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La città e l’urbanità · Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo (1939) “Il pezzo di...

Date post: 03-Feb-2020
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La città e l’urbanità
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La città e l’urbanità

“Nam urbs ipsa moenia sunt, civitas autem non saxa, sed habitatores vocantur.”

Sant’Isidoro di Siviglia, Etymologiae, XV, “De aedificiis et agris”, 2

“La città non è semplicemente un meccanismo fisico e una costruzione artificiale: essa è un prodotto della

natura, e in particolare della natura umana.”

Robert E. Park, Ernest W. Burgess, Roderick D. McKenzie, La città (1925)

“La città è più simile a un’opera d’arte che a un semplice prodotto materiale.”

Henri Lefebvre, “La specificità della città” (1970)

Urbanizzazione in Cina, 2005 (photo by Edward Burtynsky)

Urbanizzazione in Cina, 2005 (photo by Edward Burtynsky)

Urbanizzazione in Cina, 2005 (photo by Edward Burtynsky)

“La folla è il velo attraverso il quale la città ben nota appare al flâneur come fantasmagoria. In questa fantasmagoria essa è ora paesaggio, ora stanza.”

Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo (1939)

NYC, 2008 (photo by Mustafah Abdullaziz)

“Le strade sono il vero luogo dove abita il collettivo. Il collettivo è un essere eternamente inquieto, eternamente agitato che – nello spazio tra gli edifici che si fronteggiano

– fa esperienza, apprende, comprende e inventa tanto quanto gli individui fanno nella privacy delle loro quattro

mura domestiche.”

Walter Benjamin, I Passages di Parigi (1927-1939)

Giambattista Nolli, mappa di Roma (1748)

“La strada diviene un’abitazione per il flâneur; tra le facciate dei palazzi si sente a casa quanto il cittadino fra le quattro

mura domestiche. Le brillanti e opache insegne commerciali sono per lui ornamento degno di un muro quanto lo è un quadro ad olio per un borghese. I muri

sono la scrivania su cui poggia i propri quaderni; le edicole dei giornali sono la sua libreria e le terrazze dei caffè i

balconi da cui si affaccia dopo il lavoro.”

Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo (1939)

“Il pezzo di cancellata dove i lavoratori appendono le loro giacche diviene un vestibolo e il cancello che mette dalla

fila dei cortili verso l’esterno è il lungo corridoio che intimorisce il borghese, come l’entrata alle camere della città. Tra queste, i passages sono la stanza da disegno. Qui

più che altrove la strada si rivela come l’interno ammobiliato e familiare delle masse.”

Walter Benjamin, I Passages di Parigi (1927-1939)

Passage de l’Opéra, Paris, 1822 (fotografia di fine xix secolo)

Passage des Panoramas, Paris, 1910

Passage de Petersburg, Paris, 1902

Dubai Mall, uno dei più grandi shopping mall del mondo (circa 550.000 m2, 2011)

“La casa, la strada, la città sono punti di applicazione del lavoro umano; essi devono essere in ordine, altrimenti contraddicono i principi fondamentali sui quali siamo

orientati [axés]; se sono in disordine, si oppongono a noi, ci intralciano, così come ci intralciava la natura circostante che abbiamo combattuto, che combattiamo ogni giorno.”

Le Corbusier, Urbanisme (1924)

il Plan Voisin per Paris, di Le Corbusier (1925 ... mai realizzato!)

“Fra i diversi procedimenti situazionisti, la deriva si presenta come una tecnica del passaggio veloce

attraverso svariati ambienti ... Una o più persone che si lasciano andare alla deriva rinunciano, per una durata di tempo più o meno lunga, alle ragioni di spostarsi e di

agire che sono loro generalmente abituali, concernenti le relazioni, i lavori e gli svaghi che sono loro propri, per

lasciarsi andare alle sollecitazioni del terreno e degli incontri che vi corrispondono.”

Guy Ernst Debord, “Teoria della deriva” (1958)

Guy Debord, The Naked City (1957)


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