzato il suo 3° corso di

La località scelta è Dimaro (Tn) sul fiume Noce. La località scelta è Dimaro (Tn) sul fiume Noce.

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Abbiamo fatto una scelta, no-nostante la nostra scuola operiprevalentemente nell’inse-gnare la tecnica di lancio ita-liana finalizzata alla pesca conla mosca secca, molto innova-tiva e coraggiosa. E’ sicura-mente un modo perdistinguersi ma è prevalente-mente un’opportunità per of-frire una maggiorecompletezza a tutti coloro chesi rivolgono alla FFM; inoltre,anche per la nostra scuola, èsicuramente un valore ag-giunto non solo tecnico, maanche di maggiore attrazioneper tutti quei pescatori che siriconoscono solo nella pesca aninfa, semplicemente perchèrisiedono in regioni d’Italia (es.Alto Adige ) dove per confor-mazione, tipologia di acque, oper cultura, la pesca a moscasecca non è proprio indicata.Per queste motivazioni da unanno a questa parte è nato inFFM un gruppo di lavoro che sista dedicando all’insegna-mento della pesca a ninfa. In questo articolo non entrerònegli aspetti tecnici della pescaa ninfa in quanto molto com-plessa e con diverse correnti (Czech Nynph, alla Francese oa filo, a vista, all’Italiana o a ri-salire ).

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Diciamo che per non tradire la prerogativa dellaFFM, anche per i corsi di pesca a ninfa, abbiamo de-ciso di approfondire la tecnica a risalire o Italiana.La tipologia di corso studiata con la super visione delmio collega e amico Massimo Matteuzzi che è ancheil responsabile dei corsi, è quella di fornire sia no-zioni di teoria con presentazione di slide, sia di co-struzione, e in particolare di pratica sul fiume,assolutamente necessaria, perchè un corso di pescaa ninfa non può che prevedere la possibilità di pe-scare.Veniamo al corso in oggetto che ha visto la parteci-

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pazione, come istruttori, oltre che a Massimo Mat-teuzzi e del sottoscritto, di un altro amico e collega:Franco Baroni.IL ritrovo è fissato alle 9,30 presso l’incubatoio itticoin località Cavizzana gestito dall’Associazione Pesca-tori Solandri. Ad aspettarci c’erano sei baldi giovanitutti appartenenti al Club Pescatori a Mosca Solandripiù un ragazzino, Alessandro, di 11 anni appassionatodi pesca a mosca.Dopo le presentazioni di rito ed unbriefing introduttivo diamo inizio alla pratica.Il fiume , come detto, è il Noce che presenta unafauna ittica composta principalmente da trote Mar-

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morate dalla rusticità incredibile tanto da renderle diffidenti e molto difficilida catturare.Siamo in una zona Trofeo che si presta molto alla pesca a ninfa a risalire. Ilprogramma prevede per l’intera mattinata e gran parte del pomeriggio lapratica in acqua con tutto ciò che ne consegue, quindi approccio, tecnica,utilizzo dell’attrezzatura ecc.Nonostante la differente esperienza dei singoli allievi non posso fare a menodi notare la facilità di apprendimento di Alessandro, tipica dei ragazzi dellasua età, che si dimostra subito predisposto, tanto da affrontare alcune si-tuazioni di pesca in maniere molto interessanteSiamo divisi in due gruppi per meglio seguire gli allievi e le catture non si

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fanno attendere molto in particolare riesco ad ingannare una splendidaMarmorata stimata in 50 cm, catturata alla fine di un correntone (vedifoto).Le catture si susseguono e anche gli allievi hanno le loro soddi-sfazioni stimolati anche dalle trote di dimensioni generose che siaFranco che Massimo riescono a salpare con il loro guadino.Nel tardo pomeriggio ospiti dell’Hotel Vittoria di Dimaro, abbiamo lapossibilità di proiettare delle slide approfondendo molti aspetti storicie tecnici della pesca a ninfa, nonchè la visione dei video che riprendonoi singoli allievi in azione di pesca consentendogli di confrontarsi e com-mentare gli eventuali errori e gli aspetti su cui potranno lavorare in fu-turo. La sera prosegue con un ottima cena che ci viene offerta dal clubPescatori a Mosca Solandri e si conclude con la costruzione di alcuni ar-tificiali.

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La mattina successiva ci aspetta una fitta pioggia mista neve, ma nonci facciamo scoraggiare, e rispettato il nostro appuntamento, siamo giàin pesca per completare il percorso didattico che prevede, tra l’altro, ilcommento singolarmente da parte degli allievi nel valutarsi in azione dipesca. Nonostante l’acqua molto fredda con i livelli un pò alti arrivanoalcune catture molto interessanti che non hanno fatto altro che renderefelici i corsisti e noi soddisfatti per il buon lavoro svolto.

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Con l’ora di pranzo si conclude la didattica del corso non ci resta checonsegnare gli attestati che certificano la conclusione del 3° corso dipesca a ninfa della FFM.Vorrei ringraziare l’amico e collega istruttore Giampiero Bertolini checon la sua perfetta organizzazione ha reso possibile la riuscita, senza ilminimo intoppo, di tutte le attività previste, gli allievi che hanno avutola pazienza di ascoltarci, e i mie due colleghi con cui spesso passo dellegiornate di pesca sempre molto interessanti e ricche di spunti tecnici.

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Spazio LiberoSpazio Libero

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[email protected]

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Spazio LiberoSpazio Libero

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Sim Fly Festival, rotta verso l’EuropaBoom di giovani per la decima edizione del Festivalannuale della Scuola italiana di pesca a mosca

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Passi in avanti per il progetto “Le vie della pesca a mosca”Più di 350 appassionati di pesca a mosca provenienti da tutto il mondosi sono radunati il 22 e il 23 giugno 2013 a Castel di Sangro (Aq) perla decima edizione del Sim Fly Festival, l’evento annuale dell’associa-zione Scuola italiana di pesca a mosca che ha sede proprio in questopaese abruzzese. Al 26esimo anno dalla fondazione, l’associazione ha

rinnovato l’occasione, per centinaia di appas-sionati, di assistere per due giorni a dimostra-zioni di lancio e di costruzione delle canne dibamboo e delle mosche artificiali e di con-frontarsi su questo sport ambientalista, gra-zie anche alla presenza di istruttori Sim eG.A.I.A. e di circa 25 costruttori provenientidall’Italia, dall’Europa e dagli Stati Uniti, oltreagli esperti costruttori della I.B.R.A. (ItalianBamboo Rodmakers Association). «Le più grandi soddisfazioni di questa decimaedizione sono state il boom di presenza diunder 30 intervenuti alla manifestazione, siacome pescatori sia come semplici curiosi –commenta il presidente Osvaldo Galizia – e ipiccoli passi in avanti del progetto “Le viedella pesca a mosca”, che ha intenzione dimigliorare la fruibilità dei 40 Km del Sangroin sinergia con il territorio, in maniera soste-nibile e in modo da rendere il fiume il volano

GUPPO CORSO SIM

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biente e turismo Giuliano Pallotta, che si sono impegnati a riprenderel’argomento in apposite riunioni scientifiche. Di grande coinvolgimento è stata la consueta serata inaugurale, venerdì21 giugno, con la terza edizione del cooking show “La trota sul palco”,sponsorizzato da Cantina Miglianico e dalla troticoltura marchigiana“Eredi Rossi”, al quale hanno partecipato i ristoratori di Castel di SangroRoberto Marchei (ristorante Le Grill), Nick Biasella (La Fenice) e IvanoPallotta (Il Boscaiolo), e gli studenti della scuola Niko Formazione gui-dati dal docente Davide Mazza. Molto partecipata è stata anche l’estem-poranea che ha segnato l’inaugurazione della mostra d’artecontemporanea “L’arte della pesca… La pesca nell’arte”, diretta da LinoAlviani e visitabile presso l’ex convento della Maddalena fino al 5 luglio

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dell’economia locale e ricettore di turisti soprattutto dall’estero. È com-provato che la durata media della permanenza di un pescatore amosca, in genere con la sua famiglia, in un luogo dove possa esercitarecon comodità il suo sport preferito e allo stesso tempo svolgere delleattività collaterali, va dai 4 ai 5 giorni: una risorsa che può rappresen-tare la svolta anche per l’entroterra abruzzese, se si considera che soloin Italia si contano 400mila licenze rilasciate per la pesca in acquadolce». Alla tavola rotonda in cui il progetto è stato trattato, domenica23 giugno, hanno preso parte i rappresentanti delle delegazioni regio-nali della Scuola, giornalisti di settore e anche il presidente di AbruzzoInnovatur (Polo di innovazione sul Turismo) Dario Colecchi, il sindacodi Castel di Sangro Umberto Murolo e l’assessore comunale ad am-

agli orari del museo civicoAufidenate, per poi spo-starsi a Fossacesia. La13esima edizione dellamostra presenta 21 opere,già presentate a Pescaraall’inizio di giugno, in virtùdell’amichevole partecipa-zione di altrettanti pittoridi tutto il mondo. Al-l’estemporanea inauguralehanno partecipato gli arti-sti di ogni età e prove-nienti dal Centro ItaliaSéline, Riccardo Righini,Alessia Zarlenga, NunzioScibilia, Paola De Bene-detto, Antonino Guercio,Rossano Costanzo, e la ca-nadese Diane Michelin.

GRUPPO ARTISTI

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È stata presentata la versione italiana del libro di F.M. Halford “The DryFly Man Handbook” a cura di Osvaldo Velo, con un’interessante confe-renza di presentazione dell’autore, dell’autore e delle controversie del-l’epoca che interessano ancora i giorni nostri.Anche quest’anno sono stati premiati due costruttori di mosche artifi-ciali, per il loro lavoro di sensibilizzazione e di promozione verso questosport ambientalista, con il trofeo Claudio D’Angelo Award, realizzatodall’artista Alberto Coppini. Per l’Italia è stato premiato Nino Casino, di

Premiazione Claudio D’angelo

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Castellammare di Stabia (Na), ecologo fluviale e autore del saggio “In-setti nell’acqua”; per l’estero Andy Hutson, costruttore inglese del Lin-colnshire.

Foto: Luca CosenzaUfficio stampa S.I.M Fly Festival: Cristina Mosca – Modiv snc – [email protected] – 328/9379969

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.I guadini sono realizzati in legno e fibra di carbonio o grafiche in materiale plastico, sono completamente personalizzabili sia come forma sia comemateriale estetico e strutturale esterno. Sono in serie limitata e costruiti con passione, la stessa che mi porta sul fiume a pescare a mosca, la stessache mi porta a rispettare i pesci e a darli meno fastidi possibile prima del rilascio a meno che sia una cattura importante che poi rimane sempre undiscorso soggettivo con molteplici fattori personali. Vengo da esperienze nel settore costruttivo di materiali compositi e i guadini vanno completamente in controtendenza rispetto a quelli in vendita sul mercato. Sono realizzati in tecnologia multistrato carbonio legno carbonio e possono essere personalizzati sia nella forma sia nella durezza sia nella rete. Lo sviluppo di legature, grip manici, sistemi di fissaggio, forma concava o convessae possibilità di nuove forme sono in continuo sviluppo e questo è il bello di costruirsi qualcosa di prorio: bisogna sempre ascoltare i pareri deglialtri, accettarli o no e analizzare la miglioria sia per il pesce sia per la proria felicità. Per quanto riguarda la tecnica nel guadinare un pesce inmaniera corretta i fattori sono molti e anche dipendenti dalla situazione di pesca e ambientale. Innanzi tutto dopo la ferrata bisogna cercare di avvicinare il pesce in maniera che esca da possibili correnti impetuose cercando il posto migliore, alzare il cimimino della canna e con il corpo abbassarsi allungando il braccio e il guadino verso il pesce, con l'esperienza e di cattura in cattura si andrà via via a migliorare le tacnica nello scangiodel guadino dal gilè ,nella fase d'entrata e della corretta slamatura di esso nel guado con conseguante rilascio arrecando zero danni al pesce. Sene desiderate uno contattatemi via mail [email protected] cell 3482855531A presto dalla sponda opposta, magari nella mia Ossola sia che sia un torrente o il grande fiume, un saluto!! Iarde

Guadini For HeroesGuadini For Heroes

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I guadini sono realizzati in legno e fibra di carbonio o grafiche in materiale plastico, sono completamente personalizzabili sia come forma sia comemateriale estetico e strutturale esterno. Sono in serie limitata e costruiti con passione, la stessa che mi porta sul fiume a pescare a mosca, la stessache mi porta a rispettare i pesci e a darli meno fastidi possibile prima del rilascio a meno che sia una cattura importante che poi rimane sempre undiscorso soggettivo con molteplici fattori personali. Vengo da esperienze nel settore costruttivo di materiali compositi e i guadini vanno comple-tamente in controtendenza rispetto a quelli in vendita sul mercato. Sono realizzati in tecnologia multistrato carbonio legno carbonio e possono es-sere personalizzati sia nella forma sia nella durezza sia nella rete. Lo sviluppo di legature, grip manici, sistemi di fissaggio, forma concava o convessae possibilità di nuove forme sono in continuo sviluppo e questo è il bello di costruirsi qualcosa di prorio: bisogna sempre ascoltare i pareri deglialtri, accettarli o no e analizzare la miglioria sia per il pesce sia per la proria felicità. Per quanto riguarda la tecnica nel guadinare un pesce inmaniera corretta i fattori sono molti e anche dipendenti dalla situazione di pesca e ambientale. Innanzi tutto dopo la ferrata bisogna cercare di av-vicinare il pesce in maniera che esca da possibili correnti impetuose cercando il posto migliore, alzare il cimimino della canna e con il corpo abbas-sarsi allungando il braccio e il guadino verso il pesce, con l'esperienza e di cattura in cattura si andrà via via a migliorare le tacnica nello scangiodel guadino dal gilè ,nella fase d'entrata e della corretta slamatura di esso nel guado con conseguante rilascio arrecando zero danni al pesce. Sene desiderate uno contattatemi via mail [email protected] cell 3482855531A presto dalla sponda opposta, magari nella mia Ossola sia che sia un torrente o il grande fiume, un saluto!! Iarde

Guadini For HeroesGuadini For Heroes

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Avisio in Val di FiemmeAvisio in Val di Fiemme

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Avisio in Val di FiemmeAvisio in Val di Fiemme

Bruno Generali

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Questa estate ho trascorso una bellae lunga vacanza in Val di Fiemme. Incompagnia degli amici Roberto Da-stoli e Paolo Peressotti, entrambi ec-cellenti pescatori, ho avuto modo diapprofondire la conoscenza di tor-rente e territorio. Il torrente Avisio ècertamente tra i più interessanti delTrentino Alto Adige. Ha un corso piut-tosto lungo, nasce a Passo Fedaia,scorre per la Valle di Fassa, attra-versa la Val di Fiemme e dopo averscolpito le gole della Val di Cembra sigetta nell'Adige. Esistono dettagliatis-sime mappe GPS a colori di tutte etre le valli prodotte da 4Land(www.4land.it), con cui è possibileverificare ogni accesso e quindi pia-nificare con cura escursioni ed uscitedi pesca.La parte che prenderò qui in esameè quella della Val di Fiemme. La valleospita una comunità che fonda le sueradici in storia e tradizioni molto an-tiche, la fondazione della MagnificaComunità di Fiemme risale al 1111(www.mcfiemme.eu). Comprende icomuni di Moena, Predazzo, Ziano,Panchià, Tesero, Cavalese, Castello-Molina, che esprimono le sette rela-tive associazioni di pesca. Ilregolamento delle attività di pesca èunico per tutta la valle, seppur conqualche eccezione, ma non è lostesso per i permessi che vanno re-periti presso le singole associazioni.Nel 2013 però, dopo tre anni diprova, quattro delle sette associa-

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zioni (Predazzo, Ziano, Panchià, Tesero)hanno unito le forze e dato vita alla Associa-zione Pescatori Dilettanti Valle di Fiemme, co-stituendo così una riserva di pesca bellissima,molto estesa e altrettanto varia (comprendetra l'altro tanti rivi di montagna e molti laghialpini). Ottimo il fatto che oggi sia accessibilecon un unico permesso giornaliero al costo di18 Euro (punto di riferimento in valle il BrunoShop di Tesero, via Stava 43, telefono 0462813686). Che meraviglia se in futuro ci fosseuna unica riserva per tutta la valle, un sognoad occhi aperti!La valle ospita numerose specie floreali tipi-che dell'ambiente alpino tra cui rododendri,anemoni, ranuncoli e achillea. La coperturaforestale è molto vasta ed è caratterizzatadall'abete rosso. Il territorio è poi abitato oltreche da un gran numero di marmotte, lepri,volpi, scoiattoli, anche da numerosi ungulatie da rari orsi, stambecchi e mufloni che dopolunghi anni di assenza stanno timidamente ri-comparendo. Del lupo scomparso nel corsodell'800 invece si sono completamente persele tracce.

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L'alveo fluviale si presenta in taluni punti come un grosso torrente di fondovalle, con una portata d'acqua molto ricca, in altri punti come un torrentedi montagna, tutto buche e sassoni. Gli spot di pesca sono molto vari, si alternano tratti veloci tipici delle "pocketwaters", a parti più lente con pianee "riffles" molto interessanti. Stupendi poi i tantissimi sotto riva e gli angoli più nascosti dalla vegetazione, dove talvolta si riparano pesci di ottimataglia. L'altitudine è sempre piuttosto elevata, si parte da gli 801 metri di Molina, per arrivare ai 1204 di Moena. Gli accessi sono tutti piuttosto agevoli,sia la strada statale di fondovalle che una bella pista ciclabile lambiscono il torrente per tutto il suo corso, senza però essere mai invasive. La vegetazioneriparia è quasi sempre rigogliosa, quindi raramente durante la pesca si prova la sensazione di trovarsi in una valle a forte vocazione turistica. Il lettodel fiume appare per lo più naturale, seppur si incontra qualche rara briglia e qualche traccia di vecchi lavori alle sponde. La popolazione di pesce èbuona ed è prevalente la trota marmorata, nella parte alta del torrente sono però presenti anche fario e ibridi. I colori dei pesci sono stupendi, moltointensi e dai disegni ben definiti. Non esistono settori riservati unicamente alla pesca a mosca. Ci sono però tre "zone trofeo" (Molina, Tesero, Predazzo)e due "no kill" (Cavalese e Moena), ma la presenza di pesce è ben distribuita ovunque, anche nei tratti a prelievo normale.

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L'alveo fluviale si presenta in taluni punti come un grosso torrente di fondovalle, con una portata d'acqua molto ricca, in altri punti come un torrentedi montagna, tutto buche e sassoni. Gli spot di pesca sono molto vari, si alternano tratti veloci tipici delle "pocketwaters", a parti più lente con pianee "riffles" molto interessanti. Stupendi poi i tantissimi sotto riva e gli angoli più nascosti dalla vegetazione, dove talvolta si riparano pesci di ottimataglia. L'altitudine è sempre piuttosto elevata, si parte da gli 801 metri di Molina, per arrivare ai 1204 di Moena. Gli accessi sono tutti piuttosto agevoli,sia la strada statale di fondovalle che una bella pista ciclabile lambiscono il torrente per tutto il suo corso, senza però essere mai invasive. La vegetazioneriparia è quasi sempre rigogliosa, quindi raramente durante la pesca si prova la sensazione di trovarsi in una valle a forte vocazione turistica. Il lettodel fiume appare per lo più naturale, seppur si incontra qualche rara briglia e qualche traccia di vecchi lavori alle sponde. La popolazione di pesce èbuona ed è prevalente la trota marmorata, nella parte alta del torrente sono però presenti anche fario e ibridi. I colori dei pesci sono stupendi, moltointensi e dai disegni ben definiti. Non esistono settori riservati unicamente alla pesca a mosca. Ci sono però tre "zone trofeo" (Molina, Tesero, Predazzo)e due "no kill" (Cavalese e Moena), ma la presenza di pesce è ben distribuita ovunque, anche nei tratti a prelievo normale.

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Cio' è garantito da una robusta attività diripopolamento con avannotti provenientidalla spremitura di marmorate rustiche e lo-cali, lavorate in ben tre incubatoi di valle.Ormai da tanti anni non si pratica immis-sione di pesce commerciale e tutto som-mato la pressione di pesca non èparticolarmente elevata. Oltre a questo, vadetto che molte zone del torrente riman-gono difficili da pescare data la conforma-zione naturale, molte buche mantengonoun loro mistero e il pesce ha modo di difen-dersi. Quindi se pur si accede agevolmente,non è altrettanto semplice muoversi inacqua e pescare. L'Avisio è moderatamentepescoso e tutt'altro che facile, le catturepossono anche essere in certi momenti nu-merose, ma vanno tutte conquistate. Nondi rado capitano giornate difficili senza atti-vità che si concludono con un nulla di fatto.Il cappotto va messo in conto. Basta pocoperché le condizioni divengano sfavorevolie l'acqua appaia un deserto, capita ancheai più esperti pescatori locali. In ogni casouna buona tecnica, un approccio delicato emolta attenzione all'avvicinamento sonofondamentali per avere successo su pescirustici e selettivi come questi.

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L'acqua è molto pulita e sono presenti pesci di tutte le taglie, questodimostra l'ottimo stato di salute dell'ambiente. Ogni anno vengonocatturati anche pesci trofeo di misure importanti, ma questa è unastoria a parte, difficilmente escono in estate ed in pieno giorno, percercarli bisogna dedicarsi in maniera totale alla loro ricerca. A inizio2013 è stata catturata e trattenuta una marmorata di ottantadue cen-timetri da un pescatore di Reggio Emilia.

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Quest'anno la stagione è stata insolitamente molto fredda, l'inverno rigido pareva non finire mai. Fino ai primi di Luglio ha nevicato sopra i mille settecento metri di altezza e le temperature sono state sensibilmente sotto la media stagionale, con una forte escursione termica tra giorno e notte. Difatto quest'anno in questa zona non c'è stata la primavera e questo ha inciso parecchio sulla pesca. Fino a metà Luglio l'attività si è concentrata nelleore centrali del giorno, come accade solitamente ad Aprile e Maggio. Poi a seguire è arrivata timidamente l'estate e i momenti migliori si sono spostatialla mattina e alla sera. In Avisio è possibile praticare con soddisfazione tutte le tecniche, però mentre la pesca a ninfa può dare buoni risultati in tuttele stagioni, quella a secca ha finestre temporali più brevi durante l'anno, causa l'insieme delle condizioni meteorologiche e geografiche del territorio.Quando i livelli sono alti (capita sovente) per via delle frequenti piogge o dello scioglimento delle nevi, oppure l'acqua è fredda, a ninfa è possibile,seppur con fatica, praticare una pesca efficace, magari cercando i pesci sotto i sassi delle sponde. Quando invece il torrente è a livello ottimale ed ilclima favorevole è possibile togliersi belle soddisfazioni anche con la secca. Quasi sempre in caccia, ogni tanto su bollata, quasi mai in schiusa. Certola tecnica di lancio qui è fondamentale, lanci in angolazione raggruppati, curvi e sovrapposti sono essenziali per raggiungere i punti dove stazionanole trote pe per consentire all'artificiale di stare in pesca almeno quattro o cinque secondi.

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Quest'anno la stagione è stata insolitamente molto fredda, l'inverno rigido pareva non finire mai. Fino ai primi di Luglio ha nevicato sopra i mille set-tecento metri di altezza e le temperature sono state sensibilmente sotto la media stagionale, con una forte escursione termica tra giorno e notte. Difatto quest'anno in questa zona non c'è stata la primavera e questo ha inciso parecchio sulla pesca. Fino a metà Luglio l'attività si è concentrata nelleore centrali del giorno, come accade solitamente ad Aprile e Maggio. Poi a seguire è arrivata timidamente l'estate e i momenti migliori si sono spostatialla mattina e alla sera. In Avisio è possibile praticare con soddisfazione tutte le tecniche, però mentre la pesca a ninfa può dare buoni risultati in tuttele stagioni, quella a secca ha finestre temporali più brevi durante l'anno, causa l'insieme delle condizioni meteorologiche e geografiche del territorio.Quando i livelli sono alti (capita sovente) per via delle frequenti piogge o dello scioglimento delle nevi, oppure l'acqua è fredda, a ninfa è possibile,seppur con fatica, praticare una pesca efficace, magari cercando i pesci sotto i sassi delle sponde. Quando invece il torrente è a livello ottimale ed ilclima favorevole è possibile togliersi belle soddisfazioni anche con la secca. Quasi sempre in caccia, ogni tanto su bollata, quasi mai in schiusa. Certola tecnica di lancio qui è fondamentale, lanci in angolazione raggruppati, curvi e sovrapposti sono essenziali per raggiungere i punti dove stazionanole trote pe per consentire all'artificiale di stare in pesca almeno quattro o cinque secondi.

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Non è raro incontrare sulle rive del torrente in prossimità del bosco animali al pascolo, vacche o anche interi greggi di pecore. Forse anche per questoc'è un dressing che i pescatori locali ritengono particolarmente efficace da utilizzare in caccia: "la mosca della merda". Un montaggio molto semplicecostituito da un amo dritto da secca di misura dodici, corpo in pavone e due hackle girate sull'addome, una di color crema e una brown. Per il resto,riguardo le mosche, abbiamo utilizzato per lo più' artificiali piuttosto comuni in Cdc su taglia quattordici e sedici e qualche grossa sedge alla sera. Perquanto riguarda le ninfe, pheasant tail e altri modelli in lepre dai colori classici con palline in tungsteno non troppo pesanti, abbinate a finali lunghi esottili, per una presentazione il più naturale possibile.Affrontare queste acque con Roberto è certamente stato un piccolo privilegio, pochi altri pescatori conoscono il torrente come lui. Di giorno in giorno

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Non è raro incontrare sulle rive del torrente in prossimità del bosco animali al pascolo, vacche o anche interi greggi di pecore. Forse anche per questoc'è un dressing che i pescatori locali ritengono particolarmente efficace da utilizzare in caccia: "la mosca della merda". Un montaggio molto semplicecostituito da un amo dritto da secca di misura dodici, corpo in pavone e due hackle girate sull'addome, una di color crema e una brown. Per il resto,riguardo le mosche, abbiamo utilizzato per lo più' artificiali piuttosto comuni in Cdc su taglia quattordici e sedici e qualche grossa sedge alla sera. Perquanto riguarda le ninfe, pheasant tail e altri modelli in lepre dai colori classici con palline in tungsteno non troppo pesanti, abbinate a finali lunghi e

Affrontare queste acque con Roberto è certamente stato un piccolo privilegio, pochi altri pescatori conoscono il torrente come lui. Di giorno in giorno

ho avuto modo di vederesvelati tanti piccoli segretiche richiederebbero annidi lavoro sul territorio peressere acquisiti in autono-mia. Per questo un graziedi cuore! La Val diFiemme è una bella metadi pesca per coloro chesanno apprezzare la qua-lità, anche di fronte aduno scenario difficile cheva affrontato con tenacia.Chi ama misurarsi consfide importanti ed impe-gnative qui trova pane peri suoi denti.

Fotografie di Roberto Dastoli,Nicola Dodi e Bruno Generali.

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Foto Giulio Duzzi

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TIPULATIPULA

Alberto Mondini

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I Tipulidi sono insetti di medie e grandi di-mensioni (15/25 mm) simili a grandi zan-zare ma assolutamente inocui.Le larve si sviluppano ne terreno umido onell'acqua, , gli adulti di questa grossa spe-cie compaiono dalla primavera fino all'au-tunno e volano specialmente al tramonto. Molto comuni in tutta Italia, specialmentenel Nord.

Classe: InsettiOrdine: DitteriSottordine: NematoceriFamiglia: Tipulidi Genere: TipulaSpecie: T. oleracea L.

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Amo: Gamakatzu f22 10

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Ritagliate una striscia di foam dello spessore di 2 mm.e fissatela in prossimità della curva

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Per dare forma alle zampe, con una pinzettapreriscaldata piegate 3/4 alla volta fibre difagiano e fissatele alla base del foam.Oppure se avete pazzienza fate dei nodicome d aimmagine inizio articolo.

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Fissate due ali in punta di hackle di gallo

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Fissate una hackle ed avvolgetela come da immagine su-cessiva

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Ribaltate in avanti il foam e chiudete con alcuni nodipoi tagliate l’addome della lunghezza desiderata, inultimo, con l’accendino bruciatene l’estremità

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Foto Giulio Duzzi

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Spazio LiberoSpazio Libero

3343328889

[email protected]

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Spazio LiberoSpazio Libero

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[email protected]

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Bobbio Bobbio 65 corso della FFM65 corso della FFM

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Dal 25 al 28 aprile presso il comune di Bobbio si è tenuto il 65 corsodella FFM.L’albergo che ci ospita è il Piacentino ad un minuto dal centro di Bobbio,molto confortevole e non proprio adatto a chi pensa di iniziare unadieta, infatti la conduzione familiare privilegia molto l’aspetto culinariotipico della zona, sia in qualità che in quantità.

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Grazie alla sua posizione strategica , Bobbio confina con ben 4 regioni,ha visto la partecipazione di diversi corsisti provenienti da più regioni,e anche gli istruttori della scuola erano numerosi tanto da costituire ungruppo molto abbondante. Ma non eravamo solo italiani, infatti diret-tamente dalla Finlandia ha partecipato al corso di perfezionamento KaiKallio, il quale avendo visto dei video di Massimo Magliocco si è incu-riosito e subito si è iscritto presentandosi puntuale all’appuntamento.Kai Kallio è un pescatore esperto e l’apprendere la tecnica italiana loha completamente rapito, il suo impegno è stato notevole ed alla finesi è riproposto di tornare entro l’anno per un ulteriore corso, rendendosidisponibile a referenziare la FFM nel nord europa.

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Il clima non è stato clemente regalandoci una pioggia insistente che ci haaccompagnato per i quattro giorni disturbando le attività ma senza impe-dirne lo svolgimento, grazie alle strutture che il comune di Bobbio ci hamesso ha disposizione, come la splendida sala riunioni,proprio all’internodel palazzo comunale, dove abbiamo svolto le lezioni di teoria e la palestrache ci ha permesso di ripararci nei momenti di pioggia violenta.Visto il giorno di festa del giovedi il programma, che di consueto è di tregiorni, è stato più intenso e dettagliato del solito consentendo ai partecipantidi approfondire ogni aspetto ed in particolare la didattica sul fiume studiataper consentire agli allievi a superare tutte quelle situazioni di pesca chespesso mettono in difficoltà i pescatori.

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Dopo il primo giorno interamente dedicato alla fisica e alla tecnica del lancio effettuata nellapalestra finalmente l’indomani siamo scesi in acqua. Lo scenario è quella dello splendidofiume Trebbia proprio sotto il caratteristico Ponte Gobbo di epoca romana che permetteva aipassanti incuriositi di ammirare le evoluzioni delle nostre code di topo.Il Trebbia con il suo caratteristico color verde smeraldo invitava molto lasciando la nostrafantasia all’immaginazione.Tra riprese filmate agli allievi, dimostrazioni pratiche degli istruttori e molto lavoro, le giornatescorrono veloci con risultati molto soddisfacenti.I lanci insegnati sono quelli classici, dagli anti dragaggio come il lancio in angolazione raggruppato e i ribaltati, a quelli di utilità fino ai lanci veloci che hanno messo a dura prova tuttigli allievi affrontati con la canna che ognuno utilizza in pesca,quindi non necessariamenteuna 7,6”.La giornata del sabato è stata caratterizzata da una pioggia veramente insistente tanto damettere a dura prova la nostra attrezzatura e lo svolgimento di tutte le attività previste.La domenica,come da programma, dovevamo verificare in acqua tutti i lanci insegnati, ma

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Dopo il primo giorno interamente dedicato alla fisica e alla tecnica del lancio effettuata nellapalestra finalmente l’indomani siamo scesi in acqua. Lo scenario è quella dello splendidofiume Trebbia proprio sotto il caratteristico Ponte Gobbo di epoca romana che permetteva aipassanti incuriositi di ammirare le evoluzioni delle nostre code di topo.Il Trebbia con il suo caratteristico color verde smeraldo invitava molto lasciando la nostrafantasia all’immaginazione.Tra riprese filmate agli allievi, dimostrazioni pratiche degli istruttori e molto lavoro, le giornatescorrono veloci con risultati molto soddisfacenti.I lanci insegnati sono quelli classici, dagli anti dragaggio come il lancio in angolazione rag-gruppato e i ribaltati, a quelli di utilità fino ai lanci veloci che hanno messo a dura prova tuttigli allievi affrontati con la canna che ognuno utilizza in pesca,quindi non necessariamente

La giornata del sabato è stata caratterizzata da una pioggia veramente insistente tanto damettere a dura prova la nostra attrezzatura e lo svolgimento di tutte le attività previste.La domenica,come da programma, dovevamo verificare in acqua tutti i lanci insegnati, ma

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il trebbia, come uso dire per usare un eufemismo, era navigabile e diun colore marrone molto minaccioso, quindi siamo stati costretti a chiu-dere le nostre attività nuovamente in palestra, con un ripasso generalee la consueta consegna degli attestati di partecipazione, e il ringrazia-mento a tutti i partecipanti, agli allievi per la dedizione, agli istruttoriper l’abnegazione e la professionalità e a Franco Baroni per aver orga-nizzato tutto in maniera capillare consentendo il perfetto svolgimentodel corso.

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