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Gennaio/Febbraio 2010 - Anno 3 - Numero...

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24 Gennaio/Febbraio 2010 - Anno 3 - Numero 20-21 energia tradizionale pag. 11 ambiente sostenibile pag. 39 energia alternativa pag. 23 Il Sole24Ore BusinessMedia S.r.l. - Via G. Patecchio, 2 – 20141 Milano Anche nei tempi di crisi vince chi fa dell’efficienza una voce di budget I minori consumi del 2009 non devono trarre in inganno L’esempio di chi si sa aggiornare Traguardo rinnovabili La strategia comune dei mille campanili Esco e alleanze con i privati le vie di sviluppo indicate all’Auditing di Energia24 Crescere senza inquinare L’Italia arranca nella corsa contro il tempo In calo le emissioni inquinanti ma la domanda sale e si procede in ordine sparso ELETTRICITÀ 4,3 Mtep 8,3 Mtep CALORE E CONDIZIONAMENTO 2,6 Mtep 9,2 Mtep TRASPORTI 0,2 Mtep 4,2 Mtep TOTALE 7,1 Mtep 21,7 Mtep 2005 2020
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24Gennaio/Febbraio 2010 - Anno 3 - Numero 20-21

energia tradizionalepag. 11

ambiente sostenibilepag. 39

energia alternativapag. 23

Il So

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Anche nei tempi di crisi vince chi fa dell’efficienzauna voce di budgetI minori consumi del 2009non devono trarre in ingannoL’esempio di chi si sa aggiornare

Traguardo rinnovabiliLa strategia comunedei mille campaniliEsco e alleanze con i privatile vie di sviluppo indicateall’Auditing di Energia24

Crescere senza inquinareL’Italia arranca nella corsa contro il tempoIn calo le emissioni inquinantima la domanda salee si procede in ordine sparso

ELETTRICITÀ 4,3 Mtep 8,3 Mtep

CALORE E CONDIZIONAMENTO 2,6 Mtep 9,2 Mtep

TRASPORTI 0,2 Mtep 4,2 Mtep

TOTALE 7,1 Mtep 21,7 Mtep

2005 2020

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SESSIONE MATTUTINA

Ore 9.30-11.30 Conferenza istituzionaleAMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO: STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE• Le linee di sviluppo del Ministero• La sfi da delle rinnovabili tra opportunità e diffi coltà• Sicurezza e ambiente come leve di sviluppo• Le linee di fi nanziamento per le imprese

Ore 11.30-13.00 FOCUS ENERGIADa Kyoto alle rinnovabili: tutte le sfi de del settore energetico

Ore 11.30-13.00 FOCUS SICUREZZA SUL LAVOROLe prospettive dopo il D.Lgs. n. 106/2009

SESSIONE POMERIDIANA

Ore 14.00-16.00 Conferenza istituzionale SICUREZZA SUL LAVORO: DA OBBLIGO DI LEGGE A PATRIMONIO AZIENDALE• Le attività ministeriali a supporto della sicurezza• L’impegno del settore edile nella lotta agli infortuni• Il ruolo degli Enti locali• L’andamento del tasso di infortuni

Ore 16.00-17.30FOCUS RIFIUTIIl panorama italiano tra emergenze e soluzioni tecnologiche

Ore 16.00-17.30 FOCUS SICUREZZA IN CANTIERELa sicurezza in cantiere: realtà in progresso

In occasione del decimo anno di attività di Ambiente&Sicurezza – Il Sole 24 ORE, quindicinale di documentazione giuridica, pratica professionale e tecnica, il Gruppo 24 ORE organizza il Forum Ambiente&Sicurezza. L’evento ha lo scopo di riunire istituzioni e professionisti dei settori “Ambiente” e “Sicurezza”, per affrontare temi di forte attualità e valutare le ricadute di tipo pratico-operativo. La giornata prevede due convegni istituzionali e quattro focus “tecnici” sui temi dell’energia, della sicurezza sul lavoro, dei rifi uti e della sicurezza in cantiere.

La partecipazione è libera e gratuita fi no ad esaurimento posti.Per iscrizioni e maggiori informazioni visita il sito: www.formazione.ilsole24ore.com/as

Forum Ambiente&SicurezzaRoma, 5 marzo 2010NH Vittorio Veneto, Corso d’Italia, 1Ore 9.30-17.30

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5

Storia di copertina:

23 L’Italia delle mille risorse alla ricerca dell’unità sulla via delle Rinnovabili

25 Comuni alleati contro la burocrazia puntano sulle Esco per rinnovarsi

• Il progetto Orio al Sole

27 Per sfruttare i finanziamenti occorrono Comuni uniti (e virtuosi)

30 «Hanno detto…». Riflessioni dall’Auditing di Energia24

Focus32 Lombardia regione grigia e piovosa? Il fotovoltaico sfata il luogo comune

• Il primato italiano per numero di impianti

• L’analisi del mercato provincia per provincia

• I volume d’affari del fotovoltaico Regione per Regione

Esperienze&Carriere36 I Comuni del Piemonte credono nel solare. Oltre il 90% ha installato un impianto

• L’accordo della Regione con la spagnola Opde

Tecnologie&Soluzioni37 Siemens punta sulle rinnovabili e affina le tecnologie per il sole

gennaio/febbraio 2010

energia tradizionale

energia alternativa

Storia di copertina:11 Meno consumi, meno investimenti e l’efficienza resta un lusso da snob

12 Il termometro della terra s’innalza, serve una guerra congiunta alla CO2

13 Quanto dureranno i prezzi in discesa dell’elettricità?

15 Nuove tecnologie e fatture ai raggi X. I soldi ben spesi producono risparmio

17 Controllo “chiavi in mano” degli impianti. Così Innowatio cancella tutti gli sprechi

News&Mercati20 Power quality: a responsabilità da chiarire sui distributori transitori

• I Paesi del Mediterraneo sviluppano le interconnessioni per elettricità e gas

• Heracom ed Edison rilanciano via Web e si aggiudicano l’asta

21 Efficienza e servizi, il binomio di Eon Italia. Sul mercato troppi ostacoli del legislatore

5 Sommario 9 Energy map

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Storia di copertina:

39 Un passo avanti e due passi indietro.Lunga la via del new deal energetico

• Il traguardo per l’Italia del 17%entro il 2020

40 In calo le emissioni, ma non i bisogni.I grandi nella morsa di costi e benefici

• Le dodici migliori politiche nazionali

41 L’Italia del Rinnovabile dovrà triplicare.La tecnologia dei trasporti è il vero scoglio

42 Occupazione potenziale in Italianel settore delle Rinnovabili

• Il ruolo delle tecnologie nellariduzione delle emissioni

43 La griglia di partenza verso il 2020ci assegna solo il terz’ultimo posto

• Ritardi, primati e omissioni dell’Italia

45 I benefici economici netti dei CertificatiBianchi

Focus46 Voce per voce i costi per metterci

in regola secondo il protocollo di Kyoto

• Lo scostamento rispetto agli obiettivi

• Emissioni di CO2 in Italia: risultatie traguardi a confronto

• I costi ipotetici di Kyoto

Focus/248 L’Italia delle discariche e dei siti abusivi.

Nei rifiuti un miliardo e mezzo di euro

• La percentuale conferita in discaricasecondo i dati Ocse

ambiente sostenibile

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Economia&Finanza

55 La carica di energia alle attività di merge&acquisition viene da Eni, Enel e Snam rete Gas • Le operazioni più importanti del 2009 per controvalore

Predictions

72 Marketing è assistenza, qualità e ricerca. Stampa specializzata e Web i veicoli • Rinnovabili: che cosa non deve mancare

57 La comunicazione più efficace: stampa specializzata; Web e fiere • Luci e ombre: il sentiment degli addetti ai lavori

58 Guardando al domani: quali gli aspetti su cui puntare?

Agenda

63 Dal biometano alle installazioni solari, l’agroenergia non conosce la parola scarto

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Il Responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il Direttore Responsabile a cui, presso il coordinamento dellesegreterie redazionali (fax 02 39646095), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti dall’art. 7, D. Lgs. 193/2003.Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere ripro-dotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.

Annuncio ai sensi dell’art. 2, comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nel-l’esercizio della attività giornalistica”. La società Il Sole 24 ORE Business Media s.r.l.,editore della rivista Energia24, rende noto alpubblico che esistono banche dati ad uso reda-zionale nelle quali sono raccolti dati personali. Illuogo dove è possibile esercitare i diritti previstidal D. Lgs. 196/2003 è l’ufficio del Responsabi-le del trattamento dei dati personali, presso ilcoordinamento delle segreterie redazionali (fax02 39646095).

La posta del lettore

64 Commenti e opinioni giunti in redazione

49 Le maggiori concentrazioni di rifiuti intorno alle megalopoli

50 Raccolta e riciclo vanno meglio al Nord. Roma in grave ritardo, Salerno città felice

News&Mercati51 Quanta CO2 generano i nostri prodotti? Un’etichetta per mostrare l’impronta

Tecnologie&Soluzioni52 Sostenibili già nell’embrione del software. Così nascono i prodotti eco-compatibili

• Come rinnovare la centrale idroelettrica? La risposta da Cata, Enovia e Delmia

53 Il software per il fotovoltaico

• Un gasdotto con la tecnologia Gis

Società&Costume

60 Il genio di Leonardo illumina l’Ambrosiana e i fogli del codice brillano d’energia verde • Contro gli incendi e per il bel suono la cupola del nuovo Petruzzelli

61 Città che vai, nuovo (ed efficiente) museo che trovi

Turnover

62 Quattro nuovi incarichi per i manager di BTicino Emerson: l’Europa compete a Bob Sharp A Filippo Levati la direzione generale di Mx Group David Hogg al timone di Suntech Rimbotti copresidente dell’associazione Ypo Environmental Network

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RAVANO GREEN POWER nasce nel 2006 grazie alla ventennale esperienza del suo fondatore nel settore dell’energia da fonti rinnovabili.Già negli anni ’90 il Gruppo Ravano costruisce 7 centrali idroelettriche da 1MW, nel 2000 la centrale di cogenerazione (20MWe, 45MWt) per il teleriscaldamento di Bardonecchia (TO), fi nchè nel 2007 decide di inve-stire nello sviluppo e nella realizzazione di centrali elettriche di proprietà alimentate da sole, vento acqua e biomasse._ Dal 2008 si pone sul mercato anche come System Integrator per la pro-gettazione e installazione di impianti fotovoltaici chiavi in mano per terzi._ Per ciò che riguarda il fotovoltaico, ad oggi sono circa 3 MW gli impianti installati in tutta Italia per aziende, privati, enti e investitori; 2 centrali di proprietà (1,5 MW) e 10MW di progetti in fase di autorizzazione nel Sud Italia.

_ Ravano Green Power è l’unico interlocutore per il cliente fi nale, e già dal primo incontro, calcola gratuitamente la taglia dell’impianto, il conto econo-mico, il ritorno dell’investimento e la CO2 non immessa nell’atmosfera._ Proponendo soluzioni per massimizzare la resa dell’investimento e gli incentivi del Conto Energia, Ravano Green Power utilizza le tecnologie più adeguate per coperture industriali, agricole, residenziali e terreni._ Grazie a convenzioni con primari Istituti di Credito e con Compagnie Assicurative, la società offre al cliente l’assistenza per la scelta dei migliori prodotti fi nanziari e assicurativi._ Installare un impianto fotovoltaico non è solo una questione di etica e di responsabilità, ma è anche un vero e proprio investimento: un benefi cio economico in termini di taglio dei costi per l’energia elettrica, una rendita garantita per 20 anni dagli incentivi del Conto Energia (D.M. 19/02/2007)

che portano ad un ROE a circa 3 anni e un IRR medio fi no al 25% utilizzando leve fi nanziarie._ Incentivi al 2010 estremamente vantaggio-si, che combinati con la decrescita del prezzo dell’impianto, rendono la scelta urgente, poiché come stabilisce lo stesso decreto, saranno diminuiti a partire dal 2011.

Realizzazione della prima parte da 273,24 kWp, di un impianto fotovoltaico totalmente integrato su copertura industriale a S. Giuliano Milanese. Con l’installazione della seconda parte saranno realizzati 954 kWp totali.L’impianto è stato realizzato con il sistema brevettato Modular System, che oltre a permettere la totale integrazione dell’impianto garantisce anche un sistema di reale ventilazione dei moduli fotovoltaici per impedirne il surriscaldamento

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Impianti e siti regione per regioneLe novità segnalate da Energia24

9

METANODOTTOLuogo installazione: Napoli-IschiaTecnologia: metanodottoPotenziale produttivo: 45 chilometri di retiurbane e 13 chilometri di reti sottomarinesaranno in grado di portare gas metano a85mila utenti ischitaniStato progetto: ultimatoProgetto sviluppato da Cpl ConcordiaEventuali note: la rete è stata realizzata intre anni e l’investimento complessivoammonta a circa 24 milioni di euro

IMPIANTO FOTOVOLTAICOLuogo installazione: Montalto di Castro (Vt)Tecnologia: centrale fotovoltaicaPotenziale produttivo: l’impianto ha una potenza di 24 MW eproduce energia sufficiente per 13mila abitazioniStato progetto: attivoProgetto sviluppato da SunPower e SunRay Renewable EnergyEventuali note: la centrale di Montalto è la prima fase di unprogetto generale di 85 MW

IMPIANTO FOTOVOLTAICOLuogo installazione: Fragagnano (Ta)Tecnologia: impianto fotovoltaico in siliciopolicristallinoPotenziale produttivo: 3.564 moduli, ciascuno dellapotenza di 270 watt, genereranno energia elettricaequivalente al fabbisogno di circa 700 famiglieStato progetto: attivoProgetto sviluppato da 9RenEventuali note: l’impianto, battezzato Acquacandida,è stato finanziato in leasing: Fidimprese è il mediatorecreditizio di riferimento

ACQUEDOTTOLuogo installazione: Barletta (Ba)Tecnologia: acquedotto con potabilizzatore per distribuzione urbanaPotenziale produttivo: si sviluppa lungo un percorso di 38 chilometri e hauna capacità di erogazione che raggiunge picchi di 1.500 litri al secondoStato progetto: completatoProgetto sviluppato da Acquedotto PuglieseEventuali note: l’acquedotto del Locone, così è stato chiamato, harichiesto un investimento complessivo di 42 milioni di euro

IMPIANTO GEOTERMICOLuogo installazione: Larderello (Pi)Tecnologia: pompe di calore geotermicoPotenziale produttivo: la centrale Nuova Lagoni Rossi ha unapotenza di 12 MW e sarà in grado di produrre 100 milioni di kWhall’anno, equivalenti ai consumi di 40mila famiglieStato progetto: completatoProgetto sviluppato da Enel Green PowerEventuali note: con il progetto “Geotermia innovativa”,Enel Green Power punta a rendere utilizzabili campi ancoranon sfruttati e all’integrazione della geotermia con le altre fontienergetiche alternative

IMPIANTO FOTOVOLTAICOLuogo installazione: Casa Scardino (Pa)Tecnologia: campo fotovoltaicoPotenziale produttivo: 5 MW, capaci di produrre 9.100.000 kWhall’anno di energia elettrica, pari al consumo di 2.500 famiglieStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da HeliosPower, Gruppo AironEventuali note: l’investimento per l’impianto ammontaa circa 25 milioni di euro

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La liberalizzazione del mercato elettrico sul lato della domanda è avvenuta tramite

un’apertura progressiva cominciata nel 1999 con i clienti energivori e conclusasi nel 2007 con la possibilità anche per il cliente domestico di scegliere il fornitore energetico.A circa 10 anni dalla liberalizzazione del seg-mento grandi clienti è possibile individuare un’evoluzione dello stesso dovuta alle mutate esigenze del target. I clienti industriali hanno richiesto lo sviluppo di off erte sempre più in linea con le proprie esigenze anche con la richiesta di prodotti fi nanziari. Infatti, una novità introdotta nel mercato ener-getico ha riguardato lo sviluppo da parte degli operatori di off erte con nuove proposizioni di carattere fi nanziario: sono nati nuovi prodotti tipo warrant per fi xing, defi xing dei prezzi contrattuali oltre a strumenti più sofi sticati. Allo stesso tempo, per quanto riguarda i contratti indicizzati, sono nati prodotti con indicizzazione che rispondono alle esigenze dei clienti che chiedono tempi di aggiornamento dei prezzi più lunghi o più corti o strutturati con aggiornamenti di più commodities (es. brent, gasolio, carbone, ecc.). Per rispondere a tali esigenze, E.ON Energia si è dotata di una forza vendita specia-lizzata che assiste il cliente non solo nel momento dell’acquisizione, ma per tutta la durata del rapporto contrattuale. Questo è particolarmente importante in quanto la consulenza energetica e l’esperienza di un account dedicato costituiscono un valore aggiunto fondamentale per il cliente industriale.

Un’ulteriore innovazione riguarda la gestione dei clienti multi sito. Infatti, sempre di più le società che hanno punti di prelievo distribuiti manifestano l’esigenza di eff ettuare contratti per la fornitura di più siti distribuiti su tutto il territorio nazionale con un unico contratto. Da questa nuova necessità, si sono sviluppati i prodotti di gestione aggregata per la fatturazione e la gestione dei consumi e si sono potuti realizzare contratti multi sito per tutto il territorio nazionale.

E.ON Energia è una delle società energetiche leader nella gestione di tali clienti e può annoverare tra i propri clienti prestigiosi brand.L’effi cienza energetica, le energie rinnovabili e gli aspetti legati alle emissioni, rap-presentano sempre più un tema di grande interesse anche per i clienti industriali. E.ON Energia ha risposto tramite proposte per ottimizzare e ridurre consumi in quanto l’effi cienza energetica è sicuramente la miglior possibilità di risparmio eco-nomico. Sul fronte delle energie rinnovabili si stanno studiando nuove applicazioni e soluzioni anche nel campo della generazione distribuita. La futura evoluzione di un sistema elettrico nascerà da una combinazione di generazione centralizzata e da generazione distribuita di opportuno mix ed effi cienza.

Da un mercato che è in continua evoluzione anche i clienti domestici possono trarre vantaggio accrescendo la conoscenza delle proprie modalità di consumo e delle proposte del mercato. I consumatori più consapevoli, anche attraverso la sostituzione del contatore con uno che permette una più precisa defi nizione dei consumi, potranno analizzare le proprie abitudini e modifi care i comportamenti energetici al fi ne di ottimizzare i costi. Gli operatori stanno attualmente proponendo alle famiglie tipologie di off erta basate su tariff e monorarie o biorarie, su prezzi fi ssi oppure con sconti sulle condizioni standard del mercato di maggior tutela, off erte

di fornitura di energia “verde”, adesione a programmi di fi delizzazione e così via. Tutto ciò, nel caso di E.ON Energia, è ispirato innanzi tutto dall’attenzione alle esigenze dei clienti e si traduce in un pacchetto di soluzioni diversifi cate e sempre innovative, affi ancate da un esclusivo programma di loyalty e sostenute da importanti e uniche partnership commerciali, come quelle volte a guidare i consumatori verso l’effi cienza energetica e quindi verso il risparmio ed il rispetto per l’ambiente.

LA DOMANDADEL LETTORE

La liberalizzazione del mercato elettrico, dall’apertura ai clienti energivori fi no a quella ai clienti domestici, che evoluzioni ha introdotto nel settore?

www.eon-energia.com

L’ESPERTO RISPONDE

Ing. Enrico Morandi Direttore Sales Large & Sales Partners di E.ON Energia

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STORIA DI COPERTINA

Meno consumi, meno investimentie l’efficienza resta un lusso da snobIl calo della domanda registrato nel 2009 ha generato la falsa illusione di una spinta alla Green economy che fatica a trovare spazio tra gli indispensabili costi di produzione. L’assenza di piani strategici rende difficile la vita a Utilities ed Esco

C’è un nuovo Don Chisciotte che

si aggira di questi tempi per il

nostro Paese : è l’efficienza energeti-

ca. Ovvero, quel paradigma che vor-

rebbe vedere migliorato l’utilizzo

(meglio dire lo sperpero) delle risorse

energetiche, anche in funzione di

una netta diminuzione dell’inquina-

mento. Purtroppo, nei mesi appena

passati il nostro Don Chisciotte non

ha avuto fortuna. Piuttosto si è bar-

camenato tra i “vorrei, ma non pos-

so” dettati dalla crisi imperante (leg-

gi minore consumo di energia per

ragioni di depressione) che per tanti

ha voluto anche dire “in questo mo-

mento ho altro cui pensare”. Sostan-

zialmente, la domanda mondiale di

energia ha subito una diminuzione

drastica in seguito alla crisi e di con-

seguenza le emissioni sono il 3% in

meno rispetto all’anno precedente.

Bene - verrebbe da dire - si è fatta

una buona e bella efficienza energe-

tica. Niente di più falso e poco dura-

turo. Semmai, a questo “effetto po-

sitivo” si accompagna solo una ridu-

zione dei flussi di cassa per il calo

della domanda e di conseguenza la

tendenza è quella di investire meno

energia tradizionale

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storia di copertina 1-2/2010

12

in dispositivi più efficienti in termini

energetici. Lo afferma anche il recen-

te rapporto clima-energia redatto

dall’International Energy Agency

che ha evidenziato, inoltre, come dal

dopoguerra in poi le emissioni siano

comunque cresciute in media con un

tasso del 3% annuo. Ma una cosa è

dire che l’efficienza energetica è fon-

damentale. Tutt’altra è riuscire a con-

vincere industria, governi e cittadini

che l’inversione di rotta è necessaria.

Tanto quel 20% di efficienza energe-

tica che si dovrebbe raggiungere en-

tro il 2020 non prevede, in caso di

buco, sanzioni. Per cui Don Chisciot-

te difficilmente troverà riscatto. Così,

soprattutto nel nostro Paese gli ad-

detti ai lavori sono scettici. Come il

docente dell’Università di Padova,

Arturo Lorenzoni, che definisce chi

lavora per l’efficienza energetica

“amanti del genere”, giusto per sot-

tolineare lo sparuto gruppo di chi

può proclamarsi all’altezza della si-

tuazione. «Con il calo dei consumi di

gas registrati quest’anno - sottolinea

Lorenzoni durante un incontro orga-

nizzato dall’Associazione ingegne-

ri ambiente e territorio - ci ritrove-

remo a pagare sia l’inefficienza che il

non consumo». Detto questo, l’indu-

stria italiana sembra aver ripreso a

consumare il gas. I dati registrati ne-

gli ultimi mesi dell’anno scorso se-

gnano una crescita di 2/3 punti per-

Sarebbero due gli scenari che potrebbero a breve capitare in fatto di usi e consumi energetici mon-

diali: uno “Scenario di riferimento” frutto delle attua-li politiche e uno “Scenario 450” che ritrae un mondo in cui venga adottata una politica condivisa dai gover-ni per stabilizzare la concentrazione di CO2 a 450 par-ti per milione. È la stessa Iea a prevederli, avvisando che con l’auspicato secondo scenario ci sarebbe circa il 50% di possibilità di mantenere l’aumento della temperatura media al di sotto dei 2 gradi centigradi, evitando gli effetti più disastrosi. Lo Scenario di riferi-mento prevede un incremento delle emissioni di ani-dride carbonica dovuto a una forte crescita della do-manda mondiale di energia fossile, soprattutto da parte dei Paesi emergenti. Nel 1990 si registravano circa 20,9 gigatonnellate di emissioni, nel 2007 sali-vano a 28,8 Gt. In questo scenario si prevede che rag-giungeranno 34,5 Gt nel 2020 e 40,2 Gt nel 2030, con un tasso di crescita medio annuo del 1,5%. Que-sto conduce inesorabilmente sul lungo termine a una concentrazione di 1.000 Ppm di CO2 con conseguen-te aumento della temperatura di 6°. I Paesi non-Ocse saranno responsabili in buona parte della crescita del-le emissioni di CO2 fino al 2030. Si stima che il 75% di questo aumento, pari a 11 Gt, provengono dalla Cina (6Gt), dall’India (2 Gt) e dal Medio Oriente (1Gt). Si prevede, poi, che nel loro complesso i Paesi non-Ocse saranno responsabili di quasi tutto l’incremento sti-mato della produzione di gas tra il 2007 e il 2030. Il messaggio principale dell’Agenzia è che il mondo, per la propria sicurezza energetica oltre che ambientale, deve attuare politiche condivise e svoltare verso il low carbon. Fatih Birol, relatore del rapporto e direttore della Iea, ha dichiarato con forza che serve una rivoluzione energetica condivisa dai governi con un deciso incre-mento di rinnovabili e di nucleare che devono passare

dall’attuale 18% al 33%. Per quel che riguarda i tra-sporti, la quota dei veicoli con motorizzazioni a com-bustibili fossili, attualmente 95% del totale, dovrebbe scendere al 40% al 2020. Cruciale - sottolinea il diret-tore - l’impegno congiunto dei governi e dei privati che devono investire in modo diverso. Per tenere la CO2 entro le 450 Ppm bisogna cambiare il modo di produrre energia, riducendo le emissioni di 3,8 giga-tonnellate entro il 2020. Tagli che nello scenario Iea dovrebbero avvenire per 1,6 Gt nei Paesi Ocse, mentre la Cina, secondo la Iea, dovrebbe riuscire a ridurre da sola ben 1 Gt. Da qui al 2030 al settore dell’energia dovrebbero andare 10mila miliardi di dollari, circa lo 0,5% del Pil mondiale al 2020, da aumentare fino all’1,1% per il 2030. Globalmente, lo Scenario 450 comporta 10,5 migliaia di miliardi di dollari di investi-menti addizionali nelle infrastrutture energetiche e negli investimenti connessi al settore. Il 40% è da at-tribuire alla famiglie e per queste sono importanti gli incentivi. Ma se tutto questo è un costo, il risparmio sui combu-stibili fossili che sarà realizzato grazie al cambiamento del mix energetico varrà ben 8.600 miliardi di dollari. I commentatori del convegno hanno evidenziato che non si raggiungeranno risultati positivi se non si scio-glieranno i nodi Cina e India e si è constatato amara-mente che due anni di incessanti negoziati con questi Paesi, che non vogliono sottostare (come gli Stati Uni-ti) a vincoli condivisi, non hanno portato a nessun ri-sultato. Inoltre è stato evidenziato il rischio per i Paesi Ue di essere penalizzati economicamente da impegni che gli altri Paesi non prendono (per esempio le raffi-nerie europee vincolate a normative rigide hanno co-sti di produzione più elevati di quelle cinesi non vinco-late a nulla) e che comunque manca anche in Europa una politica industriale condivisa.

Luciana Sympa

Il termometro della terra s’innalza, serve una guerra congiunta alla CO2

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storia di copertina 1-2/2010

centuali. A ottobre si sono consuma-

ti quasi 120 milioni di metri cubi in

più rispetto all’ottobre 2008. Ma Lo-

renzoni non ha torto. I consumi 2009

si sono ridotti in generale di circa il

12% (consuntivo dei primi dieci mesi

dell’anno). E questa recessione globa-

le - con un crollo storico dei consumi

mondiali di elettricità (-3,5%) e di gas

(-3%) - avrebbe messo le stesse Utili-

ties sotto pressione, imponendo loro

decisi cambiamenti sul breve e sul lun-

go termine. È quanto si legge nell’un-

dicesima edizione del report sull’Os-

servatorio europeo dei mercati del-

l’energia stilato da Capgemini. Ciò

che è male è che nel breve termine le

Utilities stanno posticipando o cancel-

lando gli investimenti nelle infrastrut-

ture essenziali e addirittura, segnala

Capgemini, dismettendo asset.

Il 2009 non ha così posto delle gran

belle basi al passaggio verso il nostro

ribattezzato Don Chisciotte, elemen-

to in verità fondamentale per una

vera Green economy. Restiamo in-

dietro se è vero ciò che Cristian Car-

raretto di Mwh dice e cioè che sono

solo le multinazionali a basi interna-

zionali ad aver avviato piani di effi-

cienza energetica. E le Pmi? Sicura-

mente un po’ di colpa la si deve af-

fibbiare al “sistema” «ovvero - sono

ancora parole del manager di Mwh -

alla mentalità del legislatore italiano

che deve cambiare perché tra ambi-

guità tecniche e culturali l’Italia fini-

sce per non investire in efficienza

energetica».

«Purtroppo chi fa efficienza energe-

tica, ovvero le Esco, navigano a vista

- dice Andrea Tomaselli, presidente

di Assoesco -. L’Italia non ha una

strategia energetica da decenni per

cui nessun Governo prende posizio-

ne. Viviamo una situazione da “luna

park”, con ritardi, errori, incompe-

tenze e pressioni lobbistiche. E quello

che è peggio che le poche certezze

non sono bancabili».

«Sicuramente un’altra barriera da

superare è la “priorità di budget”,

ovvero l’efficienza energetica non è

“core business” ed è ancora molto

difficile - afferma ancora Carraretto -

trovare aziende pronte a inserire

questa voce nei costi di produzione».

Per non parlare di quell’ostacolo

chiamato Roi, ovvero il pretenzioso

tema del ritorno degli investimenti:

«Come si può far rientrare in tre anni

- per esempio - un impianto solare

termodinamico?».

Mettiamo, però, di riuscire a supera-

re questi ostacoli finora descritti. La

partita potrebbe incominciare? Ma-

gari! Carraretto ha altre riserve. Forse

più profonde e che hanno a che fare

con la mentalità di chi nelle aziende

deve fornire le informazioni per pro-

cedere a un’analisi di fattibilità: «La

percezione è che non ci sia niente da

migliorare». Chiamatela anche vo-

lontà al non cambiamento. O timore

dell’invasività. Chiaro: il fattore uma-

no è alla base del cambiamento. Ep-

pure basterebbe una sola settimana

per un preliminare studio di fattibilità

e un 40/50 giorni uomo per un’ana-

lisi approfondita.

«Il consumo di energia è destinato

a raddoppiare entro il 2050 e quello

di elettricità entro il 2030 - ha affer-

mato Jean-Pascal Tricoire, presi-

dent & Ceo di Schneider Electric -.

Nello stesso tempo per impedire

che i cambiamenti climatici diventi-

no troppo drammatici i governi fis-

sano obiettivi sempre più alti di ri-

duzione nelle emissioni di CO2.

Quanto dureranno i prezzi in discesa dell’elettricità?

I prezzi di vendita dell’energia elettrica in Italia hanno registrato nell’ultimo trimestre del 2009 un calo tendenziale attorno al 40% in tutte le zone. Ma secondo quanto afferma il Gme la Sicilia, nonostante il più consistente ribasso in termini assoluti (-57,06 €/MWh), è tornata a segnare, dopo quattro mesi, il prezzo più alto a livello nazionale, pari a 75,47 €/MWh. Per la Sicilia però, come per la Sardegna - il cui prezzo è sceso a 63,63 €/MWh - si tratta del livello più basso degli ultimi due anni. Il Sud si conferma, anche a ottobre, la zona dal prezzo più conveniente, pari a 53,61 €/MWh; nelle altre zone continentali il prezzo si è allineato appena sotto i 57 €/MWh. La decisa flessione del prezzo su base annua ha interessato tutti i gruppi di ore: -51,23 €/ MWh (-39,8%) nelle ore di picco, -34,44 €/ MWh (-43,8%) nelle ore fuori picco dei giorni lavorativi, -36,07 €/MWh (-42,1%) nei giorni festivi. E i costi del gas? Sarà che siamo in fase invernale, sarà che i prezzi del barile tornano a “scottare”… alla fine costerà di più sia a imprese, sia a famiglie.

Jean-Pascal Tricoire

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storia di copertina 1-2/2010

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L’impiego di energie rinnovabili da

solo non può raggiungere questi

target, si calcola che rappresenterà

circa il 15% nel 2030. La soluzione

a questo dilemma si chiama: otti-

mizzazione dell’energia. Si pensa,

infatti, che circa il 50% della ridu-

zione di CO2 arriverà dall’efficienza

energetica. Le principali imprese del

Pianeta hanno cominciato a investi-

re pesantemente in quest’ambito

anche perché il payback è diventato

molto più veloce: è diminuito del

30% negli ultimi 5 anni ed è arriva-

to a una media di 3 anni». Industrie

e infrastrutture si rivelano i maggio-

ri consumatori planetari di energia,

da soli ne impiegano il 38%, com-

posta per il 16% da elettricità e per

l’84% da combustibili.

Al secondo posto stanno i trasporti

con il 27%, al terzo gli edifici (18%),

seguiti dalle utenze residenziali

(15%). Ultimi (2%), ma con il tasso

di crescita più veloce, sono data cen-

ter e network. Al di là dei megatrend,

l’efficienza energetica è un toccasa-

na per la competitività di qualsiasi

impresa. Si calcola che nel 2000 la

spesa dedicata all’energia di

un’azienda media fosse pari al 2%,

una percentuale destinata a salire

fino al 30% nel 2020.

Ecco perché si è in buona compagnia

se si decide di ottimizzare i consumi,

riducendo così le emissioni: Ibm in-

veste ogni anno un miliardo di dolla-

ri per migliorare la propria efficienza

energetica, Nestlé si è impegnata a

ridurne l’impiego del 5% ogni anno

fino al 2010, lo stesso obiettivo ha St

Microelectronics, mentre l’impe-

gno di Renault è una riduzione del

2,5% annuo. E l’elenco potrebbe

continuare.

M.Cristina Ceresa(ha collaborato Nadia Tadioli)

Nelle tre tabelle sono sintetizzati in sequenza i tre momenti dell’approccio Mwh all’audit energetico

Fonte: Cristian Carraretto (Energy&ClimateChange Bu), novembre 2009

Analisi dei dati

Visita dello stabilimento

Studio di fattibilità

Aziende sotto "processo"

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storia di copertina 1-2/2010

Le idee sono chiare: senza effi-

cienza energetica non si può

affrontare come si deve alcun di-

scorso di sfida aziendale. Lo ha di-

mostrato anche un recente conve-

gno tenutosi a Trieste presso la

Camera di commercio. «Oggi ridur-

re i consumi di energia è una neces-

sità per le istituzioni, i cittadini e le

aziende, tutti chiamati a rispondere

alla sfida dello sviluppo sostenibile

- ha dichiarato Antonio Paoletti,

presidente della Camera di com-

mercio di Trieste -. Non solo per

salvaguardare l’ambiente, ma an-

che per essere competitivi sul mer-

cato globale occorre puntare sullo

sviluppo di nuove tecnologie e

adottare nuovi strumenti di incen-

tivazione». Edilizia, trasporto, indu-

stria manifatturiera e di servizio.

Nessuno si tiri indietro. D’altra par-

te i buoni esempi ci sono. Ne ripor-

tiamo alcuni significativi a comin-

ciare da Vodafone Italia che consi-

dera il tema dell’efficienza energe-

tica una missione. Per niente bene-

fica. Gli altissimi consumi di energia

elettrica, circa 570 GWh all’anno,

surriscaldano le bollette: «Ridurre è

un dovere - spiega Riccardo Giun-

ta, che in Vodafonte Italia si occu-

pa anche di acquistare energia -,

che deve portare a tagli del 2% en-

tro il 2012». Per raggiungere tale

GLI ESEMPI DEI GRANDI GRUPPI

Nuove tecnologie e fatture ai raggi XI soldi ben spesi producono risparmioIl ritorno in tempi rapidi degli investimenti coniuga salvaguardia e competitività. Lo dimostrano Vodafone, Gruppo Cremonini e Wärtsilä Italia Power Plants

obiettivo Vodafone investe e mette

sul piatto dell’efficienza energetica

1,3 milioni di euro. Interessanti le

aspettative di saving: 1,7 milioni di

euro. Intanto, il Gruppo internazio-

nale acquista solo energia verde (da

idroelettrico), anche se Giunta am-

mette «saranno i prezzi di que-

st’anno a dirci se possiamo conti-

nuare su questa strada o meno».

Tra gli “stratagemmi” sono allo

studio l’utilizzo di particolari verni-

ci per aumentare i riflessi nelle

stanze metalliche e il fotovoltaico

sulle radiobase.

Un altro caso di buon esempio è

Il consumo di energia elettrica del Gruppo Cremonini nel 2008

Fonte: Gruppo Cremonini

11 STABILIMENTI INDUSTRIALI

Dalla rete 82,3 GWh

Autoproduzione cogenerazione (4 imp.) 45,55 GWh

TOTALE industria 127,85 GWh

RISTORAZIONE E DISTRIBUZIONE (150 siti)

Ristorazione 30,92 GWh

Distribuzione 35,60 GWh

TOTALE energia elettrica 2008 194,37 GWh

Il consumo di metano del Gruppo Cremonini nel 2008

Fonte: Gruppo Cremonini

11 STABILIMENTI INDUSTRIALI

Consumo caldaie 11.403.458 m3

Consumo cogenerazione (4 imp.) 10.219.718 m3

TOTALE industria 22.122.676 m3

RISTORAZIONE

Roadhouse grill 274.188 m3

TOTALE gas metano 2008 22.396.864 m3

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storia di copertina 1-2/2010

Gas Natural punta sul liquefatto

Anche il Gnl (Gas naturale liquefatto) è efficienza energetica. Lo assicura il project manager di Gas Natural, Ciro Garcia Armesto.Negli ultimi tre anni il Gruppo ha investito oltre 180 milioni di euro in reti di distribuzione nell’Italia meridionale e realizzerà il rigassificatore di Zaule, in provincia di Trieste. «Il Gnl rappresenta una scelta efficiente e rispettosa dell’ambiente - ha affermato Garcia Armesto -. Oltre a permettere una maggiore efficienza nella produzione di elettricità, il Gnl consente di ridurre notevolmente le emissioni di CO2, che risultano dimezzate nella maggior parte delle applicazioni». Con riferimento al sistema del gas italiano, «il Gnl rappresenta sempre più una necessità - sottolinea il manager - per dare risposte concrete a sfide quali l’emergenza gas, grazie alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento e alla maggiore sicurezza degli stessi, o al problema del rincaro bolletta, permettendo una riduzione dei costi di trasporto, che con il Gnl risultano più economici su lunghe distanze».

l’esperienza del Gruppo Cremoni-

ni. Qui si procede sistematicamente

da dieci anni tanto da aver costitui-

to anche una Esco in grado di gesti-

re con un database il monitoraggio

e l’analisi delle fatture (un’opera-

zione da non sottovalutare) sia di

energia elettrica (circa 200 GWh)

che di gas (qualcosa come 23 milio-

ni di metri cubi).

Inoltre, è stato ottimizzato il lavoro

degli inverter, vengono controllati

gli impianti, aggiornati i sistemi di

illuminazione (che pesano per oltre

il 10% sui consumi, soprattutto

nell’area ristorazione) e gestiti i

Certificati bianchi ottenibili. Tra le

tecnologie prescelte, la cogenera-

zione (4 gli impianti installati per 13

MW elettrici), i biogas da grassi e

da sangue da macello. Anche in

questo caso gli investimenti non

sono banali: circa 15 milioni di eu-

ro. In compenso i Tep non sprecati

sono 5.332. All’anno!

«L’efficienza energetica è fattibile

nell’immediato - ha affermato Mar-

co Golinelli, vice presidente della

Wärtsilä Italia Power Plants, società

che opera nel mondo negli impianti

industriali di approvvigionamento

energetico, intervenendo al conve-

gno triestino -. Lo dimostra, per

esempio, la centrale di trigenerazio-

ne che abbiamo realizzato a Milano

Linate, entrata in funzione nel 2007

con il risultato di ridurre del 40% i

consumi grazie alla generazione

combinata di elettricità ed energia

termica. Con i nostri 1.000 Me-

gawatt installati in Italia abbiamo

contribuito comunque a evitare

mezzo milione di tonnellate di emis-

sioni di CO2 l’anno».

Camilla Galli Macricè

Audit, automazione e software

di gestione portano all’indivi-

duazione degli interventi tecnici e

delle buone pratiche per rispar-

miare energia. È questa la formula

di Innowatio, che si occupa anche

di brokeraggio dell’energia per

conto delle aziende.

Sono dedicate ai grandi impianti e

a quelle realtà che consumano

INDUSTRIA E GRANDE DISTRIBUZIONE

Controllo “chiavi in mano” degli impiantiCosì Innowatio cancella tutti gli sprechiUn tecnico viene distaccato nell’azienda cliente e segue ogni fase della produzione. Il progetto realizzato per Tenaris Dalmine ha fatto risparmiare quasi otto milioni di euro

molta energia le soluzioni delle

due società di Innowatio: Youtra-

de e Yousave.

Il focus di entrambe è il risparmio

e se nel primo caso si tratta di un

risparmio economico, visto che la

società si occupa di contrattare sui

mercati internazionali il portafo-

glio energetico dei propri clienti,

nel secondo si somma la riduzione

del consumo. Attiva da poco più di

un anno, l’azienda ha applicato la

propria filosofia a grandi impianti

siderurgici, come Tenaris Dalmine,

al distretto delle ceramiche, alla

Grande distribuzione dove ha otti-

mizzato i consumi delle principali

catene.

«La differenza rispetto a una Esco

tradizionale sta nella capacità di

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è la rivista che affronta i temi dell’approvvigionamentoenergetico, dell’uso effi ciente dell’energia e della protezione dell’ambiente.Informa sulle evoluzioni del mercato, analizza i diversi scenari, intervista i protagonisti e presenta agli operatori del settore i progressi delle tecnologie.

Energia24 è lo strumento di lavoro indispensabile per i manager delle piccole e medie imprese e il punto di riferimento per i protagonisti del settore: fornitori, distributori, istituzioni

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storia di copertina 1-2/2010

seguire direttamente l’azienda

dall’inizio alla fine del percorso, in

ogni singola fase - spiega Fabio

Leoncini, amministratore delega-

to di Innowatio -. Concretamente

questo significa che almeno una

persona Innowatio viene distacca-

ta nell’azienda cliente, per seguire

passo passo tutte le fasi».

Esempi eccellenti

Per capire di fatto come funziona

l’attività di Yousave può servire da

esempio il progetto di risparmio

energetico di Tenaris Dalmine, che

ha portato interventi per 7,6 milio-

ni di euro all’anno di risparmio (pa-

ri a circa l’8% della spesa energe-

tica annua) con una riduzione

complessiva di circa 30mila ton-

nellate annue di CO2. Il progetto

darà origine anche all’ottenimento

di circa 25mila Certificati bianchi

che, al valore attuale di mercato,

corrispondono a circa due milioni

di euro di incentivi.

In ambito gestionale si sono mi-

gliorate le pratiche operative, otti-

mizzando la gestione. «Molti degli

sprechi avvengono durante i fermi

macchina quando molti macchina-

ri rimangono accesi. Nessuno è

responsabile dello spegnimento e

nessuno sa che cosa disattivare

senza creare danni. Eliminando gli

sprechi della pausa natalizia, per

esempio, si è ottenuto un rispar-

mio di 150mila euro» specifica

Leoncini.

Per la parte impiantistica sono sta-

ti eseguiti studi di fattibilità di

nuove soluzioni che utilizzano le

migliori tecnologie a partire dall’il-

luminazione e dal riscaldamento,

visto che spesso si tratta di capan-

noni che risalgono agli anni 70.

Efficienza nella Gdo

«Yousave sta anche collaborando

al progetto Smart Market - spiega

l’amministratore delegato Fabio

Grosso - che coinvolge alcuni dei

principali player della grande di-

Riscaldare a pavimento diventa semplice

Una soluzione sviluppata da una società controllata da Innowatio, la neo-nata Winvent, renderà più semplice la riqualificazione degli edifici, a par-tire dagli stabili industriali e commerciali per arrivare all’edilizia residenzia-le. Tutti sanno che i riscaldamenti a pavimento o a soffitto sono più perfor-manti e più salubri, il limite fino a oggi era il costo e la laboriosa messa in opera, dalla posa dei tubi al sopralzo del pavimento di uno spessore consi-derevole, circa 15/20 centimetri. Winvent sta, invece, per lanciare un pan-nello radiante modulare a basso consumo e ad alta efficienza, coperto da brevetto internazionale. È caratterizzato da uno spessore molto ridotto, circa due centimetri, e contiene al suo interno l’apparato di riscaldamento, semplificando così la posa e riducendo tempi e costi.

Fabio Leoncini stribuzione raccolti nel Consorzio

Centomilacandele. Il suo compito

è quello di realizzare una rete pa-

rallela a quella elettrica, basata

sulla logica dello smart grid, che

comandi a distanza i carichi, modi-

ficando il profilo di consumo in

funzione di logiche di costo-op-

portunità ed evidenziando le pos-

sibilità concrete di risparmio ener-

getico.

Il progetto, ancora in fase iniziale,

è partito con le valutazioni energe-

tiche per ottenere una fotografia

accurata dei punti vendita pilota e

ha visto già l’adesione di alcuni

principali attori del mercato, tra

cui Esselunga, Bennet e Pam».

Nadia Tadioli

Eliminare gli sprechi significa anche acquisto di certificati bianchi ovvero di incentivi

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news&mercati

20

1-2/201024

Power quality: sogno o realtà

per le aziende? Se lo chiedo-

no gli Energy manager italiani alle

prese con un’erogazione di ener-

gia non sempre continua; spesso

non sicura nell’utilizzo; non sem-

pre priva di buchi di tensione e

disturbi transitory o sovra/sotto-

tensioni.

Così, da una recente ricerca con-

dotta dalla Fire (che qui ricordia-

mo, nel caso ce ne fosse ancora

bisogno, si tratta dell’associazio-

ne di categoria degli Energy ma-

nager), emergerebbe che c’è scar-

sa attenzione rivolta alle proble-

matiche collegate ai disturbi tran-

sitori e della forma d’onda nella

progettazione e nell’esercizio del-

le linee interne di utenza. Così,

molti utenti sembrano lamentare

danni derivanti da disturbi di rete

e la difficoltà nel rivalersi sul ge-

store di rete. Nella pratica, la pos-

sibilità di introdurre normative più

stringenti sui disturbi transitori,

così come contratti indicizzati alla

qualità dipende anche dalla capa-

cità di misurare e attribuire le re-

sponsabilità. Chloride, a questo

proposito, suggerisce di ricorrere

a soluzioni che rimedino o evitino

situazioni critiche da parte del-

l’utente, affidandosi, per esem-

pio, a Ups, sistemi di protezione,

spesso costosi, ma sempre più in-

dispensabili.

Un’asta adrenalinica ha

visto aggiudicare a

Heracom ed Edison la com-

messa per rifornire di ener-

gia le Aziende sanitarie

dell’Emilia Romagna. Sta-

bilità delle offerte e vantag-

gio economico per un ri-

sparmio di 3 milioni di euro

annui sono stati ottenuti

nel corso di una serrata

asta on line indetta da In-

tercentEr. Tre imprese for-

nitrici hanno effettuato via

Web ben 46 rilanci al ribas-

so in tempo reale. «L’intera

procedura - fa sapere il

portavoce di IntercentEr -

ha consentito una riduzio-

ne complessiva dell’11,3%

rispetto all’importo a base

di gara, con un prezzo fina-

le tra i più bassi sul merca-

to». Il risparmio finale è

stato di due milioni di euro

annui sul costo dell’energia

elettrica e oltre un milione

per la minor spesa in oneri

aggiuntivi”. E in più sarà

energia “verde”.

Rafforzare il coordinamento e la cooperazione in-

ternazionale fra Regolatori dell’energia, per rea-

lizzare quadri regolatori sempre più stabili e armoniz-

zati, atti a promuovere nuovi investimenti infrastrut-

turali, nuovi collegamenti transfrontalieri, e conve-

nienti rapporti commerciali fra Paesi consumatori, di

transito o produttori di risorse energetiche. Sono

questi gli obiettivi del Piano d’azione 2010-2012 che

i Regolatori del Medreg, l’associazione che riunisce

22 Regolatori dell’energia dei Paesi del Mediterraneo,

hanno approvato durante l’ottava Assemblea gene-

rale. Massima attenzione al potenziamento delle in-

terconnessioni mediterranee per elettricità e gas che

consentano di progredire in termini di tutela dei con-

sumatori e dell’ambiente.

La responsabilità da chiarire sui disturbi transitori

POWER QUALITY

I Paesi del Mediterraneo sviluppanole interconnessioni per elettricità e gas

REGOLATORI D’ENERGIA

Heracom ed Edison rilanciano via Webe si aggiudicano l’asta

ASL DELL’EMILIA ROMAGNA

Gli Energy manager italiani discutono sul tema della Power quality al convegno Chloride

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news&mercati 1-2/2010

STRATEGIE AZIENDALI

Efficienza e servizi il binomio di Eon ItaliaSul mercato troppi ostacoli del legislatoreUn milione di clienti e la terza posizione tra le Utilities del nostro Paesegli obiettivi annunciati dall’amministratore delegato, Klaus Schafer

Non sarà un 2010 facile, ma ci

siamo preparati». Parla così

Klaus Schafer, amministratore de-

legato di Eon Italia, azienda che

punterà ancora con forza al mi-

glioramento di costi e processi,

mostrando come le Utilities stesse

possono fare efficienza energetica

in termini di performance tecni-

che, procurement e modelli orga-

nizzativi funzionali anche nell’im-

plementazione di servizi. Anche

queste operazioni hanno contri-

buito nel 2009 a un fatturato che

ha segnato nei primi 9 mesi del-

l’anno una crescita del 52%. Alla

base una generazione di elettricità

pari a quasi 13 TWh (le vendite so-

no state maggiori perché Eon fa

anche trading generando fattura-

to su 35,4 TWh) oltre a circa 1,8

miliardi di metri cubi di gas.

Tra le operazioni a maggiore effi-

cienza spiccano quelle relativa alla

sostituzione del parco a olio com-

bustibile di Fiume Santo dove Eon

ha già ricevuto il via libera ministe-

riale e il parere positivo della Re-

gione Sardegna: «Manca solo la

conferenza dei servizi (al momento

in cui scriviamo,ovvero fine dicem-

bre - ndr), ma una volta ottenuta si

avrà una progressiva riduzione di

emissioni di zolfo che da qui al

2013 si dimezzeranno per arrivare

a 200 mg». Altri interventi sono

previsti con installazioni di nuove

unità a turbogas e a cicli combina-

ti con adeguamenti degli impianti

termoelettrici.

Nei progetti dell’azienda non man-

cano eolico e fotovoltaico (sempre

a Fiume Santo è in fase di ultima-

zione un impianto da 1,4 MW) che

andranno incrementare quel TWh

di energia verde che già oggi Eon

vende. Così come il nucleare dove

Eon si sente «candidato ideale,

previa verifica delle condizioni le-

gislative e del consenso generale

dell’opinione pubblica».

Ma un conto sono le strategie del-

l’azienda. Altra cosa è avere a che

fare con un quadro normativo «po-

co rassicurante per gli operatori che

investono nel mercato italiano. – ri-

prende l’ad -. Sto pensando alla

Robin Tax nata quando il barile era

a 150 dollari e che oggi non ha più

ragione d’essere. Tanto più che

questi fondi non sono neppure uti-

lizzati per rafforzare il settore ener-

getico». Sul tavolo degli imputati

anche la cosiddetta Virtual Power

Plants: «con questa legge il legisla-

tore ci ha imposto la cessione di

una parte della nostra capacità pro-

duttiva di carbone di Fiume Santo.

È come comprarsi un’auto e poi es-

sere costretti a cederla a qualcuno

invece che guidarla noi stessi», così

come il provvedimento conosciuto

come Must Run (delibera dell’auto-

rità per l’energia 52/09) «arretrato

rispetto al processo di liberalizza-

zione con effetti molto negativi sul-

lo sviluppo del parco produttivo e

sui fondamenti economici di quello

esistente e probabilmente con ri-

percussioni positive molto conte-

nute sul costo del KWh per i clienti

finali». Nessuno si tiri indietro -

sembra essere il monito di Schafer

- ma tutti contribuiscano a fare cre-

scere questo settore. Da parte sua

Eon Italia ha obiettivi chiari: un mi-

lione di clienti e la terza posizione

sul podio delle Utilities italiane.

Fondamentale però per l’ammini-

stratore delegato «sarà la traspa-

renza, il miglioramento della con-

correnza e il completamento del

processo di liberalizzazione e lo svi-

luppo della rete».

M.Cristina Ceresa

Klaus Schafer

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STORIA DI COPERTINA

L’Italia delle mille risorse alla ricerca dell’unità sulla via delle RinnovabiliComune che vai, comportamenti che trovi: all’Auditing di Energia24 sindaci, consorzi,Esco, associazioni e aziende hanno messo a confronto le diverse esperienze. L’importanteè fare sistema, sfruttare le potenzialità geografiche e creare cultura tra i cittadini

energia alternativa

Opportunità e non solo gabella.

Così gli addetti ai lavori sia pub-

blici che privati, riuniti da Energia24

per l’Auditing dedicato ai “Comuni

di fronte alla sfida delle Rinnovabili”

sembrano vivere l’argomento mo-

strando anche la forte valenza politi-

ca e sociale di questo saper fare e

dare alternative ai propri cittadini. Gli

ingredienti base potrebbero essere

riassunti in: consapevolezza e cultu-

ra, buona tecnologia, ma anche fi-

nanziamenti accessibili, pratiche bu-

rocratiche snelle e piani operativi non

Regionali, ma nazionali (magari ci

fossero). Tutti aspetti da costruire sul

campo. Seguendo buoni esempi, che

esistono, e buone pratiche che spes-

so ognuno si deve inventare. Perché

l’Italia non sarà ancora il Paese delle

Rinnovabili (anche se l’idroelettrico

nasce qui, così come i primi motori

eolici, per non parlare di tutto il sape-

re sul nucleare), ma è sicuramente la

nazione delle scelte “alternative”. Lo

si deduce bene dalle diverse marce

che i circa 8mila Comuni italiani han-

no innescato: ognuno fa a modo suo.

Cercando sul territorio competenze,

finanziamenti pubblici e privati. I pri-

mi che riusciranno a fornire questi

servizi troveranno terreno fertile. Per-

ché di sicuro la Pubblica amministra-

zione paga a “babbo morto”, ma

paga. Servirla, magari facendo siste-

ma e non ragionando solo in termini

di concorrenza, potrebbe essere una

buona e remunerativa pratica.

M.Cristina Ceresa

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storia di copertina 1-2/201024

GLI AUDITING DI ENERGIA24

Comuni alleati contro la burocraziapuntano sulle Esco per rinnovarsiLa ricchezza di fonti dal Nord al Sud ostacolata da norme inadeguate. Decisivo il ricorso alle imprese private per avviare iniziative ripagabili in poco tempo

Energie rinnovabili e Comuni ita-

liani sembra essere un binomio

possibile, come ha dimostrato l’in-

contro organizzato da Energia24,

che ha chiamato a raccolta presso

la propria sede sindaci, consorzi,

Esco, associazioni e aziende. È sta-

to un momento per raccontare e

confrontare le proprie esperienze:

le difficoltà da superare e i risultati

raggiunti, mostrando le soluzioni

che in diverse parti d’Italia hanno

consentito di aggirare le difficoltà e

incamminarsi sulla strada indicata

dalla Comunità europea: cioè il

20% dell’energia proveniente da

fonti rinnovabili entro il 2020. Ciò

significa che nel prossimo decennio

l’Italia dovrà necessariamente ef-

fettuare importanti investimenti

nell’efficienza energetica, nella co-

struzione di nuove centrali e anche

nella produzione di biocarburanti.

Aper ha recentemente calcolato

che ci vorranno 40 miliardi di euro

di investimenti soltanto per la co-

struzione di nuovi impianti energe-

tici alimentati da fonti pulite. Il rag-

giungimento dei target europei, tra

l’altro, non sarà a costo zero per la

collettività: come noto, lo Stato fi-

nanzia lo sviluppo delle rinnovabili

attraverso la componente A3 della

bolletta elettrica. Sempre secondo

Aper, il costo da sostenere per fi-

nanziare le nuove centrali a energia

Il progetto Orio Al SoleL’amministrazione comunale di Orio al Serio ha deciso di elaborare una proposta per aiutare ogni cittadino ad affrontare il crescente aumento dei costi energetici e contrastare il fenomeno delle emissioni inquinanti in atmosfera. Attraverso la società partecipata TerritOrio ha condotto uno studio preliminare nell’area residenziale, valutando le potenzialità dei tet-ti in ottica fotovoltaica.La proposta economica trovata è dedicata agli singoli utenti e si sviluppa in questo modo: l’azienda TerritOrio si occupa della progettazione degli impianti solari, del piano di finanziamento necessario, della costruzione e della manutenzione. Il cittadino non sostiene nessun costo, ma concede il proprio tetto nella formula di comodato d’uso gratuito sino al ventesimo anno di contratto, dopo di che diventa proprietario dell’impianto fotovol-taico installato. La tariffa energetica sui consumi elettrici è agevolata e ogni utente può usufruire di un premio fedeltà annuale di 100 kWh per i successivi 20 anni dalla firma del contratto. chi.sca

pulita sarebbe soltanto di 1 euro al

MWh, ma c’è chi è decisamente più

pessimista. Una stima di Confin-

dustria sostiene, invece, che gli

incentivi per finanziare questo svi-

luppo potrebbero comportare un

aggravio di 21 euro al MWh sulla

bolletta energetica del sistema

paese. A prescindere dall’esattezza

dei numeri, si spiega così il dibatti-

to in corso sull’incentivazione da

fonti rinnovabili, fotovoltaico in

particolare, che ha visto alcune as-

sociazioni di categoria (Anie-Gifi,

Regioni e Comuni d’Italia impegnati in prima fila per diffondere buone pratiche “alternative”

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storia di copertina

26

1-2/201024

Aper, Assosolare) manifestare

una disponibilità alla graduale ridu-

zione delle tariffe incentivanti.

Sta di fatto che l’Italia ha un obiet-

tivo da raggiungere che sarebbe

facilmente a portata di mano se

ognuno dei Comuni italiani si com-

portasse come quelli presenti al-

l’incontro.

Ogni territorio ha le proprie risor-

se: al Nord la ricchezza di corsi

d’acqua consiglia il mini idroelet-

trico, mentre il Sud, terra di sole e

di vento, si rivela strategico per il

fotovoltaico e per l’eolico, specie

ora che l’eolico off shore comincia

a consentire impianti piuttosto

lontani dalla costa. È la Toscana a

spiccare per la geotermia, grazie

alla particolare conformazione del

sottosuolo. Non solo in Toscana

però, vale la pena di ricordare il

bando della Regione Lombardia

che parte proprio con il mese di

gennaio (in cassetto un primo slot

di 5 milioni di euro - vedi box fi-

nanziamenti) per la geotermia a

bassa entalpia, che comprende

tutte le soluzioni che sfruttano le

pompe di calore. Centrali elettri-

che a biomassa, sempre ottimizza-

te dal teleriscaldamento, sono vin-

centi se accanto esiste la possibilità

di allevare alberi a crescita veloce,

ma per i piccoli impianti anche le

potature del verde cittadino pos-

sono essere un contributo strate-

gico. Il biogas ha un futuro dove

esiste una raccolta differenziata

dei rifiuti umidi, oppure nelle zone

agricole per valorizzare gli scarti

delle coltivazioni. Non tutti sono

d’accordo, invece, in tema di ter-

movalorizzatori, accusati di inqui-

nare e di non sfruttare al meglio le

potenzialità degli scarti.

L’inerzia e la mancanza di forma-

zione di tanti funzionari provincia-

li e regionali sono state segnalate

come uno dei problemi maggiori,

mentre i funzionari volenterosi so-

no a loro volta bloccati da iter

complessi e diversi fra regione e

regione, o addirittura dalla totale

mancanza di un iter, come nel ca-

so della Sicilia. Una realtà che ren-

de difficile ottenere finanziamenti

oppure capire come accedere a

bandi, sgravi e rimborsi.

Responsabile dell’immobilismo è

anche la mancanza di un piano

energetico nazionale, situazione

aggravata da un impianto norma-

tivo per la tutela del territorio che

risale agli anni 90, con una serie di

vincoli che rende difficile l’istalla-

zione di pannelli solari e pale eoli-

che.

A questo si aggiunge una struttura

per la produzione e la distribuzio-

ne di energia che, sappiamo, non

sempre favorisce la diffusione del-

le rinnovabili. È il caso dell’illumi-

All’Auditing di Energia24 si è discusso sull’importanza di sfruttare i bandi e i finanziamenti che la Comunità Europea e le Regioni offrono

Necessaria, secondo i presenti, la preparazione dei funzionari provinciali e regionali in tema energia

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27

storia di copertina 1-2/201024

nazione pubblica. I Comuni non

sono proprietari dell’infrastruttura

e questo fa sì che a volte ci sia im-

mobilismo in un’area che invece

potrebbe sfruttare grosse efficien-

ze energetiche.

Il singolo Comune, quindi, fatica a

tener dietro alla complessità nor-

mativa, alla competenza tecnolo-

gica, allo sfruttamento delle risor-

se economiche messe a disposizio-

ne. La soluzione sta nell’associarsi,

e presso l’Auditing di Energia24 si

è fatto l’esempio dei Comuni Vir-

tuosi che, mettendo a fattor co-

mune esperienze e competenze,

ha stilato un programma in cinque

punti, dalla gestione del territorio

alla mobilità. In queste aree non

saranno incentivate nuove costru-

zioni, riducendo drasticamente le

entrate derivanti dagli oneri di ur-

banizzazione, che saranno com-

pensate da una minore spesa, ot-

tenuta, per esempio, sostituendo

le lampadine dell’illuminazione

stradale con i led alimentati da

pannelli fotovoltaici, e dalle entra-

te derivanti dal conto energia.

Sì, perché gli edifici pubblici rico-

perti da pannelli fotovoltaici stan-

no diventando impianti solari che

consentono entrate extra e una

riduzione delle spese. Per realiz-

zarli i Comuni hanno dato vita a

una Esco, una società per azioni a

capitale prevalentemente pubblico

che si occupa proprio dei servizi

energetici. Che si tratti di società a

capitale pubblico, misto o privato

il ruolo delle Esco è davvero cen-

trale, come nel caso del Consor-

zio Romagna Energia, fondato

da una serie di aziende del calibro

di Amadori o Yoga per ridurre la

spesa energetica delle aziende. Si

è contraddistinto per iniziative con

tempi di ritorno degli investimenti

molto veloci. Ora stanno comin-

ciando a lavorare con i Comuni, a

partire dall’Abruzzo, proponendo-

si come Esco, vista l’esperienza

accumulata nel fotovoltaico e nel

minieolico. Per i Comuni si tratta di

Un sondaggio (su 66 Regioni di 24 Paesi europei) dell’Assemblea delle Regioni d’Europa (tenutasi

lo scorso novembre) ha evidenziato che il 91% delle Regioni considera l’energia come una delle principali priorità per i prossimi 15 anni. Il 75% ha già in atto una strategia energetica che comprende lo sviluppo delle rinnovabili. Ma la mancanza di visibilità sugli strumenti finanziari, dell’Unione europea, per esem-pio, rallenta le politiche e le potenzialità.C’è una buona percentuale (59% Europa) di enti re-gionali che sfruttano i programmi di cooperazione territoriale europea finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale, mentre in pochi attingono ai prestiti della Banca europea per gli investimenti,che ha deciso di dedicare circa 5 miliardi di euro per progetti riguardanti l’energia rinnovabile.In generale, i Comuni italiani passano proprio attraver-so gli organismi regionali per usufruire dei finanzia-menti. Vediamo alcuni esempi.La Regione Piemonte ha deciso di destinare un terzo delle risorse finanziarie assegnate attraverso il Fondo Europeo di sviluppo regionale (Fesr 2007-2013) alla riqualificazione energetica pubblica. 9 milioni di euro sono destinati a interventi su immobili di proprietà pubblica per installazione di impianti di solare termico, cogenerazione, sostituzione caldaie, coperture, invo-lucro e isolamento termico. La Regione Lombardia ha un bando attivo per co-muni, comunità montane e associazioni di comuni per

l’installazione di pannelli solari termici. È in fase di svolgimento e prevede lo stanziamento di 1 milione e 417 mila euro. Partirà, invece, nei primi mesi del 2010 un bando destinato alle pompe di calore negli enti pubblici del valore iniziale di 5 milioni di euro, con possibilità di integrazione per altri 5 milioni. I fondi provengono da Fesr 2007-2013 e serviranno per ri-scaldamento e raffrescamento con sonde geotermi-che o con pompe di calore ad assorbimento.La Regione Valle d’Aosta, in base alla legge regionale 3/2006, ha deciso di stanziare percentuali fino al 50% del costo totale per impianti a fonti rinnovabili, come fotovoltaici e termici, destinati agli enti pubblici per lo sviluppo residenziale e commerciale. Il finanziamento si aggira annualmente intorno a 1,5-1,8 milioni di euro.La Regione Marche assegnerà contributi per enti lo-cali e pubblici che svolgono attività di interesse pub-blico non economico provenienti da Fesr 2007-2013 per la realizzazione di impianti fotovoltaici e collettori solari termici. Si tratta soprattutto di scuole, impianti sportivi e case di riposo sparse nel territorio. Il finan-ziamento regionale ammonta a oltre 1 milione e mez-zo di euro. Il contributo massimo è dell’80% dell’inve-stimento complessivo.Altro esempio è la Regione Toscana che finanzierà progetti per generazione elettrica da biomasse. 4 milioni di euro saranno destinati alla produzione di oltre 20 MW termici per il riscaldamento pubblico e privato.

Per sfruttare i finanziamenti occorrono Comuni uniti (e virtuosi)

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storia di copertina 1-2/201024

iniziative a costo zero, dovendo

solo cedere per alcuni anni il dirit-

to di utilizzo di alcune aree (par-

cheggi, cimiteri, tetti di edifici

pubblici). L’importante è che la

Esco o l’azienda abbia un forte le-

game con il territorio, come nel

caso di Ravano Green Power,

punto di riferimento in Liguria per

la realizzazione di impianti chiavi

in mano, sfruttando vento, sole,

biogas o biomasse.

A volte è proprio il privato a dare il

via all’innovazione come nel caso

del piccolo comune di Ottobiano,

in provincia di Pavia, dove Afelio,

un’azienda agricola in cerca di

nuove opportunità, ha deciso di

destinare un appezzamento di ter-

reno per la realizzazione di un im-

pianto fotovoltaico. L’esito positi-

vo dell’iniziativa ha portato alla

progettazione di un impianto a

biogas che sfrutta gli scarti delle

coltivazioni. Esistono molti terreni

agricoli a basso rendimento che

potrebbero essere utilizzati a que-

sti scopi. Anche le associazioni

possono svolgere un ruolo impor-

tante, specie quelle che hanno

una lunga storia come Legam-

biente, disponibile ad aprire spor-

telli di informazione e coordina-

mento per i cittadini, dove le am-

ministrazioni si dimostrano inte-

ressate.

I Comuni di maggiori dimensioni

hanno evidentemente molte più

risorse e quindi possono avere

obiettivi più ambiziosi: Reggio

Emilia, per esempio, ha realizzato

un modello energetico della città

che ha preso in considerazione an-

che i consumi dell’industria, dei

trasporti oltre alle necessità del

settore pubblico. Già nel 2008 ri-

spettava i requisiti del protocollo

di Kyoto, grazie anche a un im-

pianto combinato a gas naturale.

Nel futuro della città c’è un im-

pianto di cogenerazione a biomas-

sa con annesso teleriscaldamento,

il fotovoltaico sugli edifici pubblici

e impianti eolici sull’Appennino.

Non sempre le Regioni sono fre-

no; anzi, spesso possono anche

agire da stimolo, come il Trentino

che già esporta energia rinnovabi-

le in tutta Italia e si è ora concen-

trato sull’edilizia con il consorzio

Habitech, portando in Italia il si-

stema di rating statunitense Leed

(Leadership in energy and envi-

ronmental design). La Regione

Marche, invece, ha istituito la so-

cietà Sviluppo Marche quale in-

terfaccia con i privati allo scopo di

avvicinare i Comuni alle rinnova-

bili anche attraverso scambi di

idee ed esperienze con altri Paesi.

Per tutti vale un appello: uniamoci

nel conoscere e fare cultura e par-

tiamo.

Nadia Tadioli(ha collaborato GianLuigi Torchiani)

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storia di copertina

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«Hanno detto...». Riflessioni dall’Auditing di Energia24

Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi) - Comuni Virtuosi«È necessario un cambio di prospettiva, cercando di far emergere le piccole risorse presenti in ogni Comune, perché anche i più piccoli hanno fonti rinnovabili da sfruttare»

Giacomo Bizzarri, consulente per il Comune di Reggio Emilia e docente all’Università di Ferrara«Quando si parla di rinnovabili e risparmio energetico ho notato che anche la politica locale si trova d’accordo, senza divisioni tra destra e sinistra»

Teresa Borgonovo, rappresentante di Legambiente«Sono i piccoli Comuni che riescono a fare storia. È importante lo spirito di emulazione delle buone pratiche già in atto e il processo di coinvolgimento dei cittadini. E poi c’è bisogno di ottimismo e cultura del fare»

Rodolfo Sacchi, Amministratore delegato di Afelio«Il campo delle energie rinnovabili offre un mezzo per differenziare il business. Noi lo abbiamo fatto operando all’interno di un’azienda agricola i cui rendimenti sono sempre più bassi»

Margherita Canepa, responsabile settoreAmbiente del Centro Studi Volta«È importante individuare le potenzialità del territorio anche attraverso gruppi di lavoro interdisciplinari. L’obiettivo è far crescere il Pil locale»

Gianni Lazzari, Ad di Habitec«Stiamo vivendo l’edilizia in termini di sostenibilità. Vorremmo che il prodotto casa assomigli di più al prodotto automobile: ognuno dovrebbe conoscere le caratteristiche energetiche della propria abitazione. Anche di quelle pubbliche»

Fabiola Bedini, project manager di Svim, Sviluppo Marche «Una struttura come la nostra supporta i Comuni, anche in materia di finanziamenti. Crediamo che sia necessario rappresentare al meglio la voce pubblica e del territorio»

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storia di copertina 1-2/201024

Fabrizio Caldi, responsabile efficienzaenergetica di Romagna Energia«Il grande business è l’efficienza energetica, che permette di risparmiare investendo in tecnologie, con tempi di ritorno economico velocissimi. Tutto ciò va applicato anche alla Pal»

Giorgia Colombo, responsabile marketingRavano Green Power«La cultura delle rinnovabili nei Comuni deve essere sicuramente migliorata. Anche noi ci stiamo impegnando nel supportarla e abbiamo maturato il know how necessario per diffondere le installazioni alternative negli enti pubblici»

Carlo Durante, consigliere di Aper«Nel campo delle energie rinnovabili è necessario generare ricchezza per il nostro Paese. Attualmente compriamo ancora tecnologia dall’estero, ma dobbiamo pensare di creare ricchezza reale per l’Italia»

Lucio Gallo, responsabile energie rinnovabili e distribuite di Ansaldo Energia«Qualsiasi Comune italiano ha competenze e specificità territoriali da valorizzare e può sicuramente sfruttare la filiera corta per lavorare localmente»

Alessandro Pascucci, area Ricercae sviluppo di Esco Italia«Le società di servizi energetici diventano il punto nodale di riferimento per gli operatori del settore e per gli enti pubblici, poiché entrano in gioco gestendo investimenti e progetti per conto del cliente»

Carlo Trussardi, consigliere delegato di Geothermal «La geotermia “inventata” in Italia affascina ancora poco. Confidiamo nei finanziamenti e nei bandi regionali per diffondere al meglio la tecnologia geotermica anche sui Comuni»

Paolo Grassi, responsabile impiantifotovoltaici di Cem Ambiente«Abbiamo notato un effetto di replicazione dei progetti nei Comuni italiani. Dopo la prima installazione è molto più facile per l’ente aumentare le tecnologie alternative: dopo il primo impianto fotovoltaico, per esempio, ne nascono sempre altri»

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focus

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RAPPORTO DEL POLITECNICO DI MILANO

Lombardia regione grigia e piovosa?Il fotovoltaico sfata il luogo comuneÈ la seconda in Italia per potenza installata, preceduta solo dalla Puglia.Brescia la provincia più attiva. La grande questione irrisolta dell’accesso al credito

La Lombardia è considerata nel

resto d’Italia come una regione

grigia e piovosa: a sfatare il noto

luogo comune ci ha pensato il pri-

mo rapporto regionale sull’ener-

gia fotovoltaica realizzato dal-

l’Energy & Strategy Group del

Politecnico di Milano.

Secondo l’indagine, coordinata

dal Vittorio Chiesa, docente di

Strategia e organizzazione della

Ricerca e Sviluppo presso il Poli-

tecnico, la Lombardia è, infatti, la

seconda regione in Italia per po-

tenza fotovoltaica installata (alle

spalle della Puglia) e la prima in

assoluto per quantità di impianti.

Basti pensare che a giugno 2009 il

numero di strutture fotovoltaiche

installate nella regione era pari a

6.024 unità (il 15,6% del parco

solare italiano) per un potenziale

complessivo di 56,6 MW, suffi-

ciente a coprire i consumi dome-

stici di circa 20mila famiglie.

Il boom del 2008 ha trainato

il mercato nazionale

La Lombardia è stata interessata

dal boom registrato dal fotovoltai-

co italiano nel 2008, contribuendo

per circa il 10% alla crescita com-

plessiva di tutto il mercato nazio-

nale. Le province più attive nel

solare lombardo sono Brescia, in

cui si concentra il 26% della po-

tenza installata, seguita da Milano

con il 19% e dalla provincia di Ber-

gamo con il 13%. Como, Lecco e

Varese sono, invece, ancora lonta-

ne dal pieno sviluppo e rappresen-

tano dunque le zone che potreb-

bero conoscere nei prossimi anni

la crescita più interessante.

Il solare lombardo si è sviluppato

negli anni con alcune peculiari ca-

ratteristiche: il segmento residen-

ziale (ovvero impianti sino a 20 kW

di potenza) rappresenta ancora il

principale campo di applicazione

di questa tecnologia (45,5% nel

2008), anche se il suo peso si è

REGIONE NUMERO IMPIANTI POTENZA (MW)Lombardia 6.024 56,6Emilia Romagna 3.931 44,3Veneto 3.622 34,5Piemonte 3.225 41,5Puglia 3.080 61

Il primato italiano per numero di impianti

PROVINCIA POTENZA (watt/abitante) POTENZA (kW/km2)Bergamo 6,1 2,36Brescia 10,4 2,64Como 3,1 1,40Cremona 10,8 2,17Lecco 4,2 1,69Lodi 11,8 3,31Mantova 7,1 1,23Milano (*) 3,1 5,98Pavia 7,0 1,25Sondrio 8,3 4,69Varese 3,7 2,65

L’analisi del mercato provincia per provincia

Gli oltre 6mila impianti rappresentano il 15,6% del totale degli installati in Italia. Per potenza installata la Lombardia produce l’11,6% del totale, seconda solo alla Puglia con il 12,5%

Fonte: Energy & Strategy Group 2009

Milano è prima per diffusione del fotovoltaico, rispetto alla sua estensione territoriale (5,98 kW/km2), mentre il dato per abitante (3,1 w/ab) la colloca all’ultimo posto

Fonte: Energy & Strategy Group 2009

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focus 1-2/201024

progressivamente ridotto in favore

del comparto industriale e delle

grandi centrali. Il 2008 ha, infatti,

segnato un momento di svolta, in

particolare per le installazioni con

una potenza superiore ai 100 kW,

che sono passate dallo 0% al

31,6% della totale potenza foto-

voltaica installata in Lombardia

(12,8 MW).

Ma il fotovoltaico lombardo non è

solo potenza installata: l’analisi

dell’Energy & Strategy Group rile-

va come questa regione sia la pri-

ma in Italia come giro d’affari ge-

nerato dal settore. Nel giugno

2009 il valore complessivo del

mercato fotovoltaico lombardo

era stimato in 300 milioni di euro,

il 12,6% del totale italiano.

Le aziende lombarde

più attive nel settore

Anche per quanto riguarda la filie-

ra industriale, in cui il fotovoltaico

all’italiana deve scontare un’ec-

cessiva dipendenza dall’estero, la

Lombardia dimostra una certa di-

namicità. Per quanto riguarda la

produzione di celle, è attiva in

questa regione dal 2008 l’azienda

Solarcell, che si contrappone al-

l’unica altra realtà italiana, la cam-

pana Omniasolar. Erse e Arendi

si occupano, invece, della produ-

zione di celle fotovoltaiche di nuo-

va generazione.

Sono lombardi anche i due più im-

portanti costruttori nazionali di

moduli (Solarday e Mx Group),

così come alcuni dei principali Epc

contractor e system integrator

(Enerpoint, Enerqos e Solarex).

Considerati tutti questi fattori, il

fotovoltaico lombardo sembra

avere un ottimo potenziale di svi-

luppo: secondo uno scenario futu-

ro delineato dalla ricerca del Poli-

tecnico di Milano, la potenza in-

stallata potrebbe raggiungere i

6,5 GW nel 2020, di cui 4,9 grazie

alla realizzazione di impianti foto-

voltaici a terra, utilizzando per

questo scopo appena il 2% dei

terreni incolti o a scarso rendimen-

to agricolo della regione.

Le problematiche relative

all’accesso al credito

Restano ovviamente alcuni limiti

da superare anche in Lombardia,

come nel resto del nostro Paese: il

mondo industriale deve ancora

raggiungere la piena consapevo-

lezza delle potenzialità del settore

ed è sempre più urgente la neces-

sità di stabilire regole uniformi e

certe a livello locale. Il problema

più grande rimane, però, quello

REGIONE VOLUME D’AFFARI 2008 (MLN DI EURO)Lombardia 208,6Puglia 205,9Emilia Romagna 163,6Piemonte 131,7Veneto 120Trentino 114,7Toscana 111,5Marche 95,8Lazio 94,7Sicilia 65,7Umbria 63,2Sardegna 57,4Friuli 53,7Calabria 52,6Campania 43,2Abruzzo 38,6Basilicata 18,7Liguria 15Molise 4,7Valle d’Aosta 1,2

Il volume d’affari del fotovoltaico regione per regione

La Lombardia si colloca al primo posto e contribuisce per il 12,6% al mercato complessivo italiano. Il volume complessivo generato dalla regione al giugno 2009 è pari a circa 300 milioni di euro

Fonte: Energy & Strategy Group 2009

dell’accesso al credito: «Le banche

ancora hanno poca fiducia nel

Conto energia - ha spiegato Car-

melito Denaro, amministratore

delegato di Mx Group -. Come ef-

fetto dell’attuale crisi creditizia

siamo stati costretti ad abbando-

nare il progetto che avevamo av-

viato sul polisilicio».

Un ulteriore sviluppo della filiera

industriale sembra, poi, indispen-

sabile per garantire la tenuta del

comparto nel lungo periodo. «È

necessario incentivare la filiera ita-

liana - ha suggerito Matteo Tem-

pia, investment manager di At-

mos -. Il nuovo Conto energia, per

esempio, potrebbe prevedere un

5% in più di incentivi per quelle

aziende che utilizzano moduli e

celle di fabbricazione italiana».

Gianluigi Torchiani

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esperienze&carriere

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PROTOCOLLO ENERPLAN

Pompe di calore ad alta temperaturaDa Trieste una proposta adatta alle PmiDall’intesa tra Parco tecnologico e ministero dell’Ambiente la possibilità di sottoscrivere accordi e ottenere brevetti per produrre impianti ad alta tecnologia

Sviluppo tecnologico e sperimen-

tazione industriale di progetti

innovativi nel settore delle energie

alternative e rinnovabili nel Friuli Ve-

nezia Giulia. Questi gli obiettivi del

Protocollo d’intesa Enerplan tra il

Parco tecnologico di Trieste e il mi-

nistero dell’Ambiente. Con questo

accordo i tre poli del Parco a Gorizia,

Basovizza (Ts) e Padriciano (Ts) di-

venteranno una sorta di grande la-

boratorio per fare ricerca in ambito

energetico. La durata del Protocollo

è di 36 mesi con possibilità di rinno-

vo. A fronte di un investimento

complessivo di quasi 7 milioni di eu-

ro, le parti si impegnano ad assicu-

rare ciascuna un cofinanziamento

nella misura del 50 per cento.

Il programma Enerplan prevede la

realizzazione di un impianto speri-

mentale e dimostrativo di taglia me-

dia per una pompa di calore ad alta

temperatura ed elevata efficienza

energetica. A differenza delle pom-

pe tradizionali, che raggiungono

circa 60-65 gradi, l’impianto inno-

vativo consente di portare la produ-

zione di acqua calda oltre i 75 gradi;

in questo modo è possibile sostitui-

re le attuali caldaie senza la necessi-

tà di rifare completamente l’impian-

to. «Solitamente si parla di casa

clima, per indicare le case ecoeffi-

cienti - spiega il presidente del Par-

co Giancarlo Michellone -. Il no-

stro obiettivo è introdurre, tramite

questa nuova tecnologia, il concet-

to di condominio clima».

Il Parco crea quindi prototipi e, do-

po aver sottoscritto accordi con Pmi

interessate a progettazione, produ-

zione e distribuzione in tutto il ter-

ritorio nazionale, cede le licenze

(principalmente si tratta di quelle

per le pompe di calore). Si tratta,

per lo più, di aziende del ramo che

vogliono riconvertirsi.

«Cediamo brevetti a più società af-

finché ci siano più cavalli in corsa e

una maggiore possibilità che si rag-

giunga il traguardo, ovvero che si

riesca a ottenere successo nella

commercializzazione degli impianti

da noi ideati» precisa il presidente

Michellone.

Non solo pompe di calore. Nel Pro-

tocollo è prevista la creazione di un

impianto sperimentale e dimostra-

tivo nell’Area Science Park di Trieste

che svolga una funzione di coiben-

tazione termoacustica e, parallela-

mente, permetta la diffusione del

caldo e del freddo secondo principi 7 milioni di euro per il progetto Enerplan sviluppato nel Parco Tecnologico di Trieste

Giancarlo Michellone

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esperienze&carriere 1-2/201024

innovativi, ovvero dall’esterno al-

l’interno dell’edificio. Questo siste-

ma, che prende il nome di “cappot-

to attivo”, consente la completa

eliminazione degli impianti tradi-

zionali di riscaldamento e raffresca-

mento, garantendo risparmi ener-

getici di gran lunga superiori alle

tecnologie oggi disponibili.

La necessità di un continuo ricam-

bio d’aria in alcuni luoghi come la-

boratori e ospedali ha ispirato il

progetto di recupero energetico da

cascame d’aria esausta. L’obiettivo

è rendere possibile il massimo recu-

pero dell’energia termica indipen-

dentemente dalle condizioni clima-

tiche esterne. I recuperatori di calo-

re attualmente in uso funzionano

bene nei periodi in cui fa molto

freddo o molto caldo. La tecnologia

ideata dal Parco punta a garantire

la massima efficienza anche in con-

dizioni intermedie. A sperimentarlo

saranno i laboratori dell’Icgeb,

Centro internazionale di ingegneria

genetica e biotecnologie.

Dall’aria alla terra, sempre con

l’obiettivo di valorizzare le risorse

del territorio, per misurare e poi uti-

lizzare le fonti di energia geotermi-

ca presenti. Il progetto geotermico

ad alta entalpia (l’entalpia è una

funzione che esprime la quantità di

energia che un sistema può scam-

biare con l’ambiente) prevede un

programma di analisi geologiche

volte a valutare il potenziale ener-

getico dei siti di Area Science Park.

E dopo l’acqua e l’aria, ci sarà spa-

zio per la luce. È prevista, infatti, la

realizzazione di un progetto speri-

mentale per sistemi di illuminazio-

ne in aree esterne alimentati a Led

(Light emitting diode). Dopo una

fase di analisi saranno installati di-

spositivi luminescenti a Led all’in-

terno dei Campus di Padriciano e

Basovizza. Inoltre, sarà creata

un’installazione dimostrativa di illu-

minazione stradale che sfrutta la

tecnologia Led.

Nell’ambito di Enerplan si provvederà

all’ampliamento dell’impianto di co-

generazione con motore a combu-

stione interna alimentato a metano,

integrato con diversi tipi di pannelli

fotovoltaici (Lidea). Allo stesso tem-

po sarà creato un impianto/laborato-

rio dimostrativo con microturbine a

gas con sistema di trigenerazione

nella sede di Gorizia del Parco.

Pierluigi Cara

L’Alto Adige vanta una posizione

interessante per le imprese. Al

centro di due mercati, italiano e tede-

sco, è sull’asse del Brennero ed è ser-

vito dagli aeroporti di Bolzano, Verona

e Innsbruck. Lo fa notare anche Bls,

Business location service, una società

provinciale nata nel gennaio 2009

proprio per promuovere l’insedia-

mento di attività nel territorio atesino.

Partecipata al 100% dalla provincia

autonoma di Bolzano, ha sostituito gli

uffici di attività produttive e infrastrut-

ture, con delega di tutte le competen-

ze da parte della provincia. «La nostra

attenzione è rivolta alle imprese locali

- afferma Ulrich Stofner, direttore di

Bls -, ma anche a quelle nazionali e

BUSINESS LOCATION SERVICE

Strategia verde per le imprese altoatesineL’assistenza della società della provincia autonoma privilegia le rinnovabili

internazionali. Ci occupiamo del loro

insediamento e forniamo l’assistenza

necessaria. Il settore che al momento

ci interessa particolarmente è proprio

quello delle energie rinnovabili». La

politica energetica in favore delle fon-

ti alternative è iniziata, infatti, già di-

versi anni fa, con la legge provinciale

sul risparmio energetico del 1993 e il

piano energetico provinciale del 1995.

Le basi normative, quindi, ci sono. E

anche i buoni propositi. Basti pensare

che il fabbisogno energetico della

provincia è soddisfatto attualmente

per il 56% dalle fonti alternative, ma

l’obiettivo ambizioso si attesta sul

75% entro il 2013. Oltre 100 imprese

del territorio sono già impiegate nel

settore delle energie verdi e più di

1.500 abitazioni hanno ottenuto la

certificazione CasaClima.

Chiara Scalco

Meno tasse più finanziamentiIl territorio altoatesino offre buone agevolazioni per le imprese, le tasse sono infatti, secondo Confartigianato, le più basse d’Italia. Il tasso medio italiano dell’Irap è del 3,90%; in Alto Adige è del 2,98%. I finanziamenti per gli investimenti arrivano finoal 23%, per ricerca e sviluppo vanno dal 50 al 90% e per l’innovazione tecnologica raggiungono il 30% del totale.

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esperienze&carriere

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.com

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

I comuni del Piemonte credono nel solareOltre il 90% ha installato un impiantoAltre fonti alternative utilizzate sono il mini idroelettrico, le biomasse, il biogas e la geotermia. Il fotovoltaico diventa obbligatorio in alcuni regolamenti edilizi

In oltre il 90% dei comuni pie-

montesi c’è almeno un impianto

solare installato: le fonti energeti-

che alternative stanno prendendo

piede secondo il primo rapporto

regionale di Legambiente, che fa

seguito alla ricerca nazionale sui

“Comuni rinnovabili” giunta nel

2009 alla sua quarta edizione.

I comuni censiti nella Regione Pie-

monte sono 996 sui 1.206 com-

plessivi (rappresentano quindi

l’82% circa); i dati raccolti e riela-

borati da Legambiente provengo-

no da questionari rivolti alle ammi-

nistrazioni locali, poi verificati con

gli studi di differenti associazioni

come Fiper e Anev. Il solare rima-

ne l’energia alternativa più diffusa,

precedendo il mini idroelettrico

(presente in 164 comuni), biomas-

se e biogas (in 158), geotermia (in

49). Infine, sono solo cinque le

amministrazioni pubbliche che

hanno investito nell’energia eoli-

ca: le località di Garessio, Mom-

barcaro, Quassolo, Tavagnasco,

Oulx. Ci sono poi 26 comuni dove

sarà obbligatorio installare sistemi

a tecnologia fotovoltaica nelle

nuove abitazioni: l’obbligo è stato

appositamente inserito all’interno

del Regolamento edilizio. Legam-

biente evidenzia che ben 668 co-

muni di quelli censiti hanno popo-

lazione con meno di 5mila abitan-

L’accordo della Regione con la spagnola Opde

La Regione Piemonte, intanto, ha stretto un accordo con la società

spagnola Opde per realizzare 17 centrali fotovoltaiche con una

potenza complessiva di circa 75 MW. Il piano si svilupperà in due fasi:

Opde costruirà inizialmente (entro il 2010) sette impianti da 31 MW

totali nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, impiegando 150

milioni di euro. Poi arriveranno altre dieci centrali da 45 MW per un

investimento di 170 milioni. Opde prevede di creare direttamente 125

nuovi posti di lavoro in Piemonte, sui 375 complessivi generati dal

programma solare dell’azienda iberica. Opde, inoltre, realizzerà un

centro tecnologico e logistico a Torino, per assicurare la manutenzione

degli impianti piemontesi e per espandere le sue attività in Francia,

Germania e nei paesi dell’Est. Grazie all’accordo, il Piemonte potrebbe

diventare la prima regione per potenza installata nel fotovoltaico nel

2010 (ora si trova al quarto posto).

ti: ciò è rilevante proprio per se-

gnalare, secondo l’associazione

ambientalista, l’utilità della cosid-

detta generazione distribuita per

soddisfare i consumi energetici dei

piccoli centri urbani.

«Grazie a questi nuovi impianti

che sfruttano le energie rinnovabi-

li è possibile creare posti di lavoro,

aumentare i servizi anche nelle zo-

ne più disagevoli e migliorare la

qualità della vita», ha infatti com-

mentato Vanda Bonardo, presi-

dente di Legambiente per le Re-

gioni Piemonte e Valle d’Aosta.

I primi sette parchi solaripiemontesi di Opde:

Fossano (Cn) > 5,6 MWpCeva Lesegno (Cn) > 7,3 MWpBubbio (At) > 5,3 MWpQuattordio (Al) > 1,9 MWpCasale (Al) > 1,9 MWpRosignano (Al) > 5,0 MWpQuargnento (Al) > 4,0 MWp

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tecnologie&soluzioni 1-2/201024

STRATEGIE D’IMPRESA

Siemens punta sulle rinnovabilie affina le tecnologie per sole e ventoI sistemi più recenti consentono di sfruttare l’energia eolica anche in zone soggette a turbolenza o a bassa ventosità. Nuovi investimenti sul termodinamico

Il business delle energie alternative

è quello da cui Siemens si aspetta

la crescita più sostenuta. «Si stima

che a livello mondiale la percentuale

di energia da risorse rinnovabili

(escluso quella idroelettrica) cresce-

rà dal 3% attuale al 17% nel 2030:

di questo il 52% deriverà dall’eolico

e il 29% dal solare. Basandoci sulle

nostre recenti stime, il solare avrà il

più alto tasso di crescita: il 28% an-

nuo». Così ha esordito Alessandro

Mancino, responsabile energie rin-

novabili Siemens, all’incontro con

docenti e studenti presso il Politec-

nico di Milano.

Nel mondo e in Italia

«Il mercato delle rinnovabili a livello

mondiale - ha continuato - è stima-

bile in circa 100 miliardi di euro an-

nui, con un tasso di crescita superio-

re al 10% annuo. In Italia è di oltre

2 miliardi di euro annui con un gran-

de potenziale di crescita ancora ine-

spresso. Tale potenziale verrà effet-

tivamente sfruttato solo se verranno

mantenuti adeguati incentivi, crean-

do un sistema di regolamentazione

“certo” ed efficace e se il sistema

finanziario riprenderà il sostegno

creditizio ai livelli ante crisi».

La tecnologia può fare molto per

aiutare la diffusione dell’energia eo-

lica, portandola in zone una volta

proibite come quelle soggette a tur-

bolenza o bassa ventosità. Per que-

ste ultime Siemens ha messo a pun-

to turbine eoliche tradizionali con

rotore sovradimensionato, mentre

Tlc (Turbine load control) è un siste-

ma di controllo dinamico che evita il

fermo macchina della turbina in

condizione di elevati stress meccani-

ci dovuti a turbolenze ed effetti di

scia. Le conseguenze sono l’aumen-

to dei MWh prodotti, l’ottimizzazio-

ne degli spazi disponibili e l’installa-

zione in siti di classe di ventosità

superiore rispetto a quello per cui la

turbina è stata classificata.

Nel mare stanno arrivando le turbi-

ne eoliche offshore flottanti, per

fondali profondi fino alcune centi-

naia di metri. Il risultato è un’instal-

lazione più lontana dalla costa con

riduzione dell’impatto visivo e incre-

mento nella produzione grazie alla

maggiore forza e stabilità del vento.

Innovazione per Siemens significa

anche tecnologia “direct drive”: si

tratta di una nuova turbina da 3MW

di potenza, priva di moltiplicatore di

giri (e quindi delle conseguenti per-

dite), con generatore a magneti per-

manenti e con un rotore di 101 M.

Acquisizione in Israele

Siemens sta investendo molto nel

Concentrated Solar Power fornendo

turbine a vapore per applicazione so-

lare termodinamica. Ha investito in

una quota di minoranza di Archime-

de Solar che produce tubi a sali fusi

per impianti Csp, sotto licenza Enea.

«Attraverso l’acquisizione dell’azien-

da israeliana Solel - conclude il ma-

nager - ci sarà possibile offrire anche

la parte di potenza per impianti a

specchio parabolico, oltre a consen-

tirne un’ottimizzazione sempre mag-

giore. Grazie a questa acquisizione

Siemens riuscirà a rendere più effi-

ciente tutta la filiera, dalla sorgente

di potenza alla turbina a vapore. Sie-

mens può oggi offrire anche recetto-

ri solari, sia a olio termico che a sali

fusi. In base alle necessità del singolo

progetto (per esempio l’esigenza di

avere un sistema di accumulo e stoc-

caggio del calore e di continuare a

produrre anche in assenza di sole)

entrambe le tecnologie possono of-

frire grandi benefici».

Nadia Tadioli

Alessandro Mancino

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39

STORIA DI COPERTINA

Un passo avanti e due passi indietroLunga la via del new deal energeticoConiugare crescita industriale e ambiente resta una grande opportunità,ma le priorità dettate dall’agenda economica rallentano il processo. L’urgenzadi politiche coordinate da parte dei Paesi del G20. I ritardi accumulati dall’Italia

Inquinamento, efficienza, fonti rinno-

vabili. Quante incertezze smorzano

gli entusiasmi sollevati al principio del

terzo Millennio quando si pensava che

l’applicazione del protocollo di Kyoto

rappresentasse l’avvio di una politica

mondiale in difesa dell’ambiente.

Anche la conferenza di Copenhagen

ha lasciato irrisolte molte questioni

quali le politiche coordinate per ridurre

l’effetto serra o il rapporto tra i Paesi

sviluppati e in via di sviluppo. Ancora

una volta sono le convenienze a detta-

re le agende, anche se va riconosciuto

uno sforzo complessivo per dotarsi di

politiche nazionali. Il vero ostacolo è

rappresentato dalla mancanza di coor-

dinamento non solo per i contrastanti

bisogni dei singoli Paesi, ma anche per

la duplice veste che molti indossano, di

virtuosi e inquinatori. È quanto si desu-

me dal rapporto commissionato dal

Wwf sullo sviluppo sostenibile di cui

diamo conto nelle pagine che seguo-

no. E l’Italia? Un soffio d’ottimismo

viene dal Rapporto Enea che ci offre

chance per raggiungere gli obiettivi fis-

sati in materia di rinnovabili (17% di

energia primaria nel 2020). Un traguar-

do reso possibile anche da una riduzio-

ne delle previsioni produttive stante

l’attuale difficile congiuntura economi-

ca. Occorre ora recuperare i ritardi ac-

cumulati, ma in fretta, se è vero che in

materia d’efficienza energetica l’Italia è

al terzultimo posto nella Ue.

ambiente sostenibile

IL TRAGUARDO PER L’ITALIA DEL 17% ENTRO IL 2020

ELETTRICITÀ 4,3 Mtep 8,3 Mtep

CALORE E CONDIZIONAMENTO 2,6 Mtep 9,2 Mtep

TRASPORTI 0,2 Mtep 4,2 Mtep

TOTALE 7,1 Mtep 21,7 Mtep

Valori espressi in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio

2005 2020

Fonte: Audizione Enea alla commissione Ambiente del Senato (27/10/2009)

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storia di copertina

40

1-2/201024

STUDIO ECOFYS E GERMANWATCH

In calo le emissioni ma non i bisogniI Grandi nella morsa di costi e beneficiGermania leader nei programmi d’efficienza e nell’uso delle rinnovabili. La Cina fissa obiettivi anti-inquinamento, ma poi concede sgravi fiscali al carbone

La domanda cruciale per questo

2010 appena cominciato è se

l’economia raggiungerà quel “Green

new deal” evocato dal presidente

americano Obama e da altri leader

politici. Per coniugare la crescita in-

dustriale con l’ambiente, avverte un

recente studio di Ecofys e Ger-

manwatch realizzato per E3G e

Wwf, bisogna intensificare gli sforzi.

Il rapporto ha esaminato i Paesi del

G20 più alcuni altri, individuando le

dodici migliori politiche nazionali (su

un campione di cento) capaci di ri-

durre l’inquinamento e garantire be-

nefici economici.

Si scopre, così, che l’impatto dei

provvedimenti ambientali è ancora

troppo debole; molti governi si trova-

no sia sulla lista dei virtuosi, sia su

quella degli inquinatori, annullando

in tutto o in parte gli effetti delle mi-

sure contro le emissioni nocive. Man-

ca, insomma, una visione lungimi-

rante, capace d’integrare tutte le

fonti del mix energetico. Ciò balza

agli occhi scorrendo la classifica con-

tenuta nel rapporto, stilata secondo

diversi parametri: in particolare, la

riduzione della CO2 sia sul breve, sia

sul lungo termine, l’uso di nuove tec-

nologie pulite, il rapporto tra costi e

benefici (anche sociali, come l’occu-

pazione).

Al primo e secondo posto spicca la

Germania, grazie rispettivamente al

programma per l’efficienza energeti-

ca negli edifici e gli incentivi per pro-

durre elettricità con le fonti rinnova-

bili (soprattutto il solare). Il primo

pacchetto include nuovi standard

energetici per le abitazioni, riqualifi-

cazione degli impianti esistenti, sus-

sidi e prestiti. Il secondo, invece, pre-

vede una tariffa fissa “feed in” per

venti anni, assicurando sicurezza e

stabilità agli investimenti nelle fonti

alternative. È uno schema poi adot-

Rielaborazione di una tabella Ecofys/Germanwatch tratta dallo studio “Scorecards on best and worst policies for a green new deal”, novembre 2009.I punteggi sono in una scala da zero a dodici per gli effetti ambientali ed economici (a loro volta divisi in varie sotto categorie) e da zero a tre per la possibile espansione di ciascun provvedimento in altri Paesi.

PAESE PROVVEDIMENTO BENEFICI BENEFICI POSSIBILE ESPANSIONE PUNTEGGIO

AMBIENTALI ECONOMICI IN ALTRI PAESI TOTALE

Germania Efficienza energetica negli edifici 9 6,2 2 17,2

Germania Tariffa feed in per le fonti rinnovabili 7 6,0 2 15,0

Messico Progetto “Bus rapid transit” 10 2,2 2 14,2

Stati Uniti Efficienza energetica nelle case popolari 6 4,8 3 13,8

Stati Uniti Incentivi per le fonti rinnovabili 6 4,7 3 13,7

Brasile Lotta alla deforestazione in Amazzonia 7 4,5 2 13,5

Spagna Solare termico obbligatorio nei nuovi edifici 6 3,7 3 12,7

Giappone Standard “Top runner” per veicoli 7 3,5 1 11,5ed elettrodomestici

India Uso di gas naturale compresso nei trasporti 5 4,0 2 11,0

Gran Bretagna Efficienza energetica nelle abitazioni 6 2,8 2 10,8

Europa Emission trading system 4 4,3 2 10,3

Cina Riduzione emissioni per mille grandi imprese 6 3,2 1 10,2

Le dodici migliori politiche nazionali

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41

storia di copertina 1-2/201024

tato da oltre 40 Paesi in tutto il mon-

do. La Germania, però, è anche tra i

Paesi che continuano a supportare il

nucleare. Una scelta che secondo il

rapporto è dannosa, perché toglie

risorse a progetti più sostenibili. La

recente decisione del governo tede-

sco di prolungare la vita degli impian-

ti nucleari esistenti, per esempio,

potrebbe compromettere gli investi-

menti nei parchi eolici offshore.

Le colpe di Pechino

Quindi è una questione di priorità. Le

stesse contraddizioni sono evidenti in

Cina, che ha conquistato il dodicesi-

mo posto in classifica, avendo asse-

gnato alle mille imprese più inqui-

nanti del Paese obiettivi obbligatori

per ridurre le emissioni. Allo stesso

tempo, la Cina sostiene con misure

fiscali le industrie del carbone, per

mantenere basso il prezzo dell’ener-

gia e favorire così il progresso indu-

striale e i consumi interni, oltre a sal-

vare posti di lavoro nel settore mine-

rario. Così operando, Pechino rallen-

ta il passaggio verso un’economia

più verde; si capisce anche perché

non conviene alla Cina finanziare la

tecnologia Ccs (Carbon capture and

storage). I maggiori costi delle cen-

trali a carbone pulito sarebbero in-

compatibili con la strategia di svilup-

po a buon mercato. Ci sono dunque

varie politiche considerate nocive dal

rapporto, che se abbandonate o

quantomeno limitate potrebbero di-

rottare più finanziamenti alla “Green

economy”, recuperando quei posti

di lavoro persi nei settori tradizionali

del carbone e del petrolio.

Tra gli esempi virtuosi, Ecofys e Ger-

manwatch citano anche il sistema

di autobus a trasporto rapido pensa-

to dal Messico, il credito d’imposta

per la produzione elettrica dalle rin-

novabili in vigore negli Stati Uniti,

l’obbligo d’installare pannelli foto-

voltaici o impianti solari termici nei

nuovi edifici in Spagna e l’obbligo,

per i fornitori di energia e gas inglesi,

di promuovere l’efficienza energeti-

ca nelle abitazioni. Proprio la Gran

Bretagna, secondo lo studio, ha va-

rato una legge coerente (Uk climate

change act) che introduce dei tetti

annuali alle emissioni di CO2, preve-

dendo una revisione complessiva

delle politiche energetiche e un con-

trollo assiduo delle istituzioni sui

progressi ottenuti.

Luca Re

LE PREVISIONI DELL’ENEA

L’Italia del Rinnovabile dovrà triplicareLa tecnologia dei trasporti è il vero scoglioL’uso massiccio del solare termodinamico è alla base della difficile rimonta. Occorre ridurre la dipendenza dalle esportazioni e adeguare la rete elettrica

Si continua a discutere se l’Italia

raggiungerà il suo obiettivo per

le fonti rinnovabili (17% dei consu-

mi di energia primaria nel 2020) co-

me stabilito dall’Unione europea.

Nello spazio tra ottimisti e pessimisti

si è inserito il nuovo studio Enea, ap-

pena giunto sul tavolo della Com-

missione ambiente del Senato. Stan-

do ai numeri, il nostro Paese potreb-

be riuscire nell’impresa, a patto di

puntare sull’efficienza energetica e

le tecnologie più moderne come il

solare termodinamico. Un bell’aiuto

arriverà dalla crisi economica, che

ha frenato la domanda energetica

italiana. L’Enea, infatti, prevede un

fabbisogno di quasi 150 Mtep (mi-

lioni di tonnellate di petrolio equiva-

lente) nel 2020, contro le preceden-

ti stime di oltre 160 Mtep.

Lo sforzo da compiere

Questa è una previsione “business

as usual” senza interventi rilevanti;

diversamente, con il contributo del-

l’efficienza energetica, la domanda

potrebbe scendere a 127 Mtep. Ri-

mane ugualmente uno sforzo note-

vole da compiere, perché l’energia

rinnovabile dovrà complessivamente

triplicare, passando da 7 Mtep nel

2005 a quasi 22 (il 17% di 127 Mtep)

nel 2020. Tale sforzo sarà diverso nei

tre settori di riferimento: elettricità,

calore e condizionamento, trasporti.

Proprio i trasporti rappresentano lo

scoglio più difficile, perché bisogne-

rà salire a 4,2 Mtep (il 10% dei con-

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storia di copertina

42

1-2/201024

sumi previsti nel 2020) da appena

0,2 nel 2005, volendo soddisfare le

richieste europee. S’impone, quindi,

un salto tecnologico verso i biocar-

buranti di seconda generazione, ri-

cavati per esempio da scarti agricoli

e forestali.

Il fotovoltaico si fa in trenta

Per quanto riguarda il settore ter-

mico, il traguardo del 2020 è quasi

quadruplo rispetto al 2005, da 2,6

a 9,2 Mtep; l’attenzione cade so-

prattutto sul teleriscaldamento, il

solare termico e le centrali elettri-

che a biomasse (cogenerazione).

Infine c’è il settore elettrico, che

dovrebbe raddoppiare da 4,3 a 8,3

Mtep. Bisognerebbe produrre un

centinaio di TWh attraverso le rin-

novabili nel 2020, triplicando la

generazione eolica, aumentando di

30 volte quella del fotovoltaico e

aggiungendo due o tre Mtep dal

solare termodinamico. Trascurabile

la crescita dell’idroelettrico, limita-

ta agli impianti di taglia mini; anche

la geotermia ha un potenziale assai

limitato di sviluppo.

Più tecnologia italiana

È quindi dal vento e dal sole che

servirà più energia, oltre che dalle

biomasse. Ci sono degli ostacoli da

superare, tra cui l’eccessiva dipen-

denza dalle importazioni (l’85%

dei pannelli solari proviene dal-

l’estero), l’adeguamento della rete

elettrica per assorbire l’energia in

eccesso, la definizione di un piano

nazionale per le rinnovabili con

obiettivi chiari e definiti per ogni

regione. La tecnologia italiana sta

puntando sul solare termodinami-

co e quello a concentrazione, come

testimoniano alcuni progetti basati

sulle ricerche Enea, per accelerare

nuovi investimenti non solo in Ita-

lia, ma anche in altri Paesi.

Diminuisce la CO2

Le rinnovabili potranno così vantare

250mila addetti nel 2020, compre-

so l’indotto, di cui ben 77.500 nel-

l’eolico, 65mila nelle biomasse,

27.500 nel fotovoltaico, 25mila nel

biogas e 20mila nel solare termoe-

lettrico. L’ultimo capitolo riguarda le

emissioni di CO2. La nuova previsio-

Occupazione potenziale in Italia nel settore delle Rinnovabili

Fonte: Iefe

ne Enea post crisi economica stima

emissioni pari a circa 467 milioni di

tonnellate di CO2 nel 2020, un valo-

re inferiore a quello del 2005 (492

MtCO2). Grazie alle rinnovabili e al-

l’efficienza energetica, si potrebbe-

ro evitare 80-100 MtCO2; in partico-

lare, l’efficienza energetica vale oltre

la metà della riduzione complessiva,

mentre le fonti pulite incidono per il

23% secondo le stime Enea.

lu.re.

65.000

77.500

5.00010.000

15.000

5.000

20.000

25.000

27.500

BiomasseEolicoFotovoltaicoBiogasSolare termoelettricoGeotermiaIdroelettricoRsuAltro

Fonte: Enea

Efficienza gen. elettrica 10,2%

Uso razionaledell’energia11,6%

Tecnologielow-carbon8,7%

Rinnovabili23,3%

Efficienzausi finali46,2%

Ruolo delle tecnologie nella riduzione delle emissioni

(al 2020)

Trasporti (shift modale)Trasporti

Industria

Terziario

Residenziale

5,5%5,5%

9,7%

10,8%

14,7%

Nella riduzione delle emissioni al 2020 di 80-100 Mt di CO2le Rinnovabili contribuiscono per un 23% (22Mt di CO2 evitate)

TOTALE ADDETTI 250.000

(al 2020)

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43

storia di copertina 1-2/201024

L’INDAGINE DI AMICI DELLA TERRA

La griglia di partenza verso il 2020ci assegna solo il terz’ultimo postoNell’Europa dei 27 l’Italia è in ritardo del 24% rispetto al taglio di emissioni previste. Il potenziale di risparmio pari alla produzione di otto centrali nucleari

L’Italia ha ampie possibilità di

miglioramento nell’efficienza

energetica, che potrebbe rappre-

sentare un importante strumento

a disposizione per centrare i tar-

get sul taglio delle emissioni di

CO2. È quanto evidenzia un’inda-

gine condotta dall’associazione

Amici della Terra sul posiziona-

mento dell’Italia negli indicatori

su energia e clima: il nostro Paese

è in forte ritardo nel rispetto degli

obiettivi della politica climatica

europea, sia con riferimento a

quelli di Kyoto per il periodo 2008-

2012, che in relazione ai target

nazionali al 2020 impliciti del pac-

chetto energia e clima, appena

approvato dall’Ue. Nel caso di

Kyoto, i dati evidenziano come

l’Italia sia al terzultimo posto nel-

l’Unione europea dei 27, con una

distanza del 13,6% rispetto al-

l’obiettivo, mentre l’Unione euro-

pea nel suo complesso è riuscita a

tagliare le proprie emissioni ridu-

zione del 13% rispetto al 1990,

ben 5 punti percentuali in più ri-

spetto al target prestabilito. Per

quanto riguarda gli obiettivi al

2020, la distanza dell’Italia rispet-

to allo scenario tendenziale è del

24%. Per raggiungere questi tra-

guardi è indispensabile puntare

sull’efficienza energetica: pren-

dendo come riferimento il poten-

ziale stimato dall’Enea, si legge

nel documento dell’associazione

ecologista, entro il 2020 si potreb-

bero evitare consumi finali di elet-

tricità per 73 TWh l’anno, cioè il

21,6% circa dei consumi finali lor-

di del 2008 (337,6 TWh). Il rispar-

mio maggiore potrebbe arrivare

dal residenziale (30,8 TWh), se-

guito dall’industria (22,8), dal ter-

ziario (14,2) e dalle infrastrutture

(5,2). Questo enorme potenziale

di risparmio energetico corrispon-

de alla produzione di circa otto

grandi centrali nucleari, che po-

trebbe comportare una riduzione

delle emissioni di circa 60 milioni

di tonnellate rispetto a uno scena-

rio tendenziale.

Nonostante il nostro Paese non

registri miglioramenti del livello di

intensità energetica finale (quan-

tità di energia necessaria per pro-

durre un’unità di Pil) dal 1986,

esistono, però, anche alcuni pri-

mati nel campo dell’efficienza,

che, spesso, il Paese non conosce

e, dunque, non valorizza in termi-

ni politici e di sistema. Per esem-

pio, l’Italia è prima tra i Paesi Ocse

Ritardi, primati e omissioni dell’Italia

Fonte: Amici della Terra

Ets: Rendimenti delle centrali termoelettriche, media del periodo 2001-2005, Paese Ocse + altri

Ets: Consumo 2007 di energia nell’industria chimica per unità di valore aggiunto Ppa nell’Ue29+N

Ets: Consumo 2007 di energia nell’industria del cemento per tonn. prodotte in Ue29+N

Produzione e consumo di energia elettrica: consumi elettrici procapite nell’Ue29+N

Industria: consumi finali per unità di valore aggiunto Ppa corretti in base alla struttura dell’industria europea

Trasporti: variazione % 1990-2006 delle emissioni di gas serra dei trasporti su strada negli Stati membri

Trasporti: consumi specifici del trasporto merci su strada, 2007

Trasporti: consumi specifici delle auto passeggeri (litri/100km)

Residenziale: consumi finali 2007 per unità abitativa adattati alla media climatica europea

Residenziale: consumi finali di elettricità 2007 per unità abitativa dovuti a illuminazione e apparecchiature elettriche

1

15nell’Ue29+N

3nell’Ue29+N

12 nell’Ue27+N3 nell’Ue15

12 nell’Ue29+N6 nell’Ue15

10 nell’Ue15

14 nell’Ue29+N

1 nell’Ue29+N

17 nell’Ue29+N

7 nell’Ue29+N2 nell’Ue15

POSIZIONAMENTO NEI PRICIPALI SETTORI POSIZIONE ITALIA

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Pagina Bioenergia per Energia 24 2009.qxd 21/10/2009 12.29 Pagina 1

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storia di copertina 1-2/201024

nel rendimento delle centrali ter-

moelettriche (media 2001-2005) e

nei consumi delle auto passeggeri

(litri/100 km) ed è terza nell’Ue a

15 per consumi elettrici procapite.

Più negativi, invece, i dati per

quanto riguarda i consumi finali

dell’industria (12° nell’Ue a 29,

15° nella chimica) e del settore re-

sidenziale (17° nella Ue a 29 in una

classifica che tiene conto delle dif-

ferenze climatiche tra i diversi Pae-

si). Amici della Terra dà, invece, un

giudizio positivo sul meccanismo

dei Certificati Bianchi, il sistema di

incentivazione dell’efficienza ener-

getica in vigore dal 2005. «Dopo

una prima fase di rodaggio - si leg-

ge nella relazione introduttiva di

Andrea Molocchi, responsabile

studi Amici della Terra - culminata

con la revisione del meccanismo a

opera del Dm 21/12/2007, i Certi-

ficati Bianchi stanno iniziando a

dare risultati consistenti. Si pensi

che nel 2008 il risparmio di ener-

gia primaria è stato di 2 Mtep ed

entro il 2012 si dovrà arrivare a 6

Mtep di energia primaria. Dal pun-

to di vista dei costi/benefici per la

collettività, questo meccanismo

comporta costi diretti per lo Stato

per circa 300 milioni di euro l’an-

no, ai quali fanno fronte, in virtù

dei risparmi annui ottenuti dagli

utenti, benefici netti per 1,2 mi-

liardi di euro, scontando anche gli

investimenti annui nelle tecnolo-

gie». Anche a livello globale l’effi-

cienza energetica potrà fornire un

importante contributo nella lotta

al cambiamento climatico: Amici

della Terra fa riferimento al rap-

porto Energy Technology Perspec-

tives dell’Iea, che evidenzia come,

fra i vari modi per ridurre la CO2, il

contributo delle opzioni apparte-

nenti alla famiglia dell’efficienza

ammonti al 53%, sopravanzando

il contributo derivante dalle fonti

rinnovabili (21%), nonché la cat-

tura e sequestro del carbonio

(19%) e il nucleare (6%).

.com

7,01.220 1.222

1.358 1.329

1.1081.200

1.400

1.000

800

600

400

200

0

6,0

5,0

Mte

p/an

no

4,0

3,0

2,0

1,0

0,02008 2009 2010

Gas Elettrico

2011 2012 2008 2009 2010 2011 2012

I benefici economici netti dei Certificati Bianchi

Fonte: Dm 21/12/2007

Obblighi nazionali di risparmioenergetico 2008-2012 (Mtep/anno,1 Tep di energia primaria = 5,347 MWh)

Stima dei benefici economici nettiper la collettività (al netto dei costiper lo Stato e per gli investitori)

1

1,21,8

2,43,1

3,51,4

1,9

2,2

2,5

Gli addetti ai lavori si incontrano agli

non perdere i prossimi appuntamentiPer saperne di più e partecipare scrivi a: [email protected]

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focus

46

1-2/201024

Quando si pensa a Kyoto, rara-

mente si fa riferimento al valo-

re monetario, seppur potenziale, di

una sua non applicazione. Il target di

emissioni previsto per il periodo

2008-2012, infatti, genera indiretta-

mente crediti o debiti di emissioni

che potrebbero essere quantificati in

moneta, laddove fosse previsto, co-

me avviene per esempio a livello eu-

ropeo con l’Ets, ovvero l’Emission

trading scheme, un meccanismo di

sanzione automatico

per chi non rispetta i

vincoli.

L’Italia è pronta a so-

stenere i costi che pos-

sono derivare dalla

non applicazione di

eventuali accordi in-

ternazionali con san-

zioni pecuniarie?

La tabella seguente,

tratta dal rapporto

2009 dell’European

E n v i r o n m e n t a l

Agency sull’evoluzio-

ne delle emissioni CO2,

presenta le proiezioni

attuali, per la fine del

2012, rispetto agli

obiettivi di Kyoto dei

Paesi Ue.

Per l’Italia, a fronte di

un obiettivo di riduzio-

ne del 6,5%, le proie-

ECONOMIA

Voce per voce i costi per metterci in regola secondo il protocollo di KyotoSulle emissioni di CO2 i passi in avanti determinati dal calo dell’attività produttiva nel 2009. Le ipotesi sui singoli capitoli di spesa necessaria all’acquisto di permessi

Lo scostamento rispetto agli obiettivi

- 5.1

- 0.2

12.9

0.0

- 0.3

- 0.4

- 0.4

- 0.7

- 0.9

- 1.1

- 1.9

- 4.0

- 6.6

- 9.4

- 9.6

- 16.0

Austria

Danimarca

Irlanda

Italia

Olanda

Spagna

Belgio

Finlandia

Portogallo

Lussemburgo

Grecia

Germania

Francia

Regno Unito

Svezia

-20 -15 -10 -5 -0 5 10 15

EU - 15

0.0

10

-0.8

- 0.2

- 0.8

- 1.2

- 1.1

- 0.6

- 0.7

- 0.3

- 4

- 91

- 53

- 75

- 12

-80 -60 -40 -20 0 20

zioni parlano di raggiungere, rispet-

to al 1990, solo lo 0,2%.

La situazione, in realtà, è sensibil-

mente migliorata sia rispetto alle

proiezioni dello scorso anno, che

prevedevano un aumento delle

emissioni dell’ 1,9% rispetto ai livel-

li del 1990, sia considerando i dati

effettivi attualmente disponibili, che

arrivano all’anno 2007, e che sono

presentati nella tabella della pagina

seguente.

Il 2005 è stato importante per

l’Italia perché ha rappresentato

l’inizio di un’inversione del trend.

Tuttavia, il vero shock riguarda il

biennio 2008-2009, per cui sono

a oggi disponibili soltanto dati

non definitivi. Da una posizione di

+7,1%, rispetto al 1990, dei livel-

li di CO2 nel 2007, si é passati a

una previsione di -0,2% al 2012.

Nell’analisi del dato, non dobbiamo

dimenticare un fatto essenziale: la

Font

e: E

urop

ean

envi

ronm

enta

l age

ncy

Mt di CO2 equivalenti% sulla base delle riduzioni di emissioni

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47

focus 1-2/201024

crisi economica. Con una caduta

del Pil di quasi 5 punti percentuali,

prevista in Italia dai più diversi or-

ganismi internazionali, quali l’Oecd

e il Fondo monetario internazio-

nale, non è il caso di abbassare la

guardia e si noti che il miglioramen-

to della situazione è soprattutto

guidato inerzialmente dal crollo

dell’attività produttiva. Insomma,

sarebbe pericoloso cedere alla ten-

tazione di affermare che la situazio-

ne, in Italia, è sotto controllo.

Una volta di più, invece, è impor-

tante ribadire l’opportunità che lo

Stato si faccia promotore di una se-

rie di interventi di medio-lungo pe-

riodo in grado di modificare strut-

turalmente il sistema produttivo e,

con esso, la quantità di CO2 emessa

nell’atmosfera.

Con riferimento ai costi, anche nel-

la più rosea aspettativa del rappor-

to Eea, che parla di un -0,2% al

termine del commitment period,

rimane una distanza di 6,3 punti

percentuali dall’obiettivo di Kyoto,

il che si traduce appunto in un co-

sto teorico monetizzabile per l’ac-

quisto dei permessi.

Uno dei limiti del protocollo di Kyo-

to è quello di non prevedere san-

zioni pecuniarie dirette per i Paesi

che non dovessero rispettare i vin-

coli imposti.

Tuttavia, ipotizzando che uno Stato

volesse “mettersi in regola” e ac-

quistare i permessi in grado di ot-

temperare agli obblighi del tratta-

to, sarebbe possibile monetizzare

tale transazione.

La tabella seguente simula il costo

(in miliardi di euro) che l’Italia do-

vrebbe sostenere se dovesse o vo-

lesse acquistare i permessi, che

corrispondono ai 32,5 milioni di

tonnellate di CO2 che la separano

dal raggiungimento dell’obiettivo

di Kyoto.

Costi ipotetici di Kyoto (miliardi di euro in rapporto alle componenti della Finanziaria 2008)

Fonte: European environmental agency

3,5

Voci di spesa

Italia nel mondo

Soccorso civ

ile

Agricoltura

Diritto alla mobilità

Comunicazione

Commercio int.

Ricerca

Sviluppo sostenibile e amb.

Tutela salute

Tutela paesaggio

Scuola e università

Diritti so

ciali e famiglie

Previdenza

Politiche lavoro

Immigrazione

Costo Kyoto 1 (=14 a ton)

CostoKyoto 2 (=20

a ton)

Costo Kyoto 3 (=40 a ton)

3

2,5

2

1,5

1

0,5

0

Per rendere più intellegibile l’im-

portanza delle cifre, sono rappre-

sentate nella tabella a fondo pagina

le voci di spesa contenute nella Fi-

nanziaria del 2008 e il loro rispetti-

vo peso in miliardi di euro. I costi

della non applicazione di Kyoto so-

no invece monetizzati ipotizzando

3 prezzi della CO2: 14 euro a ton-

nellata, 20 euro e 40.

Come è possibile vedere, il valore

monetario della non applicazione

del protocollo, anche se soltanto

ipotetico, è assolutamente rilevan-

te ed entra a buon diritto tra le voci

di spesa potenziale che potrebbero

aggravare ulteriormente un bilan-

cio già sotto pressione come quello

italiano.

Luciano Canova

Emissioni di CO2 in Italia: risultati e traguardi a confronto

Dati espressi in milioni di tonnellate Fonte: European environmental agency

1990 2005 2006 2007

574 (gap 11,24%)

563 (gap 9,10%)

553 (gap 7,10%)

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focus

48

1-2/201024

Discarica, quanto mi costi. La bol-

letta italiana per il brutto vizio di

gettare la spazzatura nei depositi a

cielo aperto è davvero salata. An-

drea Gilardoni, professore dell’Uni-

versità Bocconi, ha stimato in circa

un miliardo e mezzo di euro i costi

annuali per il nostro Paese, dovuti

alla noncuranza nella gestione dei

rifiuti. Difatti oltre la metà di questi

finisce nelle discariche. È una piaga

evidente nelle regioni meridionali,

con tanto di siti abusivi. Ma anche nel

Centro e nel Nord, come in Toscana

e Liguria, i problemi stanno crescen-

do. Quello italiano è solo uno degli

esempi contenuti nel “Panorama

mondiale dei rifiuti”, lo studio realiz-

zato dal professor Philippe Chalmin

dell’Università di Parigi-Dauphine per

conto del Gruppo Veolia.

Secondo il rapporto, i rifiuti generati

annualmente ammontano a circa

quattro miliardi di tonnellate tra ur-

bani e industriali, di cui solo 2,74

miliardi subiscono un adeguato pro-

cedimento di raccolta. Si tratta ov-

GESTIONE DELLA SPAZZATURA

L’Italia delle discariche e dei siti abusiviNei rifiuti un miliardo e mezzo di euroÈ la spesa annua stimata dalla Bocconi che il nostro Paese sopporta per far fronte al problema. Una sintesi del panorama mondiale elaborata dall’Università di Parigi

La percentuale conferita alle discariche secondo i dati Ocse

Fonte: Ocse, Environmental Data, compendium 2006/2007

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49

focus 1-2/201024

viamente di stime, data la notevole

difficoltà nel trovare dati precisi, so-

prattutto nei Paesi in via di sviluppo

dove opera un capillare sistema di

raccolta “parallelo”, che impiega le

fasce più povere della popolazione e

spesso si organizza in cooperative o

associazioni. Sono i Paesi più ricchi a

produrre più scarti: gli Stati Uniti gui-

dano la classifica dei rifiuti urbani

raccolti (226 milioni di tonnellate),

seguiti dall’Europa quasi a pari meri-

to (225,8) e dalla Cina con 148 mi-

lioni di tonnellate. Gli Stati Uniti pro-

ducono anche il maggior numero di

rifiuti per abitante (760 kg annui),

davanti all’Australia e all’Europa.

Il senso della scarsità

Sulla scia di questi numeri, si può

calcolare che l’umanità produca

giornalmente almeno dieci milioni di

tonnellate di spazzatura, di cui circa

un kg e mezzo per abitante nelle zo-

ne urbane. Queste cifre sono desti-

nate a impennarsi nei prossimi anni,

con l’aumentare della popolazione

mondiale, concentrata in metropoli

sempre più vaste. Perciò Chalmin ha

indicato nel “senso della scarsità” il

valore decisivo per le politiche ener-

getiche e ambientali. Bisogna consi-

derare i rifiuti come un immenso

giacimento, un costo da trasformare

in risorse attraverso il riciclo e il recu-

pero dell’energia, perché le materie

prime a nostra disposizione diminui-

ranno costantemente.

Le nostre contraddizioni

Proprio qui scatta la trappola per

l’Italia, imprigionata in varie contrad-

dizioni: la discarica regna sovrana

nonostante il nostro Paese sia tra i

dieci più industrializzati al mondo e

senza spazi sufficientemente ampi

da utilizzare allo scopo (al contrario

di nazioni come gli Stati Uniti e l’Au-

stralia). Ci sono pochi inceneritori e

termovalorizzatori, nonostante la

forte densità urbana, mentre Paesi

piccoli e assai popolati come il Giap-

pone e la Danimarca si affidano prin-

cipalmente a questa forma di smalti-

mento. Anche gli Stati Uniti buttano

la maggior parte dei rifiuti nelle di-

scariche, ma si notano le prime in-

versioni di tendenza. I siti sono pas-

sati da oltre 6mila a meno di 2mila

dagli anni 90 al 2006; la capacità di

stoccaggio residua (ai livelli attuali) è

inferiore a venti anni. Ciò ha portato

l’attenzione sul riciclo dei rifiuti, per

esempio a New York e nel settore

della Pubblica amministrazione.

Occorre quindi un mix bilanciato tra

riciclaggio, trattamento termico e

produzione di compost, per ridurre

l’inquinamento e ottenere benefici

economici dai nostri scarti. È lo stes-

so ragionamento che vale quando si

discute di come produrre energia,

soppesando vantaggi e svantaggi

delle diverse fonti fossili e rinnovabi-

li. Ogni Paese deve trovare la sua

formula: in alcuni casi può convenire

bruciare una certa quantità di rifiuti,

piuttosto che avviarla a riciclo, se si

tiene conto dei costi di produzione e

trasporto degli oggetti fabbricabili

con le cosiddette “materie prime

secondarie”. Il mercato mondiale

per le attività legate ai rifiuti vale cir-

ca 300 miliardi di euro l’anno. Un

terzo della spazzatura raccolta entra

in un nuovo ciclo di vita (energia o

materiali riciclati).

Certo è che il ruolo delle discariche

deve diminuire. La Germania vieta

dal 2005 di gettare in discarica i ri-

fiuti senza averli prima trattati. Così

oltre il 50% della spazzatura raccol-

ta passa dal riciclo o dal compostag-

gio, mentre il 25% alimenta gli ince-

neritori. La Gran Bretagna ha recen-

temente adottato un sistema di

crediti simile a quello per le emissio-

ni di CO2: ogni territorio riceve un

tetto massimo di rifiuti da smaltire

nei siti tradizionali, che si può supe-

rare soltanto acquistando crediti da

altri territori più virtuosi. Grazie a

ciò, il peso delle discariche è calato

del 24% negli ultimi due anni.

Luca Re

Le maggiori concentrazioni di rifiuti intorno alle megalopoli

Fonte: World Bank 2007

Popolazione Quantità di rifiuti nelle zone urbane

Paesi avanzati 1 miliardo circa 1,4 milioni di ton/giorno

a reddito alto (1,4 kg/abitante/giorno)

Paesi in via di sviluppo 3 miliardi (il 30% circa degli circa 2,4 milioni di ton/giorno

a reddito medio abitanti urbani vivono in bidonville) (0,8 kg/abitante/giorno)

Paesi in via di sviluppo 2,4 miliardi (il 65% circa degli circa 1,4 milioni di ton/giorno

a basso reddito abitanti urbani vivono in bidonville) (0,6 kg/abitante/giorno)

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focus

50

1-2/201024

Un soffice piumino imbottitodi bottiglie di plastica

L’ATTIVITÀ DEI COMUNI

Raccolta e riciclo vanno meglio al NordRoma in grave ritardo, Salerno città feliceNonostante sforzi recenti la Capitale resta assai lontana dall’obiettivo del 50% entro il 2011. Secondo il Conai il beneficio ambientale del riciclo vale 6,7 miliardi

Differenziare si deve. Anzi si do-

vrebbe. Il condizionale è d’obbli-

go perché la buona pratica non vale

per tutta Italia. Ne sono consapevoli

gli addetti ai lavori. A cominciare dal

Consorzio Conai, che da dieci anni a

questa parte si sta dedicando al recu-

pero degli imballaggi italiani con un

beneficio ambientale calcolato attor-

no ai 6,7 miliardi di euro.

Il presidente Piero Perron, ammette:

«Le città che meglio fanno raccolta

differenziata si trovano al Nord. Vero

è che soprattutto al Sud bisogna im-

pegnarsi molto di più e con una co-

municazione mirata». Roma è tra le

prime delusioni. La raccolta differen-

ziata è leggermente cresciuta nel

2009 (dal 16,8% dell’anno preceden-

te al 19,5%) rimanendo, però, sotto

l’obiettivo del 27% fissato per que-

st’anno dal piano sui rifiuti. L’assesso-

re all’Ambiente del Comune di Roma

Fabio De Lillo afferma: «Stiamo

puntando con decisione alla raccolta

“porta a porta”. Ci tengo a sottoli-

neare che, in poco più di un anno,

siamo passati da 30mila a 160mila

abitanti coinvolti nel metodo “porta a

porta”, ma il nostro ambizioso obiet-

tivo è quello di arrivare a circa 500mi-

la abitanti entro il 2011 e a 790mila

abitanti entro il 2013» . Lo scenario

futuro non sembra però roseo, come

emerge dalla relazione annuale del-

l’Agenzia che vigila sui servizi pubblici

locali del Comune di Roma. Secondo

il rapporto e le attuali misure predi-

sposte dall’Ama (la società che gesti-

sce i servizi ambientali nella Capitale),

la raccolta differenziata potrà rag-

giungere tra due anni appena il 24%

della spazzatura complessivamente

smaltita. È un divario lampante rispet-

to al traguardo del 50% stabilito per

il 2011: il campanello d’allarme diven-

ta più pressante se si considera che la

discarica di Malagrotta sia ormai vici-

na al massimo della sua capienza. Per

i cittadini, oltre al danno c’è la beffa,

perché le tariffe pagate all’Ama sono

più elevate del 35% rispetto alle altre

città (considerando la spesa di una

famiglia media), essendo cresciute del

37% negli ultimi cinque anni. Ma al

Sud ci sono anche delle chicche. Ne è

un esempio Salerno che vanta bel il

72% dei rifiuti raccolti e smaltiti in

modo differenziato. Un traguardo

raggiunto 15 mesi dopo l’introduzio-

ne del servizio di raccolta porta a por-

ta, che è stato esteso a tutta la città,

dal centro storico alle zone collinari,

dall’area della movida alla zona indu-

striale.

Camilla Galli Macricè

Con 13 BARATTOLI di acciaio

si ottiene UNA PADELLA

Dal riciclo di 800 LATTINE per bevande

si ottiene UNA CITYBIKE

Con 3 SCATOLE DA SCARPE riciclate

si può ottenere UNA CARTELLETTA

Con 67 BOTTIGLIE dell’acqua si fa un’imbottitura

per UN PIUMINO MATRIMONIALE

Con 11 FLACONI di detersivo

si fa UN ANNAFFIATOIO

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51

news&mercati 1-2/2010

Come l’etichetta della “pura lana

vergine” che è difficile non ri-

conoscere a garanzia di un buon

prodotto. Ecco, così Legambiente

vorrebbe che si diffondesse una nuo-

va label che mostri a tutti l’impronta

(buona o cattiva che sia) che lo stes-

so prodotto lascia nel mondo a livel-

lo di consumo di materie prima e di

inquinamento poi. Bella idea.

L’importante è che questa etichetta

assolva due presupposti: essere rico-

noscibile da chiunque e dovunque.

Ovvero sposi attraverso delle regole

chiare il principio di universalità.

Il che non è semplice ed è anche la

base del proliferare di diversi modi

di garantire un prodotto eco com-

patibile. Nel Regno Unito la Carbon

Trust (autorità preposta ad aiutare

le aziende a ridurre le emissioni di

gas serra) ha avviato da diverso tem-

po un percorso di etichettatura alla

quale ha contribuito la Defra, il di-

partimento inglese per lo sviluppo

economico agricolo, e la Bsi. Se ve-

dete in giro un piedino nero con

evidenziati i “gr”, prendete per

buono il fatto che corrispondono

alla CO2 prodotta dall’oggetto in

questione.

Ai detrattori di queste pratiche dicia-

mo subito che circola una ricerca

dove si dimostra che il 66% dei con-

sumatori inglesi desiderano cono-

scere la carbon footprint dei prodot-

ECO COMPATIBILITÀ

Quanta CO2 generano i nostri prodotti?Un’etichetta per mostrare l’improntaParte da Legambiente la proposta di un’operazione per certificare livello e intensità dei consumi. L’adesione di Lancia per la nuova Delta Turbo Gpl e di Philips

ti che acquistano: curiosità o meno,

Tesco appone ai propri prodotti la

label e dice di essere soddisfatta di

questa operazione di marketing.

Strani questi inglesi: un giornalista,

Fred Pearce, si è messo ad analizza-

re addirittura la “provenienza” di

tutti i maggiori prodotti che utilizza

comunemente. Ne è nato un libro

che passa le 350 pagine (“Confes-

sioni di un eco peccatore”, Edizioni

Ambiente, euro 22) e che è la dimo-

strazione intellettuale di quanto or-

mai la globalizzazione dei prodotti

abbia un’impronta ecologica inso-

stenibile. Si sa, il “km zero” è un

buon punto di partenza per abbatte-

re l’inquinamento.

Ma anche i giapponesi non sono da

meno. E anzi fanno da loro. Dal-

l’aprile del 2009 circa 30 aziende tra

cui anche Matsushita hanno deciso

di presentare una propria etichetta

sempre sulla base dei calcoli studiati

dalla Carbon Trust.

E Legambiente che fa? Non vuole

essere da meno. Anzi, come dice il

vice direttore nazionale Andrea

Poggio: «Non aspettiamo il Gover-

no per partire con un’etichetta vo-

lontaria e rispondere a un’attenzione

verso l’ambiente che è in crescita an-

che in Italia». Ovviamente l’etichetta

è “Carbon trust oriented”.

Lancia ha già aderito all’operazione

apponendo sui depliant della nuova

Delta Turbo Gpl il Cigno di Legam-

biente e i calcoli di CO2 prodotti per

ogni km che la macchina produrrà

viaggiando. La lampadina a incande-

scenza Philips, invece, vanta un altro

primato: è stata la prima a essere

certificata dall’Istituto di ricerche

Ambiente Italia (organo preposto

al calcolo e alla etichettatura) con

l’Etichetta per il clima numero 001.

Quei 69 kg di CO2 equivalente emes-

si durante l’uso della lampadina fa

riflettere. Saperlo non sarà fonda-

mentale per la nostra sopravvivenza,

ma di sicuro ci impone di sprecare un

po’ meno e magari ci abituerà a non

gettare, se non a fine vita, gli ogget-

ti che usiamo tutti i giorni.

M.Cristina Ceresa

L’inglese Carbon Trust lascia l’improntasui prodotti esaminati dal puntodi vista della CO2 prodotta

Per approfondire l’argomento e le procedure per ottenere l’etichetta: www.viviconstile.org

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52

tecnologie&soluzioni 1-2/2010

Cosa si può fare con un softwa-

re 3D per la sostenibilità am-

bientale? Secondo Dassault Systè-

mes, azienda produttrice di softwa-

re Plm da poco attiva anche nel

campo cinematografico, si può fare

molto, sviluppando prodotti eco-

compatibili e sistemi per risparmia-

re energia. Vediamo in che modo.

Per esempio nel settore automobi-

listico, per il quale l’azienda france-

se ha studiato soluzioni in grado di

simulare i processi meccanici, flui-

do-dinamici e termo-dinamici di un

motore per supportare lo sviluppo

di equipaggiamenti che siano in

grado di reggere le sfide ambienta-

li legate a minori emissioni e consu-

mi. È il caso di Simulia, il program-

ma che studia attraverso simulazio-

ni tridimensionali l’aerodinamica e

le prestazioni di un veicolo testan-

do l’efficienza dei carburanti; e di

Delmia utilizzato per modulare il

consumo energetico associato ai

processi di costruzione dei motori.

La casa automobilistica Renault ha

già optato per l’uso di questi sof-

tware per la creazione di veicoli

elettrici e per la riduzione delle

emissioni nei modelli già esistenti.

Altro ambito è quello del packaging

e della produzione di manufatti con

materiali riciclabili: «Progettare pro-

dotti e imballaggi che minimizzino il

consumo di materie prime raggiun-

PROGRAMMAZIONE

Sostenibili già nell’embrione del softwareCosì nascono i prodotti eco-compatibiliDassault Systèmes offre tool per simulare i processi che testano il manufattonella fase di progettazione e consentono risparmi e riduzione di emissioni

gendo lo stesso livello di funzionali-

tà e la stessa resistenza strutturale è

una sfida di molte aziende» afferma

Bernard Charlés, presidente e Ceo

di Dassault Systèmes. L’azienda da-

nese Clip-Lok, produttrice di imbal-

laggi, ha scelto di utilizzare il sof-

tware Catia, per migliorare il design

delle sue scatole allo scopo di otti-

mizzare l’uso dello spazio del confe-

zionamento. Attraverso il tool è in-

fatti possibile confrontare in 3D la

Come rinnovare la centrale idroelettrica?La risposta da Catia, Enovia e Delmia

Hydro-Québec è una compagnia canadese che genera, trasporta e di-stribuisce praticamente tutta l’energia elettrica consumata nella provin-cia del Québec. Una percentuale del 96% della potenza generata deriva da centrali idroelettriche.La necessità dell’azienda canadese era quella di rinnovare la sua centra-le chiamata Manic-3, valutando anche i costi e i tempi che sarebbero serviti per portare a compimento il progetto. Attraverso i software Catia, Enovia e Delmia è stato condotto uno studio di fattibilità della stazione idroelettrica: la virtualizzazione della centrale ha dato la possibilità di rappresentare il complesso e i componenti sin-goli per simulare lo smantellamento, il trasporto e il riassemblaggio dei diversi equipaggiamenti all’interno dell’impianto. Con la soluzione 3D offerta da Dassault Systèmes, sono stati risparmiati 50 milioni di dollari canadesi grazie alla simulazione virtuale, ed è stata ridotta la tempistica necessaria per il progetto di circa 200 settimane.

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53

tecnologie&soluzioni 1-2/2010

taglia e la forma degli oggetti da

“contenere” per ridurre complessi-

vamente il volume di imballaggio e

trasporto.

Passiamo attraverso il mondo dei

rifiuti per trovare un’applicazione

pratica di un altro software svilup-

pato dall’azienda: si chiama Solid-

Works ed è stato studiato per dise-

gnare oggetti in tridimensionale

attraverso la simulazione e il design

meccanico. L’azienda BigBelly So-

lar, con sede in Massachusetts, ha

deciso di utilizzare questo program-

ma per costruire un punto di rac-

colta di rifiuti, in grado di compat-

tare la spazzatura attraverso l’ener-

gia solare: il risultato è un bidone

urbano dei rifiuti capace di conte-

nere cinque volte più spazzatura di

un cestino della stessa taglia.

I software Ds trovano applicazione

anche nel campo delle energie rin-

novabili: attraverso Simulia, l’azien-

da Energy Innovations ha studia-

to un metodo di produzione di

pannelli solari fotovoltaici ad alta

concentrazione che analizza il ren-

dimento secondo il rapporto costo-

beneficio e il tempo di ritorno del-

l’investimento.

Chiara Scalco

Le fasi di lavorazione in 3D

L’automobile è visualizzata in tridimensione

Il softwareper il fotovoltaicoLa tecnologia Termo Energia di Microsoftware, invece, è una procedura modulare per la progettazione di impianti fotovoltaici. Calcolando gli ombreggiamenti e gli ostacoli, il programma analizza la distribuzione della radiazione solare sulla superficie dei moduli, inserendo il profilo dell’orizzonte attraverso un input grafico. Il software prevede anche un’analisi economica dei costi e ricavi dell’impianto.

Un gasdotto con la tecnologia Gis

L’azienda Abb costruirà un gasdotto nel giacimento algerino di El Merk, utilizzando la tecnologia geospaziale di Intergraph: attraverso l’immagazzinamento dei dati in un sistema centralizzato di informazioni Gis, si provvederà alla progettazione delle centrali di raccolta del gas, dei collettori di distribuzione, della condotta principale e di flusso e degli impianti di reiniezione. Tutti i dati saranno immagazzinati nel database Oracle Spatial e il progetto sarà sup-portato dal modello Pipeline Open Data Standard (Pods). Queste tecnologie permetteranno un’accessibilità imme-diata ai dati per migliorare la produttività dei processi aziendali e assicurare il rispetto delle normative.

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rivista di cultura italiana del progettod’Architettura

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Informativa ex D.LGS. n. 196/03. Il Sole 24 ORE S.p.A. titolare del trattamento, tratta i dati personali liberamente conferiti per fornire i servizi indicati e, se lo desidera, per aggiornarLa su iniziative e offerte del gruppo. Potrà esercitare i diritti dell’art. 7, del D.LGS. n. 196/03 rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Responsabile del Coordinamento Commercia-le, presso Il Sole 24 ORE S.p.A. - Database Marketing V.le Monterosa, 91 - 20149 Milano. L’elenco completo e aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio Privacy, V.le Monterosa, 91, 20149 Milano. I dati potranno essere trattati da incari-cati preposti agli ordini, al marketing, all’amministrazio-ne, al servizio clienti e potranno essere comunicati alle Società del Gruppo per gli stessi fini della raccolta, a società esterne dell’ordine e per l’invio di materiale pro-mozionale ed agli istituti bancari. Consenso. Attraverso il conferimento del Suo indirizzo e-mail, del numero di telefax e/o di telefono (del tutto facoltativi) esprime il Suo specifico consenso all’utilizzo detti strumenti per l’invio di informazioni commerciali.

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INTERNETDirettamente dal sito:http://offerte.ilsole24ore.com/darchitettura

Servizio Clienti - Tel. 02 [email protected]

Rivista di cultura italiana e

del progetto, è uno strumento

che si occupa esclusivamente

e con attenzione della condi-

zione italiana con una finalità

che non vuol essere in alcun

modo corporativa. Esprime la

volontà degli architetti italia-

ni delle nuove generazioni di

dare alla disciplina e alla pra-

tica quella dignità e quell’in-

teresse che è riscontrabile

negli altri paesi. Lo scopo è

contribuire al rinnovamento

dell’architettura italiana con

la consapevolezza che que-

sto passi attraverso il dialogo

costante con il mondo della

produzione.

Il piano editoriale di

quest’anno prevede di affron-

tare alcuni temi al centro del

dibattito culturale italiano:

la sostenibilità nel numero

intitolato “L’inganno della sostenibilità”, l’interesse

che l’architettura italiana con

i suoi grandi studi suscita

all’estero nel numero “Spe-cifico italiano” e il tema dei

luoghi e delle architetture le-

gate alla memoria nel nume-

ro “Rammemorare”.

d’Architettura

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RK

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Mar

ketin

g

d'A_A4_def.indd 1 26-01-2009 15:44:18

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55

di Guido Plutino

OPERAZIONI DI MERCATO

La carica di energia alle attività M&aviene da Eni, Enel e Snam Rete Gas

In Italia dall’attività di merger & acqui-

sition arrivano timidi segni di risveglio.

È bene precisare subito che il dato è

solo un accenno e non una vera e pro-

pria inversione di tendenza: mettendo

a fuoco la situazione in Italia nei primi

nove mesi dell’anno (con l’aiuto di dati

raccolti da Kpmg Corporate Finan-

ce), ci si rende conto, infatti, che il 2009

si profila come un ulteriore annus orri-

bilis dopo la caduta registrata nel 2008.

Le operazioni di M&a sono in decisa

flessione anche rispetto al 2008 (127

nei primi mesi del 2009 contro le 341

dello stesso periodo del 2008). Per

quanto riguarda i controvalori in gioco

il 2009 registra nei primi nove mesi 30

miliardi contro i 42 complessivi del

2008. Secondo le previsioni di Kpmg,

il 2009 dovrebbe concludersi con un

giro d’affari intorno ai 40 miliardi di

euro. Dal paragone con l’anno d’oro

dell’attività di M&a - il 2007 - emerge

un quadro spietato: allora il volume

d’affari raggiunse, infatti, i 114 miliardi

di euro. Secondo gli esperti, la dimen-

sione fisiologica del mercato italiano

dovrebbe collocarsi tra i 90 e i 100 mi-

liardi di euro annui.

Il peso dell’energia nelle attività M&a di

quest’anno raggiunge il 75% del con-

trovalore e mai prima d’ora il settore

dell’energia è stato così preponderan-

te. Se si considerano le dieci maggiori

operazioni concluse tra gennaio e set-

tembre, ben otto sono state realizzate

nel settore energia, per un controvalore

vicino a 21,5 miliardi di euro (sui 30

complessivi, citati prima).

È un’altra conferma del fatto che la

grande crisi ha provocato effetti asim-

metrici e in questo caso è stata meno

severa. Ciò ha portato a un’estrema

concentrazione che, in Italia, risulta an-

cora più pronunciata perché tre sole

aziende hanno fatto la parte del leone:

i nomi sono quelli di Eni, Enel e Snam

Rete Gas. «I due driver alla base di que-

sto attivismo - precisano gli analisti di

Kpmg - sono stati il perfezionamento

delle operazioni transfrontaliere avviate

negli anni scorsi dai “big” italiani e i

processi di riassetto all’interno del com-

parto». Da notare subito che il quadro

internazionale risulta coerente con

quello italiano. Nonostante la recente

ripresa dei mercati finanziari, per l’m&a

la prima metà del 2009 è stata molto

debole. Complessivamente, i deal sono

stati 3.800 (-47,4% rispetto al primo

semestre 2008), con un valore totale di

705,7 miliardi di dollari (-43,6%). Il calo

è stato trasversale, ma risulta evidente

per i deal di medie dimensioni. «In que-

sto comparto - concludono gli analisti

- l’attività europea risulta particolar-

mente debole con decrementi del 70%

in numero e del 67,4% in valore rispet-

to ai primi sei mesi del 2008».

Le operazioni più importanti del 2009 per controvalore

Fonte: Kpmg Corporate Finance

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56

Stampa specializzata, Web e fie-

re. Nulla si crea e poco si inventa

se si devono diffondere con profes-

sionalità informazioni nel mondo

B2b legate al settore della tecnolo-

gia delle energie rinnovabili e delle

soluzioni per un ambiente ecocom-

patibile. In particolare, la complessi-

tà tecnologica e la necessità di un

aggiornamento continuo, da quan-

to emerge da questa ricerca qualita-

tiva di Simulation Intelligence, di-

mostrano come la stampa specializ-

zata sia il veicolo più efficace per

informare gli addetti ai lavori e i loro

potenziali clienti. Dalle interviste

emerge che la stampa specializzata

è più «mirata e credibile del Web»

ed è anche «essenziale per i profes-

sionisti». A competere fianco a fian-

co alle riviste specializzate fa capoli-

no anche il Web che avrebbe un

duplice vantaggio: arriva dovunque,

anche all’estero, ed è economico.

Unico neo: il forte svantaggio di non

evidenziare sufficientemente le ca-

ratteristiche peculiari e l’unicità del

prodotto. Molti comunque ritengo-

no che, con l’affinarsi delle tecnolo-

gie e dell’interattività, possa diven-

tare anche un medium adatto alla

negoziazione e alla vendita, oltre

che all’informazione.

Vis a vis e contatto diretto

Ad oggi, anche le fiere sono molto

importanti, perché in uno spazio

unico e in pochi giorni viene con-

densata tutta l’offerta di un intero

settore: un vantaggio notevole sia

per incontrare potenziali clienti

che per dare un’occhiata agli altri

produttori. Attenzione: in futuro

lo spazio delle fiere potrebbe esse-

re eroso dal Web. In particolare.

INDAGINE ESCLUSIVA DI SIMULATION INTELLIGENCE

Marketing è assistenza, qualità e ricercaStampa specializzata e Web i veicoliAddetti ai lavori e clienti si esprimono sulle principali leve di acquistoe vendita nei settori dell’energia rinnovabile tra opportunità e minacce

=

==

==

=

Produttori Clienti

Assistenza pre/post vendita 21%

18%

15%

Qualità del prodotto

Innovatività del prodotto

Organizzazione di vendita

Relazioni pubbliche

Formazione per i clienti

Pricing

Capillarità di distribuzione

Pubblicità

Promozioni

15%

10%

7%

5%

4%

3%

1%

Rinnovabili: che cosa non deve mai mancare?

Fonte: Simulation Intelligence, dicembre 2009

Nel suo settore quali sono le leve di marketing più importanti?

IL CLIENTE VUOLE ESSERE SEGUITO

Il settore delle energie rinnovabili non è ancora stato commodizzato per cui è fondamentale il servizio di pre e post vendita. Lo vogliono i clienti finali e sono ben consci i produttori. Tra i pareri raccolti da Simulation Intelligence emerge con forza questa consapevolezza che porta con sè la necessità di investire in prodotti di qualità; mostrando il livello di certificazione ottenuto e gli alti standard anche in termini di sicurezza sul lavoro e di impatto ambientale

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57

Produttori Clienti

Stampa specializzata

Web

Fiere

Passaparola amici/partner

Stampa generalista

Sponsor eventi/sport

TV

Formazione a scuola

RadioOra

In futuro

=

=

==

28%20%

14%

12%5%

7%2%2%

1%8%

1%1%

0%0%

15%

25%35%

22%

La comunicazione più efficace: stampa specializzata, Web e fiere

Fonte: Simulation Intelligence, dicembre 2009

Quali sono i mezzi di comunicazione più efficaci per mettere in contatto offerta e domanda di beni e servizi?

L’innovazione è... straniera

In generale c’è grande fermento ed

entusiasmo tra gli addetti ai lavori

per quanto riguarda le potenzialità

di business di questo settore. In

particolare, l’innovazione è consi-

derata come una importante op-

portunità, legata anche all’interna-

zionalizzazione, che permette di

importare (a volte, imitare) nuove

conoscenze e nuove tecnologie dai

Paesi più avanzati dal punto di vista

ambientale. Permette inoltre di

‘esportare’ le nostre conoscenze

nei Paesi in via di sviluppo attraver-

so progetti internazionali di coope-

razione.

Da segnalare il fatto rilevato dagli

analisti di Simulation Intelligence che

tra i clienti finali c’è un po’ meno en-

tusiasmo rispetto ai produttori.Ciò

potrebbe essere letto come il biso-

gno di capire come “muoversi”, co-

sa acquistare e a chi rivolgersi. Mo-

tivazioni che, ancora una volta, sot-

tolineano la necessità di tenere in-

formati i clienti finali, conquistando

in primis la loro fiducia.

Venendo, invece, alle aree di critici-

tà spicca lo scetticismo legato ai

=

=

Opportunità/Opportunità/MinacceMinacce

+76%+76%

+46%+46%

+35%+35%

+30%+30%

+22%+22%

=

Produttori Clienti

Innovazione tecnologica

minaccia non so opportunità

Internazionalizz.

Media

Opinione pubblica

Legislazione politica

6% 12% 82%

65%16%19%

18%

18% 33% 48%

26% 26% 48%

29% 53%

Luci e ombre secondo il sentiment degli addetti ai lavori

Fonte: Simulation Intelligence, dicembre 2009

Quali sono i fattori esterni che secondo lei rappresenteranno in futuro più un’opportunità o una minaccia?

VISIBILITÀ: LO RICHIEDE IL MERCATO

Secondo i pareri raccolti dagli analisti di Simulation Intelligence tra gli addetti ai lavori è chiara la consapevolezza che il Web attualmente fornisce solo una preliminare conoscenza. Comunque è un mezzo importante per essere “visti” e “valutati”. Le fiere rimangono ancora “delle belle vetrine per incontrare in pochi giorni i potenziali clienti”.

Il settore delle energie rinnovabili e delle soluzioni per l’ambiente dimostra insomma di prediligere ancora il “contatto diretto”.

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58

ruoli giocati dalla legislazione e dal-

la politica. Gli addetti ai lavori le

considerano una minaccia perché

sembrano essere sempre più com-

plicate, sempre più restrittive e co-

munque in ritardo rispetto agli altri

Paesi europei. Inoltre, come emer-

ge dall’indagine, le norme in Italia

sono farraginose e divergono da

Regione a Regione….

Del domani c’é certezza

La maggior parte dei produttori

considera le “alleanze nazionali

con imprese che svolgono attività

diverse, ma complementari” come

la più interessante tra le tra le pro-

spettive ipotizzate. In questo mo-

do, infatti, le aziende sono in grado

di condividere le spese e di fornire

un servizio completo. Si tratta co-

munque di un’ ipotesi già messa in

pratica da alcuni attraverso i con-

sorzi e le cooperative, due strategie

aziendali in forte diffusione. Al se-

condo posto la specializzazione in

settori produttivi specifici. Anche in

questo caso l’argomento trova

d’accordo sia le valutazioni dei pro-

duttori sia quelle dei clienti.

=

=

Produttori Clienti

Alleanze nazionali con imprese che svolgono attività diverse,

ma complementari

Alleanze internazionali con imprese che svolgono

la stessa attività

Specializzazionesu determinati territori

o tipologie di clienti

Specializzazione in settori produttivi specifici

40%

33%

9%

19%

Guardando al domani: quali gli aspetti su cui puntare?

Fonte: Simulation Intelligence, dicembre 2009

Quali sono le prospettive più interessanti per le imprese del settore e perché?

Dove, come e chi è stato “intervistato”La ricerca di cui proponiamo i risultati salienti, è stata realizzata da Simulation Intelligence attraverso interviste faccia a faccia con espositori e visitatori in occasione dell’edizione 2009 di Ecomondo, la rassegna svoltasi negli spazi della Fiera di Rimini. Il target primario è rappresentato dai produttori di beni e servizi del comparto “Ambiente ed ecosostenibilità”, espositori nell’ambito della rassegna. Le interviste hanno coinvolto 68 espositori appartenenti ai settori di ciclo del rifiuto e imballaggio; demolizioni trattamento e recupero di inerti; mercati dell’energia; tutela da rischi e danni ambientali; servizi per l’ambiente; ciclo dell’acqua, analisi e sistemi di controllo integrati; qualità dell’aria; bonifiche. Sono stati inoltre intervistati 30 visitatori/clienti ovvero professionisti del settore che ricoprono incarichi di consulenza, direzione e gestione di uffici tecnici. Queste funzioni spesso si associano anche alla ricerca e alla gestione dei fornitori.

La posta dei lettori di è a vostra disposizione

Scrivete pareri, inoltrate quesiti, prendete posizione: la redazione vi risponderà e pubblicherà le lettere più interessanti

nelle pagine dedicate

Via email: [email protected] Via posta: redazione Energia24, via Patecchio 2 - 20141 Milano

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59

Come si evolverà la domanda

mondiale di petrolio e quale

ruolo avranno i biocarburanti? Su

questi temi è intervenuto il presidente

dell’Unione Petrolifera, Pasquale

De Vita, durante un’audizione presso

la commissione Ambiente del Senato

che sta indagando sui problemi e le

opportunità delle fonti alternative.

Per quanto riguarda il primo punto,

De Vita ha spiegato che la domanda

dovrebbe crescere nuovamente nel

2010 fino a circa 86 milioni di barili

giornalieri (+1,4 milioni rispetto al

2009), rimanendo inferiore ai numeri

del 2007 di oltre 300mila barili gior-

nalieri. Il presidente ha poi aggiunto

che l’attuale prezzo del petrolio, in-

torno a 80 dollari, è “ragionevole e

adeguato”, anche se le previsioni per

i prossimi mesi e anni sono molto

complicate per l’interferenza delle

speculazioni finanziarie.

I costi occulti

dei combustibili verdi

Sui biocarburanti, invece, De Vita ha

mostrato molta cautela. Da un lato,

ha dichiarato che i petrolieri sono di-

sposti a impegnarsi in questo settore,

dall’altro ha ricordato che i combusti-

bili verdi perdono la partita anti in-

quinamento se confrontati con altri

sistemi per ridurre le emissioni di

CO2. Bisogna considerare i costi am-

bientali delle colture con scopi ener-

getici: consumo d’acqua, deforesta-

zione, perdita di fertilità del suolo,

competizione con le colture alimen-

tari. De Vita conferma il suo pessimi-

smo, citando le stime dell’Agenzia

internazionale dell’energia, se-

condo cui il biofuel potrà soddisfare

solo il 6% della domanda energetica

mondiale nel 2030. Il futuro sarà

quindi dominato costantemente dal-

le fonti fossili; secondo De Vita, è qui

che deve concentrarsi l’impegno del-

le compagnie, migliorando la qualità

dei carburanti e la tecnologia dei mo-

tori impiegati sui veicoli.

I produttori di biodiesel

contro la Finanziaria 2010

È corretto affermare che i costi com-

plessivi dei combustibili verdi, in certe

aree geografiche, salgono notevol-

mente per gli effetti economici e am-

bientali della loro produzione (come

il consumo energetico e relative emis-

sioni degli impianti). L’Unione euro-

pea, però, ha fissato una quota del

10% per i biocombustibili sui consu-

mi totali di carburante nel 2020. Qui

l’Italia sembra procedere come i

gamberi, a ritroso anziché in avanti,

perché la Finanziaria 2010 contiene

una proposta per ridurre drastica-

mente la quantità di biodiesel bene-

ficiaria dell’aliquota agevolata. Passe-

rebbe da 250mila a 18mila tonnella-

te, con un taglio superiore al 90%,

come denunciato dall’Unione pro-

duttori biodiesel.

Questo provvedimento avrebbe con-

seguenze nefaste sugli investimenti

già programmati dalle aziende italia-

ne del settore per il 2010 e sui livelli

occupazionali. La produzione nazio-

nale di biodiesel rischierebbe il bloc-

co, essendo già minacciata dalle im-

portazioni soprattutto argentine e

canadesi. L’associazione dei produt-

tori vorrebbe così che il Governo

mantenesse l’aliquota agevolata su

250mila tonnellate e aumentasse,

dal 3% al 4%, la quota obbligatoria

di biocombustibili immessa in com-

mercio nel nostro Paese, sul totale dei

carburanti consumati annualmente.

IL PRESIDENTE DELL’UP, PASQUALE DE VITA

Con motori e benzine di qualità resta il petrolio nel futuro prossimoDomanda in lieve crescita. Ancora troppo alti i costi indotti dai biocarburanti. Criticata la decisione di ridurre la quantità di biodiesel ad aliquota agevolata

.com

Pasquale De Vita

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60

Dicesi (impropriamente) estasi di

rispetto ambientale quando un

luogo sacro alla cultura, come può

essere un museo, raggiunge la con-

sapevolezza della propria impronta

ecologica tanto da correre ai ripari e

renderla tendente allo zero.

La cosa non è semplice, perché an-

che un museo inquina per massiccio

uso di corrente elettrica (ora poi che

per fortuna sembrano funzionare

anche le aperture notturne) e siste-

mi di riscaldamento o condizionato-

ri e purificatori dell’aria. In un’ottica

di impatto ambientale non sarebbe-

ro da escludere neppure gli sposta-

menti dei visitatori… Insomma, la

faccenda è complicata. C’è, però,

chi ricorre ai ripari dimostrando che

una buona gestione della macchina

museale parte proprio da questi

principi di gestione “alternativa”.

Ed è proprio alternativa, o Green,

l’energia che movimenta il moto

perpetuo che da qualche mese a

MUSEI DI MILANO

Il genio di Leonardo illumina l’Ambrosianae i fogli del codice brillano d’energia verdeL’accordo con Eon è il primo passo verso una gestione dei musei in un’ottica di minore impatto. Altri esempi al Poldi Pezzoli e nella Fabbrica del Duomo

questa parte illumina la biblioteca-

pinacoteca Ambrosiana di Milano:

300 visite al giorno contro le 30/40

di qualche anno fa.

Cosa è successo? È arrivato un ma-

nager, o meglio un uomo di econo-

mia e di studi aziendali che ha subito

fiutato le potenzialità (in primis la

più grande raccolta di fogli leonar-

deschi) e le ha messe in moto. Il suo

nome è Giorgio Ricchebuono che

sta pure studiando il modo per apri-

re, ospitata nei muri della biblioteca,

un’area relax caffè con vista su una

delle piazzette più belle di Milano.

C’è da sperare che si mangi biologi-

co, ma questo dipende dal catering

affidato a un gestore esterno.

Ed è sotto l’egida di Ricchebuono

che è avvenuto il sodalizio con Eon,

che fornisce da qualche mese a que-

sta parte energia verde al museo.

Non perché l’energia verde costi

meno, ma perché Eon si è fatta pa-

ladina di questa azione e la cavalca

Contro gli incendi e per il bel suonola cupola del nuovo Petruzzelli

L’incendio doloso che deva-stò il Teatro Petruzzelli di

Bari nella notte tra il 26 e il 27 ottobre del 1991 è ormai solo un brutto ricordo. Ci sono vo-luti, però,18 anni prima che lo storico teatro di Bari ria-prisse le porte ospitando la Turandot di Giacomo Puccini. Ottima acustica e materiali tecnologicamente avanzati sono stati utilizza-ti in tutta la fase di ricostruzione. L’imponente cupola, per esempio, è stata rivestita con una struttura progettata ad hoc per assicurare una pro-tezione idonea dal fuoco e la giusta correzione acustica della sala. Sulla struttura portante in legno è stata ancorata la speciale rete porta intonaco sulla quale sono stati applicati gli appositi intonaci antincendio. La finitu-ra è costituita da un particolare intonaco fonoassorbente studiato da Saint Gobain per correggere l’acustica dei grandi ambienti.

I saloni della biblioteca-pinacoteca Ambrosiana di Milano

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61

anche dal punto di vista del marke-

ting e della comunicazione. La bol-

letta elettrica mensile si aggira sui

15/16mila euro ed Eon ne garanti-

sce un prezzo fisso per 12 mesi.

Niente a che vedere con un vero e

proprio museo “Green”, come

quello costruito da Renzo Piano a

San Francisco in rispetto alle nuove

leggi della progettazione sostenibile

e alimentato con celle fotovoltaiche.

Tant’è: i musei italiani vantano sedi

illustri e antiche (quello ambrosiano

ha fondamenta che risalgono all’an-

no mille). Difficile è intervenire per

una gestione efficiente di energia e

calore. Ma qualcosa si muove. E si

scopre anche che più i servizi sono

sul Web (è il caso del museo milane-

se Poldi Pezzoli cui si deve una colla-

borazione con Ibm) più l’impatto è

“ammortizzato”.

Poi, c’è la voce illuminazione. Ne sa

qualcosa il Fai, che sta installando

presso le proprietà italiane aperte

al pubblico delle nuove lampadine

fluorescenti ecologiche perché rici-

clate dalla Wiva Group. La corsa

alla sostituzione delle lampadine

con Led più efficienti è iniziata a

tutto vantaggio di una economia di

scala efficiente. Philips e Osram

combattono a suon di buone azio-

ni l’illuminazione di mostre e galle-

rie d’arte.

Ultima in ordine di tempo una buo-

na azione ancora in suolo milanese

dove la Veneranda Fabbrica del

Duomo grazie a Philips ha riqualifi-

cato la Sala delle Colonne a tecno-

logia Led.

M.Cristina Ceresa

Il progetto prevede anche l’utilizzo di pannelli solari per riscaldare l’acqua a uso igienico-sanitario, un impianto fotovoltaico per la generazione di energia elettrica e l’utilizzo di una stufa per lo sfruttamento di biomassa

Museodel legno

Azzone (Bg)

Sui tetti delle cupole sono state installate 60mila celle fotovoltaiche, un sistema di ventilazione naturale e la copertura è stata realizzata con acciaio riciclato. È stato recuperato circa il 90% dei materiali della vecchia sede del museo, applicando criteri più rigorosi di isolamento ed efficienza energetica

California Academyof Science

San Francisco (Ca)

Soluzioni energetiche a pannelli fotovoltaiciMuseo dell’artee della tecnologia

Barcelona (Spagna)

La progettazione del sito museale è stata finalizzata al risparmio energetico, attraverso criteri di bioarchitettura e l’impiego di impianti a fonti rinnovabili

Museo vivente degli insetti

Padova

Installazione di un nuovo e innovativo sistema di illuminazione ad alta efficienza energetica. Nuovo progetto di climatizzazione/riscaldamento che ottimizzi il clima interno risparmiando energia

Hermitage Museum

San Pietroburgo (Russia)

Programma di finanziamento delle iniziative volte a migliorare l’efficienza energetica degli edifici

Associazionedei musei

New York

Sistema di illuminazione a Led ad alto risparmio energetico

Raja Dinkar Kelkar Museum

India

STRUTTURALOCALITÀ TIPO DI INTERVENTO

Città che vai, nuovo (ed efficiente) museo che trovi

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a cura di Laura Marinoni Marabelli

Novità in casa BTicino Legrand:

nel team, guidato dall’ammini-

stratore delegato Paolo Perino, vi

sono state quattro nomine: Alessan-

dro Salmoiraghi è il nuovo direttore

logistica, mentre Nicolas Idoux (nella

foto) è diventato il direttore ammini-

strazione, finanza e controllo, Danie-

le Dessi ha la posizione di direttore

delle risorse umane, Luigi Caricato,

è ora responsabile della comunicazio-

ne di BTicino e Andrea Lamieri ha

assunto la carica di direttore marke-

ting della divisione Edia - distribuzione

di energia e applicazioni industriali -

del Gruppo Legrand.

Mx Group, realtà lom-

barda attiva nel set-

tore fotovoltaico, specializ-

zata nella realizzazione di

sistemi per la produzione di

energia da fonte solare, ha

scelto un nuovo direttore

generale. Si tratta di Filippo

Levati, 39 anni, provenien-

te da Huawei Italia, dov’era

entrato nel 2006. Il mana-

ger aveva iniziato la propria

carriera proprio nel settore

dell’energia, lavorando per

Schlumberger Industries.

Si chiama Robert Sharp

il nuovo presidente Eu-

ropa di Emerson Process

Management, società che

opera nell’automazione di

processo nell’industria chi-

mica, petrolchimica, cartaria,

energia, acqua, metallurgi-

ca, alimentare e farmaceuti-

ca. Il manager, che lavorerà

nel quartier generale di Baar

in Svizzera, è entrato a far

parte del Gruppo nel 1996 e

ha via via ricoperto ruoli di

crescente responsabilità.

Quattro nuovi incarichi per i manager di BTicino

BTICINO

L’Europa compete a Bob Sharp

EMERSON

A Filippo Levati la direzione generale

MX GROUP

Pier Francesco Rimbotti

è diventato copresiden-

te per l’Europa, affiancando

Mark Woodall, del Ypo

Environmental Network, il

ramo del network di profes-

sionisti di tutto il mondo Young Presidents Association

(Ypo) dedicato ai temi ambientali. Rimbotti, presidente

di Infrastrutture, holding di aziende attive nello svilup-

po di progetti che utilizzano tecnologie innovative in am-

bito energetico, ricoprirà questa posizione per il triennio

2009-2011 e avrà la responsabilità della direzione strate-

gica e dello sviluppo delle attività del network legate ai

temi dell’energia pulita e dei cambiamenti climatici.

Rimbotti copresidente dell’associazione

Si amplia il management di Suntech, società interna-

zionale che produce pannelli fotovoltaici in silicio

cristallino, con quattro nuovi arrivi.

Per guidare il team europeo è stato chiamato David

Hogg (nella foto), con la qualifica di head Suntech Euro-

pa. A lui riporta direttamente Vedat Gurgeli, nella po-

sizione di vice president

of sales. Frank Weber

assume, invece, la carica

di direttore marketing,

mentre Carl von Braun,

proveniente da Cgs So-

lar, è il nuovo director

project finance.

David Hogg al timone della società

SUNTECH YPO ENVIRONMENTAL NETWORK

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a cura di Laura Marinoni Marabelli

MOSTRA CONVEGNO A TORTONA

Dal biometano alle installazioni solari l’agroenergia non conosce la parola scartoLa rassegna si propone di creare un vero e proprio distretto di un settore in espansione

Dal 3 al 5 marzo si terrà la terza

edizione della mostra conve-

gno Agroenergia a Tortona (Al),

presso il museo Orsi. Appuntamen-

to importante per le energie rinno-

vabili in agricoltura, la rassegna,

organizzata da EnergEtica Onlus,

prevede, come l’anno scorso, le

Assise del biogas, un punto di in-

contro creato con la collaborazione

del Consorzio italiano Biogas, per i

possessori e produttori di impianti

di digestione anaerobica per la ge-

nerazione di biogas: «In questo

ambito - spiega Piero Mattirolo,

consigliere delegato di EnergEtica

Onlus - dovremo parlare anche di

biometano. Siamo sul filo di lana

per partire col primo impianto che

immetterà metano in rete. Speria-

mo ci siano delle evoluzioni». No-

vità di quest’edizione è l’area bat-

tezzata Eco Design Expo, dedicata

all’energia fotovoltaica e alla do-

motica; saranno organizzati semi-

nari e incontri sulle tecnologie e le

pratiche di installazione solare.

In arrivo le proposte

per la filiera italiana

Altro evento da segnalare all’inter-

no della rassegna è un workshop di

indirizzo politico dal titolo “Una

politica per le agro energie”, che

ha l’obiettivo di riunire tutti gli

stakeholder del settore e gli inter-

locutori politici, per mettere a fuo-

co le strategie ed elaborare una

serie di proposte per la filiera

agroenergetica italiana. «Nel-

l’agroenergia tutto è collegato - ri-

corda Mattirolo -: quello che è bio-

massa di scarto da una parte può

essere materia prima dall’altra».

«Vorrei rimarcare la centralità del

progetto di EnergEtica - afferma

Federico Radice, direttore di

Agroenergia -: abbiamo voluto in-

dicare la parola “etica” con la E

maiuscola proprio per dimostrare

che l’iniziativa che portiamo avanti

ha molte speranze e il nostro com-

pito può essere importante. Vo-

gliamo che il nostro lavoro contri-

buisca alla creazione di un vero e

proprio distretto agroenergetico:

per questo abbiamo instaurato un

rapporto solido con il parco scien-

tifico di Rivalta Scrivia e con Tecno-

granda (Parco scientifico e tecnolo-

gico per l’agroindustria) di Cuneo.

La località scelta, Tortona, si sta di-

mostrando sempre più un anello di

congiunzione molto forte tra Pie-

monte e Lombardia».

Chiara Scalco

9-11 marzo A Dubai si parla di energia e ambienteÈ giunta alla nona edizione Wetex, la mostra specializzata che si tiene anche quest’anno a Dubai, dedicata alle fonti energetiche e alle tecnologie ambientali. La scorsa edizione, secondo i dati forniti dall’organizzatore, Wetex ha ospitato 450 espositori provenientida 23 Paesi diversi. Promossa dalla Dubai Electricity & Water Authority, la manifestazione è rappresentata in Italia da Seint. L’Istituto per il Commercio Estero coordinerà, come gli anni passati, la presenza italiana alla mostra.Per trovare maggiori dettagli e informazioni collegarsi all’indirizzo Internet italiano www.seint.com

20-23 maggio Il Festival dell’energia A Lecce torna il Festival dell’energia, giunto alla terza edizione: quattro giorni, organizzati da Aris, Assoelettrica e Federutility, dedicati a dibattiti, incontri, presentazione di libri e conferenze. Di rilievo, tra le molte iniziative, il Call for papers, un bando rivolto a Università, Fondazioni, Associazioni, Istituti di ricerca pubblici e privati (italiani e non), per la presentazione di progetti di ricerca e di innovazione tecnologica in ambito energetico. Il sito del festival è www.festivaldellenergia.it. Le proposte devono essere inviate entro il 15 marzo all’indirizzo [email protected]

Altri appuntamenti

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do, sia per la politica a sostegno di

fonti alternative di calore, che deter-

mina uno spostamento della risorsa

legno da un utilizzo industriale a un

utilizzo come risorsa energetica.

Assopannelli

L’impegno di Mtreper il parco eolicodi Urbania e Pibbico

Ospitare nel proprio Comune un par-

co eolico rappresenta una grande

opportunità ambientale ed economi-

ca. L’impianto, infatti, contribuirà allo

sviluppo della comunità producendo

solo energia pulita. Parco eolico che

può essere realizzato attraverso l’in-

tervento della società Mtre, la quale,

oltre alle compensazioni ambientali

previste, effettuerà interventi volon-

tari indirizzati a iniziative comuni con

le Amministrazioni coinvolte, rivolti al

risparmio energetico e all’educazione

e formazione ambientale. Non solo

benefici rivolti alle amministrazioni

locali e alle sue popolazioni, ma an-

che un volano per le imprese locali.

Nelle fasi di costruzione dell’impianto

e di esercizio verranno impiegati ma-

nodopera e competenze del posto.

Gli investimenti previsti si aggirano

intorno ai 100 milioni di euro. A parte

la realizzazione delle pale e delle tur-

bine, per le forniture e i lavori da ap-

paltare sul posto, connessi alla realiz-

zazione della centrale eolica, Mtre si

impegna a porre in essere, nei piani di

committenza, misure a favore della

piccola e media industria, per consen-

tire, in concreto, la partecipazione

dell’imprenditoria locale. Questo ov-

viamente per i lavori le cui entità e

caratteristiche tecniche siano compa-

Scrivete a [email protected]

Tariffe da abbassareper raggiungerela Total grid parity

Riportiamo il parere di Gianni Chia-

netta, presidente di Assosolare, sul

raggiungimento della grid parity en-

tro il prossimo decennio

Questo obiettivo è ancora più reali-

stico se, come è corretto, si parla di

Total grid parity che come Associa-

zione abbiamo stimato pari a circa

15 centesimi/KWh, per cui il costo

del fotovoltaico dovrà confrontarsi

con: 1) il costo medio di produzione

elettrica da fonte tradizionale; 2) il

sovracosto di produzione nelle ore

diurne di maggior carico, il costo di

distribuzione; 3) il costo dell’inquina-

mento delle fonti tradizionali. Un

nuovo conto energia che possa ga-

rantire la continuità nella crescita del

mercato nei cinque anni successivi al

2011, spingerà un ulteriore graduale

decremento dei costi di impianto già

con la tecnologia esistente, ma so-

prattutto potrà giustificare gli inve-

stimenti delle aziende nella nuova

tecnologia. Sarà quest’ultima che

potrà farci fare il salto dei costi per

arrivare alla grid parity nel quin-

quiennio ancora successivo. È per

questo che come Assosolare soste-

niamo un abbassamento della tariffa

più graduale nei prossimi cinque an-

ni e poi, il salto della tariffa, quando

la nuova tecnologia sarà pronta per

prendere il posto di quella attuale.

Un obiettivo intermedio rispetto alla

grid parity, raggiungibile anche con

la tecnologia tradizionale, è la “re-

newables grid parity”, ossia l’allinea-

mento del costi del fotovoltaico con

quelli delle altre rinnovabili, per cui

sarà possibile incentivare il fotovol-

taico con i certificati verdi oggi a 18

centesimi/KWh. I dieci anni per la re-

newables grid parity e per la grid

parity, è un percorso e una sfida che

sarà quanto più raggiungibile quan-

to più sarà condivisa con tutti gli

stakeholder del fotovoltaico e in pri-

mis con il Governo.

Gianni Chianetta

presidente Assosolare

Sos dai produttoridi pannelli: scarseggiail legno da riciclo

Pubblichiamo la posizione di Asso-

pannelli, che richiama l’attenzione

sulla situazione di difficoltà in cui ver-

sa il settore del legno da riciclo

La flessione dei consumi che ha inve-

stito i mercati internazionali e princi-

palmente l’Europa minaccia anche la

disponibilità di legno da riciclo e,

quindi, l’industria dei produttori di

pannelli. In particolare, il calo dei

consumi di quei prodotti, come i mo-

bili, destinati a fine utilizzo al riciclo,

viene stimato tra il 25% e il 30% dal

2007 a oggi. Ciò determina una cre-

scente scarsità del legno da riciclo,

materia prima che sta alla base della

produzione di pannelli truciolari. Le

aziende del settore si trovano in que-

sto modo nella difficoltà di rispettare

i contratti di fornitura e di soddisfare

la domanda di pannelli, con l’inne-

scarsi di un circolo vizioso che si riper-

cuote sull’andamento dei consumi

delle famiglie. A ciò si aggiunga an-

che la domanda del legno a uso ri-

scaldamento, in questi mesi in cresci-

ta sia per l’arrivo anticipato del fred-

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tibili con la relativa specializzazione e

capacità imprenditoriale locale, e

sempre mantenendo le misure di cui

sopra in linea con la normativa nazio-

nale e comunitaria. Anche per le

commesse assegnate ad aziende

operanti a livello nazionale, Mtre

provvederà a richiedere a tali aziende,

nei limiti consentiti dalla normativa

nazionale e comunitaria e del rappor-

to contrattuale in essere, l’impegno a

interpellare e privilegiare, in caso di

subappalto e a parità di condizioni

tecniche ed economiche, le piccole e

medie imprese locali, consentendo il

concreto coinvolgimento dell’im-

prenditoria locale del posto.

Sisto Merolla

membro del Cda di Mtre

Meccanica in crisiLa Tremonti terè da prolungare

I dati del comparto della meccanica

presentati oggi riassumono la situa-

zione di un anno di recessione che ha

sconvolto l’economia mondiale. Gli

effetti di questa crisi si faranno senti-

re ancora a lungo, ma un cauto recu-

pero dell’attività industriale ci fa spe-

rare in una possibile ripresa a medio

termine. Per tornare ai livelli pre-crisi

dovremo attendere almeno il 2012.

Oltre alla crisi dobbiamo fronteggia-

re la concorrenza dei Paesi emergen-

ti che si sta rafforzando e nel con-

tempo noi abbiamo assoluta neces-

sità di espandere i nostri orizzonti

proprio verso quei mercati. Per que-

sto nel 2009 abbiamo siglato nuovi

protocolli d’intesa con le analoghe

associazioni della meccanica brasilia-

na e russa. Abbiamo bisogno di svi-

luppare rapporti di collaborazione

stretti e continui con questi mercati

ma, per farlo, dobbiamo presentarci

forti di un bagaglio tecnologico rin-

novato in grado di mantenere eleva-

to il tasso di valore aggiunto della

meccanica Made in Italy. In questo

senso, l’unica via per uscire dalla crisi

è sostenere gli investimenti in ricerca

e innovazione.

Il Governo sta facendo molto per aiu-

tare le imprese. La Tremonti Ter è un

buon inizio, ma per produrre effetti

sui nostri settori è fondamentale pro-

lungarla di almeno un anno. Occor-

rono numerosi mesi di lavoro per

produrre macchinari e impianti indu-

striali, dobbiamo passare dalle misu-

re d’emergenza anticrisi a iniziative

strutturali per supportare la ripresa in

modo da sfruttare il vantaggio com-

petitivo di una meccanica Made in

Italy che ha subito la crisi in misura

minore rispetto alla media degli altri

Paesi europei, i quali hanno ridotto

la produzione 2009 del 20% [fonte

dati: Orgalime].

Sandro Bonomi

presidente di Anima

Va ritiratoquell’emendamento alla Finanziaria

Anev, Aper, Federpern, Fiper,

Greenpeace Italia, Ises Italia, Itabia,

Kyoto Club e Legambiente, rappre-

sentanti del settore dell’industria del-

l’energia rinnovabile e dell’ambiente,

hanno sottoscritto un documento

congiunto che esprime la loro netta

contrarietà all’emendamento di fon-

te governativa alla Finanziaria per il

2010, nel quale si utilizzano le dispo-

sizioni ivi contenute per far cessare

gli effetti del provvedimento Cip n.

6/92, al fine di ripristinare il dettato

normativo della Direttiva 2009/28/Ce

per veicolare drastici interventi con-

tro lo sviluppo delle rinnovabili.

Le suddette Associazioni ritengono

che tali emendamenti, anche a causa

della loro estemporaneità, debbano

essere ritirati, dato che la loro appro-

vazione provocherebbe innanzitutto

una forte confusione nel mercato, tra

gli operatori e negli investitori, a cau-

sa del repentino ennesimo mutamen-

to delle regole del gioco in corsa. Ta-

li emendamenti, inoltre, provoche-

rebbero la crisi di un settore, quello

della produzione di energia da fonte

rinnovabile, attualmente in grande

sviluppo, oltre tutto anticiclico e con

notevoli prospettive economico-oc-

cupazionali (almeno 250mila addetti

diretti e indiretti al 2020), e impedi-

rebbero all’Italia di mantenere gli im-

pegni per il raggiungimento degli

obiettivi vincolanti al 2020 (17% dei

consumi finali di energia coperti da

fonti rinnovabili), definiti in sede eu-

ropea nel pacchetto Energia-Clima,

con la grave conseguenza di dover

sostenere elevate penalità finanziarie

a causa del mancato raggiungimento

del target. In questo contesto si inse-

risce l’invito al Governo ad avere un

atteggiamento coerente, in materia

di strategia delle politiche energetiche

nazionali, con quanto più volte di-

chiarato da mesi nelle varie sedi istitu-

zionali, sostenendo con continuità e

concretezza lo sviluppo dell’efficienza

energetica e la promozione delle fon-

ti rinnovabili per contribuire al riequi-

librio del mix energetico nazionale,

che deve migrare verso un’economia

a bassa intensità di carbonio.

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9Ren - 9

A Abb - 53 Acquedotto Pugliese - 9 Afelio - 29, 30 Agenzia internazionale dell’energia - 12, 45, 59 Agroenergia - 63 Ama - 50 Ambiente Italia - 51 Amici della Terra - 43 Anev - 36, 65 Anie-Gifi - 25 Anima - 65 Ansaldo Energia - 31 Aper - 25, 31, 65 Archimede Solar - 37 Arendi - 33 Associazione ingegneri ambiente e territorio - 12 Assoesco - 13 Assopannelli - 64 Assosolare - 26, 64 Atmos - 33

B Banca europea per gli investimenti - 27 Bennet - 19 BigBelly Solar - 53 Bls - 35 Bsi - 51

Bticino - 62

C Capgemini - 13 Carbon Trust - 51 Cem Ambiente - 31 Centro Studi Volta - 30 Chloride - 20 Clip-Lok - 52 Comuni Virtuosi - 27, 30 Conai - 50 Confartigianato - 35 Confindustria - 25 Consorzio italiano Biogas - 63 Cpl Concordia - 9

D Dassault Systèmes - 52Defra - 51

E E3G - 40 Ecofys - 40 Ecomondo - 58 Edison - 20 Emerson Process Management - 62 Enea - 37, 39, 41, 43 Enel - 55 Enel Green Power - 9 EnergEtica Onlus - 63 Energy Innovations - 53

Enerpoint - 33 Enerqos - 33 Eni - 55 Eon Italia - 1, 60 Erse - 33 Esco Italia - 31 Esselunga - 19

European Environmental Agency - 46

F Fabbrica del Duomo - 60 Federpern - 65 Festival dell’energia - 63 Fidimprese - 9 Fiper - 36, 65 Fire - 20

Fondo monetario internazionale - 47

G Gas Natural - 17 Geothermal International - 31 Germanwatch - 40 Gme - 13 Greenpeace Italia - 65 Gruppo Airon - 9 Gruppo Cremonini - 15

Gruppo Veolia - 48

H Habitech - 29, 30 HeliosPower - 9 Heracom - 20

Hydro-Québec - 52

I Ibm - 14, 61 Icgeb - 35 Infrastrutture - 62 Innowatio - 17 IntercentEr - 20 Intergraph - 53 Ises Italia - 65

Itabia - 65

K Kpmg Corporate Finance - 55Kyoto Club - 65

L Lancia - 51Legambiente - 29, 30, 36, 51, 65

M Matsushita - 51 Microsoftware - 53 Mtre - 64 Museo Poldi Pezzoli - 60 Mwh - 13

Mx Group - 33, 62

N Nestlé - 14

O Oecd - 47 Omniasolar - 33 Opde - 36

Osram - 61

P Pam - 19 Parco tecnologico di Trieste - 34 Philips - 51, 61 Pinacoteca Ambrosiana - 60

Politecnico di Milano - 32, 37

R Ravano Green Power - 29, 31 Regione Lombardia - 27 Regione Marche - 27 Regione Piemonte - 27, 36 Regione Toscana - 27 Regione Valle d’Aosta - 27 Renault - 14, 52

Romagna Energia - 27, 31

S Saint Gobain - 60 Schneider Electric - 13 Siemens - 37 Simulation Intelligence - 56 Snam Rete Gas - 55 Solarcell - 33 Solarday - 33 Solarex - 33 Solel - 37 St Microelectronics - 14 Sun Power - 9 SunRay Renewable Energy - 9 Suntech - 62

Sviluppo Marche - 29, 30

T Teatro Petruzzelli - 60 Tenaris Dalmine - 17 TerritOrio - 25

Tesco - 51

U Unione Petrolifera - 59 Università Bocconi - 48 Università di Ferrara - 30

Università di Padova - 12

V Vodafone - 15

W Wärtsilä Italia Power Plants - 15 Wetex - 63 Winvent - 19 Wiva Group - 61

Wwf - 40

Y Yousave - 17 Youtrade - 17 Ypo Environmental Network - 62

Ne abbiamo parlato a pagina:

Anno III - Gennaio/Febbraio 2010 - n.20-21via G. Patecchio 2 - 20141 Milano

tel. 02/[email protected]

Direttore responsabile Mattia [email protected]

In RedazioneVicedirettore M. Cristina Ceresa

[email protected]

Segreteria Laura Marinoni [email protected]

Progetto grafico a cura diClaudio Codazzi

[email protected]

Hanno collaboratoLuciano Canova, Pier Luigi Cara,

Camilla Galli Macricè, Guido Plutino, Luca Re,Chiara Scalco, Nadia Tadioli, Luciana Sympa,

GianLuigi Torchiani

Publisher Massimo Cassani

Chief sales executive Riccardo Arlati

Responsabile marketing Divisione Building Marzia Freri

Stampa Faenza Industrie Grafiche (RA)

Reg. Trib. Mi - n. 221 del 08-04-2008Rivista mensile una copia 5,00

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Presidente: Eraldo MinellaAmministratore Delegato: Antonio Greco

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Iscrizione al registro degli Operatoridi Comunicazione (RC) n° 6357 del 10/12/2001

24

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Egl - 4Eon Energia - 104HM International Deutsche Messe - 6Mce Reed Exhibitions Italia - 22Istituto per il Credito Sportivo - 24

Ravano Green Power - 8Solar Green Technology - III di cop. Mitsubishi Electric - 28Turbinenbau Troyer - 16Weg Italia - IV di cop.

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