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La Voce del Popolo 2010 45

Date post: 02-Mar-2016
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Pubblicato in questi giorni il libro-intervista “Luce del mondo”. La conversazione di Benedetto XVI con il giornalista tedesco Peter Seewald ci restituisce il ritratto di un Papa che non teme il confronto con i grandi temi della cultura moderna.
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WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 26 NOVEMBRE 2010 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - 1,00 NALE WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE WWW LAVOCEDELP P POP OP OP O OP OPO OLO IT SETTIMANA LA VOCE DEL POPOLO n° 45 Così com’è di Francesca Bernacchia Nel film “Train de vie” (di Radu Mihaileanu, 1999) c’è una breve sequenza in cui il “matto” – quasi gridando – scuote i suoi devoti interlocutori con queste parole: “Noi non amiamo e non preghiamo Dio, ma lo supplichiamo perché ci aiuti a tirare avanti… Cosa ci importa di Dio per come è? Ci preoccupiamo solo di noi stessi…”. Parole forti, che richiamano - solo per assonanza - il brano del Vangelo di Marco in cui si dice che i discepoli, dopo una giornata intensa sulla riva del lago, “presero Gesù con sé, così come era, nella barca” (4,36): la precisazione sembra inutile, ma forse vuol anticipare quanto segue, la tempesta sedata e lo stupore di fronte a “costui, al quale an- che il vento e il mare obbediscono”. Chi è mai? La domanda apre una ricerca, che avanza talora a tentoni; ma cercare non ha altro fine che trovare, e una volta trovato non resta che accogliere. Cercare e accogliere Dio “per come è” è atto di gratuito riconoscimento, senza risar- cimento o condizione, limpido come la lode. Pubblicato in questi giorni il libro-intervista “Luce del mondo”. La conversazione di Benedetto XVI con il giornalista tedesco Peter Seewald ci restituisce il ritratto di un Papa che non teme il confronto con i grandi temi della cultura moderna Parole sante
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Page 1: La Voce del Popolo 2010 45

WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 26 NOVEMBRE 2010

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Così com’èdi Francesca Bernacchia

Nel film “Train de vie” (di Radu Mihaileanu, 1999) c’è una breve sequenza in cui il “matto” – quasi gridando – scuote i suoi devoti interlocutori con queste parole: “Noi non amiamo e non preghiamo Dio, ma lo supplichiamo perché ci aiuti a tirare avanti… Cosa ci importa di Dio per come è? Ci preoccupiamo solo di noi stessi…”.

Parole forti, che richiamano - solo per assonanza - il brano del Vangelo di Marco in cui si dice che i discepoli, dopo una giornata intensa sulla riva del lago, “presero Gesù

con sé, così come era, nella barca” (4,36): la precisazione sembra inutile, ma forse vuol anticipare quanto segue, la tempesta sedata e lo stupore di fronte a “costui, al quale an-

che il vento e il mare obbediscono”. Chi è mai? La domanda apre una ricerca, che avanza talora a tentoni; ma cercare non ha altro fine che trovare, e una volta trovato non resta che

accogliere. Cercare e accogliere Dio “per come è” è atto di gratuito riconoscimento, senza risar-cimento o condizione, limpido come la lode.

Pubblicato in questi giorni il libro-intervista “Luce del mondo”. La conversazione di Benedetto XVI con il giornalista tedesco

Peter Seewald ci restituisce il ritratto di un Papa che non teme il confronto con i grandi temi della cultura moderna

Parole sante

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Dopo il grande successo degli scorsi anni, oltre 200 persone a film, la circoscrizione Centro in collaborazione con il Cinema Nuovo Eden e Fondazione Asm Brescia, organizza la terza edi-zione di “Lunedì al Cinema”, rassegna cinematografica pomeridiana per adulti ed anziani del territorio. “Lunedì al Cinema” è un’interessante rassegna di film, un momento di svago e socializzazione per gli amanti del mondo del cinema e per tutti coloro che avranno voglia di ritrovarsi e stare in compagnia. Il progetto, oltre ad essere un’occasione di divertimento e di cultura, sarà anche un momento di incontro fra gli anziani che vivono nello stesso quartiere e che talvolta non si conoscono. L’esordio è stato lunedì 22 novembre con “La Passione” di Carlo Mazzacurati, commedia con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston. Il prossimo appunta-mento è fissato per lunedì 20 dicembre, sempre alle ore 15, con il film d’animazione “Aspet-tando il Natale ... Polar Express” di Robert Zemeckis. Alla fine di ciascuna proiezione, si po-tranno scambiare due parole sul film facendo merenda con thé e biscotti, il tutto compreso nel prezzo. Il progetto nasce con l’obbiettivo culturale di contribuire ad individuare delle nuo-vi soluzioni concrete al disagio dei cittadini in età avanzata, che nella società di oggi hanno spesso difficoltà ad usufruire di attività e servizi culturali, superando così la solitudine in cui spesso vivono. L’idea della rassegna in orari pomeridiani è stata formulata appositamente per rispondere alle richieste degli anziani stessi che, durante le ore serali, faticano ad uscire di casa. Possibilità d’iscriversi presso il Nuovo Eden in via Nino Bixio, la parrocchia di San Gio-vanni, la parrocchia di San Faustino, l’associazione F. Balestrieri, il Centro diurno Franchi op-pure presso il Centro diurno di via Odorici. Il costo del biglietto per ogni singola proiezione sarà di 2 euro mentre l’abbonamento a tutti i film costerà 6 euro. (g.d.m.)

Nuovo Eden:“Lunedì al Cinema”,un’opportunitàper tutti gli anziani

Sono passati alcuni anni (la data precisa non la ricordo) da quando ho chiesto che il mio indirizzo e il mio numero di telefono fosse-ro cancellati dalla guida telefonica, perché qualcuno mi aveva fatto un brutto scherzo prendendo i miei dati da lì e perché volevo sottrarmi alle telefonate promozionali dei vari call center. Risultato: le telefonate pub-blicitarie non sono mai cessate e negli ultimi tempi si sono addirittura moltiplicate, men-tre nel frattempo le persone che desiderano contattarmi per qualsiasi ragione, e non co-noscono il mio numero di telefono o l’han-no perso, non trovano aiuto dalla guida. Non è un problema tragico. Nella mia espe-rienza professionale ho avuto un diretto-re che quando era assente e qualcuno lo cercava al telefono e noi glielo riferivamo, magari senza sapere il nome del postulan-

te, ci rispondeva: “Se è una cosa seria chia-merà un’altra volta, se è una scocciatura è meglio che non mi abbia trovato”. Tanto è vero che tutti in qualche modo si ingegna-no per trovare una soluzione.Tuttavia la storia non finisce lì. Perché la mia sensazione è che quella del numero di telefono conosciuto dagli scocciatori e sco-nosciuto agli amici può essere una meta-fora di quello che avviene tutti i giorni nei rapporti con le persone. Abbiamo assunto dei ritmi e degli stili di vita che ci portano a contatto con un sacco di persone con le quali parliamo solo del clima o delle stagio-ni e poi non ci resta più tempo per parlare con gli amici, addirittura con i famigliari. È paradossale. Eppure mi sembra di nota-re che questo è quello che avviene. Pote-te voi stessi fare una prova esaminando lo

Corsivo di Angelo Onger

Agli amici ci pensi Iddio

Direttore responsabile: Adriano BianchiDirezione - Redazione - Amministrazione e Abbonamenti:Via Callegari, 6 - 25121 - Brescia - Tel. 030 44250Fax 030 3757897 - E-mail: [email protected]@lavocedelpopolo.it

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Impaginazione e grafica:Paolo Pedraccini - Ernesto Olivetti

LA VOCE DEL POPOLO

Il fatto

La “stabilità” dei taglie la famiglia 04a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti

La lezione di Dublinosalutare per tutti 09a cura di Gianni Borsa

Ecclesia

Avvento. Briciole lucentisono forza di comunione 12

a cura di Lucio Corbò

Paesi e parrocchie

Cristo Re. Incontrarsiascoltando le note 21di Elisa Bassini

La collettanei confronti dei poveri 22

di Luciano Zanardini

Cultura e comunicazione

Letteratura e religionein una società secolarizzata 35

di Giuseppe Lupo

Incontri. Pupi AvatiIl regista dall’occhio cristiano 36di Mauro Toninelli

Economia e lavoro

Turismo. Convention BrevivetLa crisi e il valore dell’esperienza 51di Betty Cattaneo

Sport

Calcio. Caro Beppe,ti penso e ti scrivo 59di Mario Ricci

Cara Voce 62

L’uomo è dove è il suo cuore, non dove si trova il suo corpo

(Gandhi)

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2Le risorse umane e morali ci sarebbero, ma sono ancora sepolte dalla polvere e sono in dotazione a settori della società non adeguatamente valorizzate. È questo il quadro rappresentato dall’Istat nel suo Annuario statistico 2010, dove si fotografa la situazione di un Paese non rassegnato, che esprime dal basso nuove energie che tuttavia non vengono pienamente sostenute e, quindi, si perdono dentro l’inerzia di vecchi comportamenti poco produttivi. C’è una specie di prova di forza tra il nuovo, che spesso i media presentano come vecchio, e il vecchio che troppo spesso viene presentato come il nuovo. Fare più figli è un atteggiamento nuovo che invece viene spesso presentato come antiquato. Il Sud del Paese viene presentato come retrogrado, ma non lo è dal punto di vista dei matrimoni e della pratica religiosa, che in quelle Regioni ancora tengono. A meno che queste non vengono intese come atteggiamenti da superare, mentre invece rappresentano delle risorse umane e morali a cui attingere da parte di tutto il Paese. È la pesantezza delle ideologie, un costo per l’Italia su cui nessuno mai riflette. Non c’è nessun orgoglio da dimostrare per essere al secondo posto per invecchiamento in Europa dopo la Germania. C’è un legittimo orgoglio da provare se aumentano le adozioni e gli affidi. L’esame dei dati Istat richiede una mente sgombra dalle ideologie: spesso quanto viene ritenuto progresso è in realtà stagnazione o regresso. Il primo punto è la vita e la famiglia. Il saldo naturale delle nascite è ancora negativo e il tasso di fecondità è fermo a 1,41, ancora molto lontano da quello di sostituzione, in grado cioè di garantire il ricambio generazionale. È vero che non siamo ai primi posti se per esempio Germania, Portogallo, Polonia, Ungheria e Romania riescono perfino a fare meno figli di noi, ma perché non chiederci anche come mai Irlanda e Francia riescano a garantire due figli per donna? Se poi si analizza il fatto che da noi le donne diventano madri più tardi (mediamente a 31 anni) appare evidente che ci sono delle politiche di sostegno al matrimonio e alla maternità che da noi non vengono applicate. È vero che non è solo con le politiche familiari o fiscali che si convincono i genitori a mettere al mondo più figli: la generazione è sempre di più un fatto culturale. Però le politiche possono aiutare, come sta dimostrando la Francia, Paese certamente non secondo ad altri per quanto riguarda modernizzazione e secolarizzazione eppure prolifico. Il calo demografico dipende anche dal calo della nuzialità in genere e di quella religiosa in particolare. Un buon messaggio viene dal Sud: qui i matrimoni religiosi sono il 77%, contro il 62% della media nazionale, il 50% al Nord e il 55% al Centro. Certo che se sul Sud viene proiettata la categoria ideologica dell’arretratezza storica, anche questi dati verranno interpretati come negativi e sintomo di inadeguatezza. Famiglie sposate religiosamente e stabili tendono a procreare di più. Purtroppo in Italia sono in aumento i divorzi e le separazioni alla soglia della calamità sociale. Un aumento dei divorzi del 7,3% e delle separazioni del 3,4% comporta che quasi 100mila bambini siano interessati da questi fenomeni. Aumentano le separazioni consensuali e l’affidamento condiviso, ma non è chiaro se ciò rappresenti la persistenza in forma oltremodo indebolita del legame matrimoniale oppure sia indice di una preoccupante assuefazione al divorzio. Continua anche l’invecchiamento della popolazione, l’occupazione diminuisce, si diffonde l’uso di internet, l’abitudine della pausa pranzo anziché sedersi a tavola a casa propria non dilaga come si potrebbe pensare... ma il vero problema rimane quello della vita e della famiglia.

editoriale

di Stefano Fontana

Il peso delle ideologie

Buone notizie

Museo Santa Giulia:i kaki dell’alberodi Nagasakiaffidati ai bambini

svolgersi di una giornata qualunque. Tanto per fare qualche esempio. Si dedica molto tempo alle spese in generale. A partire dalla frequentazione dei centri commerciali. Dove si incontrano molte persone, con le quali si può anche fermarsi a con-versare. A patto che si parli di prezzi, di occasioni da non perdere, di abbigliamento o di cibo, e via commerciando. In misura maggiore le mamme, ma anche i papà, dedicano tempo ad accompa-gnare i figli a scuola o alle mille altre attività che tutti i bambini svolgono: c’è sempre un tempo di attesa, specie all’uscita dei pargoli. Spesso i geni-tori si fermano ad attendere i figli negli ambien-ti dove fanno danza o nuoto. E chiacchierano tra di loro. Di malattie infantili, delle imprese genia-li dei propri figli (lo dicono sempre con l’aria di chi non intende sopravvalutare la prole ma solo per rendere omaggio alla verità). Magari ci scap-pa qualche pettegolezzo sui figli degli altri o su

chiunque capiti a tiro. Difficile che le circostanze suggeriscano discorsi, almeno un poco, meno su-perficiali. Ai centri commerciali o ai bordi delle pi-scine e/o delle palestre si possono raccontare ba-nalità non certo costruire amicizie. Senza dimen-ticare che gli adulti, maschi e femmine, frequen-tano sempre di più loro stessi le palestre e i centri di benessere (per comprendere in una parola sola tutta una serie di proposte dedicate all’estetica). Lì al massimo ci può scappare qualche amorazzo (nel senso di passeggero o clandestino, o tutte e due le cose insieme). Le amicizie non sono sta-te cancellate ma sono diventate più faticose e le mura di casa diventano sempre più strette. Forse si spiegano anche in questo modo i musi lunghi che si incontrano ovunque. Oppure le esplosioni incontrollate di rabbia davanti a un semaforo o contro tutti quelli che non rientrano nel novero delle nostre simpatie.

Agenzia fotografica: Foto Eden

Stampa: CENTRO STAMPA QUOTIDIANI SpaVia dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030.7725511 - Fax. 030.7725566

Progetto grafico:Maurizio Castrezzati - Coop. La nuvola nel sacco

Autorizzazione del Tribunale di Brescian. 184 - 1/12/1961

La testata “La Voce del Popolo” fruisce di contributidi cui all’art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato

Associato

Centro diocesanoper le comunicazioni sociali

VOCE•MEDIA

Tre classi elementari (una quinta di Santa Dorotea, una quarta ed una quinta della Calini) sono state protagoniste/destinatarie, in Santa Giulia, di un gesto che ha fatto dimenticare i grigi rigori della mattinata, suggellata e riscaldata dal calore dell’avvenimento e dal com-movente coro intonato dai bimbi, metà in giapponese e metà in italiano, quale inno alla pace (musica di Schubert, testo di Goethe, riproposizione da un film cult di Akira Kurosa-wa). E, con i bambini, coprotagonista è stato un alberello, non più alto di un metro e mezzo, privo di foglie eppur “fiorito” di frutti: l’arbusto di kaki che, 10 anni fa, compì il viaggio da Nagasaki a via dei Musei. Era “figlio” di quell’albero, uno solo, che 65 anni fa, mentre due città morivano uccise dalle radiazioni atomiche, riusciva miracolosamente a sopravvivere. Quei germogli hanno prosperato e continueranno a prosperare, grazie ai semi contenuti in quei frutti che l’assessore alla Cultura del Comune, Andrea Arcai, ha affidato ai piccoli ospiti, perché nelle rispettive scuole essi siano trapiantati. Manlio Milani (presidente dell’As-sociazione caduti di Piazza della Loggia); Agostino Mantovani, che quale segretario della Fondazione Cab, Fondazione che d’intesa con la Giunta comunale volle l’alberello in Santa Giulia; lo stesso assessore Arcai e Duilio Zogno, cioè colui che 10 anni fa portò l’arbusto dal Giappone a Brescia, sono stati concordi nei rispettivi, brevi discorsi, a sottolineare come non sia stata casuale la scelta della collocazione. Il complesso di Santa Giulia come emozione e valori riassume in sé tutto ciò che “l’albero di Nagasaki” significa. Monastero benedettino per oltre mille anni, è luogo di pace per eccellenza, in cui il rispetto del passato, l’attenzio-ne al presente e la speranza del futuro trovano equilibrio e possibilità di dialogo. Ora con il “dono dei kaki” è stata affidata ai bambini la fiducia in un mondo più giusto.

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04 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Il fatto

a cura di Massimo Venturelli

A leggerlo con attenzione sembra un vero e proprio bollettino di guerra. L’ultimo rapporto Caritas-Zancan sul-la povertà (probabilmente il più at-tendibile tra i tanti studi che ogni an-no fotografano lo stato di salute del Paese) offre una fotografia impietosa della vulnerabilità delle famiglie ita-liane. Sono sempre di più, secondo il rapporto, le famiglie italiane scivolate negli ultimi anni pericolosamente vi-cino (e in molti casi anche oltre) alla soglia della povertà. Il dato naziona-le trova una drammatica traduzione anche nella realtà bresciana, come testimonia la Caritas diocesana che negli ultimi anni ha visto aumentare

Finanziaria Preoccupano gli interventi sul sociale

La “stabilità” dei tagli

e la famiglia

Aconsiderevolmente la quantità di aiuti distribuiti tanto da spingerla, come si legge anche in altra parte del giorna-le, a istituire un fondo per le famiglie in difficoltà. In passato si è detto che “la madre di tutte le cause” di questo repentino impoverimento del Paese e delle sue famiglie era la crisi econo-mica. La drastica contrazione di tanti posti di lavoro, la progressiva afferma-zione di scenari caratterizzati da gran-de incertezza ha inciso sulla ricchezza delle famiglie. Affermazione proba-bilmente corrispondente a verità ma che è stata ulteriormente avvalorata da una politica di contenimento del-la spesa che ha colpito (o si appresta

a colpire) pesantemente quei capitoli con cui lo Stato centrale metteva a di-sposizione risorse per sostenere situa-zioni di fragilità. Tagli indispensabili, dicono i responsabili della politica, per evitare al Paese una deriva sul model-lo di quella conosciuta dalla Grecia e, nelle ultime settimane, dall’Irlanda. Certo è che una differenza che supera il miliardo di euro tra il 2010 e il 2011 delle risorse per il sociale rischia di mettere a dura prova la tenuta com-plessiva del sistema Italia. La legge di stabilità che andrà in discussione in Parlamento nei prossimi giorni taglia pesantemente i fondi statali di carat-tere sociale. Se per il 2010 ormai agli

L’esperienza di una amministrazione locale

In una stagione in cui va sempre più di moda parlare di fi-nanza creativa per dire che in assenza di risorse bisogna in-ventarsi il modo di “sbarcare il lunario” i migliori interpreti di questa nuova arte probabilmente sono gli assessori ai ser-vizi sociali di Comuni grandi e piccoli. Tocca proprio a loro, che nella “filiera” amministrativa solo il front office per la denuncia del disagio e per la richiesta di aiuto, a dover let-teralmente fare i salti mortali, a trovare appunto soluzioni creative per fare in modo che nessuno dei bisogni sottoposti alla loro attenzione resti inevaso. E quando si tratta di bi-sogno delle famiglie o di cittadini di una comunità non c’è colore o appartenenza politica che tenga: le risposte van-no trovate a dispetto di risorse sempre meno consistenti, a dispetto di un sistema che decide i tagli dall’alto e li scari-ca sul basso. E se per una grande realtà come Brescia, che pure conosce considerevoli tagli nei trasferimenti da Stato e Regione, può essere meno difficile trovare nelle pieghe del proprio bilancio quelle voci su cui intervenire per fare in modo che i tagli non vadano a incidere sul capitolo delle

politiche sociali, più impegnativo risulta invece l’operazione in quei Comuni che hanno esercizi finanziari decisamente più limitati. È il caso, per esempio, di Palazzolo sull’Oglio, comune di 20mila abitanti che vanta da decenni una grande attenzione al sociale. Giuliana Bertoli è assessore ai servizi sociali della cittadina attraversata dall’Oglio dal luglio del 2009 e ha ricoperto la stessa carica dal 1998 al 2002 in una stagione segnata da altre condizioni economiche. “Anco-ra non sappiamo − afferma l’Assessore − quanto i tagli da più parti annunciati dalla legge di stabilità in discussione andranno a incidere sui nostri esercizi finanziari in tema di politiche sociali”. È questa una ragione per cui le ammini-strazioni comunali sono state costrette negli anni a posti-cipare sino ai limiti previsti dalla legge l’approvazione dei propri bilanci di previsione. “Soprattutto in campo sociale − afferma ancora Giuliana Bertoli – non possiamo mette-re mano a bilanci che non abbiano dati di certezza circa la copertura finanziaria dei servizi erogati”. Sul versante so-ciale va poi ricordato che la legge 328 del 2000 ha imposto

ai Comuni di pensare politiche sociali per ambiti territoriali (Palazzolo è il capofila dell’ambito Monte Orfano che com-prende i comuni di Adro, Capriolo, Cologne, Erbusco e Pon-toglio) e questo ha portato a un ulteriore salto di qualità in tema di progettazione e di scelte responsabili che hanno consentito di assorbire senza eccessiva fatica le riduzioni di trasferimenti dai fondi per le politiche sociali di Stato e Re-gione (che per il 2010 sono 100mila gli euro tagliati). “Un grande supporto – continua l’assessore ai servizi sociali di Palazzolo – ci viene dal mondo del volontariato con cui ab-biamo instaurato un proficua collaborazione tanto in tema di progettazione di servizi che di risposte fornite”. Il biso-gno che continua a crescere a dispetto di una stagione di difficoltà che molti considerano superata imporrà ai singoli Comuni una ulteriore assunzione di responsabilità perché, come afferma Giuliana Bertoli che a Palazzolo ha è stata anche assessore al bilancio, “non si tratterà più di trovare nuove risorse o di inventarsi risposte creative, ma di ridurre al massimo quelle spese non necessarie”.

sgoccioli erano 1472 i milioni di euro messi a copertura del sociale, quelli per il 2011 arrivano a sfiorare soltan-to i 350 (come riportato nella tabella proposta qui sotto). La freddezza dei numeri, che pure mette in chiaro il pesante taglio, non dà l’esatta dimen-sione degli scenari che andranno ad aprirsi. Il taglio di quasi 1000 milioni di euro andrà a incidere sul fondo per le politiche della famiglia, per le pari opportunità, per le politiche giovani-li, per l’infanzia e l’adolescenza, per la non autosufficienza, per l’affitto, per l’inclusione immigrati, per i servizi all’infanzia e per il servizio civile, tas-selli di un sistema messo in piedi per

La manovra in discussione in questi giorni prevede importanti contrazioni delle risorse

a disposizione di quei fondi destinati a sostenere le fragilità di cui soffre un numero sempre

maggiore di famiglie

Rispondere comunque ai bisogni della gente

Page 5: La Voce del Popolo 2010 45

05LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Urbano Gerola, presidente Csv

Fino a quando potrà reggereil volontariato che oggi è supplente?Ancora una volta il volontariato è gravemente penalizzato dalle scel-te del Governo. Nella manovra di stabilità economica, già legge finan-ziaria, votata dalla Camera dei deputati, le risorse destinate al 5xmille, sono state decurtate rispetto all’anno precedente del 75%, passando dai già scarsi 400 milioni di euro ai 100 milioni per il 2011. Una condi-zione che metterà in gravi difficoltà moltissime organizzazioni di vo-lontariato, grandi e piccole, nonché le associazioni che sostengono la ricerca scientifica”. Partono da questa denuncia le considerazioni di Urbano Gerola, presi-dente del Centro servizi per il volontariato di Brescia, in merito agli an-nunciati tagli al sociale previsti dalla legge di stabilità in discussione. “È una scelta inaccettabile − continua Gerola −. Come si può continuare a chiedere la sussidiarietà al volontariato nella risposta ai bisogni se non gli si consente di avere risorse per operare?” La domanda posta dal Pre-sidente del Csv di Brescia non è peregrina, dal momento che il volonta-riato, nel Bresciano come in tante altri parti del Paese, già si fa carico di tante risposte che dovrebbero essere date dalle istituzioni che, a causa di una costante riduzione delle risorse a loro disposizione, si trovano giocoforza a dover chiedere aiuto alle realtà del terzo settore per non lasciare sguarniti importanti servizi.“Il volontariato – prosegue nelle sue considerazioni Urbano Gerola – sta profondendo un grande sforzo in campo sociale, ma ancora non è del tutto riconosciuto dalle istituzioni”. Quello che il Presidente del Csv bresciano rivendica non è, però, il riconoscimento da “medaglietta o da diploma”. “C’è ancora molta strada da compiere – afferma – per arrivare al coinvolgimento del volontariato anche nelle sedi e nei mo-menti in cui si analizzano i bisogni e si progettano le risposte”. Sarà un passaggio a cui, secondo Gerola, prima o poi si dovrà arrivare se con-tinuerà la tendenza dello Stato a tagliare su quei capitoli di spesa che, proprio a causa della crisi ancora in corso e che continua a coinvolgere un numero considerevole di persone, dovrebbero essere invece se non incrementati almeno mantenuti. Le prospettive che Gerola, sulla scor-ta di quelli che dovrebbero essere i contenuti della legge di stabilità in discussione, sembra intravvedere non sono positive. “Il variegato mon-do del volontariato – afferma al proposito – non è spaventato da una richiesta sempre maggiore di impegno, anche se quando si scivola dal crinale della sussidiarietà a quello della supplenza qualche riflessione andrebbe fatta, ma dal fatto che tale richiesta sia accompagnata da mi-sure, come quella della riduzione del 5xmille, che sottraggono a questo mondo la sua linfa vitale”. “Se saranno confermati i tagli ai diversi fondi sociali così come quelli al 5xmille – è la domanda che un preoccupato Urbano Gerola si pone – come sarà possibile sostenere quelle famiglie che si trovano a vivere situazioni di disagio per la presenza di non au-tosufficienti o di altre realtà problematiche al loro interno?” Il volonta-riato che pure rischia di essere penalizzato dalla finanziaria non potrà continuare a tappare buchi e falle di un sistema che rischia di andare a fondo. Visto, però, che la speranza è l’ultima a morire Urbano Gero-la spera in una presa di coscienza da parte dei parlamentari chiamati a passare al vaglio la legge di stabilità per il 2011.

aiutare proprio la famiglia nella gestio-ne di situazioni di disagio e difficoltà. Non serve essere esperti di politiche economiche e sociali per capire che questi tagli drastici delle risorse sta-tali avranno ricadute a cascata su Re-gioni, Provincie e Comuni. Toccherà a questi ultimi, terminale della filie-ra, trovare le parole per giustificare eventuali contrazioni dei servizi mes-si in campo o, come spesso capita, inventare soluzioni creative per non andare a scaricare definitivamente sulle spalle delle famiglie il peso de-gli tagli. Certo, come si legge in que-ste pagine, ci sarà un coinvolgimen-to sempre maggiore del volontariato

ormai passato dalla sussidiarietà alla supplenza (se non alla sostituzione) dell’ente pubblico nell’erogazione di servizi di natura sociale. Ma anche questo mondo sta attraversando una stagione di difficoltà, anch’esso colpito dai rigori della legge di sta-bilità che ha proposto di ridurre da 400 a 100 i milioni a disposizione del 5xmille, un sistema ideato per per-mettere ai contribuenti di sostenere proprio il mondo del volontariato. La situazione non induce all’ottimismo e sembra contraddire le dichiarazio-ni risuonate nella recente conferen-za di Milano per nuovi e più efficaci investimenti sulle famiglie.

Una manifestazione del volontariato bresciano

Page 6: La Voce del Popolo 2010 45

06 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

La sindrome dello specchio

di Mariangela Ferrari

Voglia di regaliSpiritualitàLaicato

di Dino Capra

Opinioni

“Nell’adolescenza ci si ferma davanti allo specchio e ci si accorge che si sta cambiando. Ma fino a quando si continua a guardare se stessi, non si diventa mai grandi! Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere l’unica verità di voi stessi, ma quando la lasciate dire a quelli che vi sono amici. Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono agli altri”. Con queste parole il Papa ha risposto il 30 ottobre scorso alla domanda di una giovanissima di Azione Cattolica durante l’incontro che ha portato 100mila ragazzi in Piazza San Pietro.Proprio il giorno precedente, giustificandosi con i giornalisti a margine di uno dei recenti episodi balzati alle cronache, così si esprimeva il pre-sidente del Consiglio: “Nessuno alla mia età mi farà cambiare stile di vita del quale vado orgoglioso... Ogni tanto guardatevi nello specchio con la soddisfazione con cui io mi guardo nello specchio e con la sere-nità con cui io guardo alla mia vita straordinaria”.Lo specchio! Oggetto autoreferenziale, al servizio dell’egocentrismo, quando non addirittura dell’egolatria. Strumento simbolo della società dell’immagine, del culto dell’estetica, del primato dell’apparire. Oggi anche sostituito dalle telecamere che mettono in circolazione i vissuti per il bisogno di affermarsi, di sentirsi qualcuno. Uno scambio tra pal-coscenico e realtà, inconsapevole per molti, ma ben finalizzato e stru-mentalizzato per altri. Lo specchio! Può essere la sindrome di cui è affetta la nostra società che non sa vedere oltre il proprio naso, con i sintomi dell’individualismo o del localismo o del ripiegamento sul presente. Se continuare a contem-plarsi (o a commiserarsi) è indice di insicurezza e immaturità, di adole-scenza permanente, guardare sempre e solo al proprio piccolo mondo è segno di una società debole. Non possiamo permetterlo! C’è bisogno di uno scatto di responsabilità, di un immenso lavoro di tes-situra di relazioni buone, di cultura della partecipazione, di elaborazione di idee e proposte che deve vedere lo sforzo comune di un laicato maturo. Gli Orientamenti pastorali per il decennio, da poco pubblicati, su un rin-novato impegno educativo e la Settimana sociale dei cattolici dall’em-blematico titolo “Un’agenda di speranza per il futuro del Paese” sugge-riscono possibili direzioni. Sebbene in ogni ambito siano necessarie ade-guate competenze, in questo sforzo non bastano gli “addetti ai lavori” (educatori qualificati, una nuova generazione di politici, le ricerche pro-mosse dagli intellettuali…): è necessario il contributo di tutti, dei tanti laici ordinari e consapevoli, per distogliere lo sguardo collettivo dallo “specchio delle mie brame”, per allargare gli orizzonti, per progettare il futuro, per rifare il tessuto comunitario della società.

Ormai è Natale per il tam tam mediatico e pubblicitario. Si accendono le luminarie, partono le offerte, sia annunciano i saldi per accendere in tutti noi la voglia di fare regali e di riceverne, alla faccia della crisi. Il dono, fatto e ricevuto, è come una medicina: ci riconcilia con la vita, con gli altri, restituisce fiducia nel futuro, ci fa sentire tutti un po’ più buoni.Domenica scorsa, l’ultima dell’anno liturgico iniziato il 29 novembre del 2009, nelle nostre chiese abbiamo confessato la fede in Gesù Cristo, re e Signore di tutto l’universo. I nostri preti ci hanno aiutato a com-prendere il mistero della volontà di Dio Padre di salvare tutti, tutto, da sempre e per sempre per mezzo di suo Figlio, Gesù Cristo, consegnan-dogli il potere universale di salvare, di dare la vita a tutto ciò che ine-sorabilmente muore.Uno strano potere, perché chi lo esercita anziché imporre dona, anziché mandare avanti gli altri apre per primo la strada, anziché chiedere agli altri il sacrificio della vita offre la propria: una vita capace di restituire all’uomo la felicità, perduta perché rifiutata quando gli fu offerta in dono dal suo Creatore e che ora, solitario, inutilmente ricerca avendo-ne smarrito la mappa. Domenica ventura, 28 novembre 2010, nelle nostre chiese sentiremo annunciare il nuovo anno liturgico, l’Avvento, il tempo dell’attesa del-la venuta del Figlio di Dio nella nostra carne umana per ricondurla, ri-sanata, alla casa dove il Padre attende ad attira tutti i suoi figli, tutte le sue creature. È il tempo in cui la fede riaccende il desiderio di ricevere il regalo più grande, la bussola che indichi la via alla felicità smarrita, quella che non dura un momento soltanto, che ha per nome ‘salvezza’, la gloria divina che sta al fondo della inesausta ricerca umana, anche quella espressa nelle forme più bizzarre o aberranti. È questa gloria di Dio che fa l’uomo uomo, la donna donna, l’umanità umanità, la storia degna di essere vissuta. Il Padre la dona a tutti co-loro che la desiderano veramente, la cercano e l’accolgono nella fede del suo Figlio, Gesù. È questo il regalo che i credenti ricevono in dono dal Re dell’universo che verrà umile nel Natale per darci la sua vita, la vita dell’uomo rimes-so a nuovo e che può volgere al nuovo i destini dell’umanità intera. Questo dono divino rende veri tutti i regali che ci scambieremo a Na-tale: è dato per primi a noi che ci diciamo cristiani perché lo facciamo abbondare condividendolo con tutti coloro con i quali viviamo la cit-tadinanza. Non costa nulla e ne abbiamo bisogno tutti: basta averne ancora vivo il desiderio.

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07LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Popoli e [email protected]

Il 185/90 era una combinazione ri-uscita della società civile italiana. Non si tratta di numeri al lotto ma della legge che in Italia regola il commercio delle armi. Una norma-tiva che aveva ottenuto in giro per il mondo diversi consensi, perché si trattava di una legislazione rispet-tosa, attenta e in grado di arginare il fenomeno che arma non soltan-to polizie e forze armate di governi legittimi e democratici, ma anche terroristi e dittature. Della 185/90 si rischia però di dover parlare al pas-sato perché nelle scorse settimane il

Armi: a rischio la trasparenzanel commercio

Governo, con una legge delega (un provvedimento con cui il Parlamen-to autorizza l’esecutivo a esercita-re la funzione legislativa su di un determinato oggetto) ha cercato di allargare le maglie di questa legge. Con l’approvazione in Consiglio dei Ministri il 17 settembre scorso, il Governo ha messo in atto (si atten-de una prima firma del Presidente Napolitano per l’ingresso in Parla-mento) la modifica di una normativa che garantiva un ferreo controllo su esportazione, importazione e tran-sito dei materiali di armamento in

Ia cura di Massimo Venturelli

Per recepire una normativa europea la proposta di una legge delega che potrebbe aprire falle nel sistema di controllo italiano

Italia Fa discutere una proposta del Governo

Seppur lontano dalla gru e senza la costante pressione della ribalta mediatica, continua l’impegno assunto da chi, nei giorni più accesi della protesta, si era po-sto come mediatore tra le istituzioni e gli immigrati che avevano occupato il cantiere della metropolita-na in San Faustino. Le richieste elaborate da diocesi, Cgil e Cisl per convincere gli immigrati a lasciare do-po oltre due settimane la gru, sono ribadite nei gior-ni scorsi al prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace dagli stessi estensori del documento. Nei giorni scorsi le richieste (la concessione ai dimostranti delle tutele previste dalla legge, la creazione di un tavolo istitui-zionale per affrontare i singoli casi e la concessione di un presidio permanente in cui i dimostranti potessero continuare a perorare la loro causa nel rispetto delle leggi) sono state portate sul tavolo del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, come per altro aveva garantito il Prefetto nelle ore che erano seguite alla discesa dalla gru dei manifestanti.

“Il Prefetto − afferma padre Mario Toffari che nei gior-ni della protesta è stata la voce della Chiesa bresciana sotto la gru − e le altre istituzioni rappresentate nel Comitato hanno preso atto delle richieste e hanno di-sposto, dopo un necessario approfondimento norma-tivo, la convocazione per il prossimo 9 dicembre del consiglio territoriale per l’immigrazione”. All’organi-smo, previsto dalla legge e che vede la partecipazio-ne di Comune, Provincia e Regione, di associazioni di categoria e imprenditoriali e dei sindacati, del Centro migranti, dell’Asl e di alcune realtà che rappresentano i migranti, è stato demandato il compito di assolvere a quel tavolo istituzionale richiesto dai mediatori della protesta. Per il direttore dell’Ufficio migranti si tratta di un’importante apertura, dal momento che il con-siglio territoriale per l’immigrazione non veniva con-vocato da lungo tempo a Brescia. Meno possibilista il Prefetto lo è stato sull’ipotesi di concessione di un presidio permanente. “Di fatto − afferma al proposito

padre Toffari − non l’ha escluso, ma non ha nemme-no proceduto a una sua concessione”. Nel frattempo la Chiesa bresciana, tramite i competenti uffici di cu-ria, le parrocchie del centro storico cittadino e quel-le associazioni che avevano già firmato nelle scorse settimane un appello per riallacciare le fila di un dia-logo che pareva interrotto, hanno deciso di mettersi intorno a un tavolo per la stesura di un documento da sottoporre ai parlamentari bresciani. “Abbiamo condiviso l’esigenza − sottolinea il direttore dell’Uffi-cio migranti − di mettere mano a un documento che stimoli il Parlamento a porre rimedio alle criticità di provvedimenti come quello per l’emersione di colf e badanti discriminatori nei confronti di alcune cate-gorie di lavoratori”. Una sollecitazione che dovrebbe impegnare i parlamentari a trovare una soluzione ai problemi provocati da un provvedimento normativo che si è rivelato lacunoso. L’appuntamento è per il 30 novembre alla Stocchetta.

Dopo la protesta sulla gru

Da Chiesa e associazioni un invito ai parlamentari bresciani

Italia. L’iniziativa legislativa, come hanno spiegato i tecnici del consi-gliere militare di Palazzo Chigi nel corso di un incontro avuto con i rap-presentanti della Rete italiana per il disarmo e della Tavola della pace, nasce dalla necessità di recepimen-to di una direttiva che “semplifica le modalità e le condizioni dei trasfe-rimenti all’interno delle Comunità di prodotti per la difesa ed intende armonizzare le legislazioni di tutti i Paesi Ue e soprattutto favorire una integrazione del mercato comunita-rio di questa industria. Con il rischio di una perdita di trasparenza ed in-formazione, soprattutto per l’Italia. L’Europa ha infatti introdotto nuovi tipi di licenze per le vendite inter-nazionali di armi o di parti di armi: con la licenza globale e quella gene-rale si potranno autorizzare una vol-ta per tutte trasferimenti di alcune classi di prodotti o trasferimenti ori-ginati da una singola industria. Con i controlli tutti spostati alla fine del processo. Una dinamica che, se non ben controllata, rischia di far parti-re una serie di triangolazioni verso Paesi problematici sfruttando come

trampolino di lancio Paesi europei in cui i controlli sono meno precisi. L’iniziativa legislativa ha messo in moto la reazione della Rete italiana per il disarmo e della Tavola della pace che da sempre si battono per la trasparenza sul commercio della ar-mi. La prima richiesta avanzata dai dimostranti che hanno dato vita a un presidio davanti a Palazzo Mada-ma a Roma è per un ripensamento sull’iter della legge. La Rete italiana per il disarmo e la Tavola della pace ritengono infatti che un disegno di legge normale avrebbe anche stra-da più veloce garantendo il recepi-mento nei tempi dettati dalla Unio-ne europea (30 giugno 2011), una delle preoccupazioni maggiori che hanno spinto il Governo alla scelta della legge delega. Padre Alex Zano-telli, che ha partecipato all’incontro promosso dal consigliere militare di Palazzo Chigi, ha invitato a vedere nella discussione aperta un’occasio-ne positiva di un rilancio (anche a livello internazionale) del controllo degli armamenti che ad oggi pare essere trattato solo come obbligo di natura comunitaria.

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08 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Popoli e continenti Mondo

Il bombardamento all’isola di Yeonpyeong suscita la reazione della diplomazia. Appelli alla Cina

perché intervenga presso il governo di Pyongyang

Asia Preoccupano i rapporti tra le due Coree

Un attacco contro equilibri troppo delicati

Aa cura di Massimo Venturelli

Arrivano ancora una volta dall’area asiatica le minacce più gravi alla tenuta di equilibri mondiali che le diplomazie faticosamente si affan-nano a costruire. Alle situazioni di crisi che, pur con contorni diversi, caratterizzano Afghanistan, Iran e Iraq e Medio Oriente con l’eter-na contrapposizione tra Israele e il mondo arabo, si sono aggiunti i contrasti che durano da più di 50 anni, tra le due Coree, sficate nei giorni scorsi nell’attacco nordcore-ano all’isola di Yeonpyeong contesa tra i due Paesi. L’attacco militare ha provocato reazioni a livello diplo-matico e militare. Il primo a pren-dere la parola è stato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che si è detto “indignato” per il bombar-damento che ha causato la morte di due soldati sudcoreani e il feri-mento di altri 15 e di tre civili, oltre alla distruzione di numerose abita-

zioni. ‘’La Corea del Sud – ha detto Obama – è uno dei nostri alleati più importanti. Gli Stati Uniti sono im-pegnati alla loro sicurezza, tuttavia non stiamo meditando un attacco americano, ma ci siamo consultan-do con Seul. Questa è una minaccia seria e continua’’. Le consultazioni hanno portato a decisioni immedia-te. La portaerei americana Uss Ge-orge Washington, una nave militare a propulsione nucleare che traspor-ta 75 aerei da guerra e un equipag-gio di 6000 uomini, ha lasciato la base navale giapponese di Yokosu-ka, a sud di Tokyo, diretta nel Mar Giallo. Da domenica parteciperà a manovre militari congiunte tra Usa e Corea del Sud. “Si tratta di esercitazioni di natura difensiva”, fanno sapere in un comunicato le forze americane in Corea del Sud. Obama e Lee Myung-Bak hanno concordato di “innalzare il livello

di preparazione” delle forze sud coreane e statunitensi nella zona. Seul ha annunciato inoltre che di-spiegherà nuove batterie di missili sull’isola bombardata dall’artiglie-ria nordcoreana, che è situata in una zona contesa fra le due Coree, e cannoni di maggiore gittata. For-temente preoccupato della cresci-ta della tensione fra le due Coree il Giappone ha attivato le sue fonti diplomatiche per chiedere alla Ci-na, grande alleato di Pyongyang, di intervenire presso il governo nord- coreano. “Dobbiamo chiedere alla Cina, che esercita un’influenza im-portante sulla Corea del Nord, di unirsi ai nostri sforzi per contene-re le azioni della Corea del Nord”, ha detto il premier Naoto Kan. Il premier nipponico, Naoto Kan, e il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, hanno convenuto in un collo-quio telefonico sulla necessità che Giappone e Corea del Sud lavorino a stretto contatto in seguito all’at-tacco nordcoreano nel Mar Giallo. Dopo l’attacco militare la delega-zione europea che stava visitando la Corea del Nord ha deciso di in-terrompere la sua presenza.

Palestina

Giovani, palestinesi, cristiani: sì alla permanenza ma servono aiutiLa notizia è stata data da Radio Vaticana, che ha documentato i risultati di uno studio condotto tra i giovani palestinesi cristiani. I risultati sono sorprendenti: la grande maggioranza dei giovani cristiani palestinesi con un buon livello di istru-zione preferirebbero rimanere nel loro Paese piuttosto che emigrare, ma chiedo-no aiuti per poterlo fare. È questo uno dei dati emersi da uno studio commissio-nato dal “Catholic Aid Coordination Committee”, un consorzio di organizzazioni cattoliche impegnate nell’aiuto alle comunità cristiane in Medio Oriente con sede a Gerusalemme. L’indagine è stata condotta la scorsa primavera e ha interessato tutte le aree con una significativa presenza cristiana, compresa la Striscia di Gaza coinvolgendo persone di tutte le categorie sociali. L’obiettivo era appunto di aiu-tare le agenzie del Catholic Aid Coordination Committee a coordinare meglio i lo-ro sforzi per venire incontro ai bisogni della popolazione cristiana in Terra Santa. Dalla ricerca è emersa, in generale, l’immagine una comunità che si aspetta molto dalla Chiesa, a volte più di quanto questa sia in grado di offrire: “I cristiani − ha

spiegato alla Cns Sami El-Yousef, direttore regionale della Pontificia Missione per la Palestina − vorrebbero che la Chiesa si occupasse della loro vita quotidiana, com-presa l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la casa e questa è una grande sfida per le organizzazioni cattoliche”. Ma il dato forse più interessante dell’inchiesta riguarda appunto le nuove generazioni, da cui dipende il futuro dei cristiani nella regione. Dall’indagine risulta infatti che i giovani palestinesi, in particolare quelli istruiti, hanno forti legami con la loro terra e un radicato senso di appartenenza alla Chie-sa, dalla quale sperano di essere aiutati per trovare lavoro, casa e istruzione. I risul-tati della ricerca collimano con quanto emerso dagli interventi al Sinodo speciale dei vescovi per il Medio Oriente dello scorso ottobre, in cui, tra le altre cose, si era evidenziata anche la necessità di incoraggiare i cristiani ad integrarsi nella loro so-cietà. Un intervento utile in questo senso − ha osservato il responsabile dell’agen-zia cattolica − sarebbe di aiutarli ad comprare casa in quartieri misti, piuttosto che finanziare la costruzione di quartieri abitati da soli cristiani.

Contrasti sin dal 1948

Le originidella crisiLa crisi tra le due Coree risale alla fine della Seconda guerra mondiale, quando la peniso-la coreana viene divisa in una zona di occupazione sovietica (a nord del 38º parallelo) e in una zona di occupazione statu-nitense, dando vita nel 1948 a due nazioni separate, con siste-mi politici opposti: al nord un governo comunista filosovietico e, a sud un governo nazionali-sta filoamericano. I nordcoreani, già dall’ottobre 1949 gettano le basi per una guerra di liberazio-ne. Lo scontro, che segna una della fasi più acute della Guer-ra Fredda, provoca l’intervento dell’Onu: su suo mandato gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 Paesi, intervengono militar-mente. All’armistizio, firmato il 27 luglio 1953, non succede al-cun trattato di pace. Nel 2009 in seguito a rinnovate tensioni, la Corea del Nord si è unilateral-mente ritirata dall’armistizio. Ad alimentare ulteriormente le tensioni la corsa di Pyongyang al nucleare.

L’attacco all’isola di Yeonpeyeong

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09LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

L’intervento dell’Ue con il suo fondo di stabilizzazione impone scelte drastiche ma paradigmatiche per altre nazioni

A a cura di Gianni Borsa

Irlanda Un Paese sull’orlo del fallimento

Popoli e continenti Europa

La lezione di Dublinosalutare per tutti

Alla fine ha dovuto cedere. Brian Co-wen, premier irlandese, pressato dal-la deriva dei conti pubblici nazionali, ha invocato nel week-end l’intervento che l’Unione europea da giorni s’era detta disponibile a portare all’“isola di smeraldo”. In soccorso di Dublino accorrono dunque l’Ue, con il suo Fondo di stabilizzazione (creato in seguito alla crisi mondiale e che ha già consentito di tendere la mano alla Grecia), il Fondo monetario interna-zionale, nonché − fuori dall’area euro − Gran Bretagna e Svezia. Tutti tirano un sospiro di sollievo. Dalla prossima primavera affluiranno nelle casse ir-landesi tra i 70 e i 90 miliardi di euro in tre anni, a fronte di tagli significati-vi allo stato sociale (valutabili in non meno di 15 miliardi in quattro anni). Una cura draconiana, che andrà de-finita nelle prossime settimane e che sta già suscitando pesanti reazioni nel Paese. Del resto le casse nazionali

“piangono”, il debito cresce e il deficit è ormai fuori controllo: l’Irlanda, do-po gli anni del boom, tra gli Ottanta e i Novanta, è ora in una fase di pesante recessione. Il governo di Dublino spe-ra, con gli aiuti europei, di rimettere in moto il processo di crescita e an-che per questa ragione ha preferito in-dicare tagli nel welfare piuttosto che ritoccare la modestissima tassa sulle imprese (12,5%). Ora si tratta di verifi-care il rispetto degli impegni assunti da Cowen, mentre più complessiva-mente si pongono vari interrogativi sull’intera vicenda. Il primo riguarda la velocità di reazione dell’Europa al-la crisi economica e finanziaria. I tem-pi sono sempre troppo diluiti: che ci sia di mezzo un governo recalcitrante (per evidenti motivi interni), oppure procedure tortuose, o ancora per via di divergenti interessi nazionali, l’Ue si muove con eccessive rigidità che si trasformano in ritardi operativi. E

in economia ogni ritardo corrispon-de a un costo e a un rischio aggiunti-vi. D’altro canto occorre riconosce-re che, pur con i tempi biblici della politica, l’Ue ha fornito una possibi-le via d’uscita all’Irlanda, così come era accaduto per Atene. Il Fondo di stabilizzazione, fortemente voluto dal presidente della Commissione Barro-so e da altri leader, funge da sentinella rispetto ai mercati. In realtà avrebbe dovuto scoraggiare preventivamen-te le speculazioni, senza nemmeno dover entrare in funzione. Ma ora di-venta un mezzo per salvare la stabi-lità dell’eurozona. Si tratta di capire se gli interventi dell’Ue e del Fmi si potranno fermare qui, oppure se altri Stati, a partire da Portogallo e Spa-gna, necessiteranno di aiuti. Un ulte-riore interrogativo è stato sollevato dalle istituzioni comunitarie e dalla Bce: i Paesi dell’Unione avranno ap-preso la lezione? I veri responsabili della crisi irlandese, infatti, sono il Governo, le banche e, per certi versi anche i sindacati del settore pubbli-co che hanno gonfiato enormemen-te i salari. L’Irlanda ha conosciuto un vero boom economico verso la metà degli anni Novanta fino a cir-

ca il 2002/2003. Ma era costruito su aziende multinazionali altamen-te tecnologiche, che stabilivano le proprie attività in Irlanda per ap-profittare, tra le altre cose, del bas-so livello di imposta sulle società, di una forza lavoro in espansione, molto preparata e ragionevolmente a basso prezzo, e della deregulation. Era costruito anche su un boom del settore immobiliare che, a partire più o meno dal 2002, si è trasforma-to in una bolla di dimensioni quasi senza precedenti. Le banche pre-stavano, in modo acritico e srego-lato, decine di miliardi di euro tan-to agli imprenditori immobiliari che ai sottoscrittori di mutui. Proprio alla luce di questi errori il rilancio dell’economia reale, gli investimenti produttivi, l’occupazione, la solidi-tà del sistema bancario, il riassetto della previdenza e del fisco sono, almeno in alcuni Stati dell’Unio-ne, un’urgenza non più rinviabile. È per questo che il caso irlandese deve suonare come un monito per tutti. Da qui la certezza che le azio-ni che il Fmi e l’Ue hanno imposto all’Irlanda non daranno vita a una protesta violenta.

Unione europea

Europeana, è digitale una delle più grandi biblioteche del mondoDallo scorso 18 novembre tutti gli utenti di internet nel mondo possono accedere agli oltre 14 milioni di libri, carte geografiche, fotografie, quadri, film e videoclip digitalizzati provenienti dalle istituzioni culturali di tutta Europa attraverso Euro-peana (www.europeana.eu), la biblioteca digitale europea. Avviato nel 2008 con due milioni di opere, il progetto Europeana ha già superato l’obiettivo iniziale previsto per il 2010 di 10 milioni di opere digitalizzate. Tutti gli Stati dell’Ue han-no contribuito ad accrescere la collezione di Europeana. L’Italia contribuisce alla collezione con il 7,03% dei documenti. La Francia è il Paese che contribuisce di più (18% di tutti gli oggetti), mentre la Germania ha aumentato la propria quota fino al 17%. Per rendere Europeana un vero e proprio crocevia del patrimonio cultura-le europeo, è necessario che tutti gli Stati Ue forniscano altri materiali di qualità. Un prototipo del progetto Europeana, comprendente 2 milioni di oggetti culturali disponibili on-line, era stato lanciato nel novembre 2008 e si configurava come un portale europeo che permetteva agli utenti di cercare e accedere direttamente a

libri, carte geografiche, quadri, giornali e altro ancora, provenienti dalle istituzioni culturali europee. Oggi gli uffici di Europeana sono ospitati dalla Biblioteca nazio-nale olandese con sede all’Aia. L’ufficio è finanziato all’80% dall’Ue. Tra le opere aggiunte quest’anno: un manoscritto in pergamena bulgaro risalente al 1221 che testimonia la storia della lingua bulgara; “Catechismusa prasty szadei”, il primo libro in lingua lituana pubblicato nel 1547; una copia del “Techne retorikes” di Aristote-le del 1588 scritta in greco antico e latino; alcuni quadri del XVII secolo del pittore olandese Jan Steen; tutte le opere degli autori tedeschi Goethe e Schiller; le ripre-se del 1907 in occasione della festa nazionale danese e una serie di fotografie del monastero di Glendalough in Irlanda risalenti agli anni che precedono la Grande guerra. Le fotografie, le carte geografiche, i quadri, gli oggetti museali e le altre immagini digitalizzate costituiscono il 64% della collezione di Europeana. Il 34% è dedicato ai testi digitalizzati, che comprendono oltre 1,2 milioni di libri che pos-sono essere visualizzati on-line e/o scaricati in versione integrale.

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Il futuro è un tempo che non ci appartiene; possia-mo solo immaginarcelo, fare progetti, sperare che si avverino, lavorare perché si avverino. Tuttavia il futuro non è nostro. È qualcosa di non disponibile; segna il confine tra quello che siamo e quello che sa-remo. Ma di quello che saremo possiamo solo avere qualche idea e qualche aspirazione. “Se il padrone di casa…”, dice Gesù. Ed è proprio così: se potessimo sapere! Invece la nostra dimensione è quella dell’at-tendere. Il nostro lavoro si compie nel presente e si proietta sul futuro, ma il futuro non è nostro. L’unico che possiede il futuro è Dio che ce lo fa conoscere non nel suo svolgersi, non nei tempi esatti, ma nella promessa. Questo è il futuro di Dio: la promessa. E ad essa è collegata, anzi connessa, l’idea di attesa come modo per entrare nell’idea del futuro di Dio. In questa prospettiva aspettare è anche preparare. Non solo aspettare, come si aspetta l’ignoto, ma attendere come quando chi si aspetta è conosciuto, è sperato, è amato. Proprio qui sta la differenza tra aspettare e attendere: in fondo chi aspetta non sa, come il padro-ne di casa il ladro. Chi attende pure non sa quando ma sa chi arriverà. E non è un ladro che si aspetta. E così la vita di tutti i giorni assume un’altra prospetti-va perché non si ferma alle cose da fare, ma cerca un orientamento, un percorso. Ma per essere così il tem-po non può essere cosa nostra: deve diventare possi-bilità, deve essere in mano a Qualcuno che lo cambia in promessa. Non sappiamo accontentarci delle pos-sibilità: abbiamo bisogno di promesse. Sono queste che aprono al futuro, così come le possibilità aprono

all’incertezza. Così è possibile non volere il futuro e accontentarsi di quello che accade. Giorno per gior-no. E così capita anche di non capire e di non deside-rare il futuro se non come prolungamento della vita, situazione di non morte. Per questo Gesù richiama l’attenzione di chi lo ascolta sull’imprevedibilità del futuro e sulla necessità di preparare l’attesa. Guar-dare al futuro solo come il luogo di quello che avver-rà senza che a noi sia dato di penetrarne il mistero apre la strada al fatalismo e all’inesorabilità di quello che potrebbe accadere. È solo aspettare che qualcosa succeda. Attendere è scoprire che il futuro è pieno, carico di qualcosa, anzi carico di Qualcuno che dà senso al futuro perché può promettere e impegnarsi a mantenere. Il messaggio di Gesù non è fatto per se-minare paura o terrore, ma per far capire che le cose future non sono in mano al caso e che è necessario saperle e volerle leggere. Che le cose future sono nel-la mano di Dio, che Lui ne possiede la chiave, e che a noi, pur senza poterne penetrare tutto il mistero, è dato di conoscerne la fine. Nel labirinto del futuro di Dio, dove il paradosso della salvezza avviene attra-verso la negazione della forza e della potenza, dove è imprevedibile come la dolcezza e il bene possano davvero avere la meglio sulla violenza e il male, dove lo sconcerto delle ingiustizie quotidiane non riesce a sciogliersi nel groviglio della Provvidenza: lì c’è il senso della fine, cioè della promessa e del futuro di Dio. È il paradosso dell’attesa del giorno del Signo-re: insieme promessa e compimento. Insieme prepa-razione, attesa e incontro.

I DOMENICA DI AVVENTODal Vangelo secondo Matteo (24, 37-44)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che

precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito,

fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e

travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne

macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro,

veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”.

Il Vangelodella domenica

10 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

di Giuseppe Fusari

Sotto il nome di Maestrodi San Felice del Benaco è raccolto

un gruppo di opere eseguite probabilmente da anonimi

artisti vicini alla maniera di Paolo da Caylina il Vecchio. Tratti di

ingenuità e di facile narratività caratterizzano opere come questa

di Gardone Riviera, concepita come una grande scena accompagnata

da cartigli che indicano i vizi puniti e la gloria dei santi.

“Giudizio finale” (1520). Gardone Riviera, San Michele

Il padrone del tempo

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Ecclesia

11

Benedetto XVI Il libro-intervista con Peter Seewald

Il conflitto della fedecon la modernità

Cinquantamila copie già editate dal-la Libreria editrice vaticana (Lev), altrettante in ristampa, sette editori che hanno già provveduto a lancia-re la prima edizione nei loro Paesi e nelle principali lingue mondiali, 12 editori in altre lingue che sono ‘in trattativa’, quasi pronte le edi-zioni in polacco, svedese e sloveno: sono queste alcune delle informa-zioni fornite per la presentazione del volume-intervista di Peter Se-ewald a papa Benedetto XVI “Lu-ce del mondo – Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi” (Lev). L’autore dell’intervista è ben conosciuto da papa Ratzinger perché, prima del-la sua elezione al soglio pontificio, aveva curato un servizio speciale su di lui e due libri-intervista. “La sua enorme forza intellettuale – ha det-to Seewald – si unisce a una altret-tanta forza spirituale, è un uomo ve-ramente semplice e pio, ancora più pio di come lo avevo conosciuto”. “L’impressione che si ricava è quella di un Papa ottimista sulla vita della Chiesa, nonostante le difficoltà che l’accompagnano da sempre. ‘La Chie-sa cresce ed è viva, è molto dinamica. Negli ultimi anni il numero dei sacer-doti è aumentato in tutto il mondo – afferma – e anche il numero dei semi-naristi’. Come dire che la Chiesa non può essere identificata solo nel fram-mento di una zona geografica”: con queste parole mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evan-

gelizzazione, ha introdotto il libro. Alle domande su come interpretare la presunta “apertura” di Benedet-to XVI all’uso del profilattico, ha ri-sposto affermando che “le questioni morali non sono condensate su que-sto punto, ma sono di ben più ampia portata e riguardano ad esempio la bioetica e la genetica. Il progresso non si ferma e più esso aumenta più aumenteranno gli interrogativi eti-ci”. Mons. Fisichella ha poi afferma-to che “il discorso della Chiesa sulla sessualità è orientato all’amore co-niugale e va letto in questo contesto, non fuori di esso. Ciò che esula da tale amore tra un uomo e una don-na diventa una forma di ingiustizia. Per questo la contraccezione è con-siderata intrinsecamente un male, perché impedisce la piena relaziona-lità all’interno della vita coniugale”. “Il Papa ‘dubita e si interroga’; con schiettezza chiede a se stesso e quasi anche a noi se sia veramente giusto offrirsi alle folle e farsi acclamare come una star; tratta ampliamente del conflitto della fede cristiana con il nostro tempo e almeno in due pas-si riconosce con parole impegnative ‘la moralità della modernità’”. Così il giornalista Luigi Accattoli ha riflet-tuto su alcune delle numerose que-stioni affrontate nel volume. “Il Papa non teme di usare espressioni come ‘peccaminosità della Chiesa’ – ha proseguito –, motiva e precisa la no-vità della preghiera per gli ebrei; di-fende Pio XII indicandolo come ‘uno dei grandi giusti’; cerca con cautela una via pragmatica attraverso cui i missionari possano aiutare a vince-re la pandemia dell’Aids e riafferma il carattere ‘profetico’ della Huma-nae vitae di Paolo VI”. Sul celibato dei preti, Accattoli ha notato che il

Papa “ne parla affermando di ‘poter capire’ che i vescovi ‘riflettano’ sulla possibilità di ordinare ‘anche’ uomini sposati e aggiunge: ‘Il difficile viene quando bisogna dire come una simile coesistenza dovrebbe configurarsi’”. Tra le “curiosità” del libro al Papa molto interesse dei giornalisti è an-dato alle parole sull’uso del preser-vativo (p. 171 edizione italiana, ‘Vi possono essere singoli casi giustifi-cati, ad esempio, quando una prosti-tuta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione...”). Altrettanto interesse sul caso di p. Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo (p. 64, “Purtroppo abbiamo affrontato la questione solo con mol-ta lentezza e con grande ritardo. In qualche modo era molto ben coperta e solo dal 2000 abbiamo iniziato ad avere dei punti di riferimento concre-ti”). Su questo argomento mons. Fisi-chella ha affermato che tali “coper-ture” sono “da ricercare all’interno della stessa congregazione, tra colo-ro che erano a lui vicini, che gli orga-nizzavano l’agenda, che lo portavano in auto e così via, e non all’esterno”. Circa l’omosessualità, il Papa ne par-la a pag. 212: “Se qualcuno presenta delle tendenze omosessuali profon-damente radicate – e oggi ancora non si sa se sono effettivamente congeni-te oppure se nascano invece con la prima fanciullezza – se in ogni caso queste tendenze hanno un certo po-tere su quella data persona, allora questa è per lui una grande prova, così come una persona può davvero sopportare altre prove. Ma non per questo l’omosessualità diviene mo-ralmente giusta, bensì rimane qual-cosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto”.

C

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LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

di Sergio D’Amico

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12 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Ecclesia Chiesa bresciana

Avvento Dalla parte degli ultimi

Briciole lucenti sono forza

di comunioneCon la Giornata del pane si apre la campagna per

la costituzione di un fondo diocesano in grado di rispondere ai bisogni crescenti

a cura di Lucio Corbò

A

I sussidi dell’Ufficio oratori per bambini, ragazzi, adolescenti

L’Avvento è un tempo privilegiato per meditare sulla Lettera del Vescovo che invita la comunità a a perseguire l’unità. La vita dell’oratorio offre in merito molti stimoli soprattutto ai bambini, ai ra-gazzi ed agli adolescenti. Per loro riflettere sull’es-sere una cosa sola significa approfondire la propria capacità di relazione: con sé stessi (alla ricerca di una interiorità in maturazione), con il prossimo (la famiglia, gli amici, la propria comunità parroc-chiale), e con Gesù, in una riflessione che diventa preghiera al Dio che si fa uomo. Attraverso i lin-guaggi propri dell’età, il cammino d’Avvento pre-parato dall’Ufficio oratori illumina questi aspetti, collegando le domeniche alla dimensione della ca-rità. attraverso due sussidi: quello per i bambini si intitola: “Il mio posto accanto a Gesù” (libretto + puzzle). Il cammino d’Avvento di quest’anno vuo-le mostrarci in quattro tappe come fare “unità”.

“Tutti siano una cosa sola” è l’invito del vescovo Luciano, ma nella vita di ogni bambino questo si-gnifica saper cogliere la bellezza dello stare insie-me in famiglia, nel proprio gruppo e nella propria parrocchia, nella Chiesa e nell’incontro con Gesù. Ogni vita, come ogni tessera di un puzzle trova la giusta collocazione accanto a Gesù, all’interno della chiesa. Ecco “il mio posto accanto a Gesù”.Per i ragazzi e gli adolescenti il sussidio si intitola “Ti invito all’evento: nasce Gesù” (libretto + Facebook).Un cammino alla scoperta delle relazioni dei nostri ragazzi: dalla costruzione della propria identità al-la scoperta e alla ricerca di amicizie, fino all’incon-tro con Gesù che nasce. Accanto al libretto, ogni giorno, un gruppo su Facebook proporrà pensie-ri e stimoli di riflessione. Sono disponibili presso l’emporio Centro oratori bresciani, è gradita la prenotazione.

Quattro tappe per fare “unità”

Anche quest’anno la Caritas diocesa-na e l’Ufficio oratori hanno elaborato insieme una proposta per l’Avvento che coniuga l’attenzione alla frater-nità e alla carità: alla luce della let-tera pastorale “Tutti siano una cosa sola”, l’Avvento di carità 2010 offre l’opportunità di guardare agli ultimi, come briciole lucenti, forza della co-munione. Dà avvio a questo tempo propizio per “diventare una sola co-sa” la Giornata del pane (28 novem-bre) finalizzata a sostenere la costi-tuzione del Fondo diocesano “Bri-ciole lucenti” diretto a rispondere ai bisogni delle famiglie, in difficoltà a causa delle ripercussioni della crisi finanziaria. La proposta della Caritas si rivolge soprattutto alle comunità e alle famiglie e sottolinea come, affin-ché il pane sia condiviso e si faccia

“pane nostro”, ha bisogno di essere spezzato. Nello spezzarsi del pane, la possibilità del dono, ma anche il prodursi di briciole. Ne nasce un ri-chiamo alla sobrietà degli stili di con-sumo e alla riscoperta del valore dei piccoli atti d’amore. Alla luce della Lettera pastorale 2010/11, le briciole suonano come un richiamo al “posto degli ultimi, forza della comunione”: “Al centro dell’interesse della comu-nità debbono essere collocati i bam-bini, che non hanno ancora nessun potere, gli anziani, che non hanno più potere, i malati o i deboli in ge-nere; e tutto questo non perché que-ste persone siano migliori delle altre, ma semplicemente perché sono più deboli. È un modo rivoluzionario di considerare la famiglia umana e il di-namismo della vita sociale” (p. 55).

Ecco quindi che l’Avvento di cari-tà 2010 sarà all’insegna degli ultimi, briciole lucenti. La Giornata del pa-ne, alla 15ª edizione, si svolge anche quest’anno con l’apporto determi-nante dei fornai dell’Unione pani-ficatori artigiani della provincia di Brescia, i quali si impegnano a sfor-nare la quantità di pane necessaria a ogni parrocchia della diocesi per la realizzazione dell’iniziativa proposta. In occasione della presentazione dell’iniziativa, il direttore e il vice direttore, diacono Giorgio Cotelli e Marco Danesi, hanno sottolineato quanto pesi sulle famiglie la crisi in atto. Nel corso dell’anno 2010, fino a settembre, la Caritas ha continuato a distribuire il pane raggiungendo quo-ta 8000 kg. Sempre da gennaio a set-tembre sono stati distribuiti 84mila kg di pasta e riso (erano 17mila nel 2008 e 39mila nel 2009); le scato-le dei pomodori sono state 60mila (17mila nell’anno precedente) 61mi-la i litri di latte (12mila nel 2009). Le richieste di aiuto nell’ultimo anno sono cresciute del 25%. Sono da-

ti che raccontano le difficoltà che le famiglie devono affrontare ogni giorno. La Caritas in questi frangen-ti ha dovuto acquisire alimenti da di-stribuire perché quanto viene offerto, che finora aveva soddisfatto i bisogni, oggi non basta più. Intanto crescono le iniziative anche sul territorio. Oggi i gruppi Caritas sono circa 200, con una cinquantina di dispense alimentari e 38 centri di ascolto. Ora l’Avvento di carità 2010 è un’occasione per stimo-lare uno sviluppo di queste iniziative proprio per rispondere alle crescenti esigenze. La comunità è chiamata a guardare agli ultimi, come briciole lu-centi, forza della comunione.Le coordinate per i versamenti (causa-le Giornata del pane 2010, specifican-do nello spazio riservato all’ordinante la parrocchia e il paese di riferimento): c/c postale n° 10510253 intestato a Ca-ritas bresciana; o c/c bancario intesta-to a diocesi di Brescia – Ufficio Caritas presso Ubi –Banco di Brescia, iban: it 12 k 03500 11205 000000007051 Caritas diocesana di Brescia, piazza Martiri di Belfiore, 4 – Brescia.

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13LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Per l’Avvento con il Vescovo

Lo scorso anno il Vescovo espresse il desiderio che venisse program-mato un pellegrinaggio di un giorno all’inizio dell’Avvento e della Qua-resima per celebrare comunitaria-mente un momento penitenziale con le confessioni e la Messa. La finalità di questi pellegrinaggi è va-lorizzare il sacramento della ricon-ciliazione in un’assemblea diocesa-na con il proprio Vescovo, trovando poi il suo culmine nell’eucaristia. La prima esperienza è stata fatta all’inizio della scorsa Quaresima al Santuario delle Grazie di Manto-va. Ora viene proposto il pellegri-naggio al Santuario della Madonna del Frassino sabato 4 dicembre per l’inizio dell’Avvento. Ricorreva nel maggio scorso il 500º anniversario dell’apparizione della Vergine. Ecco quanto scrive padre Bartolo-meo Spiciani da Monzambano: “allì 11 di maggio dell’anno 1510 men-tre un contadino stava in campa-gna nella contrada della Pigna ad acconciar le viti, scorgendo quivi poco lontano uno spaventoso ser-pe, restò per timore, come privo di sensi. Onde alzando gli occhi al cie-lo, ed alla Vergine Santissima sua Avvocata, raccomandandosi vidde

quivi fra le verdeggianti fronde di un Frassine la di lei figura; avanti la quale genuflesso, scacciato ogni timore, anzi pieno di gran consola-zione rese le dovute grazie, si levò in piedi, e fatto ardito, ed accosta-tosi al Frassine, stese la mano, la levò di quivi, e tutto giubilante, se la portò a casa, e fattala vedere ai suoi domestici, la pose sotto chia-ve in una cassa, volendo egli solo essere il custode del acquistato Tesoro. Ma la piccola statua della Madonna ritornò sulla pianta del frassino. L’immagine della Madon-na venne portata nella chiesa del-la Disciplina per essere custodita, ma ancora ritorna sulla pianta del frassino, e da qui, come un grande fiume, continua a diffondere il suo amore di Madre”. A seguito dell’apparizione si creò attorno alla pianta del frassino un vero e continuo pellegrinaggio, e le offerte dei fedeli aumentavano, per cui il Consiglio comunale di Peschiera in data 24 maggio 1511 stabilì che venissero ‘elette quattro persone soprastanti alla Veneran-da Madonna dei Miracoli, affinché avessero a custodire il denaro per l’innalzamento della chiesa’. Nel 1511 venne posata la prima pietra del Santuario. L’organizzazione del pellegrinaggio è affidata alla Brevi-vet (tel 0302895311). Il programma prevede alle 9.30 la liturgia peni-tenziale. Alle 11.30 circa la Santa Messa.

Pellegrinaggio Madonna del Frassino

L

Il vescovo Luciano Monari, sabato scorso ha presentato al PalaBrescia il documento “Dal dono alla responsabilità”, linee diocesane per un pro-getto di pastorale dei preadolescenti e degli adolescenti. In un tempo difficile come questo era necessario dare una risposta ai giovani che, concluso il percorso di iniziazione, si affacciano a un’età complessa e non semplice da gestire per loro e per chi di loro si prende cura. Impe-rativo era rispondere alla domanda: “Dopo il cammino di iniziazione cristiana cosa possiamo ancora offrire come scelta e modalità fonda-mentale ai ragazzi?”.Aiutare gli adolescenti a superare l’egocentrismo e fare della propria vita una fonte di vita; guidarli all’apprendistato dell’amore per impa-rare ad amare correttamente ed essere in grado di produrre il bene, ma anche di saperlo condividere con la comunità. Così come, ricorda il Vescovo, fece Gesù Cristo nella parabola della moltiplicazione dei pa-ni e dei pesci. Distribuì ciò che sapeva fare. All’incontro ha partecipato don Nico Dal Molin, direttore dell’Ufficio nazionale delle vocazioni e di mons. Renato Tononi, vicario episcopale per i laici e per la pastorale.Dal dibattito è emerso un quadro ben definito di un’età, come l’adole-scenza, troppo spesso non vista, non presa in seria considerazione dalla società civile. La Chiesa non intende compiere lo stesso errore, sottova-lutando un momento cruciale di passaggio tra due età. La Chiesa rivolge uno sguardo benevolo e impegnato ai propri giovani, assumendo una posizione di ascolto e aiuto che passa anche attraverso il coinvolgimen-to della comunità, dei genitori e delle famiglie. Il percorso da seguire si snoda, secondo don Nico Dal Molin, attraverso tre piste educative. La prima, quella dell’incentrazione, basata sull’educazione all’identità personale, alla verità e alla capacità di non nascondersi da se stessi. La seconda sulla decentrazione, cioè sulla capacità di amare, capire e vive-re il dono di Dio. Consiste nell’insegnamento del valore della relazione e della fiducia. Infine la supercezione o adorazione, la libertà di vivere la propria vocazione: ognuno ha una sua beatitudine nella vita a cui è chiamato e che diviene fonte di felicità. Centrale, in ogni fase del percorso, è la figura di colui che è deputato all’educazione, chiamato a un ruolo difficile in cui è indispensabile saper mettere in gioco la propria umanità e fragilità e attraverso essa saper cogliere la realtà degli adolescenti accettando la sfida di camminare al loro fianco, sapendoli aspettare e fermandosi con loro se serve. Essere per loro compagni e guida in un percorso dai contorni sempre più sfu-mati dove le tappe sono segnate dall’eccesso e dal consumo senza che mai ci sia un vero aiuto volto a identificare una regola di vita basata anche sulla capacità di discernimento. La diocesi ha dato il suo contri-buto al percorso educativo degli adolescenti tracciando quelle che so-no le linee guida, ma lasciando lo spazio necessario alle realtà locali di far nascere progetti radicati sul territorio che prendano le mosse da chi il progetto lo crea e lo fa vivere, dagli adolescenti e dagli educatori stessi. La mattinata si è conclusa con una larga partecipazione del pub-blico presente in sala che ha contribuito, con le proprie domande, allo sviluppo del discorso portando l’attenzione a temi quali lo sfruttamen-to dei giovani in quanto consumatori e sulla necessità della ricerca del giovane della propria strada e della verità nel Signore. Nel pomeriggio poi i temi sono stati ampiamente approfonditi nei cinque laboratori di riflessione. (Emma Bettinardi)

Presentate al PalaBrescia

Linee progettualiper preadolescenti e adolescenti

Il Santuario della Madonna del Frassino

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14 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Ecclesia Chiesa bresciana

Sovvenire L’aiuto alle parrocchie

Nulla sfugge alla fantasia della carità

L’esempio della parrocchia Beato Luigi Palazzolo che è stata sostenuta per la realizzazione di

un’opera di valore pastorale e sociale

a cura di Silvia Zavoli

In occasione delle prossime festività natalizie, tramite il Servizio diocesano per il sovvenire, verrà inviata in tutte le parrocchie una singolare pubblica-zione, quasi una strenna non usuale. Si tratta del volume “Firmo dunque do-no”. Il libro presenta in 124 pagine un excursus fra le opere realizzate dalle diocesi italiane con i fondi dell’8xmil-le. Una vera sorpresa benefica: si può scoprire tramite immagini ben sele-zionate e commenti di giornalisti testi-moni di quanto scrivono, il bene che si è potuto fare in 20 anni di 8xmille in tutta Italia, da Bolzano ad Agrigen-to. Si potrebbe affermare che nulla sfugge alla fantasia della carità. Leg-gere queste pagine allarga il cuore. Ci sono poi anche i racconti della desti-nazione dei fondi 8xmille a favore del Terzo Mondo.

IÈ una continua sorpresa, fra l’altro con la consapevolezza che il libro, per ovvie ragioni editoriali, evidenzia solo alcuni esempi in ogni regione italiana: altre centinaia e centinaia di opere re-alizzate si possono facilmente imma-ginare sulla lunghezza d’onda di quelli presentati. In Lombardia, ad esempio, vengono citate quattro diocesi su die-ci: Milano, Como, Crema e Cremona. Milano illustra il “fondo famiglia”, Co-mo l’esperienza di una comunità di famiglie che hanno deciso di aiutarsi a essere accoglienti e ospitali verso minori e adulti in difficoltà, Crema un oratorio giovanile, Cremona due chie-se nuove. Nelle altre diocesi lombarde sono decine le realizzazioni portate a termine o mantenute in attività. Fra queste non dobbiamo dimenticare la diocesi di Brescia. Una significativa esperienza è quella della parrocchia Beato Luigi Palazzolo. Ne abbiamo parlato con don Alberto Maranesi, che ne è il parroco dal 2005. La parrocchia è giovane, essendo nata nel 1979 e quando don Alberto ha as-

sunto l’incarico non aveva ancora un oratorio. Nello stesso anno il Comu-ne ha messo in vendita una cascina adiacente alla chiesa. È stata colta la palla al balzo per fare un primo passo verso la nuova struttura acquisendo la cascina. In seguito è stato elabora-to un progetto di ristrutturazione per ricavarne una casa parrocchiale con i servizi ricreativi tipici di un oratorio e con gli ambienti per la catechesi e le attività pastorali. Il progetto, ci rac-conta don Alberto, comportava una spesa di 1 milione e 300mila euro, da aggiungere al costo della cascina. Per affrontare l’impresa si è deciso di chiedere l’aiuto all’8xmille. È sta-to presentato il progetto agli uffici na-zionali che l’hanno esaminato e han-no deciso di contribuire, con 300mila euro, ai lavori per la parte pastorale. L’opera, anche grazie a quell’aiuto, ha potuto così prendere corpo, almeno per quanto riguarda la parte inferiore della cascina. In una fase successiva è stato completato l’intervento sulla parte superiore che è stata messa a

I dati riguardanti l’8xmille nelle denunce del 2009

Sono pervenuti giorni fa al Servizio diocesano per il sovvenire gli aggiornamenti riguardanti l’8xmille e le offerte deducibili per il sostentamento del clero a livello locale. Nell’anno 2009 in media sono stati so-stenuti per tutto l’anno 886 sacerdoti diocesani, uno ogni 1.267 abitanti. Il loro sostentamento è costato 14.150.062,68 euro a cui si è potuto provvedere con le risorse così distribuite: per il 7,8% dalle remunera-zioni delle parrocchie; 17,2% da stipendi e pensioni personali; il 24,9% dai redditi dei patrimoni dell’Isti-tuto diocesano sostentamento clero; 2,2% dalle of-ferte deducibili per il clero dell’anno 2008; 48% dai fondi dell’8xmille. Quindi il clero bresciano pesa per un totale di 6.792.726,39 che è meno della metà del fabbisogno. Le offerte libere per il sostentamento dei sacerdoti, deducibili in sede di denuncia dei redditi degli offerenti e inviate all’Istituto centrale attraver-so uffici postali e banche con indirizzo attribuibile al territorio bresciano, nel corso dell’anno 2009 hanno

raggiunto l’importo di 270.850,47 euro, frutto di 2.481 versamenti di 1.978 offerenti (quindi qualche bresciano ha fatto più volte l’offerta). La media è quella di uno ogni 568 abitanti. La media regionale lombarda è di uno ogni 362 abitanti, quella nazio-nale di uno ogni 512. “Il quadro è sostanzialmente positivo – commenta l’incaricato diocesano per il sovvenire mons. Gabriele Filippini – e va certamente rinnovato il grazie ai pa-tronati e centri di assistenza fiscale vicini al mondo cattolico oltre che ai tanti commercialisti che infor-mano i loro clienti sulle potenzialità e valore della firma. Il punto dolente per Brescia, fanalino di coda rispetto anche alla media nazionale, sono le offerte libere all’Istituto centrale per il mantenimento dei sacerdoti: si tratta di una raccolta in continua dimi-nuzione. Forse bisogna trovare la strada per rendere i bresciani, col resto degli italiani, più consapevoli di quanto sia importante questo apporto che esprime

la partecipazione diretta e responsabile dei fedeli al sostentamento dei sacerdoti”.Segnaliamo che l’8xmille non è l’unica forma per aiu-tare la Chiesa. C’è anche l’offerta per il sostentamen-to dei sacerdoti di tutta Italia. E, a questo proposito, anche Brescia ha adottato dal mese di ottobre scor-so una iniziativa sperimentale di collaborazione tra il Servizio promozione e l’Agesci Lombardia finaliz-zata alla sensibilizzazione del mondo scout ai temi del sovvenire. Di che si tratta? Un bussolotto collo-cato in un luogo pubblico per raccogliere le offerte. Gli scout del luogo si dedicano alla pubblicità in vari modi. Periodicamente l’incaricato diocesano invierà all’Istituto centrale di Roma le offerte raccolte. Fi-nora questi bussolotti sono stati installati in quattro punti vendita scout a Milano, Gallarate, Mantova e Brescia. Il bussolotto per le offerte a sostegno dei sacerdoti a Brescia è presso la sede della rivendita scout in via Tofane 21.

disposizione di altre iniziative. Come ci dice don Alberto, le domande sono state molte, ma sono state scartate tutte quelle che non avevano carat-teristiche di servizio perché l’intento non era quello di incassare sempli-cemente l’affitto. La scelta finale è caduta sulla collaborazione con l’Uf-ficio oratori della diocesi per desti-nare una parte dell’edificio superiore alla Casa Foresti, cioè a un ambiente che l’Ufficio oratori ha destinato alla formazione. Con don Alberto, abbiamo visitato la casa che si fa apprezzare per la so-brietà con cui si è progettata la ristrut-turazione che doveva rispettare la co-struzione preesistente. “Abbiamo an-cora dei debiti – ci dice don Alberto – ma grazie all’8xmille e grazie anche all’aiuto della Regione, abbiamo potu-to realizzare un’opera che considero comunque frutto della Provvidenza perché quando abbiamo incomincia-to avevamo un grande sogno e molte speranze, ma le risorse economiche era sotto zero”.

Brescia fanalino di coda per le offerte libere

Gara ‘ecclesiale’ nel cortile dell’oratorio del Beato Palazzolo

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15LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Per studiarela società

Hanno scritto mons. Aldo Delaidelli e don Mario Benedini in una lettera in-dirizzata ai sacerdoti bresciani: “Tut-ti avvertiamo una sorta di disagio di fronte ai problemi sociali nei quali, vo-lenti o nolenti, anche la nostra azione pastorale è chiamata a confrontarsi per essere davvero incisiva. Spesso però, assorbiti da molteplici impegni, ci troviamo spiazzati, e, spesso non abbiamo il tempo per dedicarci allo studio e all’approfondimento”. A partire da questa constatazione è stata varata una iniziativa che am-bisce a offrire un piccolo aiuto per ovviare a questa carenza. Si tratta di alcuni incontri, guidati da relatori qualificati per aiutare a meglio cono-scere la realtà nella quale tutti sono chiamati a operare. A conclusione della Settimana sociale di Reggio Calabria mons. Arrigo Mi-glio, parlando di “speranza affidabile” faceva alcune considerazioni, dicen-do fa l’altro: “Siamo chiamati a esse-re noi per primi in Italia a guardare al futuro senza paura, con speranza; quelli che guardano verso un orizzon-te di vita e non di declino. È proprio il caso di ripetere le parole di don Stur-zo: la speranza ci rende liberi e forti. Un’attenzione particolare viene riser-

vata ai giovani, “perché possano so-gnare e progettare, perché non resti-no sulla piazza ad aspettare, come gli operai della parabola evangelica che avevano trascorsa tutta la giornata in attesa di una proposta. Molti giovani hanno bruciato troppe ore delle loro ‘giornate’ senza ricevere una proposta vera e coraggiosa. Ma i giovani, con la loro presenza e con le loro attese, ci dicono di far presto a rendere visibi-le, operante ed efficace, una proposta di pensiero e di vita diversa da quella che respirano giorno e notte”.Gli incontri sono pensati per sacerdo-ti, diaconi e religiosi della diocesi di Brescia. Avranno inizio alle ore 9.30 nelle sedi indicate, e termineranno alle ore 12. Il primo incontro è pro-grammato per martedì 30 novembre presso la parrocchiale di S. Pietro a Roè Volciano, mercoledì 1° dicembre presso il Centro pastorale Paolo VI di Brescia e giovedì 2 dicembre presso l’Eremo SS. Pietro e Paolo di Bienno. Il tema è: “Nuovi volti dei lavori e cri-si del mondo del lavoro”, relatore il prof. Maurizio Drezzadore. Il secondo incontro è fissato per l’1, il 2 e il 3 mar-zo 2011 sempre nella sequenza delle località sopra citate. Il tema: “La crisi della democrazia in Italia”; relatore p. Bartolomeo Sorge. Il 5, 6 e 7 aprile sarà la volta del prof. Gianluigi Bizioli che tratterà il tema: “Federalismo fi-scale o federalismo sociale?”. Infine il 24, 25 e 26 maggio l’avv. Massimo Gilardoni parlerà di “La legislazione italiana sulla immigrazione”.

Per i sacerdoti Incontri sul territorio

H

In memoria

Giuseppina Zogno

Padre Sorge con Mino Martinazzoli

Laici (giovani e adulti). Da sabato 4 a mercoledì 8 (ponte dell’ Immacolata Concezione di Maria): esercizi spirituali che assorbono il consueto ritiro men-sile (vedi sotto ulteriori notizie sulle giornate).Donne. Martedì 14, dalle 10 alle 16.30, ritiro spirituale: lectio divina con la Paro-la di Dio che verrà ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica successiva.Presbiteri e religiosi. Mercoledì 15, dalle 9.30 alle 14, ritiro spirituale per il presbiterio e i religiosi delle due zone gardesane (XVI e XVII). Il servizio della Parola è offerto da mons. Franco Bretoni, il ministero della Riconciliazione dai Padri Cappuccini di Barbarano.Esercizi spirituali prossimi. Per laici. Dalla serata di sabato 4 dicembre al pran-zo del successivo mercoledì 8 (ponte festivo dell’Immacolata), don Dino Capra e le Suore Dorotee di Cemmo dell’Eremo animeranno le giornate di esercizio spirituale della lectio divina delle Sacre Scritture guidati dall’evangelista Luca: “Tu sei il Figlio mio, l’amato”. Non vi è migliore preparazione al Natale del Verbo di Dio fatto carne in Gesù che mettersi in ascolto di questo Verbo che ha il potere di farsi carne in noi.Per giovani che si domandano come impegnare la loro vita. Dalla serata di domenica 26 dicembre al pranzo del successivo giovedì 30, don Dino Capra e le Suore dell’Eremo propongono alcune giornate di esercizio spirituale della lectio divina delle Sacre Scritture a giovani, giovani adulti e coppie di giovani sposi che cercano di capire quale forma il Signore intende dare al-la loro esistenza, per rispondere alla domanda che tutti noi, prima o poi, ci poniamo: “ Che devo fare, Signore, della mia vita?”. Gli scritti dell’evangeli-sta Luca aiuteranno i partecipanti a meditare la vicenda di Stefano, il primo testimone del Signore risorto: “ Stefano, pieno di grazia e di potenza…” per riscoprire la propria vocazione di battezzati in Gesù, conformarsi a Lui fino ad assomigliargli come gocce d’acqua. Solo su questo fondamento si consolidano quelle scelte a servizio della comunità umana che impegnano irreversibilmente tutta la vita. Per informazioni: Eremo di Montecastello, Ti-gnale s/Garda (Bs). Tel 0365 760255 – Fax 0365 760055 - E-mail: [email protected]; Internet: www.montecastello.org

Eremo di Montecastello

Appuntamenti di dicembre

“Siate pronti, con la cintura ai fianchi e con le lucerne accese…; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, ...”. È Il Vangelo di martedì 19 ottobre che sicuramente Giuseppina, come era solita fare, avrà meditato. E mercoledì 20 notte, nel sonno, è scoccata per lei l’ora dell’incon-tro con il Signore della sua vita. Giuseppina era certamente pronta perché di questo incontro parlava spesso e a esso si preparava con tutto l’impegno del-la sua vita. Chiedeva spesso al Signore di morire “sulla breccia” e così è stato; fino alla sera precedente ha lavorato: ha avvisato le amiche del Gruppo ecu-menico per un incontro il giovedì seguente; ha ricevuto in casa il suo “figlio spirituale” (Luciano, un mussulmano convertitosi al cristianesimo, conosciuto in carcere) per consegnargli i libri del Corso di teologia per laici appena iniziato.Giuseppina era nata 79 anni fa ed era rimasta orfana di madre all’età di due anni e di padre a 12. Le difficoltà non l’hanno mai frenata; al contrario, spri-gionavano in lei nuove risorse di coraggio e di intraprendenza. In tutto il suo operare metteva in atto la “fantasia della carità” riuscendo a rispondere alle diverse richieste di aiuto. Ha insegnato nella scuola elementare. Al suo pensio-namento si è iscritta all’Istituto superiore di scienze religiose. Laureatasi con una tesi su Egidio Bullesi, giovane friulano, morto in concetto di santità, si è occupata appassionatamente della sua causa di beatificazione.Non c’era realtà umana o religiosa che non suscitasse il suo interesse e il suo entusiasmo: i suoi ‘amori’ erano tanti. In primis la Chiesa che sentiva come fa-miglia spirituale, il sacerdozio, la liturgia, la Messa e i sacramenti, la famiglia, la scuola, l’Azione cattolica, le missioni, l’ecumenismo, le Chiese dell’Est, le cau-se dei Santi, le carceri, la musica, l’arte, e altro. Sensibile fin dalla giovinezza ai problemi della “Chiesa del silenzio”, dopo la caduta del Muro di Berlino si è prodigata per aiutare le Chiese dell’Est europeo, intraprendendo viaggi in Polonia, Russia e Albania.Circa 15 anni fa, Giuseppina, con un’amica, fece presente a mons. Beschi, al-lora responsabile dell’Ufficio famiglia, il problema di persone separate, divor-ziate, conviventi che sentivano la necessità di un supporto spirituale. Nacque così il gruppo Galilea che Giuseppina si rese disponibile ad accompagnare in un cammino di riflessione sulla Parola di Dio, rapportata ai problemi specifici di quelle persone. Negli ultimi 10 anni si è dedicata ai carcerati come catechi-sta e in particolare nella preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, nella cura della liturgia, nell’accompagnamento personale di alcuni detenuti, seguendoli anche nei loro spostamenti di sede. Sempre serena e determinata poteva apparire talvolta eccessiva nei suoi comportamenti e, per questo, sof-friva di non essere correttamente compresa, ma non rinunciava a perseguire i suoi fini secondo verità e carità. Ora amiamo pensare Giuseppina nella Luce del Signore a celebrare il Suo immenso amore e la Sua gloria.

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Ecclesia AgendaEcclesia Agenda16 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Agenda del Vescovo

Parrocchia di San Luigi Gonzaga

La festa di Cristo Re La celebrazione della festa di Cristo Re è stata un’ottima occasione per ricor-

dare il decreto vescovile di  fondazione  della parrocchia cittadina di San Luigi Gonzaga, datato 1° novembre 1980. Fu allora designato don Fortunato Patroni parroco del quartiere in costruzione di San Polo 2. Il 25 novembre 1990 avven-ne l’inaugurazione della chiesa, che il 21 novembre 1999 fu consacrata. Mons. Vigilio Mario Olmi, che seguì i primi anni della parrocchia, ha concelebrato la

S. Messa alle ore 17.30 con don Fortunato Patroni e don Angelo Olivetti, attua-le parroco,con la partecipazione di fra Marco Fabello dei Fatebenefratelli.

Ufficio oratori

Per animatori di teatro in oratorioL’Ufficio oratori promuove un corso di formazione per gli animatori teatrali in oratorio: è rivolto a quanti, educatori, animatori, catechisti e volontari si occu-

pano a livello amatoriale di teatro e di teatralizzazioni in oratorio e nel Grest. Il corso riprende il modello di formazione interattivo dei laboratori del lune-

dì. Coordina Simone Agnetti, responsabile progetto Punto.Art. Il corso si svol-ge presso la casa di formazione Bruno Foresti, nei lunedì 29 novembre, 6 di-cembre, 13 dicembre, 20 dicembre dalle 20.30 alle 22. Info: [email protected],

0303722252, Centro oratori bresciani via Trieste 13c, Brescia; [email protected]

Zona morenica del Garda

Settimana vocazionaleDal 29 novembre al 5 dicembre è in programma la settimana vocazionale

nella zona XV morenica del Garda. Lunedì 29 novembre alle ore 18.30 presso le Madri Canossiane di Bedizzole si tiene una serata di preghiera per sacer-

doti, religiosi e religiose, consacrati/e; équipe vocazionale. Giovedì 2 dicem-bre alle ore 15 recita del S. Rosario e adorazione eucaristica presso la Pieve

di Nuvolento. Alle ore 20.30 serata vocazionale per tutte le età e le vocazioni, presso la chiesa parrocchiale di Carzago della Riviera. Venerdì 3 dicembre

alle ore 20.30 adorazione eucaristica in tutte le parrocchie della zona. Sabato 4 dicembre dalle ore 15 alle 17 incontro dei ministranti presso l’oratorio di

Prevalle San Zenone. Domenica 5 dicembre dalle ore 18.30 alle ore 21 incon-tro dei cresimandi presso l’oratorio di Nuvolera. S. Messa animata, momento

di festa e di proposta da parte dell’équipe del Seminario diocesano.

Pellegrinaggi diocesani

Incontro per i partecipantiLa Brevivet invita i partecipanti alle iniziative diocesane di pellegrinaggio

a un incontro che si tiene presso il Centro pastorale Paolo VI domenica 28 novembre con inizio alle ore 10. Il programma prevede una riflessione di

mons. Giacomo Canobbio su “Luogo santo, vita: il pellegrinaggio come me-tafora”. Alle 12 la Santa Messa presieduta da mons. Gianfranco Mascher.

Necessaria l’iscrizione. Tel. 0302895311 (signora Luisa).

Consiglio pastoraleSessione rinviataSi comunica che la I sessione del XI Consiglio pastorale diocesano prevista per sabato 27 novembre è sospesa e rinviata a sabato 8 gennaio 2011.

UniversitàSanta Messa e lectio divinaMercoledì 1º dicembre alla ore 17.30 in Duomo Vecchio mons. Luciano Monari presiederà la celebrazione eucaristica per le due università. Intanto con l’Av-vento torna l’esperienza della lectio divina: si incomincia martedì 30 novembre alle ore 20.30 al convitto San Giorgio in via Galilei; gli altri due appuntamenti sono fissati per martedì 7 dicembre all’Istituto Franciscanum di via Callegari e martedì 14 dicembre presso l’Istituto Salesiano in via San Giovanni Bosco.

Per i giovaniCelebrazione penitenzialeI giovano sono invitati alla celebrazione penitenziale che si tiene venerdì 3 dicembre alle ore 21 presso il Centro pastorale Paolo VI. Presiede il Vescovo. Tema: “Il mondo non lo ha riconosciuto” (Gv 1, 6-13).

Vigili del fuocoFesta per Santa BarbaraIl Corpo dei vigili del fuoco festeggia la patrona Santa Barbara sabato 4 di-cembre con una celebrazione eucaristica che si svolgerà nel Santuario di Santa Maria delle Grazie in città alle ore 10. Celebra il rettore mons. Mario Piccinelli.

Santuario S. Angela MericiSi inaugura il nuovo organoSabato 27 novembre, con inizio alle ore 21, si inaugura il nuovo organo del Santuario di S. Angela Merici in Brescia, opera della ditta Mascioni del 2010. Il nuovo strumento ha una tastiera di 58 note, una pedaliera di 27 note e 840 canne distribuite su 21 registri. La sua collocazione a lato del presbiterio è la stessa dell’organo precedente andato completamente distrutto durante l’ul-timo conflitto mondiale. Le caratteristiche a cui ci si è ispirati nella realizza-zione di questo nuovo strumento sono state riprese anche nell’esecuzione della cassa-prospetto su disegno dell’architetto Alberto Ferrari debitamento approvato dalla Sopraintendenza per i Beni Architettonici. La decorazione è opera della ditta Gigola di Gussago, direttore dei lavori ing. Giampietro Mes-sali. Mons. Vigilio Mario Olmi benedirà il nuovo strumento. A seguire l’orga-nista Giancarlo Parodi terrà un concerto inserito nel programma degli Itine-rari organistici bresciani.

Esercizi spiritualiPer i sacerdoti ordinati negli ultimi 10 anniNel cammino della formazione permanente del clero ha un posto particolare l’esperienza annuale degli esercizi spirituali vissuti in forma comunitaria. Un corso di esercizi rivolto a tutti i sacerdoti ordinati negli ultimi 10 anni, si ter-rà all’eremo dei SS. Pietro e Paolo di Bienno dalla domenica 9 gennaio (sera) al venerdì 14 gennaio (pomeriggio). Predicatore sarà il biblista don Giacomo Morandi di Reggio Emilia.

Venerdì 26 novembreOre 20.30 – Brescia – Incontro nella Settimana della Parola al Villaggio Sereno.Sabato 27 novembreOre 17.30 – Brescia – S. Messa in Cattedrale.Ore 20.45 – Brescia – Liturgia della Parola presso la parrocchia di San Gau-denzio in città.Domenica 28 novembreOre 10.30 – Barghe – Cresime.Ore 17.30- Muratello di Nave – S. Messa e inaugurazione dell’oratorio.Mercoledì 1 dicembre Ore 17.30 – Brescia – S. Messa per gli universitari in Duomo Vecchio.Giovedì 2 dicembreVisita ai sacerdoti della zona XXI di Gardone V.T.

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Caritas 17LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Avvento di Carità 2010 Per il fondo “briciole lucenti”

Torna la Giornata del pane

di Marco Danesi

“Un dono sollecita l’altro, un dono ricevuto e contraccambiato rende forte il legame di amici-zia e comunione” (“Un solo pane, un unico cor-po”, 2009). “Le stagioni del pane”, la proposta dell’Avvento di carità 2009, aveva queste premes-se: partendo da un bisogno alimentare, costruire relazioni, unire e creare rapporti tra le persone. L’iniziativa si è concretizzata con la distribuzione, anche attraverso il magazzino “Ottavo Giorno”, di 8.121 kg di pane. Solo questo dato sottolinea quanto il 2010 sia un anno difficile: le diverse re-altà Caritas, hanno incontrato, ascoltato e dove è stato possibile, accompagnato e supportato tante famiglie. Alcuni indicatori possono darne la “misura”: se nel 2008 le caritas parrocchia-li hanno distribuito attraverso Caritas diocesa-na pasta e riso per 17.592 kg, nel 2009 i chili di-stribuiti sono stati 39.850 e nel 2010 addirittura 84.361; stesso trend per il latte: si è passati dai 12.084 litri del 2008 ai 61.272 litri del 2010. Que-sto senza considerare le raccolte che diverse

comunità parrocchiali hanno organizzato diret-tamente sul proprio territorio. L’ultimo rapporto Caritas-Zancan (“In caduta libera”, X rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale, 2010) offre una fotografia della vulnerabilità delle famiglie italiane, delle loro fatiche quotidiane. Secondo i dati Istat (luglio 2010), la povertà relativa delle famiglie è diminuita dall’11,3% del 2008 al 10,8% del 2009, per un totale di 7 milioni 810mila, pari al 13,1% dell’intera popolazione. In realtà si trat-ta di “un’illusione ottica”: non è diminuita la po-vertà ma si è abbassata la soglia su cui si calcola la povertà relativa. Aggiornando infatti la soglia rispetto alla variazione dei prezzi tra il 2008 e il 2009 (solo 25 euro), i “poveri” in Italia aumen-tano, arrivando a 8 milioni e 370 mila persone, con un incremento del 3,7%. In breve: siamo tut-ti più “poveri”.In Lombardia l’incidenza della povertà relativa è inferiore rispetto all’Italia, ma è interessante ri-levare, tanto più alla luce della soglia che l’Istat ha utilizzato, che se la percentuale di “famiglie povere” in Italia è scesa dall’11,3% al 10,8%, in Lombardia si è mantenuta stabile al 4,4%. Spie-

ga la criticità del dato il fatto che il 24,3% delle famiglie non riesce a far fronte a una spesa im-prevista di 700 euro. Le persone che si sono ri-volte ai centri d’ascolto delle Caritas nell’ultimo anno sono aumentate del 25% e il 47,5% ha chie-sto beni e servizi materiali: alimentari, vestiario, pagamento delle utenze. Per contrastare questo rischio di “caduta libera”, negli ultimi due-tre an-ni, le caritas della Lombardia, hanno avviato 35 nuove progettualità anticrisi, tra cui 10 progetti di microcredito sociale, nove fondi diocesani di emergenza, sei empori solidali. Anche alla luce di queste analisi, l’iniziativa concreta che accom-pagna la proposta della “Giornata del pane 2010” riguarda la creazione di un fondo per le famiglie in difficoltà. Con questa intenzione l’Avvento di Carità 2010 è all’insegna delle “briciole lucenti”. Partire da elementi apparentemente inutili, da ciò che sembra non contare, per coglierne il va-lore, per riscoprire il bisogno di vivere come un “pane di briciole”, come parti diverse e distinte di uno stesso mosaico che solo insieme può es-sere lucente. Un pane dove le briciole non sono lo scarto, ma la necessità e l’opportunità.

Caleidociclo della carità: “Tra tutti”

Padre Giacomo: Dopo aver condiviso le esperienze del “Con Dio” e “Nella comunità”, passiamo alla terza faccia del caleidociclo della carità: “Tra tutti”. Un traccia che rimanda all’interazione con il territo-rio: quali gli strumenti delle Caritas parrocchiali per leggere, per ascoltare il territorio? Quali relazioni, rapporti, interazioni ci sono con gli altri operatori del territorio? Che risonanza ha l’azione della Cari-tas nel territorio? Placida: Casa Rut si è sempre posta il problema di co-me sentire e saper dare risposte ai bisogni presenti sul territorio. Per noi “essere antenna” dei bisogni non vuol dire rimanere chiusi nel nostro centro di ascolto, ma piuttosto cercare di uscire, interrogando le realtà del territorio. E il cercare, il sentire, il trovare bisogni di un certo livello, ci ha interrogato e ci ha fatto ca-pire che dovevamo dare una risposta.

Padre Giacomo: Nel territorio può risultare astratto, ma cosa vuol dire andare nel territorio? Cosa vuol dire avere le “antenne alzate”?Placida: Prendo ad esempio i volontari che fanno trasporto: accompagnano persone anziane, amma-late, a volte anche minori e mamme. Il servizio veni-va fatto semplicemente come un servizio. All’inter-no di questo poi nascevano rapporti e relazioni con le persone e talvolta si capiva che, oltre al bisogno del trasporto, c’erano altri problemi. La sensibilità e la delicatezza dei volontari nel riportare al Centro le problematiche che emergevano, ci hanno permesso di arrivare a queste persone in modo adeguato. Al-cune volte sono i vicini di casa che ci fanno presente i problemi, oppure l’andare all’oratorio ed incontrare la mamma che, in un contesto diverso dal centro di ascolto, si apre e ti pone il problema.

Padre Giacomo: E sul lavoro in rete?Placida: L’esigenza di lavorare in rete si è sentita quasi subito, visto anche l’importanza e la mole dei proble-mi, essendo Sarezzo una realtà piuttosto variegata. Abbiamo contatti con i servizi sociali del Comune, l’Asl, la Comunità Montana, i Consultori… Con tut-ta la gamma dei servizi territoriali abbiamo stretto delle buone relazioni. Attraverso Convenzioni si è potuto dare alcune risposte, lavorando in modo tra-sparente e concreto. Padre Giacomo: Avere a cuore e dare gambe al “Tra tutti” è davvero importante, perché moltiplica e per-mette alla carità di entrare nelle strutture del quar-tiere. Non è solo la comunità che fa la sua attività, ma c’è lo stile della carità che entra in contatto con le Istituzioni del quartiere e costruisce nuove e rin-novate relazioni.

Casa Rut di Sarezzo

Concretamente la proposta permetterà la creazione di un fondo per le famiglie in difficoltà. Bisogna partire da elementi apparentemente inutili per coglierne il valore vero

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CSV18 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Parlamento Un appello alla revisione in Senato

Ancora in bilico il 5xmille

pagina a cura di Nicola Migliorati

Il 5xmille è nuovamente in bilico. La Camera dei deputati, come è noto, ha dato in questi giorni l’approvazione alla legge finanziaria per il 2011, in cui, con il maxi emendamento del Governo, è stato reinserito il 5xmille, ma ridotto a un quar-to: un tetto di 100 milioni anziché di 400 come in precedenza.“Questo avviene in un quadro – si legge in una nota di Csvnet, Forum Terzo Settore, la Consulta del volontariato e ConVol – già gravato dai tagli ai fondi delle politiche sociali: dai 1.472 milioni di euro del 2010 ai 349,4 del 2011, pari a meno 76%. Sono i fondi per i servizi sociali dei Comu-ni, spesso realizzati con il volontariato e il non-profit, i fondi per la famiglia, per la non-autosuf-ficienza, per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani, per calmierare l’affitto e per il servizio civile.”Una netta presa di posizione anche da parte del presidente del Csv di Brescia, Urbano Gerola: “Ancora una volta il volontariato è gravemente penalizzato dalle scelte del Governo.Nella manovra di stabilità economica, già legge

Circolo Arci

Quattro fra le più rilevanti realtà associazionistiche organizzano un corso di formazione, “La gestione associativa”, in tre incontri, il prossimo 17-18 dicem-bre 2010 e il 15 gennaio 2011, presso il Circolo Arci “Colori e Sapori” in via Risorgimento 18, a BresciaLe strutture regionali di Arci, Acli, Auser e Agesci hanno siglato un accordo regionale per la forma-zione dei quadri dirigenti delle Associazioni di pro-mozione sociale sul territorio lombardo. Le associazioni di promozione sociale, anche quan-do gestite da soli volontari, sono invitate alla cono-scenza della normativa e delle procedure di gestio-ne, per garantire al meglio le attività nei confronti dei propri soci. Il programma spazierà dalla natura giuridica delle

Aps, alla gestione fiscale e alla normativa di settore. Temi importanti e delicati anche per le associazioni, molte volte più attente al fare e all’aspetto prati-co dell’aiuto che all’adempimento burocratico del-le prescrizioni amministrative. Conoscere gli obbli-ghi fiscali, le prescrizioni, ma anche le opportunità previste, è ormai fondamentale per ogni realtà che opera sul territorio e che si interfaccia con i cittadi-ni e le istituzioni.Tutti i moduli del corso sono a cura di Ideanna Giu-liani, responsabile Formazione quadri Arci regio-nale Lombardia. L’iscrizione al corso, entro il 4 dicembre e fino ad esaurimento dei posti, è del tutto gratuita e si esple-ta scrivendo a [email protected].

“La gestione associativa” in tre incontri

finanziaria, votata dalla Camera dei deputati, le risorse destinate al 5xmille, sono state decurtate rispetto all’anno precedente del 75%, passando dai già scarsi 400 milioni di euro ai 100 milioni per il 2011. Una condizione che metterà in gravi difficoltà moltissime organizzazioni di volontariato, grandi e piccole, nonché le associazioni che sostengono la ricerca scientifica. Ancora il 26 ottobre scor-so, in occasione dell’apertura della Conferenza organizzativa del Csv net, il vicepresidente della Camera, on. Maurizio Lupi, aveva affermato che le risorse sarebbero state confermate. È una scelta inaccettabile. Come si può conti-nuare a chiedere la sussidiarietà al volontariato nella risposta ai bisogni se non gli si consente di avere risorse per operare?Ora vi è ancora una possibilità: che il Senato chiamato a votare la legge nei prossimi giorni, ponga rimedio. Faccio appello ai senatori bre-sciani perché si adoperino per la modifica. Qualora ciò non avvenisse rischia di essere va-nificato in larga parte l’impegno delle organizza-zioni di volontariato nella ricerca dei fondi del 5xmille e offesi i cittadini che scelgono di desti-

nare liberamente una quota delle loro imposte”. È questo un nuovo e tormentato capitolo di una storia che non conosce tranquillità. Nato nel 2006 come misura che avrebbe dovuto rivoluziona-re il rapporto fra Stato e non profit, il 5xmille è giunto al quinto compleanno. Introdotto come declinazione concreta del principio di sussidia-rietà fiscale ebbe all’esordio un grande succes-so fra i cittadini con 15 milioni di contribuenti che espressero la loro preferenza. Una mole di dati da elaborare e una macchina burocratica sicuramente imponente che ha continuamente ingolfato i meccanismi distributivi delle Istitu-zioni preposte.Quello che però più infastidisce gli organi di rappresentanza del Terzo settore è la natura precaria del 5xmille, ogni anno legato ai tagli e ai temporali politici che accompagnano la pro-mulgazione della Finanziaria, senza mai una de-finitiva stabilizzazione. In tempi di ristrettezza e instabilità può sembrare difficile impegnare sta-bilmente risorse statali ma è indubbio che il ve-nir meno delle attività svolte dalle associazioni di volontariato peserebbe sui servizi dello Sta-to e sui cittadini in maniera ancor più pesante.

La Camera ha reinserito il 5xmille, ma l’ha ridotto a un quarto: un tetto di 100 milioni anziché di 400 come in precedenza. Continuano, quindi, i tagli ai fondi delle politiche sociali

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Congrega Carità Apostolica 19LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Bilanci Nell’ultimo biennio in aumento le richieste di aiuto

La crisi e le famiglie bresciane

Gli ultimi tempi hanno visto l’emersione, anche a Brescia, di inediti fattori di crisi, che hanno ali-mentato un profondo disorientamento in tutti gli strati della società, ma in primo luogo tra le famiglie e gli anziani. La Congrega della Carità Apostolica, coerentemente al proprio mandato, si è sentita dunque chiamata ad uno sforzo sup-plementare che ha comportato anche un adatta-mento delle modalità di intervento. L’opera di un ente plurisecolare quale la Congrega, infatti, non può essere esclusivamente vincolata a pur illustri trascorsi, e non può neppure essere condizionata dal modello di antiche pratiche beneficali, che lo costringerebbero a un cortocircuito, limitandone inevitabilmente l’azione. A uno slancio caritatevo-le suggerito da contingenze anche drammatiche, sembra preferibile un agire intelligente e profes-sionale “in rapporto al mondo e agli uomini d’og-gi”. Dall’osservatorio di via Mazzini si nota l’au-mento della disoccupazione, in particolare tra i cinquantenni, senza requisiti per la pensione ma considerati fuori dal mercato perché “maturi” e tra i giovani, le cui difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro e ottenere un lavoro non precario sono in preoccupante aumento. Coloro che stanno suben-

do gran parte delle conseguenze della crisi sono le famiglie, e in particolare quelle che presentano al proprio interno uno o più elementi di criticità. D’altra parte, si evidenzia che a perdere terreno in questo momento non sono solo i nuclei in condi-zioni disagiate, ma anche un consistente numero di famiglie appartenenti alle cosiddette classi me-die. Certo è che il disagio colpisce in maniera più acuta e diretta alcuni segmenti già critici, come gli anziani soli e le famiglie monoreddito con figli a carico. I timori più diffusi in questo momento riguardano la perdita del lavoro; la rinuncia a un tenore di vita faticosamente raggiunto; l’impossi-bilità di far fronte alle esigenze di cura personali o di un familiare; l’impossibilità di pagare delle rate di un mutuo o di un prestito. È aumentato il numero delle famiglie che pur non essendo così povere da non poter accedere ai servizi pubblici, sono tuttavia sempre più vulnerabili e isolate. Si tratta in prevalenza di famiglie costituite da an-ziani e pensionati soli; lavoratori dipendenti e giovani 20-35enni con contratto atipico; laurea-ti e professionisti con un solo stipendio per nu-cleo; donne sole con figli a carico; salariati ultra-cinquantenni con bassi livelli di istruzione, che

avendo perso il lavoro riescono a ricollocarsi solo dequalificando il proprio ruolo. In tale contesto, il tema del disagio economico e sociale delle fa-miglie acquista quindi una importanza cruciale: la risposta a questa nuova condizione non può e non dovrebbe essere solo economica, ma deve tradursi in percorsi di accompagnamento e con lo sviluppo di reti di sostegno locale. La Congre-ga propone un piano strutturato, che partendo dalle situazioni critiche, accompagni gradual-mente le famiglie in un percorso che contrasti la complessità di questa crisi, attraverso forme di ripensamento degli stili di vita, di attivazione personale e di inclusione sociale. Confermando così la propria scelta preferenziale per gli ultimi, la Congrega intende oggi sostenere anche l’op-zione di una cultura della carità: e ciò median-te l’adozione del metodo della pedagogia della testimonianza, il quale impegna a prendere le mosse dalle antiche e nuove manifestazioni di povertà, dalle lacerazioni presenti nel territo-rio, al fine ultimo di dare impulso insieme alla comunità a risposte di prossimità, allargando il costume della partecipazione e richiamando al-la corresponsabilità.

Professionalità e carità

I sussidi ad personam erogati dalla Congrega della Carità Apostolica, anche attraverso la Fondazione Guido e Angela Folonari da essa amministrata, nel corso degli ultimi anni hanno raggiunto annualmen-te circa 2.000 persone. Un apposito ufficio compo-sto da personale professionale e qualificato si dedica all’esame delle situazioni di necessità come pure, in parte, all’accompagnamento delle persone. Tale ser-vizio di ascolto, che si esplica in colloqui quotidiani, si affianca all’opera prestata dai Confratelli e alla col-laborazione con numerose realtà civili ed ecclesiali. Nell’ambito delle attività della Congrega, particolare rilevanza è storicamente rivestita dall’erogazione di sussidi a favore di persone svantaggiate a causa di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali e

familiari. Le domande di sussidio, presentate previo colloquio individuale con il personale degli Uffici e la consegna di un’esaustiva documentazione, sono periodicamente valutate dalle Commissioni di bene-ficenza, composte da una rappresentanza dei con-fratelli e da altre figure indicate negli statuti delle fondazioni amministrate. Per regolamento, le eroga-zioni della Congrega sono riservate ai residenti nel Comune di Brescia, mentre quelle della Fondazione Folonari coprono tutta la provincia: la distribuzione territoriale dell’utenza conferma che il più elevato numero di richieste proviene dal centro storico e dai paraggi di via Milano e di San Polo, ove si concentra-no buona parte degli alloggi di edilizia popolare ed emergono situazioni di disagio.

L’Ufficio beneficenza della Congrega

La Congrega è stata chiamata a uno sforzo supplementare e a nuove modalità di intervento per dare risposte a nuovi e pressanti bisogni

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OSPITALITÀ

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21

Paesi e parrocchie

La parrocchia di Borgo Trento or-ganizza “I venerdì di Cristo Re”, una rassegna di tre appuntamenti musicali presso il teatro dell’ora-torio di via Filzi. L’evento si pone come una sorta di ponte tra le feste patronali di Cristo Re appena tra-scorse e quelle natalizie, offrendo alla cittadinanza la possibilità di assistere a tre spettacoli di grande livello. Il primo appuntamento avrà luogo venerdì 26 novembre alle ore 20.45: Satoko Shikama (soprano), Salvatore Ragonese (tenore) e Re-nato Sala (baritono), accompagnati dal maestro Marco Paderni al pia-noforte, si esibiranno in celebri arie tratte da opere liriche note al

Brescia Cristo Re

La parrocchia organizza “I venerdì di Cristo Re”, una rassegna di tre appuntamenti musicali. Dopo aver festeggiato il patrono, Cristo Re, la vivace comunità si ritrovapresso il teatro dell’oratorio

Ldi Elisa Bassini

Intervista al parroco don Umberto Dell’Aversana

Anche in città le parrocchie sono vive Tra le diverse realtà cittadine, quella di Borgo Trento rimane una comunità molto viva e coesa. La conformazione stessa del borgo, sviluppato principalmente intor-no a via Trento, parla di un quartiere che ha saputo mantenere non solo l’aspetto, ma anche le tradizioni che in altre zone della città sono state stravolte dai cam-biamenti degli ultimi decenni. Don Umberto Dell’Aversana parla della comunità di Cristo Re, nella quale è parroco da quattro anni:“Amo sempre definire la nostra parrocchia, che ha delle tradizioni secolari molto significative, come una parroc-chia tradizionale, non tradizionalista. Siamo riusciti a salvare alcuni gesti di fede che vanno oltre la Messa, ad esempio la processione del Venerdì Santo con Cristo morto alla quale partecipano un migliaio di persone, l’adorazione durante la set-timana, il rosario, accanto ad attività culturali innovative. Il mio predecessore, don Enrico Bonazza, ha offerto una serie di conferenze di grande livello sul tema della dottrina sociale della Chiesa. In questi anni ci si è preoccupati di far crescere non solo spiritualmente ma anche culturalmente la comunità”. Una comunità non più giovanissima, costituita da circa 4800 abitanti, che registra una notevole flessio-ne dei battesimi (quest’anno ne sono stati celebrati solo 12) e dei matrimoni. La parrocchia è un esempio felice di integrazione con il mondo degli immigranti: le famiglie di fede cattolica frequentano la messa e la vita della comunità, mentre quelle non cristiane convivono pacificamente nel borgo. La parrocchia di Cristo Re ha un ruolo fondamentale nella vita della comunità e collabora con l’associa-zione dei commercianti, con l’amministrazione civica della Circoscrizione nord, con la San Vincenzo locale, con il gruppo “Amici degli anziani di Cristo Re” e con il circolo Acli qui fondato nel 1947. La compartecipazione tra diverse realtà asso-ciative permette quindi di dare vita ad una serie di iniziative civili, religiose e so-ciali del borgo, con particolare attenzione alle persone. Un impegno preso anche per i giovani che vivono nella comunità, come spiega don Umberto: “L’oratorio ha delle tradizione vivissime. Paghiamo il salto generazionale, i giovani sono po-chi e spesso sono assorbiti da altre realtà, ma c’è un bellissimo gruppo di adole-scenti, circa 50 ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 20 anni. Sarebbe da incremen-tare, a mio avviso, la collaborazione con le parrocchie anche in vista del cammino delle unità pastorali. Per quanto riguarda Cristo Re, un’unità pastorale che si sta immaginando è quella costituita con le parrocchie di San Barnaba e dei Padri Pa-voniani, ma è ancora tutto da definire. I curati con la consulta giovanile si stanno impegnando in questo cammino di crescita” L’impegno della parrocchia di Cristo Re è quella di far maturare questo prezioso gruppo di adolescenti, creando delle occasioni d’incontro e di avvicinamento al volontariato, che costituisce un fattore fondamentale di questa comunità.

Incontrarsiascoltandole note

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grande pubblico. Venerdì 3 dicem-bre il sipario si alzerà su “Presagi”, uno spettacolo teatrale con testo e musica di Alberto Bonera. Sul palco reciteranno Livia Castellini e Sergio Isonni, mentre l’accom-pagnamento musicale è affidato ad Enrico Pompili al pianoforte. “Presagi” è un testo drammatico che affronta l’enigma della creatu-ra uomo sotto il profilo filosofico, nel confronto tra i due interpreti, l’uomo e la donna, alternando la rigidità della prosa a momenti di grande slancio del testo poetico in un rapporto serrato con la musica. La rappresentazione sarà dedicata alla memoria di Carlo Rivolta, pri-mo interprete di questa sceneggia-tura scritta dall’artista ed amico Al-berto Bonera. L’ultima delle tre serate, venerdì 11 dicembre, avrà come protagonista Federico Colli, giovane talento bre-sciano, impegnato in un concerto pianistico che proporrà un vasto repertorio di autori classici e mo-derni. L’ingresso a tutti gli spetta-coli è gratuito. L’iniziativa, nata per volontà della parrocchia, è so-stenuta dalla Circoscrizione nord e da numerose realtà che operano nel borgo.Questa manifestazione si pone in continuità con la festa di Cristo Re che ogni anno costituisce un mo-mento importante per la comunità di Borgo Trento e ha l’obiettivo di proporre degli spettacoli di grande spessore culturale all’intera citta-dinanza, spesso estranea ai grandi circuiti musicali cittadini.

LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

In un’immagine d’archivio le bancarelle nella festa patronale

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22 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Città

di Luciano Zanardini

La Comunità Mamrè, il Centro mi-granti o il Centro di pronta acco-glienza dei padri Maristi. Questi sono solo tre dei 106 enti bresciani (mense per i poveri, comunità per minori, centri d’accoglienza, per ri-cordare alcuni servizi) che saranno aiutati dalla XIV Colletta alimenta-re, l’iniziativa in programma sabato 27 novembre nel Bresciano in 122 supermercati aderenti (8100 in tut-ta Italia) e organizzata dalla Fon-dazione Banco Alimentare. 1400 volontari bresciani (110mila sul territorio nazionale) inviteranno le persone a donare generi alimen-tari a lunga conservazione (prefe-

ribilmente olio, omogeneizzati e alimenti per l’infanzia, tonno, car-ne in scatola, pelati e legumi) che saranno poi distribuiti a circa 1,5 milioni di persone indigenti. Come? Attraverso gli oltre 8000 enti con-venzionati con la rete Banco Ali-mentare. In Italia sono più di tre milioni le persone che faticano ad acquistare cibo a sufficienza.Non c’è la presunzione di risolve-re un problema, ma la condivisio-ne di una difficoltà nell’anno euro-peo dedicato alla lotta alla povertà. La Fondazione unita a Cdo Opere Sociali punta molto sull’amicizia nell’operatività: se il povero, co-

Colletta alimentare Sabato 27 novembre

La collettanei confronti

dei poveri

Lme scrive Benedetto XVI, è prima di tutto un uomo solo, condividere gratuitamente questo dramma ri-sveglia il vero desiderio presente nel cuore di ciascuno: essere ama-to. “La carità, parafrasando il Pa-pa, è il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini... perché è amore ricevuto e amore donato”.Con un semplice gesto si può espri-mere una solidarietà concreta in un momento in cui la crisi economica continua a mettere spalle al muro molte famiglie. Non dimentichia-moci che per molte di queste realtà ricevere degli alimenti significa an-che potersi maggiormente dedicare alla propria specificità investendo così delle risorse che altrimenti sa-rebbero state, in parte, destinate al sostentamento. L’ente più grande che riceve i be-nefici nel Bresciano (sono 13 i su-permercati dedicati) è il Centro

Auxilium di Chiari, fondato da don Silvio Galli, che ogni anno segue 480 famiglie con 2400 persone indi-genti come utenti della mensa (dal lunedì al sabato e la domenica la consegna dei pacchi preconfezio-nati) e che verifica sempre di più come l’indigenza sia una questio-ne “italiana”: sono, infatti, molte le famiglie italiane che si rivolgo-no al Centro.La solidarietà supera anche i con-fini territoriali, basta pensare che il materiale raccolto in più sarà de-stinato a quelle zone d’Italia dove non ci sono le stesse possibilità. Un certo quantitativo sarà, quindi, indirizzato alle Regioni più disa-giate a riprova della rete naziona-le del Banco. La Giornata si svolge in collabora-zione con l’Associazione naziona-le Alpini e la società San Vincen-zo de’ Paoli. Inutile rimarcare che

Consegnato il premio Pastori, l’oscar dell’agricoltura

La sesta edizione del premio “Giuseppe Pastori” – promosso dalla Fondazione Iar, Istituzioni agra-rie raggruppate onlus e la cui cerimonia di con-segna si è tenuta nei giorni scorsi presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna di Brescia – è stata precedu-ta da un approfondimento sul tema “Ogm. Quale futuro?”. “Il premio è ormai percepito come un ‘Oscar’ dell’agricoltura – ha detto il presidente delle Iar Federico Vigani – e consiste in tre me-daglie d’oro destinate a chi si è distinto nel cam-po della scuola, dell’insegnamento/formazione e dell’imprenditoria ad indirizzo agricolo. Ne sono contorno – ha proseguito Vigani – quattro mega-glie d’argento, riconosciute a chi ha contribuito, pur con diversi titoli e modalità, al miglioramen-to del mondo agricolo bresciano”. L’oro è andato alla studentessa Francesca Abeni, per l’eccellente profitto scolastico, che continua nel corso di lau-

rea ad indirizzo veterinario attualmente frequen-tato, a Sergio Caprioli, esperto docente/formatore tecnico in ambito scolastico e consulente profes-sionista nel settore agricolo e a Giacomina Fioli-ni, che ha fatto dell’innovazione, in ogni settore, il punto di forza della sua azienda. I quattro ‘ar-genti’ sono andati a Luigi Bertasi, Francesco Mai-netti, Silvio Zanini e Domenico Zucchi. Il direttore generale dello Zooprofilattico Stefano Cinotti, in-troducendo il tema del dibattito, ha sottolineato, come “l’Europa sia legislativamente a ‘macchia di leopardo’, in quanto è lasciata a ogni Stato ogni decisione circa l’adozione o meno degli Ogm, con tutto quanto di ambientale, sanitario, industriale e commerciale connesso a una ‘non comunitaria’ assunzione di responsabilità”. “Vi è molta disin-formazione su questo tema – ha detto il presiden-te dell’Upa Brescia Francesco Bettoni – e la nostra posizione favorevole all’adozione degli Ogm de-

riva dalla sicurezza alimentare a oggi riscontra-ta, nonché dalla volontà di essere competitivi sui mercati internazionali. Dopo le indispensabili spe-rimentazioni – ha aggiunto Bettoni – rivendichia-mo la libertà imprenditoriale di poter scegliere, ma in maniera da garantire la competitività in ambito internazionale”. “Siamo assolutamente contrari agli Ogm – ha ribattuto il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini – perché questi rappresen-tano il 2.6% della superficie mondiale coltivata e se vogliamo dare un futuro all’agricoltura italiana dobbiamo puntare sulla distintività del nostro pro-dotto, così come sulla ricerca, che deve essere di-sgiunta dagli interessi delle multinazionali”. Aldo Cipriano, presidente della Cia Brescia, ha ribadito come “l’Europa non possa continuare a stare alla finestra e, pur non contrario agli Ogm, esprimo un forte principio di precauzione, rafforzato dalla sperimentazione, che deve essere pubblica”. (fr.a.)

1400 volontari bresciani e 122 supermercati hanno aderito all’iniziativa promossa

dalla Fondazione Banco Alimentaresu tutto il territorio nazionale. Alle persone viene chiesto di donare alimenti a lunga conservazione

Quale futuro per gli Ogm?

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L’Opera Pavoniana affronta il tema della giustizia

Don Rigoldi, Davigo e BorsellinoL’Opera Pavoniana – con le sue due Comunità alloggio minori, il Centro di aggregazione giovanile e il Gruppo di formazione lavoro – è conosciuta sul territorio per l’elevata valenza della sua offerta nell’ambito dei servizi edu-cativi. “Confortati dall’esperienza maturata lo scorso anno in occasione della celebrazione dei 20 anni delle comunità alloggio e dal riscontro conseguito dalle serate a stampo educativo proposte in quell’occasione – ha detto il su-periore dell’Opera padre Giorgio Grigioni – abbiamo ritenuto di dare conti-nuità all’iniziativa promuovendo un appuntamento fisso, cui vogliamo da-re cadenza annuale, per esprimere la volontà di essere sempre più agenzia educativa in senso globale. Riprendendo una frase del Padre fondatore, il Beato Lodovico Pavoni, che incitava gli educatori a farsi portatori delle ‘Più belle speranze’ ai giovani dell’epoca per educarli a un futuro migliore, abbia-mo ritenuto di mantenere questo titolo quale indicazione fissa dei momenti che andremo a organizzare – ha continuato padre Giorgio – che quest’anno saranno imperniati sulla giustizia, non già perché di forte attualità, ma so-prattutto perché tassello fondamentale dell’educazione”. “Il tema giustizia e legalità ci sembra che sia sempre più legato al mondo dei minori – ha illu-strato il coordinatore delle due comunità educative per adolescenti di Brescia Gianni Tranfa – in quanto sono, oltre che il futuro, anche il nostro presente. Le serate a ingresso libero, che si tengono presso il Teatro Pavoni in via S. Eustacchio a Brescia alle 20.45, iniziano il 26 novembre con un incontro con don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile ‘Beccaria’ di Milano, che dibatte su quanto sia difficile la ricostruzione di un percorso di crescita e di speranza all’interno di un circuito penale per i giovani minorenni. Venerdì 3 dicembre il magistrato presso la Cassazione a Roma, Piercamillo Davigo, affronta le complessità del rapporto tra giustizia e democrazia, letti quali strumenti di controllo reciproco, privi di sudditanza l’uno dell’altro. Il ciclo – ha chiosato Gianni Tranfa – si conclude il 10 dicembre, con Salvatore Borsel-lino, fratello di Paolo, che interviene per esporre come sia difficile combat-tere e sconfiggere la mafia”. “In una città disponibile ad ascoltare, l’Opera Pavoniana ha deciso di investire ampliando il proprio momento educativo a una rete di supporto che va ricercata nella cittadinanza – ha aggiunto il pro-motore delle varie attività ed educatore in comunità Matteo Pizzoli – perché i servizi che offre non possono più rimanere al proprio interno, ma vanno portati all’esterno, dove i ragazzi sono destinati a tornare e ad andare, af-finché gli stessi ne possano trarre ricadute positive”. (fr.a.)

Botticino, sabato 27 novembre

Dvd sulla chiesa e mostra sul PapaPresentazione ufficiale per il documentario in dvd sulle chiese parrocchiali di Botticino sabato 27 novembre alle 20.30 nella sala Don Tadini, accanto alla parrocchiale, che gode dei titoli di basilica di Santa Maria Assunta e santuario di Sant’Arcangelo Tadini. Nella stessa occasione viene inaugura-ta la mostra fotografica con le più belle immagini della visita di papa Be-nedetto XVI. Intervengono il parroco don Raffaele Licini, don Italo Uberti per Voce Media, il sindaco e l’assessore alla cultura del Comune, rispetti-vamente Mario Benetti e Clara Benedetti. Il documentario realizzato da Voce Media è parte di un progetto importante che gode del patrocinio della sottocommissione Catechesi attraverso l’arte della diocesi e che in-tende allargarsi a tutte le parrocchie interessate. Consiste nella realizza-zione di un video documentario in linguaggio giornalistico che presenti gli edifici sacri dal punto di vista storico artistico, puntando sull’aspetto religioso ed evangelizzante dell’edificio e sul significato che la chiesa ri-veste nell’ambito di una comunità. Il dvd dedicato a Botticino racconta le tre chiese parrocchiali della cittadina: la citata basilica, la parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita di Botticino Mattina e la parrocchiale di San Bar-tolomeo a San Gallo. L’iniziativa si inserisce nel contesto del progetto cul-turale della Chiesa italiana, teso a valorizzare lo straordinario patrimonio di fede e di arte costituito dalle chiese. Il dvd sulle chiese di Botticino se-gue quelli realizzati sul Duomo di Montichiari e sulla chiesa parrocchiale di San Paolo a Flero, prime pubblicazioni di una collana che vorrebbe pre-sentare le più importanti chiese della diocesi; in lavorazione un dvd sulla Basilica di San Lorenzo a Verolanuova, autentico scrigno d’arte e di fede. Curatore del progetto è Fabio Larovere, giornalista del settore culturale; la regia è affidata a Claudio Uberti, mentre coordinatore del progetto è don Italo Uberti di Voce Audiovisivi. I testi vengono rivisti da don Giuseppe Fusari, storico dell’arte e direttore del Museo diocesano. Nel caso del dvd sulle chiese di Botticino, che ha una durata di circa 50 minuti, oltre a una presentazione storico artistica dei pregevoli edifici, due dei quali restau-rati, vi è un intervento del parroco don Raffaele Licini e pure il significa-tivo contributo di tre storici locali, Giampietro Biemmi, don Sandro Gorni e Michele Busi. Nel dvd pure alcune immagini della consacrazione della visita di papa Benedetto XVI e informazioni su Sant’Arcangelo Tadini. Chi fosse interessato al progetto, può prendere contatti con Voce Media (tel. 03044250); www.vocemedia.it.

23LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

senza il volontariato anche questa giornata non sarebbe realizzabile. L’impegno degli Alpini è noto in più campi: per quanto riguarda la Colletta si sono attivate le sezioni di Brescia, della Valle Camonica e del Garda. La San Vincenzo ha sì nel dna l’accompagnamento spiri-tuale, ma questo si deve per forza di cosa accompagnare anche al-la dimensione materiale come ha sottolineato il presidente Giuseppe Milanesi. Le previsioni per il 2011 stimano un sostegno a 2760 perso-ne. Sia gli Alpini sia la San Vincen-zo si adoperano anche coinvolgen-do sul campo i loro volontari. Ser-vono anche i mezzi (forniti dagli imprenditori) oltre a una struttura di stoccaggio: per quanto riguarda Brescia l’azienda Torchiani srl ha messo a disposizione uno spazio in una traversa di via Milano.Nel 2009 oltre cinque milioni di ita-

liani hanno donato 8600 tonnellate di cibo per un valore economico di oltre 29milioni di euro (a Brescia 166 tonnellate raccolte in 116 su-permercati). Fino al 16 dicembre, inoltre, si pos-sono donare due euro, inviando un sms o chiamando da rete fissa Tele-com Italia al numero 45503. Entro due mesi dalla raccolta il cibo vie-ne distribuito agli enti. La Colletta è un giorno, ma il Banco prosegue tutto l’anno. Fra le novità, si segnala anche la possibilità di un open day il gior-no successivo, domenica 28 no-vembre, dalle 12 alle 17 a Muggiò in via Papa Giovanni XXIII: visite guidate al magazzino e alla mostra sulla storia e le attività del Banco alimentare. Un modo come un al-tro per vedere il lavoro quotidiano dei volontari: la raccolta e lo smi-stamento dei prodotti.

Ettore Prandini

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24 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Città

Era il gennaio 1982 quando partiva l’avventura del Calabrone: all’inse-gna di fiducia, speranza, e con un po’ di incoscienza, don Piero Verzeletti e un gruppo di persone davano vita a un’esperienza rivolta a persone tossi-codipendenti offrendo l’accoglienza in comunità con un supporto che potes-se renderli capaci di rapportarsi positi-vamente a sé e agli altri e di scelte con-sapevoli e autonome. La convinzione che ogni persona, per quanto tortuoso sia stato il suo percorso esistenziale, abbia in sé risorse per motivarsi o ri-

motivarsi alla crescita e al cambia-mento è stata tradotta nel motto della cooperativa: “Secondo i più eminenti scienziati il calabrone non può volare perché il peso del suo corpo è spropor-zionato alla portata delle sue ali. Ma il calabrone non lo sa e vola”. Oggi la co-operativa offre servizi di accoglienza, recupero, prevenzione, formazione, ascolto accompagnamento, interventi di politiche giovanili. L’approccio edu-cativo degli operatori della coopera-tiva è caratterizzato dalla proposta di progetti che stimolino una crescita e

Dopo tre anni di vicissitudini e battute d’arresto, oggi c’è un progetto e presto verrà realizzata

la nuova casa in viale Duca degli Abruzzi

Ea cura di Renato Longhi

Don Piero Verzeletti

Tanti mattoni per il nido

del Calabrone

Brescia Nasce la nuova sede della cooperativa

che valorizzino le potenzialità e le risor-se di ciascuno. In questo modo “Il volo del Calabrone” continua trovando net-tare nell’amicizia e nell’appoggio di tan-te persone incontrate, con la ricchezza di tante esperienze e collaborazioni. Ora la cooperativa il Calabrone è im-pegnata nella realizzazione della nuova struttura in viale Duca degli Abruzzi a Brescia su di un’area di circa 2.900 mq. L’investimento è stimato in 1 milione e 200mila euro, e per finanziare “Il Ni-do del Calabrone” la cooperativa è da tempo impegnata in attività di raccolta di fondi finalizzati alla sua realizzazio-ne. Perché si cambia casa? Perché la struttura al Villaggio Prealpino, dove il Calabrone è ospitato da 30 anni non è più disponibile. In parole povere c’è stato uno “sfratto” e quindi l’opera deve lasciare libero il terreno su cui sorge.

Dopo tre anni di vicissitudini, oggi c’è un progetto e presto verrà realizzata la nuova casa. Per questo il Calabrone ha lanciato una campagna di raccolta fondi intitolata “Un mattone per il Ca-labrone”. Un mattone costa 25 euro ed è un segno tangibile di sostegno e di impegno. Si possono regalare più mat-toni a misura della generosità di ognu-no. Per le offerte si può usare il conto corrente postale 20063228 oppure fare un bonifico bancario sul conto corren-te bancario intestato alla cooperativa “Il Calabrone onlus” presso la Bcc di Pompiano e Franciacorta codice Iban IT 91 V 08735 11201 023000230120, indi-cando la causale: nuovo nido del Cala-brone. Per informazioni: Cooperativa lì Calabrone onlus, via Quinta, 8 Villaggio Prealpino – Brescia – Tel 030.2000035 - www.ilcalabrone.org.

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25LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010Brevi

Il Patronotra spiritualità

e incontridi Francesco Uberti

Campane a festa per il patrono di Pompiano. Sabato 27 e domenica 28 novembre, infatti, è previsto un fitto programma di eventi che allie-teranno la festività di Sant’Andrea. Nella serata di sabato è in program-ma una celebrazione vigilare all’in-terno della quale, come da antica tradizione, l’Amministrazione co-munale offrirà al Santo dei ceri ros-si, mentre il consiglio parrocchiale donerà dei fiori, rossi anch’essi, in memoria del suo martirio. La serata proseguirà poi con un concerto di canti popolari presso l’auditorium, eseguito dall’associazione “I gnari de ier”. È però nella giornata di do-menica che saranno concentrate le principali manifestazioni: alla cele-brazione religiosa si affiancheran-no infatti esibizioni sportive, come le due gare di abilità ed evoluzioni con biciclette Bmx e una staffetta organizzata in collaborazione con la locale società di atletica, insieme ad altre che sostengono e promuovo-no le tradizioni locali, come la sagra delle grepole o la sfilata dei trattori

e delle moto d’epoca. Un occhio di riguardo è dedicato anche all’am-biente, con l’inaugurazione dell’im-pianto fotovoltaico delle scuole me-die e la premiazione di un progetto dedicato alle risorse ambientali del Comune. A mezzogiorno, inoltre, si terrà un concerto delle campane, inaugurate lo scorso anno alla pre-senza del cardinal Re. “A seguito di questo evento, che ha visto anche il restauro del concerto a mano – ricor-da il parroco don Carlo Gipponi – si è creato in paese un gruppo campa-nario, in collegamento con altre as-sociazioni simili del circondario e della bergamasca, che saranno pre-senti domenica. L’idea è di dare vita a una festa annuale dei campanari”. Martedì 30, infine, data precisa del-la memoria liturgica di Sant’Andrea, i festeggiamenti verranno conclusi con la celebrazione, alla presenza dei preti della zona, degli anniver-sari di ordinazione di due sacerdoti pompianesi: don Giuseppe Tomasi-ni festeggerà i 50 anni, mentre don Giambattista Baronio i 40.

Pompiano Sabato 27 e domenica 28

Orzinuovi

Parco dell’Oglio Nord

Torbole Casaglia

Berlingo

In classe si parla di drogae di sicurezza stradaleDoppia iniziativa rivolta ai giovani di Orzinuovi. Dopo l’incontro di martedì 23 novembre con gli studenti dell’istituto “G. Cossali” sul problema delle droghe e la presentazione del libro “Vuoi trasgredire? Non farti” di Giorgia Benusiglio, si terrà lunedì 29 al mattino un altro appuntamento sulla sicurezza stradale.

I saperi e i sapori del fiume“I saperi e i sapori del fiume”. Questo è il titolo scelto per la sesta rassegna enogastronomica dedicata ai prodotti del Parco dell’Oglio Nord, una realtà che comprende 34 Comuni delle province di Bergamo, Brescia e Cremona af-facciati sulle rive del fiume Oglio. La manifestazione annuale si svolge a rota-zione in una provincia diversa e quest’anno è la volta di Bergamo (nel Comune di Pumenengo). Nei locali del castello Barbò, che ospiterà gli stand nei giorni di sabato 27 e domenica 28 novembre, vi sarà una forte presenza bresciana: sia per le aziende coinvolte, sia per le personalità che interverranno. Nei due giorni della rassegna sarà possibile assistere sia a presentazioni di diverse espe-rienze di lavorazione sia a laboratori didattici e degustazioni.

Deserta l’asta per l’ex scuolaDeserta la prima asta pubblica per la vendita dell’ex-scuola elementare di Casaglia. Una nuova asta sarà indetta il prossimo 1° dicembre sulla base del ribasso del 5% per cui dagli originari 820mila la base d’asta calerà a 779mila euro con l’aggiudicazione anche in caso di presentazione di una sola offerta valida. La vendita riguarda l’immobile di proprietà comuna-le di via Don Salvoni 10 a Casaglia già destinato a scuole elementare e il lotto di terreno attiguo. La vendita s’è resa indispensabile per far rispet-tare al Comune il patto di stabilità.

Sabato 27 novembre “Punto Ragazzi” in collaborazione con la Biblioteca co-munale e il Gruppo Alpini Berlingo e Berlinghetto, organizza la settima edi-zione di “Fiocchi di Natale”, esposizione natalizia e vendita di piccoli oggetti e decorazioni presso la palestra comunale di via Manzoni. L’appuntamento è dalle 19 alle 22 e domenica 28 novembre dalle 14 alle 19. Durante la manife-stazione verrà offerto, dal Gruppo Alpini un ristoro a base di vin brulé, torte, tè e panettoni. Il sabato alle 21 è in programma la premiazione del “Tortaro-lo berlinghese dell’anno” .Sempre a Berlingo, sabato 27 novembre, alle ore 18, nell’aula magna della scuola “Karol Wojtyla”, la premiazione degli studenti meritevoli vincitori delle borse di studio, e dei ragazzi vincitori del concorso di idee per la nuova scuo-la secondaria di primo grado e la premiazione dei professionisti vincitori del concorso di progettazione per la nuova scuola secondaria di primo grado. Alle ore 19, nel Centro sportivo comunale di via Manzoni, verrà inaugurata l’espo-sizione dei disegni del concorso di idee “junior” (quello riservato agli studenti berlinghesi di quarta e quinta elementare e di quelli che frequentano le scuole medie a Travagliato e a Lograto). La mostra aperta sabato 27 novembre fino alle ore 22 e domenica 28 novembre dalle 14 alle 19. (pio)

Fine settimana intensoC

Paesi e parrocchie Bassa

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26 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Bassa

Dal 2005 presso la scuola materna ge-stita dalle Ancelle della Carità di Tra-vagliato è attivo un servizio di asilo nido. Questa struttura conta ben 60 bambini iscritti, nati tra il 2008 e i pri-mi mesi del 2009. Il nido è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 15.45 con la possibilità di prolungare la perma-nenza dei piccoli fino alle 18 e duran-te tutto il mese di luglio, in base alle necessità dei genitori. I bambini sono ospitati in una struttura nuova e lumi-nosa, distinta ma comunicante con la scuola materna, nella sede “storica” di via Napoleone. Gli ambienti inter-

ni si articolano intorno a un grande spazio dedicato ai momenti di gioco comune. I piccoli sono divisi in tre se-zioni con due educatrici ciascuna ed hanno a diposizione tre aule colorate ed accoglienti con angoli destinati al gioco simbolico (far finta di cucinare, di apparecchiare, di dar da mangiare alle bambole), al pranzo e al riposo. Durante una giornata-tipo i bambini possono giocare insieme e partecipa-re in piccoli gruppi alle attività nel la-boratorio. Oltre alle operazioni di tra-vaso delle granaglie, che permettono di sviluppare la coordinazione moto-

Alla ricercadel nido

come riparoNel 2005 le Ancelle della Carità a Travagliato

hanno aperto un servizio che accoglie 60 bambini. A Orzinuovi l’esperienza interaziendale

Ddi Elisa Bassini ria e di costruire il concetto di forma,

i bambini sono coinvolti in giochi di creatività legati al tema scelto dalle educatrici. L’anno scorso, ad esempio, il fil rouge scelto per dare continuità a tutte le attività, era la musica e i pic-coli si sono avvicinati al mondo dei suoni con semplici strumenti creati in laboratorio. L’impegno quotidiano è quello di creare un ambiente confor-tevole, dove i bambini imparino a re-lazionarsi tra di loro e con le maestre e sviluppino, attraverso questi giochi, tutte le capacità dell’area logica, della comunicazione e dell’espressione e di quella senso-motoria.Anche gli asili interaziendali sono delle realtà sociali molto importanti, purtroppo ancora poco diffusi nel no-stro territorio. Un bell’esempio arriva da Orzinuovi dove, dal luglio 2006, la cooperativa “La Nuvola” ha inaugura-

to l’asilo nido “Nonna Ninì”. Questa esperienza è nata inizialmente all’in-terno della cooperativa, dove la mag-gioranza della forza lavoro è costitu-ita da donne e si è poi allargata alle aziende del territorio. Il nido, aperto dalle 7.30 alle 18, cerca di venire in-contro alle mamme che lavorano a tempo pieno o part time. La capienza della struttura può arrivare a 27 po-sti e i bambini ospitati hanno un’età compresa dai tre mesi ai tre anni. La struttura di via Convento Aguzzano si articola in 250 mq di ambienti interni, attorno ad un open space multifun-zionale strutturabile a seconda delle esigenze educative e comprende spa-zi per il gioco e per le attività, per il pranzo, camere separate per i neonati e per i più grandi e un grande giardino esterno. L’asilo ha ottenuto la certifi-cazione di qualità.

Inchiesta La Voce della Bassa BrescianaSottovoceNon solo Travagliato. Quest’anno il Co-mune di Maclodio ha attivato un servi-zio innovativo, un asilo intercomunale in collaborazione con le amministrazio-ni di Berlingo, Lograto e Trenzano. Si tratta di una realtà, unica nel Bresciano, che accoglie bambini dai tre mesi ai tre anni. Nella nuova struttura, intitolata a don Angelo Falardi, i piccoli ospitati so-no 10, ma per l’anno prossimo il numero di iscrizioni coprirà tutti i 28 posti a di-sposizione, cercando di venire incontro ai genitori che lavorano. Questa iniziati-va pilota è stata resa possibile grazie alla sinergia di quattro diversi Comuni, in un percorso non sempre facile, ma orientato al contenimento dei costi nei sempre più magri bilanci comunali.La prima pagina di novembre

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27LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010Brevi

Il Preseperaccontato

con le sculturedi Federico Migliorati

Torna come ogni anno la mostra dei presepi che per il 2010 vede l’attivi-tà congiunta dell’amministrazione comunale, dell’associazione Amici del Presepe di Vighizzolo guidata da don Claudio Vezzoli, del Gruppo Arte della Casa Bianca e di diversi artisti locali. “Quest’anno abbiamo voluto fare qualcosa di diverso, pur nello stesso importante contesto cri-stiano – afferma il sindaco Elena Za-nola – e così, oltre all’esposizione di splendide sculture legate al presepe e alla Natività, avremo la possibilità di partecipare al concorso indetto dal Movimento cristiano lavoratori, a cui aderiranno sia i gruppi in mostra sia le scuole cittadine e chissà che a vincere non sia proprio un presepe di Montichiari”.Tornando alla mostra, ricordiamo che essa sarà inaugurata mercoledì 8 dicembre alle ore 11 nella Galleria civica della Pro loco per poi rimane-re aperta sino all’8 gennaio. Come si diceva, in esposizione ci saranno cir-ca una trentina di opere tra sculture e quadri raffiguranti i personaggi del presepe oltre ai lavori realizzati dal

Gruppo Arte e dai volontari dell’as-sociazione Amici del Presepe. Sarà un’occasione, insomma, per ritorna-re a dare importanza a questa festa, cuore pulsante della cristianità che a Montichiari non cessa di avere si-gnificato, attenzione e tutela.E giusto per non smentirsi sottoline-iamo che l’amministrazione comuna-le ha programmato per il 9, il 10 e l’11 dicembre la consueta visita ai prese-pi in tutti i plessi scolastici cittadini, dagli asili nido alle scuole superiori: “Assieme a noi amministratori – af-ferma il sindaco – avremo i parroci con in testa l’abate mons. Gaetano Fontana che avrà modo, per la pri-ma volta da quando è giunto a Mon-tichiari, di osservare quanto siano ancora vivi, e io dico per fortuna, l’amore e l’attenzione dei bambini verso ogni forma di spiritualità cri-stiana a partire proprio dal presepe”. Con questa iniziativa, inoltre, le scuole riceveranno dal Comune un assegno da utilizzare per le neces-sità didattiche, una consuetudine che, in tempi di crisi, non può che far piacere.

Montichiari L’inaugurazione l’8 dicembre

“L’Iride” di Castelcovati

Un’iniziativa di Slow food

Incontro promosso dal Criaf

La migliore foto è di Piero BeghiA Piero Beghi, presidente del circolo Lambda di Ghedi con l’opera “Shoahrock”, va il premio di “Migliore autore assoluto”, al concorso fotografico organizzato dal gruppo “L’Iride” di Castelcovati. Il circolo ghedese ha aggiunto il premio conquistato all’ottavo Palio dei Circoli Fotografici, intitolato alla memoria di Pierino Lancini, scomparso qualche anno fa. Numerose sono state le immagi-ni finaliste, due delle quali hanno ottenuto una segnalazione. Autrici Edda Mazzoni e Laura Uberti anch’esse di Ghedi.

“Bio in tavola” dal 26 novembreRitorna il 26 novembre 2010 la terza edizione di “Bio In Tavola”, la manife-stazione enogastronomica organizzata da “La Buona Terra”, associazione di produttori biologici lombardi in collaborazione con Slow food Lombardia e Regione Lombardia. Un’occasione ghiotta per celebrare la cultura del pro-dotto biologico nei migliori ristoranti della provincia che per l’occasione pro-porranno dei menù speciali utilizzando i prodotti delle aziende bio-certificate del territorio. Nei weekend dal 26 al 28 novembre e dal 3 al 5 dicembre, si cercherà di unire il mondo della ristorazione con quello dei produttori biologici grazie alla cre-azione di un circuito enogastronomico di 17 ristoranti che proporranno una serie di menù speciali appositamente studiati per l’evento e rigorosamente a base di materie prime bio. Nella nostra provincia, il numero degli operatori bio a marzo 2010 risulta pa-ri a 183, quattro in più rispetto al 2009, a rappresentare il 15,7% del totale regionale. I produttori sono 126, il 17,8% del totale regionale, 120 dei qua-li producono esclusivamente vegetali, mentre 18 sono attivi esclusivamente nel settore dei prodotti animali. Gli ettari della provincia coltivati biologica-mente sono 1103 ovvero il 5,4% del totale regionale. L’allevamento riscuo-te i numeri più alti: 25716 avicoli, 119 ovini, 59 suini e 106 bovini. Per la lista completa dei ristoranti partecipanti all’iniziativa, per informazioni sui menù e per le aziende de “La Buona Terra” si rimanda all’indirizzo online www.biointavola.org. (g.d.m.)

“Nuove emergenze sociali ed educative: quali strumenti per contrastarle?”. Il convegno che si è svolto il 13 novembre presso il Piccolo Teatro di Manerbio ha avuto come filo conduttore l’analisi dei temi del disagio e del malessere che giovani e adulti vivono a diversi livelli (individuale, familiare e sociale) nella società odierna. A partire da eventi di cronaca che coinvolgono adolescenti, famiglie e scuole e dall’analisi dei bisogni rilevati dal Criaf (Centro riabilitazio-ne infanzia adolescenza famiglia), sono state sviluppate delle considerazioni per comprendere i cambiamenti che la società sta attraversando, per compren-derne le dinamiche e per trovare risposte al disagio. L’obiettivo è stato quello di discutere sull’emergenza e riflettere sulle azioni dei Comuni dell’Ambito distrettuale 9 programmando azioni future volte a potenziare la rete di alle-anze tra servizi, scuola e famiglia. Nello specifico il Criaf ha attivi sul territorio sportelli di ascolto psicopedagogico presso le scuole primarie e secondarie di primo grado e di consulenza e mediazione familiare presso i Comuni di Ghe-di, Manerbio e Verolanuova. Lo sportello consulenza e mediazione familiare (per i 20 Comuni dell’Ambito 9) ha effettuato dal 2004 al 2010 1177 consulen-ze; lo sportello psicopedagogico rivolto alle scuole secondarie di primo gra-do ha fatto nell’ultimo anno 1394 consulenze tra alunni, docenti e genitori.

Possibili risposte al disagio

T

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Paesi e parrocchie Valtrompia 29LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Concesio, Associazione Eva

Il pannolino lavabile è vincenteContinua a farsi strada il progetto “Pannolino ami-co”, ideato dall’Associazione Eva di Concesio e par-tito ufficialmente nel luglio 2009, puntando sulla reintroduzione del pannolino lavabile. “Il progetto – dice la dr.ssa Maria Braibanti, presidente dell’asso-ciazione è frutto di una convenzione recentemente rinnovata con i Comuni di Concesio, Villa Carcina, Sarezzo, Gardone Val Trompia, le rispettive farma-cie comunali più la farmacia Lazzari di Concesio. “Oltre alla minor incidenza economica (risparmio per le famiglie nell’ordine dei 1.500/2.000 euro) e al benessere del bambino (diminuzione delle der-matiti), si mette in pratica un maggior rispetto per l’ambiente con l’azzeramento degli 850 chilogram-mi di rifiuto (indifferenziato) che ogni bambino produce nell’arco dei tre anni di utilizzo del nor-male pannolino usa e getta. Inoltre, non sbiancati col cloro ma all’ossigeno attivo, i pannolini lavabili non vanno nel cassonetto, perché dopo i 500 la-vaggi ‘di vita’ si trasformano in ottimi panni per le pulizie domestiche”. Ogni kit è costituito da 24 pannolini interamente tessuti in cotone cinese e da tre mutandine fatte in 95% di cotone immerso in poliestere per mantenerne l’impermeabilità. “Il processo – illustra Domenica Troncatti, assessore ai

Servizi sociali del Comune di Concesio – funziona così: dal Comune mandiamo una lettera alla fami-glia del neonato per spiegare l’iniziativa, la famiglia passa dall’associazione, la quale rilascia il buono da consegnare in farmacia e poi segue le mamme che decidono di adottare il pannolino lavabile, moni-torando la situazione e verificando che il prodotto venga usato”. Per i bambini che aderiscono al pro-getto i pannolini sono gratis, mentre al pubblico il kit viene venduto a circa 125 euro, spesa inferiore all’acquisto di pannolini usa e getta usati per i tre anni d’incontinenza infantile. “La prova del nove – precisa la presidente Braibanti – l’abbiamo avuta dai positivi riscontri di mamme super-impegnate che avevano già provato l’usa e getta. Dopo aver fatto loro compilare un diario, sono diventate ad-dirittura sostenitrici del progetto: ne è uscito che il cambio richiede pochissimo tempo, il pannolino è estremamente pratico e non bisogna fare lavatrici aggiuntive. In tutta la Valtrompia abbiamo sino-ra distribuito 214 kit, con adesioni che a Concesio riguardano il 38% dei neonati, 34% a Villa Carci-na, 33% a Sarezzo e 24% a Gardone”. Info sul sito www.associazioneeva.org o contattare i numeri 030.3454901 e 3392033594. (a.a.)

“Altra Storia”per un quadrovariopintoCon il quarto volume (un’opera di 23 autori) del Lions Club si conclude la storia globale sognata negli anni 70 da mons. Antonio Fappani

Tavernole Pubblicazione

Quando nell’aprile 2006 al Forno Fusorio di Tavernole il Lions Club Valtrompia allora guidato da Bruno Bossini presentò l’iniziativa , mons. Antonio Fappani lo definì “un sogno che si avvera”: si dava il via a un’ope-ra globale sulla Valle Trompia, dopo tante “microstorie” pubblicate negli ultimi trent’anni da Comuni, parroc-chie ed enti vari. E don Antonio ricor-dava “l’iniziativa vagheggiata e non concretizzata” già negli anni Settanta con l’amico socio del Lions prof. Lui-gi Zampedri che si era messo a girare archivi per mezza Europa. Ora l’ope-

Qdi Edmondo Bertussi

ra, quattro volumi per quasi 2000 pa-gine, apparato complessivo di oltre 1500 fotografie e un centinaio di stu-diosi e ricercatori direttamente coin-volti, è compiuta: a Sarezzo mercoledì scorso è stato presentato “Valtrompia nell’Altra storia-donne, uomini, comu-nità tradizioni”. Come per i preceden-ti tre (Valtrompia nell’Arte,Valtrompia nella Storia,Valtrompia nell’Econo-mia), il Lions Club Valtrompia l’ha re-alizzato insieme Comunità montana e Fondazione civiltà bresciana, spon-sor la Bcc Banca della Valtrompia, e lo edita la Compagnia della Stampa

Massetti Rodella Editori: un pregevo-le volume 21x29, stampa a colori, rile-gatura in brossura filo refe. Un’opera più che mai “corale” di ben 23 autori: guardano alla società valtrumplina nel suo complesso quotidiano, alle radici nascoste. Il titolo “Altra Storia” ne è felice sintesi: un quadro fatto di tante sfaccettature, letture della realtà con le diverse sensibilità, un “arazzo che nel suo continuo mutare trova il suo fascino” come scrive la curatrice Fran-cesca Bossini, nella prefazione dove, ringraziando tutti, sente il dovere di ci-tare i consigli di mons. Fappani, la col-laborazione di Massimo Galeri, l’aiuto del personale del Sistema archivistico di Valle Trompia, la ricerca fotografi-ca di Franco Ghigini, “il contributo si-lenzioso ma importante di tutti colo-ro che ci hanno aperto i loro archivi di immagini.” Si può dire che nulla è

dimenticato, dal ritrovarsi con la mu-sica, al rapporto con la natura, a quella rete “altra” (purtroppo oggi lacerata) formata da donne, bambini anziani che in vincolo di solidarietà e rifugio dopo la fatica quotidiana del contadi-no-operaio ne hanno affiancato lo svi-luppo industriale tumultuoso tra Otto e Novecento, alla emigrazione e im-migrazione sud- nord degli anni 60/70 (Lumezzane-Nave) e recentemente straniera con caso emblematico Lo-drino, mutuo soccorso e movimento operaio, associazionismo cattolico. Una citazione per tutti: “Parrocchie e società” firmato da don Mario Trebe-schi. Ma entrare nel dettaglio è ridut-tivo: il libro è significativa strenna na-talizia per tutti. Informazioni: Virginio Novali, Lions Club Valtrompia - tel. 3356816344 o email: [email protected].

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30 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Valle Camonica

Ci saranno oltre mille persone ad as-sistere al monologo “Gleno, 1 dicem-bre 1923” realizzato e interpretato da Emanuele Turelli, in programma mercoledì 1 dicembre alle 20.30 e in replica giovedì 2 dicembre alle 9.30 nella sala dei “Cinquecento” di Boa-rio congressi. La cooperativa sociale Csc ha voluto puntare sul lavoro del giornalista bresciano per offrire alle due valli, in occasione del suo 20° di fondazione, un momento dalla gran-de forza emotiva. Ricordare, a 87 anni esatti dallo svolgersi dei fatti, il crollo della diga del Gleno che portò morte e

distruzione nelle due valli è sembrato essere l’elemento di congiunzione di questi plurimi legami. La rottura del muro di contenimento della diga, che avvenne alle 7.15 di sabato 1° dicem-bre del 1923, provocò la fuoriuscita di sei milioni di metri cubi di acqua che dilaniarono prima la Val di Scalve, poi la Valle Camonica, sfiorando Angolo e distruggendo Mazzuno e Corna di Darfo. Le vittime furono oltre 500. La serata dell’1 dicembre sarà aperta dalla proiezione di un videoclip che ripercorre i 20 anni di Csc e ne traccia gli elementi distintivi. La rappresen-

Gleno:il ricordo

87 anni dopoPer i 20 anni della Cooperativa sociale Csc, viene

proposto un monologo teatrale sul crollo della diga che cambiò la storia di due valli montane

Ctazione di “Gleno, 1 dicembre 1923” è stata possibile grazie al contributo della Fondazione comunità bresciana onlus e alla collaborazione di “Secas” e dei Comuni di Darfo Boario e An-golo Terme. Csc nasce nel 1990 come cooperativa di produzione lavoro. At-traverso l’organizzazione di un corso di formazione europeo, Csc, crea in Valle Camonica uno dei primi centri italiani operanti nella realizzazione di sistemi informativi territoriali e nel-la produzione di cartografia digitale, nel quale vengono impiegati giovani diplomati e laureati. Il salto di qua-lità arriva nel 1997, quando Csc tra-duce in una precisa idea progettuale l’intuizione iniziale: diventa una coo-perativa sociale e si sperimentano i primi progetti di telelavoro a tempo pieno in ambito regionale. Nei primi 20 anni in Csc sono passate decine

di persone appartenenti alle catego-rie svantaggiate che hanno trovato nella cooperativa un’occasione di rilancio personale e professionale e decine di giovani che hanno trovato in Valle un’occupazione stabile che altrimenti li avrebbe portati lontani. Nel 2007 da un’idea di Csc nasce la cooperativa sociale “Il leggio” che si occupa di servizi culturali (bibliote-che, archivi, eventi). Attualmente Csc svolge i propri servizi, oltre che dalla sede della cooperativa a Ceto, anche dalle sedi decentrate presso i pro-pri clienti e utilizzando, per soggetti svantaggiati, la dinamica del telelavo-ro. Oggi ha 27 dipendenti, 19 donne e 8 uomini. Il 58,8% di tali soggetti ap-partiene alle categorie previste dalla legge 381/91. Si tratta di persone con disabilità fisiche o con problematiche sociali alle spalle.

Darfo Boario Terme 1 e 2 dicembre

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31LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010Brevi

Il Consorziodella castagna

si ampliapagina a cura di Ermete Giorgi

Il Consorzio della castagna nasce, nella primavera del 1996, a Paspar-do, paesino della Valle Camonica, posto a 1000 metri sul livello del mare. La fondazione della struttu-ra è un’iniziativa della locale am-ministrazione municipale e di un gruppo di privati cittadini, acco-munati dalla volontà di attivare un forte processo di rivalorizzazione di quel grande patrimonio che ap-punto rappresentano i castagni del-la vallata dell’Oglio; di recuperare la tradizione della castagna anche a fini agrituristici; di creare oppor-tunità occupazionali e sviluppo di specifiche competenze professio-nali; di contribuire alla riqualifi-cazione ed alla salvaguardia delle aree montane. L’attività operativa del Consorzio riguarda pertanto la promozione di interventi di ri-sanamento, conservazione, valo-rizzazione produttiva e commer-ciale dei castagneti esistenti e di sviluppo di nuove aree a castagne-to. Il tutto da ottenersi tramite: la filiera del bosco (potatura risanan-te, conservazione e sviluppo delle

piante, interventi di sistemazione funzionale, interventi di pulizia del sottobosco, sfruttamento commer-ciale del legname); la filiera della castagna (raccolta e acquisto del frutto, selezione, trattamento, col-locamento del fresco sul mercato, trasformazione in prodotti deriva-ti); attività di agriturismo (“Il Ca-stagnolo”); altre attività collegate (professionalità, competenze). Nel corso degli anni, al prodotto princi-pale si sono affiancati: biscotti, fa-rina, castagne secche e persino un liquore estratto dai marroni. Pre-sidente è il brenese Walter Sala: In questi ultimi giorni, per la campa-gna di raccolta 2010, il Consorzio ha istituito vari punti di raccolta del prodotto a: Rogno, Artogne, Esine, Paspardo, Malonno, Paisco, Sonico. Le castagne verranno paga-te immediatamente al momento del conferimento; il loro prezzo varia a secondo della pezzatura dei frutti ed è quello adottato al mercato or-tofrutticolo di Brescia. Ogni punto raccolta sarà dotato di un listino-prezzi aggiornato.

Paspardo Istituiti dei punti raccolta

Edolo

Distretto culturale

Breno

Agnoli: cuoco shomano 2010Il vincitore della targa “Cuoco shomano 2010” è lo chef Vittorio Agnoli, del ristorante “Da Vittorio” di Edolo, che vince il premio con il piatto “Taglioline del guerriero di fiume”. Il punteggio è stato totalizzato sommando il voto del-la giuria tecnica col gradimento espresso dalla clientela. La giuria tecnica era composta fra gli altri da: Gian Luigi Bontempi (presidente della cooperativa vinicola “Le Rocche dei Vignali); Micio Gatti e Stefano Viganò (“Pennini graf-fianti”); Nini Giacomelli (direttore artistico “Dallo sciamano allo showman”).

“Book Safari”: a scuola di letturaIl Sistema bibliotecario e il Distretto culturale della Comunità montana orga-nizzano “Book Safari 2011”, un torneo di lettura dedicato alla scuola prima-ria e “Viaggio nel mondo del libro”. Per “Book Safari” l’obiettivo è quello di avvicinare e appassionare i ragazzi al mondo della lettura, attraverso un ap-proccio ludico e divertente. Ogni anno il Sistema bibliotecario redige quattro bibliografie dedicate ad altrettanti macro-generi (libri che fanno ridere, brivi-di e mistero, temi sociali, fantasy e avventura), acquista una serie di titoli e li distribuisce alle scuole partecipanti al torneo: una volta terminata la compe-tizione, i volumi utilizzati diventano patrimonio delle biblioteche camune e sono disponibili al prestito. La gara si svolge attraverso sfide tra classi (ognuna di esse giocherà su una determinata serie di libri) e nel corso delle semifina-li verranno organizzati degli stimolanti incontri con gli autori. Alle tre classi vincitrici verranno assegnati libri in premio. “Viaggio nel mondo del libro” è un’attività rivolta ai bambini delle scuole primarie per far conoscere tutte le fasi e le professionalità coinvolte nella pubblicazione di un libro, le parti di cui è composto, i luoghi in cui trovarlo. In seguito a queste attività, nelle edizioni passate sono stati riscontrati una frequentazione più assidua delle strutture bibliotecarie presenti sul territorio, nonché lo sviluppo del senso critico e del-la creatività dei piccoli partecipanti. Tra gli strumenti utilizzati per questa ini-ziativa spicca “La valigia”, uno strumento di lavoro donato dalla fondazione Arnoldo Mondadori, che contiene tanti giochi quante sono le fasi della realiz-zazione di un libro, favorendo l’apprendimento di nozioni attraverso lo svago.

Un immobile scolastico rimesso a nuovo. Si tratta dell’edificio che ospita studenti della scuola primaria secondaria, da qualche settimana torna-ti sui banchi. Il Comune di Breno ha provveduto all’operazione, con un investimento di 100mila euro, finanziato al 50% dalla Regione. Il mu-nicipio ha rifatto le pavimentazioni in “Pvc” dei vari piani delle struttu-ra (aule, uffici e corridoi) e ritinteggiato gli spazi comuni dei corridoi e delle scale. I bei colori delle pareti sono stati scelti con la consulenza ar-tistica dell’insegnante Rosaria Medici. I lavori, iniziati appena terminate le lezioni del giugno scorso, si son protratti per tutto il periodo estivo. Senza dubbio, l’intervento più urgente era quello della palestra comu-nale, utilizzata per tutto l’anno e davvero malconcia da troppo tempo. Le opere di decorazione artistica sono state eseguite grazie a volontari. Il Gruppo sportivo dell’oratorio brenese “San Valentino” s’è fatto carico dei lavori come segno di riconoscenza verso l’amministrazione comu-nale, che da sempre concede l’utilizzo gratuito della struttura sportiva per le attività delle varie squadre. L’assessore all’istruzione Bruna Zam-patti ha sottolineato: “Era un intervento più che urgente, soprattutto per motivi di sicurezza non rimandabili”.

La primaria rimessa a nuovo

I

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32 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

Produrre calore ed energia elettri-ca per la comunità ma in una ma-niera ambientalmente sostenibile. Con questo scopo è nata in via Ri-sorgimento la Centrale di teleri-scaldamento di Castegnato, un im-pianto fortemente voluto dall’Am-ministrazione comunale, proget-tato e realizzato da Cogeme spa. Si tratta di uno dei primi casi di cogenerazione in Comuni medio-piccoli e non in una grande città con molteplici vantaggi sia per i cittadini che per l’ambiente. Vie-ne definito un impianto “verde”, a servizio di una comunità locale da sempre attenta alla qualità della vi-ta e all’ambiente.Sostituisce le tante piccole caldaie delle abitazioni, consente un con-trollo continuo e massimizza l’uti-

Una Centraleper 1300 case

Nel Comune arriva il teleriscaldamento, progettato e realizzato da Cogeme

Plizzo del gas metano. L’inaugurazio-ne è fissata per sabato 27 novembre alle ore 11 presso l’impianto. Dopo la benedizione di mons. Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena, e il parroco don Renato Fir-mo, intervengono: il sindaco Giu-seppe Orizio, il presidente di Coge-me Gianluca Delbarba, il direttore generale di Cogeme Paolo Saur-gnani e il geologo Fabio Molinari. Al termine della presentazione il personale tecnico di Cogeme fa da guida nella visita dell’impianto. L’obiettivo complessivo della rea-lizzazione è quello di abbassare i costi e concorrere a raggiungere il risparmio energetico e la riduzio-ne delle emissioni inquinanti pre-viste dall’Unione Europea nel co-siddetto pacchetto clima. Quanto

è costata l’opera? L’investimento complessivo è stato di 4 milioni di euro: 1,8 milioni di euro per l’im-pianto. Entrerà a pieno regime nel-la stagione 2014/2015. Dopo lo start up, il teleriscaldamento alimentato dalla centrale si estenderà per ol-tre quattro km. In particolare co-prirà il fabbisogno energetico di 1300 abitazioni e di nove strutture pubbliche. Va così in pensione la centrale provvisoria che dal 2007 forniva riscaldamento alle scuole elementari.Per il Sindaco è chiara la scelta di rendere “più sostenibile” la quali-tà della vita. Ma come funziona la centrale? È a cogenerazione: si brucia metano e si ottiene calore che viene e verrà distribuito lungo i 4 km del Comu-

ne. Sostanzialmente non muta la bolletta, ma non ci saranno più i costi “domestici” dell’installazione della caldaia e, quindi, della suc-cessiva manutenzione. Di pari pas-so si muovono anche una maggiore sicurezza e soprattutto un minore inquinamento. Sembra, inoltre, che in questa zona ci siano i presupposti per un ulte-riore sviluppo. energetico: il sot-tosuolo riserva delle potenzialità per centralizzare la produzione di calore da fonti energetiche rinno-vabili a zero impatto ambientale. Anche perché Cogeme ha ottenu-to dalla Regione l’autorizzazione esclusiva per studiare il territorio e per sviluppare il calore del suo-lo. Ci sono segnali positivi per una svolta geotermica.

Castegnato Il 27 l’inaugurazione

In occasione dell’Anno paolino, padre Ermes Ronchi ha riscritto, attualizzandole, alcune lettere di San Paolo. Nacque l’idea di ri-durre il tutto ad una rappresentazione in forma di monologo. Al-le sette missive sono state aggiunte altrettante cornici narrative che ricostruiscono l’itinerario geografico e il cammino di fede di Paolo, presentato, nella finzione scenica, dal suo discepolo Luca. Ne scaturisce uno spettacolo restituito con intensità dalla recita-zione di Luciano Bertoli, che è anche curatore della regia e dell’al-lestimento. Il 27 novembre lo spettacolo sarà replicato nella chiesa dell’Annunciata dei Servi di Maria sul Monte Orfano di Rovato alle ore 20.45. Padre Ermes introdurrà la serata.

Brevi

Palazzolo

Le facce della violenza contro le donne

Rovato

Bertoli recita San PaoloIn occasione della Giornata internazionale per l’abolizione della violenza contro le donne, la Commissione per le pari opportunità di Palazzolo, presieduta da Selina Grasso e con il soste-gno di tutta l’Amministrazione comunale, lancia il convegno “Le tante facce della violenza contro le donne”. Si svolge nella Sala civica del Municipio dalle 9.30 di sabato 27 novembre e vede come relatori: la dott.ssa Annalisa Voltolini, medico, già consigliera provinciale con de-lega alle Pari opportunità, la dott.ssa Bruna Marzi, psicologa, e il dott. Fabio Casati, avvocato; moderatrice l’avv. Chiara Ghidotti della commissione del Comune di Palazzolo. Gli interventi saranno intervallati da filmati e da letture teatrali sui vari aspetti della violenza a danno delle donne: la violenza fisica che in molti casi sfocia nell’omicidio, la violenza sessuale come lo stu-pro e le molestie, la violenza psicologica come le intimidazioni, lo stalking. Hanno assicurato la loro presenza anche delegazioni delle Superiori di Palazzolo e di Chiari.

Giuseppe Orizio

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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia 33LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Salò

Il bandito Zanzanù in un libro“Riviera del Garda tra ‘500 e ‘600 - Liturgie di violenza lungo il Lago” è il titolo del volume che viene presentato, con il patrocinio della Co-munità montana Parco Alto Garda Bresciano e il Comune di Salò, con un convegno dalle 9.30 alle 12.30 presso la sala dei Provveditori pres-so il Palazzo comunale di Salò. Tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento la riva occidentale del Garda fu caratterizzata da un intenso e diffuso fenomeno di banditismo, espressione sia della specifica situazione eco-nomica e politica che caratterizzava la Magni-fica Patria della Rviera, che del più accentuato controllo esercitato da Venezia nei confronti di fenomeni sociali ritenuti pericolosi o eversi-vi. I conflitti tra gruppi e parentele si manife-starono all’insegna di liturgie di violenza, che si costituivano come un vero e proprio sistema ordinatore sul piano politico e sociale. Il volume, curato da Claudio Povolo, raccoglie gli atti del convegno “Assassinio nella cattedra-le. Chi ha ucciso il podestà di Salò”. L’omicidio del podestà Bernardino Ganassoni, compiuto nel duomo della città gardesana il 29 maggio 1610, fu attribuito al bandito Zanzanù. Al con-

vegno intervengono: Giovanni Pelizzari (”Faide familiari e lotte intestine in Riviera”), Claudio Povolo (“Un crimine imperfetto. L’omicidio del Podesta di Salò”), Piergiovanni Mometto (“Gli ultimi giorni di vita di Zanzanù”), Alessandra Sambo (“Il banditismo alla fine del Cinquecen-to, tra faide locali e poteri centrali”), Giusep-pe Zordan (“Nel regno di Zanzanù”). Il feno-meno del banditismo ha visto in prima fila la vicenda di Giovanni Beatrice, soprannominato Zanzanù. La sua vita contrassegna emblemati-camente le trasformazioni che investirono la figura del bandito tradizionale, espressione dei conflitti locali, trasformandola in quella del fuorilegge perseguito inesorabilmente dalle leggi dello Stato. Nella prima parte della pubblicazione sono con-tenute le liturgie di violenza che contrassegna-no la società dell’epoca e sono illustrate alla luce delle interrelazioni politiche che avevano come fulcro Salò. Gli interventi della seconda parte si soffermano sulla biografia lunga del noto fuorilegge: il suo mito e la sua immagine sono state veicolate dall’ex voto del santuario della Madonna di Montecastello.

Un secolodi storiatra i bambiniLa fondazione “Asilo Infantile Maffizzoli”, associata all’Adasm Fism, festeggia il centenariodell’istituzione con una giornata dedicata

Polpenazze Domenica 28 novembre

Un secolo di storia. Non capita di frequente che un’istituzione in campo educativo raggiunga un si-mile traguardo. Domenica 28 no-vembre a Polpenazze del Garda è in programma una grande festa per celebrare una realtà che nel tempo ha accolto, formato e fatto cresce-re più generazioni. La Fondazione “Asilo Infantile Maffizzoli” festeg-gia il centenario della scuola che cent’anni fa veniva istituita con Re-gio Decreto di Vittorio Emanuele III. Le cronache del tempo ricorda-no che la benefattrice Margherita

Udi Luigi Zameli

Crescimbeni Maffizzoli con testa-mento aveva lasciato i suoi beni per creare un asilo che accoglies-se tutti i bambini, soprattutto i più bisognosi, per i quali era sempre “…pronto un piatto di minestra”.L’asilo ancora oggi, a distanza di tempo, offre un grande servizio alla comunità e alle famiglie del paese e dei paesi limitrofi.Domenica 28 novembre la festa ini-zierà con la Santa Messa animata dai bambini dell’asilo e celebrata da don Angelo Chiappa, assisten-te ecclesiastico dell’Adasm Fism di

Brescia. Successivamente tutta la comunità, accompagnata dalle no-te della Banda “Marchiori” di Pol-penazze del Garda, raggiungerà la scuola per assistere alla presenta-zione del libro di Gabriele Bocchio “I primi cento anni della scuola materna “Asilo Infantile Maffizzo-li” e alla declamazione della poesia scritta per l’occasione dalla poetes-sa Marisa Salodini.Saranno presenti, fra gli altri, an-che il presidente dell’Adasm Lo-renzo Albini e i vicepresidenti Pie-ro Reghenzi e Martino Massoli: la scuola, infatti, è associata all’Asso-ciazione degli asili e delle scuole materne, di cui condivide i princi-pi ispiratori. I servizi per l’infanzia rispondono al progetto educativo elaborato nei primi anni Novanta del secolo scorso dal prof. Remo

Sissa. Un progetto che rivisto man-tiene ancora la sua attualità e che intende l’educazione come azione volta a promuovere lo sviluppo del-la persona attraverso la testimo-nianza dei valori, la parola, la com-petenza professionale del persona-le educativo, l’opera della famiglia e della comunità. Resta esplicita l’ispirazione cristiana quale ele-mento costitutivo dell’identità: ogni scuola ovviamente fa proprio questo progetto, declinandolo in modo specifico sulla propria realtà.Tornando alle celebrazioni, segui-rà il pranzo, durante il quale ci sarà una simpatica sorpresa per i bam-bini presenti con un intrattenimen-to fatto per loro. La celebrazione del centenario si conclude con un concerto della Minibanda di Polpe-nazze del Garda.

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Cultura e [email protected]

Uno dei generi narrativi più origina-li del Novecento è il filone dei “van-geli apocrifi”: romanzi che ripercor-rono, riscrivendola o reinventando-la, la vicenda terrena di Cristo, dal felice evento dell’Annunciazione al frangente cruciale della Passio-ne. L’insieme di queste opere non solo restituisce un ruolo di centra-lità alla Bibbia, ma proietta l’espe-rienza evangelica ai primi posti di un’ideale classifica fra gli argomenti destinati a nutrire la fantasia degli scrittori. A monte di questa scelta potrebbero aver influito le parole che stanno a conclusione del Van-gelo di Giovanni: “Ci sono molte cose che ha fatto Gesù, le quali, se fossero scritte a una a una, non so se il mondo stesso potrebbe conte-nere i libri che si dovrebbero scri-vere” (Gv 21,25). Questi romanzi, dunque, sarebbero il racconto che di ciò che ancora non è stato scrit-to, un racconto non più effettuato da testimoni diretti ma da chi, sia pur lontano nel tempo, ha deciso di dare risposta alla celebre domanda posta da Cristo ai suoi apostoli: “Ma voi chi dite che io sia?” (Mt 16, 15).Sono almeno tre le tipologie a cui obbediscono gli autori dei “vangeli apocrifi”. La prima si può definire “modello Papini” e consiste nella ri-

Università cattolica Convegno nazionale

Letteraturae religionein una società secolarizzata

U

di Giuseppe Lupo

scrittura agiografica, fedele quindi al testo dei sinottici, dell’intera vita di Gesù. Questa linea inizia con la “Storia di Cristo” (1921) di Giovanni Papini e comprende “Lo sguardo di Gesù” (1948) di Riccardo Bacchel-li, “Volete andarvene anche voi?” (1969) di Luigi Santucci, “La vita di Gesù narrata da sua madre” (1976) di Cesare Angelini, “Cominciò in Galilea” (1995) di Stefano Jacomuz-zi e “Vita di Gesù” (1999) di Ferruc-cio Parazzoli.La seconda prende le mosse dal “Quinto evangelio” (1975) di Mario Pomilio: libro costruito su un’idea che travalica i Vangeli canonici, te-so a dimostrare l’esistenza di un quinto Vangelo, sconosciuto e mi-sterioso, sintesi degli altri quattro. Il capolavoro di Pomilio introduce il bisogno di reinterpretare i fatti nel segno di quei testimoni che han-no preso parte alla vicenda terrena di Cristo e ne fanno un resoconto, sia pur parziale o trasversale. I ro-manzi che fanno parte del “model-lo Pomilio” prediligono, per esem-pio, il punto di vista di Giuda (“La Gloria” di Giuseppe Berto, 1978; “Trenta denari” di Ferruccio Ulivi, 1986; “Vangelo di Giuda” di Rober-to Pazzi, 1989) o di Maria Maddale-na (“L’adultera” di Giuseppe Conte,

2008) o di Pilato (“Non vi amerò per sempre” di Giancarlo Marinel-li, 2008) o di Lazzaro (“La camera alta” di Ferruccio Parazzoli, 1998) o del buon ladrone (“Il ladrone” di Pasquale Festa Campanile, 1977), di Giuseppe (“Per amore, solo per amore” di Pasquale Festa Campani-le, 1983) o della Madonna (“In nome della madre” di Erri De Luca, 2007). Questi libri sono (o cercano di es-sere) il Vangelo mancante, narrato da un punto di vista parziale o pe-riferico, spesso da figure scomode.Mentre la prima e la seconda tipo-logia riscrivono e reinterpretano il testo sacro, la terza lo attualizza collocandolo nel tempo contempo-raneo. I libri di questa serie presen-tano vicende dove il racconto dei sinottici agisce come una matrice profonda e sotterranea, e si ispira-no all’opera teatrale di Diego Fab-bri, intitolata “Processo a Gesù” (1955): una pièce dove Gesù viene ricondotto dinanzi a un tribunale dei nostri giorni per essere di nuovo giudicato. Al “modello Fabbri” ap-partengono “Getsèmani” (1980) di Sergio Saviane, “Indagine sulla cro-cifissione” (1982) di Ferruccio Pa-razzoli, “Prete salvatico” (1989) di Pasquale Maffeo, “Parabola” (1995) di Raffaele Crovi.

Nell’aula magna Tovini dell’Ateneodi via Trieste si è tenuta una “duegiorni” sul tema “La ricerca delfondamento”. Presentiamo qui una riflessione che l’autore, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea, ha tenuto in formapiù ampia nel corso del pomeriggiodel secondo giorno di incontri sul tema “Vangeli apocrifi del Novecento”

LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Giuseppe Lupo

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36 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Incontri

La incontriamo qui a CortoLo-vere, dove è presidente di giu-ria. Oggi è più facile avvicinarsi al cinema da registi, perché la tecnica e la tecnologia rendono più semplice il lavoro; si è persa la capacità di andare a bottega?Gli strumenti hanno avvicinato quel-lo che può essere il cinema inteso in senso amatoriale, il cinema del-la domenica. Tutto quello che noi non potevamo permetterci, perché la pellicola, sia essa 8mm, super8, 16mm, costava carissima e quindi prima di fare un’inquadratura ci pen-savamo sempre almeno 10 minuti. Oggi con il digitale si gira qualun-que cosa, anzi. Questo ha facilita-to fin troppo anche tutti coloro che

non hanno un minimo di talento, di vocazione, di mondo espressivo da raccontare e da dire, e li ha spinti ad esibirsi cinematograficamente, tra virgolette e scritto tutto minusco-lo, ritenendo di fare delle cose che poi capita mi mandino. Una volta mi mandavano le sceneggiature e i sog-getti, adesso mi mandano i dvd. Si nota quanta indulgenza ci sia, quan-to pensino di avere realizzato delle buone cose ma spesso il risultato è alla videoclip: insieme di immagini, molto sonoro, titoli di testa e di co-da curati moltissimo, si autocitano molto, ma nel contenuto la storia e il resto è spesso molto fragile. Il festival CortoLovere ci ha dato modo di vedere 19 lavori di un buo-

Ldi Mauro Toninelli

PUPI AVATIIl regista dall’occhio cristiano

nissimo livello. Io credo che tutti meritassero di far parte di questa pattuglia. Quelli più fragili natural-mente erano quelli delle scuole, dei bambini, ma la loro bellezza sta nel fatto che c’è una grande spontaneità e una mancanza di consapevolezza. In alcuni corti, soprattutto in “Clac-son” che è il vincente e che ha otte-nuto subito l’unanimità generale, c’è una grandissima professionalità.Qual è la situazione del cinema italiano?Secondo me è tutt’altro che negati-va. Oggi si fanno 60 - 70 film all’anno e ogni film che si fa ha una ragione d’essere, che abbiano successo o che non abbiano successo. Dietro a ogni film italiano che si fa oggi, c’è un’urgenza, c’è un essere umano che vuole raccontare una storia e che si confronta con la sua visione delle cose e del mondo. Quando ho co-minciato io a fare il cinema, 42 anni fa, si facevano 350 film all’anno; di questi ce n’erano forse 20 che era-

no grandi film. Anzi c’erano di sicu-ro 20 grandissimi film, senza forse. Gli altri 320/330 film erano fatti per fare soldi.Cosa la spinge quando decide di raccontare una storia, a dire “questa è la storia giusta”?Il fatto che attraverso quella storia riesco a dire chi sono diventato in quell’anno. Racconto quella che è la stazione del mio percorso, la stazio-ne in cui mi sono fermato in quell’an-no. Quindi una riflessione totale e globale su quella che è la mia espe-erienza di vita.Negli ultimi film lei ha racconta-to la storia di perdenti, di uomini che sono dei vinti...Sempre, perché io appartengo a quella categoria. Io i vincitori non li conosco, li ho frequentati poco. Il soccombente è colui che è molto più informato sulle situazioni, mol-to più del vincitore. Il vincitore vive l’ebbrezza, si autocelebra, è distrat-to, si ubriaca. Il perdente invece, in

Giuseppe Avati, in arte Pupi, nasce a Bologna il 3 novembre 1938. Si laurea in scienze

politiche ma il suo sogno, fin da bambino è il cinema. Frequenta corsi di regia

e si cimenta con la macchina da presa. Nel 1968 debutta nel lungometraggio

“Balsamus, l’uomo di Satana”. Con “Una gita scolastica” (1983), il racconto di una gita-premio di alcuni studenti del liceo, mette

definitivamente a punto il suo stile personale. Sono tantissimi negli anni i film diretti,

a fianco dei quali scrive anche sceneggiature e romanzi. Nel 1983 con “Noi tre” vince

il premio speciale per i valori tecnici alla Mostra di Venezia e nel 1989 con “Storie di

ragazzi e di ragazze” vince il David di Donatello per la migliore sceneggiatura.

Gli ultimi lavori al cinema sono “Il papà di Giovanna” (2008), “Gli amici del bar

Margherita” (2009), “Il figlio più piccolo” (2010) e “Una sconfinata giovinezza” (2010)

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37LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

un incontro di box, quello che va giù, è quello che poi per tutta la vi-ta si ricorda qualsiasi cosa, attimo per attimo, microsecondo per mi-crosecondo, nanosecondo per na-nosecondo, come è andata e come è finito a terra. Quello che ha vinto il match dopo un attimo lo rimuove.Lei viene spesso definito regista cattolico; penso soprattutto per esempio a “Il cuore altrove”...Non credo sia grave!No, anzi. Volevo chiederle cosa vuol dire fare il regista, raccon-tare una storia con quest’ottica?Vuol dire cercare di stare vicino all’essere umano, voler bene all’es-sere umano. Ho scritto un romanzo che si chiama “Il papà di Giovanna” e l’ho dedicato alle persone che vo-gliono bene alle persone perché se-condo me questo mestiere lo si può fare anche volendo bene alla gente. Non è detto che debba essere sem-pre un racconto cinico, anche se ne “Il figlio più piccolo” racconto una storia dolorosa, però insomma c’è sempre una pietas, una vicinanza a quelle che sono probabilmente le motivazioni che hanno indotto que-sto essere umano a sbagliare; non sono mai con il dito puntato. Non sono capace a farlo, perché mentre sto puntando un dito passo davan-ti a uno specchio e dico: “Perché? Chi mi ha dato il diritto di giudica-

re queste persone?”. Io il cinema di denuncia non lo so fare e non voglio imparare a farlo.Le Sale della Comunità, come il Crystal di Lovere, in cui si svol-ge anche il festival “CortoLove-re”, i vecchi cinema parrocchiali che la Chiesa sta chiamando in questo modo hanno l’obiettivo di usare il cinema per dare stimoli culturali e di senso per la propria vita. Secondo lei il cinema ne è ancora capace?No. Il cinema purtroppo questo pro-blema non se lo sa più porre, perché non c’è più il senso del prossimo. Il prossimo è uscito dal mondo dell’in-terlocuzione, è diventato l’altro, che è una cosa diversa da prossimo. E allora, proprio questo rapporto cam-bia. Ci si imbarazza; addirittura si trovano forme di definizione come buonista; il buonismo è deprecato e subito una cosa diventa buonista. Si è arrivati a rendere cattiveria si-nonimo di intelligenza: cioè più sei cattivo, più sei intelligente; più sei cinico e più sei acuto. Sono tutte degenerazioni di una società che vi-ve nella conflittualità perenne e nel parassitismo. Ci sono un’infinità di esseri umani che vivono parassita-riamente sugli eventi. Pensi quanta poca gente fa le cose e quanta gen-te campa su quei pochi che fanno le cose: soltanto osservando gli opi-

nionisti, i sociologi, gli psicologi, gli psichiatri. Quanti parassiti. Anche i critici. A cosa servono queste cate-gorie? Non fanno niente; producono soltanto parole, producono soltanto occasioni di rammarico e di conflit-tualità. Enfatizzano perché vivono di questo. Se non ci fossero conti-nuamente dei conflitti, delle liti e delle polemiche chi comprerebbe il giornale? Questo è uno sciacallaggio che si fa dei pochissimi che invece lavorano. Io sono uno che lavora quotidianamente e continuamente e mi rendo conto di quanta zavorra ci portiamo appresso e di quanto è diventato pesante. Una volta con 350 film all’anno i critici in Italia erano 25, al massimo 30. Provi ad andare adesso a Venezia a vedere quante persone sono accreditate per an-dare a dare i voti e fare le pagelline sulle testate internet, siti... Ognuno è diventato giudice e giudicano quei pochi che fanno le cose. Secondo me, in un’altra intervista l’ho già det-to, ci vorrebbe un anno sabbatico in cui tutte queste persone per un anno vengono pagate però non chiediamo il loro parere, ce lo risparmiano e ci lasciano liberi di agire impunemen-te, senza dover transitare sotto que-ste forche caudine.Per il suo lavoro quanto pesano i pensieri dei critici, le recensio-ni e le loro parole. Quando lei

fa un film si preoccupa di que-sti giudizi?Sì, perché sono ancora una perso-na legata a queste liturgie, a questi rapporti. Vedo ancora nel giudizio di queste persone un po’ la commis-sione del mio esame di maturità di quando ero ragazzo e che mi ha ro-vinato tutta la mia giovinezza. Que-sti qua continuano perennemente a incombere, non si sono mai tirati via e sono ancora là. Non è mai diventa-to reversibile, non c’è reprocità: non ho mai potuto io a dare i voti a loro. Si dovrebbe provare, un anno lo fac-cio io e un anno lo fai tu. In molti degli ultimi film che ha girato lei ha avuto degli attori che solitamente hanno ruoli co-mici, ma che riescono molto bene con lei a fare ruoli drammatici. Il passaggio dall’attore comico a ruoli seri e drammatici è molto sem-plice. L’attore comico ha dentro di sé queste corde, queste ottave da suo-nare che allargano la sua tastiera, che si estende facilmente. È molto più difficile per un attore dramma-tico diventare comico. Per la vera comicità occorre un grandissimo talento. Si nasce comici e non lo si diventa. Quello che faccio io non è poi questa grande cosa; viene mol-to apprezzata ma non è poi così dif-ficile come sembra. Tutti gli attori comici sono dei disperati in realtà.

Era l’ultimo sabato di settembre del 1998 quando, da Los An-geles, giungeva a Lovere Maria Grazia Cucinotta per tenere a battesimo il festival del cortometraggio “oscarino”. Così si chiamava alla nascita la kermesse cinematografica, perché era stata concepita con la stessa formula del premio Oscar, solo al diminutivo perché si tratta di cortometraggi. Il nome e la statuetta (l’Oscar a cui è stata tolta la spada e messo tra le braccia un luccio) sono rimasti fino al 2007, anno in cui il fratello maggiore statunitense ha diffidato la Fonda-zione Domenico Oprandi, che organizza il Premio, dall’uti-lizzare nome e logo. Così “oscarino” diventa “CortoLovere”, mantiene la stessa formula e si consolida maggiormente come uno dei festival più ambiti a livello internazionale. Il presidente onorario è il cartoonist di fama mondiale Bruno Bozzetto mentre il pre-sidente di giuria cambia ogni anno. Così nelle undici edizio-ni del festival hanno assunto questo ruolo, Cochi e Renato, Maurizio Nichetti, Lina Wertmüller, Renzo Martinelli, Enzo Iacchetti, Enrico Lo Verso, Alessio Boni e altri.Scopo della manifestazione è di promuovere la cinematogra-fia dei giovani; dare dignità e visibilità al cortometraggio; cre-are un archivio di opere da conservare nel tempo; promuo-vere le opere dei giovani autori locali.Tante sono le sezioni riconosciute: miglior film, soggetto, fo-tografia, colonna sonora, film di autore bergamasco, prodotti dalle scuole di cinema e da istituti scolastici, miglior film web, premi speciali del presidente di giuria e del pubblico in sala ed ogni anno altre sezioni si possono aggiungere.Alla fine di settembre 2010, presso la Sala della Comunità “Crystal” di Lovere, sul lago d’Iseo, ha avuto luogo la XIII edizione di “CortoLovere”. Per questa edizione alla presi-denza di un gruppo di esperti è stato chiamato il noto regi-sta Pupi Avati.

Per il miglior film e la miglior colonna sonora: “Clacson” di Tak Kuroha (Luccio d’oro) per la capacità di sintesi di un racconto teso che unisce creatività e professionalità; miglior fotografia: “Sunny Side” di Ivano Fachin (luccio d’oro) per l’utilizzo del bianco e nero a denunciare il dramma dell’omologazione del mondo; miglior soggetto e premio giuria popolare: “Il Pomo-doro” di Alessio Angelico perché racconta in modo surreale e ironico la quotidiana lotta dell’uomo occidentale contro la burocrazia; miglior film straniero: “Rebus” di François Vogel, perché unisce originalità e abilità tecnica alla preziosità delle immagini; miglior film istituto scolastico e scuola di cinema: “La buccia di banana” dell’Istituto comprensivo di Bienno (Al-borella d’oro) per l’entusiasmo e la semplicità con cui i bambi-ni di terza elementare sono riusciti a trasmettere il messaggio ecologico della raccolta differenziata; miglior “corto” per la televisione: “K conjog-chapter” di Francesco Lettieri.Come le stelle degli Oscar lasciano la propria impronta sulla via delle star, così anche a Lovere, sul lungo lago, si possono vede-re le impronte delle star che negli anni sono state presidenti della giuria, impronte ovviamente corredate dai loro nomi.La manifestazione internazionale si svolge nella Sala della Comunità “Crystal” della parrocchia di Lovere, organizzata dalla Fondazione Domenico Oprandi. L’iniziativa è uno dei fiori all’occhiello della programmazio-ne della Sala di Lovere (paese in terra bergamasca ma dioce-si di Brescia) e, di fatto, ogni anno ne apre la stagione. Nella stagione fanno la parte del leone la stagione teatrale, ricca di spettacoli e personaggi di alto livello: quest’anno Loretta Goggi, Kledi Kladiu, Carlo Tedeschi, Catherine Spaak e Carlo Giuffrè. A fianco anche le altre iniziative di cinema per ra-gazzi e di qualità. Informazioni sul festival di cortometraggio al sito www.cortolovere.it mentre tutte le informazioni sul Crystal al sito www.teatrocrystal.it.

CortoLovere XIII edizione nella Sala della Comunità “Crystal”

Il Luccio d’oro a “Clacson” di Kuroha

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38 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Famiglia

I

“Nel migliore dei casi ci si illude che cura, protezione e affetto bastino allo svolgimento

del compito educativo, invece c’è vera educazione quando chi sta crescendo viene

introdotto dalla qualità della persona del genitore ed educatore, dalla sua presenza,

dall’esempio e dalla parola al senso del mondo e della vita, alla capacità di distinguere il bene

dal male e di assumere le decisioni conseguenti, all’apertura all’altro con la capacità di stabilire

relazioni autentiche

Associazioni Il XIII Congresso dell’Age a Roma

L’educazione introduce al senso della vita e del mondo

a cura di Renato Longhi

“II primo servizio da rendere ai ge-nitori consiste nel prepararli e for-marli al loro compito”, aiutandoli a “continuare a crescere” perché “solo chi si lascia animare dal desiderio di crescere ancora può aiutare altri a farlo”. Con queste parole mons. Ma-riano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italia-na, è intervenuto alla giornata con-clusiva del XIII Congresso naziona-le dell’Associazione italiana genitori (Age) sul tema “Genitori in crisi di...crescita! La gioia di vivere insieme la responsabilità educativa” (Roma, 12-14 novembre). Per mons. Crocia-ta, “il nostro tempo conosce consi-derevoli difficoltà in questo ambito, poiché spesso la carenza sta proprio nella inadeguatezza dei genitori al compito educativo”. Nel migliore dei casi, infatti, “ci si illude che cura, protezione e affetto bastino allo svol-gimento di un così delicato servizio, invece c’è vera educazione quando

chi sta crescendo viene introdotto dalla qualità della persona del geni-tore ed educatore, dalla sua presen-za, dall’esempio e dalla parola al sen-so del mondo e della vita, alla capa-cità di distinguere il bene dal male e di assumere le decisioni conseguen-ti, all’apertura all’altro con la capa-cità di stabilire relazioni autentiche”. Il Segretario della Cei ha ricordato che “dobbiamo portare con noi come un binomio inscindibile e program-matico perseveranza e salvezza” per-ché “rimanere fedeli sino alla fine è cammino che introduce nella salvez-za”. Tre le indicazioni suggerite dal presule: in primo luogo, “dobbiamo ritenere che una proposta educati-va adeguata ha bisogno di svolgersi in un orizzonte che chiamiamo esca-tologico” perché l’educazione “in-troduce al senso del mondo e della vita, avvia un percorso di maturazio-ne che, oltre le tappe di un ragione-vole completamente umano, rimane

aperto all’infinito”; in secondo luogo, “apprendiamo che solo in un clima di fiducia e di speranza è possibile svol-gere il compito educativo e percorre-re il cammino della crescita umana e credente”. Infine, ha concluso mons. Crociata, “raccogliamo l’invito di San Paolo a lavorare con tranquillità, ad apprezzare e promuovere il valore dell’impegno ordinario quotidiano” guidati dalla perseveranza che “non è il ripiego dei frustrati, ma la forza di chi sta osando l’impresa, poiché in essa si annida l’energia divina che dà riuscita e pienezza definitiva all’esi-stenza”. Dopo aver ringraziato i “tan-ti amici che ho conosciuto e che, prima di me, danno da anni ore pre-ziose del loro tempo gratuitamente all’associazione”, Davide Guarneri, presidente nazionale dell’Age, ha ri-badito la necessità di vivere “dando il massimo di sé e della propria dispo-nibilità, senza attaccamento emoti-vo al ruolo, ma con passione civile

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39LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

e tensione etica”. Per la missione associativa, Guarneri, che durante il Congresso è stato confermato al-la presidenza dell’Age, ha auspicato la costituzione di un “Consiglio na-zionale rappresentativo, rinnovato, all’altezza delle sfide che lo attendo-no” dove “le associazioni numerica-mente più consistenti si faranno cari-co di portare in consiglio associazioni più esigue” e “il Nord voterà il Sud, il Sud voterà il Nord”. A quanti operano all’interno dell’associazione, la richie-sta è quella di avere “sguardo aperto sul mondo e sui ‘mondi’ che la com-plessità del nostro tempo ci propone, sfidando le nostre capacità: penso al-

la globalità dei media, penso alle po-litiche familiari, ambientali, sociali”. È importante, secondo Guarneri, una “corresponsabilità educativa” che “giunga in ogni provincia, in ogni pa-ese” per “realizzare reti che accolga-no e sostengano le famiglie, i genitori rimasti soli, o più deboli, i poveri di ogni genere, i più sfortunati” perché “l’impegno per gli ultimi e per chi soffre non potrà che migliorare tut-ti”. L’attenzione per i genitori di ogni nazione e cultura si concretizza, ad esempio, con il progetto Age Extra che identifica la prima realtà asso-ciativa in Italia formata da genitori extracomunitari. Alla “serie di cose

fatte”, Guarneri aggiunge “un elenco di cose ancora da fare: un nuovo sito web, strumenti per migliorare sempre più la comunicazione e accrescere il numero dei contatti e dei soci, ma soprattutto percorsi di formazione e incontro fra presidenti di associazio-ne, regione per regione, in un piano sistematico che nel triennio scorso abbiamo abbozzato, sperimentando il piacere e la qualità dell’incontro”. Il “contributo qualificato” che l’Age potrà offrire alla società è quello di una proposta che ricordi come “la genitorialità è da sostenere sempre, in ogni situazione familiare, promuo-vendo forme diversificate di forma-

zione dei genitori”. Il futuro dell’Age sarà costellato da ulteriori sfide per una maggiore efficacia educativa, una riappropriazione degli spazi cittadini da parte della famiglia, una formazio-ne specifica sui nuovi media e una qualificazione di piani sempre rinno-vati di comunicazione che facciano conoscere l’attività dell’associazio-ne. Il Congresso ha registrato la ri-conferma, con amplissimo consenso, del mandato presidenziale a Davide Guarneri, 44 anni, di Brescia, sposato con Michela e padre di quattro figli. Insieme a lui eletti 19 consiglieri na-zionali, in rappresentanza di diverse realtà locali.

L’impegno dentro casa

Tra lui e lei tre ore e 40 minuti di differenzaTre ore e 40 minuti. Questa è la differenza, tra uo-mini e donne, rispetto al tempo mediamente de-dicato al lavoro familiare. Lo afferma l’Istat nel-la terza edizione dell’Indagine sull’uso del tempo. La distanza degli uomini dalle donne rispetto all’impe-gno domestico indicherebbe il divario da colmare per stabilire una parità nella divisione dei ruoli nelle cop-pie. Ridistribuire il lavoro familiare potrebbe essere una chiave essenziale verso la ricerca del loro benessere, ma richiede il riconoscimento di un cambiamento cultura-le formidabile all’interno delle famiglie italiane, che si sta lentamente affermando con la crescita del grado di istruzione del nostro Paese e con la maggiore presenza femminile nel mondo del lavoro. Assumere una diversa responsabilità rispetto alla famiglia è la via per costruire un modello alternativo di quello ormai defunto che cer-tificava la rigida separazione dei ruoli tra i sessi.Purtroppo, però, si assiste a una battuta d’arresto, de-nuncia l’indagine che rileva la lentezza del cambiamento. Infatti mentre sei anni fa si riscontrava una significativa riduzione dell’asimmetria tra i compiti domestici, rispet-to alla prima rilevazione Istat sui tempi di vita, quella del 1988-1989, nell’ultima rilevazione non si riscontrano grandi cambiamenti, se non tra le coppie dove le donne sono occupate e le coppie con figli. Inoltre si può rilevare anche come la diminuzione di impegno dentro casa non si traduce in una maggiore disponibilità di tempo perso-nale, anzi si sostiene che la strategia del contenimento

del lavoro domestico si riversa esattamente nel lavoro re-tribuito. Si può cogliere così un’analogia con i loro part-ner che godendo di più tempo (quelle fatidiche tre ore e 40) non le impiegano per loro stessi se non in lieve mi-sura, anche loro finiscono solamente per lavorare di più. Così dietro la differenza di coppia sul tempo disponibile per la casa si può vedere un’altra questione rispetto al benessere familiare. In questi ultimi sei anni emerge una invasività del tempo lavorativo, che sottolinea la scarsa capacità del sistema italiano a integrare due fondamen-tali diritti e doveri dell’uomo e della donna: quello di costruire una propria famiglia e quello di partecipare al mondo della produzione. Ancora una volta si dimostra che la conciliazione dei tem-pi diventa un elemento essenziale su cui investire per per-mettere alle coppie di costruire nel corso della loro vita un nucleo familiare. Lo ha anche ribadito la Conferenza nazionale della famiglia dove il Forum delle associazio-ni familiari ha sottolineato l’importanza di “promuovere una cultura del lavoro attenta al tema della genitorialità e della conciliazione da considerare come veri e propri diritti esigibili da tutti i lavoratori superando la situazio-ne attuale che finisce spesso per penalizzare le donne, soprattutto se mamme”. Pacificare il mondo del lavoro con il mondo familiare non è soltanto una questione di superamento di barriere ideologiche, ma aiutare le per-sone ad affrontare in modo più sereno i veri problemi della quotidianità. (Andrea Casavecchia)

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40 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Eventi

Miete applausi la Cenerentola

del Grande

N

di Marco Bizzarini

Nuovo successo di pubblico, al-la stagione lirica del Grande, per l’allestimento della “Cenerentola” musicata da Rossini. La duplice at-trattiva di una favola popolarissima e di una musica frizzante ha fatto registrare ancora una volta il tutto esaurito in entrambe le recite. Que-sta produzione del Circuito lirico lombardo aveva come capofila il nostro teatro e di conseguenza ha debuttato proprio al Grande.Nell’allestimento firmato dalla re-gista Rosetta Cucchi balzava subi-to all’occhio la presenza in scena di curiosi personaggi travestiti da topolini (si trattava di tutti i com-ponenti del coro maschile con l’ag-giunta di alcune comparse).La rivisitazione della fiaba era ispi-rata a un criterio metateatrale o di “teatro nel teatro”: si è infatti im-maginata una biblioteca accurata-mente custodita da topi in cui un libro conteneva appunto la classica fiaba di Cenerentola.I “topolini” sono quindi stati pre-sentati nella doppia veste non solo di lettori di un libro, ma anche di attori direttamente coinvolti nel-la narrazione fiabesca in quanto

membri del coro: da questo cor-tocircuito logico nasceva appun-to la suggestione del metateatro. L’ambientazione nella biblioteca ha preso avvio fin dalle prime no-te della celebre Ouverture, esegui-ta a sipario aperto. Nel complesso l’intero dispositivo scenico ha fun-zionato molto bene. L’unico dubbio riguarda le luci, un po’ troppo sof-fuse nelle scene iniziali del primo atto: è vero che Don Magnifico, nella sua spiritosa aria di sortita (a tratti memore della cavatina di Figaro), viene letteralmente tirato giù dal letto dal cicaleccio delle fi-glie vanitose – con piena giustifi-cazione della scena di un interno notturno – ma la musica di Rossi-ni è un vero tripudio di colori lu-minosi e questo elemento entrava talvolta in conflitto con la colloca-zione nel chiuso di una biblioteca. Al contrario è stata efficacissima, e molto rossiniana nello spirito, la trovata di far dirigere a un topolino il famoso sestetto vocale “Questo è un nodo avviluppato” che, sfrut-tando il momento drammaturgico del “concertato di stupore”, ha da-to vita a un irresistibile divertisse-

ment non solo musicale, ma anche scenico.Molto positiva, in generale, la pro-va dei cantanti, scelti fra i giova-ni vincitori dell’ultimo Concorso Aslico. Il contralto Chiara Amarù, che ha vestito i panni della prota-gonista nella recita di domenica po-meriggio cui facciamo riferimento (nella première di venerdì era di scena Carmen Topciu), ha supera-to in scioltezza tutte le difficoltà tecniche disseminate a piene mani nello spartito, incluse le acrobati-che agilità del Rondò finale. È una voce su cui scommettere. Bene an-che tutte le voci maschili, dal Don Ramiro del tenore Edgardo Rocha, in possesso di un timbro perfetto per i ruoli rossiniani, ai bassi buffi Omar Montanari (Don Magnifico) e Serban Vasile (Dandini).Alla testa dell’Orchestra dei Pome-riggi musicali il giovane direttore Giacomo Sagripanti ha saputo re-stituire con ordine e autorevolezza la vivacità e la verve teatrale del-la partitura di Rossini, senza dub-bio una delle sue più coinvolgenti accanto all’“Italiana in Algeri” e all’immortale “Barbiere di Siviglia”.

Brescia Stagione lirica e di balletto

Brescia

L’organista Parodi al Mascioni del Santuario mericianoBenedizione e concerto per l’inaugurazione del nuovo or-gano Mascioni del santuario di Sant’Angela Merici a Brescia. Sabato 27 novembre alle ore 21 la chiesa cittadina sita in via Crispi ospita l’importante evento nell’ambito del calendario degli “Incontri con la musica”, promossi dalla Scuola dioce-sana Santa Cecilia, con ingresso libero. Protagonista musica-le della serata sarà l’organista Giancarlo Parodi, concertista di fama internazionale, interprete di un programma che si muove dal Settecento alla musica contemporanea, tale da va-lorizzare le caratteristiche del nuovo organo. Quest’ultimo è stato realizzato quest’anno dalla nota famiglia organaria di Vincenzo Mascioni di Cuvio (Varese) e vanta una tastiera da 58 note e una pedaliera da 30, con accessori unione tasto-pedale e combinazione libera alla lombarda.

La benedizione dello strumento sarà impartita da mons. Vi-gilio Mario Olmi, vescovo ausiliare emerito di Brescia, e av-verrà in forma di “dialogo” con l’organista: spettacolare e originale allo stesso tempo per il fatto che il maestro Parodi improvviserà seguendo temi da lui scelti.Per quanto riguarda il programma, vi sono pezzi di Gaeta-no Valerj (1760-1822), José Lidón (1746-1827), Carlos Baguer (1768-1808), Niccolò Moretti (1763-1821), Claude Bénigne Balbastre (1627-1799), Felice Moretti (Padre Davide da Berga-mo, 1791-1863). Il brano “Elevazione” del bresciano Giancarlo Facchinetti è una prima esecuzione a Brescia: padre Zardini, a cui è dedicato, era un caro amico del m° Facchinetti, inse-gnante di Musica corale e Direzione di coro al Conservatorio di Verona. Info: www.santaceciliabrescia.it. (f.l.)

Prossimo appuntamento in cartellone, il 10 e il 12 dicembre, “La Traviata” di Verdi.

In gennaio il balletto “Il lago dei cigni” Chiara Amarù, la Cenerentola (nella replica domenicale)

Giancarlo Parodi

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Brevi 41LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

PalaBrescia

“Tutto questo... danzando”Martedì 30 novembre alle 21, sul palco del PalaBrescia arriva “Tutto questo... danzando”, spet-tacolo che ha per protagonisti Natalia Titova e Samuel Peron che abbiamo intervistato.Cosa vedremo al PalaBrescia il 30 novembre?Uno spettacolo fantastico. Siamo sei ragazzi che salgono su una nave e in questa nave ne suc-cedono di cotte e di crude. Ci vedrete ballare e recitare su musiche suonate dal vivo da Angelo Trane e cantate da Mikee Introna e Silvia Mazza. Sei ballerini protagonisti – io, Natalia, Vicky Martin, Roberto Imperatori, Fabrizio Graziani e Samanta Togni – e l’attore Gabriele Marconi. Su questo palcoscenico ne faremo di cotte e di crude.Grazie alla televisione gli italiani hanno potuto conoscere la grande dignità del ballo. Chi ha tratto più giovamento: il mondo del ballo o quello della televisione?Diciamo metà e metà. Il mondo del ballo ha avuto modo di aprirsi delle porte nel panorama italiano e la tv ha avuto modo di fare un programma interessante per i telespettatori.Quali gli ingredienti del successo di una trasmissione televisiva così?Il popolo italiano ama il ballo. Questo è già un punto a favore del programma; altri aspetti po-sitivi: i maestri che insegnano il ballo popolare ai vip, la professionalità di Milly Carlucci, la sim-patia di Paolo Belli e della Big Band. Tutto questo ha aumentato l’interesse per la trasmissione.E ha anche favorito l’avvicinamento al ballo?La forza del programma ha riempito le scuole di ballo di persone di tutte le età.L’atteggiamento dei vip nei vostri confronti era reale o dettato dalla mediazione televisiva?Diciamo che i vip che si approcciano alla danza non sono abituati a mettersi anima e corpo nel ballo. Arrivano prendendo sotto gamba la situazione, ma non è così semplice. Devono imparare come si balla e metterci la passione, il ritmo, lo stress e tante altre cose insieme. Il vip deve de-nudarsi della maschera che si è creato e in molti falliscono l’obiettivo. Chi è costretto a togliersi la maschera e rimboccarsi le maniche diventa intrattabile.Anche voi ormai siete divenuti vip perché la gente vi conosce.Questo ha inciso sulla vostra vita? Tutti noi abbiamo sicuramente avuto maggiore visibilità e di conseguenza abbiamo avuto un forte riscontro personale, professionale e lavorativo. Ciò nonostante ritenerci vip sarebbe esa-gerare. Abbiamo avuto la fortuna di essere al posto giusto nel momento giusto ma rimania-mo noi stessi.

Lumezzane

Brescia

All’Odeon una storiadi straordinaria delicatezza“In nome della madre” è la storia raccontata da Erri De Luca (Napoli, 20 mag-gio 1950), di una donna di Galilea, una ragazza come tante, fidanzata a Giu-seppe, falegname, destinata a una vita di moglie e madre. Ma un giorno suc-cede qualcosa di strano, appare un angelo, e per lei il destino cambia in fretta. Diventa operaia della divinità che le mette in grembo un figlio, che è figlio suo ma anche il figlio di Dio. Dal titolo di uno dei romanzi più celebri di De Luca, una storia “sacra come una ballata popolare, una stazione lunare scar-nificata nelle voci e negli echi della coscienza”. Erri De Luca, recentemente definito lo “scrittore del decennio”, nelle poche pagine del libro pubblicato quattro anni fa, riesce a descrivere la forza, il silenzio e la difficile accettazio-ne di Miriàm di un destino che come madre sente implacabile, al quale non può opporsi ma solo chiedere che avvenga il più tardi possibile. La riduzione teatrale di questa storia sarà in scena al Teatro Odeon di Lumezzane martedì 30 novembre con inizio alle ore 20.45.“Provando in nome della madre” di Erri De Luca e Simone Gandolfo, con Er-ri De Luca, Simone Gandolfo e Sara Cianfriglia. Info: www.teatro-odeon.it.

Musica per l’Istituto del radioTradizionale “Concerto d’autunno” per l’associazione “Amici dell’Istituto del radio Olindo Alberti” degli Spedali Civili di Brescia. L’appuntamento è per sa-bato 27 novembre alle 20.30, nella suggestiva cornice dell’auditorium Santa Giulia di via Piamarta a Brescia. Protagonisti dell’appuntamento musicale in-titolato “Da Vienna a Broadway”, il coro della Fondazione Arena di Verona diretto dal maestro Giovanni Andreoli con al pianoforte Patrizia Quarta e la presentazione di Fabio Larovere. Il ricavato della vendita dei biglietti va al so-dalizio voluto dall’indimenticato cav. Adriano Marenda per sostenere l’Istituto cittadino e che in questi anni tanto ha fatto per migliorarne le prestazioni e le potenzialità. Info e biglietti presso il negozio Adrian Pam, via San Polo 42, Brescia; tel. 0302306044; [email protected]. (f.l.)

Natalia Titova e Samuel Peron

Erri De Luca

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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

a“Questa raccolta di racconti è dedicata a tutti coloro che amano gli animali e in particolar modo i cavalli. Non è un manuale di equitazione né una guida sui cavalli, ma semplicemente raccon-ti che narrano d’amore. Spesso userò dei termini poco tecnici e poco specifici per questo chiedo a voi tutti di perdo-narmi le imprecisioni e le approssima-zioni. I protagonisti di questi racconti sono cavalli reali e molto simili a quelli che ciascuno di noi possiede o ha avuto modo di conoscere. Li vedremo coin-volti in avventure talmente fantastiche da trasformare anche loro in creature magiche e speciali. Spero di far vivere a ciascuno di voi un viaggio meravi-glioso in un luogo ricco di emozioni e sensazioni, luogo che ciascuno può trovare vicino alla propria casa. Spero di riuscire anche ad accendere, in co-loro che vogliono scoprire la casa di Stefi e le sue magiche creature, il forte desiderio di ricerca perché è possibile trasformare la magia in realtà: basta crederci” (Pierangela Bosio).

La casa di Stefi

42 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

PIERANGELA BOSIOMASSETTI-RODELLA, ROCCAFRANCA EURO 17,00

Voce Libri

U

Mostra fotograficaAlla Wave Photogallery di via Trieste

“Che sant’uomo, ma che tormento!”. Così pensa don Abbondio del cardinal Federigo Borromeo che lo sta rimpro-verando. “Che Santo, ma che tormen-to!” potrebbe essere la frase che ca-ratterizza il profilo di Carlo Borromeo tracciato da Luigi Crivelli. Una biogra-fia essenziale, che si discosta voluta-mente dall’erudizione e dalla devo-zione. Con un linguaggio accessibile viene delineata la figura di un uomo austero e determinato, pastore in una stagione tribolata della Chiesa, rifor-matore battagliero, vescovo esigente, amante della preghiera, devoto della Croce. Un Santo di altri tempi. Forse per questo attuale. Luigi Crivelli (1933-2007), prete della diocesi di Milano, ricoprì vari incarichi pastorali, fra cui spicca quello di parroco di San Sim-pliciano (1973-1994), dove realizzò il restauro dell’omonima basilica citta-dina. Nel 1984 divenne direttore della rivista “Terra Ambrosiana” e nel 1994 responsabile dell’Ufficio dei beni cul-turali della diocesi di Milano e anche dell’erigendo Museo diocesano.

San Carlo

LUIGI CRIVELLIÀNCORA, MILANO 2010,EURO 11,00

di Luca Bressanini

Alcuni scatti per ricordare

l’esodo forzato dei tibetani

Una cinquantina di scatti in stampa lambda che raccontano la storia di un popolo dimenticato, attraverso la testimonianza di alcuni sopravvissu-ti. “Faces of Tibet in exile. Ritratti di una generazione che sta scomparen-do” espone le fotografie di Alessandro Molinari, che riprende da vicino gli anziani volti di alcuni tibetani scam-pati all’occupazione cinese del Tibet del 1959, che costrinse circa 100mi-la persone a lasciare la propria terra d’origine e a rifugiarsi in India, la qua-le cercò di garantire una rete di assi-stenza attraverso la creazione di cam-pi profughi e lo stanziamento di fondi assistenziali. Uomini, donne, bambini,

vecchi, monaci… un omaggio a una generazione che doveva essere can-cellata. È attraverso la preziosa testi-monianza di costoro che l’artista rico-struisce le drammatiche vicissitudini del popolo tibetano, divenuto un’in-significante minoranza caduta in mi-seria, una storia fatta di sofferenze e sacrifici che non hanno però impedito loro di conservare il proprio patrimo-nio culturale. Da notare come alcuni dei personaggi in mostra stringano tra le mani alcuni oggetti, per mostrare allo spettatore quel poco che gli è ri-masto. Molinari, che per l’occasione espone le immagini su carta srotola-ta a mo’ di pergamena, si sofferma sui

volti, omettendo qualsiasi riferimento a luoghi o cose; immortala i personag-gi da vicino, conferendo all’immagine particolare espressività. Primi piani malinconici e sofferenti, dai quali però emerge il desiderio di narrare ai poste-ri il loro dramma, perché non venga dimenticato dalle future generazioni. Un abile lavoro, quello di Molinari, ap-prezzato anche dal Dalai Lama, il qua-le definisce il suo lavoro “un omaggio alla compassione che rappresenta il nucleo della cultura e dei valori che noi tibetani ci sforziamo di mantene-re vivi”. Un’ulteriore dimostrazione dell’elevato grado di stima raggiunto dall’artista, i cui reportage sul mondo del cinema (Festival di Cannes, di Ve-nezia e di Berlino) vengono pubblica-ti sulle maggiori testate italiane e in-ternazionali.Proprio la figura del Dalai Lama è il punto di contatto tra la mostra di Mo-linari e “La scuola dell’esilio. Storie di

educazione nel Tibetan Children’s Vil-lage”, altra rassegna presente in galle-ria in questi giorni. Fu infatti grazie a Tsering Dolma, sorella del Dalai Lama, che nel maggio del 1960 a Dharamsala, venne aperta una nursery per i bambi-ni tibetani, il Tibetan Children Village, che in poco tempo divenne il maggior centro scolastico degli immigrati tibe-tani in India. In esposizione le fotogra-fie di Melina Mulas, che si sofferma su alcuni momenti di vita dei picco-li profughi tibetani, fotografati tra i banchi di scuola. L’artista, che vive e lavora a Milano, è da anni in contatto col governo tibetano in esilio in India per cui ha realizzato il libro “Il terzo occhio”, dove sono raccolti i ritratti di molti dei principali lama tibetani. Sono i loro volti, spensierati e talvolta sorridenti, l’icona del grido di speran-za di un popolo che sta scomparendo.Fino al 30 novembre, da martedì a sa-bato, dalle 14 alle 20.

Una delle immagini in mostra

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ERICA VALSECCHIÀNCORA, MILANO 2010,EURO 12,50

“Prima l’uomo beve un bicchiere, poi il bicchiere beve un bicchiere, infine il bic-chiere beve l’uomo” (proverbio giappo-nese). Così rischia di succedere ai nostri ragazzi, che si avvicinano sempre più pre-sto all’alcol (in media 11-12 anni). Oggi il consumo di bevande alcoliche da par-te dei giovanissimi è incentivato da forti pressioni non solo culturali e sociali, ma anche commerciali. Meno vino, più bir-ra e superalcolici. Non più a tavola, ma nei pub, nelle birrerie e nelle discoteche, una volta la settimana. L’alcol è diventa-to un ingrediente fondamentale della “cultura dello sballo”. In queste pagine adulti (genitori, insegnanti, educatori) e ragazzi troveranno informazioni e indi-cazioni pratiche per evitare che i giovani affoghino “in bottiglia”. Erica Valsecchi si occupa di disagio giovanile e disabilità fisica e mentale come educatrice/forma-trice in centri socio-assistenziali e scuole del territorio. È esperta in percorsi alla genitorialità e in master di formazione per adulti e docenti.

“Pregando di non beccare nessuno che usciva dal palazzo mi sono infi-lato nell’androne e sono corso sulla passerella rossa, sono passato accanto all’ascensore e mi sono buttato per le scale che portavano alle cantine”. Ini-zia così la “settimana bianca” di Loren-zo, quattordicenne introverso e un po’ nevrotico che si prepara a vivere sette giorni di felicità lontano da tutti, in quello scantinato buio e dimenticato ma così accogliente. Sarà la sorellastra Olivia che, arrivando d’improvviso nel suo rifugio con tutta la sua ruvida e cagionevole vitalità, lo riporterà alla realtà. Sarà una scossa brusca e tre-menda che lo farà “diventare grande”, e gli insegnerà ad accettare il disordi-nato funzionamento della vita là fuori: “Tra poche ore sarei uscito da quella cantina. E sarebbe stato di nuovo tutto uguale. Eppure sapevo che oltre quella porta c’era il mondo che mi aspettava e io potevo parlare con gli altri come fossi uno di loro”. (recensione di Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)

Io e te

NICCOLÒ AMMANITIEINAUDI, TORINO 2010,EURO 10,00

Adolescentiin bottiglia

43LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

L’evoluzione di una esperienza artisticaCon “Dopo Corren-te” la galleria Ab Arte ci presenta le opere di alcuni gran-di maestri italiani del secolo scorso che, opponendosi alla cultura artistica fa-scista degli anni ’20-’30, che avallava la necessità di un recu-pero della forma e che vedeva nell’arte classica un modello da imitare, decisero di fondare un nuovo movimento artistico, chiamato “Corren-te”. Il gruppo, ispirato dalla pittura postimpressioni-sta ed espressionista delle avanguardie, nacque nel 1938 ed ebbe successo nei primi anni ’40, per poi di-sperdersi. In esposizione opere di Domenico Canta-tore, Bruno Cassinari, Piero Gauli, Renato Guttuso, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Gabriele Muc-chi, Aligi Sassu, Ernesto Treccani, Emilio Vedova; una ventina di lavori tra litografie, serigrafie, acquefor-ti, una scultura in bronzo fusa a cera persa e alcuni lavori a tecnica mista, accomunati da un unico te-ma, la donna, soggetto presente in gran parte delle opere, tra le quali dei “Nudi di donna” di Guttuso, emblema di quel realismo e di quella quotidianità tanto cari al pittore.Un modo nuovo di fare arte, ambizioso di separarsi dall’arte ufficiale pregiudicata dal mondo politico, scrive il titolare della galleria, Andrea Barretta, nella presentazione, e che riunì in due categorie, quella astratta e quella realista numerose figure di intel-lettuali, poeti, scultori e critici. Una maniera nuova anche di leggere l’arte, che riconosce l’artista come tale inserendolo nel contesto socio-politico.La mostra resterà aperta fino all’8 dicembre, il gio-vedì dalle 15.30 alle 19.30, il venerdì e sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Info su www.abarte.it.. (l.b.)

Fondazione Berardelli,Via Milano, 107 – BresciaCurata da Melania Gazzotti e Nicole Zanoletti, “Innocen-te. Opere dalla Fondazione Berardelli” presenta alcune opere di Innocente, artista del Nuovo Futurismo, realiz-zate a partire dagli anni ’80 a oggi. Tra le opere esposte vi sono bozzetti, sculture in lamiera, dipinti e installazio-ni. Accompagna la mostra un interessante catalogo con testi di Achille Bonito Oliva. Fino al 5 marzo, da martedì a venerdì dalle 9 alle 12.30; sabato dalle 10 alle 12 e dal-le 15 alle 19.30.

Galleria dell’ArefPiazza Loggia, 11/f – Brescia“Terre senza tempo. Opere 2005-2010 In&Out Millennium III”, in mostra l’ultimo ciclo di opera realizzate da Riccardo Musoni. Come osserva Fausto Lorenzi, nei lavori di Mu-soni ci sono meditazioni dell’esperienza dell’informale nell’uso di grumi, pigmenti che salgono sulla superficie come escrescenze, impasti che sottintendono l’immagine di evocazione naturalistica, la quale sembra, a sua volta, dissolversi nella stessa materia di cui è fatta: una ricerca da ultimo naturalismo immerso nella materia pittorica co-me se fosse essa stessa la terra, il campo di grano, il cra-tere del vulcano, la pioggia, il vento e la tempesta. Fino al 5 dicembre, da giovedì a domenica dalle 16 alle 19.30.

Museo Ken DamyCorsetto Sant’Agata, 22 – BresciaIn occasione del 40° anniversario del grande concerto rock che segnò la fine di un epoca, Ken Damy presenta “L’Isola di Wight 1970”, mostra fotografica dedicata all’evento con l’esposizione di inediti scatti vintage realizzati per l’occa-sione dallo stesso Damy e dall’amico Tito Alabiso. Fino al 18 dicembre 2010, da giovedì a sabato, dalle 15.30 alle 19.30.

Museo diocesanoVia Gasparo da Salò, 13 – Brescia“Romanino e i pittori anticlassici”. Una mostra dedicata al grande maestro bresciano che nel primo Cinquecento si rese protagonista insieme al altri artisti quali Altobello Melone, Gianfrancesco Bembo, Giovanni de Sacchis (Por-denone), Calisto Piazza e Lorenzo Lotto, affermando la

propria indipendenza artistica rispetto al canone classico rappresentato allora da Perugino e Raffaello, Giorgione e Tiziano. Fino al 30 giugno, dalle 10 alle 12 e dalle 15 al-le 18. Chiuso il mercoledì.

Galleria MininiVia Apollonio, 68 – Brescia“Retired Forms”, mostra personale dell’artista croato Da-vid Malijkovic, che presenta due film in 16mm. Il primo, realizzato nel 2008 nel museo di Vjenceslav Richter, ar-chitetto ed artista del gruppo Exat-51 attivo tra il 1950 e il 1956 a Zagabria, si sofferma su dettagli di sculture metalliche in movimento e su primi piani di giovani – ap-partenenti alla stessa generazione dell’artista – dall’aria distaccata e immersi in un ambiente astratto-geometri-co; il secondo, realizzato nel 2009, è ambientato presso il Memorial Park di Zagabria, il parco dove è installato il monumento dedicato alle vittime della Seconda guerra mondiale realizzato nel 1968. Due filmati nei quali rac-conta le trasformazioni socio-culturali della sua nazione nel corso degli anni, ponendo l’attenzione sull’analisi di luoghi e monumenti architettonici che solo qualche de-cina di anni fa avevano un valore storico e simbolico con-solidato, e che ora sono spazi degradati e abbandonati. Fino al 2 febbraio 2011, da lunedì a venerdì dalle 10 alle 19.30. Sabato su appuntamento.

Aab – Associazione artisti brescianiVicolo delle stelle, 4 – Brescia“Antonio Gigante. Il muro. Le crepe della memoria”, esposizione che si inserisce nella serie “Monografie di ar-tisti bresciani” ed è curata dal professor Domenico Mon-taldo. Fino al 1° dicembre, da martedì a domenica dalle 16 alle 19.30.

Galleria dell’ombraVia Nino Bixio, 14/a – Brescia“Racconti quotidiani”, presenta le opere di Gábor Szente-leki, giovane artista ungherese i cui dipinti carichi di ten-sione e di suggestione, con figure in movimento, invitano lo spettatore a meditare sulla potenza dell’espressività al fine di rappresentare i sentimenti dell’uomo. Fino al 14 dicembre, da lunedì a sabato dalle 16 alle 24.

Calendario delle mostre

Bruno Cassinari, “Il centauro”

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44 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Cultura e comunicazione

SAB DOM

Cielo, h. 21.00X-FILESDigitale Terrestre. Telefilm americano che ha appassio-nato tutto il mondo negli an-ni ’90, con David Duchovny e Gillian Anderson. Due agenti dell’Fbi sono assegnati a miste-riosi casi che hanno a che fare con la sfera paranormale. Lui è un fanatico di avvistamen-ti Ufo, lei è scettica su molti aspetti del loro lavoro. Storie intriganti e misteri da risolve-re. Due puntate a serata.

Rai Tre, h. 21.30REPORTLe inchieste giornalistiche sull’Italia che il resto dell’in-formazione preferisce non farci vedere: attraverso in-teressanti e curati reportage scopriamo chi si cela dietro ai problemi del Paese. Milena Gabanelli coordina un team di esperti giornalisti freelan-ce che girano l’Italia a caccia di problemi e soluzioni.

Televisione Vero o falso? Reality

Al servizio degli interessi del “padrone”

Ldi Alberto Averoldi

La televisione è il primo mezzo di comunicazio-ne che ha potuto attraversare trasversalmente qualsiasi cultura, interpretando e rielaborando la nostra vita. È una privilegiata “livella”, il metro di misura per calcolare quanto una nazione sia più o meno in contatto con il resto del mondo, con la realtà. Questa porta virtuale aperta verso l’ester-no unisce ormai in una fitta rete tutti gli esseri umani. Bisogna solo capire se ciò che viaggia at-traverso gli schermi sia utile o, al contrario, dan-noso per chi decide di fidarsi di questo medium. Basta verificare quali siano i programmi televisivi più esportati nel mondo, per capire qual è la natu-ra del mezzo. E non bisogna stupirsi se il genere televisivo più diffuso risulta il reality-show. Un esempio su tutti: il format de “Il Grande Fratello” è diffuso in più di 40 nazioni, in tutti i continenti.Da qualche anno la pazzia da reality ha contagia-to la vita quotidiana di milioni di telespettatori: siamo stati convinti che la realtà sia finalmente arrivata in televisione. Lo spettatore medio di un reality-show percepisce che il volto del parteci-pante preferito, prima sconosciuto e ora ammira-to dal pubblico, è il suo stesso volto. È il momento della rivincita dei sogni di fama e intraprendenza, sogni vissuti da qualcun altro ma che anche noi possiamo assaporare per riflesso, perché chi sta

nello schermo è un solido anello di congiunzione fra due realtà: la nostra vita, intima e quotidiana, e l’invadente circo televisivo. Era necessario che qualcuno preso dalla gente comune rendesse più appetibile il mondo dello spettacolo, avvicinasse la verità alla finzione, fino a confonderle. In un re-ality tutto può accadere. O almeno tutto ciò che gli autori hanno deciso che debba accadere: per-ché hanno scelto accuratamente una manciata di partecipanti fra migliaia di aspiranti, scovando il materiale umano che si inserisce perfettamente nella loro ideale sceneggiatura; gli eletti si com-porteranno esattamente come ci si aspetta per-ché sanno di essere spettacolo per il resto della gente. Essi sono contemporaneamente realtà e favola. Un paradosso che si spiega solo se si con-sidera che ormai si tende a vivere e a pensare co-me se si fosse in tv, i nostri comportamenti sono stati condizionati per anni da quelli appresi dal-lo schermo, il desiderabile rifugio a metà strada fra realtà e finzione, che col passare degli anni ha sempre più caratterizzato la nostra vita quotidia-na. Abbiamo ceduto terreno, abbiamo permesso che la realtà diventasse uno show. Una “spasso-sa invasione”: e se ora la tv comanda anche nel mondo reale, può esercitare pienamente il suo potere economico, culturale, politico.

La 7, h. 10.50CHIAMATA D’EMERGENZAUn inedito esperimento di soap opera d’azione: le sto-rie d’amore e gli intrighi di vite private fra i volontari del Pronto soccorso tedesco di Colonia. Dai produttori di “Squadra speciale Cobra 11”.

Rai Uno, h. 14.00EASY DRIVERI motori e il territorio italia-no: il programma settimana-le di Marcellino Mariucci e Ilaria Moscato, alla scoperta dei nuovi modelli di automo-bili, testati lungo le strade italiane.

Rai Tre, h. 14.55TV TALKMassimo Bernardini presenta un interessante programma di critica e analisi televisiva. In studio professori universitari e studenti leggono la settima-na televisiva e ne commenta-no le novità.

Tv2000, h. 16.10IL VANGELODELLA DOMENICADigitale Terrestre. Rubrica a cura di Marinella Perroni, stu-diosa delle Scritture. La lettu-ra del Vangelo del giorno do-po, seguita da un breve ma profondo commento.

Current, h. 20.20PASSAPAROLAL’appuntamento settimana-le del giornalista Marco Tra-vaglio è dedicato ai proble-mi e ai misteri della politica italiana.

La 7, h. 11.20HARDCASTLE & MC CORMICKTelefilm d’azione degli anni ’80. Un ex giudice vive con il rimorso di non aver potuto incastrare alcuni criminali che si sono salvati grazie a cavil-li legali...

Tv2000, h. 12.15ANTIVIRUSDigitale Terrestre. Il poeta e giornalista Davide Rondoni presenta una striscia settima-nale dedicata alla poesia. In un quarto d’ora scopriremo scrittori italiani e internazio-nali, stili e nuove avanguardie poetiche.

Tv2000, h. 17.00LA GRANDE MUSICADigitale Terrestre. Tv2000 pro-pone ogni giorno per tutta la mattina e in tarda serata nu-merosi concerti di musica clas-sica, realizzati dalle migliori orchestre filarmoniche inter-nazionali, dirette dai grandi nomi della musica.

Rai Tre, h. 18.00PER UN PUGNO DI LIBRIL’attore Neri Marcorè conduce un divertente e leggero quiz-show dedicato alla passione per la lettura. Si affrontano due squadre formate da stu-denti delle scuole superiori.

Tv2000, h. 21.30EFFETTO NOTTE –IL CINEMA CHE (CI) PARLAOttima rubrica settimanale dedicata al mondo del cine-ma, ai suoi personaggi e al-le sue novità. Fabio Falzone ospita in studio esperti del settore, attori e registi...

In merito all’articolo pubblicato la scorsa settima-na e intitolato “La qualità premia, ma che fatica mandarla in onda”, è doverosa una precisazione. Il nostro elogio per la forma e l’originalità della trasmissione di Rai Tre “Vieni via con me”, è stato scritto alla luce del grande successo della puntata d’esordio. Per questioni legate alle tempistiche re-dazionali, l’articolo è stato pubblicato a seconda puntata trasmessa, puntata durante la quale Fazio e Saviano hanno commesso un grave errore: venen-do meno all’impegno della trasmissione di raccon-tare l’Italia nella sua complessità, i due conduttori hanno affrontato un delicato tema di bioetica sen-za offrire al pubblico un doveroso contraddittorio che presentasse i diversi punti di vista sulla temati-ca; in tal guisa Fazio e Saviano hanno palesato una

decisa presa di posizione in favore dell’eutanasia. Se i conduttori avessero deciso di dar voce anche a chi affronta la questione con un diverso sguardo sulla vita, questo momento di televisione sarebbe stato decisamente più adeguato. La scelta peren-toria e miope dello staff di “Vieni via con me” ha suscitato molte e giuste polemiche. Ferma restando la validità stilistica della trasmissione, ci permettia-mo di ribadire che non è accettabile che una grossa fetta di spettatori della televisione pubblica subi-sca una tale provocazione senza poter esprimere il proprio pensiero. È stata una triste pagina nella breve storia di “Vieni via con me”. Un vero peccato. Ancora di più lo è stato perché certe affermazio-ni sono venute da Roberto Saviano che da anni si presenta come schierato dalla parte della “verità”.

Sottovoce La trasmissione firmata Fazio-Saviano

Applausi alla prima, fischi alla seconda

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Telecomando 45LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

LUN MAR MER GIOV VEN

Sky Cinema Mania, h. 21.00TALK RADIOCanale Sky 312. Ben architet-tato dramma psicologico con venature noir diretto nel 1988 da Oliver Stone. Il conduttore di un famoso programma ra-diofonico a telefoni aperti si imbatte nelle personalità più strane e spesso pericolose. Ma il lavoro viene prima di tutto e il rischio di mettersi in peri-colo per le sue affermazioni è molto alto.

Rai Storia, h. 21.00DIXIT BIOGRAFIALa storia dei personaggi che hanno contribuito a cambia-re l’Italia e il mondo. La prima parte della puntata è dedica-ta a Vincenzo Tiberio, uno dei padri della penicillina. Poi sco-priremo la vita del beato Pier Giorgio Frassati, giovane to-rinese che all’inizio del seco-lo scorso si distinse per le sue opere di carità e per la sua fe-de vissuta nella quotidianità.

Sky Cinema Italia, h. 21.00DON CAMILLOCanale Sky 312. Un’epoca d’oro del cinema italiano, quella che ha saputo darci i cinque film tratti dalle opere di Giovanni Guareschi. La vita dell’Italia del dopoguerra, le fatiche e la gioia di vivere con poco, la passione per la poli-tica e il ruolo fondamentale della Chiesa nella quotidiani-tà delle persone. Uno spacca-to di storia italiana.

Tv2000, h. 20.00FESTE STORICHE ITALIANEDigitale Terrestre. Pupi Avati presenta una serie di eccezio-nali documentari che raccon-tano le principali feste popo-lari e rievocazioni storiche di un’Italia legata alle sue tra-dizioni e al suo passato. Un modo per capire la storia del Paese, ricostruita da piccoli ma significativi eventi locali.

Rete Quattro, h. 23.30OUT OF SIGHTFilm d’azione del 1998 di Ste-ven Soderbergh con George Clooney e Jennifer Lopez. Jack, ladro gentiluomo in fuga dalla prigione, incappa in uno scerif-fo federale, la bella Karen. Fra i due è subito attrazione ma la loro opposta posizione è una questione da risolvere. Azione e commedia romantica per gli amanti del genere.

Rai Tre, h. 8.00LA STORIA SIAMO NOIGiovanni Minoli racconta la storia del ’900: i personaggi e gli eventi che l’hanno ca-ratterizzata.

Rai Due, h. 13.50TG2 MEDICINA 33Un appuntamento quotidiano con l’informazione medica: le ultime scoperte scientifi-che e i consigli per preserva-re la salute.

La 7, h. 13.55LA SFINGE D’OROFilm d’avventura del 1967. Un archeologo statunitense or-ganizza una spedizione nel deserto della Nubia, a sud di Aresh, per trovare la tomba di un faraone, ma presto sco-pre che alcuni suoi compagni di viaggio sono pronti a tutto, anche all’assassinio, per impa-dronirsi del tesoro.

Rai Due, h. 21.05LE CRONACHE DI NARNIAFilm fantasy per tutta la fa-miglia tratto dall’omonimo romando di C.S. Lewis. Inghil-terra, Seconda guerra mon-diale. Peter e i suoi tre fratel-li si trasferiscono in una casa di campagna per sfuggire ai bombardamenti. Lì scopriran-no che attraverso un armadio si può arrivare in un mondo incantato…

Rai Due, h. 7.00CARTOON FLAKESLo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. Una serie di accatti-vanti cartoni animati di ulti-ma generazione.

Tv2000, h. 9.00LA GRANDE MUSICADigitale Terrestre. Tv2000 pro-pone ogni giorno, per tutta la mattina e in tarda serata, nu-merosi concerti di musica clas-sica, realizzati dalle migliori orchestre filarmoniche inter-nazionali, dirette dai grandi nomi della musica.

Tv2000, h. 13.00DANIEL BOONEDigitale Terrestre. Diverten-te e avvincente telefilm della vecchia scuola. Un pioniere americano vive in ogni pun-tata incredibile avventure in-sieme all’inseparabile amico, un indiano Sioux.

Current, h. 14.15VANGUARDCanale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica rea-lizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare real-tà che il resto della comunica-zione televisiva spesso lascia nell’ombra.

Rete Quattro, h. 21.10IL PRIMO CAVALIEREL’epopea di Artù, Ginevra e Lancillotto riletta in chiave hollywoodiana dal regista Jerry Zucher, che dirige atto-ri del calibro di Sean Connery e Richard Gere. Il tradimento dei due amanti alle spalle del re di Camelot. Ma una minac-cia ben più grande incombe...

La 7, h. 7.00OMNIBUSIniziare la giornata con l’in-formazione: dopo la rassegna stampa quotidiana i giorna-listi della redazione del tele-giornale conducono un’inte-ressante arena politica dedi-cata ai problemi dell’attuali-tà italiana.

Rai Tre, h. 14.50TGR LEONARDOUna striscia quotidiana dedi-cata alla scienza e alle tecno-logie d’avanguardia. Le ulti-me scoperte e le loro appli-cazioni nella vita quotidiana.

Rai Due, h. 16.10LA SIGNORA IN GIALLOUn classico dei telefilm gialli della tv degli anni ’90. L’attri-ce Angela Lansbury è Jessica Fletcher, scrittrice di romanzi gialli alle prese, in ogni pun-tata, con casi d’omicidio da risolvere.

Tv2000, h. 18.30FORMATO FAMIGLIADigitale Terrestre. Interes-sante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cer-cano di capire, insieme ai nu-merosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta fa-miglia in Italia.

Rete Quattro, h. 20.30WALKER TEXAS RANGERContinuano le avventure dei ranger che a forza di calci e mosse da full-contact tengo-no pulite le strade americane.

Rete Quattro, h. 8.50HUNTERTelefilm americano ambienta-to a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, detective della squadra omicidi della polizia.

Rai Uno, h. 11.05OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro ci aiuta a scegliere i prodotti più ade-guati al supermercato: al cen-tro di questa puntata i fagioli, ricchi di proteine e vitamine: quale la migliore fra le oltre 300 varietà?

La 7, h. 20.30OTTO E MEZZOQuotidiano appuntamento con l’approfondimento giornali-stico sulle questioni più calde della politica italiana. Conduce Lilli Gruber.

Tv2000, h. 21.00TG TGIl tg dei telegiornali naziona-li: in mezz’ora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclu-si e valutano le scelte attuate, insieme a esperti di comuni-cazione televisiva e sociologi.

Italia Uno, h. 23.052 FAST 2 FURIOUSFilm d’azione del 2003. Seguito del famoso “Fast and furious”. Brian è un ex agente dell’Fbi che lavora per un boss mafio-so. Si diletta di corse in auto e guadagna soldi e fama. In re-altà la sua è una copertura per infiltrarsi nel mondo delle gare clandestine…

Rai Uno, h. 6.10QUARK ATLANTE –IMMAGINI DAL PIANETABrevi documentari su curiosi animali esotici e sui più affa-scinanti luoghi del pianeta.

Rai Tre, h. 7.30TGR BUONGIORNO REGIONEUno sguardo approfondito sulla Lombardia e sulla sua vita pubblica: servizi e repor-tage ci raccontano la nostra regione.

Rai Tre, h. 11.00APPRESCINDEREMichele Mirabella racconta l’Italia e gli italiani, affrontan-do in ogni puntata un tema quotidiano e comune: oggi capiremo quanto gli italiani siano teledipendenti.

Rai Quattro, h. 14.45LOSTIn onda le repliche della se-rie tv che ha rivoluzionato il mondo della fiction tv ame-ricana: un aereo precipita su un’isola deserta, ma que-sto è nulla in confronto a ciò che i superstiti dovranno af-frontare.

Rete Quattro, h. 21.10BLACK DOWN – TEMPESTA DI FUOCOFilm d’azione con Steven Se-agal. Un agente della Cia in pensione viene richiamato in servizio per risolvere un deli-cato caso: in un ufficio gover-nativo è nascosta una bomba pronta a esplodere…

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46 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Radio e Media

ProgrammazioneGiusto un anno fa parlavamo su que-ste pagine dell’ultimo album di Norah Jones,“The Fall”. Ora arriva in Italia questo suo nuovo disco “…Featuring”, atteso progetto della cantante e can-tautrice americana. Dopo quattro al-bum di inediti, otto Grammy e più di 40 milioni di copie vendute nel mondo con “Come Away With Me” del 2002, “Feels Like Home” del 2004, “Not Too Late” del 2007 e “The Fall”, Norah Jo-nes torna con un disco da collezione: 18 tracce tra duetti e collaborazioni con grandi artisti internazionali tra i quali vere e proprie leggende come Ray Charles, Willie Nelson e Dolly Par-ton, passando anche per artisti come OutKast e Foo Fighters, Herbie Han-cock e Ryan Adams. “È così eccitante, lusinghiero e divertente cantare con qualcuno che ammiro – racconta la Jo-nes –; collaborare con un altro artista ti porta al di fuori delle tue certezze: non sai mai cosa aspettarti”. Le trac-ce di “…Featuring” rivelano la grande versatilità di questa artista capace di spaziare dal jazz al country, dall’hip hop al rock, partendo dalle primissi-me registrazioni di Norah Jones (come una versione dei Roxy Music “More Than This” con il chitarrista Charlie Hunter del 2001) fino alle sue più re-centi esibizioni come “Little Lou, Ugly Jack, Prophet John” con Belle and Se-bastian. “Per molti degli artisti presen-ti in questo album ho sempre avuto, fin da piccola, una venerazione; molti

Gdi Ricky Barone

Musica La cantante ha presentato il suo nuovo disco

I Duetti di Norah Jones

Il nome è tutto un programma, il paradosso è alla base del loro successo. I “Tre allegri ragazzi morti” sono uno tra i gruppi rock italiani più apprezzati dalle nuove generazioni, grazie a una maturazione graduale del loro suono, nato ne-gli anni ’90 negli scantinati di Pordenone e sviluppatosi poi attraverso alcuni dischi decisamente interessanti, supportati da video accattivanti. Ma è soprattutto in concerto che i Tarm riescono a dare il massimo, sotto la spinta di Davide Toffolo, cantante ma anche bravissimo e affermato disegnatore. La band torna dalle nostre parti sabato 28 novembre (ore 22.30 al “Latte +” in via Di Vittorio in Zona industriale - ingresso 10 euro - info 3282550096) per un concerto che sarà aperto dai Lost in Elevator, rock band emergente di Venezia. I Tre alle-gri ragazzi morti dal “vivo”, nascosti dietro le loro improba-bili maschere, garantiscono divertimento, energia ma anche riflessione e questa volta probabilmente regaleranno anche

un assaggio del loro nuovo cd, ancora una volta spiazzante e sorprendente. Si tratta di una nuova versione delle can-zoni del fortunato disco “Primitivi del futuro”, questa volta in chiave dub, che diventa così “Primitivi del dub”, di pros-sima uscita. Un album che presenta un suono e una ricerca d’atmosfera che fanno i conti con la tradizione e la storiciz-zazione del suono roots. “Primitivi del dub” restituisce com-pletamente la forma compositiva di “Primitivi del futuro”, il lavoro più innovativo dei tre rocker di Pordenone, offrendo varie versioni dei classici contenuti. La voce dubbata di Da-vide Toffolo introduce invenzioni in brani che, grazie anche all’apporto di diversi guest del panorama reggae/dub italia-no, riconducono il risultato finale alle atmosfere tipiche de-gli album dub dei King Tubby, Lee Perry o di Mad Professor. Venghino, signori, venghino per l’incredibile spettacolo del rock italiano che incontra il dub! (r.b.)

Live Appuntamento al Latte +

Tornano a Brescia i “Tre allegri ragazzi morti”

sono più giovani di me e altri miei co-etanei – prosegue la Jones –. Anche se tutti questi artisti sono così differenti tra loro, è solo mettendo questi brani insieme che si trova il giusto senso”. Un disco quindi che se da un lato non aggiunge nulla di nuovo alla poetica musicale di Norah Jones, dall’altro ci conferma la statura di questa ragazza capace di imporsi sulla scena mondia-le grazie alla sua innata eleganza, ab-binata a una voce non trascendentale ma comunque ben dosata. A questo aggiungiamo anche la capacità di man-tenere in ogni situazione il proprio sti-le, a quanto pare apprezzato da un nu-mero crescente di ascoltatori. Il fatto

poi di sentirla duettare con artisti dal-le matrici differenti è particolarmente gustoso e ci mostra le diverse sfuma-ture della musica di Norah Jones, che si mantiene però ben salda all’inter-no del proprio tragitto artistico ricco di charme. Il repertorio scelto è bello proprio perché diverso e variegato, presentando anche qualche sorpresa. Personalmente mi colpisce la versione di “More than this”, uno dei classici dei Roxy Music, anch’essi maestri di stile e di eleganza ma lontani culturalmen-te dai suoni americani di Norah Jones. Segnaliamo che tre dei brani presenti in “Featuring” erano contenuti origina-riamente in dischi che hanno vinto il Grammy awards come miglior album dell’anno (“Genius Loves Company” di Ray Charles, “River: The Joni Letters” di Herbie Hancock e “Speakerboxxx/The Love Below” di OutKast) mentre altri brani hanno ottenuto una nomi-nation ai Grammy.

LA SANTA MESSA IN TVLa S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di Santa Maria Assun-ta in Gussago.

LA BUONA NOVELLANelle domeniche d’Avvento il commento al Van-gelo è di mons Luciano Monari. Da questa setti-mana ospitiamo la rubrica “Arte per lo spirito” a cura di Carmela Perrucchetti. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cat-taneo, va in onda anche su Radio Voce Camu-na la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Vero-lanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la dome-nica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte).

VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, l’immancabile spazio dedicato al cinema e un costante contatto con la redazione giornalistica per raccontare “in presa diretta” ciò che accade in città e provincia.

LA BUONA NOTIZIAGli argomenti trattati: il convegno sul tema “post iniziazione” cristiana al PalaBrescia; l’inizio del tempo di Avvento; l’annuale incontro tra gli Uffici per le comunicazioni sociali delle diocesi lombarde a Caravaggio; il concerto a Comezza-no e la settimana del clero a Montecastello. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10.

BELLI DENTROÈ tornato a grande richiesta il programma pre-serale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Quasi due ore di diretta, dal lunedì al venerdì alle 17.10. Tra canzoni, giochi ospiti in diretta e sondaggi, il modo più piacevole di fi-nire la giornata lavorativa.

VOCE SPORTLa trasmissione “100%Brescia”, dedicata al mon-do delle Rondinelle, con interviste e approfon-dimenti, va in onda dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15. Tutte le domeniche potete seguire “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichia-ri, Rodengo) e del Brescia di serie A.

La copertina dell’album

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SABATO

47LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

DOMENICA DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

Via Callegari, 6 - BresciaTel. 030 3774592 - 3383636104

Fax 030 3757897e-mail: [email protected]

Vocegiornale notiziario radiofonico principaledal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30.VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabatoalle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45.Rassegna stampa quotidiana appuntamentocon le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30.Almanacco previsioni del tempo.Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8.Stremadès storia e varia cultura locale venerdìalle 17 e domenica alle 11.Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17.Una proposta musicale al giorno programma musicaledal lunedì al sabato alle 13.Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22.E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

Radio VoceCamuna

Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs)Tel. 0364.22342 fax 0364 320906

e-mail: [email protected]@vocecamuna.it

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Le nostre frequenze

Città e Provincia 88.300Franciacorta 88.500

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Bassa Valle Camonica 88.200Media Valle Camonica 88.300

Alta Valle Sabbia 88.500Valle Trompia 88.500

Dal lunedì al venerdìGR Nazionali dalle 7 alle 18

Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZVia XV giugno, 4

25014 Castenedolo (Bs)Tel. 0302731444 Fax 0302130911

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Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella

che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03;sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00

Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Informazione locale

ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provinciaDal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03.Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30.COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provinciaDal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

Rubriche

Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09Oggi parliamo di… Lunedì 11.30Fuori Gioco! Lunedì 18.00Letture Martedì 10.09Sul filo della memoria Martedì 10.40

Bienvenida America latina Martedì 20.05Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09Giovedì insieme Giovedì 10.09Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09Cucina e tradizione Venerdì 12.15Amico liscio Sabato 9.03La buona novella Domenica 15.00

6.00 Ecclesia6.30 S. Messa6.55 Pane per il viaggio - pensie-ri di saggezza e di fede di H. Nou-wen - con don Adriano Bianchi7.15 L’apertura con Mario Ricci7.25 Rassegna stampa nazio-nale7.55 Pane per il viaggio (replica)8.15 L’apertura (2ª parte)9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer12.50 L’informalavoro14.05 100% Brescia15.00 Pomeriggio inBlu17.10 Belli dentro18.50 Pane per il viaggio (re-plica)18.55 Zona relax19.30 Gr Radio Vaticana- Zona relax21.00 La musica della sera- lun: La reserva de Pedro- mar: Alta rotazione con Alessan-dro Gardenato- mer: Brescia music play con Ri-cky Barone- gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo- sab: Disco Story22.00 Effetto notte

6.00 Ecclesia7.00 Gr7.05 Pane per il viaggio - pensie-ri di saggezza e di fede di H. Nou-wen - con don Adriano Bianchi7.15 Il nuovo numero del set-timanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu8.00 Gr Radio Vaticana9.00 Gr- Voce mattina con Tony Marano (prima parte)11.00 Gr- Voce mattina (seconda parte)12.00 Gr Radio Vaticana13.00 Gr- Radio Voce greatest hits18.00 Gr18.50 Pane per il viaggio (re-plica)18.55 Zona relax19.30 Gr Radio Vaticana19.50 Zona relax21.00 Disco Story

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare...9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte- Commento al Vangelo di mons. Luciano Monari - Sette giorni in diocesi con An-gelo Onger- Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano10.00 S. Messa dalla Cattedrale11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con la Caritas diocesana- Arte per lo spirito con Carmela Perrucchetti- Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari- L’agenda della settimana12.00 Recita dell’Angelus14.00 Gr Radio Vaticana14.35 Diretta Sport19.30 Gr Radio Vaticana

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“Noi credevamo” Il film di Martone sul Risorgimento

L’Italia unita, ma sempre

divisa in due

48 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Sala della comunità

PROGRAMMAZIONE

Prince of Persia – Le sabbie ...di Mike Newell

Sala della comunitàIL GABBIANO – GHEDI: lunedì 29 novembre ore 21.00

Prince of Persia – Le sabbie ...

In primo piano Luigi Lo Cascio nei panni di Domenico in una scena di ”Noi credevamo”

Adèle e l’enigma del faraonedi Luc Besson

Sale della comunitàSAN FILIPPO NERI - COLLEBEATO: sabato 27 novembre ore 21.00; domenica 28 novembre ore 15.00, 17.30; GLORIA – MONTICHIARI: sabato 27 novembre ore 21.00; domenica 28 novembre ore 15.00, 21.00; lunedì 29 novembre ore 21.00; AURORA – PALAZZOLO: saba-to 27 novembre ore 21.00; domenica 28 novembre ore 16.00, 20.30; AURORA – PAVONE MELLA: sabato 27 novembre ore 20.45; domenica 28 novembre ore 15.00, 20.45; AURO-RA – RONCADELLE: sabato 27 novembre ore 20.30; domenica 28 novembre ore 15.00

L’invito a riaprire i libri di storia attraverso un film che sa di melodramma intellettuale, scandito

dalle musiche di Rossini, Verdi, Bellini e da discussioni che cercano di spiegare il magma intricato dal quale è nato il Paese che conosciamo

Cattivissimo medi Pierre Coffin, Chris Renaud, Sergio Pablos

Sale della comunitàSALA DELLA COMUNITÀ – BIENNO: sabato 27 novembre ore 20.30; domenica 28 novembre ore 15.30; IDEAL – CASTENEDOLO: domenica 28 novembre ore 17.00; IL GABBIANO – GHEDI: sabato 27 novembre ore 21.00; domenica 28 novembre ore 15.30; SAN LUIGI – LODRINO: sabato 27 novembre ore 20.30; domenica 28 novembre ore 20.30; DON BOSCO – PONTO-GLIO: domenica 28 novembre ore 20.30; PAOLO VI – PREVALLE: sabato 27 novembre ore 20.30; domenica 28 novembre ore 15.30

Una sconfinata giovinezzadi Pupi Avati

Sala della comunitàSAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 26 novembre ore 20.45; sabato 27 novembre ore 20.45; domenica 28 novembre ore 20.45

Una sconfinata giovinezza

In un ridente quartiere fuori città, circondato da steccati bianchi e cespugli di rose in fiore, si erge una casa nera. Dietro questa casa, c’è un rifugio segre-to. Lì Gru sta progettando il più grande colpo della storia: rubare la luna! Gru adora ogni genere di mi-sfatti. Armato di un arsenale di razzi che restringono o congelano, e di veicoli in grado di combattere via terra e via aria, Gru travolge e conquista tutto ciò che trova sulla sua strada. In questa situazione s’in-nesta l’idea del protagonista di usare tre orfanelle per forzare le difese dell’antagonista che vedono in lui qualcosa che nessun altro ha mai visto prima: un potenziale papà...

Step up 3di Jon Chu

Sala della comunitàLA ROCCA – SABBIO CHIESE: saba-to 27 novembre ore 21.00; dome-nica 28 novembre ore 15.00, 21.00

Winx club magica avventuradi Iginio Straffi

Sala della comunitàPAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 28 novembre ore 20.45; domenica 29 novembre ore 16.00

Saltdi Phillip Noyce

Sala della comunitàAURORA – PONTE CAFFARO: saba-to 27 novembre ore 21.00; dome-nica 28 novembre ore 21.00; lune-dì 29 novembre ore 21.00

Adèle

Step up 3

1912. L’intrepida e giovane giornalista Adèle Blanc-Sec è pronta a qualunque cosa pur di raggiungere i suoi obiettivi, e arriverà fino in Egitto per affronta-re mummie di ogni forma e dimensione! Ma nel frattempo Parigi è in preda al panico più to-tale: un uovo di pterodattilo di 136 milioni di anni fa conservato in una teca del Museo di storia natu-rale si è improvvisamente e misteriosamente schiu-so liberando un rettile volante che terrorizza i cieli della città. Ma nulla può preoccupare Adèle Blanc-Sec, le cui straordinarie avventure riservano tante altre sorprese. Una nuova eroina che pesca dal pa-norama cinematografico degli eroi...

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di Nicola Rocchi

T

49LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Tra i meriti di “Noi credevamo” va an-notato il fatto che il film di Mario Mar-tone sul Risorgimento italiano sollecita caldamente a riaprire i libri di storia. Per rinfrescarsi le idee su Mazzini o Crispi, ma anche sulle biografie di Si-gismondo Castromediano, Carlo Poe-rio, Carlo Rudio e di molte altre figure storiche che attraversano il lungo rac-conto (in origine tre ore e mezza, poi ridotte a tre) dando per scontata una familiarità col passato che noi spetta-tori abbiamo perso da tempo. È attra-verso i dialoghi, le passioni, le scelte dei singoli che il regista napoletano

compone l’affresco delle lotte risor-gimentali: ricostruendo sullo sfondo, come lui stesso spiega, “la tormenta-tissima nascita dello Stato italiano, le scelte di un Paese eternamente diviso in due, il contrasto dilaniante tra azio-ne e disillusione che segna da allora, come un pendolo amaro, ogni fase del-la nostra storia”.Anche i protagonisti Domenico, Salva-tore e Angelo – i giovani meridionali che si affiliano alla Giovine Italia maz-ziniana dopo aver assistito nel 1829 alla violenza della repressione borbonica – ricalcano in parte persone reali. Le lo-

ro vite prenderanno diverse direzioni. Quella di Salvatore, l’unico popolano fra i tre, è di breve durata: dopo il fal-limento dei moti promossi da Mazzini nel 1834 per invadere la Savoia, Angelo (Valerio Binasco) uccide l’amico accu-sandolo di essere una spia. Fuggito a Londra e ossessionato dal desiderio di un gesto esemplare, Angelo aderisce a un complotto per uccidere Napoleone III che si conclude tragicamente.Domenico (Luigi Lo Cascio), arresta-to dai Borboni dopo il 1848, trascorre un lungo periodo in carcere. Nell’ul-tima parte del film, la più riuscita ed emozionante, lo ritroviamo insieme ai garibaldini in Aspromonte, a toccare con mano le contraddizioni di un’uni-tà imposta con le armi, che non libera il popolo dai soprusi e annega nel san-gue gli entusiasmi di una generazione.“Noi credevamo” ha la forma di un

melodramma intellettuale, scandito dalle musiche di Rossini, Verdi, Belli-ni, da discussioni che cercano di chia-rire il magma intricato dal quale è na-ta l’Italia che conosciamo. I contrasti fra Domenico e la principessa Cristi-na di Belgiojoso (Francesca Inaudi) sul ruolo che il popolo deve assumere nella rivoluzione prossima ventura; il dibattito, nella lunga parte ambienta-ta in carcere, tra il repubblicano Do-menico e i monarchici che auspica-no l’unificazione a guida piemontese; la scissione tra aristocratici e poveri, ma anche quella tra idealisti (il Mazzi-ni di Toni Servillo) e opportunisti (il Crispi di Luca Zingaretti), risolta nel finale dalla desolante immagine di un parlamento semivuoto. Molti fili, non sempre facili da districare e forse non tutti necessari, a illuminare una storia che crediamo soltanto di conoscere.

Departuresdi Yojiro Takita

Sala della comunitàCRYSTAL – LOVERE: venerdì 26 novembre ore 21.00

20 sigarettedi Aureliano AmadeiSala della comunità

AURORA – PALAZZOLO: vener-dì 26 novembre ore 20.30

Cover Boy L’ultima rivoluzionedi Carmine AmorosoSala della comunità

AURORA – RONCADELLE: gio-vedì 2 dicembre ore 20.30

Wall street – Il denaro non dorme maidi Oliver Stone

Sala della comunitàIDEAL – CASTENEDOLO: sabato 27 novembre ore 21.00; domenica 28 novembre ore 21.00; SPLENDOR – ODOLO: sabato 27 novembre ore 20.45; domenica 28 novembre ore 20.30

Cineforum

L’uomo che verràdi Giorgio Diritti

Sala della comunitàPAOLO VI – COLOGNE: sabato 27 novembre ore 20.30

Innocenti bugiedi James Mangold

Sale della comunitàLUX – LUMEZZANE PIEVE: saba-to 27 novembre ore 20.30; do-menica 28 novembre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 29 novembre ore 20.30; SEBINO – SALE MARA-SINO: sabato 27 novembre ore 20.45; domenica 28 novembre ore 16.00, 20.45

Uomini di Diodi Xavier Beauvois

Sala della comunitàSERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 27 novembre ore 20.45; do-menica 28 novembre ore 20.45; lunedì 29 novembre ore 20.45; ASTRA – S. APOLLONIO: sabato 27 novembre ore 20.30; domenica 28 novem-bre ore 17.30, 20.30

Wall street – Il denar

Potiche – La bella statuinadi François Ozon

Sala della comunitàSANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 28 novem-bre ore 20.45; martedì 30 novem-bre ore 20.45

Alberto, responsabile dell’uffi-cio postale di una cittadina della Brianza, sotto pressione della mo-glie Silvia, è disposto a tutto pur di ottenere il trasferimento a Milano. Anche fingersi invalido per salire in graduatoria. Ma il trucchetto non funziona e per punizione viene tra-sferito in un paesino della Campa-nia, il che per un abitante del Nord equivale a un vero e proprio incu-bo. Con grande sorpresa Alberto scoprirà che...

Benvenuti al Suddi Luca Miniero

Sale della comunitàSALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: sabato 27 novembre ore 20.45; domenica 28 novembre ore 17.30, 20.45; INZINO – INZINO: sabato 27 novembre ore 20.30; domenica 28 novembre ore 15.00; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 27 novembre ore 20.30; domenica 28 novembre ore 15.00, 20.30

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Otto monaci cistercensi francesi vi-vono in armonia con la popolazione musulmana. Vicini agli abitanti del villaggio, partecipano alle attività lavorative e alle feste e si occupano delle loro quotidiane necessità me-diche. Quando un gruppo di lavora-tori stranieri viene massacrato, il pa-nico si impadronisce della regione. I confratelli rifiutano la protezione armata. Il dubbio, anzi, si è insinua-to tra i monaci: alcuni vogliono an-dar via, altri no. Il priore Christian...

Mentre gli Stati Uniti vivono una grande e profonda crisi economi-ca, il giovane agente di borsa Ja-cob non esita a mettersi insieme a Gordon Gekko, potente uomo d’affari, reduce da otto anni di carcere e ora deciso a tornare sul mercato. A ostacolare i loro piani c’è il fatto che Jacob é fidanzato con Winnie, figlia di Gekko e ben decisa a non parlare mai più con il padre...

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51LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Economia e lavoro

Si è svolta a Istanbul, la città ponte tra Europa e Asia, l’annuale convention di Brevivet, l’agenzia leader in Italia nell’organizzazione e promozione di pellegrinaggi, turismo religioso e cul-turale. Un settore che alla crisi, di cui ha risentito tutto il comparto turisti-co, ha saputo rispondere con “il valo-re dell’esperienza”. Proprio questo era il significativo titolo della convention, un’esperienza quella di Brevivet, co-

La crisi e il valore dell’esperienza

struita attraverso decenni di impegno nel segno della qualità, della profes-sionalità, della competenza. Il valore di un’esperienza vissuta, cresciuta e consolidata, testimoniata dalle miglia-ia di pellegrini e viaggiatori che, non semplici turisti, sono protagonisti di un cammino tra fede, arte e cultura, sulle antiche strade dei padri della Chiesa, alla ricerca delle radici della cristianità. Un pellegrinaggio firma-

to Brevivet infatti non è un semplice viaggio, ma un percorso nell’anima, un incontro tra culture, un dialogo tra mondi diversi. Questi significati sono stati ribaditi nella convention svolta-si recentemente a Istanbul alla quale hanno preso parte una settantina di persone tra giornalisti, operatori tu-ristici, corrispondenti delle agenzie della grande famiglia Brevivet, innan-zitutto dal direttore generale Riccardo Bertoli, dall’infaticabile presidente e amministratore delegato Giovanni Sesana e da Gorgec Metin, fondatore e presidente di Insieme Tours, l’agen-zia turca in rete con Brevivet dal 1999. Quest’ultimo ha ricordato l’impegno della sua agenzia, specializzata nel turismo religioso, a favore dello scam-bio culturale tra Turchia e Italia, che nell’Anno paolino ha accolto 4000 pellegrini. “La Turchia – ha dichiarato Metin – è il secondo partner economi-

co dell’Italia e i rapporti continuano a migliorare, ecco perché l’Italia è uno dei Paesi che appoggiano maggior-mente l’ingresso della Turchia in Eu-ropa”. Un Paese, la cui vocazione è volta verso l’Europa, uno Stato laico in veloce trasformazione e moderniz-zazione, una nazione “giovane” dove il 40% della popolazione ha meno di 15 ani e il 72% meno di 35. La convention è stata anche l’evento istituzionale per presentare il nuovo catalogo Brevivet che si arricchisce di nuovi itinerari, come il pellegrinaggio in Terra San-ta da Dan a Bersabea; l’itinerario nei tre deserti Neghev, Sinai e Wadi Rum tra Israele, Egitto, Giordania. E anco-ra, alla scoperta delle radici cristiane dell’Europa, a Barcellona e Montser-rat con Avignone, Montpellier e i mo-nasteri di Poblet e delle Sante Croci; tra Boemia e Moravia; in Borgogna nel cuore dell’Europa benedettina.

S di Betty Cattaneo

L’azienda leader nell’organizzazione di pellegrinaggi e di tour culturali ha tenuto a Istanbul un incontro. La metropoli turca scelta perché ponte, anche in chiave turistica, tra l’Europa e l’Asia

Turismo Una convention di Brevivet

[email protected]

Un’immagine della convention di Brevivet a Istanbul

Cambio della guardia alla Cisl di Brescia. Enzo Tor-ri è il nuovo segretario generale del sindacato di via Altipiano d’Asiago. La scelta è stata ratifica-ta dal consiglio generale della Cisl bresciana che il 23 novembre ha eletto anche la sua nuova se-greteria. Enzo Torri prende così le redini del sin-dacato da Renato Zaltieri, giunto a scadenza dei suoi mandati dopo aver guidato la Cisl per 12 an-ni. L’ex segretario generale è entrato a far parte della segreteria Ust Cisl nell’aprile del 1994. Cin-que anni dopo, nel marzo del 1999 veniva eletto segretario generale, incarico in cui è stato confer-mato nelle scadenze congressuali del 2001, 2005 e 2009. Quelli trascori alla guida della Cisl sono stati per Zaltieri e per il sindacato in generale anni particolarmente intensi. “Insieme − si legge nella lettera di dimissioni che Zaltieri ha indirizzato al consuiglio generale − abbiamo fatto cose impor-tanti, guardando sempre e soltanto all’interesse

dei lavoratori, alle attese di chi un lavoro non ce l’ha ancora, alle speranze dei nuovi cittadini bre-sciani che attraverso il lavoro cercano integrazio-ne e dignità, alla difesa e al miglioramento dei redditi dei pensionati e ad una rete di servizi ca-pace di dare una mano a tutti coloro che ne han-no bisogno”. Quelli trascorsi da Zaltieri alla guida della Cisl bresciana sono stati anni segnati dalla ricerca di relazioni sindacali tese a una unità di sostanza piuttosto che delle parole, dallo sforzo per relazioni industriali improntate alla respon-sabilità della partecipazione, dall’impegno per la vitalità della rete dell’associazionismo bresciano.Ma sono stati anche anni caratterizzati dalla pro-gressiva entrata in crisi del modello Brescia: dai venti di una crisi che andava annunciandosi e che poi puntualmente si è abbattuta segnando nel profondo una realtà, come quella bresciana, che pure pareva forte. In questi anni la Cisl, guidata

da Zaltieri, ha sempre privilegiato la via del con-fronto e della concertazione piuttosto che dello scontro e della contrapposizione. Il sindacato di via Altopiano d’Asiago ha promosso tavoli (è de-la Cisl l’idea poi fatta propria dalla Provincia di un tavolo interistituzionale per la gestione nel Bresciano della crisi), ha dato la propria fattiva collaborazione a momenti di approfondimenti, come gli Stati generali dell’economia bresciana del 2005. Sfide, quelle assunte, che hanno richie-sto alla Cisl anche un cambiamento del modo di fare sindacato. Un tema che Zaltieri ha anche af-frontato nel libro dato alle stampe per ricorda-re i 60 anni della Cisl bresciana. “La Cisl è molto cambiata − afferma l’ex segretario generale nelle pagine di “A viso aperto” −. È cambiato il modo di fare sindacato. Non è più un’esperienza tota-lizzante. A me sembra che occorra fare sindacato con molta più passione”.

Enzo Torri succede a Renato Zaltieri

Cambio della guardia alla guida della Cisl bresciana

Page 52: La Voce del Popolo 2010 45

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53LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Il servizioidrico navigain acque mosseIl presidente Stefano Dotti sottolinea le difficoltà di un ente ancora in dubbio

A“Abbiamo davanti poco più di due mesi di lavoro per programmare il futuro del servizio idrico integrato in provincia di Brescia” esordisce così Stefano Dotti, presidente del Consi-glio di amministrazione dell’Autori-tà d’ambito di Brescia, l’istituzione a cui la legge Galli del 1994, ha affi-dato la riorganizzazione funzionale e gestionale del servizio idrico per il raggiungimento di un maggior livello di efficacia ed efficienza del servizio e al tempo stesso per garantire nel tempo la salvaguardia qualitativa e quantitativa della risorsa idrica. Il ri-ferimento del Presidente è alla data del 31 dicembre prossimo che se-

gnerà l’ormai sempre più probabile conclusione delle attività dell’Aato con il passaggio delle sue compe-tenze e funzioni a un altro soggetto. “In questi mesi non si sono registra-ti mutamenti del quadro normativo nazionale – prosegue Dotti – per cui allo stato attuale permane la disposi-zione introdotta lo scorso marzo che sopprime le Autorità d’ambito alla fi-ne dell’anno e assegna alle Regioni il compito di stabilire quale soggetto dovrà subentrare alle stesse Aato”. Di recente la Regione Lombardia ha presentato un testo di legge (che in-tende approvare nel breve) nel quale viene disciplinata l’assegnazione alle

Province delle competenze dell’Aa-to “Se da una parte ritengo corretto riconoscere anche su questa partita alle Province il ruolo di ente depu-tato alla pianificazione a scala so-vracomunale (Dotti ricopre anche la carica di assessore all’Ambiente della Provincia, ndr), dall’altra non posso non rilevare che il passaggio delle competenze, alla luce anche delle attuali previsioni contenute nel progetto di legge della Regione Lom-bardia, può senza dubbio produrre una battuta d’arresto nel processo decisionale che riguarda il servizio idrico integrato. “Intendiamo − con-tinua − accelerare da qui alla fine dell’anno piuttosto che fermarci con il rischio di dilatare ulteriormente un rallentamento che sarà fisiologico”. E le cose da fare non mancano cer-to. “A partire dalla revisione del Pia-no d’ambito – continua il Presidente Dotti – con la quale ci proponiamo

di ridefinire la programmazione de-gli investimenti sulle infrastruttu-re del servizio idrico verificando la possibilità di anticipare quanto più possibile gli interventi più urgenti”. “A partire dalla revisione del Piano d’ambito – continua il presidente Dotti – con la quale ci proponiamo di ridefinire la programmazione degli investimenti sulle infrastrutture del servizio idrico verificando la possibi-lità di anticipare quanto più possibile gli interventi più urgenti”. L’Autorità d’ambito ha condotto una nuova e più puntuale ricognizione dello stato dei servizi idrici sull’intero territorio provinciale, identificando le maggio-ri criticità sia in termini infrastruttu-rali che igienico-sanitari. “È ancora il servizio di depurazione delle acque il nodo più critico – sottolinea Dotti – ed è proprio sulla depurazione che abbiamo concentrato e concentrere-mo i nostri investimenti”.

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Sabato 15 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/14.00-18.00Domenica 16 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/15.00-17.00

Sabato 22 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/14.00-18.00Domenica 23 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/15.00-17.00

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54 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Economia e lavoro Salute

Carmelo Scarcella, direttore generale dell’Asl di Brescia

L

di Franco Armocida

L’Asl di Brescia ha presentato, per la prima volta, il “Rapporto 2009 sulle attività mediche di prevenzio-ne e promozione alla salute”.Si tratta di uno studio realizzato dall’azienda sanitaria bresciana nel quale sono stati illustrati i dati delle attività svolte lo scorso anno secondo le indicazioni del ‘Piano integrato di prevenzione e control-lo 2009’, in linea con le indicazioni della Regione Lombardia. “La pubblicazione – ha affernmato il direttore generale Carmelo Scar-cella – è stata realizzata grazie al contributo di tutti i dipartimenti dell’Azienda e grazie alla collabo-razione emergente dal forte siste-ma di alleanze con le più svariate componenti della società civile e affronta diversi temi”. Spiccano nel rapporto 2009 le campagne di comunicazione e promozione del-la salute, le azioni di prevenzione dei tumori e delle malattie infetti-ve, con gli ottimi risultati in termini di adesione alle campagne di scre-ening e vaccinazione, gli interventi di prevenzione svolti negli ambien-ti di lavoro e l’attività di vigilanza e

controllo per alimenti. Molti i nu-meri presenti nello studio. Limitando le cifre ai dati più signi-ficativi, si riporta come su oltre 1 milione 129mila assistiti, poco più di 315mila siano affetti da malat-tie croniche. Talvolta si tratta di pazienti polipatologici. Tra le ma-lattie più diffiuse si registra una maggiore incidenza delle cardio-vasculopatie, delle dislipidemie, del diabete, delle neoplasie, per li-mitarci alle prime. “È indispensabile creare una cul-tura della salute – ha continuato Scarcella – che venga metaboliz-zata dai cittadini attraverso l’ado-zione di stili di vita corretti, tali da influire, positivamente, suoi tratta-menti farmacologici”. Le campagne di screening condotte dall’Asl, re-lativamente ai tumori, hanno coin-volto circa 300mila persone, con un tasso di adesione superiore ai valo-ri lombardi e nazionali mentre l’at-tività di vigilanza e controllo negli ambienti di lavoro, soprattutto in edilizia ed agricoltura, hanno con-tribuito a farne luoghi sempre più sicuri, con un decremento sensibi-

le, dal 2006, degli infortuni sia mor-tali, da 17 a nove, sia gravi, da 2522 a 1471. Nel campo della sicurezza alimentare, sulle 17.175 aziende presenti sul territorio di competen-za, ne sono state controllate 5.201, che hanno prodotto anche rappor-ti, in 23 casi, all’autorità giudiziaria. “Nell’ambito delle tre linee di scre-ening oncologico, collo dell’utero, colon retto e mammella - ha detto il direttore sanitario Francesco Vas-sallo – va sottolineato come l’Asl di Brescia abbia esteso al 100% della popolazione l’azione di sensibiliz-zazione, mentre nel 2010, al 31 ot-tobre, i controlli per la sicurezza sul lavoro sono stati per l’84% su aziende di classe 1, quelle a mag-gior tasso di rischio.” Nelle vaccinazioni pediatriche, che sono raccomandate e non obbli-gatorie, come puntualizzato dallo stesso Vassallo, si hanno percen-tuali tra il 95 e il 98%, a dimostra-zione di una maturità sanitaria de-rivante dall’alta sensibilità della popolazione”. L’intero rapporto è disponibile sul sito dell’Asl www.aslbrescia.it.

Prevenzione e promozione

della salute

Brescia Un rapporto dell’Asl

I dati, riferiti al 2009, confermano il grande impegno dell’azienda sanitaria diretta

da Carmelo Scarcella

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55LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Un repartocon tante eccellenzeL’unità operativa di ortopedia e traumatologia del presidio ospedaliero valtrumplino, diretta da Pierangelo Guizzi, compie 20 anni

Gardone Valtrompia Sanità in Valle

Pierangelo Guizzi

I

di Mauro Toninelli

Il reparto di ortopedia e trauma-tologia del presidio ospedaliero di Gardone Valtrompia taglia in que-sto 2010 il traguardo dei vent’anni di vita. Nel 1990 il reparto nasceva come risposta che l’amministrazio-ne del tempo intendeva dare alle esigenze del territorio in campo or-topedico e traumatologico. L’unità operativa, affidata dal gennaio 2000 alla direzione di Pierangelo Guizzi, conta su 20 posti letto più due per attività di day surgery e uno per interventi a bassa intensità chirur-gica. Collaborano con il primario cinque medici e 30 tra infermieri e tecnici. Gli anni trascorsi dall’aper-tura dell’unità operativa sono sta-ti segnati da grandi cambiamenti, come conferma Guizzi. “Abbiamo visto la trasformazione degli ospe-dali in aziende – afferma –, dei pa-zienti in utenti o clienti; sono stati creati degli organismi di controllo come i Noc, i Nic e i Nas; si è evo-luto il concetto della privacy. È en-trato anche il concetto di budget, per cui noi primari ci dobbiamo occupare anche di economia, per una gestione oculata delle spese.

Da qualche anno la Regione vuo-le che ci certifichiamo attraverso i requisiti della Joint Commission, requisiti di ospedali americani; questo implica lavori burocratici e amministrativi ulteriori. La Re-gione ha anche implementato il Sis (Sistema informatico sanitario, ndr.) che collega i medici di base con gli ospedali”.Una importante novità informa-tica, ma non l’unica…“Certo, la firma dei cartellini dei pa-zienti è stata digitalizzata; si parla di cartellino elettronico. Vengono avanti i concetti di dematerializza-zione all’interno degli ospedali: si parla di ospedali paper less, cioè senza carta. Ci siamo candidati per un lavoro sperimentale, solo pochi reparti in Regione hanno accesso al lavoro sperimentale per essere tra i primi che avranno la cartella elettronica. Tutto su un computer. Credo di poter dire che l’Unità ope-rativa di ortopedia di Gardone si sia difesa, non solo non subendo il cambiamento ma governandolo”.Quali sono numeri e attività dell’unità operativa?

“I dati sono aggiornati all’inizio dell’anno e parlano di 31mila ri-coveri, con 155mila giorni di de-genza; abbiamo superato i 22mi-la interventi chirurgici, con oltre 2000 interventi di protesi d’anca e di ginocchio. Abbiamo eseguito 160mila prestazioni ambulatoria-li con quasi 40mila prime visite e 85mila prestazioni per pronto soc-corso. Siamo radicati sul territo-rio con ambulatori a Villa Carcina e a Nave. Facciamo chirurgia pro-tesica, artroscopica, della spalla, della cuffia dei rotatori, del piede e tutta la traumatologia, con ma-teriali innovativi, perché l’azienda ci supporta”. Ci sono delle eccellenze?“Sì, ne abbiamo molte. Siamo all’avanguardia nel campo della protesica. Siamo stati il primo ospe-dale pubblico in provincia ad aderi-re alla banca dell’osso. Siamo atten-ti anche alle tecniche mininvasive, con piccole incisioni si risolvono si-tuazioni. Siamo attenti agli anziani: abbiamo operato una signora di 104 anni al femore e dopo cinque giorni camminava. Oggi ha 108 anni”.

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56 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Economia e lavoro Salute

La Fondazione Poliambulanza ha aderito all’ottava edizione del-la Giornata nazionale promossa dall’Airs contro la sordità. La ca-sa di cura bresciana ha messo a disposizione i suoi ambulatori per effettuare esami audiometrici gra-tuiti. L’iniziativa è stata promossa al fine di sensibilizzare i cittadi-ni alla prevenzione della sordità. La sordità ed i disturbi uditivi ad essa legati costituiscono un serio problema medico e sociale, anco-ra oggi sottovalutato, nonostante

Lne sia interessato fra il 10 e il 15% della popolazione. Colpisce grave-mente l’età infantile ove può pro-vocare severe alterazioni nello svi-luppo del linguaggio e conseguenti problematiche nella comunicazio-ne e nell’assetto psicologico del bambino e gravi situazioni di disa-gio sociale nelle famiglie; interes-sa fortemente anche l’età giovanile come conseguenza di stili di vita ed abitudini errate, l’età lavorativa a causa dell’esposizione al rumore, e la popolazione anziana per gli ine-

vitabili processi di deterioramento sensoriale legati all’età. Vi è poi il problema dell’inquinamento acu-stico ambientale che interessa mi-lioni di italiani e può provocare seri disturbi uditivi e di altri apparati vi-tali. Gli acufeni o ronzii sono spes-so disabilitanti e costituiscono un problema medico in parte ancora da risolvere. La ricerca audiologi-ca è un cantiere aperto: negli ultimi anni si sono registrati incoraggian-ti progressi sia in laboratorio che nell’uomo, come nel campo del-la individuazione di molte sordità genetiche, della diagnosi precoce della sordità infantile già a pochi mesi di vita, del trattamento bio-elettronico delle forme più gravi di sordità neurosensoriale median-te chirurgia implantologica, degli

studi sul possibile impiego ripara-tivo delle cellule staminali, dell’in-dividuazione delle sordità causate da disordini autoimmunitari, dello studio e trattamento moderno de-gli acufeni, dell’impiego di nuovi farmaci protettivi per l’udito, della realizzazione di moderni apparec-chi acustici correttivi di tipo digi-tale. L’Airs è nata per promuovere la ricerca scientifica sulla sordità e sui più gravi disturbi uditivi me-diante la raccolta dei fondi ed il mi-glioramento delle conoscenze sulle possibilità di prevenzione. L’asso-ciazione si pone inoltre l’obiettivo di fornire notizie ed aggiornamen-ti medici, assistenziali e normativi ai propri sostenitori, sensibilizzare l’opinione pubblica, su tutte le pro-blematiche connesse alla sordità.

Sordità: la strada della

prevenzioneAnche la casa di cura bresciana ha

partecipato alla Giornata nazionale dell’Airs

Poliambulanza Impegno condiviso

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57LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Venerdì 3 dicembre alle 20.15 pres-so l’auditorium del Museo di scienze naturali in via Ozanam 4 si terrà, con il patrocinio del Comune di Brescia, la conferenza-dibattito “Montagna e medicina 2010”. Organizzata dalla Pneumologia degli Spedali Civili, di-retta dal dr. Tassi, questa conferenza, giunta alla 13ª edizione, è divenuta un appuntamento consueto del me-se di dicembre per gli appassionati di montagna. L’abbinamento di un tema naturalistico-ambientale e di un tema di interesse strettamente medico ca-

Montagna, medicinae pneumologiaL’incontro, promosso dall’unità operativa del Civile, si tiene al Museo di scienze naturali

Vratterizza questo incontro che anche quest’anno proseguirà il “percorso” iniziato dal confine orientale italiano con il Carso, le Alpi Giulie, le Alpi Car-niche, le Alpi Atesine, le Alpi Retiche, le Alpi Lepontine, le Alpi Pennine con il monte Rosa, le Alpi Graie con il Mon-te Bianco, parlando di Monviso (3841 m), l’enorme piramide rocciosa visibi-le fin dalla pianura padana, con riferi-mento alla prima ascensione italiana. L’argomento alpinistico “Monviso” la prima ascensione italiana” sarà tratta-to da Pietro Crivellaro, giornalista, sto-

rico dell’alpinismo e accademico del Cai che parlerà della prima ascensio-ne italiana, quella del ministro Quinti-no Sella nel 1863. L’argomento medico, dedicato agli effetti del sole in monta-gna, presentato con il titolo “Salviamo la pelle in montagna”, verrà illustrato dal prof. Pier Giacomo Calzavara Pin-ton, direttore della Clinica dermatolo-gica dell’Università e Spedali Civili di Brescia e della Scuola di specialità in dermatologia. La fotodermatologia è quel settore della dermatologia dedi-cato allo studio a livello molecolare, biologico e clinico delle interazioni tra cute e ambiente allo scopo di definire comportamenti e terapie più vantag-giosi. L’ attività alpinistica comporta l’esposizione dell’organismo a stimoli fisici intensi, quali radiazione solare e calore, talora con estreme variazioni

di potenza. In particolare la radiazio-ne solare in quota ha spettro ed ener-gia del tutto diversi che a livello del suolo. Questa raggiunge sia la cute che l’occhio. Del tema si occupa la fotodermatolo-gia, attività di ricerca che ha permesso, ad esempio, di evidenziare come l’uso diffuso di alcuni comportamenti di esposizione solare e l’applicazione di filtri solari inadeguati non ha portato ad alcun rallentamento, anzi in deter-minate condizioni, ha anche favorito il progressivo aumento di tumori cuta-nei osservato negli ultimi anni. È sta-to perciò necessario sviluppare nuovi prodotti e nuove modalità di compor-tamento, tanto più preziose, tanto più ci si muove in un ambiente con irrag-giamento estremo, come la montagna o le basse latitudini.

Brescia Una conferenza

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Cisl58 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Enzo Torri Un nuovo segretario generale per la Cisl di Brescia

Una sfida: unire le forze per superare le difficoltà

di Guido Costa

La Cisl di Brescia, come si legge anche in altra parta del giornale, ha aperto una nuova fase della sua storia. Il 23 novembre scorso il consi-gio generale dell’organizzazione ha scelto Enzo Torri come successore di Renato Zaltieri che ha guidato il sindacato di via Altopiano d’Asiago dal 1999. Nel suo primo discorso da neoelet-to segretario generale Enzo Torri ha tracciato quello che può essere definito come piano di governo. Nel suo intervento, infatti, ha passato in rassegna tutte le sfide che il sindacato è chia-mato ad affrontare. “È necessario uscire dalla logica della separatezza – ha affermato – che fa pensare ad ognuno degli attori sociali, imprese, sindacato, associazioni, e istituzioni, di essere autosufficienti. Se vogliamo fare di più, come ci viene richiesto da questo momento difficile ed eccezionale, è necessario mettere in comune le idee, le proposte, concertare le iniziative, unire le forze”. È questo il primo messaggio che Enzo Torri ha affidato al suo intervento. Non è man-cato, nelle prime parole del nuovo segretario della Cisl di Brescia un ringraziamento all’ope-ra svolta da Renato Zaltieri per l’organizzazione

sindacale. “Da Renato – ha detto il neo Segreta-rio generale – ricevo il testimone di una grande organizzazione che è riferimento per oltre 90mi-la lavoratori e pensionati bresciani. È per me motivo di orgoglio ma ne sento anche la gran-de responsabilità. La nostra organizzazione è riferimento anche di istituzioni , forze sociali e politiche che in questi anni hanno trovato nel-la nostra gente, nei dirigenti, nei delegati, negli operatori dei servizi e nei nostri volontari, per-sone responsabili, poco propense all’apparire ma generosamente impegnate e determinate sui problemi quotidiani della gente” . Facendo riferimento alla situazione di crisi che pesa ancora sulla realtà economica e produttiva bresciana, Torri ha detto “che diventa ancor più necessario che tutte la parti sociali ragionino su cosa possiamo fare noi, a Brescia, per dare risposta alle tante, troppe domande di lavoro che la nostra provincia non è abituata ad avere”.Accanto ad una fase nuova delle relazioni indu-striali, il Segretario generale della Cisl auspica rapporti sempre più intensi con le istituzioni e una pagina nuova per il movimento sindacale: “Noi non perdiamo la speranza che ci possano essere rapporti più costruttivi con la Cgil; la-

voreremo in quella direzione, per trovare più momenti che uniscono rispetto a quelli che di-vidono. Siamo consapevoli delle distanze che oggi ci sono su molti temi e, pur nelle diversità delle opinioni, abbiamo rispetto delle posizioni che non condividiamo. Poniamo una sola condi-zione: che le nostre posizioni siano allo stesso modo rispettate senza scendere, come purtrop-po accade spesso, in giudizi, insinuazioni, diffa-mazioni sul nostro operato, sulle nostre scelte, sulla nostra organizzazione, sulle persone della nostra organizzazione. Non possiamo sopporta-re che i nostri delegati nei luoghi di lavoro diven-tano vittime di questo clima come sta avvenendo da troppe parti. Se recuperiamo questi elementi di un rapporto leale e rispettoso aiuteremo un percorso di chiarezza prima nel confronto con i lavoratori e poi rendendo possibile, e credibile, una ripresa di dialogo necessaria per affrontare al meglio i tanti problemi che la nostra provin-cia vive”. Su proposta dello stesso Torri il Consiglio gene-rale ha poi riconfermato quali componenti della Segreteria Giovanna Mantelli e Paolo Reboni, anche questo è stato un segnale di continuità con la recente storia della Cisl.

Chi è il nuovo Segretario generale

Enzo Torri è nato a Brescia nel 1952. Ha iniziato a lavorare come operaio in una azienda commercia-le dopo la scuola dell’obbligo, frequentando poi le scuole serali per il conseguimento del diploma.Nel 1969 viene assunto in un’azienda metalmec-canica dove si avvicina all’esperienza sindacale, prima nei comitati unitari di base, poi nei neonati Consigli di fabbrica e successivamente nei consigli di zona della Flm, la Federazione lavoratori me-talmeccanici. Entra a tempo pieno nella Fim Cisl di Brescia nel 1980. Con la nascita dei Compren-sori il suo impegno sindacale si sposta sul Garda dove contribuisce alla costituzione della Flm e dove successivamente, dopo la rottura del sinda-cato unitario, fa nascere la Fim del Garda di cui

diventa segretario generale nel 1985. Con il supe-ramento nel 1993 dell’esperienza dei Compren-sori, viene eletto nella Segreteria della Fim Cisl di Brescia e ne diviene segretario organizzativo. Dal 1997 si occupa del sindacato dei tessili. Nel 2001 viene eletto segretario generale della Femca Cisl, nata dall’accorpamento della categoria dei tessili e dei chimici. Dal 2001 al 2003, per incarico del-la Segreteria nazionale, è anche reggente della Femca Cisl di Mantova. Dal dicembre del 2004, il Consiglio generale lo elegge nella Segreteria del-la Cisl di Brescia. Impegnato nel volontariato so-ciale, ha alle spalle un’esperienza ventennale nel Circolo Acli del Quartiere di San Polo, dove vive con la sua famiglia.

Una “carriera” iniziata dal basso

Da sinistra a destra Giovanna Mantelli, Enzo Torri e Paolo Reboni

Enzo Torri

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59LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Sport Calcio Considerazioni verso Brescia - Genoa

Caro Beppe,ti penso e ti scrivo

C

[email protected]

ossia il 4-3-2-1) pur di provare a in-vertire la rotta. Al diavolo la Coppa Italia, ora più che mai ci interessa arrivare a man-giare il panettone, tanto per resta-re in tema.Caro Beppe, hai ribadito qualche giorno fa in conferenza stampa “che il Brescia farà uno strepitoso girone di ritorno”. Io ci credo, la tifoseria tutta ci cre-de, perché questa promessa l’avevi fatta esattamente un anno fa e nel-la stessa condizione psicologica, se non forse peggiore. Tu mi insegni che la serie B è, pe-rò, diversa dalla A, ma noi voglia-mo crederti. L’ultimatum, stavolta, non è ar-rivato dal Presidente ma da una parte della tifoseria. La pazienza è prorogata a domenica contro il Genoa (collegamenti in diretta dal Rigamonti sugli 88.3-88.5 di Radio Voce a cura di Ciro Corradini), poi nessun alibi o altro appiglio. E i giocatori non devono sentirsi immuni da critiche, perché se è vero che a pagare per tutti è sem-pre il tecnico, gran parte delle re-sponsabilità vanno attribuite a chi scende in campo. Allora fuori gli attributi, non si può pensare di retrocedere con gioca-tori del calibro di Jonathan Zebina, Eder, Alessandro Diamanti, Andrea Caracciolo e Matteo Sereni (non me ne vogliano tutti gli altri se non li ho citati). Non si può retrocedere permetten-dosi il lusso di tenere in panchina rincalzi illustri come Davide Pos-sanzini, Alessandro Budel e Fran-cesco Ciccio Bega. È vero, caro Beppe, il vento deve cambiare o – per dirla alla tua ma-niera – la ruota dovrà prima o poi girare. Ma è pur vero, come recita un noto detto latino, che ognuno è artefice del proprio destino. A buon inten-ditor, poche parole.

di Mario Ricci

Il tecnico delle Rondinelle Beppe Iachini

Lo scorso anno nello stesso periodo, hai preso in mano una squadra sfasciata, disordinata e senza punti di riferimento

per trasformarla in una Leonessa. È vero, un miracolo lo hai già compiuto e chiedertene

un altro è da ingrati e i giocatori non devono sentirsi immuni da critiche. Il vento deve

cambiare, ma è pur vero che ognuno è artefice del proprio destino

Caro Beppe, ti scrivo, così mi rilas-so un po’. Anche se, a dirla tutta, c’è poco da stare rilassati e tranquilli. Abbiamo atteso cinque anni per tornare in serie A, traguardo rag-giunto anche grazie al tuo contri-buto. Lo scorso anno, a fine novembre, hai preso in mano una squadra sfa-sciata, disordinata e senza punti di riferimento per trasformarla in una Leonessa che ha saputo estrarre gli artigli per tornare nel calcio dora-to, patinato e pieno di lustrini. È vero, un miracolo (e che miracolo!) già lo hai compiuto e chiedertene un altro è da ingrati ma di fatto questo sforzo aggiuntivo avrebbe un significato ancor più nobile: si-gnificherebbe garantire la soprav-vivenza di un club che – in caso di una nuova discesa agli inferi a fi-ne stagione – metterebbe fine alla sua esistenza. Tutti sono con te, a cominciare dal presidente Gino Corioni che – da quando sei a Brescia – ha smesso i panni del mangia allenatori. Nel resto del Paese ancora si chie-dono come, dopo nove giornate senza vittorie in campionato e il penultimo posto in classifica, il tuo posto di lavoro sia ancora sal-vo. Vaglielo a spiegare ai colleghi della stampa nazionale e agli illu-stri opinionisti del Bel Paese che la passione, la grinta e la meticolosa attenzione ai dettagli che curi du-rante le sedute d’allenamento poi svaniscono clamorosamente quan-do si tratta di scendere in campo la domenica. Uno spogliatoio così unito forse non lo si ricorda dalla notte dei tempi. Giocatori, per non dire “ban-diere”, come Possanzini e Zambelli che tacciono di fronte alla reitera-ta panchina sono più di un indizio che tutti sono con te. Abbiamo apprezzato anche il cam-bio di modulo (passando dal 4-3-1-2 al più accorto “albero di Natale”

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60 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010 Sport

Ventiquattro anni e una forza d’ani-mo da far invidia a chiunque. Nello sport ha trovato il coraggio per met-tersi in gioco e lo ha fatto vincendo la propria sfida personale. Così Sil-via Preti è la nuova campionessa del mondo nel lancio del giavellotto. Oro conquistato in Messico nei re-centi Campionati di atletica leggera per disabili. A dirla tutta le medaglie più pregiate sono due: oltre a quella individuale (migliorato anche il pro-prio record portato a 9 metri e 95), ne ha appena al collo un’altra nella

Vdi Mario Ricci

staffetta femminile 4x100. Nei gior-ni scorsi è stata premiata nella Sala Giunta della Loggia con la prestigio-sa “Vittoria Alata”, riconoscimento che viene consegnato ai migliori sportivi bresciani.Silvia vive nella zona sud della città: a Chiesanuova per la precisione. Di-plomata in ristorazione e operatore turistico all’Istituto Magenta, lavora presso l’archivio del Museo di Santa Giulia e alle due sue colleghe dedica il risultato sportivo. Si è preparata all’appuntamento mondiale allenan-

dosi due volte a settimana da giugno a settembre sui campi dell’Abba e ce l’ha fatta. Sorprendendo tutti: dagli allenatori agli stessi genitori che non volevano farla partire per il Messico. Da ragazza chiusa e timi-da, ora si è trasformata in un’atleta forte e determinata. “Sono conten-tissima – ci spiega con un sorriso meraviglioso – non me l’aspettavo, sono riuscita a superare i miei limi-ti. Ho provato tanta emozione”. Ma il bello deve ancora arrivare. “Posso fare ancora meglio – aggiunge Silvia – e già mi sto preparando a Porto-gallo 2011 e Londra 2012. Sono mol-to orgogliosa di me stessa e dei miei allenatori che mi sono stati vicini”. Prima del doppio oro mondiale, Sil-via Preti aveva partecipato alle fasi regionali, nazionali e internazionali

dei Campionati e Giochi di atletica leggera, sport invernali e ginnastica. In particolare nel 2006 è stata prota-gonista di un’ottima prestazione nei 50 metri piani e lancio della pallina ai Giochi europei giovanili Special Olympics di Roma. È tesserata per la Polisportiva bresciana No Fron-tiere, società nata nel 1985 che ha come scopo avviare alla pratica sportiva il maggior numero di per-sone in situazione di disabilità fisica o intellettivo-relazionale. Il club cittadino è diviso in tre set-tori: nuoto, tiro con l’arco e atletica leggera oltre a promuovere l’avvia-mento e la partecipazione ad altre discipline come sci nordico, gol, ginnastica ritmica, basket, bowling e calcio. Attualmente i tesserati so-no un centinaio.

Silvia Preti: l’oro che vale

doppioL’atleta disabile di Chiesanuova ha conquistato

due medaglie nel giavellotto e staffetta 4X100

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Ginnastica:230 atletesul tappetoRiflettori puntati sulla ginnastica artistica femminile e maschile nello scorso fine set-timana in occasione della prima gara del campionato provinciale che ha radunato nella palestra comunale di Seniga sei società e oltre 230 ginnaste, che si sono cimentate nelle discipline previste dal programma di gara, rigorosamente suddivise nelle rispetti-ve categorie. Nella “tana” della Planet Gym corpo libero, volteggio, trave d’equilibrio e trampolino sono state le “materie d’esame” che hanno consentito agli atleti in gara di cimentarsi con esercizi provati e riprovati in allenamento misurandosi con gli avversari e con lo sguardo del pubblico. Sono stati due giorni intensi e di forti emozioni, soprattutto per le ginnaste più giovani, alla loro prima esperienza. Hanno fatto valere tutto il loro entusiasmo, così come le più esperte, deter-minate a migliorare le loro prestazioni per raggiungere il gradino più alto del podio. Tutte le società partecipanti hanno portato a casa grandi soddisfazioni in ottica presente e futura, alcune delle quali tradotte in meda-glie. Spiccano i successi di Leonessa e Liberty, che hanno piazzato cinque ragazze ciascuna sul podio, ma hanno sorriso anche Azzurra in Valle, Palazzolese, Planet Gym e Libellu-le Trenzano. Con la gara di Seniga si chiude il sipario sul 2010 della ginnastica artistica, che tornerà di scena il 29 e 30 gennaio a Pa-lazzolo. Seguiranno le due prove regionali, trampolino di lancio per la manifestazione nazionale di Lignano Sabbiadoro.

Centro Sportivo Italiano 61LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Comitato provinciale I corsi all’istituto Sraffa

Diventare arbitridi calcio, basket e...

di Bruno Forza

Uno, due, tre. Il Csi Brescia triplica i suoi sforzi nella formazione di nuovi direttori di gara fuori dalle mura del comitato e dopo la partenza dei corsi che hanno preso il via alla Scuola Bottega Artigiani di San Polo e all’Istituto tecnico geome-tri Nicolò Tartaglia di Brescia è tempo di appro-dare anche all’Ipsscs Piero Sraffa, con la sede di via Comboni e la succursale di via Valotti.Venerdì scorso si è tenuta la presentazione di un progetto che partirà settimana prossima e che, a differenza dei percorsi intrapresi nelle altre scuo-le, prevede tre vie di formazione per altrettante discipline: calcio, pallavolo e basket. Allo Sraffa la presidente Amelia Morgano e il responsabile degli arbitri Emiliano Scalfi hanno illustrato agli studenti il progetto, affiancati dai tre direttori di gara che vestiranno i panni di formatori: Nicola Fiorentino (calcio), Ernesto Muscatelli (pallavolo) e Marco Ricci (basket). La scuola – attraverso la stretta collaborazione con la vicepreside profes-soressa Egermini ed il professor Grotti (docente di educazione fisica) – ha messo a disposizione del Csi palestra e aule per le riproduzioni multi-

Pallavolo, calcio femminile, basket e calcio a 5

La quinta giornata del campionato top junior di pal-lavolo arride alle capoliste Calcinato e Mompiano, che continuano a macinare punti. Le sfide di cartello riguardavano proprio le prime due della classe, chia-mate a respingere gli assalti delle inseguitrici, ovvero Paratico e Bagolino. A Paratico la formazione di casa ha fallito un’occasione per mettere nel mirino la for-mazione cittadina. Il Mompiano ha ridimensionato le aspettative avversarie imponendosi per 3-1 e restan-do in vetta a pari punti con il Calcinato, vittorioso 3-0 sul Bagolino.Calcio femminile. La lotta al vertice nell’Elite del cal-cio femminile continua ad essere un discorso a tre. La fabbrica del gol di Castenedolo non conosce crisi, macina punti e produce gioco e spettacolo come in

occasione dell’ultimo successo ottenuto con un robo-ante 9-3 sul San Benedetto. La valanga di gol messi a segno danno sempre più lustro ad un attacco che ha già realizzato 71 reti vantando la media di quasi 8 gol a partita. Meno sfacciate – ma altrettanto concrete e ambiziose – le campionesse provinciali e regionali in carica del Brescia, che rifilano un pokerissimo al Nave (5-0). L’altra compagine imbattuta è l’Oratorio Sale, che torna da Cremona con un 7-4 sudato ma prezio-so sul Real Ghisalba. Più attardate ci sono Fin Beton e Bovezzo, lontane 9 punti dalla vetta. Le clarensi sorri-dono dopo il 6-0 sul San Faustino, mentre le campio-nesse nazionali continuano a zoppicare tornando a mani vuote da Casaloldo, dove perdono 5-2. Dopo il campo si passa alla sede di via Chiusure in occasione

della riunione delle società di martedì 30 alle 20.45. Basket. Nel gruppo arancione Team 87 schianta Ome con un 103-49. I campioni provinciali comandano il girone insieme a Torbole – che vince con una bomba a 6 secondi dalla sirena contro New Team Volta – e ai Mascalzoni Sebini, che la spuntano nel finale su La Sportiva (65-67). Nel girone blu l’unica formazione in grado di bissare il successo ottenuto all’esordio è Ba-sket Pallata, che si sbarazza senza di San Luigi Gonza-ga con un 76-54. Calcio a 5. Faggi di Eva da una parte e Calcinato dall’al-tra. Nei campionati di Eccellenza le capoliste restano in vetta facendo punti a Lograto. I lumezzanesi sban-cano la tana della Valverde Giardini (6-1), mentre i cal-cinatesi si accontentano del pareggio (4-4) a Lograto.

Calcinato e Mompiano fanno il vuoto

mediali, dove gli studenti seguiranno i corsi un pomeriggio a settimana.Amelia Morgano ha descritto ai ragazzi la strut-tura e gli obiettivi del Csi nel panorama sportivo locale sottolineando l’importanza di uno sport in grado di educare i giovani e costruire solide basi per il futuro nel segno del bene comune.Emiliano Scalfi ha raccontato la sua esperienza da direttore di gara: “Fare l’arbitro non è facile, ma posso assicurarvi che può dare grandi soddi-sfazioni. Nella mia carriera ci sono stati momenti duri ma anche ricordi unici che porterò sempre con me. Questo corso – ha proseguito – farà di voi aspiranti arbitri e vi darà i rudimenti per crescere in questo ruolo. Seguirà un periodo in cui vi tro-verete spalla a spalla con i fischietti più esperti, che vi accompagneranno nelle prime esperienze sui campi. Passo dopo passo arriverete ad essere arbitri veri e propri”. I corsi avranno la durata di 10/14 ore, al termine delle quali gli alunni soster-ranno un esame finale con consegna del diploma che abiliterà i corsisti. Chi proseguirà l’avventura arbitrale affiancherà un arbitro ciessino durante una partita di campionato del settore giovanile dando il via al proprio “praticantato”, al termine del quale sbocceranno i direttori di gara del futuro.

Emiliano Scalfi e Amelia Morgano

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Cara Voce

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla re-sponsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sin-tetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblica-te lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popo-lo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a [email protected].

62 LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

Mondo cattolico e Vescovo

Egr. direttore,la scorsa settimana su un quotidiano ho letto un articolo che raffigurava il mon-do cattolico bresciano come una “ga-lassia”. In essa mancano molti altri “pia-neti” di cui per fortuna è ricca la nostra realtà bresciana e che hanno, semmai, il ‘torto’ di apparire meno sui media. Ho notato poi che tra i vari esponenti è stato inserito anche il nostro Vesco-vo. Da semplice cattolico sono sicuro che il nostro Vescovo è vicino a tutti i cattolici bresciani e non è di esclusiva appartenenza di qualcuno. Strattonan-dolo o “posizionandolo” da una parte o dall’altra non si fa certo un bel servizio a lui e al mondo cattolico bresciano, che rischia di spaccarsi ulteriormente e inu-tilmente. A chi giova?

Michele Busi

Dietro una grata

Egr. direttore,che cosa ne sa il mondo delle monache di clausura? Che ne sa della sintonia con la trepidazione umana, con l’ango-scia umana,con la speranza umana, con l’amore umano? Le claustrali sono per-sone innamorate dell’umanità, così da tenerla tra le proprie braccia quando è felice e quando piange, quando spera e quando si dispera, quando ha freddo e quando stoltamente non sa usare i pro-pri mezzi. Non c’è altra vita così, al di là da ogni immaginazione, come la vita

contemplativa che vive in pieno la sua donazione al Mistero che sorregge il mondo. Forse, per capire, bisognereb-be vivere, seppur per qualche giorno soltanto, questa esperienza. La vocazio-ne alla vita contemplativa non è che la vocazione ad un amore troppo grande, ad una vita troppo intensa perché pos-sa esprimersi in altro modo oltre che nel dedicarsi totalmente all’Amore di Colui che si ama, e che è ed appare Assoluto sotto ogni punto di vista: bellezza asso-luta, intelligenza assoluta,amore asso-luto, donazione assoluta. Sono convin-ta che queste monache (dell’ordine di San Benedetto) vivono in pienezza tut-to questo. Altra cosa che il mondo non sospetta, è la semplicità, la normalità dei loro gesti, di tutto il loro vivere, in netto contrasto con il peso e la portata universale e straordinaria che tali gesti e tale vita comportano. Le grate austere, di fronte a cui la gente per lo più si ferma attonita, con un punto interrogativo nel-lo sguardo, sono forse uno dei segni più espressivi ed efficaci per indicare que-sta realtà misteriosa che sta sotto il loro semplice vivere quotidiano. Esse dicono in modo lampante che le loro vite sono “separate”. Pochi capiscono che senso abbiano le grate della clausura, oggi, ma la colpa non è delle grate. Tutto sta nel fatto che sono pochi quelli che ricono-scono a Dio il diritto di esigere un servi-zio diretto ed esclusivo da alcune perso-ne che Egli separa dalle altre. A queste persone Dio non chiede la cura dei suoi malati, dei suoi bambini, dei suoi vecchi.

Le ricette della settimana

Omnibus

Avvenimenti26 novembre 1864Lewis Carrol invia un manoscritto alla 12enne Alice Liddel come regalo di Na-tale: è “Alice nel paese delle meraviglie”

27 novembre 1895L’industriale e chimico Alfred Nobel redige il testamento con cui istituisce il premio annuale per alcune importanti discipline

28 novembre 1919Viene eletta la prima donna al Parlamento del Regno Unito. Si chiama Nancy Astor ed è nata negli Stati Uniti nel 1879

Egli a queste persone chiede un’amoro-sa intimità, in un’offerta di preghiera e di sacrificio protratta per tutta la vita, nascostamente. Stupenda l’affermazio-ne di una novizia che dice: “Io, se non credessi in Dio, vi crederei, perché esi-ste in fondo agli occhi delle monache”. Perché esistono le suore di clausura? Semplice, perché sono una forma di te-stimonianza che ci fa comprendere che si può vivere solo e unicamente per Cri-sto, con Cristo e in Cristo.

Carla Gnali

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Lettera a un “eroe” della gru

Pubblichiamo una lettera a uno degli occupanti della gru di San Faustino.“Caro Arun, vedo che sei invitato a parlare e sei accolto con attenzione e simpatia anche per la pazienza e la forza che hai dimostrato resistendo ben 17 giorni sulla gru, per difendere quelli che tu ritieni dei diritti. In atte-sa che la magistratura si pronunci se essi possano essere riconosciuti come diritti, lascia che un semplice cittadi-

Fusilli al basilico

Ingredienti: 500 g di fusilli, basilico, 2 spicchi d’aglio, mezzo bic-chiere di olio extravergine d’oliva, 6 cucchiai di formaggio peco-rino stagionato grattugiato, sale, pepe.

Preparazione: Cuocere i fusilli al dente in acqua salata. Intanto preparare il condimento. Lavare e tritare finemente il basilico insieme con gli spicchi d’aglio sbucciati. In un padellino far scal-dare l’olio, unire il trito d’aglio e basilico e lasciarlo insaporire solo per pochi istanti. Scolare la pasta, mettendola in una terri-na, condirla con il pecorino, l’olio al basilico e una manciata di pepe. Mescolare e servire.

Minestrone alla genovese

Ingredienti: 150 g di pasta piccola, 2 patate, 2 carote, 2 pomo-dori spellati senza semi, una costa di sedano, una cipolla, uno spicchio d’aglio, prezzemolo, verdure di stagione, un cucchiaio di pesto senza pinoli, mezzo bicchiere di olio extravergine d’oliva. Preparazione: Versare in acqua bollente a fuoco vivo gli or-taggi a tocchetti; dopo 30 minuti unire cipolla, aglio e prez-zemolo tritati e cuocere a fuoco lento per 2 ore rimescolando ogni tanto. A metà cottura aggiungere olio, crosta di grana e sale. Una volta sfatte le verdure cuocervi la pasta. Versare in una zuppiera, unire il pesto e il grana.

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Al concerto con “Voce”

Vinci due biglietti per il concerto dei Nomadi (organizzato da Ci-piesse) venerdì 3 dicembre (21) al PalaBrescia. Sarà un viaggio attra-verso le tappe più importanti del repertorio, da ‘Io Vagabondo’ a ‘Il vecchio e il bambino’ fino agli ultimi successi dell’album. Spedisci il tagliando entro il 2 dicembre a “Al concerto con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Calle-gari 6, 25121, Brescia. Gianfranco Novaglio ha vinto il biglietto fa-miglia per “Sconcerto d’amore” .

Nomadi in concerto

IN COLLABORAZIONE CON:

VOCESAS

63LA VOCE DEL POPOLO26 NOVEMBRE 2010

no bresciano, che da 25 anni aiuta per quanto gli è possibile i suoi amici im-migrati, rivolga a te giovane un consi-glio, qualche critica e una preghiera. In 66 anni ho scoperto l’importanza di far valere i diritti personali, ma che è ancora più importante e difficile com-piere fino in fondo il proprio dovere: restare onesto, sincero, generoso, pa-cifico anche quando gli altri non lo so-no. La protesta migliore è quella non violenta, nello stile di Gandhi: in que-sto senso non ho sentito da parte vo-stra una condanna dell’attacco armato e premeditato da parte di alcuni vostri sostenitori alle forze dell’ordine; men-tre avete condannato le cariche della polizia. Inoltre ho saputo del vostro lancio di oggetti pericolosi sui vigili del fuoco e sulla polizia; cui si è aggiunto il gesto inutile e offensivo del lancio di escrementi e di bottiglie di urina. Ogni occupazione comporta disagi e dan-ni: perché avete voluto aggiungervi il grave danneggiamento di una gru che non era vostra e che serviva ad altri per lavorare? Ho notato un vostro at-teggiamento di sfiducia nei confronti dei sindacati e del rappresentante del Vescovo, di cui avete rifiutato la buo-na proposta di mediazione offertavi fin dai primi giorni. Siete arrivati perfino a sospettare che la Caritas vi servisse a tradimento cibo drogato. Eppure do-vreste sapere che nei Paesi occidenta-li i sindacati e la Chiesa sono distinti dalle autorità politiche, e riconoscere che la Chiesa, anche a Brescia, è sem-

pre stata la prima ad aiutare gratuita-mente tutti gli immigrati stranieri, di qualunque religione! Avete espresso il giudizio che in Italia non c’è demo-crazia e in parte è vero. Ti prego, pe-rò, caro Arun, di impegnarti con forza e pazienza a difendere i diritti dei più deboli anche in Pakistan, quando parli con i tuoi compatrioti o ti rechi nel tuo Paese: per esempio i diritti delle per-sone innocenti dilaniate dalle bombe di quei terroristi che sono stati adde-strati, finanziati e armati in Pakistan; i diritti delle ragazze, che ancor oggi possono venire punite fino alla morte se non accettano di vivere come vuo-le il loro padre e di sposare il marito che viene scelto per loro; i diritti delle minoranze religiose, musulmane sciite e cristiane, che vengono spesso perse-guitate e aggredite, o che sono state condannate a morte in base alla legge violenta e ingiusta contro la blasfemia, come certo saprai”.

Emilio Guzzoni

Testimone di Cristo

Egr. direttore,mercoledì 20 ottobre 2010 un infarto ha interrotto la vita terrena di Giusep-pina Zogno, il Signore ha ascoltato la sua richiesta di lasciare questo mondo senza disturbare nessuno, ma, soprat-tutto, ancora sulla breccia nell’anelito di guadagnare sempre qualcuno a Cri-sto e, ancora, nell’attività per il regno di Dio. Giuseppina era per me un rife-

rimento sicuro, cordiale, autentico... Era una donna intelligente, capace, amante del bello, ma, soprattutto, don-na di fede matura, coerente e provata. Era sempre in movimento, si spendeva con slancio senza sosta né riserva. Per-sonalità molto forte affrontava le sfide della vita con la grinta del dono, sicura che la forza dell’amore avrebbe abbat-tuto ogni ostacolo e aperto ogni porta, anche quella del carcere. Giuseppina amava la vita, il canto, la parola di Dio, l’Eucaristia, così come amava la Chie-sa, la santità e i sacerdoti. In una paro-la amava l’uomo e capiva la sofferenza che c’era in chi incontrava. La sua vita più che un cammino è stata una corsa per portare Cristo a tutti. Giuseppina era educatrice appassionata, sorella e madre per tanti; era esigente per amore, era contemplativa nell’azione. Giusep-pina è stata un dono per me e per molti. Giuseppina ora è entrata nella festa di nozze,come sposa di Cristo ha ricevuto la corona che il Signore le ha preparato: ora vedrà sciolti i perché della vita rima-sti nella notte della fede, ora incontrerà i suoi santi, il suo Egidio Bullesi (di cui ha curato la causa di beatificazione) e quelli che amava. Ora potrà cantare a squarciagola il canto dell’Alleluia! E come sempre correrà... correrà per il paradiso nell’anelito di intercedere per noi presso il Cristo risorto e Maria San-tissima. Giuseppina ha vissuto il “So in chi ho creduto” di San Paolo e ora vive nella pace dei beati. Giuseppina, grazie.

Annamaria Mantelli

29 novembre 1825“Il barbiere di Siviglia” di Gioacchino Ros-sini è la prima opera italiana rappresen-tata negli Stati Uniti. Va in scena oggi a New York

30 novembre 1974In Etiopia Tom Gray e Donald Johanson scoprono i resti fossili di Lucy, un Austra-lopithecus afarensis straordinariamente ben conservato

1° dicembre 1989Incontro di portata storica in Vaticano fra Giovanni Paolo II e Gorbaciov, che è il pri-mo dirigente sovietico a recarsi in visita alla Santa Sede

2 dicembre 1960Giovanni XXIII riceve Geoffrey Francis Fisher, arcivescovo di Canterbury. È il primo incontro ufficiale fra un Papa e un Primate della comunione angli-cana dal 1559

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

D.: Quest’anno ho acquistato la prima casa e ho richiesto un mutuo; so che la Regione Lombardia destina dei contributi a fondo perduto per chi si trova in tale situazione. Dove e quando posso fare la domanda e di che importo è tale contributo?

R.: Il 3 novembre 2010 la Giunta regionale ha approvato la Dgr n.738 “De-cimo bando per l’acquisto della prima casa” che destina contributi per age-volare l’accesso e il recupero della prima casa di abitazione. Il contributo va da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 8.000 euro, la domanda va presentata presso un Caf entro lunedì 31 gennaio 2011; per il perfeziona-mento dei requisiti la scadenza sarà il 30 giugno 2011. Si può rivolgere al Caf Acli per informazioni in merito, telefonando al numero 030.2409884.

Aforismi

C’è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che si desidera

(Henry David Thoreau)

Nessuno sa abbastanza e abbastan-za presto

(Ezra Pound)

Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che deside-rano, e se non le trovano le creano

(George Bernard Shaw)

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