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SINERGIEPUBBLICO/PRIVATO
E INTERDISCIPLINARIETÀCOME STRUMENTI DI SUPPORTO
PER LA RIGENERAZIONEDEI BROWNFIELD
LA COMPLESSA E DELICATADECOSTRUZIONE DI DUE TORCE
IN UN IMPORTANTESITO INDUSTRIALE
DI CREMONA
ANALISI CRITICADEL NUOVO DECRETO CHE RISCRIVE E RIUNISCEIN UN UNICO TESTO TUTTA LA DISCIPLINA SULLE TERRE E ROCCE DA SCAVO
ALZA IL SIPARIO LA FIERA LEADERDELLA GREEN E CIRCULAR ECONOMY NELL’AREA EURO-MEDITERRANEA
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Alte… molto alte, non ci sono tanti altri modi per definire strutture da demolire che su-perano abbondantemente i
100 m di sviluppo verticale, ma in re-altà per la demolizione delle due tor-ce all’interno di un sito industriale del Nord Italia, di proprietà di un’importan-te compagnia petrolifera internaziona-le, si potrebbero usare altri due agget-tivi: delicate e complesse.Delicate perché una delle due torce era una struttura di 120 m a traliccio non autoportante ma tirantata su 3 livelli, complesse perché la demolizione, o meglio decostruzione, ha previsto ope-razioni di taglio e imbragaggio a quote elevate in prossimità di un parco ser-batoi attivo.Viste le premesse dell’intervento, sicu-ramente non comuni, è evidente che i lavori potevano essere svolti solamen-te da un’impresa più che specializzata in demolizioni di impianti industriali chimici e petrolchimici come la Mon-talbetti SpA.“In Montabetti siamo abituati ad ope-rare su grosse strutture ed impianti complessi - spiega Marco Romanelli direttore tecnico dell’impresa e re-sponsabile del cantiere - le demolizio-ni di torce e fiaccole non sono una no-vità per la nostra impresa; quando ho fatto il sopralluogo per l’acquisizione della commessa ne avevamo appena conclusa una a Porto Marghera con un’altezza di circa 96 m, questo, però, non significava che il lavoro fosse da sottovalutare, anzi, l’intervento andava affrontato con serietà e professionali-tà. Forti del bagaglio di esperienze che abbiamo maturato in decenni di lavori
ALTE, DELICATEE COMPLESSE TRE AGGETTIVI CHE CALZANO A PENNELLO PER RACCONTARELA DECOSTRUZIONE DI DUE TORCE DI UN IMPORTANTE SITO INDUSTRIALE ESEGUITA DALL’IMPRESA MONTALBETTI SPA
di Antonio Lombardo
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e grazie a un approccio rigoroso e in-gegneristico siamo riusciti a trovare una soluzione tecnica per la demoli-zione delle due torce che coniugasse sicurezza, velocità di intervento e otti-mizzazione dei costi”.La soluzione di Montalbetti SpA ha convinto il cliente che ha proceduto alla stipula dell’ordine e all’immediato avvio delle operazioni.Il team di lavoro creato ad hoc per l’in-tervento era composto da un RTI tra l’impresa varesina e CFM Company Futura Marghera Srl (impresa incari-
cata delle attività di bonifica delle coi-bentazioni delle linee, dei monitoraggi ambientali e della gestione dei rifiuti) e da Vernazza Autogru Srl (impresa specializzata nella fornitura di mezzi di sollevamento).
GLI IMPIANTI DA DEMOLIREOggetto dell’intervento erano due tor-ce, una da 120 m e una 60 m, e gli im-pianti sottostanti costituenti il “siste-ma blow-down”, comprese le linee di servizio e le strutture di sostegno.Gli impianti che presentavano le diffi-
coltà maggiori dovute all’altezza erano indubbiamente le due torce, la prima realizzata da struttura centrale me-tallica tralicciata a base triangolare di altezza pari a 120 m alla quale erano collegate 3 canne esterne con diametri e spessori differenti. L’intera struttura risultava tirantata su 3 livelli con cavi di diametro 32 mm collegati al traliccio centrale e fissati su basamenti in ce-mento armato.La seconda torcia era una struttura metallica di altezza pari a 60 m costi-tuita da una canna centrale di diame-tro 600 mm e spessore 20 mm tiranta-ta su 2 livelli.L’area oggetto della dismissione si tro-vava in prossimità di un canale che li-mitava di molto gli spazi operativi e a poche decine di metri da un parco ser-batoi per lo stoccaggio di carburanti in servizio attivo.
UN LAVORO NON PER TUTTI“Per impianti e strutture snelle e di notevole altezza realizzati in ferro - spiega Romanelli - sostanzialmente ci sono due tecniche di demolizione, quella per crollo controllato eseguendo un indebolimento alla base delle strut-ture e poi provocandone il crollo me-diante trazione o spinta con escavatori di potenza opportuna oppure median-te smontaggio. In questo caso la pri-ma tecnica è stata da subito scartata perché attorno alle torce non c’erano corridoi di caduta adatti e per evitare qualsiasi tipologia di danno sui vicini serbatoi e linee attive a causa delle vi-brazioni dovute all’impatto a terra delle strutture. Abbiamo scelto di procedere dunque mediante smontaggio o meglio con una decostruzione, un termine che noi demolitori preferiamo”.La decostruzione è una tecnica di demolizione che ripercorre in senso inverso il processo costruttivo di un impianto o di una struttura e consiste nello smontaggio, per mezzo di taglio a caldo ossipropanico, in elementi calati a terra utilizzando un mezzo di solle-vamento. Ciascun elemento calato a terra viene poi ridotto in pezzatura idonea al tra-sporto utilizzando escavatori con ce-soia e taglio a caldo ossipropanico.
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“L’ottimizzazione del processo consi-steva nel ridurre al minimo il numero elementi da rimuovere in quota e per fare questo occorreva avere un mezzo in grado di sostenere pesi oltre le 13 ton a 120 m di altezza, e una proce-dura di demolizione che ottimizzasse i sollevamenti e i piazzamenti garan-tendo sempre la sicurezza in tutte le fasi di lavoro. Per questo motivo per lo sviluppo del progetto ingegneristico ci siamo affidati alla DEAM Ingegneria, specialisti del settore, e per i mezzi di sollevamento alla Vernazza Autogru Srl, una delle poche realtà italiane ad avere mezzi di sollevamento in grado eseguire questo tipo di intervento”.
UN PARCO MEZZI DI TUTTO RISPETTOPer i sollevamenti di entrambe le torce è stata allestita in cantiere una gru Te-rex Demag AC800 con capacità nomi-
nale di 800 ton con braccio principale telescopico da 46 m e jib variabile da 90 m. La gru, posizionata su apposite piastre stabilizzanti, si trovava ad una distanza di 40 m dalla torcia da 120 m e a 64 m da quella da 60 m; con que-sta configurazione il mezzo garantiva una capacità di sollevamento rispet-tivamente di 13 ton e di 10 ton per lo sbraccio maggiore.Gli operatori venivano portati in quota da una autogru Terex Demag AC 250 dotata di cesta omologata.Le operazioni a terra erano garantite dalle macchine Montalbetti SpA: un escavatore PMI 930 Demolition alle-stito con martello INDECO HP 5000, un frantumatore NPK G-21 R per la demo-lizione e frantumazione dei basamen-ti e con cesoia LaBounty MSD 1500 R per il taglio del ferro, un caricatore gommato Euromec EH 290-9 DT LS e un sollevatore telescopico Manitou MT 1637 SL.
LA SQUADRA Un’impresa è fatta prima di tutto di per-sone e le attrezzature, per quanto tec-nicamente all’avanguardia, richiedono operatori esperti e qualificati. Tagliare, imbragare e movimentare strutture a 120 m di altezza sospesi nel vuoto non è di certo un gioco da ragazzi, in Mon-
talbetti SpA questo lo sanno bene ed è proprio per questo motivo che l’impre-sa investe costantemente in formazio-ne e sicurezza del personale.
RAPIDI E VELOCILe 2 torce sono state rimosse subito dopo la metà di agosto in soli 3,5 gior-ni di lavoro durante i quali sono stati eseguiti 26 sollevamenti. Comples-sivamente l’intervento, includendo le demolizioni a terra, i basamenti in c.a. e le scoibentazioni è stato concluso in 25 gg con la piena soddisfazione del cliente e di tutti gli organi di controllo.Sui tempi di intervento Marco Roma-nelli ha tenuto precisare che “per es-sere rapidi e veloci in un lavoro come questo bisogna essere prima di tutto organizzati, pianificare il lavoro nei mi-nimi dettagli e non improvvisare mai nulla. Voglio ricordare che le demoli-zioni sono lavori difficili e pericolosi e un errore, anche banale, avrebbe potu-to comportare gravi conseguenze non solo per i tempi ma soprattutto per la sicurezza.Questo fa la differenza tra un lavoro ben riuscito e un lavoro dove si ha avu-to fortuna, in Montalbetti non credia-mo nella fortuna ma nelle nostre capa-cità ed esperienze ed in questo lavoro pensiamo di averlo dimostrato”.
LE IMPRESEMontalbetti SpA - demolizioni CFM Company Futura Marghera Srl – scoi-bentazioni, monitoraggi ambientali e gestione rifiutiVernazza Autogru Srl – sollevamenti
LE PERSONEMarco Romanelli – Montalbetti SpA - direttore tecnico dell’impresa e responsabile cantiereNalio Mauro – Montalbetti SpA - capo cantiereLai Graziano – Montalbetti SpA - responsabile operativo squadre di taglioMassimo Viarenghi – DEAM Ingegneria Srl - progettista decostruzione Zunino Giulio – Vernazza Autogru Srl - respon-sabile sollevamentiNicola Nicolini – libero professionista - diretto-re lavori, CSP e CSE
Marco Romanelli, Direttore tecnico di Montalbettie responsabile del cantiere
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