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INSEGNAREDUCANDO. N° 9 - 06/2011

Date post: 28-Jul-2016
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Una voce diversa nel mondo della scuola. La proposta di chi si impegna in prima linea per creare una comunità educante.
7
Lamezia Terme, lunedì 9 maggio, ore 9. Diventa esecutivo il decre- to della Prefettura di dare inizio allo sgombero del campo rom dove risiedono da 35 anni famiglie lamen- tine. È il primo round. Ogni setti- mana sei famiglie dovran- no evacuare. Siamo in per- fetta linea politica con le più grandi città italiane, Milano in testa con i suoi 360 sgomberi in 2 anni e ci muoviamo secondo le indi- cazioni della politica fran- cese di Sarkozy. Cosa significa questa politi- ca per la faccia del Paese, l’abbiamo capito. Cosa invece voglia dire per i di- retti interessati è ancora una pagina bianca sulla quale quasi nessuno ha scritto. L’Associazione La Strada di Lamezia Terme, che segue da vicino le fami- glie di molti bambini del campo, era lì la mattina in cui le ruspe, indifferenti agli occhi stralunati dei bambini e alle lacrime dei vecchi, distruggeva- no gli “abusi edilizi” ov- vero i container che quegli stessi rom aveva- no avuto in assegnazio- ne trent’anni fa dal Co- mune e che avevano provveduto ad espande- re con qualche tettoia. Chissà perché mi è ve- nuta in mente la frase biblica “Chi è senza peccato, scagli la pri- ma pietra!” Ma il 9 maggio e tutti gli altri giorni, il Cristo era impe- gnato altrove e quella frase, che probabil- mente ancora oggi avrebbe sortito il suo effetto, non è stata pro- nunciata. Così, quest’Italia famosa per gli abusi dei grandi appalti, ha deciso di mettersi in ordine a parti- re dal basso. E mentre noi seguiamo il disorien- tamento dei ragazzini che devono essere inseri- ti in nuove realtà scolasti- che di altri comuni spes- so reticenti che li accol- gono con una barricata perché non possano en- trare, ci capita in mano uno studio del Ministero dell’Interno che analizza gli esiti di questa politica degli sgomberi, uno stu- dio che rivela le falle di questa operazione di “pulizia”. Interessantissi- mo, per approfondire, vi consigliamo di leggere il Rapporto conclusivo del- l'indagine sulla condizione di Rom, Sinti e Caminanti in Italiadel SENATO: http://www.senato.it/ documenti/repository/ commissioni/dirittiumani16/ RAPPORTO%20ROM%20.pdf Giugno 2011 News insegnanti News insegnanti Gruppo Abele Gruppo Abele Sommario: Cari colleghi, ennesimo sgombero! 1 Rom: questi sconosciuti vicini di casa 2 SCUOLA: i valori esistono ancora? 3 Qualcuno sa quanto costa l’INVALSI? 4 Cambiare la scuola davvero si può 5 “E che sarà mai!” di M. Gramellini 6 10 passi per cambiare 7 Cari colleghi… ennesimo sgombero! “Gli sgomberi hanno effetti collaterali: su 36 bambini del campo di via Rubattino, sgombrati più volte negli ultimi due anni, solo 16 frequentano ancora la scuola” Www.dirittiglobali.it Eventi speciali :
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Page 1: INSEGNAREDUCANDO. N°  9 - 06/2011

Lamezia Terme, lunedì 9 maggio, ore 9. Diventa esecutivo il decre-to della Prefettura di dare inizio allo sgombero del campo rom dove risiedono da 35 anni famiglie lamen-tine. È il primo round. Ogni setti-mana sei famiglie dovran-no evacuare. Siamo in per-fetta linea politica con le più grandi città italiane, Milano in testa con i suoi 360 sgomberi in 2 anni e ci muoviamo secondo le indi-cazioni della politica fran-cese di Sarkozy. Cosa significa questa politi-ca per la faccia del Paese, l’abbiamo capito. Cosa invece voglia dire per i di-retti interessati è ancora una pagina bianca sulla quale quasi nessuno ha scritto. L’Associazione La Strada di Lamezia Terme, che segue da vicino le fami-

glie di molti bambini del campo, era lì la mattina in cui le ruspe, indifferenti agli occhi stralunati dei bambini e alle lacrime dei vecchi, distruggeva-no gli “abusi edilizi” ov-vero i container che quegli stessi rom aveva-no avuto in assegnazio-ne trent’anni fa dal Co-mune e che avevano provveduto ad espande-re con qualche tettoia. Chissà perché mi è ve-nuta in mente la frase biblica “Chi è senza peccato, scagli la pri-ma pietra!” Ma il 9 maggio e tutti gli altri giorni, il Cristo era impe-gnato altrove e quella frase, che probabil-mente ancora oggi avrebbe sortito il suo effetto, non è stata pro-nunciata. Così, quest’Italia famosa per gli abusi dei grandi

appalti, ha deciso di mettersi in ordine a parti-re dal basso. E mentre noi seguiamo il disorien-tamento dei ragazzini che devono essere inseri-ti in nuove realtà scolasti-che di altri comuni spes-so reticenti che li accol-gono con una barricata perché non possano en-trare, ci capita in mano uno studio del Ministero dell’Interno che analizza gli esiti di questa politica degli sgomberi, uno stu-dio che rivela le falle di questa operazione di “pulizia”. Interessantissi-mo, per approfondire, vi consigliamo di leggere il “Rapporto conclusivo del-

l'indagine sulla condizione

di Rom, Sinti e Caminanti in

Italia” del SENATO: http://www.senato.it/documenti/repository/commissioni/dirittiumani16/RAPPORTO%20ROM%20.pdf

Giugno 2011

News insegnanti News insegnanti Gruppo Abele Gruppo Abele

Sommario:

Cari colleghi, ennesimo sgombero!

1

Rom: questi sconosciuti

vicini di casa

2

SCUOLA: i valori esistono ancora?

3

Qualcuno sa quanto costa l’INVALSI?

4

Cambiare la scuola davvero si può

5

“E che sarà mai!” di M. Gramellini

6

10 passi per cambiare

7

Cari colleghi… ennesimo sgombero!

“Gli sgomberi hanno effetti collaterali:

su 36 bambini del

campo di via Rubattino, sgombrati più volte negli ultimi due anni, solo 16 frequentano ancora la scuola”

Www.dirittiglobali.it

Eventi speciali :

Page 2: INSEGNAREDUCANDO. N°  9 - 06/2011

sa, se non addirittura di li-gnaggio, anche se in senso non del tutto proprio ovvero di gruppo allargato, che comprende tutti coloro che sono legati da vincoli di san-gue e di affinità. II legame del sangue è molto sentito nella società zingara: anche un cugino di terzo grado è qualificato come "mio cugino di sangue", ove la parola “sangue” è pronunciata con tale forza che si potrebbe tradurre: è mio fratello. Quando una donna lascia la propria famiglia per sposar-si, pur mostrando rispetto ed obbe-dienza alla famiglia del mari-to, considererà sempre più importante la famiglia di ori-gine che a sua volta non cesserà di occuparsi di lei e di proteggerla, come in caso di bisticci importanti con il marito, quando tutti i parenti, compresi i morti, vengono tirati in ballo, a dimostrare la fedeltà alla famiglia d'origine. I genitori infatti non sono

mai soli ad occuparsi dei figli: questo è un diritto/dovere di tutto il gruppo pa-rentale, gli adulti nei confron-ti dei giovani, i giovani nei confronti dei bambini. Spetta al gruppo parentale allargato il saper contenere i conflitti che potrebbero rompere l'ar-monia del gruppo, stimolare i suoi membri all'attività da svolgere all’esterno, organiz-zare le attività all’interno del-la famiglia (cucinare, pulire, accudire i bambini, racco-gliere la legna, prepararla per il fuoco, andare a pren-dere l'acqua, aggiustare la baracca, ...).

“E’ proprio questo forte sentimento della famiglia che ha salvato

il popolo zingaro dall'essere disperso

e fagocitato da società

infinitamente più numerose e 'potenti',

in totale opposizione con i suoi usi e

con le sue tradizioni”

Pagina 2

“Nessuno vi ha detto che i Rom sono un popolo.

Pensate, hanno persino una bandiera al cui centro

campeggia un sole, E forse nessuno

si è domandato perché il nome Rom,

da che deriva, quale la sua etimologia.

L’etnonimo “Rom” nella loro lingua

detta “romanes”, significa “uomo”,

termine che li differenzia dai non zingari, detti “gagè”,

che in origine significava “contadino zotico

e ignorante”

Il binocolo…

Per un popolo senza territo-rio e quindi senza alcuna istituzione "pubblica" o sta-tuale, la famiglia è, più che per qualsiasi altro popolo, l'elemento fondante dell’ organizzazione sociale, vero e proprio “centro di gravità” della zingarità” stessa e custode dei suoi valori e delle sue tradizioni, perno della vita quotidiana in tutte le sue manifestazio-ni, sostanza del tessuto sociale, luogo di solidarietà, di sacrificio, di condivisione, da amare al di sopra di ogni cosa, perché al di fuori del-la famiglia è praticamente impossibile vivere. Quando un gruppo parenta-le è variamente residente (per ragioni economiche) lo scambio di visite è conti-nuo; costituisce anzi, dopo le attività economiche, il maggior motivo di sposta-mento delle famiglie zinga-re. Si tratta di partecipare ad avvenimenti importanti come le nascite e le morti, di ritrovarsi per le feste o per dare un aiuto a chi è ammalato o in difficoltà. Per la famiglia e per il suo benessere lo zingaro è disposto a fare tutto quan-to può: essere un buon marito, un buon padre, un buon figlio fa parte di una responsabilità, di un diritto-dovere irrinunciabili, che si estendono oltre i membri della cosiddetta famiglia ristretta, a tutto il gruppo parentale. Parlando della famiglia zingara non si può infatti parlare di famiglia nuclea-re, bensì di famiglia este-

http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/13/La_pubblicazione_sulle_minoranze_senza_territorio.pdf

Spesso, dopo uno sgombero e un inserimento dei nuclei familiari ristretti in alloggi collocati in quartieri diversi, moltissimi rom continuano a tornare al vecchio campo demolito dove trascorrono la maggioranza del tempo, mentre il nuovo appartamento resta vuoto. A pag 49 di un eccezionale documento del Ministero degli Interni,

datato 2006, si comprende bene il perché.

Rom , questi sconosciuti vicini di casa

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1. Pensi che la scuola che hai scelto riesca a trasmettere qualche va-

lore che rimarrà negli studenti anche dopo aver finito gli studi?

2. Cosa ha insegnato la scuola a te e ai tuoi compagni insieme e oltre

le discipline del tuo corso di studi?

3. Quale immagine ti sei fatto e cosa rimarrà indelebile nella tua

mente dell'Istituzione che stai frequentando ( organizzazione, inse-

gnanti, compagni, materie insegnate, orgoglio di appartenenza.,

lavoro di squadra.....)

4. Ci sono dei valori educativi e formativi nel tuo stare a scuola che

puoi dire che ad oggi ti sei portato a casa?

5. Cosa racconterai ai tuoi figli della scuola cha hai frequentato?

Mi ha anche insegnato che, come in una squa-dra, insieme, collabo-rando, siamo più forti. L’altruismo, il saper a-scoltare, l’attenzione nel fare dei lavori rispet-tando le consegne, il rispetto delle regole, delle cose che hai in-torno e di tutte le perso-ne Valori fondamentali come quello del lavoro di gruppo e del sapere accettare anche gli sbagli dei compagni, oltre che il concetto di serietà nella prepara-zione, nella puntualità,

I tipi di insegnamento, i metodi, lo stile rimar-ranno sempre impressi in mente.

La scuola mi ha inse-gnato a sedermi in modo ordinato e composto e a vivere in mezzo a compagni pessimi.

Ci sono insegnanti che ricorderò sempre perché mi hanno aiu-tato a crescere. Ciò che si trasmette nella mia scuola è la fratellanza, trattandosi di una scuola molto varia se si considerano i Paesi di provenienza.

nel rispetto degli impe-gni presi Mi ha insegnato che è giusto far valere le pro-prie idee, ma che mol-te volte, quando chi ti contraddice può deci-dere del tuo futuro, bisogna saper tacere. Tutti parlano male del-la scuola, ma bisogna esserci dentro e viverla per poterne parlare seriamente: gli inse-gnanti sono sinceri e comprensivi nei con-fronti degli studenti; ...con loro si parla e si scherza, ma allo stesso tempo li si rispetta …

Scuola: i valori? Esistono ancora?

Un Istituto vicino a

Modena ha voluto

indagare quali valori

la Scuola trasmette

agli studenti.

Chi desidera leggere tutto il documento,

può farne richiesta a

[email protected]

Pagina 3

Lo stuzzicadenti …

Ecco, secondo le parole degli studenti stessi,

l’elenco dei valori che la Scuola trasmette agli studenti, valori che rimangono impressi per sempre.

Il prof. Umberto Leonardi e la prof. Loretta Soli, dell’IIS Istituto Primo Levi di Vignola (MO), hanno voluto mettere a fuoco il modello educativo che la scuola è in grado di trasmettere. Ne è nata un’indagine interessante sui

valori che la Scuola “regala” ai suoi protagonisti. E’ stato chiesto a studenti del triennio di rispondere alle seguenti

domande-stimolo:

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Il 4 dicembre 2008, sul sito web dell’INVALSI è stato pubblicato uno studio preparatorio al sistema di valutazione nella scuola da parte di tre stu-

diosi dell’Università di Milano e Bologna.

La proposta presenta i pilastri portanti e le finalità del sistema valutativo Ina-vlsi, presenta le modalità tecniche per la somministrazione delle prove e presenta una previsione di costo della somministrazione dei test.

Da molto tempo ci chiedevamo quanto potesse significare in termici eco-nomici l’impresa INVALSI. Ecco una risposta.

La scuola spende troppo!

Tagli, tagli, tagli, ma…

L’Invalsi costa MILIONI

eppure sembra

indispensabile!

Tanti, troppi docenti hanno

seri dubbi al riguardo …

Contestano la

SCARSA ATTENDIBILITA’

di queste prove che

escludono stranieri, esterni,

disabili e conteggiano i

risultati come se la

complessità e la diversità non

esistessero.

I dati sono consultabili alla pagina:

http://www.forumscuole.it

Pagina 4

Lo stuzzicadenti …

Qualcuno sa quanto costa l’INVALSI?

Alcuni estratti della Proposta preparata per l’INVALSI

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“Non abbiamo dedicato un punto esclusivo per gli

alunni disabili, i giovani stranieri, i portatori di

culture e religioni diverse, perché, dal punto di vista

dell’inclusività, auspichiamo che tali alunni

siano considerati una risorsa e parte attiva del

processo educativo, il quale non può essere

delegato alla sola insegnante di sostegno”.

Pagina 5

C’è posta per…

Cambiare la scuola davvero si può

Edoardo Martinelli (allievo della Scuola di Barbiana), Gianfranco Zavalloni (dirigente scolastico - Sogliano al Rubicone), Eugenio Scardaccione (dirigente scolastico - Bari), Mario Lodi (maestro -Drizzona), Renato Ciabatti (Comune di Prato), Antonio Avitabile (Comune di Prato), Vincenzo Altomare (insegnante - Cosenza), Mimma Visone (insegnante - Napoli), Adele Corradi (Scuola di Barbiana), Maria Miceli (dirigente scolastico – Lamezia Terme), Romolo Perrotta (Università Cosenza), Fiamma Bellandi (Comune Prato), Franco De Santo (insegnante - Cosenza), Lella Giornelli (Rivista Paesaggi Edu-cativi - Cesenatico), Daniela Mammini (dirigente scolastico - Prato), Stefania Vannucchi (Centro territoriale Handicap – Prato), mons. Giovanni Catti (Università della Pace - Bologna) Aldo Bozzolini (allievo della Scuola di Barbiana), Nanni Banchi (Centro Documentazione sulla Scuola di Barbiana - Vicchio), Nevio Santini (allievo della Scuola di Barbiana), Paola Zilianti (Comune di Prato), Gianni Cerasoli (maestro elementare - Forlì), Massimo Nutini

(Comune di Prato), Brunetto Salvarani (Direttore Rivista CEM Mondialità)

Due ex-allievi di Don Milani, incontrati al convegno di Barbiana, ci hanno consegnato un libricino bellis-simo dal titolo “Cambiare la scuola si può”.

Questo documento, firmato da diversi esponenti della cultura, della scuola, del mondo della pedago-gia, soffia aria pura al mondo scolastico, così ingabbiato e oppresso da tante strutture limitanti che essa

stessa ha costruito. Eccovene uno stralcio, un po’ d’ aria fresca per le vostre meritate vacanze.

Diciamolo. Uno dei nodi fondamentali da sciogliere della scuola italiana è la situazione che vivono i ragazzi che la frequentano dagli 11 ai 14 anni. E’ la stagione della loro maturazione. Germina il loro corpo. Si avverte la fa-me di relazioni interpersonali profonde e autentiche. L’amicizia diventa la questione capitale. Si scopre la sessualità. Si vivono i primi conflitti forti con i genitori. Il gruppo dei pari diventa il vero punto di riferimento. In tale conte-sto, l’attuale scuola media italiana (o secondaria di 1° grado), anello logo-ro e tagliente, mostra tutta la sua inadeguatezza. I contenuti restano priori-tari, diventando perfino la ragion d’essere di ogni “prova di verifica”.

Prima di conoscere i ragazzi, si prevedono batterie di “prove di ingresso”. Gli insegnanti spesso - loro malgrado - finiscono per ridurre la loro funzione a quella di informatori. È così che la logica dei contenuti si trasforma, facil-mente, nella somministrazione di nozioni e di test di valutazione, special-mente ai ragazzi segnalati dalle certificazioni.

Quale logica? Mentre i ragazzi continuano a nuotare nel mare del non-senso, la centralità dei programmi fa capolino ad ogni proposta riformatrice. La scuola media appare fondata sulla frattura fra lezioni e vita reale. I ragaz-zi non comprendono quale sia l’incidenza – e, dunque, l’importanza - della formazione scolastica per il loro futuro!

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È vero!

Oggi manca ai giovani

una figura di adulto saggio,

responsabile, coscienzioso, consapevole,

pacato, saldo,

riflessivo, credibile,

capace di discernere, pensare,

stimolare riflessioni approfondite sulla realtà

Ma...

ci sono ancora molti insegnanti

che hanno a cuore l’apprendimento come palestra di cittadinanza responsabile

e continuano a ragionare

con i ragazzi (e con alcuni colleghi)

creando spazi di confronto

e di collaborazione.

A titolo personale però:

l’educazione

alla cittadinanza non ha più voce nelle “attenzioni”

ministeriali

GIUGNO 2011

La collezione…

così ingenuo da pensare alle esigen-ze degli altri? «Avevamo voglia di fa-re un po’ di casino, e che sarà mai…». Poi la scena precipita: un vecchio bizzoso si affaccia dalla fine-stra agitando il bastone, irrompe una banda di attaccabrighe e la trage-dia prende forma: «Solo du’ pugni, e che sarà mai…». Pensate a quanti, fra coloro che do-vrebbero darci l’esempio, pronuncia-no questa frase ogni giorno. L’ex magistrato che tratta col con-trabbandiere l’acquisto di un orolo-gio rubato, e che sarà mai… Il depu-tato condannato per mafia, e che sarà mai… L’evasore fiscale che ruba allo Stato, cioè ai pensionati e ai ma-lati, e che sarà mai… L’elenco conti-nuatelo voi. Servirebbero corsi acce-lerati di educazione civica. Il problema è trovare gli insegnanti.

E che sarà mai!

Basta poco per perdere il controllo, alzare le mani, picchiare a sangue. Basta un musicista che commenta forte la serata con qualche amico

sotto una finestra. Basta un vecchio che grida come una furia, impugnando un bastone.

Al resto ci pensano dei giovani che vogliono dare lezione di buona educa-zione a tutti e … massacrano chi dà fastidio. Gramellini commenta.

Massimo Gramellini - La Stampa 30/06/2011

«Stavo passando di lì, ho dato solo du’ pugni e me ne sono andato via. E che sarà mai…». Un balordo che pesta a sangue uno scono-sciuto per la strada ovviamente non fa testo. Però il mantra difensi-vo risuonato sulle sue labbra, quel «e che sarà mai…» che giustamen-te indigna tanti lettori, è la spia di una mentalità diffusa, di un abbas-samento collettivo della guardia. Ricostruiamo i fatti. La vittima è un musicista di Roma che, dopo aver suonato in un locale fino a tardi, si ferma a chiacchierare con gli ami-ci fra i vicoli del centro storico. E’ notte fonda e nelle case che in-combono sulle loro teste la gente dorme. I conversatori dovrebbero mettersi nei panni dei residenti, a-ver rispetto del loro riposo: in fondo li hanno già martellati per ore con la musica. Ma qualcuno è ancora

Page 7: INSEGNAREDUCANDO. N°  9 - 06/2011

Associazione Gruppo Abele ONLUS

Corso Trapani, 91/b Torino

Tel.: 3315753853 011 341052

mail:

[email protected]

Per ricevere la news e/o

mandare i vostri contributi

Scrivete a

[email protected]

Insegnanti, allievi della Scuola di Barbiana, dirigenti scolastici,

operatori comunali, genitori, sindacalisti...lanciano un appello per

un cambiamento della scuola dal basso .

GIUGNO 2011 NEWS INSEGNANTI GRUPPO ABELE

La bussola…

o etichettata, ma va rielaborata criticamente per diventare stru-mento di formazione e non solo di informazione. 7. L’educazione come l’apprendi-mento, è un processo dinamico che, partendo dal motivo occasio-nale, ossia dalla realtà, conduce alla conoscenza. 8. Le ore che trascorrono a scuola devono avere un carattere unitario. 9. sbagliando si impara. Per prova, per errore e per gioco. 10.Si capisce bene cos’è una scuo-la quando la viviamo come se fosse il luogo dove si entra competitivi, aggressivi, razzisti e, dopo aver la-vorato e studiato insieme per biso-gni comuni, si esce rispettosi degli

altri, amici, tolleranti.

1. La scuola è il luogo per imparare ad apprendere, a pensare con la propria testa, a essere responsabili.

2. A scuola, come nella vita, non possiamo disgiungere l’apprendere dal fare. Si impara col cervello, con le mani, con tutti i sensi e con il cuo-re.

3. La scuola è il luogo in cui si ap-prende insieme, non da soli.

4. Per creare buone relazioni è fon-damentale essere un piccolo grup-po. Poche figure di docenti di riferi-mento per classe aiuterebbero l’or-ganizzazione scolastica.

5.Gli insegnanti non sono dei tuttolo-gi, ma devono sapere dove sta di casa la cultura.

6. I saperi non sono un bagaglio da travasare, ma vanno costruiti insie-

10 passi … per cambiare

Per approfondire: http://www.edscuola.it/archivio/ped/cambiare_la_scuola_davvero.htm

Buone vacanze!


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