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Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

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Regione Calabria - Dipartimento Politiche dell’Ambiente ASSE III AMBIENTE Linea di Intervento 3.5.1.1 POR CALABRIA 2007/2013 13, 14 e 15 luglio 2010 - Centro Studi Field - Via Pitagora - 88050 Tiriolo (CZ) Dr. Salvatore Barresi Dr. Salvatore Barresi
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Page 1: Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

Regione Calabria - Dipartimento Politiche dell’AmbienteASSE III AMBIENTE Linea di Intervento 3.5.1.1

POR CALABRIA 2007/2013

13, 14 e 15 luglio 2010 - Centro Studi Field - Via Pitagora - 88050 Tiriolo (CZ)

Dr. Salvatore BarresiDr. Salvatore Barresi

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13 luglio 2010 14 luglio 2010 15 luglio 2010

SEMINARIO FORMATIVOa cura del

Dr. Salvatore Barresial

Gruppo di Lavoro FIELD

Regione Calabria - Dipartimento Politiche dell’AmbienteASSE III AMBIENTE Linea di Intervento 3.5.1.1 - POR CALABRIA 2007/2013

13 luglio 2010 14 luglio 2010 15 luglio 2010

1° MODULO 2° MODULO 3° MODULO

7 ore 7 ore 6 ore

1. SVILUPPO SOSTENIBILE

2. Certificazioni Ambientali

3. Registrazione EMAS

4. EMAS 2: Certificazione ambientale di

territorio

5. Certificazione di prodotto: ECOLABEL

6. Cos'è la contabilità ambientale

7. Metodo CLEAR

1. Le teorie dello sviluppo sostenibile - I

concetti di sviluppo sostenibile e le

dimensioni della sostenibilità

a. Le tre dimensioni della sostenibilità

b. Sostenibilità a livello ambientale

c. Lo sviluppo socialmente sostenibile

d. Lo sviluppo economicamente

sostenibile

e. I principi base dello "sviluppo

sostenibile"

2. LA POLITICA REGIONALE EUROPEA 2007-2013

- OBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALE -

L’intervento del FESR nelle politiche regionali

per lo sviluppo sostenibile

1. La progettazione partecipata: condizione di

efficacia

2. La progettazione partecipata: pregi e rischi

3. La progettazione partecipata: questioni di

metodo

4. La progettazione partecipata: competenze

dei "registi"

5. I Laboratori di Progettazione Partecipata

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SVILUPPO SOSTENIBILESVILUPPO SOSTENIBILESVILUPPO SOSTENIBILESVILUPPO SOSTENIBILELo sfruttamento incondizionato delle risorse ambientali, l'immissione di sostanze xenobiotiche in natura e l'inquinamento conseguente allo sviluppo delle attività umane, hanno determinato pesanti ripercussioni sull'ambiente.

Gli effetti negativi, che si sono manifestati sempre più frequentemente con incidenza anche sullo sviluppo economico e sociale, e l'incremento delle calamità naturali, derivanti dall'impatto antropico, hanno portato alla necessità di affrontare le problematiche ambientali e il rapporto con lo sviluppo economico fin dagli anni 60-70 attraverso una serie di conferenze e congressi internazionali, giungendo alla definizione del concetto di sviluppo sostenibile.

Si intende per "sviluppo sostenibilesviluppo sostenibilesviluppo sostenibilesviluppo sostenibile" quello in grado di soddisfare le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro esigenze.

Lo sviluppo economico deve essere pertanto sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale: nel primo caso si parla di SOSTENIBILITA' INTERGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTERGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTERGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTERGENERAZIONALE, in quanto la sostenibilità ambientale è il requisito per la libertà di scelte delle generazioni future che dipende dall'integrità ambientale; nel secondo caso si parla di SOSTENIBILITA' INTRAGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTRAGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTRAGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTRAGENERAZIONALE i cui requisiti si basano sul principio di pari opportunità caso si parla di SOSTENIBILITA' INTRAGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTRAGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTRAGENERAZIONALESOSTENIBILITA' INTRAGENERAZIONALE i cui requisiti si basano sul principio di pari opportunità e libertà di accesso al mercato (è ovvio che la povertà costituisce un forte limite per la libertà di scelta).

Lo sviluppo è sostenibilesostenibilesostenibilesostenibile solo quando si tiene conto e si soddisfano le esigenze sia economiche, sociali ed ambientali.Negli altri casi si parla di svilupposvilupposvilupposviluppo:•realizzabilerealizzabilerealizzabilerealizzabile quando lo sviluppo economico è compatibile con le capacità dell'ambiente; •vivibilevivibilevivibilevivibile quando sono rispettate le esigenze sociali e l'integrità ambientale; •equoequoequoequo quando lo sviluppo coinvolge equamente tutte le classi sociali.

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Certificazioni Ambientali

ISO 14000 ed EMAS

La norma ISO 14001:2004 e il regolamento Emas II sono due standard di riferimento nellecertificazioni ambientali per le organizzazioni che intendono conseguire una migliore gestione edefficienza ambientale.Sono entrambi strumenti volontari che rappresentano uno dei principali mezzi per contribuire tramitela responsabilizzazione delle imprese ed allo sviluppo sostenibile delle attività produttive.Tra le due norme, UNI EN ISO 14001:2004 ed il Regolamento CEE n. 761/2001 (EMAS II), ledifferenze sono soprattutto a livello "costituzionale": EMAS è più rigoroso nella gestione ambientale,prevede infattiprevede infatti

Vantaggi delle certificazioni ambientaliI principali vantaggi delle certificazioni ambientali non riguardano soltanto il miglioramento dellagestione degli aspetti ambientali connessi all'attività ma anche i rapporti con le altre imprese:•ottimizzazione nell'uso delle risorse e del'energia•migliore immagine dell'azienda sul mercato•maggior valore dell'azienda

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Registrazione EMAS

L’applicazione del Regolamento EMAS n° 761/2001 viene attuato da tutte le AziendeL’applicazione del Regolamento EMAS n° 761/2001 viene attuato da tutte le Aziendeche intendono migliorare le proprie prestazioni ambientali complessive. Il sistema EMASconsiste nel predisporre una dichiarazione ambientale dalla quale scaturisca in manierachiara il miglioramento delle prestazioni ambientali raggiunte dall’Azienda, nonché ilsistema di monitoraggio attraverso gli audit. La dichiarazione ambientale deve essereresa pubblica per il tramite di qualsivoglia sistema, poiché è una reale garanzia, perclienti, fornitori, dipendenti, enti pubblici, circa l’adozione da parte dell’impresa di unacorretta politica ambientale.

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EMAS 2: Certificazione ambientale di territorio

EMAS 2 (Eco-Management and Audit Schema 2) è un sistema di certificazione per il territorio previsto dal Regolamento CEE n. 761/2001, che incentiva le imprese ad attuare volontariamente interventi di miglioramento delle proprie prestazioni ambientali, grazie ai quali si può ottenere una registrazione rilasciata dal Comitato EMAS nazionale.Nato nel 2001 dalla revisione di un precedente Regolamento, che si rivolgeva solo alle singole organizzazioni, EMAS 2 permette una registrazione per aree produttive omogenee (distretti industriali o porzioni di territorio definite).Sviluppare il sistema a livello di un'area industriale implica una condivisione di risorse ed esperienze pubbliche e private con cui affrontare in modo unitario i problemi ambientali.Le organizzazioni che operano nei territori certificabili possono scegliere di migliorare la propria efficienza ambientale, ridurre costi e sprechi, e aderire ad EMAS anche individualmente.La certificazione implica un impegnativo percorso di riorganizzazione interna, articolato in diverse fasi standard:•l'analisi ambientale iniziale •il programma ambientale •il sistema di gestione ambientale •l'auditing, la dichiarazione ambientale •la convalida del percorso svolto da parte di un verificatore accreditato •la registrazione.

Vantaggi della certificazioneVantaggi della certificazioneEMAS 2 individua aree di eccellenza ambientale che divengono un punto di riferimento a livello nazionale ed europeo.Le organizzazioni, e in particolar modo le imprese che si trovano su queste aree, hanno uno speciale supporto nel percorso daintraprendere per ottenere singolarmente la certificazione ambientale EMAS, e possono godere di una riduzione dei costi e degli adempimenti burocratici che la accompagnano.Le imprese che ottengono questa certificazione si giovano di:•una riduzione dei loro costi dovuta ad una più efficace gestione dell'energia e delle materie prime; •una migliore gestione dei rischi ambientali; •una riduzione delle polizze assicurative per danno ambientale; •la massima conformità con la normativa ambientale; •migliori rapporti con dipendenti, clienti, autorità locali, autorità di controllo; •maggiori garanzie di accesso ai finanziamenti per le piccole imprese; •un impiego del logo EMAS quale efficace strumento di marketing; •un miglioramento dell'immagine aziendale; •una maggiore competitività sui mercati.

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Certificazione di prodotto: ECOLABEL

Marchio

L'Ecolabel (Regolamento CE n. 1980/2000) è il marchio europeo di qualità ecologica che premia i prodotti ei servizi migliori dal punto di vista ambientale, che possono così diversificarsi dai concorrenti presenti sulmercato, mantenendo comunque elevati standard prestazionali. Infatti, l'etichetta attesta che il prodotto oil servizio ha un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita.

Il marchio Ecolabel, il cui logo è rappresentato da un fiore (la margherita), è uno strumento volontario,selettivo e con diffusione a livello Europeo.

Strumento volontarioStrumento volontarioLa richiesta del marchio Ecolabel è del tutto volontaria. I fabbricanti, gli importatori o i distributori possonorichiedere l'Ecolabel, una volta verificato il rispetto dei criteri da parte dei prodotti.

Strumento selettivoL'etichetta ecologica è un attestato di eccellenza, pertanto viene concessa solo a quei prodotti che hanno unridotto impatto ambientale. I criteri ecologici e prestazionali sono messi a punto in modo tale da permetterel'ottenimento dell'Ecolabel solo da parte di quei prodotti che abbiano raggiunto l'eccellenza ambientale. I criterivengono revisionati e resi più restrittivi, quando se ne verifichi la necessità, in modo da premiare semprel'eccellenza e favorire il miglioramento continuo della qualità ambientale dei prodotti.

Strumento con diffusione a livello europeoForza dell'Ecolabel Europeo è proprio la sua dimensione europea. Il marchio può essere usato nei 25 Stati Membridell'Unione Europea così come in Norvegia, Islanda e Liechtenstein.

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Cos'èCos'èCos'èCos'è lalalala contabilitàcontabilitàcontabilitàcontabilità ambientaleambientaleambientaleambientale

La contabilità ambientale degli enti pubblici è un sistema contabile parallelo alla rendicontazioneeconomica e finanziaria, riguardante nello specifico le tematiche ambientali di competenza diretta edindiretta dell’Ente.

Questa nuova procedura nasce dalla necessità di riformare i sistemi di definizione e controllo dellestrategie pubbliche con procedimenti adeguati a misurare la sostenibilità dello sviluppo del territorio,ossia capaci di internalizzare la variabile ambientale nelle decisioni politiche.

La contabilità ambientale è infatti uno strumento sviluppato per rileggere e interpretare le attivitàambientali dell’ente e migliorare le politiche in direzione della sostenibilità. La redazione del bilancioambientale consente di monitorare lo stato dell’ambiente e di valutare concretamente le conseguenzeambientali (positive o negative) delle principali attività dei Comuni e delle Province.

La contabilità ambientale rappresenta anche un mezzo di comunicazione con la comunità locale. Con ilbilancio verde sono esplicitati i contenuti ambientali delle diverse politiche e, in questo modo, sibilancio verde sono esplicitati i contenuti ambientali delle diverse politiche e, in questo modo, sicomunicano alla collettività i risultati ottenuti dalla pubblica amministrazione in questo campo, a frontedegli impegni assunti e pattuiti con comunità stessa.

La contabilità ambientale comprende una parte economica ed una fisica.I conti economici valutano le risorse naturali e le interazioni uomo/ambiente utilizzando come unità dimisura la moneta. Si basano sulla classificazione delle spese di un ente in relazione all'impattosull'ambiente.

La parte fisica definisce lo stato dell’ambiente, attraverso la quantificazione delle risorse naturalidisponibili e il grado di utilizzo da parte dell'uomo. Richiede l’impiego di indicatori ambientali e disostenibilità, quali, ad esempio, gli ICE (Indicatori Comuni Europei per la sostenibilità urbana) o i metodidi calcolo dei consumi umani di risorse naturali (per esempio l'impronta ecologica o analisi dei consumienergetici).

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MetodoMetodoMetodoMetodo CLEARCLEARCLEARCLEAR

Il Metodo CLEAR (City and Local Environmental Accounting and Reporting) è statodefinito attraverso il lavoro coordinato di 18 partner (Comuni e Province del nostroPaese insieme alla Regione Emilia Romagna e all'associazione internazionale Les EcoMaires) nell’ambito del progetto CLEAR Life ed è stato studiato per attuare la contabilitàambientale a livello di Province e Comuni.

Questo metodo propone una struttura contabile organizzata su due livelli direndicontazione. Il primo livello è rappresentato dalle Aree di competenza, definiterendicontazione. Il primo livello è rappresentato dalle Aree di competenza, definitesulla base delle competenze ambientale che la legge attribuisce all’Ente. Esserappresentano i grandi temi rispetto ai quali rendere conto attraverso il bilancioambientale e si diversificano a seconda dell’ente di riferimento (Provincia o Comune)perché diverse sono le competenze stesse.

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Per le amministrazioni comunali sono individuate otto Aree di Competenza:Per le amministrazioni comunali sono individuate otto Aree di Competenza:Per le amministrazioni comunali sono individuate otto Aree di Competenza:Per le amministrazioni comunali sono individuate otto Aree di Competenza:

1. VERDE URBANO E TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ2. MOBILITÀ SOSTENIBILE3. SVILUPPO URBANO4. RISORSE IDRICHE5. RIFIUTI6. RISORSE ENERGETICHE7. INFORMAZIONE, PARTECIPAZIONE, INNOVAZIONE8. ALTRI IMPEGNI AMBIENTALI

Le competenze delle Province definiscono invece 10 Macroaree:Le competenze delle Province definiscono invece 10 Macroaree:Le competenze delle Province definiscono invece 10 Macroaree:Le competenze delle Province definiscono invece 10 Macroaree:

1. AMBIENTE NATURALE2. RISORSE IDRICHE3. ATMOSFERA, ENERGIA, RUMORE, ELETTROMAGNETISMO4. TERRITORIO E USO DEL SUOLO5. ATTIVITÀ PRODUTTIVE6. TRASPORTI E VIABILITÀ7. RIFIUTI8. INFORMAZIONE, EDUCAZIONE, FORMAZIONE E PARTECIPAZIONE9. GESTIONE AMBIENTALE INTERNA10. ALTRI IMPEGNI AMBIENTALI

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All’interno di ciascuna Area di competenza sono individuati gli Ambiti di rendicontazione. Questosecondo livello serve a specificare più nel dettaglio le attività dell’ente e rispecchiano le scelte incampo ambientale dell’Amministrazione in carica.

Per ogni Ambito di rendicontazione sono riportati:1. le politiche ambientali, gli interventi e le attività dell’Ente;2. gli indicatori fisici, per misurare gli impatti ambientali di tali politiche, interventi e attività;3. le spese ambientali, ossia le spese sostenute per attività di prevenzione, riduzione,

eliminazione e monitoraggio dell’inquinamento, ripristino ambientale e gestione sostenibiledel territorio.

Il MetodoMetodoMetodoMetodo CLEARCLEARCLEARCLEAR prevede la produzione di due report (“Bilancio Ambientale di Previsione” e “ContoConsuntivo Ambientale”), che devono seguire l’iter di approvazione dei bilanci preventivi e deiconti consuntivi economico-finanziari dell’Ente.

Il Bilancio ambientale di previsione costituisce il punto di partenza per la redazione delconsuntivo, che a sua rappresenta il punto di partenza per la redazione del Bilancio di previsionedell’anno successivo.

Il Bilancio di previsione contiene l’esplicitazione degli impegni strategici (di medio-lungo termine),degli obiettivi dell’anno, indica le risorse finanziarie e i target quantitativi riguardanti gli aspettiambientali.

Il Bilancio consuntivo costituisce la verifica a posteriori dell’attuazione di quanto dichiarato, dellaspesa ambientale effettivamente realizzata e degli effetti conseguenti, misurati dagli indicatori.Inoltre contiene il confronto dei target indicati nel bilancio di previsione con i dati rilevati aconsuntivo per verificare l’efficacia delle politiche.

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Fine 1° Modulo

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Le teorie dello sviluppo sostenibileI concetti di sviluppo sostenibile e le dimensioni della sostenibilità

1. Le tre dimensioni della sostenibilità2. Sostenibilità a livello ambientale 3. Lo sviluppo socialmente sostenibile4. Lo sviluppo economicamente sostenibile4. Lo sviluppo economicamente sostenibile5. I principi base dello "sviluppo sostenibile"

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Descrizione

Il concetto di sviluppo sostenibile è basato sul contenimento della crescita demografica, sulla sconfitta dellapovertà, sul recupero delle diseguaglianze nella ricchezza, sulla riduzione dei flussi materiali nell'agricoltura enell'industria, sul ripristino della qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo, sul cambiamento del modello di produzioneche produce rifiuti ed inquina, sul cambiamento delle abitudini dei consumatori, sulla valorizzazione delle diversitàbiologiche e culturali.

Le più conosciute DEFINIZIONI di sviluppo sostenibile:•"mantenimento dei processi ecologici essenziali per la produzione di alimenti, salvaguardia della diversitàgenetica nel mondo animale e vegetale, sviluppo degli ecosistemi" (World conservation strategy-1980);•"sviluppo che risponda alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazionifuture di soddisfare le proprie esigenze" (WCED-1987);•"miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base"(UNEP-1992);•"sviluppo che offra servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senzaminacciare l'operabilità del sistema naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi"(ICLEI 1994).

Tra queste definizioni la più nota è quella definita nel 1987 dalla WCED. La prima parte della definizione (lasoddisfazione dei bisogni della generazione attuale) include, in modo indissociabile, tanto esigenze di sviluppoeconomico (la produzione e la distribuzione di ricchezze, le opportunità di lavoro) quanto esigenze di ordinesociale, culturale, politico (da quelle relative all'abitazione e ai servizi, sino a quelle riguardanti l'istruzione e lapartecipazione democratica).

Al tempo stesso, la seconda parte (la garanzia della possibilità di soddisfare i bisogni di generazioni future")comporta l'avvio di interventi per la riduzione del consumo di risorse non riproducibili, e per la loro sostituzione conrisorse riproducibili, come pure il controllo dell'inquinamento.

Ne deriva che lo sviluppo sostenibile non è semplicemente protezione ambientale, è un modo nuovo di pensare lavita e la politica, è un tipo di crescita economica durevole in armonia con la natura, è la ripresa dei concetti digiustizia, opportunità ed eguaglianza tra gli uomini.

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Le tre dimensioni della sostenibilità

•dimensione ecologica: riproducibilità delle risorse;•dimensione economica: efficienza, crescita;•dimensione sociale: equità.

L'ecologia ha come paradigma principale la stabilità (la garanzia della conservazione dellasopravvivenza degli ecosistemi).

L'economia ha come paradigma la crescita (la stagnazione e il sottosviluppo non sono consideraticompatibili con la sopravvivenza dei sistemi economici e con il benessere degli uomini).compatibili con la sopravvivenza dei sistemi economici e con il benessere degli uomini).Le scienze sociali hanno come paradigma l'uguaglianza (combattere contro le iniquità e i conflitticausati dai privilegi e dai differenziali tra sessi, età, gruppi, razze e paesi).

In definitiva, ognuno degli elementi del concetto di sviluppo sostenibile (attenzione per i bisognipresenti e attenzione per le future generazioni) può essere visto dai diversi tre aspetti: ambientali,sociali ed economici.

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Sostenibilità a livello ambientale

Significa conservare il capitale naturale.

E’ importante riconoscere che l’ambiente pone limiti ad alcune attività umane, cioè che in alcuni casi non èpossibile "barattare" risorse ambientali o danni arrecati all’ambiente in cambio di altri vantaggi o benefici potenziali.

E’ di importanza fondamentale per il benessere umano che l’ambiente continui a fornire risorse, ad assorbire rifiutie a provvedere alle funzioni di base di "supporto della vita", quali il mantenimento della temperatura e la protezionecontro le radiazioni. Nessuna combinazione di benefici può compensare la perdita di un’aria sufficientemente pulitada respirare, di abbastanza acqua da bere, di suoli e climi che ci consentano di provvedere al nostro fabbisognoalimentare.

Lo sviluppo socialmente sostenibile

E' quello che mantiene la coesione di una società e la sua capacità di sostenere i suoi membri nel collaborareinsieme per raggiungere obiettivi comuni, parallelamente al soddisfacimento dei bisogni individuali di salute ebenessere, di un’adeguata nutrizione e riparo, di espressione e identità culturale e di impegno politico.

Lo sviluppo economicamente sostenibile

E' inteso come sviluppo per il quale il progresso verso la sostenibilità sociale e ambientale si realizza attraversorisorse economiche disponibili.

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I principi base dello "sviluppo sostenibile"

•Il principio di Equità : assicura la giusta ripartizione degli oneri e dei benefici di ogni politica ed in ogni settore neltempo e nello spazio.

•L'ambiente appartiene a tutti e tutti devono poter godere equamente delle sue risorse per una migliore qualitàdella vita. I problemi ambientali affliggono soprattutto i poveri, che sono meno in grado di affrontarli. Il benessereconsente alle persone di consumare più beni, viaggiare di più, vivere in abitazioni più grandi,…con unconseguente maggiore consumo di energia e risorse naturali e un aumento della produzione di rifiuti; i ricchiinoltre possono permettersi di ignorare le implicazioni ambientali delle loro azioni oppure mettersi al riparo dalleloro conseguenze.

•L'ingiusta distribuzione della ricchezza è quindi causa di comportamenti non sostenibili e rende più difficile ilcambiamento.

•Il principio Precauzionale: significa che le attività umane non devono oltrepassare i limiti imposti dall'ambientenaturale.naturale.

•Occorrono quindi processi politici volti a gestire - cioè ridurre e riorientare - le esigenze, piuttosto che asoddisfarle, oppure a ricercare un compromesso ottimale tra esigenze opposto. Nell'ambito di uno svilupposostenibile, le aspirazioni delle società umane di evolversi, progredire e migliorare le condizioni di vita e ilbenessere devono essere conciliate con questi principi.

•Il principio di Sussidiarietà : garantisce la cooperazione di tutte le autorità e delle strutture di governo in favoredella sopravvivenza sociale ed ecologica e della difesa dei diritti umani e della salute. Esso impegna gli Stati acooperare nella promozione dello sviluppo sostenibile, nell'interesse dei singoli Stati e dell'intera comunitàinternazionale, secondo l'approccio della "responsabilità" comune ma differenziata.

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Questi principi comportano conseguenze significative per il nostro modello di sviluppo:

1.per conciliare lo sviluppo con i limiti dell'ambiente dobbiamo scegliere determinati modelli di sviluppo a scapito di altri;

2."efficienza" non significa solo ottimizzare la produzione economica di ciascun essere umano;

3.il vantaggio umano non è necessariamente identico al profitto in termini di economia neoclassica;

4.la quantità di beni va sostituita con la qualità della vita;

5.la sostenibilità ambientale è strettamente legata all'equità sociale.

Le caratteristiche fondamentali dello "sviluppo sostenibile" sono:

1.responsabilità: ogni modello di sviluppo è frutto di una scelta fra diverse opzioni di cui siamo responsabili nei 1.responsabilità: ogni modello di sviluppo è frutto di una scelta fra diverse opzioni di cui siamo responsabili nei confronti della nostra e delle future generazioni;

2.limiti: le risorse naturali non sono illimitate. Esistono equilibri che possono essere irrimediabilmente alterati da modelli inadeguati di produzione e di consumo e da una scorretta politica ambientale;

3.Complessità: ogni scelta deve essere operata tenendo conto dei suoi effetti in una complessità di ambiti tra loro interrelati.

In base a queste considerazioni, per realizzare uno sviluppo sostenibile occorre definire indici di sviluppo direttamente correlati alle aspirazioni e alle esigenze umane e alle capacità dell'ambiente, e in un secondo tempo progettare gli strumenti politici per intervenire oculatamente.

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LA POLITICA REGIONALE EUROPEA 2007LA POLITICA REGIONALE EUROPEA 2007LA POLITICA REGIONALE EUROPEA 2007LA POLITICA REGIONALE EUROPEA 2007----2013201320132013OBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALEOBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALEOBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALEOBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALE

L’intervento del FESR nelle politiche regionali L’intervento del FESR nelle politiche regionali L’intervento del FESR nelle politiche regionali L’intervento del FESR nelle politiche regionali per per per per lo sviluppo sostenibilelo sviluppo sostenibilelo sviluppo sostenibilelo sviluppo sostenibileper per per per lo sviluppo sostenibilelo sviluppo sostenibilelo sviluppo sostenibilelo sviluppo sostenibile

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Page 22: Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

Firms Households

Goods and services

Nr

Nnr

economy Ecosystem

Natural

Ecosystem services

Circularflow

Firms Households

Factors of production Wp

Wc resources

Amenity

Deposit

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Page 23: Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

Beni e servizi

Ecosistema

Nr

Wc

Mondo vuoto

Solecalore

Linear throughput

imprese consumatori

Fattori di produzione

Nr

NnrWp

N = W

recupero

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Page 24: Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

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Page 25: Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

La crescita economica sarà possibile solo se si avrà un aumento complessivo della efficienza efficienza efficienza efficienza ecologicaecologicaecologicaecologica----economicaeconomicaeconomicaeconomica. . . .

((((EeeEeeEeeEee), ovvero del rapporto fra i rapporto fra i rapporto fra i rapporto fra i servizi da capitale fabbricato servizi da capitale fabbricato servizi da capitale fabbricato servizi da capitale fabbricato dall'uomo e perdita di servizi da capitale naturaledall'uomo e perdita di servizi da capitale naturaledall'uomo e perdita di servizi da capitale naturaledall'uomo e perdita di servizi da capitale naturale....

In altre parole occorre che il benessere generato dall’attività economica non comporti costi ambientali superiori.

Tali costi sono la perdita di capacità di sostegno da parte dell’ambiente, sia per quanto riguarda l’attività economica sia, più in generale, la presenza dell’uomo sulla terra.

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Page 26: Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

La crescita economica significherà maggiore benessere se noncauserà un peggioramento delle condizioni sociali (ad esempioprecarizzazione, minori garanzie o servizi sociali, minoriopportunità, aumento delle ineguaglianze etc.)

Cfr. Carta dei principi per lo sviluppo sostenibileCfr. Carta dei principi per lo sviluppo sostenibile

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Page 27: Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

La proposta di disposizioni generali sull’utilizzo dei fondistrutturali conferma come l’azione condotta nell’ambito deiFondi integra, a livello nazionale e regionale, le prioritàcomunitarie a favore di uno sviluppo sostenibile, rafforzandola crescita, la competitività e l'occupazione, l’inserimentosociale nonché la tutela e la qualità dell’ambiente.

In tale contesto l’obiettivo “Competitività regionale eoccupazione” punta, al di fuori delle regioni in convergenza,a rafforzare la competitività e le attrattive delle regionia rafforzare la competitività e le attrattive delle regioninonché l’occupazione anticipando i cambiamentisocioeconomici, inclusi quelli connessi all’apertura degliscambi, mediante l'innovazione e la promozione della societàbasata sulla conoscenza, l’imprenditorialità, la tutela e ilmiglioramento dell’ambiente nonché il potenziamentodell’accessibilità, dell’adattabilità dei lavoratori e delleimprese e lo sviluppo di mercati del lavoro che favoriscanol’inserimento.

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Page 28: Formazione Gd L A21 Field Sviluppo Sostenibile

1) Innovazione ed economia della conoscenza, tramite un sostegno alla progettazione e attuazione di strategie regionali innovative che favoriscano lo sviluppo di sistemi regionali di innovazione efficaci,

2) ambiente e prevenzione dei rischi2) ambiente e prevenzione dei rischi

3) accesso, al di fuori dei grandi centri urbani, ai servizi di trasporto e telecomunicazioni di interesse economico generale

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QuattroQuattroQuattroQuattro principaliprincipaliprincipaliprincipali conclusioniconclusioniconclusioniconclusioni

Negli ultimi 50 anni, l’uomo ha modificato gli ecosistemi piùpiùpiùpiù rapidamenterapidamenterapidamenterapidamente ededededestensivamenteestensivamenteestensivamenteestensivamente rispettorispettorispettorispetto ogniogniogniogni altroaltroaltroaltro periodoperiodoperiodoperiodo delladelladelladella storiastoriastoriastoria dell’uomodell’uomodell’uomodell’uomo.. Ciò è dovuto in granparte alla crescente domanda di cibo, acqua potabile, legno, fibre e combustibili. Ilrisultato è una sostanziale ed in parte irreversibile perdita di diversità della vita sulla terra.

Tali modifiche agli ecosistemi hanno contribuito ad un sostanzialesostanzialesostanzialesostanziale guadagnoguadagnoguadagnoguadagno inininin terminiterminiterminitermini didididibenesserebenesserebenesserebenessere eeee svilupposvilupposvilupposviluppo economicoeconomicoeconomicoeconomico, ma tali guadagni sono stati raggiunti a costi crescentisottola forma di degradodegradodegradodegrado didididi moltimoltimoltimolti serviziserviziserviziservizi fornitifornitifornitiforniti dall’ecosistemadall’ecosistemadall’ecosistemadall’ecosistema,,,, rischirischirischirischi crescenticrescenticrescenticrescenti didididi cambicambicambicambinonnonnonnon linearilinearilinearilineari,,,, eeee l’esasperazionel’esasperazionel’esasperazionel’esasperazione delladelladelladella povertàpovertàpovertàpovertà per determinate popolazioni. TaliTaliTaliTali problemiproblemiproblemiproblemi,,,, sesesesenonnonnonnon adeguatamenteadeguatamenteadeguatamenteadeguatamente affrettatiaffrettatiaffrettatiaffrettati,,,, diminuirannodiminuirannodiminuirannodiminuiranno sostanzialmentesostanzialmentesostanzialmentesostanzialmente iiii beneficibeneficibeneficibenefici chechecheche lelelele futurefuturefuturefuturegenerazionigenerazionigenerazionigenerazioni potrannopotrannopotrannopotranno ottenereottenereottenereottenere daglidaglidaglidagli ecosistemiecosistemiecosistemiecosistemi....

Il degrado degli ecosistemi potrebbe crescere significativamente durante la prima metà diquesto secolo ed è una barriera al raggiungimento degli obiettivi della Dichiarazione delMillennio

La sfida per invertire il processo del degrado degli ecosistemi riuscendo a soddisfare lacrescente domanda di loro servizi può essere parzialmente raccolta ma queste comportanomutamenti significativi nelle politiche, istituzioni e pratiche, che al momento non siscorgono. Molte opzioni esistono per conservare o migliorare specifici servizi degliecosistemi in modo da ridurre i trade-off negativi o offrano sinergie con altri serviziecosistemici.

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•i cambiamenti climatici e l'energia pulita

•le minacce alla salute pubblica che continuano a crescere dal 2001,

•la povertà e l'esclusione sociale che sono problemi crescenti nell'Unione europea,

•l'invecchiamento della società che sfida i sistemi di protezione sociale,

•la biodiversità e la gestione delle risorse naturali che continua ad essere un problema,

•la crescita nel settore dei trasporti che indebolisce gli sforzi per il de-coupling della •la crescita nel settore dei trasporti che indebolisce gli sforzi per il de-coupling della crescita dei trasporti da quella del Pil

•la globalizzazione con i suoi impatti negativi sull'ambiente e la società,

•gli obiettivi della dichiarazione del Millennio che sono ben lontani dall'essere raggiunti.

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Regioni Aree della strategia

Cambiamenti climatici (%)

Natura e biodiversità (%)

Ambiente, salute e qualità della vita (%)

Uso e gestione delle riserve naturali e dei rifiuti (%)

Totale (%)

Abruzzo 0 11,45 3,04 7,34 21,83

Bolzano 0 0,74 2,22 0 2,96

Emilia Romagna 0 9,9 1,5 11,2 22,6

Friuli Venezia Giulia

5,39 6,80 4,31 0 16,5

Lazio 1,16 10,12 2,96 11,49 25,73

Liguria 2,3 6,89 0 6,62 15,81

Lombardia 3,59 3,09 1,65 6,24 14,57Lombardia 3,59 3,09 1,65 6,24 14,57

Marche 1,49 0 3,22 16,87 21,58

Piemonte 0 2,04 0 14,8 16,12

Toscana 2,13 3,18 1,39 9,87 16,57

Trento 9,0 4,55 6,83 4,0 24,38

Umbria 0 2,89 0,63 6,77 10,29

Val d’Aosta 0 5,89 0 0 5,89

Veneto 3,20 3,26 3,26 5,73 15,45

*la percentuale si riferisce al totale della misura “Interventi di riqualificazione locale effettuata da soggetti pubblici”

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Le percentuali più alte si riferiscono ad interventiinterventiinterventiinterventi sullasullasullasulla naturanaturanaturanatura eeee lalalala biodiversitàbiodiversitàbiodiversitàbiodiversità eeeel’usol’usol’usol’uso eeee gestionegestionegestionegestione delledelledelledelle riserveriserveriserveriserve naturalinaturalinaturalinaturali eeee deideideidei rifiutirifiutirifiutirifiuti: In particolare la Regione Marcheha impiegato il 17% delle somme a disposizione per interventi di varia natura sulciclo delle acque e dei rifiuti, mentre l’Abruzzo quasi il 12% per interventi di difesasuolo, recupero, restauro e valorizzazione del patrimonio paesaggistico-ambientale,promozione del marketing turistico-culturale e ai regimi di aiuto a sostegno dellapromozione del marketing turistico-culturale e ai regimi di aiuto a sostegno dellamicroimprenditorialità in aree protette. Nell’area dei cambiamenti climatici gliinterventi regionali si sono concentrati sulla promozione delle risorse rinnovabili.

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•non esiste un via generale un quadro di riferimento programmatico strategico,articolato nella dimensione regionale locale, per lo sviluppo sostenibile. I meccanismidi accesso alle risorse non sono quindi immediatamente riferibili ad un disegno dicarattere generale e scontano livelli di attenzione ed efficacia che variano nei territoriregionali interessati;

•pochepochepochepoche lelelele risorserisorserisorserisorse aaaa disposizionedisposizionedisposizionedisposizione nellanellanellanella governancegovernancegovernancegovernance perperperper lolololo svilupposvilupposvilupposviluppo sostenibilesostenibilesostenibilesostenibile;

•le autorità ambientali risultano formalmente quasi sempre coinvolte, ma la mancanzamancanzamancanzamancanzadidididi risorserisorserisorserisorse umaneumaneumaneumane eeee finanziariefinanziariefinanziariefinanziarie renderenderenderende non sempre efficace il proprio intervento;

•i meccanismi di valutazione con riferimento agli indicatori strutturali non sembranoessere in grado di fornire appropriati meccanismi di feedback per orientare gliinterventi;

•mentre le risorse finanziarie direttamente destinate sul pilastro ambientale sonoriconoscibili, anche se non particolarmente elevate, non sono sempre adeguatamentericonoscibili nella loro efficacia le procedure perperperper garantiregarantiregarantiregarantire l’integrazionel’integrazionel’integrazionel’integrazione ambientaleambientaleambientaleambientalenell’utilizzonell’utilizzonell’utilizzonell’utilizzo delledelledelledelle altrealtrealtrealtre risorserisorserisorserisorse....

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La novità sostanziale che la strategia europea di sviluppo sostenibile haintrodotto nel sistema comunitario, assumendo il ruolo di riferimentocomplessivo, obiettivo sovra ordinato per tutte le politiche comunitarie – losviluppo sostenibile è un concettoconcettoconcettoconcetto sovraordinatosovraordinatosovraordinatosovraordinato che puntella tutte lepolitiche, azioni e strategie dell’Unione e richiede che le politicheeconomiche, ambientali e sociali siano definite ed attuate rinforzandosireciprocamente [[[[1111]]]], non è stata interamente colta. EssaEssaEssaEssa necessitanecessitanecessitanecessita perperperperaffermarsiaffermarsiaffermarsiaffermarsi didididi nuovenuovenuovenuove modalitàmodalitàmodalitàmodalità didididi programmazioneprogrammazioneprogrammazioneprogrammazione eeee gestionegestionegestionegestione eeee didididi unaunaunaunaprofondaprofondaprofondaprofonda riconsiderazionericonsiderazionericonsiderazionericonsiderazione deglideglideglidegli esistentiesistentiesistentiesistenti strumentistrumentistrumentistrumenti didididi pianificazionepianificazionepianificazionepianificazioneprofondaprofondaprofondaprofonda riconsiderazionericonsiderazionericonsiderazionericonsiderazione deglideglideglidegli esistentiesistentiesistentiesistenti strumentistrumentistrumentistrumenti didididi pianificazionepianificazionepianificazionepianificazioneterritorialeterritorialeterritorialeterritoriale eeee settorialesettorialesettorialesettoriale....

[1] Communication from the Commission, The 2005 Review of the EU Sustainable DevelopmentStrategy: Initial Stocktaking and Future Orientations, Brussels, 2005, par. 1

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Il quadro di riferimento strategico nazionale che gli Stati membri debbonopresentare, secondo quanto previsto dalla proposta di regolamento [1], è ildocumento che garantisce la coerenza dell’aiuto strutturale della Comunità congli orientamenti strategici comunitari e che identifica il collegamento dellepriorità comunitarie con quelle nazionali e regionali (al fine di promuovere losviluppo sostenibile) nonché col piano nazionale per l’occupazione.

TaleTaleTaleTale documentodocumentodocumentodocumento diventadiventadiventadiventa quindiquindiquindiquindi ilililil riferimentoriferimentoriferimentoriferimento perperperper lalalala programmazioneprogrammazioneprogrammazioneprogrammazione regionaleregionaleregionaleregionale eeeenellanellanellanella suasuasuasua definizionedefinizionedefinizionedefinizione dovràdovràdovràdovrà assicurareassicurareassicurareassicurare coerenzacoerenzacoerenzacoerenza allaallaallaalla esistenteesistenteesistenteesistente pianificazionepianificazionepianificazionepianificazionenellanellanellanella suasuasuasua definizionedefinizionedefinizionedefinizione dovràdovràdovràdovrà assicurareassicurareassicurareassicurare coerenzacoerenzacoerenzacoerenza allaallaallaalla esistenteesistenteesistenteesistente pianificazionepianificazionepianificazionepianificazionestrategicastrategicastrategicastrategica nazionalenazionalenazionalenazionale.... In assenza di ciò l’esercizio di programmazione riferibile aifondi strutturali rischia di risultare estemporaneo e formale non cambiandol’esistente natura dei processi decisionali.

Tale esercizio di razionalizzazione - riorganizzazione deve interessare anche ladimensione locale.

[1] Proposta di Regolamento del Consiglio recante Disposizioni generali sul Fondo europeo di svilupporegionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, 2004, Bruxelles, art. 25

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In definitiva occorre mirare ad un sistema di pianificazione/ programmazione conconconcongerarchiegerarchiegerarchiegerarchie chechecheche partanopartanopartanopartano daldaldaldal livellolivellolivellolivello nazionalenazionalenazionalenazionale eeee sisisisi proiettinoproiettinoproiettinoproiettino versoversoversoverso gligligligli entientientienti localilocalilocalilocaliavviandoavviandoavviandoavviando unununun processoprocessoprocessoprocesso interattivointerattivointerattivointerattivo eeee sussidiariosussidiariosussidiariosussidiario.... Va riconsiderato il rapporto fra leesistenti politiche di pianificazione territoriale e settoriale e la sostenibilità, ovel’efficacia del sistema necessita della costruzione di un quadro generale a cuiriferirsi.

StrategieStrategieStrategieStrategie didididi svilupposvilupposvilupposviluppo sostenibilesostenibilesostenibilesostenibile definitedefinitedefinitedefinite coerentementecoerentementecoerentementecoerentemente aiaiaiai diversidiversidiversidiversi livellilivellilivellilivelli territorialiterritorialiterritorialiterritoriali,attraverso la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni, inrappresentanza delle diverse istanze presenti nella società, potrannopotrannopotrannopotranno garantiregarantiregarantiregarantiretaletaletaletale funzionefunzionefunzionefunzione didididi orientamentoorientamentoorientamentoorientamento. Modalità di controllo, attraverso meccanismi ditaletaletaletale funzionefunzionefunzionefunzione didididi orientamentoorientamentoorientamentoorientamento. Modalità di controllo, attraverso meccanismi difeedback, dovranno assicurare l’adattabilità degli scenari di riferimento alleevoluzioni in atto e l’aggiornamento, attraverso la discussione, di misure, azioni epriorità.

Apposite strutture presso le autorità ambientali (ad esempio forum aperti aisoggetti interessati ed al pubblico) in collaborazione con i responsabili dellepolitiche economiche e sociali, potranno seguire il processo di attuazione dellestrategie e la coerenza dei vari segmenti di pianificazione e programmazione.

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La coerenzacoerenzacoerenzacoerenza edededed ilililil contributocontributocontributocontributo gligligligli obiettiviobiettiviobiettiviobiettivi delladelladelladellastrategiastrategiastrategiastrategia dovrà essere il requisito necessario per ledecisioni pubbliche di intervento diretto o perdecisioni pubbliche di intervento diretto o peraccedere ai fondi pubblici, siano essi nazionali ocomunitari.

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La valutazione ambientale strategica e la valutazione d’impatto ambientaledovranno riferirsi al livello strategico pertinente. Motivo centrale dell’analisi sarà lavalutazione della coerenza ed il contributo alla realizzazione degli obiettivi/azionidi livello superiore.

Tale analisi potrà essere condotta attraverso l’utilizzo sistematico del c.d. TestTestTestTest didididisostenibilitàsostenibilitàsostenibilitàsostenibilità,,,, sia per quanto riguarda gli strumenti dipianificazione/programmazione, che i singoli progetti, garantendo in tali processidecisionali completa ed effettiva informazione e partecipazione del pubblico.

LaLaLaLa valutazionevalutazionevalutazionevalutazione andràandràandràandrà cosìcosìcosìcosì saldamentesaldamentesaldamentesaldamente ancorataancorataancorataancorata alalalal quadroquadroquadroquadro didididi riferimentoriferimentoriferimentoriferimentocomplessivo,complessivo,complessivo,complessivo, definitodefinitodefinitodefinito aiaiaiai diversidiversidiversidiversi livellilivellilivellilivelli territorialiterritorialiterritorialiterritoriali (nazionale,(nazionale,(nazionale,(nazionale, regionale,regionale,regionale,regionale, locale),locale),locale),locale), aaaa cuicuicuicuiessereessereessereessere resaresaresaresa coerentecoerentecoerentecoerente eeee funzionalefunzionalefunzionalefunzionale, riducendo significativamente la discrezionalitàche oggi caratterizza l’applicazione con il conseguente contenzioso comunitario edamministrativo.

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Il processo di valutazione nella suainterezza dovrà anche assicurare che piani eprogetti riducanoriducanoriducanoriducano ilililil flussoflussoflussoflusso didididi materiamateriamateriamateria ededededenergiaenergiaenergiaenergia che attraversa il sistema economicoe la connessa produzione di rifiuti.e la connessa produzione di rifiuti.

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Il rispetto delle condizioni di stabilità ecologica, lasalvaguardia della biodiversità ed il soddisfacimento deirequisiti sociali connessi allo sviluppo delle potenzialitàindividuali, presupposti necessari per la crescita dellacompetitività e dell’occupazione, non possono essereconsiderati come la necessità di manteneremanteneremanteneremantenere lolololo statusstatusstatusstatus----quoquoquoquo fraconsiderati come la necessità di manteneremanteneremanteneremantenere lolololo statusstatusstatusstatus----quoquoquoquo frai tre settori, economico, sociale ed ambientale, ma debbonoriferirsi ad una realtà in movimento, che devedevedevedeve essereessereessereesserecompresacompresacompresacompresa eeee ricondottaricondottaricondottaricondotta, ove necessario, all’osservanza delleregole della sostenibilità.

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la profonda revisione della governance delle politiche disostenibilità richiede interventi sui processiprocessiprocessiprocessi decisionalidecisionalidecisionalidecisionali, sulleprocedure di valutazione e gestione, l’apertura alla pienapienapienapienainformazioneinformazioneinformazioneinformazione eeee partecipazionepartecipazionepartecipazionepartecipazione deldeldeldel pubblicopubblicopubblicopubblico. Tutto ciò non saràpossibile in mancanza di un sostanzialesostanzialesostanzialesostanziale rafforzamentorafforzamentorafforzamentorafforzamento delledelledelledelleistituzioniistituzioniistituzioniistituzioni che per competenza ed esperienza sono più vicine aiistituzioniistituzioniistituzioniistituzioni che per competenza ed esperienza sono più vicine aitemi della sostenibilità.

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La necessaria riorganizzazione deve tenere contodell’opportunità di trasformazioni graduali e quindinell’immediato dell’utilizzo dell’esistente, con ililililrafforzamentorafforzamentorafforzamentorafforzamento eeee ilililil pienopienopienopieno coinvolgimentocoinvolgimentocoinvolgimentocoinvolgimento delledelledelledelle autoritàautoritàautoritàautoritàambientaliambientaliambientaliambientali nellanellanellanella programmazioneprogrammazioneprogrammazioneprogrammazione 2007200720072007----2013201320132013, e puntare nelmedio periodo ad un’innovazione profonda degli assettiburocratico - istituzionali, assicurando che l'applicazione delprincipio di sussidiarietà, a tutti i livelli, garantisca realeprincipio di sussidiarietà, a tutti i livelli, garantisca realecoerenza gestionale, nel rispetto dell'autonomia di tutti gliattori, nella definizione ed attuazione delle politiche disostenibilità.

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Fine 2° Modulo

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1. La progettazione partecipata: condizione di efficac ia

Uno dei principi caratterizzanti dello sviluppo sostenibile è l’idea di un vasto coinvolgimento di attori nel

processo di progettazione. Sollecitando il coinvolgimento di un numero ampio di soggetti che operano

nelle comunità locali - ente pubblico, Asl, scuola, tribunale, privato sociale, volontariato e così via - di

fatto invita a creare gruppi di progettazione partecipata per la costruzione dei piani territoriali.

La progettazione partecipata è da considerare una specifica modalità tecnica per la trattazione di

problemi e la costruzione di progetti adeguata alle finalità della legge. Si tratta, infatti, di uno stile di

intervento capace di coinvolgere attivamente un vasto numero di attori che, integrandosi

reciprocamente, possono fornire una maggiore ricchezza e qualità alla progettazione.

La progettazione partecipata è inoltre un viaggio comune attraverso i diversi aspetti di una situazione

problematica di notevole complessità, fino alla convergenza su intendimenti e rappresentazioni condiviseproblematica di notevole complessità, fino alla convergenza su intendimenti e rappresentazioni condivise

e vagliate attraverso i diversi apporti: altre esperienze, vissuto dei protagonisti, conoscenze tecnico-

scientifiche (Balducci, 1995).

Vale la pena sottolineare che lo stile della progettazione partecipata segna oggi una significativa

differenza rispetto alle esperienze - pur importanti, ma datate - di carattere più ideologico: l’argomento

principale che porta ad adottare uno stile connotato dal coinvolgimento nel processo di conoscenza e

decisione di un ampio spettro di soggetti consiste nella sua maggiore efficacia (intesa come migliore

adeguatezza al sistema complessivo dei bisogni) rispetto al tradizionale atteggiamento top down.

Ovviamente per conseguire questo obiettivo la partecipazione non può essere formale o rituale, ma deve

essere reale conferimento di potere decisionale, nelle attività di progettazione, ai soggetti coinvolti.

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2. La progettazione partecipata: pregi e rischi

La partecipazione serve dunque a migliorare le prestazioni del processo progettuale. I vantaggi della

progettazione partecipata, rispetto ad altri approcci, si possono riassumere nell’effetto di miglioramento

dell’efficacia dovuto a una maggiore vicinanza - tendente alla coincidenza - fra utenti delle politiche e

decisori. Tale vicinanza aumenta le possibilità di costruire ipotesi di lavoro e percorsi progettuali più

"veri", maggiormente adeguati alla domanda espressa dagli utenti.

Alcuni elementi di valore di questo approccio sono messi in luce da Balducci (1995), secondo il quale la

partecipazione:

•è la strada opportuna per favorire l’innovazione attraverso l’interazione fra diverse competenze;

•è una sfida al professionismo specialistico concepito in termini di separazione rigida fra chi progetta e

chi è oggetto di intervento;

•consente di trattare in modo integrato diverse dimensioni di analisi;•consente di trattare in modo integrato diverse dimensioni di analisi;

•sviluppa nei partecipanti senso di appartenenza al percorso di progettazione.

A tali pregi va aggiunto il fatto che la partecipazione consente di riconoscere il significato della valutazione

all’interno di percorsi progettuali e pertanto consente di utilizzare efficacemente i risultati della

valutazione per migliorare la qualità degli interventi.

Un altro rilevante vantaggio è la propensione della progettazione partecipata a favorire l’integrazione di

conoscenze e competenze diverse, laiche e professionali. Il coinvolgimento di soggetti portatori di

capacità ed esperienze diversificate tende a costruire risposte originali e creative ai bisogni piuttosto che

replicare modelli standardizzati (generalmente inefficaci nel trattamento di problemi complessi e delicati,

sfuggenti a una definizione di routine).

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Esistono però anche alcuni rischi, o trappole, che l’applicazione della

partecipazione ai processi di progettazione può comportare.

Due trappole di carattere generale sono illustrate da Fareri (1999):

•la partecipazione "piace", ma non basta mettere i soggetti attorno a un tavolo

perché si produca magicamente una buona progettazione;

•la partecipazione può essere facilmente manipolata, e strumentalizzata, a

favore degli interessi specifici e impliciti dei soggetti più potenti di un setting

partecipativo.

Un contesto partecipativo è normalmente caratterizzato dalla presenza diUn contesto partecipativo è normalmente caratterizzato dalla presenza di

interessi specifici e da un’ineguale distribuzione di potere e di conoscenze. Se

ben condotto, il processo che scaturisce da tale contesto può corrispondere a un

percorso di costruzione positiva del consenso che rimette in gioco e ridiscute

profondamente gli interessi e i valori portati da ciascun partecipante. In una

situazione così fluida il rischio "tecnico" è quello di accettare una visione

"neutrale" del processo, mentre il rischio "politico" è quello di enfatizzare la

partecipazione per presentare come condivise decisioni in realtà già prese

altrove.

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3333.... LaLaLaLa progettazioneprogettazioneprogettazioneprogettazione partecipatapartecipatapartecipatapartecipata:::: questioniquestioniquestioniquestioni didididi metodometodometodometodo

Poste queste premesse, appare evidente che un’efficace progettazione partecipata debbaessere affrontata con molta attenzione sul piano metodologico per controllare i rischi dispontaneismo e manipolazione insiti nella partecipazione. In particolare, è importantemantenere vive alcune attenzioni.

Identificare correttamente gli attori, avendo chiarito il campo e il livello d’azione. Ilprocesso ha il suo fulcro in un gruppo di progettazione costituito da personerappresentative delle diverse categorie di attori interessati al progetto. Individuare gliattori coinvolti significa soprattutto avere presente la posta in gioco per ciascuno di essi,le loro reti di relazione e la loro influenza reciproca.

Predisporre uno schema concettuale del processo sufficientemente elastico, ma anchePredisporre uno schema concettuale del processo sufficientemente elastico, ma anchesufficientemente definito nel far comprendere a tutti i passaggi chiave.Verificare a ogni stadio l’efficacia delle tecniche utilizzate e progettare nel dettagliol’organizzazione del lavoro nella fase successiva.

Preordinare, prima e durante il lavoro, tutti i supporti informativi finalizzati a mettere gliattori in condizione di pari opportunità, cioè di condividere una base di conoscenzecomuni.

È quindi importante prestare tali attenzioni nell’istruire e nel condurre le diverse fasi nellequali si può articolare un percorso di progettazione partecipata, fasi che sonoschematizzabili in cinque passaggi fondamentali.

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Definizione del problema: ciascuno dei membri di un gruppo di progettazione parte dauna propria idea di risultato; lavorare collettivamente significa far interagire queste ideee immagini, scomporre i problemi slegandoli dalle soluzioni precostituite.

Nel momento in cui si è collettivamente in grado di definire consensualmente unproblema è già avvenuto molto del percorso progettuale.Definizione delle strategie alternative per trattare il problema: esplorazione dellealternative in campo per trattare i problemi in precedenza definiti; in questa fase dellavoro si valutano anche in modo strutturato le alternative in termini di costi e di beneficiofferti.

Costruzione di accordi su progetti: quali negoziazioni è opportuno compiere fraesigenze diverse? Qual è la fattibilità tecnica dell’alternativa sulla quale ci si staorientando?

Progettazione della fase di realizzazione sperimentale dei progetti: definizione della fasedi realizzazione, individuazione del percorso che il progetto seguirà per giungereall’attuazione e degli attori che debbono essere mobilitati per renderlo realizzabile.

Analisi dei risultati delle sperimentazioni e proposte di riorientamento o di estensione:messa a punto e applicazione di un sistema di valutazione della fase sperimentale delprogetto e il suo riorientamento sulla scorta delle valutazioni realizzate.

Naturalmente nella concreta realtà operativa questi passaggi non sempre si compionosecondo una sequenza temporale lineare, tuttavia è opportuno che rappresentino ilriferimento concettuale dell’intero processo progettuale.

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4444.... LaLaLaLa progettazioneprogettazioneprogettazioneprogettazione partecipatapartecipatapartecipatapartecipata:::: competenzecompetenzecompetenzecompetenze deideideidei "registi""registi""registi""registi"

In contesti di progettazione partecipata come quelli proposti dalla legge 285/97, sisupera la definizione di "progettista" per qualificare il conduttore del processo"esperto di progettazione partecipata": tutti i soggetti coinvolti nel processo, pur conobiettivi e punti di attenzione diversi, sono in qualche modo "progettisti".

In tale contesto il conduttore si trova quindi a dover mettere in campo competenzediverse ed essere:

"garante della metodologia di progettazione" per realizzare materialmente leoperazioni previste nei processi partecipati;operazioni previste nei processi partecipati;

"facilitatore" dei processi comunicativi fra i partecipanti al gruppo di progettazione;

"mobilitatore" di competenze e "integratore" di risorse.

Agire da garante della metodologia significa, come ha recentemente illustrato Bezzi(1998), avere una "cassetta degli attrezzi scientificamente e professionalmenterigorosa" che consenta di fornire al gruppo di progettazione la strumentazionecorretta e necessaria a realizzare i propri obiettivi o di suggerire la riduzione delleproprie aspettative per le difficoltà metodologiche emerse.

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Allo stesso tempo il conduttore deve mettere in campo competenze di facilitatore dei processicomunicativi tali da consentire al gruppo di realizzare i propri obiettivi e di superare gli ostacoli e leimpasses che spesso emergono come dinamiche di un gruppo di lavoro. Il conduttore si trovapertanto a dover esercitare la propria leadership da un lato tenendo presente l’obiettivo "di prodotto"(dotare l’intervento di buoni contenuti), dall’altro il fondamentale obiettivo "di processo" costituitodall’efficace funzionamento delle relazioni fra i partecipanti (ridurre le conflittualità negative estimolare i conflitti più produttivi, contenere le personalità più aggressive e dare rilievo ai contributimeno visibili, e così via).

Essere mobilitatore di competenze e integratore di risorse implica la capacità di suscitare, produrre emettere in circolazione conoscenze di diverso tipo, provenienti sia dall’ambiente scientifico che dalmondo delle pratiche quotidiane.

Per evitare le trappole e i rischi di manipolazione insiti nei percorsi partecipativi è necessario cheipotesi e soluzioni emergano dal gruppo dei partecipanti: il regista deve quindi avere capacità diascolto, essere aperto all’inatteso, disposto a mettere in gioco i propri punti di vista e le proprie atteseascolto, essere aperto all’inatteso, disposto a mettere in gioco i propri punti di vista e le proprie attese(Schön, 1993), capace di utilizzare le proprie emozioni e il proprio vissuto come risorsa, comeelementi di conoscenza di ciò che accade da restituire e discutere con il gruppo.

Si tratta di un ruolo delicato, che richiede sensibilità plurime; non a caso Giusti e Ielasi (1998) lodescrivono "all’incrocio dei venti", esposto all’incertezza e alla turbolenza, ai rischi di manipolazioneo, inconsapevolmente, di automanipolazione, finendo imbrigliato in dinamiche conflittuali fra isoggetti in campo.

Si tratta però anche di un ruolo affascinante e gratificante poiché consente di perseguiresimultaneamente obiettivi operativi (progettazione di politiche e interventi qualificati) e meta-obiettividi apprendimento per sé e per gli altri attori coinvolti.

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LABORATORILABORATORILABORATORILABORATORI DIDIDIDI PROGETTAZIONEPROGETTAZIONEPROGETTAZIONEPROGETTAZIONE PARTECIPATAPARTECIPATAPARTECIPATAPARTECIPATA

I Laboratori di Progettazione Partecipata sono i “luoghi” nei quali i cittadinipartecipano alla progettazione di interventi per la vita sociale e economica.

La Progettazione Partecipata è una metodologiametodologiametodologiametodologia che ha come obiettivo ilcoinvolgimento delle comunità locali nelle scelte legate al futuro dei territori.

Questo approccio si basa sulla convinzione che la partecipazione attiva dei cittadini -- nei processi di pianificazione e progettazione ambientale è un presuppostoessenziale per realizzare interventi rispondenti alle aspettative e ai bisogni degliessenziale per realizzare interventi rispondenti alle aspettative e ai bisogni degliabitanti.

I percorsi di Progettazione Partecipata stimolano la capacità di osservare ed analizzaregli spazi e contribuiscono a rafforzare il “senso“senso“senso“senso didididi appartenenza”appartenenza”appartenenza”appartenenza”, inteso comeintegrazione al contesto sociale, culturale ed ambientale del territorio in cui vivono.

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Fine 3° Modulo

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