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N02 Investo Magazine

Date post: 01-Mar-2016
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Investo Magazine | 2014
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132
MONEY & LIFESTYLE DUEMILAQUATTORDICI INVESTO MAGAZINE REGISTRAZIONE: Tribunale di Torino n. 40/2011 del 27/6/11 - N.15 Anno 3 2
Transcript
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MONEY & LIFESTYLE

DUEMILAQUATTORDICI

INVESTOMAGAZINE

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WebTv - Social Network dedicata alle startup.Presto online su www.startupgeneration.itle storie più coinvolgenti di sogni diventati realtà.Stay Tuned.

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WebTv - Social Network dedicata alle startup.Presto online su www.startupgeneration.itle storie più coinvolgenti di sogni diventati realtà.Stay Tuned.

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quando EDITORIA E TECNOLOGIA VANNO DI PARI PASSO...

Investo Magazine si avvale della tecnologia ‘Digimarc’,grazie alla quale è possibile visualizzare

i contenuti multimediali della nostra rivista.In questo numero, a causa di problemi tecnici

che ci hanno causato un ritardo sui tempi tipografici non siamo riusciti ad inserire l’immagine digitalizzata.

È comuque possibile accedere a tutti i nostri contenuti interattiviattraverso il nostro canale You Tube:

http://www.youtube.com/user/InvesTOmagazine dove troverete anche l’intervista dell’articolo a pagina 45.

Stay Tuned!

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Caro Lettore...Dear Reader...“

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Patrizia Caridi

“N espite the economic crisis, there is a light at the end of the tunnel. In times in whi-ch the market situation is not positive, the

desire to do business and the proliferate of good ideas, seem to foil the plot.These are the results of a research conducted by In-foCamere among the special section of the register of companies, dedicated to innovative start-ups a little over a year from its creation.In the past year, an average of five start-up a day were registered. To facilitate the set up and deve-lopment of these new businesses, the government, with the Growth Decree 2.0 passed into law De-cember 19th, 2012, set out some exemptions for new business: tax benefits, as well as some impor-tant exceptions in the context of corporate law, but also in labour laws.You can read about all these news in our special column Investo Startup, the feature we have in-serted from our last issue. The column is run by two young lawyers qualified in this field, Filippo Mortarotti from PAVESIO E ASSOCIATI in Turin and VITTORIO DE VECCHI LAJOLO from THOMAS RECHTSANWÄLTE in Berlin.If a bimonthly feature on Investo Magazine would not be enough for you, we have the famous plan B and we invite you to know a little bit more about start-ups visiting the website www.startupgenera-tion.it , where you can read about the protagonists of this new way of making business: their fresh and innovative ideas can be realized thanks to the help of investors. Another lawyer, Milena Prisco from Musy Bianco and Associati i Turin, will to explain for you everything about star-ups… so, enjoy the reading!

onostante si continui a parlare di cri-si, spunta una luce in fondo al tunnel. In un periodo in cui le condizioni del

mercato non sono vantaggiose, la voglia di fare impresa e il fermento di chi ha buone idee sem-brano sfidare la congiuntura.Tutto ciò emerge da un’analisi di InfoCamere dei dati della sezione speciale del Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio, de-dicata alle start-up innovative ad un anno dalla sua creazione. Nell’ultimo anno sono insomma spuntate una media di cinque startup al giorno. Per agevolarne la nascita e lo sviluppo il Gover-no, con il Decreto Crescita 2.0 convertito in leg-ge il 19 dicembre 2012, ha predisposto una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell’impresa nel Registro delle Imprese, agevola-zioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell’impresa. Tutte queste news e queste tenden-ze le potrete scoprire nella rubrica che abbiamo iniziato a curare dallo scorso numero Investo Star-tup e che in questo vede protagonisti due giova-ni avvocati specializzati nel settore, Filippo Mor-tarotti dello studio PAVESIO E ASSOCIATI di Torino e VITTORIO DE VECCHI LAJOLO dello studio THO-MAS RECHTSANWÄLTE di Berlino.Se una rubrica bimestrale su Investo Magazine non dovesse bastarvi allora abbiamo il famo-sissimo piano B e vi invitiamo ad approfondire il mondo delle startup sul nostro nuovo portale appositamente creato e dedicato: www.star-tupgeneration.it qui avrete modo di conosce-re i protagonisti di questo nuovo modo di fare impresa, fatto di idee fresche e innovative che vengono concretizzate grazie agli investitori. Su startupgeneration un altro avvocato Milena Pri-sco dello studio Musy Bianco e Associati di Torino sarà pronta a spiegarvi in modo più approfondito questo ricco e complesso mondo delle startup…allora leggeteci e buona visione!

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Sommario

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69Ufficio Stampa

Il Salone del libro apre alle Start-Up

56 | news startup

Filippo Mortarotti

La figura giuridica della Start-Up innovativa

5i | invesTO startup

Patrizia Caridi

Oswald Zuegg

45 | INVESTO MAN

Francesco Papa

MIPIM, il futuro del mattane globale

Massimiliano Sciullo

Il giro d’Italia dove la casa resta un tesoro

35 | INVESTO BUILDING

31 | INVESTO BUILDING

Barbara Chiavarino

Formazione e lavoro

21 | INVESTO BANKING news

Alessandro Meluzzi

15 | PSICO INVESTOIl PIL fa la felicità

Redazione de ‘La mia Finanza’

Finanza Islamica

23 | INVESTO BANKING news

Alessandro Dattilo

Livio Sgarbi

61 | INVESTO coach

Le origini antiche di uno stile contemporaneo

Micaela Barisone

65 | investo luxury

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Sommario

125 | astro fitness

Andrea Scarpetta

Stand Up Paddling

77Torino

Ardena Caramello

77 | INVESTO TRAVEL

Nissan Juke Nismo 1,6

Valentina Polidori

Sesso debole? No grazie.

Marco Longhini

87 | investo road

Pietro Diana

Quando lo sport è disciplina ma pure stile

69 | INVESTO design

95 | style to woman

Nadia Afragola

Andrea Bosca

121Nadia Afragola

Elena Bosca

121 | INVESTO sweet

101 | investo ciak

Elena Ferraro

Claudio Cecchetto

107 | investo show

Maria Grazia Restelli

Igor Macchia

113 | INVESTO food107

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PROVA A SCARICARMI!

INVESTOMAGAZINE

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REDAZIONE INVESTOMAGAZINEVia Principi d’Acaja, 59 - 1038 Torino

Tel: 0115790282 | [email protected]

DIRETTORE DI TESTATAAndrea Costa

MANAGER DIRECTORPatrizia Caridi

EXECUTIVE ASSISTANTMaria Maldarizzi

ART DIRECTORKatja D’Armi

PUBLIC RELATION MANAGERFrancesca Leone

AVVOCATOGiorgio Tosetti

International Comunication Manager

Maria Grazia Restelli

photographerSonia Curcio

TEXT TRANSLATORMaria Grazia Restelli

COORDINAMENTO EDITORIALE E PUBBLICITARIO

Patrizia Caridi

FOTOLITIO E STAMPAStampa Sud SPA

DISTRIBUZIONESDA

INVESTOMAGAZINE

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MICAELA BARISONEGiornalista

Katja d’armiArt Director Public Relation Manager

FRANCESCA LEONE giorgio tosettiAvvocato

Executive AssistantMARIA MALDARIZZIANDREa costa

Head DirectorManager DirectorPatrizia Caridi

LA REDAZIONE

Maria grazia rEstelliText TranslatorPhotographer

Sonia curcio

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Investo Fitnessandrea scarpetta

Style to WomanVALENTINA POLIDORI

Scrivono per noi...

Investo Buildingmassimiliano sciullo

Investo ArtPIETRO GENUARDI

LODOVICO POLETTOInvesto CollectionInvesto Banking

marco sodanoALESSANDRO MELUZZIPsico Investo

Investo LuxuryMARCO LONGHINI

ELENA FERRAROInvesto Show

Page 12: N02 Investo Magazine

LOCATION

Per ottenere maggiore visibilitàdiventa la nostra location del mese!

Per info contattaci a: [email protected]

“ “

Location News!

TORINO

MILANO

ROMA

BERGAMO

NAPOLI

COURMAYEUR

CERVINIA

BARI

FIRENZE

PARMA

VENEZIA

VERONA

PORTO CERVO

GARGNANO (BS)

SIENA

TAORMINA

CAPRI

NEW YORK

PARIGI

LONDRA

LUGANO

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Location del Mese

RISTORANTE LA CREDENZAVia Cavour, 22 | San Maurizio Canavese (TO) | +39 011 927 80 14 - [email protected]

“ Studio, confronto, sperimentazione, ricerca e tanta passione. Il viaggio culinario de La Credenza parte dal territorio, dal Piemonte, con i suoi prodotti tipici - riso, formaggi, tartu-fo, carni - per giungere, attraverso i ricordi di tanti viaggi, sulle tracce di Marco Polo, fino al lontano Orien-te, dove soprattutto Igor è ormai di casa. Nei piatti, negli abbinamenti mai scontati del menù tradizione e innovazione convivono in una cuci-na personale e creativa che affasci-na e stupisce e che già nel 2006 ha ottenuto il riconoscimento della pri-ma stella Michelin.Riconoscimenti come eccellenza piemontese e dal Gambero Rosso (1 forchetta), la Corona Radiosa sulla

Guida di Paolo Massobrio e 1 cap-pello (15,5) sulla Guida de l’Espres-so.Una cantina che ad oggi conta più di 900 etichette tutte custodite in un luogo perfetto: un caveau del ‘700 dove mattoni, pietra e legno di noce si prendono cura di questo grande tesoro.Una sala piccola, elegante e mo-derna nei suoi dettagli firmati dal-lo scultore Elio Garis, la sala prin-cipale, quella dei primi anni, e il giardino, una pennellata di verde attraverso le grandi vetrate, dove sorseggiare un calice di vino aspet-tando la cena.

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The Wolf’s Choice

deborazavaglia.it [email protected] Debora Zavaglia

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The Gdp makes you happyIl PIL fa la felicità

e live in a world affected, in some extent, by “develop-mental state”. We tend to

think that faith, destiny but also individual and social happiness could be measu-red by the income or by the gross dome-stic product. Basically, the more a person produces, consumes and accumulates or the more people accumulate money and produce, the more they will be fulfilled and happy. Much of modernity, in all its models, is based on this equation. In some cases some people support the importance of weighted assets, as in manufacturing and in agriculture and for consumption in gene-ral. In some other cases though, we tend to think that the only and true wealth is pro-duced by other wealth, just like in finance, whether imaginative and creative. Howe-ver, the image we have of history is a linear ray: it starts from underdevelopment and poverty and it ends up, on the wave of the growth rate, towards progressively better conditions for everyone but especially for someone.

Wiviamo in un mondo che si potreb-be definire per certi versi amma-lato di “sviluppismo”. Tendiamo a

pensare che la sorte, il destino, ma anche la felicità degli individui e della collettività possa essere misurata in termini di reddito o nel prodotto interno lordo. In buona so-stanza quanto più un individuo produce, consuma e accumula o quanto più un po-polo accumula denaro e produce, tanto più sarà realizzato e felice. È un’equazione su cui si basa buona parte della modernità, in tutte le sue varianti. In qualche caso pre-vale chi sostiene il valore dei beni ponderali come quelli dell’industria e dell’agricoltura e in generale dei consumi materici. In qual-che altro caso si tende a pensare che l’uni-co vero denaro è quello per produrre altro denaro come nel mondo della finanza, più o meno fantasiosa e creativa. A ogni buon conto l’immagine che ci formiamo della storia è quella di una semiretta lineare in cui si parte dal sottosviluppo e dalla mise-ria per arrivare, sull’onda di quella parola magica che chiamiamo tasso di crescita, verso condizioni progressivamente migliori per tutti ma soprattutto per qualcuno. Due Paesi, uno appeso tra Europa e Asia e l’altro nel continente latino americano,

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by Alessandro Meluzzi

PSICO INVESTO

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PSIC

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sono apparsi nell’ultimo decennio in un clima di crescita effervescente. Si stratta della Turchia e del Brasile. Due Paesi mol-to diversi tra loro accomunati dal fatto che un tasso di crescita vivacissimo, attestato a numeri quasi di due cifre, ha prodotto negli ultimi anni cambiamenti radicali nella vita della maggioranza della popolazione, fa-cendo diventare Istanbul e Rio de Janeiro, due città mitiche di un modello di crescita molto lontano dalla dimensione depressi-va, sonnacchiosa e stantia delle vecchie capitali europee. Sorprendentemente ve-diamo nell’uno e nell’altro Paese scendere in piazza folle irose che protestano violen-temente contro una realtà che appare in-spiegabilmente deludente e inaccettabile. È forse soltanto un problema legato alla in-discutibile presenza di ingiustizia sociale? È forse solo una richiesta, come in Turchia, di maggiore libertà e, in Brasile, di maggiore giustizia per i poveri? Oppure è l’indicatore che non è il prodotto interno lordo l’unica unità di misura di ciò che forma gli orizzonti

Two countries, one hanging between Eu-rope and Asia and the other one in Latin America, have seemed to live in the last decade, in an a climate of exuberant growth. We are talking about Turkey and Brazil. These two different countries share a two-digit brisk growth rate, that has intro-duces in recent years, a radical change in the lives of the majority of the population. Therefore, Istanbul and Rio de Janeiro have became legendary cities representing a model of growth very far from the depres-sing, sleepy and stale nature of old Europe-an capitals. Surprisingly we see in the streets of both countries furious crowds protesting with violence against a reality that seems inexplicably disappointing and unaccep-table. Is it just a matter of social injustice? Is it just a demand, in Turkey, for more fre-edom and, in Brazil, for more justice for the poor? Or maybe, does this mean that the GDP is not a measure for shaping the futu-

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PSICO INVESTO

di senso umano nell’individuale e nel col-lettivo? Qualche sociologo, alquanto fan-tasioso, ha accostato al PIL il coefficiente di felicità. Il problema è che la felicità è dif-ficilmente misurabile in termini sociologici. La crisi del modello di sviluppo ha radici si-mili a quelle del resto d’Europa, aggravata in Italia dal peso di un debito pubblico dif-ficilmente sostenibile e in larga parte ere-ditato negli anni della prima Repubblica. Questo deficit è andato costruendosi negli anni a partire da due fattori. Il primo è sicu-ramente legato al costo finanziario che lo Stato deve pagare in forma di interessi a tutti coloro che ne sottoscrivono i titoli pub-blici. Si tratta, in verità, di investitori italiani e, soprattutto in passato, ha deposto per una situazione apparentemente più sana di quella dell’Argentina di qualche anno fa in cui il debito pubblico era soprattutto estero. Sull’onda di questo principio qualcuno è arrivato a proporre l’idea per la quale gli Italiani con uno sforzo nazionale alla “fedi donate alla patria” di bellica memoria pos-sano ricomporre il debito e sanare così una situazione perennemente esposta alle tem-peste degli spread. L’altra fonte del debito è sicuramente la forte spesa pubblica che secondo un modello profondamente sta-talista e assistenzialista dei costumi è stata creata a partire negli ultimi trent’anni di sto-ria della Repubblica. In questi costi ci sono spese francamente malate come quelle legate alla corruzione, agli eccessi dei co-sti della politica. Mentre nessuno ha dubbi quando si tratta di compiere una spending review che colpisca i vizi del ladrocinio o false pensioni di invalidità, quando si tratta di aggredire la spesa del welfare: e allora sono dolori.

re of individuals and societies? Some very imaginative sociologists have associated the GDP with happiness. The problem is that happiness is hardly measurable in so-cial terms.The crisis in the development model has roots similar to those of the rest of Europe, but it is worse in Italy because of the unbe-arable sovereign debt, part of which has been inherited from the first Republic. Two are the causes of this debt. The first cause is the financial expense the State has to pay in form of interests to those who bought go-vernment bonds. Because we are talking of Italian investors, especially in the past, the situations seemed a little bit healthier than the one in Argentina a few years ago whe-re the public debit was primarily foreign.In the wake of this principles, someone has proposed the idea that Italians, with a na-tional effort that reminds us the “wedding rings donated to the country” duty in time of war, could settle the debt and restore a situation that is constantly exposed to spre-ad storms. The second cause of debt is de-finitely the strong public spending which, according to a Stalinist and welfarist ap-proach of customs, has been created from the last thirty years of the history of the Re-public. Among the costs some really unhe-althy ones, like the ones linked to corruption and excess costs from politics. While nobo-dy has doubts in implementing a spending review on thievery bad habits or false disa-bility pensions, but when it comes to tackle welfare spending, there’ll be trouble.How can we forget that even the most virtuous attempts to produce savings, for

Tendiamo a pensare che la felicità...possa essere misurata in termini di redditoo nel prodotto interno lordo...

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PSIC

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“Come si può dimenticare che anche i ten-tativi più virtuosi per produrre risparmio, ac-corpando ad esempio le province, collido-no con il fatto che, essendo la spesa fatta per larga parte di stipendi, i risparmi tendo-no a risultare irrilevanti visto che nessun di-pendente pubblico può essere licenziato? Così come per i costi della sanità che sono per la maggior parte costituiti da stipendi in cui i tagli si traducono forse in qualche risparmio e razionalizzazione ma anche in posti di lavoro. Come tagliare quindi quella spesa pubblica, tenendo conto che senza questo bisturi la risposta non può venire che da un continuo aumento del carico fisca-le? È una sfida epocale e difficile. L’idea che si possa delegare allo Stato la risposta ad ogni necessità pubblico-priva-ta ha finito con il creare nel nostro tempo l’idea di de-responsabilizzazione. Oggi si pensa che la giustizia viene prima della carità e che raccogliere un barbone sia compito della croce rossa e dell’Asl di ap-partenenza. Peccato che i costi di questa dilatazione iper burocratica di uno stato assistenziale, pervasivo e diffuso abbiano anestetizzano le coscienze per l’aiuto ma anche dilatato abnormemente i costi di ogni intervento a carico di un welfare state onnicomprensivo e gonfio. Nel tempo delle vacche magre occorre riprendere a ragio-nare su questa sfida anche perché, insieme al diritto indiscutibile di essere aiutati, nella nuova welfare community sempre più la responsabilizzazione, la libertà di iniziativa, dovranno integrarsi in forme nuove i bisogni ma anche i meriti di chi in un atto di libero amore, come spesso è avvenuto nella sto-ria, compirà quello che uno Stato presunto onnipotente non è più in grado di garantire a tutti e per sempre.

example by combining the provinces, col-lides with the fact that, being the expense made up largely of salaries, savings tend to be irrelevant as no public employee can be fired? As well as the costs of health care that consist from the most part of salaries, which cuts turn perhaps into some savings and rationalization but also in jobs. How to cut then public spending taking into ac-count that, without these cuts, the answer is the constant increasing of public expense? It is and historic and hard challenge.The idea that the State is able to answer to all public and private needs has led, in our times, to a de-empowerment. Today we think that justice comes before charity and that only the Red Cross or the Local Health Authority Care can help a homeless. Unfor-tunately the costs of this huge bureaucratic expansion of a welfare, permeating and wide spreading State have probably ana-esthetized consciences as far as charity is concerned, but they have also abnormal-ly enlarged the cost of each aid coming from a all-embracing and swollen welfare state. In times of plenty we have to rethink about this challenge because, together with the indisputable right to be aided, in the new welfare community in the sense of responsibility and freedom of initiative will have to be integrated more and more new needs and credits of those who, in a act of free love, as it has often happened in history, will accomplish what the supposed all-powerful State is no longer able to gua-rantee to all and forever.

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PSICO INVESTO...un atto di libero amore può compierequello che uno Stato presunto onnipotentenon è più in grado di garantire...

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by Barbara Chiavarino - Obiettivo Europa

INVESTO banking news

Formazione e lavoro

Erasmus più il secondo program-ma, fra quelli a gestione diretta, più finanziati dalla UE: circa 15 mi-

liardi per il periodo 2014-2020, ovvero il 40% in più rispetto al periodo 2007-2013. Il progetto finanzia l’istruzione, la formazio-ne, i giovani e lo sport. Sull’opuscolo illustra-tivo del programma, si legge una frase che ne incarna lo spirito: “changing lives, ope-ning minds”. Buona parte del budget di programma so-stiene azioni di mobilità per l’apprendimen-to: esperienze di viaggio e studio per cre-are lo spazio europeo della conoscenza, supporto ai giovani per frequentare istituti di eccellenza in altri Paesi (una opportunità per i giovani ma anche per i centri univer-sitari di eccellenza per attrarre giovani di

talento dagli altri Paesi). Un’altra parte consistente sostiene i “pro-getti di collaborazione per l’innovazione (nella istruzione e formazione n.d.r.) e le buone prassi”. Qui il nucleo di una propo-sta di successo sta nel realizzare una con-nessione stabile e d’impatto fra i luoghi in cui si studia e le imprese. La Commissione ha individuato due tipi di azioni, il cui nome ne identifica subito l’obiettivo: le “Allean-ze della conoscenza” e le “Alleanze per lo sviluppo delle abilità di settore”. Nel primo caso lo scopo ultimo è il rapporto, innovato e rafforzato, fra università e imprese; nel se-condo fra il mondo della formazione con-

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Formazione e lavoro

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tinua e le imprese in particolare nei settori tessile abbigliamento e cuoio, commercio, manifattura avanzata, tecnologie della co-municazione e dell’informazione, eco-in-novazione, settori culturale e creativo. A prescindere dai requisiti specifici di cia-scuna azione, ciò che è chiaro, alla Com-missione europea almeno, è che nell’epo-

ca in cui imparare a imparare e cambiare è una delle, se non “la” competenza, il futu-ro si fonda sulla formazione, quella formale che si fruisce nelle scuole e nelle università, quella informale che si costruisce nelle im-prese, fatta di saper fare e saper essere, da valorizzare e assumere a sistema, così da creare un impatto durevole.

Changing lives, opening minds.

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a cura della redazione de ‘La mia Finanza’

INVESTO banking news

Finanza islamica: una lezione di etica oltre i pregiudizi

a crisi che stiamo attraversando deve essere considerata non solo sotto l’aspetto economico, finanzia-

rio o di «governance», ma purtroppo parten-do dalle sue basi del nostro intero sistema.Gli osservatori concordano su un punto fon-damentale che, da noi, è attualmente man-cante: un ampio dibattito sull’etica nel mon-do degli investimenti.Detto ciò, esiste però un sistema economico e finanziario dal quale possiamo attingere, sotto questo punto di vista, per imparare a migliorare e far ripartire il nostro.Anche Luc Frieden ex ministro della finanza lussemburghese aveva accennato a questo, in una sua dichiarazione nel 2011.Parliamo della finanza islamica.Avremmo potuto evitare la crisi abbraccian-do, in una certa misura, i principi regolatori contenuti nella finanza islamica? Il nostro si-stema bancario avrebbe potuto trarre dei benefici, se fossero stati applicati alcuni dei precetti che regolano il sistema bancario islamico?

Sono delle domande che dovremmo porci, anche alla luce di quelli che sono i principi della Sharia, la legge religiosa islamica che detta, oltre ai principi di vita, anche le regole che il buon musulmano dovrebbe rispettare nel compimento di operazioni economiche e finanziarie.Il sistema della finanza islamica, oltre ad in-cludere la trasparenza, la responsabilità so-ciale e lo stretto rapporto con l’economia reale, si basa infatti su tre punti fondamentali:la condivisione del rischio;il divieto di interesse;il divieto di eccessiva speculazione.Vediamo di spiegare brevemente questi pre-cetti, per poi approfondire nei prossimi arti-coli il loro significato.Per la condivisione del rischio, sicuramente si parte dal concetto di evitare un’eccessiva assunzione di rischi, come ad esempio, non permettere l’emissione di “titoli tossici”, quel-li che hanno spazzato via i bilanci di alcune banche occidentali. La finanza islamica pre-vede che l’incertezza, il rischio - non quello

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I principi che regolano le transazioni sottoposte alla Shariaoffrono spunti interessanti per migliorare il sistema finanziario

occidentale. Che vale la pena di approfondire

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sano di business che viene incoraggiato - sono da evitare a tutti i costi.Il divieto di interesse sul credito. La finanza islamica ha sviluppato meccanismi che sosti-tuiscono interessi con il flusso di cassa da fonti produttive, per esempio redditi da locazione.Questo porta al terzo principio, ossia quel-lo riferito all’eccessiva speculazione. Il rischio deve essere condiviso tra creditore e debito-re e tutti i soggetti coinvolti in una transazione devono essere in grado di prendere decisioni informate e ci deve essere trasparenza su tutti gli aspetti della transazione.Da questo breve panorama, potremo parti-re per un approfondimento con degli artico-li semplici e mirati, per spiegare i concetti di quella che sembra essere una vera e propria stella crescente nei mercati finanziari.Chiariamo. Non si tratta di un vero e proprio nuovo approccio ai mercati da parte di qual-cosa che prima non esisteva. In realtà è nuovo il modo in cui dovremmo por-ci noi verso questa materia. La finanza islami-ca infatti è sempre esistita. Ma specialmente in questi ultimi anni se ne è sempre più parlato. I mercati la richiedono, i fondi aumentano e i clienti si interessano, e perché no, si appassio-nano. E non solo nei Paesi Arabi. Quello che forse è mancato fino ad ora da parte del mondo non islamico, spesso un po’ ignorante e “superiore” sull’argomento, è sta-to un vero e proprio slancio conoscitivo nei confronti di quest’area finanziaria. Come det-

to, però, le cose stanno rapidamente cam-biando. È di qualche mese fa, più precisamente di fine ottobre 2013, la notizia che il premier bri-tannico David Cameron ha dichiarato gran-de interesse per questo tipo di finanza, che sta crescendo con ritmi molto veloci, apren-do le braccia dell’Inghilterra e di Londra, ca-pitale finanziaria, a questo tipo di attività.Ma anche altri Paesi come la Francia, con un forte tasso di cittadini islamici, o Malta, per la sua posizione geografica, stanno sviluppan-do le strutture necessarie per diventare centri di finanza islamica.C’è quindi una forte esigenza di capirne bene il funzionamento, senza pregiudizi.Capita spesso di avvicinarsi a tale mondo finanziario in due modi: o con un grande positività o con grande pregiudizio. Il primo è utilizzato da quelli che già conoscono il set-tore in maniera approfondita (spesso vicini al mondo islamico). Il secondo è il riferimen-to che talvolta viene preso da gran parte di coloro che si avvicinano o sentono parlare di finanza islamica lasciando spazio a un pre-giudizio religioso- integralista.Tanti e vari sono i motivi, che approfondire-mo, per cui dovremmo essere interessati e prendere la finanza islamica, se non come un completo esempio, almeno come uno spunto di riflessione per poter migliorare ed uscire da questa crisi nel miglior modo pos-sibile.

DAVID CAMERON

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banking news

Dalla Gran Bretagna il marchioper le imprese corrette con il fisco

La Gran Bretagna è il primo Paese al mon-do a certificare le aziende che pagano le tasse in modo equo e responsabile. Tre imprese, (Midcounties Co-operative, Unity Trust Bank e The Phone Co-op) hanno otte-nuto il Fair Tax Mark, il marchio della tassa-zione equa.

Il marchio certifica che l’impresa è auten-ticamente impegnata per essere aperta e trasparente nelle sue questioni fiscali, e che paga il giusto importo di tasse socie-tarie (non di più), nel momento giusto e nel posto giusto. L’iniziativa è dedicata alle im-prese britanniche, anche se multinazionali con attività in tutto il mondo. E il riferimento al “posto giusto” in cui pagare è di gran-de importanza. Nei Paesi in via di svilup-po, come ha rilevato un recente studio di Action Aid, quasi la metà dei soldi investiti prendono la strada dei paradisi fiscali: non pagare le imposte localmente significa sot-trarre ai Paesi la possibilità di migliorare la qualità della vita dei cittadini con infrastrut-ture, istruzione, sanità.

Il Fair Tax Mark, spiegano i promotori, è il riconoscimento che le imposte sono qual-cosa di più di un fatto quantitativo legato alle somme da pagare: sono un argomen-to qualitativo, che ha una importanza cen-trale per la cultura e il modo di agire delle imprese lungo tutta la catena produttiva. E testimonia la trasparenza dell’azienda, an-che per quanto riguarda i suoi assetti pro-prietari.

A promuoverlo è stato un gruppo di sette esperti di fisco, responsabilità sociale e con-sumo etico; tra loro anche Richard Murphy,

considerato un guru delle tasse in Gran Bretagna. Nell’elaborazione del marchio sono state coinvolte organizzazioni non governative, rappresentanti delle imprese e operatori del settore, con i contributi di esperti tecnici del mondo accademico e delle professioni.

Le prime tre aziende certificate sono con-siderate “pioniere” del Fair Tax Mark che è alla ricerca di altre candidate.

Si chiama Fair Tax Mark e ha già rilasciato i primitre certificati. Le aziende si impegnano a pagarele giuste tasse, dove e quando sono dovute,all’insegna della trasparenza

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Una polizza per la liquidità aziendale

Il mio consulente assicurativo mi ha pro-posto di sottoscrivere, per conto della mia azienda, un contratto di capitalizzazione. Di cosa si tratta? G. G.

Risponde David CanalettoLe polizze di ramo V o di capitalizzazione sono contratti assicurativi in cui la com-pagnia si impegna a pagare, dopo non meno di cinque anni, un capitale rivalutato annualmente a fronte del versamento di premi unici o periodici da parte del contra-ente.

Si differenziano dalle assicurazioni sulla vita di ramo I per il fatto che la prestazione dell’assicuratore non dipende dal verificarsi di eventi legati alla vita dell’assicurato (per esempio il compimento di una determina-ta età, o il decesso): il capitale viene corri-sposto alla scadenza o in caso di riscatto.

Contrariamente alle altre polizze vita, in particolare a quelle di ramo I (le assicu-razioni sulla durata della vita umana) e di ramo III (le unit linked, legate al valore di fondi di investimento, e le index linked, le-gate a indici o ad altri valori di riferimento) non è prevista in contratto la figura dell’as-sicurato, ma solo quella del contraente che normalmente è una persona giuridica, che sceglie di investire la propria liquidità aziendale in questa forma d’investimento piuttosto che in altre soluzioni presenti sul mercato (azioni, titoli di stato, fondi ecc.).

Il meccanismo di rivalutazione di una poliz-za di capitalizzazione è il medesimo delle polizze rivalutabili: è collegato ai proventi di una gestione separata con un rendimento minimo garantito e con il consolidamento annuale della prestazione.

Il business delle polizze di capitalizzazione è molto interessante per le imprese assi-curative, visto che le riserve gestite a fine 2013 sono pari a circa 27 miliardi di euro; lo scorso anno c’è stato un ritorno di fiamma su questa tipologia di prodotto e la nuova produzione si è attestata a un miliardo e mezzo di euro con una crescita del 32,5% rispetto al 2012.

Sul mercato esistono molti prodotti di que-sto tipo, finalizzati a soddisfare le esigenze di investimento e di gestione della tesore-ria, sia delle aziende private sia di investitori istituzionali ed enti pubblici. Ci riferiamo in particolare ai prodotti C&I Capitalizzazione New di Cattolica Assicurazioni, Investimen-to Più e Investimento Flessibile di Axa Mps, Nuova Sicurpac di Assimoco ecc. Queste polizze, per la loro connotazione esclusiva-mente finanziaria, oltre che all’Ivass sono soggette al controllo della Consob e quindi sono sottoposte alle regole della Mifid.

Una polizza di capitalizzazione è un ottimo strumento per investire la liquidità dell’a-zienda in un’ottica di medio periodo, so-prattutto quando è necessario accantona-re somme di denaro da destinare al Tfr dei dipendenti o al trattamento di fine man-dato per i dirigenti o collaboratori. Nella prassi queste polizze sono spesso costituite in pegno, al fine di garantire finanziamenti all’azienda.

I contratti di capitalizzazione sono sempre più spessoutilizzati per gestire i capitali in un’ottica di medio-lungo periodo, per esempio per garantire il Tfr ai dipendenti

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U“ NA NUOVA FABBRICA DI LAVORO. I numeri pro-dotti dalla cultura in Piemonte. S’intitola così il

report-intervista a Michele Coppola scritto da Luca Bea-trice e Luca Traverso - sul valore della cultura a Torino e in Piemonte.

La cultura in Piemonte vale 121.000 occupati, il 6% dell’oc-cupazione piemontese, 6.8 miliardi di euro di valore ag-giunto, 33.000 imprese culturali.

Nelle 64 pagine della pubblicazione sono protagonisti im-magini, numeri e risultati di alcuni simboli della cultura del Piemonte come: la Reggia di Venaria, con i suoi 700.000 visitatori, i 250 lavoratori e gli almeno 300 occupati che la-vorano tra caffè, ristoranti e negozi sorti intorno alla resi-denza reale in questi sei anni; il Salone Internazionale del Libro, che ogni anno crea ricadute per oltre 4 milioni di euro in pernottamenti, tra alberghi e bed & breakfast, più di 1.5 milioni nei trasporti, quasi 2 milioni in shopping; Film Commission Torino Piemonte che solo nel 2013 permesso la realizzazione di 70 produzioni, che hanno visto al lavoro 700 tecnici tra parrucchieri, elettricisti, fabbri e scenografi, per una ricaduta di oltre 16 milioni di euro sul territorio tra alberghi, ristoranti e servizi per le troupe; il Museo Egizio che nel 2013 ha registrato oltre 540mila visitatori, superando i numeri del 2006; o l’Abbonamento Musei Torino Piemonte che nell’ultimo anno ha polverizzato ogni record, racco-gliendo oltre 90.000 associati.

Si può richiedere una copia cartacea gratuita al seguente indirizzo email: [email protected]

UNA NUOVA FABBRICA DI LAVOROLuca Beatrice e Marco Traverso

Report-intervista all’assessore regionale alla CulturaMichele Coppola

Raccontare quanto la cultura sia importante è scontato.Che produca lavoro e ricchezza l’abbiamo dimostrato in questi 4 anni.

Michele Coppola« »

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ome, Florence, Milan. For one reason (the historic and archi-tectural beauties together with

the tourist appeal) or another (the center of national business), to buy a home in the-se three Italian cities has always been a considerable investment. But, at the same time, this kind of investment could keep a certain value, despite the economic crisis which is heavily affecting real estate, whi-ch has always been rightly considered a safe-haven asset.Yes, because against a more and more dull trend in transfers of real estate, at a national level the year 2013 has left us a ra-ther difficult legacy: a 6.6% drop in prices, with an average price per square meter of roughly Euro 2270 (from Osservatorio, Im-mobiliare.it). This data was, by the way, in-fluenced by a survey conducted in Abruzzi and in particular in Aquila, where the re-

Roma, Firenze, Milano. Per un mo-tivo (le bellezze architettoniche e storiche unite all’appeal turistico)

o per l’altro (il cuore pulsante del business nazionale), sono sempre queste tre le città italiane in cui comprare casa richiede un investimento di un certo rispetto. Ma, allo stesso tempo, proprio qui un capitale riesce a mantenere un certo valore, nonostante i tempi di crisi stiano colpendo pesantemen-te proprio il settore del mattone, da sempre considerato a buon diritto un bene rifugio.Già, perché di fronte a un trend di compra-vendite sempre più ingessato, a livello na-zionale il 2013 ci ha lasciato un’eredità piut-tosto scomoda: un calo dei prezzi del 6.6%, con un prezzo medio al metro quadro che si attesta a quota 2270 euro a metro quadro (dati Osservatorio, Immobiliare.it). Un dato, questo, che peraltro viene influenzato dalle rilevazioni registrate in Abruzzo e in partico-lare a L’Aquila, dove la controtendenza è talmente evidente e smaccata (+11,3% e unico dato in crescita in tutto il Paese) da far correre il pensiero non tanto alle normali

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by Massimiliano Sciullo

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il GIRO D’ITALIA DOVE LA CASARESTA SEMPRE UN TESOROThe tour of Italy where the home is still a treasure

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dinamiche del mercato delle case, quanto piuttosto alle conseguenze dei disastri del recente terremoto. Alla luce di tutto que-sto, tuttavia, proprio la Capitale, la città dei Medici e il capoluogo meneghino con-servano valori ben superiori alla tendenza italiana. Roma, nonostante una diminuzio-ne dei prezzi addirittura superiore al dato medio nazionale, continua a oscillare su un prezzo medio che sfiora i 3900 euro al me-tro quadro (3894, per la precisione), men-tre Firenze si ferma poco sotto, arrivando a 3683 euro al metro quadro. Abitare sotto la Madonnina in una casa di proprietà, infine, richiede una cifra che oscilla intorno ai 3574 euro al metro quadro. A una certa distanza si collocano invece altre grandi città come Napoli (3218 euro al metro quadro) e Vene-zia, poco sopra quota tremila euro (3035). Decisamente più staccate realtà come Aosta, Trento, Cagliari, Bari e addirittura To-rino, che nonostante un calo non drastico (-4,3%) mostra un prezzo medio al metro quadro per un appartamento di 2066 euro. Tra i capoluoghi di provincia più abborda-bili, infine, ci sono Catanzaro (1316 euro al metro quadro) e sorprendentemente Peru-gia, con 1635 euro.

verse trend was so evident and excessive (+11,3% and it is the only growing data in the country) to make you think that this is not a consequence of normal real estate dynamics, but rather to the consequences of the recent earthquake. In the light of this information, however, the Capital city, the city of the Medici and Milanese ca-pital keep a value well above the Italian trend. Rome, despite a drop in prices even higher than the average domestic data, keeps fluctuating on an average price per square meter close to Euro 3900 (3894, to be precise), while Florence sets a little bit below, ranging from Euro 3683 per square meter. Living and owing a house under the Madonnina, will cost roughly Euro 3574 per square meter. Other big cities place them-selves a little below: Naples (Euro 3218 per square meter) and Venice, a little bit abo-ve three thousand Euros (3035). Cities like Aosta, Trento, Cagliari, Bari are placed fur-ther down the charts; even in Turin that, de-spite a drastic drop in prices (-4,3%) it costs

Milano

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INVESTO buildingRimanendo invece a un livello di analisi per macro aree, nel nostro Paese le zone in cui il capitale investito in immobili fa più fatica a mantenere il proprio valore è il Sud, dove il calo dei prezzi è arrivato al -7.2% in un anno, mentre il Nord ha fatto segnare un -6.1%. La tendenza, in particolare, si è intensificata nel secondo semestre dello scorso anno, fino a portare i prezzi per una casa al Settentrione a una media di 2273 euro al metro quadro, mentre al Centro ne servono circa 2718 e al Sud solo 1941. Un altro aspetto interessante che emerge dai dati che mandano in ar-chivio il 2013 è che, al di là della connota-zione geografica, a soffrire maggiormente sono le grandi città rispetto ai centri più pic-coli: chi ha più di 250mila abitanti ha subito un calo addirittura del 7.6%, mentre le cit-tà sotto quella soglia hanno sofferto meno della media nazionale (-5.6%).Secondo una delle regole più elementa-ri dell’economia, questo meccanismo è innescato da una crescita dell’offerta di appartamenti, mentre cala la disponibilità economica di chi invece vorrebbe com-prare. E il discorso riguarda anche gli allog-gi in affitto, anche se sul mercato rimango-no numericamente inferiori rispetto a quelli messi in vendita.Ora non resta che guardare al futuro. E le prospettive sembrano un po’ più rosee ri-spetto al passato: «L’aumento dell’offerta, insieme agli incoraggianti dati del Crif che rivelano, a partire da luglio 2013, un trend positivo della domanda di mutuo rispetto allo scorso anno – racconta Guido Lodi-giani, direttore corporate e ufficio studi di Immobiliare.it – ci portano a individuare

tiepidi segnali di ottimismo per il 2014, anno in cui si prevede una ulterio-

re riduzione dei prezzi tra il 2 e il 4% ed una crescita della

domanda, soprattut-to per quel che

riguarda gli immobili più

“appetibili” per il mercato residenziale: bilocali e piccoli triloca-li, in zone semicentrali delle città più grandi».

an average of Euro 2066 per square meter to buy an apartment. Among the most af-fordable regional capitals sets Catanzaro (1316 per square meters) and, surprisingly, Perugia with Euro 1635.In continuing survey macro areas, we find out that in our country it is the South the area in which the capital invested in real estate can hardly keep its value, and in a year the prices have decreased by 7,2% and by 6,1% in the North. In particular, the trend has increased over the second se-mester of last year: the average cost for a house is Euro 2273 per square meters in the North, Euro 2718 in the Central Regions and only 1981 in the South. Another inte-resting aspect that emerges from the sur-vey and that dismisses the year 2013 is that, beyond the geographic connotations, big cities suffer more that smaller cities: in cities with more than 250.000 residents, prices have dropped by 7,6% , while cities below 250.000 residents have suffered less than the national average (-5,6%). According to one of the most basic rule in economy, this process is trigged by the growth in apartment demand, while the fi-nancial availability of those who are willing to buy is dropping. And this is also effecting the apartment for rent, even if they are nu-merically inferior to the ones for sale.The only thing we have do now is to look to the future. And the prospects look a little bit more optimistic than in the past: “the increase in supply, together with the encouraging figures released by Crif and that indicate, from July 2013, a positive trend in mortgage applications compared to last year – says Guido Lodigiani, corpo-rate director and research office of Immo-biliare.it – is a small of optimism for 2014: a further reduction of prices, between 2 and 4%, is expected for 2014 together with a growth in demand, especially for the more “attractive” properties in the residential market: two-room and small three-room apartments, in semi-central areas in larger cities”.

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Insieme, per la tua casa.

ACLI Casa è un consorzio di Cooperative. Opera per promuovere ed organizzare gli interventi delle Cooperative aderenti.Individua le aree fabbricabili. Affida a professionisti di comprovata affidabilità gli incarichi di progettazione, direzione lavori e collaudo. Assiste i soci il tutte le fasi della progettazione e negli adempimenti burocratici. Cura le pratiche di mutuo presso Istituti di Credito, Regione, Ministero del Tesoro. Organizza la partecipazione delle cooperative a Bandi Regionali, “Buoni Casa” e altre forme di finanziamento individuale. Appalta i lavori edilizi e cura gli adempimenti fiscali. Predispone piani economici e finanziari, preventivi e consuntivi. Promuove gli interventi delle cooperative sulla base di indagini di mercato.

Consorzio ACLI CasaVia Ettore Perrone 3/bis (1°piano) • 10122 Torino

Tel. 011.57.12.812 - Fax 011.57.12.813 • e-mail: [email protected]

Orari Ufficio:Da lunedì a venerdì

Mattino 10:00 - 13:00Pomeriggio 15:00 - 19:00

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H“ D ove va il mercato del mattone, a livello mondiale? Per ottenere una risposta esauriente e autore-

vole esiste una sola possibilità: porre questa domanda agli esperti del Mipim, il più gran-de appuntamento internazionale legato al comparto del real estate, punto di raccolta che richiama investitori, operatori del setto-re, architetti, le grandi catene alberghiere, ma anche fondi immobiliari e autorità pub-bliche. Insomma, tutti gli attori che animano il mondo dell’edilizia e delle costruzioni. La cornice, come sempre, è quella meraviglio-sa di Cannes, località che non vive solo di cinema e di celebrità da tappeto rosso, ma che si ritrova a recitare un ruolo chiave in uno dei campi più “concreti” dell’economia reale. Proprio in Costa Azzurra, infatti, i gran-di operatori si incontrano, si confrontano. A volte si spiano, a volte trovano lo spunto per dare vita a grandi partnership e collabora-zioni assortite.E l’edizione 2014, che si è tenuta dall’11 al 14 marzo e che ha celebrato i 25 anni di at-tività, è partita con le stesse caratteristiche: non solo un “termometro” sulle tendenze del

Mipim, the future of construction starts hereMIPIM, IL FUTURO DEL MATTONE

GLOBALE PASSA DA QUI

by Francesco Papa

INVESTO building

ow are the world’s housing mar-kets performing ? There is only one way to have a full and

reliable answer: ask this question to the experts attending the Mipim, the biggest international event related to real estate, that gathers investors, operators in the sec-tor, architects, major hotel chains, as well as real estate funds and public authorities. That is, all the players in real estate and constructions. The setting, as always, is the wonderful Cannes: the city does not foster only the movie industry and red carpet ce-lebrities, but it plays a key role in of the most “solid” sector in real economy. And it is on the French Coast that all the players meet and exchange ideas. Sometimes they spy on each other, sometimes they create gre-at partnerships and different kind of colla-borations. The 2014 edition, which was held on from March 11th to March 14th and has cele-

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mercato globale, ma anche una grande piazza in cui generare nuove idee o firmare contratti, facilitando magari quegli investi-menti di cui si sente tanto bisogno, soprat-tutto nel nostro Paese, dove il settore dell’e-dilizia continua a scontare più degli altri una crisi mai così profonda. Allo stesso modo, l’occasione è propizia per quelle ammini-strazioni pubbliche che vogliono promuove-re investimenti esterni sul proprio territorio e pianificare le chiavi di sviluppo locale, con-frontandosi con quello che sta succedendo nel resto del mondo. A garanzia dell’auto-revolezza e del rilievo dell’appuntamento al Palais des Festivals, i numeri, che parlano di 20mila partecipanti, 2000 espositori, 19mila metri quadrati di superficie, 4300 investitori, 3000 amministratori delegati e alti dirigenti (dati 2013).Proprio perché il Mipim si propone come punto di osservazione privilegiato in un set-tore così variegato e in continuo movimento

brated 25 years in business, has the usually features: not just a “thermometer” on glo-bal market trends, but also a great place in which to generate new ideas or sign contracts, helping those much needed in-vestments, especially in our country where real estate market is suffering more than in countries. At the same time it is a good opportunity for those public administrations that want to promote foreign investments in its territory and to plan the keys to local development, coming to terms with what is happening in the rest of the world.The figures guarantees the event held at the Palais des Festivals to be important and prestigious: 20000 visitors, 2000 exhibi-tors, 19000 square meters of surface, 4300 investors, 3000 CEOs and senior executives (2013 figures). Because Mipim consider itself as a special

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trend observer for this diversified and con-stantly changing sector as the construction one, it is no surprise that the three 2014 “guest of honor” countries have been cho-sen among the countries who have been experiencing, in recent years, greater de-velopment and that are considered to be very promising in terms of growth. The most important is Brazil, perhaps the “Bric” coun-try par excellence, which is getting ready to face the global challenge of this sum-mer Football World Cup (which is not only a sport event), and the 2016 Olympic Games. These two big event need great investmen-ts, infrastructures and – of course – accom-modations for delegations and visitors. A huge open-air construction site which is fa-cing difficulties and obstacles, as reported by the news. Closest to us, Turkey and Rus-sia, two real “doors” to the European Union, are now going through huge changes and great expansion and that, especially Russia,

come le costruzioni, non stupisce che i tre Paesi “Ospiti d’onore” per il 2014 siano stati scelti tra le aree che in questi anni stanno co-noscendo un maggiore sviluppo e che an-cora mantengono margini di crescita molto promettenti. Su tutti il Brasile, forse il Paese “Bric” per eccellenza, che questa estate si prepara ad affrontare una sfida globa-le come i Mondiali di calcio (e non solo in senso sportivo), ma che poi vivrà anche le Olimpiadi del 2016. Eventi che necessitano di grandissimi investimenti, infrastrutture e – ovviamente – strutture ricettive in grado di accogliere le delegazioni e i visitatori. Insom-ma, un grande cantiere aperto, non senza difficoltà e intoppi, come raccontano le cro-nache. Più vicini a noi sono invece la Turchia e la Russia, due vere e proprie “porte” verso l’Unione Europea, che stanno solo ora cono-scendo evoluzioni e sviluppi di vasta portata e che, soprattutto nel caso della Russia, con-

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would have huge needs and necessities – therefore a great domestic demand- be-cause of the great amount of populations which are undergoing an improvement of their social conditions. But the construction industry is not only about new building or renovating existing ones: innovation is quite important. This is why in Cannes Mipim has created, twice in a row, the “Innovation Forum”: on the table issue such as energy, urban transformation, the challenge of reconversion of dismant-led industrial areas and tomorrow’s archi-tecture scenarios.We will found out later, when all this will start to bear fruit, how profitable these meetin-gs will be, as far as new opportunities and challenges. If something is changing in the global building industry, it has all started for sure in the French Coast, where the movie industry goes along with projects built brick by brick.

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tano su necessità e bisogni enormi – dunque una forte domanda interna - vista le popo-lazioni così numerose e in fase di migliora-mento delle proprie condizioni economiche e sociali.Ma il mondo delle costruzioni non vuol dire solo realizzare nuovi edifici o migliorare quelli esistenti: esiste una forte componente inno-vativa. Proprio quella che a Cannes, per la seconda volta consecutiva, si è ritagliata il suo spazio nel Mipim “Innovation Forum”: sul tavolo, temi come l’energia, le trasformazio-ni urbane, la sfida delle riconversioni delle aree industriali dismesse e gli scenari dell’ar-chitettura di domani.Quanto questi incontri avranno prodotto, in termini di nuovi orizzonti e nuove sfide, lo scopriremo solo più in là nel tempo, quan-do la semina comincerà a dare i suoi frutti. Quel che è certo, però, è che se qualcosa, nel mondo, sta cambiando a livello di edili-zia, di sicuro un primo input è arrivato da qui, in Costa Azzurra, dove ai ciak e alle pellico-le si affiancano progetti costruiti mattone su mattone.

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“La vita si misura dalle opere e non dai giorni”

Gruppo REA srl Via Collegno, 12 Torino - Tel. + 39 011 067 49 47 - Fax +39 011 067 49 49 - Email: [email protected] Santa Teresa 23, Torino - Tel. +39 011 067 49 47 - Fax +39 011 067 49 49 - Email: [email protected]

‘Non si può pensare un’architettura senza pensare alla gente’(Richard Rogers)

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RosaIn investo Magazinesolo quote rosa...

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arlano di quote rosa, da noi il problema è delle quote azzurre.Tutte donne, simpatiche, mamme, mogli, fidanzate, tutte insieme tra una ri-

sata e l’altra riusciamo a riempire 132 pagine di Investimento con un tocco glamour ed elegante.Siamo noi quelle che tra un ciclo e l’altro, tra un figlio da recuperare a scuola e lasciarlo a scherma o a catechismo per poi fiondarci a cucinare, diamo vita alla splendida Investo Magazine, realizzata con contenuti di elevata qualità redatti dai nostri giornalisti.Siamo noi, quelle che ridiamo, piangiamo, ci confidiamo, ci sbattiamo le porte in faccia, ci chiediamo scusa e ci abbracciamo quando litighiamo.Siamo quelle che… altro che quote rosa, noi siamo le quote arcobaleno.

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PADIGLIONE 2.2 - STAND H81

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by Patrizia Caridi

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“Il succo dell’investimento”

Oswald Zueggoswald Zuegg

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uegg è un’azienda multinazionale con sede a Verona specializzata nella lavorazione della frutta. La

produzione si sviluppa su due fronti: il busi-ness to consumer e il business to business. Per il business to consumer produce confet-ture, succhi di frutta, sciroppi e merendine a base di frutta con i marchi Zuegg e Skipper Zuegg per un totale di 97 tipologie di prodot-to. Per il business to business è specializzata nella produzione di semi-lavorati di frutta (in-gredienti per yogurt, gelati e merendine) per altre industrie alimentari.

Signor Oswald Zuegg, come e quando è nata la sua azienda? La nostra azienda è nata nel 1890 ed è sta-ta fondata da Maria Zuegg che inizialmente era la responsabile di un magazzino di espor-tazione della frutta.Suo marito produceva le mele e le esporta-va poi in tutta Europa, addirittura anche in Russia.

La Zuegg ha instaurato una sinergia con 50 aziende agricole vicine allo stabilimento di Luogosano (AV), un accordo che garantisce occupazione ma anche e soprattutto quali-tà. Quali benefici ottenete con questa stra-tegia?I benefici che otteniamo riguardano soprat-tutto la qualità della frutta, infatti proprio perché noi produciamo marmellate, suc-chi e altri prodotti sempre a base di frutta, occorre che quest’ultima sia adeguata a tali usi. Proprio per questo motivo ci siamo particolarmente avvicinati all’agricoltura e ai suoi migliori sistemi di produzione affinchè possiamo ottenere la garanzia che la frutta sia sempre perfetta per i nostri usi. D’altra parte abbiamo ottenuto anche un effetto sinergico attraverso la creazione di posti di lavoro soprattutto nel sud Italia poiché li’ c’è la culla della frutta mediterranea. Allo stes-so modo si ottiene anche un effetto sociale perché ci sono moltissimi contadini che lavo-rano per noi e possono effettuare la raccolta della frutta nell’ambito delle loro stesse fami-

Zuegg is a multinational corpora-tion based in Verona specialized in fruit processing. The production

has two different approaches: business to consumer and business to business. For the business to consumer market, Zuegg produces jams and marmalades, fruit jui-ces, syrups and fruit snacks branded Zuegg and Skipper Zuegg, for a total of 97 different products. For the business to business mar-ket, Zuegg is specialized in the production of fruit semi-finished product (ingredients for yogurt, ice cream and snacks) for other food industries.

Mr. Oswald Zuegg, how and when was your company founded? Our company was founded in 1890 by Ma-ria Zuegg, who was originally in charge of an export fruit warehouse. Her husband was an apple producer and he exported apples all over Europe, even in Russia.

Zuegg has established an agreement with 50 farms nearby the factory in Luogosano (AV); an agreement that guaranties jobs but also and after all it guaranties quali-ty. What advantages this will bring to your company?We will have advantages on the quality of the fruit: because we produce jams, juices and other fruit products, we need to have the right fruit. This is the reason why we got involved in agriculture and into its best production systems, in order to be able to guarantee the best fruit to use in our pro-ductions. And on the other hand, we have created jobs, especially in the South of Italy where the Mediterranean fruit is produced. We have also created a social effect, as many farmers can pick fruit in their own fa-milies while working for us at the same time. This is an easy way to create jobs, without making big technology investments sup-

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glie; così si creano posti di lavoro in manie-ra molto semplice senza dover fare grandi investimenti tecnologici attraverso iniziative sovvenzionate che poi non funzionano.

La sua azienda è una multinazionale cono-sciuta in tutto il mondo. Perché continuare ad investire sul territorio italiano in un mo-mento di crisi come questo?Per me l’Italia è un grande Paese anche se ci sono un po’ di problemi politici che si river-sano anche sull’economia, in realtà bisogna guardare tutte le situazioni a medio e soprat-tutto a lungo termine e quindi è meglio non fare alcuna speculazione sull’attuale situa-zione dell’economia italiana.Inoltre dobbiamo ricordare che l’Italia fa parte dell’Europa e perciò non si può va-lutare separatamente. Noi ci assumiamo come personale compito la responsabilità di cogliere le opportunità migliori per fornire ai consumatori i prodotti che vadano bene per l’alimentazione. Inoltre la cultura medi-terranea del cibo è una solida base che ci permette di vendere bene all’Estero e quindi abbiamo delle opportunità anche in questo senso.

Qual è il segreto per riuscire ad internaziona-lizzarsi senza perdere il legame con le pro-prie radici territoriali?Non so se sia il caso di parlare di segreto aziendale ma la strategia è questa: dapper-tutto ci sono donne e uomini che fanno fun-zionare le aziende, noi abbiamo un ottima squadra perché l’attenzione verso le perso-ne è molto alta.Quindi questa nostra eccezionale squadra è assolutamente in grado di portare avanti dei contributi anche fuori dall’Italia e ciò è sta-to dimostrato in tutti gli investimenti che ab-biamo fatto in Europa all’interno della quale abbiamo sei siti: Francia, Germania, Austria, Svizzera, Russia e in quest’ultima, con 120 mi-lioni di abitanti che rappresenta la base di un enorme potenziale di energie da cogliere di un Paese dalle dimensioni grandissime e quindi dalle ricche e vantaggiose opportu-nità.

Come gestisce l’elevata concorrenza in questo settore?In Zuegg abbiamo un sistema strategico molto semplice: il miglior prodotto attraverso

ported by some funding that eventually do not work.

Your company is known all over the world. Why are you keeping investing in Italy at a time of crisis like this?I think Italy is a great country even if there are a few political problems that also af-fect the economy; but we have to look at the medium and, after all, long term situa-tions and therefore it is better not to play on the current situation of the Italian eco-nomy. We must also remember and take into consideration that Italy is part of Eu-rope. We have the personal task of taking the best opportunity to offer consumers the best food products. Furthermore, the Medi-terranean food culture is a solid base that allows us to sell well abroad and therefore to give us some opportunities to export.

What is the secret to become an interna-tional company without losing the attach-ment to the territory?I do not know whether it is appropriate to speak of business secret but this is our stra-tegy: everywhere there are men and wo-men who run companies, we have a very good team because people really matter to us. Therefore, this wonderful team is able to make its own contribution also outside Italy and this was shown in all the invest-ments we made in Europe where we have six plants: in France, Germany, Austria, Swi-tzerland and Russia. In Russia, with a popu-lation of 120 million people and therefore a big country, it has a huge potential and we have to size the rich opportunities it of-fers.

How do you handle the high competition in this sector?Zuegg has a simple strategy: the best pro-duct distributed in a efficient and effecti-ve way, that’s why the product has to be handled and distributed in the best possi-ble way by our team. In doing so, product, distribution and team are the conditions to

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una distribuzione molto efficiente ed effica-ce, perciò il prodotto deve essere gestito e distribuito nella miglior maniera possibile dal-la nostra squadra.Così prodotto, distribuzione e squadra sono i presupposti per meglio soddisfare i clien-ti poiché attraverso questa strategia molto semplice diventiamo assolutamente con-correnziali non solo in Italia ma anche all’E-stero.Ne è la dimostrazione più evidente il fatto che durante la crisi degli ultimi tre o quattro anni la Zuegg è cresciuta fortemente a livel-lo europeo.

better satisfy our customers. Through this very simple strategy, we become absolu-tely competitive not only in Italy but also abroad.The proof of what I am saying is that during the economic crisis of the last three or four years, Zuegg has significantly grown in Eu-rope.

“LA PRESENTE INTERVISTA PUÒ ESSERE VISUALIZZATA NEL FORMATO INTEGRALE

SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE: http://www.youtube.com/user/InvesTOmagazine

THIS INTERVIEW CAN BE SEEN IN ITS ENTIRE FORMAT ON OUR YOUTUBE CHANNEL. http://www.youtube.com/user/InvesTOmagazine

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“ LT he recent economic framework

has represented an opportuni-ty for Italy to enact new rules to

promote the creation and development of innovative enterprises, often neglected in a country that passively witnessed the de-cline of traditional business models. A little over a year ago the lawmaker intro-duced a new legal entity named “innova-tive start-up”, which is a form of company with special rules that benefit of some signi-ficant exceptions in the context of corpo-rate law, labour law, tax regulations and bankruptcy law. In 2013, 1,500 businesses have been registered in the special section of the companies register dedicated to in-novative start-ups.The companies that can benefit of these special rules must be limited companies, provided that they are not listed, with certain features, including a scope of the company consisting in the “development, production and marketing of innovative goods and services with high technologi-cal value”. The business must also (i) invest

a congiuntura economica ha rap-presentato per l’Italia un’opportuni-tà per introdurre nuove normative

che possano promuovere la nascita e lo svi-luppo di imprese innovative, spesso trascura-te in un Paese che ha assistito passivamente al declino di modelli di business tradizionali.È trascorso poco più di un anno dall’intro-duzione della figura giuridica della start-up innovativa, società a regime speciale che gode di alcune importanti deroghe nell’am-bito del diritto societario, ma anche del dirit-to del lavoro e della disciplina fiscale e delle crisi d’impresa. Nel corso del 2013 sono state iscritte nella sezione speciale del registro im-prese dedicata alle start-up innovative circa 1.500 imprese.Possono beneficiare di tale regime speciale tutte le società di capitali, purché non quo-tate, che abbiano determinate caratteristi-che, tra cui un oggetto sociale consistente “nello sviluppo, la produzione e la commer-cializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico”. L’impresa deve inoltre investire una certa parte del proprio valore della produzione in ricerca e sviluppo oppure, impiegare come dipendenti o col-

INVESTO startupby Filippo Mortarotti

The innovative start-upLa figura giuridica

della start-up innovativa

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part of its production value in research and development, or (ii) employ a certain mini-mum percentage of PhD students or rese-archers, or (iii) have the title or dispose of a patent or of proprietary rights on a softwa-re.The innovative start-ups can benefit of, among other things, a reduction in set-up costs, more flexible rules for employment contracts, the possibility to pay consultants with stock options and external service pro-viders with “work for equity”, as well as tax incentives and tax credits.Another significant innovation is the in-troduction for limited liability companies (Società a responsabilità limitata - S.r.l.) of the possibility, previously reserved to stock companies (Società per Azioni - S.p.A.), to create categories of shares with different

laboratori almeno una certa percentuale di dottorandi o ricercatori oppure infine, essere titolare o avere la disponibilità di diritti di bre-vetto o inerenti un software originario. I benefici di cui le start-up innovative pos-sono godere concernono, tra l’altro, la ri-duzione degli oneri per l’avvio dell’impresa, un regime più flessibile in materia di contrat-ti di lavoro con i dipendenti, la possibilità di remunerare i propri collaboratori con stock option e i fornitori di servizi esterni attraverso il work for equity oltre ad alcuni incentivi fiscali e crediti di imposta.Altre novità significative sono costituite dall’introduzione anche per le s.r.l. della pos-sibilità, precedentemente tipica delle S.p.A., di creare categorie di quote di capitale for-nite di diritti amministrativi e patrimoniali di-

inves

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Filippo Mortarotti

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investo startup

administrative and economic rights atta-ched. This can help to tailor different shares for managing shareholders and financing shareholders. Moreover, and this novelty is truly remarkable, the shares of innovative start-ups incorporated in the form of S.r.l. can be object of public offerings of finan-cial instruments.These innovations, along with the fact that Italy is the first country in Europe to have enacted specific regulations on crowdfun-ding, seem to be the sign of the intention to prepare a fertile legal ground for the de-velopment of a new model of business.Nonetheless the investors’ confidence and the simplification of the procedures are essential for this to yield tangible improve-ments.Finding funds appears to be still the har-dest challenge for an entrepreneur with skills and ideas, so much so that it has been noted that in Italy only the 14% of start-ups gets funding from banks. However, the se-veral initiatives that major Italian banking groups are recently taking to offer special lines of credit, scouting, training and incu-bation services, seem to be signs of greater foresight and attention towards the world of start-ups. Furthermore, the praiseworthy innovati-ve legislation crashes with heavy bureau-cracy, both in terms of time and money, making businesses and the country itself lose the interests of foreign capitals. Simpli-fication is, therefore, a crucial goal still to be achieved. In all this, professionals who assist the company can and must play an important role.

versi, potendo quindi differenziare categorie di quote per soci gestori e per soci finanzia-tori. Oppure, e qui l’innovazione legislativa è decisamente rilevante, le quote di parte-cipazione in start-up innovative in forma di s.r.l. possono costituire oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari.Tali innovazioni, insieme al fatto che l’Italia è il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica in tema di crow-dfunding, sembrano l’indice del desiderio di preparare un terreno giuridico fertile per lo sviluppo di un nuovo modello di impresa.Affinché ciò possa però dare frutti concreti occorre che concorrano la fiducia dei finan-ziatori e la semplificazione delle procedure.Il reperimento di fonti di finanziamento sem-bra tuttora essere la vera nota dolente per un imprenditore dotato di idee e capaci-tà, tanto che è stato osservato che in Italia solo il 14% delle start-up ottiene fondi dalle banche. Tuttavia le numerose iniziative che i principali gruppi bancari italiani stanno re-centemente intraprendendo per offrire linee di credito ad hoc, servizi di scouting, forma-zione e incubazione sembrano indice di una maggiore lungimiranza e attenzione verso il mondo start-up.Inoltre, la pur pregevole innovazione legisla-tiva si scontra con il permanere di una buro-crazia onerosa sia in termini di tempo che di denaro, facendo perdere competitività alle imprese e al Paese stesso nell’attrazione di capitali esteri. La semplificazione resta quin-di un traguardo decisivo e ancora tutto da raggiungere. In questo i professionisti che as-sistono l’impresa possono e devono giocare un ruolo importante.

La semplificazione resta un traguardodecisivo... da raggiungereText translatedby Filippo Mortarotti

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Perché Berlino?fattori del successodell’ecosistema startup

Berlino nell’arco del 2012 sono nate 44.228 startup attive nell’economia digitale, un comparto che nel 2011

ha generato un fatturato di quasi 9 miliardi e creato 62.400 posti di lavoro. Se si consi-dera l’intero settore della comunicazione e dell’informazione (anche non digitale) il fatturato supera ampiamente i 10 miliardi. Il 44% dei foun-ders di startup a Berlino è straniero, segno che la cit-tà attrae un gran numero di giovani imprenditori da tutto il mondo. Perchè? Vi è certamente una serie di condizioni favorevo-li preesistenti che hanno dato il via all’esplosione della startup economy cittadina, tra cui l’ormai celebre livello dei prezzi immobiliari, che permette di trovare locali ed avvia-re un’attività anche con pochi mezzi. La più gran-de ricchezza di Berlino è però quella che di solito un po’ brutalmente può definirsi “capitale uma-no”, ossia la generazione di giovani sfornata da uni-versità ed altre istituzioni di educazione superiore presenti in città, dotata di un’eccellente preparazione in in-formatica, IT ed economia, ma soprattutto

A n Berlin 44.228 startups have been set up in 2012 in the digital economy, a sector that has generated 9 billion in turnover and created 62.400 jobs in

2011. Take the whole communication and information branch (also offline) and the tur-

nover exceeds 10 billion . 44% of the founders in Ber-lin are foreigners, revealing that the city attracts a lar-ge number of young entre-preneurs from all over the world. Why? There are definitely some pre-existent conditions that gave a decisive boost to Berlin’s startup economy, such as well-known low real estate prices and hen-ce the possibility to rent of-fices and set up a business with little money. However, Berlin’s greatest asset are human resources: a young generation of people that have been educated in one of the city’s universities and other higher educa-tion institutions, and have an excellent preparation in informatics, IT and eco-nomy, and on top of that are international (out of

160.000 university enrollers in 2012/13, al-most 30.000 came from abroad). Moreover,

Why Berlin? Key success factorsof the startup ecosystem

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Vittorio De Vecchi Lajolo

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investo startup

internazionale (su un totale di 160.000 nuovi iscritti all’università nel 2012/13, poco meno di 30.000 erano stranieri). E poi c’è un’infra-struttura ideale, fatta di mezzi di comunica-zione e di trasporto efficientissimi ed eco-nomici, servizi di ogni genere per le piccole imprese (coworking spaces, acceleratori, incubatori, scuole di management, servizi di coaching per founders etc.). Anche i governi - nazionale e locale – hanno i loro meriti: a livello nazionale si è intervenuti con alcune (poche, per la verità) innovazio-ni legislative, prima fra tutte l’ormai ben col-laudata introduzione nel 2008 delle Srl con capitale di 1€ (Unternehmergesellschaft – UG), che si costituiscono in pochi semplici passi e con un esborso minimo in termini di onorari notarili e imposte varie . E poi c’è la mastodontica Agentur für Arbeit (equiparar-la ai centri per l’impiego italiani sarebbe ri-duttivo), che nell’ambito delle sue molteplici attività di ente pubblico di collocamento ed assistenza sociale prevede tra l’altro anche delle apposite indennità di avviamento cui ha diritto di accedere ogni giovane impren-ditore dotato di un business plan credibile, che nelle fasi iniziali della propria attività an-cora non produce reddito. A Berlino c’è inol-tre la IBB , il fondo d’investimento della città, che offre una serie di possibilità per ottenere finanziamenti, investimenti o più semplice-mente assistenza ed aiuto. Naturalmente, date tali condizioni, anche gli investitori pri-vati non hanno tardato a farsi avanti, dando ulteriore slancio ad un “ecosistema” econo-mico e culturale che ha generato o attratto anche players globali, come Zalando, Spoti-fy, Soundcloud o, da ultimo, Yandex.

there is a highly efficient infrastructure consi-sting of inexpensive means of transport and communication, all kind of services for small business (coworking spaces, accelerators, incubators, management school, founder coaching services, etc.).National and local governments have played their role, too. On a national level, some (a few, actually) legislative innovations have been implemented, such as the intro-duction of 1€ capital Ltd. companies (Unter-nehmergesellschaft – UG) in 2008, that have proven very successful so far. They are easy to set up and require a minimum outlay in terms of notary’s fees and taxes . Furthermo-re, the almighty Agentur für Arbeit (it would be reductive to compare it to the Italian Unemployment Centres) as a public autho-rity provides, amongst employment services and social security, even a specific subsidy to young entrepreneurs holding a good bu-siness plan but no income during the early stages of their business. In Berlin there is also the IBB , the city’s investment fund, which offers different programs to obtain funding, investments or simply assistance and help. Given said conditions of course private inve-stors did not hesitate to come forward, giving an additional boost to an economic and so-cial “ecosystem” that has been able to give birth to or attract even global players, such as Zalando, Spotify, Soundcloud or, more re-cently, Yandex.

1 Dati dell’assessorato economia, tecnologia e ricerca (Senat für Wirtschaft, Technologie und Forschung)2 Università ed altre scuole di formazione superiore, dati tratti da Statistisches Jahrbuch Berlin 2013. 3 Fino al marzo 2013 era previsto una sostanziale esenzione dalla tassazione di dividendi e plusvalenze per le società di capitali che deteneva-no partecipazioni anche minime in altre società di capitali. Tale sgravio è stato cassato dalla Corte di Giustizia UE (v. C-284/09) ed è pertanto rimasto solo a favore di partecipazioni sopra il 10% (e sotto il 25%, soglia oltre la quale è applicabile la direttiva 90/435/CE). 4 Il Gründungszuschuss, v. sul sito della Agentur für Arbeit.5 Investitionsbank Berlin, www.ibb.de.

1 Data of the Berlin State Cabinet for economy, technology and research (Senat für Wirtschaft, Technologie und Forschung)2 Universities and other higher education institutions, data from Statistisches Jahrbuch Berlin 2013. 3 Until March 2013 German law provided a substantial exemption from taxation of dividends and capital gains of corporations owning even a small share in other corporations. The EU Court of Justice (v. C-284/09) eventually overruled the tax break, which survived only for shares above 10% (and under the minimum threshold for the application of the directive 90/435/CE of 25%).4 The Gründerzuschuss, see on the Agentur für Arbeit’s website. 5 Investitionsbank Berlin, www.ibb.de.

Text translatedby Filippo Mortarotti

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“ IT he International Book Fair of Tori-

no gives voices to digital innova-tion and opens its doors to start

ups. From the 8th to the 12th of May 2014, Lingotto Fiere will be hosting 10 young companies, selected through internatio-nal call, inside the Start Up Area, the new project within Book to the Future, the area dedicated to digital publishing and to all the new technologies developed for the use of cultural contents. The initiative whi-ch falls within the International Book Fair of Torino and the Digital Festival has been launched the 29th of February, the day the international call was announced pu-blicly. The call was addressed to all those companies born after the 1st of January 2011 and that operate in the publishing field and deal with new ways of using con-tents. Up to the 15th of March, day the call was closed, more than 50 proposals were collected, coming from all over the world: Spain, Germany, United Kingdom, France, Switzerland, Israel and United States, just to mention some. Great response from Italian companies, mainly from the ones seated

l Salone Internazionale del Libro di Torino dà voce all’innovazione di-gitale e apre le porte alle Start up.

Dall’8 al 12 maggio 2014 al Lingotto Fiere 10 giovani aziende, selezionate attraverso un bando internazionale, saranno protago-niste dell’Area Start up, un nuovo progetto ospitato all’interno di Book to the future, lo spazio che da 4 anni dà spazio all’editoria digitale e alle nuove tecnologie di fruizione culturale. L’iniziativa, che rientra nell’ambi-to del Salone Internazionale del Libro e del Digital Festival, ha preso il via il 28 gennaio, data in cui è stato reso pubblico il bando internazionale di partecipazione rivolto alle aziende nate dopo il 1°gennaio 2011 che operano in ambito editoriale e che lavora-no per una nova fruizione di contenuti. Fino al 15 marzo, giorno di chiusura del bando, sono state raccolte oltre 50 candidature, provenienti da tutto il mondo: Spagna, Germania, Regno Unito, Francia, Svizzera, Israele e Stati Uniti, per citare alcuni Paesi. Ottima la risposta anche da parte delle re-altà italiane e, in particolare, delle piemon-tesi, a cui sono riservati tre dei dieci posti a disposizione.Le 10 Start Up selezionate hanno l’opportu-nità di partecipare gratuitamente alla XXVII edizione del Salone del Libro di Torino con uno stand nell’area a loro dedicata. Inol-

Il Salone Internazionale del Libro apre le porte alle start up

digitali internazionaliThe International Book Fair

opens its doors to international Start Ups

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news startup

tre, ai vincitori del bando sono riservati: uno slot orario nell’area esperienziale dell’Area Start Up per coinvolgere il pubblico con at-tività interattive; un panel nella sala incon-tri Book to the future per presentare il pro-prio progetto al grande pubblico; incontri business con gli editori presenti al Salone; incontri business con rappresentanti di so-cietà di venture capital e con business an-gel italiani e internazionali, realizzati grazie alla collaborazione con il portale startup-generation.it. Le 10 aziende selezionate sono: Pubcoder (http://www.pubcoder.com/)Timbuktu (http://timbuktu.me/timbuktu/)20lines (http://it.20lines.com/archive)Xoonia (http://www.xoonia.com/)TwoReads (http://tworeads.com/)Newscron (http://www.newscron.com/welcome/)BliuBliu (http://bliubliu.com/en/it/)SPAM (http://www.spam-magazine.com/) MaieuticaLabs (http://www.cloudschoo-ling.it/)JB Lab (http://www.growinmultimedia.

in Piedmont, to which were guaranteed 3 of the 10 places available. The 10 Start Ups that have been selected will have the chance to participate free of charge to the XXVII edition of the Interna-tional Book Fair of Torino with a stand in a dedicated area. Furthermore, the winners of the call will have: one time slot in the experiential area of the Start Up Area in order to involve the audience within in-teractive activities; one panel discussion inside Book to the Future in order to show the project to the great public; business meetings with publishers of the Fair; busi-ness meetings with the representatives of venture capital companies and with Ita-lian and international business angels, or-ganized in collaboration with startupgene-ration.it.Applications were evaluated by a jury that has taken into consideration criteria such as the innovative aspects of the project/service, the use of new technologies, the

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com/Grow_In_MultiMedia/Home.html)Nella valutazione delle candidature la giuria ha tenuto conto di parametri come innovatività del prodotto/servizio, uso origi-nale di tecnologie, fattibilità del progetto, capacità di ingaggio di editori e lettori, cre-atività e originalità del progetto. La giuria è composta da: Valentino Macri (Fondazio-ne per il Libro, la Musica, e la Cultura), Ro-berto Fantino (GL Events), Eugenio Pintore (Regione Piemonte), Stefa-no Saladino (As-sociazione Luo-ghi di Relazione), Fabio Sferruzzi (Talent Garden Torino), Dona-tella Cambosu (Startupbusiness), Vittorio Mauri (U-Start), Massi-miliano Ceaglio (TreataBit), Mi-chele Padovani (iStarter).L’Area Start up è un’iniziativa di Salone Interna-zionale del Libro, Gl events-Lingotto Fiere e Associazione Luoghi di Relazione - organiz-zatrice del Digital Festival - con il sostegno di Regione Piemonte e in collaborazione con Tag – Talent Garden. Il progetto si avvale della collaborazione di alcune importanti realtà che gravitano in-torno al mondo delle Start up: associazioni, acceleratori d’impresa, business network, incubatori. Tra i soggetti che hanno aderi-to all’iniziativa e che hanno contribuito alla diffusione e alla promozione della call ci sono Camera di commercio di Torino, En-terprise Europe Network - ALPS, Startupbusi-ness, TreataBit, U-Start e iStarter.

Per scoprire di più sull’Area StartUpwww.salonelibro.itwww.digitalfestival.net

feasibility of the project, the employment ability of editors and readers, the creative and original aspects of the project. The jury included: Valentino Macri (Fondazio-ne per il Libro, la Musica, e la Cultura), Ro-berto Fantino (GL Events), Eugenio Pinto-re (Regione Piemonte), Stefano Saladino (Associazione Luoghi di Relazione), Fabio Sferruzzi (Talent Garden Torino), Donatel-

la Cambuso (Startupbusi-ness), Vittorio Mauri (U-Start), Massimil iano Ceaglio (Trea-taBit), Miche-le Padovani (iStarter).The Start Up Area is an ini-tiative of the International Book Fair, GL Events-Lingot-to Fiere and Associazione Luoghi di Rela-zione – which organizes the

Digital Festival – with the support of the Re-gione Piemonte and in collaboration with Tag – Talent Garden.The project takes advantage of the col-laboration of some of the most important realities that revolve around the world of Start Ups: associations, accelerators, busi-ness networks, incubators. Here are some of the names that have joined the initiati-ve and that have spread and promoted the call: Camera di commercio of Torino, Enterprise Europe Network - ALPS, Star-tupbusiness, TreataBit, U-Start and iStarter.

For further information on the Start Up Area.www.salonelibro.itwww.digitalfestival.net

Text translatedby Ginevra Sorvillo

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by Alessandro Dattilo - Torino Storytelling

INVESTO COACH

“La crisi si affronta insieme al team”

Livio Sgarbilivio sgarbi

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on si fa altro che parlare di crisi. È praticamente impossibile di questi tempi, poter guardare la tv, leg-

gere un giornale, fare quattro chiacchiere al bar, senza sentir parlare di crisi. Manager, imprenditori, liberi professionisti sono costretti a muoversi in uno scenario ricco di tensioni e difficoltà, come se i talenti e le ca-pacità personali fossero azzerate da una pa-lude di immobilismo che si mescola alla paura del futuro.Per capire dunque in che modo e con che spirito affrontare i momenti di oggettiva com-plessità come quello che stiamo attraversan-do, ci siamo rivolti a un professionista che per mestiere aiuta le persone a migliorare la pro-pria vita e a raggiungere gli obiettivi.

Fondatore e presidente di Ekis, Livio Sgarbi, torinese, 47 anni, è un Mental Coach da oltre vent’anni e si occupa di strategie per lo svi-luppo di prestazioni ottimali nei più disparati campi professionali, personali e sportivi. Livio ha seguito e segue tuttora aziende multinazio-nali, manager e imprenditori, oltre a lavorare con atleti professionisti e team sportivi di livel-lo internazionale.In questi ultimi anni - è la sua premessa - sono sempre più attento a una questione che sembra di secondaria importanza: parlo del-la reazione psicologica della gente, dell’at-teggiamento mentale che inevitabilmente si trasforma in comportamenti. È da qui che dobbiamo partire, indipendentemente dalla professione che ognuno di noi svolge.

Come si convive, nel caso di un imprenditore, con il timore di dover chiudere la propria at-tività e la preoccupazione di dover licenziare numerose persone?Occorre essere chiari e sinceri con i propri col-laboratori e dipendenti. Da coach consiglio di non chiudersi a riccio, pensando di dover risolvere la crisi in solitudine. Questo è invece il momento di fare squadra, di chiedere con entusiasmo al gruppo di ricercare idee con-crete e piani di riduzione dei costi. Ripeto: non flagellarsi, ma rimboccarsi le maniche tutti in-sieme.

Ne do nothing that talking about the economic crisis. Nowadays we all talk about

the crisis: on tv, in the newspaper, in a bar. Managers, entrepreneurs, freelance profes-sionals are forced to live in a scenario full of tensions and difficulties, as if their talents and personal attitudes were set to zero by inacti-vity together with fear of the future.In order to understand how to overcome this tough times we are going through, we talked to a professional who helps to impro-ve people’s life and to reach their goals.

Founder and president of Ekis, Livio Sbargi, from Turin, 47-years old, has been a Mental Coach for over twenty years and he is invol-ved in developing optimum performances in different professional , personal and sport sectors. Livio worked and he is still working with multinationals, managers and entre-preneurs, besides working with professionals athletes and sport teams at an international level. In recent years – says – I have been incre-asingly paying attention to something that could seem less important: I am talking about the physiological reaction in people, to their mental attitude which inevitably turns into behaviors. We have to start from here, regardless our profession.

How does a businessmen live with the fear of closing his/her company and with the con-cern of having to lay off many people?We need to be clear and honest with our staff and employees. My advice as a coach is not to shut yourself off and thinking of resol-ving the crisis in solitude. It is time to team up, to ask the group to find realistic ideas and plans to reduce costs. I repeat : do not whip over it and get down to work all together.

How can a manager, maybe not too young anymore, keep feeling to be the right per-son at the right place, despite the feeling of being undermined by the speed of techno-

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Chi è Livio Sgarbi

investo COACH

Come può un manager, magari non giova-nissimo, continuare a sentirsi la persona giusta al posto giusto, nonostante la sensazione di venire scalzati dalla velocità dell’innovazione tecnologica?Un professionista può cedere qualcosa sul lato delle nuove tecnologie, ma non perde-re punti sul fronte dell’esperienza e della lea-dership sulle persone. Non è così importante saper usare WhatsApp e Facebook come un ragazzo di vent’anni: basta conoscerne le basi e i benefici. Poi incaricheremo qualcuno al nostro fianco che le utilizzerà anche per noi.

logical innovation?A professional can afford not to be up-to-date with all the new technologies, but he has to be always up-to-date with skills and leadership on people. It is not that important how to use WhatsApp and Facebook like a twenty year old boy: it is enough to know the basis and benefits. Then we will instruct someone else to use it for us.

“Fondatore e presidente di Ekis svolge attività di Master Trainer e Personal Coach e tiene seminari

in Europa sulla motivazione e il potenziamento delle risorse personali. Da vent’anni si occupa di strategie per lo sviluppo delle prestazioni ottimali (peak performance training) nei più diversi cam-

pi di applicazione professionale, personale e sportiva. Ha seguito e segue tuttora in qualità di mental coach aziende multinazionali, squadre sportive (calcio, pallavolo, pallamano, equitazione, basket, golf, tennis), manager, imprenditori, professionisti e atleti di svariate discipline sportive (atletica, golf, tennis, calcio, sci eccetera). Personal coach di numerose personalità di rilievo in ambito dirigenziale, manage-riale e sportivo (Carlo Ancelotti, Massimo Caputi, Marco Berry, Fabio Fognini) è stato ospite e opinionista di svariate trasmissioni televisive su Rai, Mediaset, Sky, MTV e radio nazionali (Radio Deejay, RIN, 105, Capital, Rai) in qualità di opinionista ed esperto in peak performance. Autore per la Sperling & Kupfer di due libri di successo: “Istruzioni per Vincere” e “Dai colore alla tua vita”. È oggi riconosciuto il coach più esperto e autorevole in Italia.

Founder and president of Ekis is a Master Trainer and Pesonal Coach; he holds se-minars in Europe on motivation and development of personal resources. For twenty years he has been involved in developing optimum performances (peak perfor-mance training) in different professional , personal and sport sectors. As a Mental coach he worked and he is still working with multinationals, sport teams (soccer, volleyball, handball, horse riding, basketball, golf, tennis), managers, businessmen, freelance professionals and athletes from different sports (athletics, golf, tennis, football, skiing, etc). Personal coach of several prominent personalities in mana-gement and sport (Carlo Ancelotti, Massimo Caputi, Marco Berry, Fabio Fognini) has been invited as opinion leader in many tv shows in Rai, Mediaset, Sky, MTV and national radios (Radio Deejay, RIN, 105, Capital, Rai) also as expert in peak performance. Author of two successful books by Sperling & Kupfer: “Istruzioni per Vincere” and “Dai colore alla tua vita”. He is now recognized as the most skilled and respectable coach in Italy.

Questo è il momento di fare squadra, di chiedere con entusiasmo...

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esides being a guarantee, Licia Mattioli’s jewels have a long history that started the last century - in 1860

- with the Antica Ditta Marchisio, owner of the first stamp issued by the city of Turin: the all-time “1 TO”. Today, thanks to his noble past, the Mattioli brand has become a fine ambassador of the made in Italy, represen-ting the most renowned and masterly gold-smith tradition of Turin.Specialists in creating and handcrafting high quality jewelry, the brand, from its very begin-ning, has a large staff of craftsmen that wor-ks the gold through a complete circle: from the fusion of the ingot to the finished piece. Since 1970 the Antica Ditta Marchisio began to exclusively design and produce some of the most successful models of the most pre-stigious Maison at international level, which are always very satisfy by Mattioli’s work.In 1995 the engineer Luciano Mattioli, who has acquired significant expertise and know-how throughout many years of working with big organization, purchased the company and asked his daughter Lucia, lawyer in Tu-

Bgioielli di Licia Mattioli oltre ad esse-re una garanzia hanno una storia che affonda le sue radici nel secolo scorso

- nel 1860 - con l’Antica Ditta Marchisio, tito-lare del primo punzone rilasciato dalla città di Torino: lo storico “1 TO”. Oggi, grazie al suo nobile passato, il marchio Mattioli è ormai di-ventato un raffinato ambasciatore dello stile made in Italy legato alla più rinomata e sa-piente tradizione orafa torinese.Specializzata nella creazione e lavorazione manuale di gioielleria e oreficeria di alta qualità l’azienda si avvale, fin dalle origini, del prezioso contributo di un nutrito staff di artigiani che lavorano l’oro a ciclo comple-to: dalla fusione del lingotto fino al pezzo fini-to. A partire dal 1970 l’Antica Ditta Marchisio comincia a progettare e produrre in esclusi-va alcuni tra i modelli di maggior successo delle Maison più prestigiose a livello inter-nazionale, le quali continuano a servirsi as-siduamente dell’operato dell’azienda con reciproca soddisfazione.Nel 1995 l’ingegnere Luciano Mattioli, porta-tore di competenza e know-how maturati in anni di lavoro presso grandi organizzazioni, acquisisce l’azienda, chiedendo alla figlia

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by Micaela Barisone

INVESTO luxury

The ancient origins of a contemporary styleLE ORIGINI ANTICHE

DI UNO STILE CONTEMPORANEO

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Licia, già avvocato in Torino, di affiancarlo nella gestione dell’impresa. Negli anni suc-cessivi, grazie ad un costante processo di innovazione formale e tecnologica, suppor-tata da una nuova gestione intraprendente e strategica, l’Antica Ditta Marchisio esten-de la distribuzione dei gioielli ai mercati esteri attraverso gioiellerie selezionate in Europa, Stati Uniti e Giappone. Nel 2000 la famiglia Mattioli sceglie di firmare con il proprio nome un brand che racchiuda in sé e rappresenti ovunque nel mondo l’importante patrimo-nio di tecnica, passione e ricerca che da sempre caratterizza l’azienda. Nasce, così il marchio Mattioli: sotto la gui-da di Licia e grazie al suo entusiasmo e alle sue capacità creative, le nuove collezioni raggiungono in breve tempo un inatteso e straordinario successo. Interprete del lusso contemporaneo, Mattioli si distingue per l’originale stile classico e al tempo stesso moderno, particolarmente morbido e av-volgente nelle linee dei celebri girocolli. La lavorazione, affidata ancora oggi al talento di oltre cento esperti maestri orafi, e l’atten-zione rivolta alle materie prime, selezionate tra le più pregiate, garantiscono l’unicità e l’eccellente qualità di tutti i modelli realizzati. Ogni pezzo è un compagno di viaggio ver-satile e singolare che Licia Mattioli è pronta a far conoscere alla Baselworld, la fiera di Basilea dedicata alla gioielleria e agli orologi di lusso in programma a Basilea dal 27 marzo al 3 aprile.

rin at the time, to assist him in managing the business. In the following years, thanks to an ongoing process of formal and technologi-cal innovation, supported by a new strategic and enterprising management, the Antica Ditta Marchisio expanded the distribution to foreign markets through selected jewelries in Europe, United States and Japan. In 2000 the Mattioli family made the decision to use its own name for a brand that throughout the world embodies and represents a re-markable legacy of technique, passion and research which have always characterized this company. That’s how the Mattioli brand was created: under Licia’s directions and thanks to her enthusiasm and creative abilities, the new collections the new collections very quickly achieved an unexpected and extraordinary success. Expression of contemporary luxury, Mattioli stands out for its original style, which is classic and at the same time modern: parti-cularly soft and enveloping are the lines of its famous necklaces. The crafting of the jewel-ry is still today entrusted to the talent of over 100 expert master jewelers. Furthermore, the attention we give to raw materials, selected from among the most precious, guarantees the uniqueness and excellent quality of all the models created Each piece is a versa-tile and unique travel companion that Licia Mattioli wishes to present at Baselworld – the international luxury watch and jewelry show which will take place in Basel from March 27th to April 3rd.

BIG ARUBA Bracciale in oro rosa

Ciondolo AFRICAN QUEEN in oro bianco rodiato

con geco in tsavoritie uovo in fosfosiderite.

HIROKO Anello in oro rosa,oro bianco e diamanti

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L“ Sport? It is training, discipline, talent. But it is also a matter of style. Because it is important to win as well as to lose.

But there is also another style: the aesthetic style. A beauty that is not only superficial, ar-tificial, unnecessary, but it is essence. Shape that gives body to a message, that helps a competition to become an unforgettable memory. And if some sport champion or some prestigious team are now looking for some distinguishing feature for an interna-tional event, well, they are likely to knock at the door of a Pied- m o n t s brand from Turin: Pininfarina.Don’t you dare to consider it a brand just for the car indu-stry. Its history says it all, both in recent and di-stant past. Pininfa-rina and sport have a strong relation, that

o sport? Certo è allenamento, disci-plina, talento. Ma anche una que-stione di stile. Perché bisogna saper

vincere, così come bisogna saper incassa-re le sconfitte. Però c’è anche un altro stile, quello estetico. Una bellezza che non è solo esteriore, fittizia, superflua, ma è sostanza. Forma che dà corpo a un messaggio, che contribuisce a fare di un’esperienza agoni-stica una suggestione memorabile. E se c’è qualche campione, qualche squadra pre-stigiosa, qualche evento mondiale che in questi anni si mette alla ricerca di un tratto distintivo, beh, è molto facile che scelga di suonare al campanello di un marchio tutto piemontese e torinese: Pininfarina.Guai, infatti, a considerarla una griffe che ha legato la propria attività esclusivamente al mondo dell’automotive. La storia parla chia-ro: sia nel passato più recente che in quello più lontano. Quello tra Pininfarina e lo sport è un rapporto forte, consolidato negli anni, che non ha mai fatto differenze tra discipli-ne, stagioni e regole del gioco. Il frutto più recente di questa passione così focosa è il Dubai Tour, la prima edizione della corsa ci-clistica a tappe che all’inizio di febbraio ha portato i campioni delle due ruote a per-

S port is discipline, but it is also style

by Pietro Diana

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QUANDO LO SPORTè DISCIPLINA, MA PURE STILE

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correre le strade del Medio Oriente, territo-rio ricco e con una gran voglia di emerge-re alla ribalta mondiale. Il simbolo di questa competizione è nato proprio nel Centro Stile alle porte di Torino, plasmando il trofeo asse-gnato al vincitore dal Dubai Sport Council. Un cerchio, a prima vista, ma con richiami che spaziano dalle ruote della bicicletta alle immagini vintage di questo sport, quando i concorrenti indossavano a tracolla le ca-mere d’aria di riserva, in caso di forature. Un premio, dunque, ma anche un oggetto chiamato a regalare un impatto emotivo. E che può vantare un albero genealogico piuttosto autorevole. A partire, per esempio, dal simbolo di quello che è stato forse il più grande evento sportivo sul territorio italiano in tempi recenti: la torcia dei Giochi Olimpici invernali del 2006. Appuntamento per il qua-le Pininfarina ha ingegnerizzato e prodotto 12mila unità numerate per le Olimpiadi e al-tre 125 per i successivi Paralimpici. E la stes-sa firma ha distinto il braciere, costruito con

has been strengthened over the years, that has never made any differences between disciplines, seasons and rules of the game. The latest result of this passionate relation is the Dubai Tour: in its first edition this bicycle stage race has gathered, since the begin-ning of February, the two-wheel champions on the roads of the Middle East, a rich area which wishes to be in the international fo-refront. The symbol of this competition was created in the Centro Stile just outside Turin, molding the winner’s trophy from the Dubai Sport Council. At first sight it could look like a ring with some references to the bike rim and to old sport images, when the competitors used to wear a spare air chamber in case of flat tire. An award but also an object that gives an emotional impact, and that can be proud of its family tree. Starting, from exam-ple, from the symbol of what was perhaps the biggest sporting event in Italy in recent times: the 2006 Olympic Winter Games tor-ch. For the event Pininfarina has engineered and produced 12000 numbered pieces for

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i suoi 57 metri di altezza al fianco dello sta-dio Olimpico di Torino. Di Pininfarina anche il logo di Euritmica 2008, campionato Europeo di Ginnastica ritmica disputato sempre nel capoluogo piemontese. Passando alla disciplina forse più amata in Italia, anche il calcio ha un legame con Pi-ninfarina: si tratta dello Juve Stadium, inau-gurato nel 2011 e griffato nella progettazione delle aree interne per pubblico e giocatori, dal salone d’onore agli spalti, fino alle pan-chine, gli spogliatoi e i ristoranti. Un gioiello avveniristico, a detta di molti osservatori, che mantiene il suo legame con il marchio dello stile sabaudo. Ma non finisce qui: Pininfarina vuol dire anche, per antonomasia, la Galle-ria del Vento: la struttura mitica di Grugliasco che da decenni sfida la legge di gravità e quelle della fisica in generale, cercando di regalare con il disegno e l’innovazione qual-che chilometro all’ora in più agli amanti del-la velocità. Come Simone Origone, campio-ne del mondo di sci di velocità, ma prima di lui addirittura un mito come Francesco Mo-ser aveva preparato lì gli accorgimenti per il record dell’ora. E poi Reinhold Messner, che presso il Centro Ricerche collaudò la tenda d’alta quota, mentre Isolde Kostner, campio-

the Olympics and other 125 for the next Pa-ralympic Games. The same brand has crea-ted the brazier, 57 meter high and build be-side the Olympic Stadium in Turin. Pininfarina has also created the logo for the 2008 Eu-ritmica, the European rhythmic gymnastics championship that was also held in Turin.Talking about the most popular sport in Italy, soccer is also related to Pininfarina with the Juve Stadium, which was opened in 2011. The project has the designer labels: from the indoor areas for the audience and players, to the hall of honor to the stands, as well as the benches, changing rooms and restau-rants. A futuristic jewel, according to many observers, that maintains its link with the Sa-voy style brand. But that’s not all: Pininfarina also means the Wind Tunnel: the legendary construction of Grugliasco, that has been defying gravity and physic in general, trying to give away to speed lovers, through inno-vation and design, a few more kilometers per hour. Just like Simone Origone, world champion in speed skiing, but before him the legendary Francesco Moser had pre-pared himself in the wind tunnel for the hour record. And again Reinhold Messner who

Juventus Stadium

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nessa dello sci alpino in tempi recenti, testò la sua tuta da gara. Idem Daniela Cecca-relli, che chiese una mano per prepararsi ai Giochi di Salt Lake City del 2002. Proprio a Torino 2006, invece Antoine Dénériaz si ag-giudicò l’oro nella discesa libera maschile vestendo la tuta testata in galleria del vento. Senza dimenticare l’impegno per lo sviluppo di molte attrezzature usate da atleti con di-sabilità.“La nostra attenzione per lo sport ci accom-pagna da sempre - dichiara il presidente, Paolo Pininfarina -. Quella passione che ha reso possibile anche la collaborazione con il Dubai Sports Council coinvolgendoci in ogni fase del progetto della gara ciclistica più prestigiosa del territorio asiatico. Siamo par-titi dalla ricerca di stile e siamo arrivati allo sviluppo 3D di tutti i dettagli del Trofeo, fino al supporto durante il processo di produzione. Il Trofeo riflette i principi dello stile Pininfarina: la ricerca della purezza delle linee e una sin-tesi estetica che, nel caso di automobili o di oggetti per la casa, è una combinazione di bellezza e funzionalità, forma e tecnologia”.

tested at the Center the high altitude tent, while Isolde Kostner, alpine skiing champion in recent times, tested her race suit. The same did Daniela Ceccarelli, who asked for some help to prepare for the 2002 Olympic Winter Games in Salt Lake City. In Turin in 2006, Antoine Dénériaz won the gold in the men’s downhill wearing the ski suit tested in the wind tunnel. Let’s not forget the com-mitment in developing many equipment for used by athletes with disabilities. “We have been always paid great attention to sports – says the President, Paolo Pininfarina -. The collaboration with the Dubai Sports Council was made possible by this passion, and we were involved in every stage of the project of the most prestigious bicycle race of the Asian territory. We began searching the style and we ended up developing all the details of the trophy in 3D, up to the support during the production process. The trophy reflects the principles of Pininfarina style: the pursu-it of purity of lines and an aesthetic outline that, for cars and household items, is a com-bination of beauty and functionality, form and technology”.

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Modella: Elisabeth Sinisi(www.silkandscissors.it)

Abiti: Davide Monaco(www.davidemonaco.com)

Foto: Maurizio Bo(www.mauriziobo.com)

Location: Grand Hotel Sitea Torino (www.grandhotelsitea.it)

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extratorino.it

Il mondo visto da Torino, Torino vista dal mondo

eextratorino.it

ogni due mesi nelle edicole

della città

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INVESTO travelby Ardena Caramello

TurinTORINO

qualche palazzo o ancor più semplicemen-te la luce di un lampione che proietta la sua ombra sulle sue eleganti strade.Torino é una città dal carattere riservato; re-miniscenze di tempi molto più antichi fanno si che i palazzi siano per architettura, altezze e utilizzo dei colori o del mattone molto simili tra di loro, come a voler creare una quinta scenografica intorno ad un palcoscenico d’eccellenza, le dimore di casa Savoia.Il rigore sabaudo che contraddistingue gli esterni non lascia presagire lo stupore del vi-sitatore che si addentra in uno di questi pa-lazzi; la possibilità di passeggiare osservando capolavori del barocco e del neoclassico, coperture in foglia d’oro, intarsi di grandi ebanisti e lampadari di cristallo sono la giu-sta ricompensa per essersi spinti all’interno di queste residenze.La chiesa di San Lorenzo é forse uno degli esempi più lampanti della forte differenza tra la parte interna e quella esterna degli edifici torinesi: anonima facciata inserita all’interno di un palazzo, quasi non invoglia a varcare il portone, ma entrando si potrà ammirare

isitare Torino é un’esperienza uni-ca: la pensi in un modo, giri l’an-golo e... ti sorprende!

La mia città nel corso degli ultimi anni é stata descritta in mille modi e non sempre del tutto gradevoli; secondo molte persone é grigia, é industriale, é statica e “vecchia”.A queste persone che la pensano così vorrei poter prestare per un giorno i miei occhi, per far capire loro come sia davvero Torino.Io sono una guida turistica, ed il mio bellis-simo lavoro consiste proprio nel poter far amare Torino nella sua interezza, quella di fiera città prima capitale d’Italia, con i suoi palazzi nobiliari, quella di città italiana capi-tale del liberty, quella di città aperta all’arte contemporanea e quella di città difficile da scoprire, ma che all’occhio attento sa dare molte emozioni.Torino ha una molteplicità di anime che con-vivono al suo interno, e riuscire a scoprirle tutte a volte é difficile persino per il torinese stesso, che passeggia per il centro guardan-dosi intorno ma non avendo magari cura di notare i suoi particolari, la palla di cannone inesplosa ancora visibile incastonata su al-cune facciate, il mascherone sul portone di

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uno dei più grandi capolavori barocchi del-la città, opera di Guarino Guarini, avveniristi-co padre teatino che si é contraddistinto per la sua architettura tendente alla ricerca del-la luce tramite un percorso che idealmente rappresenta l’ascesa verso i cieli.Uscendo dalla chiesa, il turista si troverà qua-si di fronte ad un’altra “stranezza”: una fac-ciata barocca posta a ridosso di una casa-forte medievale, costruita a sua volta sui resti di una delle porte romane di accesso alla città: Palazzo Madama, antico castello me-dievale trasformato poi in dimora principale delle due Madame Reali di Torino, diventerà nel 1848 la sede del Senato Subalpino, or-gano voluto dal Re Carlo Alberto con la firma dello Statuto Al-bertino.Di fronte al Palaz-zo Madama si trova l’antico decumano massimo, oggi Via Garibaldi, una delle vie pedonali più lun-ghe d’Europa; prose-guendo a piedi per questa lunga strada con le facciate delle case perfettamen-te allineate, si potrà raggiungere via del-la Consolata, dove sorge uno dei palazzi nobiliari più sceno-grafici e meglio con-servati della città, la dimora del Marchese Baldassarre Saluzzo di Paesana, edificato nel 1722.L’appartamento dei marchesi Saluzzo Pa-esana occupava al tempo della sua costru-zione l’intero piano nobile; frazionato poi nel corso degli ultimi cento anni, ad oggi con-serva ancora alcune stanze visitabili e dota-te di affreschi ed arredi originali.Lasciando il palazzo e continuando sulla me-desima via, si potrà raggiungere quella che per i torinesi é la chiesa più importante della

città, il Santuario della Consolata.Sì, perché quando dicono che noi torinesi siamo “bastian cuntrari”, non hanno proprio tutti i torti: ciò che per noi é importante, non sempre lo é per il turista, o perlomeno non prima di un’attenta osservazione.La chiesa della Consolata racchiude al suo interno la storia di più di un secolo di devo-zione, a partire dalla sua costruzione nel X secolo, fino ad arrivare agli interventi più re-centi risalenti all’inizio del novecento.Il vero torinese non vi dirà mai che la chiesa

più importante del-la città é il Duomo, nonostante sia la nostra Cattedrale ed ospiti al suo in-terno la Sacra Sin-done, icona del cristianesimo e re-liquia venerata da fedeli provenienti da ogni parte del mondo.Nello stesso modo, nonostante il simbo-lo della nostra città sia la Mole Antonel-liana, edificio che nasce come antica sinagoga in realtà mai utilizzata e tra-sformatosi ben pre-sto in monumento simbolo dell’Italia Unita e del suo Re Vittorio Emanuele II, oggi sede del Mu-seo Nazionale del Cinema, noi torinesi siamo stranamen-te più affezionati al

Caval d’Bröns che non ad essa.Il fiero uomo che si erge sul cavallo di bronzo é il Duca Emanuele Filiberto, colui che prese la coraggiosa decisione di spostare la ca-pitale del suo ducato da Chambery a Tori-no, permettendo così alla città di diventare

Piazza San Carlo, Caval d’Bröns

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conservato in ogni sua parte.Quella che era l’antica sala da ballo che ospitava cerimonie, nel 1848 verrà converti-ta in aula della Camera dei Deputati del Re-gno Subalpino; divenuta però nel corso del tempo troppo piccola per poter ospitare tut-ti i deputati che sarebbero arrivati dalle altre regioni a seguito della nascita del Regno d’I-talia, verrà dismessa nel 1861. Ancora oggi l’orologio é fermo all’ora dell’ultima seduta del Parlamento. Il palazzo di lí a poco ver-rà raddoppiato in superficie, e la seconda facciata in stile neoclassico su Piazza Carlo Alberto ospita l’ingresso del Museo Nazio-nale del Risorgimento Italiano, che trova la sua sede permanente all’interno del palazzo che ha visto i natali del primo re d’Italia.I caffè storici sono sempre stati il fulcro della vita della città, punto d’unione tra nobiltà e borghesia e rappresentativi della storia a ca-

quella che é oggi.Il Caval d’Bröns é posto proprio al centro della piazza più cara a noi torinesi, la sceno-grafica piazza San Carlo, con le sue facciate lineari, il suo impianto porticato e le sue due chiese che avrebbero dovuto esser gemelle ma così gemelle non sono.Lasciandosi l’aulica piazza alle spalle e spo-standosi lungo via Roma, antica via Nuova nata ad inizio seicento per l’esigenza di am-pliare la città ed oggi principale arteria del centro cittadino, bisognerà svoltare legger-mente per poter finalmente notare un palaz-zo unico nel suo genere, con una facciata dalle linee concave e convesse ed un fine-mente lavorato mattone a vista.Palazzo Carignano é il fulcro dell’omonima elegante piazza che lo ospita, nato per vo-lontà dei Principi di Carignano a metà del XVII secolo ed ancor oggi perfettamente

Palazzo Madama

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Cupola Chiesa di San Lorenzo

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conserva il tavolo e la sedia originali dove soleva accomodarsi il celebre statista.Per ritornare in Piazza Castello, il percorso d’obbligo per il turista é quello di passare at-traverso la Galleria Subalpina, dove si potrà tornare a rivivere l’atmosfera degli antichi mercati vittoriani inglesi di fine 800.Ritornato su piazza Castello, il visitatore potrà proseguire lungo la via porticata che scen-de verso il fiume; antica via detta della Cal-ce, oggi via Po é una delle vie più importanti del centro cittadino. É proprio in una delle sue traverse che si erge nei suoi 167, 5 metri d’altezza la Mole Antonelliana, ben visibile da tante parti della città e della collina che sorge tutt’intorno a Torino.I percorsi da compiere sono molteplici, e tutti volti a scoprire le bellezze più evidenti e quel-le più nascoste della città, partendo dalla sua fondazione in epoca romana fino ad ar-rivare all’era del post industriale e dell’arte contemporanea, passando attraverso il ba-rocco e l’ecclettismo.In vista delle tante manifestazioni che ven-gono organizzate dalla città nel corso dell’anno, non perdete l’occasione di piani-ficare un soggiorno qui in città, vedrete, sarà amore a prima... visita!

vallo tra otto e novecento.Proprio in Piazza Carignano sorge Pepino, gelateria storica fornitrice ufficiale della Real Casa; fondata nel 1884, detiene il deposito del brevetto e della commercializzazione del primo gelato su stecco ricoperto di cioc-colato al mondo: il Pinguino nasce nel 1939, ed ancor oggi é prodotto con ricetta origi-nale. La location e la bontà del gelato non possono che meritare una visita, ed una go-losa sosta durante l’itinerario turistico.A fianco della Gelateria Pepino si erge il te-atro Carignano; i turisti non devono farsi in-gannare al semplice e moderno ingresso: l’interno conserva ancor oggi l’allestimento di metà ottocento che fa si che sia uno dei teatri più antichi d’Italia.A lato del teatro si trova il Ristorante del Cambio, datato 1757 e meta favorita del Pri-mo Ministro del Regno d’Italia Camillo Benso Conte di Cavour; ancora oggi il ristorante

PHOTOS © Antonio Filigno - All rights reservedwww.antoniofiligno.com

Palazzo Carignano

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Gelateria PepinoPiazza Carignano 8, Torino

Aperto tutti i giorniServizio a pranzo con menù settimanale

Si organizzano: colazioni di lavoro, ricevimenti per ricorrenze, feste private, merende e cene su prenotazione, aperitivi, degustazione gelati - cioccolate e vini.

Servizio dehors estivo e invernale.Facebook e Twitter: gelateriapepino

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“Investirein BrasileL’ area nord-est del Brasile, com-

posta da 9 Stati e con una po-polazione complessiva di oltre 70 milio-ni di abitanti, oggi rappresenta, subito dopo la provincia di San Paolo, il mag-giore territorio d’interesse per sviluppo socio-economico del Paese.Tale zona si è dimostrata essere in que-sti ultimi anni, quella caratterizzata dai tassi di sviluppo più elevati ed in parti-colare lo Stato del Cearà, con Forta-leza, la capitale, che sin dal 2010 ha conseguito una stupefacente crescita economica. Il Cearà è lo stato che si è maggiormente sviluppato in Brasile nel 2010, con un PIL del 7,9%, rispetto al 7.5% complessivo del Paese. Nel 2011 il PIL del Brasile è stato del 2,79%, e quello dello stato del Cearà è sta-to del 6,1% dunque molto al di sopra della media del Paese. Nel 2012, nuo-vamente un risultato ottimo: il PIL del Brasile è stato dello 0,9%, e quello dello stato del Cearà è stato del 3,65 %.Nel 2013 il PIL brasiliano ha chiuso all’ 1,9% e quello del Cearà al 3,6%. In conseguenza al quadro economico, e al mercato immobiliare, negli ultimi 5 anni abbiamo avviato iniziative immo-biliari nell’area di Fortaleza. Queste, ol-tre a rivelarsi ottime dal punto di vista della redditività, ci hanno permesso di acquisire un know-how tecnico, legale e fiscale relativo al settore immobiliare che ci permette ad oggi di individuare ottime possibilità di investimento.In particolare negli ultimi 2 anni la no-stra attenzione si è concentrata nell’a-rea intorno al porto di Pecem, poiché presenta alcuni fattori che rendono la situazione economica e del mercato immobiliare eccezionale nel suo insie-me. Infatti, Il porto di Pecem, attual-mente 7° per traffico di merci in Brasile è destinato, secondo recenti stime a

diventare il 2° nei prossimi 5 anni dopo quello di San Paolo.A ridosso del porto il Governo brasi-liano ha creato una zona franca di 11.000 ettari per attrarre investimenti di grosse e medie industrie, la zona fran-ca (ZPE). In quest’area è già in corso di realizzazione l’impianto di una side-rurgica coreana (Posco), su un’area grande 2 volte l’Ilva di Taranto, che prevede appena ultimata l’assunzio-ne di 25.000 operai brasiliani e il dislo-camento in loco di 5.000 tecnici core-ani.Un’altra area è di proprietà della Pe-trobras, la petrolifera brasiliana, che realizzerà una raffineria.La nostra forza, come gruppo immo-biliare, oltre al know –how tecnico, le-gale e fiscale, si concretizza nell’aver selezionato professionisti competenti nonchè aver allacciato rapporti con-solidati con alcuni Istituti Bancari.Come indicato nella pagina a lato il 14 aprile 2014 sarà organizzato un in-contro all’Unione Industriale di Torino incentrato sull’argomento Brasile, in particolare sulla macro area del Nord Est, intitolato “PRODURRE E INVESTIRE IN BRASILE, PERCHE’?“. L’incontro ve-drà la presenza della Camera di Com-mercio italo brasiliana di Fortaleza e della direttrice commerciale della ZPE.In tale sede si affronteranno varie te-matiche, sia per chi vuole insediarsi con uno stabilimento produttivo, sia per chi può essere interessato a inve-stire nell’area in immobili (residenziali, industriali e terreni).

Nel prossimo numero di INVESTO MA-GAZINE approfondiremo l’argomento nella rubrica dedicata ad Investo Bu-ilding e al redazionale dedicato all’EI-RE-Expo Italia Real Estate.

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INVESTO NEWS

MADEMassimo DevalleResponsabile Organizzazione e SviluppoTel.: +39 339 13 66 [email protected]

EDILMEDIA S.a.s.Marco SavioC.so Vittorio Emanuele II, 86 - 10121 TorinoTel. e Fax +39 011 76 40 333 - Cell. +39 346 33 56 231www.edilmedia.net - [email protected]. e P.I. 09904770014

SG DESENVOLVIMENTO Giovanni Savio

Diretor ComercialAv.da Aboliçao, 4043

Mucuripe - Fortaleza/CE/BrasilTel. : +39 335 83 68 917 (Italy)

Tel. : +55 85 965 55 177 (Brasil)[email protected]

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Investo Magazineraffinato ed elegante bimestrale redatto in due lingue, propone al lettore l’immediata fruibilità di ogni possibile mercato di investimento.

Investo Magazine si propone al lettore che ama viaggiare, ricercato e con uno spiccato senso estetico, attento alle tendenze e alle mode del momento, innovativo e unico nel genere free-press, offre la possibilità anche ai più tecnologici di sfogliare l’esclusivo bimestrale attraverso smartphone e tablet.

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by Marco Longhini

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200 CV - € 31.120,00 driver: Marco Longhini

DIG-T 4WDNissan Juke Nismo 1,6

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ismo, in Giappone, per gli appas-sionati di corse rappresenta un or-goglio nazionale ed è l’acronimo

di Nissan Motorsport; qui da noi, e più in ge-nerale in Europa, ha però un grosso successo soprattutto tra i giovani che passano le loro giornate attaccati alla Playstation. Riteniamo quindi sia azzeccata la scelta di un modello come la Juke (così originale e fuori dagli schemi) per farle vestire per la pri-ma volta livrea del prestigioso brand sportivo che ha come filosofia: “Innovation & Excite-ment for everyone”.

L’idea è quella di fornire una vettura molto “pepata” ma allo stesso tempo non troppo estrema, accessibile a tutti e con un prezzo interessante; non male come formula di in-vestimento per un “Mini-Suv” che può svol-gere un ruolo a “tutto tondo” e strizza l’oc-chio ad un pubblico più giovane. Ecco svelato il motivo per cui noi, di Investo

Magazine, ci troviamo a bordo della Juke Ni-smo 1,6 DIG-T 4WD, da 200 CV.I tecnici Nismo sono partiti dalla Juke Tekna 1,6 litri a iniezione diretta per trasformare la crossover di successo in una piccola “bom-ba”, senza compromettere le qualità che ne hanno fatto una regina nell’uso quotidiano.La firma Nissan Motorsport è riconoscibile

Nor race fans Nismo represents in Japan a national pride and the acronym stands for Nissan Motor-

sports; in Italy and in Europe in general, it has a big success especially among young people (and very young people) who spend their days playing with the Playsta-tion.We think it is appropriate to talk about a model like the Juke (so original and un-conventional), to let it wear for the first time (also in the old continent) the livery of the prestigious sports brand which has this philosophy: “Innovation & Excitement for everyone”.

The idea is to come out with a very “pep-pery” car but, at the same time, not too extreme, accessible to everyone at an in-teresting price; not too bad as investment in this “Mini-Suv” which is a “in the round” car and perfect for a young audience.That’s why Investo Magazine has decided to test drive the Juke Nismo 1,6 DIG-T 4WD, 200 HP.The Nismo technicians started from the Juke Tekna 1,6 liters direct fuel injection ( look at the traffic around you and you will see a lot of these car; 290000 cars sold in Europe in 2010) to transform this succes-sful crossover into a little “bomb”, also full of personality, without compromising the qualities that have made it a queen of the everyday use.If the Nissan Juke is already a good topic of discussion when parked in the street, ima-gine the new Nismo which is more exclusi-ve and stands out from the crowd.The prominent upper edge of the large lower grille features a red pinstripe on “Pe-arl White” (the only color available), whi-ch drops dramatically to curve around the smaller vents and continues all the way to the front wheel arches. Compared to the standard Nissan JUKE, the most obvious vi-sual change is to the front fascia and grille,

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Immagine d’archivio

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per i richiami rossi sul colore bianco perlato (“Pearl White”, unico disponibile) che corro-no lungo le fiancate, sulla griglia del paraurti (anteriori e posteriori) e sulle calotte esterne dei retrovisori. Frontale ribassato, parafanghi allargati, minigonne, splitter anteriore e spoi-ler posteriore ne esaltano l’aria sportiva, che include una sottile striscia di luci diurne LED (molto GT-R) che incorniciano le due inedite prese d’aria. Ovviamente presenti anche i grandi fari tondi che circondano la calandra (e sono in palese contrasto con i gruppi ottici dal taglio spigoloso) e i gruppi ottici posterio-ri a boomerang, biglietto da visita di questa turbo benzina. Esclusivi, invece, i cerchi, da 18”, che sfog-giano un design a dieci razze (in antracite scura) che non toglierete nemmeno d’inver-no, visto che sono catenabili, oltre che bellis-

which have been modified to better con-trol airflow to the engine. The unique front end features a lower and more aggressive design. JUKE’s familiar integrated fog lights have been replaced by thin-strip LED ac-cent lights (very GT-R), positioned at the top edge of small vents to the side of the larger grille.Also part of the stunning JUKE NISMO exte-rior appearance are the unique 18-inch li-ghtweight aluminum-alloy wheels (finished in dark anthracite), which you will keep on even during winter time as, besides being beautiful, they are good for snow chains. The front seats have been redesigned to offer additional lateral support and they are very comfortable also for the taller ones. Trimmed in suede, they sport vibrant

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simi. A completare il tutto, infine, un diffusore ed una luce antinebbia centrale, che pren-de chiara ispirazione dal mondo della F1.I sedili sono di taglio sportivo, e quindi più avvolgenti e contenitivi rispetto a quelli delle versioni di serie e anche per i più alti offrono un’ottima posizione di guida; hanno inserti in camoscio, con cuciture a vista. Il volante è fantastico, rivestito in alcantara e pelle, dall’ottima impugnatura e con una tacca rossa sulla corona che segna il punto morto superiore. Bello anche il contagiri dal fondo scala rosso, molto racing (e anche qui GT-R) e i vari badge Nismo distribuiti sulla consolle che, però, rimane quella della Tekna. Il di-splay touchscreen del navigatore (che ora misura 5,8 pollici ed ha il nuovo software di navigazione “Send to Car” di Google, che permette di caricare direttamente a bordo gli itinerari pianificati sul PC di casa) ha un buon funzionamento, anche se qualche pul-santiera sembra un po’ datata e la qualità delle plastiche andrebbe migliorata, soprat-tutto in una versione che porta un logo così prestigioso.Le sospensione sono rigide il giusto, al fine di limitare (molto) il rollio in curva, senza com-promettere (molto) la comodità di guida (pensate che la down force è aumentata del 37%).Il cambio automatico (a variazione continua di 7 rapporti CVT) è rapido, anche se ha una dinamica di innesto non sempre ben com-prensibile (soprattutto in modalità “Auto”, che sarà quella che userete di più) che pre-vede cambiate rapide, ma con una sorta di interruzione dell’erogazione, dopo la spinta iniziale, ai regimi più alti; questa particolari-tà renderebbe decisamente interessante l’introduzione dei paddle al volante, cosa che avverrà con la nuova Nismo RS. Deci-samente meglio in “Sport”, dove migliora

red stitching. steering wheel stitching. The steering wheel is fantastic: it is finished in Alcantara® and leather. The tactile stee-ring wheel now includes a red marker to indicate the top dead center: too bad it can be adjusted only in height. Red is also used as a background to the tachometer, another feature derived directly from ra-cing, and all different Nismo badges distri-buted on the console which still remain the Tekna one. Nissan Navigation System (with 5-inch color touch screen display and the new Google navigation system “Send to Car” which allows to download the itinera-ries planned on your home PC) works well even if the design is a little bit dated, espe-cially in a model of such prestigious brand. It is fun to drive and the high center of gra-vity does not influences the dynamic.Suspension performance and roll control are good and the drive is comfortable ( the down force has increased by 37%).The automatic transmission (7-speed CVT) is fast even if it is not always easy to insert (especially in “Auto” mode) which allows fast shifting with no distribution at higher re-gimes; this is way the introduction of pad-dles on the wheel, expected in the new Nismo RS.Definitely better the “Sport” version, where the sound is improving and it introduces to a “rhythmic” shifting that simulates manual shifting in the red zone; the gear shift stick is a little bit uncomfortable.A short drive is enough to understand that the car performs well also on mixed terrain and, if necessary, you can take advantage of the responsive steering and four-wheel drive (fixed or automatic insertion, but on dry you can also select the 2WD mode) to step on the gas and get some help when needed. Of course the car is heavy so, du-ring heavy breaking (especially close to

una vettura molto “pepata”... accessibile a tutti e con un prezzo interessante...

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anche il sound che introduce una scalata “ritmica” che simula in automatico le cam-biate manuali nella zona rossa; la manualità della leva, invece, che aumenta il rapporto spostandola in avanti e diminuisce marcia tirandola all’indietro, risulta un po’ scomoda.Basta percorrere poca strada per entrare in sintonia e comprendere che non è assoluta-mente impacciata nel misto e si può sfrutta-re lo sterzo reattivo e la trazione integrale (ad inserimento fisso o automatico, ma sull’asfal-to asciutto si può selezionare anche la mo-dalità 2WD) per spingere sul gas e farsi dare un aiutino nel momento del bisogno. Ovvio la massa c’è, e quindi nelle frenate decise, si può avvertire un divertente alleggerimento del posteriore.Unica nota dolente, i consumi; siamo un po’ lontani da quanto afferma la casa e non siamo riusciti a fare meno di 12 litri ogni 100 Km, a discapito delle stelle di colore giallo che ravvivano il display (D-Mode) più basso, quando l’andatura diventa più ecologica e meno dispendiosa.Anche l’universo digitale non ha segreti per Nismo, quindi gli ingegneri di Nissan stanno sviluppando una nuova app capace di of-frire un’esperienza rivoluzionaria ai clienti di Juke, colmando il divario fra le avveniristiche dotazioni da gara di Nissan GT-R e i deside-ri tecnologici dell’acquirente medio; l’app collegherà l’iPad del guidatore al computer di bordo dell’auto (via Bluetooth) consen-tendo di visualizzare gli indicatori di tempe-ratura del motore, pressioni, accelerazioni e tempi di giro. Il layout, ispirato al mondo delle corse, sarà totalmente personalizzabile sullo schermo dell’iPad. Questo approccio imma-gina anche di creare una comunità (online) di automobilisti Nismo. Collegandosi a Inter-net, i clienti potranno caricare i dati della propria auto e condividerli su social network, come Facebook e Twitter; si potranno asse-gnare punti ai piloti più abili e lanciare delle sfide per migliorare le proprie capacità.Ecco perché Nissan è convinta che questa Nismo possa attrarre un pubblico giovane e dinamico, inserendosi nel mercato delle piccole “pepate”, nonostante la maggio-re altezza da terra rispetto ad altri modelli

narrow turns and downhill roads) the back of car might feel lighter.. A negative note, fuel consumption; it is true that performances and aggressiveness cannot match with low cost consumption, but this is not an extreme sport car. Dispi-te what the production house states, the car has a fuel consumption figure not less of 12l/100km, regardless the yellow stars on the lower display (D-Mode), when the speed become more eco-friendly and less expensive.The digital universe has no secrets for Ni-smo, as the Nissan engineers are develo-ping a new app that can offer a revolu-tionary experience to Juke’s customers, filling the gap between the futuristic racing features of the Nissan GT-R and the tech-nology desires of the average buyer; the app will connect the driver iPad with the the car’s on-board computer (via Blueto-oth) to indicate the engine temperature, pressure, acceleration and lap times. The layout, car-races style, will be completely personalized on the iPad screen. This is kind of approach is intended to create a future Nismo car driver community (online). Con-necting to internet, the clients can upload their car data and share them on social networks, as Facebook or Twitter; it will be possible to give points to the most skilled pilots and to launch challenges to improve their skills.Not too bad, right?That is why Nissan is convinced that Ni-smo could attract a young and dynamic audience, fitting in the market of the little “peppery”, despite the increased ground clearance than other compact models… We are convinced though that this car is set to carve out a niche for itself, thanks to its great features (all standard equipment) and the best prices for internet access at a great value for money. Furthermore the car is a all-terrain vehicle, made for off-roads and snow, and it has a trunk and space for 4 passengers, despi-te its coupé style that could represent less

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compatti... Noi siamo convinti, invece, che possa ritagliarsi uno spazio proprio, visto che offre un ricchissimo equipaggiamento (pra-ticamente tutto di serie) e i migliori servizi di connessione, ad un ottimo rapporto quali-tà-prezzo. Inoltre permette un minimo di fuoristrada, fatto di sterrati e di strade innevate, ha un discreto bagagliaio e spazio per 4 persone, nonostante il taglio da coupè potrebbe far pensare ad un maggior penalizzo del poste-riore.Allora sbrigatevi, perché il numero degli esemplari disponibili per l’Italia non è molto elevato... Ma questo è il prezzo dell’esclusi-vità!

InvesTo SIIl volante, rivestito in alcantara e pelle, dall’ottima impugnatura e con una tacca rossa sulla corona;Il navigatore satellitare, con “parking came-ra” per la retromarcia;La “Nissan Intelligent key”, utilissima soprat-tutto quando piove.

InvesTo NOLe regolazioni elettriche degli specchietti, a lato del piantone dello sterzo, un po’ nasco-ste;I consumi, che rimangono alti anche con una guida eco-friendly;Mancano i paddle al volante: arriveranno con la “RS”.

room in the rear.So hurry up then because not too many Nismo will be available on the Italian mar-ket… But this is the price to pay for exclusi-veness!

Investo YESThe Alcantara-wrapped and red stitching steering wheel has a very good grip.The satellite navigator features a “parking camera” for reverse;The“Nissan Intelligent key”, very useful especially when raining.

Investo NOThe electrical adjustments of the mirrors, besides the steering column, are a little bit hiddenFuel consumption still high also on eco-frien-dly modeNo paddles on the steer wheel: they will be available on the next “RS”.

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Weaker sex? No, thanks!Sesso debole? No, grazie!

requent news, some newspaper articles, certain sad and retrogra-de stereotypes teach us: it’s been

years and years since emancipation, wo-men have shown to be able to achieve better and more often, than men, yet, still hangs over us, representatives of the fair (but strong, when it’s needed) sex, the specter of inferiority compared to what should be the stronger sex.But these men-let us tell the truth- really embody the mighty and manly figure of man who does not have to ask, ever? Or have they become coquettish men, frivo-lous and constantly attentive to their look?Latest fashion shows confirmed it: If, on the one hand, Giorgio Armani continues to dress his models with classic clothes that perfectly suit and fit impeccably to men (even to modern), another master of fashion, Donatella Versace, shows funky, winking, almost sensual men, wrapping them with a charm that was always and only attributed to women.Domenico Dolce and Stefano Gabbana,

e notizie frequenti, alcuni articoli di giornale, certi stereotipi tristi e retro-gradi ce lo insegnano: sono passati

anni e anni dall’emancipazione femminile, le donne hanno dimostrato di saper fare spesso meglio e di più degli uomini, eppu-re ancora aleggia su di noi, rappresentanti del gentil (ma tosto, quando serve!) sesso, lo spettro della inferiorità rispetto a quello che dovrebbe essere il sesso forte.Ma questi uomini - diciamoci la verità - in-carnano davvero la figura possente e virile dell’uomo che non deve chiedere mai? Op-pure sono stati proprio loro a trasformarsi in maschietti civettuoli, frivoli e costantemente attenti al proprio look?Le recentissime sfilate di moda ce lo con-fermano: se, da una parte, Giorgio Armani continua a vestire i suoi modelli con abiti classici che si addicono perfettamente e che calzano con superbia all’uomo (anche a quello moderno), dall’altra un’altra mae-stra della moda, Donatella Versace, mostra gli uomini sbarazzini, ammiccanti, quasi sen-suali, ammantandoli di una vezzosità che si era sempre e soltanto attribuita alle donne. Domenico Dolce e Stefano Gabbana, poi,

by Valentina Polidori

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famosi creatori della maison D&G, già da un paio d’anni vestono i loro modelli rifacendo-si al neorealismo e scegliendo per loro non solo pantaloncini dal taglio femminile, ma anche righe orizzontali e fantasie sgargianti.Sono uomini, quelli dipinti da D&G, spavaldi, che non temono di indossare una camicia di seta o maglie con le maniche a sbuffo. Scesi a patti col loro lato femminile, lo han-no enfatizzato, armonizzato e valorizzato al punto che è diventato impossibile, per loro, farne a meno; si dedicano alla cura del cor-po, amano depilarsi, si sfoltiscono periodica-mente le sopracciglia. Sono uomini che desiderano piacersi, prima di piacere; che vogliono vedere, nello spec-chio, un’immagine riflessa di loro stessi pia-cente e curata, elegante e raffinata.Questi maschi - che tutto sono, ormai, fuor-chè “alpha” - lavorano sulla consapevolez-za di loro stessi, vogliono (e riescono) a sen-tirsi più sicuri, sono estremamente a proprio

famous founders of the maison D&G, from a couple of years already, have dressed their models referring to Italian neorealism and choosing for them not just female-cut shorts, but also horizontal stripes and gari-sh fantasies.They are men, those painted by D&G, full of confidence, that are not afraid to wear a silk or mesh shirt with puffy sleeves. Having come to terms with their feminine side and having it emphasized, harmoni-zed and enhanced to the point that it has become impossible for them to go without it., they are dedicated to the care of the body, which love to shave, while periodi-cally tinning eyebrows. They are men that want to be liked by themselves before than by the others, that want to see in the mirror, a reflection that is handsome, elegant and refined.These are males – everything but “alpha” - who work on the awareness of themselves,

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GIORGIO ARMANI UOMOCollezione autunno inverno 2014/2015

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agio nel loro corpo e, di conseguenza, desi-derano esserlo anche nei loro panni.E noi donne, in tutto questo rivoluzionarsi di ruoli, compiti e look, come ci siamo colloca-te? Cosa abbiamo conservato delle nostre nonne, donne dedite alla cura dei mariti, dei figli, della famiglia e cosa abbiamo accan-tonato della vita casalinga che, nel 2014, sembra andarci un poco stretta?Cosa domina le nostre vite, come il nostro aspetto è mutato, mentre mutavano anche le nostre passioni, le nostre abitudini, le nostre scelte di vita?Le donne di oggi che, forse, qualche anno fa, hanno cominciato ad intraprendere l’at-tività lavorativa più per necessità che per reale ed intimo desiderio, sono, oggi, lette-ralmente, donne in carriera.Sono donne che hanno provato l’ebrezza di impegnarsi al di fuori delle mura domestiche,

who want to (and can) feel more confi-dent, that are comfortable in their bodies and therefore want to be the same in their clothes..We, women, in all this revolution of roles, tasks and look, how are we placed? What have we kept of our grandmothers, wo-men devoted to the care of husbands, children, family and what we set aside of the housewife life that, in 2014, seems to be a little tight?What does dominate our lives, how has our look changed, while our passions, our habits, our lifestyle choices, changed too?Today’s women who, perhaps, a few ye-ars ago, have begun to undertake work more or real and intimate desire than for necessity, are, today, literally, career wo-men.They are women who have experienced the thrill of working outside the house, to work in a task that would involve them not only emotionally, as the family life was al-ready abundantly doing, but also profes-sionally, which gives them the opportunity to try their hand, the opportunity to grap-ple with a whole new world.And professional women of all ages have won this challenge, besting the working challenge with flying colors, and demon-strating skills that no man would, a few ye-ars earlier, have attributed them.And that’s how the women began to as-sume positions of power, and to fill the dense ranks of politicians and rulers in every country. Suffice it to say to Angela Merkel, the German Chancellor from steel pulse and the hardworking mind; but also to Queen Elizabeth, who is reigning in En-gland from 1952 now; or Hillary Clinton, a woman of character who knew how to be, over the years, a milestone both for the most distracted husband Bill that for the whole of America.But what is the look of these iron ladies? What do they wear in their meeting, ap-pointments with the most important men in the world?For the professionals, the true ones, those who become warriors and adventurers in

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Versace Inverno 2014

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Text translatedby Valentina Polidori

di adoperarsi in un’attività che le coinvolges-se non più solo emotivamente, come face-va già riccamente la famiglia, ma anche professionalmente, che desse loro l’oppur-tunità di cimentarsi, l’occasione di misurarsi con un mondo tutto nuovo.E le donne, le professioniste di tutte le età, hanno vinto questa sfida, superando l’esa-me lavorativo a pieni voti, dimostrando ca-pacità che nessun uomo avrebbe attribuito loro qualche anno prima.Ed è così che la donne hanno cominciato ad assumere ruoli di potere, e a nutrire le folte schiere di politici e governanti di ogni Paese. Basti pensare ad Angela Merkel, Cancelliere tedesco dal polso d’acciaio e dalla mente laboriosa; ma anche alla Regina Elisabetta, che regna dal 1952 nella ormai sua Inghilter-ra; o alla stessa Hillary Clinton, donna di ca-rattere che ha saputo essere, negli anni, un punto fermo sia per il più distratto marito Bill che per l’America tutta.Ma qual è il look di queste ladies di ferro? Cosa indossano nei loro meeting, negli ap-puntamenti di lavoro con gli uomini più im-portanti del mondo?Per le professioniste, quelle vere, quelle che diventano avventuriere e guerriere nella jun-gla metropolitana, la parola d’ordine è: tail-leur.Tinta unita o pied de poule, a quadretti o nero classico, il tailleur identifica la donna in carriera e ne fa una donna di sicuro succes-so.Versatile, elegante quanto basta, conforte-vole, il tailleur è da sempre l’alleato principe della donna nelle sue frenetiche giornate.Che sia femminile, con gonna a tubino o svasata, o dal taglio maschile, con pantalo-ne diritto e classico, questo tipo di completo regala sempre classe e sobrietà e permette di essere sempre pronte ad arginare gli im-previsti, che siano una riunione in azienda o una colazione di lavoro.Anche in questo caso, come per gli uomini, è Giorgio Armani il vero sovrano del tailleur, realizzandone di vari tipi e fogge, tutti uniti dalla caratteristica fondamentale: sono pra-ticamente impeccabili.Che siano immancabilmente classici, o inno-vativamente sbarazzini, essi rappresentano l’essenza del vestire, dell’indossare, dell’es-sere infinitamente donna.

the metropolitan jungle, the password is: tailleur.Plain or hound’s-tooth, squares or classic black, the suit identifies the woman in career and makes a succes-sful woman.Versatile, stylish enough, comfortable, the suit has always been the woman’s prince ally in her hectic days.Being it feminine, with flared shift dress or skirt, or with pants, masculine-cut, straight and classic, this type of comple-te always gives class and sobriety, and allows to always be ready to deal with the unexpected, being a company mee-ting or a business lunch.Again, as for men, Gior-gio Armani is the true ru-ler of tailleur, creating of various types and shapes, all united by a fundamental featu-re: practically flaw-less.They are invariably classics, or inno-vatively funky, but they repre-sent the essen-ce of dressing, of wear, of being infinitely woman.

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INVESTO Ciakby Nadia Afragola

“Gli occhi pieni di mondo”

Andrea Boscaandrea bosca

Gli sfiorati

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ndrea Bosca, rimane impresso per quei suoi occhi azzurri. Un bello che nasce attore di teatro per poi

passare al cinema e alla televisione, senza mai rinunciare al primo amore. Un bello, ca-pace negli anni, di guadagnarsi il rispetto di colleghi e di un pubblico che inizia a seguirlo sempre di più. Presto lo vedremo in televisione in “Romeo e Giulietta”, del regista torinese Riccardo Don-na, e nel film “A testa alta, i martiri di Fiesole”, diretto da Maurizio Zaccaro. Ferzan Özpet-ek lo scelse nel 2012 per Magnifica presenza e Abel Ferrara gli fa la corte tra una ripresa e l’altra del suo prossimo film. Si racconta in viaggio, su un treno che da Roma lo porta a Venezia. La recitazione è la sua strada da sempre. Lei si destreggia tra cinema, teatro e televisione. Cosa cambia nell’approccio verso il pubbli-co?Negli anni ho capito che recitare a teatro, davanti a 300 persone, o di fronte ad una troupe di 15 persone cambia poco. Cambia dal punto di vista umano, perché sei tu a de-cidere dov’è il tuo pubblico, sei tu che devi essere bravo anche a capire come ti vede il tuo pubblico. A teatro il montaggio lo fa il pubblico.Nella miniserie per Canale 5 diretta da Ric-cardo Donna è Paride, il corteggiatore di Giulietta e torna a recitare in inglese. Com’è stata questa esperienza?Ho già fatto due film in lingua inglese, Don Bosco nel 2004 e L’olimpiade Nascosta nel 2012. È stato divertente avere a che fare con un cast internazionale, bravissimo lo spagno-lo Martin Rivas che veste i panni di Romeo, come anche il tedesco Ken Duken nei panni di Mercuzio. Per certi versi recitare in inglese è più facile, è una lingua che si presta mag-giormente per la recitazione. Entusiasmante anche il tempo passato a imparare a duella-re, c’era il discorso amoroso ma c’era anche il potere da gestire.“Motore… Azione!”. Grazie al Moviemov Ita-lian Film Festival arriva nelle Filippine dove scrive e dirige “A tutto tondo”. Che effetto le ha fatto stare per la prima volta dietro la macchina da presa?

A Il progetto nasce dopo un viaggio fatto per promuovere Magnifica presenza di Özpetek e servirà per raccogliere fondi da destinare ai bambini. Divertente e significativa come esperienza a livello umano. Ho scritto, diretto e interpretato questa storia, semplicemente perché sentivo il bisogno di raccontarla. Lo abbiamo girato, ora siamo in fase di mon-taggio. Il tutto richiede una cerca cura. Al Cortinametraggio è stato presentato un pro-mo del lavoro.Dopo il reading teatrale del 2010 “La Luna e i Falò” continua il suo stretto rapporto con quelle terre che le diedero i natali: sono così difficili da dimenticare le Langhe? Sono cresciuto lì e il legame con la terra e con i prodotti è quanto di più naturale possa esserci. La mia famiglia è ancora lì e teatral-mente sono nato proprio a Canelli. “Come vivo acciaio” nato sotto il segno di Feno-glio ne è la ovvia conseguenza. Dopo sono passato ad Asti e infine allo Stabile. Roma è bellissima, ma Torino è una città che mi ap-partiene, mi sento legato a lei da un grande amore, se potessi ci vivrei.Il regista Abel Ferrara non nasconde di ap-prezzare il suo talento e pare che nella sua prossima produzione ci tenga ad averla nel cast. Cosa risponde?Mi fa molto piacere, chiaramente è un lavo-ro di cui so ancora molto poco: racconterà gli ultimi giorni di vita del grande autore e cineasta Pasolini e Dafoe ne vestirà i panni. Le riprese sono già iniziate e verrà girato tra Roma e Torino. Nella fiction per Rai Uno “I segreti di San Leo-nardo” vestie i panni di un cattivo dalla dop-pia anima. Andrea Bosca sul set preferisce vestire i panni del buono o del cattivo?Credo esistano solo personaggi buoni, an-che quando ricoprono le vesti del cattivo di turno. Devono emozionare me per primo: quando provo a interpretare un ruolo, per la prima volta, deve tremarmi quasi la voce e inevitabilmente le scelte dei ruoli, con il tem-po, si allineano con quello che ogni attore cerca nella sua vita in quel preciso momen-to. Sto vivendo un cambiamento, soprat-tutto interiore e questo si rispecchia nei miei personaggi.

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Il regista Maurizio Zaccaro firma “A testa alta”, uno dei film di punta di Rai 1 per il 2014, anche per i 200 anni dell’arma dei Carabi-nieri. Nel film si rivive un tragico evento della seconda guerra mondiale. Com’è stato ve-stire i panni del partigiano ostaggio dei na-zisti?

Vesto i panni di un carabiniere, proprio come mio nonno paterno. Ho rivissuto i suoi racconti e anche se ora lui non c’è più li ho resi vivi unendoli a quelle chiacchiere con mio padre che solo dopo aver compiuto i trent’anni riesci a fare da figlio. Sono film in cui interpreti fatti di storia realmente acca-duti e devi farlo con immenso rispetto per-ché magari di fronte hai la famiglia di quel carabiniere che oggi non c’è più. Devi esse-re all’altezza di rappresentare i loro cari non dimenticando che la pellicola è molto cara all’arma, da sempre piena di gente pronta a identificarsi.Nei prossimi mesi sarà su Rai Uno nella fiction in costume “La Dama Velata” al fianco di Miriam Leone. Che panni vestirà?

Le riprese sono terminate a dicembre. Ora siamo in fase di montaggio. Vesto i panni di un uomo molto cattivo. È stato stupendo passare intere giornate a cavalcare. È stato bello lavorare con Miriam, con Lino Guan-ciale, con Luciano Virgilio, fresco di Oscar ottenuto con La grande bellezza”.Qual è la differenza tra un film in costume

e uno contemporaneo? Cambia il modo di fare re-citazione?Cambia lo stile, la prepara-zione è più lunga nel caso del film di costume e cam-bia anche la postura: alcu-ne cose non devi vederle, altre toccarle, i vestiti ti obbligano a un comporta-mento che nella realtà non avresti. È tutto molto bello perché stimola la fantasia.Il successo cambia le per-sone. Riesce a negarlo?Ho visto persone cambiare perché è umano non per altro. Il successo? O ti col-lassa o lo affronti con un sorriso e ti prepari al pros-simo lavoro. Io sono cam-biato nel corso degli anni e sto cambiando ancora ma non per un successo di qualche tipo: è ogni singo-lo personaggio interpreta-to a rendermi una persona

nuova. È diventato famoso per il tuo sguardo. Quale consiglio può dare ai giovani che sognano di fare il suo stesso lavoro?Laura Luchetti mi disse che ho gli occhi pie-ni di mondo. Ognuno di noi ha a che fare con due mondi, quello da vedere, quello che è fuori e poi quello che ognuno si porta dentro, fatto di sogni e di fantasie. Va nutrito anche quello. Oggi ci sono mezzi tecnici tali da poter produrre video con estrema facili-tà, anche se sei un attore alle prime armi. A volte però manca il vissuto semplicemente perché non si ha il coraggio di raccontare quello che si è: l’obiettivo di ogni attore è quello in fin dei conti di sentire una cosa così forte dentro da riuscire a farla ascoltare an-che agli altri.

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CAMERUCCI srlVia Leopardi, 13 - 10095 Grugliasco

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Tel: 011.770.72.27 Fax: 011.770.72.27 Email: [email protected]

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by Elena Ferraro

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“Il talento è far star bene la gente”

Claudio CecchettoClaudio Cecchetto

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laudio Cecchetto è il talent-scout italiano per eccellenza. Tu cerca su una qualsiasi pagina di un ar-

tista dello showbiz italiano che da vent’anni incanta e incarna il consenso degli spettato-ri e troverai che a ‘scoprirlo’ è stato lui, Clau-dio Cecchetto. Esempi ne sono: Gerry Scotti, Jovanotti, Fiorello, Amadeus, Marco Baldini, gli 883, Sabrina Salerno, Nikki, i B-nario, Alber-tino, Linus, Sandy Marton, Tracy Spencer, Kay Rush, Luca Laurenti, Marco Mazzoli, Daniele Bossari, Paola e Chiara, Fabio Volo, Leonar-do Pieraccioni, Dj Francesco, Finley. Un red carpet di tutto rispetto e di grandissimo spes-sore.Forse ad anticiparci il suo essere lungimirante fu proprio l’esplosivo “Gioca Jouer”, ballo di gruppo tradotto francese, inglese, spagno-lo, tedesco e cinese e ancora benvoluto, ricercato, ballato e cantato da generazioni.

Nel campo musicale, cosa significa investi-mento?L’investimento è qualsiasi cosa possa pro-durre denaro. Non c’è differenza sull’investi-mento in un’invenzione o nella musica. Negli ultimi anni però l’investimento nel campo musicale è cambiato. Non ci si può più per-mettere di investire sulla musica in quanto tale, perché è finita l’epoca dove una can-zone o un disco potevano fare la differenza e creare reddito. Il mercato della vendita dei dischi è sceso del 90% ed è necessario in-vestire su qualcosa di diverso. L’investimento in campo musicale è legato a tutto il mon-do che sta intorno ad esso: merchandising e spettacolo. Io ci ho sempre creduto e ho sempre puntato su quello. Come del resto ho sempre puntato sul personaggio e non sulla sua voce. La voce non riempie più gli Stadi.C’è stato un tempo dove potevi permetter-ti di investire su una canzone, ora non è più così. Se io, con i miei personaggi, avessi inve-stito o creduto solo sulla voce, pensi che tutti sarebbero i nomi che sono oggi?

Cosa passa dalla fortuna di scovare un ta-lento al farlo diventare il talento?La fortuna è una componente della vita ma

Claudio Cecchetto is the Italian ta-lent-scout par excellence. If you check the page of any Italian

artists which have been having success for almost twenty years, you will find out that he/she has been discovered by him, Clau-dio Cecchetto. Here some examples: Ger-ry Scotti, Jovanotti, Fiorello, Amadeus, Mar-co Baldini, the 883, Sabrina Salerno, Nikki, the B-nario, Albertino, Linus, Sandy Marton, Tracy Spencer, Kay Rush, Luca Laurenti, Marco Mazzoli, Daniele Bossari, Paola and Chiara, Fabio Volo, Leonardo Pieraccioni, Dj Francesco, Finley. An impressive red car-pet of great relevance.The explosive “Gioca Jouer” probably anti-cipated the fact he was so ahead of time: it is a group dance translated in French, En-glish, Spanish, German, Chinese and it is still popular and it has been danced and sung by generations.

What does it mean investment in music?Investment is anything that can make mo-ney. It does not make any difference to in-vest in an invention or in music. In recent years, however, investment in music has changed. We cannot afford to invest in music as such, because nowadays a song or a record do not make the difference anymore and they do not make any profi-ts. The record market has dropped by 90% and we need to invest in something else. To invest in music means to invest in mer-chandising and in showbiz. I have always thought so and I have always betted on it. Just like I have always betted on the perso-nality and not on the voice. A good voice does not fill the arenas anymore. There was a time where you could invest in a song, it is just not like that anymore. If I, with my arti-sts, would have invested or believed only in their voices, do you think they would have become so famous?

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è la sensibilità e il talento di chi ascolta che fanno la differenza nell’incontrare un talento. Perché tu credi che i talenti che ho scoperto io, non li abbiano incontrati prima altre perso-ne?.

Deejay Television ha generato una “scude-ria” di nomi pazzeschi. Come è stato crescere tanti talenti insieme?Difficile ma anche tanto interessante. È come chiedere a Leonardo Da Vinci se è stato diffi-cile dipingere.La mia formula vincente è stata avere tutti i talenti in un’unica gang, in un unico spazio e laboratorio dove vivevano insieme, contami-nandosi in radio del talento altrui. Sono tutte persone che sono cresciute e si sono arricchite umanamente fino a dare un valore aggiunto con il loro scambio. Deejay Television è stato un laboratorio artistico, poi c’ero io che sug-gerivo e bacchettavo. I tempi sono cambiati e oggi ci sono più manager che gestiscono l’artista a livello economico. Io ho sempre ge-stito a livello artistico. I miei esempi di talento si sono contaminati tra di loro. E se li incontri insieme, rendono uno spettacolo unico perché collaborano, hanno una confidenza e una complicità capace di integrarsi e non annullarsi.

Si può sbagliare in un investimento?Si può sbagliare certo. L’importante è accor-gersene il primo possibile per non disperdere troppe energie e concentrarti su altro.

Oggi la televisione sforna talenti in continua-zione, spesso meteore non capaci di emerge-re e crescere.Io credo che l’handicap artistico sia l’impa-zienza. In molti vogliono la formula del “tutto e subito”, senza la pazienza di aspettare e di crescere. Ma se non fai in modo di crescere, non hai un talento. Di contro, i giovani oggi hanno molte più distrazioni e quindi è molto più difficile concentrarsi su quello che vera-mente li appassiona.

What is the difference between having the lucky of scouting a talented person and make him/her the talent?Luck is part of life, but the sensibility and the talent of the listener make the difference when meeting a talented person. Do you think I was the first one to meet the talen-ted artists I discovered?

Deejay Television has brought out incre-dible talents. What was it like to grow so many talents together?It was difficult but also very interesting. It is like asking Leonardo Da Vinci if it was difficult to paint. To have all the talents in a single gang, in a single space and lab where they were living together, con-taminating each other with their talent has been the key to my success. They all grew up as a person, giving added value to their exchange. Deejay Television has been an artistic lab, but then there was me with my suggestions and ticking-off. Times have changed and now the artist financial aspect is being looked after by more ma-nagers than before. I have always looked after their artistic work. My examples of ta-lent have contaminated each other. And if you should meet them together, they give you an unique show because they cooperate together; because they know each other very well and they help each other, they are able to complement each other and therefore they do not cancel one another.

Is it possible to make a wrong investment?Yes for sure. It is important to realize you made a mistake as soon as possible in or-

Deejay Television è stato un laboratorio artistico...

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Se tu dovessi dare un consiglio?Il mio consiglio è molto semplice e sincero: cercate di capire qual è la vostra passione e investite su quella.

È padre di due ragazzi. Che cosa consiglia loro? Sono convinto che se Leonardo Da Vinci avesse avuto dei figli adolescenti, i suoi figli gli avrebbero detto che come padre non capi-va nulla. Sono un padre che non interviene più di tanto, credo che sia importante avere questo approccio quando raffiguri una pa-ternità ingombrante. Se li vedo indecisi, dico loro che io ho capito quello che volevo dopo i vent’anni, di non preoccuparsi.

È sempre in fermento lavorativo, su cosa sta investendo in questo momento?In questo periodo mi sto concentrando su un talent show musicale. È un talent diverso da tutti gli altri. Tutti si basano sulla voce, mentre io propongo una formula dove viene preso in esame alla fine. Arrivano prima la postura, l’at-teggiamento. Tutti fattori che devono arrivare a spiazzare. Quando presento il mio progetto dico sempre che a me della voce non inte-ressa proprio niente! Questo talent rispecchia quello che è sempre stata la mia vita: guarda-re un talento, vederlo esibire, far star bene la gente. Devono essere persone che divertono e che facciano stare bene: questo è il vero talento.

der not to waste too many energies and concentrate on something else.Today’s Tv is constantly bringing out new talents, often shooting stars that are not able to emerge and to grow.

Today’s tv constantly brings out talents, often they are meteors which are not able to emerge and grow.I think impatience is an handicap for an ar-tist. Everybody wants “to have all at once”, without the patience to wait and grow. But if you do not grow, you do not have talent. On the other hand, young people today have many more distractions and so it is much more difficult for them to concentra-te on their passions.

Any advice?My advice is really simple and honest: try to find out what your passion is and invest in it.

You are the father of two boys. What is your advice for them?I think that if Leonardo Da Vinci would have had adolescent children, they would have told him that he does not understand a thing. As a father, I do not interfere too much, I think it’s important to have this kind of approach when representing such an cumbrous fatherhood. If they do not know what do to, I tell them that I realize what I wanted to do in my life when I was twenty years old, not to worry about.

You are always working really hard, on what are you investing right now?Right now I am concentrating on a music talent show. It is a different talent show. All other talent show concentrate on the voi-ce, while I present a formula where the voi-ce will count in the end. First is the posture, the attitude. All factors that catch you off-guard. When presenting my project I say that I don’t care at all about a good voice! This talent show reflects what has always been my life: to look at a talent, see him/her perform, let the people feel good. They must be people who enjoy to perform and that make you feel good: this is the real ta-lent.

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gor Macchia, Italian Michel star chef, divides his time between La Creden-

za near Turin and partnership with hotels around the world. “Be a Michel star chef and be always on the road are the same thing. Traveling is not just moving from one place to another, but it something that has to give us new experiences each time to cherish within us”.

What inspired you to become a chef and to arrive at this point of your career?I started to be interested in food just for mare necessity and a little bit because of my family. As in all Italian families, my grandma was a very good cook and, as all grandmas, she used to say that she would have cook just something small but she ended up cooking for 6 days in a row; if only one of us did not eat, she immedia-tely thought we were sick. I think this was my first step to understand the importance of cooking. The other reason why I fell in

II gor Macchia, chef stellato italiano, si

divide tra il celebre ristorante La Cre-denza presso Torino e le collaborazioni

con alberghi in tutto il mondo.Essere uno chef stellato ed essere perenne-mente in viaggio sono la stessa cosa. Il viag-gio non è soltanto l’atto di spostarsi da un luogo ad un altro, ma è qualcosa che deve entrare dentro di noi per regalarci ogni volta una nuova esperienza.

Come è nata la sua passione per la cucina e quali sono stati gli stimoli che le hanno per-messo di approdare fino a qui?La passione è nata un po’ per necessità e un po’ per l’ambito familiare in cui vivevo. Come in tutte le famiglie italiane, mia non-na cucinava molto bene ed era la classica nonna che diceva che avrebbe cucinato solo qualcosa e invece poi si mangiava per 6 giorni consecutivi e se uno di noi non man-giava, immaginava che non stessimo bene. Posso dire che questo è stato il primo step che mi ha fatto capire l’importanza della cucina. L’altro motivo per cui mi sono in-namorato dell’arte culinaria è stato il poter cucinare con mio padre nel fine settimana,

Igor MacchiaIgor Macchia

by Maria Grazia Restelli

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nel senso che in quei giorni lui faceva da mangiare a casa, e per me quello diventa-va un modo per stare con lui ed aiutarlo, per il desiderio di condivisione e per il piacere della sua compagnia. In seguito ho frequen-tato l’alberghiero e quando terminavo le mie lezioni e rientravo a casa, non amavo mangiare cibo riscaldato e quindi provve-devo a cucinare per me stesso. Addirittura all’età di sette anni un giorno mia madre è uscita a fare delle commissioni e io ho cu-cinato la pasta per pranzo. Per evitare che si arrabbiasse l’ho preparata anche per lei. Purtroppo è rientrata dopo molto tempo e quest’ultima era immangiabile. Ciò mi ha spinto a continuare, ed è nata la passione per questo lavoro. Ma ciò non basta perché è un impegno talmente duro, sia a livello fisi-co che mentale, che occorre industriarsi di-versamente. La curiosità è ciò che in questo ambito ti porta a cercare sempre qualcosa di diverso, a spostare in là l’asticella di ciò che si vuol fare, a viaggiare per poter cono-scere altre persone, altri ingredienti…

In che modo la Credenza, ristorante di San Maurizio Canavese, locale di eccellenza del gusto e più volte insignito di importanti rico-noscimenti, diventa per lei un punto di arrivo o un trampolino di lancio per altre esperien-ze culinarie?Se diventasse un punto di arrivo, personal-mente resisterei massimo quindici giorni per-ché per carattere non ho la capacità di ac-contentarmi. In un momento storico come questo e soprattutto come cuoco ho sem-pre avuto il sogno di andare oltre.

Quale suggerimento darebbe alle giovani startup del suo settore per concretizzare al meglio il proprio sogno?Suggerirei loro di non guardare Masterchef come riferimento assoluto e di esempio per come fare a diventare un cuoco. Il program-ma è fatto molto bene ma non si può pensa-re di fare un corso di cucina, e subito dopo approdare in televisione ad insegnare. L’arte culinaria non è questa, è piuttosto studiare, capire, imparare, provare, sbagliare, lavora-

love with culinary art it was cooking with my dad on weekends: he used to stay home on weekends and that became a way for me to spend time together while helping him, just for the pleasure to share something with him and to enjoy his com-pany. I then started to attend the Hospita-lity College and when I came home after school and I used to cook for myself be-cause I did not like left overs. When I was 7-year old I remember one time my mum went out to do some shopping and I co-oked some pasta for lunch; because I felt

guilty, I cooked some for her too. Unfor-tunately by the time she came back the pasta was awful. This is what inspired me, but this is not enough because this is such a hard job, both physically and mentally, you have to do your best. In this field curiosity bring you to always try something different, to raise the bar a little bit higher, to travel in order to know new people and new in-gredients… How does La Credenza, restaurant near San Maurizio Canavese awarded of im-portant recognitions for its excellent cuisi-ne, become for you a point of arrival or a

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re venti ore al giorno e forse dopo quindici anni andare in TV. Masterchef mi piace, è bello il format, funziona ma non deve essere un modello assoluto da seguire. Il format del ristorante è un’altra cosa, così come lo è la cucina professionale.

Quale influenza ha nella sua professione l’u-tilizzo di attrezzature elettroniche nella rea-lizzazione dei piatti?Sono un malato di tecnologia, qualsiasi cosa sia elettronico per me è utilissimo, dalla ge-latiera al forno, a qualsiasi elettrodomestico professionale. Sono utensili che a me piac-ciono molto e che credo aiutino ma occorre comunque sempre la manualità per fare le cose in un certo modo.

In ambito culinario si parla sempre di mante-nimento della tradizione; quando si può dire che un piatto è moderno?

springboard for new culinary experiences? If it should become a point of arrival, I will last here fifteen days at the most, because I am never satisfied. In a time like this and especially as a chef, I have always had the dream to go beyond.

What kind of advice would you give to young start-ups in your field to help them make their dream come true? I would recommend them not to watch Masterchef as an absolute reference and example for how to become a chef: I think of it as a very good show but you cannot go and teach on tv after just having atten-ded some cooking classes. Culinary art is to study, understand, learn, try, make mista-kes, to work for twenty hours a day a may-be after fifteen years you can go on tv. I like Masterchef, it is a good format, it works but it should not be an absolute model to

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Un piatto si può definire moderno se fatto ad esempio con un ingrediente diverso da quello tradizionale, magari perché in quel modo lo si rende più leggero o più gustoso. Negli ultimi tempi stiamo usando molto il bue grasso che è un ingrediente tradizionale ma che oggi risulta essere moderno perché non viene più usato da nessuno in quanto trop-po caro e non facilmente reperibile. Quindi anche con una ricetta tradizionale si può creare un piatto moderno perché non in uso da parte di nessuno. Per essere moderni non occorre essere necessariamente fusion o asiatici, ma occorre fare bene il nostro mestiere, valorizzando i nostri ingredienti e il nostro territorio, modernizzando alcune ricet-te e facendo diventare attuali ricette ormai

follow. The restaurant format is a different thing, as well as professional cuisine.

How does technology influence your cui-sine?I love technology; anything electronic tools is very useful for me, from ice-cream ma-king to bakery, any professional appliance is good. I like these tools very much and I think they can be very useful in the kitchen but I think that manual skills is also neces-sary to do things the right way.

Tradition is very important in cuisine; when is a dish considered to be modern?A dish can be considered modern if, for example, is made with a nontraditional in-gredient, in order for the dish to be lighter and more tasty. Lately we are preparing many dishes with fat ox, which is a traditio-nal ingredient but now it is considered to be modern because it is no longer used by anyone because too expensive and diffi-cult to find. Therefore, starting from a for-gotten traditional recipe you can create a contemporary dish. In order to be modern you do not have to make fusion or Asiatic cuisine, you just need to do your job at your best, enhancing the ingredients of our ter-ritory, making some recipes a little bit more contemporaries.

How will you continue to invest in your pro-fession?If we are talking about cultural investment I am planning to keep travelling because this helps to have new connections and ideas; but if we are talking about eco-nomic investments, a restaurants always need renovations: from the garden to the tablecloths, from the book to the kitchen tools. There are so many investments you could do in this field, sometimes they are even far too many.

At Investo Magazine we always talk about how to educate to invest; is it possible to educate someone’s sense of taste?You have to educate your sense of taste. One is made to be a chef and I can see it with the guys who work with me just with

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dimenticate.

Come intende continuare ad investire nella propria professione? Se parliamo di investimento culturale, inten-do continuare ad investire nella mia profes-sione viaggiando poiché questo aiuta ad avere nuovi contatti e nuove idee; se invece parliamo di investimento economico, per un ristorante c’è sempre da rinnovarsi, dal giar-dino alle tovaglie, dal libro all’attrezzatura per la cucina. Di investimenti per questo set-tore se ne possono fare tanti e in molti cam-pi, a volte anche troppi.

Noi di INVESTO MAGAZINE parliamo sempre anche di educazione all’investimento, si può quindi educare un palato?Si deve assolutamente educare un palato. Cuochi si nasce e lo posso osservare con i ragazzi che lavorano con noi anche solo dal modo in cui tengono un cucchiaino in mano. Questi ultimi potranno affermarsi la-vorando e impegnandosi in un certo modo, invece altri non riusciranno a diventare cuo-chi neanche impegnandosi molto. Per cre-scere e creare qualcosa di vincente bisogna allenarsi, assaggiare, scoprire e anche sba-gliare. Occorre conoscere prima la tradizio-ne dopodichè ci si può permettere di fare qualcosa di moderno.

Meglio uno chef uomo o uno chef donna?Sicuramente chef uomo ma non per pro-blemi fisici che potrebbero impedire ad una donna di sopportare molte ore di lavoro in cucina.Credo invece che la donna ad un certo punto della sua vita decida di abbassare un po’ il tiro per dedicarsi alla famiglia e ai fi-gli. Personalmente in questo momento sono molto preso dalla mia passione culinaria ma questo non esclude sicuramente che in futu-ro possa costruire una famiglia e dedicarmi al meglio a fare il marito e il padre.

the way they handle the spoon. Some will succeed by working hard, others will not become chefs even if they try really hard. You have to practice in order to grow and to create something successful: you have to taste, discover new things and even make some mistakes. You need to know the tradition first, afterwards you can crea-te something contemporary.

Is it better a chef woman or a chef man?Definitely a chef man. Not because chef women will not be able to handle many hours of work in the kitchen. I just think that a woman, at a certain point in her life, would decide to slow down a little bit and to have a family and some children. Right now I am really into my passion for cuisine, but I am sure that in the future I will consi-der to have a family and be the best hu-sband and father.

Cuochi si nasce e lo si può osservare... ...anche solo dal modo in cui si tiene un cucchiaino in mano

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“Dear Wendy…”

Elena Bosca

by Nadia Afragola

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ear Wendy…” non è l’inizio di una lettera d’altri tempi, ma il nome con cui tutti conoscono

Elena Bosca, giovane cake design torinese protagonista di una favola a lieto fine che merita di essere raccontata. Figlia d’arte di quel Bosca che a Canelli ha fatto la storia della pasticceria, dopo aver concluso gli studi all’Istituto Europeo di Desi-gn inizia a lavorare in pubblicità. C’era una nota stonata però nell’aria e così molla tutto e inizia il suo giro intorno al mondo alla ricer-ca del suo sogno perduto. Dopo aver vissu-to diversi mesi a Londra e New York torna a Torino e inizia a disegnare quel sogno che presto diverrà realtà.Apre il suo laboratorio di pasticceria, nel cuore pulsante di una terra sabauda che l’ha accolta a braccia aperte e inizia a con-fezionare dolci, contaminati dalle influenze americane, la stessa terra che a lungo l’ha ospitata, il tutto senza però dimenticare le

sue origini, gli insegnamenti di suo padre Sergio e quei sapori tipicamente italiani che rendono così speciale la nostra cucina. Tutto fila liscio come l’olio, il Gambero Ros-so nei mesi scorsi la nomina docente di pa-sticceria internazionale e nel mentre Elena, scusate Wendy, inizia a scrivere un libro. Niente ricette ma tanta pasta di zucchero e un mondo, il suo che ha deciso farà ancora una volta il giro del mondo. Nasce così “Sweet Love – La ragazza delle

D“ torte” pubblicato da La Corte Editore: il suo primo romanzo, oggi nelle librerie di tutta Italia, sui banchi dello Ied al corso di pubbli-cità come materia d’esame e in prima linea al prossimo Salone Internazionale del Libro al fianco di Gianni, La Corte. Un altro ragaz-zo, proprio come lei che i sogni oltre che im-maginarli ha deciso di trasformarli in realtà. “Ricordati di seguire sempre i sogni e i profu-mi della vita”: è ciò che è scritto nel roman-zo, è ciò che suo padre, maestro pasticciere continuava a ripetergli ogni giorno della sua vita, quando Elena si svegliava per andare nell’agenzia pubblicitaria dove lavorava. Poi si cresce, si sceglie e si realizzano i pro-prio sogni, perché alla fine basta crederci, fino in fondo. “Se vuoi lavorare gli ingredienti onestamen-te e con rispetto la gente lo saprà, quando lo mangerà”: lo si legge nel suo libro, lo si

rintraccia nelle scelte degli ingre-dienti che hanno reso speciale i suoi dolci e perché no, lo si rivive in quegli occhi di giovane donna che punta dritta al bersaglio, con le sue mani immerse nella pasta di zucchero.“Volevo che la gente sapesse riconoscere immediatamente il mio stile. Tu dovrai fare lo stesso. Dovrai essere Wendy, la ragaz-za delle torte”: si legge ancora nel suo libro e un altro capitolo è già scritto perché nei mesi scor-si Wendy firma un contratto con Magnolia e si catapulta davanti

alle telecamere per dare vita a “My Cake design” al fianco di Renato Ardovino, un’isti-tuzione nel settore e alla collega Eleonora. Otto puntate in prima serata su Real Time, per un format televisivo nato al contrario, dal successo editoriale dell’omonima colla-na pubblicata dalla De Agostini. Non è vero che le favole a lieto fine non esi-stono, ce lo insegna Wendy, ditelo ai detrat-tori.

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“etween one personal trainer ses-sion and another, two friends and colleagues, Luca Cassolo and An-

drea Scarpetta, have a little chat on SUP.Andrea is curious and wants to know everything about this sport and starts que-stioning Luca about it. “For the past couple of years I have been seeing on the river pe-ople paddling while standing on some sort of surfboard. What is this new sport about?” asks Andrea.SUP means Stand Up Paddling. This is how Hawaiians used to ride the boards they used to go around, just like a kind of western bike. It is, therefore, an old sport that is renewed today by technology.

Where do you practice it and where is it usually practiced?Since January 2013you can practice SUP also in Turin at the Eridano Club, beautiful lo-cation on the river PO.A group of sport enthusiasts, a ten person competitive team and about fifteen ama-teurs have already come together to follow this sport.

BT ra una lezione di personal training

e l’altra, due amici e colleghi, Luca Cassolo e Andrea Scarpetta, si ritro-

vano a chiacchierare di SUP. Andrea incuriosito vuole scoprire vita, morte e miracoli di questa attività e inizia a fare do-mande a Luca in merito.“Da un paio di anni vedo sul fiume delle ta-vole tipo surf con individui che pagaiano in piedi.Come si può definire questo nuovo sport?” chiede Andrea.SUP acronimo di Stand Up Paddling: pagaia in piedi. Questo era il modo che i popoli hawaiani avevano per condurre le tavole che servi-vano per spostarsi come fossero una sorta di bicicletta occidentale.È quindi uno sport antico rinnovato oggi dal-la moderna tecnologia.

Dove lo praticate e dove si pratica?Da gennaio 2013 il SUP si può praticare an-che a Torino presso il circolo Eridano, stupen-da location che si affaccia sul fiume Po.Si sono già composti un bel gruppo di ap-passionati, un team agonistico di una deci-na di persone ed una quindicina di amatori.Viene praticato su qualunque specchio

Stand up paddling STAND UP PADDLING

by Andrea Scarpetta

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d’acqua, sia in flat water che su wild water, sia andando a Moncalieri per allenarci sulla rapida che su altri fiumi; già nel 2010 insieme ad altri temerari suppisti ho organizzato la di-scesa della Dora Riparia con il SUP.Il SUP è ormai molto diffuso e praticato su tut-ti i bacini d’acqua, fiumi, laghi e mari.Negli Usa e in Oceania è diffusissimo, in Eu-ropa la Francia è il Paese che sta dando l’e-sempio per ciò che riguarda l’organizzazio-ne e la pratica del Sup, ovviamente in Italia siamo ancora indietro.Alla maggior parte degli italiani piace lo sport indoor, specialmente l’abbinamento divano-partita.In Italia vi è già un buon movimento e soprat-tutto ci sono atleti d’eccellenza che si distin-guono in campo internazionale.Già da un anno il gruppo di Sup torinese è entrato a fare parte del team “BicSup-Vi-bramFiveFinger”.I brand ci danno una mano per diffondere e sviluppare questo sport e inoltre a Torino si sta ampliando anche la squadra femminile di paddling.

Qual è l’efficacia e il beneficio per chi pra-tica paddling?Intanto è uno sport divertente, si utilizzano tantissimi distretti muscolari e soprattutto quei punti che hanno molta importanza per il pubblico femminile.Si lavora su addominali, glutei, gambe, rin-forza braccia e spalle mantenendo il corpo armonioso e snello. Poi la costante ricerca dell’equilibrio è un fattore stimolante per la circolazione ed il drenaggio dei liquidi negli arti inferiori.

Esistono circuiti di gare e manifestazioni?Si, c’è già anche in Italia un circuito di gare sia wave “su onda” come per il surf ed an-che un circuito definito “race”, nel quale si svolge un percorso delimitato da boe con le condizioni d’onda che il meteo della giorna-ta offre, quindi si può trovare acqua calma o mare mosso.Si sta sviluppando anche la specialità “river-sup” la quale si svolge su fiumi con le rapide.

You can practice it on any stretch of water, both on flat than on wild water, or in Mon-calieri to train on rapids or on other rivers; in 2010 I organized, together with other bold people who practice SUP, we came down the river Dora Riparia paddling.SUP is very popular on any kind of water ba-sins, rivers, lakes and seas.In the USA and in Oceania this sport is very popular; in Europe, France is the country that is setting as example for what concerns the organization and practice of Sup. Of course Italy is still behind. The majority of Italians like indoor sports, especially the combination couch-soccer game.In Italy there are already great athletes that excel at international level.The SUP group of Turin entered the “Bic-Sup-VibramFiveFinger” team last year.The brands give us some help to propaga-ting and promoting this sport and, furthermo-re, the Turin female paddling team is impro-ving.

What are the benefits of paddling?First of all it is fun, you use a lot of muscle groups, especially those that are really im-portant for women.It works on abdominals, buttocks, legs, it strengths arms, shoulders while slimming and shaping.Then the constant research of balance is good for blood circulation and lymphatic drainage of lower limbs.

Are there any races and events planned?Yes, in Italy there are already some races planned: “on wave” just like surfing, and a track called “race” that consists in a course marked by some buoys practiced in any we-ather conditions the day offers, calm water or rough sea The “riversup”, practiced on rivers with ra-pids, is propagating.

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Che tipo di allenamento si svolge per prepa-rarsi al Sup?Il programma che preparo per il team ago-nistico è molto vario, sicuramente impegna-tivo, ma anche molto divertente proprio per-chè molto differenziato.L’allenamento specifico mescola attività nelle quali si svolgono percorsi per la canoa o il canottaggio.Sicuramente ci sono molti esercizi di equili-brio sia specifico che a terra. Noi per questo utilizziamo vari tipi di pedane propriocettive e con questi attrezzi faccio svolgere dei cir-cuiti al team agonistico. Facciamo un impor-tante lavoro di functional training con pesi liberi, kettlebels, trx, palle mediche e molti altri attrezzi.In campo aerobico oltre al training specifico sul Sup si utilizza il ranning e per chi non ama correre, il Fitwalking, tecnica di camminata efficacissima che stimola l’apparato cardio-circolatorio in egual modo pari alla corsa riducendone però gli effetti traumatici-oste-oarticolari.

What kind of training is needed to practice Sup?The training program for the competitive team varies a lot: it is very demanding but it is also a lot of fun because very different each time.The specific training is a mix of canoeing and rowing. The training involves many exercises for the balance, specific or on the ground. We use different types of balance boards and the competitive team train with these tool. We do a great functional training with weights, kettlebels, trx, med ball and many other tools.As far as aerobic exercises, besides specific training on SUP, we use the treadmill and for those who do not like running, there is the fi-twalking, a very efficient walking technique that stimulates the cardiovascular system just like running but it is less traumatic on joints.Furthermore, because this sport put a lot of stress on the foot, during training, both on the

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investo fitnessInoltre, proprio perchè la nostra è una attivi-tà che impegna molto il piede, per le varie attività sportive, sia a terra che in acqua, uti-lizziamo calzature fiveFinger che ci permet-tono di allenare in maniera naturale e co-stante la propriocezione.

Altre stranezze relative al SUP?Mentre il surf richiede una tavola meno gran-de con cui dominare le onde, il sup si avvale anche di un lungo remo con cui si deve pa-gaiare, rimanendo in piedi sulla tavola. An-che se può sembrare un’attività fisica com-plicata, posso assicurare che è accessibile a tutti.Il sup è molto diffuso sulle spiagge della California; i primi ad essere conquistati e a diffondere la sup-mania sono stati i grandi divi che spesso bazzicano da quelle parti. La Crawford è dunque solo una delle bel-lissime ad essere stata paparazzata mentre scolpiva il suo corpo destreggiandosi in ac-qua con tavola e remo. A scegliere il sup per mantenersi in forma sono anche le attrici Julie Bown, Kate Hudson, Jennifer Aniston,-Michelle Rodriguez e Jennifer Garden. Le se-guono i loro colleghi uomini Edward Norton, Matthew McConaughey, Pierce Brosnan.

Come è nata per lei questa passione?Come professione faccio il personal trainer ed il preparatore atletico, ho anche una lun-ga esperienza sportiva personale, dal kayak al podismo, al triathlon etc.Questa passione per lo sport ed il movimento mi ha reso sem-pre curioso riguardo alle novità, la passione e l’esperienza per gli sport d’acqua mi ha portato a scoprire e a provare nel 2009, gra-zie ad un amico hawaiano, il SUP. Da lì ho poi proposto e consolidato lo sport dello stand up paddling anche nella mia città, Torino. Il Paddling è un modo emozionante di vivere il mare e l’acqua in genere, un altro modo di camminare, di svolgere un’ attività in sta-zione eretta.Nel frattempo i due amici danno un occhia-ta all’orologio, è ora di tornare al lavoro, a svolgere per entrambi una passione intera-mente dedicata a tutti coloro che deside-rano avvicinarsi alla salute, al movimento ed allo sport.

ground and in the water, we wear fiveFinger shoes that allow a natural training on the ba-lance board.

Any other strange things about SUP?While surfing requires a less large board to dominate the waves, SUP requires paddling while standing on the board. Although it may seem complicated, I assure you that is accessible to everyone. SUP is really popular on California beaches; Hollywood stars, who hang out in those bea-ches, were the first ones to practice it and to spread the sup-mania. Crawford is just one of the beauties to be spotted while shaping her body paddling on water.

Other actresses have chosen sup to stay in shape:Julie Bown, Kate Hudson, Jennifer Aniston,-Michelle Rodriguez e Jennifer Garden. They set an example for their male colleagues: Edward Norton, Matthew McConaughey, Pierce Brosnan.

How did you develop this passion for this sport?I am a professional personal trainer and a coach and I also have a long experience as an athlete myself, from kayak to running and triathlon and so on. This passion about sports has made me curios about new experien-ces; in 2009 my passion and expertise about water sports has led me to discover and try, thanks to an Hawaiian friend, SUP. From the-re I then introduced this sport also in my ho-metown, Turin.Paddling is an exciting way to experience the sea and water in general, it is another way of walking, to exercise while standing up. Meanwhile, the two friends give a glance at the clock, it is time to get back to work; they are both working to involve in their passions those who wants to approach a healthy life-style, exercising and sports.

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The Wolf’s Choice

deborazavaglia.it [email protected] Debora Zavaglia


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