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24Gennaio/Febbraio 2010 - Anno 3 - Numero 20-21
energia tradizionalepag. 11
ambiente sostenibilepag. 39
energia alternativapag. 23
Il So
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Anche nei tempi di crisi vince chi fa dell’efficienzauna voce di budgetI minori consumi del 2009non devono trarre in ingannoL’esempio di chi si sa aggiornare
Traguardo rinnovabiliLa strategia comunedei mille campaniliEsco e alleanze con i privatile vie di sviluppo indicateall’Auditing di Energia24
Crescere senza inquinareL’Italia arranca nella corsa contro il tempoIn calo le emissioni inquinantima la domanda salee si procede in ordine sparso
ELETTRICITÀ 4,3 Mtep 8,3 Mtep
CALORE E CONDIZIONAMENTO 2,6 Mtep 9,2 Mtep
TRASPORTI 0,2 Mtep 4,2 Mtep
TOTALE 7,1 Mtep 21,7 Mtep
2005 2020
140 RIVISTE PERIODICHE SPECIALIZZATE
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SESSIONE MATTUTINA
Ore 9.30-11.30 Conferenza istituzionaleAMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO: STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE• Le linee di sviluppo del Ministero• La sfi da delle rinnovabili tra opportunità e diffi coltà• Sicurezza e ambiente come leve di sviluppo• Le linee di fi nanziamento per le imprese
Ore 11.30-13.00 FOCUS ENERGIADa Kyoto alle rinnovabili: tutte le sfi de del settore energetico
Ore 11.30-13.00 FOCUS SICUREZZA SUL LAVOROLe prospettive dopo il D.Lgs. n. 106/2009
SESSIONE POMERIDIANA
Ore 14.00-16.00 Conferenza istituzionale SICUREZZA SUL LAVORO: DA OBBLIGO DI LEGGE A PATRIMONIO AZIENDALE• Le attività ministeriali a supporto della sicurezza• L’impegno del settore edile nella lotta agli infortuni• Il ruolo degli Enti locali• L’andamento del tasso di infortuni
Ore 16.00-17.30FOCUS RIFIUTIIl panorama italiano tra emergenze e soluzioni tecnologiche
Ore 16.00-17.30 FOCUS SICUREZZA IN CANTIERELa sicurezza in cantiere: realtà in progresso
In occasione del decimo anno di attività di Ambiente&Sicurezza – Il Sole 24 ORE, quindicinale di documentazione giuridica, pratica professionale e tecnica, il Gruppo 24 ORE organizza il Forum Ambiente&Sicurezza. L’evento ha lo scopo di riunire istituzioni e professionisti dei settori “Ambiente” e “Sicurezza”, per affrontare temi di forte attualità e valutare le ricadute di tipo pratico-operativo. La giornata prevede due convegni istituzionali e quattro focus “tecnici” sui temi dell’energia, della sicurezza sul lavoro, dei rifi uti e della sicurezza in cantiere.
La partecipazione è libera e gratuita fi no ad esaurimento posti.Per iscrizioni e maggiori informazioni visita il sito: www.formazione.ilsole24ore.com/as
Forum Ambiente&SicurezzaRoma, 5 marzo 2010NH Vittorio Veneto, Corso d’Italia, 1Ore 9.30-17.30
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In collaborazione con: Media partner:Main Sponsor:
5
Storia di copertina:
23 L’Italia delle mille risorse alla ricerca dell’unità sulla via delle Rinnovabili
25 Comuni alleati contro la burocrazia puntano sulle Esco per rinnovarsi
• Il progetto Orio al Sole
27 Per sfruttare i finanziamenti occorrono Comuni uniti (e virtuosi)
30 «Hanno detto…». Riflessioni dall’Auditing di Energia24
Focus32 Lombardia regione grigia e piovosa? Il fotovoltaico sfata il luogo comune
• Il primato italiano per numero di impianti
• L’analisi del mercato provincia per provincia
• I volume d’affari del fotovoltaico Regione per Regione
Esperienze&Carriere36 I Comuni del Piemonte credono nel solare. Oltre il 90% ha installato un impianto
• L’accordo della Regione con la spagnola Opde
Tecnologie&Soluzioni37 Siemens punta sulle rinnovabili e affina le tecnologie per il sole
gennaio/febbraio 2010
energia tradizionale
energia alternativa
Storia di copertina:11 Meno consumi, meno investimenti e l’efficienza resta un lusso da snob
12 Il termometro della terra s’innalza, serve una guerra congiunta alla CO2
13 Quanto dureranno i prezzi in discesa dell’elettricità?
15 Nuove tecnologie e fatture ai raggi X. I soldi ben spesi producono risparmio
17 Controllo “chiavi in mano” degli impianti. Così Innowatio cancella tutti gli sprechi
News&Mercati20 Power quality: a responsabilità da chiarire sui distributori transitori
• I Paesi del Mediterraneo sviluppano le interconnessioni per elettricità e gas
• Heracom ed Edison rilanciano via Web e si aggiudicano l’asta
21 Efficienza e servizi, il binomio di Eon Italia. Sul mercato troppi ostacoli del legislatore
5 Sommario 9 Energy map
Storia di copertina:
39 Un passo avanti e due passi indietro.Lunga la via del new deal energetico
• Il traguardo per l’Italia del 17%entro il 2020
40 In calo le emissioni, ma non i bisogni.I grandi nella morsa di costi e benefici
• Le dodici migliori politiche nazionali
41 L’Italia del Rinnovabile dovrà triplicare.La tecnologia dei trasporti è il vero scoglio
42 Occupazione potenziale in Italianel settore delle Rinnovabili
• Il ruolo delle tecnologie nellariduzione delle emissioni
43 La griglia di partenza verso il 2020ci assegna solo il terz’ultimo posto
• Ritardi, primati e omissioni dell’Italia
45 I benefici economici netti dei CertificatiBianchi
Focus46 Voce per voce i costi per metterci
in regola secondo il protocollo di Kyoto
• Lo scostamento rispetto agli obiettivi
• Emissioni di CO2 in Italia: risultatie traguardi a confronto
• I costi ipotetici di Kyoto
Focus/248 L’Italia delle discariche e dei siti abusivi.
Nei rifiuti un miliardo e mezzo di euro
• La percentuale conferita in discaricasecondo i dati Ocse
ambiente sostenibile
Economia&Finanza
55 La carica di energia alle attività di merge&acquisition viene da Eni, Enel e Snam rete Gas • Le operazioni più importanti del 2009 per controvalore
Predictions
72 Marketing è assistenza, qualità e ricerca. Stampa specializzata e Web i veicoli • Rinnovabili: che cosa non deve mancare
57 La comunicazione più efficace: stampa specializzata; Web e fiere • Luci e ombre: il sentiment degli addetti ai lavori
58 Guardando al domani: quali gli aspetti su cui puntare?
Agenda
63 Dal biometano alle installazioni solari, l’agroenergia non conosce la parola scarto
Informativa ex D. Lgs. 196/2003 (tutela della privacy). Il Sole 24 ORE Business Media s.r.l., titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momentodella sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate, peri quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d) del D. Lgs. 196/2003, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.Il Responsabile del trattamento è il Responsabile IT cui può rivolgersi per esercitare i diritti dell’art. 7 D. Lgs. 196/2003 (accesso, correzione, cancellazione,ecc) e per conoscere l’elenco di tutti i Responsabili del Trattamento. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, alservizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società del Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle medesime finalità dellaraccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.
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La posta del lettore
64 Commenti e opinioni giunti in redazione
49 Le maggiori concentrazioni di rifiuti intorno alle megalopoli
50 Raccolta e riciclo vanno meglio al Nord. Roma in grave ritardo, Salerno città felice
News&Mercati51 Quanta CO2 generano i nostri prodotti? Un’etichetta per mostrare l’impronta
Tecnologie&Soluzioni52 Sostenibili già nell’embrione del software. Così nascono i prodotti eco-compatibili
• Come rinnovare la centrale idroelettrica? La risposta da Cata, Enovia e Delmia
53 Il software per il fotovoltaico
• Un gasdotto con la tecnologia Gis
Società&Costume
60 Il genio di Leonardo illumina l’Ambrosiana e i fogli del codice brillano d’energia verde • Contro gli incendi e per il bel suono la cupola del nuovo Petruzzelli
61 Città che vai, nuovo (ed efficiente) museo che trovi
Turnover
62 Quattro nuovi incarichi per i manager di BTicino Emerson: l’Europa compete a Bob Sharp A Filippo Levati la direzione generale di Mx Group David Hogg al timone di Suntech Rimbotti copresidente dell’associazione Ypo Environmental Network
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RAVANO GREEN POWER nasce nel 2006 grazie alla ventennale esperienza del suo fondatore nel settore dell’energia da fonti rinnovabili.Già negli anni ’90 il Gruppo Ravano costruisce 7 centrali idroelettriche da 1MW, nel 2000 la centrale di cogenerazione (20MWe, 45MWt) per il teleriscaldamento di Bardonecchia (TO), fi nchè nel 2007 decide di inve-stire nello sviluppo e nella realizzazione di centrali elettriche di proprietà alimentate da sole, vento acqua e biomasse._ Dal 2008 si pone sul mercato anche come System Integrator per la pro-gettazione e installazione di impianti fotovoltaici chiavi in mano per terzi._ Per ciò che riguarda il fotovoltaico, ad oggi sono circa 3 MW gli impianti installati in tutta Italia per aziende, privati, enti e investitori; 2 centrali di proprietà (1,5 MW) e 10MW di progetti in fase di autorizzazione nel Sud Italia.
_ Ravano Green Power è l’unico interlocutore per il cliente fi nale, e già dal primo incontro, calcola gratuitamente la taglia dell’impianto, il conto econo-mico, il ritorno dell’investimento e la CO2 non immessa nell’atmosfera._ Proponendo soluzioni per massimizzare la resa dell’investimento e gli incentivi del Conto Energia, Ravano Green Power utilizza le tecnologie più adeguate per coperture industriali, agricole, residenziali e terreni._ Grazie a convenzioni con primari Istituti di Credito e con Compagnie Assicurative, la società offre al cliente l’assistenza per la scelta dei migliori prodotti fi nanziari e assicurativi._ Installare un impianto fotovoltaico non è solo una questione di etica e di responsabilità, ma è anche un vero e proprio investimento: un benefi cio economico in termini di taglio dei costi per l’energia elettrica, una rendita garantita per 20 anni dagli incentivi del Conto Energia (D.M. 19/02/2007)
che portano ad un ROE a circa 3 anni e un IRR medio fi no al 25% utilizzando leve fi nanziarie._ Incentivi al 2010 estremamente vantaggio-si, che combinati con la decrescita del prezzo dell’impianto, rendono la scelta urgente, poiché come stabilisce lo stesso decreto, saranno diminuiti a partire dal 2011.
Realizzazione della prima parte da 273,24 kWp, di un impianto fotovoltaico totalmente integrato su copertura industriale a S. Giuliano Milanese. Con l’installazione della seconda parte saranno realizzati 954 kWp totali.L’impianto è stato realizzato con il sistema brevettato Modular System, che oltre a permettere la totale integrazione dell’impianto garantisce anche un sistema di reale ventilazione dei moduli fotovoltaici per impedirne il surriscaldamento
Impianti e siti regione per regioneLe novità segnalate da Energia24
9
METANODOTTOLuogo installazione: Napoli-IschiaTecnologia: metanodottoPotenziale produttivo: 45 chilometri di retiurbane e 13 chilometri di reti sottomarinesaranno in grado di portare gas metano a85mila utenti ischitaniStato progetto: ultimatoProgetto sviluppato da Cpl ConcordiaEventuali note: la rete è stata realizzata intre anni e l’investimento complessivoammonta a circa 24 milioni di euro
IMPIANTO FOTOVOLTAICOLuogo installazione: Montalto di Castro (Vt)Tecnologia: centrale fotovoltaicaPotenziale produttivo: l’impianto ha una potenza di 24 MW eproduce energia sufficiente per 13mila abitazioniStato progetto: attivoProgetto sviluppato da SunPower e SunRay Renewable EnergyEventuali note: la centrale di Montalto è la prima fase di unprogetto generale di 85 MW
IMPIANTO FOTOVOLTAICOLuogo installazione: Fragagnano (Ta)Tecnologia: impianto fotovoltaico in siliciopolicristallinoPotenziale produttivo: 3.564 moduli, ciascuno dellapotenza di 270 watt, genereranno energia elettricaequivalente al fabbisogno di circa 700 famiglieStato progetto: attivoProgetto sviluppato da 9RenEventuali note: l’impianto, battezzato Acquacandida,è stato finanziato in leasing: Fidimprese è il mediatorecreditizio di riferimento
ACQUEDOTTOLuogo installazione: Barletta (Ba)Tecnologia: acquedotto con potabilizzatore per distribuzione urbanaPotenziale produttivo: si sviluppa lungo un percorso di 38 chilometri e hauna capacità di erogazione che raggiunge picchi di 1.500 litri al secondoStato progetto: completatoProgetto sviluppato da Acquedotto PuglieseEventuali note: l’acquedotto del Locone, così è stato chiamato, harichiesto un investimento complessivo di 42 milioni di euro
IMPIANTO GEOTERMICOLuogo installazione: Larderello (Pi)Tecnologia: pompe di calore geotermicoPotenziale produttivo: la centrale Nuova Lagoni Rossi ha unapotenza di 12 MW e sarà in grado di produrre 100 milioni di kWhall’anno, equivalenti ai consumi di 40mila famiglieStato progetto: completatoProgetto sviluppato da Enel Green PowerEventuali note: con il progetto “Geotermia innovativa”,Enel Green Power punta a rendere utilizzabili campi ancoranon sfruttati e all’integrazione della geotermia con le altre fontienergetiche alternative
IMPIANTO FOTOVOLTAICOLuogo installazione: Casa Scardino (Pa)Tecnologia: campo fotovoltaicoPotenziale produttivo: 5 MW, capaci di produrre 9.100.000 kWhall’anno di energia elettrica, pari al consumo di 2.500 famiglieStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da HeliosPower, Gruppo AironEventuali note: l’investimento per l’impianto ammontaa circa 25 milioni di euro
La liberalizzazione del mercato elettrico sul lato della domanda è avvenuta tramite
un’apertura progressiva cominciata nel 1999 con i clienti energivori e conclusasi nel 2007 con la possibilità anche per il cliente domestico di scegliere il fornitore energetico.A circa 10 anni dalla liberalizzazione del seg-mento grandi clienti è possibile individuare un’evoluzione dello stesso dovuta alle mutate esigenze del target. I clienti industriali hanno richiesto lo sviluppo di off erte sempre più in linea con le proprie esigenze anche con la richiesta di prodotti fi nanziari. Infatti, una novità introdotta nel mercato ener-getico ha riguardato lo sviluppo da parte degli operatori di off erte con nuove proposizioni di carattere fi nanziario: sono nati nuovi prodotti tipo warrant per fi xing, defi xing dei prezzi contrattuali oltre a strumenti più sofi sticati. Allo stesso tempo, per quanto riguarda i contratti indicizzati, sono nati prodotti con indicizzazione che rispondono alle esigenze dei clienti che chiedono tempi di aggiornamento dei prezzi più lunghi o più corti o strutturati con aggiornamenti di più commodities (es. brent, gasolio, carbone, ecc.). Per rispondere a tali esigenze, E.ON Energia si è dotata di una forza vendita specia-lizzata che assiste il cliente non solo nel momento dell’acquisizione, ma per tutta la durata del rapporto contrattuale. Questo è particolarmente importante in quanto la consulenza energetica e l’esperienza di un account dedicato costituiscono un valore aggiunto fondamentale per il cliente industriale.
Un’ulteriore innovazione riguarda la gestione dei clienti multi sito. Infatti, sempre di più le società che hanno punti di prelievo distribuiti manifestano l’esigenza di eff ettuare contratti per la fornitura di più siti distribuiti su tutto il territorio nazionale con un unico contratto. Da questa nuova necessità, si sono sviluppati i prodotti di gestione aggregata per la fatturazione e la gestione dei consumi e si sono potuti realizzare contratti multi sito per tutto il territorio nazionale.
E.ON Energia è una delle società energetiche leader nella gestione di tali clienti e può annoverare tra i propri clienti prestigiosi brand.L’effi cienza energetica, le energie rinnovabili e gli aspetti legati alle emissioni, rap-presentano sempre più un tema di grande interesse anche per i clienti industriali. E.ON Energia ha risposto tramite proposte per ottimizzare e ridurre consumi in quanto l’effi cienza energetica è sicuramente la miglior possibilità di risparmio eco-nomico. Sul fronte delle energie rinnovabili si stanno studiando nuove applicazioni e soluzioni anche nel campo della generazione distribuita. La futura evoluzione di un sistema elettrico nascerà da una combinazione di generazione centralizzata e da generazione distribuita di opportuno mix ed effi cienza.
Da un mercato che è in continua evoluzione anche i clienti domestici possono trarre vantaggio accrescendo la conoscenza delle proprie modalità di consumo e delle proposte del mercato. I consumatori più consapevoli, anche attraverso la sostituzione del contatore con uno che permette una più precisa defi nizione dei consumi, potranno analizzare le proprie abitudini e modifi care i comportamenti energetici al fi ne di ottimizzare i costi. Gli operatori stanno attualmente proponendo alle famiglie tipologie di off erta basate su tariff e monorarie o biorarie, su prezzi fi ssi oppure con sconti sulle condizioni standard del mercato di maggior tutela, off erte
di fornitura di energia “verde”, adesione a programmi di fi delizzazione e così via. Tutto ciò, nel caso di E.ON Energia, è ispirato innanzi tutto dall’attenzione alle esigenze dei clienti e si traduce in un pacchetto di soluzioni diversifi cate e sempre innovative, affi ancate da un esclusivo programma di loyalty e sostenute da importanti e uniche partnership commerciali, come quelle volte a guidare i consumatori verso l’effi cienza energetica e quindi verso il risparmio ed il rispetto per l’ambiente.
LA DOMANDADEL LETTORE
La liberalizzazione del mercato elettrico, dall’apertura ai clienti energivori fi no a quella ai clienti domestici, che evoluzioni ha introdotto nel settore?
www.eon-energia.com
L’ESPERTO RISPONDE
Ing. Enrico Morandi Direttore Sales Large & Sales Partners di E.ON Energia
11
STORIA DI COPERTINA
Meno consumi, meno investimentie l’efficienza resta un lusso da snobIl calo della domanda registrato nel 2009 ha generato la falsa illusione di una spinta alla Green economy che fatica a trovare spazio tra gli indispensabili costi di produzione. L’assenza di piani strategici rende difficile la vita a Utilities ed Esco
C’è un nuovo Don Chisciotte che
si aggira di questi tempi per il
nostro Paese : è l’efficienza energeti-
ca. Ovvero, quel paradigma che vor-
rebbe vedere migliorato l’utilizzo
(meglio dire lo sperpero) delle risorse
energetiche, anche in funzione di
una netta diminuzione dell’inquina-
mento. Purtroppo, nei mesi appena
passati il nostro Don Chisciotte non
ha avuto fortuna. Piuttosto si è bar-
camenato tra i “vorrei, ma non pos-
so” dettati dalla crisi imperante (leg-
gi minore consumo di energia per
ragioni di depressione) che per tanti
ha voluto anche dire “in questo mo-
mento ho altro cui pensare”. Sostan-
zialmente, la domanda mondiale di
energia ha subito una diminuzione
drastica in seguito alla crisi e di con-
seguenza le emissioni sono il 3% in
meno rispetto all’anno precedente.
Bene - verrebbe da dire - si è fatta
una buona e bella efficienza energe-
tica. Niente di più falso e poco dura-
turo. Semmai, a questo “effetto po-
sitivo” si accompagna solo una ridu-
zione dei flussi di cassa per il calo
della domanda e di conseguenza la
tendenza è quella di investire meno
energia tradizionale
storia di copertina 1-2/2010
12
in dispositivi più efficienti in termini
energetici. Lo afferma anche il recen-
te rapporto clima-energia redatto
dall’International Energy Agency
che ha evidenziato, inoltre, come dal
dopoguerra in poi le emissioni siano
comunque cresciute in media con un
tasso del 3% annuo. Ma una cosa è
dire che l’efficienza energetica è fon-
damentale. Tutt’altra è riuscire a con-
vincere industria, governi e cittadini
che l’inversione di rotta è necessaria.
Tanto quel 20% di efficienza energe-
tica che si dovrebbe raggiungere en-
tro il 2020 non prevede, in caso di
buco, sanzioni. Per cui Don Chisciot-
te difficilmente troverà riscatto. Così,
soprattutto nel nostro Paese gli ad-
detti ai lavori sono scettici. Come il
docente dell’Università di Padova,
Arturo Lorenzoni, che definisce chi
lavora per l’efficienza energetica
“amanti del genere”, giusto per sot-
tolineare lo sparuto gruppo di chi
può proclamarsi all’altezza della si-
tuazione. «Con il calo dei consumi di
gas registrati quest’anno - sottolinea
Lorenzoni durante un incontro orga-
nizzato dall’Associazione ingegne-
ri ambiente e territorio - ci ritrove-
remo a pagare sia l’inefficienza che il
non consumo». Detto questo, l’indu-
stria italiana sembra aver ripreso a
consumare il gas. I dati registrati ne-
gli ultimi mesi dell’anno scorso se-
gnano una crescita di 2/3 punti per-
Sarebbero due gli scenari che potrebbero a breve capitare in fatto di usi e consumi energetici mon-
diali: uno “Scenario di riferimento” frutto delle attua-li politiche e uno “Scenario 450” che ritrae un mondo in cui venga adottata una politica condivisa dai gover-ni per stabilizzare la concentrazione di CO2 a 450 par-ti per milione. È la stessa Iea a prevederli, avvisando che con l’auspicato secondo scenario ci sarebbe circa il 50% di possibilità di mantenere l’aumento della temperatura media al di sotto dei 2 gradi centigradi, evitando gli effetti più disastrosi. Lo Scenario di riferi-mento prevede un incremento delle emissioni di ani-dride carbonica dovuto a una forte crescita della do-manda mondiale di energia fossile, soprattutto da parte dei Paesi emergenti. Nel 1990 si registravano circa 20,9 gigatonnellate di emissioni, nel 2007 sali-vano a 28,8 Gt. In questo scenario si prevede che rag-giungeranno 34,5 Gt nel 2020 e 40,2 Gt nel 2030, con un tasso di crescita medio annuo del 1,5%. Que-sto conduce inesorabilmente sul lungo termine a una concentrazione di 1.000 Ppm di CO2 con conseguen-te aumento della temperatura di 6°. I Paesi non-Ocse saranno responsabili in buona parte della crescita del-le emissioni di CO2 fino al 2030. Si stima che il 75% di questo aumento, pari a 11 Gt, provengono dalla Cina (6Gt), dall’India (2 Gt) e dal Medio Oriente (1Gt). Si prevede, poi, che nel loro complesso i Paesi non-Ocse saranno responsabili di quasi tutto l’incremento sti-mato della produzione di gas tra il 2007 e il 2030. Il messaggio principale dell’Agenzia è che il mondo, per la propria sicurezza energetica oltre che ambientale, deve attuare politiche condivise e svoltare verso il low carbon. Fatih Birol, relatore del rapporto e direttore della Iea, ha dichiarato con forza che serve una rivoluzione energetica condivisa dai governi con un deciso incre-mento di rinnovabili e di nucleare che devono passare
dall’attuale 18% al 33%. Per quel che riguarda i tra-sporti, la quota dei veicoli con motorizzazioni a com-bustibili fossili, attualmente 95% del totale, dovrebbe scendere al 40% al 2020. Cruciale - sottolinea il diret-tore - l’impegno congiunto dei governi e dei privati che devono investire in modo diverso. Per tenere la CO2 entro le 450 Ppm bisogna cambiare il modo di produrre energia, riducendo le emissioni di 3,8 giga-tonnellate entro il 2020. Tagli che nello scenario Iea dovrebbero avvenire per 1,6 Gt nei Paesi Ocse, mentre la Cina, secondo la Iea, dovrebbe riuscire a ridurre da sola ben 1 Gt. Da qui al 2030 al settore dell’energia dovrebbero andare 10mila miliardi di dollari, circa lo 0,5% del Pil mondiale al 2020, da aumentare fino all’1,1% per il 2030. Globalmente, lo Scenario 450 comporta 10,5 migliaia di miliardi di dollari di investi-menti addizionali nelle infrastrutture energetiche e negli investimenti connessi al settore. Il 40% è da at-tribuire alla famiglie e per queste sono importanti gli incentivi. Ma se tutto questo è un costo, il risparmio sui combu-stibili fossili che sarà realizzato grazie al cambiamento del mix energetico varrà ben 8.600 miliardi di dollari. I commentatori del convegno hanno evidenziato che non si raggiungeranno risultati positivi se non si scio-glieranno i nodi Cina e India e si è constatato amara-mente che due anni di incessanti negoziati con questi Paesi, che non vogliono sottostare (come gli Stati Uni-ti) a vincoli condivisi, non hanno portato a nessun ri-sultato. Inoltre è stato evidenziato il rischio per i Paesi Ue di essere penalizzati economicamente da impegni che gli altri Paesi non prendono (per esempio le raffi-nerie europee vincolate a normative rigide hanno co-sti di produzione più elevati di quelle cinesi non vinco-late a nulla) e che comunque manca anche in Europa una politica industriale condivisa.
Luciana Sympa
Il termometro della terra s’innalza, serve una guerra congiunta alla CO2
13
storia di copertina 1-2/2010
centuali. A ottobre si sono consuma-
ti quasi 120 milioni di metri cubi in
più rispetto all’ottobre 2008. Ma Lo-
renzoni non ha torto. I consumi 2009
si sono ridotti in generale di circa il
12% (consuntivo dei primi dieci mesi
dell’anno). E questa recessione globa-
le - con un crollo storico dei consumi
mondiali di elettricità (-3,5%) e di gas
(-3%) - avrebbe messo le stesse Utili-
ties sotto pressione, imponendo loro
decisi cambiamenti sul breve e sul lun-
go termine. È quanto si legge nell’un-
dicesima edizione del report sull’Os-
servatorio europeo dei mercati del-
l’energia stilato da Capgemini. Ciò
che è male è che nel breve termine le
Utilities stanno posticipando o cancel-
lando gli investimenti nelle infrastrut-
ture essenziali e addirittura, segnala
Capgemini, dismettendo asset.
Il 2009 non ha così posto delle gran
belle basi al passaggio verso il nostro
ribattezzato Don Chisciotte, elemen-
to in verità fondamentale per una
vera Green economy. Restiamo in-
dietro se è vero ciò che Cristian Car-
raretto di Mwh dice e cioè che sono
solo le multinazionali a basi interna-
zionali ad aver avviato piani di effi-
cienza energetica. E le Pmi? Sicura-
mente un po’ di colpa la si deve af-
fibbiare al “sistema” «ovvero - sono
ancora parole del manager di Mwh -
alla mentalità del legislatore italiano
che deve cambiare perché tra ambi-
guità tecniche e culturali l’Italia fini-
sce per non investire in efficienza
energetica».
«Purtroppo chi fa efficienza energe-
tica, ovvero le Esco, navigano a vista
- dice Andrea Tomaselli, presidente
di Assoesco -. L’Italia non ha una
strategia energetica da decenni per
cui nessun Governo prende posizio-
ne. Viviamo una situazione da “luna
park”, con ritardi, errori, incompe-
tenze e pressioni lobbistiche. E quello
che è peggio che le poche certezze
non sono bancabili».
«Sicuramente un’altra barriera da
superare è la “priorità di budget”,
ovvero l’efficienza energetica non è
“core business” ed è ancora molto
difficile - afferma ancora Carraretto -
trovare aziende pronte a inserire
questa voce nei costi di produzione».
Per non parlare di quell’ostacolo
chiamato Roi, ovvero il pretenzioso
tema del ritorno degli investimenti:
«Come si può far rientrare in tre anni
- per esempio - un impianto solare
termodinamico?».
Mettiamo, però, di riuscire a supera-
re questi ostacoli finora descritti. La
partita potrebbe incominciare? Ma-
gari! Carraretto ha altre riserve. Forse
più profonde e che hanno a che fare
con la mentalità di chi nelle aziende
deve fornire le informazioni per pro-
cedere a un’analisi di fattibilità: «La
percezione è che non ci sia niente da
migliorare». Chiamatela anche vo-
lontà al non cambiamento. O timore
dell’invasività. Chiaro: il fattore uma-
no è alla base del cambiamento. Ep-
pure basterebbe una sola settimana
per un preliminare studio di fattibilità
e un 40/50 giorni uomo per un’ana-
lisi approfondita.
«Il consumo di energia è destinato
a raddoppiare entro il 2050 e quello
di elettricità entro il 2030 - ha affer-
mato Jean-Pascal Tricoire, presi-
dent & Ceo di Schneider Electric -.
Nello stesso tempo per impedire
che i cambiamenti climatici diventi-
no troppo drammatici i governi fis-
sano obiettivi sempre più alti di ri-
duzione nelle emissioni di CO2.
Quanto dureranno i prezzi in discesa dell’elettricità?
I prezzi di vendita dell’energia elettrica in Italia hanno registrato nell’ultimo trimestre del 2009 un calo tendenziale attorno al 40% in tutte le zone. Ma secondo quanto afferma il Gme la Sicilia, nonostante il più consistente ribasso in termini assoluti (-57,06 €/MWh), è tornata a segnare, dopo quattro mesi, il prezzo più alto a livello nazionale, pari a 75,47 €/MWh. Per la Sicilia però, come per la Sardegna - il cui prezzo è sceso a 63,63 €/MWh - si tratta del livello più basso degli ultimi due anni. Il Sud si conferma, anche a ottobre, la zona dal prezzo più conveniente, pari a 53,61 €/MWh; nelle altre zone continentali il prezzo si è allineato appena sotto i 57 €/MWh. La decisa flessione del prezzo su base annua ha interessato tutti i gruppi di ore: -51,23 €/ MWh (-39,8%) nelle ore di picco, -34,44 €/ MWh (-43,8%) nelle ore fuori picco dei giorni lavorativi, -36,07 €/MWh (-42,1%) nei giorni festivi. E i costi del gas? Sarà che siamo in fase invernale, sarà che i prezzi del barile tornano a “scottare”… alla fine costerà di più sia a imprese, sia a famiglie.
Jean-Pascal Tricoire
storia di copertina 1-2/2010
14
L’impiego di energie rinnovabili da
solo non può raggiungere questi
target, si calcola che rappresenterà
circa il 15% nel 2030. La soluzione
a questo dilemma si chiama: otti-
mizzazione dell’energia. Si pensa,
infatti, che circa il 50% della ridu-
zione di CO2 arriverà dall’efficienza
energetica. Le principali imprese del
Pianeta hanno cominciato a investi-
re pesantemente in quest’ambito
anche perché il payback è diventato
molto più veloce: è diminuito del
30% negli ultimi 5 anni ed è arriva-
to a una media di 3 anni». Industrie
e infrastrutture si rivelano i maggio-
ri consumatori planetari di energia,
da soli ne impiegano il 38%, com-
posta per il 16% da elettricità e per
l’84% da combustibili.
Al secondo posto stanno i trasporti
con il 27%, al terzo gli edifici (18%),
seguiti dalle utenze residenziali
(15%). Ultimi (2%), ma con il tasso
di crescita più veloce, sono data cen-
ter e network. Al di là dei megatrend,
l’efficienza energetica è un toccasa-
na per la competitività di qualsiasi
impresa. Si calcola che nel 2000 la
spesa dedicata all’energia di
un’azienda media fosse pari al 2%,
una percentuale destinata a salire
fino al 30% nel 2020.
Ecco perché si è in buona compagnia
se si decide di ottimizzare i consumi,
riducendo così le emissioni: Ibm in-
veste ogni anno un miliardo di dolla-
ri per migliorare la propria efficienza
energetica, Nestlé si è impegnata a
ridurne l’impiego del 5% ogni anno
fino al 2010, lo stesso obiettivo ha St
Microelectronics, mentre l’impe-
gno di Renault è una riduzione del
2,5% annuo. E l’elenco potrebbe
continuare.
M.Cristina Ceresa(ha collaborato Nadia Tadioli)
Nelle tre tabelle sono sintetizzati in sequenza i tre momenti dell’approccio Mwh all’audit energetico
Fonte: Cristian Carraretto (Energy&ClimateChange Bu), novembre 2009
Analisi dei dati
Visita dello stabilimento
Studio di fattibilità
Aziende sotto "processo"
15
storia di copertina 1-2/2010
Le idee sono chiare: senza effi-
cienza energetica non si può
affrontare come si deve alcun di-
scorso di sfida aziendale. Lo ha di-
mostrato anche un recente conve-
gno tenutosi a Trieste presso la
Camera di commercio. «Oggi ridur-
re i consumi di energia è una neces-
sità per le istituzioni, i cittadini e le
aziende, tutti chiamati a rispondere
alla sfida dello sviluppo sostenibile
- ha dichiarato Antonio Paoletti,
presidente della Camera di com-
mercio di Trieste -. Non solo per
salvaguardare l’ambiente, ma an-
che per essere competitivi sul mer-
cato globale occorre puntare sullo
sviluppo di nuove tecnologie e
adottare nuovi strumenti di incen-
tivazione». Edilizia, trasporto, indu-
stria manifatturiera e di servizio.
Nessuno si tiri indietro. D’altra par-
te i buoni esempi ci sono. Ne ripor-
tiamo alcuni significativi a comin-
ciare da Vodafone Italia che consi-
dera il tema dell’efficienza energe-
tica una missione. Per niente bene-
fica. Gli altissimi consumi di energia
elettrica, circa 570 GWh all’anno,
surriscaldano le bollette: «Ridurre è
un dovere - spiega Riccardo Giun-
ta, che in Vodafonte Italia si occu-
pa anche di acquistare energia -,
che deve portare a tagli del 2% en-
tro il 2012». Per raggiungere tale
GLI ESEMPI DEI GRANDI GRUPPI
Nuove tecnologie e fatture ai raggi XI soldi ben spesi producono risparmioIl ritorno in tempi rapidi degli investimenti coniuga salvaguardia e competitività. Lo dimostrano Vodafone, Gruppo Cremonini e Wärtsilä Italia Power Plants
obiettivo Vodafone investe e mette
sul piatto dell’efficienza energetica
1,3 milioni di euro. Interessanti le
aspettative di saving: 1,7 milioni di
euro. Intanto, il Gruppo internazio-
nale acquista solo energia verde (da
idroelettrico), anche se Giunta am-
mette «saranno i prezzi di que-
st’anno a dirci se possiamo conti-
nuare su questa strada o meno».
Tra gli “stratagemmi” sono allo
studio l’utilizzo di particolari verni-
ci per aumentare i riflessi nelle
stanze metalliche e il fotovoltaico
sulle radiobase.
Un altro caso di buon esempio è
Il consumo di energia elettrica del Gruppo Cremonini nel 2008
Fonte: Gruppo Cremonini
11 STABILIMENTI INDUSTRIALI
Dalla rete 82,3 GWh
Autoproduzione cogenerazione (4 imp.) 45,55 GWh
TOTALE industria 127,85 GWh
RISTORAZIONE E DISTRIBUZIONE (150 siti)
Ristorazione 30,92 GWh
Distribuzione 35,60 GWh
TOTALE energia elettrica 2008 194,37 GWh
Il consumo di metano del Gruppo Cremonini nel 2008
Fonte: Gruppo Cremonini
11 STABILIMENTI INDUSTRIALI
Consumo caldaie 11.403.458 m3
Consumo cogenerazione (4 imp.) 10.219.718 m3
TOTALE industria 22.122.676 m3
RISTORAZIONE
Roadhouse grill 274.188 m3
TOTALE gas metano 2008 22.396.864 m3
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17
storia di copertina 1-2/2010
Gas Natural punta sul liquefatto
Anche il Gnl (Gas naturale liquefatto) è efficienza energetica. Lo assicura il project manager di Gas Natural, Ciro Garcia Armesto.Negli ultimi tre anni il Gruppo ha investito oltre 180 milioni di euro in reti di distribuzione nell’Italia meridionale e realizzerà il rigassificatore di Zaule, in provincia di Trieste. «Il Gnl rappresenta una scelta efficiente e rispettosa dell’ambiente - ha affermato Garcia Armesto -. Oltre a permettere una maggiore efficienza nella produzione di elettricità, il Gnl consente di ridurre notevolmente le emissioni di CO2, che risultano dimezzate nella maggior parte delle applicazioni». Con riferimento al sistema del gas italiano, «il Gnl rappresenta sempre più una necessità - sottolinea il manager - per dare risposte concrete a sfide quali l’emergenza gas, grazie alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento e alla maggiore sicurezza degli stessi, o al problema del rincaro bolletta, permettendo una riduzione dei costi di trasporto, che con il Gnl risultano più economici su lunghe distanze».
l’esperienza del Gruppo Cremoni-
ni. Qui si procede sistematicamente
da dieci anni tanto da aver costitui-
to anche una Esco in grado di gesti-
re con un database il monitoraggio
e l’analisi delle fatture (un’opera-
zione da non sottovalutare) sia di
energia elettrica (circa 200 GWh)
che di gas (qualcosa come 23 milio-
ni di metri cubi).
Inoltre, è stato ottimizzato il lavoro
degli inverter, vengono controllati
gli impianti, aggiornati i sistemi di
illuminazione (che pesano per oltre
il 10% sui consumi, soprattutto
nell’area ristorazione) e gestiti i
Certificati bianchi ottenibili. Tra le
tecnologie prescelte, la cogenera-
zione (4 gli impianti installati per 13
MW elettrici), i biogas da grassi e
da sangue da macello. Anche in
questo caso gli investimenti non
sono banali: circa 15 milioni di eu-
ro. In compenso i Tep non sprecati
sono 5.332. All’anno!
«L’efficienza energetica è fattibile
nell’immediato - ha affermato Mar-
co Golinelli, vice presidente della
Wärtsilä Italia Power Plants, società
che opera nel mondo negli impianti
industriali di approvvigionamento
energetico, intervenendo al conve-
gno triestino -. Lo dimostra, per
esempio, la centrale di trigenerazio-
ne che abbiamo realizzato a Milano
Linate, entrata in funzione nel 2007
con il risultato di ridurre del 40% i
consumi grazie alla generazione
combinata di elettricità ed energia
termica. Con i nostri 1.000 Me-
gawatt installati in Italia abbiamo
contribuito comunque a evitare
mezzo milione di tonnellate di emis-
sioni di CO2 l’anno».
Camilla Galli Macricè
Audit, automazione e software
di gestione portano all’indivi-
duazione degli interventi tecnici e
delle buone pratiche per rispar-
miare energia. È questa la formula
di Innowatio, che si occupa anche
di brokeraggio dell’energia per
conto delle aziende.
Sono dedicate ai grandi impianti e
a quelle realtà che consumano
INDUSTRIA E GRANDE DISTRIBUZIONE
Controllo “chiavi in mano” degli impiantiCosì Innowatio cancella tutti gli sprechiUn tecnico viene distaccato nell’azienda cliente e segue ogni fase della produzione. Il progetto realizzato per Tenaris Dalmine ha fatto risparmiare quasi otto milioni di euro
molta energia le soluzioni delle
due società di Innowatio: Youtra-
de e Yousave.
Il focus di entrambe è il risparmio
e se nel primo caso si tratta di un
risparmio economico, visto che la
società si occupa di contrattare sui
mercati internazionali il portafo-
glio energetico dei propri clienti,
nel secondo si somma la riduzione
del consumo. Attiva da poco più di
un anno, l’azienda ha applicato la
propria filosofia a grandi impianti
siderurgici, come Tenaris Dalmine,
al distretto delle ceramiche, alla
Grande distribuzione dove ha otti-
mizzato i consumi delle principali
catene.
«La differenza rispetto a una Esco
tradizionale sta nella capacità di
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Energia24 è lo strumento di lavoro indispensabile per i manager delle piccole e medie imprese e il punto di riferimento per i protagonisti del settore: fornitori, distributori, istituzioni
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19
storia di copertina 1-2/2010
seguire direttamente l’azienda
dall’inizio alla fine del percorso, in
ogni singola fase - spiega Fabio
Leoncini, amministratore delega-
to di Innowatio -. Concretamente
questo significa che almeno una
persona Innowatio viene distacca-
ta nell’azienda cliente, per seguire
passo passo tutte le fasi».
Esempi eccellenti
Per capire di fatto come funziona
l’attività di Yousave può servire da
esempio il progetto di risparmio
energetico di Tenaris Dalmine, che
ha portato interventi per 7,6 milio-
ni di euro all’anno di risparmio (pa-
ri a circa l’8% della spesa energe-
tica annua) con una riduzione
complessiva di circa 30mila ton-
nellate annue di CO2. Il progetto
darà origine anche all’ottenimento
di circa 25mila Certificati bianchi
che, al valore attuale di mercato,
corrispondono a circa due milioni
di euro di incentivi.
In ambito gestionale si sono mi-
gliorate le pratiche operative, otti-
mizzando la gestione. «Molti degli
sprechi avvengono durante i fermi
macchina quando molti macchina-
ri rimangono accesi. Nessuno è
responsabile dello spegnimento e
nessuno sa che cosa disattivare
senza creare danni. Eliminando gli
sprechi della pausa natalizia, per
esempio, si è ottenuto un rispar-
mio di 150mila euro» specifica
Leoncini.
Per la parte impiantistica sono sta-
ti eseguiti studi di fattibilità di
nuove soluzioni che utilizzano le
migliori tecnologie a partire dall’il-
luminazione e dal riscaldamento,
visto che spesso si tratta di capan-
noni che risalgono agli anni 70.
Efficienza nella Gdo
«Yousave sta anche collaborando
al progetto Smart Market - spiega
l’amministratore delegato Fabio
Grosso - che coinvolge alcuni dei
principali player della grande di-
Riscaldare a pavimento diventa semplice
Una soluzione sviluppata da una società controllata da Innowatio, la neo-nata Winvent, renderà più semplice la riqualificazione degli edifici, a par-tire dagli stabili industriali e commerciali per arrivare all’edilizia residenzia-le. Tutti sanno che i riscaldamenti a pavimento o a soffitto sono più perfor-manti e più salubri, il limite fino a oggi era il costo e la laboriosa messa in opera, dalla posa dei tubi al sopralzo del pavimento di uno spessore consi-derevole, circa 15/20 centimetri. Winvent sta, invece, per lanciare un pan-nello radiante modulare a basso consumo e ad alta efficienza, coperto da brevetto internazionale. È caratterizzato da uno spessore molto ridotto, circa due centimetri, e contiene al suo interno l’apparato di riscaldamento, semplificando così la posa e riducendo tempi e costi.
Fabio Leoncini stribuzione raccolti nel Consorzio
Centomilacandele. Il suo compito
è quello di realizzare una rete pa-
rallela a quella elettrica, basata
sulla logica dello smart grid, che
comandi a distanza i carichi, modi-
ficando il profilo di consumo in
funzione di logiche di costo-op-
portunità ed evidenziando le pos-
sibilità concrete di risparmio ener-
getico.
Il progetto, ancora in fase iniziale,
è partito con le valutazioni energe-
tiche per ottenere una fotografia
accurata dei punti vendita pilota e
ha visto già l’adesione di alcuni
principali attori del mercato, tra
cui Esselunga, Bennet e Pam».
Nadia Tadioli
Eliminare gli sprechi significa anche acquisto di certificati bianchi ovvero di incentivi
news&mercati
20
1-2/201024
Power quality: sogno o realtà
per le aziende? Se lo chiedo-
no gli Energy manager italiani alle
prese con un’erogazione di ener-
gia non sempre continua; spesso
non sicura nell’utilizzo; non sem-
pre priva di buchi di tensione e
disturbi transitory o sovra/sotto-
tensioni.
Così, da una recente ricerca con-
dotta dalla Fire (che qui ricordia-
mo, nel caso ce ne fosse ancora
bisogno, si tratta dell’associazio-
ne di categoria degli Energy ma-
nager), emergerebbe che c’è scar-
sa attenzione rivolta alle proble-
matiche collegate ai disturbi tran-
sitori e della forma d’onda nella
progettazione e nell’esercizio del-
le linee interne di utenza. Così,
molti utenti sembrano lamentare
danni derivanti da disturbi di rete
e la difficoltà nel rivalersi sul ge-
store di rete. Nella pratica, la pos-
sibilità di introdurre normative più
stringenti sui disturbi transitori,
così come contratti indicizzati alla
qualità dipende anche dalla capa-
cità di misurare e attribuire le re-
sponsabilità. Chloride, a questo
proposito, suggerisce di ricorrere
a soluzioni che rimedino o evitino
situazioni critiche da parte del-
l’utente, affidandosi, per esem-
pio, a Ups, sistemi di protezione,
spesso costosi, ma sempre più in-
dispensabili.
Un’asta adrenalinica ha
visto aggiudicare a
Heracom ed Edison la com-
messa per rifornire di ener-
gia le Aziende sanitarie
dell’Emilia Romagna. Sta-
bilità delle offerte e vantag-
gio economico per un ri-
sparmio di 3 milioni di euro
annui sono stati ottenuti
nel corso di una serrata
asta on line indetta da In-
tercentEr. Tre imprese for-
nitrici hanno effettuato via
Web ben 46 rilanci al ribas-
so in tempo reale. «L’intera
procedura - fa sapere il
portavoce di IntercentEr -
ha consentito una riduzio-
ne complessiva dell’11,3%
rispetto all’importo a base
di gara, con un prezzo fina-
le tra i più bassi sul merca-
to». Il risparmio finale è
stato di due milioni di euro
annui sul costo dell’energia
elettrica e oltre un milione
per la minor spesa in oneri
aggiuntivi”. E in più sarà
energia “verde”.
Rafforzare il coordinamento e la cooperazione in-
ternazionale fra Regolatori dell’energia, per rea-
lizzare quadri regolatori sempre più stabili e armoniz-
zati, atti a promuovere nuovi investimenti infrastrut-
turali, nuovi collegamenti transfrontalieri, e conve-
nienti rapporti commerciali fra Paesi consumatori, di
transito o produttori di risorse energetiche. Sono
questi gli obiettivi del Piano d’azione 2010-2012 che
i Regolatori del Medreg, l’associazione che riunisce
22 Regolatori dell’energia dei Paesi del Mediterraneo,
hanno approvato durante l’ottava Assemblea gene-
rale. Massima attenzione al potenziamento delle in-
terconnessioni mediterranee per elettricità e gas che
consentano di progredire in termini di tutela dei con-
sumatori e dell’ambiente.
La responsabilità da chiarire sui disturbi transitori
POWER QUALITY
I Paesi del Mediterraneo sviluppanole interconnessioni per elettricità e gas
REGOLATORI D’ENERGIA
Heracom ed Edison rilanciano via Webe si aggiudicano l’asta
ASL DELL’EMILIA ROMAGNA
Gli Energy manager italiani discutono sul tema della Power quality al convegno Chloride
21
news&mercati 1-2/2010
STRATEGIE AZIENDALI
Efficienza e servizi il binomio di Eon ItaliaSul mercato troppi ostacoli del legislatoreUn milione di clienti e la terza posizione tra le Utilities del nostro Paesegli obiettivi annunciati dall’amministratore delegato, Klaus Schafer
Non sarà un 2010 facile, ma ci
siamo preparati». Parla così
Klaus Schafer, amministratore de-
legato di Eon Italia, azienda che
punterà ancora con forza al mi-
glioramento di costi e processi,
mostrando come le Utilities stesse
possono fare efficienza energetica
in termini di performance tecni-
che, procurement e modelli orga-
nizzativi funzionali anche nell’im-
plementazione di servizi. Anche
queste operazioni hanno contri-
buito nel 2009 a un fatturato che
ha segnato nei primi 9 mesi del-
l’anno una crescita del 52%. Alla
base una generazione di elettricità
pari a quasi 13 TWh (le vendite so-
no state maggiori perché Eon fa
anche trading generando fattura-
to su 35,4 TWh) oltre a circa 1,8
miliardi di metri cubi di gas.
Tra le operazioni a maggiore effi-
cienza spiccano quelle relativa alla
sostituzione del parco a olio com-
bustibile di Fiume Santo dove Eon
ha già ricevuto il via libera ministe-
riale e il parere positivo della Re-
gione Sardegna: «Manca solo la
conferenza dei servizi (al momento
in cui scriviamo,ovvero fine dicem-
bre - ndr), ma una volta ottenuta si
avrà una progressiva riduzione di
emissioni di zolfo che da qui al
2013 si dimezzeranno per arrivare
a 200 mg». Altri interventi sono
previsti con installazioni di nuove
unità a turbogas e a cicli combina-
ti con adeguamenti degli impianti
termoelettrici.
Nei progetti dell’azienda non man-
cano eolico e fotovoltaico (sempre
a Fiume Santo è in fase di ultima-
zione un impianto da 1,4 MW) che
andranno incrementare quel TWh
di energia verde che già oggi Eon
vende. Così come il nucleare dove
Eon si sente «candidato ideale,
previa verifica delle condizioni le-
gislative e del consenso generale
dell’opinione pubblica».
Ma un conto sono le strategie del-
l’azienda. Altra cosa è avere a che
fare con un quadro normativo «po-
co rassicurante per gli operatori che
investono nel mercato italiano. – ri-
prende l’ad -. Sto pensando alla
Robin Tax nata quando il barile era
a 150 dollari e che oggi non ha più
ragione d’essere. Tanto più che
questi fondi non sono neppure uti-
lizzati per rafforzare il settore ener-
getico». Sul tavolo degli imputati
anche la cosiddetta Virtual Power
Plants: «con questa legge il legisla-
tore ci ha imposto la cessione di
una parte della nostra capacità pro-
duttiva di carbone di Fiume Santo.
È come comprarsi un’auto e poi es-
sere costretti a cederla a qualcuno
invece che guidarla noi stessi», così
come il provvedimento conosciuto
come Must Run (delibera dell’auto-
rità per l’energia 52/09) «arretrato
rispetto al processo di liberalizza-
zione con effetti molto negativi sul-
lo sviluppo del parco produttivo e
sui fondamenti economici di quello
esistente e probabilmente con ri-
percussioni positive molto conte-
nute sul costo del KWh per i clienti
finali». Nessuno si tiri indietro -
sembra essere il monito di Schafer
- ma tutti contribuiscano a fare cre-
scere questo settore. Da parte sua
Eon Italia ha obiettivi chiari: un mi-
lione di clienti e la terza posizione
sul podio delle Utilities italiane.
Fondamentale però per l’ammini-
stratore delegato «sarà la traspa-
renza, il miglioramento della con-
correnza e il completamento del
processo di liberalizzazione e lo svi-
luppo della rete».
M.Cristina Ceresa
Klaus Schafer
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23
STORIA DI COPERTINA
L’Italia delle mille risorse alla ricerca dell’unità sulla via delle RinnovabiliComune che vai, comportamenti che trovi: all’Auditing di Energia24 sindaci, consorzi,Esco, associazioni e aziende hanno messo a confronto le diverse esperienze. L’importanteè fare sistema, sfruttare le potenzialità geografiche e creare cultura tra i cittadini
energia alternativa
Opportunità e non solo gabella.
Così gli addetti ai lavori sia pub-
blici che privati, riuniti da Energia24
per l’Auditing dedicato ai “Comuni
di fronte alla sfida delle Rinnovabili”
sembrano vivere l’argomento mo-
strando anche la forte valenza politi-
ca e sociale di questo saper fare e
dare alternative ai propri cittadini. Gli
ingredienti base potrebbero essere
riassunti in: consapevolezza e cultu-
ra, buona tecnologia, ma anche fi-
nanziamenti accessibili, pratiche bu-
rocratiche snelle e piani operativi non
Regionali, ma nazionali (magari ci
fossero). Tutti aspetti da costruire sul
campo. Seguendo buoni esempi, che
esistono, e buone pratiche che spes-
so ognuno si deve inventare. Perché
l’Italia non sarà ancora il Paese delle
Rinnovabili (anche se l’idroelettrico
nasce qui, così come i primi motori
eolici, per non parlare di tutto il sape-
re sul nucleare), ma è sicuramente la
nazione delle scelte “alternative”. Lo
si deduce bene dalle diverse marce
che i circa 8mila Comuni italiani han-
no innescato: ognuno fa a modo suo.
Cercando sul territorio competenze,
finanziamenti pubblici e privati. I pri-
mi che riusciranno a fornire questi
servizi troveranno terreno fertile. Per-
ché di sicuro la Pubblica amministra-
zione paga a “babbo morto”, ma
paga. Servirla, magari facendo siste-
ma e non ragionando solo in termini
di concorrenza, potrebbe essere una
buona e remunerativa pratica.
M.Cristina Ceresa
25
storia di copertina 1-2/201024
GLI AUDITING DI ENERGIA24
Comuni alleati contro la burocraziapuntano sulle Esco per rinnovarsiLa ricchezza di fonti dal Nord al Sud ostacolata da norme inadeguate. Decisivo il ricorso alle imprese private per avviare iniziative ripagabili in poco tempo
Energie rinnovabili e Comuni ita-
liani sembra essere un binomio
possibile, come ha dimostrato l’in-
contro organizzato da Energia24,
che ha chiamato a raccolta presso
la propria sede sindaci, consorzi,
Esco, associazioni e aziende. È sta-
to un momento per raccontare e
confrontare le proprie esperienze:
le difficoltà da superare e i risultati
raggiunti, mostrando le soluzioni
che in diverse parti d’Italia hanno
consentito di aggirare le difficoltà e
incamminarsi sulla strada indicata
dalla Comunità europea: cioè il
20% dell’energia proveniente da
fonti rinnovabili entro il 2020. Ciò
significa che nel prossimo decennio
l’Italia dovrà necessariamente ef-
fettuare importanti investimenti
nell’efficienza energetica, nella co-
struzione di nuove centrali e anche
nella produzione di biocarburanti.
Aper ha recentemente calcolato
che ci vorranno 40 miliardi di euro
di investimenti soltanto per la co-
struzione di nuovi impianti energe-
tici alimentati da fonti pulite. Il rag-
giungimento dei target europei, tra
l’altro, non sarà a costo zero per la
collettività: come noto, lo Stato fi-
nanzia lo sviluppo delle rinnovabili
attraverso la componente A3 della
bolletta elettrica. Sempre secondo
Aper, il costo da sostenere per fi-
nanziare le nuove centrali a energia
Il progetto Orio Al SoleL’amministrazione comunale di Orio al Serio ha deciso di elaborare una proposta per aiutare ogni cittadino ad affrontare il crescente aumento dei costi energetici e contrastare il fenomeno delle emissioni inquinanti in atmosfera. Attraverso la società partecipata TerritOrio ha condotto uno studio preliminare nell’area residenziale, valutando le potenzialità dei tet-ti in ottica fotovoltaica.La proposta economica trovata è dedicata agli singoli utenti e si sviluppa in questo modo: l’azienda TerritOrio si occupa della progettazione degli impianti solari, del piano di finanziamento necessario, della costruzione e della manutenzione. Il cittadino non sostiene nessun costo, ma concede il proprio tetto nella formula di comodato d’uso gratuito sino al ventesimo anno di contratto, dopo di che diventa proprietario dell’impianto fotovol-taico installato. La tariffa energetica sui consumi elettrici è agevolata e ogni utente può usufruire di un premio fedeltà annuale di 100 kWh per i successivi 20 anni dalla firma del contratto. chi.sca
pulita sarebbe soltanto di 1 euro al
MWh, ma c’è chi è decisamente più
pessimista. Una stima di Confin-
dustria sostiene, invece, che gli
incentivi per finanziare questo svi-
luppo potrebbero comportare un
aggravio di 21 euro al MWh sulla
bolletta energetica del sistema
paese. A prescindere dall’esattezza
dei numeri, si spiega così il dibatti-
to in corso sull’incentivazione da
fonti rinnovabili, fotovoltaico in
particolare, che ha visto alcune as-
sociazioni di categoria (Anie-Gifi,
Regioni e Comuni d’Italia impegnati in prima fila per diffondere buone pratiche “alternative”
storia di copertina
26
1-2/201024
Aper, Assosolare) manifestare
una disponibilità alla graduale ridu-
zione delle tariffe incentivanti.
Sta di fatto che l’Italia ha un obiet-
tivo da raggiungere che sarebbe
facilmente a portata di mano se
ognuno dei Comuni italiani si com-
portasse come quelli presenti al-
l’incontro.
Ogni territorio ha le proprie risor-
se: al Nord la ricchezza di corsi
d’acqua consiglia il mini idroelet-
trico, mentre il Sud, terra di sole e
di vento, si rivela strategico per il
fotovoltaico e per l’eolico, specie
ora che l’eolico off shore comincia
a consentire impianti piuttosto
lontani dalla costa. È la Toscana a
spiccare per la geotermia, grazie
alla particolare conformazione del
sottosuolo. Non solo in Toscana
però, vale la pena di ricordare il
bando della Regione Lombardia
che parte proprio con il mese di
gennaio (in cassetto un primo slot
di 5 milioni di euro - vedi box fi-
nanziamenti) per la geotermia a
bassa entalpia, che comprende
tutte le soluzioni che sfruttano le
pompe di calore. Centrali elettri-
che a biomassa, sempre ottimizza-
te dal teleriscaldamento, sono vin-
centi se accanto esiste la possibilità
di allevare alberi a crescita veloce,
ma per i piccoli impianti anche le
potature del verde cittadino pos-
sono essere un contributo strate-
gico. Il biogas ha un futuro dove
esiste una raccolta differenziata
dei rifiuti umidi, oppure nelle zone
agricole per valorizzare gli scarti
delle coltivazioni. Non tutti sono
d’accordo, invece, in tema di ter-
movalorizzatori, accusati di inqui-
nare e di non sfruttare al meglio le
potenzialità degli scarti.
L’inerzia e la mancanza di forma-
zione di tanti funzionari provincia-
li e regionali sono state segnalate
come uno dei problemi maggiori,
mentre i funzionari volenterosi so-
no a loro volta bloccati da iter
complessi e diversi fra regione e
regione, o addirittura dalla totale
mancanza di un iter, come nel ca-
so della Sicilia. Una realtà che ren-
de difficile ottenere finanziamenti
oppure capire come accedere a
bandi, sgravi e rimborsi.
Responsabile dell’immobilismo è
anche la mancanza di un piano
energetico nazionale, situazione
aggravata da un impianto norma-
tivo per la tutela del territorio che
risale agli anni 90, con una serie di
vincoli che rende difficile l’istalla-
zione di pannelli solari e pale eoli-
che.
A questo si aggiunge una struttura
per la produzione e la distribuzio-
ne di energia che, sappiamo, non
sempre favorisce la diffusione del-
le rinnovabili. È il caso dell’illumi-
All’Auditing di Energia24 si è discusso sull’importanza di sfruttare i bandi e i finanziamenti che la Comunità Europea e le Regioni offrono
Necessaria, secondo i presenti, la preparazione dei funzionari provinciali e regionali in tema energia
27
storia di copertina 1-2/201024
nazione pubblica. I Comuni non
sono proprietari dell’infrastruttura
e questo fa sì che a volte ci sia im-
mobilismo in un’area che invece
potrebbe sfruttare grosse efficien-
ze energetiche.
Il singolo Comune, quindi, fatica a
tener dietro alla complessità nor-
mativa, alla competenza tecnolo-
gica, allo sfruttamento delle risor-
se economiche messe a disposizio-
ne. La soluzione sta nell’associarsi,
e presso l’Auditing di Energia24 si
è fatto l’esempio dei Comuni Vir-
tuosi che, mettendo a fattor co-
mune esperienze e competenze,
ha stilato un programma in cinque
punti, dalla gestione del territorio
alla mobilità. In queste aree non
saranno incentivate nuove costru-
zioni, riducendo drasticamente le
entrate derivanti dagli oneri di ur-
banizzazione, che saranno com-
pensate da una minore spesa, ot-
tenuta, per esempio, sostituendo
le lampadine dell’illuminazione
stradale con i led alimentati da
pannelli fotovoltaici, e dalle entra-
te derivanti dal conto energia.
Sì, perché gli edifici pubblici rico-
perti da pannelli fotovoltaici stan-
no diventando impianti solari che
consentono entrate extra e una
riduzione delle spese. Per realiz-
zarli i Comuni hanno dato vita a
una Esco, una società per azioni a
capitale prevalentemente pubblico
che si occupa proprio dei servizi
energetici. Che si tratti di società a
capitale pubblico, misto o privato
il ruolo delle Esco è davvero cen-
trale, come nel caso del Consor-
zio Romagna Energia, fondato
da una serie di aziende del calibro
di Amadori o Yoga per ridurre la
spesa energetica delle aziende. Si
è contraddistinto per iniziative con
tempi di ritorno degli investimenti
molto veloci. Ora stanno comin-
ciando a lavorare con i Comuni, a
partire dall’Abruzzo, proponendo-
si come Esco, vista l’esperienza
accumulata nel fotovoltaico e nel
minieolico. Per i Comuni si tratta di
Un sondaggio (su 66 Regioni di 24 Paesi europei) dell’Assemblea delle Regioni d’Europa (tenutasi
lo scorso novembre) ha evidenziato che il 91% delle Regioni considera l’energia come una delle principali priorità per i prossimi 15 anni. Il 75% ha già in atto una strategia energetica che comprende lo sviluppo delle rinnovabili. Ma la mancanza di visibilità sugli strumenti finanziari, dell’Unione europea, per esem-pio, rallenta le politiche e le potenzialità.C’è una buona percentuale (59% Europa) di enti re-gionali che sfruttano i programmi di cooperazione territoriale europea finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale, mentre in pochi attingono ai prestiti della Banca europea per gli investimenti,che ha deciso di dedicare circa 5 miliardi di euro per progetti riguardanti l’energia rinnovabile.In generale, i Comuni italiani passano proprio attraver-so gli organismi regionali per usufruire dei finanzia-menti. Vediamo alcuni esempi.La Regione Piemonte ha deciso di destinare un terzo delle risorse finanziarie assegnate attraverso il Fondo Europeo di sviluppo regionale (Fesr 2007-2013) alla riqualificazione energetica pubblica. 9 milioni di euro sono destinati a interventi su immobili di proprietà pubblica per installazione di impianti di solare termico, cogenerazione, sostituzione caldaie, coperture, invo-lucro e isolamento termico. La Regione Lombardia ha un bando attivo per co-muni, comunità montane e associazioni di comuni per
l’installazione di pannelli solari termici. È in fase di svolgimento e prevede lo stanziamento di 1 milione e 417 mila euro. Partirà, invece, nei primi mesi del 2010 un bando destinato alle pompe di calore negli enti pubblici del valore iniziale di 5 milioni di euro, con possibilità di integrazione per altri 5 milioni. I fondi provengono da Fesr 2007-2013 e serviranno per ri-scaldamento e raffrescamento con sonde geotermi-che o con pompe di calore ad assorbimento.La Regione Valle d’Aosta, in base alla legge regionale 3/2006, ha deciso di stanziare percentuali fino al 50% del costo totale per impianti a fonti rinnovabili, come fotovoltaici e termici, destinati agli enti pubblici per lo sviluppo residenziale e commerciale. Il finanziamento si aggira annualmente intorno a 1,5-1,8 milioni di euro.La Regione Marche assegnerà contributi per enti lo-cali e pubblici che svolgono attività di interesse pub-blico non economico provenienti da Fesr 2007-2013 per la realizzazione di impianti fotovoltaici e collettori solari termici. Si tratta soprattutto di scuole, impianti sportivi e case di riposo sparse nel territorio. Il finan-ziamento regionale ammonta a oltre 1 milione e mez-zo di euro. Il contributo massimo è dell’80% dell’inve-stimento complessivo.Altro esempio è la Regione Toscana che finanzierà progetti per generazione elettrica da biomasse. 4 milioni di euro saranno destinati alla produzione di oltre 20 MW termici per il riscaldamento pubblico e privato.
Per sfruttare i finanziamenti occorrono Comuni uniti (e virtuosi)
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Il sole è una fonte di energia inesauribile, sicura, ecocompatibile. E molto redditizia. Infatti, grazie all’incentivazione delIl sole è una fonte di energia inesauribile, sicura, ecocompatibile. E molto redditizia. Infatti, grazie all’incentivazione delConto Energia e al risparmio sulla bolletta elettrica, il fotovoltaico è oggi una vantaggiosa opportunità di investimento.Conto Energia e al risparmio sulla bolletta elettrica, il fotovoltaico è oggi una vantaggiosa opportunità di investimento.
Ecco perché è meglio scegliere un partner affidabile come Mitsubishi Electric, che vanta oltre 25 anni di esperienzaEcco perché è meglio scegliere un partner affi dabile come Mitsubishi Electric, che vanta oltre 25 anni di esperienza nell’industria solare e offre la garanzia di soluzioni tecnologicamente avanzate,nell’industria solare e offre la garanzia di soluzioni tecnologicamente avanzate, inalterabili nel tempo e dal rendimento eccezionale.inalterabili nel tempo e dal rendimento eccezionale.
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storia di copertina 1-2/201024
iniziative a costo zero, dovendo
solo cedere per alcuni anni il dirit-
to di utilizzo di alcune aree (par-
cheggi, cimiteri, tetti di edifici
pubblici). L’importante è che la
Esco o l’azienda abbia un forte le-
game con il territorio, come nel
caso di Ravano Green Power,
punto di riferimento in Liguria per
la realizzazione di impianti chiavi
in mano, sfruttando vento, sole,
biogas o biomasse.
A volte è proprio il privato a dare il
via all’innovazione come nel caso
del piccolo comune di Ottobiano,
in provincia di Pavia, dove Afelio,
un’azienda agricola in cerca di
nuove opportunità, ha deciso di
destinare un appezzamento di ter-
reno per la realizzazione di un im-
pianto fotovoltaico. L’esito positi-
vo dell’iniziativa ha portato alla
progettazione di un impianto a
biogas che sfrutta gli scarti delle
coltivazioni. Esistono molti terreni
agricoli a basso rendimento che
potrebbero essere utilizzati a que-
sti scopi. Anche le associazioni
possono svolgere un ruolo impor-
tante, specie quelle che hanno
una lunga storia come Legam-
biente, disponibile ad aprire spor-
telli di informazione e coordina-
mento per i cittadini, dove le am-
ministrazioni si dimostrano inte-
ressate.
I Comuni di maggiori dimensioni
hanno evidentemente molte più
risorse e quindi possono avere
obiettivi più ambiziosi: Reggio
Emilia, per esempio, ha realizzato
un modello energetico della città
che ha preso in considerazione an-
che i consumi dell’industria, dei
trasporti oltre alle necessità del
settore pubblico. Già nel 2008 ri-
spettava i requisiti del protocollo
di Kyoto, grazie anche a un im-
pianto combinato a gas naturale.
Nel futuro della città c’è un im-
pianto di cogenerazione a biomas-
sa con annesso teleriscaldamento,
il fotovoltaico sugli edifici pubblici
e impianti eolici sull’Appennino.
Non sempre le Regioni sono fre-
no; anzi, spesso possono anche
agire da stimolo, come il Trentino
che già esporta energia rinnovabi-
le in tutta Italia e si è ora concen-
trato sull’edilizia con il consorzio
Habitech, portando in Italia il si-
stema di rating statunitense Leed
(Leadership in energy and envi-
ronmental design). La Regione
Marche, invece, ha istituito la so-
cietà Sviluppo Marche quale in-
terfaccia con i privati allo scopo di
avvicinare i Comuni alle rinnova-
bili anche attraverso scambi di
idee ed esperienze con altri Paesi.
Per tutti vale un appello: uniamoci
nel conoscere e fare cultura e par-
tiamo.
Nadia Tadioli(ha collaborato GianLuigi Torchiani)
storia di copertina
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1-2/201024
«Hanno detto...». Riflessioni dall’Auditing di Energia24
Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi) - Comuni Virtuosi«È necessario un cambio di prospettiva, cercando di far emergere le piccole risorse presenti in ogni Comune, perché anche i più piccoli hanno fonti rinnovabili da sfruttare»
Giacomo Bizzarri, consulente per il Comune di Reggio Emilia e docente all’Università di Ferrara«Quando si parla di rinnovabili e risparmio energetico ho notato che anche la politica locale si trova d’accordo, senza divisioni tra destra e sinistra»
Teresa Borgonovo, rappresentante di Legambiente«Sono i piccoli Comuni che riescono a fare storia. È importante lo spirito di emulazione delle buone pratiche già in atto e il processo di coinvolgimento dei cittadini. E poi c’è bisogno di ottimismo e cultura del fare»
Rodolfo Sacchi, Amministratore delegato di Afelio«Il campo delle energie rinnovabili offre un mezzo per differenziare il business. Noi lo abbiamo fatto operando all’interno di un’azienda agricola i cui rendimenti sono sempre più bassi»
Margherita Canepa, responsabile settoreAmbiente del Centro Studi Volta«È importante individuare le potenzialità del territorio anche attraverso gruppi di lavoro interdisciplinari. L’obiettivo è far crescere il Pil locale»
Gianni Lazzari, Ad di Habitec«Stiamo vivendo l’edilizia in termini di sostenibilità. Vorremmo che il prodotto casa assomigli di più al prodotto automobile: ognuno dovrebbe conoscere le caratteristiche energetiche della propria abitazione. Anche di quelle pubbliche»
Fabiola Bedini, project manager di Svim, Sviluppo Marche «Una struttura come la nostra supporta i Comuni, anche in materia di finanziamenti. Crediamo che sia necessario rappresentare al meglio la voce pubblica e del territorio»
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storia di copertina 1-2/201024
Fabrizio Caldi, responsabile efficienzaenergetica di Romagna Energia«Il grande business è l’efficienza energetica, che permette di risparmiare investendo in tecnologie, con tempi di ritorno economico velocissimi. Tutto ciò va applicato anche alla Pal»
Giorgia Colombo, responsabile marketingRavano Green Power«La cultura delle rinnovabili nei Comuni deve essere sicuramente migliorata. Anche noi ci stiamo impegnando nel supportarla e abbiamo maturato il know how necessario per diffondere le installazioni alternative negli enti pubblici»
Carlo Durante, consigliere di Aper«Nel campo delle energie rinnovabili è necessario generare ricchezza per il nostro Paese. Attualmente compriamo ancora tecnologia dall’estero, ma dobbiamo pensare di creare ricchezza reale per l’Italia»
Lucio Gallo, responsabile energie rinnovabili e distribuite di Ansaldo Energia«Qualsiasi Comune italiano ha competenze e specificità territoriali da valorizzare e può sicuramente sfruttare la filiera corta per lavorare localmente»
Alessandro Pascucci, area Ricercae sviluppo di Esco Italia«Le società di servizi energetici diventano il punto nodale di riferimento per gli operatori del settore e per gli enti pubblici, poiché entrano in gioco gestendo investimenti e progetti per conto del cliente»
Carlo Trussardi, consigliere delegato di Geothermal «La geotermia “inventata” in Italia affascina ancora poco. Confidiamo nei finanziamenti e nei bandi regionali per diffondere al meglio la tecnologia geotermica anche sui Comuni»
Paolo Grassi, responsabile impiantifotovoltaici di Cem Ambiente«Abbiamo notato un effetto di replicazione dei progetti nei Comuni italiani. Dopo la prima installazione è molto più facile per l’ente aumentare le tecnologie alternative: dopo il primo impianto fotovoltaico, per esempio, ne nascono sempre altri»
focus
32
1-2/201024
RAPPORTO DEL POLITECNICO DI MILANO
Lombardia regione grigia e piovosa?Il fotovoltaico sfata il luogo comuneÈ la seconda in Italia per potenza installata, preceduta solo dalla Puglia.Brescia la provincia più attiva. La grande questione irrisolta dell’accesso al credito
La Lombardia è considerata nel
resto d’Italia come una regione
grigia e piovosa: a sfatare il noto
luogo comune ci ha pensato il pri-
mo rapporto regionale sull’ener-
gia fotovoltaica realizzato dal-
l’Energy & Strategy Group del
Politecnico di Milano.
Secondo l’indagine, coordinata
dal Vittorio Chiesa, docente di
Strategia e organizzazione della
Ricerca e Sviluppo presso il Poli-
tecnico, la Lombardia è, infatti, la
seconda regione in Italia per po-
tenza fotovoltaica installata (alle
spalle della Puglia) e la prima in
assoluto per quantità di impianti.
Basti pensare che a giugno 2009 il
numero di strutture fotovoltaiche
installate nella regione era pari a
6.024 unità (il 15,6% del parco
solare italiano) per un potenziale
complessivo di 56,6 MW, suffi-
ciente a coprire i consumi dome-
stici di circa 20mila famiglie.
Il boom del 2008 ha trainato
il mercato nazionale
La Lombardia è stata interessata
dal boom registrato dal fotovoltai-
co italiano nel 2008, contribuendo
per circa il 10% alla crescita com-
plessiva di tutto il mercato nazio-
nale. Le province più attive nel
solare lombardo sono Brescia, in
cui si concentra il 26% della po-
tenza installata, seguita da Milano
con il 19% e dalla provincia di Ber-
gamo con il 13%. Como, Lecco e
Varese sono, invece, ancora lonta-
ne dal pieno sviluppo e rappresen-
tano dunque le zone che potreb-
bero conoscere nei prossimi anni
la crescita più interessante.
Il solare lombardo si è sviluppato
negli anni con alcune peculiari ca-
ratteristiche: il segmento residen-
ziale (ovvero impianti sino a 20 kW
di potenza) rappresenta ancora il
principale campo di applicazione
di questa tecnologia (45,5% nel
2008), anche se il suo peso si è
REGIONE NUMERO IMPIANTI POTENZA (MW)Lombardia 6.024 56,6Emilia Romagna 3.931 44,3Veneto 3.622 34,5Piemonte 3.225 41,5Puglia 3.080 61
Il primato italiano per numero di impianti
PROVINCIA POTENZA (watt/abitante) POTENZA (kW/km2)Bergamo 6,1 2,36Brescia 10,4 2,64Como 3,1 1,40Cremona 10,8 2,17Lecco 4,2 1,69Lodi 11,8 3,31Mantova 7,1 1,23Milano (*) 3,1 5,98Pavia 7,0 1,25Sondrio 8,3 4,69Varese 3,7 2,65
L’analisi del mercato provincia per provincia
Gli oltre 6mila impianti rappresentano il 15,6% del totale degli installati in Italia. Per potenza installata la Lombardia produce l’11,6% del totale, seconda solo alla Puglia con il 12,5%
Fonte: Energy & Strategy Group 2009
Milano è prima per diffusione del fotovoltaico, rispetto alla sua estensione territoriale (5,98 kW/km2), mentre il dato per abitante (3,1 w/ab) la colloca all’ultimo posto
Fonte: Energy & Strategy Group 2009
33
focus 1-2/201024
progressivamente ridotto in favore
del comparto industriale e delle
grandi centrali. Il 2008 ha, infatti,
segnato un momento di svolta, in
particolare per le installazioni con
una potenza superiore ai 100 kW,
che sono passate dallo 0% al
31,6% della totale potenza foto-
voltaica installata in Lombardia
(12,8 MW).
Ma il fotovoltaico lombardo non è
solo potenza installata: l’analisi
dell’Energy & Strategy Group rile-
va come questa regione sia la pri-
ma in Italia come giro d’affari ge-
nerato dal settore. Nel giugno
2009 il valore complessivo del
mercato fotovoltaico lombardo
era stimato in 300 milioni di euro,
il 12,6% del totale italiano.
Le aziende lombarde
più attive nel settore
Anche per quanto riguarda la filie-
ra industriale, in cui il fotovoltaico
all’italiana deve scontare un’ec-
cessiva dipendenza dall’estero, la
Lombardia dimostra una certa di-
namicità. Per quanto riguarda la
produzione di celle, è attiva in
questa regione dal 2008 l’azienda
Solarcell, che si contrappone al-
l’unica altra realtà italiana, la cam-
pana Omniasolar. Erse e Arendi
si occupano, invece, della produ-
zione di celle fotovoltaiche di nuo-
va generazione.
Sono lombardi anche i due più im-
portanti costruttori nazionali di
moduli (Solarday e Mx Group),
così come alcuni dei principali Epc
contractor e system integrator
(Enerpoint, Enerqos e Solarex).
Considerati tutti questi fattori, il
fotovoltaico lombardo sembra
avere un ottimo potenziale di svi-
luppo: secondo uno scenario futu-
ro delineato dalla ricerca del Poli-
tecnico di Milano, la potenza in-
stallata potrebbe raggiungere i
6,5 GW nel 2020, di cui 4,9 grazie
alla realizzazione di impianti foto-
voltaici a terra, utilizzando per
questo scopo appena il 2% dei
terreni incolti o a scarso rendimen-
to agricolo della regione.
Le problematiche relative
all’accesso al credito
Restano ovviamente alcuni limiti
da superare anche in Lombardia,
come nel resto del nostro Paese: il
mondo industriale deve ancora
raggiungere la piena consapevo-
lezza delle potenzialità del settore
ed è sempre più urgente la neces-
sità di stabilire regole uniformi e
certe a livello locale. Il problema
più grande rimane, però, quello
REGIONE VOLUME D’AFFARI 2008 (MLN DI EURO)Lombardia 208,6Puglia 205,9Emilia Romagna 163,6Piemonte 131,7Veneto 120Trentino 114,7Toscana 111,5Marche 95,8Lazio 94,7Sicilia 65,7Umbria 63,2Sardegna 57,4Friuli 53,7Calabria 52,6Campania 43,2Abruzzo 38,6Basilicata 18,7Liguria 15Molise 4,7Valle d’Aosta 1,2
Il volume d’affari del fotovoltaico regione per regione
La Lombardia si colloca al primo posto e contribuisce per il 12,6% al mercato complessivo italiano. Il volume complessivo generato dalla regione al giugno 2009 è pari a circa 300 milioni di euro
Fonte: Energy & Strategy Group 2009
dell’accesso al credito: «Le banche
ancora hanno poca fiducia nel
Conto energia - ha spiegato Car-
melito Denaro, amministratore
delegato di Mx Group -. Come ef-
fetto dell’attuale crisi creditizia
siamo stati costretti ad abbando-
nare il progetto che avevamo av-
viato sul polisilicio».
Un ulteriore sviluppo della filiera
industriale sembra, poi, indispen-
sabile per garantire la tenuta del
comparto nel lungo periodo. «È
necessario incentivare la filiera ita-
liana - ha suggerito Matteo Tem-
pia, investment manager di At-
mos -. Il nuovo Conto energia, per
esempio, potrebbe prevedere un
5% in più di incentivi per quelle
aziende che utilizzano moduli e
celle di fabbricazione italiana».
Gianluigi Torchiani
esperienze&carriere
34
1-2/201024
PROTOCOLLO ENERPLAN
Pompe di calore ad alta temperaturaDa Trieste una proposta adatta alle PmiDall’intesa tra Parco tecnologico e ministero dell’Ambiente la possibilità di sottoscrivere accordi e ottenere brevetti per produrre impianti ad alta tecnologia
Sviluppo tecnologico e sperimen-
tazione industriale di progetti
innovativi nel settore delle energie
alternative e rinnovabili nel Friuli Ve-
nezia Giulia. Questi gli obiettivi del
Protocollo d’intesa Enerplan tra il
Parco tecnologico di Trieste e il mi-
nistero dell’Ambiente. Con questo
accordo i tre poli del Parco a Gorizia,
Basovizza (Ts) e Padriciano (Ts) di-
venteranno una sorta di grande la-
boratorio per fare ricerca in ambito
energetico. La durata del Protocollo
è di 36 mesi con possibilità di rinno-
vo. A fronte di un investimento
complessivo di quasi 7 milioni di eu-
ro, le parti si impegnano ad assicu-
rare ciascuna un cofinanziamento
nella misura del 50 per cento.
Il programma Enerplan prevede la
realizzazione di un impianto speri-
mentale e dimostrativo di taglia me-
dia per una pompa di calore ad alta
temperatura ed elevata efficienza
energetica. A differenza delle pom-
pe tradizionali, che raggiungono
circa 60-65 gradi, l’impianto inno-
vativo consente di portare la produ-
zione di acqua calda oltre i 75 gradi;
in questo modo è possibile sostitui-
re le attuali caldaie senza la necessi-
tà di rifare completamente l’impian-
to. «Solitamente si parla di casa
clima, per indicare le case ecoeffi-
cienti - spiega il presidente del Par-
co Giancarlo Michellone -. Il no-
stro obiettivo è introdurre, tramite
questa nuova tecnologia, il concet-
to di condominio clima».
Il Parco crea quindi prototipi e, do-
po aver sottoscritto accordi con Pmi
interessate a progettazione, produ-
zione e distribuzione in tutto il ter-
ritorio nazionale, cede le licenze
(principalmente si tratta di quelle
per le pompe di calore). Si tratta,
per lo più, di aziende del ramo che
vogliono riconvertirsi.
«Cediamo brevetti a più società af-
finché ci siano più cavalli in corsa e
una maggiore possibilità che si rag-
giunga il traguardo, ovvero che si
riesca a ottenere successo nella
commercializzazione degli impianti
da noi ideati» precisa il presidente
Michellone.
Non solo pompe di calore. Nel Pro-
tocollo è prevista la creazione di un
impianto sperimentale e dimostra-
tivo nell’Area Science Park di Trieste
che svolga una funzione di coiben-
tazione termoacustica e, parallela-
mente, permetta la diffusione del
caldo e del freddo secondo principi 7 milioni di euro per il progetto Enerplan sviluppato nel Parco Tecnologico di Trieste
Giancarlo Michellone
35
esperienze&carriere 1-2/201024
innovativi, ovvero dall’esterno al-
l’interno dell’edificio. Questo siste-
ma, che prende il nome di “cappot-
to attivo”, consente la completa
eliminazione degli impianti tradi-
zionali di riscaldamento e raffresca-
mento, garantendo risparmi ener-
getici di gran lunga superiori alle
tecnologie oggi disponibili.
La necessità di un continuo ricam-
bio d’aria in alcuni luoghi come la-
boratori e ospedali ha ispirato il
progetto di recupero energetico da
cascame d’aria esausta. L’obiettivo
è rendere possibile il massimo recu-
pero dell’energia termica indipen-
dentemente dalle condizioni clima-
tiche esterne. I recuperatori di calo-
re attualmente in uso funzionano
bene nei periodi in cui fa molto
freddo o molto caldo. La tecnologia
ideata dal Parco punta a garantire
la massima efficienza anche in con-
dizioni intermedie. A sperimentarlo
saranno i laboratori dell’Icgeb,
Centro internazionale di ingegneria
genetica e biotecnologie.
Dall’aria alla terra, sempre con
l’obiettivo di valorizzare le risorse
del territorio, per misurare e poi uti-
lizzare le fonti di energia geotermi-
ca presenti. Il progetto geotermico
ad alta entalpia (l’entalpia è una
funzione che esprime la quantità di
energia che un sistema può scam-
biare con l’ambiente) prevede un
programma di analisi geologiche
volte a valutare il potenziale ener-
getico dei siti di Area Science Park.
E dopo l’acqua e l’aria, ci sarà spa-
zio per la luce. È prevista, infatti, la
realizzazione di un progetto speri-
mentale per sistemi di illuminazio-
ne in aree esterne alimentati a Led
(Light emitting diode). Dopo una
fase di analisi saranno installati di-
spositivi luminescenti a Led all’in-
terno dei Campus di Padriciano e
Basovizza. Inoltre, sarà creata
un’installazione dimostrativa di illu-
minazione stradale che sfrutta la
tecnologia Led.
Nell’ambito di Enerplan si provvederà
all’ampliamento dell’impianto di co-
generazione con motore a combu-
stione interna alimentato a metano,
integrato con diversi tipi di pannelli
fotovoltaici (Lidea). Allo stesso tem-
po sarà creato un impianto/laborato-
rio dimostrativo con microturbine a
gas con sistema di trigenerazione
nella sede di Gorizia del Parco.
Pierluigi Cara
L’Alto Adige vanta una posizione
interessante per le imprese. Al
centro di due mercati, italiano e tede-
sco, è sull’asse del Brennero ed è ser-
vito dagli aeroporti di Bolzano, Verona
e Innsbruck. Lo fa notare anche Bls,
Business location service, una società
provinciale nata nel gennaio 2009
proprio per promuovere l’insedia-
mento di attività nel territorio atesino.
Partecipata al 100% dalla provincia
autonoma di Bolzano, ha sostituito gli
uffici di attività produttive e infrastrut-
ture, con delega di tutte le competen-
ze da parte della provincia. «La nostra
attenzione è rivolta alle imprese locali
- afferma Ulrich Stofner, direttore di
Bls -, ma anche a quelle nazionali e
BUSINESS LOCATION SERVICE
Strategia verde per le imprese altoatesineL’assistenza della società della provincia autonoma privilegia le rinnovabili
internazionali. Ci occupiamo del loro
insediamento e forniamo l’assistenza
necessaria. Il settore che al momento
ci interessa particolarmente è proprio
quello delle energie rinnovabili». La
politica energetica in favore delle fon-
ti alternative è iniziata, infatti, già di-
versi anni fa, con la legge provinciale
sul risparmio energetico del 1993 e il
piano energetico provinciale del 1995.
Le basi normative, quindi, ci sono. E
anche i buoni propositi. Basti pensare
che il fabbisogno energetico della
provincia è soddisfatto attualmente
per il 56% dalle fonti alternative, ma
l’obiettivo ambizioso si attesta sul
75% entro il 2013. Oltre 100 imprese
del territorio sono già impiegate nel
settore delle energie verdi e più di
1.500 abitazioni hanno ottenuto la
certificazione CasaClima.
Chiara Scalco
Meno tasse più finanziamentiIl territorio altoatesino offre buone agevolazioni per le imprese, le tasse sono infatti, secondo Confartigianato, le più basse d’Italia. Il tasso medio italiano dell’Irap è del 3,90%; in Alto Adige è del 2,98%. I finanziamenti per gli investimenti arrivano finoal 23%, per ricerca e sviluppo vanno dal 50 al 90% e per l’innovazione tecnologica raggiungono il 30% del totale.
esperienze&carriere
36
1-2/201024
.com
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
I comuni del Piemonte credono nel solareOltre il 90% ha installato un impiantoAltre fonti alternative utilizzate sono il mini idroelettrico, le biomasse, il biogas e la geotermia. Il fotovoltaico diventa obbligatorio in alcuni regolamenti edilizi
In oltre il 90% dei comuni pie-
montesi c’è almeno un impianto
solare installato: le fonti energeti-
che alternative stanno prendendo
piede secondo il primo rapporto
regionale di Legambiente, che fa
seguito alla ricerca nazionale sui
“Comuni rinnovabili” giunta nel
2009 alla sua quarta edizione.
I comuni censiti nella Regione Pie-
monte sono 996 sui 1.206 com-
plessivi (rappresentano quindi
l’82% circa); i dati raccolti e riela-
borati da Legambiente provengo-
no da questionari rivolti alle ammi-
nistrazioni locali, poi verificati con
gli studi di differenti associazioni
come Fiper e Anev. Il solare rima-
ne l’energia alternativa più diffusa,
precedendo il mini idroelettrico
(presente in 164 comuni), biomas-
se e biogas (in 158), geotermia (in
49). Infine, sono solo cinque le
amministrazioni pubbliche che
hanno investito nell’energia eoli-
ca: le località di Garessio, Mom-
barcaro, Quassolo, Tavagnasco,
Oulx. Ci sono poi 26 comuni dove
sarà obbligatorio installare sistemi
a tecnologia fotovoltaica nelle
nuove abitazioni: l’obbligo è stato
appositamente inserito all’interno
del Regolamento edilizio. Legam-
biente evidenzia che ben 668 co-
muni di quelli censiti hanno popo-
lazione con meno di 5mila abitan-
L’accordo della Regione con la spagnola Opde
La Regione Piemonte, intanto, ha stretto un accordo con la società
spagnola Opde per realizzare 17 centrali fotovoltaiche con una
potenza complessiva di circa 75 MW. Il piano si svilupperà in due fasi:
Opde costruirà inizialmente (entro il 2010) sette impianti da 31 MW
totali nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, impiegando 150
milioni di euro. Poi arriveranno altre dieci centrali da 45 MW per un
investimento di 170 milioni. Opde prevede di creare direttamente 125
nuovi posti di lavoro in Piemonte, sui 375 complessivi generati dal
programma solare dell’azienda iberica. Opde, inoltre, realizzerà un
centro tecnologico e logistico a Torino, per assicurare la manutenzione
degli impianti piemontesi e per espandere le sue attività in Francia,
Germania e nei paesi dell’Est. Grazie all’accordo, il Piemonte potrebbe
diventare la prima regione per potenza installata nel fotovoltaico nel
2010 (ora si trova al quarto posto).
ti: ciò è rilevante proprio per se-
gnalare, secondo l’associazione
ambientalista, l’utilità della cosid-
detta generazione distribuita per
soddisfare i consumi energetici dei
piccoli centri urbani.
«Grazie a questi nuovi impianti
che sfruttano le energie rinnovabi-
li è possibile creare posti di lavoro,
aumentare i servizi anche nelle zo-
ne più disagevoli e migliorare la
qualità della vita», ha infatti com-
mentato Vanda Bonardo, presi-
dente di Legambiente per le Re-
gioni Piemonte e Valle d’Aosta.
I primi sette parchi solaripiemontesi di Opde:
Fossano (Cn) > 5,6 MWpCeva Lesegno (Cn) > 7,3 MWpBubbio (At) > 5,3 MWpQuattordio (Al) > 1,9 MWpCasale (Al) > 1,9 MWpRosignano (Al) > 5,0 MWpQuargnento (Al) > 4,0 MWp
37
tecnologie&soluzioni 1-2/201024
STRATEGIE D’IMPRESA
Siemens punta sulle rinnovabilie affina le tecnologie per sole e ventoI sistemi più recenti consentono di sfruttare l’energia eolica anche in zone soggette a turbolenza o a bassa ventosità. Nuovi investimenti sul termodinamico
Il business delle energie alternative
è quello da cui Siemens si aspetta
la crescita più sostenuta. «Si stima
che a livello mondiale la percentuale
di energia da risorse rinnovabili
(escluso quella idroelettrica) cresce-
rà dal 3% attuale al 17% nel 2030:
di questo il 52% deriverà dall’eolico
e il 29% dal solare. Basandoci sulle
nostre recenti stime, il solare avrà il
più alto tasso di crescita: il 28% an-
nuo». Così ha esordito Alessandro
Mancino, responsabile energie rin-
novabili Siemens, all’incontro con
docenti e studenti presso il Politec-
nico di Milano.
Nel mondo e in Italia
«Il mercato delle rinnovabili a livello
mondiale - ha continuato - è stima-
bile in circa 100 miliardi di euro an-
nui, con un tasso di crescita superio-
re al 10% annuo. In Italia è di oltre
2 miliardi di euro annui con un gran-
de potenziale di crescita ancora ine-
spresso. Tale potenziale verrà effet-
tivamente sfruttato solo se verranno
mantenuti adeguati incentivi, crean-
do un sistema di regolamentazione
“certo” ed efficace e se il sistema
finanziario riprenderà il sostegno
creditizio ai livelli ante crisi».
La tecnologia può fare molto per
aiutare la diffusione dell’energia eo-
lica, portandola in zone una volta
proibite come quelle soggette a tur-
bolenza o bassa ventosità. Per que-
ste ultime Siemens ha messo a pun-
to turbine eoliche tradizionali con
rotore sovradimensionato, mentre
Tlc (Turbine load control) è un siste-
ma di controllo dinamico che evita il
fermo macchina della turbina in
condizione di elevati stress meccani-
ci dovuti a turbolenze ed effetti di
scia. Le conseguenze sono l’aumen-
to dei MWh prodotti, l’ottimizzazio-
ne degli spazi disponibili e l’installa-
zione in siti di classe di ventosità
superiore rispetto a quello per cui la
turbina è stata classificata.
Nel mare stanno arrivando le turbi-
ne eoliche offshore flottanti, per
fondali profondi fino alcune centi-
naia di metri. Il risultato è un’instal-
lazione più lontana dalla costa con
riduzione dell’impatto visivo e incre-
mento nella produzione grazie alla
maggiore forza e stabilità del vento.
Innovazione per Siemens significa
anche tecnologia “direct drive”: si
tratta di una nuova turbina da 3MW
di potenza, priva di moltiplicatore di
giri (e quindi delle conseguenti per-
dite), con generatore a magneti per-
manenti e con un rotore di 101 M.
Acquisizione in Israele
Siemens sta investendo molto nel
Concentrated Solar Power fornendo
turbine a vapore per applicazione so-
lare termodinamica. Ha investito in
una quota di minoranza di Archime-
de Solar che produce tubi a sali fusi
per impianti Csp, sotto licenza Enea.
«Attraverso l’acquisizione dell’azien-
da israeliana Solel - conclude il ma-
nager - ci sarà possibile offrire anche
la parte di potenza per impianti a
specchio parabolico, oltre a consen-
tirne un’ottimizzazione sempre mag-
giore. Grazie a questa acquisizione
Siemens riuscirà a rendere più effi-
ciente tutta la filiera, dalla sorgente
di potenza alla turbina a vapore. Sie-
mens può oggi offrire anche recetto-
ri solari, sia a olio termico che a sali
fusi. In base alle necessità del singolo
progetto (per esempio l’esigenza di
avere un sistema di accumulo e stoc-
caggio del calore e di continuare a
produrre anche in assenza di sole)
entrambe le tecnologie possono of-
frire grandi benefici».
Nadia Tadioli
Alessandro Mancino
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STORIA DI COPERTINA
Un passo avanti e due passi indietroLunga la via del new deal energeticoConiugare crescita industriale e ambiente resta una grande opportunità,ma le priorità dettate dall’agenda economica rallentano il processo. L’urgenzadi politiche coordinate da parte dei Paesi del G20. I ritardi accumulati dall’Italia
Inquinamento, efficienza, fonti rinno-
vabili. Quante incertezze smorzano
gli entusiasmi sollevati al principio del
terzo Millennio quando si pensava che
l’applicazione del protocollo di Kyoto
rappresentasse l’avvio di una politica
mondiale in difesa dell’ambiente.
Anche la conferenza di Copenhagen
ha lasciato irrisolte molte questioni
quali le politiche coordinate per ridurre
l’effetto serra o il rapporto tra i Paesi
sviluppati e in via di sviluppo. Ancora
una volta sono le convenienze a detta-
re le agende, anche se va riconosciuto
uno sforzo complessivo per dotarsi di
politiche nazionali. Il vero ostacolo è
rappresentato dalla mancanza di coor-
dinamento non solo per i contrastanti
bisogni dei singoli Paesi, ma anche per
la duplice veste che molti indossano, di
virtuosi e inquinatori. È quanto si desu-
me dal rapporto commissionato dal
Wwf sullo sviluppo sostenibile di cui
diamo conto nelle pagine che seguo-
no. E l’Italia? Un soffio d’ottimismo
viene dal Rapporto Enea che ci offre
chance per raggiungere gli obiettivi fis-
sati in materia di rinnovabili (17% di
energia primaria nel 2020). Un traguar-
do reso possibile anche da una riduzio-
ne delle previsioni produttive stante
l’attuale difficile congiuntura economi-
ca. Occorre ora recuperare i ritardi ac-
cumulati, ma in fretta, se è vero che in
materia d’efficienza energetica l’Italia è
al terzultimo posto nella Ue.
ambiente sostenibile
IL TRAGUARDO PER L’ITALIA DEL 17% ENTRO IL 2020
ELETTRICITÀ 4,3 Mtep 8,3 Mtep
CALORE E CONDIZIONAMENTO 2,6 Mtep 9,2 Mtep
TRASPORTI 0,2 Mtep 4,2 Mtep
TOTALE 7,1 Mtep 21,7 Mtep
Valori espressi in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio
2005 2020
Fonte: Audizione Enea alla commissione Ambiente del Senato (27/10/2009)
storia di copertina
40
1-2/201024
STUDIO ECOFYS E GERMANWATCH
In calo le emissioni ma non i bisogniI Grandi nella morsa di costi e beneficiGermania leader nei programmi d’efficienza e nell’uso delle rinnovabili. La Cina fissa obiettivi anti-inquinamento, ma poi concede sgravi fiscali al carbone
La domanda cruciale per questo
2010 appena cominciato è se
l’economia raggiungerà quel “Green
new deal” evocato dal presidente
americano Obama e da altri leader
politici. Per coniugare la crescita in-
dustriale con l’ambiente, avverte un
recente studio di Ecofys e Ger-
manwatch realizzato per E3G e
Wwf, bisogna intensificare gli sforzi.
Il rapporto ha esaminato i Paesi del
G20 più alcuni altri, individuando le
dodici migliori politiche nazionali (su
un campione di cento) capaci di ri-
durre l’inquinamento e garantire be-
nefici economici.
Si scopre, così, che l’impatto dei
provvedimenti ambientali è ancora
troppo debole; molti governi si trova-
no sia sulla lista dei virtuosi, sia su
quella degli inquinatori, annullando
in tutto o in parte gli effetti delle mi-
sure contro le emissioni nocive. Man-
ca, insomma, una visione lungimi-
rante, capace d’integrare tutte le
fonti del mix energetico. Ciò balza
agli occhi scorrendo la classifica con-
tenuta nel rapporto, stilata secondo
diversi parametri: in particolare, la
riduzione della CO2 sia sul breve, sia
sul lungo termine, l’uso di nuove tec-
nologie pulite, il rapporto tra costi e
benefici (anche sociali, come l’occu-
pazione).
Al primo e secondo posto spicca la
Germania, grazie rispettivamente al
programma per l’efficienza energeti-
ca negli edifici e gli incentivi per pro-
durre elettricità con le fonti rinnova-
bili (soprattutto il solare). Il primo
pacchetto include nuovi standard
energetici per le abitazioni, riqualifi-
cazione degli impianti esistenti, sus-
sidi e prestiti. Il secondo, invece, pre-
vede una tariffa fissa “feed in” per
venti anni, assicurando sicurezza e
stabilità agli investimenti nelle fonti
alternative. È uno schema poi adot-
Rielaborazione di una tabella Ecofys/Germanwatch tratta dallo studio “Scorecards on best and worst policies for a green new deal”, novembre 2009.I punteggi sono in una scala da zero a dodici per gli effetti ambientali ed economici (a loro volta divisi in varie sotto categorie) e da zero a tre per la possibile espansione di ciascun provvedimento in altri Paesi.
PAESE PROVVEDIMENTO BENEFICI BENEFICI POSSIBILE ESPANSIONE PUNTEGGIO
AMBIENTALI ECONOMICI IN ALTRI PAESI TOTALE
Germania Efficienza energetica negli edifici 9 6,2 2 17,2
Germania Tariffa feed in per le fonti rinnovabili 7 6,0 2 15,0
Messico Progetto “Bus rapid transit” 10 2,2 2 14,2
Stati Uniti Efficienza energetica nelle case popolari 6 4,8 3 13,8
Stati Uniti Incentivi per le fonti rinnovabili 6 4,7 3 13,7
Brasile Lotta alla deforestazione in Amazzonia 7 4,5 2 13,5
Spagna Solare termico obbligatorio nei nuovi edifici 6 3,7 3 12,7
Giappone Standard “Top runner” per veicoli 7 3,5 1 11,5ed elettrodomestici
India Uso di gas naturale compresso nei trasporti 5 4,0 2 11,0
Gran Bretagna Efficienza energetica nelle abitazioni 6 2,8 2 10,8
Europa Emission trading system 4 4,3 2 10,3
Cina Riduzione emissioni per mille grandi imprese 6 3,2 1 10,2
Le dodici migliori politiche nazionali
41
storia di copertina 1-2/201024
tato da oltre 40 Paesi in tutto il mon-
do. La Germania, però, è anche tra i
Paesi che continuano a supportare il
nucleare. Una scelta che secondo il
rapporto è dannosa, perché toglie
risorse a progetti più sostenibili. La
recente decisione del governo tede-
sco di prolungare la vita degli impian-
ti nucleari esistenti, per esempio,
potrebbe compromettere gli investi-
menti nei parchi eolici offshore.
Le colpe di Pechino
Quindi è una questione di priorità. Le
stesse contraddizioni sono evidenti in
Cina, che ha conquistato il dodicesi-
mo posto in classifica, avendo asse-
gnato alle mille imprese più inqui-
nanti del Paese obiettivi obbligatori
per ridurre le emissioni. Allo stesso
tempo, la Cina sostiene con misure
fiscali le industrie del carbone, per
mantenere basso il prezzo dell’ener-
gia e favorire così il progresso indu-
striale e i consumi interni, oltre a sal-
vare posti di lavoro nel settore mine-
rario. Così operando, Pechino rallen-
ta il passaggio verso un’economia
più verde; si capisce anche perché
non conviene alla Cina finanziare la
tecnologia Ccs (Carbon capture and
storage). I maggiori costi delle cen-
trali a carbone pulito sarebbero in-
compatibili con la strategia di svilup-
po a buon mercato. Ci sono dunque
varie politiche considerate nocive dal
rapporto, che se abbandonate o
quantomeno limitate potrebbero di-
rottare più finanziamenti alla “Green
economy”, recuperando quei posti
di lavoro persi nei settori tradizionali
del carbone e del petrolio.
Tra gli esempi virtuosi, Ecofys e Ger-
manwatch citano anche il sistema
di autobus a trasporto rapido pensa-
to dal Messico, il credito d’imposta
per la produzione elettrica dalle rin-
novabili in vigore negli Stati Uniti,
l’obbligo d’installare pannelli foto-
voltaici o impianti solari termici nei
nuovi edifici in Spagna e l’obbligo,
per i fornitori di energia e gas inglesi,
di promuovere l’efficienza energeti-
ca nelle abitazioni. Proprio la Gran
Bretagna, secondo lo studio, ha va-
rato una legge coerente (Uk climate
change act) che introduce dei tetti
annuali alle emissioni di CO2, preve-
dendo una revisione complessiva
delle politiche energetiche e un con-
trollo assiduo delle istituzioni sui
progressi ottenuti.
Luca Re
LE PREVISIONI DELL’ENEA
L’Italia del Rinnovabile dovrà triplicareLa tecnologia dei trasporti è il vero scoglioL’uso massiccio del solare termodinamico è alla base della difficile rimonta. Occorre ridurre la dipendenza dalle esportazioni e adeguare la rete elettrica
Si continua a discutere se l’Italia
raggiungerà il suo obiettivo per
le fonti rinnovabili (17% dei consu-
mi di energia primaria nel 2020) co-
me stabilito dall’Unione europea.
Nello spazio tra ottimisti e pessimisti
si è inserito il nuovo studio Enea, ap-
pena giunto sul tavolo della Com-
missione ambiente del Senato. Stan-
do ai numeri, il nostro Paese potreb-
be riuscire nell’impresa, a patto di
puntare sull’efficienza energetica e
le tecnologie più moderne come il
solare termodinamico. Un bell’aiuto
arriverà dalla crisi economica, che
ha frenato la domanda energetica
italiana. L’Enea, infatti, prevede un
fabbisogno di quasi 150 Mtep (mi-
lioni di tonnellate di petrolio equiva-
lente) nel 2020, contro le preceden-
ti stime di oltre 160 Mtep.
Lo sforzo da compiere
Questa è una previsione “business
as usual” senza interventi rilevanti;
diversamente, con il contributo del-
l’efficienza energetica, la domanda
potrebbe scendere a 127 Mtep. Ri-
mane ugualmente uno sforzo note-
vole da compiere, perché l’energia
rinnovabile dovrà complessivamente
triplicare, passando da 7 Mtep nel
2005 a quasi 22 (il 17% di 127 Mtep)
nel 2020. Tale sforzo sarà diverso nei
tre settori di riferimento: elettricità,
calore e condizionamento, trasporti.
Proprio i trasporti rappresentano lo
scoglio più difficile, perché bisogne-
rà salire a 4,2 Mtep (il 10% dei con-
storia di copertina
42
1-2/201024
sumi previsti nel 2020) da appena
0,2 nel 2005, volendo soddisfare le
richieste europee. S’impone, quindi,
un salto tecnologico verso i biocar-
buranti di seconda generazione, ri-
cavati per esempio da scarti agricoli
e forestali.
Il fotovoltaico si fa in trenta
Per quanto riguarda il settore ter-
mico, il traguardo del 2020 è quasi
quadruplo rispetto al 2005, da 2,6
a 9,2 Mtep; l’attenzione cade so-
prattutto sul teleriscaldamento, il
solare termico e le centrali elettri-
che a biomasse (cogenerazione).
Infine c’è il settore elettrico, che
dovrebbe raddoppiare da 4,3 a 8,3
Mtep. Bisognerebbe produrre un
centinaio di TWh attraverso le rin-
novabili nel 2020, triplicando la
generazione eolica, aumentando di
30 volte quella del fotovoltaico e
aggiungendo due o tre Mtep dal
solare termodinamico. Trascurabile
la crescita dell’idroelettrico, limita-
ta agli impianti di taglia mini; anche
la geotermia ha un potenziale assai
limitato di sviluppo.
Più tecnologia italiana
È quindi dal vento e dal sole che
servirà più energia, oltre che dalle
biomasse. Ci sono degli ostacoli da
superare, tra cui l’eccessiva dipen-
denza dalle importazioni (l’85%
dei pannelli solari proviene dal-
l’estero), l’adeguamento della rete
elettrica per assorbire l’energia in
eccesso, la definizione di un piano
nazionale per le rinnovabili con
obiettivi chiari e definiti per ogni
regione. La tecnologia italiana sta
puntando sul solare termodinami-
co e quello a concentrazione, come
testimoniano alcuni progetti basati
sulle ricerche Enea, per accelerare
nuovi investimenti non solo in Ita-
lia, ma anche in altri Paesi.
Diminuisce la CO2
Le rinnovabili potranno così vantare
250mila addetti nel 2020, compre-
so l’indotto, di cui ben 77.500 nel-
l’eolico, 65mila nelle biomasse,
27.500 nel fotovoltaico, 25mila nel
biogas e 20mila nel solare termoe-
lettrico. L’ultimo capitolo riguarda le
emissioni di CO2. La nuova previsio-
Occupazione potenziale in Italia nel settore delle Rinnovabili
Fonte: Iefe
ne Enea post crisi economica stima
emissioni pari a circa 467 milioni di
tonnellate di CO2 nel 2020, un valo-
re inferiore a quello del 2005 (492
MtCO2). Grazie alle rinnovabili e al-
l’efficienza energetica, si potrebbe-
ro evitare 80-100 MtCO2; in partico-
lare, l’efficienza energetica vale oltre
la metà della riduzione complessiva,
mentre le fonti pulite incidono per il
23% secondo le stime Enea.
lu.re.
65.000
77.500
5.00010.000
15.000
5.000
20.000
25.000
27.500
BiomasseEolicoFotovoltaicoBiogasSolare termoelettricoGeotermiaIdroelettricoRsuAltro
Fonte: Enea
Efficienza gen. elettrica 10,2%
Uso razionaledell’energia11,6%
Tecnologielow-carbon8,7%
Rinnovabili23,3%
Efficienzausi finali46,2%
Ruolo delle tecnologie nella riduzione delle emissioni
(al 2020)
Trasporti (shift modale)Trasporti
Industria
Terziario
Residenziale
5,5%5,5%
9,7%
10,8%
14,7%
Nella riduzione delle emissioni al 2020 di 80-100 Mt di CO2le Rinnovabili contribuiscono per un 23% (22Mt di CO2 evitate)
TOTALE ADDETTI 250.000
(al 2020)
43
storia di copertina 1-2/201024
L’INDAGINE DI AMICI DELLA TERRA
La griglia di partenza verso il 2020ci assegna solo il terz’ultimo postoNell’Europa dei 27 l’Italia è in ritardo del 24% rispetto al taglio di emissioni previste. Il potenziale di risparmio pari alla produzione di otto centrali nucleari
L’Italia ha ampie possibilità di
miglioramento nell’efficienza
energetica, che potrebbe rappre-
sentare un importante strumento
a disposizione per centrare i tar-
get sul taglio delle emissioni di
CO2. È quanto evidenzia un’inda-
gine condotta dall’associazione
Amici della Terra sul posiziona-
mento dell’Italia negli indicatori
su energia e clima: il nostro Paese
è in forte ritardo nel rispetto degli
obiettivi della politica climatica
europea, sia con riferimento a
quelli di Kyoto per il periodo 2008-
2012, che in relazione ai target
nazionali al 2020 impliciti del pac-
chetto energia e clima, appena
approvato dall’Ue. Nel caso di
Kyoto, i dati evidenziano come
l’Italia sia al terzultimo posto nel-
l’Unione europea dei 27, con una
distanza del 13,6% rispetto al-
l’obiettivo, mentre l’Unione euro-
pea nel suo complesso è riuscita a
tagliare le proprie emissioni ridu-
zione del 13% rispetto al 1990,
ben 5 punti percentuali in più ri-
spetto al target prestabilito. Per
quanto riguarda gli obiettivi al
2020, la distanza dell’Italia rispet-
to allo scenario tendenziale è del
24%. Per raggiungere questi tra-
guardi è indispensabile puntare
sull’efficienza energetica: pren-
dendo come riferimento il poten-
ziale stimato dall’Enea, si legge
nel documento dell’associazione
ecologista, entro il 2020 si potreb-
bero evitare consumi finali di elet-
tricità per 73 TWh l’anno, cioè il
21,6% circa dei consumi finali lor-
di del 2008 (337,6 TWh). Il rispar-
mio maggiore potrebbe arrivare
dal residenziale (30,8 TWh), se-
guito dall’industria (22,8), dal ter-
ziario (14,2) e dalle infrastrutture
(5,2). Questo enorme potenziale
di risparmio energetico corrispon-
de alla produzione di circa otto
grandi centrali nucleari, che po-
trebbe comportare una riduzione
delle emissioni di circa 60 milioni
di tonnellate rispetto a uno scena-
rio tendenziale.
Nonostante il nostro Paese non
registri miglioramenti del livello di
intensità energetica finale (quan-
tità di energia necessaria per pro-
durre un’unità di Pil) dal 1986,
esistono, però, anche alcuni pri-
mati nel campo dell’efficienza,
che, spesso, il Paese non conosce
e, dunque, non valorizza in termi-
ni politici e di sistema. Per esem-
pio, l’Italia è prima tra i Paesi Ocse
Ritardi, primati e omissioni dell’Italia
Fonte: Amici della Terra
Ets: Rendimenti delle centrali termoelettriche, media del periodo 2001-2005, Paese Ocse + altri
Ets: Consumo 2007 di energia nell’industria chimica per unità di valore aggiunto Ppa nell’Ue29+N
Ets: Consumo 2007 di energia nell’industria del cemento per tonn. prodotte in Ue29+N
Produzione e consumo di energia elettrica: consumi elettrici procapite nell’Ue29+N
Industria: consumi finali per unità di valore aggiunto Ppa corretti in base alla struttura dell’industria europea
Trasporti: variazione % 1990-2006 delle emissioni di gas serra dei trasporti su strada negli Stati membri
Trasporti: consumi specifici del trasporto merci su strada, 2007
Trasporti: consumi specifici delle auto passeggeri (litri/100km)
Residenziale: consumi finali 2007 per unità abitativa adattati alla media climatica europea
Residenziale: consumi finali di elettricità 2007 per unità abitativa dovuti a illuminazione e apparecchiature elettriche
1
15nell’Ue29+N
3nell’Ue29+N
12 nell’Ue27+N3 nell’Ue15
12 nell’Ue29+N6 nell’Ue15
10 nell’Ue15
14 nell’Ue29+N
1 nell’Ue29+N
17 nell’Ue29+N
7 nell’Ue29+N2 nell’Ue15
POSIZIONAMENTO NEI PRICIPALI SETTORI POSIZIONE ITALIA
[ L’energia che nasce dalla Terraha la sua voce ]
Terra e Vita è una pubblicazione de
[ Bioenergie e agricoltura ]Il supplemento periodico a Terra e Vita,
il settimanaledell’agricoltura,da sempre accanto
agli imprenditoriagricoli italiani
Ogni due mesi in allegato aTerra e Vita una finestra sull’ampia e
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Dalla filiera legno a quella delle colture fino al biogas,il supplemento offre sperimentazioni, applicazioni operative
in ambito pubblico e in azienda agricola e le esperienze degliagricoltori che fanno già parte di questa nuova importante realtà.
www.terraevita.it www.agricoltura24.com
Pagina Bioenergia per Energia 24 2009.qxd 21/10/2009 12.29 Pagina 1
45
storia di copertina 1-2/201024
nel rendimento delle centrali ter-
moelettriche (media 2001-2005) e
nei consumi delle auto passeggeri
(litri/100 km) ed è terza nell’Ue a
15 per consumi elettrici procapite.
Più negativi, invece, i dati per
quanto riguarda i consumi finali
dell’industria (12° nell’Ue a 29,
15° nella chimica) e del settore re-
sidenziale (17° nella Ue a 29 in una
classifica che tiene conto delle dif-
ferenze climatiche tra i diversi Pae-
si). Amici della Terra dà, invece, un
giudizio positivo sul meccanismo
dei Certificati Bianchi, il sistema di
incentivazione dell’efficienza ener-
getica in vigore dal 2005. «Dopo
una prima fase di rodaggio - si leg-
ge nella relazione introduttiva di
Andrea Molocchi, responsabile
studi Amici della Terra - culminata
con la revisione del meccanismo a
opera del Dm 21/12/2007, i Certi-
ficati Bianchi stanno iniziando a
dare risultati consistenti. Si pensi
che nel 2008 il risparmio di ener-
gia primaria è stato di 2 Mtep ed
entro il 2012 si dovrà arrivare a 6
Mtep di energia primaria. Dal pun-
to di vista dei costi/benefici per la
collettività, questo meccanismo
comporta costi diretti per lo Stato
per circa 300 milioni di euro l’an-
no, ai quali fanno fronte, in virtù
dei risparmi annui ottenuti dagli
utenti, benefici netti per 1,2 mi-
liardi di euro, scontando anche gli
investimenti annui nelle tecnolo-
gie». Anche a livello globale l’effi-
cienza energetica potrà fornire un
importante contributo nella lotta
al cambiamento climatico: Amici
della Terra fa riferimento al rap-
porto Energy Technology Perspec-
tives dell’Iea, che evidenzia come,
fra i vari modi per ridurre la CO2, il
contributo delle opzioni apparte-
nenti alla famiglia dell’efficienza
ammonti al 53%, sopravanzando
il contributo derivante dalle fonti
rinnovabili (21%), nonché la cat-
tura e sequestro del carbonio
(19%) e il nucleare (6%).
.com
7,01.220 1.222
1.358 1.329
1.1081.200
1.400
1.000
800
600
400
200
0
6,0
5,0
Mte
p/an
no
4,0
3,0
2,0
1,0
0,02008 2009 2010
Gas Elettrico
2011 2012 2008 2009 2010 2011 2012
I benefici economici netti dei Certificati Bianchi
Fonte: Dm 21/12/2007
Obblighi nazionali di risparmioenergetico 2008-2012 (Mtep/anno,1 Tep di energia primaria = 5,347 MWh)
Stima dei benefici economici nettiper la collettività (al netto dei costiper lo Stato e per gli investitori)
1
1,21,8
2,43,1
3,51,4
1,9
2,2
2,5
Gli addetti ai lavori si incontrano agli
non perdere i prossimi appuntamentiPer saperne di più e partecipare scrivi a: [email protected]
focus
46
1-2/201024
Quando si pensa a Kyoto, rara-
mente si fa riferimento al valo-
re monetario, seppur potenziale, di
una sua non applicazione. Il target di
emissioni previsto per il periodo
2008-2012, infatti, genera indiretta-
mente crediti o debiti di emissioni
che potrebbero essere quantificati in
moneta, laddove fosse previsto, co-
me avviene per esempio a livello eu-
ropeo con l’Ets, ovvero l’Emission
trading scheme, un meccanismo di
sanzione automatico
per chi non rispetta i
vincoli.
L’Italia è pronta a so-
stenere i costi che pos-
sono derivare dalla
non applicazione di
eventuali accordi in-
ternazionali con san-
zioni pecuniarie?
La tabella seguente,
tratta dal rapporto
2009 dell’European
E n v i r o n m e n t a l
Agency sull’evoluzio-
ne delle emissioni CO2,
presenta le proiezioni
attuali, per la fine del
2012, rispetto agli
obiettivi di Kyoto dei
Paesi Ue.
Per l’Italia, a fronte di
un obiettivo di riduzio-
ne del 6,5%, le proie-
ECONOMIA
Voce per voce i costi per metterci in regola secondo il protocollo di KyotoSulle emissioni di CO2 i passi in avanti determinati dal calo dell’attività produttiva nel 2009. Le ipotesi sui singoli capitoli di spesa necessaria all’acquisto di permessi
Lo scostamento rispetto agli obiettivi
- 5.1
- 0.2
12.9
0.0
- 0.3
- 0.4
- 0.4
- 0.7
- 0.9
- 1.1
- 1.9
- 4.0
- 6.6
- 9.4
- 9.6
- 16.0
Austria
Danimarca
Irlanda
Italia
Olanda
Spagna
Belgio
Finlandia
Portogallo
Lussemburgo
Grecia
Germania
Francia
Regno Unito
Svezia
-20 -15 -10 -5 -0 5 10 15
EU - 15
0.0
10
-0.8
- 0.2
- 0.8
- 1.2
- 1.1
- 0.6
- 0.7
- 0.3
- 4
- 91
- 53
- 75
- 12
-80 -60 -40 -20 0 20
zioni parlano di raggiungere, rispet-
to al 1990, solo lo 0,2%.
La situazione, in realtà, è sensibil-
mente migliorata sia rispetto alle
proiezioni dello scorso anno, che
prevedevano un aumento delle
emissioni dell’ 1,9% rispetto ai livel-
li del 1990, sia considerando i dati
effettivi attualmente disponibili, che
arrivano all’anno 2007, e che sono
presentati nella tabella della pagina
seguente.
Il 2005 è stato importante per
l’Italia perché ha rappresentato
l’inizio di un’inversione del trend.
Tuttavia, il vero shock riguarda il
biennio 2008-2009, per cui sono
a oggi disponibili soltanto dati
non definitivi. Da una posizione di
+7,1%, rispetto al 1990, dei livel-
li di CO2 nel 2007, si é passati a
una previsione di -0,2% al 2012.
Nell’analisi del dato, non dobbiamo
dimenticare un fatto essenziale: la
Font
e: E
urop
ean
envi
ronm
enta
l age
ncy
Mt di CO2 equivalenti% sulla base delle riduzioni di emissioni
47
focus 1-2/201024
crisi economica. Con una caduta
del Pil di quasi 5 punti percentuali,
prevista in Italia dai più diversi or-
ganismi internazionali, quali l’Oecd
e il Fondo monetario internazio-
nale, non è il caso di abbassare la
guardia e si noti che il miglioramen-
to della situazione è soprattutto
guidato inerzialmente dal crollo
dell’attività produttiva. Insomma,
sarebbe pericoloso cedere alla ten-
tazione di affermare che la situazio-
ne, in Italia, è sotto controllo.
Una volta di più, invece, è impor-
tante ribadire l’opportunità che lo
Stato si faccia promotore di una se-
rie di interventi di medio-lungo pe-
riodo in grado di modificare strut-
turalmente il sistema produttivo e,
con esso, la quantità di CO2 emessa
nell’atmosfera.
Con riferimento ai costi, anche nel-
la più rosea aspettativa del rappor-
to Eea, che parla di un -0,2% al
termine del commitment period,
rimane una distanza di 6,3 punti
percentuali dall’obiettivo di Kyoto,
il che si traduce appunto in un co-
sto teorico monetizzabile per l’ac-
quisto dei permessi.
Uno dei limiti del protocollo di Kyo-
to è quello di non prevedere san-
zioni pecuniarie dirette per i Paesi
che non dovessero rispettare i vin-
coli imposti.
Tuttavia, ipotizzando che uno Stato
volesse “mettersi in regola” e ac-
quistare i permessi in grado di ot-
temperare agli obblighi del tratta-
to, sarebbe possibile monetizzare
tale transazione.
La tabella seguente simula il costo
(in miliardi di euro) che l’Italia do-
vrebbe sostenere se dovesse o vo-
lesse acquistare i permessi, che
corrispondono ai 32,5 milioni di
tonnellate di CO2 che la separano
dal raggiungimento dell’obiettivo
di Kyoto.
Costi ipotetici di Kyoto (miliardi di euro in rapporto alle componenti della Finanziaria 2008)
Fonte: European environmental agency
3,5
Voci di spesa
Italia nel mondo
Soccorso civ
ile
Agricoltura
Diritto alla mobilità
Comunicazione
Commercio int.
Ricerca
Sviluppo sostenibile e amb.
Tutela salute
Tutela paesaggio
Scuola e università
Diritti so
ciali e famiglie
Previdenza
Politiche lavoro
Immigrazione
Costo Kyoto 1 (=14 a ton)
CostoKyoto 2 (=20
a ton)
Costo Kyoto 3 (=40 a ton)
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
Per rendere più intellegibile l’im-
portanza delle cifre, sono rappre-
sentate nella tabella a fondo pagina
le voci di spesa contenute nella Fi-
nanziaria del 2008 e il loro rispetti-
vo peso in miliardi di euro. I costi
della non applicazione di Kyoto so-
no invece monetizzati ipotizzando
3 prezzi della CO2: 14 euro a ton-
nellata, 20 euro e 40.
Come è possibile vedere, il valore
monetario della non applicazione
del protocollo, anche se soltanto
ipotetico, è assolutamente rilevan-
te ed entra a buon diritto tra le voci
di spesa potenziale che potrebbero
aggravare ulteriormente un bilan-
cio già sotto pressione come quello
italiano.
Luciano Canova
Emissioni di CO2 in Italia: risultati e traguardi a confronto
Dati espressi in milioni di tonnellate Fonte: European environmental agency
1990 2005 2006 2007
574 (gap 11,24%)
563 (gap 9,10%)
553 (gap 7,10%)
focus
48
1-2/201024
Discarica, quanto mi costi. La bol-
letta italiana per il brutto vizio di
gettare la spazzatura nei depositi a
cielo aperto è davvero salata. An-
drea Gilardoni, professore dell’Uni-
versità Bocconi, ha stimato in circa
un miliardo e mezzo di euro i costi
annuali per il nostro Paese, dovuti
alla noncuranza nella gestione dei
rifiuti. Difatti oltre la metà di questi
finisce nelle discariche. È una piaga
evidente nelle regioni meridionali,
con tanto di siti abusivi. Ma anche nel
Centro e nel Nord, come in Toscana
e Liguria, i problemi stanno crescen-
do. Quello italiano è solo uno degli
esempi contenuti nel “Panorama
mondiale dei rifiuti”, lo studio realiz-
zato dal professor Philippe Chalmin
dell’Università di Parigi-Dauphine per
conto del Gruppo Veolia.
Secondo il rapporto, i rifiuti generati
annualmente ammontano a circa
quattro miliardi di tonnellate tra ur-
bani e industriali, di cui solo 2,74
miliardi subiscono un adeguato pro-
cedimento di raccolta. Si tratta ov-
GESTIONE DELLA SPAZZATURA
L’Italia delle discariche e dei siti abusiviNei rifiuti un miliardo e mezzo di euroÈ la spesa annua stimata dalla Bocconi che il nostro Paese sopporta per far fronte al problema. Una sintesi del panorama mondiale elaborata dall’Università di Parigi
La percentuale conferita alle discariche secondo i dati Ocse
Fonte: Ocse, Environmental Data, compendium 2006/2007
49
focus 1-2/201024
viamente di stime, data la notevole
difficoltà nel trovare dati precisi, so-
prattutto nei Paesi in via di sviluppo
dove opera un capillare sistema di
raccolta “parallelo”, che impiega le
fasce più povere della popolazione e
spesso si organizza in cooperative o
associazioni. Sono i Paesi più ricchi a
produrre più scarti: gli Stati Uniti gui-
dano la classifica dei rifiuti urbani
raccolti (226 milioni di tonnellate),
seguiti dall’Europa quasi a pari meri-
to (225,8) e dalla Cina con 148 mi-
lioni di tonnellate. Gli Stati Uniti pro-
ducono anche il maggior numero di
rifiuti per abitante (760 kg annui),
davanti all’Australia e all’Europa.
Il senso della scarsità
Sulla scia di questi numeri, si può
calcolare che l’umanità produca
giornalmente almeno dieci milioni di
tonnellate di spazzatura, di cui circa
un kg e mezzo per abitante nelle zo-
ne urbane. Queste cifre sono desti-
nate a impennarsi nei prossimi anni,
con l’aumentare della popolazione
mondiale, concentrata in metropoli
sempre più vaste. Perciò Chalmin ha
indicato nel “senso della scarsità” il
valore decisivo per le politiche ener-
getiche e ambientali. Bisogna consi-
derare i rifiuti come un immenso
giacimento, un costo da trasformare
in risorse attraverso il riciclo e il recu-
pero dell’energia, perché le materie
prime a nostra disposizione diminui-
ranno costantemente.
Le nostre contraddizioni
Proprio qui scatta la trappola per
l’Italia, imprigionata in varie contrad-
dizioni: la discarica regna sovrana
nonostante il nostro Paese sia tra i
dieci più industrializzati al mondo e
senza spazi sufficientemente ampi
da utilizzare allo scopo (al contrario
di nazioni come gli Stati Uniti e l’Au-
stralia). Ci sono pochi inceneritori e
termovalorizzatori, nonostante la
forte densità urbana, mentre Paesi
piccoli e assai popolati come il Giap-
pone e la Danimarca si affidano prin-
cipalmente a questa forma di smalti-
mento. Anche gli Stati Uniti buttano
la maggior parte dei rifiuti nelle di-
scariche, ma si notano le prime in-
versioni di tendenza. I siti sono pas-
sati da oltre 6mila a meno di 2mila
dagli anni 90 al 2006; la capacità di
stoccaggio residua (ai livelli attuali) è
inferiore a venti anni. Ciò ha portato
l’attenzione sul riciclo dei rifiuti, per
esempio a New York e nel settore
della Pubblica amministrazione.
Occorre quindi un mix bilanciato tra
riciclaggio, trattamento termico e
produzione di compost, per ridurre
l’inquinamento e ottenere benefici
economici dai nostri scarti. È lo stes-
so ragionamento che vale quando si
discute di come produrre energia,
soppesando vantaggi e svantaggi
delle diverse fonti fossili e rinnovabi-
li. Ogni Paese deve trovare la sua
formula: in alcuni casi può convenire
bruciare una certa quantità di rifiuti,
piuttosto che avviarla a riciclo, se si
tiene conto dei costi di produzione e
trasporto degli oggetti fabbricabili
con le cosiddette “materie prime
secondarie”. Il mercato mondiale
per le attività legate ai rifiuti vale cir-
ca 300 miliardi di euro l’anno. Un
terzo della spazzatura raccolta entra
in un nuovo ciclo di vita (energia o
materiali riciclati).
Certo è che il ruolo delle discariche
deve diminuire. La Germania vieta
dal 2005 di gettare in discarica i ri-
fiuti senza averli prima trattati. Così
oltre il 50% della spazzatura raccol-
ta passa dal riciclo o dal compostag-
gio, mentre il 25% alimenta gli ince-
neritori. La Gran Bretagna ha recen-
temente adottato un sistema di
crediti simile a quello per le emissio-
ni di CO2: ogni territorio riceve un
tetto massimo di rifiuti da smaltire
nei siti tradizionali, che si può supe-
rare soltanto acquistando crediti da
altri territori più virtuosi. Grazie a
ciò, il peso delle discariche è calato
del 24% negli ultimi due anni.
Luca Re
Le maggiori concentrazioni di rifiuti intorno alle megalopoli
Fonte: World Bank 2007
Popolazione Quantità di rifiuti nelle zone urbane
Paesi avanzati 1 miliardo circa 1,4 milioni di ton/giorno
a reddito alto (1,4 kg/abitante/giorno)
Paesi in via di sviluppo 3 miliardi (il 30% circa degli circa 2,4 milioni di ton/giorno
a reddito medio abitanti urbani vivono in bidonville) (0,8 kg/abitante/giorno)
Paesi in via di sviluppo 2,4 miliardi (il 65% circa degli circa 1,4 milioni di ton/giorno
a basso reddito abitanti urbani vivono in bidonville) (0,6 kg/abitante/giorno)
focus
50
1-2/201024
Un soffice piumino imbottitodi bottiglie di plastica
L’ATTIVITÀ DEI COMUNI
Raccolta e riciclo vanno meglio al NordRoma in grave ritardo, Salerno città feliceNonostante sforzi recenti la Capitale resta assai lontana dall’obiettivo del 50% entro il 2011. Secondo il Conai il beneficio ambientale del riciclo vale 6,7 miliardi
Differenziare si deve. Anzi si do-
vrebbe. Il condizionale è d’obbli-
go perché la buona pratica non vale
per tutta Italia. Ne sono consapevoli
gli addetti ai lavori. A cominciare dal
Consorzio Conai, che da dieci anni a
questa parte si sta dedicando al recu-
pero degli imballaggi italiani con un
beneficio ambientale calcolato attor-
no ai 6,7 miliardi di euro.
Il presidente Piero Perron, ammette:
«Le città che meglio fanno raccolta
differenziata si trovano al Nord. Vero
è che soprattutto al Sud bisogna im-
pegnarsi molto di più e con una co-
municazione mirata». Roma è tra le
prime delusioni. La raccolta differen-
ziata è leggermente cresciuta nel
2009 (dal 16,8% dell’anno preceden-
te al 19,5%) rimanendo, però, sotto
l’obiettivo del 27% fissato per que-
st’anno dal piano sui rifiuti. L’assesso-
re all’Ambiente del Comune di Roma
Fabio De Lillo afferma: «Stiamo
puntando con decisione alla raccolta
“porta a porta”. Ci tengo a sottoli-
neare che, in poco più di un anno,
siamo passati da 30mila a 160mila
abitanti coinvolti nel metodo “porta a
porta”, ma il nostro ambizioso obiet-
tivo è quello di arrivare a circa 500mi-
la abitanti entro il 2011 e a 790mila
abitanti entro il 2013» . Lo scenario
futuro non sembra però roseo, come
emerge dalla relazione annuale del-
l’Agenzia che vigila sui servizi pubblici
locali del Comune di Roma. Secondo
il rapporto e le attuali misure predi-
sposte dall’Ama (la società che gesti-
sce i servizi ambientali nella Capitale),
la raccolta differenziata potrà rag-
giungere tra due anni appena il 24%
della spazzatura complessivamente
smaltita. È un divario lampante rispet-
to al traguardo del 50% stabilito per
il 2011: il campanello d’allarme diven-
ta più pressante se si considera che la
discarica di Malagrotta sia ormai vici-
na al massimo della sua capienza. Per
i cittadini, oltre al danno c’è la beffa,
perché le tariffe pagate all’Ama sono
più elevate del 35% rispetto alle altre
città (considerando la spesa di una
famiglia media), essendo cresciute del
37% negli ultimi cinque anni. Ma al
Sud ci sono anche delle chicche. Ne è
un esempio Salerno che vanta bel il
72% dei rifiuti raccolti e smaltiti in
modo differenziato. Un traguardo
raggiunto 15 mesi dopo l’introduzio-
ne del servizio di raccolta porta a por-
ta, che è stato esteso a tutta la città,
dal centro storico alle zone collinari,
dall’area della movida alla zona indu-
striale.
Camilla Galli Macricè
Con 13 BARATTOLI di acciaio
si ottiene UNA PADELLA
Dal riciclo di 800 LATTINE per bevande
si ottiene UNA CITYBIKE
Con 3 SCATOLE DA SCARPE riciclate
si può ottenere UNA CARTELLETTA
Con 67 BOTTIGLIE dell’acqua si fa un’imbottitura
per UN PIUMINO MATRIMONIALE
Con 11 FLACONI di detersivo
si fa UN ANNAFFIATOIO
51
news&mercati 1-2/2010
Come l’etichetta della “pura lana
vergine” che è difficile non ri-
conoscere a garanzia di un buon
prodotto. Ecco, così Legambiente
vorrebbe che si diffondesse una nuo-
va label che mostri a tutti l’impronta
(buona o cattiva che sia) che lo stes-
so prodotto lascia nel mondo a livel-
lo di consumo di materie prima e di
inquinamento poi. Bella idea.
L’importante è che questa etichetta
assolva due presupposti: essere rico-
noscibile da chiunque e dovunque.
Ovvero sposi attraverso delle regole
chiare il principio di universalità.
Il che non è semplice ed è anche la
base del proliferare di diversi modi
di garantire un prodotto eco com-
patibile. Nel Regno Unito la Carbon
Trust (autorità preposta ad aiutare
le aziende a ridurre le emissioni di
gas serra) ha avviato da diverso tem-
po un percorso di etichettatura alla
quale ha contribuito la Defra, il di-
partimento inglese per lo sviluppo
economico agricolo, e la Bsi. Se ve-
dete in giro un piedino nero con
evidenziati i “gr”, prendete per
buono il fatto che corrispondono
alla CO2 prodotta dall’oggetto in
questione.
Ai detrattori di queste pratiche dicia-
mo subito che circola una ricerca
dove si dimostra che il 66% dei con-
sumatori inglesi desiderano cono-
scere la carbon footprint dei prodot-
ECO COMPATIBILITÀ
Quanta CO2 generano i nostri prodotti?Un’etichetta per mostrare l’improntaParte da Legambiente la proposta di un’operazione per certificare livello e intensità dei consumi. L’adesione di Lancia per la nuova Delta Turbo Gpl e di Philips
ti che acquistano: curiosità o meno,
Tesco appone ai propri prodotti la
label e dice di essere soddisfatta di
questa operazione di marketing.
Strani questi inglesi: un giornalista,
Fred Pearce, si è messo ad analizza-
re addirittura la “provenienza” di
tutti i maggiori prodotti che utilizza
comunemente. Ne è nato un libro
che passa le 350 pagine (“Confes-
sioni di un eco peccatore”, Edizioni
Ambiente, euro 22) e che è la dimo-
strazione intellettuale di quanto or-
mai la globalizzazione dei prodotti
abbia un’impronta ecologica inso-
stenibile. Si sa, il “km zero” è un
buon punto di partenza per abbatte-
re l’inquinamento.
Ma anche i giapponesi non sono da
meno. E anzi fanno da loro. Dal-
l’aprile del 2009 circa 30 aziende tra
cui anche Matsushita hanno deciso
di presentare una propria etichetta
sempre sulla base dei calcoli studiati
dalla Carbon Trust.
E Legambiente che fa? Non vuole
essere da meno. Anzi, come dice il
vice direttore nazionale Andrea
Poggio: «Non aspettiamo il Gover-
no per partire con un’etichetta vo-
lontaria e rispondere a un’attenzione
verso l’ambiente che è in crescita an-
che in Italia». Ovviamente l’etichetta
è “Carbon trust oriented”.
Lancia ha già aderito all’operazione
apponendo sui depliant della nuova
Delta Turbo Gpl il Cigno di Legam-
biente e i calcoli di CO2 prodotti per
ogni km che la macchina produrrà
viaggiando. La lampadina a incande-
scenza Philips, invece, vanta un altro
primato: è stata la prima a essere
certificata dall’Istituto di ricerche
Ambiente Italia (organo preposto
al calcolo e alla etichettatura) con
l’Etichetta per il clima numero 001.
Quei 69 kg di CO2 equivalente emes-
si durante l’uso della lampadina fa
riflettere. Saperlo non sarà fonda-
mentale per la nostra sopravvivenza,
ma di sicuro ci impone di sprecare un
po’ meno e magari ci abituerà a non
gettare, se non a fine vita, gli ogget-
ti che usiamo tutti i giorni.
M.Cristina Ceresa
L’inglese Carbon Trust lascia l’improntasui prodotti esaminati dal puntodi vista della CO2 prodotta
Per approfondire l’argomento e le procedure per ottenere l’etichetta: www.viviconstile.org
52
tecnologie&soluzioni 1-2/2010
Cosa si può fare con un softwa-
re 3D per la sostenibilità am-
bientale? Secondo Dassault Systè-
mes, azienda produttrice di softwa-
re Plm da poco attiva anche nel
campo cinematografico, si può fare
molto, sviluppando prodotti eco-
compatibili e sistemi per risparmia-
re energia. Vediamo in che modo.
Per esempio nel settore automobi-
listico, per il quale l’azienda france-
se ha studiato soluzioni in grado di
simulare i processi meccanici, flui-
do-dinamici e termo-dinamici di un
motore per supportare lo sviluppo
di equipaggiamenti che siano in
grado di reggere le sfide ambienta-
li legate a minori emissioni e consu-
mi. È il caso di Simulia, il program-
ma che studia attraverso simulazio-
ni tridimensionali l’aerodinamica e
le prestazioni di un veicolo testan-
do l’efficienza dei carburanti; e di
Delmia utilizzato per modulare il
consumo energetico associato ai
processi di costruzione dei motori.
La casa automobilistica Renault ha
già optato per l’uso di questi sof-
tware per la creazione di veicoli
elettrici e per la riduzione delle
emissioni nei modelli già esistenti.
Altro ambito è quello del packaging
e della produzione di manufatti con
materiali riciclabili: «Progettare pro-
dotti e imballaggi che minimizzino il
consumo di materie prime raggiun-
PROGRAMMAZIONE
Sostenibili già nell’embrione del softwareCosì nascono i prodotti eco-compatibiliDassault Systèmes offre tool per simulare i processi che testano il manufattonella fase di progettazione e consentono risparmi e riduzione di emissioni
gendo lo stesso livello di funzionali-
tà e la stessa resistenza strutturale è
una sfida di molte aziende» afferma
Bernard Charlés, presidente e Ceo
di Dassault Systèmes. L’azienda da-
nese Clip-Lok, produttrice di imbal-
laggi, ha scelto di utilizzare il sof-
tware Catia, per migliorare il design
delle sue scatole allo scopo di otti-
mizzare l’uso dello spazio del confe-
zionamento. Attraverso il tool è in-
fatti possibile confrontare in 3D la
Come rinnovare la centrale idroelettrica?La risposta da Catia, Enovia e Delmia
Hydro-Québec è una compagnia canadese che genera, trasporta e di-stribuisce praticamente tutta l’energia elettrica consumata nella provin-cia del Québec. Una percentuale del 96% della potenza generata deriva da centrali idroelettriche.La necessità dell’azienda canadese era quella di rinnovare la sua centra-le chiamata Manic-3, valutando anche i costi e i tempi che sarebbero serviti per portare a compimento il progetto. Attraverso i software Catia, Enovia e Delmia è stato condotto uno studio di fattibilità della stazione idroelettrica: la virtualizzazione della centrale ha dato la possibilità di rappresentare il complesso e i componenti sin-goli per simulare lo smantellamento, il trasporto e il riassemblaggio dei diversi equipaggiamenti all’interno dell’impianto. Con la soluzione 3D offerta da Dassault Systèmes, sono stati risparmiati 50 milioni di dollari canadesi grazie alla simulazione virtuale, ed è stata ridotta la tempistica necessaria per il progetto di circa 200 settimane.
53
tecnologie&soluzioni 1-2/2010
taglia e la forma degli oggetti da
“contenere” per ridurre complessi-
vamente il volume di imballaggio e
trasporto.
Passiamo attraverso il mondo dei
rifiuti per trovare un’applicazione
pratica di un altro software svilup-
pato dall’azienda: si chiama Solid-
Works ed è stato studiato per dise-
gnare oggetti in tridimensionale
attraverso la simulazione e il design
meccanico. L’azienda BigBelly So-
lar, con sede in Massachusetts, ha
deciso di utilizzare questo program-
ma per costruire un punto di rac-
colta di rifiuti, in grado di compat-
tare la spazzatura attraverso l’ener-
gia solare: il risultato è un bidone
urbano dei rifiuti capace di conte-
nere cinque volte più spazzatura di
un cestino della stessa taglia.
I software Ds trovano applicazione
anche nel campo delle energie rin-
novabili: attraverso Simulia, l’azien-
da Energy Innovations ha studia-
to un metodo di produzione di
pannelli solari fotovoltaici ad alta
concentrazione che analizza il ren-
dimento secondo il rapporto costo-
beneficio e il tempo di ritorno del-
l’investimento.
Chiara Scalco
Le fasi di lavorazione in 3D
L’automobile è visualizzata in tridimensione
Il softwareper il fotovoltaicoLa tecnologia Termo Energia di Microsoftware, invece, è una procedura modulare per la progettazione di impianti fotovoltaici. Calcolando gli ombreggiamenti e gli ostacoli, il programma analizza la distribuzione della radiazione solare sulla superficie dei moduli, inserendo il profilo dell’orizzonte attraverso un input grafico. Il software prevede anche un’analisi economica dei costi e ricavi dell’impianto.
Un gasdotto con la tecnologia Gis
L’azienda Abb costruirà un gasdotto nel giacimento algerino di El Merk, utilizzando la tecnologia geospaziale di Intergraph: attraverso l’immagazzinamento dei dati in un sistema centralizzato di informazioni Gis, si provvederà alla progettazione delle centrali di raccolta del gas, dei collettori di distribuzione, della condotta principale e di flusso e degli impianti di reiniezione. Tutti i dati saranno immagazzinati nel database Oracle Spatial e il progetto sarà sup-portato dal modello Pipeline Open Data Standard (Pods). Queste tecnologie permetteranno un’accessibilità imme-diata ai dati per migliorare la produttività dei processi aziendali e assicurare il rispetto delle normative.
rivista di cultura italiana del progettod’Architettura
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Servizio Clienti - Tel. 02 [email protected]
Rivista di cultura italiana e
del progetto, è uno strumento
che si occupa esclusivamente
e con attenzione della condi-
zione italiana con una finalità
che non vuol essere in alcun
modo corporativa. Esprime la
volontà degli architetti italia-
ni delle nuove generazioni di
dare alla disciplina e alla pra-
tica quella dignità e quell’in-
teresse che è riscontrabile
negli altri paesi. Lo scopo è
contribuire al rinnovamento
dell’architettura italiana con
la consapevolezza che que-
sto passi attraverso il dialogo
costante con il mondo della
produzione.
Il piano editoriale di
quest’anno prevede di affron-
tare alcuni temi al centro del
dibattito culturale italiano:
la sostenibilità nel numero
intitolato “L’inganno della sostenibilità”, l’interesse
che l’architettura italiana con
i suoi grandi studi suscita
all’estero nel numero “Spe-cifico italiano” e il tema dei
luoghi e delle architetture le-
gate alla memoria nel nume-
ro “Rammemorare”.
d’Architettura
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55
di Guido Plutino
OPERAZIONI DI MERCATO
La carica di energia alle attività M&aviene da Eni, Enel e Snam Rete Gas
In Italia dall’attività di merger & acqui-
sition arrivano timidi segni di risveglio.
È bene precisare subito che il dato è
solo un accenno e non una vera e pro-
pria inversione di tendenza: mettendo
a fuoco la situazione in Italia nei primi
nove mesi dell’anno (con l’aiuto di dati
raccolti da Kpmg Corporate Finan-
ce), ci si rende conto, infatti, che il 2009
si profila come un ulteriore annus orri-
bilis dopo la caduta registrata nel 2008.
Le operazioni di M&a sono in decisa
flessione anche rispetto al 2008 (127
nei primi mesi del 2009 contro le 341
dello stesso periodo del 2008). Per
quanto riguarda i controvalori in gioco
il 2009 registra nei primi nove mesi 30
miliardi contro i 42 complessivi del
2008. Secondo le previsioni di Kpmg,
il 2009 dovrebbe concludersi con un
giro d’affari intorno ai 40 miliardi di
euro. Dal paragone con l’anno d’oro
dell’attività di M&a - il 2007 - emerge
un quadro spietato: allora il volume
d’affari raggiunse, infatti, i 114 miliardi
di euro. Secondo gli esperti, la dimen-
sione fisiologica del mercato italiano
dovrebbe collocarsi tra i 90 e i 100 mi-
liardi di euro annui.
Il peso dell’energia nelle attività M&a di
quest’anno raggiunge il 75% del con-
trovalore e mai prima d’ora il settore
dell’energia è stato così preponderan-
te. Se si considerano le dieci maggiori
operazioni concluse tra gennaio e set-
tembre, ben otto sono state realizzate
nel settore energia, per un controvalore
vicino a 21,5 miliardi di euro (sui 30
complessivi, citati prima).
È un’altra conferma del fatto che la
grande crisi ha provocato effetti asim-
metrici e in questo caso è stata meno
severa. Ciò ha portato a un’estrema
concentrazione che, in Italia, risulta an-
cora più pronunciata perché tre sole
aziende hanno fatto la parte del leone:
i nomi sono quelli di Eni, Enel e Snam
Rete Gas. «I due driver alla base di que-
sto attivismo - precisano gli analisti di
Kpmg - sono stati il perfezionamento
delle operazioni transfrontaliere avviate
negli anni scorsi dai “big” italiani e i
processi di riassetto all’interno del com-
parto». Da notare subito che il quadro
internazionale risulta coerente con
quello italiano. Nonostante la recente
ripresa dei mercati finanziari, per l’m&a
la prima metà del 2009 è stata molto
debole. Complessivamente, i deal sono
stati 3.800 (-47,4% rispetto al primo
semestre 2008), con un valore totale di
705,7 miliardi di dollari (-43,6%). Il calo
è stato trasversale, ma risulta evidente
per i deal di medie dimensioni. «In que-
sto comparto - concludono gli analisti
- l’attività europea risulta particolar-
mente debole con decrementi del 70%
in numero e del 67,4% in valore rispet-
to ai primi sei mesi del 2008».
Le operazioni più importanti del 2009 per controvalore
Fonte: Kpmg Corporate Finance
56
Stampa specializzata, Web e fie-
re. Nulla si crea e poco si inventa
se si devono diffondere con profes-
sionalità informazioni nel mondo
B2b legate al settore della tecnolo-
gia delle energie rinnovabili e delle
soluzioni per un ambiente ecocom-
patibile. In particolare, la complessi-
tà tecnologica e la necessità di un
aggiornamento continuo, da quan-
to emerge da questa ricerca qualita-
tiva di Simulation Intelligence, di-
mostrano come la stampa specializ-
zata sia il veicolo più efficace per
informare gli addetti ai lavori e i loro
potenziali clienti. Dalle interviste
emerge che la stampa specializzata
è più «mirata e credibile del Web»
ed è anche «essenziale per i profes-
sionisti». A competere fianco a fian-
co alle riviste specializzate fa capoli-
no anche il Web che avrebbe un
duplice vantaggio: arriva dovunque,
anche all’estero, ed è economico.
Unico neo: il forte svantaggio di non
evidenziare sufficientemente le ca-
ratteristiche peculiari e l’unicità del
prodotto. Molti comunque ritengo-
no che, con l’affinarsi delle tecnolo-
gie e dell’interattività, possa diven-
tare anche un medium adatto alla
negoziazione e alla vendita, oltre
che all’informazione.
Vis a vis e contatto diretto
Ad oggi, anche le fiere sono molto
importanti, perché in uno spazio
unico e in pochi giorni viene con-
densata tutta l’offerta di un intero
settore: un vantaggio notevole sia
per incontrare potenziali clienti
che per dare un’occhiata agli altri
produttori. Attenzione: in futuro
lo spazio delle fiere potrebbe esse-
re eroso dal Web. In particolare.
INDAGINE ESCLUSIVA DI SIMULATION INTELLIGENCE
Marketing è assistenza, qualità e ricercaStampa specializzata e Web i veicoliAddetti ai lavori e clienti si esprimono sulle principali leve di acquistoe vendita nei settori dell’energia rinnovabile tra opportunità e minacce
=
==
==
=
Produttori Clienti
Assistenza pre/post vendita 21%
18%
15%
Qualità del prodotto
Innovatività del prodotto
Organizzazione di vendita
Relazioni pubbliche
Formazione per i clienti
Pricing
Capillarità di distribuzione
Pubblicità
Promozioni
15%
10%
7%
5%
4%
3%
1%
Rinnovabili: che cosa non deve mai mancare?
Fonte: Simulation Intelligence, dicembre 2009
Nel suo settore quali sono le leve di marketing più importanti?
IL CLIENTE VUOLE ESSERE SEGUITO
Il settore delle energie rinnovabili non è ancora stato commodizzato per cui è fondamentale il servizio di pre e post vendita. Lo vogliono i clienti finali e sono ben consci i produttori. Tra i pareri raccolti da Simulation Intelligence emerge con forza questa consapevolezza che porta con sè la necessità di investire in prodotti di qualità; mostrando il livello di certificazione ottenuto e gli alti standard anche in termini di sicurezza sul lavoro e di impatto ambientale
57
Produttori Clienti
Stampa specializzata
Web
Fiere
Passaparola amici/partner
Stampa generalista
Sponsor eventi/sport
TV
Formazione a scuola
RadioOra
In futuro
=
=
==
28%20%
14%
12%5%
7%2%2%
1%8%
1%1%
0%0%
15%
25%35%
22%
La comunicazione più efficace: stampa specializzata, Web e fiere
Fonte: Simulation Intelligence, dicembre 2009
Quali sono i mezzi di comunicazione più efficaci per mettere in contatto offerta e domanda di beni e servizi?
L’innovazione è... straniera
In generale c’è grande fermento ed
entusiasmo tra gli addetti ai lavori
per quanto riguarda le potenzialità
di business di questo settore. In
particolare, l’innovazione è consi-
derata come una importante op-
portunità, legata anche all’interna-
zionalizzazione, che permette di
importare (a volte, imitare) nuove
conoscenze e nuove tecnologie dai
Paesi più avanzati dal punto di vista
ambientale. Permette inoltre di
‘esportare’ le nostre conoscenze
nei Paesi in via di sviluppo attraver-
so progetti internazionali di coope-
razione.
Da segnalare il fatto rilevato dagli
analisti di Simulation Intelligence che
tra i clienti finali c’è un po’ meno en-
tusiasmo rispetto ai produttori.Ciò
potrebbe essere letto come il biso-
gno di capire come “muoversi”, co-
sa acquistare e a chi rivolgersi. Mo-
tivazioni che, ancora una volta, sot-
tolineano la necessità di tenere in-
formati i clienti finali, conquistando
in primis la loro fiducia.
Venendo, invece, alle aree di critici-
tà spicca lo scetticismo legato ai
=
=
Opportunità/Opportunità/MinacceMinacce
+76%+76%
+46%+46%
+35%+35%
+30%+30%
+22%+22%
=
Produttori Clienti
Innovazione tecnologica
minaccia non so opportunità
Internazionalizz.
Media
Opinione pubblica
Legislazione politica
6% 12% 82%
65%16%19%
18%
18% 33% 48%
26% 26% 48%
29% 53%
Luci e ombre secondo il sentiment degli addetti ai lavori
Fonte: Simulation Intelligence, dicembre 2009
Quali sono i fattori esterni che secondo lei rappresenteranno in futuro più un’opportunità o una minaccia?
VISIBILITÀ: LO RICHIEDE IL MERCATO
Secondo i pareri raccolti dagli analisti di Simulation Intelligence tra gli addetti ai lavori è chiara la consapevolezza che il Web attualmente fornisce solo una preliminare conoscenza. Comunque è un mezzo importante per essere “visti” e “valutati”. Le fiere rimangono ancora “delle belle vetrine per incontrare in pochi giorni i potenziali clienti”.
Il settore delle energie rinnovabili e delle soluzioni per l’ambiente dimostra insomma di prediligere ancora il “contatto diretto”.
58
ruoli giocati dalla legislazione e dal-
la politica. Gli addetti ai lavori le
considerano una minaccia perché
sembrano essere sempre più com-
plicate, sempre più restrittive e co-
munque in ritardo rispetto agli altri
Paesi europei. Inoltre, come emer-
ge dall’indagine, le norme in Italia
sono farraginose e divergono da
Regione a Regione….
Del domani c’é certezza
La maggior parte dei produttori
considera le “alleanze nazionali
con imprese che svolgono attività
diverse, ma complementari” come
la più interessante tra le tra le pro-
spettive ipotizzate. In questo mo-
do, infatti, le aziende sono in grado
di condividere le spese e di fornire
un servizio completo. Si tratta co-
munque di un’ ipotesi già messa in
pratica da alcuni attraverso i con-
sorzi e le cooperative, due strategie
aziendali in forte diffusione. Al se-
condo posto la specializzazione in
settori produttivi specifici. Anche in
questo caso l’argomento trova
d’accordo sia le valutazioni dei pro-
duttori sia quelle dei clienti.
=
=
Produttori Clienti
Alleanze nazionali con imprese che svolgono attività diverse,
ma complementari
Alleanze internazionali con imprese che svolgono
la stessa attività
Specializzazionesu determinati territori
o tipologie di clienti
Specializzazione in settori produttivi specifici
40%
33%
9%
19%
Guardando al domani: quali gli aspetti su cui puntare?
Fonte: Simulation Intelligence, dicembre 2009
Quali sono le prospettive più interessanti per le imprese del settore e perché?
Dove, come e chi è stato “intervistato”La ricerca di cui proponiamo i risultati salienti, è stata realizzata da Simulation Intelligence attraverso interviste faccia a faccia con espositori e visitatori in occasione dell’edizione 2009 di Ecomondo, la rassegna svoltasi negli spazi della Fiera di Rimini. Il target primario è rappresentato dai produttori di beni e servizi del comparto “Ambiente ed ecosostenibilità”, espositori nell’ambito della rassegna. Le interviste hanno coinvolto 68 espositori appartenenti ai settori di ciclo del rifiuto e imballaggio; demolizioni trattamento e recupero di inerti; mercati dell’energia; tutela da rischi e danni ambientali; servizi per l’ambiente; ciclo dell’acqua, analisi e sistemi di controllo integrati; qualità dell’aria; bonifiche. Sono stati inoltre intervistati 30 visitatori/clienti ovvero professionisti del settore che ricoprono incarichi di consulenza, direzione e gestione di uffici tecnici. Queste funzioni spesso si associano anche alla ricerca e alla gestione dei fornitori.
La posta dei lettori di è a vostra disposizione
Scrivete pareri, inoltrate quesiti, prendete posizione: la redazione vi risponderà e pubblicherà le lettere più interessanti
nelle pagine dedicate
Via email: [email protected] Via posta: redazione Energia24, via Patecchio 2 - 20141 Milano
59
Come si evolverà la domanda
mondiale di petrolio e quale
ruolo avranno i biocarburanti? Su
questi temi è intervenuto il presidente
dell’Unione Petrolifera, Pasquale
De Vita, durante un’audizione presso
la commissione Ambiente del Senato
che sta indagando sui problemi e le
opportunità delle fonti alternative.
Per quanto riguarda il primo punto,
De Vita ha spiegato che la domanda
dovrebbe crescere nuovamente nel
2010 fino a circa 86 milioni di barili
giornalieri (+1,4 milioni rispetto al
2009), rimanendo inferiore ai numeri
del 2007 di oltre 300mila barili gior-
nalieri. Il presidente ha poi aggiunto
che l’attuale prezzo del petrolio, in-
torno a 80 dollari, è “ragionevole e
adeguato”, anche se le previsioni per
i prossimi mesi e anni sono molto
complicate per l’interferenza delle
speculazioni finanziarie.
I costi occulti
dei combustibili verdi
Sui biocarburanti, invece, De Vita ha
mostrato molta cautela. Da un lato,
ha dichiarato che i petrolieri sono di-
sposti a impegnarsi in questo settore,
dall’altro ha ricordato che i combusti-
bili verdi perdono la partita anti in-
quinamento se confrontati con altri
sistemi per ridurre le emissioni di
CO2. Bisogna considerare i costi am-
bientali delle colture con scopi ener-
getici: consumo d’acqua, deforesta-
zione, perdita di fertilità del suolo,
competizione con le colture alimen-
tari. De Vita conferma il suo pessimi-
smo, citando le stime dell’Agenzia
internazionale dell’energia, se-
condo cui il biofuel potrà soddisfare
solo il 6% della domanda energetica
mondiale nel 2030. Il futuro sarà
quindi dominato costantemente dal-
le fonti fossili; secondo De Vita, è qui
che deve concentrarsi l’impegno del-
le compagnie, migliorando la qualità
dei carburanti e la tecnologia dei mo-
tori impiegati sui veicoli.
I produttori di biodiesel
contro la Finanziaria 2010
È corretto affermare che i costi com-
plessivi dei combustibili verdi, in certe
aree geografiche, salgono notevol-
mente per gli effetti economici e am-
bientali della loro produzione (come
il consumo energetico e relative emis-
sioni degli impianti). L’Unione euro-
pea, però, ha fissato una quota del
10% per i biocombustibili sui consu-
mi totali di carburante nel 2020. Qui
l’Italia sembra procedere come i
gamberi, a ritroso anziché in avanti,
perché la Finanziaria 2010 contiene
una proposta per ridurre drastica-
mente la quantità di biodiesel bene-
ficiaria dell’aliquota agevolata. Passe-
rebbe da 250mila a 18mila tonnella-
te, con un taglio superiore al 90%,
come denunciato dall’Unione pro-
duttori biodiesel.
Questo provvedimento avrebbe con-
seguenze nefaste sugli investimenti
già programmati dalle aziende italia-
ne del settore per il 2010 e sui livelli
occupazionali. La produzione nazio-
nale di biodiesel rischierebbe il bloc-
co, essendo già minacciata dalle im-
portazioni soprattutto argentine e
canadesi. L’associazione dei produt-
tori vorrebbe così che il Governo
mantenesse l’aliquota agevolata su
250mila tonnellate e aumentasse,
dal 3% al 4%, la quota obbligatoria
di biocombustibili immessa in com-
mercio nel nostro Paese, sul totale dei
carburanti consumati annualmente.
IL PRESIDENTE DELL’UP, PASQUALE DE VITA
Con motori e benzine di qualità resta il petrolio nel futuro prossimoDomanda in lieve crescita. Ancora troppo alti i costi indotti dai biocarburanti. Criticata la decisione di ridurre la quantità di biodiesel ad aliquota agevolata
.com
Pasquale De Vita
60
Dicesi (impropriamente) estasi di
rispetto ambientale quando un
luogo sacro alla cultura, come può
essere un museo, raggiunge la con-
sapevolezza della propria impronta
ecologica tanto da correre ai ripari e
renderla tendente allo zero.
La cosa non è semplice, perché an-
che un museo inquina per massiccio
uso di corrente elettrica (ora poi che
per fortuna sembrano funzionare
anche le aperture notturne) e siste-
mi di riscaldamento o condizionato-
ri e purificatori dell’aria. In un’ottica
di impatto ambientale non sarebbe-
ro da escludere neppure gli sposta-
menti dei visitatori… Insomma, la
faccenda è complicata. C’è, però,
chi ricorre ai ripari dimostrando che
una buona gestione della macchina
museale parte proprio da questi
principi di gestione “alternativa”.
Ed è proprio alternativa, o Green,
l’energia che movimenta il moto
perpetuo che da qualche mese a
MUSEI DI MILANO
Il genio di Leonardo illumina l’Ambrosianae i fogli del codice brillano d’energia verdeL’accordo con Eon è il primo passo verso una gestione dei musei in un’ottica di minore impatto. Altri esempi al Poldi Pezzoli e nella Fabbrica del Duomo
questa parte illumina la biblioteca-
pinacoteca Ambrosiana di Milano:
300 visite al giorno contro le 30/40
di qualche anno fa.
Cosa è successo? È arrivato un ma-
nager, o meglio un uomo di econo-
mia e di studi aziendali che ha subito
fiutato le potenzialità (in primis la
più grande raccolta di fogli leonar-
deschi) e le ha messe in moto. Il suo
nome è Giorgio Ricchebuono che
sta pure studiando il modo per apri-
re, ospitata nei muri della biblioteca,
un’area relax caffè con vista su una
delle piazzette più belle di Milano.
C’è da sperare che si mangi biologi-
co, ma questo dipende dal catering
affidato a un gestore esterno.
Ed è sotto l’egida di Ricchebuono
che è avvenuto il sodalizio con Eon,
che fornisce da qualche mese a que-
sta parte energia verde al museo.
Non perché l’energia verde costi
meno, ma perché Eon si è fatta pa-
ladina di questa azione e la cavalca
Contro gli incendi e per il bel suonola cupola del nuovo Petruzzelli
L’incendio doloso che deva-stò il Teatro Petruzzelli di
Bari nella notte tra il 26 e il 27 ottobre del 1991 è ormai solo un brutto ricordo. Ci sono vo-luti, però,18 anni prima che lo storico teatro di Bari ria-prisse le porte ospitando la Turandot di Giacomo Puccini. Ottima acustica e materiali tecnologicamente avanzati sono stati utilizza-ti in tutta la fase di ricostruzione. L’imponente cupola, per esempio, è stata rivestita con una struttura progettata ad hoc per assicurare una pro-tezione idonea dal fuoco e la giusta correzione acustica della sala. Sulla struttura portante in legno è stata ancorata la speciale rete porta intonaco sulla quale sono stati applicati gli appositi intonaci antincendio. La finitu-ra è costituita da un particolare intonaco fonoassorbente studiato da Saint Gobain per correggere l’acustica dei grandi ambienti.
I saloni della biblioteca-pinacoteca Ambrosiana di Milano
61
anche dal punto di vista del marke-
ting e della comunicazione. La bol-
letta elettrica mensile si aggira sui
15/16mila euro ed Eon ne garanti-
sce un prezzo fisso per 12 mesi.
Niente a che vedere con un vero e
proprio museo “Green”, come
quello costruito da Renzo Piano a
San Francisco in rispetto alle nuove
leggi della progettazione sostenibile
e alimentato con celle fotovoltaiche.
Tant’è: i musei italiani vantano sedi
illustri e antiche (quello ambrosiano
ha fondamenta che risalgono all’an-
no mille). Difficile è intervenire per
una gestione efficiente di energia e
calore. Ma qualcosa si muove. E si
scopre anche che più i servizi sono
sul Web (è il caso del museo milane-
se Poldi Pezzoli cui si deve una colla-
borazione con Ibm) più l’impatto è
“ammortizzato”.
Poi, c’è la voce illuminazione. Ne sa
qualcosa il Fai, che sta installando
presso le proprietà italiane aperte
al pubblico delle nuove lampadine
fluorescenti ecologiche perché rici-
clate dalla Wiva Group. La corsa
alla sostituzione delle lampadine
con Led più efficienti è iniziata a
tutto vantaggio di una economia di
scala efficiente. Philips e Osram
combattono a suon di buone azio-
ni l’illuminazione di mostre e galle-
rie d’arte.
Ultima in ordine di tempo una buo-
na azione ancora in suolo milanese
dove la Veneranda Fabbrica del
Duomo grazie a Philips ha riqualifi-
cato la Sala delle Colonne a tecno-
logia Led.
M.Cristina Ceresa
Il progetto prevede anche l’utilizzo di pannelli solari per riscaldare l’acqua a uso igienico-sanitario, un impianto fotovoltaico per la generazione di energia elettrica e l’utilizzo di una stufa per lo sfruttamento di biomassa
Museodel legno
Azzone (Bg)
Sui tetti delle cupole sono state installate 60mila celle fotovoltaiche, un sistema di ventilazione naturale e la copertura è stata realizzata con acciaio riciclato. È stato recuperato circa il 90% dei materiali della vecchia sede del museo, applicando criteri più rigorosi di isolamento ed efficienza energetica
California Academyof Science
San Francisco (Ca)
Soluzioni energetiche a pannelli fotovoltaiciMuseo dell’artee della tecnologia
Barcelona (Spagna)
La progettazione del sito museale è stata finalizzata al risparmio energetico, attraverso criteri di bioarchitettura e l’impiego di impianti a fonti rinnovabili
Museo vivente degli insetti
Padova
Installazione di un nuovo e innovativo sistema di illuminazione ad alta efficienza energetica. Nuovo progetto di climatizzazione/riscaldamento che ottimizzi il clima interno risparmiando energia
Hermitage Museum
San Pietroburgo (Russia)
Programma di finanziamento delle iniziative volte a migliorare l’efficienza energetica degli edifici
Associazionedei musei
New York
Sistema di illuminazione a Led ad alto risparmio energetico
Raja Dinkar Kelkar Museum
India
STRUTTURALOCALITÀ TIPO DI INTERVENTO
Città che vai, nuovo (ed efficiente) museo che trovi
62
a cura di Laura Marinoni Marabelli
Novità in casa BTicino Legrand:
nel team, guidato dall’ammini-
stratore delegato Paolo Perino, vi
sono state quattro nomine: Alessan-
dro Salmoiraghi è il nuovo direttore
logistica, mentre Nicolas Idoux (nella
foto) è diventato il direttore ammini-
strazione, finanza e controllo, Danie-
le Dessi ha la posizione di direttore
delle risorse umane, Luigi Caricato,
è ora responsabile della comunicazio-
ne di BTicino e Andrea Lamieri ha
assunto la carica di direttore marke-
ting della divisione Edia - distribuzione
di energia e applicazioni industriali -
del Gruppo Legrand.
Mx Group, realtà lom-
barda attiva nel set-
tore fotovoltaico, specializ-
zata nella realizzazione di
sistemi per la produzione di
energia da fonte solare, ha
scelto un nuovo direttore
generale. Si tratta di Filippo
Levati, 39 anni, provenien-
te da Huawei Italia, dov’era
entrato nel 2006. Il mana-
ger aveva iniziato la propria
carriera proprio nel settore
dell’energia, lavorando per
Schlumberger Industries.
Si chiama Robert Sharp
il nuovo presidente Eu-
ropa di Emerson Process
Management, società che
opera nell’automazione di
processo nell’industria chi-
mica, petrolchimica, cartaria,
energia, acqua, metallurgi-
ca, alimentare e farmaceuti-
ca. Il manager, che lavorerà
nel quartier generale di Baar
in Svizzera, è entrato a far
parte del Gruppo nel 1996 e
ha via via ricoperto ruoli di
crescente responsabilità.
Quattro nuovi incarichi per i manager di BTicino
BTICINO
L’Europa compete a Bob Sharp
EMERSON
A Filippo Levati la direzione generale
MX GROUP
Pier Francesco Rimbotti
è diventato copresiden-
te per l’Europa, affiancando
Mark Woodall, del Ypo
Environmental Network, il
ramo del network di profes-
sionisti di tutto il mondo Young Presidents Association
(Ypo) dedicato ai temi ambientali. Rimbotti, presidente
di Infrastrutture, holding di aziende attive nello svilup-
po di progetti che utilizzano tecnologie innovative in am-
bito energetico, ricoprirà questa posizione per il triennio
2009-2011 e avrà la responsabilità della direzione strate-
gica e dello sviluppo delle attività del network legate ai
temi dell’energia pulita e dei cambiamenti climatici.
Rimbotti copresidente dell’associazione
Si amplia il management di Suntech, società interna-
zionale che produce pannelli fotovoltaici in silicio
cristallino, con quattro nuovi arrivi.
Per guidare il team europeo è stato chiamato David
Hogg (nella foto), con la qualifica di head Suntech Euro-
pa. A lui riporta direttamente Vedat Gurgeli, nella po-
sizione di vice president
of sales. Frank Weber
assume, invece, la carica
di direttore marketing,
mentre Carl von Braun,
proveniente da Cgs So-
lar, è il nuovo director
project finance.
David Hogg al timone della società
SUNTECH YPO ENVIRONMENTAL NETWORK
24
63
a cura di Laura Marinoni Marabelli
MOSTRA CONVEGNO A TORTONA
Dal biometano alle installazioni solari l’agroenergia non conosce la parola scartoLa rassegna si propone di creare un vero e proprio distretto di un settore in espansione
Dal 3 al 5 marzo si terrà la terza
edizione della mostra conve-
gno Agroenergia a Tortona (Al),
presso il museo Orsi. Appuntamen-
to importante per le energie rinno-
vabili in agricoltura, la rassegna,
organizzata da EnergEtica Onlus,
prevede, come l’anno scorso, le
Assise del biogas, un punto di in-
contro creato con la collaborazione
del Consorzio italiano Biogas, per i
possessori e produttori di impianti
di digestione anaerobica per la ge-
nerazione di biogas: «In questo
ambito - spiega Piero Mattirolo,
consigliere delegato di EnergEtica
Onlus - dovremo parlare anche di
biometano. Siamo sul filo di lana
per partire col primo impianto che
immetterà metano in rete. Speria-
mo ci siano delle evoluzioni». No-
vità di quest’edizione è l’area bat-
tezzata Eco Design Expo, dedicata
all’energia fotovoltaica e alla do-
motica; saranno organizzati semi-
nari e incontri sulle tecnologie e le
pratiche di installazione solare.
In arrivo le proposte
per la filiera italiana
Altro evento da segnalare all’inter-
no della rassegna è un workshop di
indirizzo politico dal titolo “Una
politica per le agro energie”, che
ha l’obiettivo di riunire tutti gli
stakeholder del settore e gli inter-
locutori politici, per mettere a fuo-
co le strategie ed elaborare una
serie di proposte per la filiera
agroenergetica italiana. «Nel-
l’agroenergia tutto è collegato - ri-
corda Mattirolo -: quello che è bio-
massa di scarto da una parte può
essere materia prima dall’altra».
«Vorrei rimarcare la centralità del
progetto di EnergEtica - afferma
Federico Radice, direttore di
Agroenergia -: abbiamo voluto in-
dicare la parola “etica” con la E
maiuscola proprio per dimostrare
che l’iniziativa che portiamo avanti
ha molte speranze e il nostro com-
pito può essere importante. Vo-
gliamo che il nostro lavoro contri-
buisca alla creazione di un vero e
proprio distretto agroenergetico:
per questo abbiamo instaurato un
rapporto solido con il parco scien-
tifico di Rivalta Scrivia e con Tecno-
granda (Parco scientifico e tecnolo-
gico per l’agroindustria) di Cuneo.
La località scelta, Tortona, si sta di-
mostrando sempre più un anello di
congiunzione molto forte tra Pie-
monte e Lombardia».
Chiara Scalco
9-11 marzo A Dubai si parla di energia e ambienteÈ giunta alla nona edizione Wetex, la mostra specializzata che si tiene anche quest’anno a Dubai, dedicata alle fonti energetiche e alle tecnologie ambientali. La scorsa edizione, secondo i dati forniti dall’organizzatore, Wetex ha ospitato 450 espositori provenientida 23 Paesi diversi. Promossa dalla Dubai Electricity & Water Authority, la manifestazione è rappresentata in Italia da Seint. L’Istituto per il Commercio Estero coordinerà, come gli anni passati, la presenza italiana alla mostra.Per trovare maggiori dettagli e informazioni collegarsi all’indirizzo Internet italiano www.seint.com
20-23 maggio Il Festival dell’energia A Lecce torna il Festival dell’energia, giunto alla terza edizione: quattro giorni, organizzati da Aris, Assoelettrica e Federutility, dedicati a dibattiti, incontri, presentazione di libri e conferenze. Di rilievo, tra le molte iniziative, il Call for papers, un bando rivolto a Università, Fondazioni, Associazioni, Istituti di ricerca pubblici e privati (italiani e non), per la presentazione di progetti di ricerca e di innovazione tecnologica in ambito energetico. Il sito del festival è www.festivaldellenergia.it. Le proposte devono essere inviate entro il 15 marzo all’indirizzo [email protected]
Altri appuntamenti
64
24
do, sia per la politica a sostegno di
fonti alternative di calore, che deter-
mina uno spostamento della risorsa
legno da un utilizzo industriale a un
utilizzo come risorsa energetica.
Assopannelli
L’impegno di Mtreper il parco eolicodi Urbania e Pibbico
Ospitare nel proprio Comune un par-
co eolico rappresenta una grande
opportunità ambientale ed economi-
ca. L’impianto, infatti, contribuirà allo
sviluppo della comunità producendo
solo energia pulita. Parco eolico che
può essere realizzato attraverso l’in-
tervento della società Mtre, la quale,
oltre alle compensazioni ambientali
previste, effettuerà interventi volon-
tari indirizzati a iniziative comuni con
le Amministrazioni coinvolte, rivolti al
risparmio energetico e all’educazione
e formazione ambientale. Non solo
benefici rivolti alle amministrazioni
locali e alle sue popolazioni, ma an-
che un volano per le imprese locali.
Nelle fasi di costruzione dell’impianto
e di esercizio verranno impiegati ma-
nodopera e competenze del posto.
Gli investimenti previsti si aggirano
intorno ai 100 milioni di euro. A parte
la realizzazione delle pale e delle tur-
bine, per le forniture e i lavori da ap-
paltare sul posto, connessi alla realiz-
zazione della centrale eolica, Mtre si
impegna a porre in essere, nei piani di
committenza, misure a favore della
piccola e media industria, per consen-
tire, in concreto, la partecipazione
dell’imprenditoria locale. Questo ov-
viamente per i lavori le cui entità e
caratteristiche tecniche siano compa-
Scrivete a [email protected]
Tariffe da abbassareper raggiungerela Total grid parity
Riportiamo il parere di Gianni Chia-
netta, presidente di Assosolare, sul
raggiungimento della grid parity en-
tro il prossimo decennio
Questo obiettivo è ancora più reali-
stico se, come è corretto, si parla di
Total grid parity che come Associa-
zione abbiamo stimato pari a circa
15 centesimi/KWh, per cui il costo
del fotovoltaico dovrà confrontarsi
con: 1) il costo medio di produzione
elettrica da fonte tradizionale; 2) il
sovracosto di produzione nelle ore
diurne di maggior carico, il costo di
distribuzione; 3) il costo dell’inquina-
mento delle fonti tradizionali. Un
nuovo conto energia che possa ga-
rantire la continuità nella crescita del
mercato nei cinque anni successivi al
2011, spingerà un ulteriore graduale
decremento dei costi di impianto già
con la tecnologia esistente, ma so-
prattutto potrà giustificare gli inve-
stimenti delle aziende nella nuova
tecnologia. Sarà quest’ultima che
potrà farci fare il salto dei costi per
arrivare alla grid parity nel quin-
quiennio ancora successivo. È per
questo che come Assosolare soste-
niamo un abbassamento della tariffa
più graduale nei prossimi cinque an-
ni e poi, il salto della tariffa, quando
la nuova tecnologia sarà pronta per
prendere il posto di quella attuale.
Un obiettivo intermedio rispetto alla
grid parity, raggiungibile anche con
la tecnologia tradizionale, è la “re-
newables grid parity”, ossia l’allinea-
mento del costi del fotovoltaico con
quelli delle altre rinnovabili, per cui
sarà possibile incentivare il fotovol-
taico con i certificati verdi oggi a 18
centesimi/KWh. I dieci anni per la re-
newables grid parity e per la grid
parity, è un percorso e una sfida che
sarà quanto più raggiungibile quan-
to più sarà condivisa con tutti gli
stakeholder del fotovoltaico e in pri-
mis con il Governo.
Gianni Chianetta
presidente Assosolare
Sos dai produttoridi pannelli: scarseggiail legno da riciclo
Pubblichiamo la posizione di Asso-
pannelli, che richiama l’attenzione
sulla situazione di difficoltà in cui ver-
sa il settore del legno da riciclo
La flessione dei consumi che ha inve-
stito i mercati internazionali e princi-
palmente l’Europa minaccia anche la
disponibilità di legno da riciclo e,
quindi, l’industria dei produttori di
pannelli. In particolare, il calo dei
consumi di quei prodotti, come i mo-
bili, destinati a fine utilizzo al riciclo,
viene stimato tra il 25% e il 30% dal
2007 a oggi. Ciò determina una cre-
scente scarsità del legno da riciclo,
materia prima che sta alla base della
produzione di pannelli truciolari. Le
aziende del settore si trovano in que-
sto modo nella difficoltà di rispettare
i contratti di fornitura e di soddisfare
la domanda di pannelli, con l’inne-
scarsi di un circolo vizioso che si riper-
cuote sull’andamento dei consumi
delle famiglie. A ciò si aggiunga an-
che la domanda del legno a uso ri-
scaldamento, in questi mesi in cresci-
ta sia per l’arrivo anticipato del fred-
tibili con la relativa specializzazione e
capacità imprenditoriale locale, e
sempre mantenendo le misure di cui
sopra in linea con la normativa nazio-
nale e comunitaria. Anche per le
commesse assegnate ad aziende
operanti a livello nazionale, Mtre
provvederà a richiedere a tali aziende,
nei limiti consentiti dalla normativa
nazionale e comunitaria e del rappor-
to contrattuale in essere, l’impegno a
interpellare e privilegiare, in caso di
subappalto e a parità di condizioni
tecniche ed economiche, le piccole e
medie imprese locali, consentendo il
concreto coinvolgimento dell’im-
prenditoria locale del posto.
Sisto Merolla
membro del Cda di Mtre
Meccanica in crisiLa Tremonti terè da prolungare
I dati del comparto della meccanica
presentati oggi riassumono la situa-
zione di un anno di recessione che ha
sconvolto l’economia mondiale. Gli
effetti di questa crisi si faranno senti-
re ancora a lungo, ma un cauto recu-
pero dell’attività industriale ci fa spe-
rare in una possibile ripresa a medio
termine. Per tornare ai livelli pre-crisi
dovremo attendere almeno il 2012.
Oltre alla crisi dobbiamo fronteggia-
re la concorrenza dei Paesi emergen-
ti che si sta rafforzando e nel con-
tempo noi abbiamo assoluta neces-
sità di espandere i nostri orizzonti
proprio verso quei mercati. Per que-
sto nel 2009 abbiamo siglato nuovi
protocolli d’intesa con le analoghe
associazioni della meccanica brasilia-
na e russa. Abbiamo bisogno di svi-
luppare rapporti di collaborazione
stretti e continui con questi mercati
ma, per farlo, dobbiamo presentarci
forti di un bagaglio tecnologico rin-
novato in grado di mantenere eleva-
to il tasso di valore aggiunto della
meccanica Made in Italy. In questo
senso, l’unica via per uscire dalla crisi
è sostenere gli investimenti in ricerca
e innovazione.
Il Governo sta facendo molto per aiu-
tare le imprese. La Tremonti Ter è un
buon inizio, ma per produrre effetti
sui nostri settori è fondamentale pro-
lungarla di almeno un anno. Occor-
rono numerosi mesi di lavoro per
produrre macchinari e impianti indu-
striali, dobbiamo passare dalle misu-
re d’emergenza anticrisi a iniziative
strutturali per supportare la ripresa in
modo da sfruttare il vantaggio com-
petitivo di una meccanica Made in
Italy che ha subito la crisi in misura
minore rispetto alla media degli altri
Paesi europei, i quali hanno ridotto
la produzione 2009 del 20% [fonte
dati: Orgalime].
Sandro Bonomi
presidente di Anima
Va ritiratoquell’emendamento alla Finanziaria
Anev, Aper, Federpern, Fiper,
Greenpeace Italia, Ises Italia, Itabia,
Kyoto Club e Legambiente, rappre-
sentanti del settore dell’industria del-
l’energia rinnovabile e dell’ambiente,
hanno sottoscritto un documento
congiunto che esprime la loro netta
contrarietà all’emendamento di fon-
te governativa alla Finanziaria per il
2010, nel quale si utilizzano le dispo-
sizioni ivi contenute per far cessare
gli effetti del provvedimento Cip n.
6/92, al fine di ripristinare il dettato
normativo della Direttiva 2009/28/Ce
per veicolare drastici interventi con-
tro lo sviluppo delle rinnovabili.
Le suddette Associazioni ritengono
che tali emendamenti, anche a causa
della loro estemporaneità, debbano
essere ritirati, dato che la loro appro-
vazione provocherebbe innanzitutto
una forte confusione nel mercato, tra
gli operatori e negli investitori, a cau-
sa del repentino ennesimo mutamen-
to delle regole del gioco in corsa. Ta-
li emendamenti, inoltre, provoche-
rebbero la crisi di un settore, quello
della produzione di energia da fonte
rinnovabile, attualmente in grande
sviluppo, oltre tutto anticiclico e con
notevoli prospettive economico-oc-
cupazionali (almeno 250mila addetti
diretti e indiretti al 2020), e impedi-
rebbero all’Italia di mantenere gli im-
pegni per il raggiungimento degli
obiettivi vincolanti al 2020 (17% dei
consumi finali di energia coperti da
fonti rinnovabili), definiti in sede eu-
ropea nel pacchetto Energia-Clima,
con la grave conseguenza di dover
sostenere elevate penalità finanziarie
a causa del mancato raggiungimento
del target. In questo contesto si inse-
risce l’invito al Governo ad avere un
atteggiamento coerente, in materia
di strategia delle politiche energetiche
nazionali, con quanto più volte di-
chiarato da mesi nelle varie sedi istitu-
zionali, sostenendo con continuità e
concretezza lo sviluppo dell’efficienza
energetica e la promozione delle fon-
ti rinnovabili per contribuire al riequi-
librio del mix energetico nazionale,
che deve migrare verso un’economia
a bassa intensità di carbonio.
24
65
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9Ren - 9
A Abb - 53 Acquedotto Pugliese - 9 Afelio - 29, 30 Agenzia internazionale dell’energia - 12, 45, 59 Agroenergia - 63 Ama - 50 Ambiente Italia - 51 Amici della Terra - 43 Anev - 36, 65 Anie-Gifi - 25 Anima - 65 Ansaldo Energia - 31 Aper - 25, 31, 65 Archimede Solar - 37 Arendi - 33 Associazione ingegneri ambiente e territorio - 12 Assoesco - 13 Assopannelli - 64 Assosolare - 26, 64 Atmos - 33
B Banca europea per gli investimenti - 27 Bennet - 19 BigBelly Solar - 53 Bls - 35 Bsi - 51
Bticino - 62
C Capgemini - 13 Carbon Trust - 51 Cem Ambiente - 31 Centro Studi Volta - 30 Chloride - 20 Clip-Lok - 52 Comuni Virtuosi - 27, 30 Conai - 50 Confartigianato - 35 Confindustria - 25 Consorzio italiano Biogas - 63 Cpl Concordia - 9
D Dassault Systèmes - 52Defra - 51
E E3G - 40 Ecofys - 40 Ecomondo - 58 Edison - 20 Emerson Process Management - 62 Enea - 37, 39, 41, 43 Enel - 55 Enel Green Power - 9 EnergEtica Onlus - 63 Energy Innovations - 53
Enerpoint - 33 Enerqos - 33 Eni - 55 Eon Italia - 1, 60 Erse - 33 Esco Italia - 31 Esselunga - 19
European Environmental Agency - 46
F Fabbrica del Duomo - 60 Federpern - 65 Festival dell’energia - 63 Fidimprese - 9 Fiper - 36, 65 Fire - 20
Fondo monetario internazionale - 47
G Gas Natural - 17 Geothermal International - 31 Germanwatch - 40 Gme - 13 Greenpeace Italia - 65 Gruppo Airon - 9 Gruppo Cremonini - 15
Gruppo Veolia - 48
H Habitech - 29, 30 HeliosPower - 9 Heracom - 20
Hydro-Québec - 52
I Ibm - 14, 61 Icgeb - 35 Infrastrutture - 62 Innowatio - 17 IntercentEr - 20 Intergraph - 53 Ises Italia - 65
Itabia - 65
K Kpmg Corporate Finance - 55Kyoto Club - 65
L Lancia - 51Legambiente - 29, 30, 36, 51, 65
M Matsushita - 51 Microsoftware - 53 Mtre - 64 Museo Poldi Pezzoli - 60 Mwh - 13
Mx Group - 33, 62
N Nestlé - 14
O Oecd - 47 Omniasolar - 33 Opde - 36
Osram - 61
P Pam - 19 Parco tecnologico di Trieste - 34 Philips - 51, 61 Pinacoteca Ambrosiana - 60
Politecnico di Milano - 32, 37
R Ravano Green Power - 29, 31 Regione Lombardia - 27 Regione Marche - 27 Regione Piemonte - 27, 36 Regione Toscana - 27 Regione Valle d’Aosta - 27 Renault - 14, 52
Romagna Energia - 27, 31
S Saint Gobain - 60 Schneider Electric - 13 Siemens - 37 Simulation Intelligence - 56 Snam Rete Gas - 55 Solarcell - 33 Solarday - 33 Solarex - 33 Solel - 37 St Microelectronics - 14 Sun Power - 9 SunRay Renewable Energy - 9 Suntech - 62
Sviluppo Marche - 29, 30
T Teatro Petruzzelli - 60 Tenaris Dalmine - 17 TerritOrio - 25
Tesco - 51
U Unione Petrolifera - 59 Università Bocconi - 48 Università di Ferrara - 30
Università di Padova - 12
V Vodafone - 15
W Wärtsilä Italia Power Plants - 15 Wetex - 63 Winvent - 19 Wiva Group - 61
Wwf - 40
Y Yousave - 17 Youtrade - 17 Ypo Environmental Network - 62
Ne abbiamo parlato a pagina:
Anno III - Gennaio/Febbraio 2010 - n.20-21via G. Patecchio 2 - 20141 Milano
tel. 02/[email protected]
Direttore responsabile Mattia [email protected]
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