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HSe vol. 3 - n. 2 · L’intrappolamento del nervo me-diano del polso colpisce in prevalenza le...

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MALATTIE DA LAVORO: IL TUNNEL CARPALE E L'ERGONOMIA Chiara Bissi* continua a pagina 2 Italian/English Edition Apr-Jun 2006 HS + E THE OCCUPATIONAL HEALTH & SAFETY + ENVIRONMENTAL QUARTERLY MAGAZINE MAGAZINE Poste Italiane - Spedizione in a.p. 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - D.R.T. - D.C.B. - TO n. 2/2006 Vol. IV - N. 2 U n lavoro “fatto a mano”, che può costare una patologia a rischio invalidante. La sindrome del tunnel carpale, colpisce trasversalmente sog- getti in piena età lavorativa alle prese con azioni ripetitive, posture incon- grue, gesti che richiedono forza fisica per l’estensione del polso e la pre- sa della mano. Un convegno ha fatto il punto sulla patologia, rilanciando il problema dell’applicazione degli aspetti ergonomici nelle attività pro- duttive, in particolare nel campo del- le macchine automatiche. Forte della lunga esperienza del “Progetto tunnel carpale”, l’unità operativa di Neuro- logia dell’Ospedale degli Infermi di Faenza, coordinata da Mario Casmiro, ha promosso nell’ottobre scorso, al Museo Internazionale delle Ceramiche una giornata di studi. “Abbiamo volu- to – spiega il primario – fare il punto, con la collaborazione di esperti nazio- nali e indicare i risultati del percorso ideato a Faenza dieci anni fa, un mo- dello organizzativo generale in grado di dare risposte, oggi applicato anche da altre realtà, che prevede fra l’altro liste d’attesa separate per i pazienti con sospetto clinico e la rivalutazione del ruolo del tecnico di Neurofisio- logia”. Il programma diviso in due sessioni ha lasciato spazio ai problemi legati all’epidemiologia, alla clinica senza dimenticare le strategie orga- nizzative. “In particolare – sottolinea Casmiro - abbiamo messo a confronto le esperienze di diverse aziende. La valutazione ha interessato le strategie organizzative assistenziali, utilizzate a Faenza e Bologna. La comparazione fra piccole e grandi città ha promosso a pieni voti il modello manfredo”. Patologia in ascesa, riconosciuta dall’Inail, il tunnel carpale, è stato in- serito dal D.M 27 aprile 2004, tra le malattie a genesi professionale a ele- vata probabilità, quando a determi- narla siano “vibrazioni meccaniche trasmesse” o “microtraumi e posture incongrue a carico degli arti superiori per attività eseguite con ritmi conti- nui e ripetitivi per almeno la metà del tempo del turno lavorativo”. L’intrappolamento del nervo me- diano del polso colpisce in prevalenza le donne e prevede trattamenti di tipo medico e chirugico. La patologia, dal 2000 al 2004 in continuo aumento, presenta una frequenza media annua di 300 casi su 100 mila persone. In particolare nel territorio dell’Azienda Usl di Ravenna su 500 pazienti annui con sintomi, 350 manifestano la sin- drome. I tassi di incidenza specifici per sesso indicano 139 maschi su 100 mila persone, le donne salgono a 506 unità. “Siamo di fronte a una malattia multifattoriale – ricorda il neurologo faentino – che ha un’alta incidenza in zone rurali e in ambienti industriali. Può insorgere a causa del tipo di atti- vità lavorativa o per situazioni pato- logiche, come il diabete o la presenza di malattie reumatologiche. Un tempo c’era grande sottovalutazione dei sin- tomi, e il paziente arrivava tardi alla diagnosi. Il picco compare raramente sotto i 40 anni. Oggi l’approccio alla salute è diverso. In questo modo la Responsabile Neurologia Ospedale degli Infermi di Faenza, dott. Mario Casmiro.
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malattie da lavoro:il tunnel carpale e l'ergonomia

Chiara Bissi*

continua a pagina 2

Italian/English Edition apr-Jun 2006

vol. 3 - n. 2 HS+ethE occupatIonal hEalth & safEty +EnvIronmEntal quartErly magazInE

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poste Italiane - spedizione in a.p. 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - D.r.t. - D.c.B. - to n. 2/2006

vol. iv - n. 2

Un lavoro “fatto a mano”, che può costare una patologia a rischio

invalidante. La sindrome del tunnel carpale, colpisce trasversalmente sog-getti in piena età lavorativa alle prese con azioni ripetitive, posture incon-grue, gesti che richiedono forza fisica per l’estensione del polso e la pre-sa della mano. Un convegno ha fatto il punto sulla patologia, rilanciando il problema dell’applicazione degli aspetti ergonomici nelle attività pro-duttive, in particolare nel campo del-le macchine automatiche. Forte della

lunga esperienza del “Progetto tunnel carpale”, l’unità operativa di Neuro-logia dell’Ospedale degli Infermi di Faenza, coordinata da Mario Casmiro, ha promosso nell’ottobre scorso, al Museo Internazionale delle Ceramiche una giornata di studi. “Abbiamo volu-to – spiega il primario – fare il punto, con la collaborazione di esperti nazio-nali e indicare i risultati del percorso ideato a Faenza dieci anni fa, un mo-dello organizzativo generale in grado di dare risposte, oggi applicato anche da altre realtà, che prevede fra l’altro liste d’attesa separate per i pazienti con sospetto clinico e la rivalutazione del ruolo del tecnico di Neurofisio-logia”. Il programma diviso in due sessioni ha lasciato spazio ai problemi legati all’epidemiologia, alla clinica senza dimenticare le strategie orga-nizzative. “In particolare – sottolinea Casmiro - abbiamo messo a confronto le esperienze di diverse aziende. La valutazione ha interessato le strategie organizzative assistenziali, utilizzate a Faenza e Bologna. La comparazione fra piccole e grandi città ha promosso a pieni voti il modello manfredo”.

Patologia in ascesa, riconosciuta dall’Inail, il tunnel carpale, è stato in-serito dal D.M 27 aprile 2004, tra le malattie a genesi professionale a ele-vata probabilità, quando a determi-

narla siano “vibrazioni meccaniche trasmesse” o “microtraumi e posture incongrue a carico degli arti superiori per attività eseguite con ritmi conti-nui e ripetitivi per almeno la metà del tempo del turno lavorativo”.

L’intrappolamento del nervo me-diano del polso colpisce in prevalenza le donne e prevede trattamenti di tipo medico e chirugico. La patologia, dal 2000 al 2004 in continuo aumento, presenta una frequenza media annua di 300 casi su 100 mila persone. In particolare nel territorio dell’Azienda Usl di Ravenna su 500 pazienti annui con sintomi, 350 manifestano la sin-drome. I tassi di incidenza specifici per sesso indicano 139 maschi su 100 mila persone, le donne salgono a 506 unità. “Siamo di fronte a una malattia multifattoriale – ricorda il neurologo faentino – che ha un’alta incidenza in zone rurali e in ambienti industriali. Può insorgere a causa del tipo di atti-vità lavorativa o per situazioni pato-logiche, come il diabete o la presenza di malattie reumatologiche. Un tempo c’era grande sottovalutazione dei sin-tomi, e il paziente arrivava tardi alla diagnosi. Il picco compare raramente sotto i 40 anni. Oggi l’approccio alla salute è diverso. In questo modo la

Responsabile Neurologia Ospedale degli Infermi di Faenza, dott. Mario Casmiro.

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diagnosi si sposta sulle fasce giova-nili, più sensibili alla qualità della vi-ta, rispetto a quindici anni fa. Così la sindrome può essere valutata in modo dinamico e può regredire”.

La giornata di studio, realizzata con l’Azienda Usl di Ravenna, ha visto alternarsi al tavolo dei relatori diver-se figure in ambito medico, da Carlo Argnani Medico di Medicina generale all’Ospedale di Faenza, al neurolo-go Mario Casmiro, e ai medici della Clinica Neurologica dell’università di Bologna, Roberto D’Alessandro, Rocco Liguori, e Luca Vignatelli; a Maurizio Fontana dell’Ortopedia a Francesco Girelli della Medicina e a Carlo Orzincolo della Radiologia di Faenza. Sono intervenuti inoltre Luca

Padua del Servizio di Neurofisiologia dell’Università Cattolica di Roma, e Rita Rinaldi del servizio di Neurologia del Policlinico Sant’Orsola - Malpighi di Bologna.

Scorrendo i materiali della discus-sione, balzano in primo piano i prin-cipali fattori di rischio indicati nella relazione del dottor Maurizio Mariani dell’Azienda Usl 12 di Viareggio. Co-me già detto, ai movimenti ripetitivi, all’uso della forza, all’esposizione a vibrazioni e all’assunzione di posizio-ni incongrue possono sommarsi fattori come le disergonomie degli strumenti e le compressioni di strutture anatomi-che. Gli ambiti dove l’incidenza della sindrome è più alta, con rischio pre-sunto di sovraccarico biomeccanico

HS+e magaZinetrimestrale di sicurezza, Igiene

Industriale e ambientethe occupational health & safety and

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Apr - Jun 2006 / Vol. IV - n. 2

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Patologie

Per

cen

tual

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Incidenza percentuale delle malattie professionali in industriaanni 2000-2004

Sommario / contents 1 malattie da lavoro: il tunnel carpale e l'ergonomia 5 Intensification of processes for self-cleaning of pounds 8 la united states coast guard (uscg)10 Bookshop – www.safety11 press review12 Events calendar13 hs+E news

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degli arti superiori, sono quelli delle produzioni industriali e agricole, lad-dove le lavorazioni sono a ritmi pre-fissati con obiettivi di produzione, si veda il montaggio, il confezionamento su linea o la levigatura con strumenti vibranti; le operazioni agricole co-me la potatura, la raccolta e non sono esenti le attività di selezione, di taglio, cucitura a macchina o di stiratura nelle lavanderie. Fra il 2000 e il 2004 le malattie professionali assimilabili alla sindrome del tunnel carpale in agricol-tura sono triplicate. Fra le lavorazioni non vincolate ma eseguite con conti-nuità la sfera si allarga coinvolgendo mansioni diverse e inaspettate: scor-rendo i profili lavorativi si possono trovare la commessa impegnata alla cassa, l’artigiano alle prese con lavori di incisione, stuccatura, raschiatura, costantemente chiamato all’uso di le-ve, pinze, tenaglie, e lame; il mano-vale munito di martello, di mazza o di badile e gli addetti alla ristorazione. Non meno rischiosa la giornata al vi-deoterminale, complice l’uso ripetuto del mouse per compiti di data-entry, cad – cam e di grafica. Nemmeno l’ar-te sembra salvare le mani preziose di musicisti e di scultori. Mentre nel-l’area dei servizi alla persona, dai più ritenuta immune da complicazioni, i più esposti sono i massofisioterapisti e gli acconciatori.

Si intende per lavori ripetitivi quelle mansioni che comportino la moltipli-cazione degli stessi movimenti degli arti ogni pochi secondi o la ripetizione di un ciclo di movimenti per almeno due ore. Quanto alle posture incon-grue, molto diffuse, ci si riferisce a lavori che costringono il polso a po-sizioni estreme per periodi di un’ora continuativa o di due ore complessive nella giornata lavorativa. Gli impat-ti ripetuti, cioè usare la mano come attrezzo per più di dieci volte l’ora o per due ore complessive non sono meno pericolosi dell’uso della forza da intendersi come un lavoro ripetuto almeno una volta ogni cinque minuti per almeno due ore, vedi afferrare e sollevare con una presa di forza o di precisione, o sviluppare su attrezzi, leve, pulsanti forze manuali. Nel 2000

l’incidenza percentuale delle patologie rilevate dall’Inail come la tendinite polso – mano e le ernie, ha visto la sindrome del tunnel carpale al 56 per cento.

Alla comparsa di sintomi dolorosi il primo approccio avviene di solito tra-mite il medico di medicina generale, altre in seguito sono le figure di riferi-mento. Il neurologo e il neurofisiolo-go possono indirizzare a un percorso

corretto per ottenere risposte efficaci. “Il consiglio – sostiene Casmiro – è di rivolgersi al proprio medico di base, il quale indirizzerà il paziente, nel caso di Faenza per esempio, verso l’ambu-latorio dedicato al trattamento di que-sta condizione. Con l’elettromiografia sarà possibile confermare la diagno-si e definire la severità del quadro, condizioni indispensabili, queste, per intraprendere le cure necessarie, che

Patologie non tabellate denunciate all'INAIL anni 2000 e 2004

Per

cen

tual

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Incidenza percentuale delle malattie professionali in agricolturaanni 2000-2004

Patologie

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in caso di intervento chirurgico, ese-guito da un ortopedico o da un neuro-chirurgo, contemplano la sezione del legamento per decomprimere il nervo mediano della mano”.

Nel tempo gesti banali, automatici, quotidiani come tenere in mano ogget-ti, abbottonare e sbottonare indumenti indossati, possono diventare proble-matici. Nei casi gravi la sindrome in-fatti può dare esiti invalidanti. “La brachialgia notturna, che determina il risveglio a causa di forti dolori e for-micolii, - precisa il primario dell’U.O. Neurologia di Faenza - altera il sonno compromettendo le prestazioni sul luogo di lavoro. I possibili deficit accumulati sono socialmente pesanti da tollerare, anche perché nel 50 % dei casi siamo di fronte a disturbi bilatera-li”. La diagnosi tempestiva, permette trattamenti medici e non chirurgici che liberano il paziente dal malessere e lo riconducono a una vita sociale e di re-lazione soddisfacente.

Alla luce dei dati appare eviden-te e necessario un ripensamento del mondo del prodotto industriale, visto anche l’allungamento della vita lavo-rativa degli individui. La sicurezza non può essere quindi disgiunta dal-l’ergonomia, intesa come scienza che studia il rapporto uomo – macchina ai

fini del miglioramento dell’usabilità delle attrezzature. La prevenzione del-le malattie, moltiplicata per i grandi numeri della globalizzazione produce effetti sul soggetto e sui costi sociali della malattia stessa. Nel ravennate, la Faentia Consulting, azienda specia-lizzata in ingegneria della sicurezza del prodotto su tutto il territorio na-zionale, è impegnata da tempo ad ap-profondire gli aspetti ergonomici delle attività lavorative, perché la crescita esponenziale delle malattie professio-nali implica la necessità di impegnar-si nella prevenzione. Nello specifico, con l’aiuto del neurologo Mario Ca-smiro si è dedicata allo studio delle sindromi professionali, a partire dal tunnel carpale. Negli anni, gli studi di ergonomia applicata alle macchi-ne automatiche, commissionati dalla Ford, hanno convito l’azienda faentina a investire ingenti risorse per creare professionisti in materia di ergonomia. Valutare e stimare i rischi di una mac-china presuppone conoscenze di alto profilo tecnico scientifico, per questo, uno dei dipendenti della Faentia Con-sulting frequenterà nell’anno accade-mico 2006 – 2007 la seconda edizione del master in Ergonomia applicata al mondo del lavoro per la prevenzione delle malattie, promosso dall’universi-

tà di Bologna. Il lavoro in sicurezza a contatto con macchine che non minac-ciano l’integrità fisica dell’operatore rappresenta per il futuro una sfida in termini di innovazione tecnologica. In questo campo sono apprezzabili gli sforzi compiuti dalle grandi realtà industriali, mentre stentano ad aprir-si quelle medio piccole. Le questio-ni aperte dall’ergonomia applicata al mondo del lavoro trovano risposte nei paesi industrializzati, grazie anche al-l’evoluzione della normativa europea; in Italia sono ancora timidi i segnali di interesse, anche se spesso si tratta di razionalizzare logiche e procedure già acquisite inconsapevolmente. Si-stematizzare processi, rendere palesi obiettivi, che ancora appaiono sfuocati si riveleranno scelte irrinunciabili. Ma al momento chi si occupa della sicu-rezza del prodotto, di messa a norma di macchine automatiche in chiave ergonomica opera ancora in veste di pioniere del settore.

* Giornalista free lance.

carpal tunnel syndromeand ergonomics

Carpal tunnel syndrome transverse-ly affects subjects belonging to the full working age population, deal-ing with repetitive tasks, postural discomfort, or gestures requiring physical force due to the extension of the wrist and handgrip. A sympo-sium took stock of this pathology, by relaunching the problem of the ap-plication of the ergonomic aspects in production activities, especially in the field of automatic machines. The Operational Unit of Neurology at the “Ospedale degli Infermi” in Faenza, coordinated by Mario Cas-miro, thanks to its long experience with the “Carpal Tunnel Project” promoted a seminar at the Inter-national Museum of Ceramics last October 22.

Incidenza percentuale delle delle diverse patologie WMSDsesaminate presso l'INAIL - anno 2000

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intenSification of proceSSeSfor Self-cleaning of poundS

Dr. K. Pershina*Dr. K. Kazdobin**

Dr. L. Leybovych***Dr. M. Korchevskyy****

Today the level of anthropoge-nous effect on surface waters has

reached the critical level, since many industrial processes yield a variety of organic contaminants, which are poured into natural water sources with the negative impact on ecosystems and human (toxicity, carcinogenic and mu-tant properties). It is connected to that alongside with uncontrollable entrance of contaminants with the atmospheric precipitation or superficial drains, de-fects on stream water resources, in wa-ter products of economic activities of the person as industrial and household drains arise. On their migration with air-slaked masses and in water, and also the increased stability of many toxicants to chemical degradation, the substantial threat of a global poison-ing of our planet by pesticides has appeared.

More than 400 various kinds of re-sistant pesticides are fixed in ponds of various regions, which are marked out in: “Ridding the World of POPs: A Guide to the Stockholm Convention on Persistent Organic Pollutant. UNEP Chemicals, 2003 “ (POP- Persistent Organic Pollutant) as 12 basic groups. Together with poisonous organic mat-ters in ponds ions of heavy non-fer-rous metals (mercury, arsenic, chrome, etc.) in the concentration exceeding marginal are fixed, too.

Up to 80 % of pesticides and heavy metal ions are adsorbed by soil humus. Most adsorbed herbicides are practi-cally not exposed to decomposition. And only the part of them in dissolved soil moisture is the subject to biologi-

cal degradation only. Thus the diverse processes of pesticides transforma-tion in the soil can be reduced to the analogous processes occurring in an aqueous medium. At sorbed state the lifetime of pesticides in a soil overly-ing strata considerably increases.

Collateral presence of surfactants (resulting from the person activity) and pesticides can render negative ef-fect on decomposition rates of the later. Really, studying of stability of a mixture of a hexachlorocyclohex-ane, trichlorfon and amine salts 2,4-D has confirmed the stabilizing action of surfactants (sulfonol NP-1) on these

drugs, which had essentially increased at the increment of its concentration from 0,5 up to 5 mg/dm3.

Affecting of pesticides on biologi-cal processes of a pond takes place in three basic pathways:– Environmental change of dwelling

in ponds;– Acute poisoning of hydrobionts by

pesticides in toxic concentrations; – Chronic affecting of aqueous organ-

isms by residual concentrations of pesticides and products of their hy-drolysis and accumulation of later in their body.Durability of pesticides to destruc-

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tion under affecting of natural en-vironmental factors (the ultraviolet, temperature, etc.) destruct the natural balance in biologically self-contained pond and as a whole in all the ecosys-tem of our planet. Thus, all this factors conduct to destruction or mutation of a microflora and fauna what further is reflected in the person.

So, the design of clearing of the natural media, able to accelerating processes of pesticides degradation, conversion of heavy metal ions into the hydrated form and preventing their accumulation the environment is acute necessary.

Properties of eutopurification are inherent to natural ponds due to the physical and chemical processes pro-ceeding directly in water and in ben-thonic deposits. Depending on red-ox conditions of the interface water/soil deposits, the stream of oxida-tive equivalents (O2, H2O2) from the bulk of water to an interface, or the

stream of the reduction equivalents (H2S, products of partial oxidation S =) from ground depositions in water bulk predominates. At the formation of deposits possessing the reduction properties on the water/ground inter-face the later become the source of transfer of the reduced forms of metal ions (in particular, Mn2+ ions) into the aqueous medium and also phosphate ions released at the reduction of water-insoluble phosphate complexes of iron (III).

However such processes can run only at some boundary values of con-centration of organic and inorganic pollutants. When the concentration of pollution exceeds some threshold value, process of eutopurification of ponds is practically terminated if not to intensify it compulsory. Such inten-sification of process of eutopurifica-tion of a pond can be implemented only at targeted affecting the person. And in this case the nature will return

to the person a hundredfold to his ex-penses the clear potable water, fish resources, etc.

The “flowering” of a pond, which is the characteristic attribute of sick-ness, appears due to cyanobacteria seaweeds. Such seaweeds are sources of the agents with the expressed re-duction function, efficiently interact-ing with H202 of the natural origin and thus breaking the dynamic red-ox equilibrium of natural aqueous medi-um. In the norm the later is character-ized by a stream of oxidative equiva-lents dominating above the reduction streams inside a pond.

Thus, the solution of the problem of self-cleaning of “sick” ponds is the in-tensification of oxidizing conditions in this pond. Raise of the H202 contents above a level of its natural generation allows intensifying processes of pesti-cides destruction and transformation of soluble forms of heavy metal ions into relevant insoluble oxyhydroxides. The H202 obtained in the synthetic way, is enough expensive product. The distri-bution of necessary amount of H2O2 on large areas of ponds not exceeding boundary dozes of its concentration is a rather complicated task, as at the increased concentration (from above 1.10-5 M) H2O2 turns from «medicine for a pond» to “toxin”. Therefore, the problem of researchers is to design the generation process for H2O2 naturally and to maintain H2O2 concentration in a natural aqueous medium in limits of 3.10-5-3.10-6 M.

There are, at least, two pathsways of intensification of H2O2 generation in water. The first contains the photo-chemical transformations proceeding in water under the action of the sun-light, namely the processes of direct, sensitized and induced photolysis. Other significant channel is the con-version in free radical processes, in particular, participation of metal ions of variable valency in the process.

This channel is ineffective; in con-ditions of high concentration of or-ganic matters, as predominating ma-jority of organic matters interact with

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OH- radical being the basic oxidizing agent, with the rate close to a diffusive limit 108 - 1010 m-1c-1. In the formation of OH- radical in the natural water re-sults the photoinduced processes (dis-integration of photoinitiators on free radicals under the action of the UV component of the sunlight) and chemi-cal and biological red-ox processes with participation of metal ions, in particular, ions of iron and copper in the role of catalysts of red-ox of pro-cesses, and H2O2 in the role of the source of free radicals.

Coming from stated, the problem of creation of the low-cost catalyst of the photochemical transformations under direct, sensitized and induced pho-tolysis proceeding in water under the action of the sunlight rises.

As a result of the carried out studies it appeared, that a row of natural clays give the opportunity of intensification of photochemical transformations in water after some their modification. As a result of sorption of the ultravio-let spectrum of the sunlight by such catalysts in benthonic space of a pond more intensive generation of H2O2, than in a routine environment, begins. In the greater extent the intensity of H2O2 generation in benthonic space

of a pond runs if to impregnate these clays with some inorganic components of the red-ox nature grows.

One of such catalysts could be the bentonite clay - the natural alumos-ilicate widely meeting in the nature. It has the unique property to change structure at the sorption of substances of various nature. Bentonite’s adsorp-tion/absorption properties are very useful for wastewater purification.

Bentonite presents strong colloidal properties and its volume increases several times when coming into con-tact with water, creating a gelatinous and viscous fluid. The special proper-ties of bentonite (hydration, swelling, water absorption, viscosity, thixotro-py) make it a valuable material for a wide range of uses and applications.

The mineral easily undergoes the chemical treatment. It is low-cost in application.

Phenol is particularly considered as one of the most toxic organic contami-nants and it is commonly chosen as “model” molecule on catalytic oxida-tion of organic compounds studies in diluted aqueous medium. Modeling studies of phenol degradation in the water containing H2O2 and bentonite were carried out. It was established,

that conversion level of initial phenol reaches 70 %. Thus the groundmass of phenol is mineralized up to CO2 and water, yielding intermediate products: resorcin, hydroquinone and pyrocat-echol. The sum of phenol derivatives degradation in the presence of benton-ite could be seen from the figure 1.

Authors of present paper consider, that the results obtained on the clay from the Tepebine quarry (Ukraine, Crimea) are not unique.

The same results could be achieved with the use of similar clays if to study carefully their structural and physical and chemical characteristics, and to develop the mechanism of change of their properties in the necessary direc-tion.

Then it could be possible to create the low-cost and effective “medicine” for ponds using local materials.

* PhD, Senior researcher. Insti-tute of Sorption and Problems of Endoecology NAS Ukraine

** Dr. Sci, Head of Department. Vernadskii Institute of General and Inorganic Chemistry NAS Ukraine

*** PhD, Director. Scientific-Product Firm “Recycle”, Ukraine.

**** PhD, Vice-Director. Sci-entific-Product Firm “Recycle”, Ukraine.

Fig. 1. Kinetics of phenol oxidation in water, containing bentonite and hydrogen peroxide. [C0(_2_2] = 1¥10-2 _,C0(_6_5__]=mg/l.

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la united StateS coaSt guard (uScg)

Roberto Nicolucci*

La United States Coast Guard (USCG) è forse una delle istituzio-ni più efficienti e all’avanguardia al mondo per quanto riguarda i servizi di assistenza e soccorso in mare.

Pur essendo un organismo statuni-tense essa opera anche in campo inter-nazionale in virtù di accordi sovrana-zionali o stipulati con singoli Stati.

La USCG nacque ufficialmente il 20 gennaio 1915 come riunificazione di cinque distinte agenzie federali, la più antica delle quali affonda le proprie radici nel lontano 1789 con la costituzione del US Lighthouse Service che, sotto la giurisdizione del Dipartimento del Tesoro assunse la gestione della rete dei fari e dei fanali posti sulle coste degli Stati allora ap-partenenti alla Confederazione Nord americana.

Nel 1790 fu creata la seconda agen-zia federale preposta alla gestione dei mezzi navali per il pattugliamento co-stiero. L’agenzia inizialmente denomi-nata Revenue Service cambiò nome in Revenue Cutter Service nel 1863.

Il servizio inizialmente istituito a supporto delle attività svolte dai ser-

vizi doganali fu ben presto impiegato per l’assistenza in mare al naviglio in difficoltà.

Nel 1838 fu istituita una terza agen-zia dedicata alla sorveglianza tecnica del naviglio, attività volta alla verifica dell’ottemperanza ai requisiti minimi di sicurezza delle navi.

Questa agenzia prese il nome, nel 1852, di Steamboat Inspection Servi-ce e fu incaricata, primo organismo governativo al mondo, della verifica iniziale e periodica degli apparati pro-pulsivi a vapore che a partire dai pri-missimi anni dell’800 avevano quasi totalmente soppiantato la propulsione a vela.

Nel 1878 fu creato l’US Life – Sa-ving Service con lo scopo di riuni-ficare le varie iniziative locali che a partire dai primi decenni del secolo erano state istituite, operando tramite presidi costieri, al fine di prestare assi-stenza per il salvataggio e recupero di marinai e passeggeri accidentalmente coinvolti in naufragi in prossimità del-le coste.

Questi servizi operavano prevalen-temente con personale volontario uti-lizzando lance di salvataggio (gene-ralmente propulse a remi) ed in alcuni casi altre speciali attrezzature come

il “Francis Life Car” che una volta installate, operando sul principio della teleferica, assicuravano un collega-mento tra la nave naufragata e la terra consentendo il trasferimento ed il sal-vataggio dei naufraghi.

Nel 1884 fu creata l’ennesima agen-zia federale preposta al controllo e alla sicurezza della navigazione e dei ma-rittimi; il Bureau of Navigation.

Finalmente nel 1915 il Presidente Woodrow Wilson riunificò le cinque istituzioni dando loro la attuale deno-minazione di USCG.

health, safety and environment

www.techno-hse.com

9HS+E magazine

Da allora la USCG si è adoperata in decine di migliaia di azioni mili-tari durante i periodi di guerra (1a e 2a Guerra Mondiale, Corea, Vietnam, ecc.) ma soprattutto si è distinta per una miriade di interventi di assistenza e salvataggio con mezzi aeronavali in campo civile.

Il recupero nel 1956 dei 31 occu-panti di un Boeing 377 ammarato a seguito di una avaria nell’Oceano Pacifico a 1300 miglia dalla terrafer-ma, il salvataggio nello stesso anno di 1660 persone coinvolte nel naufra-gio della m/n Andrea Doria al largo di New York, il recupero nel 1960 di 57 persone naufragate a seguito di un ammaraggio di emergenza di un ae-romobile avvenuto 70 miglia al largo di Manila, il salvataggio nel 1980 di 519 naufraghi a seguito dell’in-cendio che distrusse la m/n Prinsen-dam, 130 miglia al largo delle coste dell’Alaska, o ancora il salvataggio

nel 1995 di 578 clandestini naufra-gati mentre tentavano di raggiungere le coste degli Stati Uniti a bordo di un cargo costiero di soli 75 piedi di lunghezza, sono solo alcuni degli

interventi più celebri effettuati dalla USCG. A puro titolo di esempio nel solo anno 2000 la USCG ha effettua-to in tutto il mondo quasi 58.000 in-terventi di varia natura ed importanza salvando 3400 vite umane.

Tra i numerosi servizi di assistenza in mare svolti per la comunità interna-zionale a partire dai primi decenni del ‘900 al fine di incrementare il livello di sicurezza dei naviganti si ricordano l’International Ice Patrol, istituito a seguito del disastro del Titanic e tut-t’ora attivo, per il monitoraggio con-tinuo della deriva dei ghiacci artici e le Ocean Weather Stations, stazioni galleggianti presidiate da navi della USCG, posizionate in punti strategici del Pacifico e del Nord Atlantico, al fine di fornire assistenza alla naviga-zione (punto nave, informazioni me-teo, controllo radar del traffico, ecc.), ma anche assistenza in caso di emer-genza, ad aeromobili e navi in servizio tra l’Europa ed il Nord America e tra il Nord America e le Hawaii che furo-no attive tra gli anni ’40 e la fine degli anni ‘70.

* Ingegnere meccanico, è presi-dente di Techno srl. Ha ricoperto il ruolo di HSE manager per società di general contracting nella cantie-ristica civile, industriale, navale ed offshore.

10 HS+E magazine

Scritto da Joel Levitt e pubblicato per la prima volta nel 2004, Managing Maintenance Shu-tdowns and Outages è stato incluso di recente nei principali cataloghi specializzati in testi che

trattano di sicurezza e di igiene industriale.Il libro, nato originariamente come supporto didattico per i corsi per tecnici della manutenzione tenuti dall’Autore, è stato ampliato negli anni fino ad assumere la veste dell’attuale edizione.Joel Levitt, esperto di manutenzione industriale e da sempre attivo anche come trainer nei corsi di specializzazio-ne per service manager, ha messo la sua lunga esperienza al servizio di chi deve occuparsi di una attività tanto importante quanto pericolosa: la fermata e la messa fuori servizio temporanea degli impianti industriali al fine di consentire, ad esempio, le attività di manutenzione periodica, il revamping, o anche estese modifiche all’impianto stesso.Le tipologie di impianto prese in considerazione da Levitt spaziano dal petrolchimico a quelli di produzione di energia, analizzando, per ciascuno di essi ed in dettaglio, le varie fasi della fermata incluse la pianificazione preli-minare delle attività, la disenergizzazione e la definitiva messa in sicurezza.Il libro è ricco di check-list operative e presenta centinaia di suggerimenti e casi di studio relativi ad impianti di va-rio genere, raccolti in ogni parte del mondo; il testo è anche corredato da un utile glossario.In definitiva si tratta di un testo di incomparabile utilità non solo per gli igienisti industriali e per i tecnici della sicu-rezza, ma anche per i responsabili delle attività manutentive, i supervisori ed i project engineer che operano nel campo industriale.

Managing Maintenance Shutdowns and Outagesdi Joel LevittEd. Industrial Presspp. 208 - $ 41.95

In molti Paesi ove la cultura della sicurezza sul lavoro è una questione oramai consolidata, l’attenzione delle parti sociali e degli imprenditori si è spostata sul miglioramento del benessere dei lavoratori. Da anni l’European Network for Workplace Health Promotion (ENWHP) si occupa di promuovere i più elevati standard nelle condizioni degli ambienti e nelle modalità lavorative.Questa attività viene portata avanti con una intensa campagna di sensibilizzazione svolta, tra l’altro, attraverso l’organizzazione di seminari e convegni ed attraverso la pubblicazione di linee guida e “good practices”.Sul sito www.enwhp.org oltre ad informazioni generali sulle attività svolte dal network è possibile scaricare una lunga serie di documenti in formato .pdf riportanti politiche, linee guida, check-list, ecc., preparati da enti gover-nativi o aziende private appartenenti a quasi tutti i Paesi della Comunità Europea.I documenti, tutti in lingua inglese, rappresentano un valido ausilio per chiunque si occupi del miglioramento delle condizioni negli ambienti di lavoro o dell’implementazione di sistemi di gestione.E’ disponibile on-line anche una utilissima check-list utilizzabile per il self-assessment preliminare di una qual-siasi organizzazione.

www.enwhp.org

11HS+E magazine

“Entrando pochi giorni fa dal mio edicolante, l’inusuale lucentezza del pavimento, appena lavato, mi ha immediatamente messo in allerta circa il pericolo di scivolare e proprio mentre ero concentrato nel cer-care di non perdere l’equilibrio e di individuare in controluce le zone del pavimento asciutte ove mettere i piedi, sono inciampato rovinosamente sul treppiede giallo che, all’ingresso del locale, segnalava il perico-lo costituito dall’attività di pulizia in corso!”.

Questo è il paradosso della sicurezza negli ambienti di lavoro che il dr. Richard North dell’ Institution of Occupational Safety and Health britannico cita a proposito del fatto che a volte alcuni, forse eccessivi, ob-blighi di segnalazione o protezione possono comportare effetti addirittura contrari a quelli desiderati.

Inoltre la quantità di norme da applicare ha probabilmente superato il punto di massima efficienza di-ventando controproducente ai fini di un effettivo miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.

La legislazione è oggi malamente strutturata e con il passare del tempo è cresciuta con l’emanazione di una lunga serie di norme disarticolate, spesso troppo dettagliate e complicate, a volte non armonizzate ed in alcuni casi anche in contrasto tra loro.

Troppa legislazione (e, spesso, troppo complessa) è il risultato del recepimento obbligatorio di un ele-vato numero di direttive comunitarie che, raramente, hanno trovato una giusta collocazione all’interno del-le norme quadro preesistenti in Gran Bretagna, che si fondano su presupposti di tipo non prescrittivo.

Quest’ultimo aspetto, identificabile come il cardine del sistema di gestione della sicurezza, è venuto progressivamente a mancare nel corso degli anni, in particolare a partire dalla fine degli anni Ottanta.

In diversi casi, come già accennato, si è giunti al punto che i datori di lavoro sono costretti ad investire ingenti somme per proteggere i propri lavoratori da tipologie di rischio alle quali non sono esposti, sempli-cemente perché le norme devono essere applicate pedissequamente ad un certo tipo di attività indipen-dentemente dalla effettiva presenza del rischio ipotizzato.

La probabilità che la Comunità Europa abbandoni uno spirito che nei fatti è prescrittivo (anche se nelle intenzioni avrebbe dovuto non esserlo) sono purtroppo praticamente nulle.

Il cosiddetto “Piano per la Semplificazione ed il Miglioramento della Legislazione”, una iniziativa il cui avvio era stato previsto, da Bruxelles, per la fine del 2004, non è stato attivato e forse non lo sarà mai.

Il motto anglosassone “less law, better law” secondo il dr. Richard North dovrebbe tornare ad essere la bandiera del futuro approccio alla gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori sia in UK che nel resto d’Europa.

SHP (Safety & Health Practitioner)“Talk is cheap”di Richard North

12 HS+E magazine

2006

DANMILJO 2 - 4 Herning Salone dell’ambiente maggio (Danimarca)

SAfety & HeALtH exPO 9 - 11 Birmingham Salone internazionale della sicurezza maggio (UK)

PORtUGAL AMBIeNte 18 - 21 Porto Salone internazionale della protezione dell’ambiente maggio (Portogallo)

fIRe exPO 19 - 21 Lancaster Salone internaz.di esposizione prodotti antincendio e sicurezza maggio (Pennsylvania-USA)

eNeRGetHICA 25 - 27 Genova 1° Salone internazionale dell�energia rinnovabile e sostenibile maggio (Italia)

teCMA 13 - 16 Madrid Salone internazionale delle tecniche e dei servizi per l’ambiente giugno (Spagna)

IfAt CHINA 2006 27 - 30 Shanghai 2° Salone internazionale per la protezione dell'ambiente, giugno (Cina) l'energia e l'utilizzazione delle risorse globali

PROMA 2006 3 - 6 Bilbao Fiera internazionale di metodi e sistemi per l’ecologia ottobre (Spagna) e la protezione dell’ambiente

SeCURIty 10 - 13 Essen Salone internazionale della sicurezza ottobre (Germania)

exPOPROteCtION/feU 7 - 10 Parigi Salone internazionale della protezione e della sicurezza novembre (Francia)

eCOMONDO 8 - 11 Rimini Salone internazionale del recupero di materia ed energia novembre (Italia) e dello sviluppo sostenibile

POLeKO 21 - 24 Poznan Salone internazionale dell’ambiente novembre (Polonia)

POLLUteC 28 novembre Lyon Salone internazionale degli equipaggiamenti, delle tecnologie 1 dicembre (Francia) e dei servizi dell’ambiente

13HS+E magazine

SICUREzzA ED IGIENE INDUSTRIALEPRIvACY“Un caso pratico”IL DATORE DI LAvORO NON PUÒ MONITORARE LA NAvIGAzIONE IN INTERNET DEI DIPENDENTI!Il Datore di Lavoro di una Società, dopo aver esaminato i dati del computer utilizzato da un dipendente, lo ha accusato di aver utilizzato la connessione ad internet, senza esserne autorizzato e lo ha licenziato.Per contestare l’indebito utilizzo di beni aziendali, afferma il Garante per la Privacy, è sufficiente, in questo caso, verificare gli avvenuti accessi a internet e i tempi di connessione senza indagare sui contenuti dei siti. Insomma, altri tipi di controlli sarebbero stati proporzionati rispetto alla verifica del comportamento del dipen-dente. Non è ammesso spiare l’uso dei computer e la navigazione in rete da parte dei lavoratori poiché sono in gio-co la libertà e la segretezza delle comunicazioni e le garanzie previste dallo Statuto dei lavoratori. Secondo il Codice della Privacy, questo tipo di trattamento può essere effettuato senza consenso del dipendente solo se necessario per difendere in giudizio un diritto della personalità o un altro diritto fondamentale. La società in questo caso intendeva invece far valere diritti legati allo svolgimento del rapporto di lavoro.

D.LGS. 38/2000“Incentivi per l’adeguamento delle strutture e dell’organizzazione alle normative di sicurezza e igiene del lavo-ro delle piccole e medie imprese e dei settori agricolo e artigianale, in attuazione del D.Lgs. 626/94”La Direzione Generale INAIL ha comunicato l’apertura del III bando relativo al D.Lgs. 38/2000 che riconosce finanziamenti a tasso zero e contributi in conto capitale a tutte le PICCOLE E MEDIE IMPRESE che intendano ATTUARE PROGRAMMI E PROGETTI IN MATERIA DI SICUREzzA E IGIENE SUL LAvORO. Dall’apertura ufficiale del bando le aziende avranno a disposizione 45 giorni per poter presentare richiesta di agevolazione con la relativa documentazione.LE SPESE AMMISSIBILI RIGUARDANO:– sostituzione di macchine prive di marcatura CE;– acquisto, installazione e modifica di impianti per l’incremento dei livelli di sicurezza;– riduzione dell’impiego di sostanze pericolose;– installazione di dispositivi di monitoraggio dello stato dell’ambiente di lavoro;– ristrutturazione e/o modifica strutturale degli ambienti di lavoro; – implementazione dei sistemi di gestione integrata della sicurezza.Le agevolazioni consistono in finanziamenti a tasso zero fino ad un max di euro 154.000,00 e contributi a fon-do perduto fino ad un max di euro 45.000,00. Le spese devono essere sostenute dopo l’apertura del bando e dopo la presentazione della richiesta di agevolazione.

ATTENzIONE LE DOMANDE DEvONO ESSERE PRESENTATE ALL’INAIL NEL PERIODO CHE vA DAL 03/04/2006 AL 02/05/2006http://www.inail.it/prevenzionerischio/prevenzionerischio.htm (sezione: INCENTIvI ALLA PREvENzIONE)

FORMAzIONE “RSPP”: PUBBLICAzIONE SU GAzzETTA UFFICIALEÈ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’accordo tra Governo e Regioni/Province autonome in merito alla for-mazione dei responsabili e degli addetti del servizio prevenzione e protezione. Il termine per l’attivazione di corsi di formazione è fissato per il 14/02/2007.I soggetti deputati alla organizzazione dei corsi di formazione sono: Regioni e Province autonome, Università, ISPESL, INAIL, Istituto italiano di medicina sociale, Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, amministrazione della Difesa, Scuola superiore della pubblica amministrazione, associazioni sindacali dei Datori di Lavoro o dei lavoratori o dagli organismi paritetici.

HS+E NEWSHS+ethE occupatIonal hEalth & safEty +

EnvIronmEntal quartErly magazInE

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14 HS+E magazine

AMBIENTEL. 65/05Nuovo programma temporale per la dismissione di apparecchi contenenti PCBLa L. 65/05 modifica il programma temporale per la dismissione di apparecchiature contenenti PCB preceden-temente fissato dal D.Lgs. 209/99. Si ricorda che il D.Lgs. 209/99 prevedeva, per i detentori di PCB e di appa-recchi contenenti PCB, i seguenti obblighi:– comunicazione, ai fini dell’inventario, degli apparecchi contenenti PCB per un volume superiore a 5 dm3, da

ripetere ogni due anni e comunque entro 10 giorni dal verificarsi di qualsiasi cambiamento;– etichettatura degli apparecchi; – adozione di condizioni di massima sicurezza nel loro utilizzo o nello stoccaggio; – per i trasformatori osservanza

delle condizioni d’uso fissate dal D.M. 11/10/2001;

– programma temporale di smalti-mento o decontaminazione de-gli apparecchi.

La nuova norma prevede inoltre, che gli stessi detentori integrino la sopraccitata comunicazione perio-dica con:– l’indicazione del programma

temporale di dismissione;– l’indicazione dell’intero percorso

di smaltimento degli apparecchi contenenti PCB e dei PCB in essi contenuti.

PREvENzIONE INCENDIPROROGA DI ADEGUAMENTO ALLE NORMATIvE ANTINCENDIO DELLE STRUTTURE TURISTICO-AL-BERGHIERE (D.LGS. “MILLEPROROGHE” N° 273 DEL 30/12/2005)Con l’articolo 5 del D.Lgs. 273/05, concernente la “definizione e proroga dei termini, nonché conseguenti di-sposizioni urgenti” (pubblicato sulla G.U. n° 303 del 30/12/2005 ed in vigore dal 31/12/2005) è stato ulterior-mente prorogato al 30/06/2006 il termine per l’adeguamento alle prescrizioni antincendio, per le strutture ricet-tive turistico-alberghiere ed il completamento degli investimenti per la messa a norma delle stesse.

D.M. 29/12/2005“Direttive per il superamento del regime del nulla osta provvisorio, ai sensi dell’articolo 7 del Decreto del Presi-dente della Repubblica 12 gennaio 1998, n. 37”Il Decreto impone le scadenze irrevocabili per le attività indicate dal D.M. 16/02/1982 in possesso di nulla osta provvisorio in corso di validità per le quali non siano già state emanate altre direttive, al fine di adeguarsi alla nor-mativa di prevenzione incendi e conseguire il Certificato di Prevenzione Incendi. In particolare sono state poste in evidenza le direttive per l’applicazione delle disposizioni tecniche di prevenzione incendi alle autorimesse (D.M. 01/02/1986 e successive modifiche ed integrazioni) ed agli impianti di produzione di calore alimentati a gas (D.M. 12/04/1996) in possesso di nulla osta provvisorio in corso di validità. Previa acquisizione del Parere di Conformità sul progetto, le domande di sopralluogo ai fini del rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi dovranno essere presentate entro tre anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto (28/04/2006).

D.M. 27/01/2006“Requisiti degli apparecchi, sistemi di protezione e dispositivi utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva, ai sensi della Direttiva n. 94/9/CE, presenti nelle attività soggette ai controlli antincendio”Nelle attività soggette al controllo dei vv.F., ai sensi del D.M. 16/02/1982, tutti gli apparecchi, sistemi di protezio-ne e dispositivi installati in aree con pericolo di esplosione (come da classificazione effettuata conformemente a quanto disposto dal D.Lgs. 233/03, noto come ATEX), e che quindi devono essere conformi al Decreto del Presidente della Repubblica n. 126/1998 (marcatura CE ATEX), devono essere dotati di marcatura CE ATEX; la relativa documentazione, attestante tali conformità, deve essere fornita agli organi di che espletano i controlli di

15HS+E magazine

prevenzione incendi. In particolare il Decreto viene a far decadere l’obbligo dell’approvazione di tipo, istituita dal D.M. 31/07/1934, per gli apparecchi destinati all’installazione in aree potenzialmente esplosive in quanto superata dalla marcatura CE ATEX (per esempio per le colonnine di distribuzione di GPL e benzina non è più necessaria l’approvazione di tipo in quanto detti apparecchi rientrano nel campo di applicazione dell’ATEX, mentre per le co-lonnine erogatrici esclusivamente di gasolio, l’approvazione di tipo rimane in quanto non applicabile l’ATEX).

EDILIzIA E TERRITORIOCONDONO EDILIzIOSlitta al 30 aprile 2006 il termine ultimo entro cui è possibile effettuare l’integrazione della documentazione pre-vista dalla normativa sul condono edilizio a completamento della domanda di definizione dell’illecito. L’articolo 11 del Decreto Legge approvato nel Consiglio dei Ministri del 22 dicembre 2005 prevede infatti che “L’integra-zione documentale prevista nell’allegato 1, ultimo periodo, del Decreto Legge 30 settembre 2003, n. 269, con-vertito, con modificazioni, dalla Legge 24 novembre 2003, n. 326, come modificato dall’articolo 10, comma 1, lettera b), del Decreto Legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, può essere effettuata entro il 30 aprile 2006”.

TOTALIzzAzIONE DEI TRIBUTI PER LA PENSIONEE’ stata approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Legislativo sulla “Totalizzazione”, ovvero la possibilità di sommare periodi di contribuzione versati in gestioni previdenziali diverse senza oneri aggiuntivi. Questo provvedi-mento approvato risulta quindi di particolare interesse per INGEGNERI, ARCHITETTI, GEOMETRI, ecc., che nel corso della loro vita lavorativa, hanno lavorato sia come dipendenti che come liberi professionisti. Tuttavia, devono ricorrere le seguenti condizioni per poter applicare la totalizzazione: 1. raggiungimento dei 20 anni di contribuzione e di 65 anni di età oppure il raggiungimento di 40 anni di contribuzione; 2. i periodi contributivi da totalizzare non devono avere durata inferiore ai 6 anni. Fino ad ora la totalizzazione era possibile soltanto nel caso in cui i requi-siti per la pensione di anzianità fossero stati raggiunti in tutte le gestioni previdenziali. Con l’entrata in vigore del provvedimento la totalizzazione sarà possibile anche se si è raggiunto tale limite in usa sola gestione. Per i periodi contributivi di durata inferiore ai 6 anni permane la possibilità di avvalersi (a pagamento) del ricongiunzione.

16 HS+E magazine


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