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Germania · 2018-06-01 · La Germania post-bellica come «storia di successo» •de-nazificazione...

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Germania La repubblica del Cancelliere
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Germania

La repubblica del Cancelliere

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Il contesto della democratizzazione

Statualità tardiva rispetto a Francia o Regno Unito,come anche democrazia e industrializzazione

1871-1918 Monarchia costituzionale autoritaria

1919-1933 Repubblica di Weimar

1933-1945 Regime nazista / Führerstaat

1945 Occupazione alleata

1945-1955 Sorveglianza internazionale

Democrazia «protetta»: «paese sconfitto, occupato e diviso, a sovranità limitata, situato lungo la linea di demarcazione» della Guerra fredda:

Repubblica Federale Tedesca («Germania Ovest», DBR)

vs. Repubblica Democratica Tedesca («Germania Est», o DDR)

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La Germania post-bellica come «storia di successo»

• de-nazificazione e Piano Marshall (US’s European Recovery Program, 1948)

• ripresa e straordinario successo economico

• stabilità politica e di governo

• consolidamento della democrazia e adesione dell’opinione pubblica ai valori

democratici (anni ’60)

• ruolo guida nell’integrazione europea

• crollo del Muro di Berlino (1989) e riunificazione (3 ottobre 1990): non

fusione, ma estensione delle strutture politiche e legali della Rft alla Rdt

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L’assetto istituzionale: le scelte costituenti

1949 Legge Fondamentale (Grundgesetz, GG):

da un Consiglio Parlamentare (rappresentanti degli 11 Länder occidentali) investito del potere costituente dagli alleati

una «non» costituzione, in attesa della riunificazione

«clausola di eternità» (art. 79 GG): diritti fondamentali su dignità umana e diritti umani, e principi della struttura dello stato (repubblica, democrazia, stato federale, stato di diritto, stato sociale) non revisionabili fino a sostituzione in toto della GG

la «lezione di Weimar» (proporzionalismo puro, poteri capo dello stato, esecutivo debole, legame esecutivo-parlamento, ecc.)

• tra maggioritario (predominio esecutivo su legislativo) e consensuale (cultura politica, coalizioni, federalismo, banca centrale indipendente, ecc.)

• federalismo cooperativo

• parlamentarismo razionalizzato

• regolamentazione dei partiti

• costituzione rigida e Corte costituzionale attiva

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Una Corte Costituzionale Federale attiva

Garante e custode della Costituzione, inclusi i rapporti tra Bund e Länder

1952-56 dichiara fuori legge i partiti anti-sistema: «Partito socialista del Reich» (Srp, neonazista) e «Partito comunista tedesco» (Kpd)

1961 impedisce al Cancelliere Konrad Adenauer la creazione di una Tv pubblica federale perché in contrasto con la competenza esclusiva dei Länder sulla cultura

1993 dichiara il Trattato di Maastricht (UE) non in contrasto con la Legge Fondamentale

Revisione costituzionale:

• ca. 60 revisioni per relativa semplicità della procedura (bastano 2/3 Bundestag + 2/3 Bundesrat)

• ma all’unificazione modificata solo lista dei Länder e abrogato art. 23 sulla futura adesione altre parti della Germania

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Ruolo riconosciuto e regolato dei partiti: Parteienstaat

Legge Fondamentale (Art. 21)

• I partiti concorrono alla formazione della volontà politica del popolo. La loro fondazione è libera. Il loro ordinamento interno deve essere conforme ai princìpi fondamentali della democrazia. […]

• I partiti che, per le loro finalità o per il comportamento dei loro aderenti, si prefiggono di attentare all'ordinamento costituzionale democratico e liberale, o di sovvertirlo, o di mettere in pericolo l’esistenza della Repubblica federale di Germania sono incostituzionali. Sulla questione di incostituzionalità decide il Tribunale costituzionale federale.

Legge sui partiti (Art. 1)

• I partiti sono una componente costituzionalmente necessaria dell'ordinamento liberal-democratico. Con la loro libera e continua collaborazione alla formazione della volontà politica del popolo essi adempiono ad un compito pubblico assegnato loro dalla Legge Fondamentale e da essa garantito.

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Un sistema partitico di pluralismo moderato• sistema partitico: 1949-57 frammentato, 1957-1983 «a tre partiti rilevanti», 1983-2013 bipolarismo

(due blocchi ciascuno con partner maggiore e partner minore), 2017- nuova frammentazione

• evoluzione cleavages: 1980s post-materialismo e *2010s società aperta/chiusa e movimenti di protesta

• volatilità elettorale in crescita (2013 picco 15,8% voti a partiti che restano senza seggi, 2017 entrano nel Bundestag e si riduce % voti non rappresentati)

• de-allineamento, ma per ora crisi limitata dei partiti tradizionali

Cdu/Csu – Unione Cristiano-Democratica & Unione Cristiano-Sociale

Spd – Partito Social Democratico

FdP – Partito Liberale

Grüne (o Die Grünen) – Verdi, dal 1980

Pds, poi Die Linke – Sinistra, rispettivamente dal 1990 e dal 2007

Piratenpartei – libertari/anti-establishment, dal 2005

AfD (Alternativa per la Germania) – Populisti anti-europeisti, dal 2013

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Fonte: Vassallo (2016:171)

% voti complessivi CDU/CSU + SPD

…1969 88,8 %1972 90,7 %1976 91,2 %1980 87,4 %

media = 89.5 %

…2005 69,4 %2009 56,8 %2013 67,2 %2017 53,4 %

media = 61.7 %

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Sistema elettorale «proporzionale personalizzato»

Bundestag (Dieta Federale): 598+ (dal 2002), eletti ogni 4 anni

• 299 seggi in collegi uninominali con formula plurality

• 299 seggi da proporzionale (PR) con liste chiuse in circoscrizioni plurinominali che coincidono con i 16 Länder

• soglia legale di sbarramento al 5% (oppure tre seggi uninominali)

• nel 2013 fuori dal Bundestag anche la FDP (che ha vinto un solo collegio uninominale dal 1949), rientrati 2017

• due voti distinti (Erststimme e Zweitstimme), ma «dipendenti» / «a correzione totale» (≠ Giappone)

• il totale dei seggi viene ripartito tra le liste secondo la formula del quoziente naturale

• i seggi del PR di lista compensano i risultati dei collegi uninominali

a) seggi eccedenti: se un partito prende nei collegi uninominali più seggi di quanti gliene spettano su base

proporzionale, li mantiene, e aumenta di conseguenza il numero complessivo dei componenti del Bundestag

b) seggi di riequilibrio (dal 2013) per garantire nuovamente la proporzionalità tenendo conto dei seggi eccedenti

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La logica del sistema tedesco (I)

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(o eccedenti)

La logica del sistema tedesco (III)

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Due voti

% seats

34,7--21,613,311,39,79,40

Fonte: electionresources.org

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Elezioni 2017 – mappa dei risultati per collegio (Federal Returning Officer)

Disaffezione verso i partiti tradizionali e delusione dell’elettorato dei Länder orientali

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Elezioni 2017

Nota: % CDU e CSU separate

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Fonte: Handelsblatt, 27 sett. 2017

Possibili coalizioni: tra «Jamaica» e «Kenya»

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Solo 8 Bundeskanzler:tra alternanze e Große Koalitionen

Logica bipolare, ma cultura politica consensuale

1949-62 | Adenauer [Cdu/Csu ; Fdp ; Altri]

1962-66 | Erhard [Cdu/Csu ; Fdp]

1966-69 | Kiesinger [Cdu/Csu ; Spd] 1a «grande coalizione»

1969-72 | Brandt [Spd ; Fdp]

1974-82 | Schmidt [Spd ; Fdp]

1982-98 | Kohl [Cdu/Csu ; Fdp]

1998-05 | Schröder [Spd ; Verdi]

2005-09 | Merkel [Cdu/Csu ; Spd]

2009-13 | Merkel [Cdu/Csu ; Fdp]

2013-17 | Merkel [Cdu/Csu ; Spd]

2018- | Merkel [Cdu/Csu ; Spd]Fonte: Washington Post, 2017

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Fonte: Vassallo (2016:176)

2018 Merkel IVEletta con 364 voti su 692 votanti

Composizione: Cdu/Csu + SpdEntrata in carica: 14 marzo 2018Formazione: 171 gg.Durata: ?Base parlamentare: 56,3%

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«Democrazia del cancelliere» e governi di coalizione

Il Cancelliere è il leader del partito maggiore

• designato dal PdR, è eletto dal Bundestag a maggioranza assoluta, senza dibattito e a scrutinio segreto

• se non eletto, nuovo voto interno al Bundestag (no PdR) a maggioranza assoluta oppure, dopo 14 gg., a maggioranza relativa

• il primo partito esprime anche il Presidente del Bundestag

Governi di coalizione

• dal 1949 tutti governi di coalizione (cf. FDP vs. UK’s LibDem): mai un partito ha avuto maggioranza legislativa

• «democrazia negoziale»: negoziati per dettagliati accordi post-elettorali (e.g. Koalitionsvertrag 2018)

• verifiche collegiali sull’attuazione degli indirizzi di governo

• ripartizione proporzionale degli incarichi di governo, spesso premiante per partner minore (e.g. nel 2018 alla SPD 6 ministeri: Finanze, Esteri, Lavoro/Affari Sociali, Giustizia, Famiglia, Ambiente)

Cancelliere e governo hanno predominio sull’iniziativa legislativa, con disciplina di voto dei gruppi parlamentari (Fraktionen)

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La stabilità di governo: condizioni e i meccanismi

• scarsa frammentazione del sistema partitico (per sistema elettorale e esclusione estremisti)

• investitura elettorale di fatto e poi elezione personale del Cancelliere

• passati inutilmente 14 giorni dal primo tentativo, il PdR può consentire l’entrata in carica di un Cancelliere a maggioranza relativa oppure sciogliere il Bundestag

• elettorato favorevole al Cancelliere: Kanzlerbonus come «plusvalore politico-elettorale che deriva dal fatto di essere già al potere»

• sfiducia costruttiva (e suo uso strategico)

• richiede simultanea elezione a maggioranza assoluta di un nuovo Cancelliere

• solo due volte: 1972 (Willy Brandt sopravvive) e 1982 (Helmut Schmidt sostituito)

• scioglimento anticipato semi-discrezionale da parte del Cancelliere (formalmente al PdR):

• precondizione: questione di fiducia respinta oppure fallimento sfiducia costruttiva

• uso strategico (questione di fiducia persa deliberatamente): 1972 Brandt, 1983 Kohl, 2005 Schröder

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Bicameralismo federalee parlamentarismo razionalizzato

• «il parlamento tedesco figura tra le assemblee più produttive ed efficienti d’Europa»

Bundestag

• iniziativa legislativa dominata da Cancelliere e governo

• potere d’agenda ad un influente Ufficio di Presidenza

• disciplina di voto dei gruppi parlamentari (Fraktionen)

• 23 forti Commissioni permanenti per divisione del lavoro: • disegni di legge poi spesso approvati in plenaria senza modifiche• controllo dell’attività di governo

• compromessi nelle Commissioni e larghe maggioranze in Aula

• selezione della classe parlamentare sulla base di competenza ed esperienza

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Bundesrat (Consiglio Federale):formazione e poteri

• 69 seggi: da 3 a 6 per ciascuno dei 16 governi dei Länder (‘stati’), guidati dallo stesso «presidente-ministro»

• mandato imperativo e voto unitario: votano tutti ma «in blocco» (astensione se coalizione in disaccordo)

• tra le seconde camere più potenti, con maggioranza spesso politicamente diversa da Bundestag

• sede della concertazione alla base del «federalismo cooperativo»

• non esprime la fiducia al Cancelliere

• processo legislativo:

a) veto sospensivo su una legge approvata dal Bundestag: superabile dal Bundestag con un nuovo voto a maggioranza assoluta (o maggioranza dei 2/3, se il Bundesrat contrario con 2/3)

b) co-decisione (i.e. veto non superabile dal Bundestag) su leggi che hanno implicazioni sostanziali per i Länder

• controversie risolte da Commissione di Mediazione bicamerale; oppure ove necessario da Corte Costituzionale

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Bundesrat: composizione attuale • per decenni dominato da due blocchi: CDU/CSU vs. SPD

• attualmente 13 diverse coalizioni nei 16 Länder: record di combinazioni di voto possibili nel Bundesrat

69 seggi totali(maggioranza: 35)

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Fonte: Bundesrat, 22 mag. 2018

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Il federalismo cooperativo1949 una «costituzione dei Länder»: da tradizione/storia tedesca + alleati per evitare concentrazione poteri

• 16 Länder (incluse 3 città-stato Amburgo, Berlino e Brema) con proprie Costituzioni, seppur vincolate a principi stato di diritto, democrazia e repubblicani

• governi parlamentari, con variazioni rilevanti nei poteri «ministro-presidente», nomina/revoca ministri, modalità sfiducia, scioglimento anticipato, ecc.

• competenze residue ai Länder (i.e. se non esplicitamente al Bund)

• federale esclusiva: esteri, difesa, cittadinanza federale, moneta

• concorrente (diritto civile e penale, assistenza sociale, ambiente, ecc.): intervento federale in base a principio di sussidiarietà (i.e. quando Land inefficace o pregiudizievole)

• finanziarie: i Länder decidono solo su alcune limitate imposte locali, ma sono responsabili per 2/3 spesa pubblica

• implementazione delle leggi federali ai Länder: di fatto amministrano sulla base di leggi federali, che contribuiscono ad approvare attraverso il Bundesrat – è il cuore del federalismo cooperativo

• meno del 20% dei dipendenti pubblici lavora per il governo federale

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La riforma costituzionale del 2006

Riordina la ripartizione delle competenze tra Bund e Länder

i. abolita la legislazione-quadro federale, con cui in passato il governo federale aveva esteso

il suo intervento

ii. ridotta la legislazione che richiede approvazione del Bundesrat (da ca. 60% a 40-50% del totale)

iii. diritto di deroga: Länder possono legiferare in deroga alla legislazione federale in alcune materie concorrenti → verso un federalismo più competitivo?

Materie suddivise per competenze da Legge Fondamentale:

• federale esclusiva (elenco art. 73) difesa, esteri, cittadinanza/immigrazione, commercio estero, telecomunicazioni/trasporti nazionali

• concorrente: giustizia, welfare, istruzione, sanità, industria, relazioni industriali, agricoltura

• i Länder possono legiferare su tutte le materie (residue) non espressamente elencate

• in caso di divergenza, prevale la legislazione federale (art. 31, Legge Fondamentale)

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Governance decentrata e modello dell’economia sociale di mercato

Il «modello Germania» • ampia accettazione/fiducia di sistema che combina libero mercato e welfare robusto

(con ampia partecipazione/cogestione/diritti lavoratori)

• conflittualità regolata e concertazione per il compromesso (neocorporativismo): sindacati e associazioni datoriali e industriali (distinte) + istituzioni locali para-pubbliche di autogoverno (es. Camere di commercio, Università)

• integrazione tra imprese e banche, protezione dei campioni nazionali, export/surplus commerciale

• indipendenza dalla Bundesbank, con severa politica monetaria anti-inflazionistica

1990s: riforme per problemi di sostenibilità economica dopo la riunificazione

1998-2003 Schröder: riforme strutturali pro-mercato e Agenda 2010 (Legge Hartz IV con misure di flexicurity) come base del rilancio

2005-(2010) Merkel: modernizzazione politiche sociali

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Una potenza semi-egemonica

1950s integrazione europea come meccanismo di contenimento e tutela di interessi nazionali

1989-1990 scambio geopolitico tra riunificazione e «europeizzazione del marco» (parziale cessione di sovranità monetaria)

quasi-egemonia tedesca sull’Europa: disciplina di bilancio, indipendenza BCE, orientamento anti-inflazionistico

2009- crisi dell’eurozona: da «potenza civile» a paese-guida con nuova assertività

Potenza civile

• tre precetti post-1945: «mai più», «mai da soli», «la politica prima della forza»

• multilateralismo, cooperazione, diritto internazionale

Fino a quando? con quali conseguenze?


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