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La Chance 2010-4

Date post: 09-Mar-2016
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La Chance 2010-4
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Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, CNS BOLZANO Periodico trimestrale, Iscrizione al Tribunale di Bolzano N°3/2003 La Chance Periodico dell’Assistenza Tumori Alto Adige DICEMBRE 2010 | NR. 4 Titolo titolo e titolo, poi titolo Infine titolo titolo titolo Pag 16 Diabete e neoplasia Screenings Foto: Othmar Seehauser
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Page 1: La Chance 2010-4

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La ChancePeriodico dell’Assistenza Tumori Alto Adige DiCembre 2010 | Nr. 4

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Page 2: La Chance 2010-4

INhalt

IMPRESSUM: LA CHANCE: Periodico gratuito per i soci dell'Assistenza Tumori Alto Adige. Editore: Assistenza Tumori Alto Adige, Via Tre Santi 1, 39100 Bolzano, Tel: 0471 28 33 48, Fax: 0471 28 82 82 ,e-mail: [email protected] Iscritta nel reg. prov. delle oragnizzazioni di volontariato Decr. n. 199/1.1-28.10.1997 Iscrizione al Tribunale di Bolzano N°3/2003 Direttrice: Dott.ssa Nicole Dominique Steiner Segreteria: Assistenza Tumori Alto Adige Foto: Otmar Seehauser Layout: Studio Mediamacs, Bolzano Stampa: Tipografia Athesia Druck Srl, Bolzano Prossima edizione: marzo 2011

Pagina 3 – 6 Diabete e neoplasia

7 "Semplicemente adoro parlare con la gente" Margit Drabek Thies - Presidente circondario Merano - Burgaviato

8 – 11 Le persone giuste erano presenti! 2° Convegno a porte chiuse dell'Assistenza Tumori/ 6 novembre al Kolping

11 Le vostre lettere

12 – 13 Il caso - Screening per il tumore al colon: Sarebbe così semplice ed efficiente!

13 Il commento

14 – 15 Un paracadute per l’anima – Una vera comunicazione ha luogo soltanto fra persone di uguali sentimenti, di uguali pensieri (Novalis)

16 - 18 L’Alto Adige a confronto – Presentato il nuovo Atlante del Cancro Dati dei registri tumorali di 14 regioni alpine

19 Appuntamenti da non scordare mai! Screening: Ogni tre anni il pap-test e ogni due anni la mammografia

20 – 21 Particolari particolari Gli sguardi intensi e nascosti di Inge Tutzer

22 – 24 La Notte Santa … – Storie natalizie raccolte in Alto Adige e raccontate da Brunamaria Dal Lago Veneri

25 – 27 Stelle che illuminano il buio – Mercatino natalizio di Bressanone

28 – 34 Cosa succede nei circondari

35 – 36 Soggiorni estivi 2011 pag. 25

pag. 14

pag. 10

pag. 3

Renate Daporta JöchlerPresidente

Care lettrici, cari lettori,

non è tutto. Per poter essere anche in futuro un’organizzazione che sia un vero punto di ri-ferimento per i suoi membri serve capacità di programmazione, servono la pianificazione, la riorganizzazione. E questo dovrebbe avvenire di comune accordo. Anche perché così non si ripe-terà la solita litania che tutte le novità arrivano dall’alto e che vengono semplicemente imposte. Comunque, per quanto mi riguarda, concordo con i due moderatori che hanno detto: quelli che c’erano, erano quelli giusti. E sono fiera dei risultati del convegno!

Natale e fine anno sono vicini. Sono sempre un’occasione per una riflessione sulle cose essen-ziali, per uno sguardo retrospettivo, un bilancio. Ognuno per se stesso, ma anche per l’Assitenza Tumori. Auguro a voi tutti di poter godere al meglio di queste settimane intorno a Natale e Fine anno. Anche lontano dal baccano consu-mistico. Prendetevi del tempo, per voi stessi e per gli altri. Fate insieme una passeggiata nel bosco,

riunitevi a casa con tutta la famiglia o con gli amici. Forse potete giocare a carte. O accendere una candela, bere un té, chiacchierare o stare semplicemente insieme senza farsi sommergere dalla radio o dalla televisione. A voi tutti auguro quello che personalmente auguro ai miei cari e a me stessa: salute, soddisfazione, tranquillità.E naturalmente forza. Per il superamento della vita di tutti i giorni, per la relazione con la malat-tia e per tutte le sfide che porterà l’Anno Nuovo. Il prossimo anno l’Assitenza Tumori compirà 30 anni. È imminente la riforma sanitaria. Sono so-lo alcune delle sfide che ci aspettano. E ognuno di noi aspetta quello che la vita ci porterà.

Con profondo affettoLa Vostra Renate Daporta Jöchler Presidente

INdIce

Da dove cominciare? Meglio iniziare con il tema che mi preme di più: il convegno a porte chiuse dei membri del consiglio dell’Assistenza Tumori Alto Adige lo scorso 6 novembre alla Kolping-haus di Bolzano. Se ci ripenso, ho dei sentimenti contrastanti, o per dirla con Goethe, “due anime nel mio petto”. Allora: una manifestazione for-midabile. Partecipanti straordinariamente moti-vati che si sono impegnati, hanno portato buoni spunti di riflessione, hanno dimostrato che qui c’è volontà da vendere e notevole potenziale per migliorare e per rinnovarsi. Ma anche: una grandissima delusione per le tante sedie vuote. Solo 34 persone hanno risposto all’invito. E mol-ti tra gli assenti non hanno nemmeno ritenuto necessario scusarsi. Questo delude. E molto! Ma soprattutto fa riflettere. E vorrei dirlo in questo luogo: il lavoro nell’Assitenza Tumori e per l’As-sitenza Tumori non è costituito solo dal racco-gliere fondi, organizzare manifestazioni, tene-re orari di ambulatorio. Questa è sicuramente una parte molto importante, ma veramente

ParliamonePARLIAMONe

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TemaTeMADiabe te e neoplasiaDIABe Te e NeOPLASIA

Diabete e neoplasia

In Alto Adige le persone che soffrono di diabete sono oltre 18.000. La maggior parte di essi, cioè il 90 %, riguarda il cosiddetto tipo due che generalmente compare dopo i 40 anni e che spesso è riconducibile ad una disfunzione causata da uno stile di vita non salutare come ad esempio irregolarità alimentari, ovvero obesità o mancanza di attività fisica.

Adifferenza del tipo uno, le cui cause non sono ancora del tut-

to chiare e che compare anche in tenera età, il tipo due consiste in una resistenza all’attività dell’insulina mentre il tipo uno

significa che il pancreas non produce più insulina. Il tipo due generalmente può es-sere trattato con medicamenti che miglio-rano la resistenza all’insulina oppure che stimolano il pancreas a produrne fino ad

arrivare a sostituirla mediante iniezioni. Chi soffre invece del diabete di tipo uno deve invariabilmente sostituire l’insulina non più prodotta mediante iniezioni.

Abbiamo parlato con il dottor Bruno Fattor, vice-primario del reparto di Me-dicina dell’ospedale di Bolzano, del rap-porto fra diabete e cancro.

chance: Cosa succede sul piano pratico, cioè della cura, se una persona che soffre di diabete si ammala di tumore? Ci sono differenze nella terapia, problemi particola-ri per quanto riguarda eventuali interventi chirurgici e la successiva terapia radiologi-ca e/ o chemioterapica?

dott. Bruno Fattor: In un paziente dia-betico che debba sottoporsi ad un qual-siasi intervento chirurgico è necessario sostenere il controllo glicemico.

Dottor Bruno Fattor, Responsabile del Servizio di Diabetologia e vice-primario del reparto di Medicina Interna.

Nato a Bolzano, laurea all’Università Statale di Milano, specializzazione in endocrinolo-gia e Malattia del ricambio e in Medicina interna a Milano e Verona, Undici anni a Milano all’ospedale San Raffaele, esperien-za lavorativa a Ulm.

All’ospedale di Bolzano dal 1995, e’ respon-sabile del Servizio di Diabetologia e vice-primario del reparto di Medicina Interna.Segue

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TemaTeMA Diabe te e neoplasiaDIABe Te e NeOPLASIA

Questo vuol dire che nelle fasi pre- e po-stoperatorie bisogna mettere in atto tutte le strategie terapeutiche necessarie perché la sua glicemia resti in ordine. In ambiente ospedaliero questo fatto non desta parti-colari problemi. Diversa è la questione dopo la dimissione. Il paziente dev’essere messo in condizione di restare in buon compenso. Molto spesso un paziente dia-betico che si ammala di tumore deve pas-sare dai farmaci orali al trattamento con insulina. Questo significa innanzitutto che va educato all’autocontrollo e alla tecnica

delle iniezioni. Si tratta senza dubbio di un paziente più fragile anche perché spesso ha tutta una serie di patologie associate.

chance: e’ difficile stabilire con certezza i rapporti tra diabete e cancro?

dott. Bruno Fattor: Sì, è difficile per-ché il diabete è una malattia complessa, in quanto è:- eterogenea per quello che riguarda le

sue cause, il decorso, la durata e la tera-pia,

- molto spesso associata a malattie cor-relate che possono favorire il tumore in alcuni organi e allo stesso tempo ridurre la capacità di difesa dell’organismo e la tolleranza alle terapie,

- caratterizzata da iperglicemia di grado e durata variabile ma anche da altre ano-malie metaboliche e ormonali (tra cui l’iperinsulinemia),e perché durante la lunga durata del diabete (a volte mol-ti anni) lo stesso paziente può trovarsi esposto a condizioni e terapie molto diverse.

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TemaTeMA

ridotta del 10–20% quella del cancro della prostata.

chance: Quali sono i possibili meccani-smi per cui il diabete favorisce la comparsa e la progressione dei tumori?

dott. Bruno Fattor: L’iperinsulinemia ma anche l’iperglicemia o alcuni farmaci potrebbero avere un ruolo significativo. Vi sono poi certi disturbi spesso associa-ti al diabete, come per esempio l’obesità che promuove molti tumori, o la steatosi epatica che favorisce il carcinoma epatico, e che possono causare lo sviluppo di una neoplasia in distretti particolari..

chance: Cosa è utile sapere in più ri-guardo al cancro del pancreas?

dott. Bruno Fattor: Per quanto riguar-da il cancro del pancreas bisogna ovvia-mente distinguere il paziente con diabete pre-esistente in cui compare un cancro del pancreas, rispetto al diabete che viene neo-diagnosticato in un paziente come conse-guenza di un cancro del pancreas (anche non noto o molto piccolo). Il cancro del pancreas, infatti, può causare diabete non solo per la distruzione della massa delle isole pancreatiche, ma anche per la produ-zione locale di alcune sostanze (citochine e fattori tossici) che impediscono un adegua-

to funzionamento del pancreas e inibiscono la secrezione di insulina. Per questo motivo la comparsa di un diabete all’età di 50 anni o oltre, in un soggetto non obeso e senza fa-miliarità per diabete, dovrebbe indurre sem-pre a un controllo del pancreas, ad esempio mediante un’ecografia. Comunque, gli studi epidemiologici limitati alla sola condizione di diabete pre-esistente (diabete già presen-te da 3–5 anni al momento della diagnosi di cancro del pancreas) confermano che il diabete è un fattore di rischio per il cancro del pancreas.

Diabe te e neoplasia

Il rischio di mortalità per cancro sem-bra inoltre più elevato nei diabetici trattati con sulfaniluree rispetto a quelli trattati con metformina (queste sono le due classi di farmaci più diffuse nella cura del dia-bete). I glitazoni (una classe di farmaci più recente ma meno diffusa) hanno un’atti-vità anti proliferativa (sviluppo di tumo-re) ben documentata in colture cellulari, tuttavia, alcuni dati indicano un aumen-to della incidenza di cancro nei diabetici trattati con questi farmaci. Nel complesso, gli studi epidemiologici confermano co-munque che nei soggetti con diabete il rischio di cancro resta significativamente più elevato che nei pazienti non diabetici, anche perché l’iperglicemia e l’iperinsu-linemia favoriscono la crescita di cellule maligne.

chance: Per quali tipi di tumore il rischio viene aumentato dal diabete?

dott. Bruno Fattor: Gli studi indicano che nei diabetici vi è un aumento del ri-schio relativo di circa 2,5 volte per il can-cro del fegato, di quasi due volte per il cancro del pancreas, del rene e dell’utero, del 30% circa per il cancro del colon-retto, della vescica e del linfoma non-Hodgkin e del 20% per il cancro mammario. Non è invece aumentata l’incidenza del can-cro del polmone ed è apparentemente

DIABe Te e NeOPLASIA

Segue

Johanna eisath, infermiera capo-reparto

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superiore rispetto al soggetto non diabe-tico, con ridotte capacità di difesa immu-nitaria. Questa fragilità è spesso aggravata da complicanze di organo; a volte anche perché il medico oncologo, per pruden-za, ritiene di sottodosare alcune terapie oncologiche nei diabetici per la presenza di disturbi cardiaci, epatici e renali causati dal diabete.

chance: Quali sintomi dà il diabete quando il malato ancora non sa di averlo?

dott. Bruno Fattor: Tanta sete (polidip-sia), necessità di urinare spesso (poliuria),

perdita di peso, debolezza sono i sintomi più frequenti. Comunque questi sintomi compaiono quando il diabete è abba-stanza avanzato. Mentre per i soli criteri di laboratorio la diagnosi può essere fatta molto prima che compaiano i sintomi. Si stima infatti che più del 5% della popola-zione sia affetto da diabete senza saperlo.

chance: Cosa si può fare per tutelarsi dal diabete?

dott. Bruno Fattor: Mantenere un peso corporeo adeguato e fare attività fisica. Ba-stano venti minuti al giorno di camminata a spasso spedito non la maratona di New York.

chance: e’ giusta l’affermazione: il dia-bete è la malattia del futuro, cioè della nostra società consumistica?

dott. Bruno Fattor: Giustissima. Si sti-ma che entro il 2025 ci sarà, rispetto ad oggi, quasi un raddoppio dei casi in tutto il mondo. I 180 milioni attuali diventano quindi oltre 350 milioni!

chance: In quanti siete nel Servizio Dia-betologia?

dott. Bruno Fattor: Siamo un team molto affiatato: sei medici, otto infermieri e una podologa. Un gruppo in cui ognuno svolge un ruolo specifico e insostituibile. n

chance: Il diabetico ha un rischio di progressione del cancro diverso rispetto al non-diabetico?

dott. Bruno Fattor: Nei soggetti diabe-tici l’evoluzione del cancro è spesso più ra-pida, la probabilità di recidiva precoce nei malati di diabete è inoltre più elevata e la sopravvivenza dopo la diagnosi è ridotta.

Nessuno sa se il tumore è costituzio-nalmente più aggressivo nei diabetici o se piuttosto la sua accelerata progres-sione non sia dovuta alle caratteristiche dell’organismo ospite. È certo infatti che il soggetto diabetico ha una “fragilità”

TemaTeMA Diabe te e neoplasiaDIABe Te e NeOPLASIA

Proiezioni globali per l’epidemia di diabete: 2000–2025

14.217.523%

15.622.544%

9.414.150%

26.532.924%

84.5132.357%

1.01.3 33%

Totale2000 = 151 milioni 2010 = 221 milioni2025 = 300 milioni

Un'iniezione di insulina - gesto quotidiano per tante persone

Il kit per auto-controllarsi la glicemia

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TemaTeMACi presentiamoCI PReSeNTIAMO

La persona sta al centro del suo lavo-ro per l'Assistenza Tumori. Questo lo

sa fare: parlare con la gente, dare speranza, consolare. Quando si ammalò per la prima volta nel 1988, non c’era niente. “Allora si sentiva parlare di tumore soltanto quando qualcuno ne moriva. Altrimenti il tema era tabù.” La sua adesione all'Assistenza Tumori è stata un caso. Nel 1989 è diventata so-cia assieme a una conoscente. “Subito mi sono sentita bene.” Dal 1989 frequenta anche regolarmente i soggiorni vacanza. Negli ultimi anni non va più al mare, ma al lago di Garda.

Il suo primo soggiorno non lo dimenti-cherà mai. “Mi sono iscritta perché pensavo: tanto non ci sarai più al mondo per molto. Poi lì ho parlato con uno che era malato già da quattro anni, con un altro che si era operato già dieci anni fa…” Questo infonde-va coraggio e speranza. ed è successo più di 21 anni fa.

La malattia ha cambiato la sua vita senza prenderne possesso. Margit Drabek. classe 1937, un figlio e due nipoti, vive in modo più intenso da quando sa che tutto potreb-be anche finire presto. “Vivo ogni giorno in modo più consapevole. In modo diverso da prima. ed è il mio desiderio principale co-municare anche agli altri malati questo at-teggiamento.” Semplicemente le piace par-lare con la gente. “Felicità per me è quando qualcuno esce dalla porta del mio ufficio di-verso da come era quando è entrato. Que-sto per me è il più grande ringraziamento.” Diversamente da prima, oggi ha da fare con persone più calme, più preparate, più infor-mate. “Non più così disperate. Il cancro non è più una condanna a morte.” Comunicare e rafforzare questo atteggiamento, questo per lei è il suo compito più grande nella famiglia dell'Assistenza Tumori.

L’ufficio dell'associazione in Via delle Cor-se angolo Galleria Ariston a Merano, è per

lei una seconda casa e presenta agli altri le varie stanze come se fosse casa sua. È contenta del bel panorama e della lumino-sità. Della grande sala per le terapie. Della posizione centrale.

Il suo impegno nell'Assistenza Tumori non è mai stato un problema per la fa-miglia? Margit Drabek Thies è una tipica figlia della sua generazione. Dopo il matri-monio è rimasta a casa perché così voleva suo marito Walther, che all’inizio guardava con sospetto il suo impegno nell'Assistenza Tumori. Oggi aiuta dove può, fa l’autista, dà una mano nelle varie attività anche se non si è mai fatto socio. “Senza di lui” ammet-te Margit Drabek, “ non riuscirei più a fare tutto questo.”

Se la prende con il destino? Margit Dra-bek mi guarda con occhi grandi- “L’ho ac-cettato e adesso cerco di trarre il meglio da questa situazione. Ricordare il passato non serve a niente e il futuro porterà quel che porterà.”

Ammette di avere anche lei ogni tanto una mezza giornata di pianto. “Quella ce l’hanno tutti, dicano quel che vogliono.” Ma poi passa e lei è di nuovo completamente immersa nelle sue varie attività. “Così il tem-po passa in fretta e io ringrazio il Signore per tutto quello che posso ancora fare. e che in questo modo posso restituire qualcosa all' Assistenza Tumori che ha fatto tanto per me.” n

Praticamente fa parte dell’inventario. Socia dal 1989, Margit Drabeck Thies lavora dal 1994 nel consiglio dell'Assistenza Tumori Alto Adige. Dal 1998 è presidente della sezione Merano – Burgraviato. A dire la verità era già un po’ che voleva ritirarsi. Ma per Margit Drabeck Thies dell'Assistenza Tumori è molto di più di un passatempo. È una parte della sua vita.

“Semplicemente adoro parlare con la gente”Margit Drabek Thies – Presidente della sezione Merano – Burggraviato

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TITeLTiTel

Un convegno meno partecipato dello scorso anno, 33 persone invece di 54, ma come diceva il team di moderazione: “la gente che c’era, era quella giusta.” Sin dall’inizio si è discusso infatti in modo vivace e costruttivo. Subito dopo l'inizio dei lavori, al mattino, si è costituito un gruppo di lavoro sul tema dei giovani.

TemaTeMA

Avvicinare i ragazzi al lavoro dell'as-sociazione e offrire ai giovani

malati una casa nell’Assitenza Tumori - questo, ancora prima dei temi economici e della necessità di ridurre i costi - sono state le principali richieste uscite dal con-vegno a porte chiuse dell’Assitenza Tumori Alto Adige, convegno che si è tenuto il 6 novembre alla Kolpinghaus a Bolzano. La moderatrice Ilse egger e il coach Stefan Habicher hanno condotto i lavori in modo spigliato e abile. Molto attesa la relazione della presidente Renate Daporta Jochler, che nella sua relazione ha fatto una sintesi sul lavoro svolto lo scorso anno e toccando un gran numero di temi.

Al centro del convegno c'erano comun-que soprattutto loro: i delegati delle varie sezioni, tutte rappresentate anche se in misura più o meno massiccia. Purtroppo molte sono state anche le assenze ingiusti-ficate! Le delegazioni più numerose sono state quelle delle due sezioni della Pusteria con 12 membri, seguite da Bressanone con 7 e Merano con 6 membri, dalla sezione Bolzano – Salto – Sciliar con 3, mentre Bas-sa Atesina e Venosta hanno mandato solo due rappresentanti.

Ogni partecipante è stato invitato dai moderatori ad annotare su un cartoncino i punti deboli e i punti di forza dell’Assi-

tenza Tumori. Il risultato è stato un quadro sorprendentemente unitario. Le relazioni pubbliche sono percepite da tutti in modo positivo, così come la presenza nei media. Anche la presidentessa e il suo impegno sono stati menzionati più volte, oppure la formazione dei pazienti, i servizi dell’as-sociazione come per esempio i trasporti, l’organizzazione veloce degli aiuti, l’im-pegno dei numerosi volontari, il nuovo comitato medico e l’aumento dei gruppi di auto aiuto.

Grandi consensi anche per la nuova Chance, che in parecchi delegati hanno individuato come un punto di forza!

Le persone giuste erano presenti!2° convegno a porte chiuse dell’Assistenza Tumori il alla Kolpinghaus a Bolzano

Secondo convegno a por te chiuSe dell' aSSiStenza tumori SeCONDO CONVeGNO A POR Te CHIUSe DeLL' ASSISTeNzA TUMORI

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TeMATema

Anche sui punti deboli l’assemblea si è trovata abbastanza d’accordo. Come già detto, grande attenzione e pressanti ri-chieste sono venute riguardo al tema dei giovani e sulla questione dell'abbattimen-to dei costi. Ma questo non ha messo in secondo piano le altre criticità dell'asso-

ciazione, ovvero il carattere non unitario delle varie sezioni dell’Assitenza Tumori, la mancanza di coordinamento e l’offerta non omogenea di prestazioni sul territo-rio. e poi ancora l'eccesso di burocrazia, il ricambio generazionale troppo lento, la diminuzione delle donazioni, l’informa-

zione talvolta insufficiente sul lavoro del personale sanitario dell’Assitenza Tumori.

Nel pomeriggio sono stati formati quat-tro gruppi di lavoro su altrettanti temi spe-cifici. Ogni gruppo aveva inoltre il compito di elaborare idee per l’imminente anniver-sario dei 30 anni.

Gruppo di lavoro 1 Diminuzione dei costi

Riduzione dei costi di stampa • distribuzione più efficiente del materiale

informativo esistente• riduzione di stampa di materiale infor-

mativo (brochure, volantini, ecc...)

Eliminazione di manifestazioni/eventi costosi • èsufficiente½giornataperlagiornata

di clausura • localisobri(nienteCastelFlavon,ecc...)

Gita sociale annua • dentro i confini dell’Alto Adige• potrebbe essere organizzato dal

“circondario di casa”

Affitti delle sedi circondariali • individuare locali alternativi che venga-

no messi a disposizione dai comprensori o comuni

Parco macchine dell’associazione • niente versioni di lusso

Meno burocrazia

Gruppo di lavoro 2Ammalati

Con la diagnosi, il paziente cade in un buco. Come potrebbe l’associazione rag-giungere l’ammalato? • allacciare contatto con i pazienti in ospe-

dale • sensibilizzazione dei coordinatori infer-

mieristici e del corpo medico• presenza durante le riunioni del perso-

nale infermieristico di collaboratori vo-lontari dell’Assistenza Tumori

• scambio di informazioni sui servizi uti-lizzati

• stabilire e mantenere contatti con l'o-spedale

• supervisione e monitoraggio dei pazien-ti in fase iniziale (ospedale)

• formazione e supervisione dei volontari • contatto con la Lega Tumori

Secondo convegno a por te chiuSe dell' aSSiStenza tumoriSeCONDO CONVeGNO A POR Te CHIUSe DeLL' ASSISTeNzA TUMORI

Programmare il futuro

Gruppo di lavoro 3 Finanze

Obiettivo della pianificazione finanziaria: • riduzione degli interessi passivi • eliminazione del fido

Proposte di soluzioni: • limitare la liquidità dei conti circondariali

e sezionali • sviluppo di criteri da parte del direttivo

centrale e circondariale, tenendo conto delle attività circondariali - aiuti finanzia-ri, organizzazione corsi, ecc ....

• partecipazione generale alle spese dell’ associazione

• rate uniformi mensili per tutti i circondari• acquisizione dei costi diretti da parte dei

circondari: • spese del personale • affitti• spese generali • costi rimanenti dei soggiorni estivi• gite Segue

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TemaTeMA TITeLTiTel

Anniversario trentennale

Ogni gruppo di lavoro aveva come com-pito speciale portare suggerimenti per l’anniversario dell’Assistenza Tumori.

I quattro gruppi erano d’accordo a comin-ciare in tempo con l’organizzazione e ad evitare conferenze noiose.

ecco le proposte:

• invitare tutti i rappresentanti di altre associazioni e istituzioni per creare un luogo di incontro

• ringraziare la popolazione per il sostegno dato in 30 anni di operato dell’associa-zione

• organizzare una cerimonia a Bolzano dalle ore 9:00 alle ore 14:00, sobria, semplice e festeggiamenti a contatto con il pubblico

• i festeggiamenti inizino nel segno di ri-flessione (santa messa, vescovo, comme-morazione)

• di tanto in tanto spettacoli di danza e musica

• un piccolo e sobrio rinfresco• presentazione delle attività , della nuova

immagine, del sito Web e di nuovi obiet-tivi futuri

• manifestazioni circondariali estese su tut-

Gruppo di lavoro 4 Immagine

È necessario aumentare la notorietà dell’Assistenza Tumori nel gruppo lin-guistico italiano

Proposte per migliorare la proposta:

• distribuzione di materiale informativo in tutti i reparti ospedalieri

• affiggere manifesti riassuntivi dei servizi offerti presso i medici di base e ospedali

• sensibilizzare i medici sulle attività offer-te dall’Assistenza Tumori

• la popolazione ha un'immagine distor-ta dall’Assistenza Tumori, considerata un’associazione che raccoglie solo soldi

• incontri periodici con i membri / rappre-sentanti di altre associazioni e istituzioni a scopo informativo sull'uso dei fondi

• maggiori relazioni pubbliche riguardo all'uso dei fondi

• Open Day (porte aperte) dell’Assistenza Tumori Alto Adige su territorio provincia-le (progetti scolastici, collaborazione con altre associazioni e istituzioni)

• Presentazione dei servizi dall’Assistenza Tumori, nell’ambito di contesti sportivi, incontri/manifestazioni giovanili e an-ziani

to il territorio provinciale per tutto l’anno della celebrazione (giornata dell’ammala-to, campagne informative, …)

• festeggiamenti al “Felsenkeller" di Castel Firmiano sponsorizzato dal Presidente della Giunta Provinciale Autonoma di Bolzano Luis Durnwalder e dall’Assesso-re alla famiglia, sanità e politiche sociali Richard Theiner

• bancarelle informative sul posto, (indi-cazione sul trentennale, distribuzione di mele, tè, opuscoli informativi, …)

• piccola festa di ringraziamento con brin-disi (brunch) o l’organizzazione di un ga-là di beneficenza (raccolta fondi) presso il Grand Hotel a Dobbiaco

• organizzazione tempestiva• i costi dovrebbero essere coperti da

sponsor (contributi)• edizione speciale della “La Chance” per

l’anniversario con retrospettive sull’as-sociazione ma anche con la definizione di nuovi scenari per il futuro

• Gala di beneficenza al Grand Hotel a Dobbiaco

• Sponsoring

Impressioni sul convegno

La Chance, al termine del convegno, ha chiesto le loro impressioni a quattro par-

SeCONDO CONVeGNO A POR Te CHIUSe DeLL' ASSISTeNzA TUMORI Secondo convegno a por te chiuSe dell' aSSiStenza tumori

Quali sono i temi più scottanti?

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TemaTeMA

tecipanti, tra cui la presidente regionale Renate Daporta Jöchler.

Donatella di Stasio, vicepresidente della circondario Bolzano –Salto – Sciliar: “Oggi è stato interessantissimo perché finalmente abbiamo cominciato a scambiarci le idee. È importante conoscere cosa succede nelle altre circondarie. Per me personalmente è stato molto positivo sapere che il tema dei giovani e il carattere unitario dell’Assistenza Tumori in tutta la provincia hanno priorità assoluta anche nelle altre sezioni.”

Marta Treibenreif, circondario Merano - Burgraviato: “Trovo magnifico che sia stato svolto tanto lavoro di preparazione. La gen-te è arrivata a Bolzano preparata e piena di idee e questo si è sentito nelle discussioni. Io personalmente non sono colpita, però ho del tempo libero e voglio impegnarmi. Co-

SeCONDO CONVeGNO A POR Te CHIUSe DeLL' ASSISTeNzA TUMORI Secondo convegno a por te chiuSe dell' aSSiStenza tumori

me insegnante mi preme particolarmente il tema dei giovani. Trovo importante dare anche ai giovani una casa nell’Assistenza Tumori, aiutarli a costruire una comunità di destini uguali.”

Walter Kamenschek, sezione Alta Puste-ria, con i suoi 37 anni è il partecipante più giovane del convegno: ”L’evento è stato ottimo da ogni punto di vista. I temi sono stati affrontati bene e sono stati raggiunti buoni risultati. Ci sono le condizioni per creare una rete per poter lavorare insie-me. Per quanto riguarda il tema giovani, è importantissimo che l’Assistenza Tumori parli maggiormente anche a loro. Io stesso avevo 32 anni quando mi sono ammalato di leucemia. L’Assistenza Tumori ha fatto molto per me. Oggi ho raggiunto il distac-co necessario e vorrei restituire qualcosa, aiutare a portare nuovi impulsi.”

Renate Daporta, circondario Bressanone, presidente: “Una cosa la devo dire: sono ri-masta molto delusa e sinceramente anche irritata perché in tanti non sono venuti e non hanno nemmeno ritenuto necessario avvisarci. Ma ripeto quello che hanno detto i moderatori: quelli che sono venuti sono quelli giusti! Questo lo devo sottolineare. Al contrario dell’anno scorso tutti hanno colla-borato in modo costruttivo sia nell’assem-blea plenaria che nei gruppi di lavoro. Per mia grande gioia e anche sorpresa abbiamo già potuto dare vita ad un gruppo specifi-co sul tema giovani. Tutto sommato sono molto fiduciosa che l’Assistenza Tumori sia sulla strada giusta, e questo vale anche per quanto riguarda il ricambio generazionale necessario. I tempi sono cambiati e oggi i bisogni dei pazienti di tumore non sono gli stessi di 30 anni fa. ed è con questo che dobbiamo fare i conti.” n

Donatella di Stasio Wolfgang Kamenschek Martha Treibenreif

Scriveteci

Purtroppo questa volta non abbiamo rice-vuto nessuna lettera da parte vostra. Per es-sere sinceri: siamo un po’ delusi! Pazienza, forse ci scriverete per la prossima edizione. Non è che ci aspettiamo delle lettere infinite e piene di complimenti. Anzi. Speravamo di

conoscere i vostri problemi e i vostri desideri. Oppure qualche spunto, cosa vi piacerebbe leggere. Quale tema vorreste approfondire. Cosa vi manca. Cosa dobbiamo migliorare nella "La Chance". Ma anche domande di qualsiasi tipo.

Le vostre lettere

Scriveteci. Via lettera, o mail all’Assistenza Tumori, Via Tre Santi 1a, 39100 Bolzano, oppure via mail a [email protected] o a [email protected]. Se richiesto sarà nostra cura gestire le Vostre lettere con la massima discrezione! nd

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TemaTeMA IL CASOIL CASO

È come un Don Chisciotte moderno. I mulini a vento contro cui si ostina a

combattere sono soprattutto la mancanza di volontà nell’investire risorse in un pro-getto impegnativo e una certa leggerez-za. Gli anni per poter andare in pensione, il dottor Fausto Chilovi, primario di Ga-stroenterologia, li avrebbe già. Ma prima di ritirarsi vuole realizzare il suo sogno. Un progetto che insegue da più di dieci anni: l’inserimento di uno screening per il cancro al colon – retto accanto agli altri esami preventivi ai quali la popolazione altoatesina è invitata periodicamente a sottoporsi. Strano: proprio la provincia che vuole primeggiare in tutto, si tro-va all’ultimo posto per quanto riguarda questo specifico esame. e questo a fron-te di una situazione che vede un netto aumento dei casi in entrambi i sessi ma soprattutto tra le donne.

Nel 2008 si sono registrati 199 nuovi casi tra gli uomini e 146 tra le donne. Nelle altre regioni e province del Nord e Centro Italia lo screening viene già effettuato da diversi anni. Curioso è il fatto che in Austria si pre-senta una situazione pressoché analoga: tutte le regioni austriache tranne il Tirolo invitano infatti la popolazione tra i 50 e i 70 anni a fare il test del sangue occulto nelle feci.

I numeri parlano da soli a sostegno del progetto del dottor Chilovi. Quanto a incidenza, nella popolazione adulta alto-

atesina, uomini e donne insieme, questo tumore molto particolare è al primo posto con più di 350 casi l’anno, davanti al can-cro alla mammella o al cancro alla prostata. Si tratta di un tumore con uno sviluppo decennale e quindi dalla crescita molto lenta, e per questo con ottime possibilità di guarigione. Questo però accade se la diagnosi è precoce, vale a dire nella fase iniziale, quando è ancora asintomatico e non dà alcun tipo di disturbo. Il primario: “Una volta che comincia a farsi sentire è spesso già troppo tardi per avviare delle cure efficaci.” e’ bene comunque sapere che di solito non si manifesta mai prima dei 50 anni.

Ancora solo teoria: lo screening con colonscopia e test del sangue occulto nelle feci

All’inizio il progetto del primario di Ga-stroenterologia dell’ospedale di Bolzano, presentato tra l’altro anche con successo ad un congresso in Giappone, prevedeva di estendere a tutti l’invito a sottoporsi ad una colonscopia al compimento del 55esi-mo anno. Tra i 50 e i 70 anni invece biso-gnerebbe effettuare l’esame del sangue occulto nelle feci con scadenza biennale. Le persone con tracce di sangue nelle feci verrebbero poi invitate a sottoporsi ad una colonscopia. Chi risultasse negativo invece verrebbe invitato a rifare il test delle feci a distanza di due anni. Si tratta di un esame

semplice e che non richiede ospedalizza-zione. Nella lettera inviata ci sarebbe infatti tutto l’occorrente, compresa la busta già affrancata per la rispedizione al laborato-rio centrale. Per eseguire il test ci vuole meno di un minuto. Quest’ultimo esame è già realtà in gran parte d’Italia e lo stesso accade in Germania, Austria e Svizzera. Da diversi anni.

I numeri parlano da soli. Il dottor Chi-lovi : “In questo modo si potrebbe ridurre la mortalità del cancro al colon – retto di un 80 – 90 %!” La colonscopia a 55 anni è necessaria, sottolinea il gastroenterolo-go, perché non tutti i tumori sanguinano o non sanguinano tutti i giorni. Il test del sangue occulto ha quindi un limite.

La mortalità del tumore al colon-retto potrebbe essere ridotto dell’80 – 90 %

“I due screening combinati, sarebbero la forma di prevenzione perfetta per tutta la popolazione.” Di questo Chilovi e i me-dici del suo reparto sono profondamente convinti. Ma l’amministrazione sanitaria finora ha sempre scosso la testa. Motivo: costi troppo elevati per uno screening. Uno screening deve essere contenuto nei costi, facile da effettuare su gran parte della po-polazione e soprattutto deve dare risulta-ti significanti. Chilovi: “Se si pensa ai costi generati da un malato di tumore al colon retto tra operazione, degenza, eventuali re-cidive… i costi per questo screening non sembrano più così alti, soprattutto pensan-do a quante persone si potrebbero salvare! Ripeto, si tratta dell’80 – 90% dei casi !”

Già da anni il suo reparto combatte con la carenza cronica di spazi per poter effettuare tutte le colonscopie richieste. “Abbiamo introdotto tre categorie: urgenti - da fare entro una settimana - abbastanza urgenti - da fare entro un mese - e le co-lonscopie chieste dalle persone che dopo una certa età vogliono controllarsi, magari perché hanno un parente che ha sofferto di tumore al colon. Queste persone hanno tempi d’attesa tra i tre e i sei mesi.“

All’ospedale di Bolzano - al quale si rivol-ge la buona metà degli altoatesini se non

Fausto Chilovi, primario di Gastroenterologia a Bolzano, chiede da anni uno screening contro il tumore al colon - retto

Sarebbe così semplice ed efficace!

Dott. Fausto Chiovi, Primario del reparto di Gastroenterologia a Bolzano

Nato a Cles. Laurea in medicina e chi-rurgia nel 1975 all’università di Firenze. Specializzazione in Tisiologia e Malattie dell´Apparato Respiratorio nel 1978 presso l´Università di Firenze e in Gastroenterolo-gia ed endoscopia Digestiva nel 1983 pres-so l´Università di Verona.

Dal 1976 all’ospedale di Bolzano; dal 1999 primario della Divisione di Gastroenterolo-gia. Dal 2006 è professore a contratto pres-so la scuola di specializzazione in Gastroen-terologia dell’Università di Verona.

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TemaTeMAIL CASOIL CASO

di più – ci sono quattro ambulatori con co-lonscopio, mentre in periferia ce ne sono nove. “Per questo motivo”, spiega Chilovi, “tentiamo anche di mandare dei pazienti in altri ospedali per evitare che aspettino troppo.”

Test del sangue occulto inserito nella riforma sanitaria.

La perseveranza del primario di Gastro-enterologia, che da anni regolarmente invia studi e richieste all’amministrazione dell’Unità Sanitaria, all’assessore o al diret-

tore sanitario, ha fatto comunque registra-re un piccolo ma significativo successo. e questo anche se ha lasciato ormai perdere il sogno della colonscopia di massa a tutti i 55enni e si è accontentato di chiedere solo il test del sangue occulto come ac-cade nel resto d’Italia e in tanti altri stati europei. “Sembra che nella riforma sani-taria – spiega infatti Chilovi - sia prevista l’introduzione dello screening di massa del sangue occulto. Finora però si tratta solo di buone intenzioni. Speriamo che dalle dichiarazioni di principio si possa passare alla realizzazione concreta del progetto.”

L’ultima a morire però è la speranza! Sta-remo a vedere.

Ultima notizia prima della chiusura di redazione:

Il 22 novembre 2010 il dottor Chilovi ha ricevuto un avviso da parte dell’assessora-to per la sanità, in cui gli è stato comunica-to che lo screening del sangue occulto nel-le feci partirà con il prossimo anno in tutto l’Alto Adige. Ironia della sorte! e compli-menti per aver continuato a perseguire un sogno che sembrava impossibile! n

Oggi devo ammettere che sono molto fiera de "la Chance", del

successo che ha avuto il mio progetto di rac-contare nella rivista le persone con le loro storie accanto a ciò che succede nei circon-dari. Mi piace scoprire e raccontare storie. e di storie ce ne sono tante nell’Assistenza Tumori! Quel che è accaduto nel frattempo, è che non mi sento più soltanto osservatrice e reporter dell' Associazione Tumori , ma mi sembra anche di farne già parte.

Detto questo, forse questo nuovo nume-ro de "La Chance" vi deluderà un po‘. Infatti niente tema monografico questa volta, po-che storie, ma tre articoli che si occupano di temi medici. Troppa teoria? Forse. Ma sono temi molto importanti. Non è possibile fare ogni volta un’edizione straordinaria. Bisogna occuparsi anche di argomenti meno accat-tivanti. Perché in fin dei conti interessano ognuno di noi. Come per esempio lo scre-ening per scoprire il tumore al colon-retto. Poco prima di andare in stampa mi ha chia-

mato il primario Chilovi per comunicarmi con una comprensibile soddisfazione che la Provincia aveva finalmente inserito lo scre-ening del sangue occulto nel programma di prevenzione e che la partenza dell’esame era prevista per l’anno prossimo. Il mio testo sui suoi precedenti – fallimentari - tentativi di ottenere questo risultato, e la sua per-severanza nel perseguire incessantemente questo importante obiettivo professionale, era pronto da un pezzo. Ho dovuto modifi-carlo, ne sono felice. e ancora: l’Atlante dei Tumori – per tanti, me compresa – si presen-ta come un cumulo di numeri non facile da decifrare. Ma quello che si nasconde dietro a questi numeri, quello che raccontano non solo sullo stato di salute della nostra popo-lazione ma anche sulla nostra società e sulle sue abitudini – questo è molto interessante. e poi c’è il diabete – la malattia della società consumistica, con sempre più persone che ne soffrono. Mi sono chiesta quale rapporto esista tra il diabete e il cancro. Mi è sembrata

una domanda che poteva interessare e toc-care direttamente molte persone. e infine c’è la giornata di clausura del direttivo dell’Assi-stenza Tumori, un incontro importante che doveva indicare anche la strada per il futuro e al tempo stesso uno specchio dell’associa-zione, con i suoi conflitti e le sue contrad-dizioni naturalmente, ma soprattutto con il suo enorme potenziale umano e operativo!

Comunque – niente paura! In questa ulti-ma edizione del 2010 potrete anche trovare un po’ di Natale e una bella storia. Come anche tante foto e notizie che raccontano quello che succede nei circondari.

Auguro a tutti un Sereno Natale e un Fe-lice Anno Nuovo, un anno che mantenga le sue promesse. e che serbi magari anche qualche piccola sorpresa. Spero che riusciate anche a godervi il silenzio e la calma di que-sto periodo dell’anno, lontano dallo stress dei regali e dalla frenesia delle feste. Conce-detevi del tempo. Per voi stessi, per i vostri cari, per il silenzio. Nicole Dominique Steiner

Sono passati circa due anni e mezzo da quando mi è stato chiesto se volevo prendere in mano la Chance. Non ho esitato un attimo, perché mi sono piaciuti sia il tema sia il genere di rivista.

Commento

endoscopia

Nicole Dominique Steinerdirettrice

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TITeLTiTelTemaTeMA

esistono precise caratteristiche dei grup-pi di auto aiuto, la cui base comune è af-frontare insieme ciò che ognuno conosce. Chi partecipa ad un gruppo lo fa per aiutare se stesso, ognuno è coinvolto in modo at-tivo e personale. Non ci sono gerarchie nel gruppo, ogni partecipante è sullo stesso piano dell’altro. Ci sono gruppi che si ser-vono per la conduzione dell’aiuto di un psi-cologo, in molti altri invece la moderazione parte dall’interno del gruppo. Lo scopo del gruppo è di avviare un percorso psicologico virtuoso che consenta a chi partecipa di af-frontare se stesso, la propria vita ed i propri limiti diventando maggiormente consape-vole di sé, riuscendo ad affrontare le proprie scelte e il proprio agire in modo più sereno.

Ognuno è libero, o meglio puo parlare di quello che sente dentro. Paura, terrore,

Solo in Alto Adige sono più di cento, negli Stati Uniti superano addirittura i dieci milioni. Sono i gruppi di auto aiuto. Si tratta di un movimento nato nel 1935 e che oggi, nella società digitale in cui la famiglia e l’amicizia spesso non sono più presenti, vive un vero boom.

estranei che s’incontrano casual-mente in un gruppo, in uno spazio

dove cadono tutte le barriere, dove ognu-no può parlare, può lasciarsi andare senza aver paura di essere frainteso o di essere solo un peso. Nella vita quotidiana però il gruppo non entra. Una volta terminato l’incontro, fuori dallo spazio scelto per le riunioni, ognuno torna alla propria vita.

Ci sono moltissimi motivi per fondare o per entrare in un gruppo di auto aiuto. I più frequenti sono la dipendenza, e fra queste quella per esempio all’alcool, al gioco o al sesso; il lutto; malattie croniche; disturbi mentali, come per esempio la depressione o l’ansia; disabilità o problemi relazionali. Anche nei diversi circondari dell’Assistenza Tumori esistono già o stanno per nascere sempre più gruppi di auto aiuto.

ansia, rabbia, insicurezza, speranza, do-mande, disperazione, rassegnazione – non c’è tabù. Il gruppo è uno spazio protetto, sicuro. Uno spazio dove il quotidiano non deve entrare. Chi si apre nel gruppo non deve temere che questo venga portato nella vita quotidiana.

Chi sceglie di partecipare ad un gruppo di auto aiuto non deve sentirsi debole o aver paura di essere deriso dagli altri. Anzi. La de-cisione di partecipare ad un gruppo di auto aiuto è spesso espressione del coraggio di affrontare quello che da soli non si riesce a risolvere. L’aiuto nel gruppo viene dagli altri partecipanti che vivono la stessa espe-rienza, ma soprattutto viene dal singolo che entrando nel gruppo ammette anche a se stesso la necessità di aprirsi – primo passo per capire e di conseguenza di risolvere.

Un paracadute per l’animaUna vera comunicazione ha luogo soltanto fra persone di uguali sentimenti, di uguali pensieri (Novalis)

GRUPPO AUTO AIUTOGruppo auto aiuto

Un pubblico piccolo ma molto interessato che ha partecipato anche molto attivamente alla discussione.

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TemaTeMA

sono stufo di essere malato, nessuno te lo rimprovera.” Uno degli scopi più importanti del gruppo di auto aiuto secondo la pre-sidente dell’AMA è imparare a stare bene con se stessi. “Solo così si può stare bene con gli altri.”

Secondo lo psicologo Giuseppe De Fe-lice il gruppo di auto aiuto è un fenome-no che ai nostri giorni acquisisce sempre più valore. “Nella nostra società ognuno sta per sé, nemmeno nei condomini ci si conosce. L’uomo invece – soprattutto se sta male – ha una necessità profonda di star insieme!” Il gruppo funziona come uno specchio. “Abbiamo bisogno di specchiarci nell’altro per conoscere noi stessi e nello stesso istante siamo noi uno specchio per l’altro.”

Nei gruppi, spiega lo psicologo, si sta sempre in cerchio. “Si sta anche fisicamen-te in gruppo, ci si guarda. Non funzionano solo le menti, anche i corpi si parlano. Così si crea l’empatia.” Una regola fondamenta-le: per il gruppo esiste solo un certo lasso di tempo. e’ riservato. Al di fuori non si parla. De Felice: “Altra cosa fondamentale. Il gruppo diventa un’ancora in un momen-to di difficoltà, ma non una dimora. Dopo un certo periodo ognuno deve prendere la sua strada.”

Il gruppo di auto aiuto di Bolzano si è costituito il 30 ottobre e s’incontra ogni secondo e quarto sabato del mese, nella sede dell’associazione in Via Tre Santi 1 a Bolzano, alle ore 15. Gli interessati posso-no chiamare in sede, tel. 0471- 283348. n

Il circondario Bolzano-Sciliar-Salto alla fine di settembre ha organizzato un incon-tro con la presidente dell’AMA Alto Adige, Carla Leverato e lo psicologo Giuseppe De Felice per presentare il nuovo gruppo di auto aiuto in lingua italiana. Leverato che si autodefinisce un’ appassionata dei grup-pi di auto aiuto sa di cosa parla. “Io sono stata tutto: anoressica, depressa, ansiosa. Oggi sono cresciuta. Credo nella possibilità di cambiamento, nella solidarietà e nella collaborazione e credo che se uno ti ascol-ta veramente, ti viene la forza per gestire la tua vita malgrado tutto.”

“Nei gruppi - ha spiegato Carla Leve-rato ad un pubblico non numerosissimo ma molto interessato - non si dice mai, tu devi. Si dice invece capisco. Se uno dice,

GRUPPO AUTO AIUTOGruppo auto aiuto

Monika Gurschler Carla Leverato Giuseppe De Felice Donatella Di Stasio

Sempre più soci dell'Assistenza Tumori si decidono a far parte di un gruppo auto aiuto: insieme a persone che vivono la stessa situazione riesce meglio ad aprirsi. Per aiutare se stesso ma anche all'altro.

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TemaTeMA ATLANTe TUMORIatlante tumori

su fattori di rischio e incidenza. Tutto que-sto l’Atlante dei Tumori, arrivato alla sua se-conda edizione. La prima era stata elaborata cinque anni fa sulla base di dati registrati in sei regioni, questa seconda invece si riferisce a dati raccolti nei Registri Tumori di 14 regio-ni. Dati che riguardano più di 6,2 milioni di persone, con 151.000 casi riportati e 74.000 decessi. e in futuro si pensa ad estendere ulteriormente la raccolta dati coinvolgendo ad esempio anche le regioni alpine della Germania. Accanto all’Alto Adige – in questa nuova versione dell’Atlante – ci sono oggi il Trentino, la province lombarde di Sondrio e di Varese, il Veneto, il Friuli, la Slovenia, il

In Alto Adige la situazione è nella norma, anzi l’incidenza e la mortalità dei tumori più frequenti è in calo. Gli unici dati fuori norma, cioè più alti che altrove, anche se in parte in diminuzione, sono riferiti ai tumori dello stomaco, della laringe e del fegato.

Lo scorso ottobre il primario facente funzione di Anatomia Patologica e

Istologia dell’ospedale di Bolzano, Guido Mazzoleni; Martina Felder dell’Ambulato-rio epatologico e trapianti sempre dell’o-spedale Bolzano e lo statistico Markus Falk hanno presentato l’edizione 2010 dell’At-lante dei tumori.

Una statistica, uno strumento utile per la programmazione e per l’amministrazione, lo specchio della salute della popolazione di un’area determinata con caratteristiche particolari, un confronto con altre regioni alpine e la possibilità di trarre conclusioni

Canton Ticino, i Grigioni, San Gallo/ Appen-zeller, il Tirolo, il Voralberg, la Carinzia e la regione di Salisburgo.

“Complessivamente”, spiega il primario del reparto di Patologia ed Istologia dell’o-spedale di Bolzano, Mazzoleni, “i numeri sono confortanti, sia per quanto riguarda l’incidenza dei tumori, sia per la mortali-tà”. In sostanza l’Alto Adige non mostra anomalie nell’incidenza e nella mortalità riferibile all’insieme di tutti i tumori, e lo stesso vale per alcuni carcinomi frequenti come il cancro colorettale con 199 nuovi casi all’anno (anno di riferimento 2008) nel

L’Alto Adige a confronto Presentato il nuovo Atlante del Cancro Dati dei registri tumorali di 14 regioni alpine

Inzidenz nach Alter Incidenza per età

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Alter bei Diagnose - Età alla diagnosi

Inzidenzrate alle Tumore - Incidenza tutti i tumori/100.000

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età alla diagnosi

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TemaTeMAATLANTe TUMORIatlante tumori

maschio e 146 nella femmina, ed il cancro della mammella con 326 nuovi casi all’an-no. Ciò vale anche per il carcinoma dell’o-vaio (42 nuovi casi annuali) ed i tumori ematologici (97 casi nel maschio e 83 nella femmina). È da notare che i tassi del cancro del polmone (154 casi nel maschio e 60 nella femmina) come anche della cervice

uterina (26 casi annui) sono addirittura in-feriori rispetto alla media degli altri registri coinvolti nella stesura dell’Atlante.

Il confronto dei dati, che dovranno anco-ra essere interpretati meglio, porta comun-que anche ad alcune considerazioni di ca-rattere negativo. In Alto Adige rispetto alle

altre regioni campioni, i tumori allo stoma-co, al fegato e al sistema otorino laringeo, ORL sono più elevati sia per incidenza che per mortalità. Ma i dati non sono ancora del tutto chiari. Fermo restando che, in as-soluto, i tumori stanno diminuendo. Anche il tumore al fegato, dovuto ad infezioni o all’abuso di alcool (o meglio di vino, perché di quello si tratta) è più frequente da noi che in altre regioni alpini con un presunto uso/ abuso equivalente di alcool.

Soprattutto per il fegato e la laringe, sot-tolinea Mazzoleni, “c’è da constatare una più che evidente differenza tra le regioni più a sud e quelle più a nord. “e questo anche se al nord non bevono meno”, spie-ga il primario della patologia. Il perché è tutto da chiarire.

Una netta differenza nord – sud si vede anche confrontando i dati del tumore alla prostata. A nord sembrano esserci più casi. Ma attenzione, dice Mazzoleni. “Qui siamo di fronte a dati difficilmente comparabili: a nord, si effettua uno screening, da noi, no.” I pro e i contro dello screening alla pro-stata però sono ancora tanti, compreso il rischio di intervenire dove sarebbe invece meglio aspettare, soprattutto considerati i non pochi effetti collaterali di un’operazio-ne di questo tipo.

24.09.2010 Copyright © 2010, Cancer Registry South Tyrol

Tumorsituation in Südtirol –

Situazione Tumori Alto Adige Cancer Mapping Alpine Regions

2001-2005

Segue

Dott. Guido Mazzoleni

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TemaTeMA

Per quanto riguarda l’incidenza e la mortalità dei tumori allo stomaco - deci-samente più alte in Alto Adige che altrove, anche se in diminuzione - c’è una semplice spiegazione. “e non si tratta del fatto, che gli altoatesini mangiano tanto speck,” pre-cisa subito il primario sfatando un mito. Le ragioni sono di tipo storico-sociologico. Ancora trent’anni fa non tutti, soprattutto nelle zone montanare, possedevano un frigorifero. Il fatto di aver mangiato per anni alimenti compromessi e non ben con-servati, è infatti una delle prime cause di insorgenza di tumori allo stomaco.

Con circa 89 nuovi casi e 50 decessi all’anno nel maschio e 66 nuovi casi e 48 decessi nella femmina, il tumore allo stomaco è al sesto posto in provincia per incidenza e al quinto per mortalità nei ma-schi e al terzo e al quarto nella femmine. Mazzoleni: “Adesso però dovrebbe essere passato il culmine di questo fenomeno.”

Per gli statisti la stesura dell’Atlante dei Tumori è una sfida. Lo statistico Markus Falk spiega il perché: “Non tutti i dati rac-

colti e messi a confronto hanno la stessa qualità. Questo significa che bisogna fare molta attenzione nel trarre conclusioni”. La seconda edizione ha raccolto e messo a confronto i dati di 14 registri tumori, più del doppio quindi del primo atlante uscito cinque anni fa.

Un primo sguardo, spiega Falk, non mette in luce grandi discrepanze tra una regione e l’altra. “Quando si entra però nel dettaglio, allora emergono differenze che devono essere interpretate.” Il lavoro inte-ressante per lo statistico inizia proprio qui, dopo l’acquisizione dei dati. Interessante perché si tratta di scoprire che cosa c’è sotto i numeri: abitudini e temperamenti diversi, caratteristiche e tendenze di natura sociale ed economica.

Due esempi: in Alto Adige si ammalano meno persone di cancro ai polmoni che in Austria. Perché? In Alto Adige fuma solo il 20 % della popolazione, in Austria i fuma-tori sono invece ancora tra il 30 e i 35%. Oppure: possiamo constatare un aumento delle donne che sviluppano un tumore al

seno. Perché? Questo ha a che fare con lo sviluppo economico di una società tradi-zionale di carattere schiettamente rurale. Oggi avere tanti figli non è più tra le pri-orità delle giovani donne, per motivi che sono sia di ordine sociale che economico. Gravidanza e allattamento sono però dei fattori che tutelano la donna dallo sviluppo del cancro al seno e dunque la maggiore incidenza di carcinomi alla mammella va spiegata alla luce di queste trasformazioni sociali.

L’Atlante, sottolinea Markus Falk, forni-sce solo alcuni indizi. “Interpretare corret-tamente i dati e trarre le conclusioni per la politica sanitaria è un compito che ogni re-gione deve svolgere in piena autonomia.“

Molto significative per lo statistica sono per esempio le differenze tra incidenza e mortalità. “In Alto Adige si nota per esem-pio un’incidenza elevata per quanto riguar-da i tumori al fegato e in ambito ORL.” In-dizio per un consumo elevato di alcool e con ciò di un problema sociale. La mortali-tà per questi due tumori è sempre elevata rispetto a altrove, ma comunque è in calo. “Indizio questi di una corretta strategia di prevenzione e cura”, dichiara Falk.

Con ogni nuovo Atlante gli statistici im-parano anche cosa si può ancora migliora-re. Markus Falk: “Con la seconda edizione per esempio abbiamo capito che in futuro bisognerà migliorare ancora le mappe per rendere ancora più evidente le differenze tra zone rurali e aree urbane. Vorremmo anche introdurre un ulteriore criterio: l’a-nalisi e il confronto della lunghezza di vita.“

Per la pubblicazione dei dati occorre, secondo Falk, una certa delicatezza. “Per capire questi numeri ci vuole uno speci-fico background. I numeri non sono facili da comunicare, ma la popolazione ha il diritto di conoscerli.” Per lo statistico Falk il suo compito nella redazione dell’Atlante dei Tumori è proprio quello di mettere in evidenza dove sono i problemi e dove oc-corre intervenire. Come per esempio per i tumori allo stomaco, al fegato e in ambito ORL. “I casi dei tumori allo stomaco van-no tenuti sott’occhio. Se la nostra teoria è giusta, diminuiranno nei prossimi anni. Altrimenti bisognerà cercare altre cause.” Per quanto riguarda i tumori epatici e otorinolaringoiatrici invece occorre inter-venire. “Per esempio puntando ancora di più sull’informazione.” Compito non facile, soprattutto se si considera che si tratta di un gruppo di persone difficilmente colla-borative, visto che si tratta di persone che hanno un problema con l’alcool”. n

ATLANTe TUMORIatlante tumori

Markus Falk, Statista

Nato a Wiesbaden ma cresciuto a Brunico. Studio di matematica, statistica ed infor-matica ad Innsbruck. Ricercatore e docente universitario a Innsbruck e Monaco di Ba-viera. Nel 1995 incaricato con la creazione del registro tumori dell’Alto Adige. Attività di consulenza. Dal 1998 amministratore delegato della Innova Q srl. Uno dei re-sponsabili della redazione dell’Atlante dei Tumori, seconda edizione, ottobre 2010.

Guido Mazzoleni, Primario di Patologia a Bolzano

Nato a Venezia, laurea in Medicina e Chi-rurgia presso la facoltà di Medicina e Chi-rurgia dell’Università di Bologna nel 1984. Specializzato in anatomia ed istologia patologica presso l’Istituto di Anatomia ed Istologia Patologica dell’Università di Bologna, 1988. esperienze lavorative all’o-spedale regionale di Detmold in Germania, presso la Mc Master University di Hamilton Ontario (Canada) e all’ospedale S. Orsola di Bologna. Dal 1992 all’ospedale di Bolzano presso il reparto di Anatomia Patologica, dal settembre 2009 come primario facente funzioni.

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TemaTeMASCReeNINGScreening

La metodologia dell’ultima gene-razione di pap-test, la cosiddetta

citologia a strato sottile, è così sensibile che è sufficiente effettuare il test ogni tre anni. La visita e tutti gli approfondimenti necessari correlati sono gratuiti, spiega il primario facente funzioni di Patologia, Guido Mazzoleni. Attualmente si sotto-

pongono regolarmente al pap-test l’83% delle donne, ma molte lo fanno ancora più spesso. In futuro a spese loro. Secondo il primario Mazzoleni non è necessario ricor-rere a controlli così ravvicinati. “Le donne devono star tranquille. La distanza di tre anni prevista dalla legislazione europea è più che sufficiente”, sottolinea Mazzoleni. Il pap-test come screening è stato istitu-ito nel 1999. Fino al 2001, anno in cui la provincia decise di invitare tutte le donne gratis al test, la quota era di circa il 70%. Dall’ottobre 2010 ogni donna altoatesina riceve oggi un invito via lettera a sottoporsi al pap-test.

La mammografia come screening è stata introdotta nel 2003. Oggi tutte le donne tra i 50 e i 69 anni sono invitate a effettua-

re una mammografia a distanza biennale. Attualmente a rispondere all’invito è il 63 % delle donne. Secondo l’Atlante del can-cro, pubblicato lo scorso ottobre, i numeri riguardante il cancro all’utero e il cancro al seno sono rassicuranti. e questo nono-stante la popolazione stia invecchiando. I numeri sono rimasti infatti pressoché inva-riati. Ogni 100.000 abitanti l’incidenza del cancro all’utero è di 21 casi, per il cancro al seno invece siamo a 125. La mortalità per il cancro all’utero ogni 100.000 abitanti si attesta a quota 8, mentre per il cancro al seno è di 35. Numeri che parlano a favore dello screening. Più grande è la differenza tra incidenza e mortalità, meglio funzio-na e meglio risponde la popolazione agli screening e meglio funzionano le terapie offerte. n

Ci sono due appuntamenti molto importanti. Il primo - per tutte le donne tra i 23 e i 65 anni - è triennale. Il secondo è biennale per le donne tra i 50 e i 69 anni. Parliamo del pap-test e della mammografia, i due screening offerti gratuitamente dall’azienda sanitaria a tutte le donne residenti in Alto Adige.

Appuntamenti da non scordare mai!Ogni tre anni il pap-test e ogni due anni la mammografia

Screening attivati in Alto Adige

Cervice (1999)Pop. 145.000età 23-65, invito ogni 3 anniPartecipazione 83%Mammella (2003)Pop. 60.000età 50-69, invito ogni 2 anniPartecipazione 63%

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TemaTeMA INGe TUTzeRInge TuTzer

Prima di ammalarsi Inge Tutzer la-vorava come psicologa, psicotera-

peuta e supervisore. Con molto successo. Con passione. Oggi il suo lavoro appartie-ne, come tante altre cose, al passato. Ma Inge Tutzer non si lamenta. È contenta da quello che la vita le ha portato e non rim-piange niente. Guarda al futuro con calma e tranquillamente. “Accetto tutto quello che mi porterà il futuro”. Paura non ne ha, anche se è consapevole che futuro per lei è un concetto fragile. È aperta, tranquilla, e lo sguardo intenso dei suoi occhi dimostra che le cose sono effettivamente come lei dice. “Fotografare significa essere parteci-pi della caducità, della vulnerabilità e del cambiamento” – questa frase di Susan Sontag, Inge l’ha messa come titolo di una delle sue foto. Un modo per far capire che con i suoi scatti comunica proprio queste cose: la sua mortalità, la sua vulnerabilità, il cambiamento.

Ogni motivo cela un segreto

I soggetti fermati dalla fotocamera di Inge Tutzer contengono tutti un mistero, sono di una bellezza malinconica e sen-sibile. Proprio dal declino, dalla disgrega-zione e dal logorìo risultano una nuova dimensione, una nuova estetica.

Con la fotografia ha cominciato per ca-so. Lo sguardo minuzioso e il senso per i dettagli nascosti le derivano dalla sua professione. Quello che vale per le perso-ne trova applicazione anche nella vita di tutti i giorni. Inge è autodidatta e lo vuole rimanere. La sua macchina fotografica è una piccola camera digitale con opzione macro. Corsi non ne ha frequentati e non ne vuole sapere. “La fotografia deve rima-nere un gesto spontaneo. Se frequento un corso divento esigente, voglio essere tecnicamente perfetta. Però così si crea

una distanza.” esattamente quello che non vuole. Per lei non è tanto importante il risultato, quanto l’atto stesso del foto-grafare. Guardare, premere per scattare, questa è la magia del gesto. Dopo l’incan-to è passato. La foto vera e propria è un prodotto casuale.

“Non sono una fotografa”

Non ha la pretesa di essere una fotogra-fa, non vuole essere giudicata come tale. “La critica professionale, la ricerca della luce, l’angolazione, distruggerebbero la poesia delle mie immagini.”

I suoi soggetti sono la pura quotidia-nità. Sguardi casuali. Molti si trovano nella sua cucina, nella sua casa piccola e luminosa. Quello che la affascina sono i cambiamenti, le trasformazioni, anche il decadimento, il declino. “Questo in parte dipende anche della mia malattia.” Però non tutto. Inge era sempre abituata a con-statare i cambiamenti.

Il piano fuori asse di un vecchio tavolo di legno con una foglia appassita. Un tubo di ferro nero dal quale esce la ruggine ros-sa, portatrice di una bellezza inaspettata. Il telaio screpolato di una finestra che in-vita ad immaginare cosa si nasconde die-tro quella finestra. Un pezzo di plexiglas segnato dalle intemperie. Oggetti che nel loro declino svelano una bellezza nuova. Un tralcio fresco di pisello davanti al bido-ne delle immondizie. Ma anche il dettaglio di una borsa di pelle. Un macroingrandi-

Fare fotografie era per lei come è per tanti altri: un optional. Foto delle ferie, istantanee della figlia Julia, feste di famiglia. Fino al 2008. Nel 2008 Inge Tutzer si è ammalata di cancro al seno. Una malattia che ancora oggi non ha superato. Due ricadute, due anni ininterrotti di terapie. Una malattia che condiziona la sua vita, ma non la comanda.

Particolari particolariGli sguardi intensi e nascosti di Inge Tutzer

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TemaTeMAINGe TUTzeRInge TuTzer

mento di una foglia di verza. Una singola goccia di acqua che somiglia a una cellula perduta in un universo.

La bellezza nel declino

Alcune foto somigliano a quadri dipinti. Non sempre Inge riesce a ricostruire qua-le oggetto abbia ritratto. In molti casi non lo vuole nemmeno. Così come non vuole spiegare le sue foto. elude le domande sui soggetti, lascia volentieri l’interpretazione alla fantasia dell’osservatore. Metamorfo-si sorprendenti. La rete di una pentola a pressione nella quale ha cotto delle rape rosse somiglia a un’opera d’arte moderna, stesa con colori acrilici. e poi ci sono gli stupefacenti giochi d’ombra di una busta di carta del panettiere. Le tracce di un resto secco di stucco veneziano.

La sua prima mostra è stata quasi un gioco, una cosa fatta per gli amici. Il gran-de successo l’ha sorpresa. Aveva fatto in-grandire le foto solo a 20 x 30 cm. Adesso osa di più. 50 x 60 cm, 70 x 100 cm. L’ef-fetto è sorprendente. Anche per lei stessa. In questo momento ha esposto le sue foto

nei locali della Caritas in Via Cas-sa di Risparmio a Bolzano. Prima

erano al Centro per le malattie psicoso-matiche con il quale aveva collaborato in passato.

Inge Tutzer non ha voglia di raccontare della sua malattia, dice che non ne vale la pena. Quello che ne nasce invece sì. e le sue foto fanno parte della sua personale metamorfosi. n

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TemaTeMA STORIe DI NATALeStorie di Natale

Una luce piccola piccola

Ad adorare il bambino Gesù nella grotta di Betlemme accorsero tutti, proprio tutti. C’erano uomini e donne e bambini e ani-mali. Fra gli animali, naturalmente, anche gli insetti.

Certo, per non spaventare il piccolo gli insetti restarono in gruppo sulla soglia della grotta. Ma Gesù, con un gesto della manina, li chiamò e anche essi deposero i loro doni ai suoi piedi.

L’ape offrì il miele, la farfalla la bellezza dei suoi colori, la formica un chicco di gra-no, il baco un filo di preziosa seta,La vespa promise che non avrebbe ronzato per non

disturbare il sonno del divino bambino e la zanzara che, almeno per tutte le sante notti, non avrebbe punto nessuno. C’era però un insetto piccolissimo che non ave-va niente da offrire. Con il cuore grosso e la testa bassa stava per andarsene quan-do Gesù gli disse: “e tu piccolino, perché scappi?” L’insetto si commosse tanto che si arrampicò fino alla manina del bambi-no e lì versò una piccolissima lacrima. “Un bellissimo regalo” disse il Bambino. Pro-prio in quel momento un raggio di luna si posò sulla lacrima e la illuminò di una tenera luce.

“Anch’io ti faccio un regalo – disse Gesù – questa goccia luminosa la porterai con te in mio onore e ricordo”Così nacque la lucciola.

Il primo miracolo

Immaginatevi la notte di dicembre di duemilacinquecento anni fa.

Davanti alla grotta, in ammirazione e preghiera, c’erano tante mamme e papà e bambini. Venivano da tutte le parti. era come una immensa festa che il creato celebrava per il figlio del suo creatore, la promessa, finalmente mantenuta, che qualcosa sarebbe cambiato, l’annuncio, dopo tanta attesa, della speranza.

C’erano pastori e signori, angeli e re, cammellieri e , naturalmente, anche mer-canti.

Proprio un mercante attirava l’interesse dei bambini che si distraevano dall’adora-zione del Bimbo Gesù. Il mercante era un tipo grassoccio che portava sulla schiena un fagotto. Aperto il fagotto, i bambini di Betlemme poterono vedere i suoi tesori: erano piccoli uccelli di terracotta, bambo-line di legno, pifferi, zuffolotti e carrettini

La Notte Santa . . .Storie natalizie raccolte in Alto Adige e raccontate da Brunamaria Dal Lago Veneri

Brunamaria Dal Lago Veneriè nata e cresciuta tra due culture, in una fa-miglia con radici in Alto Adige e in Trentino. Lei stessa parla di se come di una “scribana”. Al suo attivo numerose pubblicazioni di leggende e favole dall’Alto Adige e dal Trentino, traduzioni dal tedesco di Thomas Mann, Hermann Hesse, H. C. Artmann e le favole dei fratelli Grimm. Ha lavorato e lavora per teatro, giornali, radio e te-levisone. e’ docente di Antropologia culturale.

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TemaTeMA

colorati. “Ne voglio anch’io”, gridavano i bambini e le mamme, un po’ per la gioia e un po’ per farli stare buoni, compravano e compravano.

Questo baccano aveva attirato anche Giuseppe, di solito molto serio. Scusando-si lasciò per un attimo Maria e il Bambino e andò a vedere. “Voglio comprare anch’io qualcosa per il mio piccolo- disse Giusep-

pe – certamente è Dio, ma per ora è solo un bambino piccolo”. Fu così che Giusep-pe comperò per il Bambino un uccellino di terracotta e lo depose fra le mani del Bambino.

L’uccellino parve dare un frullo e aprì le ali e cominciò a cantare. Fu il primo mira-colo di Gesù. Il più grande, quello che si ripete ogni anno, è la tenerezza di questa nascita.

La speranza

C’era una volta un pastore, o forse era un beduino, o un montanaro o un pescatore, un uomo o una donna che ogni anno nel tempo del buio, si recava nel deserto o sulla montagna, o al mare, o in un angolo della sua casa e lì accendeva una luce e pregava e aspettava.

Che cosa aspettavano il pastore e il be-duino e il montanaro e il pescatore e ogni uomo ed ogni donna?

Aspettavano che avvenisse il miracolo. Che Gesù ritornasse Bambino sulla terra e che fiorisse la speranza, come una volta era.

La vigilia persa

Tanti anni fa sulla montagna di Nova Le-vante in Val d'ega , in un maso che si chia-mava Tempelmeister, vivevano due fratelli.

Non si erano mai sposati e condivide-vano il lavoro del bosco e della stalla e, in fondo la loro vita. Non si permetteva-no quasi niente. Un bicchiere di vino al-la domenica, un po’ di speck ogni tanto. La legna l’avevano nel bosco, la verdura nell’orto, le erbe medicinali se le raccoglie-vano da soli, e con quelle si curavano e curavano le loro bestie. Ma una

STORIe DI NATALeStorie di Natale

Segue

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TemaTeMA

mo preoccupati- dissero i paesani - pensa-vamo che vi fosse successo qualche cosa. “ “Perché- borbottarono i due fratelli- siamo sempre scesi in paese solo alla Vigilia di Na-tale e sempre alla stessa ora”. “Appunto- ri-sposero i paesani- oggi non è la Vigilia, è il giorno di Natale, è il 25 di dicembre.”

“Noi di solito”, disse il Seppa, “sappiamo che è la vigilia di Natale perché in quel giorno e sempre in quel giorno, viene un codirosso a bussare alla nostra finestra.e noi gli diamo le briciole di pane. Ma quest’anno c’era troppa neve e il codiros-so non lo abbiamo visto. Allora abbiamo guardato il calendario che da anni è ap-peso nella nostra stube, ma nemmeno del calendario ci si può fidare”.

Fu così che i due del Tempelmeister non furono più “l’orologio del paese”.

I tempi passano, anche se si contano in maniera sempre diversa, e passano anche le persone. Quelli del Tempelmeisterhof, che erano tanto parchi da non cambiare nemmeno il calendario anno dopo anno, non ci sono più e anche del maso non so-no rimasti che due muri diroccati., ma è rimasta la storia e il modo di dire: Puntua-le come il Sepp e il Toni del Tempelmei-sterhof. n

(da un racconto di Alois Seehauser)

STORIe DI NATALeStorie di Natale

volta all’anno i due fratelli scendevano in paese per festeggiare la vigilia della Nasci-ta di Nostro Signore. Dal maso partivano alle tre di pomeriggio, arrivavano a Nova Levante sempre alle cinque, alle sette an-davano a messa.

Ma siccome la messa era la sera e la strada lunga e disagiata, i due fratelli dor-mivano al Bacherlhof, si concedevano una buona cena come è da sempre usanza, un bel bicchiere di vino e poi andavano a dor-mire. Il giorno dopo partivano alle otto in

punto e tornavano al loro maso, al Tem-pelmeisterhof.

Ma la cosa più interessante è che la loro venuta e la loro dipartita era talmente “re-golare” anno, dopo anno che gli abitanti di Nova Levante potevano quasi regolare l’orologio del campanile sui tempi dei due fratelli. In paese si diceva: “Sono le cinque secondo quelli del Tempelmeister” e così via. Questo per anni.

Una vigilia di Natale gli abitanti di Nova Levante attesero invano la venuta dei due

fratelli. Passarono le cinque, le sei e anche le sette e nemmeno a messa si fecero ve-dere.

“Vuoi vedere, dice-va la gente, sempre pessimista, che il Toni e il Sepp sono morti” . Venne il giorno di Natale e gli abitanti di Nova pensarono di portarsi al maso per vedere cosa era suc-cesso. Proprio a metà strada fra il maso e il paese, il drappello di paesani vide arrivare il Toni e il Sepp. “erava-

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presenza di suo marito, quanto serve per dare un aiuto. Da queste poche note si ca-pisce che Il mercatino di beneficenza del circondario è in gran parte il suo merca-tino. Ci mette tutta se stessa per renderlo più bello possibile. e che ci metta il cuore si vede; in effetti è bellissimo!

Certo, ha tanta esperienza, elfriede, dopo trent’anni di lavoro da commessa. Infine ha un piccolo desiderio: vorrebbe

Sono centinaia gli oggetti impac-chettati ed etichettati con profes-

sionalità e disposti con tanto amore.

Un Natale più Natale di così è davero difficile da immaginare. La sede del cir-condario Bressanone Val d’Isarco per due settimana all’anno diventa un autentico negozio. Gli armadi senza porte si trasfor-mano in veri scaffali. e non solo sui ripiani c’è un lucicchio. Tutte le stanze vengono

addobbate con ghirlande dalle quali pen-dono tutti i titpi di decorazioni per l’albero e non solo.

Per due settimane e mezzo elfriede Bur-ger Scapin entra in clausura. Ogni giorno almeno per tre ore. „Per addobbare e pre-parare gli scaffali devo essere da sola, ho bisogno di silenzio per ispirarmi e capire come disporre al meglio gli oggetti.“ So-lo per fissare le ghirlande è ammessa la

Corone d’avvento, candele, palline di vetro dipinte a mano, limoncello, marmellate di tutti i colori, sciarpe, tutine e giacchettine per bebé fatte a mano, calze, biscotti, addobbi di tutti i tipi, cuscini di colore rosso, verde, bianco, oro e argento: chi entra al mercatino di Natale dell’Assistenza Tumori a Bressanone non sa davvero dove posare gli occhi.

Stelle che illuminano il buioMercatino natalizio di Bressanone

TemaTeMAMercatino natalizio di BressanoneMeRCATINO NATALIzIO DI BReSSANONe

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MeRCATINO NATALIzIO DI BReSSANONeMercatino natalizio di BressanoneTemaTeMA

essere fotografata accanto alla culla dove sono disposti tutti gli articoli da bebé. e’ la culla dove dormivano i suoi figli – quasi quarant’anni fa.

Per tanti brissinesi e residenti della Val d’Isarco il mercatino di beneficenza dell' Assistenza Tumori è il primo degli indiriz-zi quando si tratta di andare a cercare la Corona d’Avvento, qualche nuovo addob-

bo per la casa o dei piccoli regali. Regali fatti con il cuore e per aiutare chi magari in questi giorni festosi è meno fortunato. All’inaugurazione del 24 novembre c'era una tale folla che non pochi sono stati co-stretti a restare fuori. Il mercatino è aperto fino all’8 dicembre.

Il sindaco di Bressanone, Albert Pürgstal-

ler è arrivato in compagnia di quasi tutto il

consiglio comunale. Per il mercatino han-no interrotto la loro riunione. Presente an-che il consigliere comunale Walter Blaas, i sindaci di Varna e di Fortezza Andreas Schatzer e Richard Amort. Per Ulrich Seitz dell’ufficio ospedali dell’assessorato per la sanità è venuto Patrick Steiner. Mariangela Belanda Poles e Donatella di Stasio hanno portato un saluto dai circondari Oltrisarco - Bassa Atesina e da Bolzano Salto Sciliar. Il

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MeRCATINO NATALIzIO DI BReSSANONeMercatino natalizio di Bressanone TemaTeMA

con sé aiuto, calore umano, ottimismo, speranza, solidarietà, benessere, dignità ed energia. Tutti valori che l’Assistenza Tumori spera di rappresentare per i soci. n

canonico Leo Munter ha inoltre benedetto le corone d’avvento. La cerimonia di aper-tura è stata accompagnata dalla chitarra e dalla voce di Carlo Cordioli.

Nel suo discorso, la presidente del cir-condario, nonché presidente dell’Assisten-za Tumori dell’Alto Adige, Renate Daporta Jöchler, ha ringraziato tutti i volontari che per ore e ore di lavoro hanno prodotto

tutti gli articoli del mercatino. Con una stella simbolica di riconoscimento, ha poi ringraziato tutti i volontari che rendono possibili le tante attività offerte dell’Assi-stenza ai soci. Una stella per il corso pittu-ra creativa, una per il progetto ceramica, una per gli aiuti finanziari per l’acquisto di parrucche e di protesi per donne operate al seno… Tante stelle, ognuna brilla nel buoio e porta speranza e ognuna porta

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COSA SUCCEDE NEI CIrCONDArICOSA SUCCeDe NeI CIRCONDARI

Anche quest'anno,come anche negli scorsi anni, un "Grazie di cuore" ai "Kirtamichlbuibm" di Dobbiaco per la donazione .

puSterIa

Dipingere dal profondo dell’anima:

L' Assistenza Tumori Alta Pusteria ha organizzato per i pazienti un

laboratorio di “terapia della pittura”. Con la preziosa supervisione

dell’artista Anton Walder di Dobbiaco. Sono stati quindi realizzati

dei dipinti all’insegna del motto “dipingere dal profondo dell’anima”.

I pazienti hanno avuto quindi la possibilità di esprimere i loro

sentimenti attraverso i colori. In occasione dell’esposizione dei

lavori presso la galleria Artcafè englös dal 6 al 16 aprile 2010, è nata

poi l’idea di farne un calendario per il 2011. Una bella iniziativa che

si è realizzata grazie alla sponsorizzazione della Cassa Raiffeisen di

Dobbiaco, presso la cui filiale il calendario è ora disponibile.

Non sono mancati il buon umore e la

voglia di ballare quando la sezione

Alta Pusteria si è incontrata

per il tradizionale Törggelen con castanie,

vino novello e musica

Sezione Alta Pusteria

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COSA SUCCEDE NEI CIrCONDArICOSA SUCCeDe NeI CIRCONDARI

HCP & Rob Sirianni: raccolti 5.970 € contro il cancro!Ha riscosso un successo inaspettato l’iniziativa di Rob Sirianni e dell’HCP a favore della “lotta contro il cancro in Alto Adige”!Durante l’incontro casalingo con i campioni italiani dell’ Asiago sono stati raccolti i fondi grazie a diverse iniziative. Rob Sirianni, che a causa del cancro ha perso la madre la scorsa primavera, ha regalato due stecche e la sua maglia di club appositamente modificata in rosa. Dopo un’asta molto combattuta, il vincitore della maglietta ha donato 1555€, mentre il secondo partecipante ne ha donati 1500€ (e ha donato la maglia a un giovane tifoso dell’HCP). Il vincitore di un’altra stecca è stato sorteggiato allo stadio. i giocatori hanno raccolto nello spogliatoio oltre 1.500 €. Inoltre alcune imprese di Brunico hanno donato 50€ per ogni goal della serata. Al termine della partita Monika Platter e la dirigenza per della “Assistenza Tumori Alto Adige”hanno raccolto ben 5970 € in donazioni!!!

Sezione Bassa Pusteria

Gita annuale al pellegrinaggio di Pietralba

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COSA SUCCEDE NEI CIrCONDArICOSA SUCCeDe NeI CIRCONDARI

Vall'ISarcO

Il direttivo del circondario

Val Isarco ha visitato insieme

ai dipendenti la dottoressa

Petra Obexer all’istituto Ricerca

Tumori a Innsbruck.

Scuola del paziente con il dott. Lino Wegher, esperto di

medicina ambientale Scuola del paziente sul tema "Con coltello e forchetta contro il cancro" con la terapeuta alimentare Herlinde Wieser e la dott.ssa Klara Vigl del centro alimentazione clinica di Bressanone

Castagnata con gioco indovino. I vincitori insieme a Renate Daporta e la consigliera elfriede Scapin, organizzatrice dell’evento.

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COSA SUCCEDE NEI CIrCONDArICOSA SUCCeDe NeI CIRCONDARI

Toerggelen / castagnata - Varna 23 ottobre 2010:

Quest'anno abbiamo organizzato il no-stro Toerggelen proprio nella locali-tà in cui inizia la via delle castagne,

ossia Varna, e allora ne abbiamo approfittato per unire un momento

di socializzazione alla visita di uno dei luoghi piu' magici della nostra

provincia: l'Abbazia di Novacella.

Torneo di gioco alle carte

“Preiswatten” a Castelrotto:

23 ottobre 2010 ore 14.00 – Casa Comunale

entrando nella sala comunale è stato per

tutti un bel colpo d'occhio: il palco pieno di

cesti ricchissimi per premiare i vincitori e 116

persone sedute ai tavoli che partecipavano a

questo torneo di carte organizzato dal signor

Ludwig Robatscher e dalla nostra consigliera

di zona Barbara Hassler a favore della

nostra associazione. Al termine del torneo i

partecipanti hanno consumato insieme la cena

e poi si è proceduto con l'assegnazione dei

premi ricavando a fine giornata la non proprio

piccola somma di euro 3.600!

BOlZaNO – SaltO – ScIlIar

e' ormai una tradizione il mercatino di beneficenza del circondario Bolzano Salto Sciliar allestito all’ingresso dell’ospedale di Bolzano

in concomitanza con l’Avvento. Il 29 e il 30 novembre i visitatori dell’ospedale - quelli che generosamente hanno voluto dare un

contributo all’Assistenza Tumori - hanno potuto scegliere tra candele fatte a mano, composizioni con rami e candele, palline di vetro

dipinte a mano, quadri, piccoli bouquet con cuori di cioccolato, tazzine di caffè e altro ancora. Un

particolare ringraziamento va alla ditta Waldmüller per il sostegno

fornito all’iniziativa. La presidente del circondario Monika Gurschler,

assieme a Herta Geier, Bianca Sacchetto e Marianne Ladurner, ha sfruttato

l’occasione per spiegare a chi si fermava per guardare o per comprare qualcosa, a quali finalità sarebbero stati destinati

i ricavi dell'iniziativa, illustrarando nel contempo le varie attività tanto del

circondario quanto dell’Assistenza Tumori Alto Adige in genere.

Mercatino di Natale all‘ospedale di Bolzano.

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COSA SUCCEDE NEI CIrCONDArICOSA SUCCeDe NeI CIRCONDARI

Fit For Business: Come ogni anno, la corsa fit for business è stata un’occasione per vendere dolci e torte in piazza ad egna.

Serata di ballo a Egna: Un grande successo nonché consueta tradizione, la serata di ballo nella casa comunale ad egna. Chi non è venuto

per danzare si è divertito lo stesso chiacchierando in buona compagnia

e guardando gli altri.

OltradIGe – BaSSa ateSINa

Gita annuale: Una bella foto di gruppo dei partecipanti del circondario

Bassa Atesina Oltradige alla gita annuale dell’Assistenza Tumori davanti al castello

”Linderhof“ in Baviera.

Mercoledi 20 ottobre si è svolto l’annuale “Törggelen” dei soci al “Bürgerhaus” di Termeno con un centinaio di presenze, tra malati ed accompagnatori. I “Pfannenflicker” della Val Sarentino hanno curato la parte musicale. era presente il sindaco di Termeno Werner Dissertori, il vice sindaco di egna Giorgio Nones, nonché il vicepresidente del consiglio regionale, Sepp Lamprecht. La presidente circondariale Maria Angela Berlanda ringrazia loro per la presenza, ma soprattutto ringrazia le cuoche Maria e Margareth e tutti i volontari che hanno deliziato il palato di tutti i presenti.

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COSA SUCCEDE NEI CIrCONDArICOSA SUCCeDe NeI CIRCONDARI

Castagnata 2010

Il 20 ottobre molti hanno partecipato

alla castagnata all’ Hotel della mela

Torgglerhof, a Saltusio. Tra un buon

pranzo, castagne col mosto e musica

tradizionale i soci si sono divertiti molto.

Come ogni anno l’iniziativa si è rivelata

un grande successo.

Gita annuale a Castel Linderhof Il 30 settembre in molti hanno preso parte alla gita sociale annuale che questa volta ha portato i soci in Baviera, a Castel Linderhof. La gioia di incontrare soci dagli altri circondari e un buon pranzo hanno fatto il resto, consentendo a tutti di passare una bellissima giornata.

MeraNO - BurGraVIatO

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COSA SUCCEDE NEI CIrCONDArICOSA SUCCeDe NeI CIRCONDARI

Val VeNOSta

Tutti gli anni, ma mai noioso: L’ormai consueto Törggelen del circondario Val

Venosta è molto di più che una semplice occasione per incontrarsi, scambiarsi le novità, rinnovare

conoscenze o giocare a carte. e’ soprattutto questo: un modo per fare comunità con gli altri. Una

bellissima serata che rimarrà a lungo nei ricordi dei partecipanti!

[ B O L z A N O S A LTO S C I L I A R ] sede e ambulatorio:Via Tre Santi, 1 - Tel. 0471 283 [email protected]

[ B R U N I CO ] sede: Via B. Willram 11 - Tel. 0474 551 327Ambulatorio: A.Hofer Str. 52Tel. 0474 550 320 - [email protected]

[ D O B B I ACO ] sede e ambulatorio: Via Gustav Mahler, 3Tel. 0474 972 800 - [email protected]

I ReCAPITI DeLL'ASSISTeNzA TUMORI ALTO ADIGe

[ B R E S S A N O N E ] sede e ambulatorio:Via Brennero, 1 - Tel. 0472 832 448Ambulatorio a Vipiteno - Tel. 0472 774 346Ospedale di Vipiteno, 4° [email protected]

[ S I L A N D R O ] sede: Via Ospedale, 13 Tel. 0473 621 721 ambulatorio: Via Principale, 134 Tel. 0473 736 640 - [email protected]

[ E G N A ]sede e ambulatorio: Largo C. Battisti, 6Tel. 0471 820 466ambulatorio: LaivesTel. 0471 820 [email protected]

[ M E R A N O ] sede: Via delle Corse 27 - Tel. 0473 445 757ambulatorio: Via Roma 3Tel. 0473 496 [email protected]

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In generale

L’Assistenza Tumori Alto Adige promuove per pazienti affetti da tumore, indipendenti ed autosufficienti, dei soggiorni climatici. Diritto di precedenza hanno i soci ordinari/ammalati entro il 5. anno di malattia (incluso 2006).

In caso di ricaduta tumorale deve essere consegnato alla sede centrale, prima dell’inizio dell’iscrizione, un attestato del medi-co specialista, pena decadenza del diritto di precedenza all’atto dell’iscrizione.

Entro il 20 marzo 2011 tutti i partecipanti devono consegnare alla sede Centrale a Bolzano l’autocertificazione riguardante lo stato di salute che viene messa a disposizione presso gli uffici dei circondari/sezioni.

Prestazioni

Le prestazioni contengono la sistemazione in stanza doppia (stanza singola solo per laringectomizzati e somatizzati), vitto e viaggio d’andata e di ritorno. Non sono compresi costi per medi-cinali, gite particolari, biglietti d’entrata per musei/piscine ecc. In caso di viaggio d’andata posticipato o viaggio di ritorno anticipato in seguito a malattia (su indicazione medica) o di interruzione an-ticipata del soggiorno a causa di un comportamento inadeguato o falsa dichiarazione (autocertificazione), non sussiste né rimborso proporzionale della quota di partecipazione né delle spese di viag-gio; la quota di partecipazione sarà trattenuta per intero.

Informazioni varie

Prenotazione e recesso

La data di prenotazione coincide con quella del bonifico. Un eventuale recesso può avvenire perciò prima della prenotazio-ne o in seguito entro 2 (due) settimane e per iscritto. In tal caso quote di partecipazione saranno rimborsate per intero. Recessi successivi vengono rimborsati al 100 % della quota versata dietro presentazione di un attestato medico, in caso contrario la quota di partecipazione viene rimborsata al 50 %.

Risarcimento dei danni

eventuali rivendicazioni di risarcimento danni sull’Assistenza Tumori Alto Adige e suoi collaboratori da parte dei partecipanti possono essere fatti valere solamente in caso di comportamento colposo o doloso grave da parte dei collaboratori/infermieri.

Attenzione: senza versamento decade il diritto di prenotazione e partecipazione

Regole comportamentali

I partecipanti sono esclusivamente soci ordinari/malati che de-vono essere autonomi ed autosufficienti. Accompagnatori non sono ammessi.

Tutti i partecipanti devono tenere durante il soggiorno un com-portamento educato e rispettoso. Sono presupposti discrezione, com-prensione e rispetto reciproco.

Soggiorni estivi20112011Montagna - Lago - Mare

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Anni di malattia

entro i 5 anni dall’anno 2006 all’anno 2010 / 2011

dopo i 5 anni dall’anno 2005 all’anno 2001

dopo i 10 anni dall’anno 2000 1999, 1998, 1997 ecc.

Turno per mamme con bambino

A questo turno possono partecipare le madri coi figli (massimo 14 anni). La quota di partecipazione del coniuge viene pagata direttamente all’albergo - mentre la prenotazione viene effettuata tramite il nostro ufficio.

Mare hotel giorni Posti periodo entro dopo 5 anni dopo 10 anni

Igea Marina Hotel Touring 10 20 16 giugno al 25 giugno 170,00 € 225,00 € 348,00 €

Bambini (max. 14 anni : 85,00 € a bambinoPartner = Importo intero: (qui non indicato)

Cari soci, la nostra associazione è lieta di informarVi che anche nel 2011 sarà organizzato il soggiorno per cure riabilitative iodiche marine per gli operati di laringectomia e parziale. I costi per le cure termali sono a carico dell'AS, mentre i costi per il soggiorno alber-ghiero vengono parzialmente assunti dall’associazione.• Per la stanza singola: € 50,00 sono a carico del paziente e

verranno pagati direttamente all’Hotel.• Per prenotazioni ed informazioni rivolgersi direttamente al

signor Luppi Rino Tel. 338 3686562

Cure iodiche (solo per laringectomizzati)

Miramare Hotel Penny 14 giorni 50 posti 14 maggio al 28 maggio 150,00 €

Partenza autobus: ore 8.00 di fronte all’Hotel Alpi via Alto Adige, 35 gli accompagnatori devono pagare una quota di Euro 20,00 per l'autobus. (Per il ritorno la partenza da Rimini è alle ore 8.00).

Dal momento che i posti sono limitati si prega gli interessati di prenotarsi subito.

Ricordiamo inoltre che le cure iodiche devono essere fatte.

RICHIESTA DI VERSAMENTO (Ordine effettuabile presso qualsiasi banca)

Beneficiario: Assistenza Tumori Alto Adige, Via Tre Santi 1 - Bolzano

Causale pagamento: Soggiorni estivi 2011 indicare il turno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Cassa di Risparmio IT 29 P 06045 11601 000000120000

Per la ricezione dell‘ordine: Data, timbro e firma Nome del partecipante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Luogo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Importo € . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Iscrizione per tutti i turni:Si fanno esclusivamente telefonicamente (0471 408 786) da lunedì 21 febbraio 2011 a venerdì 04 marzo 2011 dalle ore 8:15 alle ore 12:00. In caso di un’eccedenza d’iscrizione ai turni l’anno di malattia andrà a formare priorità d’iscrizione, l’ordine di prece-denza prosegue con l’anno di malattia, a parità di merito il titolo di preferenza sarà la data d’iscrizione.

Il 14 marzo 2011 sarà stilata per ogni turno la graduatoria degli iscritti effettivi. Tutti i soci al di fuori del 5. anno di malattia dovran-no informarsi telefonicamente presso la sede centrale per quanto riguarda la propria posizione.

Altri turni

Mare Hotel giorni posti periodo entro dopo 5 anni dopo 10 anni

Bellaria Hotel Amalfi 14 39 20 maggio - 03. giugno 230,00 € 345,00 € 554,00 €

Misano Adriatico Park Hotel Kursaal 14 49 27 maggio - 10 giugno 230,00 € 345,00 € 542,00 €

Cesenatico Hotel Piccolo 14 45 05 settembre - 19 settembre 230,00 € 345,00 € 466,00 €

Montagna Hotel giorni posti periodo entro dopo 5 anni dopo 10 anni

Cavalese Park Hotel Azalea 10 20 28 agosto - 07 settembre 170,00 € 255,00 € 421,00 €

Lago di Garda Hotel giorni posti periodo entro dopo 5 anni dopo 10 anni

Salò Hotel Conca D‘Oro 10 30 25 maggio - 03 giugno 170,00 € 255,00 € 356,00 €

Pagamento soggiorno per i turni sopra elencatiLa quota di partecipazione deve essere versata entro il 20 marzo 2011. (non si accettano pagamenti in contanti).


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