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Guerra e salute Pirous Fateh Moghadam Medico di Sanità Pubblica, Osservatorio Epidemiologico, APSS...

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Guerra e salute Pirous Fateh Moghadam Medico di Sanità Pubblica, Osservatorio Epidemiologico, APSS Trento Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG)
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Guerra e salute

Pirous Fateh Moghadam

Medico di Sanità Pubblica, Osservatorio Epidemiologico, APSS Trento

Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG)

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CenturyAnnual Deaths population (mil)

Annual deaths/pop

17th 9.500 500 19,0

18th 15.000 800 18,8

19th 13.000 1.200 10,8

20th 458.000 2.500 183,2

Estimated average annual military deaths in wars, worldwide, by century:

Garfield RM, Neugut AI, The Human Conseguences of War”, Oxford, 1997

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Number of armed conflicts by level, 1946-2000

Addattata da: Gleditsch NP. et al., Armed conflict 1946-2000: a new dataset

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Paul Klee “Angelus Novus”

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SALUTE:

“Completo benessere fisico,

psichico e sociale”

Fattori ambientali Fattori individuali

Predisposizione genetica

Caratteristiche individuali

Stili di vita

Ambiente naturale

Ambiente di vita e di lavoro

Sistema economico

Sistema politico

Cultura

Sistema giuridico

Sistema sanitario

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Guerra e salute

• “War is the most serious threat to public health. Public Health professionals can do much to prevent war and its health consequences. Preventing war and its consequences should be in the curricula of schools of public health, on the agendas of public health organizations, and in the practice of public health professionals. Activities by public health professionals to prevent war and its health consequences are, in our view, an essential part of our professional obligations”

Barry S.Levy and Victor Sidel, War and Public Health, Oxford University Press, 1997

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Guerra e salute

la prevenzione delle perdite umane per guerra compito degli operatori sanitari al pari della prevenzione

delle malattie e di altre cause di morte

Impegno e studio del medico

Aspetti generali della guerra

Aspetti professionali specifici

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Natura della guerra moderna

• Non è espressione di aggressioni innate, ma una costruzione economica e sociale;

• Strategia bersagli “militari” comprendono ambiente, infrastrutture civili;

• Schiacciante superiorità dell’attaccante;

• Proporzione morti civili/militari: continuo aumento.

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Civilian deaths as a percentage of all deaths in selected twentieth century wars

14

6775

90

01020304050

60708090100

WWI WWII 80's 90's

• Da: Ahlstram C., Casualties of conflict: Report for the protection of victims of war, Uppsala University, Sweden

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Danni alla popolazione civile sempre maggiori provocati da:

• Intensità ed estensione delle guerre

• Armi utilizzate

• Bombardamenti di industrie chimiche, serbatoi di petrolio, ecc.

• Distruzione di infrastrutture

Danni diretti ed indiretti

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Armi utilizzate: alcuni esempi

• Uranio Impoverito;

• Bombe a grappolo o a frammentazione;

• Mine anti-uomo

• Bombe incendiarie (al fosforo, MK-77);

• Bombe “convenzionali” tipo Blu-118 e Moab

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Uranio impoverito

• Caratteristiche e modalità d’uso

• Primo utilizzo: Golfo 1991

• La sindrome del Golfo

• Le condizioni di salute della popolazione irachena

• L’uso nei Balcani

• Commissione Mandelli

• Rapporti UNEP

• Il decreto legge 22 ottobre 2002

• Iraq 2003

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Bombardamento di industrie chimiche

• Bombardamento dello stabilimento petrolchimico di Pancevo in Jugoslavia:

Nube sulla città con almeno 36 sostanze tossiche (CVM e diossina compresi)

• No giustificazione strategico-militare:

uso deliberato di armi chimiche contro la popolazione civile.

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Distruzione di infrastrutture: approvvigionamento idrico e

smaltimento dei liquami

• Iraq pre-’91: 100% centri urbani e 72% zone rurali acqua potabile

• Mancanza energia + bombardamenti impianti 5% della quantità pre-guerra

• Reflui di Baghdad Tigri colera, tifo

• Strategia mirata (documenti DIA)

• Embargo su pezzi di ricambio e farmaci

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Bern Protocolls I and II of 1977 additional to the Geneva Conventions of 1947

• “… prohibit belligerents from rendering unavailable any objects that are indispensable to the survival of the civilian population, including foodstuffs, agricultural areas, livestock, and drinking water installations”

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“Essa [la guerra moderna] ha per sua natura la funzione di distruggere – senza proporzioni, senza discriminazione e senza misura - la vita, i beni e i diritti di (migliaia o centinaia di migliaia di) esseri umani, prescindendo da una considerazione dei loro comportamenti responsabili. Paradossalmente, dal punto di vista delle sue conseguenze distruttive la guerra moderna non è dunque facilmente distinguibile dal terrorismo internazionale, se per terrorismo si intende un uso della forza che colpisce persone innocenti e che per questo diffonde il panico. (Danilo Zolo)

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La minaccia atomica

• Ogni guerra moderna implica il rischio dell’impiego di armi nucleari;

• Potenze atomiche e terrorismo;• IPPNW: eliminare armi nucleare, una

richiesta di sanità pubblica;• USA: rifiuta Ctbt, abbandona il Abm, spende

5,3 mlrdi $ per ricerca, sviluppo, produzione e sperimentazione di armi nucleari.

• L’uomo moderno:un utopista alla rovescia.

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La guerra giusta e la giustizia in tempo di guerra

• Obiezione: “d’accordo, la guerra fa male alla salute (complimenti, che scoperta!), ma può essere un mezzo necessario per raggiungere un fine nobile! E pertanto il ruolo del medico è semmai quello di mitigare le sue conseguenze e non di opporvisi.”

È lecita la distinzione tra mezzi e fini?Se sì, quale rapporto tra mezzi e fini?

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“Esistono alcune azioni, che sono talmente ripugnanti o indegni, che il saggio non le compierebbe mai, neppure si trattasse di salvare la propria patria”

Cicerone, De officiis, I, XLV, 159

Cicerone su mezzi e fini

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Ius ad bellum: S.Agostino

• Iusta causa (far cessare un’ingiustizia)(con chiara definizione di motivi e obiettivi)

• Intentio recta (esclude annessioni di territori o vantaggi materiali)

• Auctoritas (la guerra deve essere dichiarata da un istituzione che ne ha diritto)

• Requisiti minori:– Guerra ultima ratio– La proporzionalità rispetto all’obiettivo della guerra– Rispetto dello ius in bello

Augustinus, De Civitate Dei, libro 19,7

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Ius in bello: Le convenzioni di Ginevra

• I civili non devono costituire bersagli in azioni militari

• Le azioni militari devono essere nettamente distinti da azioni umanitarie

• Standard che stabiliscono – le condizioni della resa– la detenzione– il trattamento dei prigionieri

• La scelta delle armi deve essere tale da permettere una netta distinzione tra combattenti e non

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Caratteristiche delle guerre moderne in generale

• mancanza di limiti, • l’impossibilità di discriminare tra obiettivi

militari e civili, • la sempre possibile evoluzione in guerra

atomica,

sono incompatibili con i requisiti fondamentali sia dello ius ad bellum sia dello ius in bello.

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Non solo in tempo di guerra …

• Smaltimento di armi obsolete• Consumo di spazio distruzione dell’ambiente

– Anni ’40: battaglione di 600 uomini: 16km2

– Oggi: 320 km2 (20 volte di più)– Aereo WWII: raggio di 9 km– Oggi: 75 km

• “Incidenti”• Spreco energetico:

– un F16 consuma in un’ora 3.400 litri di carburante = consumo di un automobilista USA in un’anno

– Il consumo energetico militare (in pace) USA in un anno = trasporto pubblico di tutte le città USA per 14 anni

• Lavoratori nell’industria bellica

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Il caso Iraq

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La guerra del Golfo 1990-1991

• scaricati 80.000 tonnelate di bombe sull’Iraq, • soltanto il 4% delle bombe utilizzate era di tipo

“intelligente”. • il 20% delle bombe “intelligenti” hanno mancato

completamente il loro bersaglio. • Complessivamente il 75% delle bombe scaricate

sull’Iraq hanno mancato il bersaglio

• Morti dirette immediate:• Circa 400 soldati della coalizione guidata dagli

USA e circa 500 feriti.• 50.000 a 120.000 morti militari iracheni.• circa 3.500 - 15.000 morti tra la popolazione civile

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• I bombardamenti angloamericani riprendono nel 1992 (no-fly-zone)

• aumentano di intensità a partire da 1998– NYT (‘99): “… i piloti americani ed inglesi hanno lanciato più di 1100

missili contro 359 obiettivi in Iraq, circa i due terzi delle missioni che i

piloti della NATO hanno condotto sulla Yugoslavia.”

• Nel 2002: oltre 60 raid con bombardamenti

Iraq 1992-2003

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La guerra del Golfo del 2003/04 Effetti diretti

• Inizia il 20.3.2003 e viene dichiarata conclusa il 1.5.2003

• Ca. 580 morti i soldati della coalizione anti-Saddam (il 70% nel “dopo-guerra”, aggiornato al 1.1.2004);

• Secondo associazione britannica Medact:– da 13.000 a 45.000 soldati iracheni morti – vittime tra la popolazione civile irachena:

• 5.708 - 7.356 dal 20.3 al 1.5.2003• 2.049 – 2.209 dal 2.5 al 20.10.03

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• Secondo i ricercatori del Project on Defense Alternatives (Cambride):

• 20.700 attacchi aerei, 29.000 bombe, circa 15.000 morti

• Rispetto al ’91:– Rapporto tra vittime civili/militari raddoppia– Uso di missili “inteligenti” passa dal 4% al 58%

La guerra del Golfo del 2003/04 Effetti diretti

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Il ruolo degli operatori sanitari nella prevenzione della guerra

• Sorveglianza e documentazione degli effetti sanitari della guerra e dei suoi fattori causali;

• Educazione sanitaria sugli effetti della guerra;• Impegno politico (advocating policies) e sostegno

di azioni di prevenzione delle guerre;• Impegno diretto nell’organizzazione di azioni di

prevenzione di guerre e delle sue conseguenze.

Fonte: Barry S.Levy and Victor Sidel, war and Public Health, Oxford University Press, 1997

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I tre livelli di prevenzione

• Prevenzione primaria: prevenire lo scoppio di guerre o fermare una guerra cominciata;

• Prevenzione secondaria: prevenire e ridurre al minimo le conseguenze su salute ed ambiente di una guerra in atto;

• Prevenzione terziaria: trattamento delle conseguenze della guerra.

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Medici contro la guerra: alcuni esempi

• John A. Ryle, regius Professor at the University of Cambride in the late ’30s:

“It is everywhere a recognized and humane principle that prevention should be preferred to cure. By withholding service from the Armed Forces before and during war, by declining to examine and inoculate recruits, by refusing sanitary advice and the training and command of ambulances and hospitals, the doctors could so cripple the efficiency of the staff and aggravate the difficulties of campaign and so damage the morale of the troops that war would become unthinkable”

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Howard Levy,dermatologo, 1967

• Rifiuta di insegnare al personale militare impegnato in Vietnam le nozioni di base delle cure dermatologiche.

• “he must not only act ethically himself, but also anticipate that those to whom he teaches medicine will act ethically as well”

• Condannato a tre anni di “hard labour” in un carcere militare

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Appello di oltre 300 studenti di medicina e giovani medici durante la guerra del Vietnam

“In the name of freedom the US is waging an unjustifiable war in Viet Nam and is causing incaculable suffering. It is the goal of the medical profession to prevent and relieve human suffering. My effort to pursue this goal is meaningless in the context of the war. Therefore I refuse to serve in the Armed Forces in Viet Nam.”

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Jolanda Huet-Vaughn, US-Army medical service, 1991

• “I am refusing orders to be an accomplice in what I consider an immoral, inhumane, and uncostitutional act, namely an offensive military mobilization in the Middle East. My oath as an citizen-soldier to defend the Constitution, my oath as a physician to preserve human life and prevent disease, and my responsibility as a human being to the preservation of this planet, would be violated if I cooperate.”

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APHA, 24.11.2001(50.000 operatori sanitari iscritti)

• Appello contro la guerra in Afghanistan: “Giustizia e sicurezza, non vendetta”

• Impegno per riforma della politica estera USA dando priorità alla cooperazione internazionale per ridurre povertà, ingiustizia sociale, fame e malattie

• colpire i responsabili dell’attacco terroristico, ma non scendendo allo stesso piano dei terroristi usando la violenza in maniera indiscriminata.

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London School of HygieneMedici italiani contro la guerra, 2003

Lettera aperta a Blair/Berlusconi

• “E’ indubbio che la guerra sia un problema di salute pubblica. In qualità di medici abbiamo non soltanto il dovere di prenderci cura delle vittime della violenza e dei conflitti armati, ma anche di cercare di prevenirli”.


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