Date post: | 21-Mar-2016 |
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Ph: A. DeMaria
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The firemove complete the whole new “FIRE” family of our range. The closest free-move boards to a pure freestyle wave , the Firemove, incorporate a lively feeling with a great speed and control potential. The perfect match for those looking for fun both in light winds and choppy waters without sacrificing planing and manouverability.
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SEGUICI SU:
ANNO XVII - NUMERO 137APRILE 2011
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]
FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Fabio Calò, Valentina Crugnola, Andrea Cucchi, Laurent Guillemin,
Boujmaa Guilloul, Francesca LaCroce, Andrea Mariotti, Scott McKercher,
Mattia Pedrani, Jason Polakow, Francesco Prati, Matt Pritchard,
Andrea Rosati, Nicola Spadea.
immagini: Eric Aeder, Cataldo Albano, Franck Berthuot, Andrea Beverino,
John Carter, FotoFiore, Thorsten Indra, Francesca LaCroce,
Mauiwatershoot, Sabrina Grajales, Valerio Pedrani, Jamie Scott, Andreas
Spinosa, Benjamin Thouard, Felice Zompanti.
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EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]
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Funboard è una testata della casa editrice
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6:00AM (skateboard), GirLand (femminile),
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PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00
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PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio
ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234
STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
>ECCETERA
Il belga Steven Van Broeckhoven ha vinto la tappa delPWA Freestyle di Podersdorf. Era diverso tempo che uneuropeo non saliva sul gradino più alto del podio delFreestyle mondiale. Steven lo avevamo già intervistatol’anno scorso dopo la tappa EFPT in Sardegna e siamoora orgogliosi di dedicargli questa cover… Secondo noise la merita tutta!
RIDER Steven Van Broeckhoven
LOCATION Neusiedler See, Podersdorf, Austria
FOTO John Carter/PWA
Ebbene si… proprio oggi in un qualunque giorno gardesano di
fine mese, prima della solita chiusura mensile di Funboard, ho
fatto la mia prima e vera uscita Slalom di allenamento. Stavo
mangiando un panino in pausa pranzo a Torbole in riva al lago, quando ecco arrivare con
prepotenza una bella botta di Ora, richiamata da alcuni nuvoloni minacciosi sulle montagne a
Nord. Subito mi collego alla web-cam del Pier, il mio solito spot “quotidiano” e senza tanta
sorpresa, ormai il posto lo conosco come le mie tasche, vedo che c’è vento ma molto rafficato e
incostante. Sposto il mio sguardo verso la Conca e vedo tutti gli slalomari correre alla grande.
In un attimo decido che finalmente anche per me è arrivato il momento di aggregarmi ai miei
amici che fanno Slalom in Conca d’Oro. E così, passo un paio di ore sfrecciando da costa a costa
con la mia nuova attrezzatura da Slalom appena ricevuta. Di strada per essere veloce ne devo
fare ancora tanta, ma l’importante è avere iniziato. E devo ammettere che mi sono davvero
divertito, certo è uno sforzo molto più fisico rispetto a quello a cui sono abituato, ma si corre
davvero veloci. Senza contare il fatto che in questo qualunque pomeriggio di fine maggio
gardesano in Conca c’erano Cucchi con il suo team che provava nuovi prototipi di vele e nuovi
boma, Peter Munzlinger, nuovo velaio Gaastra, che insieme ad Alberto Menegatti e Arnon Dagan
testavano le nuove Freerace, Freeride e Race 2012… insomma davvero tanta carne al fuoco.
Vi chiederete se ho intenzione di abbandonare il Freestyle e il Wave? Nemmeno per sogno, lo
Slalom era solo un tassello che mi mancava e solo da quest’anno ho avuto la possibilità di
iniziare a praticare… e poi ragazzi… parliamoci chiaro… Al Trofeo Neirotti (vedi articolo pag. 38),
svoltosi poche settimane fa, c’erano ben 90 iscritti! Non succedeva da un decennio di vedere
tutte queste persone iscritte ad una gara, l’importante lavoro della AICW dopo la sua
ristrutturazione sta venendo fuori e i risultati si vedono! Serietà e un’ottima comunicazione… e
la gente torna ad avere voglia di gareggiare, almeno nello Slalom… e pure io alla prossima
regata qui sul Garda voglio essere sulla linea di partenza per divertirmi insieme a tutti voi!
Ancora una volta e per sempre VIVA IL WINDSURF!
Have fun!
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CENTOX100 TORBOLEWEEKDal 7 al 10 luglio si terrà a Torbole la
CENTOx100 Torbole Week, settimana in cui
si svolgeranno contemporaneamente i
Campionati di Slalom Assoluti e una Tappa
del Campionato Freestyle.
Il tutto sarà arricchito da feste, esposizioni
e non solo. Si prospetta una settimana
indimenticabile. A breve tutte le notizie sui
portali www.circolosurftorbole.com e
www.cento-tn.com. Noi di Funboard
seguiremo l'evento da veri insider...
Stay Tunded!
II CORSO NAZIONALE GIUDICI WINDSURFSETTORE ARTISTICOAICW e Winsurfnation organizzano, dal 9 al 10 luglio prossimo, il corso per
diventare giudice nelle gare acrobatiche. Il luogo dove si terrà il corso è il Circolo
Surf Torbole, a Torbole sul Garda (Tn), in occasione della prima tappa di
Campionato Nazionale Freestyle. Possono partecipare gratuitamente tutti i giudici
licenziati al I Corso Giudici AICW che siano regolarmente tesserati FIV-AICW per
l'anno 2011. In occasione del II Corso Giudici Sez. Acrobatica saranno ammessi 5
nuovi Candidati selezionati tra tutti i richiedenti di ambo i sessi che abbiano
compiuto alla data dell'esame il 18° anno di età. Al termine del Corso i Candidati
dovranno sostenere una prova d’esame. Dal momento del superamento
dell’esame, si è ufficialmente un Giudice dell’Associazione Italiana Classe Windsurf
Sez. Acrobatica e, pertanto, dalle Competizioni successive si inizierà ad essere a
disposizione degli organi preposti alle designazioni arbitrali.
FREE CONNECTION AL SURFSEGNANA
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Grazie all’accordo con Futur3 per il progetto Luna è possibile navigare gratuitamente in
internet in connessione Wi-Fi su tutta la zona antistante al famoso centro multisportivo di
Torbole. Questo vuol dire che stando comodamente sdraiati sulla spiaggia in riva al lago
aspettando il vento potrete usare i vostri portatili o smart phone collegandovi ad internet
gratuitamente. Un utile servizio per tutti i clienti e non offerto dal SurfSegnana.
L'ormai consolidato accordo tra SurfSegnana e Volvo Italia continua, per il settimo anno
consecutivo, all’insegna del comfort e della sicurezza su strada. Lo slogan “Volvo for life” della
famosa casa automobilistica svedese è decisamente azzeccato per una realtà dinamica e
ricca di costanti iniziative come SurfSegnana! E per abbinare l'emozione delle vostre uscite
sul lago ad un test drive Volvo basterà contattare la segreteria SurfSegnana e prenotare una
prova. Inoltre per tutti i possessori della Volvo Card è previsto uno sconto del 10% sui corsi, noleggi, Blue Weeks e Week-ends. Contattate la segreteria SurfSegnana per
ogni informazione sulle iniziative o per saperne di più sui convenientissimi pacchetti tutto compreso “Blue Week” e “Week End” a partire rispettivamente da soli 299 Euro
e 169 Euro. INFO: SurfSegnana – Foci del Sarca – 38069 Torbole sul Garda (TN). Tel. 0464-505963. Web: www.surfsegnana.it - e-mail: [email protected]
WHITE REEF - TEL 0547.22756 - [email protected]
MUSICA ANCHE IN ACQUASofTeam, società che seleziona e distribuisce prodotti tecnologici dedicati a chi pratica sport, presenta
tre nuovi prodotti firmati Speedo, noto marchio di abbigliamento per il nuoto sportivo, sponsor ufficiale
delle Olimpiadi 2012, a Londra.
Le novità Speedo distribuite da Softeam, sono completamente impermeabili, quindi perfette per tutti gli
sport e le attività a contatto con l’acqua, come il nuoto, il surf e windsurf, la vela, il canottaggio e
consentono di ascoltare la propria musica preferita, di scattare foto o realizzare video per catturare i
momenti più belli e significativi.
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Perfetto per la piscina, in barca o in spiaggia, AQUABEAT 2.0 4GB è l’accessorio tecnologico per chi non sa
rinunciare alla musica! Completamente impermeabile è piccolo, leggero e offre 4GB di memoria per
ascoltare i propri brani preferiti, fino a 3mt di profondità! Dotato di particolari auricolari, che ne
consentono l’uso sia in acqua che sulla terra ferma, è pensato per chi pratica sport e desidera un lettore
mp3 comodo durante l’attività fisica e allo stesso tempo resistente. È disponibile nei colori nero, fucsia, lime. Prezzo al Pubblico: 119,00 Euro (IVA inclusa).
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Casse acustiche portatili e impermeabili ideali per riprodurre la vostra musica ovunque, soprattutto in acqua! Leggere e pratiche in spiaggia, in montagna o al parco
sono di dimensioni contenute (20x11x5) e dal design accattivante e moderno. Legge tranquillamente, riproducendoli in fedeltà sonora tutti i vostri file Audio. Questo
eccezionale e praticissimo oggetto dispone dei i seguenti ingressi ove collegare i riproduttori: porta USB e ingresso “Line In Audio”. Una volta inserito il vostro riproduttore
(AQUABEAT, IPOD, MP3,..) nell’ingresso dedicato, con i comandi presenti sulla cassa potete tranquillamente regolare il volume, andare avanti (forward) o indietro
(backward) con i file musicali. Prezzo al Pubblico: 69,00 Euro (IVA inclusa).
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FRANCESCO ORSI TESTER PER MAVERXL’atleta piemontese Slalom si è unito al TeamX di MaverX. Francesco contribuirà in modo incisivo per continuare
nell’impegno che Reglass porta avanti nel campo dello Slalom/Racing e della velocità, iniziato anni fa con Finian
Maynard, il cui apice è stato non a caso il record del Mondo di speed. Francesco si unirà al Team rider Daniel
Aeberli, shaper e tester per F2 (vele F2, Severne e North Sails) per condurre specifici test sui nuovi materiali e
curve con cui verranno prodotti gli alberi del 2012. Francesco ha un’esperienza di tutto rispetto, vive in
Portogallo ora e nelle acque ventose dell’oceano Atlantico proverà i nuovi Daytona sulle sue Warp F2011!
IPARASSITI.COM 2011Quante volte, arrivando in uno spot, specialmente da “forestieri”, ci
imbattiamo in sguardi scuri, ci sentiamo osservati con diffidenza, quasi con
fastidio? Abbiamo l’impressione che il pensiero retrostante sia “Ma, chi sono
questi? Cosa sono venuti a fare nel “nostro” spot?”. Bene, un’esperienza del
genere non vi capiterà di sicuro presentandovi in una località infestata dai
Parassiti. IParassiti.com ASD si appresta a spegnere la sua quinta candelina
e si affaccia alla nuova stagione piena di energia e vitalità. La mission dell’associazione, nata dalla passione di un gruppo di “planata-dipendenti” gravitanti
nell’area dell’alto lago di Garda, è infatti quella di promuovere il windsurf e la sua pratica, diffondendone l’essenza più pura che è quella del divertimento,
condivisione e aggregazione, dentro e fuori dall’acqua. Il windsurf visto quindi non solo come gesto tecnico, ma anche e soprattutto come momento di
divertimento in compagnia, come occasione di coesione e amicizia tra le persone. Anche quest’anno saranno moltissime le iniziative proposte dai Parassiti.
Dopo l’Opening Season Party promosso assieme al negozio Shaka, svoltosi il 30 aprile alla Conca d’Oro di Torbole, la “zecca” sarà presente alla Fiera dello Sport
di Verona, con uno stand allestito in team con Cataldo Albano (il creatore del video “Garda Dimension”), con l’obiettivo di comunicare a un pubblico di visitatori
che si prevede ampissimo, la bellezza e le emozioni del nostro sport e quindi far avvicinare ad esso una massa sempre più grande soprattutto di giovani. Gli
appuntamenti proseguiranno il weekend dell’11/12 giugno con la prima sessione dell’ormai tradizionale “Domani plano anch’io… forse”, una due giorni di
avviamento al windsurf, nella quale i primi rudimenti del windsurf vengono impartiti ad aspiranti planatori/planatrici (anche cuccioli) con un approccio molto
concreto e centrato sulla pratica, in un contesto di divertimento e di festa continui (con aperitivi e buffet a gogo), in pieno spirito parassita. Sede dello stage:
Torbole sul Garda presso Surf Center SurfSegnana. L’evento clou dell’anno sarà come sempre il Parassiti Party, che si terrà il 9 luglio. Nell’ambito di una grande
festa, tra abbuffate pantagrueliche e musica cool suonata dai nostri para DJ, verranno premiati gli associati che nel corso dell’anno più si sono distinti per
passione e partecipazione alla vita dell’Associazione. Oltre agli eventi “istituzionali”, i Parassiti sono sempre pronti ad animare il dopo surf sullo spot e le serate
estive gardesane con iniziative e feste estemporanee. Quindi non stupitevi troppo se, una mattina a Malcesine dopo il Peler, qualche caratteristico personaggio
vi avvicinerà offrendovi un panino col wurstel o improvviserà una “spritz session” direttamente sullo spot… Al di là dei momenti più marcatamente “goliardici”,
va ricordato il grande impegno dei Parassiti finalizzato a rendere “fruibile” al massimo il lago di Garda e le sue condizioni. Oltre alla stazione meteo consultabile
sul sito istituzionale (accessibile a tutti), gli associati possono beneficiare di un servizio “risponditore” attraverso il quale, componendo semplicemente un
numero di telefono, sono in grado di ricevere in tempo reale le informazioni sul vento presente nelle due località principali (Torbole e Malcesine). Grazie a
queste iniziative lo spirito parassita si sta diffondendo come una vera e propria “epidemia” e gli associati hanno superato la ragguardevole cifra di 300, sparsi
un po’ per tutto il nord Italia. Un successo che premia l’impegno e la dedizione di molte persone che mettono a disposizione sé stesse e il proprio tempo in
nome di una passione comune che desiderano diffondere e condividere. Per maggiori info sull’associazione e le sue attività consulta il sito istituzionale
www.iParassiti.com
NDR: Se siete dei Parassiti potete anche avere l’abbonamento annuale a Funboard con lo sconto del 20%, un altro buon motivo per far parte di questa associazione!
BOARDMEETING – VERTICE EU SUN+FUNSun+Fun group, tour operator a livello europeo di viaggi sportivi, è composta da più di 30 collaboratori
responsabili e si declina in diverse divisioni a seconda dello sport caratterizzante il viaggio: windsurf,
kitesurf, surf da onda, stand up paddling, diving, golf, ski, snow, tennis e moutainbike. A febbraio di questo
anno si è tenuto un vertice tra tutti i responsabili europei dei team di windsurf e kite alla sede centrale di
Monaco. Due giorni di confronti, aggiornamenti, incontri e videoconferenze con numerosi gestori e
promoter dei centri surf e albergatori sparsi per tutto il mondo, con lo scopo di gettare le basi per una
costruttiva e fruttuosa collaborazione futura, al fine di essere nelle condizioni di offrire soltanto i migliori
servizi ai clienti. Per ricevere gratuitamente il nuovo catalogo viaggi windsurf contattate:
[email protected]. Se volete ricevere il nuovo catalogo kite, che sarà pronto tra circa un mese,
contattate [email protected] indicando nome e indirizzo. Troverete il catalogo da sfogliare anche
online: www.vacanzewindsurf.com, www.vacanzekitesurf.com
MANUALE WINDSURF VDWSVasco Renna presenta il nuovo MANUALE WINDSURF VDWS. È stato pubblicato a maggio dalla VDWS International
ed è disponibile nei Centri VDWS italiani un bellissimo manuale dedicato al windsurf che nasce dalla pluriennale
esperienza e competenza del Team docenti VDWS. Se hai mosso i primi passi sulla tavola, se ti stai appassionando
sempre più a questo sport, se desideri progredire, migliorare la tua tecnica, imparare evoluzioni nuove, se sei in
cerca di preziosi consigli pratici, questo è sicuramente il libro che fa per te. Il Vasco Renna Professional Surf Center
lo ha già adottato come indispensabile supporto didattico. Il libro illustra infatti in modo dettagliato e con sequenze
di foto il funzionamento e l’esecuzione dei singoli passaggi di ogni manovra. Contiene preziosi consigli, indicazioni ed
esercizi per risolvere i problemi che solitamente si incontrano durante l’esecuzione delle manovre. Le manovre sono
raccolte in quattro gruppi: Moves con cambio di direzione; Moves senza cambio di direzione; Moves saltate;
Classic Moves. Inoltre ha un’apposita sezione Basics dove si possono trovare tutte le tecniche e i movimenti
fondamentali del Windsurf (rotazione della vela, andatura sottovento, passaggio da sopravento a sottovento, etc.).
Il libro si può acquistare a Euro 15,00 (spese di spedizione Euro 5,00). Vasco e il suo team ti augurano una buona
lettura e sono certi che i risultati e il divertimento in acqua non mancheranno. Per Info: VASCO RENNA - PROFESSIONAL
SURF CENTER - Parco Pavese 38069 Torbole sul Garda (TN). Tel. 0464/505993, Fax 0464/506254 - www.vascorenna.com -
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CORSI GRATUITI DI WINDSURF Seconda edizione, 2011
PER RAGAZZI E GENITORI DI MALCESINE:
Malcesine è uno dei più bei posti al mondo per la
pratica del windsurf, a tutti i livelli. Per far conoscere e
provare questo sport meraviglioso, e ricordare Luca e
Matteo, che di questo sport erano grandi appassionati,
abbiamo pensato anche quest’anno di dare la
possibilità a tutti i ragazzi al di sopra dei 12 anni e ai
loro genitori, residenti a Malcesine, di partecipare ad
un corso di windsurf gratuito.
PRINCIPIANTI:
Per il corso di windsurf la scuola fornirà tutta
l’attrezzatura necessaria: tavole, vele, mute, salvagenti, ect. I corsi si terranno presso il Nany Aqua Center di Navene e, in caso di necessità, presso la scuola Europa Surf
and Sail presso la Fraglia Vela di Navene. Il programma prevede un modulo base di 3 ore durante il quale si svolgeranno degli esercizi per acquisire confidenza con
l’attrezzatura e verranno impostate le prime basi e i primi concetti sulla conduzione. Per chi volesse continuare, si procede al modulo successivo di 6 ore, per il
completamento dell’apprendimento della tecnica e il raggiungimento dell’indipendenza nella navigazione. Non è necessaria nessuna preparazione specifica. Nonostante
l’obbligo di indossare il salvagente, è necessario un minimo di dimestichezza con il nuoto.
PER CHI SA GIA’ ANDARE… E VUOLE MIGLIORARE:
Per chi sa già andare, ma non possiede la propria attrezzatura e ha voglia di praticare il windsurf, è invece possibile, versando un contributo di 150 euro, affittare per
l’intera stagione l’attrezzatura presso uno dei centri convenzionati. Inoltre, per chi sa già andare, quest’anno sarà organizzato nei mesi di luglio e agosto un corso di
perfezionamento in manovre e freestyle con Fabio Calò, uno dei migliori freestyler e waverider italiani, caporedattore delle riviste Funboard e SupTime. Lo stage prevede
uscite con il Peler, con gommone d’appoggio per riprese video e foto, insieme a lezioni teoriche a terra e commento video. Il programma dettagliato sarà comunicato
entro metà giugno. Il gruppo sarà composto da non più di dieci allievi. Alla fine dello stage minicontest e attestato di partecipazione.
I centri convenzionati per l’affitto stagionale 2011 sono Nany Aqua Center ed Europa Surf and Sail.
Serenity, in memoria di Luca Carletto e Matteo Barzoi
Informazioni/Iscrizioni: Nany Aqua Center: 347 2235435 - 348 7747854 - [email protected] - Europa Surf and Sail: 338 605 30 96 - 339 665 90 85 - [email protected]
POWEREX RITORNA IN ITALIAI prestigiosi alberi Powerex ritornano sul mercato
iniziando da dove avevano interrotto la loro strada.
Powerex, il brand che costruisce tra i migliori alberi in
commercio, adatti alle uscite Wave più impegnative, è
tornato! Sono in arrivo nuovi alberi, migliorati e
sviluppati sulle nuove vele con nuove caratteristiche e
ancora più resistenti, il tutto sotto l’attenta
supervisione di due personaggi del calibro di Mark
Angulo e Kevin Pritchard. Il nuovo Sales Manager di
Powerex è Derrick Ho, molto conosciuto nell’ambiente
per la sua grande esperienza nel settore degli alberi da
windsurf, e Powerex è orgogliosa di averlo nel team
così come il folto gruppo di tester e il preparato e
competitivo sales team in grado di far tornare il
marchio al vertice delle vendite.
WIND’S BAR CUP 2011 Anche quest’anno l’appuntamento
ormai d’obbligo con la WIND’S BAR
CUP è confermato! L’evento che si
terrà sabato e domenica 2-3 luglio
aprirà l’intensa settimana di
regate che proseguirà con la
CENTO x100 TORBOLE WEEK
(campionato italiano assoluto
slalom e tappa campionato
italiano freestyle)! Per quanto
riguarda La Wind's bar cup, la
formula sarà sempre la stessa,
un downwind molto veloce con
arrivo spettacolare davanti al
Circolo Surf Torbole e condizioni
permettendo il SUP contest
la domenica mattina!
La regata è open, ma sarà valida
anche per il circuito AICW RRD
TEAM 12! Vi aspettiamo
competitivi sia in acqua che a
terra con musica e drink powered
by Wind's bar!
MAUI JIMMaui Jim propone una gamma articolata e completa di montature capaci di coniugare
gusto fresco e sportivo con montature dal look contemporaneo. Modelli performanti
dalle linee pure e dall'estetica sobria, perfetti per supportare ogni sportivo nelle
imprese più ardite. Montature in Nylon, flessibile per versatilità, durevole e resistente
per questi sunglasses che una volta indossati entrano a far parte delle personalità di
ciascun surfer. Differenti per forme e stili, tutte le nuove linee Maui Jim si distinguono
per l'esclusivo livello high tech dei materiali impiegati e per la tecnologia Polarized
Plus 2 superiore a qualsiasi altra nell'eliminazione dei riflessi e nella trasmissione
della luce utilizzabile. Gli occhiali da sole Maui Jim sono disponibili per visione singola
o progressiva. Anche chi ha problemi di vista non deve rinunciare ad una straordinaria
percezione de contrasto, della profondità e della pienezza di colori. Il 90% delle
collezioni Maui Jim sono infatti disponibili con lenti graduate dotate delle stesse
caratteristiche tecniche delle versione plano. Info: www.mauijim.com
CITY SURF TIRRENIA E MASSIMO MANNUCCINico Salvini, proprietario del famoso surf shop a Tirrenia, City Surf, nonché
attuale distributore italiano del marchio Goya Board, ha inserito nel suo
cerchio i team rider il nostro worldwide wave rider Massimo Mannucci aka
Manna. Una collaborazione eccezionale vista la ormai famosa esperienza del
toscano Manna ad utilizzare le Goya Board fin dall’inizio dell’esperienza di
Francisco Goya nella produzione di tavole da windsurf. Massimo per la
stagione 2011 sta utilizzando la 84lt Quad e la 78lt Quad conseguendo rippate
al limite… raidate vere per esperienze uniche. Per info: [email protected].
CITYSURF TIRRENIA (PISA) SURFSHOP, via degli oleandri, 51. TIRRENIA – PISA. Tel.
+39 050 33021
Massimo Mannucci
TIKI SHOPNasce a Bari il Tiki Surf Shop, XX metri quadri
riservati a tutti i prodotti che chiunque,
praticante o professionista, sia interessato al
mondo del windsurf, del kite surf e del paddle
surf, sogna di visitare almeno una volta nella
vita. Il nuovo negozio si trova a Bari,
direttamente sul mare di fronte alla spiaggia
di Torre Quetta e vanta la più vasta gamma di
tavole windsurf Starboard, tavole da paddle
surf Starboard di tutte le misure e per tutti i
gusti, vele Severne e Simmer, boma e alberi di
ultima generazione, trapezi PatLove per tutti i
gusti e tutte le esigenze, ci sono più di 100
modelli, e ancora scarpette in neoprene, una
infinita scelta di mute, lycre e smanicati
imbottiti delle migliori marche e poi ancora sacche per il trasporto delle tavole e
delle vele, zaini tecnici, caschetti di protezione e giubbottini imbottiti e di
galleggiamento fino ad arrivare ad un assortimento unico nel suo genere di pagaie
per le tavole da paddle surf e sacche porta pagaie. Un’infinità di pinne troneggia
inimitabile e lo spazio dedicato agli accessori è tra i più vasti e completi al mondo.
Ma le offerte del Tiki Surf Shop non finiscono qui, per i beach boys anche una ricca
collezione di infradito Cool, di magliette 686, di costumi Starboard e di cinte e
cappelli di ogni tipo. Questo il negozio che Beppe Caldarulo gestisce da quasi un
anno, supportato nella sua attività, da un’azienda seria e riconosciuta come la più
importante al mondo quale Starboard. L’idea di aprire un Surf Shop nasce proprio
da Beppe, il waterman italiano per eccellenza con la più grande esperienza nella
scelta di attrezzature ed accessori per il windsurf, il kite surf ed il paddle surf. In
un momento in cui la crisi economica si fa sentire anche in settori considerati
d’elite quale quello degli sport da scivolamento, la sola possibilità per continuare a
far vivere la sua passione era quella di cambiare rotta e così Beppe ha pensato che
realizzare un negozio all’interno del quale ogni interessato potesse trovare davvero
tutto ciò di cui ha bisogno, vedendolo,
toccandolo con mano ed avendolo sempre
disponibile senza dover attendere tempi
infiniti tra l’ordinazione e la consegna effettiva
dei prodotti sembrava la strada giusta. Così
Beppe ha scelto di proporre la sua idea alla
Starboard, che attualmente vanta il primo
posto tra le aziende produttrici di tavole da
windsurf e paddle surf e che ogni anno dedica
allo sviluppo dei prodotti gran parte del suo
fatturato. Starboard ha accettato la proposta
e oggi il Tiki Surf Shop è diventato il punto di
riferimento per negozianti e amanti di sport
da scivolamento provenienti da tutta l’Italia.
Ma Beppe non poteva fermarsi al solo negozio,
per far crescere e diffondere la pratica degli sport da scivolamento un negozio non
basta, serve una scuola, servono degli eventi gratuiti per la promozione dello sport
e così il negozio è diventato anche la base di una solida scuola windsurf, kite surf
e paddle surf che nella sola stagione 2010 ha registrato presso la spiaggia di Torre
Quetta più di 200 iscritti e un elevato numero di praticanti. Oggi la realtà del Tiki
Surf Shop è l’unica in Italia a poter vantare tanta scelta, uno staff di persone
qualificate per la vendita dei prodotti e una scuola super attrezzata. Lo Shop è
inoltre punto vendita 100% Starboard ed è possibile scoprire al suo interno le
ultime novità del brand ma anche trovare ottime offerte sul materiale usato o
nuovo degli anni passati. Il Tiki Shop è aperto tutto l’anno e vi aspetta a Bari in Viale
Imperatore Traiano 13, qui Beppe e il suo staff sono sempre disponibili per
consigliarvi al meglio ed aiutarvi a divertirvi al massimo nella pratica della vostra
passione. A chi non è di Bari il negozio offre la possibilità di visionare i suoi prodotti
e di acquistare semplicemente collegandosi alla pagina face book Tiki Surf Shop o
mandando una mail all’indirizzo [email protected] o telefonando al numero 080
8973758. Non perdete tempo entrate anche voi nel mondo Tiki!
BILLABONG XXL GLOBAL BIG WAVE AWARDSL'undicesima edizione del Billabong XXL Global Big Wave Awards, che premia le surfate
sulle onde più grosse del pianeta, ha decretato i vincitori il 29 aprile al Grove Theater di
Anaheim, California. Tra le novità di questa stagione, una grossissima per noi: Francisco
Porcella, il sardo-hawaiano che vive a Maui è stato nominato per il Biggest Wave Awards,
grazie a un'onda gigante surfata a Jaws lo scorso 2 novembre 2010. Un risultato storico
per l'Italia, che aggiunge un tassello agli importanti risultati degli italiani all'estero.
Francisco è supportato per le tavole da 99 Custom Boards, e da Vans e Dakine per scarpe
e accessori. Francisco Porcella è stato scelto tra centinaia di rider in giro per il mondo
per rappresentare una delle 5 onde selezionate diventando così il primo italiano ad
entrare in nomination nella storia del concorso. L’altezza delle onde viene calcolata
prendendo come punto di riferimento l’altezza del rider e proiettandolo virtualmente
sull’onda nel suo picco più alto. Francisco ci racconta la serata della premiazione.
Francisco, come è andata la Nomination in California per il Billabong XXL Global Big
Wave Awards?
È andata benissimo. Con l’occasione sono rimasto in California due settimane dal mio
amico e tow-partner Kai Katchadourian, che ha una casa vicino a San Fancisco. Siamo
andati a surfare in un paio di spot il giorno dopo la serata degli XXL Awards. La sera del
Billabong XXL Global Big Wave Awards siamo arrivati stilosi in camicia su una Bently
fiammante del 59, pronti per una bella serata piena di onde giganti con i chargers più
cazzuti di questo pianeta.
Peccato che sono arrivato secondo dietro al francese Sanchis che ha vinto con l'onda di
Bellhara. È comunque stato un grande onore essere l’unico scelto da Jaws e uno dei
cinque in nomination, tutti hanno potuto vedere che c’era anche un sardo tra la mischia
che ha rappresentato l'Italia per la prima volta nella storia. Gli Awards sono stati
trasmessi live la sera del 29 e due giorni dopo sono andata in onda anche su ESPN e Fuel
TV. I miei amici in Italia mi hanno visto sui canali satellitari la settimana dopo. Il giorno
dopo sono andato al Big Wave World Tour Ceremony, dove hanno incoronato Jamie
Sterling il vincitore dell'anno dopo le cinque tappe. Grazie a Vittorio Somella ho conosciuto
anche Garry Lynder, l’organizzatore del tour che mi ha detto che se mi faccio vedere nelle
diverse tappe del tour posso entrare come wilcard e rappresentare anche qui l’Italia. È stato bellissimo essere lì con tutti i big wave rider nella sacra stanza, dove ci sono
centinaia di tavole storiche dei più grandi surfisti dal 1950 ad oggi. Ora mi trovo in Sardegna con la famiglia in attesa del Capo del Capo!
Ecco la foto di Francisco Porcella inTow In a Jaws (Maui), selezionata
per il Billabong XXL Awards.foto Jimmie Hepp
Francisco Porcella a Reunion.
CHOCO FINSSTARFISH VS ROYAL FLUSHChoco Fins finalmente sbarca in Italia! Il brand di pinne di alta gamma presenta
le sue due creature Freestyle, la Starfish e la Royal Flush, due vere fuoriserie
interamente in G10, utilizzate dai migliori freestyler a livello mondiale: Steven
Van Broeckhoven (vincitore della recente tappa PWA in Austria), Kiri Thode e
Gollito.
Tra le due la Starfish è la pinna più polivalente in assoluto, infatti viene
proposta in 2 versioni: per il Freestyle nelle misure corte e per il bump&jump
nelle misure più lunghe. Per quanto riguarda il Freestyle è disponibile sia con
attacco Powerbox che Us-box, entrambi in 17, 18, 20 e 22 cm più la versione
radicale “Kiri Style” di soli 16 cm. Per il bump&jump andiamo invece dalla 24
alla 30 cm. La Starfish nella versione Freestyle è una vera macchina da
manovre, le due misure più piccole sono molto tecniche, non proprio per tutti,
mentre le altre sono sfruttabili da rider di tutti i livelli. Il grasso della pinna è
abbastanza arretrato in modo da aumentare la velocità di punta e il controllo
nelle manovre slide, inoltre l’outline curvo permette alla pinna di girare alla
grande. La Starfish è il modello Choco Fins che ha finora riscosso più successo,
la scelta giusta sia che vogliate partecipare alla coppa del modo o che vogliate
semplicemente “smanovrare” alla grande.
Per quanto riguarda l’altro modello, la Royal Flush è una pinna più tradizionale,
è stata sviluppata con l'aiuto del pluri-campione del mondo Gollito e viene
proposta in 5 misure: 15, 17, 19, 21 e 23 cm, tutte per scassa Powerbox. Una
pinna super potente e imbattibile nell’anticipo di planata! Facendo un paragone
tra i 2 modelli possiamo sintetizzare che chi sceglie la Starfish avrà una
accelerazione maggiore, più velocità e meno resistenza allo “slide”, mentre per
la Royal Flush avremo una pinna più stabile, con un anticipo di planata migliore
in condizione di vento leggero e nessun rischio di andare in “spin out”, insomma
una pinna generalmente più facile. Info: www.chocofins.com . Distribuito da:
Ocean Avenue - [email protected]
Royal Flush
Starfish
NEIL PRYDE 2K S/S SHORTY NP MENLo Shorty è per le vostre uscite quando l’acqua è calda, ma non sempre le giornate estive sono così
calde, e questa muta è l’ideale per quando dovete proteggervi dal vento fresco. La serie 2K è una muta
versatile che è stata disegnata per essere flessibile e durare nel tempo.
La nuova linea di mute dedicate alle ragazze di NPX dall’aspetto estetico aggressivo così come il prezzo!
Una muta per tutte quelle ragazze che non vogliono rinunciare allo stile indossando comunque un capo
confortevole, tecnico e soprattutto caldo, ideale per questa stagione dove il caldo si inizia a sentire ma
l’acqua è ancora un po’ fresca.
Lo shorty per l’estate che vi farà da seconda pelle, flessibile e ultra-resistente. Tre diversi tipi di
neoprene sono stati utilizzati per questa muta: Apex-Mesh nella zona del corpo per una maggiore
termicità e isolamento; Apex-Flex, nella zona delle spalle per la massima flessibilità nei movimenti;
Dura-Flex per le gambe, con massima resistenza agli urti e sfregamenti.
NOSE-PROTECTIONÈ un innovativo sistema per proteggere la vostra tavola. SEATEXBOARDS ha lanciato questo prodotto 7 anni
fa, interamente costruito a mano e con materiali compositi e di alta resistenza meccanica come fibre di
carbonio e differenti tipi e grammature di fibra di vetro. Nose-Protection è applicabile su qualsiasi tavola di
ogni marca, modello e anno, e “assorbe” il 95% degli impatti accidentali dal vostro albero, che potrebbe
danneggiare la prua della tavola. Questo prodotto è costruito interamente a mano e fissato sulla vostra
tavola mediante la tecnologia del sottovuoto. Tramite uno speciale procedimento, viene presa l'impronta
esatta della prua della vostra tavola, la produzione del Nose-Protection necessita di circa 24/36 ore. Sono
due i modelli che SEATEXBOARDS produce, differenti per costruzione, finitura e peso: Beginner e Pro.
Scheda tecnica Beginner: 70% carbonio, 30% fibra di vetro, peso 170gr. Colore di finitura bianco.
Scheda tecnica Pro: 100% carbonio, peso 120gr. Colore di finitura come la serigrafia della vostra tavola. Per
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Protection è un prodotto SEATEXBOARDS: via Strada Granda 87, Torbole sul Garda (TN).
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WaveCore Wave
KonceptUniversal Wave
FreestyleFreestyle/Wave
Nitrix/Nitrix ASTFreeride
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distribuito da: Action to Sport SrlT: 0185-264754, F: [email protected]
Ciao Italia, mentre vi scrivo, mi trovo a 12.000 metri sopra all’Oceano Pacifico, in rotta
verso casa mia, Maui! Sono appena tornato dal mio bellissimo viaggio solito a Baja
per il Wave Camp di aprile... Abbiamo surfato delle condizioni davvero epiche, freschi
freschi dall’aereo! Volare in down the line su onde di 3.5 metri che si srotolano
perfettamente è un sogno che diventa realtà, specialmente in questa zona di deserto
così selvaggio e desolato!
È ormai da 5 anni che facciamo questi camps ed abbiamo sempre più allievi! Un
sacco di gente ci ha anche assicurato che se avessero saputo di imparare a surfare
in questo modo, sarebbero venuti già 10 anni fa! Un sacco di gente ha degli errori
ormai assimilati e correggerli risulta più difficile, ed è proprio questo che limita il
potenziale di spaccare sempre di più. Punta San Carlos è uno di quegli spot ideali
per imparare, l’onda è lenta e facile, permettendoti di fare un’infinità di turn,
facendoti migliorare notevolmente in fluidità e stile. Se volessi davvero arrivare al
prossimo livello in wave sailing, ti conviene farci un salto un giorno!
Se non avete ancora sentito parlare dell’ AWT, fate un salto qui
www.americanwindsurfingtour.com . Questo tour neonato offre ad un sacco di
wavesailor di mostrare le loro capacità nei vari spot degli US, mostrando al mondo
intero le ottime condizioni che ci sono qui in Nord America! Ci sono 5 tappe in
programma, la prima a Santa Cruz in California, poi Pistol River, Oregon, Punta San
Carlos in luglio, settembre sulla east coast a Cape Hatteras e poi, per chiudere in
bellezza, la finale si disputerà in Ottobre/Novembre ad Hookipa! Finalmente, ecco un
evento di rilievo nell’epicentro mondiale del wave sailing! Segnatelo sul calendario e
vieni a trovarci!
Dopo 9 giorni di puro wavesailing a Baja, mi sono diretto verso Nord per la prima
tappa dell’AWT! Ho aiutato con l’organizzazione dell’evento, quindi sono stato davvero
soddisfatto dell’ottimo risultato ottenuto. La novità più gradita è stata sicuramente il
ritorno di Josh Stone, rientrando nella scena delle competizioni per questo tour, hai
capito bene, Josh è tornato. Non solo è tornato ma si è anche portato suo figlio
12enne, Harley, al suo primo evento. Harley ovviamente ha lasciato tutti a bocca
aperta in spiaggia, chiudendo già dei massicci Forward esitati. È solo una questione
di tempo prima che diventi una minaccia, da tenere d’occhio anche Kai Lenny e Bernd
Roediger, che hanno entrambi un gran talento e sicuramente saranno dei giocatori
cruciali sulla scena. Un altro rider riemerso dal nulla è stato Ian Boyd! È stato
davvero bello rivederlo, anche se adesso si è trasferito nella zona di San Francisco
ed esce sempre al wave spot locale… Sfortunatamente per lui però non è riuscito a
presentarsi alla sua prima batteria per motivi famigliari.
Abbiamo avuto due grandi giornate con vento forte ed onda formata sui 2 metri, che
ci hanno permesso di concludere le single elimination dell’evento Expert ed
Amateur, mentre siamo riusciti a completare le intere double elimination per i
masters, juniors e donne! È stato un evento davvero di successo, a dir poco.
Un’ottima partenza per un tour da urlo! Le performance migliori sono state di
Francisco Goya, Kevin Pritchard, Camille Juban, Keith Teboul, Bernd Roediger, Josh
Stone ed Ingrid Larouche! L’uomo della settimana è però Nathan Mershon, assassino
sotto copertura, che ha sempre avuto un livello davvero notevole ma non è mai stato
riconosciuto nelle gare. È maturato parecchio, riuscendo a fare una performance
davvero notevole che gli ha fatto vincere la finale degli expert senza la minima
rivalità! Nathan ha chiuso tutte le manovre, sceglieva le onde più grosse e volava più
alto di tutti. Kevin Pritchard non era sicuro se gareggiare o meno dopo un infortunio
alla caviglia ad Hookipa, si è avvolto il piede nello scotch e l’acqua fredda lo ha
anestetizzato, permettendogli di agguantare un ottimo secondo posto, concludendo
davanti a Morgan Noireaux e Francisco Goya. Cisco è stato sfortunato in finale, e
dopo avere rotto il boma ha perso due set di onde belle, non lasciandogli scampo…
È bravo ma non tanto da riuscire a riprendersi una vittoria dopo uno svantaggio del
genere. Probabilmente avrà rimproverato il suo caddy Josh Stone per la negligenza
sul lavoro…
Per quanto riguarda la divisione femminile, Ingrid Larouche ha dimostrato di essere
la ragazza da battere. Non solo ha partecipato nella divisione femminile, ma anche
all’evento Amateur ed ha fatto vedere cosa sapeva fare anche ai maschi! È arrivata
seconda dietro al waverider locale, Eric Sorrenson, un’ottima prova. La divisione
giovane era piena di talenti. Il più esuberante è sicuramente Bernd Roediger, questo
ragazzino spacca! Sicuramente, appena riuscirà a capire ancora qualcosa sul suo
materiale e sulle varie strategie, sarà l’uomo da battere. Per la sua età poi, le
capacità di waterman sono davvero notevoli! Fa anche SUP coi migliori e chiude
Backloop con lo stampo e massima sicurezza. Mi ha davvero impressionato! Morgan
Noireaux ha fatto davvero un’ottima prova ma non abbastanza per riuscire ad
eliminare questo piccolo ninja! La finale è stata davvero mozzafiato, ma negli ultimi
secondi Bernd ha davvero cambiato passo, vincendo chiaramente. Morgan ha
continuato a provare la Taka, non riuscendo però a chiuderla e concludendo al
secondo posto, chiudendola poi nella finale Export. La terza posizione è andata al
rider locale Jordan Reed, seguito poi da Nick Dudet ed Harley Stone in quinta
posizione! Brian Casserio è tornato sulla scena ed ha dominato nella categoria
Masters. Reed Nelson e Macrae Wylde sono arrivati rispettivamente in seconda e
terza posizione.
Sulla scena PWA, ci sono un sacco di eventi pronti alla partenza e tutto fa pensare ad
una delle stagioni migliori degli ultimi anni! I freestyler hanno già disputato 2 tappe
e ce ne sono ancora molte altre in previsione. Sono davvero ansioso di vedere chi
sarà incoronato campione del mondo 2011! Anche i racer dovranno darsi parecchio
da fare, un sacco di spostamenti costosi, sperando che ci siano delle buone
condizioni ad attenderli. Per quanto invece riguarda i ragazzi del wave, ci potrà
essere una sorpresa verso fine stagione, ora è troppo presto per fare anticipazioni,
ma, col tempo, potrebbero saltare fuori degli eventi in location davvero interessanti…
Per quanto riguarda le condizioni qui a Maui, le onde sono ormai andate in letargo,
mentre il vento continua a soffiare a bomba, spazzando le calde spiagge bianche
giorno dopo giorno per tutta l’estate! Sarà una stagione indimenticabile!
Alacciatevi le cinture di sicurezza, sarà un’estate veramente ma veramente
divertente!!!
Ciao Italia!
MP
Speedo Aquabeat per essere sempre, anche in acqua, sulla cresta dell’onda.
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srf_
411
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Heidi Wunram e Uli Holtz.
Fort Dauphin
33
Madagascar è per gli esperti viaggiatori una sfida. Ciò
che cercavamo Uli e io era una reale avventura, un
viaggio in un paese con solo il 10% di strade asfaltate,
senza infrastrutture, con gente rilassata e un mare di
tradizioni locali. Tempo fa, nel ‘97, Peter Garzke, andò
a Lavanono durante la Windsurf Trilogy e si imbatté
nell’isola e nella sua gente, la sua vita, da quel viaggio,
fu segnata profondamente. Anche Boujmaa che ha
surfato Diego Suarez nel 2007, durante il
W.S.Challenge, ha avuto modo di apprezzare il luogo.
Così abbiamo cominciato a pianificare il nostro
viaggio in rosa. Uli e io sole, nel selvaggio sud del
Madagascar.
Uli Hölzl 5 volte nel Wave Tour PWA, campionessa
Olimpica di snowboard e campionessa Europea
Halfpipe, medico e farmacista, è una ragazza non da
poco, che significa un metro e cinquantacinque di
pura potenza ed energia sia in mare che a terra! Io
dovevo organizzare e prenotare i biglietti aerei,
mentre Uli doveva occuparsi del 4WD e dell’autista
(assolutamente necessario in quel paese!). Ogni altro
aspetto del viaggio l’avremmo pianificato una volta
raggiunta l’isola.
Mentre Uli si trovava sull’Isola di Mauritius in
compagnia di Tom Hartmann e Stefan Richt, crebbe in
loro l’entusiasmo all’idea del viaggio in Madagascar,
così i due ragazzi ed Uli partirono due settimane
prima e io li raggiunsi alla data prestabilita mentre i
ragazzi facevano ritorno a Mauritius.
Le prime notizie di viaggio che ricevetti da Uli non
furono così esaltanti: per cominciare 5 ore di ritardo
sul volo Mauritius-Madagascar, con conseguente
perdita di connessione a Tana e smarrimento dei
surf… il resto lo potete immaginare.
Per fortuna a Fort Dauphin l’organizzazione sembrava
essere migliore.
Tsilav, un gentilissimo surfer del posto, aveva
procurato un 4WD con conducente, Tony, entrambi
attendevano l’arrivo dei tre all’aeroporto. Uli mi
scrisse che dopo gli inconvenienti del viaggio aereo la
visione dei due ad attenderli era stata meravigliosa!
FORT DAUPHINFort Dauphin (Taolagnaro) è situata nella parte più
a sud est dell’Isola, sull’oceano Indiano a ridosso di
verdi colline, adagiata su un promontorio spazzato
costantemente dal vento e circondata da immense
spiagge su cui le onde si infrangono e si
trasformano in candida spuma. A nord della città si
trova la ventosa “Baie du Monseigneur”, dove il
local surfer Tsilav gestisce una scuola surf. La vista
fuori dall’acqua in direzione dell’ingresso al
porticciolo è impressionante, sette pittoresche navi
arenate sulla sabbia decorano il lussureggiante
paesaggio. A sud est della città invece si trova la
“Baie des Galions”, che parte da Libanona Beach
lungo Filao Beach sino allo spot di surf “Vinanibe”.
Le spiagge di Libanona e Filao hanno sabbia
talmente bianca e sfumature del mare tanto
turchesi da sembrare perfino finte e un po’ kitch!…
Se solo il centro della spiaggia non fosse utilizzato
come bagno pubblico...
Vinanibe è un grosso beach break con forte
corrente che funziona con mare da sud-est. Mentre
Uli a Fort Dauphin.
Uli Holtz spadaccia molto vicina al reef affiorente.
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il nord est soffia perfettamente side, mure a
sinistra, entrando però un po’ rafficato. Tom deve
aver sperimentato sulla pelle la potenza di quei lip:
dopo soli 15 minuti di navigazione ha distrutto il
suo unico boma! Fortunatamente per lui il nostro
autista aveva in precedenza lavorato per un club
Natalie Simon e non gli è stato difficile procurare a
Tom un boma usato! Lì normalmente non si trova
nessun accessorio! Dopo due giorni di pioggia,
mareggiate e cattiva connessione ricevetti notizie
dai tre viaggiatori intrepidi circa il meteo locale
che annunciava 6 metri d’onda, ragion per cui si
sarebbero spostati da Fort Dauphin a Lavanono.
10 GIORNI DOPO SONO ANCHE IO INVIAGGIO VERSO IL MADAGASCARLa visione di Uli ad attendermi all’aeroporto non
poteva esser migliore, dopo trenta ore di viaggio,
quasi senza chiudere occhio e senza il mio materiale
da windsurf, crollo tra le sue braccia! A Tana, mi
comunicano che la mia attrezzatura è rimasta a Parigi
e arriverà sull’isola l’indomani. Ad ogni modo mi è
andata meglio che ad una signora anziana a cui è
andato perso il gatto!
Uli mi porta all’Hotel dove Tom e Stefan ci attendono
per cena. La verità è che i tre non stavano nella pelle
all’idea di raccontarmi della settimana di condizioni
esagerate prese a Lavanono! Quasi sei metri nei set
più grandi, onde pulite rapide e potenti, soli sullo spot!
Uli racconta di essere rimasta più di un’ora, il primo
giorno sul reef, a cercare di capire dove fosse il
miglior accesso. Le foto mostratemi parlano da sole!
Due giorni di mare grosso e vento, dopo i quali il vento
ha smesso di soffiare. Almeno però hanno continuato
a surfare le onde meravigliose di quel fantastico spot.
Il racconto si interrompe quando i ragazzi si
accorgono che è giunta l’ora di andare in discoteca a
“Gina”: l’unico locale dance di Fort Dauphin, con bella
musica, rum, gente simpatica.
I due giorni successivi restiamo a surfare il beach
break a causa del mancato recapito del mio
materiale... poi finalmente... Eccolo!
I ragazzi tornano a Mauritius mentre Uli ed io iniziamo
il nostro viaggio!
LAVANONOSe Fort Dauphin è una zona di verde rigoglioso,
tropicale, il clima cambia drasticamente dopo soli
pochissimi chilometri. Infatti, le catene montuose
che si estendono da nord a sud nella parte più ad est
dell’isola, accolgono le piogge provenienti
dall’oceano e dividono il clima in modo netto. Una
parte umida, tropicale, verdissima, l’altra secca e
arida. Se solo pochi minuti prima stavamo
attraversando immense terrazze coltivate a riso,
circondate da rigogliose piante di frutta e foreste
tropicali, ora attraversiamo strade sterrate, sporche
e polverose . Il nostro autista Tony, soprannominato
“Schumacher” è completamente a suo agio tra
questi sterrati pieni di buchi e dossi ed evita
abilmente ogni Zebu che incrociamo.
Zebu è il bestiame locale del Madagascar e oltre a
ciò rappresenta una fonte essenziale per il paese. La
carne ha un gusto incredibilmente intenso e
caratteristico è il “costo di manutenzione” di questi
animali, minimo: possono vivere cibandosi di cactus
che trovano facilmente ovunque. Le loro corna sono
Heidi Wunram in Bottom Turn.
Una caratteristica strada non asfaltata del Madagascar.
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utilizzate per decorare le tombe e simboleggiano la ricchezza
del defunto.
Il luogo funebre infatti è per ogni abitante dell’isola
importantissimo, moltissime tribù spendono ogni avere per
costruire tombe magnifiche, questo perchè la vita attuale è
considerata solo un transito verso quella che è creduta, nella
cultura locale, la vera vita! Abbiamo assistito al rito funebre di
un quindicenne che ha perso la vita a causa di una sciocca
infezione, è stata una vera e propria festa!
Dopo 10 ore di dossi (per un totale di 180 km!) raggiungiamo
finalmente lo spot Lavanono-Beach! E’ notte inoltrata e la luna
piena è circondata da un alone quasi surreale, argentato che
illumina le onde che si srotolano e poi frangono sulla sabbia
nella baia.
Il nostro piccolo bungalow in legno, dista dolo15 metri dallo
spot! Un sogno! La mattina dopo il vento soffia già forte
scuotendo la nostra capanna di legno. Le onde mast-high
frangono tuonando sulla scogliera! Armiamo la 4.2 ed
entriamo in acqua, adrenalina a mille! La barriera corallina
non è troppo pericolosa, ma ancora dobbiamo capire qual’è il
canale ottimale per uscire! L’onda è veloce, forte,
semplicemente perfetta! Si srotola liscia sulla sinistra, non è
nemmeno troppo difficile da surfare, se non si cade finendo in
“centrifuga”. Dopo 4 ore di puro waveriding ho fatto ciò che
non si deve fare: mi sono fatta travolgere, concludendo la mia
sessione con la vela disintegrata! Uli, l’indistruttibile, resta a
surfare sino a tramonto... Il giorno dopo la marea è già più
piccola ma con la 4,7 sfruttiamo ancora alcuni set
decisamente belli. Ancora una volta: solo Uli ed io sul posto! Il
giorno facciamo una session con vento leggero, e i seguenti
cinque giorni facciamo surf a causa dell’assenza di vento... uno
spettacolo indimenticabile, surfare tra i delfini e assistere ad
un passaggio di balene a poco più di 50 metri… una sensazione
indescrivibile!
A Lavanono la vita notturna è pressoché inesistente, c’è solo un
“supermercatino” di 2m x 3 in cui si trova letteralmente di
tutto! Di fronte ad esso due tavoli diventano il luogo d’incontro
degli abitanti del villaggio. Dietro questi tavoli c’è un piccolo
locale dove la sera, per 20 cent (per coprire spesa dell’olio del
generatore) si possono vedere video, in lingue generalmente
europee che una parte infinitesimale degli abitanti capisce.
ANAKAODurante l’avventuroso tragitto incrociamo di tutto: pescatori
nomadi nudi e non, combattiamo con letti di fiumi melmosi,
altri secchi, difficilmente percorribili, motori in ebollizione,
foreste.
Lungo il percorso Tony ci mostra il più antico Parco Naturale
dell’Isola, dall’impronunciabile nome "Tsimanampetsotsa",
dove si può avvistare il più antico baobab del Madagascar
(3000 anni!), ci sono inoltre pesci senza occhi e un sacco di
luoghi sacri. Inoltre è vietato camminare, nuotare o girare in
barca sul lago sacro del parco. Finalmente arriviamo a
destinazione. Anakao!
Anakao è una baia bellissima circondata da tre barriere di
alta qualità: Pousse Pousse con condizioni moderate, Jelly
Baby già impegnativa e poi il tubo di alta classe ride-reef
Fiamma Bocce. Un giorno normale ad Anakao inizia alle 6 del
mattino per recarsi in piroga al reef esterno. Poi, quando
intorno alle 12 il vento aumenta si arma direttamente in
piroga e si surfa sino alle 5 del pomeriggio ora in cui il vento
inizia a calare.
RIENTRO A TANAI giorni successivi l’onda inizia a calare e quindi, restandoci pochi giorni
prima del rientro in Europa, decidiamo di tornare senza fretta verso Tana.
Il paesaggio cambia ad ogni ora: da terrazze coltivate a riso a montagne in
stile austriaco, foresta pluviale, lemuri, zebù e un sacco di gente cordiale e
interessante! Ad eccezione di alcuni poliziotti corrotti durante i controlli,
non abbiamo mai visto una situazione pericolosa e riusciamo perfino ad
arrivare in tempo in aeroporto per cominciare il viaggio di ritorno in un
modo completamente diverso. Con i cuori colmi di emozioni, le teste farcite
di immagini incredibili, musica, odori, colori, ricordi impressionanti, Uli ed
io abbiamo fatto ritorno a casa, consapevoli entrambe che nessun luogo
prima ci aveva toccate nel profondo come il Madagascar.
Uli in action.
Il caratteristico Baobabdel Madagascar.
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XVI TROFEO NEIROTTI, 7-8 MAGGIO 2011 90 ISCRITTI. Un successo inaspettato al XVI Trofeo Neirotti sulle acque di Torbole sul
Garda. Tutti i top italiani erano presenti, nessun assente, era da tanto che non si
vedevano questi numeri e anche questi nomi in acqua tutti insieme! Il Circolo Surf
Torbole e Circolo Vela Arco hanno amministrato al meglio questi due giorni di regate,
che hanno visto in acqua 90 atleti battersi prima in FW (Formula Windsurfing) e poi
in Slalom. Durante la giornata di sabato si sono disputate prima le prove di FW e a
seguire (dopo una leggera pausa) due prove di Slalom su percorso downwind con
partenza di flotta. Il vento non era di certo la classica “Ora” di Torbole, ma non ci
sono stati assolutamente problemi per la classe FW, qualche problema invece per lo
Slalom, che, dopo la prima prova, la seconda è stata al limite del planabile. A fine
giornata Cucchi e Menegatti erano rispettivamente primi per le categorie FW e
Slalom. Domenica è stata caratterizzata da ancora meno vento, e quindi si sono
disputate solamente prove di FW, lasciando invariata quindi la classifica dello Slalom.
Cucchi senza problemi si è portato a casa quasi tutte le prove di FW, andando a
vincere la Coppa Italia davanti a Begalli e Reuscher. Per lo Slalom vince quindi
Menegatti, seguito da Iachino e Malte. Il trofeo Neirotti (somma delle due discipline)
è stato vinto invece dal romano Marco Begalli, che è riuscito a essere costante sia in
FW che in Slalom, portandosi a casa questo bel risultato!
CST CUP, 23-24 MAGGIO 2011Iniziano come di consueto le gare al Garda, e quest’anno si aprono direttamente a
Pasqua con la CST Cup, regata Slalom su percorso downwind molto lungo, con
arrivo proprio davanti alla spiaggia del Circolo Surf Torbole. Tanti i regatanti al via,
e diversi nomi importanti come Cucchi, Fauster, Iacchino, Malte, Prati e tanti altri.
Il sabato sembra partire proprio bene con un bel vento da sud che pero a metà
pomeriggio cala drasticamente rimanendo molto rafficato e incostante. Nonostante
questo le regate vengono svolte sia sabato che domenica, con vento quindi medio
leggero, e che vedono il ritorno in grande alle regate italiane di Andrea Cucchi, che
dopo qualche anno passato dietro al pc per la sua azienda di vele Point-7, è riuscito
ad allenarsi e tornare in acqua più in forma che mai. Poco lontano da lui c’è Thomas
Fauster che si deve accontentare del secondo posto, seguito a poca distanza da un
forte Matteo Iachino che sembra molto in forma quest’anno. Fuori dal podio
Francesco Prati che precede il compagno di team Malte Reuscher. Dietro di lui
Armando Bronzetti, primo free12. Il vincitore degli juniores è il giovane Andrea
Mantovani che conclude con un ottimo settimo posto!
La flotta Slalom dela CST Cup.A destra: Marco Begalli, vincitore del Trofeo Neirotti.
Alberto Menegatti, Iº classificatoSlalom Trofeo Neirotti.
Una delle partenze della FW Trofeo Neirotti.
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EUROLYMPSELEZIONI OLIMPICHE - LAGO DI GARDA, 11-15 MAGGIO 2011Dopo 4 anni si torna a parlare nuovamente di Olimpiadi, dove il windsurf è
presente con la classe RS-X. Manca ormai poco a Londra 2012, poco più di un
anno, e le selezioni per i portacolori italiani sono ormai giunte al termine.
L’Eurolymp di Torbole sul Garda è stata la terza e ultima prova per la selezione
della squadra italiana. Solo un uomo e una donna per nazione sono ammessi, e
proprio per questa la campagna olimpica è stata molto dura e tirata!
Con quest’ultima gara di selezione sia gli uomini che le donne si giocavano il
tutto per tutto. Nel campo femminile la lotta era tra l’olimpionica Alessandra
Sensini e la giovane Laura Linares. Mentre per gli uomini la guerra era tra
Federico Esposito (Bart) e Fabian Heidegger, anche se vedeva avvantaggiato
Federico per le buone regate precedenti. A Federico bastava concludere
l’Eurolymp nelle prime 10-15 posizioni, mentre per Fabian i giochi si facevano
sempre più difficili se non impossibili.
Dopo 5 giorni di regate con condizioni di vento
medio-leggero con un totale di 11 prove per gli
uomini e 8 prove per le donne, si è giunti alla fine
delle selezioni olimpiche (per quanto riguarda
l’Italia). Questi sono i surfisti che ci
rappresenteranno per le prossime olimpiadi:
Federico Esposito e Alessandra Sensini. Se per
Alessandra è la sesta olimpiade (si avete capito
bene la sesta!) per Federico è la prima! Quindi in
bocca al lupo a tutti e due! Vi terremo aggiornati
sulle prossime regate importanti in vista delle
olimpiadi, e sul prossimo numero troverete
un’intervista esclusiva a Federico “Bart” Esposito! Non perdetevelo!
CLASSIFICHEREGATA SLALOM CST CUP1 CUCCHI ANDREA ITA 1 (Patrick, Point-7)
2 FAUSTER THOMAS ITA 106 (F2, North Sails)
3 IACHINO MATTEO ITA 140 (JP, Gaastra)
4 PRATI FRANCESCO ITA 10 (RRD, Point-7)
5 REUSCHER MALTE ITA 7777 (RRD, Point-7)
6 BRONZETTI ARMANDO ITA 186
7 MANTOVANI ANDREA ITA 15
8 FAUSTER VERENA ITA 31
9 PATUELLI SEBASTIAN ITA 848
10 VALENTI STEFANO ITA 604
11 WENTER ROLAND ITA 94
XVI TROFEO NEIROTTIFW
1. CUCCHI ANDREA ITA (Patrick, Point-7)
2. BEGALLI MARCO ITA 415 (Starboard, Severne)
3. REUSCHER MALTE ITA 7777 (RRD, Point-7)
SLALOM
1. MENEGATTI ALBERTO ITA 4 (Starbord, Gaastra)
2. IACHINO MATTEO ITA 140 (JP, Gaastra)
3. REUSCHER MALTE ITA 7777 (RRD, Point-7)
SL. JUNIORES
1. CAMOZZI NICOLA ITA 993
SL DONNA
1. FAUSTER VERENA ITA 31
FREE 12
1. WENTER ROLAND ITA 94
2. FERRI GUIDO ITA 7799
3. BRONZETTI ARMANDO ITA 186
COMBINATA TROFEO NEIROTTI: BEGALLI MARCO ITA 415 (Starboard, Severne)
Alessandra Sensini, parteciperà alla sua6ª Olimpiade, Londra 2012!!!
Francesco Prati
ANDREA CUCCHI IS BACK!Tutti conoscono Andrea Cucchi is back!, in testa alle classifiche nazionali e
internazionali per diversi anni e da alcuni anni alla guida di Point-7, le vele nere che
ormai stanno conquistando il mondo. Proprio per questo Andrea ha trascurato
molto le gare negli ultimi anni, ma quest’anno sembra tornato più in forma che mai
vincendo due gare su due nelle acque di casa!
Che il vero Cucchi sia tornato imbattibile come un tempo? Scopriamolo insieme a lui:
Ciao Andrea, innanzitutto complimenti per le due regate vinte (CST Cup e
Coppa Italia FW), spiegaci un po’ a noi poveri mortali come mai questo rientro
in grande stile alle regate?
Ti ringrazio. Non ho mai veramente smesso di competere, ma sicuramente molto più
part time e con molto meno allenamento. L’anno scorso non ho partecipato alle gare
in Italia perchè avevamo appena aperto lo Store di Point-7 a Torbole e dunque
quando ero a casa, ho seguito più volentieri l’iniziazione dello store, e ho solo
partecipato al PWA. Oggi dedico molto più tempo allo sviluppo del materiale e
all’azienda. Il rientro alle regate nazionali quest’anno è stato grazie ad un team
fantastico alle spalle che sta gestendo l’azienda in maniera egregia, e dunque ho
avuto la possibilità di staccare e dedicarmi a qualche gara in più. Fare regate è
importante per capire al massimo livello il comportamento dell’attrezzatura quando
spremuto al centesimo. È da li che parte il vero sviluppo. Ho così anche la possibilità
di passare tempo con la mia squadra e capire anche le loro esigenze, valutando in
questo modo il vero feedback che posso ottenere anche da loro.
Alle due regate vinte erano presenti i più forti italiani del momento.
Certamente ti sei preparato bene quest’inverno. Dove sei stato? Hai seguito
un allenamento specifico?
Palestra, corsa, diete... sono tutti ricordi. Grazie ai test e sviluppo attrezzatura riesco
entrare in acqua tutti i giorni per qualche ora, ed è questo a tenermi allenato. Il resto
dell’allenamento lo faccio davanti al computer! Ho passato 4 mesi a Tenerife dove
abbiamo trovato condizioni di vento fantastiche sempre sopra i 25 nodi. Con le vele
grandi che poi ho usato alle 2 gare non ci ero mai uscito. Giusto una settimana prima
della gara con Patrik Diethelm, per fare dei test di pinne.
Quali sono i tuoi programmi per quest’anno?
Il programma è di andare il più forte possibile, ma tenendo conto che sicuramente
non posso più essere concentrato come lo ero una volta. Parteciperò alle gare più
importanti di Formula e PWA. Oltre ad essere importante per lo sviluppo del materiale,
è anche un’ottima scusa per poter viaggiare e creare nuovi contatti per Point-7.
Con i tanti impegni della tua azienda, riesci sempre a uscire in surf ed
allenarti?
Non ha senso fare questo lavoro per dimenticarsi lo spirito vero di questo sport
chiudendosi in ufficio. Bisogna prendersi tempo per andare in acqua tutti i giorni per
capire meglio il prodotto che si sviluppa, si produce ed alla fine si vende al cliente.
Solo così si può consigliare e soddisfare i nostri amici surfisti. Tutta la nostra
attrezzatura viene testate in acqua e messa in commercio solo se ci abbiamo fatto
abbastanza ore di navigazione, e solo se siamo convinti del prodotto al 100%. Nella
nostra azienda abbiamo solo windsurfisti, molti che partecipano anche a gare, ed
hanno quasi l’obbligo di uscire in windsurf tutti i giorni. Dobbiamo essere aggiornati
365 giorni all’anno su quello che succede nel nostro vero mondo.
Cosa consigli a un surfista che durante la settimana lavora e non ha tanto
tempo per uscire in surf? Palestra, corsa, bici… ?
Se si ha tempo di andare in palestra, si ha tempo di farsi anche 20 minuti di windsurf
che fa molto meglio che fare qualsiasi altra cosa. Poi se non si abita vicino all’acqua
allora meglio andare a correre, o con la bici... la palestra la metterei per ultima.
Grazie Andrea e in bocca al lupo per tutta la stagione!
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OBERALP - TEL 0471.242874 - [email protected]
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STEP BY STEPBoujmaa Guilloul:
FOTO 1) Appena vista la rampa ho capito immediatamente che si trattava del tipo di
rampa che aspettavo da tanto. Era il momento di tentare quel triplo, lo dovevo fare
a Maui perché è il luogo per dare sfogo alle mie follie… Non stavo pensando al
Forward quel giorno, ma una volta vista la velocità che avevo e quanto vento c’era,
l’ho provato. Da questo istante ho isolato le mie emozioni e mi sono detto ora o mai
più, almeno per un primo serio tentativo. Ho bloccato tutti i miei pensieri. Tutto ciò
che sapevo era che avrei dovuto ruotare 3 volte.
FOTO 2) Qui è il momento del decollo, sapevo che avrei raggiunto una buona altezza
per il triplo, la raffica mi stava spingendo in alto.
FOTO 3) Assumo l’assetto per continuare a salire.
FOTO 4-5-6) Nel momento in cui raggiungo la massima altezza inizio la prima
rotazione. È andata bene, leggermente lenta ma in pieno controllo.
FOTO 7) Al termine del primo Forward, nella mia mente ero già pronto per il secondo,
come si vede nella prossima foto…
FOTO 8)… Qui, si vede chiaramente, che ho ancora abbastanza potenza nella vela.
FOTO 9-10-11) La rotazione sta diventando troppo verticale, il che non mi ha aiutato
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per la terza rotazione… come si vede ho chiuso la seconda rotazione troppo verticale.
FOTO 12) Qui ho perso tanta altezza e velocità e non ho più vento nella vela e il mio
corpo è distante dall’attrezzatura…
FOTO 13) Ora il corpo è troppo indietro, la tavola e la vela non ruotano insieme, sto
perdendo velocità attorno all’asse della rotazione, la vela non mi spinge più in avanti.
FOTO 14-15) Sto tirando in avanti, per andare verso la terza rotazione, ma il tutto è
fuori equilibrio, la tavola, io, tutto è lontano dall’asse di rotazione, ho comunque
forzato la terza rotazione, diciamo che il mio corpo e la mia attrezzatura non sono
più un corpo unico, come nella prima e nella seconda rotazione ed ora l’incidente.
Qui il crash, dietro l’onda non si può vedere ma è stato serio… non ricordo nulla di
questo perché ho perso i sensi.
Ciao Boujmaa, prima di tutto come stai e come ti senti?
Sto molto meglio ora, ancora un po’ di giorni di convalescenza. Sono solo un po’ giù
di morale perchè non posso andare in acqua.
Avevi mai tentato un triplo Forward prima?
No non lo avevo mai provato seriamente, è stato il primo vero tentativo.
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Quando hai visto la rampa, avevi già intenzione di provarlo? Oppure hai deciso una
volta in aria?
Appena ho visto l’onda ho capito che si trattava della rampa che da tempo stavo
aspettando per tentare il triplo... e con la perfetta raffica. Ho solo esitato un attimo
prima di iniziare la terza rotazione.
Perchè hai aspettato prima di iniziare la prima rotazione, come un Forward esitato?
Campello nel suo tentativo a Pozo aveva iniziato la rotazione subito mentre stava
ancora salendo!
Secondo me quando si va molto veloce, se si inizia la rotazione mentre si sale l'asse
della rotazione si sposta. Se invece vai molto molto in alto secondo me è possibile
chiudere tutte e tre le rotazioni prima di toccare l'acqua, questa volta non ero
abbastanza alto...
Cosa hai pensato dopo la prima rotazione?
Ho pensato di essere abbastanza in alto per farne una seconda e poi, finita la
seconda, che potevo chiudere anche la terza.
Cosa è andato storto però?
Il mio corpo ha rallentato ed ha perso il ritmo della rotazione, similmente a quando
si prova il Forward e non sei convinto al 100%, sposti la mano dietro ma il corpo è
troppo distante dal rig, sicuramente non lo chiudi.
Ti ricordi quale parte del corpo ha colpito l'attrezzatura? Quali sono state le
conseguenze?
Non ricordo nulla, solo l’onda, poi il volto di Klaas mentre ero in aria, tutto il resto è
il vuoto... Ho una frattura al quinto metacarpo, una commozione cerebrale, ho bevuto
acqua e quasi sono annegato, anzi ero annegato, ringrazio Klaas per avermi salvato.
Invece non si è rotto nulla dell’attrezzatura.
Ti sei reso conto immediatamente della situazione?
Non ricordavo nulla, quando sono ritornato cosciente non riuscivo a capire cosa
fosse successo o dove fossi... un vuoto nella memoria...
Come sei stato soccorso?
Klaas mi ha “ripescato” da sottacqua, Ferdinando Loffreda lo ha aiutato a
trasportarmi sulla sua tavola mentre io continuavo ad affondare. Klaas mi ha poi
massaggiato i polmoni in modo da permettermi di riprendere la respirazione, dopo
qualche minuto è arrivato anche il lifeguard per riportarmi a terra, poi ricordo la
sirena dell’ambulanza mentre lentamente riprendevo i sensi in spiaggia.
Tra quanto tornerai in acqua?
Direi una decina di giorni ancora.
Lo proverai ancora?
Certamente, in questo momento non ho paura e spero che sia così e di mantenere
la mia solita attitudine quando tornerò in acqua. Sicuramente indosserò il caschetto
e l'impact vest...
Penso che tu voglia cogliere l’occasione per chiarire la questione dell'assicurazione…
Tutto bene, ho l'assicurazione viaggio ed è tutto risolto, hanno pagato tutti gli oneri.
PS: thanks to Mario Gozzetti / www.oceansource.net
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INCIPT: Idea buona, ma come realizzarla? Prima di tutto ci vuole un buon fotografo
e con i tempi che corrono non sempre è così scontato trovarlo, poi ci vuole un team
affiatato di rider che si conoscano alla perfezione, ci deve essere una bella giornata
di sole e senza foschia, le onde devono essere perfette e possibilmente delle lunghe
barre che arrivino da lontano spazzolate da un fresco vento side (capirete poi il
motivo) ed, infine, un posto che sovrasti lo spot per posizionare il fotografo in modo
che si veda nelle foto più sfondo possibile, ovviamente lo spot dovrebbe essere anche
a nostra completa disposizione senza nessun altro rider. Semplice no?!?
Assolutamente no… infatti prima di arrivare al risultato di questo articolo sono stati
diversi i tentativi andati a vuoto per la mancanza di una o più delle condizioni sopra
descritte. Arriva però il giorno X e, dopo il nostro appuntamento di mattina presto ad
Haakgat per fare un check delle condizioni e constatare ancora una volta
l’impossibilità di iniziare il lavoro, ecco che Andrea Rosati salva letteralmente la
situazione dicendo che secondo lui saremmo riusciti a raggiungere il nostro
obiettivo nello spot sotto casa sua, a Sunset Links! Detto fatto ed in un attimo ci
siamo spostati a Sunset per controllare le condizioni e scoprire che era davvero
tutto perfetto. Vento side da 5.0, lunghe barre che arrivano da lontano, sole e
soprattutto tutto lo spot solo per noi! Una volta istruito il fotografo principale, Felice
Zompanti, su come scattare e chiesto all’aiuto-fotografo Andrea Beverino di
documentare anche il “dietro le quinte”, ci prepariamo per scendere in acqua,
armando comodamente le nostre vele sul prato del campo da golf davanti la casa e
cambiandoci in giardino… davvero una location notevole. Unico neo della situazione,
il quarto rider, Massimo Mannucci, il “Manna”, che per un impegno improvviso e non
posticipabile non riuscirà a raggiungerci per tempo, ricordiamo però ringraziandolo
che il suo aiuto è stato fondamentale nella progettazione delle varie sequenze. Infatti,
ogni sequenza che vedrete in questo articolo è stata pensata e progettata a tavolino,
creando una “sceneggiatura” su carta che poi abbiamo cercato di seguire e
realizzare nel migliore dei modi in acqua. Abbiamo cercato di ricreare le situazioni
più comuni che possono capitare tra le onde per capire quale rider ha diritto di
precedenza e quale no, vi proponiamo anche delle sequenze con degli atteggiamenti
assolutamente da evitare. Sperando di poter rendere un utile servizio a tutti noi e
per la nostra sicurezza vi lascio alla spiegazione delle varie sequenze.
IL BUON SENSO: È inutile imbrattare pagine di inchiostro o discutere in spiaggia
o sui blog se manca la prima cosa fondamentale, ovvero il buon senso ed il rispetto.
Su un’onda potete avere la precedenza oppure no, ma se vi accorgete che siete in
una situazione di possibile rischio per voi o per un altro rider vicino a voi, l’unica
cosa da fare è aver il buon senso di evitare di peggiorare le cose! Lasciate l’onda,
oppure non avvicinatevi troppo a un rider in difficoltà o poco esperto, usate sempre
la testa e con rispetto eviterete incidenti spiacevoli. In secondo luogo, cercate in ogni
momento di essere consapevoli delle regole, in questo modo eviterete situazioni
pericolose.
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LA REGINA DELLE REGOLEChi prende per primo l'onda
arrivando da fuori o chi per primo
riesce a planarci sopra ha la
precedenza su tutti. Sia sul rider
sopravento che su quello sottovento
(sequenza 1).
Questa è la regola principale, se
rispettate questa è impossibile creare
ed avere problemi. Se imparate a
leggere il mare da fuori, scegliere l’onda
giusta e prenderla più al largo di tutti
questa sarà soltanto la vostra onda e
avrete precedenza su tutti gli altri! Non
a caso i migliori wave rider di Hookipa,
come Levi Siver, nel loro home spot
quando escono fanno dei lunghissimi
bordi, scelgono l’onda non ancora
formata, avendone indubbiamente la
capacità, e quella sarà la loro onda e
nessun altro potrà interferire con la
loro surfata. Se rispettate questa regola
tutti gli altri casi di cui parleremo in
questo articolo sono soltanto delle
appendici e dei casi particolari
all’interno della regola principale: chi
prende l’onda per primo e da più
fuori ha la precedenza su tutti! Come
potete vedere nella sequenza il rider A
sceglie l’onda giusta e rientra verso riva
con la sua onda. Inizia poi a posizionarsi
nel modo corretto per poterla surfare al
meglio. In questo momento i rider B e C
vedono il rider A e non possono
interferire nella sua surfata, non hanno
il diritto di surfare l’onda del rider A.
Solo una volta che il rider A ha deciso
come e dove surfare la sua onda
eventualmente il rider B sopravento può
anche lui surfare la stessa onda, ma
non deve interferire assolutamente con
il rider A, il “proprietario”, e soprattutto
mantenersi sempre a distanza di
sicurezza. Il rider C invece che si trovava
sottovento deve abbandonare l’onda.
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PRECEDENZA AD USCIREChi esce ha sempre la precedenza su chi
rientra. Questa è una regola fondamentale
soprattutto negli spot dove si salta ed è una delle
cause principali di incidente e collisione tra
surfisti. Il rider in uscita punta a tutta velocità al
lasco l’onda per saltare o per passare le schiume
ed il rider che si trova su quella stessa onda non
può iniziare a surfare. Infatti come si vede nella
sequenza 2 il rider B che sta rientrando con le
spalle all’onda, ha sempre la possibilità di
manovrare più facilmente, ed eventualmente di
ritornare direttamente a riva. Al contrario il rider C
in uscita deve poter avere il campo libero per poter
passare le schiume al meglio. Nella sequenza
infatti il rider B non inizia la sua surfata per
lasciare libertà di scelta e di posizione al rider C
che deve affrontare e superare un’onda che sta
per frangere e quindi deve avere la massima
libertà di scelta su dove andare per evitare di
essere frullato. A volte, però, a causa della scarsità
del vento per il rider in uscita e la voglia di surfare
del rider in entrata, si rischia spesso la collisione
tra i due. Calcolate bene i tempi del rider in uscita
rispetto alla vostra onda per poterla surfare in
sicurezza e usate sempre il buon senso!
DUE RIDER SULLA STESSA ONDAIn caso di “parità” di due rider sulla stessa
onda, il rider che si trova sopravento ha la
precedenza sul rider sottovento.
Ad ogni modo dovrebbe essere una situazione
praticamente impossibile per la regola di chi
prende l’onda da più fuori e che quindi ne ha la
precedenza. Attenzione, se il rider sottovento
riesce a prendere anche solo per 5 metri l’onda
prima del rider sopravento, allora ne diventa il
“proprietario”. Il rider B deve quindi aspettare che
il rider A decida come e dove vuole surfare l’onda
prima di partire.
Nel caso specifico della sequenza 3, parità tra i
due rider, il rider B sopravento ha diritto di
precedenza sul rider A sottovento, che quindi
dovrà abbandonare immediatamente l’onda per
non interferire con la surfata del rider B.
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WINDSURF VS KITEMolte volte ci possiamo trovare in spot affollati con anche tanti kiter. In questo
caso entriamo nel diritto di precedenze tra discipline diverse. Se il surf
rappresenta il mezzo principe dell’arte del waveriding e quindi ha diritto di
precedenza su chiunque altro, vedi anche il famoso cartello di Hookipa del Ten
Man Rule, ovvero che non possono esserci windsurf in acqua se in una certa
zona dello spot ci sono più di 10 surfisti (avevamo già analizzato questa regola
sulle pagine di Funbaord), è anche vero che probabilmente quando ci sono
windsurf e kite in uno spot con le onde, i surfisti non ci sono, a causa del vento.
Il kite rispetto al windsurf ha però il vantaggio di poter risalire più facilmente
sopravento e quindi in spot dove il vento viene leggermente da mare, il kite
riuscirà sempre a rimanere nella zona “buona” delle onde e sopravento ai
windsurfer. In questo caso bisognerebbe applicare la regola principale delle
precedenze tra le onde, ovvero che ha diritto di precedenza chi prende l’onda
da più lontano che sia kite o windsurf.
Quindi quando i nostri simpatici amici del kite fanno il gioco del bordo corto e
sempre sopravento per poter prendere più onde possibili, a noi non rimane
altro che utilizzare, a ragione, le regole del wave riding.
Purtroppo molte volte in questi casi manca l’uso del buon senso, per fortuna
non è sempre così. I kite essendo facilitati nel potersi posizionare più
sopravento dovrebbero rispettare il loro turno prendendo le onde da fuori
come i windsurfisti e quindi “allungare” il loro giro, in modo tale da lasciare
spazio anche ai windsurfer.
Il cartello Ten Man Ruledi Hookipa, Maui.© Massimo Mannucci
ARRIVO DA FUORI E SOTTOVENTONel caso in cui il rider C arrivi da più fuori già sull’onda ma sottovento rispetto al
rider A, che però non si trova sull’onda ma è fermo o sta aspettando l’onda per
surfarla, pensando erroneamente di avere la precedenza trovandosi sopravento, il
rider C ha comunque la precedenza sul rider A. Questo esempio non è altro che una
variazione della regola principale di chi arriva da più fuori ha il diritto di precedenza
sull’onda, anche se un rider si trovasse sopravento a lui. Nel caso specifico della
sequenza 4 il rider A che sa di non avere la precedenza pur trovandosi sopravento
ma non avendo preso l’onda per primo, deve lasciare campo libero al rider C.
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LE REGOLE DEL SURF Un articolo sulle precedenze deve necessariamente descrivere anche le regole
del surf da onda. Abbiamo chiesto ad uno specialista in materia, Gabriele Raso,
qualche delucidazione. Per prima cosa nel surf esistono 3 diversi tipi di onda: A-
Frame, Point e Beach Break.
Per quanto riguarda le A-Frame sono onde a V con una sezione sinistra ed una
destra (una “destra” la identifichiamo quando, spalle all’onda, questa rompe alla
nostra sinistra). In questo caso ha la precedenza il surfista che è più interno al
picco. Su una destra avrà quindi la precedenza chi si trova più a sinistra. Sulle
onde A-Frame sarebbe possibile avere due surfisti sulla stessa onda, a parte che
uno prenda la sezione di sinistra e l’altro la destra.
Nel caso di un Point e quindi di una sinistra o una destra, ci potrà essere un solo
surfista e avrà la precedenza chi partirà più interno al picco.
Nel caso del Bech Break dove il picco è variabile, riuscirà ad avere la precedenza
il surfista che leggerà meglio l’onda e riuscirà a posizionarsi sul picco.
In alcuni spot esistono però delle onde A-Frame o Point con sezioni variabili. In
questi casi il diritto di precedenza lo acquisisce chi riesce a partire da più fuori,
dall’out-side. Anche nel surf ci sono problemi di precedenze tra le varie discipline
come shortboard, longboard oppure anche il SUP. Come scritto sopra, ha la
precedenza chi prende l’onda da più fuori, quindi un long rispetto ad uno short
sarà sempre avvantaggiato, come lo è il SUP che può partire ancora da più
esterno. In questo caso sarebbe però utile, come già succede all’estero, che nei
vari spot ci siano sezioni di onde diverse per le varie discipline. Per fare un
esempio pratico a Pipeline i longboard non ci vanno! In Italia invece su un’onda
ci vanno tutti e, fermo restando che ha la precedenza chi parte da più fuori,
bisognerebbe poi rispettare il “giro” tornando fuori e mettendosi in coda, dando
così la possibilità anche a chi parte più sotto di surfare le sue onde. Anche in
questo caso il buon senso potrebbe risolvere molti problemi.
IL DROPPAGGIODroppaggio significa letteralmente rubare l’onda, iniziando una surfata dove il rider
non aveva il diritto di precedenza rispetto al rider “proprietario” dell’onda.
Generalmente, se nei casi descritti precedentemente possono sorgere delle
incomprensioni generate dalla non conoscenza delle regole e delle loro specifiche
varianti, il droppaggio è un atteggiamento scorretto e antisportivo. Il caso più
eclatante del droppaggio nell’ambito del windsurf è la strambata sopravento del
rider che vuole acquisire il diritto di surfare l’onda, ma che non lo può avere perché
l’onda è del rider che sta arrivando da fuori.
Nella sequenza 5 il rider C vede una bella onda arrivare e incurante del rider B che
sta seguendo l’onda da fuori, decide di strambare sopravento dichiarando in questo
modo di voler droppare l’onda. Il rider C ovviamente anche se è sopravento rispetto
al rider B non può avere diritto di precedenza. Incurante di questo si avvicina
pericolosamente al rider B che per evitare situazioni di rischio usa il buon senso e
lascia l’onda al droppatore. Questo è un atteggiamento altamente scorretto e mal
visto da chiunque, assolutamente da evitare.
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Nella sequenza 6 invece il
rider B sopravento, stramba
davanti all’onda del rider A. Il
rider B sapendo di essere in
torto e di non aver diritto di
precedenza lascia comunque
lo spazio di manovra
necessario al rider A, e
solamente una volta che
quest’ultimo ha deciso come e
dove surfare la sua onda,
allora il rider B può anche lui
iniziare la sua surfata, ma a
distanza di sicurezza. Anche
questo atteggiamento è molto
scorretto ma non così grave
come il caso precedente. È
comunque un comportamento
da evitare e se proprio non
resistete dal farlo usate il
buon senso.
Esiste anche un altro modo molto scorretto di
droppare un’onda. Ovvero di “scavallarla”
arrivando da dietro. Nella sequenza 7 il rider B
cerca con tutta la sua velocità a disposizione di
superare l’onda da dietro per poterla surfare. In
questo caso il rider A, che ha la precedenza, si
trova sopravento, ma anche se si trovasse
sottovento è un atteggiamento assolutamente
vietato da fare da parte del rider B. Non fatelo mai!
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PROLOGOUn particolare ringraziamento ai miei compagni di avventura, Andrea Rosati e
Andrea Mariotti, perché grazie alla loro esperienza siamo riusciti in davvero
poco tempo a realizzare tutte queste sequenze, al fotografo Felice Zompanti per
aver assecondato i nostri programmi, ad Andrea Beverino per averci aiutato, a
Massimo Mannucci per aver dato anche un po’ del suo… anche se poi non è
arrivato in tempo per le foto in acqua.
Dopo aver finito lo shooting ci siamo goduti i benefit di “casa Rosati” con tuffo in
piscina in muta e birra per brindare alla conclusione del progetto! Have fun…
Per info e prenotazioni Cape Town vi consigliamo di contattare:
- Felice Zompanti: affitto alloggi, biglietti aerei, gite turistiche a Cape Town, parchi
nazionali, Namibia compresa. Affitto attrezzatura windsurf, kite, surf e SUP.
Per info: Felice Zompanti, Tel +27.21.5570043, Cel +27.72.3090470,
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Mobile: 0027.(0).82.493.3396, www.sunsetresidence.co.za, Skype: fruetonline
Da sinistra: Andrea Mariotti, Andrea Beverino, Carol la maid, Fabio Calò e Andrea Rosati.
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[Scotty] È da anni ormai che cerco di convincere Jason a fare un viaggio assieme in
W.A. Eravamo a Sylt con vento dritto da mare sotto la tempesta e sognavamo
condizioni down the line con il sole.
Nella mia carriera PWA di solito riservo i primi 10 giorni di settembre per andare
verso nord, in modo da abituarmi meglio alle condizioni tipiche dell’Europa. Ora però
sono coinvolto con la ricerca e lo sviluppo a tempo pieno, quindi continuo a
rimbalzare avanti ed indietro dall’Australia settentrionale a Bangkok, come uno yoyo
ritardato. Però riesco, comunque, a prendere quasi tutti gli swell belli.
In quel periodo anche Jason è libero dai suoi impegni di Coppa del Mondo ed ora
scruta un campo di gara molto più ampio che si estende sia sul Pacifico che
sull’Indiano. Pronto a partire alla prima avvisaglia di condizioni adatte, continua a
controllare i siti di previsioni su internet, facendomi innervosire parecchio.
Riassumendo, alla fine siamo riusciti a trovarci ed a fare questo benedetto trip
assieme…
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[Jason] Il mio primo ricordo di Gnaraloo è venire svegliati all’alba dal rumore
incessante delle sospensioni trasandate della macchina di Scotty, mentre
volavamo lungo lo sterrato. La polvere aveva intaccato sia l’esterno che l’interno
della macchina ed io ero incastrato come gli shangai tra il materiale da windsurf
ed il baule.
“Ma voi non state soffocando con tutta questa polvere?” ho chiesto.
“No zio, qui tutto bene”, Scotty replied.
Da quel momento in poi mi sono reso conto che Scotty fosse immune a questi
dettagli insignificanti; aveva appena percorso la stessa strada solo qualche
giorno prima, per un totale di 3000 km.
Secondo me, Scotty è davvero un windsurfista anomalo. La sua passione per la
ricerca delle condizioni è inossidabile ed, ormai, spararsi viaggi di 12-15 ore in
macchina per uno swell fa parte della sua giornata.
Probabilmente Scotty avrebbe dovuto nuovamente cambiare olio per la
milionesima volta, il ché però avrebbe giocato a mio favore in quanto avremmo
preso per il viaggio la roulotte di sua madre, munita di aria condizionata e letto
matrimoniale.
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L’approccio migliore per divorare le immense pianure della costa australiana nord-
occidentale è forse quello di noleggiare un piccolo aereo. L’unico problema è che non
c’è spazio per infilarci anche il jetski. Ho imparato da esperienze precedenti che,
quando sei alla ricerca di onde grosse, un jetski è vitale specialmente se al tuo
seguito c’è una crew di fotografi e cameramen.
In quest’occasione particolare sono stato anche raggiunto da uno dei miei migliori
amici neozelandesi, Campbell Farrell, che ha deciso di unirsi a noi all’ultimo secondo.
Alle prime luci dell’alba abbiamo avuto il primo assaggio del deserto e di Gnaraloo.
L’acqua era assolutamente cristallina ed il reef era in forma perfetta. Sinceramente,
non ho mai visto un reef così vivo ed in salute. Già dalla spiaggia si vedevano banchi
di pesci nuotare tra il corallo neonato e colorato.
Abbiamo trascorso l’intera giornata sulle nostre tavole da SUP, surfando con onde
sui 3 metri. Io ho usato la mia JP 9̀3, perfetta per quelle condizioni. È stato,
decisamente, un ottimo allenamento per lo swell di 5-7 metri previsto per la mattina
seguente.
Ricordo di essere arrivato nel parcheggio la mattina presto, vedendo tubi perfetti di
almeno 4 metri con lo spray che si alzava dal lip, accarezzato dal vento offshore. I
surfisti si stavano già sparando tubi di 8-10 secondi e poi non ho capito più niente.
Guardando più su, in lontananza, ho visto dei set molto grossi rompere alla
perfezione lungo il reef, senza nessuno che li surfasse.
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Mi sono girato verso Scotty a bocca aperta, indicando verso il reef sopravento. Mi ha
guardato con una faccia un po’ preoccupata.
Ovviamente non è che le onde fossero troppo grosse o robe del genere, ma aveva
visto un’espressione di follia sul mio viso e sapeva che avrebbe dovuto aiutarmi per
mandarmi al più presto possibile in mezzo a tutto il casino.
Per riassumere, Scotty era tutto tranquillo e rilassato, io invece ero iperattivo e
stressato!
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[Scotty] Penso sia dovuto al fatto che siamo creature abitudinarie, ma questa è
anche la routine generale di questa zona, specialmente in questo periodo dell’anno…
A- Svegliarsi sentendosi assolutamente a pezzi dalle intense surfate e windsurfate
dei giorni precedenti, cercando di muovere con cautela una gamba alla volta per
riuscire ad uscire dalla tenda e andare in bagno.
B- Fare il caffè e poi cominciare a sentire un certo languorino.
C- Guardare le nuvole per capire se ci sia ancora troppo vento offshore per andare
a surfare, girovagando per il campo tutta la mattina aspettando che cali per entrare
in acqua e prendersi un po’ di tubi. Il timing perfetto è proprio in questo momento
di transizione tra i fortissimi venti da terra e l’inizio della rotazione del vento da
mare, cercando di fare una session abbastanza breve in modo da conservare
abbastanza energia per windsurfare tutto il pomeriggio.
Per ora Jason mi ricorda un po’ Obelix (dal film Asterix ed Obelix). È come se sia
caduto in un pentolone di RedBull da piccolo ed ogni volta che ne beve un po’,
impazzisce e gli vengono i superpoteri. Jason si sveglia e dopo 3 secondi è già tutto
stressato… Dai dai andiamo, datti una mossa… questo è il passo per l’intera giornata!
Ci eravamo già divertiti un bel po’ il giorno precedente, ma quella mattina lo swell
pompava bene e Jason era più agitato che mai, impaziente di entrare a surfare. Il
fatto è che, però, quando io sorseggio il mio caffè, sto cercando di fare risvegliare le
mie sinapsi cerebrali una alla volta (ridotte anche piuttosto male da qualche birra
di troppo), mentre Jason s’ingurgita un beverone verdastro che lo rivitalizza per una
giornata intera restando costantemente in uno stato di agitazione. Tutto questo
nonostante si fosse preso una storta piuttosto brutta al piede il giorno prima e
faceva fatica a camminare. Ora invece ha già inserito il turbo e non vede l’ora di
prendere in mano il suo materiale da windsurf e disintegrare ogni povera onda che
gli capiti a tiro! Lungo la strada, passiamo anche per Midgies, un piccolo picco
sideoff che però sembra interessante. È un’onda che risulta surfabile solamente in
tow in con swell enormi e preferibilmente con l’alta marea, perché il reef, adesso
quasi asciutto, è tagliente come rasoi.
Tutti nel parcheggio chiedono agitati: “Polakow vuole uscire in windsurf a
Midgies?!??! Che ca**o gli passa per la testa?!?!?”. Nel frattempo le onde vengono
pettinate dal vento completamente offshore, mentre lui cerca di prenderne una,
galleggiando precariamente sul picco. Un’impresa davvero discutibile.
Ecco però che poi smentisce tutti quanti partendo su una bomba e volando a tutta
velocità lungo la parete, piazzando due o tre Cut Back da paura, per attaccarsi poi al
Jetski e ritornare sul picco e ripete l’operazione per 5-6 volte.
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[Jason] Scotty ha già parlato fin troppo di tutto quello che è successo finora, quindi
vi dico brevemente cos’è successo prima che arrivassi sul picco.
Immagina un po’:
1. Arrivi vicino ad un piccolo pezzo di reef quasi asciutto che vedevi a malapena da
riva.
2. Senti una brezza quasi completamente offshore sui 12-15 nodi.
3. L’acqua è così cristallina e blu che si vedono tutte le varie forme e colori del reef
sottostante.
4. Ecco poi che entra un set tubante sui 6-8 metri.
5. La parete dell’onda è zigrinata leggermente come le patatine fritte, e tuba mentre
viene verso di te.
6. Ed ora immaginati me, da solo, impazzire di gioia ad una visione del genere, senza
però poter condividere il tutto con nessuno.
Ed ecco alla fine com’è andata:
è tutta la vita che sogno di surfare onde di questa qualità.
Mi sono buttato in acqua dal jetski col mio materiale ed ho aspettato il set
successivo.
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La mia prima partenza è stata come lanciarsi a tutta velocità su una pista da speed,
se qualcuno mi capisce. Quando la parete è così perfettamente piatta, la tavola,
scorrendo a tutta velocità su queste piccolissime increspature, fa un suono quasi
continuo che è musica per le orecchie. È una sensazione davvero strana ma
eccezionale. L’onda è così perfetta che potresti prendere la porta di casa, mettergli
su una vela e riuscire comunque a fare tutto a pezzi.
La direzione dello swell di quel giorno e la forma perfetta del reef, rendevano le onde
così lunghe e ripide che sembrava quasi surreale. Ti sembrava sempre di essere in
ritardo e troppo in profondità ma poi ti rendevi conto che l’onda sarebbe rimasta su,
permettendoti di prendere tutto il tempo che volessi e di piazzare altre entrate
ancora più aggressive. Alla fine però, quando il reef diventava troppo basso e quasi
asciutto, l’onda tubava in close out. Dovevi quindi capire quando era il momento
opportuno per mollare il colpo ed evitare problemi.
Ho preso circa 3 onde prima di vedere Campbell sul suo SUP che usciva lungo il reef.
Una volta arrivatomi vicino, chiacchieravamo tranquillamente sul lineup, aspettando
il set successivo, lui sul suo SUP ed io sul mio windsurf.
Siamo anche riusciti a droppare insieme su un’onda abbastanza grossa, che ha
immediatamente reso questo viaggio indimenticabile. Condividere un momento di
tale perfezione col tuo migliore amico è una cosa davvero impagabile. Spesso e
volentieri bastano pochi attimi per fare la differenza.
Non era necessario, infatti, far esplodere un lip dopo un enorme Bottom Turn per
farmi sentire sereno ed appagato, perché è stato sufficiente condividere un’onda
così bella per qualche istante prima che esplodesse tubando sul reef.
L’unica pecca di questa mattina perfetta è stata che lo swell è calato drasticamente
e dopo 45 minuti, il vento è finito completamente. Da un certo punto di vista però
sono anche stato fortunato, in quanto sono caduto e mi sono preso un’onda di 8
metri sulla testa. Il materiale era scomparso ed il reef interno, poi, era poco
profondo e troppo affilato perfino per il jetski, quindi non ho più potuto recuperare
il rig.
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[Scotty] Stavo galleggiando precariamente più o meno dove Jason era riuscito a
partire sulle ultime sue onde, ed ecco che è arrivato un set enorme di bombe che
hanno rotto molto più fuori, e senza alcuna possibilità di scappare per il pochissimo
vento, mi stavo preparando a venir fatto a pezzi.
A questo punto però il Jetski si è rivelato davvero utile, permettendomi di salvare sia
il materiale che la pelle. Io ero tutto intero ma la roba era messa un po’ peggio.
L’intera chiglia della tavola era bucherellata come un colapasta a dimostrazione di
quanto sia basso e pericoloso il reef interno in quello spot. Anche la vela era conciata
piuttosto male.
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[Jason] L’unica tavola che era rimasta indenne sullo ski era quella da SUP. L’ho
presa su immediatamente e mi sono unito a Campbell per prendere qualche bomba.
Ce ne stavamo in piedi fianco a fianco sul lineup, chiedendoci chi volesse andare
sull’onda successiva. Non si potrebbe chiedere di meglio.
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Il drop era davvero ottimo, considerando che ero su una 9̀3 con onde di 6-8 metri.
L’onda cominciava a spingere molto prima di rompere, permettendoti di prenderla
con facilità. Una volta che poi arrivava sul reef, cominciava a srotolarsi e tubare
aggressiva. Dopo aver preso un’ultima bomba, mi si è rotto il leash cercando di
prendere un tubo bello massiccio ed ovviamente non c’è stato più niente da fare…
non avevo più giocattoli da distruggere.
Siamo tornati in spiaggia prima che la brezza marina cominciasse a spingere.
Mentre io raccattavo i pezzettini disintegrati della mia tavola, Scotty stava già
scendendo sottovento per farsi una “sesh” veloce al rinomato picco di Tombstones.
Mentre stavo armando la vela, ho avuto prova del perchè Scotty venga considerato
il miglior waverider della Western Australia.
Ha fatto tutto a pezzi. Curve a tutto rail pennellate alla perfezione, per poi andare ad
impattare le sezioni critiche con la tavola completamente verticale sul lip. Conosceva
il posto come le sue tasche ed io mi sono perso via a guardarlo per un sacco di
tempo, prima che il cameraman mi chiedesse se avevo intenzione di entrare o di
starmene in spiaggia a guardare.
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[Scotty] Io invece avevo ancora la mia flemma tipica del Nord. Ora che il vento è
entrato ed il corpo s’era ripreso dopo aver mangiato, era già tardo pomeriggio, ma
sono comunque stato in acqua 4-5 ore. Il mattino seguente ho avuto dei problemi
notevoli a riprendermi, anche perché ho dovuto celebrare questa magnifica giornata
di windsurf con qualche birra… È ormai dal 1988 che vengo qui quasi ogni anno e non
riesco mai a farne a meno. Adoro questo posto.
Jason è già operativo e stressato per tener d’occhio il prossimo swell in arrivo in
zona, e vuole lasciare del materiale da me in West Oz tra cui un paio di jetski e
parecchi rig interi, in modo da essere subito pronto in caso dovesse distruggere
un’intera attrezzatura. È un modo di pensare completamente diverso. Mi conviene
quindi darmi una mossa ed una regolata così, quando tornerà, farò meno fatica a
stargli dietro. Per essere sincero, prima di questo viaggio mi chiedevo a cosa
servisse tutto il lavoro che fa con la bici, fondo ed allenamento in palestra, anche
adesso che non gareggia più. Ora invece mi è tutto chiaro, è tutto per essere
preparato al meglio a giornate del genere, non è più per riuscire a passare un turno
in più in gara, ma per riuscire a divertirsi tutto il giorno, sopravvivendo anche alle
situazioni peggiori che si possano immaginare in condizioni proibitive.
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[Jason] Tornerò il prossimo anno in questo spot con uno swell più grosso e più
materiale a mia disposizione, in modo da poter veramente aggredire l’onda.
Considerate questa storia come un piccolo prologo sfizioso…
Jason Polakow (KA 1111) & Scott McKercher (KA 181)
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Steven Van Broeckhoven in Cana Brava, finalmente un rider Europeo vince una tappa del PWA Freestyle!!!
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FIRST DAYSPodersdorf è stata una delle tappe, di EFPT e di PWA, a cui ho sempre voluto andare,
ma di anno in anno, per un motivo o per l’altro, ho sempre rimandato. Sono dovuti
passare 13 anni perché mi si ripresentasse l’occasione e questa volta non me la
sono lasciata scappare: un paio di telefonate, la macchina fotografica in mano, la
mia buona amica Emanuela al mio fianco ed eccomi pronta alla partenza (non molto
consapevole di quello che mi avrebbe aspettato una volta arrivata).
Adesso passiamo alle cose serie: lo scorso 29 aprile si sono registrati, alla seconda
tappa di coppa del mondo Freestyle, 47 atleti, tra cui 4 italiani (Mattia Pedrani, Mattia
Fabrizi, Luigi Madeddu e Raimondo Gasperini); il primo giorno di competizione è
passato tra qualche acquazzone e l’attesa di vedere le quattro teste di serie (Gollito
Estredo, Taty Frans, Tonky Frans e Steven Van Broeckhoven) provare al tramonto il
tow in per la finale in notturna del giorno successivo; durante il secondo giorno
l’unica action che i migliaia di spettatori arrivati in spiaggia per l’occasione hanno
potuto vedere è stata, ancora una volta, la tow in session (EFPT): durante il
pomeriggio si sono svolte le qualifiche dove il local Max Matissek si è guadagnato di
diritto l’ingresso in finale con una perfetta Double Flaka insieme a lui sono passati
Bjorn Saragoza, Nicholas Akgazciyan e Anthony Ruenes; la finale notturna ha visto la
supremazia indiscussa di Gollito Estredo che, con una Burner Puneta e un Air Funnel
into Funnel Cana Brava, si è aggiudicato il primo posto e i 600 euro di montepremi,
alle sue spalle, Steven Van Broeckhoven con un Air Funnel e a seguire Tonky Frans
con uno stilosissimo Burner One Hand, Raimondo Gasperini, unico italiano in gara, si
è portato a casa un meritato nono posto. Se i primi due giorni di competizione sono
stati alquanto fiacchi, non si può dire lo stesso per i party notturni; ho promesso di
non raccontare nulla di quello che ho visto e immortalato con la macchina
fotografica, ma basta un po’ di immaginazione per capire quello che potrebbe essere
accaduto mettendo insieme tre tendoni stracolmi di gente, ballerine in abiti succinti,
fiumi di Bacardi e Vodka RedBull e giovani rider con molta voglia di divertirsi.
ACTIONIl terzo giorno, grazie ad un temporale improvviso, il vento è aumentato e si è dato
Steven Van Broeckhoven si gode il life style notturno di Podersdorf.
Kiri Thode, II classificato, mantenendo la leadership della classifica mondiale, in Shove It Spock.
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inizio al single, dove il nostro Mattia Fabrizi ha passato il turno, nella seconda heat
Danilo Menezes Da Silva ha battuto, scioccando tutti i presenti, Remko De Zeeuw e
Julien Mas ha buttato fuori Tilo Eber, mentre la terza e ultima heat della giornata ha
visto l’italiano Luigi Madeddu perdere la possibilità di passare il turno contro Adrian
Beholz . Il quinto e penultimo giorno il vento, finalmente, è arrivato a toccare punte
di 25-30 nodi che hanno reso la single elimination piena di stile; Mattia Pedrani è
stato il primo delle teste di serie a cadere facendosi battere dall’inglese Max Rowe
al secondo round; durante il terzo round Steven Van Broeckhoven ha dominato la sua
heat contro Deivis Parternina Teran, mentre Nicolas Akgazciyan ha vinto per un soffio
contro Bjorn Saragoza. I quarti hanno visto ancora una volta il dominio di Van
Broeckhoven che si è aggiudicato un posto in semifinale lasciando indietro Tonky
Frans; insieme a lui in semifinale sono arrivati Gollito Estredo che ha vinto su Dieter
Van Der Eyken, Kiri Thode che ha buttato fuori Davy Scheffers e Taty Frans che ha
avuto la meglio su Nicolas Akgazciyan. Quello che è accaduto durante questa
semifinale ha dell’eccezionale, Van Broeckhoven ha lasciato indietro Gollito a
domandarsi dove avesse sbagliato, mentre Kiri ha vinto su Taty; la battaglia per il
terzo e quarto posto ha visto vincere la forza di volontà di Gollito su quella di Taty.
La finale tra Van Broeckhoven e Kiri è stata pazzesca, i due atleti si sono sfidati a colpi
di Kabikuchi, Airfunnel into Funnel, Spock Kulo, Spock Kono, Kono stellari e Burner
into Funnel e Steven Van Broeckhoven, per solo mezzo punto, si è aggiudicato il
single. Finita la finale si è passati immediatamente al primo turno del double, Luigi
Madeddu e Raimondo Gasperini, anche questa volta, non sono riusciti a passare, la
stessa cosa è accaduta a Mattia Pedrani, che rompendo una strap ha lasciato
vincere con facilità il local Manuel Grafeanuer, l’unico italiano ancora in gioco alla
fine di questa lunghissima giornata era Mattia Fabrizi che si è dovuto svegliare alle
6.00 del mattino seguente per essere subito buttato fuori, con qualche perplessità,
da Adam Sims.
LAST DAYLa temperatura dell’ultimo giorno era glaciale e gli atleti hanno fatto fatica a
mantenere il ritmo, cosa che però non è accaduta ne a Anthony Ruenes che è riuscito
ad avanzare dalla heat 40 fino alla 46 dove solo Davy Scheffers è riuscito a fermarlo,
ne a Philip Soltysiak che ha spento definitivamente ogni speranza di Tonky Frans di
poter proseguire la sua strada nella competizione; Anche Soltysiak è stato fermato
da uno strabiliante Scheffers e la stessa cosa è accaduta sia a Taty che a Gollito. A
questo punto Davy Scheffers si stava giocando sia il secondo posto sia la possibilità
di sfidare il suo amico Steven Van Broeckhoven in finale contro Kiri ma, per la
seconda volta, Thode ha avuto la meglio sul giovane Olandese.
Davy Scheffers, in Kono, ottieme un fantastico podio rivelandosi la soprpresa piùinteressante del tour, giovane e olandese, lo conosceremo meglio tra qualche pagina.
Davy Scheffers festeggia come si deve il suo risultato.
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Ancora una volta Kiri Thode contro Steven Van Broeckhoven, a vincere, questa volta,
è stato Kiri; siamo arrivati al momento della super final (re-sailing per parità di
vittorie), Van Broeckhoven contro Thode: Steven si è giocato tutte le sue carte, Burner
stellari, Culo e Kono, mentre Kiri ha messo in mostra tutto il suo repertorio,
includendo anche un pazzesco Switch Stance Double Funnel, e, ancora per mezzo
punto… è STEVEN VAN BROECKHOVEN a vincere la sua prima tappa di PWA, riportando
il Freestyle europeo, insieme a David Scheffers, ai vertici della coppa del mondo.
Ecco le prime parole del neo incoronato vincitore: “Per me, questa è la prima volta
che vinco un evento di coppa del mondo. Mi sembra di sognare! Sono davvero felice
e motivato nel proseguire al massimo il tour di quest’anno. Durante la heat surfavo
solo per me stesso e non ero in grado di sapere se ce l’avessi fatta. Ho provato a fare
del mio meglio. Nella mia prima heat contro Kiri il vento era leggerissimo, quasi non
planavo, così ho deciso di aspettare la raffica e provare delle manovre potenti, ho
perso. In finale, il vento ha rinforzato un po’ ed ho potuto fare tutte le mie manovre,
è andata bene. Di sicuro questo è l’inizio di qualcosa di grosso per i freestyler
europei, ci sono così tanti talenti che stanno venendo fuori. Potrebbe essere l’anno
buono!”. Si è conclusa così la seconda tappa del campionato mondiale di Freestyle
ed è arrivato il momento di tornare a casa; durante il viaggio mi tornano alla mente
il caldo e il freddo, il sole e la pioggia, la piatta e l’uragano, gli amici rincontrati e
quelli conosciuti, le risate e le nottate di questi sei giorni, ma per me questo è stato,
soprattutto, il viaggio dei primi report e delle prime scadenze da rispettare, delle
prime interviste e delle prime foto “serie”; ho dovuto far passare più di un decennio
per arrivare a Podersdorf, ma quest’esperienza ha ripagato appieno la lunga attesa!
Enjoy your life, Fran
2011 PWA SURF WORLDCUP1. Steven Van Broeckhoven (F2 / Gaastra)
2. Kiri Thode (Starboard / Gaastra)
3. Davy Scheffers (Tabou / Gaastra)
4. Gollito Estredo (Fanatic / North)
5. Taty Frans (Starboard / Mauisails )
…
17. Mattia Fabrizi ( Fanatic / North)
33. Mattia Pedrani (Starboard / Simmer / MaverX)
33. Luigi Madeddu (Fanatic / North)
33. Raimondo Gasperini (Starboard / Severne)
Mattia Fabrizi in Ponch, è stato il migliore degli italiani.
Tonky Frans, sempre un difficile ostacolo da superare,ma questa volta si deve accontentare del 7° posto.
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Congratulazioni per il tuo terzo posto… Te lo aspettavi?
Grazie! Per me è stata una cosa davvero… davvero inaspettata!
Come ti sei allenato per questo evento?
Beh, quest’inverno prima di tutto sono stato un mese e mezzo a Bonaire per
allenarmi in condizioni di vento leggero, poi sono volato in Vietnam per il PWA
e infine sono tornato a Bonaire per un altro mese e mezzo.
Insieme a Steven Van Broeckhoven siete una copia formidabile... Ora
divisi solo da Kiri. Come vi siete conosciuti? Vi allenate sempre insieme?
Che tipo di amicizia avete?
Ho incontrato Steven due anni fa al lago, lo guardavo fare le manovre più
radicali e cercavo di imparare da lui, più mi allenavo più il mio livello cresceva
e, si sa come vanno queste cose, abbiamo iniziato ad andare in acqua assieme
e siamo rimasi in contatto; Steven era andato molto bene all’European Tour
l’anno prima e, quando ho deciso di provarci anch’io, è stato naturale fare tutte
le tappe assieme, cercando di spingerci oltre i nostri limiti.
Raccontaci qualche cosa di te. Come e dove hai iniziato a fare windsurf?
Ho iniziato a fare windsurf nel 2003 quando avevo 11 anni (o 12 ?!? non mi
ricordo molto bene) a Brouwersdam, ero lì con mio nonno, la sua vecchia
attrezzatura e la tavola di mia mamma, fortunatamente ho imparato
abbastanza in fretta da poter uscire con mio padre, che fa windsurf ormai da
20 anni.
Quindi provieni da una famiglia di windsurfers?
Oh sì, ce l’ho nel sangue ! Mia mamma lo praticava quando aveva vent’anni,
anche i miei nonni, fino a un po’ di anni fa facevano windsurf, mentre mio
padre e mio zio sono ancora molto presi da questo sport.
Raccontaci della tua prima gara…
La mia prima gara, non me la posso certo dimenticare: era il 2004, un contest
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di Freestyle in Olanda, a Brouwersdam, avevo tredici anni e tanta voglia di
competere; alla fine sono arrivato quarto, purtroppo, il giornale locale di
windsurf si è dimenticato il mio nome, ero così arrabbiato che gli ho scritto
una e-mail del tipo: “Hey, vi siete dimenticati di me… e sono anche arrivato
quarto!”.
Cosa fai nella vita?
In questo momento sono all’ultimo anno di sport menagment al college; ho
anche iniziato a programmare il mio windsurf clinics in Olanda, ma sto
cercando, allo stesso tempo, di farlo diventare internazionale, vorrei riuscire a
trarre il meglio da questo sport che amo.
Quanto e come ti alleni?
Quando sono a casa, in Olanda, appena c’è vento vado in acqua con mio padre
o da solo; in inverno, invece, mi trasferisco a Bonaire e anche lì cerco di
allenarmi tutti i giorni.
Obiettivo per questa stagione? PWA e EFPT?
Beh, non ho un vero e proprio obiettivo per questa stagione, poiché tra che è il
mio ultimo anno di scuola e che ho iniziato questo business sono molto
impegnato e non so ancora bene a quali eventi parteciperò, ma per quanto
riguarda il PWA vorrei entrare nei top 8… top 5… ma è difficile… top 6 … top 7…
Che materiale hai utilizzato per la gara?
Podersorf è stato un evento molto bello; il primo giorno il vento era così forte
che ho montato la 4.0, ero così sovrainvelato da non riuscire quasi a
strambare, allora ho preso la mia 4.4 che è un po’ più neutrale ed è andata
meglio, quando il vento è calato un po’ ho preferito uscire con la 4.8; mentre
oggi le condizioni erano da 5.2; alla fine ho usato quasi tutto il set, avevo
portato anche la 5.4, ma planavo già!
Qual è stata la heat più difficile?
Hmm ci devo pensare… Beh di sicuro Kiri perché mi ha buttato fuori, per ben due
volte ! Scontransi con Phil Soltysiak è stato impegnativo, anche con Taty e Gollito
non è stato semplice e contro tutti loro non mi sarei mai aspettato di passare.
Dove andrai dopo Podersdorf?
Il prossimo weekend ci sarà il campionato olandese, anche se credo che non farà
vento; verso la fine di maggio tornerò un po’ a casa per stare con la mia famiglia,
studiare, lavorare e guadagnare qualche soldo, mentre ai primi di giugno volerò a
Bonaire per la tappa di PWA e poi Aruba e tutte le altre fino a Pozo.
Il tuo sogno nel cassetto?
Vincere il titolo… Ad essere onesti vorrei avere una vita fortunata, avere una
famiglia quando sarò più grande, lavorare, divertirmi. Il mio sogno era
partecipare al Freestyle PWA e adesso che ci sono e sono arrivato terzo, quale
potrebbe essere il prossimo? Essere il campione del mondo?!? Forse lo
diventerò… Ma “forse” è una grossa parola!
FAST INTERVIEWBIONDE O BRUNE: Bionde… No brune… No mi
piacciono le indonesiane ma finisco sempre con le
bionde… quindi bionde!
DESTRA O SINISTRA: Destra
PODERSDORF O FUERTEVENTURA: Podersdorf
WAVERIDING O JUMP: Jump
DUNKERBECK O NAISH: Naish (per mio padre)
MURE A DESTRA O MURE A SINISTRA: Mure sinistra
DAHAB O COLUCCIA (SARDEGNA): Coluccia
SURFING O KITE: Surfing
MACCHINA O FURGONE: Furgone
ACQUA O COCA-COLA: Acqua
RED BULL O GATORADE: Redbull
COMPETIZIONI O FREESAILING: Freesailing
KONO O KULO: Sick high Kono
SCHEDA TECNICADATA DI NASCITA: 31 marzo 1992
DOVE: Zierikzee, Olanda
ALTEZZA: 180 cm
PESO: 65 kg
SPONSOR: Tabou, Gaastra, Brunotti
BOARDS QUIVER: Tabou Twister 90 e 80 e DaCurve
per fare Wave
SAILS QUIVER: Gaastra Pure di tutte le misure
PROFESSIONE: Pro Windsurfer, Windsurfclinics
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INFO
DATA DI NASCITA: 01 aprile 1993
LUOGO DI NASCITA: Porlamar, Isla Margarita
ALTEZZA: 180 cm
PESO: 75 kg
SPONSOR: Planet Allsports, Fanatic, North Sails
BOARDS QUIVER: Fanatic
SAILS QUIVER: North
PROFESSIONE: Pro Windsurfer
Ciao Deivis! Raccontaci qualcosa di te… Quando e dove hai iniziato a fare
windsurf? Chi ti ha insegnato?
Ciao! Ho iniziato a fare windsurf nel 2005 a Playa El Yaque quando Leo Estredo
(il fratello di Gollito) mi ha prestato per la prima volta l’attrezzatura.
Come e dove ti alleni?
Mi alleno a Playa El Yaque con Gollito, Yoli e gli altri bravi windsurfer che
vengono apposta ad allenarsi qui.
Cosa ti ha portato a competere?
La mia motivazione è stata quella di voler rappresentare la mia nazione
insieme a Gollito e Yoli, oltretutto ho voluto dimostrare a me stesso che con
molto allenamento e molta fatica avrei potuto realizzare il mio sogno di
diventare un windsurfer professionista.
Podersdorf 2011 è stata la tua prima tappa di PWA? Se non lo è stata
raccontaci la tua prima tappa?
La mia prima tappa di PWA è stata lo scorso anno a Lanzarote, Fuerteventura;
ero super eccitato di poter competere per la prima volta, ero anche a super
nervoso, ma è stata un’esperienza indimenticabile!
Sei soddisfatto del tuo risultato a Podersdorf?
Sono soddisfatto del mio diciassettesimo posto, anche perché ho appena
iniziato la mia carriera e sto lavorando tanto per acquisire più esperienza
possibile in modo tale da poter ottenere risultati sempre migliori nelle
prossime competizioni .
INFO
DATA DI NASCITA: 01 aprile 1992
LUOGO DI NASCITA: Brasschaat, Belgio
ALTEZZA: 174 cm
PESO: 66 kg
SPONSOR: Sunwise, Pat Love, Fox-sports
BOARDS QUIVER: Starboard
SAILS QUIVER: Severne
PROFESSIONE: Studente e Pro Windsurfer
Ciao Dieter! Raccontaci qualcosa di te… Quando e dove hai iniziato a fare
windsurf ? Chi ti ha insegnato?
Ciao, mi presento sono Dieter Van der Eyken, ho 19 anni e vengo dal Belgio. Ho
iniziato a fare windsurf quando avevo 7 anni, anche se devo ammettere che avrei
voluto iniziare già da quando ne avevo appena 4, guardavo mio pare fare windsurf,
purtroppo all’epoca era difficile trovare l’attrezzatura appropriata per un bambino.
È stato mio padre ad insegnarmi i principi base del windsurf. Oltre a fare windsurf
sto studiando ingegneria meccanica all’università il che rende la mia vita
abbastanza impegnata.
Come e dove ti alleni?
Mi alleno guardando molte manovre in internet, infatti prendo la mia ispirazione dai
video di windsurf. Durante l’inverno, quando non posso fare windsurf, vado in
palestra per mantenermi in forma.
Cosa ti ha portato a competere?
Ho iniziato a competere solo perché avevo voglia di imparare; ho partecipato al
primo contest quando avevo solo 9 anni scontrandomi con dei ragazzi molto più
grandi, non mi è importato molto quando mi hanno buttato fuori al primo turno, il
mio scopo era quello di entrare in acqua e imparare dai quelli più bravi di me. Con
il PWA è stato un po’ diverso, grazie al 3° posto a Naxos (EFPT) nel 2009 e al 2° posto
a La Franqui in Francia (EFPT) nel 2010 mi sono qualificato per competere nel PWA,
una possibilità che ho preso con entrambe le mani !
Podersdorf 2011 è stata la tua prima tappa di PWA? Se non lo è stata
raccontaci la tua prima tappa?
Proprio a Podersdorf l’anno scorso ho partecipato alla mia prima tappa di PWA ed
è stato così fantastico arrivare nono che mi ha fatto decidere di partecipare a tutte
le tappe di coppa del mondo sperando di entrare nella top 16 alla fine dell’anno. Alla
fine del tour ho ottenuto un inaspettato 12° posto nel overall ranking !
Sei soddisfatto della tuo risultato a Podersdorf?
Devo essere onesto, non sono proprio soddisfatto del nono posto quest’anno, sono
sempre nella top 10 ma so che avrei potuto fare molto meglio se non avessi scelto
la vela sbagliata; i primi dieci al mondo sono tutti così bravi che basta prendere una
decisione sbagliata per farti perdere la possibilità di ottenere il buon risultato che
speravi. Nessun problema farò meglio nelle prossime competizioni e quella sarà la
mia rivincita !
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Pensi di fare altre tappe di PWA? Quali ?
Certo che sì! Il prossimo evento che farò sarà di sicuro Bonaire (11-16 giugno),
in più sto anche programmando di partecipare alla tappa di Aruba (19-26
giugno) e Fuerteventura. (22 lulio-01 agosto).
Quali sono i tuoi obbiettivi per questa stagione windsurfistica?
Vorrei riuscire a partecipare a tutte le tappe di freestyle PWA e di entrare nella
top 10!
Qual è lo spot migliore in cui sei stato?
Gran Canaria, perché c’è la possibilità di scegliere se divertirsi tra le onde
oppure in acqua piatta.
Qual è la tua manovra preferita?
Shaka into Flaka e Burner.
Qual è il posto dove dove ti piace di più fare windsurf?
Amo il mio home spot El Yaque .
Qual è la prossima manovra che vuoi imparare?
Burner no hand.
Sogno nel cassetto…
Siccome è un desiderio chiuso nel cassetto è un segreto e non te lo posso
raccontare ahahahaha, ma posso dirti quello “pubblico”: diventare il campione
del mondo di windsurf!
Pensi di fare altre tappe di PWA? Quali ?
Anche quest’anno prenderò parte a tutto il tour Freestyle PWA: Bonaire (11-16
giugno), Aruba (19-26 giugno), Lanzarote (TBC), Fuerteventura. (22 lulio-01 agosto) e
Sylt (23 settembre-02 ottobre), con ben sette eventi questo sarà il tour più lungo per
il Freestyle che sia stato organizzato da un po’ di tempo.
Quali sono i tuoi obbiettivi per questa stagione windsurfistica?
Nel PWA vorrei riuscire ad arrivare tra i primi dieci, meglio ancora tra i primi otto;
parteciperò anche a molte tappe dell’EFPT tour dove spero di essere nella top 3 (e
credo di potercela fare!).
Qual è lo spot migliore in cui sei stato?
Tutti i posti in cui sono stato mi sono piaciuti molto anche se alcuni li preferisco:
Dahab, perché costa poco e ci sono molte persone che conosco; Porto Pollo, dove
sono diventato il campione del mondo Under 20 e perché ho fatto alcune belle
session in acqua piatta la mattina presto (e poi adoro il cibo italiano!); Bonaire,
perché il livello è altissimo e riesci letteralmente a vedere i tuoi progressi giorno
dopo giorno; per ultimo Paros, perché è lì che ho passato la mia estate migliore con
tanto vento, persone fantastiche e anche qualche party da ricordare!
Qual è la tua manovra preferita?
Non ho una manovra preferita; mi piace la sensazione di volare quando faccio delle
grosse Shaka e delle grandi Kono.
Qual è il posto dove dove ti piace di più fare windsurf?
Ovunque possa trovare tanti amici e non debba indossare una muta 5.3, è sempre
meglio surfare in acqua calda.
Qual è la prossima manovra che vuoi imparare?
Sulla lista delle cose da imparare ci sono le combinazioni di manovre, ma anche
atterrarne alcune più consistentemente.
Sogno nel cassetto…
Dare il nome ad una manovra e diventare, grazie ad essa, campione del mondo!
DIETER VAN DER EYKENDEIVIS PATERNINA TERAN
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www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com
CALENDARIO RRD TEAM TWELVE 2011Regate slalom del circuito “Free 12” AICW valide per la classifica 2011 RRD Team Twelve
Per info e iscrizioni:
Compagnia Della Vela Grosseto
info@compagniadellavelagrosseto.itwww.compagniadellavelagrosseto.it
Segreteria: Debora 3496020025
Coordinamento tecnico: Filippo 3483039778
OVO TEAM LIVORNO accompagnerà il tour RRD Team Twelve con musica e animazione
Pro-Rider: John Skye
14 - 15 Maggio Spring Cup 11 Marina di Grosseto (GR) CDV Grosseto
02 - 03 Luglio Wind’s Bar Torbole (TN) CDV Grosseto - CS Torbole
23 - 24 Luglio Tabo Cup Gera Lario (CO) CDV Grosseto
01 - 02 Ottobre Windsurf Cup 3 Ponti (LI) CDV Grosseto
30 Ottobre - 01 Novembre Coluccia Finals Coluccia (OL) CDV Grosseto
ASSOCIAZI
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CCCAAALLLEEENNNNDDDDAAARRRIIIOOO RRRRRDD TTTEEEAAAMMM TTTWWWWEEEEELLLLVVVVVRR tt ll ll ddd lll ii iittt “““FF 12” AIIICCCW lid lll lll iififi 2200000011111111 RRRRRDDDD TT
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Iniziamo a parlare del Bottom Turn.
Il miglior modo di approcciare qualsiasi manovra nelle onde è quello di farlo con una
buona velocità: per questo motivo, prima di iniziare la surfata, state sulla parte più
alta dell’onda e mantenetevi il più vicino possibile al lip; solo quando vi accorgete che
la stessa onda è diventata molto verticale, buttatevi giù a tutta velocità verso la
pancia per iniziare a curvare con la vostra tavola.
Durante questa fase di transizione, comunemente chiamata Bottom Turn, in questo
primo caso (vedi sequenza fotografica 1 e 3) in Back Foot, che tradotto vuol dire
Bottom eseguito con il peso del proprio corpo tutto sul piede posteriore, provate
dunque a mantenere nella curva la velocità al massimo, cercando di mantenere il
bordo interno della vostra tavola in acqua. Quindi in questo passaggio cambiate
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l’intensità della forza esercitata sul bordo interno della tavola, spostando
gradatamente la pressione del vostro piede posteriore sulla tavola mentre curvate
nella pancia dell’onda, per poter poi risalire sulla stessa ancora con ottima velocità
ed evitare che la tavola saltelli e si stoppi. Questo movimento iniziale è simile a quello
che fareste per impostare una strambata radicale e, ricordate inoltre, più sarete
aggressivi e veloci e più leggera e docile sarà la vela fra le vostre mani: questo vi
permetterà di potervi concentrare soprattutto sulla conduzione del bordo interno e
sul raggio della vostra curva, ma nel contempo dovrete anche tenere la vela il più
vicino possibile al vostro corpo e per riuscirci è basilare che la mano posteriore sia
bella larga verso la bugna e tiri forte il boma.
Anche per il Bottom Turn (vedi sequenza fotografica 2 e 4) in Front Foot, che
tradotto vuol dire Bottom eseguito con il peso del proprio corpo tutto sul piede
anteriore, la cosa più importante per poterlo impostare correttamente è arrivare
alla base dell’onda con una velocità elevatissima. Per ottenerla, lanciatevi giù
dall’onda buttandovi col corpo in avanti, in modo tale da mantenere il rail frontside
della vostra tavola tutto in acqua. Dunque a maggior ragione anche con questo tipo
di Bottom vale la regola di aspettare che l’onda diventi bella ripida prima di
partire, infatti, solo quando il lip ci porta ci si lancia giù dall’onda trasversalmente,
rimanendo più a lungo sulla parte più ripida per acquistare maggior velocità,
piegando le gambe e tenendo le mani larghe sul boma. Riepilogando, per questo
tipo di Bottom ci si lancia alla base dell’onda solo una volta raggiunta una buona
velocità, questo è fondamentale, con il corpo tutto proteso in avanti e le mani belle
larghe sul boma e, soprattutto per chi è all’inizio, può essere utile spostare la
mano posteriore ancora più indietro e cazzare forte per evitare che la bugna
tocchi l’acqua e per favorire lo spostamento della vela e del baricentro del corpo
in avanti. Questo, assieme alla forte pressione esercitata dalla punta dei piedi sul
bordo interno della tavola, favorirà la presa sull’acqua della tavola durante tutta
la curva del Bottom. Il Bottom in Front Foot è indicato per tavole Single Fin e tavole
Quad e solo su onde dal logo high in su, mentre quello in Back Foot si presta a
qualsiasi tavola ed altezza d’onda.
Per finire vi do un consiglio: cercate di eseguire in entrambi i due tipi di Bottom
delle linee dolci, questo vi permetterà di mantenere quasi inalterata la vostra
velocità iniziale e di effettuare la fase di risalita verso la cresta dell’onda con
abbastanza potenza da lasciarvi fare quello che più vi pare e piace (Cut Back, Off
the Lip, Aerial, 360 e via discorrendo).
Have fun and “GO FOR IT”
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CAPE TOWN TO MAUIIl 2011 per Marcilio Browne è iniziato in modo abbastanza complicato, almeno
dal suo punto di vista. Grossi swell erano previsti in quel periodo a Maui ma lui
doveva seguire il team Fanatic a Cape Town e non ne era molto contento. Ma il
Sud Africa non ha tradito le aspettative e ha regalato ai ragazzi del team Fanatic
due intere settimane di grandi onde e vento, acquietando un po’ l’animo di
Brawzinho. Ma verso la fine di queste due settimane ecco che le previsioni
annunciano l’ingresso di un altro big swell nel Pacifico, che avrebbe colpito le
Hawaii con onde non così grandi ma con una direzione perfetta. Marcilio non ci
ha pensato due volte per anticipare la data del suo volo e farsi 50 ore di viaggio
per arrivare a Maui da Cape Town. Questo gli ha permesso però di essere
presente sul picco di Jaws il giorno giusto nel momento giusto godendo di una
delle sue migliori big wave session fino al pesantissimo wipe out…
WIPE OUTMarcilio Browne: “Ho provato la sensazione del mio primo wipe out a Jaws, che
non era assolutamente nei miei piani di quel giorno. Ho preso quest’onda, ho
fatto il mio primo Top Turn e appena ho iniziato ad andare giù per il successivo
Bottom Turn non mi sono accorto di essere troppo profondo e il lip mi ha colpito
da dietro e ho avuto appena il tempo per fare solo un breve respiro.
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Immediatamente sono stato trascinato sott’acqua in profondità e ho iniziato a
fare diverse capriole, ma non so in quale direzione. Quando la potenza dell’onda
mi ha rilasciato sono risalito velocemente in superficie. Il tutto è stato molto più
veloce di quello che avrei mai pensato e sono consapevole di aver avuto molta
fortuna per questa volta. Anche il mio materiale non era messo così male, ho
solamente rotto qualche stecca della vela!”.
GEARNorth Sails ICE 5.0, Fanatic custom made gun per Jaws shaped by Sebastian
Wenzel, ION life jacket e 2/1 ION short leg wetsuit.
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STEP BY STEPFoto1. Cerca un’onda ripida o un piccolo chop, andando a tutta velocità. Lo stacco
avviene spostando il peso con forza sui talloni e proiettando il fisico in avanti.
Immagina di voler saltare verso prua oltre la vela.
Foto 2. Appena sei in aria, la vela si abbasserà automaticamente davanti a te,
comincia quindi a farla scivolare verso prua, nel vento, e calcia le gambe sopravento,
tweackando la tavola.
Foto 3. Comincia a spingere sul braccio posteriore ma ricordati che se anticipi
troppo puoi venire ribaltato dal vento.
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Foto 4-5. A questo punto la vela comincerà a riempirsi al contrario, quindi continua
a portare l’albero verso prua e a spingere sul braccio posteriore.
Foto 6-7. La vela comincerà a tornare in posizione verticale, ed è qui che puoi
spingere al massimo il tweak.
Foto 8-9. Continua a spingere finchè la vela è completamente verticale e comincia a
richiamare le gambe in posizione di partenza per prepararti all’atterraggio.
Foto 10. Piega la ginocchia per atterrare e richiudi la vela per ripartire in
planata.
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HOW TO DOVola al traverso a tutta velocità, con la vela bella piena e comincia a lascare
leggermente per metterti in switch stance, cercando di trovare una zona di acqua
piatta che ti permetta di mantenere una buona velocità. Essendo una combinazione,
ed anche una delle più contorte aggiungerei, è consigliato saper chiudere i
mattoncini base che la compongono, cioè Switch Kono e Puneta.
Una volta che ti ritrovi in switch a tutta velocità, infila l’albero nel vento spingendo
in avanti col braccio posteriore, per poi prendere il terminale con quello anteriore
e passare sottovento alla vela come per una Duck Tack. Per tutte le manovre in Duck
è davvero importante eseguire il passaggio correttamente, specialmente in questo
caso, dato che la potenza della vela garantisce l’esplosività e il momento necessari
per staccare e girare l’intero trick. Appena sei sottovento alla vela, in switch,
sbilanciati leggermente verso prua ed appena vedi un ripido choppino sopravento
a te, spingi con forza sulle punte e sulla mano di bugna. Questo movimento
combinato ti solleverà letteralmente dall’acqua, facendoti volare in Kono Switch.
Una volta che sei in aria, cazza la vela verso poppa e tirati la gamba posteriore sotto
il sedere, in modo che la prua, all’atterraggio della prima fase aerea di 180°, faccia
da perno, innescando la rotazione in Puneta. La difficoltà vera e propria di questo
trick sta appunto nell’inversione della rotazione da sopravento, con la Kono Switch,
a sottovento, con la Puneta. Una volta che stai slashando tranquillamente indietro,
infila l’albero nel vento col braccio anteriore, cercando di non spingere sulla bugna,
altrimenti fermerai la rotazione. Appena arrivi a circa 260°, molla la mano anteriore
e vai a prendere il terminale del boma, in modo da poter passare nuovamente sotto
la vela in Diablo appena la tavola è a 270°, quindi perfettamente nel vento. Con
questo timing, la vela sfilerà neutra nel vento, facilitando il passaggio di entrambe
le mani sulle nuove mura e la conseguente chiusura di questo trick da paura! Ci
sono solo una manciata di rider di Coppa del Mondo che rischiano di provare
questo trick in gara, quindi non ti scoraggiare se per un bel po’ di volte finirai in
acqua!
STEP BY STEPFoto 1-3: Mettiti in switch a tutta velocità in una zona d’acqua liscia come olio al
traverso, cercando di sfruttare tutta l’inerzia che hai a disposizione e cominciare a
passare sottovento alla vela come per una Kono Switch. Infila l’albero nel vento
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spingendo con la mano posteriore, vai poi a prendere la bugna con la mano
anteriore e passa sottovento alla vela. Migliore sarà il passaggio, maggiore potenza
e proiezione avrai a disposizione per eseguire correttamente la prima rotazione
area di 180° del trick. Sbilanciati leggermente in avanti quando sottovento alla vela,
in modo da non perdere velocità. Appena vedi un ripido choppino davanti a te,
sposta il peso con forza sulle punte e spingi sulla mano di bugna (foto 3). Più brusco
e veloce sarà questo movimento, più andrai alto, quindi io spingo sempre come un
pazzo.
Foto 4-6: Stendi le gambe per fare salire la prua della tavola in cielo e gira la testa
e le spalle sopravento, innescando la rotazione nel vento. Appenditi nel boma e,
appena passi nel vento (foto 5), rannicchiati in una piccola pallina in modo da
riprendere l’equilibrio e tornare dritto, ruotando velocemente. Cazzando sulla mano
di bugna poi, la prua punterà verso il basso, permettendo alla tavola di slashare
appena tocca l’acqua.
Foto 7-8: Questa è fase di transizione dalla Switch Kono alla Puneta ed è anche la
fase in cui si inverte la rotazione, da sopravento a sottovento. È fondamentale
cercare di restare col peso in avanti e sperare di aver fatto tutto correttamente, in
modo che la tavola abbia abbastanza inerzia per slashare ed arrivare almeno a 270°
della rotazione finale. Spingi l’albero nel vento col braccio anteriore, e ricordati di
non spingere sulla bugna, altrimenti fermerai la rotazione.
Foto 9-12: Se hai fatto tutto ciò con una buona velocità e precisione, ora puoi
mollare la mano anteriore dal boma ed andare a prendere il terminale, infilando
nuovamente l’albero nel vento con la mano posteriore ed effettuando nuovamente
un passaggio in Duck sotto alla vela. Ricordati di iniziare il passaggio in Diablo a
circa 260° della rotazione finale, in modo da passare la vela quando la prua è
esattamente nel vento, rendendola neutra. Acchiappa poi il boma sulle nuove mura
con entrambe le mani e chiudi il trick. Il passaggio in Diablo è solo la ciliegina sulla
torta, ma già la torta stessa è veramente deliziosa e succulenta…
DRITTE ED ERRORIPer questa manovra è importante trovare le condizioni di acqua giuste,
possibilmente con vento costante. Non iniziare il passaggio troppo al lasco altrimenti
non avrai abbastanza potenza nella vela per staccare correttamente. In generale, se
sbagli, devi andare più veloce e spingere di più sulla mano posteriore!
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A volte può succedere che un’onda un po’ troppo grossa ci rompa esattamente
davanti, oppure ci troviamo in acqua dopo una caduta e sta arrivando un bel set di
onde. In questo caso, se non abbiamo il tempo di partire alla svelta e di ritornare
verso riva, oppure non riusciamo a fare la così detta Chicken Jibe, ovvero la
strambata davanti all’onda per tornare verso riva evitando l’impatto, ci dobbiamo
preparare ad essere frullati dall’onda. Ogni frullata è diversa e in molti casi la
fortuna o la sfortuna fanno la differenza. Ci sono però alcuni accorgimenti
fondamentali che vi permetteranno di non subire danni dalle eventuali frullate.
Prima di tutto ricordatevi che è fondamentale non perdere il materiale, se durante
una frullata lo tenete stretto, avendo la fortuna di non rompere nulla, avrete molte
più chance di ripartire in fretta evitando il peggio. Per esempio una volta ho visto
Keith Teboul cadere a Ponta Preta (Capo Verde) e prendersi in testa una decina di
onde. Tutti gli spettatori sulla riva, me compreso, lo davano per spacciato, era
esattamente nel punto di rottura delle onde e ne arrivavano in continuazione. Ad ogni
onda e conseguente macinata tutti noi pensavamo che Keith avesse lasciato il
materiale, invece dopo poco riemergeva e aveva ancora il boma tra le mani. Morale,
dopo un bel po’ di frullate ed essere quasi arrivato sulle rocce ma non avendo mai
perso il materiale, in un attimo di tregua dei set in arrivo è ripartito e si è salvato da
una probabile uscita ingloriosa dalle rocce.
La regola fondamentale è quindi mai lasciare il materiale, almeno che non vi troviate
in seria difficoltà con onde davvero grosse, allora in quel caso le cose cambiano
considerevolmente e vi consiglio prima di tutto di pensare a voi prendendo un bel
respiro e buttandovi sott’acqua, al materiale ci penserete dopo. Solo con una buona
dose di esperienza e dopo tante frullate sul groppone sarete in grado di capire
quando si può tenere il materiale o quando lo si deve abbandonare.
COSA FARESupponiamo che come nella mia sequenza vi troviate di fronte ad un’onda che non
potete superare (FOTO 1a-2a), oppure siete appena caduti, e sta per arrivare il
frangente. La regola numero uno è quella di posizionarsi sempre tra l’onda e il
materiale, in questo modo probabilmente eviterete di essere colpiti dalla vostra
attrezzatura. Se non siete posizionati correttamente vi consiglio di mettervi in
posizione di sicurezza, cioè sopravento al materiale, nel più breve tempo possibile
(FOTO 3a). Come vedete dalle foto mi posiziono in sicurezza tra l’onda e il mio
materiale ed afferro il boma dalla parte superiore vicino alla maniglia, quella fuori
dall’acqua (FOTO 4a). In questo modo sono certo di avere l’albero sopravento e in
sicurezza evitando la possibilità di farlo impuntare sul fondale (principale causa di
rottura degli alberi). Prima che l’onda mi colpisca cerco di far affondare la vela il più
possibile sott’acqua (FOTO 5a), in questo modo subirà meno la potenza cinetica della
schiuma e avrò più possibilità di non perderla. Quando arriva l’onda faccio un
profondo respiro e mi butto sott’acqua (FOTO 6a), vale lo stesso principio della Duck
foto 1a-2a
foto 3a
foto 4a
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Dive del surf da onda. Un consiglio importante quando vi trovate sott’acqua e avete
il boma bello stretto nelle vostre mani (FOTO 7a-8a), è quello di attendere l’impatto
con le braccia piegate e non distese. Questo è molto importante per non farvi male
alla spalla a causa di strattoni inaspettati a braccio teso. Con le braccia piegate
avrete più forza per tenere il rig e se la potenza dell’onda fosse troppa e vi fa
allungare le braccia e non vi sentite più sicuri, mollate immediatamente la presa. La
maggior parte delle volte non colpirete il materiale e quando riemergerete la vostra
attrezzatura sarà abbastanza vicina a voi, se avete eseguito tutto in modo corretto.
Una volta superata la prima frullata controllate sopravento se avete abbastanza
tempo per ripartire oppure vi dovete preparare ad una nuova macinata, in questo
caso cercate di rimettervi in posizione di sicurezza (FOTO 9a). Valutate anche in base
alla posizione dell’attrezzatura se ripartire verso fuori o tornare a riva per prendere
un po’ di fiato.
COSA NON FAREIn questo caso mi trovo esattamente nella posizione sbagliata (FOTO 1b), ovvero
sottovento all’attrezzatura e davanti a me ho sia il rig che l’onda in arrivo. Dovete
cercare di evitare di trovarvi in questa situazione. La maggior parte delle volte
conviene lasciare il materiale e allontanarvi il più possibile se non siete riusciti a
girarlo nella posizione corretta in tempo. Oltre a poter essere colpiti dalla vostra
attrezzatura in questo caso un altro problema è rappresentato dalla posizione
dell’albero, ovvero sottovento (FOTO 2b-3b). L’onda quindi tenderà a fare abbassare
l’albero con la possibilità che si impunti sul fondale (FOTO 4b) e ribalterà la vostra
attrezzatura all’indietro creando una pericolosa leva sull’albero che potrebbe
spezzarsi da un momento all’altro (FOTO 5b). Per fortuna in questa sequenza non ho
avuto danni e il mio albero non si è rotto!
TIPS• Non mollare mai l’attrezzatura almeno che non vi troviate in serie difficoltà (solo
l’esperienza vi farà capire quando potete o non potete farcela).
• Prima di essere colpiti dall’onda dovete posizionarvi sopravento e comunque tra
l’onda e la vostra attrezzatura.
• Fate un bel respiro e cercate di immergere il rig.
• Tenete il boma con le braccia piegate e mollatelo solo quando sentite che la
pressione è troppa per le vostre forze.
• Se siete in difficoltà per prima cosa pensate a voi, dopo viene il materiale, che si
può sempre riparare facilmente o ricomprare.
foto 1b
foto 2b-3b
foto 4b-5b
foto 5a
foto 6a
foto 7a-8a
foto 9a
90
91
Cartagena De Indias, è la principale destinazione
turistica della Colombia, sia per il suo favorevole
posizionamento geografico in una baia contornata di
isole paradisiache e lagune, sia per il fascino del suo
centro storico che conserva le tracce del passato di
questa città, caratterizzato da un’architettura varia
che risente di stili coloniali, italiani e repubblicani.
Situata sulla costa nord del paese è bagnata dal mar
dei caraibi ed oltre ad essere una rinomata località
turistica nel periodo che va de gennaio a giugno è
un’ottima meta per gli appassionati degli sport a vela.
Una volta iniziata la stagione degli alisei è tipico che
questi soffino tutti i giorni iniziando al mattino sotto
forma di brezza per aumentare d’intensità nel
pomeriggio soffiando in media dai sedici ai venticinque
nodi. Il nord-est, vento predominante, assume un
angolo side-on mura a dritta rispetto la spiaggia, non
è quindi raro che si crei onda durante il giorno, onda
che dopo i giorni migliori perdura sino a sera od al
mattino seguente, momenti in cui si può praticare il
surf da onda od il sup.
Nicola Spadea in Body Drag in El Laguito. Playa Blanca, Rosario Islands.
Vista di El Laguito dall'edificio El Conquistadores.
Bandiera colombiana in cima al castello.
Lo spiaggione di Cartagena che guarda a nord-est
verso il centro storico non è l’unico spot, a distanza di
un centinaio di metri, seguendo la costa che ad un
tratto si interrompe bruscamente a formare un angolo
di novanta gradi dal quale inizia una piccola lingua di
sabbia, sono collocati alcuni ristorantini e la scuola di
windsurf locale Mokanà. Questo altro specchio
d’acqua viene chiamato El Laguito e si trova all’interno
della baia di Cartagena. Essendo orientato
diversamente rispetto alla spiaggia più grande,
novanta gradi sottovento, il vento soffia con un angolo
side-off mura a dritta. Qui, a differenza dell’altro lato
del litorale, l’acqua è prevalentemente piatta con
ondine che arrivano a set dai trenta centimetri al
metro. Spostandosi leggermente sottovento, alla fine
del lungo braccio di rocce che protegge dalle
mareggiate, si trova un’onda per saltare con vento
side-side on creata da una lunga muraglia di pietre
che arriva sino a Tierra Bomba, l’isola di fronte,
costruita in passato per scongiurare i numerosi
attacchi delle navi pirata. Infine, tra El Laguito e Las
Velas, ultima baia sottovento della spiaggia più grande
nel mezzo di due bracci di rocce si trova non a caso
La V, un altro specchio d’acqua in cui le onde sono più
morbide ed il vento più costante, unica
raccomandazione è quella di non surfare troppo l’onda
perché rompe sul braccio di pietre. Riassumendo,
nell’arco di pochi metri si possono trovare condizioni
diverse semplicemente attraversando un fazzoletto di
spiaggia o facendo due bordi di bolina.
DOVE DORMIRETra alberghi e appartamenti le chance di trovare posto
non mancano, i grattacieli sono il novanta percento
delle costruzioni, e da febbraio a giugno viene
considerata bassa stagione.
Per chiedere la disponibilità si può semplicemente
domandare al portiere dei palazzi, lui saprà darvi tutte
le informazioni, ci sono comunque anche numerose
agenzie che offrono questo servizio all’interno dei
palazzi. Meglio non seguire i personaggi locali che vi
fermano per strada cercando di affittarvi
appartamenti, ce ne sono molti e non fanno altro che
caricare una commissione su quello che è il prezzo
d’affitto. Gli “apartastudio” sono l’alternativa per chi
non ha bisogno di un appartamento intero, sono dei
monolocali indipendenti con cucina e bagno
decisamente più economici.
Nel centro ci sono anche molti ostelli dei quali potete
trovare informazioni su internet.
LA MONETANon lasciatevi ingannare dalle cifre esorbitanti, a volte
sono meno di ciò che pensate, con il Pesos in mano si
parla sempre di “mila” e milioni.
Al cambio ufficiale 1 euro vale 2645 pesos circa,
l’ideale quando è possibile è di pagare con la carta di
92
Nicola in Back Side 360° in mezzo ai bagnanti.
Bellezze colombiane in windsurf!
credito accettata quasi ovunque a Cartagena,
altrimenti si può prelevare senza timore a
Bancolombia.
DOVE FARE LA SPESACarulla e Olimpica sono i supermercati più grandi
aperti 24 ore su 24, si trova di tutto ed i prezzi tra i due
si bilanciano.
Si trova tutto ciò di cui si ha bisogno compresa la pasta
e la salsa italiana, per quanto riguarda i vini, gli
argentini e i peruviani sono i migliori.
DOVE MANGIARESe siete in zona El Laguito, zona da cui prende il nome
lo spot windsurfistico, “Riquissimo” non ha rivali. Si
mangia bene, è pulito e se prendete il menù del giorno
con 12000 pesos mangiate zuppa, secondo di carne
con contorno e bibita.
Per la sera si può andare al centro dove essendo luogo
di passeggiate turistiche la scelta non manca.
“Donde olano” è buono per qualsiasi tipo di piatto
(ovviamente se chiedete una pasta non sarà quella
italiana), mentre il “Peruviano” è più famoso per i sui
piatti di pesce in particolare il ceviche, entrambi
meritano di essere provati.
COSA MANGIARE E BERE:Sono inutili le solite raccomandazioni sul non bere
l’acqua dei rubinetti o mangiare cose sospette perché
potete rischiare una bella intossicazione alimentare.
Le prelibatezze del posto invece variano dal pesce alla
carne, nelle escursioni si può consumare del buon
pesce fresco e le aragoste non mancano in alcun
ristorante. Anche i piatti di carne sono buoni e
comprendono una vasta scelta di salse di condimento.
L’arroz con cocco, riso al cocco, è uno dei contorni più
gettonati e trovato quello buono si impara ad
apprezzarlo. I succhi naturali, idratanti e saporiti, sono
buonissimi e l’innumerevole quantità di frutti tropicali,
frullati in acqua od in latte, rende la scelta sempre
complicata senza considerare i bigusto. Un classico è
la limonata, mentre tra i mix non si può far a meno di
provare la lemonda de coco.
COSA VISITAREPasseggiare per il centro storico sia di giorno che di
notte vi affascinerà senz’altro, tutto questo è
circondato dalle grandi mura fortificanti sulle quali si
può camminare quasi tutt’intorno il centro.
Nei pressi della città vecchia si trova il castello di
Cartagena dal quale si può osservare la città dall’alto
per poi avventurarsi negli angusti cunicoli delle sue
segrete. Tierra Bomba è l’isola di fronte Cartagena, ci
sono escursioni giornaliere che portano a Playa Linda
dove si può pranzare e trascorrere la giornata in relax,
si può raggiungere l’isola anche in kayak partecipando
ad escursioni organizzate da Mokanaventura.
Le isole del Rosario invece sono un po’ più distanti ma
comunque ben collegate giornalmente con la terra
ferma, con 40.000 Pesos a persona vi vengono a
prendere sotto casa con un bus, vi fanno fare un tour
dell’arcipelago in barca con pausa pranzo su una di
queste isole paradisiache in cui si può fare snorkeling
o visitare l’acquario, al ritorno un’ultima pausa a Playa
Blanca, altra isola, per poi ritornare verso le quattro
Forward one foot a Las Velas.
Classiche strade del centro storico di Cartagena. 93
del pomeriggio. Se le guide vi diranno che nel tragitto
di ritorno vi bagnerete state sicuri che è la verità!
Per chi vuole spingersi più lontano, ad un’ora si trova
Barranquilla che specialmente nel periodo del
Carnaval “es una locura total”.
COME SPOSTARSICi sono bus che girano in continuazione, il prezzo è
indicato all’entrata, non esistono fermate quindi per
salire allungate il braccio per segnalare la vostra
presenza e per scendere gridate “parada!” e dovunque
vogliate fermarvi lui si fermerà, se non sapete dove
dovete andare ditelo al conducente e lui vi ci porterà.
Questo servizio è attivo dalla mattina presto fino la
sera alle dieci.
Migliaia sono i taxi per strada a tutte le ore, il pedaggio
minimo è di 5.000 Pesos anche se dovete fare pochi
metri e la tariffa Laguito-centro può variare dai 6.000
ai 7.000 Pesos.
Se dovete intraprendere spostamenti più lunghi esiste
un servizio porta a porta dal costo di 20.000 Pesos a
persona, ad esempio con la compagnia Marsol, vi
prendono sotto casa e vi lasciano all’indirizzo dove
volete andare.
L’ARTE DEL TRATTAREQualsiasi cosa fate domandate sempre prima il prezzo
altrimenti magicamente lievita, qualsiasi prezzo vi
dicono potete abbassarlo!
COSA FARE LA SERANel centro storico c’è gente tutte le sere se volete solo
fare una passeggiata o sedervi ad un bar per bere
qualcosa. Se volete ballare tenete presente che in
Colombia andare a ballare significa andare a ballare
musica colombiana e si possono passare serate intere
di salsa, baciata e cosi via.
Ci sono comunque anche locali che alternano diversi
stili di musica e in cui il divertimento è assicurato.
Il mercoledì sera all’Hostal Media Luna c’è musica dal
vivo per lo più reggae e l’atmosfera è incredibile sul
tetto di questo ostello strapieno di gente con una vista
mozzafiato sui tetti della città.
Mr. Babilia è un altro locale molto famoso frequentato
da molti turisti specialmente nel fine settimana.
COME FARE WINDSURFPotete rivolgervi all’unica scuola windsurf locale
mokanàclub.com la quale è attrezzata per tutti gli
sport acquatici: windsurf, sup, surf, boyboard e kayak.
Per quanto riguarda il windsurf hanno tavole
Starboard 2011 e vele Loft di tutte le misure. Inoltre
organizzano escursioni d’avventura sui reef e sulle
isole circostanti.
COME RAGGIUNGERE CARTAGENACi sono diverse compagnie che volano per la Colombia
ma per raggiungere Cartagena si deve fare scalo a
Miami o Bogotà. Raggiunta Bogotà con compagnie
internazionali, Avianca è la compagnia di bandiera che
non ha tariffe per gli articoli sportivi e fa pagare 5.000
Pesos al kg, ciò nonostante il prezzo risulta accettabile
grazie al cambio favorevole. Per quanto riguarda il
tragitto sino a Bogotà, varie compagnie coprono
questa tratta, Lufthansa chiede 300 Euro a tratta per
un windsurf di 50kg.
Al mio ritorno, grazie ad una simpatica ragazza al ceck-
in la quale diceva che la mia “valigia” era troppo
grande per entrare nello stesso aereo con il quale ero
arrivato, dove non avevo avuto problemi e per cui
avevo pagato la cospicua fattura per “l’extrabagaglio
windsurf” andata/ritorno, la mia attrezzatura è
rimasta in Colombia… La ragazza sosteneva che
nell’aereo da Bogotà a Francoforte loro caricavano
tutto in box 2m x 2m e per questa ragione la mia tavola
non sarebbe potuta entrare, evidentemente quando ha
partecipato al corso di formazione hanno dimenticato
di mostrarle la pagina numero due dove vengono
illustrati gli equipaggi sportivi. Allo sportello
affermavano con orgoglio che se in Europa era stato
commesso un errore loro non potevano fare lo stesso.
A questo punto è intuitivo farsi un’idea della selezione
delle compagnie aeree quando viaggiate con il vostro
windsurf e ancor più da quelle parti!
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Un po’ di Wave a Las Velas.
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M A S T S
D I R E C T O R I N I C O L A S PA D E AS TA R R I N G I M A V E R X E V O D S 1 0 0
P H O T O G R A P H Y I S A B R I N A G R A J A L E SS P O T I C A R TA G E N A D E I N D I A S , C O L O M B I A
P R O D U C E R I R E G L A S S S . P. A .C O N TA C T I W W W . M A V E R X . I T
I S P R O U D T O P R E S E N T:
EASYRIDER
M A D E I N I T A L Y