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MARTINA DELLA VALLE - Italian Area · Martina della Valle which she has called Time Dust because...

Date post: 17-Feb-2019
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MARTINA DELLA VALLE portfolio
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MARTINA DELLA VALLEportfolio

PORTFOLIO

005-012

martina della vallemartinadellavalle.blogspot.com

< MEIN ALLESPhoto-Poster, silver gelatin print 50x70, 2013

MeinAlles,

WORDS THROUGH TIME, TIME THROUGH WORDSMartina della Valle + Sabine Delafon

by Federica Tattoli, ARTOPIA Gallery, Milano

“Mein Alles” è un progetto nato in collaborazione con Theodor Schmidt collezionista, mercante e “lettore” di diari antichi.Ispirato all’attività di Theodor e al fascino dei materiali della sua collezione di diari e lettere manoscritte degli scorsi due secoli, il progetto si presenta come un’istallazione audio-visiva nella quale due voci narranti leggono alcuni estratti dalle lettere d’amore della corrispondenza tra Anton e Mathilde, tra il 1859 e il 1862.

Un vinile gira sul piatto di un giradischi.Le parole (in tedesco, lingua originale delle lettere) risuonano nello spazio della galleria.In un video silenzioso, come un libretto teatrale, scorre il testo inglese. Tre poster fotografici in bianco e nero a parete sottolineano alcuni passaggi narrativi, riproducedo il testo in lingua originale bianco su fondo nero. Unica immagine, la sagoma nianca di un fiore secco, stampato su fondo nero.L’installazione audio-visiva diventa oggetto; è riprodotta e custodita in cofanetto edizione limitata che comprende vinile (audio), dvd (video), e una stampa fotografica. Una riflessione sul potere delle parole. Potere evocativo e visivo che dura nel tempo sottolineato dall’elemento sonoro e dal testo stampato.

- Installazione sonora (dim variabili) giradischi su piedistallo – disco in vinile con voci narranti 46’- proiezione video (dim variabili)- 3 poster fotografici 50x70- BLUMEN 1 stampa fotografica incorniciata. 30x40

MEIN ALLESAudio installation, LP 46’

MEIN ALLES (Blumen)Silver gelatin print 24x30, 2013

MEIN ALLES (video)video projection 8’26”

TIMEDUST2011

SLENDER TIME2011

by Marinella Paderni METRONOM galleryModena

Things live a time of their own, dissimilar to human time, a slender time made up of minimal particles, elementary traces of its existing, deposits of a silent memory that doesn’t follow the course of History – the memory of cos-mic physics and its agents which are repeated to infinity in an eternal recurrence, the memory of matter and anti-matter, of the body and natural processes, of entropy and death, which knows no reason without its double, life. Dust is of one such particle, as light is.Light and dust are the substance of this new project from Martina della Valle which she has called Time Dust because dust is time and time is that inscrutable unknown around which every day of life turns. Dust gathered by things, which becomes a part of them, as if they needed this new presence in order to exist, to reveal themselves to our eyes. Forgotten, lost objects whose invisibility seems to be their natural condition until the dust brings us to their ephemeral memory, their slender time.Martina della Valle’s grandfather was a ceramicist with his own workshop, today in disuse but unaltered in its memory of time. Casts have been preserved just as they were left on the shelves, designs and pounced drawings are collected by subject in portfolios, and some examples of ceramic statuettes have been saved from destruction, bear-ing witness to a lifetime’s work. Isn’t it strange that the artist has decided only now to penetrate the slender time of these things? And to show us precisely by means of a device of time, photography, “the writing of light”?Right from her debut Martina della Valle has worked on the memory of objects as expression of a temporality that couples human time with the time of things.

IL TEMPO SOTTILE2011

di Marinella Paderni galleria METRONOMModena

Le cose vivono di un loro tempo, dissimile da quello umano, un tempo sottile che è fatto di particelle minime, tracce elementari del suo esistere, depositi di una memoria si-lenziosa che non segue il corso della Storia - la memo-ria della fisica cosmica e dei suoi agenti che si ripetono all’infinito in un eterno ritorno; la memoria della materia e dell’anti-materia, del corpo e dei processi naturali, dell’entropia e della morte, che non conosce ragione senza il suo doppio, la vita. La polvere è di una queste particelle, come lo è pure la luce. Luce e polvere sono la sostanza di questo nuovo progetto di Martina della Valle che ha voluto chiamare Time Dust, per-ché la polvere è tempo e il tempo è quell’imperscrutabile incognita attorno alla quale ruota ogni giorno la vita. La polvere raccolta dalle cose, che diventa parte di esse, come se avessero bisogno di questa nuova presenza per es-istere, per rivelarsi ai nostri occhi. Oggetti dimenti-cati, smarriti, la cui invisibilità sembra essere la loro condizione naturale fino a quando la polvere non ci riporta alla loro memoria effimera, al loro tempo sottile.Il nonno di Martina della Valle era un ceramista ed aveva un suo laboratorio, oggi dismesso ma inalterato nella sua memoria del tempo. I calchi sono stati conservati come furono lasciati sugli scaffali, i disegni e gli spolveri sono raccolti per soggetto dentro i raccoglitori, alcuni campioni di statuine di ceramica sono stati salvati dalla distruzione a testimonianza dell’opera di una vita. Non è singolare che l’artista abbia deciso solo ora di penetrare il tempo sottile di queste cose? E di farcelo vedere im-piegando proprio un dispositivo del tempo, la fotografia, “scrittura di luce”?

TIME DUST (dyptic)Ink jet print on fine arte paper cm 50x70

Views of abandoned interiors, domestic items, books and pictures found in street markets or old archives, mirrors that reflect the gleam of a temporary, fleeting presence – are all realities that speak of absence, of disappearance, of fading into the dust of time. A dispersion into its weft and woof which never reaches the point of oblivion, of nothingness. Indeed the artist reactivates these objects from the mute and absent condition of “ruin” to which they had been consigned, fixing a different present in their photographic shadow, conflicting, between “the not yet and the no longer” – the unresolved coexistence between an-tagonistic forces of destruction of form (the past, the no longer) and construction of a new image (the prospect of a future, the not yet).Martina della Valle’s operation highlights how, in objects that become the “ruin” of a time (her grandfather’s old workshop and its contents, primary school exercise books saved from the pulping machine), other strengths and other forms grow in spite of the objects themselves, giving rise to new meanings. Dust, the yellowing of paper and ceram-ics, cobwebs, cracks and holes are the elements of this new unity of meaning which elicits the opening up of un-precedented images.“In the accidental and discordant – absurd (surdus, deaf) – character of the ruin we have a unitary formal experi-ence, but one which lacks any comprehensible consequenti-ality inasmuch as the wholly human purpose of the project is no longer legible, but in that unprecedented unity we may experience the interstitial interweaves which bound that projectuality and which we now see, or better, com-prehend on the instant, since they are laid bare” .A photograph is also a latent image, “a leap outside the course of time” , a depositing of light and dust that eternalises the temporality of the world in an instant, showing a present which is slipping into the past (into its recollection) and which carries with it something of its future perfect. The photographic instant is the moment of the disappear-ance of what is about to happen and will come about. This second memory is the extratemporal dimension inves-tigated by Martina della Valle with her backward glance

Sin dai suoi esordi, Martina della Valle ha lavorato sulla memoria degli oggetti quale espressione di una temporal-ità che coniuga il tempo umano con il tempo delle cose. Scorci d’interni abbandonati, oggetti domestici, libri e quaderni trovati in mercatini o in vecchi archivi, spec-chi che riflettono il bagliore di una presenza tempora-nea, fugace - sono tutte realtà che parlano di assenza, di sparizione, di dissolvenza nella polvere del tempo. Un disperdersi nelle sue trame che non giunge mai all’oblio, al nulla. Anzi, l’artista li riattiva dalla condizione muta e assente di “rovina” a cui questi oggetti erano stati destinati, fissando nella loro ombra fotografica un presente diverso, conflittuale, tra “il non ancora e il non più” - la coesistenza irrisolta tra spinte antagoniste di distruzione della forma (il passato, il non più) e di costruzione di una nuova immagine (la prospettiva di un futuro, il non ancora). L’operazione di Martina della Valle mette in luce come negli oggetti che diventano “rovina” di un tempo (il vec-chio laboratorio del nonno e i suoi oggetti, i quaderni delle scuole elementari recuperati dal macero) crescono loro malgrado altre forze, altre forme, che danno origi-ne a nuovi significati. La polvere, l’ingiallimento della carta e della ceramica, le ragnatele, le crepe e i buchi sono gli elementi di questa nuova unità di significato che consente il dischiudersi di immagini inedite.“Nel carattere accidentale e disarmonico - assurdo (surd-us, sordo) - della rovina si dà un’esperienza formale unitaria ma priva di ogni comprensibile consequenzialità, in quanto non è più leggibile la finalità tutta umana del progetto ma sono sperimentabili in quell’unità inedita gli intrecci interstiziali che legavano quella progettualità e che ora vediamo, o meglio com-prendiamo all’istante, in quanto messi a nudo” .Anche la fotografia è un’immagine latente, un “salto fuori dal corso del tempo” , un deposito di luce e di polvere che eternizza la temporalità del mondo in un istante mostrando un presente che sta scivolando nel passato (nel suo ricor-do) e che porta con sé qualcosa del suo futuro anteriore. L’istante fotografico è il momento di scomparsa di ciò che sta per accadere, e che verrà.

at the “ruins” of a reality which lives beyond history, which is experience of the spirit. The snapshot of dust on things is the trace of this experience, further vivified by a symbolic element the artist wanted to insert as an indelible sign in the installation of the exhibition: the dust of art itself, used in the form of pigment to draw on the gallery’s external walls, with her grandfather’s old pounce-bags, the image of a new possibility of being. The gesture too is symbolic, “designating” in designing a space of signification of time within the timeless space of art.

-

TIME DUSTInk jet print on fine art paper cm 35x50

Questa seconda memoria è la dimensione extra-temporale in-dagata da Martina della Valle con il suo sguardo rivolto all’indietro, alle “rovine” di una realtà che vive oltre la storia, che è esperienza dello spirito. L’istantanea della polvere sulle cose è la traccia di questa espe-rienza, ulteriormente vivificata da un elemento simbolico che l’artista ha voluto inserire come un segno indel-ebile nell’installazione della mostra: la polvere stessa dell’arte, impiegata dall’artista sotto forma di pigmento per disegnare, con gli antichi spolveri del nonno, sui muri perimetrali della galleria l’immagine di una nuova possibilità di essere. Un gesto anch’esso simbolico, che “designa” nel disegnare uno spazio di significazione del tempo dentro lo spazio senza tempo dell’arte.

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TIME DUST spolvero, site specific wall drawing, coal powder on wall

TIME DUSTInk jet print on fine art paper cm 70x100

TIME DUST (dypthic)Ink jet print on fine art paper cm 50x50

SLENDER T I M E

METRONOM gallery, Modena 2012

^ BLUMEN, Spolvero #3pigment on paper, cm 30x40 2012

AUF DEM DARSS, Spolvero #2 >pigment on paper, cm 30x40 2012

.himmel.

.himmel.

martina della valle 2012

cofanetto in edizione limitata tiratura: 25 copie

5 disegni a spolvero polvere di carbone su carta bianca

+ 2 stampe fotografichegelatina i sali d’argento

su carta politenatacm 21 x 14,7

THE POST.IT BOOK___________________________________

Questo quaderno fotografico riproduce alcuni dettagli delle pagine di una nota edizione sulla fotografia con-temporanea che raccoglie i lavori di molti conosciu-ti artisti-fotografi. Ho trovato il libro sul pullman Milano-Malpensa, perso da qualcuno che certamente era già partito e non l’avrebbe quindi più ricercato. Ho iniziato a leggere e a sfogliare le pagine.È stato a pagina 26 che ho fatto la mia piccola sco-perta. Sull’immagine n.17 un Post-It giallo nasconde-va metà dell’immagine. Sono rimasta perplessa e ho sbirciato sotto il foglietto giallo: il ritratto di una giovane ragazza a seno scoperto, mezzo busto. In-curiosita ho sfogliato velocemente le pagine succes-sive, fino ad arrivare di nuovo a un Post-It giallo a pagina 38, e ad altri nelle pagine successive. Lo stesso trattamento, riservato a tutte quelle immagini che nel libro ritraggono corpi nudi, prevalentemente femminili.L’incontro fortuito con quella pubblicazione in un luogo in cui le persone passano, salgono, viaggiano e scendono senza solitamente lasciar traccia, ha sca-turito molti pensieri. Chi ha lasciato il libro sul pullman, lo ha perso o volutamente abbandonato? Chi acquista un libro sulla fotografia contemporanea per poi censurarne meticolosamente tutte le immagini leg-ate al corpo nudo?

1952-53

//

2010

“1952-53” born, as in other moments of my research, from the fascinating discover of an object coming from the past, own by someone unknown, whom we don’t know the his-tory and the identity.Considered as a following develop of the series “Framed Memories”, realized from old photos founded in Germany, Japan and than in Italy (see: FM#1-Berlin, FM#2-Onomichi and FM#3-Firenze work in progress), “1952-53” reflect on the value of photographic memory, on the limit between private and collectivity, between what is told and what is intimate protect. As also “Framed Memories” the project has the aim to conserve and preserve, showing images with-out cancelling their intimate value. A little Ferrania box containing photo films founded aban-doned, something that the owner has lost or wanted to leave, conserve inside a wide view of daily life portrait by the author of the pictures, that we know only as “I” from the labels of the images.A little container of story with a strong evocative power, containing fragments of two or more years of life on 10 meters of black and white film.The box remain closed and images not printed. Subject of the work is the photographic surface himself, a potential images generator. Through the handwritten labels, the ob-server can live the experience of discovering, getting fascinated by the object and creating the images that he can not see.

-

1952-53

“1952-53” nasce, come in altri casi della mia ricerca, dalla fascinazione dovuta al ritrovamento di un oggetto del passato, appartenuto a qualcuno di sconosciuto, di cui si ignorano la storia e l’identità. Configurandosi come sviluppo della precedente serie “Framed Memories”, re-alizzato a partire da foto trovate in Germania, Giappone e poi in Italia (si veda: FM#1-Berlin, FM#2-Onomichi e FM#3-Firenze in fase di sviluppo), “1952-53” riflette sul valore della memoria fotografica, sul confine tra privato e collettivo, tra ciò che viene svelato e ciò che rimane in-timamente protetto. Come già “Framed Memories” il progetto ha l’intento di conservare e archiviare fotograficamente, mostrando ma senza far perdere intimità delle cose.Una piccola confezione di pellicola fotografica Ferrania trovata abbandonata, qualcosa di cui il proprietario ha voluto o dovuto liberarsi, racchiude in sé uno spaccato di vita quotidiana, accuratamente ritratta e meticolosa-mente catalogata dall’autore che noi identifichiamo sola-mente come “io” nelle didascalie. Un piccolo contenitore di latta denso di storia e dal forte potere evocativo, che custodisce i frammenti di due o più anni di vita su 10 metri di pellicola.Il contenitore rimane chiuso e le immagini non stampate. Soggetto dell’opera è lo stesso supporto fotografico inal-terato; un generatore di immagini in potenza. Attraverso le didascalie scritte a mano dall’autore degli scatti, l’osservatore può rivivere l’esperienza del ritrovamento, lasciandosi affascinare dall’oggetto e ricreando le im-magini che non vede.

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1952-53ink-jet print on fine art paper 50x50 cm

Installation view Galleria Milano, MilanoSeries of 9 images + object on column under glass

BLU2009-2011

BLU

ARTOPIA Milano: 25|02-19|03|11KUHN & PARTNER Berlin: 29|04-04|06|11

“Under the Sun of Onomichi” is a project born directly from the experience of one month in the town of Onomichi, Hiroshima prefecture, during the AIR ONOMICHI residency program. The metaphoric importance of Light, related to the city and the history of that area, the aim of recording in a photographic way the effects of the sun, the meeting with an Origami maker and the connections between his art and the circle of life as a neverending process of distruction and reconstruction of things, are the starting points of the work. The video, which show the exposure to light of the blue sensitive paper sphere, and the 12 cyanotipes remained as a trace of the deconstruction of the modular Origami, are the documentation of the entire development of the project and a little part of Onomichi’s life on the background.-“Under the Sun of Onomichi” è un’opera nata direttamente dall’esperienza di un mese a contatto con la vita di Onomichi, città antica e tradizionale nel distretto di Hiroshima.L’importanza simbolica della luce in relazione alla città e alla storia della zona, la volontà di registrare fotograficamente gli effetti delle radiazioni solari, l’incontro con un maestro costruttore di origami e il legame tra la sua arte e il concetto ci ciclo vitale come distruzione e perpetua rigenerazione delle cose, sono gli elementi su cui si è sviluppato il progetto.Il video e le 12 stampe cianografiche che rimangono come traccia della distruzione dell’Origami modulare, testimoniano il procedimento svolto e raccontano un piccolo frammento della vita di Onomichi che fa da sottofondo.

UNDER THE SUN OF ONOMICHI >photographic print cm 70x100, 2009

BLU >12 cyanotypes, cm 12x12 each

Meeting an origami master has been a decisive element to create Martina’s new work in Onomichi.Mr.Niitani looked like a magician when building origami with his experienced hands.He realised many origami structures for us and one of them drew out Martina’s images. A geometric form consisting of some repeated origami modules; an ephemeral structure, which explodes in the air when touched and returns the single pieces.As a traditional children’s play, origami is already a well know practice in Japan. Anyway, thanks to the artist’s new attention, we met Mr.Niitani and discovered new aspects of this art. I felt lucky to witness the process of creation. I think the combination of origami with cyanotypes offers new possibilities of using paper in a creative way. Thus, the material aquires a figurative shape, memorizes the signs of the creator’s hand and the light of the site where it existed. It is a physical evidence without concrete images. The developed polyhedron surface not only mirrors the sunshine of Onomichi but also the encounter with the people living here.

Tamaki ONOOnomichi University

L’incontro con un maestro di origami è stato un elemento decisivo per la creazione del lavoro di Martina ad Onomichi. Il Sig.Niitani aveva l’aspetto di un mago mentre creava origami con le sue mani esperte.Ha realizzato diverse strutture per noi e una di queste ha dato vita all’idea di Martina. Una forma geometrica composta da diversi moduli ripetuti, una struttura effimera, capace di esplodere in aria appena toccata e di restituire così i singoli pezzi. Come gioco tradizionale per bambini, l’origami è una pratica ben conosciuta in Giappone. Nonostante questo, grazie all’attenzione posta dall’artista, abbiamo potuto anche noi incontrare il Sig.Niitani e notare nuovi interessanti aspetti di questa arte. E’ stata un’esperienza fortunata per me assistere al processo creativo. Credo che la combinazione dell’origami con la cianografia possa aprire nuove possibilità per usare la carta in modo creativo. In questo senso il materiale acquisisce una forma figurativa, memorizza i segni della mano di chi l’ha piegata e la luce del luogo in cui è esistita.E’ un’evidenza fisica senza immagine concreta.La superficie del poliedro scomposto rispecchia non solo lo splendere del sole di Onomichi ma anche l’incontro con le persone che vi abitano.

^ BLUstudy for the sculpture

<< UNDER THE SUN OF ONOMICHI still from the video, 2011

< BLU blueprint origami sculpture12 folded cyanotypescm 70x70 on aluminium

LINKhttp://vimeo.com/8779009 www.arthub.it aironomichi.blogspot.com

in collaboration with AIR Onomichi ResidencyRealized in October 2009

SHAD-OW

THEORY

SHAD-OW

THEORY2011 martina della valle

-

“Shadow Theory” has born as a result of the reflection on the physical and cultural signs left by the explosion of the atomic bomb in Hiroshima.

It’s an elaboration of archival films made by the american army few days after the explosion.As it is impossible regardless of the value of historical and human context, it not only meant to be a criticism of the bomb and its devastating consequences, but even before a study of bright impressions.A soldier points with mechanic detached gestures the shad-ows left by objects and people overwhelmed by radiations.

Trying to partially abstract the narrative to dramatic- looking of the event, “Shadow Theory” wants to emphasize once again the link between the images presented and the basic concept of the photographic language.

SHADOW THEORY > video 2’37”

2011

“Shadow theory” nasce come conseguenza della riflessione sui segni fisici e culturali tracciati dall’esplosione del-la bomba atomica ad Hiroshima.

È una rielaborazione di filmati d’archivio girati dall’esercito americano pochi giorni dopo la catastrofe. Per quanto non si possa prescindere dal valore storico e umano del contesto, il lavoro non vuole essere solamente una critica alla bomba e alle sue devastanti conseguenze, ma anche uno studio sulle violente impressioni luminose.Un soldato indica con meccanica gestualità distaccata le ombre proiettate da oggetti e persone travolte dalle ra-diazioni.

Cercando di astrarre parzialmente la narrazione dall’aspetto drammatico dell’avvenimento, “Shadow theory” vuole sotto-lineare ancora una volta il collegamento tra le immagini presentate e il concetto base del linguaggio fotografico.

Framed Memories

The project has born from the desire of conserving a little family archive founded abandoned in a market in Berlin.The aim is to preserve the fascinating meaning and value of the images, protecting them from the eyes of the observer, keeping them forever inside a frame sealed on the back.Making the stories and their power unstable in time.

The only little details shown through the passe-partout, try to stimulate the viewer to imagine a new context, to give a new meaning and to develop a story in relation with observer’s own experience.The project is at the moment composed by first series dedicated to Berlin and a second one born in the city of Onomichi (JP). The new develops in other cities will compare the relationship between people and the images of the past in different geographic and cultural areas.

-

Il progetto nasce dal desiderio di conservare una piccola raccolta di fotografie private di famiglia ritrovata abbandonata in un mercato. L’intento è di preservare il significato e il valore delle immagini proteggendole dallo sguardo, nascondendole indelebilmente all’interno della cornice sigillata sul retro, per salvaguardare le storie narrate e custodirne la loro carica evocativa.

I soli piccoli dettagli lasciati intravedere attraverso il passepartout, stimolano l’osservatore a ricreare un contesto, a dare un nuovo significato e a far nascere una storia filtrata dalla sua propria esperienza.Il progetto si compone per adesso di una prima serie dedicata a Berlino e una seconda nata nella città di Onomichi (JP). I nuovi sviluppi in città diverse potranno mettere a confronto il rapporto tra le persone e le immagini del passato in diverse aree geografiche e culturali.

Framed Memories

2009-2010

^ FRAMED MEMORIES#2 Onomichi cm 20x30

<FRAMED MEMORIES#1 Berlin cm 20x30

FRAMED MEMORIES#1 - Berlin FRAMED MEMORIES#2 - Onomichi

FRAMED MEMORIES#3 – Firenze

Stampe fotografichecornici nere misure varie, passepartout

sigillo in ceralacca

Esemplari unici

-vintage photo print

black frameblack passpartout

wax sealUnique copies

URBAN IMPRESSIONS

2007

The impressions of what was the stage of privat home stories; intimate domestic interiosrs rendered publics, and shown to the eyes of passing.

The project was born in 2006 as a photographic research on the traces left from extinct buildings, removed inhabited units, on the skin of the walls of the city. Sorte of an urban epidermide that records the changes and shows the evanescent prints of a desappeared private life.

From the photografic serie realized now between Milan, Florenc, Paris Thessaloniki and Berlin, the project became also a site-specific installation project. Fragments of the impressions left by the domestic interiors are reproduced in real size in new spaces as big black and white wall papers, having everyrtime different dimesions and shape. The images in this way show again the details of the life the wall has been living.-

The impressions of what was the stage of privat home stories; intimate domestic interiosrs rendered publics, and shown to the eyes of passing.

The project was born in 2006 as a photographic research on the traces left from extinct buildings, removed inhabited units, on the skin of the walls of the city. Sorte of an urban epidermide that records the changes and shows the evanescent prints of a desappeared private life.From the photografic serie realized now between Milan, Florenc, Paris Thessaloniki and Berlin, the project became also a site-specific installation project. Fragments of the impressions left by the domestic interiors are reproduced in real size in new spaces as big black and white wall papers, having everyrtime different dimesions and shape. The images in this way show again the details of the life

URBAN IMPRESSIONS

2007...

URBAN TRACE#32007 silver gelatin cm 100x100

URBAN TRACE#32007 silver gelatin cm 100x100

TRACES AND URBAN IMPRESSIONS

Small and simple objects of day-to-day life, mirrors, cam-eos, books, found at antique market stalls and stories of every day life sought after in the darkness of the camera obscura, where the silver gelatine makes appear moods held back by the most unusual surfaces for many years.The work of Martina della Valle is an alchemic work on tales evoked and hinted by those many objects in her sight, but it is also a work of research on photography and its procedures, where the physical relationship with the developed materials and the reproduced images is suscep-tible to endless variations whose responsibility is only in part down to chemistry.An artistic research that starts from photography and takes possession of entire spaces, thanks to the power of the images conveyed by suggestive and poetic instal-lations. Simple stories of day-to-day gestures that are repeated for many years, generation after generation, and belong to everyone: a hand resting on a book, a set table, a face reflecting in a mirror. Universal like the refuges of the homonymous series, photographs of those spaces we create to be on our own, because of fear or relief, curled up in the bed sheets on among the ears of wheat fields.Held back by precarious walls of an almost demolished house, on the ruins of improbable wall papers or curious unexpected bricks, stories are offered and given back to us to be revitalised by our imagination. Through a pro-cess of photographic discovery and investigation, walking

around the streets of Paris near Canal Saint-Martin or in Florence, Milan, Berlin or Thessaloniki, the shots of the series Urban Trace are taken, portraits of domestic inte-riors made public and revealed to the eyes of the passers-by by the demolition of old buildings. Amongst wall papers and dividing walls, the camera lens captures a myriad of tiny, minimal details, seemingly invisible and lost in the large, variegated and chaotic whole of kitchen and living room walls. The smallest things are revealed and reappear only thanks to photography, in the darkroom: so from the series Urban Trace the Urban Impression are created, pho-tographic prints in scale 1:1 of those traces of domestic existence.The photographic reproduction makes visible what is imper-ceptible. (Text by Francesca Di Nardo, 2007) Small and simple objects of day-to-day life, mirrors, cam-eos, books, found at antique market stalls and stories of every day life sought after in the darkness of the camera obscura, where the silver gelatine makes appear moods held back by the most unusual surfaces for many years.

Text by Francesca Di Nardo, DENA Foundation, Paris, 2007

URBAN IMPRESSION, MINERVA project >installation for MiARt09, ex Minerva Milan 2001

wall paper 20x5 m

TRACCE DI IMPRESSIONI URBANE

Una ricerca artistica che parte dalla fotografia e prende forma attraverso una tecnica raffinata e uno sguardo ele-gante ed attento, per restituire storie ed oggetti carichi di emozione. Piccoli e semplici oggetti della vita quo-tidiana, specchi, camei, libri, trovati tra le bancarelle dei mercatini delle pulci e storie di vita di tutti i gior-ni cercate al buio della camera oscura dove la gelatina d’argento fa affiorare gli umori trattenuti per molti anni dalle superfici più disparate.Il lavoro di Martina della Valle è un lavoro alchemico sui racconti evocati ed accennati dai tanti differenti og-getti su cui si posa il suo sguardo, ma è anche un lavoro di ricerca sulla fotografia e sui suoi procedimenti, in cui il rapporto fisico con i materiali impressionati e le im-magini riprodotte è suscettibile di infinite variazioni di cui solo in parte la chimica è responsabile.Una ricerca artistica che parte dalla fotografia e arriva a prendere possesso di interi spazi grazie alla potenza delle immagini veicolate da suggestive e poetiche in-stallazioni. Storie semplici, di gesti quotidiani che si ripetono negli anni, generazione dopo generazione, che appartengono a tutti: una mano posata su di un libro, una tavola apparecchiata, un viso che si riflette su di uno specchio. Universali come i rifugi della omonima serie, fotografie di quegli spazi che ci creiamo per restare soli, per paura o per sollievo, rannicchiati tra le lenzuola del letto o tra le spighe di un campo di grano.

Trattenuti tra le precarie pareti di una casa quasi del tutto demolita, sui resti di improbabili carte da parati o curiose inaspettate mattonelle, i racconti ci sono of-ferti e restituiti per essere rivitalizzati dal nostro im-maginario. Attraverso un processo di scoperta e indagine fotografica, girando a piedi per le strade di Parigi vicino al Canal Saint-Martin o tra le vie di Firenze, nascono gli scatti della serie Urban Trace, ritratti di interni do-mestici resi pubblici e svelati agli sguardi dei passanti dalle demolizioni di vecchi palazzi. L’obiettivo coglie nell’insieme delle tappezzerie e delle pareti una miriade di piccoli, minimi dettagli, apparentemente invisibili e dispersi nel vasto, variegato caotico insieme delle pareti di cucine e salotti.Le cose più piccole si svelano e riafforano solo grazie alla fotografia, in camera oscura; così dalla serie Urban Trace nascono le Urban Impression, stampe fotografiche in scala reale 1:1 di quelle tracce di esistenza domestica. La riproduzione fotografica rende visibile l’impercettibile.

Testo di Francesca Di Nardo, DENA Foundation, Paris, 2007

URBAN IMPRESSION#1 “Re-Enacted Painting” curated by Milovan Farronato VIAFARINI Milano 2007 photo wallpaper m 11x4,5

URBAN IMPRESSION BerlinWeserstrasse#2

“IT-aliens” curated by M.sorbello and A.Pace, Italian Ambassy Berlin 2010

URBAN IMPRESSION #4 BerlinWeserstrasseda Guarene all’Etna” by Filippo Maggia

Fond.Sandretto Re Rebaudengo, Guarene D’Alba CN 2009, photo wallpaper cm 300x700

martina della valle

Born in Florence, (Italy) in 1981. She graduated in 2003 at the 3-years course of photogra-phy at Istituto Europeo di Design in Milan. As artist and photographer she has been exhibithing her work in sev-eral occasions in Italy and abroad and collaborating with international magazines and some photography schools as Istituto Europeo di Design of Milano and F16 Schule in Berlin. In 2007 has been selected for the Corso Superiore di Arti Visive of Fondazione Ratti in Como (Italy) with Joan Jonas and for a two month residency in Paris offerd by DENA Foundation, at Centre des Recollets. In october 2009 has been invited by Onomichi University to the one month residency at Air Onomichi(Japan). At the moment lives and works between Berlin, Florence and Milan.-

Nata a Firenze nel 1981. Si diploma nel 2003 al corso triennale di fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano. Ha esposto il suo lavoro in vari spazi sia in Italia che all’estero. Collabora come fotografa con varie riviste internazionali e con alcune scuole di fotografia come l’Istituto Europeo di Design di Milano e la F16 Schule di Berlino. E’ stata selezionata nel 2007 per partecipare al CSAV della Fon-dazione Ratti a Como con Joan Jonas e per una residenza di due mesi offerta dalla DENA Foundation al Centre des Recollets a Parigi. Invitata nell’ottobre 2009 al pro-gramma di residenza Air Onomichi a Onomichi (Hiroshima- Japan). Attualmente vive e lavora tra Milano, Firenze e Berlino.

SOLO EXHIBITIONS

-WORDS THROUGH TIME..”:M.della Valle+S.Delafon, by Federica Tattoli, ARTOPIA Gallery, Milano 013-SLENDER TIME: METRONOM Gallery Project Room, Modena 012-TIME DUST: by Marinella Paderni METRONOM, Modena 011 -ARTOPIA: Gallery, Milan 011 -BLU, BERLIN EPISODE: KUHN gallery Berlin (D) 011-MINERVA PROJ: by Artopia Gallery, exMinerva, Milan 09 -Martina della Valle: ARTOPIA Gallery, Milan 07 -Pitti Fragrances: by M.L.Frisa Corsini Garden Florence 07 -D’Ombra: Bookshop Papesse Museum, Siena 06 -Impronte: by Silvio Wolf, ARTOPIA Gallery, Milan 05 -Stanze: A+M bookstore, Milan 05

SELECTED GROUP SHOW

2013-The Food Project. The Shape of Taste: MART, Rovereto (TN)2012-WUNDERcamera: Gall. METRONOM, Modena-MadeInFilandia: residency program, Pieve a Presciano (AR) -Abitanti/Abitati: bydi Stefano Coletto, Fond Bevilacqua La Masa, Dolomiti Contemporanee, Taibon Agordino (BL)-ITaliens’12: by Alessandra Pace and Marina Sorbello, Volkswagen Pavillon, Wolfsburg, Germany-Premio Toscana: selected projects, EX3, Firenze 2011-Disappearence: by Angela Madesan, ART Verona, Verona -Festival Circulations: by Laura Serani and Fetart, Paris-Memoria Variabile: by Gigliola Foschi, Gal.Milano, Milan 2010 -ITaliens: by Alessandra Pace and Marina Sorbello, Italian Embassy, Berlin -Premio Treviglio*: by S.Fontana, Museo Civico, Treviglio -Il ventre dell’architetto: Jarach gallery, Venezia -Niente da vedere tutto da vivere: by Lorenzo Bruni, Scu-ola del Marmo, Carrara -GO AWAY WHITE: Jarch Gallery, Venice -Al di là delle apparenze: by Gigliola Foschi, Fotografia Europea festival, Reggio Emilia

-Custodire la Memoria: by Andrea Botto, Castello sul Mare, Rapallo (GE) 2009 -Spazi di conflitto: by Francesca Guerisoli and Rossella Moratto, gall Arte Borgogna Milan -Da Guarene all’Etna: Fond.Sandretto Re Rebaudengo, by Filippo Maggia Guarene CN -Air Oomichi: Residency program, Onomichi, Hiroshima, Jp-Point of View: Jarch Gallery, Venice-D.A.B.: by O.Corradini, Palazzo delle Esposizioni, Roma2008-Mois de la Photo: DENA found. Paris, by Francesca di Nardo, Paris -Talent Prize: Selected artist’, Museo del Corso, Roma -TinaB: by Monika Burian and Rosa Anna Musumeci, Praha -Savignano Photo Festival: by Laura Serani, Savignano sul Rubicone -Somewhen: Jarach Gallery, by Daniele De Luigi, Venezia -Ph-Biennal Thessaloniki: by Nina Kassianou and G. Foschi, Thessaloniki GR 2007-Round Trip*: Centre des Récollet Dena Found by Francesca di Nardo Paris -Invisibile Miracles: CSAV Fond Ratti, Care/OF, Milan, by R.Pinto & Anna Daneri -CSAV Fondazione Ratti*: workshop with Joan Jonas Como -RE-Enacted Painting: ViaFarini, by Milovan Farronato Milano2006-D.A.B.*: by A.Vettese & O. Corradini, Gal.Civica Modena -IED Selection: by Ornella Mignone, IED Milano-Paesaggi del corpo: by Gigliola Foschi e Ken Damy, Salò 2005 -Lo Sguardo Italiano: Italian fashion photography Since’51 by M.Luisa Frisa, Pitti Immagine, Rotonda Besana, Milan -Minyonies: by Giuliana Altea and M.Luisa Frisa, project by Antonio Marras, Sacro Cuore primary school Alghero2004-Ritmi: by Stefano Pirovano, Galleria San Fedele, Milan-Interlinea: by A.Madesani A.dall’Asta, Cascina Roma, Milan -Tell me why: by Filippo Maggia Fond.Sandretto Re Re-baudengo, Guarene d’Alba CN -Networking04*: by Matteo Chini, ex-Piaggio, Pontedera

* residencies-MadeInFilandia: residency program, Filandia, Pieve a Presciano (AR) -AIR Onomichi, 10|009 invited to the one month residency program at Onomichi University,(Hiroshima), Japan-DENA Foundation: 2007 Comune di Milano and Dena Found-CSAV Fondazione Ratti: 2007 selected for the workshop with Joan Jonas in Como, by Roberto Pinto, Cesare Pietroiusti Anna Daneri and Caterina Riva

* prizes and grants -TARGETTI LightArt, ‘010 III cl., Targetti s.p.a -Premio Treviglio, ‘010 Visitor’s price, curated by Sara Fontana, Museo Civico, Treviglio -Biennale di Monza, ‘009 collection price, invited by Val-entina Gensini, Serrone, Monza -Artelaguna, ‘008 Jarach Prize, Giardini della Biennale, Venice -Talent Prize, ‘008 nominee, Museo del Corso, Roma -Premio S.Fedele, ‘004 “Il Sacro” III cl., curated by An-drea Dall’Asta, Galleria San Fed-ele, Milan -Premio Pezza, ‘003 “Racconto di un Luogo” II cl., cuar-ated by Roberta Valtorta, Triennale, Milan-Toscana Foto Festival: 2003, workshop with Mario Cresci, Massa Marittima (GR).

* books and art pubblications -ITALIENS, Joung Italian Artists In Berlin ‘013, ELECTA-Laboratorio Italia Fotografia: ed Johan&Lewi 2010 curated by Marinella Paderni -New Photography in Italy: ed SKIRA 2008 curated by Filip-po Maggia -D.A.B.: Design for Artshop and Bookshop 2006 curated by Ornella Corradini texts Aldo Cibic, Anna Mattirolo, Angela Vettese ed. Artestampa -Lo Sguardo Italiano: italian fashion photography since 1951, project of Pitti Immagine Foundation curated by Ma-ria Luisa Frisa with Francesco Bonami and Anna Mattirolo, ed. CHARTA -Minyonies: Trama Doppia 2006, project by Antonio Marras, texts by Maria Luisa Frisa and Giuliana Altea

LINKmartinadellavalle.blogspot.com

-www.artopiagallery.itwww.jarachgallery.com

www.metronom.it

MARTINA DELLA VALLELausitzer strasse 37

10999 Berlin+49 (0)1577 5720980

+39 347 [email protected]


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