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“Ho messo tutto il mio cuore e la mia anima in Oliver ... “Ho messo tutto il mio cuore e la mia...

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Oliver Twist Fagin Bill Sikes Nancy Dodger Mr Brownlow Mrs Bedwin Mr Bumble Mrs Corney Mr Sowerberry Mrs Sowerberry Mr Grimwig Bet Rose Maylie Dr Losberne Sally Agnes Fleming Noah Claypole Charley Bates Monks Dottore del ricovero per i poveri Camerieri di casa Maylie Libraio Giudice Guardie del tribunale Cancelliere del tribunale Poliziotto Membri del Comitato orfanotrofio Abitanti di Londra Venditori Ragazzi dell’orfanotrofio Ragazzi di Fagin Narratore
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Page 1: “Ho messo tutto il mio cuore e la mia anima in Oliver ... “Ho messo tutto il mio cuore e la mia anima in Oliver Twist” scrisse Charles Dickens nel 1836, e con il suo romanzo

Oliver Twist Fagin

Bill Sikes Nancy

Dodger Mr Brownlow

Mrs Bedwin Mr Bumble

Mrs Corney Mr Sowerberry

Mrs Sowerberry Mr Grimwig

Bet Rose Maylie

Dr Losberne Sally

Agnes Fleming Noah Claypole

Charley Bates Monks

Dottore del ricovero per i poveri Camerieri di casa Maylie

Libraio Giudice

Guardie del tribunale Cancelliere del tribunale

Poliziotto Membri del Comitato orfanotrofio

Abitanti di Londra Venditori Ragazzi dell’orfanotrofio Ragazzi di Fagin

Narratore

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“Ho messo tutto il mio cuore e la mia anima in Oliver Twist” scrisse Charles Dickens nel 1836, e con il suo romanzo il grande scrittore inglese ha veramente creato il personaggio indimenticabile di un povero orfano che nella Londra della prima metà dell’Ottocento, una città piena di povertà e ingiustizie sociali e brulicante di straccioni e profittatori, diventa la vittima inconsapevole di una banda di ladri e si trova coinvolto in una serie di vicende ora patetiche, ora drammatiche, ora umoristiche e comiche. Oliver è però un ragazzo sveglio e coraggioso e riesce quindi a superare prove durissime senza essere contaminato dalla cattiveria che lo circonda, e mantenendo anzi un animo sempre innocente ed onesto. Diventa così, con le parole di Dickens, il testimone del “principio del Bene che sopravvive ad ogni circostanza avversa e alla fine trionfa”. Il musical “Oliver!”, con musica e parole di Lionel Bart, fu rappresentato per la prima volta a Londra nel 1960, riscuotendo un enorme successo, e analogo, grande successo ebbe anche la prima produzione a New York, nei teatri di Broadway, nel 1964. Nel 1968 il regista Carol Reed ne realizzò una famosa versione cinematografica, e nel corso del tempo molte altre produzioni teatrali sono state allestite in altre città del mondo, fino alla attuale e nuova produzione, già molto apprezzata, che ha preso il via a Londra nel gennaio 2009 presso il Theatre Royal in Drury Lane.

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ATTO PRIMO (Scena prima: in una stanza del ricovero per i poveri)

NARRATORE: (musica di sottofondo) Fra i pubblici edifici di una certa città, che per molte ragioni considero prudente non menzionare, ce ne è uno che un tempo era comune nella maggior parte delle città, grandi o piccole, e cioè il ricovero per i poveri; e in questo ricovero nacque, in un giorno che non mi scomodo di dire perché, almeno per ora, non è di nessuna importanza, il pezzetto di umanità che dà il nome a questa storia. Per molto tempo dopo che era stato introdotto in questo mondo di dolore e sofferenze dal medico della parrocchia, molto si dubitò se il bambino sarebbe arrivato a portare un nome qualsiasi, nel qual caso è più che probabile che queste memorie non sarebbero mai state raccontate o, tutt’al più, ridotte ad un paio di pagine, avrebbero avuto il merito di essere la più concisa e fedele biografia che esista al mondo. Fu molto difficile indurlo ad assumersi il compito di respirare – una consuetudine fastidiosa, ma necessaria per la nostra esistenza. Per un po’ di tempo rimase steso ad ansimare su un piccolo materasso, più di là che di qua, con la bilancia decisamente a favore dell’altro mondo. E se, durante questo breve periodo, Oliver fosse stato circondato da nonne prudenti, zie ansiose, infermiere esperte e dottori di profonda sapienza, sarebbe stato senza dubbio subito ammazzato. Ma non essendo presenti altri che una povera, vecchia donna, resa un po’ confusa da una insolita razione di birra, e un medico che faceva questo lavoro per contratto, Oliver e la Natura dibatterono tra di loro la questione, e così dopo qualche sforzo Oliver respirò e starnutì, con gli strilli più acuti che si potevano aspettare da un maschietto che solo da tre minuti e un quarto era venuto in possesso di quell’utile accessorio, la voce. (mentre si sentono strilli di bambino, la luce si accende sulla scena di una misera camera da letto.Una donna si alza debolmente sul cuscino) AGNES FLEMING: Lasciatemi vedere il bambino, e poi morire. MEDICO DEL RICOVERO: (chinandosi su di lei) Ma non dovete parlare di morire, ora. SALLY: (rimettendo velocemente in tasca una bottiglia di vetro verde il cui contenuto stava gustando in un angolo della stanza con evidente soddisfazione) Che Dio la benedica, no! Quando sarà vecchia come me e avrà avuto tredici figli come me, penserà come è bello essere madre! (la donna nel letto scuote la testa, tende le mani verso il bambino e il medico glielo pone sopra; la donna lo bacia, si passa una mano sul viso, ricade sul cuscino e spira) MEDICO DEL RICOVERO: E’ finita, Sally. SALLY: Oh, poverina, è così! (raccogliendo velocemente la bottiglia che era caduta sul cuscino mentre si chinava a prendere il bambino) MEDICO DEL RICOVERO: (mentre si rimette i guanti e il cappello) Non c’è bisogno che mi mandate a chiamare se il bambino strilla. E’ probabile che sarà un po’ fastidioso. Caso mai

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dategli un po’ di pappina d’avena. (mentre si avvia verso l’uscita si avvicina al letto) Era una bella ragazza; da dove veniva? SALLY: L’hanno portata ieri sera. L’avevano trovata stesa in terra, sulla strada. Aveva camminato molto, perché le scarpe erano a pezzi, ma da dove venisse o dove stesse andando, nessuno lo sa. MEDICO DEL RICOVERO: (sollevando la mano sinistra della donna nel letto e scuotendo la testa) La solita storia, nessun anello. Buona notte. (buio, la luce si riaccende sul narratore)

(Scena seconda: nel refettorio del ricovero per i poveri)

NARRATORE: (musica di sottofondo) La vecchia Sally, dato un altro sorso dalla bottiglia, sedette per procedere a vestire il bambino. Potenza di un vestito! Avvolto nella coperta Oliver avrebbe potuto essere il figlio di un nobile o di un mendicante, ma ora, indossato il vestitino di cotone ingiallito, era etichettato per quello che era – l’orfano del ricovero per i poveri, un umile servetto affamato, disprezzato da tutti e da nessuno amato. Oliver strillava forte, e se avesse saputo che era un orfano affidato alle buone grazie degli amministratori del ricovero, forse avrebbe urlato ancora più forte! (breve pausa, ancora musica) Il nono compleanno di Oliver lo trovò pallido e magro e piccolo di statura, ma la natura gli aveva dato uno spirito vigoroso, e proprio questo, forse, gli permise di giungere al nono compleanno. I membri del Comitato che amministrava il ricovero erano filosofi saggi e profondi e avevano stabilito la regola che i poveri avessero l’alternativa (no, non obbligavano nessuno!) di morire di fame lentamente nel ricovero, o rapidamente fuori. Fecero quindi un contratto con l’acquedotto per una fornitura illimitata di acqua, con un negoziante di grani per piccole quantità periodiche di farina d’avena, e concessero tre pasti di pappa liquida al giorno, con una cipolla due volte alla settimana e mezzo panino la domenica. (la scena si illumina sui ragazzi seduti a tavola che compiono le azioni di seguito descritte dal narratore, mentre Mr Bumble, Mrs Corney e i membri del comitato confabulano in un angolo) All’ora dei pasti non c’era mai bisogno di lavare le scodelle perché i ragazzi le pulivano a fondo con i cucchiai finchè non splendevano di nuovo, e poi restavano a fissare il pentolone con occhi così desiderosi che sembravano divorare anche quello, mentre si leccavano assidui le dita sperando di trovarvi ancora qualche occasionale schizzo di pappa. Sempre più affamati, i ragazzi tennero consiglio e tirarono a sorte chi dovesse affrontare Mr Bumble per chiedere più cibo, e toccò ad Oliver. RAGAZZI: Fin da quando siamo qui noi mangiamo tutti i dì Sempre un solo sporco intru-glio! Ci sentiamo male se ripensiamo a cosa c’è nell’orribile miscu-glio! Sa di caucciù, ma corretto al grisù, e fra un po’ trangugiarlo si dovrà, Ma nessuno vietar ci potrà di sognar e col nostro pensiero volare…

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Su, sempre più su! Tra grasse frittate, arrosti e ragù OLIVER: Con carne e patate! RAGAZZI: col pepe e con il purè! OLIVER: Che indigestione! RAGAZZI: li serve col il patè Che passione! Su, sempre più su In mezzo ai tegami Salsicce e rolle’ Prosciutti e salami! Pasticci con i bignè e saint-honorè. Lassù, Sempre più su, Sempre più su, Vieni anche tu. Su, sempre più su! Tra sgombri arrostiti Biscotti e frufrù Gelati e canditi!!! Potermi ingrassare un po’ Che sogni son questi! Cantare e sentirsi un pò In-di-gesti! Su, sempre più su! Tra polli e tacchini. Assaggia anche tu Bistecca e involtini Immagina ciò che vuoi e vieni lassù Lassù, sempre più su, sempre più su. Vieni anche tu Su, sempre più su! Tra salse e crostini

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Il tiramisù! Poi torte e budini. Dai siedi anche tu con noi ci basta sognare Ingozzati fino a che puoi scop-pia-re! Su, sempre più su! il mondo è più bello dai prendi anche tu forchetta e coltello Poi sogna anche tu con noi E vieni lassù Lassù, Sempre più su, Sempre più su, Mangia anche tu, Che vuoi di più, OLIVER: Vieni anche tu. RAGAZZI: Sempre più su!!! MR. BUMBLE: Per tutto il cibo che hai devi dire al tuo Signore….grazie. RAGAZZI: Amen! OLIVER: (parlato) Per favore, signore, ne vorrei ancora un pò. MR. BUMBLE: (parlato) Che cosa?! OLIVER: (parlato) Per favore, signore, ne vorrei ancora... un pò. MR. BUMBLE: (parlato) Ancora un pò!? MRS CORNEY: Corri! MR. BUMBLE: Forza! MRS CORNEY: Corri! MR. BUMBLE: Presto!

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MRS CORNEY: Stai attento Non farlo scappare MR BUMBLE: Hey! La punizione ora verrà Ma vorrei sapere Quale nome ha? RAGAZZI: (sussurrando) O-li-ver. MRS CORNEY E MR BUMBLE: Oliver! Oliver! MR BUMBLE: Un ragazzino peggiore non c’è! MR BUMBLE E MRS CORNEY: Oliver! Oliver! MR BUMBLE: Ora vedrai che faremo di te. C’è una stanza scura piccola come un cunicolo Finirai laggiù, perché tu qui dentro sei l’unico discolo. MR BUMBLE E MRS CORNEY: Oliver! Oliver! MR BUMBLE: Di mascalzoni ne ho visti perciò posso dirti che tu sei il peggiore, MR BUMBLE E MRS CORNEY: O-li-ver! Oliver! Oliver! MR BUMBLE: Ai superiori rapporto farò MR BUMBLE E MRS CORNEY: Oliver! Oliver! MRS CORNEY: La punizione per te già ce l’ho. MR BUMBLE:

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C’è una stanza buia piccola come un cunicolo Finirai laggiù, perché tu qui dentro sei l’unico discolo. TUTTI: Oliver! Oliver! MR BUMBLE: Cosa farà il direttore di te? Credo proprio che scampo non c’è ormai per... TUTTI: O-li-ver! MRS CORNEY: (parlato) Rinchiudetelo! Raccogliete la sua roba e poi riportatelo da me quando avete fatto. E voi, tutti a letto! (i ragazzi scappano via, buio in scena, la luce poi si riaccende sul narratore) NARRATORE: (musica di sottofondo) Per una settimana dopo l’empio crimine commesso, Oliver rimase in prigione nella stanza scura e solitaria assegnatagli dalla saggia pietà del Comitato. E non pensate che gli fossero negati il beneficio dell’esercizio fisico e il piacere della compagnia. Essendo un bel tempo freddo, gli fu concesso di lavarsi al mattino sotto la pompa, nel cortile e in presenza di Mr Bumble, che gli impediva di prendere il raffreddore riscaldandogli il sangue con ripetute applicazioni del suo bastone. Ogni sera, poi, veniva portato nello stanzone dove i ragazzi mangiavano per ascoltarvi una preghiera collettiva in cui i ragazzi chiedevano di essere buoni, obbedienti e contenti e di stare lontani dai peccati e dai vizi di Oliver Twist. (mentre parla queste scene vengono mimate) (pausa e musica) Passata un’altra settimana il Comitato decise che Oliver era disponibile e che a chiunque volesse occuparsi di lui sarebbero state date cinque sterline. MR BUMBLE: A chi lo vorrà, lo venderò. Solo sei sterline Sei o giù di lì. A chi lo vorrà, lo svenderò... Solo sei sterline. Ci rimetterò. E’ un bel bambino che non mangia niente, è serio, calmo, pieno di bontà... A chi lo vorrà,

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lo venderò. Anzi lo regalo. A voi. A voi…

(Scena terza: davanti alla bottega di Mr Sowerberry) NARRATORE: (musica di sottofondo) C’era anche un’altra alternativa. Nelle grandi famiglie, quando non è possibile trovare un buon posto per un giovane, è usanza mandarlo per mare. Il Comitato, quindi, si consultò sull’opportunità di imbarcare Oliver su qualche piccola nave mercantile diretta ad un porto malsano. E così Mr Bumble fu inviato con Oliver a fare ricerche di qualche capitano che volesse un mozzo senza famiglia. Lungo la strada, passando davanti alla bottega di Mr Sowerberry, l’impresario di pompe funebri…… MR SOWERBERRY: Buon giorno, caro Bumble. (si stringono la mano, anche la moglie è presente) Ho preso le misure alle due donne morte stanotte. (offre a Bumble il tabacco da una piccola tabacchiera a forma di bara) MR BUMBLE: Farete fortuna, Sowerberry. Farete fortuna. (picchiando in modo amichevole sulla spalla dell’impresario con il bastone da passeggio) MR SOWERBERRY: Dite davvero? I prezzi concessi dal Comitato sono molto ridotti. MR BUMBLE: E anche le bare. (ridono insieme, e anche la moglie ride, mentre Oliver guarda in alternanza i due uomini, con la faccia attonita per le parole che sente e spaventato dalla faccia arcigna di Mrs Sowerberry) MR SOWERBERRY: Veramente, Bumble, ammetto che da quando al ricovero è stato introdotto il nuovo sistema di alimentazione le bare sono un po’ più strette e basse di prima…..ma devo avere un po’ di profitto! E poi, sono sempre i grassi che se vanno per primi! Quelli che stanno benino, e per anni hanno pagato le tasse, sono i primi ad indebolirsi quando vengono al ricovero, e dieci centimetri più del calcolato fanno un bel buco nel guadagno! (i due uomini sospirano insieme, e anche Mrs Sowerberry) MR BUMBLE: A proposito, conoscete qualcuno a cui serva un ragazzino? (spinge avanti Oliver) Un ospite del ricovero, un peso morto! A condizioni generose, Mr Sowerberry, a condizioni generose…..Cinque sterline! (battendo il bastone per terra cinque volte) MR SOWERBERRY: Effettivamente, a me serve un ragazzo.... MR BUMBLE: E’ quel che fa per me, Di meglio non ce n’è, mentre segue un funerale con lo sguardo fisso e spettrale! Piume nere porterà, sulle tombe piangerà. Nello strazio dei parenti

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la sua farsa compirà. Quando serve un disperato C’è qui Oliver MRS SOWERBERRY: Ecco Oliver. MR SOWERBERRY: C’è bisogno di conforto. Ecco Oliver MRS SOWERBERRY: C’è qui Oliver MR SOWERBERRY: Per quel sonno senza fine ti agghindiamo noi. MRS E MR SOWERBERRY: Sarai proprio affascinante li commuoverai MR SOWERBERRY: Alla veglia brinderemo per il pianto di Oliver C’è qui Oliver MRS SOWERBERRY: Ecco Oliver. MR SOWERBERRY: C’è qui Oliver. MR SOWERBERRY: Se ti serve compassione Ecco Oliver MRS SOWERBERRY: C’è qui Oliver MR SOWERBERRY: In mancanza di parenti Ecco Oliver MR BUMBLE: Il mio Oliver MR SOWERBERRY: Quando scendi sotto terra non puoi più tornar. Non tremare qui a pregare Oliver sarà!

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MRS E MR SOWERBERRY: Saliranno i nostri prezzi proprio grazie a Oliver MR SOWERBERRY: Ecco Oliver. MRS SOWERBERRY: C’è qui Oliver MR SOWERBERRY: Ecco Oliver. MR BUMBLE: Vi ho portato un grande affare MR SOWERBERRY: C’è qui Oliver. MR SOWERBERRY: Ecco Oliver MR BUMBLE: E’ il momento di pagare MR SOWERBERRY: Ecco Oliver MR BUMBLE: Il mio Oliver MR SOWERBERRY: Non mi sembra troppo caro credo si può far. MRS E MR SOWERBERRY: Se non serve lo inchiodiamo chi lo cercherà MR SOWERBERRY: Io e mia moglie siam d’accordo ecco i soldi per pagar MRS E MR SOWERBERRY: Vieni Oliver MR SOWERBERRY: E’ un affare Oliver MR SOWERBERRY: Ecco

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MRS SOWERBERRY: Ecco MRS E MR SOWERBERRY: Oliver! MR BUMBLE: Allora, Sowerberry, che ne dite? MR SOWERBERRY: Ecco, sapete che pago parecchie tasse anche per i poveri…(pausa) MR BUMBLE: Ebbene? MR SOWERBERRY: Penso che se faccio tanto per loro, ho diritto anche di ricavarne quanto più posso…..(gira intorno ad Oliver, lo osserva con attenzione - e anche la moglie fa lo stesso, con grande timore del ragazzo - e intanto parla rivolto alla moglie) Farebbe un ottimo effetto ai funerali dei bambini……Sì! (rivolto a Bumble) Penso proprio che lo prenderò io! (Bumble e Sowerberry si stringono la mano, Mrs Sowerberry afferra Oliver, buio in scena)

(Scena quarta: nella casa e bottega di Mr Sowerberry) MRS SOWERBERRY: Allora, Oliver Twist, il tuo letto è sotto il banco. Non ti dispiace di dormire tra le bare, vero? Comunque, non importa se ti dispiace o no, tanto non puoi dormire da nessuna altra parte! ! NARRATORE: (musica di sottofondo, la donna esce e sullo sfondo Oliver mima le seguenti scene narrate) Rimasto solo nella bottega, Oliver si guardò timidamente intorno con un gran senso di paura e solitudine. Dalla finestra filtrava la debole luce della luna e Oliver, con il cuore colmo di tristezza, guardando fuori…….. OLIVER: Dov’è l’amor? che non sento nel mio cuor? io non so perché l’amore c’è per tutti e non per me Dov’è colei? che colora i sogni miei? Quando la vedrò per dirle "ciao" Oh, come lo vorrei! La mia mamma chi sarà? Le carezze a chi le da? Quando penso a lei, non piango più La vorrei…sempre più ... Per me… Ma dove sarà? Ogni notte…sogno che la mia mamma…bacia me ma lo so, che poi…mi sveglierò ma non c’è...lì con me...

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Dov’è? Dov’è l’amor? (buio, musica, poi si fa giorno. Oliver è steso sul letto e si sveglia di colpo al suono di forti calci alla porta, ripetuti in modo ossessivo, mentre Oliver si veste di corsa e va verso la porta, ma ha difficoltà ad aprirla) NOAH CLAYPOLE: Apri la porta, presto! OLIVER: Subito, signore, subito! NOAH CLAYPOLE: Sei il nuovo ragazzo, vero? OLIVER: Si, signore. NOAH CLAYPOLE: Quanti anni hai? OLIVER: Nove, signore. NOAH CLAYPOLE: Allora appena entrato ti picchierò, vedrai se non è vero, ragazzaccio del ricovero! (comincia a fischiettare) OLIVER: (riesce ad aprire la porta, Claypole entra) Scusate, signore, avete bussato voi? NOAH CLAYPOLE: A calci. OLIVER: Volevate una bara, signore? NOAH CLAYPOLE: Presto ce ne vorrà una per te, se prendi in giro così i tuoi superiori! (lo guarda con aria di sufficienza) Dunque non sai chi sono, vero? OLIVER: No, signore. NOAH CLAYPOLE: Io sono Mr Noah Claypole, e tu sei il mio sottoposto. Al lavoro, svelto! (buio in scena e luce sul narratore) NARRATORE: (musica di sottofondo) Finito il mese di prova Oliver fu ufficialmente nominato apprendista. In quel momento dell’anno era proprio una buona stagione di malattie; in linguaggio d’affari, le bare erano in aumento e nel giro di poche settimane Oliver acquistò una grande esperienza. Gli anziani della città non ricordavano alcun periodo in cui il morbillo fosse stato così diffuso, e così mortale per i bambini, (assume un tono grave) e molti furono i tristi funerali preceduti dal piccolo Oliver, con un nastro nero sul cappello che gli arrivava alle ginocchia, tra l’indescrivibile ammirazione ed emozione delle madri della città. E poiché Oliver accompagnava il suo padrone anche alla gran parte dei funerali di adulti, ebbe molte occasioni di osservare la meravigliosa rassegnazione e fortezza con cui certe persone di gran carattere sopportano afflizioni e perdite. (sempre musica di sottofondo, mima con ironia le scene seguenti che narra) Se, per esempio, Sowerberry aveva l’ordine di seppellire una signora o un signore vecchi e ricchi, circondati da un gran numero di nipoti che durante la malattia erano stati del tutto inconsolabili, quando erano poi tra di loro li vedeva conversare allegri e contenti, come se

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niente li avesse turbati. Oppure mariti che sopportavano con la calma più eroica la perdita delle mogli. O persone che, così angosciate durante la sepoltura, tornavano dell’umore normale appena a casa bevevano il tè. Tutte cose molto simpatiche ed educative, ed Oliver le osservava con grande ammirazione. Finchè un giorno…….(buio, poi luce, mentre Clypole e Oliver lavorano) NOAH CLAYPOLE: Ehi, ragazzo del ricovero, come sta tua madre? OLIVER: E’ morta, non parlarmi di lei! (comincia a fremere, come sul punto di piangere) NOAH CLAYPOLE: Ragazzo del ricovero, di che è morta? OLIVER: Di crepacuore, mi ha detto la vecchia infermiera. Ma ora basta, non parlarmi più di lei o sarà peggio per te! NOAH CLAYPOLE: Peggio per me! Tua madre! Era un bel tipo, davvero! Devi sapere, ragazzo del ricovero, che tua madre era proprio una donna cattiva, ed è meglio che sia morta allora altrimenti ora sarebbe ai lavori forzati o deportata o, più probabilmente, impiccata! (furente, Oliver balza in piedi, rovescia sedie e tavola, afferra Noah e si mette a lottare con lui sul pavimento) NOAH CLAYPOLE: Aiuto! Mi ammazza! Padrone! Padrona! E’ ammattito! Aiuto! (entrano i Sowerberry, che cercano di dividere i due ragazzi mentre continuano urla e accuse reciproche) MR SOWERBERRY: Che razza di ragazzaccio sei, Oliver? OLIVER: Ha insultato mia madre! MRS SOWERBERRY: E anche se lo ha fatto, piccolo miserabile ingrato? Meritava quello che ha detto, e peggio! OLIVER: No! MRS SOWERBERRY: Si! OLIVER: E’ una bugia! (la padrona scoppia in lacrime e Sowerberry, succube della moglie e pensando alle conseguenze che avrebbe potuto subire lui se non avesse fatto niente, afferra Oliver, forse anche per evitargli guai peggiori) MR SOWERBERRY: Basta, la sola cosa da fare ora è lasciarlo per un giorno o due chiuso qui in bottega a pane ed acqua, così si calma! Portatelo via! E tu, cara, vieni con me…… (escono tutti, mentre Mrs Sowerberry piagnucola ancora e Oliver viene portato via da Claypole. Buio. Luce su Oliver, solo nella bottega. Musica della canzone cantata in precedenza da Oliver.

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Oliver con cautela si guarda in giro e ascolta, raccoglie un po’ di roba in un fagotto, poi senza far rumore toglie i chiavistelli dalla porta, la apre, esce e la richiude piano. Buio.)

(Scena quinta: sulla strada per Londra)

NARRATORE: (musica di sottofondo) Giunto allo steccato ove terminava il sentiero, Oliver si avviò sulla strada principale e, sebbene fosse già a cinque miglia dalla città, per molte ore corse e si nascose tra le siepi, per paura di essere inseguito e ripreso. Era ormai mezzogiorno. Per riposarsi si sedette lungo la strada, vicino ad una pietra miliare e, per la prima volta, cominciò a riflettere ove gli convenisse andare per cercare di vivere. Sulla pietra vicino a lui c’era scritto, a grandi caratteri, che Londra distava da lì giusto settanta miglia, e quel nome destò nella mente di Oliver una nuova idea. Londra! Una città immensa, dove nessuno, nemmeno Bumble, avrebbe mai potuto trovarlo! Spesso aveva udito i vecchi del ricovero dire che a Londra un ragazzo coraggioso se la cavava sempre, e che c’erano tanti modi di vivere in quella città!. A questo pensiero Oliver balzò in piedi e riprese la strada. Al settimo giorno di viaggio, dopo aver passato notti al freddo e giorni estenuanti di cammino, nutrito del poco cibo che qualche persona di buon cuore gli donava, Oliver entrò lento e zoppicante nella cittadina di Barnet. (Oliver si mette seduto su uno scalino, stanco e impolverato. La gente che passa si ferma un attimo a guardarlo, poi prosegue senza soccorrerlo. Un ragazzo gli passa davanti, poi torna indietro e si mette a scrutarlo dal lato opposto della strada.) DODGER: Ehi, amico, che ti succede? OLIVER: Ho tanta fame e sono stanco, ho camminato tanto, è da sette giorni che cammino. DODGER: Da sette giorni! Capisco, ordine del becco, eh? (vedendo la faccia stupita di Oliver) Suppongo che non sai cosa è un becco, mio brillante amico. OLIVER: So che è la bocca degli uccelli. DODGER: Perdinci, che ignorante! Il becco è un giudice, e se cammini per ordine di un giudice, vai, vai, e non torni mai indietro. (breve pausa) Sei mai stato al mulino? OLIVER: Quale mulino? DODGER: Quale mulino?! Ma la prigione, che è piena quando alla gente va male, e vuota quando gli affari vanno bene! (lo scruta un po’) Vai a Londra? OLIVER: Sì. DODGER: Hai un alloggio? OLIVER: No.

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DODGER: Soldi? OLIVER: No. (Dodger comincia a fischiettare) E tu abiti a Londra? DODGER: Sì, quando sono a casa. Penso che vuoi un posto per dormire stanotte, non è vero? OLIVER: Oh, sì! Non ho dormito sotto un tetto da quando ho lasciato il paese! DODGER: Non ti preoccupare, io devo essere a Londra stasera, e conosco un rispettabile vecchio signore che vive lì e ti darà un alloggio senza chiederti niente. Dobbiamo però arrivare di notte. (comincia ad incamminarsi, Oliver lo segue, poi Dodger si volta verso di lui) A proposito, il mio nome è Dodger. OLIVER: Io sono Oliver Twist. DODGER: Allora, Oliver Twist, tu vieni con me! (si stringono la mano e si avviano, buio)

(Scena sesta: a casa di Fagin)

(da fuori scena Dodger fischia) CHARLEY BATES: Ebbene? DODGER: Asso e cappotto! CHARLEY BATES: (luce solo sui tre ragazzi, Bates apre la porta, entrano Dodger e Oliver) Chi è? (indicando Oliver) DODGER: Un nuovo compagno. CHARLEY BATES: E da dove viene? DODGER: Dal paese dei sempliciotti. C’è Fagin? CHARLEY BATES: Sì, sta scegliendo la roba. Venite. (luce su tutta la scena, con Fagin e gli altri ragazzi) DODGER: Ecco il mio amico Oliver Twist! FAGIN: (sogghignando e facendo un inchino, stringe la mano di Oliver) Benvenuto, carino, spero di fare presto la tua conoscenza! (gli altri ragazzi lo circondano, stringendogli forte le mani; uno gli toglie il berretto, un altro il fagotto, un altro ancora gli mette le mani nelle tasche, rivoltandole deluso; vocio, saluti, parole di ironico benvenuto, confusione; Fagin trae Oliver verso di sé) Siamo molto felici di vederti, Oliver! Dodger, prendi le salsicce e accosta una tinozza d’acqua per Oliver! Oliver, stavi guardando i fazzoletti, vero, carino? Ce ne sono molti,

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non è vero? Li stavamo giusto preparando per il bucato, ecco tutto, carino! (ride, e con lui tutti i ragazzi, dandosi di gomito) OLIVER: (rivolto a Dodger) Sei sicuro che al signor Fagin non dispiacerà ospitarmi? DODGER: Dispiacergli?! Considerati fra noi. Considerati della comunità. Da oggi anche tu starai Con noi se è questo ciò che vuoi. Considerati dei miei Considerati della famiglia ormai. Mangiare potrai con noi. Però, so…che non ingrasserai! Non si può dire che qui da noi abbondanza c’è ma un giaciglio avrai, per te… E tutto ciò che ho, ciò che avremo e ciò che avrà… lo dividerò con te! Considerati fra noi. E resta con noi se vuoi, Parlando a nome della mia comunità Considerati Fra di noi! Considerati... OLIVER: Fra voi? DODGER: Considerati... OLIVER: Della comunità? DODGER: Da oggi con noi.. OLIVER: Starò? DODGER: Vedrai…che... DODGER E CHARLEY BATES: Tutto si aggiusterà

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DODGER: Considerati... OLIVER: Fra voi? DODGER: Considerati... della famiglia ormai CHARLEY BATES: Mangiare potrai con noi… DODGER E CHARLEY BATES: Ciò che ho, io lo dividerò DODGER: Nessuno cerca di essere chi-chic perché l’eleganza qui non va. Ti vestirai così con studiata sobrietà come fa la nobiltà! CHARLEY BATES : Considerati DODGER: Fra noi. E resta con noi se vuoi DODGER E CHARLEY BATES: E’ tutta la famiglia che l’invito fa… CHARLEY BATES: Considerati.. Fra di noi! TUTTI: Considerati fra noi... E resta con noi se vuoi. Considerati fra noi... Mangiare potrai con noi. Non si può dire che qui da noi abbondanza c’è Ma se un pesce vuoi lo avrai Nella comunità quando aiuto chiederai, una mano troverai!

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Considerati fra noi. E resta con noi se vuoi E’ tutta la famiglia che l’invito fa. Considerati… Fra di noi! Considerati fra noi Considerati della comunità Da oggi anche tu starai, con noi se è questo ciò che vuoi… Considerati fra noi. Considerati della famiglia ormai. Mangiare potrai con noi Però, sai…che non ingrasserai. Non si può dire che, qui da noi abbondanza c’è ma un giaciglio avrai, per te Nella comunità quando aiuto chiederai, una mano troverai! Considerati fra noi. E resta con noi se vuoi E’ tutta la famiglia che l’invito fa Considerati... Fra di noi!! (buio in scena, poi si fa di nuovo giorno. Oliver è steso su un materasso) NARRATORE: (musica di sottofondo; in scena si svolgono le scene narrate) L’indomani mattina Oliver si svegliò tardi. Nella stanza c’era solo Fagin che, fischiettando piano, stava mescolando il caffè in una pentola; Oliver non era ancora ben sveglio, anzi si trovava in quello stato di assopimento, tra sonno e veglia, in cui ancora si sogna ad occhi semiaperti e si ha una mezza percezione di quanto succede intorno. Oliver con gli occhi semichiusi vedeva Fagin e lo sentiva fischiettare. Ad un certo punto Fagin tolse la pentola dal fuoco, rimase fermo per qualche minuto rivolto verso Oliver, e lo chiamò per nome, senza avere alcuna risposta. Allora, senza fare rumore, andò verso un armadio, l’aprì con una chiave tratta dalla tasca, prese una scatoletta e la depose sul tavolo. Messosi a sedere, l’aprì con cautela e cominciò a tirar fuori gioielli ed orologi di ogni tipo, guardandoli con occhi avidi e soddisfatti. (Oliver comincia intanto a muoversi e a tirarsi piano su dal materasso) FAGIN: (mentre osserva uno ad uno i gioielli e gli orologi) Bravi ragazzi! Bravi ragazzi! Fedeli fino alla fine! E non parlano mai, mai tradiscono il vecchio Fagin! E perché dovrebbero? Non gli servirebbe a niente! (mentre alza un gioiello per guardarlo bene, i suoi occhi incontrano quelli di Oliver che, ormai del tutto sveglio, lo osserva con curiosità; chiude di colpo il coperchio della scatola e corre verso Oliver, con rabbia e preoccupazione nello stesso tempo) Che c’è? Perché mi osservi? Perché sei sveglio? Cosa hai visto? Rispondi, svelto! OLIVER: Non potevo più dormire, signore. Sono molto dispiaciuto se vi ho disturbato.

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FAGIN: Ma prima non eri sveglio? OLIVER: Oh, no, signore! FAGIN: Ne sei sicuro? OLIVER: Lo giuro, signore, non ero sveglio! FAGIN: (ora più tranquillo) Bene, bene, carino! A dire la verità, lo sapevo, carino, volevo solo provare a spaventarti. Sei un ragazzo coraggioso, ah, ah, sei un ragazzo coraggioso, Oliver! (si strofina le mani sogghignando, e tuttavia guarda la scatola in modo inquieto; pausa) Le hai viste quelle belle cosette, carino? OLIVER: Sì, signore. FAGIN: (con la faccia preoccupata) Ah! Sono…sono mie, Oliver. La mia piccola proprietà. E’ tutto quello che ho per vivere, ora che sono vecchio. (con tono grave e piagnucoloso) E la gente, carino, mi chiama avaro, solo avaro. (Oliver si alza dal materasso e va verso la brocca per lavarsi il viso. Fagin ne approfitta per rimettere velocemente la scatola nell’armadio, che richiude bene a chiave; entrano i ragazzi di Fagin e si mettono a tavola a mangiare il cibo che tirano fuori da tasche e fagotti, chiacchierando e ridendo) FAGIN: Bene, spero che siete andati al lavoro questa mattina, miei cari. DODGER: Sì, abbiamo lavorato duro. CHARLEY BATES: Sì, proprio tanto. FAGIN: Bravi ragazzi, bravi ragazzi! Che cosa hai, tu, Dodger? DODGER: Due portafogli. FAGIN: Foderati? DODGER: Piuttosto bene. (li mostra agli altri, Fagin li controlla all’interno) FAGIN: Potevano essere più pesanti, ma sono ben fatti. Bravo operaio, vero, Oliver? OLIVER: Sì, signore. (Bates si mette a ridere forte) FAGIN: E tu, Charley, cosa hai portato? CHARLEY BATES: Fazzoletti. (ne mostra quattro) FAGIN: (mentre li osserva attentamente) Bene, sono molto buoni, ma li hai marcati male. Bisognerà togliere le lettere con un ago, e insegneremo a Oliver come si fa, vero, Oliver? (ride) OLIVER: Se vi piace, signore.

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FAGIN: E ti piacerebbe, carino, saper fare i fazzoletti così facilmente come fa Charley? OLIVER: Molto, se me lo insegnate, signore. (tutti i ragazzi e Fagin si mettono a ridere, Oliver li guarda senza capire) NARRATORE: (musica di sottofondo mentre si svolgono, mimate, le azioni che narra) Finito di mangiare, Fagin, Dodger e Charley Bates cominciarono un gioco molto strano. Fagin mise una tabacchiera in una tasca dei pantaloni, un portafoglio in un’altra e un orologio nel taschino del panciotto, poi una catenella al collo e una spilla sulla camicia. Si abbottonò bene la giacca, mise nelle tasche l’astuccio degli occhiali e un fazzoletto, e cominciò a passeggiare su e giù per la stanza, fingendo di fermarsi a guardare le vetrine di negozi e ogni tanto girandosi sospettoso, come per paura di qualcosa. Dodger e Bates lo seguivano passo passo, sfuggendo al suo sguardo quando si girava di colpo; all’improvviso gli pestavano un piede e lo urtavano con forza, e con straordinaria rapidità gli toglievano di dosso tutti gli oggetti. Ma se Fagin sentiva una mano in qualche tasca, urlava forte, e il gioco ricominciava, tra le risate dei ragazzi. FAGIN: Vedi, Oliver... Passerai seri guai, se non hai molti sghei ma per averli tu dovrai, rubare in una tasca o due Grattare in una tasca o due… Rubare in una tasca o due! RAGAZZI: Per far soldi tu dovrai, rubare in una tasca o due… FAGIN: (parlato) Facciamogli vedere che cosa sappiamo fare. Un giochetto oliver, un giochetto! Ma perche faticar? Ma perché lavorar? Se le tue mani vuoi adoprar, meglio in una tasca o due. Rubando in una tasca o due… Frugando in una tasca o due! RAGAZZI: Se le mani vuoi adoprar, meglio in una tasca o due… FAGIN: (parlato) Chi dice che il crimine non paga? Chi ha di più, dia di più! Se tu hai, dai anche tu… Fate anche a me la carità, Rubando in una tasca o due,

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Frugando in una tasca o due… Grattando in una tasca o due! RAGAZZI: Chi ha di più, darà di più Grattando in una tasca o due… FAGIN: L’ABC lo saprai, se ogni dì colpirai… Se le mani piazzerai, sempre in una tasca o due. Rubando in una tasca o due… Frugando in una tasca o due! RAGAZZI: Le tue mani adoprerai, sempre in una tasca o due… FAGIN: (parlato) Fermate il ladro! E se c’è un vecchio che, fermo qua se ne sta, subito il retro attaccherai, grattando in una tasca o due. Rubando in una tasca o due… Frugando in una tasca o due! RAGAZZI: Sempre il retro attaccherai, grattando in una tasca o due… FAGIN: Quando c’è un ricco che per la via se ne va, per ritrovare pace in me agisco in una tasca o due! Rubacchio in una tasca o due… Pulisco in una tasca o due! RAGAZZI: Per far soldi tu dovrai Rubare in una tasca o due. FAGIN: Vedi, Oliver? Devi imparare da loro, devi imparare da loro! Fai tutto quello che ti dicono e fatti sempre consigliare da loro, soprattutto da Dodger, carino. Lui diventerà un grand’uomo, e anche tu lo diventerai, se segui il suo esempio. (si interrompe un momento) Mi pende il fazzoletto dalla tasca, carino?

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OLIVER: Sì, signore. FAGIN: Vedi un po’ se puoi toglierlo senza che io mi accorga, come hai visto fare prima quando giocavamo. (Oliver con una mano tiene fermo il fondo della tasca e con l’altra estrae piano il fazzoletto; la prima volta sbaglia, e poi anche la seconda, mentre tutti sghignazzano; al terzo tentativo ci riesce e tutti i ragazzi applaudono) Non c’è più? OLIVER: Eccolo,signore! (glielo mostra) FAGIN: Sei un ragazzo sveglio, carino! (gli accarezza i capelli) Non ho mai visto un ragazzo più sveglio. Ecco uno scellino per te. Se continui così diventerai davvero un grande uomo. Ed ora vieni, ti mostrerò come togliere le lettere dai fazzoletti. (i ragazzi, Oliver e Fagin si mettono a lavorare, si sente bussare alla porta) NANCY: Asso e cappotto! FAGIN: Sono Nancy e Bet! Svelti ragazzi, in piedi, aprite la porta, ci sono le signore! DODGER: (mentre le ragazze entrano) Le signore?! (si mette a ridere) NANCY: Certo, le signore, se non ti dispiace! (si danno arie da gran dame, mentre tutti ridono) Allora, dove è il gin, Fagin? FAGIN: Tutto con moderazione, mia cara, tutto con moderazione! Troppo gin può essere una cosa pericolosa per una pura, giovane donna! NANCY: Oh, e cosa c’è che non va in un po’ di pericolo, Fagin? Dopo tutto è l’unica soddisfazione che abbiamo. E chi ci vorrebbe negare quel piccolo piacere? La vita è vita quando rivedi lui La vita è vita solo se amarlo sai! Mi sento felice Questa è la verità. E il cuore lo dice Quando la va, la va! Che vuoi farci se non possiedi niente? E’ la vita. TUTTI: E’ la vita. NANCY: Come te si arrangia parecchia gente E’ la vita TUTTI: E’ la vita.

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NANCY: Forse un giorno finirà questa nostra povertà La fortuna è cieca ma ce ne basta un pizzico. Se la va… TUTTI: La va! NANCY: (parlato) Non è giusto, Bet? Dai, diglielo anche tu, ragazza! NANCY E BET: Mangiamo minestra, quando minestra c’è… Saltiamo finestra… NANCY: …se cibo non ce n’è. La gente va e viene NANCY E BET: E per chi attento sta… NANCY: Di tasche ripiene… NANCY E BET: …abbonda la città… NANCY: Ti conviene prenderla allegramente, E’ la vita! TUTTI: E’ la vita! NANCY: Il presente è bello perché è presente E’ la vita! TUTTI: E’ la vita. NANCY: Proprio quando affogherai, la fortuna incontrerai L’importante è credere che non è impossibile…

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Se la va, la va! BET: E niente dovere, per gente come noi. Ma il solo piacere di fare ciò che vuoi. NANCY: Vestiti stracciati … NANCY E BET: Toppe di qua e di là! NANCY: Viviamo… BET: …beati! NANCY E BET: Viva la libertà… NANCY: E anche se finisce che vai in prigione, è la vita! TUTTI: E’ la vita! NANCY: Puoi cantare sempre questa canzone! E’ la vita! TUTTI: E’ la vita! NANCY: Forse un giorno finirà questa nostra povertà. La fortuna è cieca ma ce ne basta un pizzico. TUTTI: Se la va, la va! NANCY E BET: Ti conviene prenderla allegramente! E’ la vita! TUTTI:

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E’ la vita! NANCY: Il presente è bello perché è presente E’ la vita! TUTTI: E’ la vita! NANCY: Io lo so, non avrò mai Il marito che vorrei… Ma sperarlo è facile... ...forse un giorno anch’io l’avrò... Se la va... TUTTI: ….la…va!!! NANCY: (si mettono seduti al tavolo, bevono, chiacchierano, poi Nancy si accorge di Oliver) E lui chi è? Un nuovo acquisto, vero, Fagin? Come ti chiami? OLIVER: Oliver Twist, signora. (inchinandosi e dandole la mano) NANCY: (ride) Bene, bene, Fagin, vedo che ora vi servite di tipi più raffinati! Ma ha capito dove si trova? (Fagin le fa segno di stare zitta, Nancy ride, poi si rivolge a Dodger con tono ironico e finto formale, prendendo in giro i comportamenti delle persone ricche vittime dei furti dei ragazzi, mentre tutti ridono) Allora, Dodger, come va? E’ tutto un inchino e un togliersi i cappelli? DODGER: (con lo stesso tono) E “Non far ciondolare i tuoi sottogonna nel fango, mia cara!” NANCY: Oh, come siete premuroso! DODGER: Forse tu non sai, che cosa non farei, che cosa non darei…per te. Con quel sorriso tenero… tu prova a chiedere, saprò rispondere…a te. NANCY: Tu mi sposerai? DODGER: Quando vuoi! NANCY:

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E con me vivrai? DODGER: Dove vuoi! NANCY: E mi manterrai? DODGER: Come vuoi! NANCY: E lavorerai? DODGER: Che?!? Lavorar?!? Forse lo farò Se proprio tu vorrai, se proprio insisterai... NANCY: Lo farai?! DODGER: Lo farò per te!! NANCY: (parlato) E ora, Oliver, fa come Dodger e io ti aiuterò con le parole, va bene? OLIVER: Forse tu non sai… NANCY: (parlato) …che cosa non farei…. OLIVER: …che cosa non farei… NANCY: (parlato) …che cosa non……. OLIVER …che cosa non darei…per te! NANCY: (parlato) Ah, è’ così divertente!. OLIVER: Andrò Dovunque tu vorrai E quando lo vorrai… E come lo vorrai… Da me.

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BET: Canteresti tu? OLIVER: Quando vuoi! BET: Balleresti tu? OLIVER: Come vuoi! BET: Voleresti tu? OLIVER: Dove vuoi! BET: Ruberesti tu? OLIVER: Io credo che… Forse lo farò Se proprio tu vorrai… Se proprio insisterai… NANCY E BET: Lo farai?! OLIVER: Lo farò…per te!! DODGER: (parlato) Balla, Nancy! NANCY: (parlato) Oh, va bene, Dodger. Venite, ragazzi! 1-2-3... FAGIN: Quando ruberai? TUTTI: Quando vuoi! FAGIN: Dove ruberai? TUTTI: Dove vuoi!

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FAGIN: Come ruberai? TUTTI: Come vuoi! FAGIN: E che ruberai? TUTTI: Le cose che… Sempre tu vorrai, e quando le vorrai… e come le vorrai… FAGIN: Le vorrò?! TUTTI: Le vorrai da noi….. (buio, poi luce sul narratore) NARRATORE: (musica di sottofondo) Per molti giorni Oliver rimase nella casa di Fagin, togliendo le cifre dai fazzoletti, che arrivavano sempre molto numerosi, e partecipando spesso al gioco che Fagin e i ragazzi facevano ogni mattina. Ben presto cominciò però a desiderare un po’ di aria fresca, e molte volte supplicò Fagin di lasciarlo uscire a lavorare con Dodger e Charley Bates. Alla fine, una mattina ebbe il sospirato permesso. Da due o tre giorni non c’erano più fazzoletti a cui lavorare, e i pasti erano stati alquanto magri, e forse proprio per questo Fagin si decise a dire di sì . DODGER: Tutti in fila! RAGAZZI: Tutti in fila! DODGER: In fila per uno! RAGAZZI: In fila per uno! Giù le braccia Sinistra...sinistra Destra...destra...Ol! Ol! FAGIN: Fate presto, andate, su! Al lavoro tutti quanti

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In casa resterò... ma sempre a voi, penserò! E camminerò su e giù, in attesa di vedere chi porterà di più, fin quassù. RAGAZZI: Al mondo non c’è qualcosa che potrebbe rimpiazzare… la gioia che tu senti se stai andando a lavorare! DODGER: E quando c’è il lavoro.... RAGAZZI: …che cosa vuoi di più? Se lavorerai salvare potrai la tua virtù! FAGIN: Fate presto, andate giù! Voglio tanti portafogli. Almeno ventitre… o meglio no! Trentatre!. Su coraggio, andate giù! Fate i vostri sporchi imbrogli Ma poi tornate su… tutti su! DODGER: Lavorerò e porterò un orologio d’oro CHARLY BATES: Un gonfio portafoglio DODGER: Il cappello d’un signore RAGAZZI: Consolati al pensiero…

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DODGER: …che si ritornerà! RAGAZZI: E che ne sarai felice anche tu, che stai lassù! FAGIN: Com’è bello tutto ciò. Veramente commovente! Per questo vi dirò… Soltanto Ciao… Non addio. Per voi tutti, pregherò. Aspettando ansiosamente chi porterà di più.. Fin quassù! RAGAZZI: Andiamo e prepariamoci E’ l’ora del lavoro. Sappiamo che ne soffrirai se non ritorneremo. All’alba col malloppo ritorneremo qui Perchè ne sarai felice anche tu, che stai lassù! FAGIN: Com’è bello tutto ciò. Veramente commovente Fanciulli come voi Non ne rivedrò forse mai. Per voi tutti, pregherò. Aspettando ansiosamente chi porterà di più… fin quassù! RAGAZZI (insieme a Fagin): Al mondo non c’è, qualcosa che, potrebbe rimpiazzare la gioia che tu senti se stai andando a lavorare.

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Consolati al pensiero che si ritornerà E che ne sarai felice anche tu… che stai lassù! RAGAZZI: Andiamo a lavorare, per la felicità! Perche ne sarai felice anche tu… che stai lassù! OLIVER: Perché ne sarai felice anche tu… che stai lassù! RAGAZZI: Se lavorerai salvare potrai la tua virtù!

(Scena settima: una strada di Londra) (Oliver è con Dodger e Bates, ci sono negozi e bancarelle e gente che va e viene; Dodger toglie i berretti ai ragazzini e li butta per terra, Bates rubacchia cibo dalle bancarelle, nascondendolo in tasca; all’improvviso Dodger si ferma, si mette un dito sulle labbra e tira indietro i compagni ) OLIVER: Che succede? DODGER: Zitto! Vedi quel vecchietto lì, al banco dei libri? OLIVER: Il vecchio signore qui davanti? Lo vedo. DODGER: E’ per noi. CHARLEY BATES: Merce di prima qualità. (Oliver li guarda stupito ma non può fare alcuna domanda perchè i due ragazzi attraversano la strada in modo furtivo fino ad essere a ridosso del vecchio signore, tutto assorto nella lettura; Oliver cammina a pochi passi dietro di loro; all’improvviso Dodger mette la mano nella tasca del signore, ne trae un fazzoletto che passa a Bates, e insieme scappano via. Oliver ormai ha capito, e mostra in viso tutto il suo orrore; anche lui comincia a scappare, e in quel momento il vecchio signore si mette la mano in tasca; non trovando il fazzoletto, si gira di botto, vede Oliver scappare e pensa che il ladro sia lui)

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MR BROWNLOW: Al ladro! Fermate quel ragazzo! Mi ha derubato! Fermate il ladro! (si mette a correre dietro Oliver con il libro in mano; tornano in scena di corsa anche Dodger e Bates che, sentendo le urla e vedendo Oliver scappare, approfittano della situazione) DODGER E BATES: Al ladro! Fermatelo! NARRATORE: (musica di sottofondo; accorre gente, tutti corrono e gridano, con scene mimate di quanto narra) Al ladro! Al ladro! C’è magia in questa parola! Il bottegaio lascia il banco, il carrettiere il carretto, il macellaio getta il tagliere, il fornaio il suo paniere, il lattaio il secchio, il fattorino i pacchi, lo scolaro le biglie, il muratore il piccone, il bambino il cerchio, e tutti corrono in gran confusione, strillando, investendo i passanti, svegliando i cani, spaventando le galline e riempiendo di chiasso vie, piazze e cortili! (Oliver, terrorizzato, viene catturato e gettato a terra, tutto malconcio, mentre arrivano anche una guardia e Mr Brownlow) ABITANTI DI LONDRA: Fate largo!…. Dategli un po’ d’aria!….. Sciocchezze, non se lo merita!…… Dove è quel signore?……. Eccolo, sta arrivando!…….Fategli posto!…… PRIMA GUARDIA: E’ questo il ragazzo, signore? MR BROWNLOW: Sì, temo che sia lui. ABITANTE: Temete? Ah, questa è buona! MR BROWNLOW: Poverino, si è fatto male! ALTRO ABITANTE: (tutto soddisfatto, mentre Brownlow lo guarda invece disgustato) Sono stato io, signore, e mi sono anche tagliato le nocche sui suoi denti, ma l’ho fermato io! PRIMA GUARDIA: (sollevando Oliver per il colletto) Vieni, alzati! OLIVER: Non sono stato io, signore, veramente. Sono stati altri due ragazzi! (giunge le mani, desolato, e si guarda intorno) Sono qui, da qualche parte! PRIMA GUARDIA: No, non ci sono. E tu vieni con me! MR BROWNLOW: (impietosito) Non gli fate male! PRIMA GUARDIA: No, non gli farò del male. (mentre lo strattona con forza) Vieni, svelto, canaglia! (escono tutti, la folla continua a fare chiasso)

(Scena ottava: in un’aula di tribunale)

SECONDA GUARDIA: (mentre entrano Oliver, Brownlow e la prima guardia) E ora che succede? PRIMA GUARDIA: Un giovane ladro di fazzoletti di seta.

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SECONDA GUARDIA: E voi siete il derubato, signore? MR BROWNLOW: Sì, sono io, ma non sono sicuro che sia stato veramente questo ragazzo a prendere il fazzoletto. Io, io non vorrei dare troppa importanza al fatto. SECONDA GUARDIA: Ora bisogna andare dal giudice, signore. Sua Eccellenza sarà libera in mezzo minuto. (poi, rivolto ad Oliver, mentre entra il giudice che si mette a leggere un giornale) E tu, piccola forca, vieni! (lo spinge davanti al tavolo del giudice) MR BROWNLOW: (inchinandosi al giudice, che nemmeno lo guarda, e porgendogli un biglietto da visita) Ecco il mio nome e indirizzo, signore. GIUDICE: (alzando gli occhi, irritato) Chi siete? (Brownlow, sorpreso, gli indica il biglietto) Guardia! (gettando via con disprezzo giornale e biglietto) Chi è questo individuo? MR BROWNLOW: (con tono offeso) Il mio nome, signore, il mio nome, signore, è Brownlow, e permettetemi di chiedere il nome del magistrato che, sotto la protezione del suo seggio, insulta in modo gratuito una persona rispettabile! GIUDICE: (senza nemmeno prenderlo in considerazione) Guardia, di che è accusato questo individuo? SECONDA GUARDIA: Non è accusato di niente, sua signoria, è qui per denunciare il ragazzo, sua signoria. GIUDICE: Denuncia il ragazzo? E qual è l’accusa contro il ragazzo? Cosa avete da dire? MR BROWNLOW: Stavo ad un banco di libri….. GIUDICE: Tacete voi! Guardia! Dov’è la guardia? (si avvicina la prima guardia) Allora, cosa è successo? PRIMA GUARDIA: Ho arrestato questo ragazzo, l’ho perquisito ma non ho trovato nulla. Altro non so. GIUDICE: Ci sono testimoni? PRIMA GUARDIA: Nessuno, signore. GIUDICE: (rivolto ad Oliver) Allora, niente trucchi, eh, qui, piccolo vagabondo, qui non ti servono! Come ti chiami? (Oliver cerca di rispondere, ma non ci riesce per la paura, la debolezza e il dolore che sente) Come ti chiami, canaglia? Guardia, come si chiama? SECONDA GUARDIA: (si china su Oliver, che non risponde; per aiutarlo, fa finta di aver avuto una risposta) Dice che il suo nome è ……Tom White, signore. GIUDICE: Bene, bene, e dove abita?

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SECONDA GUARDIA: (sempre fingendo) ……Dove può, signore. GIUDICE: Ha dei genitori? SECONDA GUARDIA: (sempre fingendo) ……Dice che sono morti quando era piccolo, signore. (Oliver alza debolmente la testa e si guarda intorno) OLIVER: (con un filo di voce) Per favore, posso avere un sorso d’acqua? GIUDICE: Sciocchezze! Non tentare di ingannarmi! SECONDA GUARDIA: (guardando Oliver) Penso che è davvero malato, signore! GIUDICE: Io ne so più di voi! MR BROWNLOW: Attenzione, guardia! Sta per cadere! (tenta di sorreggere Oliver che sta per svenire) GIUDICE: Toglietevi di lì, guardia! Lasciatelo cadere, se vuole! (Oliver sviene, nessuno sa cosa fare) Lo sapevo che stava fingendo. Lasciatelo lì per terra, presto si stancherà. Per lui, giudizio sommario. (con tono solenne) E’ condannato a tre mesi, lavori forzati, naturalmente. Uscite tutti! (impaziente, si mette a suonare un campanello; intanto entra di corsa il libraio, mentre le guardie si avvicinano ad Oliver) LIBRAIO: Fermi, fermi! Non lo portate via! Aspettate un momento, per carità! GIUDICE: Che succede? Chi è questo? Cacciatelo via! Fuori tutti! (suona di nuovo il campanello) LIBRAIO: Voglio parlare! Non mi caccerete via! Io ho visto tutto. Sono il libraio. Dovete ascoltarmi! Il signore stava leggendo vicino al mio banco, e non è stato derubato da quel ragazzo, ma da altri due che sono subito scappati via. GIUDICE: Dunque il querelante stava leggendo…. LIBRAIO: Sì, proprio il libro che ha in mano. GIUDICE: Oh, quel libro, eh? Ed è stato pagato? LIBRAIO: (sorridendo) No. MR BROWNLOW: Oh, povero me! Mi ero dimenticato! GIUDICE: (con tono solenne) Proprio una brava persona quella che viene ad accusare un povero ragazzo! Credo, signore, che siete venuto in possesso di quel libro in circostanze molto sospette e sconvenienti. Consideratevi molto fortunato che il proprietario non vi denuncia. Vi serva di lezione, o la legge vi colpirà! Il ragazzo è assolto. Fuori tutti! (suona ancora il campanello) MR BROWNLOW: Dannazione! Dannazione! Io……

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GIUDICE: Fuori tutti! Guardia, mi sentite? Fuori tutti! (esce infuriato) MR BROWNLOW: (chino su Oliver) Povero ragazzo, povero ragazzo! Qualcuno chiami subito una carrozza, per favore! (poi, rivolto al libraio) Lei venga con me, ho ancora quel disgraziato libro! (sollevano Oliver) Presto, non c’è tempo da perdere! (buio)

(Scena nona: a casa di Mr Brownlow)

OLIVER: (si sveglia e si ritrova steso in un letto in una bella camera; si solleva con molta difficoltà) Che stanza è questa? Dove mi hanno portato? MRS BEDWIN: (alzandosi da una poltrona accanto al letto) Zitto, mio caro. Sei in casa di Mr Brownlow, e io sono Mrs Bedwin. Devi stare molto tranquillo, altrimenti ti ammalerai di nuovo. Sei stato molto malato, sai, ma ora il dottore dice che stai meglio e puoi mangiare qualcosa. Hai fame, vero? OLIVER: Sì, grazie, signora. (Bedwin prende un vassoio dal tavolo vicino e aiuta Oliver a mangiare. Oliver intanto fissa un quadro posto davanti a lui) MRS BEDWIN: Ti piacciono i quadri, caro? OLIVER: Non lo so, signora, ne ho visti così pochi. Che bel viso dolce ha quella signora! Ma gli occhi sono così tristi, e sembrano fissarmi, come se lei volesse parlarmi e non potesse. (entra Mr Brownlow, Oliver cerca di scendere dal letto per abbracciarlo, ma fa ancora fatica) Oh, Mr Brownlow, come è stato buono con me, non so come potrò ringraziarla! MR BROWNLOW: (con le lacrime agli occhi, si schiarisce la voce e cerca di nascondere la commozione) Povero ragazzo, povero ragazzo! Sono un po’ rauco stamattina, Mrs Bedwin, temo di aver preso un raffreddore. MRS BEDWIN: Spero di no, signore, avevo dato tanta aria a tutta la vostra roba. MR BROWNLOW: Non so, Bedwin, non so. Forse ieri a tavola c’era un tovagliolo un pò umido. Ma prego, continuate a farlo mangiare, poverino! (intanto si avvicina al letto e anche il suo sguardo cade sul ritratto; stupito, comincia a guardare in successione il quadro e Oliver, che ha ripreso a mangiare) Ma cosa è questo? Bedwin, guardate! (indica in successione il quadro e Oliver, poi Bedwin e Brownlow si guardano, sempre più stupiti; buio)

(Scena decima: alla Taverna degli Storpi)

NARRATORE: (musica di sottofondo) Intanto, in una sporca taverna di Londra, conosciuta come la Taverna degli Storpi, alcuni dei vecchi amici di Oliver trascorrono come al solito le loro serate tra canti e bevute. Forse per non pensare. Forse per dimenticare. Ah, la bella vita…..!! TUTTI:

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Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Canta anche tu, Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Quando sei giù. Puoi ritardare le contrarietà, prova con l’Oom-pah-pah NANCY: (parlato) Va bene, chiudete il becco, voi! Un po’ di cultura, ora! Cominciamo... Questa canzonetta è contro la disdetta e aiuta la fortuna a occuparsi di te Quando l’organetto attacca il motivetto io sento la fortuna che chiede di me... TUTTI: Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Canta anche tu, Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Quando sei giù. NANCY: Puoi ritardare le contrarietà solo con l’Oom-pah-pah!! Questa canzonetta è come una ricetta che pungola il tuo prossimo a dirti di sì Quando sei in bolletta, con questa canzonetta, ti sembra che sia sabato. E non venerdì!!! TUTTI: Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Dei giorni no Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Fanne un falò... NANCY: Tu dacci dentro le contrarietà cantando l’Oom-pah-pah!!! Questo ritornello è come un mulinello, che fa girar la testa ai ragazzi perché… quando glielo canti li vedi tutti quanti che vogliono ballarlo

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soltanto con te! TUTTI: Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Canta anche tu. Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Quando sei giù... NANCY: Se all’improvviso qualcosa non va, cantati l’Oom-pah-pah! Quando vuoi ballare, che cosa puoi cantare? Se non la filastrocca più allegra che sai? Quando ballerai felice scoprirai che come per incanto, dimentichi i guai! TUTTI: Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Canta anche tu! Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Quando sei giù! NANCY: Quando qualcosa che andava non va, cantati l’Oom-pah-pah! (parlato) E ora tutti insieme! NANCY: Questa canzonetta È contro la disdetta e aiuta la fortuna a occuparsi di te. Quando l’organetto, attacca il motivetto io sento la fortuna che chiede di me... CLIENTI: (insieme a Nancy) Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Canta anche tu, Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Quando sei giù. Puoi ritardare le contrarietà solo con l’Oom-pah-pah!! TUTTI: Oom-pah-pah! Oom-pah-pah!

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Canta anche tu, Oom-pah-pah! Oom-pah-pah! Quando sei giù. Quando qualcosa che andava non va, cantati l’Oom-pah-pah!!

(Scena undicesima: a casa di Fagin)

(sono in scena Dodger, Charley Bates, Fagin, Bill Sikes, Nancy e Bet) FAGIN: Capite, Bill Sikes? Temo che quel ragazzo possa dire qualcosa che può metterci tutti nei guai! BILL SIKES: E’ molto probabile. (sogghignando) Siete fritto, Fagin! FAGIN: E temo che se è finita per noi, potrebbe esserlo per molti altri, e forse è molto peggio per voi che per me, caro mio! (c’è una lunga pausa, tutti sembrano riflettere su cosa fare) BILL SIKES: Qualcuno dovrebbe scoprire cosa è successo in tribunale. (tutti annuiscono con la testa) Se lui non ci ha traditi ed è stato condannato, non dobbiamo avere paura finchè non esce, e allora ce ne dovremo occupare e comunque trovarlo. . FAGIN: Bene, ci andrà Bet, vero, cara? BET: Dove? FAGIN: Qui vicino, al tribunale. BET: Sarei proprio una stupida se ci andassi! FAGIN: (rivolto a Nancy) Nancy, mia cara, voi che ne dite? NANCY: Che non ci vado e che è inutile che insistete, Fagin! BILL SIKES: Siete proprio la persona adatta, qui intorno nessuno vi conosce. NANCY: E non voglio nemmeno che mi conoscano! E’ più no che sì, Bill. BILL SIKES: Fagin, ci andrà! NANCY: No, non ci vado! BILL SIKES: (con un tono terribile che non ammette repliche) Sì, ci andrà, Fagin! (Fagin va subito verso un baule e tira fuori un grembiule bianco e un cappello di paglia, fatti poi indossare a Nancy. La ragazza sta per uscire)

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FAGIN: Aspetta un momento, mia cara. (le porge un cestino coperto) Portate questo in mano, vi dà un aspetto più rispettabile. NANCY: (fingendo di piangere) Oh, il mio fratellino! Il mio povero, caro, dolce, innocente fratellino! Che cosa gli è successo? Dove lo hanno portato? Oh, abbiate pietà, signori, ditemi per favore che cosa hanno fatto al caro ragazzo! (esce, tutti ridono) FAGIN: Che ragazza sveglia, miei cari! Vedo che sapete farvi obbedire, Bill Sikes! Siete proprio un uomo da temere! BILL SIKES: Bill Sikes incubo dei forti da me scappan tutti quanti tu non pronunciarlo mai quel tremendo nome Bill Sikes Per non essere ammazzati Quanti ricchi derubati Non ho scrupoli a sgozzarli per onore al nome Bill Sikes Se ho la mia arma in mano chi mi potrà mai fermar ciò che voglio prenderò recita le tue preghiere Se tu provi a sussurrare il mio nome ti è fatale non c’è scampo dalla morte non ti puoi salvare vedrai Biiiiiiiil Sikessssssss C’è un tizio sfortunato per la strada mi ha incontrato non potrà mai più parlare e pronunciare il nome Bill Sikes C’è chi spesso si vantava il mio nome profanava la sua anima ha venduto per non incontrare Bill Sikes Se ho la mia arma in mano chi mi potrà mai fermar ciò che voglio prenderò

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recita le tue preghiere Così perfido e crudele perchè mai dovrei cambiare so che brucerò in eterno ma l’inferno vero e qua Avido, perfido, sadico Bill Sikes! NANCY: (entrando) Bill Sikes. FAGIN: Allora, cosa avete saputo? (buio)

ATTO SECONDO (Scena prima: a casa di Fagin)

( luce su Nancy, sola in scena) NANCY: Se non avesse me, cosa farebbe mai? E’ solo quel che è, ma so che ama me. Anche se fa così, io penso sempre a lui cosa farebbe mai, se non avesse me? Io l’amo ancora, questo lo so. E se mi chiama, ritornerò… Se è lui, se è lui che hai, vicino gli starai, Cosa farebbe mai, se non avesse me? Se io non lo vedessi più, se un giorno non tornasse più, cosa farei? Cosa direi? Chissà… Se non avessi lui, che ne farei di me? Cosa farebbe mai,

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se non avesse me? Per quanto io vivrò, con lui resterò, la donna sua sarò, se vuole ancora me. Se tanto sola, mi capiran… Più io lo amo, più m’amerà… Io so che non potrà, fuggire la realtà. Cosa farebbe mai, se non avesse me?

(Scena seconda: nella piazza vicina a casa di Mr Brownlow) (Oliver, guarito, passeggia con Mrs Bedwin) NARRATORE: Furono giorni felici, quelli, per Oliver, mentre pian piano guariva dalla malattia. Tutto era così tranquillo, pulito, ordinato. Tutti erano così gentili e cordiali. Dopo tutto il chiasso e la confusione in cui aveva sempre vissuto, ora gli sembrava di stare in paradiso. VENDITRICE DI ROSE Comperate le mie rose Due boccioli, un penny. Comperate le mie rose Solamente un penny. LATTAIA: Del buon latte volete voi, mistress? Latte fresco a voi, mistress? VENDITRICE DI ROSE: Comperate le mie rose LATTAIA: Latte fresco a voi, mistress? VENDITRICE DI ROSE: Due boccioli, un penny. VENDITRICE DI FRAGOLE: Fragole per voi! Fragole per voi! Fragole per voi…

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LATTAIA: Che buon latte c’è, oggi! VENDITRICE DI ROSE: Comperate le mie rose… ARROTINO: Eccomi qua, sono l’arrotino! Per chi vorrà… Ecco, sono qua! ARROTINO: Chi vorrà… LATTAIA: Chi vorrà… VENDITRICE DI ROSE: Comprerà! OLIVER: Comprerei l’intero mattino, lo vorrei soltanto per me! VENDITRICE DI ROSE: Comperate le mie rose… OLIVER: Volerei nel cielo sereno e un raggio al sole ruberei… VENDITRICE DI FRAGOLE: Fragole per voi… OLIVER: Me lo terrei per quando piove, per quando è grigio il ciel Per quando fa la prima neve e triste io sarò. LATTAIA: Quanto latte c’è… OLIVER: Comprerei

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il verde dei prati Comprerei l’intera città... ARROTINO: Eccomi qua! VENDITRICE DI FRAGOLE: Fragole per voi… OLIVER: Poi vorrei soltanto una cosa che il sole stia lassù nel cielo tutto blu E’ tutto quello che vorrei… ARROTINO: Chi vorrà? LATTAIA: Chi vorrà? VENDITRICE DI ROSE: Comprerà… VENDITORI, BEDWIN E OLIVER: Comprerei l’intero mattino Lo terrei soltanto per me! Volerei nel cielo sereno. E un raggio al sole ruberei. Una giornata come questa, un giorno durerà. Il nostro cuore batte a festa per la felicità! Comprerei l’azzurro del cielo Comprerei l’intera città. Ma vorrei Soltanto una cosa… Un cielo tutto blu E il sole che lassù… OLIVER:

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…Illuminasse noi quaggiù... VENDITRICE DI ROSE: Comperate le mie rose, solamente un penny…

(Scena terza: a casa di Mr Brownlow) MR BROWNLOW: (vedendo che Oliver sta osservando i libri sulla libreria) Ci sono molti libri, vero, Oliver? OLIVER: Non ne avevo mai visti così tanti, signore. MR BROWNLOW: Li leggerai, se ti comporti bene, e ti piacerà più che guardarli; cioè, almeno alcuni, perché ci sono anche libri di cui solo la rilegatura è la parte migliore. MRS BEDWIN: (entrando) Mr Brownlow, c’è Mr Grimwig. MR BROWNLOW: Oh, bene, fatelo entrare! (rivolto ad Oliver) E’ un mio vecchio amico. Non ci far caso se è un pò brontolone, in fondo in fondo è un’ottima persona. MR GRIMWIG: (entrando) Guardate! Vedete questo? Non è la cosa più strana ed eccezionale che io non possa fare una visita ad una persona senza trovare per le scale questa roba? Una buccia d’arancia mi ha azzoppato, e so che una buccia d’arancia sarà la causa della mia morte – lo sarà – o mi mangerò la testa! Mi mangerò la testa! (picchia il bastone per terra, poi vede Oliver e fa un passo indietro) Oh, chi è quello? MR BROWNLOW: Questo è il giovane Oliver Twist, di cui ti ho parlato. (Oliver fa un inchino) MR GRIMWIG: Non vorrai dire che è il ragazzo che ha avuto la febbre, vero? (tirandosi ancora più indietro) Aspettate un momento! Non parlate! Fermi! Quello è il ragazzo dell’arancia, e se non è lui che ha buttato la buccia sulle scale, mi mangerò la testa, e anche la sua! MR BROWNLOW: (sorridendo) Non, non è stato lui. Venite, mettete giù il cappello e parlate un po’ con il mio giovane amico. MR GRIMWIG: Come stai, ragazzo? (esaminando Oliver con l’occhialino) OLIVER: (un po’ confuso, si inchina di nuovo) Molto meglio, grazie, signore. (entra Mrs Bedwin con il vassoio del tè, Oliver l’aiuta a preparare il tavolino, intanto gli altri due continuano a parlare con tono più basso) MR BROWNLOW: E’ un grazioso ragazzo, vero? MR GRIMWIG: Non so.

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MR BROWNLOW: Come, non sapete! MR GRIMWIG: Non lo so. Non vedo differenze tra i ragazzi. Ne conosco solo due tipi, ragazzi pallidi e ragazzi con la faccia rossa. MR BROWNLOW: E Oliver che tipo è? MR GRIMWIG: Pallido. Ho un amico che ha un figlio con il viso da bistecca, e dicono che è un bel ragazzo, con la testa tonda, le guance rosse, gli occhi torvi; un ragazzo orrendo, con un corpo che sembra rigonfiarsi dentro il vestito; urla da pilota, fame da lupo. Un disgraziato! MR BROWNLOW: Su, questi non sono i difetti di Oliver Twist! MR GRIMWIG: Non lo sono, ma può averne di peggiori. Da dove viene? Chi è ? Ha avuto la febbre. La febbre non è una caratteristica tipica delle brave persone, non è vero? Spesso anche le cattive persone hanno la febbre, no? So di un uomo che è stato impiccato in Giamaica per aver assassinato il suo padrone. Aveva avuto la febbre sei volte, ma non è stato graziato per questo motivo! Sciocchezze! ……A proposito, Mrs Bedwin conta le posate ogni sera? MR BROWNLOW: Calmatevi, Mr Grimwig, domattina parlerò con Oliver e avrò tutte le risposte necessarie. (si rivolge ad Oliver, alzando un pò il tono della voce) Oliver, mio caro, domattina vieni da me alle dieci in punto! OLIVER: Sì, signore. (esita un pò, timoroso, sentendosi addosso lo sguardo di Grimwig, mentre serve il tè) MR GRIMWIG: (mentre Oliver si allontana) Te lo dico io, domani mattina non verrà! L’ho visto esitare. Ti sta ingannando, mio buon amico. MR BROWNLOW: Giuro che non è vero! Rispondo con la mia vita della sua sincerità! (colpendo la tavola con il pugno) MR GRIMWIG: Ed io rispondo con la mia testa della sua falsità! (colpendo la tavola con il pugno) MRS BEDWIN: (si avvicina con un pacco di libri in mano, tolti da uno scaffale) Mr Brownlow, si ricordi che ci sono questi libri da restituire. MR BROWNLOW: Ma il fattorino non passerà di nuovo fino a dopodomani. MR GRIMWIG: (sorridendo ironico) Mandate Oliver, li consegnerà di sicuro, vedrete! OLIVER: (contento di fare qualcosa per il suo benefattore) Sì, fatemeli portare, per favore, signore! Farò una corsa! MR BROWNLOW: (sicuro di dare così a Grimwig una prova che ha torto) Sì, ci andrai, mio caro, e dirai al libraio (mentre parla guarda fisso Grimwig) che gli hai riportato questi libri, e

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che gli paghi le quattro sterline e dieci che gli devo. Questa è una banconota da cinque sterline, e così mi dovrai riportare dieci scellini di resto. OLIVER: Non ci metterò più di dieci minuti, signore. (mette il berretto, prende i libri e la banconota e corre via; esce anche Mrs Bedwin) MR BROWNLOW: (prende un grosso orologio e lo mette sul tavolo tra lui e Grimwig) Sarà di ritorno al massimo in venti minuti, e sarà ormai buio. MR GRIMWIG: Oh, davvero vi aspettate che torni? MR BROWNLOW: (sorridendo) E voi no? MR GRIMWIG: No! (battendo il pugno sul tavolo) No! Il ragazzo ha un abito nuovo indosso, libri di valore sotto il braccio e una banconota da cinque sterline in tasca. Si riunirà ai suoi vecchi amici, i ladri, e rideranno di voi. Se mai quel ragazzo dovesse tornare in questa casa, signore, io mi mangerò la testa! (le luci si abbassano lentamente e i due continuano a fissare l’orologio sulla tavola; si sente un ticchettio d’orologio)

(Scena quarta: in una via di Londra)

(Oliver cammina veloce con i libri sotto braccio, all’improvviso sente delle urla e si ferma, stupito, mentre Nancy, irriconoscibile, si avvicina) NANCY: Oh, il mio caro fratello! (e lo abbraccia) OLIVER: No! Lasciatemi andare! Chi siete? Perché mi fermate? NANCY: Oh, buon Dio! L’ho trovato! Oh! Oliver! Oliver! Tu, cattivo ragazzo, a farmi soffrire così! Vieni a casa, caro, vieni a casa! Oh, l’ho trovato! Grazie, buon Dio, l’ho trovato! (piange in modo isterico mentre lo tiene sempre stretto, Oliver cerca di divincolarsi, due persone si avvicinano) ABITANTE: Che è successo, signora? NANCY: Quasi un mese fa era scappato via dai suoi genitori, gente rispettabile e buoni lavoratori, e si era andato a mettere con una banda di ladri e malfattori, e quasi ha spezzato il cuore di sua madre! ABITANTE: Che miserabile! ABITANTE: Vai a casa, piccolo animale! OLIVER: Non lo sono! Io non la conosco! Non ho sorelle, né genitori, sono un orfano, vivo dalle parti di Pentonville! NANCY: Oh, sentitelo, come tiene testa!

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OLIVER: (è riuscito a staccarsi e la vide in viso) Ma è Nancy! NANCY: Vedete che mi conosce? Fatelo venire a casa, brava gente, o farà morire i suoi cari genitori, e a me spezzerà il cuore! BILL SIKES: (sbucato all’improvviso) Che diavolo succede? Ma è Oliver! Vieni a casa dalla tua povera mamma, ragazzaccio! Vieni subito a casa! (afferra Oliver) OLIVER: Non li conosco! Aiuto! Aiuto! BILL SIKES: Aiuto! Sì, ti aiuterò io, piccolo furfante! Cosa sono questi libri? Li hai rubati, vero? Dammeli, e vieni con me, ragazzaccio! ABITANTI: (mentre Nancy e Sikes escono trascinando Oliver) Bravo, è l’unico modo per farlo ragionare! Questo gli farà bene! Bravo!

(Scena quinta: a casa di Fagin)

(entrano Oliver, Nancy e Bill Sikes) CHARLEY BATES: (ridendo) Eccolo, eccolo! Oh, Fagin, guardatelo, guardatelo! (gira intorno ad Oliver, mentre Fagin fa numerosi inchini di derisione e Dodger ispeziona le tasche di Oliver) Guardate che vestito, Fagin! Stoffa sopraffina e taglio alla moda! E questi libri! Da vero signore! FAGIN: (inchinandosi di nuovo con finta umiltà) Felice di rivederti di così bell’aspetto, carino! Dodger ti darà un altro abito, per paura che tu possa sciupare quello della domenica. Perché non mi hai scritto che venivi, mio caro? Avremmo preparato qualcosa di caldo per cena. (Bates ride di nuovo, Dodger trova nelle tasche di Oliver la banconota e sorride a sua volta,Fagin vede la banconota e si avvicina) BILL SIKES: (avanzando anche lui verso Dodger mentre Fagin afferra la banconota) Ehi, cos’è quella? E’ mia, Fagin! FAGIN: No, no, mio caro. E’ mia, Bill, è mia. Voi prendete i libri! BILL SIKES: Allora mi riprendo il ragazzo! FAGIN: Ma non è giusto, Bill! BILL SIKES: Giusto o non giusto, datemela, vi dico! (strappa la banconota dalla mano di Fagin, la piega e la annoda nel fazzoletto) Questa è per la nostra parte di fatica, e non ne vale nemmeno la metà. Voi potete tenere i libri, se avete voglia di leggere, altrimenti vendeteli! OLIVER: (torcendosi le mani dall’afflizione che prova) Sono del vecchio signore, del buono, gentile, vecchio signore che mi ha portato nella sua casa e mi ha fatto curare quando stavo per morire per la febbre. Vi prego, rimandategli i libri e il denaro! Tenetemi qui per tutta la

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vita ma, vi prego, rimandateglieli! Penseranno che li ho derubati, la vecchia signora, e tutti quelli che sono stati gentili con me! Penseranno che li ho derubati! Oh, abbiate pietà, e rimandateglieli! (si inginocchia davanti a Fagin con le mani giunte) FAGIN: (prima serio, poi si mette a ridere e si frega le mani, soddisfatto) Hai ragione, Oliver, hai ragione. Loro penseranno che li hai derubati! Ah, Ah, Ah! Non poteva andarci meglio! (Oliver si alza all’improvviso e comincia ad urlare e a tentare di scappare; lo riprendono e Sikes gli si avvicina con fare minaccioso con un bastone in mano; Nancy cerca di proteggerlo) NANCY: Fermo! No, non ve lo lascerò fare, Bill! FAGIN: (pensando che finge) Nancy, siete meravigliosa, stasera. Che talento! Che attrice, eh, Bill? NANCY: Davvero? State attento che non esagero, perchè vi lascerò il segno e non mi importa se poi mi impiccano! BILL SIKES: Tu? Ma lo sai chi sei e cosa sei? NANCY: Oh, sì, sì, lo so bene. Non c’è bisogno che me lo dite! BILL SIKES: (con tono sprezzante) Siete proprio una bella amica per il ragazzo! NANCY: Dio mi aiuti, lo sono, e vorrei essere caduta morta sulla strada prima di avervi aiutato a riportarlo qui. Lui da stanotte è per tutti un bugiardo e un ladro, e non vi basta, senza doverlo anche picchiare? FAGIN: Su, su, Nancy, parole gentili. Parole gentili, eh, Bill? NANCY: Parole gentili! Da me le meritate, vero! Sono sulla strada per voi da quando avevo la metà degli anni di Oliver, e sono al vostro servizio da quindici anni! Non lo dimenticate! BILL SIKES: E con questo? E’ la vostra vita, no? NANCY: La vita, è vita BILL SIKES: Hai ciò che meriti! NANCY: Do tutta me stessa, niente in cambio avrò BILL SIKES: Ci sarà terrore Come non si è visto mai Non fare errori, stai attenta Nancy non puoi sbagliar

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NANCY: Se tu sbagli lei ti presenta il conto E’ la vita BILL SIKES: Vita FAGIN: Tasche piene perchè dovrei lasciare Questa vita BILL SIKES: Vita NANCY: Vita BILL SIKES: Perchè questa è si lo è Vi..... FAGIN: Vi..... NANCY: Vi...... TUTTI: ...ta!! (Oliver è portato via da Dodger e Bates, buio, poi luce sul narratore) NARRATORE: (musica di sottofondo) Il giorno dopo, usciti Dodger e Charley Bates per il solito lavoro, Fagin ne approfittò per fare ad Oliver una lunga ramanzina sul peccato di ingratitudine commesso da Oliver nell’allontanarsi volontariamente dai suoi preoccupati amici; gli raccontò anche la triste storia di un ragazzo che lui aveva ugualmente soccorso, che si era dimostrato indegno della sua fiducia e che, avendo cercato di comunicare con la polizia, un mattino era stato impiccato davanti al tribunale di Londra. Oliver ascoltò le parole di Fagin rabbrividendo e senza ben capire le oscure minacce che esse contenevano. Nei giorni successivi di rado fu lasciato solo e Fagin spesso raccontava storie di furti che aveva commesso in gioventù, sperando così di instillare lentamente nell’animo di Oliver il veleno che l’avrebbe rovinato per sempre. (buio) (luce in scena, con Fagin e Bill Sikes seduti a bere al tavolo e Nancy indaffarata a sistemare i fazzoletti) BILL SIKES: Allora, eccomi pronto! (mettendo giù il bicchiere e asciugandosi la bocca)

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FAGIN: Per affari? BILL SIKES: Per affari, e dite quello che avete da dire. FAGIN: (avvicinandosi a Sikes e abbassando la voce) E’ per il piccolo furto a Chertsey, Bill. BILL SIKES: Sì, e allora? (piccola pausa, mentre Fagin fa strani versi) Parlate, e chiamate le cose con il loro nome! Non state lì ad ammiccare e a strizzare gli occhi e a parlarmi con allusioni, come se voi non foste stato il primo a pensare a quella rapina! FAGIN: Zitto, Bill, zitto! Qualcuno potrebbe sentirci! (si guarda intorno con aria sospetta) Allora, quella rapina a Chertsey, quando si fa? Quando si fa? Che argenteria, Bill, che argenteria! (si sfrega le mani e alza gli occhi al cielo, pregustandone il piacere) BILL SIKES: Non si fa. FAGIN: Non si fa….del tutto? (si affloscia sulla sedia, deluso) BIL SIKES: Non si fa. O almeno, non è un affare liscio come credevamo. Toby Crackit gironzola intorno a quella casa da due settimane e non è riuscito ad abboccare nessun domestico! FAGIN: (sempre più avvilito) E’ molto triste, mio caro, perdere quello a cui tenevamo così tanto! (pausa di silenzio, pensano cosa fare) BILL SIKES: (all’improvviso) Fagin, le vale cinquanta ghinee extra se viene fatto con sicurezza dall’esterno? FAGIN: Sì! (riprendendosi di colpo) BILL SIKES: D’accordo? FAGIN: D’accordo! D’accordo! (con gli occhi sbarrati e tutto agitato) BILL SIKES: Allora fatelo quando volete! La notte scorsa ho scavalcato il muro del giardino e ho controllato i pannelli di legno di porte e persiane. Di notte la casa è sbarrata come una prigione, ma c’è una parte che possiamo aprire rompendola, senza difficoltà e rumore. FAGIN: Quale, Bill? BILL SIKES: Dalla parte del prato. FAGIN: E ti serve qualcosa? BILL SIKES: Niente, eccetto una trivella a tre punte e un ragazzino. La prima ce l’ho, il secondo spetta a voi trovarlo. FAGIN: (pensa, poi indica Nancy) Bill!

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BILL SIKES: (annuendo) Nancy, vai a prendere una brocca di birra! NANCY: Non ne avete bisogno. BILL SIKES: Vi dico di sì! NANCY: Sciocchezze! Parlate, Fagin, so cosa volete dire! (ride e si mette anche lei seduta al tavolo a bere) Avanti con la partita! Dite a Bill di Oliver! (gli altri due si guardano, rassicurati) FAGIN: E’che non sapevo se voi……come l’altra volta….(ancora è perplesso, poi cambia tono) Che ragazza sveglia, mia cara, la più sveglia che ho mai visto! E’ proprio di Oliver che stavo per parlare! Ah, Ah! E’ proprio il ragazzo per voi! (rivolto a Sikes, sogghignando e fregandosi il naso) BILL SIKES: Lui?! NANCY: Sì, Bill, prendetelo! Se fossi al posto vostro lo prenderei, è uno fidato, Bill. FAGIN: Questo ve lo garantisco, l’ho addestrato bene nelle ultime settimane, ed è ora che si guadagni il pane. E poi gli altri sono troppo grandi. BILL SIKES: Beh, è proprio della misura che mi serve. FAGIN: E farà tutto quello che volete, Bill, ….. cioè….se lo spaventate abbastanza. NANCY: Quando si farà? BILL SIKES: L’ho programmata per dopodomani sera. FAGIN: Bene, non ci sarà la luna! BILL SIKES: Allora è tutto a posto, domani Nancy verrà a prendere Oliver. Quanto a voi, Fagin, tenete pronto il crogiolo e state zitto, è tutto quello che dovete fare. (con tono e gesti minacciosi, poi esce con Nancy; Fagin rimane da solo, pensieroso) FAGIN: Un uomo ha un cuore, è così? Scherzi a parte, no o si? Non si dice che sia l'onestà la mia qualità ma la verità qui nessuno la sa come me! Affrontiamo la situazione delinquente fino all'ultimo sarai! Molto meglio della prigione è una moglie che ti tolga dai tuoi guai! E mia moglie laverà per me, cucinerà e mangerà consumerà e spenderà, i soldi poi vorrà da me per questo griderà con me

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l'inferno si aprirà su me ...occorre che ci pensi un altro po'! Rimani così come sei! Che ci faresti con lei? Molto meglio pensare a una nuova onorabilità! Ma questo per me impossibile forse sarà... Rivediamo la situazione alla gente più importante mi unirò! Gente fine, col blasone, dalla quale tante cose imparerò! Una pioggia di mondanità in mezzo a tanta nobiltà: contessa gradirebbe un thè il duca cenerà con me Buongiorno Mister Cunningham Buongiorno signor giudice!!! ...ma è molto meglio ripensarci un po'! Cosi, che faro? Ruberò! E la coscienza? Zitta tu! I miei amici son tutti dei gran farabutti e perciò non sarò proprio io che alla mia tarda età cambierò! Rivediamo la situazione: se si vuol mangiare oziare non si può! E' una grande umiliazione, ma un lavoro serio e onesto cercherò! La mattina presto mi alzerò e tutto il giorno sgobberò. A spasso andare non potrò, e chiacchierare neanche un po'! Di soldi pochi ne vedrò. in dieci giorni ammalerò! E' meglio che ci pensi un altro po'! Che cosa sarà mai di te? Invecchierai povero? Quando i vecchi son vecchi nessuno li aiuta lo sai! La sola speranza sta tutta nei soldi che avrai! Rivediamo la situazione: se sei ladro sempre ladro resterai! Tu rimani un mascalzone, e vedrai che i soldi sempre in tasca avrai! Le più belle cose avrò per me, medagli e ninnoli per me! Oggetti preziosissimi,monili lucentissimi, collane ineguagliabili,valori inestimabili, e tanto e tanto ruberò e il re dei ladri diverrò! E' meglio che ci pensi un altro pò!

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(Scena sesta: davanti a casa Maylie)

NARRATORE: (musica di sottofondo) Era una brutta sera, soffiava il vento e le nuvole minacciavano pioggia. Era dalla mattina che camminavano, Oliver e Bill Sikes, con brevi soste lungo la strada: Smithfield, Sunbury, Shepperton, fino a Chertsey. Tante diligenze era passate accanto a loro, rapide ed infangate; avevano incontrato gruppi di operai, uomini e donne, diretti al lavoro; erano passati davanti a botteghe ed osterie affollate, e avevano attraversato piazze di mercato brulicanti di contadini, venditori ambulanti, vagabondi, bambini e ragazzi, tra urla, grugniti di animali, suoni ed odori. Poi le case, le vie e le luci si erano fatte sempre più rade e lontane, ed era subentrato il silenzio della campagna e il buio della notte. Nella nebbia fitta si avvicinarono ad una casa isolata, circondata da un muro. Prima ancora che Oliver avesse tempo di guardarsi intorno, Bill Sikes lo sollevò e pochi secondi dopo Oliver si ritrovò sul prato dall’altra parte, dove Bill Sikes subito lo seguì. OLIVER: (pieno di terrore, e ormai consapevole di cosa stavano per fare, si getta per terra in ginocchio con un urlo) No!! BILL SIKES: Alzati! Alzati! OLIVER: Per amor di Dio, lasciatemi andar via! Non fatemi rubare! BILL SIKES: Taci, e vieni con me! (si avvicinano alla casa ; alla luce flebile di un lume Sikes con una leva apre l’imposta di una finestrina e l’infisso interno, cercando di non far rumore) Ora ascolta, (rivolto ad Oliver) ti farò passare per questa finestra; prendi la lampada, vai su per i gradini che ti trovi davanti, senza far rumore, e poi per il piccolo corridoio vai alla porta sulla strada; la apri e mi fai entrare. Vieni, svelto! (lo solleva per farlo passare attraverso la finestrina, ma si sentono urla da dentro la casa, rumori, passi veloci) BILL SYKES: Indietro! Indietro! Vieni fuori! (si sentono degli spari, c’è fumo, Oliver cade tra le braccia di Sikes) L’hanno colpito! Dannazione, come sanguina! (lascia Oliver per terra e scappa via, dalla casa escono gridando i domestici di casa Maylie) DOMESTICI: Ma che succede? E’ scappato via! Qui ce ne è uno in terra! Ma è un bambino! E’ ferito! Presto, portiamolo in casa! (escono portando Oliver) NARRATORE: (musica di sottofondo) Fu lunga quella notte a casa di Mrs Maylie e di sua nipote Rose. Oliver fu curato dal Dottore di famiglia, Mr Losberne, e le due signore non riuscivano a capire come quel bambino, dall’aspetto così bello ed innocente, potesse essere un ladro, un malfattore. Decisero di aspettare il suo risveglio per interrogarlo e saperne di più. Appena fu in grado di parlare Oliver narrò loro tutta la sua semplice ed impressionante storia; da quel momento fu accolto con gioia in casa Maylie e potè anche lui godere di quelle tenerezze ed attenzioni che fino ad allora non aveva mai conosciuto. Sentiva però un gran peso nel suo cuore al pensiero di Mr Brownlow e di Mrs Bedwin, e di quanto quei buoni signori lo potessero considerare un ingrato e un mascalzone. Fu così che il Dottor Losberne gli promise di portarlo a Londra, non appena fosse guarito del tutto.

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(Scena settima: davanti a casa Brownlow)

MR LOSBERNE: Allora, ragazzo mio, qual è la casa? OLIVER: Quella, quella! Quella casa bianca! Presto! Presto! Tremo così tanto che mi sembra di morire! MR LOSBERNE: Calmo, calmo! (battendogli sulla spalla) Ora li incontrerai e loro saranno felicissimi di vedere che stai bene e al sicuro. OLIVER: Oh, lo spero. Sono stati così buoni con me, così buoni! (si avvicinano alla casa, vedono un cartello sulla porta con la scritta “Si affitta”, mentre una donna esce dalla casa accanto) MR LOSBERNE: Scusi, signora, sa che cosa ne è stato di Mr Brownlow, che abitava in questa casa? ABITANTE: Sei settimane fa ha venduto tutti i suoi beni ed è andato nelle Indie Occidentali, con la governante e un signore suo amico. (si allontana) OLIVER: (disperato, si stringe le mani) Che facciamo? (poi ha un’idea) Il libraio! Conosco la strada! Vediamolo, vi prego, vediamolo! MR LOSBERNE: Mio povero ragazzo, questa delusione per oggi è già sufficiente. Se andiamo dal libraio troveremo di sicuro che è scappato via o ha dato fuoco al negozio! No, andiamo dritti a casa. (escono, tristi e delusi, buio)

(Scena ottava: al ricovero per i poveri)

NARRATORE: (musica di sottofondo) E’ consuetudine, sul palcoscenico, alternare scene tragiche con scene comiche, come gli strati bianchi e rossi in una fetta di buona pancetta. (mima in modo buffo le scene seguenti mentre narra) L’eroe cade sul pagliericcio, sotto il peso di sventure e catene, e subito dopo lo scudiero fedele, che non sa dei guai del padrone, rallegra il pubblico con una allegra canzone. Questi cambiamenti sembrano assurdi, ma proprio perché mutano improvvisamente tempi e luoghi sono considerati grande arte letteraria, soprattutto per i dubbi in cui lasciano i personaggi alla fine di ogni scena. Se è così, torniamo per un po’ alla città in cui Oliver Twist era nato, e state sicuri che ci sono buone e fondate ragioni per questo ritorno. (luce su Mr Bumble e Mrs Corney) MRS CORNEY: Siete un uomo crudele. E anche un uomo dal cuore duro. (fa finta di piangere, per spingere Mr Bumble a flirtare con lei, ma fa finta anche di non voler cedere) MR BUMBLE: Dal cuore duro, Mrs Corney? Io? Perchè? MRS CORNEY: Povera me! E me lo chiedete, Mr Bumble? (Mr Bumble si avvicina a lei) Mr Bumble, io strillerò!

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MR BUMBLE: Non direste di no se volessi il vostro cuore non direste di no or compare un bel sorriso già lo so che poi vi piace se la vostra mano è chiusa con un bacio ed una scusa l’aprirò.... MRS CORNEY: No, no, no. MR BUMBLE: Come no. MRS CORNEY: Strillerò! Strillerò! Finchè accorrono in mio aiuto, strillerò! MR BUMBLE: Qui nessuno può spiarci, vederci, sentirci Se vi bacio sulla bocca che destino ora mi tocca MRS CORNEY: Strillerò, strillerò, strillerò! MR BUMBLE: Vi darò un bel pizzicotto sulla vostra bianca pelle poi vi stringerò Su mia cara ora sedete il pudore abbandonate Lascerà questo mio fiore che io scopra il suo candore Lo farà MRS CORNEY: Mai sarà MR BUMBLE: Lo farà MRS CORNEY: Strillerò! Strillerò! Per salvare il mio candore strillerò anche se il vostro invito mi risulta assai gradito se cedessi alle lusinghe

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sarei vostra in un istante MR BUMBLE: Strillerò, strillerò, strillerò! MRS CORNEY: Non giocate più Sia ben chiaro quel che dite non vi aspetto più perchè non vi dichiarate e se è amor cosa aspettate MR BUMBLE: C’è una stanza che c’aspetta MRS CORNEY: Nou! MR BUMBLE: Se una proposta verrà fatta. Dite si! MRS CORNEY: Chi lo sa! MR BUMBLE: Si vedrà! MRS CORNEY: Strillerò! Strillerò! Al pensar quel che pensate strillerò! MR BUMBLE: Cesserà ogni vostro grido se sarò vostro marito Sono un uomo ben in carne amerò le vostre forme MRS CORNEY: Strillerò, Mr. Bumble! Strillerò, caro Bumble! Strillerò, strillerò, strillerò! (buio)

(Scena nona: in una stanza del ricovero per i poveri)

(Mrs Corney e il medico del ricovero sono accanto al letto della vecchia Sally, ormai morente) MEDICO DEL RICOVERO: Notte fredda, Mrs Corney.

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MRS CORNEY: Molto fredda davvero, signore. MEDICO DEL RICOVERO: Dai vostri fornitori dovreste farvi dare del carbone migliore, questo non va bene per una notte fredda. MRS CORNEY: (con tono irritato) E’ quello scelto dal comitato e…..(la interrompe un gemito della malata) MEDICO DEL RICOVERO: Credo che siamo alla fine. Se dura ancora un paio di ore ne sarei sorpreso. Ora io devo andare, tanto non posso più fare niente. Buona notte, Mrs Corney. (esce) SALLY: (con voce sorda e agitandosi sul letto) Chi c’è? MRS CORNEY: Zitta, zitta, state giù, state giù! SALLY: Voglio parlarvi! Venite vicina! All’orecchio! (afferra la mano di Mrs Corney e l’avvicina a sè) Ascoltatemi. Proprio in questa stanza, tanto tempo fa ho curato una giovane, bella creatura, portata qui con i piedi tutti feriti per il camminare. Partorì un maschio e poi morì. (lunga pausa) MRS CORNEY: Sì, e poi? E poi? (con impazienza) SALLY: E poi…..(sembra non ricordare più, poi riprende vigore, si tira su e grida) poi l’ho derubata, ecco cosa ho fatto! MRS CORNEY: Ma che cosa avete rubato, per l’amor di Dio? SALLY: L’unica cosa che aveva! Oro, vi dico, oro buono, che avrebbe potuto salvarle la vita! (ricade sul cuscino) MRS CORNEY: Oro! (piegandosi sulla malata) Dite, Dite! Quando è accaduto? Chi era la madre? SALLY: (gemendo) Mi incaricò di conservarlo. Lo rubai quando me lo mostrò appeso al suo collo. L’avrebbero trattato meglio, se avessero saputo……(pausa) MRS CORNEY: Saputo che cosa? (sempre più impaziente) Parlate! SALLY: Il bambino crescendo assomigliava sempre più alla madre! Povera ragazza! Così giovane! (facendo sempre più sforzo a parlare) MRS CORNEY: E il nome del bambino? Presto, o potrebbe essere troppo tardi! SALLY: (con la voce sempre più debole) Lo chiamarono Oliver. L’oro che rubai è stato…….. MRS CORNEY: Sì, Sì, che cosa? (ma la malata mormora suoni indistinti, afferra la gonna di Mrs Corney e muore; buio)

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(Scena decima: nella casa di Monks)

(Mr Bumble e Mrs Corney sono seduti ad un tavolo, Monks si avvicina loro) MRS CORNEY: (rivolta a Bumble, a bassa voce) Allora, state attento a quello che vi ho detto, e parlate il meno possibile, o ci tradirete subito! (Bumble apre la bocca per replicare qualcosa, ma un’occhiata arcigna della moglie lo fa desistere) MONKS: (mettendosi seduto) Più presto veniamo ai nostri affari, meglio è per tutti. (rivolto alla donna) E’ vero che voi eravate con quella vecchiaccia la notte in cui morì, e che ella vi disse qualcosa…….. MRS CORNEY: (interrompendolo) …..riguardo alla madre di quel ragazzo. Sì! MONKS: La prima domanda è, che cosa vi comunicò? MRS CORNEY: Questa è la seconda. La prima è, quanto può valere questa informazione? MONKS: Chi diavolo può dirlo, senza sapere di che si tratta! …Allora, qualcosa le fu tolto, qualcosa che aveva indosso.. MRS CORNEY: (lo interrompe) Fareste meglio a fare un’offerta! Quanto vale per voi? MONK S: Può essere senza valore, oppure valere venti sterline. Su, parlate! MRS CORNEY: Aggiungete alla somma altre cinque sterline. Datemi venticinque sterline d’oro e io vi dirò tutto quello che so. Non prima! MONKS: Venticinque sterline! (arretrando un po’ed esitando) E se pago per una storia che non vale nulla? MRS CORNEY: Potete riprendervelo facilmente, Sono una donna, sola e indifesa. (sospira) MR BUMBLE: (con voce alta, ma tremante e timorosa) Né sola, cara, né indifesa. Ci sono qua io, cara. MRS CORNEY: Siete uno sciocco, e fareste bene a stare zitto! MONKS: Avrebbe fatto meglio a tagliarsi la lingua prima di venire, se non sa parlare a bassa voce! E’ vostro marito, vero? (la donna alza le braccia al cielo, con finta disperazione; Monks tira fuori dalla tasca un sacchetto di tela, conta sulla tavola venticinque sterline e le spinge verso la donna) Prendetele, e raccontate la storia. MRS CORNEY: (le tre teste quasi si toccano, la donna parla piano, la lanterna in mezzo al tavolo li illumina in modo quasi spettrale) Quando quella donna, la vecchia Sally, morì, io e lei eravamo sole. Mi parlò di una giovane che alcuni anni prima aveva partorito un bambino

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proprio in quella stanza, e Sally l’aveva derubata. Aveva rubato alla salma ciò che la madre l’aveva pregata di conservare per il bene del bambino. MONKS: E lo vendette? (quasi urla, con impazienza) Dove? Quando? A chi? MRS CORNEY: (continua a narrare senza tener conto delle domande di Monks) Mentre, con grande difficoltà, mi diceva tutto questo, ricadde giù e morì. MONKS: Senza dire altro? E’ una bugia! (con tono furente ) MRS CORNEY: Non disse altro, ma afferrò con forza la mia gonna con la mano quasi chiusa. Quando vidi che era morta, con fatica le aprì la mano e trovai che stringeva un pezzetto di carta sporca….. MONKS: (allungandosi verso di lei) …che conteneva…. MRS CORNEY: Niente, era la copia di una polizza di pegno. MONKS: Per che cosa? MRS CORNEY: La scadenza era dopo due giorni, e pensando che avrebbe potuto venirmi qualcosa di buono, ho riscattato il pegno. MONKS: E ora dov’è? (sempre più impaziente) MRS CORNEY: Qui! (e getta sul tavolo una piccolissima sacca di pelle, che Monks afferra velocemente ed apre con mani tremanti. Ne tira fuori un piccolo medaglione d’oro) C’è inciso all’interno il nome “Agnes” ed uno spazio lasciato per il cognome, e poi segue una data, che è circa un anno prima che il bambino nascesse. Ci sono poi due ciocche di capelli e un anello nuziale d’oro. Ed è tutto. (Mr Bumble tira un lungo respiro, come sollevato da un peso, e si asciuga il sudore) MONKS: (alzandosi) Allora non abbiamo altro da dirci e possiamo sciogliere questo piacevole incontro. (con tono ironico) MR BUMBLE: Ben volentieri! (si affretta verso la porta) MONKS: (rivolto a Bumble, con fare minaccioso)) Terrà la bocca chiusa, vero? Di vostra moglie non temo. MR BUMBLE: Fidatevi di me, giovanotto, di me e di tutti, Mr Monks. (mentre parla arretra sempre più verso la porta, inchinandosi con eccessiva educazione) MONKS: Sono felice di sentirlo, per il vostro bene. Su, andate via il più velocemente possibile, aspetto visite! (buio, poi di nuovo luce sui Bumble, appena usciti) MRS CORNEY: Dobbiamo recuperare quel ragazzo, Mr. Bumble. MR BUMBLE: S’, dobbiamo proprio, cara. Dobbiamo proprio.

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MR BUMBLE E MRS CORNEY: Oliver! Oliver! MRS CORNEY: Il ragazzino che chiese di più MR BUMBLE E MRS CORNEY: Oliver! Oliver! MR BUMBLE: Sembra sia ricco alla stregua di un re! MRS CORNEY: E pensare che perdemmo ogni traccia di Oliver MR BUMBLE: Anche se sappiam che noi eravamo contenti di venderlo MR BUMBLE E MRS CORNEY: Oliver! Oliver! MR BUMBLE: Che si farà...? MRS CORNEY: Diamogli ciò che gli spetta... MR BUMBLE E MRS CORNEY: Credo proprio che scampo non c’è ormai per MR BUMBLE E MRS CORNEY: Oliver! (escono, di nuovo luce in casa di Monks; bussano alla porta) MONKS: Venite, Fagin, venite! (Fagin entra, guardandosi con sospetto alle spalle) Che avete? FAGIN: Niente, niente….è che ho l’impressione… (guarda ancora fuori la porta, poi rientra e si mette seduto) Notizie? MONKS: Grandi! FAGIN: E…buone? MONKS: Non cattive. So qualcosa della sua nascita e soprattutto……..dove si trova ora! A certa gente basta vedere un po’ di denaro per aprire il becco e raccontare tutto! Quanto alla sua nuova casa, dopo quello che ha riferito Sikes ho sguinzagliato Toby Crackit e ho saputo tutto quello che ci serve. Ora vi dirò.

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FAGIN: Sì, ma….non avreste un posto più sicuro per parlare? Non mi sento tranquillo, venendo qui mi è sembrato che qualcuno mi seguisse! MONKS: (ridendo, ironico) Ah, Fagin, amico mio, anche a voi le ombre della sera cominciano a far paura? Venite con me. (prende la lampada dal tavolo ed escono, lasciando la stanza illuminata solo dalla debole luce della luna che filtra dalla finestra. Mentre i loro passi si allontanano, la porta si apre lentamente ed entra Nancy; esita un po’, poi anche lei, senza far rumore, esce dalla parte dove sono già usciti Fagin e Monks; dopo poco ritorna, camminando lentamente; si ferma in mezzo alla stanza, cade in ginocchio e si mette le mani sul viso, disperata; appena sente le voci di Fagin e Monks che tornano, si alza velocemente e esce proprio mentre i due rientrano in scena). Allora, tutto chiaro? FAGIN: Tutto! (si stringono la mano, Fagin esce, buio, poi luce sul narratore) NARRATORE: (musica di sottofondo) Appena uscita dalla casa di Monks, Nancy aveva ormai chiaro in mente cosa fare. In gran fretta si avviò verso i quartieri occidentali di Londra, la zona più elegante della città. Correva sugli stretti marciapiedi, urtando i passanti, incurante delle loro reazioni, e attraversava le strade ancora affollate quasi lanciandosi sotto il naso dei cavalli. Giunse così ad un hotel vicino ad Hyde Park, e chiese di poter parlare con Miss Rose Maylie.

(Scena undicesima: nella stanza di Miss Maylie)

NANCY: Non è stato facile riuscire a vedervi, signora. Il custode non voleva accompagnarmi da voi, forse impaurito dal mio aspetto. ROSE MAYLIE: Mi dispiace se qualcuno si è comportato in modo scortese; non pensateci, e ditemi perché volevate vedermi. Sedete, prego. NANCY: Lasciatemi in piedi, signora, e non mi parlate in modo così gentile finchè non mi conoscete meglio! Io sto per mettere la mia vita, e quella di altri, nelle vostre mani. Io sono la ragazza che ha trascinato di nuovo Oliver a casa di Fagin! ROSE MAYLIE: Voi! NANCY: Io, signora! Io vivo tra i ladri e non ho mai conosciuto una vita migliore! Sono scappata da loro, che di sicuro mi ammazzerebbero se sapessero che sono stata qui, per raccontarvi quello che ho ascoltato di nascosto. Fagin parlava con un certo Monks che diceva: “ Le uniche prove dell’identità del bambino sono in fondo al fiume..” e “Se potessi ammazzerei volentieri il mio caro fratellino Oliver!” ROSE MAYLIE: Suo fratello! NANCY: Sì! E poi disse a Fagin che sapeva che l’avevate accolto nella vostra casa e che ora eravate qui a Londra. ROSE MAYLIE: Siamo qui per alcuni giorni e stiamo per accompagnare Oliver da Mr Brownlow. Ieri Oliver lo ha visto per caso entrare in una casa non lontano da qui ed è fuori

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di sé dalla gioia al pensiero di incontrarlo di nuovo. Ma le spaventose notizie che mi avete dato devono essere chiarite! NANCY: (sempre più agitata, si muove per uscire) E’ tardi, devo tornare a casa senza far sospettare che sono stata qui per questo motivo. Devo tornare subito! ROSE MAYLIE: Ma perché volete tornare da compagni che descrivete con parole così terribili? NANCY: Voglio tornare a casa, devo tornare a casa, perché – come faccio a spiegare queste cose ad una ragazza innocente come voi? – perché tra quegli uomini ce ne è uno, il più spaventoso di tutti, che non posso lasciare, nemmeno per essere salvata dalla vita che faccio ora! ROSE MAYLIE: Non è mai tardi per pentirsi ed espiare, lo dimostra il fatto che siete venuta qui, con tanti rischi, a raccontarmi tutte quelle cose per aiutare Oliver! NANCY: Sì, è tardi per farlo! Non posso lasciarlo ora! ROSE MAYLIE: Ma cosa posso fare io? Dove posso ritrovarvi, se necessario? NANCY: Mi promettete che manterrete il segreto, che verrete da sola, o con la sola altra persona che saprà, e che non sarò né sorvegliata, né seguita? ROSE MAYLIE: Ve lo prometto! NANCY: Ogni domenica sera, dalle undici a mezzanotte, mi troverete sul Ponte di Londra, se sarò ancora viva! (scappa via dalla stanza, buio)

(Scena dodicesima: a casa di Mr Brownlow)

(in una stanza sono Mr Brownlow e Mr Grimwig, entra Rose Maylie) ROSE MAYLIE: Mr Brownlow? (guardando in alternanza i due uomini) MR BROWNLOW: Questo è il mio nome, e questo è il mio amico, Mr Grimwig; Grimwig, potrebbe lasciarci per alcuni minuti? ROSE MAYLIE: Credo che non occorra disturbarlo ad uscire perché, se sono ben informata, è a conoscenza del fatto di cui voglio parlarvi. (Brownlow china la testa e si siede, Grimwig, che all’entrare della donna si era alzato con un rigido inchino, con un altro rigido inchino si siede di nuovo; anche Rose si siede, un po’ impacciata) Vi sorprenderò molto, senza dubbio, ma una volta voi avete mostrato molta benevolenza e bontà verso un mio giovane amico, e sono sicura che sarete molto interessato ad avere di nuovo sue notizie. MR BROWNLOW: Oh, davvero?

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ROSE MAYLIE: Lo conoscevate come Oliver Twist. (Mr Grimwig, che aveva fino ad allora fatto finta di essere immerso nella lettura di un libro che era sul tavolo, lo fa cadere, si getta indietro sulla sedia e sbarra gli occhi dallo stupore; poi, come vergognandosi dell’emozione dimostrata, si mette bello dritto sulla sedia ed emette un lungo fischio) MR BROWNLOW: (ugualmente emozionato ma più calmo, avvicinando la sedia a quella di Rose) Cara signorina, se avete prove che possono cambiare la cattiva opinione che un tempo sono stato costretto a formarmi sul quel povero bambino, per favore fatemele avere! MR GRIMWIG: Un ragazzo proprio cattivo. Mi mangio la testa se non è un ragazzo cattivo! ROSE MAYLIE: (accalorandosi) E’ un bambino di nobile carattere e di buon cuore! MR BROWNLOW: Non fate caso al mio amico, Miss Maylie, non vuole dire quello che dice. MR GRIMWIG: Oh, sì che vuole! MR BROWNLOW: No, non vuole! MR GRIMWIG: Mi mangio la testa, se non vuole! MR BROWNLOW: Meriterebbe che gli venisse tagliata! MR GRIMWIG: Mi piacerebbe vedere chi si offrisse di farlo! (picchia in terra il bastone, poi i due uomini prendono ciascuno un po’ di tabacco, si stringono la mano e si rimettono seduti, sotto lo sguardo stupito di Rose) MR BROWNLOW: Ora, Miss Maylie, vuole dirmi che notizie ha di quel povero bambino? (musica, mentre i tre mimano la scena di Rose che racconta le peripezie di Oliver e i due signori sono di volta in volta spaventati, stupiti, indignati, sollevati, felici) Grazie a Dio, è una grande gioia per me! Ma non mi avete detto dov’è! Perché non lo avete portato? ROSE MAYLIE: Aspetta nella vettura, giù alla porta. MR BROWNLOW: Qui, alla porta! (esce di corsa; appena uscito Mr Grimwig alza la testa, si solleva dalla sedia e fa tre piroette aiutato dal bastone, poi zoppica su e giù per la stanza, si ferma di colpo davanti a Rose e la bacia; Rose è un po’ allarmata) MR GRIMWIG: Zitta! Non si spaventi! Sono vecchio abbastanza per essere suo nonno. Lei è una dolce ragazza e le voglio bene. (si sentono voci da fuori) Eccoli! (si mette svelto a sedere, come se non avesse mai cambiato posizione; Oliver entra con Mr Brownlow e va ad abbracciare anche Grimwig) MR BROWNLOW: A proposito, c’è qualcun altro che non dobbiamo dimenticare. (suona il campanello, dopo pochi secondi entra Mrs Bedwin, che fa un inchino e resta in attesa di ordini; Brownlow la guarda stupito, poi capisce) Bedwin, diventate ogni giorno più cieca!

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MRS BEDWIN: Sì signore, e i miei occhi non migliorano certo con l’età. MR BROWNLOW: Potevo dirvelo anche io, ma mettete gli occhiali, e vedete di capire per che cosa vi ho chiamata! (Mrs Bedwin cerca gli occhiali nella tasca, ma Oliver non può più aspettare e si getta nelle sue braccia) MRS BEDWIN: (riconoscendolo) E’ il mio caro ragazzo! Lo sapevo che sarebbe tornato, lo sapevo! Come sta bene, e come è vestito di nuovo come un signorino! Dove sei stato, per tutto questo tempo? (esce con Oliver) MR GRIMWIG: Che diavolo dobbiamo fare, ora, con tutti quei malfattori? MR BROWNLOW: Dobbiamo procedere con calma e cautela e………. MR GRIMWIG: Calma e cautela! Io li manderei tutti…… MR BROWNLOW: Non importa dove. Noi dobbiamo scoprire la famiglia di origine di Oliver e rendergli l’eredità di cui è stato privato con la truffa. MR GRIMWIG: (continua nel suo ragionamento) Potrebbero essere alcuni impiccati e altri deportati! MR BROWNLOW: Con il tempo ci andranno da soli, di sicuro. Per ora non facciamo niente che potrebbe nuocere ad Oliver; aspettiamo di incontrare Nancy, quella ragazza, domenica sera: da lei cercheremo di avere notizie su come trovare quel Monks, che forse è l’unico che può chiarire ogni cosa. Ed ora venite, è ora di cena, andiamo da Oliver! (escono, buio)

(Scena tredicesima: sul Ponte di Londra)

(un orologio suona dodici rintocchi; nebbia; Nancy entra lenta e silenziosa, senza accorgersi di Dodger che l’ha seguita e si nasconde ripetutamente ogni volta che la donna si ferma, come in attesa di qualcuno; entrano Rose Maylie e Mr Brownlow, Dodger si nasconde ancora e cerca di ascoltarli) MR BROWNLOW: Nancy, questa giovane signora ha comunicato a me, e ad alcuni amici fidati, quanto voi le avete raccontato. Noi vogliamo estorcere la verità, qualunque essa sia, da quel tale Monks, ma dobbiamo avere informazioni su come riconoscerlo, dove trovarlo, quando trovarlo con sicurezza. E vi prometto che nessuno verrà mai a sapere come abbiamo ottenuto queste notizie. NANCY: (esita un po’ prima di parlare) Io molto spesso ho mentito, e sin da piccola ho vissuto tra mentitori, ma alla vostra parola ci credo. (pausa) A Monks piace andare alla Taverna degli Storpi, a Saffron Hill. Ci va quasi tutte le sere. (pausa) Lo riconoscerete bene. E’ alto e robusto, ma non grasso. Cammina come se volesse nascondersi e si guarda sempre dietro le spalle, prima da una parte, poi dall’altra. La sua faccia è scura, come anche i capelli e gli occhi. Non ha più di ventisei o ventotto anni ma è avvizzito e smunto. (pausa) Le sue labbra spesso sono livide e sfigurate dai segni dei denti……ma perché vi

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siete scosso così? (rivolta a Mr Brownlow, che ha avuto un improvviso movimento e si è messo una mano sul viso) MR BROWNLOW: (con voce tremante) Niente, niente, andate avanti. NANCY: Alcune di queste cose l’ho sapute da altre persone, perché io Monks l’ho visto solo due volte ed era sempre coperto da un grande mantello. Non credo di potervi dare altre notizie….no, un momento! Sulla gola ha…..(Brownlow la interrompe) MR BROWNLOW: ……un largo segno rosso, come di bruciatura! NANCY: E’ così! Voi lo conoscete! (Rose ha un grido di sorpresa) MR BROWNLOW: Penso di sì. Dovrei, con la sua descrizione, Vedremo. Tante persone stranamente si assomigliano. Potrebbe non essere lo stesso. (con voce più bassa, tra sé e sé) Deve essere lui. (di nuovo a voce più alta) Ci avete dato un aiuto veramente prezioso, cosa posso fare per voi? NANCY: Niente, signore. Non potete fare niente per aiutarmi. Non ho più alcuna speranza. MR BROWNLOW; No, abbandonate tutto, noi possiamo aiutarvi a cambiare vita, qui o in qualche altro paese. NANCY: No, io sono incatenata alla mia vita. La odio, ma non posso lasciarla. Devo tornare a casa! Potrei essere vista! (nel frattempo Dodger senza farsi notare esce dal nascondiglio e scappa via) Andate, andate, lasciatemi qui da sola, non fatevi vedere ancora con me! ROSE MAYLIE: (prende del denaro dalla borsa e lo porge a Nancy) Prendete almeno questo, potreste averne bisogno! NANCY: No, non l’ho fatto per denaro. Ma lasciatemi qualcosa di voi, come ricordo….(Rose fa il gesto di togliersi un anello)….no, non il vostro anello!…..Il vostro fazzoletto…(Rose glielo dà, Nancy lo stringe al petto) Mia buona signora! Andate, andate ora! (Brownlow tira via Rose, che vorrebbe ancora restare; escono; buio, poi di nuovo luce su Nancy) NANCY: Sì, lui è mio, e io sono sua. Devo tornare a casa. (Nancy si mette a sedere sul muro del ponte, tra la nebbia e al buio della notte appena illuminata dalla luce della luna; si mette le mani sul viso; un’ombra si profila, viene verso di lei) BILL SIKES: Alzati! NANCY: Sei tu, Bill! (toglie di colpo le mani dal viso e lo guarda) BILL SIKES: Sono io. Alzati! (Nancy si mette in piedi davanti a lui) NANCY: Bill, perché mi guardate così? (con voce allarmata; Bill si avvicina e tenta di metterle una mano sulla bocca) Bill, Bill,…..(cercando di liberarsi dalla stretta)….non urlerò e non piangerò…..nemmeno una volta……ascoltatemi…..parlate….ditemi cosa ho fatto!

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BILL SIKES: (parlando con affanno) Lo sapete, demonio! Stanotte siete stata sorvegliata e ogni cosa che avete detto è stata ascoltata. NANCY: (si libera dalla stretta e si aggrappa al braccio di Sikes, che non riesce a staccarsi) Per amor di Dio, risparmiate la mia vita, come io ho risparmiato la vostra! Bill, caro Bill, non potete avere il coraggio di uccidermi! Pensate a tutto quello a cui ho rinunciato per voi, proprio questa notte. Avete tempo di pensare, risparmiatevi questo delitto. Vi sono stata fedele, lo giuro sulla mia anima colpevole! (cerca di appoggiare la testa sul petto dell’uomo) Bill, stanotte quel signore e quella cara signora mi hanno parlato di un rifugio in un altro paese. Lasciate che io li riveda e li supplichi di mostrare anche a voi la stessa pietà e bontà, e andiamocene insieme da questi luoghi spaventosi, per vivere una vita migliore. Non è mai troppo tardi per pentirsi! (Bill Sikes con uno strattone libera un braccio, prende la pistola, ma invece di sparare comincia a colpire con essa la ragazza; buio improvviso, poi subito luce; Nancy è a terra, Bill , terrorizzato, ancora la guarda; entra un abitante con una lampada in mano) ABITANTE: Che succede qui? Ma quella ragazza…..e voi….Aiuto, presto, aiuto, c’è un assassino! (Bill Sikes lascia cadere la pistola e sta per rivoltarsi contro l’uomo, ma altre luci si avvicinano, si sentono voci e passi di corsa, Sikes comincia a scappare tra la gente che si sta radunando e tenta di arrampicarsi su scale e muri per rifugiarsi sui tetti; le parole della gente e del narratore fanno capire al pubblico le azioni che sta compiendo durante la fuga) ABITANTI E NARRATORE: Dov’è? Prendetelo!…… Non lasciatelo scappare!…… Eccolo, è lassù, vicino a quella finestra!…… (la folla ondeggia e si sposta) No, è saltato sul tetto di quel palazzo!…… (di nuovo si spostano) Sparategli!….. Date fuoco alla casa!…… Venti ghinee a chi mi porta una scala!……. Sta passando dietro, fermatelo!…… L’avete quasi preso!…… Cinquanta sterline a chi me lo porta vivo!……. Hanno sfondato la porta, stanno entrando!……. Sono arrivati sul tetto!…… Ma che fa?…. Ha legato una corda al camino!….. C’è un canale sotto, forse vuole calarsi fino lì!……. Girate intorno alla casa!…..Non fatelo scappare!….. Ha fatto un cappio, vuole legarsi la corda addosso per scendere meglio!……. Attenti, ci scappa!…….. (si sente un urlo dall’alto, la folla si fa improvvisamente silenziosa, poi un grido si alza dal narratore) E’ rimasto impiccato nella sua stessa corda! (buio)

(Scena quattordicesima: in una aula di tribunale)

GIUDICE: Fate entrare il prigioniero! Silenzio! (rivolto alla folla che fa chiasso, e suonando un campanello; entra una guardia con Dodger, che cammina nel solito modo impertinente e guarda la folla in modo furbo; la gente ride) Silenzio! (di nuovo campanello; si rimette a leggere il giornale) DODGER: (mentre viene fatto sedere allo scranno degli imputati) Perché mi avete messo in una così vergognosa situazione? (parla con un tono ironico e distinto, da vero signore) GUARDIA: State zitto, voi! DODGER: (con lo stesso tono) Sono un inglese, vero? E dove sono i miei privilegi? (la folla ride)

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GUARDIA: Li avrete presto i vostri privilegi, e conditi con il pepe! DODGER: Vedremo cosa avrà da dire a quei giudici il Ministro degli Interni! Allora, cos’è questo affare? Sarò grato al magistrato se vorrà sistemare questo piccolo affare e non tenermi qui mentre legge il giornale. Ho un appuntamento nella City con un signore e io sono un uomo di parola e molto puntuale quando si tratta di affari; se ne andrà via se io non sono lì all’ora giusta. E forse chiederemo il risarcimento dei danni a chi mi ha fatto perdere tempo! (la folla sghignazza) Guardia, quale è il nome di quel giudice? (con tono molto altezzoso; la folla ride di nuovo) GIUDICE: (come accorgendosi all’improvviso del baccano in corso, suonando il campanello) Silenzio! Guardia, che caso è quello? GUARDIA: Un caso di borseggio, vostra signoria. GIUDICE: Il ragazzo è mai stato qui prima? GUARDIA: Avrebbe dovuto esserci già molte volte. Lo conosco bene, vostra signoria! DODGER: Oh, davvero, mi conoscete? (fa finta di prendere nota) Molto bene. Questo è un caso di danno alla mia reputazione! (la folla ride) GIUDICE: Silenzio! (suona il campanello) Dove sono i testimoni? DODGER: Ah, giusto! Dove sono? Vorrei proprio vederli! (altra risata del pubblico, altro suono di campanello, c’è sempre più confusione) CANCELLIERE: Vengano avanti i testimoni! (il primo, un poliziotto, viene fatto giurare sulla Bibbia; il cancelliere parla con tono annoiato e voce cantilenante) Giurate di dire la verità, tutta la verità, niente altro che la verità? Dite “Lo giuro”. POLIZIOTTO: Lo giuro. GIUDICE: Allora, cosa avete da dire? POLIZIOTTO: (con tono ed aria molto solenni) Ho visto il prigioniero frugare nella tasca di un signore, trarne fuori un fazzoletto e poi rimetterlo nella tasca, dopo averlo provato sul suo naso, perché era troppo vecchio e consumato. Ho quindi arrestato il prigioniero, appena sono riuscito ad avvicinarlo, e nel perquisirlo gli ho trovato addosso una tabacchiera d’argento con il nome del proprietario inciso sul coperchio. GIUDICE: E’ presente questo signore? (un uomo si fa avanti) Fatelo giurare. CANCELLIERE: (lo fa giurare sulla Bibbia; parla sempre con tono annoiato e voce cantilenante) Giurate di dire la verità, tutta la verità, niente altro che la verità? Dite “Lo giuro”. ABITANTE: Lo giuro. GIUDICE: E voi, cosa avete da dire?

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ABITANTE: La tabacchiera è mia. Ho notato tra la folla un giovane che cercava di svignarsela, e questo giovane è il prigioniero davanti a me. GIUDICE: Ragazzo, avete qualcosa da chiedere a questo testimone? DODGER: (sempre con tono da gran signore) Non vorrei umiliarmi con l’abbassarmi ad avere una conversazione con lui. (la folla ride ancora) GIUDICE: (suonando ancora il campanello per far fare silenzio) Avete altro da dire? (Dodger non risponde) GUARDIA: (dando una gomitata a Dodger) Sentite? Vostra signoria chiede se avete altro da dire. DODGER: (alzando la testa come distratto, e parlando al giudice) Chiedo scusa, vi siete rivolto di nuovo a me, buon uomo? (altri sghignazzi della folla) GUARDIA: Non ho mai visto un vagabondo così fatto e finito, vostra signoria! Volete dire qualcosa, giovane sbarbatello? DODGER: (con aria di importanza) No, non qui, che qui non c’è giustizia. Inoltre, il mio avvocato oggi è a colazione con il Vice Presidente della Camera dei Comuni, ma parlerò altrove, e anche lui, e anche altre numerose e rispettabili conoscenze, tanto che quel becco (indica il giudice) vorrà non essere mai nato, o essersi fatto impiccare dal suo cameriere al portacappelli prima di essere venuto questa mattina a prendersela con me! Io….. (la folla ricomincia a ridere e far rumore) GIUDICE: Basta! (suonando il campanello) E’ condannato! Portatelo via! GUARDIA: Venite! (prende Dodger per un braccio) DODGER: (si alza in modo solenne, spolvera il cappello con il palmo della mano) Sì, sì, vengo! (rivolto poi al giudice) Ah, non vi serve apparire spaventato; non vi mostrerò alcuna pietà. Pagherete per questo, mio caro signore! Non vorrei essere al vostro posto! Non me ne andrei via libero ora nemmeno se me lo chiedeste in ginocchio! Su, portatemi in prigione, portatemi via! (lo tirano via per il colletto) Ne farò una questione parlamentare! (sempre più risa e confusione tra il pubblico, suono incessante di campanello)

(Scena quindicesima: in casa di Fagin)

(Fagin, solo in casa, sta facendo rapidamente fagotto; raccoglie velocemente le sue cose e nella fretta è più quello che perde che quello che riesce a sistemare in una vecchia borsa; prende anche cose inutili; tira fuori con cura la cassetta degli ori, la apre, ricontrolla con cura il contenuto, guardandosi sempre intorno con sospetto, e poi la mette con attenzione nella borsa; indossa un abito sopra l’altro per fare prima, con conseguenze molto comiche e ridicole; dimostra comunque di avere una gran paura, e intanto borbotta, strilla, si agita, si ferma a pensare e poi ricomincia) FAGIN: Ma dove ho messo….? Ah, eccolo! Ed ora questo…..e poi questa…..Ma dove diavolo…..Bill Sikes! Andato! Dodger! Spacciato anche lui! E Charley Bates, e gli altri…

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non c’è più nessuno! Caro Fagin, ora tocca a te!…….Ma dove sono….? E ora, la scatola!……..Belli, belli…..e sono tutti miei! ……….Devo andare……non c’è tempo da perdere! ……..Sì, ma dove? …..A fare che?…..Anche questo può servire……! Cosa posso fare? …… Svelto, Fagin, svelto! …..Il gioco è finito! Potrò mai cambiar? Forse sì. Mi stupirà... ma sarà così. I tesori e gli amici che avevo Li ho persi oramai. Adesso son solo, e in più sprofondato nei guai… (esce di corsa, buio)

(Scena sedicesima: in casa di Mr Brownlow)

(sono già presenti Rose Maylie, Oliver, il Dottor Losberne, Mr Grimwig, Mrs Bedwin; entrano Mr Brownlow e Monks, che tutti guardano con timore a causa del suo aspetto) MR BROWNLOW: (con delle carte in mano, che pone sul tavolo, e si rivolge a Monks) E’ un compito non facile, ma queste dichiarazioni, da voi già firmate, devono essere qui ripetute in breve. E voi sapete perché. MONKS: (volgendo il viso) Parlate pure. Veloce. Non trattenetemi troppo. MR BROWNLOW: (tirando a sé Oliver e ponendogli una mano sulla testa) Questo bambino è il vostro fratellastro, il figlio illegittimo di vostro padre, il mio caro amico Edwin Leeford, e della povera Agnes Fleming, che morì alla sua nascita. MRS BEDWIN: La donna del quadro! Ora capisco perché c’era tanta somiglianza! MONKS: Oliver nacque nel ricovero per i poveri. Ha tutta la storia lì. (indica le carte sul tavolo) MR BROWNLOW: Dovete ripeterla a loro. (indica tutti i presenti) MONKS: Ascoltate, allora! (parla di getto, come se volesse togliersi un peso, i presenti mostrano sempre più stupore man mano che la narrazione procede) Suo padre, ammalatosi mentre era a Roma, fu raggiunto da sua moglie, cioè mia madre, da cui era stato a lungo separato, e che accorse con me da Parigi per occuparsi dei suoi affari, suppongo, dato che non c’era più affetto tra loro. Non ci riconobbe e il giorno dopo morì. Tra le sue carte ne trovammo due indirizzate a voi (indica Mr Brownlow). Una era una lettera per quella Agnes, e l’altra un testamento. Nella lettera chiedeva alla donna di perdonarlo per averla ingannata, e diceva di ricordarsi del giorno in cui le aveva regalato il medaglione e l’anello.

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MR BROWNLOW: E il testamento? (Monks non risponde) Allora continuo io. Il testamento parlava delle sofferenze sopportate a causa del poco affetto della moglie, e delle tendenze ribelli e cattive di voi, suo figlio, e lasciava a voi e a vostra madre una somma annua per ciascuno di ottocento sterline. Aveva poi diviso in due parti uguali la maggior parte della sua proprietà, una era per Agnes Fleming e una per il loro bambino, se fosse nato vivo e avesse raggiunto la maggiore età. MONKS: Mia madre bruciò questo testamento. La lettera non raggiunse mai Agnes. Al padre della ragazza raccontò la storia del bambino, e l’uomo, per la vergogna e il disonore, fuggì con la figlia in un paese lontano, sotto un altro nome. Dopo un po’ la figlia si allontanò da casa e l’uomo, dopo averla cercata invano, morì dal dolore. Mia madre ed io tornammo in Francia e quando anche lei morì le promisi che avrei mantenuto il segreto, che avrei cercato Oliver senza darmi pace e che mi sarei vendicato per quel testamento così offensivo. Fagin in questo mi è stato di aiuto, ero a buon punto, avevo anche trovato il medaglione e l’anello, e avrei finito il mio lavoro se non ci fossero stati dei traditori! MR BROWNLOW: Non vi ha comunque giovato avere a disposizione tutto quel denaro non meritato. Ho saputo che ne avete già sperperato molto, in questi anni, ma quello che resta, diviso in parti uguali tra voi ed Oliver, vi mette in tasca la bella somma di tremila sterline. Che ne dite? Non è sufficiente per chiudere finalmente con questa orribile vita e per cominciarne un’altra, più onesta, in un altro paese? Sapete anche qual è l’unica alternativa possibile, se non accettate la mia proposta……..Ho quelle carte firmate…..(Mr Grimwig indica le carte battendo con il bastone sul tavolo) MONKS: Le sbarre, vero? ……….Vedo che non mi lasciate altra scelta! (con tono ironico e ancora cattivo) MR BROWNLOW: Allora andate con Mr Grimwig. Lui sa cosa fare. (Monks e Mr Grimwig escono, dopo un’ultima torva occhiata di Monks ad Oliver, che si stringe intimorito a Mr Brownlow) Oliver, ormai non c’è più niente e nessuno da temere. D’ora in poi sarai mio figlio, e presto capirai che tutti i guai e le avventure che hai avuto ti aiuteranno a crescere forte e buono. A proposito, come facevano le canzoni che cantavi e che mi hai raccontato? (comincia pian piano il buio in scena, inizia la musica, di nuovo luce, entrano via via i gruppi che in rapida sequenza cantano e ballano parti di canzoni già incontrate durante la storia) Su, sempre più su! Tra grasse frittate, arrosti e ragù Con carne e patate! col pepe e con il purè! Che indigestione! li serve con il patè Che passione! Considerati fra noi. Considerati della comunità. Da oggi anche tu starai,

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con noi se è questo ciò che vuoi. Considerati fra noi Considerati della famiglia ormai. Mangiare potrai con noi. Però, sai…che non ingrasserai! Non si può dire che qui da noi abbondanza c’è ma un giaciglio avrai, per te. Nella comunità quando aiuto chiederai… una mano troverai!! Considerati fra noi. E resta con noi, se vuoi E’ tutta la famiglia che l’invito fa... Considerati... fra di noi! Forse tu non sai che cosa non farei Che cosa non darei per te… Andrò Dovunque tu vorrai E quando lo vorrai… E come lo vorrai… Da me! Ci saranno le nuvole grigie e cupe, ma passeran Troppo a lungo non rimarran Se mi dici che… Tu ci sarai... Tutto rischierei Per la felicità per la felicità, rischierò… per te!

(si chiude lentamente il sipario)


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