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Nowindows Magazine

Date post: 22-Mar-2016
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Revista alternatica e antagonista dei sistemi Windows
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L’ERA DEL “SUPERPERSONAL” Su questo numero: Ubuntu: Metti Linux dentro Windows e metti Windows dentro Linux, Aros, Haiku e BeOS , Amiga Vive: Amiga Story - Tuning&Modding: Rifondazione Amighista, Computer History Channel: Dave Morse, Open Office: Mi faccio il mutuo con Calc, Google World, Web 2.0, ed altro ancora NoWindows Magazine è un mensile in cerca di editori coraggiosi - Numero Zero - Anno Zero - Marzo 2008 - Realizzato da Stratego! Valenca (Spagna) 0
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L’ERA DEL “SUPERPERSONAL”Su questo numero:Ubuntu: Metti Linux dentro Windows e metti Windows dentro Linux, Aros, Haiku eBeOS, Amiga Vive: Amiga Story - Tuning&Modding: Rifondazione Amighista,Computer History Channel: Dave Morse, Open Office: Mi faccio il mutuo con Calc,Google World, Web 2.0, ed altro ancora

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eeddiittoorriiaalleeMilestone

Ècon immenso piacere che vi presento ilprimo numero di NoWindowsMagazine. Quello che avete tra le

mani è il frutto del lavoro di decine di colla-boratori che con me si sono imbarcati in unanuova avventura editoriale dall’esito incer-to. Erano un po’ di anni che non avevo ache fare con l’editoria e mi fa davvero unostrano effetto scrivere un editoriale dopoalmeno dieci anni dall’ultimo appuntamen-to con la tastiera e lo schermo bianco.

Di cose ne sono cambiate. La tastiera équella di un PC e non di un Amiga, il softwa-re é OpenOffice Write e non il mitico C1-Text, però vi assicuro che l’entusiasmo è lostesso. Anche io sono cambiato, ho qualchecapello grigio e qualche chiletto in più maoggi non voglio parlare di me ma di voi.

A voi lettori di NoWindows Magazine, chesiete entrati in possesso di questo numerovoglio, dire che siete i protagonisti. Oggiforse mettiamo la prima pietra per la costru-zione di una nuova casa. Perché nella casadove ci hanno imposto di vivere non ci stia-mo bene. Perché siamo alternativi e anta-gonisti e forse anche un po’ pazzi. Ma chene sarebbe del mondo senza i pazzi?

Ci deve essere una alternativa allo strapote-re insensato di Windows.Ci deve essere una possibilità di futuro pertutti quelli che vogliono non allinearsi ad unsistema operativo imposto.Ci deve essere speranza per tutti gli svilup-patori che vogliono portare avanti un discor-so diverso fondato sulla usability e sul codiceaperto.

Ci deve essere una rivista che crei culturaper tutto questo.Ci deve essere un posto dove tutti noi pos-siamo “proteggerci” e vivere liberamente lanostra relazione con la piattaforma hardwa-re, qualunque essa sia.Ci deve essere NoWindows Magazine.Il titolo é un po’ forte e forse ci creerà qual-che problema legale. Ma quale miglior posi-zionamento nel mercato editoriale se noi daltitolo dichiariamo che NOI NON CI ALLINEIA-MO. NOI NON SCENDIAMO A PATTI. NOINON SIAMO IN VENDITA e poco importa senon raccoglieremo la pubblicità ideale permantenere il nostro progetto. Perché sem-pre avremo tantissimi contenuti e alla fine équello che la gente vuole.Siamo pronti a lottare. Siamo pronti a vince-re. Siamo pronti per creare un blocco anta-gonista allo strapotere di Windows e alla sualogica perversa che ha portato l’informaticae non essere più una scienza esatta.Vi invito ad aiutarci a migliorare il contenutodei prossimi numeri, grazie alla inchiesta chetroverete alla fine della rivista e sul nostroBlog.

Vi sembrerà strano ma vi invito a chiudere le“finestre” e aprire le porte per cambiarearia..

Close Windows, Let’s Door Open

Michele [email protected]

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Direttore Editoriale:Michele Iurillo([email protected])Hanno collaborato:

Maurizio BonomiAlessandro Tasora

Andrea FaviniWilliam Molducci

Harry HallerNicola Morocutti

Michele CostaGiafranco GigninaStefano BuonocoreGiuseppe Gargaro

Uff. Abbonamenti e diffusione

Distribuzione:

Realizzazione e Impaginazione:Stratego Consulting

Michele Iurillo

Stampa:Adobe PDF

Realizzazione copertina:Michele Iurillo (elaborazione)

“NoWindows Magazine” è un mensilein cerca di editori coraggiosi

Registrazione del Tribunale di Milanoin fase di registrazione

Redazione di Valencia (Spagna):Strategoconsulting S.L.

Avenida Papa Alejandro VI - 6 - 1246005 Valenca

URL: http://www.nowindows-magazine.es

Gli articoli pubblicati su Now sono protetti inconformità alle leggi sui diritti d’autore. La ripro-duzione, ristampa, traduzione e memorizzazionesono permesse solo con espressa autorizzazionedella casa editrice. Non si assume nessunaresponsabilità per eventuali errori od omissioni diqualsiasi tipo. Now è un periodico indipendentenon connesso in alcun modo con la Microsoft.I contributi editoriali anche se non pubblicati nonvengono restituiti. L’Editore non si assume alcunaresponsabilità in merito alla veridicità delle inser-zioni pubblicitarie. I marchi citati sono proprietàdei rispettivi produttori. L’Editore e la redazionenon si assumono la responsabilità dei danni cau-sati direttamente o indirettamente dal softwareallegato alla rivista.

Chiuso in redazione il 22/1/2008Chiuso in impaginazione il 12/2/1999

Direttore responsabile:Stratego Consulting

Nowindows Magazine - Numero Zero

ANNO ZERO - NUMERO ZERO - MARZO 2008

1EDITORIALE

Michele Iurillo ci racconta il “perché” e il “percome” deve esserci una rivista comeNoWindows Magazine nel mercato editoriale Italiano.

3NOWINDOWS MARKETPLACE

L’appuntamento con le aziende che Non scelgono Windows. Coraggio o intuizione?

6SUPERCOMPUTING

Alessandro Tasora ci racconta le grandi possibilità del Supercomputing a bassocosto. Da Nvidia nuove schede per calcolo ad alte prestazioni... per chi ha sempresognato di avere un Cray in salotto.

14COMPUTER HISTORY CHANNEL

Questo piccolo spazio nella rivista è dedicato a coloro i quali hanno contribuito afare dell’informatica ciò che rappresenta in questi ultimi anni.Qualche mese fa, per l’esattezza il 02 novembre 2007, ci ha lasciato uno degli infor-matici statunitensi che ha creato sia la piattaforma Amiga, quanto la console 3DO, ela software house Crystal Dynamics: Dave Shannon Morse.

16UBUNTATI!

Un primo tutorial per perdere la paura dell’abbandono a Windows. Vediamo oggidue diverse soluzioni per iniziare a provare Linux senza rinunciare (per il momento) alsistema operativo della casa di Seattle.

22OPEN OFFICE

Iniziamo oggi il primo di una serie di articoli dedicati alla suite OpenOffice.Questi articoli hanno lo scopo di spiegare a tutti che si puó lavorare ed essere pro-duttivi senza dover per forza utilizzare la ottima suite Office di Microsoft. MicheleCosta ci presenta Calc in modo molto pratico e utile.

28AMIGA VIVE!

Andrea Favini ripercorre la storia di Amiga dagli arbori fino ai giorni nostri. Visti gli ulti-missimi sviluppi possiamo dire che qualcosa si muove.

42AROS A BANDA

In questa rubrica ci occuperemo di AROS, l’incarnazione opensource di AmigaOS,per anni sottovalutata e snobbata dagli utenti Amiga, la quale sta avendo negli ulti-mi tempi sempre più consensi. Meglio tardi che mai...

48INCONTRI&SCONTRI

Incontri & Scontri è un appuntamento fisso della nostra rivista. Ci occuperemo di“intervistarci” (e intervistarvi) con personaggi emblematici e non. Un incontro doveraccoglieremo le confessioni e dove fiorirà la polemica. Oggi Stefano Bonocore haincontrato per noi Mario Bucolo, un pioniere del multimedia Italiano

50HAIKU PENSACI TU

Tra I sistemi operativi antagonisti e alternativi di Windows vogliamo anche riservareuno spazio ad Haiku che ha preso l’eredita di BeOS.

56GOOGLE WORLD

Da quando c’è Google molte cose sono cambiate nel mondo dell’informatica.Ormai quello che era un bel progetto nato intorno ad un motore di ricerca diventa-to una realtà.

60TUNING&MODDING

Non c’é il computer che vogliamo in commercio? Costruiamolo! Con questo grido dibattaglia il nostro Gabriele Niccolini ci promette interessanti modifiche all’hardwaredelle nostre macchine

65COMPUTER ART

Ogni mese dedicheremo uno spazio alla Computer Art. William Molducci incontraClaudio Tabasso un artista tutto casa e Mac.

72UBUNTATI

Michele Costa proverà a fare lo stesso su una macchina Linux. Una guida per instal-lare passo-passo Windows con la Virtual Box

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Live Backup per Mac OS X

Atempo Inc., leader nella protezione dati esoluzioni cross-platform per l’archiviazio-ne, ha annunciato la presentazione di

Live Backup per Mac OS X, primo contributo diquesta azienda alla tecnologia continuousdata protection per utenti Mac. Atempo hapresentato, in anteprima, la versione di LiveBackup al Macworld Conference & Expo di SanFrancisco, California.L’anteprima di Live Backup nella versione betaper Mac OS X è stata presentata insieme a TimeNavigator presso l’area riservata Atempo. Ilsoftware offre, ai professionisti che utilizzanoMac OS, una soluzione ideale per la protezionedi documenti e dati ad alto valore, in particola-re per i business nei mercati con alto utilizzo diutenti Mac, quali l’istruzione, i media, l’enter-tainment nonché il design creativo.Atempo Live Backup fornisce una “continuousdata protection” che cattura e rintraccia inmodo automatico e continuo le modifiche deidati nel momento in cui avvengono in un qual-siasi computer fisso o portatile collegato allarete. Live Backup conserva sia l’ampiezza dellabanda sia lo spazio di storage e opera silenzio-samente in background salvando i dati auto-maticamente qualsiasi sia la posizione del com-puter, presso la sede di un’azienda, in un ufficioremoto oppure collegato attraverso una con-nessione Internet sicura. Il software permetteun’ampia capacità di recupero: dal ripristino difile perduti oppure accidentalmente cancellatial completo recupero del sistema.“Atempo ha intravisto negli utenti Mac unimportante mercato di professionisti che si affi-dano a computer Mac per creare un patrimo-nio digitale di alto valore”, dice Karim Toubba,VP marketing di Atempo. “Sfortunatamentemolte persone che uti l izzano MacBook,MacMini, Mac Pro o iMac non proteggono ipropri dati in modo adeguato, dunque c’è unagrande necessità di prodotti come il LiveBackup per assistere gli utenti Mac a conserva-re tale prezioso patrimonio intellettuale. Questoprimo sguardo al Live Backup offre un’anticipa-zione di una soluzione concreta per realizzarebackup efficaci per settori di business in cui c’è

una grande concentrazione di utenti Mac.”.Live Backup per Mac sarà disponibile nella pri-mavera del 2008.

I conti tornano con Red Hat

Red Hat, Inc. (Nasdaq: RHAT), leader mon-diale nella fornitura di soluzioni opensource, annuncia che le sue soluzioni sono

state scelte dalla Corte dei conti, organo di rilie-vo costituzionale dello Stato italiano.Alla Corte sono affidate funzioni di controllo dilegittimità sugli atti del Governo e della pubbli-ca amministrazione, sulla gestione del bilanciodello Stato, delle amministrazioni pubbliche edegli enti sovvenzionati dallo Stato. Svolgeanche funzioni giurisdizionali in materia di con-tabilità pubblica e di pensionistica.In particolare la Corte dei conti ha selezionatoRed Hat Enterprise Linux come piattaformainformatica di riferimento in ambito server. Lapiattaforma di Red Hat si interfaccia con moltisistemi differenti, in particolare con le soluzioniOracle, che sono presenti in modo esteso neisistemi informativi della Corte.“Abbiamo scelto di affidarci a Red HatEnterprise Linux perché volevamo abbinare allaflessibilità tipica dell’open source servizi di livelloelevato, offerti da un’azienda solida e ben pre-sente sul mercato italiano”, spiega il Dott. Ing.Leandro Gelasi, Corte dei conti - U.R.S.I.A. -Area Sistemi, Network e Centro Unico dei Servizi(CUS). “La piattaforma Red Hat si integra allaperfezione con i sistemi Oracle già presenti nellanostra struttura, e ci garantisce prestazioni edaffidabilità senza appesantire il nostro bilancioeconomico.”La quasi totalità dei sistemi informativi dellaCorte dei conti è basata su piattaforma Oraclee Red Hat. Nello specifico, su piattaforma RedHat Enterprise Linux sono stati realizzati i sistemiseguenti:· SISP: sistema integrato Sezioni e Procure· SIRTEL: sistema di rendicontazione telematicadegli Enti Locali· Una Proxy Farm basata su Squid (3 server bilan-ciati con RHEL)· Oracle Collaboration Suite per sistemi di postae workgroup

a cura della redazione

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· DB farm e AS farm per la centralizzazione deiDBMS e degli Application Server· Numerosi altri servizi di rilevanza istituzionaleIn totale sono circa 40 i server – più alcune mac-chine virtuali – basati su tecnologia Red Hat. Sitratta per la maggior parte di blade server HPnei modelli BL20g3 e BL20g2, con rispettivamen-te 8 e 4GB di RAM. Residuali sono alcune instal-lazioni su blade Fujitsu-Siemens.“La scelta effettuata dalla Corte dei conti con-ferma la validità della strategia di Red Hat diinvestire nel mercato della pubblica amministra-zione centrale, investendo in risorse umane elogistiche per rispondere al meglio alle esigenzepeculiari di questo settore”, ha commentatoGianni Anguilletti, country sales manager di RedHat Italia. “La nostra piattaforma Red HatEnterprise Linux si è mostrata ancora una voltaadatta a garantire prestazioni e affidabilità asistemi assolutamente mission-critical a livello isti-tuzionale”.Anche il Ministero dell’Economia e delle Finanzeha scelto le soluzioni software di Red Hat, Inc.Lo ha fatto per alcune delle applicazioni missioncritical quali il “Service Personale Tesoro” (SPT) lacui accessibilità via web è garantita da unaweb farm basata sulla stabilità e sulle alte pre-stazioni di Red Hat Enterprise Linux.“L’accessibilità tramite web ad applicazioniquali SPT (uno dei siti web forse fra i più accedu-ti della P.A.) ha un ruolo realmente mission-criti-cal per il Ministero dell’Economia e delleFinanze in quanto consente di asservire ad unbacino di svariate migliaia di utenti in costanteaumento. Non è solo applicazioni, ma un mezzoche consente ai cittadini di ricevere serviziimportanti con tutta la comodità che Internetpermette di ottenere”, spiega MarcelloNiceforo, Dirigente del Ministero dell’Economiae delle Finanze - Servizio Centrale SistemaInformativo Integrato – Area SupportoSistemistico e Gestionale. “Per questo per noi èfondamentale avere un partner affidabile, ingrado di garantirci una soluzione di altissimolivello, che abbini massima sicurezza a presta-zioni avanzate. Caratteristiche che abbiamoritrovato in Red Hat.”Il rapporto tra Red Hat e il Ministero non si ferma

all’accesso tramite web alle proprie applicazio-ni. Sono numerose e importanti le altre applica-zioni aziendali basate su Red Hat EnterpriseLinux. Le applicazioni che generano i cedolini –sia elettronici che cartacei – per oltre 1.500.000di dipendenti pubblici ricevono un apportoimportante, in alcune fasi, dalla piattaformaRed Hat, ad esempio. Come pure vari database diproduzione, infine – sia Oracle che MySQL – su cuiinsistono numerose applicazioni di servizio.

GoGames per giocare...

Dal network editoriale di i-dome.com unanuovo blog GoGAMES.IT(www.gogames.it). Tutti abbiamo bisogno

di distrarci per qualche minuto durante unagiornata di studio o lavoro. GoGAMES.IT vuolerappresentare semplicemente questo: una ludi-ca pausa. Nessun gioco troppo impegnativo, otroppo lungo. Lo scopo è di far giocare i lettorisubito, online e gratis.La scelta sarà sempre più vasta e facilitata daun breve commento sul gioco proposto e unavalutazione della redazione che li ha provatiper i suoi lettori. Tutto in assoluto stile blog, sco-vando, a volte con un po’ di sana nostalgia,giochi non troppo sofisticati che forse non rap-presentano l’avanguardia tecnologica delgaming, ma conservano tutto il fascino di unasemplicità di gioco e di divertimento che ti“inchioda allo schermo”. Nei suoi pochi giorni divita GoGAMES.IT ha già riscosso commenti posi-tivi dalla community che ne ha apprezzato lospirito e le scelte editoriali. Prendetevi unapausa! Su GoGAMES.it, un nuovo gioco viaspetta.

Corso Wiki gratuito per Comuni ePro Loco

Taglio del nastro ufficiale per il nuovo portalerete.comuni-italiani.it, piattaforma interatti-va ideata dalla redazione del popolarissimo

sito www.comuni-italiani.it Il D-day era fissatoper il 15 gennaio. Si tratta di una nuova risorsadel web il cui utilizzo sarà reso più agevole per

a cura della redazione

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Comuni e Pro Loco attraverso l’organizzazionedi un corso gratuito presso i centri di formazionedella Prometheo, dislocati su tutto il territorionazionale. 24 gennaio e 2 febbraio sono le datepreviste per il corso, che avrà durata complessi-

va di quattro ore e alla fine del quale verrà rila-sciato un Attestato di Frequenza.Oltre 200 utenti registrati, 9.500 pagine di conte-nuti create, più di 700 foto caricate, 24.000modifiche effettuate, un milione circa le paginevisitate. Numeri altisonanti che tracciano unbilancio più che positivo della fase Beta, la fasesperimentale inaugurata quattro mesi fa, quan-do la Prometheo ha lanciato sul web la “Rete”di Comuni-Italiani. Due le sezioni in cui è orga-nizzato il neonato portale. Una sezione Wiki chepermette ai visitatori di arricchire le informazionisui singoli comuni, in particolare di quelli piccolie poco conosciuti, puntando a rivalutarne gliaspetti storici, culturali e paesaggistici. L’altrasezione è quella del Forum, strutturato comeuno spazio di comunicazione, diviso in stanzeregionali, dove da un lato si può dibattere suiproblemi della propria città e sulle iniziative incorso, dall’altro si può entrare in contatto con

amici e parenti lontani o fare ricerche genealo-giche.Una nuova avventura in cui l’azienda parteno-pea si è tuffata con la duplice finalità di divul-gazione del sapere informatico da un lato, di

promozione dell’immenso patrimonio storico eculturale delle piccole comunità locali dall’al-tro. Un fi lone inaugurato dal portalewww.comuni-italiani.it, fiore all’occhiello dellaPrometheo, che si è imposto, in appena quattroanni di vita, come la guida più autorevole suiComuni. “La necessità di rispondere –asserisceMassimo Di Bello, amministratore unico diPrometheo s.r.l. – alla particolarità e alla quan-tità di informazioni richieste dagli utenti ci haspinto a creare uno spazio collaborativo, inmodo da rendere più semplice e immediato ilcontributo da parte dei nostri utenti. Il Wiki –conclude Di Bello – è un potente strumento checi permetterà di raccogliere molte più informa-zioni sui comuni di quanto sarebbe stato maipossibile farlo con il normale sito”.

a cura della redazione

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Inizia l’era del

PersonalSuperComputer

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Nel non lontanissimo anno1997 il supercomputer ASCIRED, installato presso i

Laboratori SANDIA, passò alla sto-ria per aver superato il limite di unmiliardo di operazioni al secondo,1.3 TeraFlop/s per l’esattezza.Alla luce di tale riflessione oggiosserviamo ammirati le quattroschede TESLA appena recapitatedall’NVIDIA: impossibile non realiz-zare che la loro potenza di calco-lo assomma a ben un TeraFlop/s,ovvero la potenza espressa diecianni fa dal computer più potentedel mondo.La differenza impressionante, cheben riassume la rapida evoluzio-ne della tecnologia informatica,risiede non solo nella riduzionedegli ingombri (dai 230 metri qua-dri del supercomputer ASCI RED aquattro schede PCI-E) quantosoprattutto nella riduzione deicosti: da dieci milioni di dollari acirca duemila dollari per le quat-tro schede TESLA.

Introduzione almondo del GP-GPU

Con la nuova gamma di prodottiTESLA il produttore NVIDIA presen-ta schede PCI-Express con chipsimili a quelli presenti nelle sche-de video della famiglia G80, lad-dove il processore grafico (GPU)viene dedicato esclusivamenteall’accelerazione di calcoli com-plessi. Tali prodotti si rivolgonoprincipalmente ad ingegneri, fisi-ci, chimici, biologi ed in generetutti coloro i quali debbano ela-borare vaste simulazioni che, sefossero eseguite su semplici CPU,richiederebbero tempi di calcoloeccessivamente lunghi. Il recenteacronimo GP-GPU, General-Purpose GPU, indica pertanto latecnologia con la quale si impie-gano processori grafici per scopinon necessariamente legati allavisualizzazione, quanto piuttostoper l’elaborazione di calcolimatematici di vario genere; in talsenso si tratta di un tipo particola-re di High PerformanceComputing.

La possibilità di impiegare i pro-cessori GPU per applicazioni disupercalcolo deriva dal fatto chela crescente esigenza di realismonei videogame 3D ha spinto i pro-duttori di schede grafiche a svi-luppare processori grafici dotatidi prestazioni sempre più elevate.Com’è noto le schede grafichedi fascia alta si distinguono per lapresenza di processori GPU ingrado di svolgere sofisticati cal-

coli di ombreggiatura delle super-fici in completa autonomia: taliprocessori sono sostanzialmentegruppi di multiprocessori chelavorano in parallelo al fine di cal-colare varie formule per i modellidi illuminazione di ogni pixel delloschermo: da ciò i termini originalidi ‘pixel shaders’, ‘fragment pro-cessors’ o ‘shader processors’.Recentemente si è consideratal’opportunità di impiegare taliprocessori anche per altri tipi dicalcolo complesso, non necessa-riamente grafico, laddove si rav-visi comunque la possibilità disvolgere calcoli in parallelo -astrofisica, simulazioni particellari,fluidodinamica, sequenziamentodel genoma, etc.Non tutte le schede grafiche pos-sono essere impiegate per elabo-razioni GP-GPU: in particolare ènecessario che vi sia almeno lapossibilità di svolgere calcoli connumeri in precisione floating-point. Ciò è possibile già da alcu-ni anni sulle schede ATI ed NVIDIAdi fascia alta, indicativamentedalle NVIDIA GeForce FX e dalleATI RADEON 9500 o superiori, sep-pure con limitazioni e complica-zioni. Infatti solo le schede piùrecenti, ovvero quelle della gene-razione GeForce8, presentanofunzioni in grado di rendere vera-mente agevole lo sviluppo diapplicazioni GP-GPU. Nel caso diNVIDIA, tutte le schede dellafamiglia GeForce8 e molteQuadro possono essere sfruttateper calcoli GP-GPU attraversol’apposita libreria CUDA. Le sche-de TESLA C870 presentate in que-st’articolo (foto 1) si basano infattisull’architettura G80, e potrebbe-ro essere considerate versionispeciali della scheda video 8800GTX, caratterizzate dalla maggio-re memoria e dall’assenza di usci-ta video.E’ interessante notare che, dalmomento che la libreria CUDA èsupportata da tutte le schedeNVIDIA dell’ultima generazione, siprevede che le applicazioni GP-GPU basate su questa tecnologiapotranno essere fruite da nume-

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Da Nvidia nuove schede per calcolo ad alte prestazioni...per chi ha sempre sognato di avere un Cray in salotto

di Alessandro Tasora ([email protected])

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rosi utenti data l’elevata pene-trazione di questi prodotti eco-nomici nel settore gamer e con-sumer. D’altro canto i prodottidella linea TESLA si rivolgono asviluppatori ed utenti professio-nali che desiderano sfruttare almassimo le capacità d’elabora-zione GP-GPU, pur mantenen-do, per ovvie ragioni di merca-to, la compat ib i l i tà“all’indietro”.

prime applicazioni a trarre benefi-cio della presenza di una schedagrafica come coprocessorematematico si è segnalata lalibreria Havok, frequentementeintegrata in numerosi videogiochiper fornire funzioni di simulazionefisica e di rilevamento delle colli-sioni; tale middleware è in gradodi utilizzare i processori GPU, ovepresenti, al fine di velocizzare ilcalcolo degli effetti fisici di un fat-

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Le schedeTESLA C870. Siosservino i col-legamenti PCI-Express 16xed i generosidissipatori dicalore (neces-sari in consid-

erazionedel fato che

applicazioni disupercompting

possonorichiedere

elaborazioni24h/24h).

La tecnologia CUDA

Già da due anni, con il moltipli-carsi dei ‘fragment processors’sulle GPU delle ultime generazio-ni, la capacità di svolgere decineo centinaia di operazioni mate-matiche in parallelo ha spintoalcuni sviluppatori a concepiresoluzioni stravaganti per sfruttarele schede grafiche come potenticoprocessori matematici. Fra le

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tore pari o superiore a dieci.Dato che in passato non esisteva-no driver specifici per gestiredirettamente le funzioni dei pro-cessori GPU, tale fase pionieristicasi basava su curiosi espedienti diprogrammazione: tipicamente leoperazioni matematiche veniva-no eseguite facendo compierealla scheda video lo shadingOpenGL di un rettangolo maivisualizzato sullo schermo, laddo-ve il colore di tali pixel rappresen-tava una matrice di risultatinumerici. Analogamente i pixelshaders, definiti in linguaggioGLSL, rappresentavano le opera-zioni matematiche. In tal modo ildriver OpenGL della schedaavrebbe poi distribuito sui vari mul-tiprocessori della GPU le operazionidi shading dei numerosi pixel delrettangolo, ottenendo rapidamen-te il risultato con calcoli paralleli.Tuttavia la complicazione di dovertrattare i dati come texture, e leoperazioni come pixel-shaders,richiedeva una complessametafora ed uno sforzo di pro-grammazione notevole.Fortunatamente, con l’arrivodelle schede della famiglia G80,NVIDIA ha presentato la libreriaCUDA il cui scopo è proprio quel-lo di fornire adeguati strumenti disviluppo per sfruttare la schedagrafica come coprocessorematematico. Si osservi che una

soluzione analoga, con il nome diCTM - Close To the Metal, è statapresentata quasi in contempora-nea da ATI; sfortunatamente leapplicazioni sviluppate per sistemiCUDA non sfrutteranno le GPU dimarca ATI e viceversa le applica-zioni CTM non riconosceranno leGPU della NVIDIA..La tecnologia CUDA consiste indriver e librerie redistr ibuibil i ,disponibili anche per Linux. Su talilibrerie si potranno basare appli-cazioni che richiedono calcolointensivo. Inoltre, nel sistemaCUDA si trovano strumenti per glisviluppatori, ovvero documenta-

zione molto accurata sulle funzio-nalità delle GPU Nvidia, esempi diprogrammazione ed il compilato-re Nvcc (per Windows e Linux)che permette di compilare pro-grammi sfruttando una versionemodificata del linguaggio C++col quale si possono indicare confacilità le porzioni di codice daeseguire in parallelo. Ciò significache, se non si dispongono diapplicazioni CUDA già scritte daterze parti, sarà necessario svilup-pare da se i propri programmi.Ovviamente ciò restringe l’impie-go dei tool di sviluppo CUDA allanicchia dei programmatori in

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L’unitàTESLA D870.Questo sis-tema con-tiene dueprocessoriTESLA epossiede unsistema dialimen-tazioneautonomo.

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grado di padroneggiare un pò diC o di C++.Abbiamo provato a compilarealcuni semplici programmi usan-do il compilatore CUDA: perquanto non disponga di interfac-cia grafica esso è facilmenteintegrabile in qualsiasi editor IDE,inoltre si rapporta facilmente contradizionali compilatori C quali ilGNU-C compiler ed il MSVC.E’ interessante osservare che sipossono compilare applicazioniCUDA in modalità ‘simulazione didevice’, pertanto è possibile ese-guire programmi con funzioniCUDA anche se non si dispone dischede NVIDIA (in tal caso ovvia-mente non si potrà sfruttare l’ele-vata potenza di calcolo paralleloe si otterranno prestazioni centi-naia di volte più lente, ma vi saràla possibilità di provare program-

La scheda Tesla C870

L’offerta di NVIDIA sul versantedel supercalcolo si articola in treprodotti. La scheda TESLA C870rappresenta il l ivello base edimplementa un singolo processo-re GPU, in tal senso è simile aduna scheda grafica 8800 GTX, macon 1.5 GB di RAM. Al modelloentry-level C870 si affiancano l’u-nità desk-top-side TESLA D870,che possiede una coppia di pro-cessori GPU alloggiati in un’unitàminitower con alimentazioneautonoma e 3GB di RAM (foto 2),ed infine il sistema server TESLAS870, dotato di ben 4 processoriGPU disposti in un rack 19’’ stan-dard con 6GB di RAM, quindieventualmente impilabile in piùcopie per moltiplicare la potenzadi calcolo in ragione crescente(foto 3). Tutti questi sistemi si colle-gano al PC attraverso uno slotPCI Express 16x, eventualmentefacendo uso di un cavo esternonel caso dei modelli D870 e S870.La scheda C870, al pari delleGPU di fascia alta, dispone di ungeneroso dissipatore di calore erichiede un’alimentazione ade-guata, infatti è stato necessariosostituire l’alimentatore del nostroPC di prova con uno più potente(la linea dei 12V deve sopportarecorrenti fino a 28A).Il processore installato sulla sche-da presenta 128 thread proces-sors, in pratica un elevato numerodi unità di calcolo in grado dioperare calcoli in parallelo. Per laprecisione, si tratta di un cluster di16 multiprocessori di tipo SIMD(Single Instruction, Multiple Data),ognuno dei quali in grado di ese-guire la medesima operazione su8 dati contemporaneamente. Lamemoria globale è di 1.5 GBGDDR3, con bandwidth di ben86GB/s; tale risultato è ottenutosia per effetto di un bus da 384

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Unità TESLAS870. Ogni

unità rack con-tiene un ali-

mentatore da800W e quat-tro processori

TESLA.

Le schedeTESLA

richiedono bendue connettoriPCI-E a 6 poliper l’alimen-

tazioneaggiuntiva,dato che laGPU puÚ

assorbire piùdi 170W.

mi anche prima di aver acquista-to schede G80 o TESLA).Per quanto i tool di svi luppoCUDA facilitino la stesura di pro-grammi paralleli per le GPU, vaqui osservato che non tutti glialgoritmi sono facilmente ricon-ducibili a funzioni eseguibili inparallelo. Per esempio, l’analisidelle immagini o la simulazionedel moto di migliaia di particellesono casi facilmente parallelizzabili,mentre altri casi, come la soluzionedi problemi strutturali FEM, non pre-sentano implementazioni agevoli erichiedono notevole competenzada parte del programmatore.Comunque, per alcuni di questiproblemi complessi vi sono soluzionifornite dalla NVIDIA in forma dilibrerie di funzioni pronte all’uso (es.bitonic sort, riduzione di vettori, fil-traggio FFT, etc.)

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bit, sia per il particolare designdella GPU, per cui l’esecuzione inparallelo di migliaia di threads rie-sce a mascherare le eventualilatenze della RAM.La connessione con il PC avvie-ne, al pari delle moderne schedegrafiche, attraverso un bus PCI-Express 16x. Ciò significa che lascheda TESLA potrebbe elabora-re dati più velocemente di quan-to la CPU riesca a spedirle attra-verso il bus PCI! In pratica abbia-mo sperimentato velocità diupload sulla scheda di quasi4GB/s, e ciò non ha mai rappre-sentato un significativo collo dibottiglia.Se la motherboard è predisposta,è possibile montare una coppiadi schede C870: in tal caso lapotenza di calcolo è praticamen-te raddoppiata. Va rilevato chela velocità della CPU non influiscesignificativamente sulle prestazio-ni della scheda TESLA, per quantosia consigliata l’installazione su uncomputer di livello medio-alto.La potenza di elaborazione diuna scheda C870 varia in rappor-to alla capacità del programma-tore di scrivere algoritmi benparallelizzati, ovvero che assegni-no quantità di calcoli ben distri-buite fra i vari ‘thread processors’.Programmi ben scritti possonoraggiungere il valore ottimale diben 460GFlop/s, ovvero quasi cin-quecento miliardi di operazionimatematiche al secondo; tutta-via è più facile attestarsi attornoai 250GFlop/s nelle applicazionida noi provate. Ciò significa checon tre schede di questo tipo sipuò superare la soglia delTeraFlop!

Applicazioni

La tecnologia TESLA è di sicurointeresse per centri di ricerca estudi di progettazione avanzata.Dato che sia l’hardware TESLAche il software CUDA sono pro-dotti recenti, non sono ancoradisponibili applicazioni commer-ciali significative, ma alcuni ricer-catori stanno già usando talischede, con software sviluppatoin proprio, per risolvere problemiche tipicamente richiedevanol’impiego di supercomputer. Fra icasi più significativi citiamo i pro-getti di biologia molecolare delTheoretical and Computational

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Esempio diapplicazionedella tec-nologia GP-GPU: simu-lazione dibiologiamolecolaresvolta pres-soTheoreticalandComputationalBiophysicsGroup(Universityof Illinois atUrbanaChampaign)

Breve storia del supercomputing

1976Seymour Cray costruisce il primo vero supercomputer, il CRAY-1. Sitratta di una macchina pesante 5 tonnellate, con un consumo dicorrente paragonabile ad un tram. Installato presso i laboratori LosAlamos, esprime una potenza di calcolo è pari a 136 MFlop/s.

1982Il successore del CRAY-1, ovvero il noto CRAY X-MP, costa 15 milionidi dollari. Presenta una potenza di calcolo pari a 900 MFlop/s, all’in-circa quanto un odierno computer di modesto livello.

1985Presso i laboratori Livermore viene installato il CRAY 2, in grado diraggiungere 4 GFlop/s, all’incirca quanto potrebbe fare oggi unbuon PC.

1997Il calcolatore ASCI RED, installato presso i laboratori Sandia, supera lasoglia di 1TFlop/s. Costituito da 4510 processori, conferma così che ilfuturo del supercomputing risiede nel parallelismo estremo.Notevolmente longevo, è stato usato fino a poco fa.

2002La NEC, in Giappone, stabilisce un record col computer EARTH SIMU-LATOR, raggiungendo i 35 TFlop/s con 5120 processori. Il costo èmolto elevato: circa 400 milioni di dollari .

2007Ultimo di una serie fortunata progettata dalla IBM, il supercomputerBlueGene/L installato presso i laboratori Livermore stabilisce il recorddi 478 TFlop/s, con 212992 processori.

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SUPER

COMPU

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Biophysics Group, pressol’University of Illinois at UrbanaChampaign, dove l’impiegodella tecnologia GP-GPU ha con-sentito un guadagno, in termini ditempo di calcolo rispetto ad unaCPU di fascia alta, di un fattore100. Tali simulazioni permettono distudiare l’interazione fra proteine,virus, farmaci, etc. (figura 5).Un altro settore, quello della flui-dodinamica. computazionale,potrà affrancarsi dalla necessitàdi usare costosi supercomputerper svolgere simulazioni di flussiturbolenti complessi, e potrà utiliz-zare la tecnologia TESLA per stu-diare veicoli e velivoli in galleriedel vento ‘virtuali’ (figura 6).Altre interessanti applicazioniscientifiche riguardano le previsionimeteorologiche con modelliatmosferici complessi, le simulazio-ni N-body per lo studio di fenomenigravitazionali in astrofisica (forma-zione di stelle e galassie), il sequen-ziamento del genoma, la visioneartificiale e la simulazione di retineurali altamente complesse.

Conclusioni

Possiamo dividere i potenzialiacquirenti delle schede TESLA indue categorie.Nella prima si collocano coloro iquali sono in grado di sviluppareautonomamente i propri pro-grammi di calcolo e simulazione;questa circostanza può verificarsiperlopiù in importanti istituti dir icerca, dove le unità TESLApotrebbero sostituire alcuni super-computer, oppure presso svilup-patori software ed hardware (sipensi al caso delle macchine perdiagnostica medica PET, TAC eRMN, i cui progettist i devonoimplementare sistemi embeddedin grado di analizzare rapidamen-te enormi quantità di dati).La seconda categoria, menoavanzata, rappresenta utenti chepotrebbero investire nell’acquistodi una scheda TESLA se esistesse-ro versioni di software comuni ingrado di sfruttare tali schede peraccelerare operazioni tipicamen-te onerose per la CPU; ad esem-pio versioni per TESLA di program-mi di ray-tracing o di editingvideo potrebbero trovare largoconsenso presso i professionistidella computer grafica. Ciò non-dimeno questa seconda catego-

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Simulazionefluidodinami-ca: la visual-

izzazioneavviene in

tempo realegrazie allo

svolgimentodei numerosicalcoli vetto-

riali sulprocessore

GPU.

Il supercom-puter NEC

EarthSimulator

Dimostrazionedel motore fisi-co Havok. La

dinamicamulti-body ècalcolata intempo reale

grazieall’impiego dicalcolo paral-

lelo su GP-GPU.

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SUPERCO

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ria sconta il fatto che, allo statoattuale, non esistono ancorasignificativi casi di famosi softwareche possano sfruttare la tecnolo-gia CUDA, ad eccezione del pro-gramma MATLAB che può giàimpiegare le schede TESLA pervelocizzare alcune operazioni.E’ plausibile, tuttavia, che l’appli-cazione su scala più vasta dellatecnologia GP-GPU riguarderàl’accelerazione delle simulazionifisiche nei videogame del futuro,come abbiamo avuto occasionedi capire osservando, presso l’E3di Los Angeles, le impressionantidimostrazioni dei nuovi motori fisi-ci di Havok e Pixelux. Per questaterza vastissima categoria diutenti non sarà necessario acqui-stare una scheda TESLA, datoche analoghe funzioni di calcoloparallelo CUDA sono comunquedisponibili anche nelle schedegrafiche GeForce 8 (sebbenecon prestazioni inferiori: ad esem-pio la scheda 8800 GTS possiedesolo 96 thread processors e320Mb di RAM). A nostro avviso ilsegmento consumer può tranquil-lamente rivolgersi all’acquisto dischede 8800 GT (figura 8), le qualifra l’altro presentano uscite videodato che utilizzano la GPU princi-palmente per il rendering e soloeventualmente, come nel casodella fis ica nei videogame,anche per il supercalco-lo parallelo.

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Ecco leschede intutto il lorosplendore...

GLOSSARIO

GLSL:linguaggio per la programmazione dei ‘pixel shaders’ in ambienteOpenGL.

GPU:Graphic Processing Unit.

GP-GPU:General Purpose GPU.

HPC:High Performance Computing.

Pixel shader:programma eseguito, per ogni pixel dello schermo, dai vari proces-sori di una GPU.

Stream:insieme di dati elaborati in parallelo da una GPU.

Kernel:programma eseguito dalla GPU su tutti gli elementi di uno Stream.

Thread:unità di esecuzione, nei multiprocessori sono programmi eseguiti inparallelo.

MFlop/s, GFlop/s, TFlop/s :milioni, miliardi, triliardi di operazioni matematiche al secondo.

Maggiori informazioni su CUDA:http://www.nvidia.com/object/cuda_get.html

http://forums.nvidia.com/index.php?showforum=62

Sull’autore...

L’ing. Alessandro Tasora éricercatore nel settore dellaMeccanica Applicata pressol’Università di Parma nel dipar-timento Ingegneria Industriale.Ha collaborato con differentir ivista del settore dellaComputer Grafica ed è statoredattore della rivista EnigmAAmiga Run.

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Dave Shannon Morse, nac-que il 15 aprile del 1943 aLexington, Stati Uniti. Dopo

essersi laureato alla Tufts Universitye alla Tuck School of Business,Dave ha lavorato per 12 anni nelMinnesota, alla Tonka Toys, doveraggiunse il posto di vice presi-dente del marketing appartenen-

te a tale società. Nel 1982 Davelasciò la Tonka Toys e si trasferìnella Silicon Valley statunitense,dove venne coinvolto da JayMiner, uno sviluppatore Atari, inun progetto concernente quellache sarebbe dovuta essere unanuova console dalle strabilianti

caratteristiche. Nacque così daglisforzi di questi due uomini unacompagnia denominata Hi-Toro.Il progetto della nuova macchinaHi-Toro fu tenuto segreto e furonoutilizzati dei nomi in codice dadonna per le diverse parti del siste-ma. Il progetto stesso fu denomina-to “Lorraine”, il nome della mogliedi Dave.L’idea iniziale, che preve-deva la creazione di una macchi-na da gioco, pian piano mutò,portando all’inserimento in Lorrainedi caratteristiche proprie di un per-sonal computer.Alla fine del 1982 la Hi-Toro cambiòil proprio nome in Amiga, termineche in spagnolo significa “amica”,e che all’epoca poteva trovarsisull’elenco telefonico prima diApple e Atari.Per una serie di circostanze Amigavenne acquisita dalla allora fortu-natissima Commodore, la qualecommercializzò poco tempo piùtardi una versione riveduta e cor-retta di Lorrainne: Amiga 1000.La piattaforma Amiga ebbe unostraordinario successo, dato nonsolo dalle caratteristiche innovati-ve dell’hardware, ma anche daquelle fornite dal SistemaOperativo incluso a corredo dellamacchina. L’hardware della piat-taforma Amiga originale presenta-va co-processori che alleggeriva-no il lavoro demandato alla CPU elavoravano con essa in modalitàDMA. Il sistema operativo,AmigaOS, fu il primo dell’epoca afornire microkernel, multitaskingpreemptive, interfaccia grafica acolori estremamente intuitiva, iltutto a disposizione di un utentecomune. In seguito al successodel primo computer Amiga,

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Questo piccolo spazionella rivista è dedicatoa coloro i qualihanno contribuitoa fare dell’informaticaciò che rappresentain questi ultimi anni.Qualche mese fa,per l’esattezzail 2 novembre 2007,ci ha lasciatouno degli informaticistatunitensiche ha creatosia la piattaforma Amiga,la Console 3DO, e lasoftware house CrystalDynamics:Dave Shannon Morse.

Cogliamo questa tristeoccasione per celebrarela memoria di questocreativo informatico...uno dei “Danzatori Folli”

di Gianfranco Gignina

La firma diDave Morse

all’internodello chassis

dell’Amiga1000.

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ISTO

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Commodore pensò alla produzio-ne di due nuovi computer basatisull’Amiga1000, affidando a dueteam distinti il compito di realizza-re tale piano. Il primo team, negliStati Uniti, era composto daimembri della Hi-Toro incluso DaveMorse, il secondo gruppo avevainvece sede in Germania.Alla fine del 1987, per contenere icosti, il team originale negli StatiUniti fu licenziato e venne accet-tato il progetto del team tede-sco. Dave e i membri originali delprogetto Amiga si separarono, eognuno andò per la sua strada.

Contributi a 3DO

Nel 1991 Dave venne coinvoltodal l ’amico e compagno dilavoro RJ Mical, conosciuto pro-pr io durante l ’esper ienzaAmiga, nella creazione di unanuova console dalle caratteristi-che mult imedial i . Dagli sforzicongiunti di tali uomini nacquela società 3DO, la quale licenziòa case produtt r ic i qual iPanasonic, Goldstar e Sony ipropr i progett i . Nel 1993 tal isocietà produssero così diverseversioni di una nuova console:la 3DO Interactive Multiplayer.La 3DO, sostanzialmente unadelle prime console a 32bit del-l’epoca dotata di CD-ROM, fula prima macchina ad introdur-re i cosiddetti visualizzatori musi-cal i tanto comuni nei playeraudio del 21esimo secolo, inol-tre non presentava alcun bloc-co per l’uti l izzo di giochi nonappartenenti alla nazione perla quale una determinata ver-sione della console era statacommercial i zzata. Sebbene3DO avesse numerose potenzia-lità, che andavano dalla ripro-duzione di PhotoCD e VideoCDalla disponibilità di un chip DSP,la console non scosse il merca-to dell’epoca a causa dell’ele-vato prezzo di vendita.La società 3DO subì pochi annipiù tardi un restyling che la tra-sformò in una software house,incaricata di produrre titoli ludiciper console quali Playstation eSega Saturn, nonché perWindows. Infine nel 2003 3DOandò in bancarotta, sebbeneDave partecipasse già da qual-che tempo alle azioni di un’altrasocietà, la Crystal Dynamics.

Contributi alla CrystalDynamics

Prima della commercializzazionedella 3DO, la mente creativa diDave realizzò, assieme ad altriinformatici provenienti da Sega,una software house per la produ-zione di giochi per quella chesarebbe poi stata la 3DO. Lasocietà in questione venne chia-mata Crystal Dynamics. Con ilrapido declino della 3DO, Crystal

Dynamics orientò i propri sforziverso la produzione di giochi perconsole quali Playstation e SegaSaturn. I contributi ludici dellaCrystal Dynamics sono notevoli,sebbene essa venga ricordata peraver pubblicato nel 2006 i giochi“Tomb Raider : Legend” e “TombRaider: Anniversary” per numero-se console. Quest’ultimo titolorappresenta il rifacimen-to del primo TombRaider, risalente al 1996.

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Amiga1000mostra tuttoquello cheriesce a farenel 1985!Immagini a24bit per gliutenti comu-ni a pocoprezzo!

La versione3DO prodot-ta daPanasonic.

Tomb Raider:Legend, titoloprodotto daCrystalDynamics...

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Iniziamo oggi un lungo percorsodi avvicinamento a la piattafor-ma Linux per tutti coloro che,

come me, hanno bisogno di“toccare per credere”. La dipen-denza da Windows e da tutti isuoi programmi ha bisogno diuna vera e propria terapia.Disintossicarsi da Windows vuoleanche dire perdere le paure tipi-che che ogni uno di noi ha. Ilmodo migliore per avvicinarsi aLinux è senza dubbio iniziare ainstallare una qualsiasi distribuzio-ne di quelle già in commercio evedere poco a poco come fun-ziona la cosa. Grazie all’OpenSource e al coraggio di tanti gio-vani sviluppatori abbiamo diversescelte a disposizione. Il senso pra-tico di quest’articolo di oggi èvedere cosa si può fare per instal-lare il tutto senza “staccare laspina” di Windows.L’utente ha bisogno di provareper convincersi che esiste unmondo fuori da Windows. Per noi

vecchi informatici è molto sempli-ce. Noi “vecchi” abbiamo vissutoin un passato senza Windows osenza il suo strapotere ma per unragazzotto di 20 anni esiste il peri-colo che abbia vissuto sempre e

solo con il sistema delle finestre.

La prima possibilità che abbiamoè quella di crearci una macchinavirtuale nella quale installareUbuntu. Per farlo è necessarioprocurarci prima tutto il materialeche ci serve. Per prima cosa pro-curiamoci la versione Ubuntu piùrecente al momento attuale stia-mo lavorando con la versione 7.1che integra Open Office e unsacco di altre belle cose.Il sistema più rapido e più sicuro èandare direttamente sul sito diUbuntu

www.Ubuntu.com

NoWindows Magazine - Numero Zero

Un primo tutorial perperdere la pauradell’abbandono a

Windows.Vediamo una prima

soluzionieper iniziare aprovare Linux

senza rinunciare(per il momento)

al sistema operativodella casa di Seattle.

di Michele Iurillo ([email protected])

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Armati del nostro caro Firefox andiamo direttamente a scari-care la versione più recente. Scarichiamo la versione che più siaddice al nostro sistema 32 o 64 bit.. (perché penso che Sparc

non interessa nessuno dei presenti per il momento). Il file ci arrivain formato ISO pronto per essere eventualmente “bruciato” conNero o con qualsiasi software per la masterizzazione di CD-ROM.La macchina che oggi usiamo per la prova è un portatile Dell

Inspiron 9400 dotato di 2GB di Ram, 160GB Hard Disk, ProcessoreDual T5600 1,83 Ghz, Schermo a 17 pollici una macchina checon Vista risulta addirittura lenta. (prende un modesto 2.0. nei

punteggi di MS)

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Per continuare la nostra prova abbiamo bisogno anche diVirtualBox un software di emulazione nativa di macchine X86che è quanto di pio prezioso ci sia per chi vuole sperimentare.Per trovarlo dobbiamo andare a pescarlo sul suo sito:

http://www.virtualbox.org/

Una volta scaricata la versione che ci serve (in questo caso laversione X86) possiamo procedere alla semplice installazione,scegliere se volete la lingua italiana e registrarsi al programma(gratuitamente inviando solo di dati di contatto).

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La VirtualBox si presenta in modo molto semplice. Per primacosa dobbiamo creare una nuova macchina. Basterà agire sul-

l’apposito tasto. Una procedura guidata ci aiuterà nellacreazione della nostro nuovo computer virtuale.

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La prima cosa da decidere è la grandezza della memoria cheandiamo a dedicare alla macchina virtuale. Per poter far girareUbuntu al meglio è necessario almeno un 1GB di Ram. Nel nostrocaso avremmo potuto anche mettere più memoria ma preferi-amo lasciare 1GB di Ram libero per far girare OpenOffice chestiamo usando per scrivere l’articolo e Gimp per catturare leschermate di questo tutorial.

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A questo punto è necessario darsi da fare e montare il nostrohard disk. Ubuntu non ha molte pretese in quanto a spazio e poi

la VirtualBox ha una interessante caratteristica per quantoriguarda gli hard disk virtuali. Infatti è possibile crearli con uno

spazio fisico dinamico evitando cosi di perdere byte preziosi peraltre applicazioni. L’immagine ad espansione dinamica crescevia via che si occupa lo spazio precedentemente delimitato.

Non ci sono contro indicazioni non ci sono cali di performancequindi è raccomandabile usare sempre la espansione dinamica

anche perché rimarrà più spazio alla memoria virtuale diWindows Vista. Perché in un momento cosi’ delicato togliere

1GB di Ram a Vista è come togliere due ruote ad una macchi-na.. .funzionare funziona... ma potete immaginare la tenuta.

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Il software ci permette di fare i nostri dischi virtuali da un minimodi 4MB ad un massimo di 2 TeraByte. Noi oggi un po’ per lospazio esiguo a disposizione un po’ perché Ubuntu non ha moltepretese ci accontenteremo di 15 GB.

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La nostra macchina è quasi pronta, come vedete ci sono unbel po’ di altre cose da configurare, ma andiamo con ordine.Prima di tutto bisognerà montare un CD-ROM dove andremo ametterci l’immagine ISO di Ubuntu 7.10 precedentemente scari-

cata.

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Andiamo a dire al programma che vogliamo usare il CD-ROMcon una immagine ISO. Nel requester scegliamo Nuova e andi-amo a localizzare il file ISO di Ubuntu precedentemente scarica-to. A questo punto, una volta ammesso il file come immagine, ilrequester del gestore dei dischi virtuali si presenta così comeappare in figura.

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Ora che i dischi, la memoria ram sono a posto andiamo adabilitare l’audio. In questo caso gli diamo la opzione Windows

Direct Sound. In questo modo il nostro Ubuntu parlerà attraversoi driver di Windows (che beffa).

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Ora avviamo la macchina. Per prima cosa farà il boot secondola sequenza che abbiamo impostato.

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Lasciamo che il nostro sistema parta direttamente da CD-ROM. Aspettiamo tranquillamente perché fa tutto da solo. Sono

lontani i tempi in cui per installare Linux e derivati bisognavaessere laureati in scienze spaziali informatiche.

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E’ davvero un gioco da ragazzi. Da una certa soddisfazionevedere Ubuntu girare dentro Vista. La cosa ancora più carina èvedere girare Windows con la VirtualBox in una macchina nati-va Linux.Una delle prime cose che dovremo fare sarà cercare di miglio-rare la risoluzione passando dagli 800x600 di Default ad almeno1024x768 questo ci permetterà di installare in modo più agevoleUbuntu nel hard disk virtuale. Una delle caratteristiche di Ubuntué quella di poter essere provato semplicemente facendo il bootdal CD-ROM quindi quello che vedete ora nello schermosarebbe esattamente uguale a quanto apparirebbe sui vostrischermi facendo il boot da CD-ROM con Ubuntu.

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Una volta fatto il Boot ed installato il sistema si consigli di fareun upgrade del sistema. Sicuramente ci sono un bel po’ di cose

da scaricare ed installare.

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Dopo l’upgrade ecco un altro boot. Questa volta il sistemaparte dal disco e non dal CD-ROM.

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Eccoci al Login... La risoluzione dello schermo dipende dallaconfigurazione scelta. Ecco Ubuntu in tutto il suo splendore...

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La distribuzione Ubuntu nella sua versione 7.10 contieneOpenOffice. Ricapitolando: abbiamo scaricato ed installatoVirtualBox. Abbiamo scaricato la versione 7.10 di Ubuntu.Abbiamo installato Ubuntu prima facendo un boot da CD-ROM(usando la immagine ISO) e poi abbiamo proceduto alla instal-lazione sul disco e all’aggiornamento del sistema. Tempo impie-gato? 40 minuti... Visto che Linux non fa cosi’ paura? Non avetepiú scuse per non provare Linux.

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Lasciateaperto...In ufficio senza le “finestre”

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CC alc è il foglio di calcolodella suite Openoffice ,ormai giunta al la ver-

sione 2.3.1 (disponibile anche initaliano al link it.openoffice.orggrazie al prezioso lavoro dell’as-sociazione PLIO). Questo stru-mento è ormai molto potente emette a disposiz ione tutt i gl istrumenti necessari alla realiz-zazione di qualsiasi lavoro.In questo primo tutorial creere-mo un semplice foglio che ciconsentirà di analizzare mutui atasso fisso e variabile e di faredei semplici confronti tra questedue tipologie. Questo ci con-sentirà di prendere dimestichez-za con alcuni dei principali stru-menti messi a disposiz ione inCalc. E’ solo un primo appun-tamento che speriamo rinno-vare nei prossimi mesi analizzan-do alt re fuz ioni d i Calc eimparando a muoverci dentro ilfogl io elett ronico con certadimestichezza.Siamo a vostra disposizione easpettiamo il vostro feedbacksull’articolo e sui prossimi argo-menti a trattare in questa rubri-ca dedicata a OpenOffice.Ma adesso buttiamoci dentro ilprimo tutorial ricordandovi chetutto l ’occorrente per pro-cedere nel tutorial lo trovatenella rete.

A proposito di Tassi...

TAN: tasso di interesse nominale.Trovate tutto quello che c’é da sapere sui tassi di interesse qui:

http://it.wikipedia.org/wiki/Tasso_di_interesse

Euribor: (EURo Inter Bank Offered Rate) è il tasso interbancario del-l’area euro.

http://it.wikipedia.org/wiki/Euribor

L’Euribor (acronimo di EURo Inter Bank Offered Rate, tasso interban-cario di offerta in euro) è un tasso di riferimento, calcolato giornal-mente, che indica il tasso di interesse medio delle transazionifinanziarie in Euro tra le principali banche europee.

La nascita dell’Euribor è avvenuta, contestualmente a quelladell’Euro, il primo gennaio 1999; più precisamente il primo tassoEuribor è stato definito il 30 dicembre 1998, con validità dal 4 gennaio1999. Attualmente viene determinato (“fissato”) dalla EuropeanBanking Federation (EBF) intorno alle ore 11 CET, come media deitassi di deposito interbancario tra un insieme di banche, oltre 50. Nonc’è un solo tasso Euribor: vengono infatti definiti tassi per durate ditempo differenti, che variano tra una settimana e un anno.L’Euribor è un indicatore molto affidabile del costo del denaro abreve termine, e quindi è spesso usato come tasso base per calco-lare interessi variabili, come quello dei mutui: ad esempio, un mutuopuò essere offerto con cedola semestrale al tasso “euribor a sei mesipiù uno spread dell’1.5%“. (da WikiPedia)

Differenze rispetto a MS Excel

Non ce ne sono. Le funzioni da usare sono le stesse così come i para-metri richiesti. A riprova del fatto che non ci sono controindicazioniper usare Calc di OpenOffice come alternativa a MS Excel.

NoWindows Magazine - Numero Zero

Iniziamo oggi il primo di una serie di appuntamentidedicati alla suite OpenOffice.

Questi articoli hanno lo scopo di spiegare a tutti che si puó lavorare edessere produttivi senza dover per forza utilizzare

la ottima suite Office di Microsoft. Basta sapere che esiste...

di Michele Costa

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24 NoWindows Magazine - Numero Zero

Iniziamo a creare il nostro foglio di calcolo rinominando le tretabelle che ci serviranno come: Tasso Fisso, Tasso Variabile,

Grafici. Spostiamoci nella prima e creiamo la struttura del fogliocome in figura. Nell’esempio considereremo un finanziamento di

100.000€ in 15 anni con rate trimestrali e TAN del 6%. L’unicodato da ricavare è il numero totale di rate che è il risultato del

prodotto tra anni e numero di rate all’anno.

Per calcolare l’ammontare della rata non possiamo utilizzaredirettamente il TAN. Dobbiamo prima calcolare due valori inter-medi: r effettivo e r effettivo per il periodo (nel nostro caso iltrimestre). I due valori si calcolano come mostrato in figura. reffettivo può anche essere calcolato usando la funzione EFFETTI-VO (cliccare sul simbolo di funzione a sinistra della croce colorrosso) che si trova nella categoria Finanza. I parametri richiestisono il TAN e il numero di rate da pagare in un anno.

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Ora è giunto il momento di calcolare la rata del mutuo a tassofisso. Per fare questo ci serviamo della funzione RATA, disponibilenella categoria Finanza. I parametri richiesti, seguendo la nostra

notazione, sono tre: r eff. periodo, rate totali e finanziamento. Il quar-to parametro è facoltativo e nel caso non serve. La rata che otteni-amo ha segno negativo. Questo perché Calc considera, come ènella realtà, la rata come una uscita di cassa e quindi di segno

opposto rispetto all’importo erogato. Non è un problema ma andràtenuto in considerazione in seguito

Ci posizioniamo ora nella cella C6 dove vogliamo avere il valoredella rata appena calcolata. Dal momento che è un mutuo atasso fisso e la rata sarà sempre la stessa, vogliamo copiare il risul-tato della cella H2 in tutte le celle della colonna nel modo piùveloce possibile cioè trascinando verso il basso il contenuto diC6. Per far questo non possiamo semplicemente linkare la cellama dobbiamo bloccarla per evitare che Calc faccia variare ilnumero della riga durante il trascinamento. Nei fogli di calcoloquesto si fa con il simbolo $: posto prima della lettera blocca solola colonna, posto prima del numero blocca la riga.

Ora calcoliamo la spesa cumulata come somma della rataappena pagata e della spesa cumulata del periodo prece-dente. Trascinando dalla colonna rata alla colonna spesa cumu-lata fino al periodo di temine finanziamento (nell’esempio il 15-mo anno) otterremo automaticamente tutti i valori corretti. Unabuona verifica è controllare che il debito residuo a teminefinanziamento sia nullo (cella evidenziata).

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Calcoliamo la quota interessi (cioè la parte della ratache serve a pagare gli interessi maturati sul debito residuo) ela quota capitale come mostrato in figura. L’unica accortez-

za riguarda il segno della rata: dal momento che Calc laconsidera negativa, dobbiamo cambiarla di segno.

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Finito il mutuo a tasso fisso, ci spostiamo nel foglio per ilmutuo a tasso variabile e lo prepariamo come in figura. Per

comodità non riscriviamo i dati del problema ma facciamo inmodo che questi siano presi dal foglio precedente. Per fare

questo scriviamo nella cella $’nome_del_foglio’.riga_colonna.Tra riga e colonna dobbiamo usare il $ qualora sia necessario

bloccare la riga e/o la colonna.

In questo passo ci preoccupiamo di riempire la colonnaEuribor+Spread. Mentre la componente spread sarà fissa neltempo, l’euribor potrebbe variare. Non è possibile sapere apriori come varierà e quindi i valori inseriti sono le nostreaspettative. Nel caso abbiamo ipotizzato che:

Tra 1 e 8 6%Tra 9 e 16 6.5%Tra 17 e 28 6.75%Tra 29 e 44 6.25%Tra 45 e 52 6%Tra 53 e 60 5.5%

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Calcoliamo r effettivo e r effettivo del periodo analogamentea quanto visto al passo 2. La differenza riguarda l’assenza del $

prima dell’euribor+spread dal momento che il valore cambia neltempo.

Dobbiamo ora calcolare la rata. Per far ciò ci serviamoancora dello strumento RATA ma con delle differenze rispettoal caso precedente: il tasso considerato sarà quello del peri-odo in corso, le rate saranno quelle rimanenti (quindi 60meno le rate già pagate) e il finanziamento sarà il debitoresiduo al termine del periodo precedente.

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Calcoliamo quota interessi, quota capitale e debito resid-uo come visto in precedenza e trasciniamo il contenuto di

queste celle fino al periodo finale.

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Dopo aver calcolato la spesa cumulata come nel caso delmutuo a tasso fisso, verifichiamo che anche in questo caso a

fine prestito la somma ancora da rimborsare sia nulla. Vediamoinoltre che la rata aumenta e decresce al variare del tasso di

interesse richiesto.

Ci spostiamo ora nel foglio Grafici e creiamo le due colonnemostrate in figura facendo un collegamento con i fogliprecedentemente creati in modo tale che, in caso di vari-azioni dei parametri, non sia necessaria alcuna modifica inquesto foglio. In questo caso la riga deve variare e quindinon si deve mettere il simbolo $.

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Vogliamo creare un grafico che mostri la spesa cumulata neidue casi. Per far questo ci serviamo dell’apposito strumento di

Calc (simbolo con un grafico a torta rosso e verde). Selezioniamotutte le due colonne, nomi compresi, e clicchiamo sul pulsantesopracitato. Scegliamo come tipo di diagramma linee e come

successivamente punti e linee e clicchiamo su avanti.

Per i passi successivi facciamo come mostrato in figura (nelpasso Serie di dati non è necessario cambiare nulla).Cliccando su Fine creeremo il nostro grafico. Per modificarneun po’ l’estetica (ad esempio l’eccessiva grandezza deipunti sulle linee) è sufficiente cliccare due volte sulla partedel grafico che si intende modificare e modificare le opzionidel nuovo pannello mostrato.

Ora vogliamo semplicemente fare in modo che Calc ci dicaquale dei due mutui è più conveniente considerando la spesacumulata periodo per periodo (in tutto l’esempio abbiamotrascurato aspetti legati all’attualizzazione di flussi in uscita inperiodi temporali differenti). Per far questo creiamo una terzacolonna e ci serviamo della funzione logica SE. Come evidenzia-to in figura mostreremo “fisso” se il mutuo a tasso fisso conviene oeguaglia quello a tasso variabile, “variabile” in casoopposto.Trascinando avremo questo confronto per ogni periodo.

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In figura è mostrato il grafico dove si è spostata la legen-da, si è eliminata la didascalia sull’asse delle ascisse e si è

ingrandito il grafico.

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Siamo giunti al termine. In figura è mostrato semplicementeun altro esempio nel quale, in seguito a opportune variazioni del-l’andamento atteso dell’euribor, il mutuo a tasso variabile risulta

più conveniente rispetto a quello a tasso fisso.

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Sull’autore...

Michele Costa é un neo laureato, attualmente studente di laurea specialistica, in IngegneriaGestionale presso il Politecnico di Milano. Nonostante gli studi abbiano riguardato uno spettromaggiore, é da sempre appassionato di informatica e fin da piccolo ha potuto usareCommodore 64 e Amiga. Per NoW si occuperà di tutorial riguardanti la suite Openoffice maanche dell’ampio mondo linux.

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AMIGAStory

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AMIGAVIVE

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Dal 1980 al 2007....una time-line lunga 27 anni di unarealtà che nel bene o nel

male, a cavallo di 2 secoli, coisuoi alti e bassi, ha avuto un ruoloper certi versi di primo piano maspesso anche scomodo in unpanorama, quello informatico, infremente e caotica evoluzione.AmigaOS si presenta al mondocon un biglietto da visita moltoingombrante e che lo etichetta,suo malgrado e a torto, come si-stema adatto solo a giocaresuccedendo per dinastia alle benfamosi Commodore 64 e 128..Amiga è una macchina dei sogniche nasce in pochissimo tempodall’estro e dalla competenza dimenti geniali e anticonformiste(alcune delle quali ora non piùtra noi) e sbalordisce il mondoinformatico anche se l’etichettadi macchina da gioco ne limitatanto la diffusione a livello profes-sionale. Ma su questa macchinadei sogni non è solo l’hardwarecon la sua grafica avanzata o ilsuono a 4 canali (cose chehanno reso l’Amiga la prima veramacchina che rispondeall’abusato termine “Multimedia-le”) ad essere qualcosa di straor-dinario, ma lo è anche il suo sis-tema operativo, leggerissimo esoprattutto con un vero multitask-

ing, e tutto questo già nel lontano1985. Andando per gradi in realtài primi passi vengono mossi agliinizi degli anni ‘80 dall’allora Hi-Toro col progetto denominatoLorainne. Parallelamente a quel-l’hardware innovativo compostoda chip custom dedicati che loresero a tutti gli effetti a primamacchina multimediale, un pooldi ingegneri tra cui Dave Luck (ilrealizzatore tra l’altro della famo-sissima animazione Boing Ball),portava avanti lo sviluppo del sis-tema operativo, già ben abboz-zato a fine del 1983. La storia neiprimi anni di vita di Amiga vedeun susseguirsi di colpi di genio e difortuna tra cui l’assorbimento delprogetto da parte dellaCommodore e nel 1985 vede laluce il primo modello dellamacchina delle meraviglie,ovvero l’Amiga 1000. I padri diquesto progetto sono Jay Miner(in realtà è lui che secondo moltiè l’unico definito come “Padre”dell’Amiga), Karl Sesserath (realiz-zatore del microkernel Exec),Andy Finkel e Robert J.Mical(progettista di Intuition, l’interfac-cia grafica). Le loro firme cosìcome la zampina della loro mas-cotte sono impresse sul casedell’Amiga 1000. Poco dopovedono la luce il 500 e il 2000,

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Non è facile in poco spazio raccontare anni e anni di storia informaticaricchi di avvenimenti e colpi di scena. In questa sede proveremo a farlocominciando con un breve riepilogo di cosa ha significato Amiga nellastoria informatica e non solo, per poi passare ad analizzare le varie fasidella sua travagliata esistenza più nel dettaglio, così come le versionidel sistema operativo passando per le caratteristiche dell’hardware su

cui giravano.

Quando usareil computer era

divertente…di Andrea Favini ([email protected])

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due gioielli dei quali il primo ebbeuna enorme diffusione soprattut-to per la sua versati l ità nelcampo dei videogiochi. Questidue modelli vennero equipag-giati con le evoluzioni diAmigaOS1 e in particolare, aparte una breve parentesidell’1.2, quello di default fu l’1.3.Sull’Amiga1000 il kickstart andavaeseguito da floppy mentre a par-

Un salto però con uno slanciosbagliato che se da un lato portasul mercato delle macchinecomunque molto buone, dall’al-tro segna l’inizio della fine dellaCommodore che da lì a brevechiuderà i battenti. Il fallimento dicasa Commodore porterà a unaserie infinita di vicissitudini masarà anche l’evento che conseg-nerà alla storia il concetto di“Amighismo”. Col passare deltempo poco per volta a rimanereattaccati al vecchio Amiga con identi sono rimasti sempre menoutenti irriducibili e affezionati. Aloro si devono gli eventi degli ulti-mi mesi. Questi “pazzi” hannocontinuato ad investire anche sela fiammella non si è mi spenta. Inogni caso dal fallimento di casaCommodore al pensiero cheormai fosse tutto finito di tempone è trascorso non poco e alcuniprogetti sono comunque statiportati a termine tra cui le ROM3.1 e anche il sistema operativoha continuato ad essere sviluppa-to tanto che sono usciti il 3.5 e il3.9 con alcuni miglioramenti siadell’ interfaccia che delleprestazioni (ebbene sì a differen-za di altri con l’evoluzione il sis-tema è diventato più perfor-mante e non soltanto dotato diuna bella vista.....) ma anchenella stabilità che col 3.0 e le suevarie patch da smanettoni eravenuta un po’ a mancare. Madopo il 3.9 uscito nel gennaio del2001, i l dubbio che questosarebbe stato l’ultimo sistemaoperativo, ma che soprattuttonon sarebbe mai stato realizzatoun sistema nativo PPC che sup-portasse a pieno le costoseschede d’espansione PowerPC,serpeggiava sempre più decisonelle menti dei reduci amighisti.Anni di promesse e smentite maalla fine il tanto agognatoAmigaOS4 vede la luce a fineautunno 2007. Ma vediamo iltutto più nel dettaglio.

Amiga anno per anno,cosa succedenel mondo

Una cronaca minuziosa di quelloche succedeva dentro e fuori ilMondo Amiga é doverosa. Annoper anno brevi cenni di quelloche succedeva nel mondo. Un

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tire dai seguenti modelli questovenne messo nella ROM interna.Successivamente uscì il 3000 conla serie 2.x del sistema operativo,O.S. che equipaggerà anche il500+ e il 600. Correva l’anno 1992e mamma Commodore sfornavale macchine (1200 e 4000) cheequipaggiate col nuovoAmigaOS 3 avrebbero dovutofare il salto di qualità definitivo.

Alcune dellefirme presenti

nel casedell’Amiga

1000.

Jay Miner,indiscusso

padredell’Amiga.Qui in un’in-tervista per

Amiga Forevernel 1990.

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utile esercizio di memoria permolti con un briciolo di nostalgia.

1980

Jay Miner lavora per l’Atari chegli tarpa le ali quando lui pro-pone di passare dai sistemi a 8 bitche stavano sviluppando a mac-chine più avanzate con proces-sori 68000. Lui passa a progettarepace-maker..... meno male che ètornato a progettare computer.Nel mondo fanno notizia l’uscitadel nuovo romanzo di UmbertoEco: Il nome della rosa. Il presi-dente statunitense Jimmy Carterdecide di boicottare le olimpiadidi Mosca. Anche se Moggi éancora lontano esplode il primoscandalo scommesse nel mondodel Calcio. Bob Marley in concer-to a Milano. Muore Walter Tobagiper mano delle Brigate Rosse.Strage di Ustica, Strage diBologna, molti ricordano questoanno come l’anno delle stragi.Muore John Lennon.

1982

Nasce la Hi-Toro. Jay Miner neentra a far parte e si capisce dasubito che sarebbe stataun’azienda di tutt’altro stamporispetto alle altre concorrenti nelcampo informatico. Lo stessoMiner rivelerà qualche annodopo che l’idea iniziale del prog-etto Lorainne l’ha avuto subitodopo essere entrato a far partedell’Hi-Toro stessa. La grandeidea commerciale è invece stataquella di sviluppare l’hardwarelasciando la possibilità a terzeparti di sviluppare i giochi a dif-ferenza degli altri produttori divideogame.Nel mondo ed in Italia fannonotizia e storia: la nascita di Italia1, Rete 4, la morte, durante leprove del GP del Belgio, di GillesVillenueve, la nascita del primobambino in provetta ma soprat-tutto la vittoria dell’Italia ai mon-diali di calcio in Spagna.Vengono uccisi il Generale DallaChiesa e sua moglie assassinatidalla mafia. Muore anche GraceKelly in un incidente stradale.

1983

L’anno delle grandi incertezze incui i l mercato informatico

sarebbe potuto decollare cosìcome collassare e di conseguen-za anche l’Amiga ha rischiato dinon vedere mai la luce. Invecegli sviluppatori si impegnarono afondo ottimizzando le risorse divi-dendosi in due staff, il primo capi-

tanato da Jay Miner si occupòdell’hardware mentre il sistemaoperativo fu messo nelle mani diDale Luck. Per fine anno esiste-vano già i prototipi dei chip cus-tom di Lorainne.Arpanet si trasforma in Internet la

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Amiga 1000 il Primo... una rivoluzione

AMIGA 1000 Il primo della stirpe - CaratteristicheCPU: Motorola MC68000 a 7.16 MHz nella versione NTSC e 7.09 MHz inquella PAL con bus Interno a 32 Bit, bus dati a 16 Bit.Chip custom:Agnus – è il chip centrale del chipset, praticament il DMADenise - GraficaPaula - Audio

MemoriaRAM 256 kB per il Kickstart + 256 KB, espandibili internamente a 512 KBed esternamente fino ad 8 MB, disponibili all’utenteROM 8 kB, il Kickstart a differenza di tutti i modelli successivi non risiedein ROM ma viene caricato da floppy cl vantaggio di potere scegliereuna qualsiasi delle versioni dela serie AmigaOS1 (1.0, 1.1, 1.2, 1.3)

Sistemi operativi: AmigaOS 1.0, 1.1, 1.2, 1.3

Altro hardware1 floppy disk drive capace di leggere dischi da 3,5” a doppia densità(880kb)1 porta video RGB analogico1 modulatore video RF per connessione alla televisione1 porta video NTSC composito2 porte controller (per mouse, joystick, paddle, penna ottica ecc.)1 porta esterna floppy disk1 porta RS2321 porta parallela “Centronics”1 connettore di espansione laterale di tipo Zorro I, dotato di tecnolo-gia AutoConfig1 connettore di espansione RAM1 connettore tastiera RJ-11

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notizia non ha molto peso in queigiorni ma pensate alla importan-za che puó avere oggi. NasceApple Lisa. Nasce GNU. Nasconoi Compact Disk. Esce il primoAlbum di Madonna. Nasce la FiatUno. Esce la prima versione diLotus 1-2-3 il foglio di calcolo cheprende posizioni rispetto ai vecchiVisicalc e Multiplan.

1984

Servono soldi per potere dare vitaal progetto e dopo varie ricercheè la Commodore che decide diinvestire su quel progetto genialee controverso. Viene dunqueanche deciso il nome del primoprodotto che verrà messo sulmercato: il Commodore Amiga1000)vp5).L’anno si ricorda per la primamorte di un paziente AIDS (i lfamoso paziente zero). Terremotoin Umbria. Muore EnricoBerlinguer. Strage di Natale sulrapido 904, 15 morti e centinaiadi feriti. Disastro a Bophal in India,2000 morti.

1985

Mentre Atari sfornava l’ST atempo di record, per Amiga siavvicinava il grande giorno. Perla precisione la presentazione uffi-ciale avvenne al Lincoln Centredi New York il 23 luglio 1985. Permostrare di cosa fosse capacequel gioiello di tecnologia furonochiamati nientemeno che AndyWarhol e la cantante delleBlondie, Debbie Harry. Il softwareutilizzato per mostrare le poten-zialità “artistiche” dell’Amiga 1000su Graphicraft della IslandGraphics. I l lancio ufficialeavviene nel settembre del 1985.Nel mondo segnaliamo: la nomi-na di Michail Gorbaciov comesegretario del PCUS, durante laf inale di coppa dei campionimuoiono 39 persone viene ricor-data come la strage del Heysel.Un terremoto in Messico provoca9000 vittime.

1986

L’Amiga 1000 era partito colpiede giusto anche se era anco-

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ra vivo il dubbio su quale sarebbestata la sua vera strada, homecomputing da gioco o macchinaper utilizzi grafici professionali.Mentre si cercava di risolverequesto dilemma la Commodorefa partire il progetto del suo suc-cessore, il 2000 con 2 team sepa-rati, uno negli USA e uno inGermania, e alla fine fu utilizzato ilprogetto tedesco. Si stava cer-cando di insidiare il mercato diPC x86 e Mac. Anche qua,nonostante qualche incertezzainiziale, la partenza sembròdecisamente buona. Il 2000 ha lasolidità tipica germanica non bril-la certo per il Design. Il case delAmiga 1000 resta piú avvincente.Nel mondo fa notizia: la diffusionedel primo virus informatico,esplode il Challenger muoionotutti i membri dell’equipaggio,Silvio Berlusconi diventa il presi-dente del Milan, scoppia lo scan-dalo del vino al metanolo, muoreavvelenato Michele Sindona.Esplode la centrale di Cernobyl(Ucraina), la Fiat ri leva l’AlfaRomeo.

1987

Vengono rilasciati l’Amiga 500indirizzato a chi aveva pochi soldida spendere con un targetsostanzialmente ludico, e il 2000appunto per utenza più profes-sionale. L’Amiga 2000 si imposesoprattutto nel mondo televisivoavendo nativamente il supportoTV, oltre a una ottima potenza dicalcolo per l’epoca. Nella vec-chia redazione di via Sassoferratoa Milano un gruppo di buon tem-poni fondano Enigma, inizial-mente si traducono gli articoliprovenienti dagli Stati Uniti fino ache non si forma la primaredazione composta da: Maurizio

Jay Minerinvecchia...putroppo

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Feletto, Paolo Sciortino, DemetrioPitasi direttore editoriale éMaverick Greissing mentre il diret-tore responsabile é GianluigiZanfrognini.Fa notizia: Il Napoli conquista ilsuo primo scudetto grazie aMaradona, Mathias Rust atterrabellamente nella piazza rossa aMosca con il suo Cessna beffan-do i piú moderni sistemi di difesarussi. L’Eta fa 21 morti e 40 feriticon una Bomba in un centrocommerciale a Barcellona.Alluvione in Valtellina decine dimorti.

1988

Anno caratterizzato dallabattaglia con Atari in cui i 16bit diAmiga cominciavano ad avere ilnetto sopravvento nel campodei videogiochi. Nel 1988nascono anche tante riviste dedi-cate. Michele Iurillo entra a farparte in pianta stabile dellaredazione di Enigma. DemetrioPitasi lascia la rivista. Fa notizia inquell’anno: la mucillaggine cheinvade l’adriatico, il decreto delministro Ferri (quello dei 110 kmall’ora), incidente a Ramsteindelle frecce tricolori una sessanti-na di morti fra gli spettatori,Bernardo Bertolucci si aggiudica9 oscar con il f i lm “L’UltimoImperatore”.

1989

I conti Commodore comincianoa scricchiolare ma tutto sommatola cosa non spaventa visto che èl’anno in cui l’Amiga 500 ha lasua maggiore diffusione grazieanche al fortunato BatmanBundle ideato da DavidPleasance.

Fa notizia: la strage di Sheffield 96persone nella maggioranza tifosidel Liverpool muoiono nellacalca scaturita dall’ incendiodello stadio, Il Milan vince la suaterza Coppa dei Campioni bat-tendo il Barcellona 4 a 0. Il 1989verrà ricordato soprattutto per lacaduta del Muro di Berlino.

1990

Nasce l’Amiga3000, una macchi-na decisamente potente epromettente con la con-sacrazione nel mercato della

videoproduzione grazie alla pro-duzione del VideoToaster daparte delle NewTek. Sul 3000 trovi-amo la prima incarnazione delKickstart 2 e di conseguenza delnuovo AmigaOS2.0. Il cuore diquesta macchina era quello cheper l’epoca era un piccolo mos-triciattolo di potenza, ovvero il68030. Comunque nello stessoanno Viene prorotto anchel’Amiga3000UX, dotato di sistemaUnix oltre che dell’AmigaOS2 e dialcuni dettagli hardware non pre-senti di default sul 3000 AmigaOS-only. Nell’aria c’era un tentativodi Sun di acquisire le licenze per

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Amiga 500

Amiga 600

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diventare l’AGA (AdvancedGraphic Architecture) dei succes-sivi modelli. Viene rilasciato il3000T (Tower) ma il 3000+ chesarebbe dovuto essere dotato diChipset AA a 28Mhz, audio DSP a16bit nonché un evoluto con-trol ler SCSI e il già prontoAmigaOS3, non vedrà mai laluce. Ufficialmente fu una ques-tione di costi ma si vociferavache la vera causa dell’accanton-amento del 3000+ siano statequestioni di retro-compatibilitàcoi vecchi giochi e software. Equi concedeteci l’azzardo di direche forse sarebbe servita unapresa di posizione diversa daparte di Commodore per farsilargo tra i colossi nel mercato pro-fessionale.I fatti da ricordare del 1991 sonoessenzialmente: Linus Torvaldsinizia lo sviluppo del kernel Linux.Inizia la prima guerra in Iraq.Viene fondata la Lega Nord enasce il PDS, si spengono i lampi-oni Marsiglia per il Milan, DiegoArmando Maradona viene trova-to positivo alla Cocaina, Brucia eaffonda il traghetto Moby Prince.

1992

Nelle prime fasi dell’anno vienemessa sul mercato l’Amiga600,ovvero un 500+ reingegnerizzatoper contenere dimensioni e costi.Ma la vera novità di quest’annofurono le 2 macchine con nuovochipset AGA, il 1200 e il 4000.L’Amiga 4000 per l’epoca erauna buona macchina ma zoppi-cava per le famose scelte citatein precedenza, che hanno porta-to all’eliminazione del progettodel 3000+ per avere poi unamacchina più economica maanche molto meno performantedi quello che sarebbe potutaessere. Il 1200 si proponeva dirilanciare la Commodore con unsuccesso pari a quello avutoqualche anno prima dal 500 manel cielo di Amiga cominciavanoa comparire nubi preoccupanti.Nello stesso anno in Italia nasce ilTg5 diretto da Enrico Mentana,viene firmato il trattato diMaastricht. Con l’arresto di MarioChiesa inizia Tangentopoli, aPalermo vengono uccisi: Falcone,Borsellino, mentre a Sarajevo icecchini sparano sulla popo-lazione.

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Amiga 1200

1991

Viene cancellata la produzionedel CDTV che forse non avevariscosso il successo sperato eviene rilasciata l’evoluzione del500, ovvero il 500+ con 1MB diChip RAM e l’AmigaOS 2. Si prog-etta anche il successore del 3000e tra voci e prototipi più o menofantomatici, si rincorrono vociriguardanti un AA (AdvancedAmiga) che poi finirà per

Amiga CD32il papàdel,a

Playstation

produrre l’Amiga3000UX comemacchina Unix di fascia bassama il tutto è naufragato. Ultimanota per il 1990 è l‘uscita delCDTV, praticamente un Amiga500 dotato di lettore CD in uncase molto simile a quello deimoderni lettori DVD..Il 1990 é l’anno dei mondiali inItalia. Apre il primo Macdonald inRussia, fine dell’Apartheid, fineanche definitiva dell’URSS.

Amiga 4000

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1993

I rumors sui problemi economicidella Commodore si fanno sem-pre più insistenti anche se le ven-dite del 1200 vanno a gonfie velee sul mercato viene lanciato ilprimo Amiga senza tastiera (ilCDTV l’aveva), ovvero il CD32. Sitrattava di una console a 32bitcon CD molto appetibile maforse i tempi non erano sufficien-temente propizi. Nel frattempo iPC, fin’ora considerati solo comestrumenti da ufficio comincia-vano a farsi largo anche nellecase intralciando così i pianiCommodore.Viene arrestato Toto Riina, si inse-dia Bill Clinton come 42 presi-dente degli Stati Uniti, c’è unprimo attentato alle Torri Gemelledi New York, Strage di Via deiGeorgofi l i a Firenze é solo laprima di una serie di auto bombedella mafia vengono colpiteanche Milano e Roma. Si tolgonola vita in carcere GabrieleCagliari e Raul Gardini. A Moscal’esercito russo attacca la Dumamentre in Europa nasce la CE.

1994

Viene lanciata quella chepasserà alla storia come l’ultimamacchina Commodore ovvero il4000T. Ma il 1994 viene ricordatoda tutti gli amighisti come l’annodel fallimento della casa madre etutto sommato quello sparti-acque tra chi usava l’Amiga soloperchè era di moda e chi daquel momento avrebbe continu-ato ad usarlo per quella filosofiache ci piace chiamareAmighismo. Ma non fu solo il falli-mento della Commodore a ren-dere il 1994 un anno tanto triste,ma ironia della sorte, anche ilcuore di Jay Miner, indiscussopadre di Amiga, cessò di battereproprio il 20 Giugno 1994.A Marzo muore a Mogadiscio lagiornalista Ilaria Alpi, muoreanche Ayrton Senna durante leprove del Gran Premio di SanMarino a Imola, viene formato ilprimo Governo Berlusconi, Gliazzurri perdono ai rigori la finaledei mondiali di calcio USA controil Brasile, in autunno per le pesantipiogge alluvioni e innondazioniflagellano il Piemonte.

1995

Di Commodore si sente parlareormai solamente nei tribunali falli-mentari mentre comunque c’èancora tanta gente che credenel potenziale di Amiga e le vocisu possibili acquisizioni da parte dichiunque si susseguono incessan-temente. Furono fatte svariateipotesi ma alla fine fu la Escomad accaparrarsi i diritti cercandodi rilanciare Amiga.Al congresso di Fiuggi si scioglieMSI e nasce Alleanza Nazionale,c’è anche la prima discesa incampo di Romano Prodi, inGiappone una setta detta “dellasublime verità” inonda la metro diTokyo con il Gas Nervino. NascePHP ad opera di Rasmus Lerdorf.Nella ex Jugoslavia si ricorda il

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Modelli Amiga rilasciati

Prima generazioneCommodore Amiga 1000Commodore Amiga 500Commodore Amiga 2000Commodore Amiga 2500Commodore Amiga 1500CDTVIl 1500 e il 2500 sono rarissimi.

Seconda generazioneCommodore Amiga 3000Commodore Amiga 3000TCommodore Amiga 500+Commodore Amiga 600

Terza generazioneCommodore Amiga 4000Commodore Amiga 1200Commodore Amiga 4000TAmiga CD32Amiga Technologies Amiga 4000T

AmigaONEAmigaOne G3/G4 ATX motherboardsA1-Micro mini-ITX motherboards

Sistemi basati su hardware Amiga Classic (alcuni solo prototipi)MacroSystems DraCoDraco CasablancaNew Star A5A00The Wonder TVThe AccessAmiga Coldfire ProjectMiniMigNatAmiIndividual Computers Clone-A

massacro di Sebrenica sono circa7000 i bosniaci mussulmani truci-dati dai serbi. Durante una tappanei Pirenei del Tour de Francemuore il ciclista italiano Casartelli.La Microsoft presenta Windows 95(ed é ancora in giro...),L’america si divide per il caso O.J.Simpson, mentre in Israele vieneassassinato Rabin. Arriva laVoodoo 1 la prima scheda grafi-ca 3D, impazza Doom

1996

Si tratta di un anno incentrato sucampagne mediatiche tuttofumo e niente arrosto. Nasconosvariati progetti tra cui sicura-mente il più interessante sullacarta (e sulla carta quasi tuttisono rimasti) fu l’A/Box della

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Phase5, e comunque iniziano iprogetti per passare Amiga suprocessori serie PowerPC. E’anche l’anno della ribalta per unpersonaggio carismatico che hadimostrato di saperci fare a livellopubblicitario e che se fossearrivato qualche anno prima.....E’ i l buon vecchio PetroTyschtschenko che a partire dal96, per qualche anno, sarà il farotrascinatore della comunitàAmiga.In un incendio spaventoso dis-trugge il teatro La Fenice diVenezia. Alle elezioni politichevince l’Ulivo di Romano Prodi,nasce Dolly la famosa “pecoraclonata”.

1997

Mentre Petro rassicurava tutti por-tando mouse pads e mutandegriffate Amiga nonché lattine diAmi-Cola alle fiere, un agoniz-zante Amiga veniva sballottatatra promesse e speranze di caseproduttrici più o meno grandi. Nelfrattempo le principali ditte pro-duttrici d’espansioni continuanoa credere in Amiga con l’uscitasul mercato di schede come laPicassoIV e le Cybervision64. Per

quanto riguarda invece il brandAmiga si passa per Viscorp perapprodare a una Gateway2000che pur rassicurando per la suasolidità economica, a tanti puzzavisto che il suo mercato fino adallora era unicamente quello deiPC. Comunque sia, Gateway2000si accaparra il marchio Amiga enel giro di pochi mesi si arriva afondare Amiga Inc.. Le tantoattese schede d’espansionePowerPC stavano per arrivarecosì come viene annunciato losviluppo dell’AmigaOS 3.5.In Inghilterra vincono i laburisti diTony Blair, dopo 18 anni di gover-no conservatore. Muore la stu-dente Marta Russo a Roma, HongKong torna alla Cina, Pathfinderarriva su Marte, Lady Dianamuore in un incidente d’auto aParigi, Dario Fo vince il Nobeldella Letteratura, viene creato ilprotocollo di Kyoto.

1998

Altro anno caratterizzato da unturbinio di voci, promesse, annun-ci e smentite. Nel 1998 tra l’altronascono altr i progetti pertraghettare l’AmigaOS versonuove soluzioni hardware come

ad esempio il progetto Siamese.Si tratta comunque dell’anno delrilascio delle tanto attese schedePowerPC e della conseguenteennesima battaglia nascente traPhase5 e Haage&Partner.Quest’ultima infatti propose unasoluzione differente, e a detta dimolti più performante, per lo sfrut-tamento dei processori PowerPCsulle PowerUP: WarpOS: Infatti,trattandosi di un periodo di tran-sizione con le schede dual-processor per mantenere la retro-compatibil ità hardware, i lPowerPC veniva utilizzato comecoprocessore dedicato il qualeveniva chiamato in causa soloda determinati programmi olibrerie. WarpOS si contrappone-va alla ppc.library della Phase5con una migliore gestione deicosiddetti context-switches,ovvero i momenti di latenzadovuti al cambio di utilizzo delprocessore. Questo problemaderivava dal fatto che nessunodei due processori possedessecache di secondo livello e cheentrambi dovessero accederealla medesima RAM. La battagliafu vinta, anche se fu più una pref-erenza popolare e quindi maiuna resa ufficiale dell’altrasoluzione, da WarpOS tanto che

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Il mitico Amiga500.

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un utente (Frank Wille) sviluppouna libreria per cercare di ren-dere compatibil i i programmiscritti per ppc.library.Un areo militare americano tran-cia il cavo di una funivia in Val diFiemme. L’Inter vince la CoppaUefa mentre la Juventus vince ilsuo 25 scudetto. Marco Pantanivince il Giro d’Italia e il Tour deFrance. Il primo vero attentatoriconducibile a Osama Bin Laden,vengono colpite le ambasciateamericane di Kenia e Tanzania.Larry Page e Sergey Brin fondanoGoogle.

1999

Mentre il mondo informatico è ingenerale in subbuglio terrorizzatodal terribile millenium bug (il fattoche l’Amiga ne fosse pratica-mente immune fu una botta difortuna tutto sommato) rispettoall’anno appena trascorso noncambia molto con continuepromesse ma ben poco vieneconcretizzato. Alla guida diAmiga compare la figura di JimCollas mentre l’idea già nell’ariada tempo di instradarel’AmigaOS verso QNX, è semprepiù insistente. Di per se l’idea diun microkernel realtime è moltoappetibile ma alla fine l’unicovero utilizzo a livello di utentefinale di QNX sarà quello di fun-gere da substrato per far girareun emulatore Amiga molto per-formante l’AmigaXL. A ottobredel 1999 nasce comunquel’AmigaOS 3.5 con sostanzialinovità, prima tra tutte il fatto chele ROM da ora in poi non sarannopiù rilasciate su Chip ma sem-plicemente mappate in memoriaal primo boot.Nasce ufficialmente l’Euro, l’edi-tore di Enigma Amiga cede i dirittia Pluricom nasce EnigmA AmigaLife. Prodi viene eletto presidentedella Comunitá Europea. Il film“la vita é bella” vince tre premiOscar. Benigni é il primo attorenon anglosassone ad essere pre-miato con l’Oscar al migliorattore protagonista. Un graveincidente scatena un incendioche fa chiudere il tunnel delMontebianco. La Nato bombar-da Belgrado, muore MassimoD’Antona per mano delle BrigateRosse. Inizia il caso Pantani. Vieneeletto Vladimir Putin in Russia

mentre a Seattle inizia il fenome-no “No Global·.

2000

Passato l’incubo del milleniumbug i PC ricominciano la lorogaloppata nello sviluppo e tuttosommato nell’ambiente Amigaqualcosa si muove per cercare direstare al passo. Alcuni membridella Phase5 si mettono a svilup-pare MorphOS, un sistema nativoPPC ispirato ad AmigaOS e il piùpossibile ad esso compatibile,mentre sulla linea ufficiale vienerilasciato l’AmigaOS 3.9, ultimaversione per 68k. Elbox lancia leespansioni per potere utilizzareschede PCI (le Mediator) ma icosti sono decisamente alti e i dri-ver troppo pochi per cui nonhanno il successo sperato. Sullacarta la Elbox promette delleschede di espansione conprocessori G3 ma dalle foto sem-brano schede PCI di espansioneper Mac già in produzione e daicosti nettamente più bassi. La

promessa è quella di rilasciarle incorrispondenza del ri lascio diAmigaOS4 Classic. L’OS4 ad oggiè realtà, aspettiamo ora notiziedalla Elbox.L’Italia entra a far parte del tor-neo “sei nazioni” di Rugby, i lKursk, sottomarino russo, affondanel mare di Barens. Va in onda ilprimo ·Grande Fratello”. NasceOpen Office.

2001-2006

Gli ultimi anni della storia Amigasono caratterizzati dal perpetrarsidella battaglia nata a fine anni90 tra le due filosofie sull’utilizzodei processori PowerPC.Fondamentalmente chi sostene-va il sistema della Phase5 passa asostegno di MorphOS, mentreWarpOS si traduce nella fedeltàal progetto AmigaOS4 PPC. Elboxsforna vari modell i di schedeMediator e arrivano anche altesoluzioni per PCI: G-Rex dellaPhase 5 e la Prometheus. In questianni con la continua crescita

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Gli utentiAmiga sihano sem-pre carater-izzato per lacura dellapropria Gui.Fin dasubito nac-quero dif-ferenti toolper modifi-care lagrafica e leicone di sis-tema.

Dentro unAmiga 4000

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AMIGAVIVE

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della potenza dei comuni PCanche l’emulazione Amiga diven-ta qualcosa di usabile (anche sea oggi la compatibilità di alcunisoftware resta ancora il nodo cru-ciale). Sul fronte hardware aparte qualche altro progetto discheda d’espansione coi proces-sori Coldfire (successori della for-tunata serie 68k), per gli Amigaclassici non si fa più molto. Sipassa invece alla produzione dimacchine basate su hardwarestandard a basso costo: Pegasose AmigaONE. SI tratta fondamen-talmente di normali mainboardATX dotate di processori seriePowerPC invece che x86. Suqueste macchine viene appunto

portato avanti lo svi luppo diMorphOS e AmigaOS4, olte chedi versioni Linux dedicate. Dietroa questa battaglia per i sistemiPowerPC ha spazio per ulterioresvi luppo l’ult ima versione diAmigaOS su processori 68k,ovvero il 3.9 con due Boingbag,ovvero i “service pack” diAmigaOS.

2007

AmigaOS4 per Amiga Classic,richiesto a gran voce negli ultimiperiodi, finalmente è una realtàed è anche decisamente velocee stabile. Per potere stare alpasso coi tempi necessitano

ancora alcune aggiunte e rifini-ture, ma la strada pare esserequella giusta.

Le varie versioni diAmigaOSAmigaOS 1.x

Le caratteristiche peculiari diAmigaOS1 erano sicuramente ilmultitasking preemptivo, la possi-bilità di utilizzare un’interfacciagrafica a colori e un dettaglioche solo chi l’ha utilizzato sa vera-mente apprezzare, ovvero la pos-sibilità per ogni applicazione dipossedere un proprio schermotraslabile con risoluzione enumero di colori indipendenti.Una tappa fondamentale diAmigaOS è stata il rilascio dellaversione 1.3 con la quale venivaintrodotto quello che su altri siste-mi ha visto la luce solo molti annidopo (e non con gli stessi risultatiin termini di affidabilità), ovverol’Autoconfig per cui le schede diespansione venivano automati-camente riconosciute dal com-puter. Il Workbench, ovvero lascrivania di AmigaOS era a 4 col-ori (di default nero,bianco, blu earancio) modificabili dall’utente. Itools non erano tantissimi ma perl’epoca era una dotazionechiaramente invidiabile.

AmigaOS 2.x

Il rilascio della versione 2 avvienenel 1990 in corrispondenza dellancio dell’Amiga 3000 (i l 2.xverrà montato anche suAmiga500+ e Amiga600) e lenovità sono parecchie. In primoluogo l’impatto visivo è netta-mente migliorato con un lookdecisamente più elegantebasato su tonalità di grigio. Dueimportanti novità sono la gad-tools.library e il sistema BOOPSI(acronimo che sta per BasicObject Oriented ProgrammingSystem for Intuition). Queste dueinnovazioni tecniche saranno larampa di lancio per tanti progettidi personalizzazione dl sistemacome la famosissima MUI (MagicUser Interface) e ClassAct. Altrasucculenta novità fu l’intro-duzione degli schermi pubblici.AmigaOS 1.x permetteva ai pro-grammi di aprire schermi per lapropria esecuzione ma essi erano

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BREAKING NEWS: AmigaOS5

A pochi mesi di distanza dal rilascio di AmigaOS4 per Amiga Classicsul web compare la notizia dell’ imminente presentazione diAmigaOS5 al CES (Consumer Electronics Show). Per dovere di crona-ca dobbiamo innanzitutto fare chiarezza sui vari ruoli allo stato attua-le delle cose. Amica Inc, sotto la guida di Bill Mcewen non ha maismesso di esistere anche se negli ultimi anni ha solo avuto il compitodi mantenere vivo il brand Amiga con una linea di prodotti perdispositivi embedded, ovvero una serie di giochini per palmari e cellu-lari. I prodotti in questione prendono il nome di Amiga Anywhere. Ilcompito di sviluppare il sistema operarivo è invece staro dato ormaida parecchio in licenza e in particolare l’azienda che si è occupatadi AmigaOS4 è la Hyperion. Alla comparsa della notizia di AmigaOS5in tanti hanno pensato si trattasse di una semplice bufala, ma inveceè tutto vero anche se non proprio come il nome stesso potesse farsembrare. Infatti le parole di Bill McEwen svelano l’arcano semplice-mente descrivendo il tutto con l’equazioneAmigaOS5=AmigaAnywhere2. Quindi la casa madre non sta facen-do altro che portare avanti una evoluzione (pare comunque abba-stanza consistente) dei prodotti per il mercato “mobile”. Più nel detta-glio riportaimo la traduzione di quanto affermato durante il CES: “Perla parte Amiga, AmigaAnywhere 2 è costruito come un unico, onni-presente, Ambiente Virtuale device-indipendent che può funzionaresu diversi sistemi operativi e su internet.”

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AMIGAVIVE

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esclusivi del programma stesso.Ora con il 2.x è possibile aprireschermi svincolati da un determi-nato programma cui quali è pos-sibile eseguire più di una appli-cazione. Fu introdotto anche laprima forma di installer comecomando standard di sistema eultimo, ma non meno importante,fu l’ introduzione delleCommodities.

AmigaOS 3.x

Vedono la luce il 1200 e il 4000 econ loro viene effettuato il saltodi versione del sistema operativoalla versione 3. La vera impor-tante novità rispetto alle prece-denti versioni fu l’introduzione deiDatatype. I Datatype furono unatrovata geniale in quanto si trat-tava di un sistema di definizionedelle tipologie di file messo a dis-posizione di qualsiasi programmane volesse fare uso. Così facen-do, un applicativo sviluppato colsupporto Datatype ben program-mato, era in grado di potereinteragire con nuove tipologie difile anche non ancora esistenti almomento del suo sviluppo. Bastipensare che i browser Amiga,grazie ai Datatype, furono i primia supportare le immagini PNG.Con la versione 3.1 vengonointrodotti alcuni fix e ulteriori pic-cole migliorie nonché le ultimeROM su chip (dal 3.5 in poi ci saràla mappatura dinamica in RAM).AmigaOS 3.x avrà altre due incar-nazioni, il 3.5 (ottobre 1999) e il 3.9(dicembre 2000) Entrambi pre-sentavano passi avanti sia dalpunto di vista estetico che di sta-bilità e prestazionale. Da seg-nalare l’introduzione di Genesiscome stack TCP di default eAweb come browser.

AmigaOS 4

La storia dell’AmigaOS4, ovverola prima versione nativa (anchese non al 100%) per processoriPowerPC, è lunga e travagliata.Viene annunciato 5 anni fa ma lesperanze di vederlo realizzato siriducono di mese in mese. Macome si suol dire la speranza èl’ultima a morire e vengono prog-ettati gli AmigaONE, ovvero dellemacchine basate su hardwarestandard stile PC con l’unica dif-

ferenza a riguardo della CPU incui si è rimasti in scia ai vecchiAmiga uti l izzando processoriPowerPC. Appena rilasciate, concosti abbastanza alti, questemacchine venivano corredatecon una edizione ad hoc dellaDebian PPC. Col passare deltempo ai possessori di AmigaONEè stata data la possibilità di instal-lare anche la versione beta diAmigaOS4. Con questo step irumors di una possibile uscitaanche su Amiga Classic si sonomoltiplicate esponenzialmenteper poi affievolirsi dopo che itempi promessi per la realiz-zazione sono stati sorpassati diparecchio. Ma nell’estate diquest’anno ecco che la Hyperionrassicura tutti sull’uscita e avviauna massiccia campagna dibeta testing. Il sogno sarebbestato quello di presentare ilprodotto finito a Pianeta Amiga2007 ma per non fare le cose difretta, e soprattutto per evitareche il debug lo facessero gli uten-ti finali (ogni riferimento è pura-mente voluto), si è preferitoaspettare e comunque per i primidi dicembre è iniziata la dis-tribuzione del prodotto finito. Ilrisultato è un buon sistema, per-formante e stabile con cui sonostate colmate alcune carenze diAmiga in rapporto con gli altrimoderni sistemi operativi, anchese su quello che servirebbe vera-

mente per rimetter in corsa allagrande AmigaOS c’è ancora dalavorare: un browser web com-patibile con tutte le modernetecnologie e una suite da ufficioal passo coi tempi (leggasiOpenoffice). Per i l restocomunque è stato riscritto il ker-nel migliorando notevolmente lagestione della memoria e di con-seguenza le prestazioni e la stabil-ità del sistema. Il range di hard-ware supportato è notevole com-presa l’espansione PCI Mediatore le relative schede ivi montate.

Precursorio geni incompresi?

Concedeteci una divagazionequasi sentimentale e forse azzar-data. In anni di storia a partiredall’Amiga 500 passando per ilCDTV e il CD32, Amiga è semprestato sinonimo di innovazione inun gioco di luci e ombre dovespesso le idee geniale venivanosnobbate o semplicemente pas-savano inosservate, per poiessere ripescate anni dopo eesaltate con un nome pomposoo una buona campagna pub-blicitaria. Basti pensare ad esem-pio quanto sia ormai inflazionatoil termine multimediale associatoquasi unicamente ai PC anche sevorremmo far notare chela prima

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L’ultimoAmigaprodotto il4000 Tower

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AMIGAVIVE

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vera macchina “multimediale”esisteva già da anni…mancavasolo chi si inventasse il termine adeffetto. Vogliamo poi citare duegioiellini, forse troppo prematuriper l’epoca, che sono in lineacon prodotti che sono stati dellegalline dalle uova d’oro. Il primo,il CDTV, nato a fine anni 80 èstato un precursore dei modernilettori DVD e molto di più. Già undispositivo dai costi contenuti ingrado di leggere CD video perquel periodo era veramente unprecorrer i tempi. In più quelgioiello era in grado di far girareenciclopedie così come giochi,nonché era dotato di tastiera emouse che lo resendevano cosìun home computer a tutti gl ieffetti. Ultimissima chicca delCDTV è il suo telecomando: guar-datelo bene e pensate a chiquest’anno ne ha ripreso l’idea.Ma passiamo a quella che èveramente uno dei più grossir impianti di una Commodoreagonizzante: il CD32. Era il 1992 eil fallimento era questione vera-mente di pochi mesi quandoquesta console si apprestava asfidare i grandi colossi deivideogame. Ma una console a 32bit con videogiochi su CDROMpoteva fare successo? La storia cidimostra di sì e non sapremo maise a tarpare le ali al CD32 è statol’imminente fall imento Com-modore o semplicemente il fattoche i tempi non fossero ancoramaturi per un’idea così visionaria.In fondo rispetto alla famosissimaconsole della Sony l’unica dif-ferenza stava nel fatto chequest’ultima, rilasciata nel 1996,fu equipaggiata con chip 3Ddedicati che ai tempi del CD32non erano ancora stati imple-mentati.

Conclusioni

Il fallimento della Commodore ela grande rincorsa dell’hardwaredelle macchine Wintel hannoportato negli anni 90, e in partico-lare nella seconda metà, allosvi luppo di un movimento(vedremo poi come definir lomeglio) senza precedenti e cheprobabilmente rimarrà senzaeguali nella storia. Questo movi-mento o corrente di pensiero chela si voglia definire, è quello che

noi vorremmo definire amighismo.Per amighismo intendiamo infattiquel modo di rapportarsi alla tec-nologia con passione e diverti-mento nonché con quell’at-teggiamento di dominio dellamacchina e non di resa incon-dizionata a cui il mondo infor-matico dell’epoca (e più chemai quello attuale) ci stava e cista sottoponendo. Ci non ha maivissuto di persona questo mododi rapportarsi all’informatica enon è mai stato ad un ritrovoamighista come Pianeta Amiga(soprattutto negli ultimi anni), diffi-cilmente può capire cosa spingaun folle(detto in senso buonoovviamente) a rimanere attacca-to coi denti a una realtà cosìstramba con un sistema palese-mente rimasto indietro rispettoagli ormai strapompati PC.Qualche boccata d’ossigeno perquesto mondo arriva ogni annocosì come le speranze di impossi-bi l i resurrezioni.Seguiteci su questepagine per saperne dipiù.

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Sull’autore...

Andrea Favini (http://andrea.favi-ni.net) è un libero professionistache lavora nel campo dei sit iinternet, realizzando siti dinamiciormai da più di 5 anni. Classe 1975con trascorsi come redattoredella rivista “EnigmA Amiga” perdiversi anni, attualmente fa partedello staff del sito (http://www.vol-leyrosa.net) per cui fa sia il web-master che il redattore. Tratteràdunque su queste pagine princi-palmente delle novità riguardantiil mondo Amiga ma sarà ancheautore di tutorial su tecnologieweb sia per quanto riguarda lamessa in opera e la gestione di unserver, sia per la realizzazione di siticon tutorial focalizzati sull’utilizzodel linguaggio PHP con particola-re riguardo agli aspetti di sicurez-za.

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AROSABANDA

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lprogetto AROS prese il via nel-l’anno 1995, per opera diAaron Digulla. Tale sviluppato-

re, dopo aver seguito per anni lediscussioni di molti utenti-sviluppa-tori riguardo alle possibili evoluzio-ni di AmigaOS, pianificò un pro-getto che prevedeva la scritturadi un particolare sistema operati-vo con le seguenti premesse: pos-sedere la compatibil ità conAmigaOS3.1 a livello di API e dicodice sorgente, avere la possibi-lità di essere eseguito su numero-se architetture hardware, poterestendere e migliorare le caratte-ristiche di base dell’AmigaOS, einfine, ma non meno importante,avere una natura opensource.Nacque così il progetto AmigaReplace Operating System, inbreve AROS.

In seguito, osservando anche losviluppo di AROS, affidato a svi-luppatori volontari che dedicanoil loro tempo libero a questo pro-getto senza aver in cambio nes-sun ritorno economico, l’AmigaReplace Operating System cam-bia il proprio nome in AmigaResearch Operating System.Nonostante la sua filosofia open-source, AROS non ha mai trovatomoltissimi consensi da parte dellacomunità Amiga, difatti la mag-gior parte degli utenti ha sempresperato in un ritorno in grandestile di AmigaOS, per opera dellacasa madre che deteneva i dirittidel sistema. Tuttavia come tuttisapranno le tecnologie Amigahanno il brutto vizio di passare dianno in anno da una ditta adun’altra, senza che mai si ottenga

qualcosa di concreto. Sebbenenegli ultimi cinque anni il piccolouniverso Amiga abbia assistitoallo sviluppo e alla distribuzione diMorphOS ed alla messa in com-mercio del tanto sognatoAmigaOS4 PowerPC, entrambiquesti sistemi fanno capo a delleentità commerciali e sono inoltreclosesource. Questo comportauna serie di problemi, primo tratutti il concetto di longevità deisistemi stessi, la quale dipendeproporzionalmente dalle societàche ne detengono i diritti e che lisviluppano.Giacché l’utenza Amiga èalquanto ristretta e che la disposi-zione di denaro non è mai abba-stanza, ne consegue cheMorphOS ed AmigaOS4 possanoda un giorno all’altro morire,salvo che non vengano rilasciatiopensource...D’altra parte bisogna considerareanche la natura refrattaria di talisocietà commerciali all’open-source, e dunque un avvenimen-to quale il visionare e modificare isorgenti di questi sistemi da partedi ogni singolo utente sembrereb-be più che altro un’utopia.Per fortuna nel nostro caso entrain gioco AROS ed i suoi sviluppa-tori, i quali hanno pensato bene,in questo periodo di cause legali,di cambiare nuovamente nomeal sistema, dandogli una conno-tazione ricorsiva, piuttosto comu-ne nell’universo dell’opensource.Più precisamente l’acronimoAROS sta adesso ad indicare

di Gianfranco Gignina

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In questa rubrica ci occuperemo di AROS, l’incarnazione opensource di AmigaOS,per anni sottovalutata e snobbata dagli utenti Amiga, la quale sta avendo negli ulti-

mi tempi sempre più consensi. Meglio tardi che mai...

Negli ultimitempi AROSappare all’u-

tente conquesto aspet-

to, il qualeprevede iconein stile Gorillae finestre conla skin Ice...

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AROSABANDA

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“AROS Research OperatingSystem”, in altre parole è statadel tutto rimossa la parola Amiga,marchio protetto da leggi delcopyright.

Cosa offrepotenzialmente AROS

La natura opensource di AROSoffre innumerevoli possibi l ità,molte delle quali sono già statecolte dagli sviluppatori.Consideriamo innanzitutto la por-tabilità del sistema, il quale adoggi può essere eseguito su innu-merevoli architetture, tra esse x86(sia a 32 quanto a 64bit) em68kpp, quest’ultima sigla rap-presenta i dispositivi prodotti daPalm. E’ inoltre possibile eseguireAROS in modalità “hosted”, cioèospitato su un altro sistema.Questa è la scelta migliore se sivolesse contribuire allo sviluppodel sistema, difatti in queste con-dizioni AROS offre svariati stru-menti per il debug, oltre al nonobbligare l’utente a dedicare uncomputer intero solo per AROS.Tra le versioni hosted abbiamo:linux x86, linux ppc e freebsd x86.La portabilità di AROS è data dalsistema “Hardware IndependentDevice Drivers”, sul quale poggia-no tutte quelle librerie di sistemache originariamente in AmigaOSaccedevano in modo diretto

all’hardware. In sostanza, le libre-rie di base dell’OS non toccanol’hardware direttamente, maaccedono agli HIDD, i quali sonoprogrammati usando un sistemaorientato agli oggetti per acce-dere all’hardware sottostante.Tutto questo permette di sostituirefacilmente gli HIDD, i quali sono icomponenti che vanno riscritti divolta in volta per ciascuna nuovaarchitettura sulla quale si volesseportare AROS.Abbiamo accennato al fatto cheAROS possa essere eseguito suprocessori x86 a 64bit, ciò rappre-senta un traguardo abbastanzarecente compiuto dallo sviluppa-tore Michal Schulz, il quale hadistribuito ufficialmente una ver-sione di AROS più avanzatarispetto alle altre. Tale versione diAROS a 64bit dispone di una pro-tezione preliminare della memo-ria e di una revisione di GRUB ingrado di caricare i moduli esterni.AROS a 64bit ha ancora un limitedi 4 GB per la RAM, il quale saràad ogni modo rimosso non appe-na AROS avrà una gestione cor-retta della MMU.Il salto generazionale dai 32 ai 64bitrappresenta un traguardo impor-tante nella storia di Amiga, difattiAROS rappresenta in questi terminiil primo sistema Amiga a 64bit.Oltre al concetto di portabilitàdella piattaforma software, AROS

offre un ulteriore vantaggio rispet-to ai sistemi Amiga closesource:la possibilità di visionare, modifi-care e personalizzare il propriosistema attraverso la modifica delsuo codice sorgente comemeglio si creda. Questa possibi-lità, a dire il vero scontata per chiè abituato ai software opensour-ce, è una novità non indifferenteper chi proviene dal piccolo uni-verso Amiga.La possibilità di agire direttamen-te sul codice del sistema operati-vo invece che intervenire ester-namente è sicuramente un van-taggio per coloro i quali volesseroaggiungere al proprio AmigaOScaratteristiche mancanti, e/oimparare come il proprio sistemasvolga alcuni dei suoi compiti.AROS dal canto suo offre questapossibi l ità, al contrario diAmigaOS e MorphOS, e questofilosoficamente avvicina notevol-mente tale sistema operativoAmiga opensource alle concezio-ni degli amighisti, i quali vedonola piattaforma Amiga come qual-cosa di estremamente personale,intuitivo e semplice da utilizzareper i propri scopi.

La licenzadi distribuzione

Dalle ultime considerazioniespresse potrebbe tuttavia sem-

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AROS comeAmigaOS puòassumere diversiaspetti grafici, quipossiamo visionareun AROS con lefinestre in stileWindowsXP...

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brare che AROS si ponga comescelta mutuamente esclusiva neiconfronti di AmigaOS e MorphOS,ma non è così. AROS per moltiamighisti rappresenta una sorta diponte che collega AmigaOS eMorphOS, risanando filosofica-mente la spaccatura che è avve-nuta durante gli anni nella comu-nità Amiga a causa di diatribeinfinite e cause legali. Ciò che for-nisce ad AROS simili capacità dicoesione è la licenza con laquale viene distr ibuito: AROSPublic License. La APL, basatasulla licenza con cui è stato rila-sciato Firefox, sostanzialmentepermette di inglobare codiceproveniente da AROS nei propriprogrammi commerciali ed obbli-ga a rilasciare le possibili modifi-che al codice in modo da essereintegrate nei sorgenti principali di

AROS. In altre parole un sistemaclosesource commerciale puòusufruire del codice di AROS,ottenendo anche guadagni eco-nomici, purché l’autore del pro-gramma rilasci al pubblico leeventuali modifiche effettuate alcodice appartenente ad AROS.In questi termini inoltre la licenzadi AROS non trasforma codiceche non proviene da AROS in sor-gente APL, come invece acca-drebbe con la GPL. Tutto questonon solo permette di accrescereun programma commerciale, maanche AROS stesso.Nella pratica abbiamo già assisti-to all’utilizzo di codice AROS inprogetti chiusi/commerciali: glisviluppatori di MorphOS non moltianni fa presero da AROS sia ilcodice di AmigaDOS (la partedei sistemi Amiga incaricata di

gestire l’I/O) quanto quello diIntuition (modulo incaricato digestire la GUI) in modo da poterliutilizzare su MorphOS, rilasciandoin seguito i miglioramenti appor-tati alla comunità AROS. In que-sto modo il sistema Amiga open-source fece grossi passi in avantinel suo sviluppo.In precedenza la stessa cosaaccadde con AmigaOS3.5, i lquale conteneva all’interno dialcuni suoi programmi di sistemacodice AROS.In sostanza la condivisione tra isistemi closesource di codiceAROS non solo accresce lo svilup-po di questo sistema opensource,ma permette ai due sistemi close-source di mantenere una certacompatibilità reciproca, il tutto avantaggio degli utenti.

Prova su strada di AROS

La prima cosa che è subito evi-dente ad un utente che usaAROS per la prima volta è sicura-mente la modalità di sceltariguardo alla risoluzione grafica sucui AROS svolgerà le proprie azio-ni: a causa di una graphics.librarye di alcuni hidd per la graficapiuttosto acerbi, AROS permettedi eseguire un’unica scelta all’ini-zio per la risoluzione dello scher-mo di AROS, tale scelta avvienecosì all’inizio del boot. La risoluzio-ne a questo punto non potràessere cambiata a meno di uncold boot.Dopo aver concluso con succes-so il boot l’utente si trova di fronteal file manager grafico ufficiale diAROS, Wanderer, il quale rappre-senta una sorta di rivisitazione delWorkbench di AmigaOS, propo-nendo alcune delle filosofie diquesto programma di sistema.Wanderer è per ora piuttosto limi-tato e possiede una serie di bugalquanto fastidiosi, sebbene inconfronto al Workbench, il filemanager grafico di AROS per-metta la navigazione del filesy-stem attraverso l’apertura diun’unica finestra, come avvienenei sistemi operativi moderni.Tutto questo è ottenuto permezzo di una comoda toolbarposta in cima al contenuto di unafinestra di Wanderer. Più precisa-mente la toolbar di Wandererpossiede un gadget per risalire le

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Open Source

In informatica, open source (termine inglese che significa sorgenteaperto) indica un software rilasciato con un tipo di licenza per laquale il codice sorgente è lasciato alla disponibilità di eventuali svi-luppatori, in modo che con la collaborazione (in genere libera espontanea) il prodotto finale possa raggiungere una complessitàmaggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di pro-grammazione. L’open source ha ovviamente tratto grande beneficioda internet. Alla filosofia del movimento Open Source si ispira il movi-mento Open content: in questo caso ad essere liberamente disponi-bile non è il codice sorgente di un programma ma contenuti editorialiquali testi, immagini, video e musica. In tempi recenti, attualmente,l‘Open Source tende ad assumere rilievo filosofico, consistendo inuna nuova concezione della vita, aperta e refrattaria ad ogni oscu-rantismo, che l’Open Source si propone di superare mediante la con-divisione della conoscenza.

http://it.wikipedia.org/wiki/Open_Source

(tratto da Wikipedia)

Questa è Kitty,la mascotte di

AROS!

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directory, e ciò risulta alquantocomodo nell’utilizzo quotidiano.Un’altra delle caratteristiche cherisulta subito evidente è il suppor-to per le icone in formato png,oltre ai formati planari (OS3.1) ediconcolor (OS3.5+). Il set di iconestandard su AROS è una versionemodificata della distribuzioneLinux chiamata “Gorilla”, fattaper opera dell’ ital iano PaoloBesser.La struttura delle directory di siste-ma presente su AROS mima intutto e per tutto quella diAmigaOS3.1, aggiungendo inol-tre le directory boot/, utilizzata daGRUB, Development/, contenen-te i file per sviluppatori, Extras/, incui risiedono i programmi di terzeparti liberamente distribuibili conAROS, e Test/, contenente piccoliprogrammi per sondare alcunedelle caratteristiche di AROS.Sicuramente rilevante per l’uten-te il fatto che Wanderer non offraal momento una visualizzazione informato lista del filesystem, almomento aggirabile con l’utilizzodell’ottimo DirectoryOpus4, inclu-so nella directory Extras di qualsia-si distribuzione AROS.Tutta l’interfaccia grafica di AROStenta di poggiarsi a Zune, miman-do la filosofia che sta alla base diMorphOS, sebbene ci sianoancora molti programmi di siste-ma che non seguano questalinea di pensiero. AROS al contra-rio di AmigaOS3.1 possiede siauno stack TCP/IP quanto il sup-porto USB e sebbene sia piuttostolaborioso per un amighista confi-gurare AROSTCP, la possibilità diandare su internet con AROS èreale.Per ciò che concerne il filesystem,AROS può usufruire sia di FFS, ilfilesystem originale di AmigaOS,quanto del più evoluto SFS. Lareimplementazione opensourcedi FFS presente in AROS non è tut-tavia completa, manca infattiuna cosa fondamentale: il valida-tore del disco.Per fortuna AROS da un pò ditempo a questa parte supportaun altro fi lesystem Amiga,SmartFilesystem, il quale data lasua natura più moderna non ha iproblemi di FFS e dunque non habisogno di un validatore.Sebbene al momento AROS nonsupporti il boot da una partizioneSFS, è possibile suddividere il siste-

ma in due partizioni, una FFS incui stanno pochi file essenziali peril boot, mentre il resto del sistemarisiede nell’altra partizione, for-mattata con SFS. Questo risolve inparte il grave problema cheaffligge gli utenti AROS riguardopartizioni che rimarrebbero persempre in validazione, a meno dinon collegarli ad un Amiga NG.Non tutte le speranze sono tutta-via perdute, difatti come permolte altre questioni riguardantiAROS, è possibi le donare deldenaro affinché il team AROS svi-luppi un validatore per i l FFS.Staremo a vedere...

Bounties

La donazione facoltativa didenaro, in gergo bounty, è unodei concetti che da un pò ditempo a questa parte hannopreso piede tra alcuni sviluppatoridi AROS. In sostanza se qualchecaratteristica è richiesta dagliutenti, questi ultimi hanno la possi-bilità di scegliere come megliocredono il modo di “intervenire”su AROS: possono attendere spe-ranzosi che tale caratteristicavenga alla fine implementata da

qualcuno, possono inserirla lorostessi, o scegliere d’incentivare iprogrammatori esistenti con unadonazione in denaro affinchétale caratteristica venga imple-mentata al più presto.Quest’ultima alternativa è rap-presentata dai bounties.E’ bene precisare in questa sede idiversi stati di un bounty, i qualidipendono dall’accettazionefacoltativa da parte di uno o piùprogrammatori delle richieste acapo di un bounty, nonché dal-l’implementazione delle caratteri-stiche che il bounty descrive.Sostanzialmente esiste un sitointernet, http://www.thenostro-mo.com/teamaros2/ , il qualeraccoglie i diversi bounties diAROS e nel quale se ne possonoaprire di nuovi.Un bounty è detto “aperto”quando qualcuno richiede l’im-plementazione di una o piùcaratteristiche assenti in AROS, iltutto seguito da una donazionedi denaro, anche simbolicaappoggiandosi al su indicato sito.Abbiamo poi lo stato di “asse-gnato“, raggiunto quando unbounty viene preso in considera-zione da uno o più programma-

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Il filesystem Amiga ed il “validatore del disco”

L’implementazione originale del filesystem Amiga è composta essen-zialmente da tre parti: il filesystem stesso (filesystem handler), il “vali-datore d’inizio boot”, e il “validatore del disco”. In particolare quan-do il computer viene spento o resettato accidentalmente, i blocchidel filesystem Amiga potrebbero non essere stati memorizzati in modocoerente, per controllare se è avvenuto qualcosa di strano al filesy-stem viene allora invocato all’inizio del boot il primo validatore. Nelcaso in cui il primo validatore rilevi incoerenze nel filesystem, tale pic-colo programma si occupa di porre la partizione o l’hard disk com-promesso in uno stato di sola lettura, passando le successive azioni alsecondo validatore, il quale si occuperà di sistemare le parti danneg-giate. Di solito tutto questo accade se si resetta o si spegne l’Amigadurante un’operazione di scrittura, tuttavia negli ultimi anni è quasiimpossibile stabilire se si stia scrivendo su disco o meno visti i program-mi che girano usualmente su un computer in secondo piano. Per talemotivo una simile situazione si potrebbe presentare molto facilmentesulla piattaforma Amiga, per fortuna sia AmigaOS4 quanto MorphOSoffrono delle valide alternative al vecchio filesystem Amiga, sebbenelascino totale scelta all’utente riguardo il filesystem da utilizzare.D’altra parte in tali sistemi vi è pur sempre un validatore del disco cheriparerà i danni.Su AROS la situazione è differente, difatti manca totalmente il valida-tore del disco nell’implementazione di FFS, e non è nemmeno neipiani degli sviluppatori attuali di AROS implementare una cosa delgenere poiché prenderebbe molto tempo. Gli sviluppatori di AROSsono invece molto propensi ad omettere del tutto l’esigenza di utiliz-zare il vecchio filesystem Amiga, orientandosi verso altre possibilità.

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tori che iniziano in questi terminiad implementare le richieste delbounty, infine il bounty diventa“completato” nel momento in cuii programmatori hanno imple-mentato tutte le caratteristicherichieste dal bounty, a questopunto la somma in denaro rac-colta per quel bounty viene dataai programmatori. Ad onor delvero esiste anche un altro stato,detto “cancellato”, quando lerichieste del bounty non vengonoaccolte da nessuno perché nonimplementabili, oppure quandobounties chiusi sono elencati sulsito da troppo tempo e rappre-sentano ormai caratteristichecomuni e scontate su AROS.Attraverso la filosofia del bountymolte delle caratteristiche primaassenti in AROS sono state inseguito implementate, tra questepossiamo citare lo stack TCP/IP, ilporting nativo del compilatoreGCC, una procedura d’installa-zione più automatica, e persino ilsupporto per i l drag&drop inWanderer.L’espediente dei bounties ha inaltri termini dato un’ulteriore spin-ta verso uno sviluppo più miratodi AROS, rispecchiando in modoquanto mai più pratico le esigen-ze della comunità, sebbene glisviluppatori siano sempre un esi-guo numero...I bounty vengono altresì apertiper incitare i porting di program-

mi su AROS. Uno dei più gravi pro-blemi di AROS rispetto alle altreincarnazioni Amiga risiede nelleesigue applicazioni disponibili suquesto sistema, il quale non pos-siede alcun espediente per man-tenere una compatibilità binariacon i programmi di AmigaOS. Ciòsignif ica che solo avendo adisposizione i sorgenti di un pro-gramma sarebbe possibile com-pilarlo con pochissime modificheper AROS, ma non vi è alcunmodo, a meno di un usare UAE(emulatore Amiga) per eseguireprogrammi già compilati perAmigaOS3.x su AROS, come inve-ce accade in modo trasparentesu AmigaOS4 e MorphOS. D’altraparte molti nuovi programmi,come WookieChat (IRC),marranoFTP (FTP), SimpleMail (e-mail), Holliwood (presentazioni estesura di programmi multimedialiattraverso un vero e proprio lin-guaggio di programmazione),sono compilati multipiattaforma,ed includono anche AROS tra gliOS Amiga supportati.

Le nightbuilde la loro struttura

Per quanto riguarda l’utilizzo pra-tico di AROS è possibile scegliereuna distribuzione base ufficiale,composta di più archivi da scari-care dalla home page di AROS,

oppure scaricare delle distribuzio-ni artigianali che sono accompa-gnate da software di terze parti, iltutto configurato opportunamente.Iniziamo ad analizzare gli archiviufficiali, presenti sulla home pagedi AROS. In particolare la filosofiadi sviluppo ed aggiornamentoche accompagna questo siste-ma operativo prevede per ogninuovo giorno dell’anno unaricompilazione dei sorgenti diAROS in modo che sul sito si possascaricare sempre una versionedel sistema operativo aggiornataagli ultimi cambiamenti che glisviluppatori hanno apportato. Ingergo un insieme di archivi AROScomprendente sistema operati-vo, software esterni e file per losviluppo viene definita “night-build”. Sulla home page possia-mo distinguere diversi gruppi diimmagini, identificati principal-mente dal giorno della loro com-pilazione (AAAAMMGG):1) un primo gruppo è identificatodalla documentazione in formatohtml (AROS-AAAAMMGG-docs-html.tar.bz2), dai sorgenti deicontributi (AROS-AAAAMMGG-contrib-source.tar.bz2), dai sor-genti della documentazione(AROS-AAAAMMGG-docs-sour-ce.tar.bz2), dai sorgenti del siste-ma operativo (AROS-AAAA-MMGG-source.tar.bz2);2) un secondo gruppo è compo-sto dagli archivi contenenti

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AROS edalcuni pro-grammi inesecuzione,notare lostile dellaskin incor-porata alsistema,mima

l’aspetto diAmigaOS3.

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per un cd, e tra i software a cor-redo vi è AmiStart, una barra instile Windows che permette lagestione più semplice ed intuitivadei programmi istallati e dellefinestre aperte.Una nuova tendenza, visto il semi-perenne stato di beta di AROS, èquella di creare distribuzioni inhardfile utilizzabili da emulatoricome QEMU e VMWare suWindows, è il caso di VmwAROS eDevAROS, entrambedi autori italiani.VmwAROS (http://www.vmwa-ros.org), di Paolo Besser, è unadistribuzione general pourpose,configurata al meglio per giraresull’emulatore VmWare, è fattaper coloro i quali vogliono prova-re AROS senza installarlo sull’harddisk e senza sottostare alle limita-zioni di sola lettura del cd liveAROS. VmwAROS possiede tuttigli ultimi programmi utili di terzeparti compilati e già configuratiper nostro sistema Amiga, liberan-do così l’utente che non conosceAmigaOS dall’onere di procedu-re non conosciute. Il fatto di esse-re pensata per VmWare fa diVmwAROS a maggior ragioneuna scelta più che indicata pergli utenti meno smaliziati, i qualicon tale emulatore potranno tro-vare un supporto più intuitivo perinteragire con AROS.DevAROS (http://shinkuro.amiga.it/guida), di GianfrancoGignina, è una pseudo-distribu-zione indirizzata a coloro i qualivolessero avere un ambienteAROS preconfigurato per la pro-grammazione ed il testing di pro-grammi AROS, difatti accompa-gna la guida alla programmazio-ne delle incarnazioni Amiga scrit-ta dallo stesso autore. DevAROSinclude l’emulatore QEMU open-source, in modo tale che l’utente,una volta scaricato l’archivio,

non debba far altro che eseguirelo script per la propria architettu-ra così da avere subito unambiente di testing pronto all’u-so.

In conclusione

Abbiamo affrontato un timidotour all’interno del piccolo univer-so AROS, evidenziando alcuni deisuoi pregi e difetti. Con la speran-za di aver attratto l’attenzionedei lettori riguardo questo sistemaoperativo, non ci resta altro cherimandare ulteriori approfondi-menti riguardanti AROS ai prossi-mi articoli dedicati a questo siste-ma operativo.

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Zune, MUI ed AFA

La capacità di coesione da parte di AROS è ancora timidamente sfruttata,difatti sarebbe possibile slegare i due sistemi closesource da un prodotto com-merciale che ormai è uno standard de facto nell’universo Amiga, ci stiamoriferendo a MUI, il quale è un pacchetto shareware closesource. In altre parolesarebbe possibile sostituire MUI con sua controparte open source presente inAROS, Zune, a patto però che quest’ultima venga corretta con cognizione dicausa. Alcuni passi orientati verso questa idea sono già stati compiuti: perAmigaOS3.x viene distribuito un pacchetto software chiamato AFA, e cioè“AROS for Amigas”, il quale contiene non solo Zune, ma anche altre librerieAROS compilate per OS3, in modo da trarre vantaggio su 68k delle migliorieche AROS fornisce agli utenti rispetto al vecchio AmigaOS3.x.

immagini iso/floppy per effettua-re il boot nativo indirizzati a cia-scuna architettura supportataattivamente (AROS-AAAA-MMGG-ARCHITETTURA-pc-boot-iso.zip);3) un terzo gruppo comprende gliarchivi contenenti file per il bootcome ospite (host) di un altrosistema operativo (AROS-AAAAMMGG-ARCHITETTURA-SISTEMAOSPITE.tar.bz2);4) un quarto gruppo contiene gliarchivi in cui r is iedono tutti isoftware non facenti parte diret-tamente di AROS, detti contributi,i quali sono differenziati secondola piattaforma per la quale sonostati compilati (AROS-AAA-AMMGG-ARCHITETTURA-all-con-trib.tar.bz2);5) un ultimo gruppo con cui pos-siamo identif icare il SoftwareDevelopment Kit di AROS compi-lato per le piattaforme supporta-te (AROS-AAAAMMGG-ARCHITET-TURA-all-sdk.tar.bz2);Nella pratica un utente comunesceglie solo un archivio dal grup-po 2 o 3, nel caso in cui fosseun’immagine floppy da scriveresu questo genere di supporto, l’u-tente potrà allora scaricareanche un archivio dal punto 4,altrimenti troverà i contributi giàinclusi nell’archivio scelto.Il contenuto di una nightbuild filo-soficamente dovrebbe seguire leorme dei vetusti floppy sui qualiveniva distribuito AmigaOS3.1,dunque un sistema base funzio-nante con una serie di software acorredo ed altri distribuiti comecontributi.

Le distribuzioninon ufficiali

Come ogni sistema operativoopensource che si rispetti, ancheAROS è circondato da una seriedi distribuzioni più o meno artigia-nali che permettono agli utenti diprovare tale OS Amiga configura-to per funzionare al megliosecondo ciò per cui una distribu-zione è stata indirizzata.La prima distribuzione, non piùaggiornata, è chiamata AROS-MAX, ed ha rappresentato ilprimo timido tentativo di permet-tere l’utilizzo di AROS anche a chinon aveva idea di quello cheaveva tra le mani. La distribuzio-ne è scaricabile come immagine

Sull’autore...

Gianfranco Gignina , 25 anni,http://shinkuro.altervista.org frequentala facoltà di Scienze MM.FF.NN. corsodi laurea in Scienze e TecnologieInformatiche, si é occupato di proget-tazione e gestione di Sistemi informaticie si interessa delle alternative ai sistemioperativi più diffusi, approfondendociò che riguarda sistemi quali Amiga,Macintosh, UNIX, soprattutto per ciòche concerne la loro gestione ed utiliz-zo, inoltre si occupa di progettazione,stesura e mantenimento di programmi.Conoscenze di linguaggi di program-mazione quali C/C++, Java, C# , UML;Scrive articoli di vario genere pernumerosi siti e collabora anche con larivista Bitplane. Su NoWindowsMagazine si occuperà di AROS maanche di altre interessanti rubriche suisistemi operativi alternativi.

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NoWindows Magazine haincontrato Mario Bucolo,esperto in tecnologie multi-

mediali ma anche consulente edimprenditore esperto in comuni-cazioni e ricerche di mercato, frale moltissime esperienze di Marioc’è la Commodore, nel grupposviluppatori con Richard Glover.

Now: Ciao Mario grazie per aver-ci concesso l’intervista, parlaci dite.

Beh diciamo che per ragioni dispazio meglio far riferimento soloagli ultimi anni della mia attivitàprofessionale. Mi occupo dimarketing e comunicazione inter-nazionale per i musei per i qualisviluppo anche applicazioni mul-timediali, soprattutto kiosk interat-tivi (uno dei primi lo realizzai pro-prio su Amiga 1000 nel 1986). Hoanche fondato il Portale mondia-le sui musei e sui beni culturaliMuseumland.net

NoW: Parlaci della tua esperienzanel gruppo degli sviluppatori diCommodore .

Ho iniziato collaborare con laCommodore nel 1985 e sonorimasto in contatto con la casamadre e la filiale italiana fino al1991 quando poi sono passatoad Olivetti ed Apple.

NoW: Per molti esperti dell’infor-matica l’Amiga è stato il primocomputer con il concetto di mul-timedialità, secondo te è vero?

Sicuramente la struttura hw dell’a-miga, sin dal primo, storico, model-lo, il 1000 era qualcosa di rivoluzio-nario, ai tempi c’era già il Sirius,fantastico per la grafica anche sein bianco e nero, poi si aggiunsel’Archimedes (che ho ancheavuto) ancora più rivoluzionario diAmiga. In quei tempi si affacciava(dal 1984) anche il Mac ma, aparte l’interfaccia utente,l’hardware non era ben strutturatocome su Amiga

NoW: Quando lavoravi nella gran-de C= sei stato mai coinvolto inqualche progetto per Amiga ?

Ero un consulente esterno, avevola mia società indipendente efacevo parte del gruppo sviluppa-tori, ho partecipato ad alcuni pro-getti come inserire l’Amiga nelletelevisioni private e poi ho risoltoqualche problema di programma-zione del firmware dell’Amiga 2000

NoW: Se la Commodore nonfosse andata il liquidazione spon-tanea secondo te quale ruoloavrebbe Amiga oggi .

Sicuramente poteva essere i lterzo interlocutore del mercatodopo i Wintel ed i Mac

NoW: La comunità Amiga si stagodendo AmigaOS 4 per gliamiga classic, A1200, A3000 ,A4000, A4000 Tower con schedePowerPc , che futuro può avereoggi un sistema operativo in PPC .

Nessuno, Mac OS X è troppoforte, hanno difficoltà persino inMicrosoft per starci dietro.Peraltro Apple ha dovuto abban-donare il PPC perché i costruttorinon riuscivano a star dietro all’e-voluzione di Intel, e nel cambioApple ne ha guadagnato tantissi-mo malgrado le prime perplessitàdegli utenti più affezionati.

NoW: Oggi molti amighisti pensa-no che la prossima versione diAmigaOS (magari OS5) debbaessere per X86, concordi?

Si, come si evince dalla prece-dente risposta.

NoW: C’è qualcosa che vuoiaggiungere ai lettori diNowindows Magazine ?

Cercare di fare quanti più adeptipossibi le del concetto di“Microsoft Free”, spiegando chesi può tranquillamente vivere elavorare senza i loro prodotti.

Now: Puoi contarci siamoqui per questo

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Incontri & Scontri é un appuntamento fisso della nostra rivista.Qui troveremo personaggi emblematici e non.

Un incontro dove raccoglieremo confessioni e dove fiorirá la polemica.Oggi abbiamo incontrato Mario Bucolo quasi un pioniere del multimedia Italiano.

di Stefano Buonocore

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BeOS è stato uno dei sistemioperativi più innovativi deglianni novanta, ed è il frutto

della visione di Jean-Louis Gasséee Steve Sakoman due ingegneriche lasciarono la Apple percostruire un sistema operativomoderno che superasse le limita-zioni degli altri sistemi soprattuttonel trattare i moderni contenutimultimediali per questo motivoben presto BeOS si guadagnòl’appellativo di Media OS.Attorno al 1996 BeOS fu ad unpasso dal divenire il nuovo siste-ma operativo della Apple ma ilritorno di Jobs fece saltare l’ac-quisizione della Be che in seguitofu anche costretta a migrare ilsuo sistema operativo daiPowerPC ai processori intel x86.

Purtroppo raggiunta la versione 5di BeOS la Be fu costretta adorientarsi verso nuovi mercati edin particolare verso quello delleinternet appliance che però nonriuscì a dare ossigeno ad unasocietà ormai in crisi costretta acombattere con la difficoltà nelfornire il sistema operativo a distri-butori OEM per via degli ostacolicreati da Microsoft con i suoidiscutibili contratti, l’ultimo colpodi coda fu la distribuzione gratui-ta di BeOS 5 personal edition chese da un lato ha il grande meritodi aver fatto conoscere BeOS allemasse segna l’avvicinarsi dellafine per la Be Inc. Nel 2001 laPalm acquisisce la proprietà intel-lettuale della Be, poi in seguitoall’acquisizione di PalmSource i

dir itt i su BeOS passarono allaAccess. La Be intentò una causaalla Microsoft ed il 6 settembre2003 vinse la causa ottenendo23.25 mil ioni di dollari $ dallaMicrosoft; questa somma ridicolaè stata divisa tra gli azionisti men-tre il monopolista non ha subitoparticolari danni.

Nasce Haiku

Haiku inizialmente nasce con ilnome di OpenBeOS, nell’agostodel 2001, con l’obiettivo principa-le di consegnare il controllo delSistema alla comunità degli utentiBeOS evitando così che la PalmInc. che aveva acquistato i dirittiintellettuali di BeOS, o un’altracompagnia potessero deciderne

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Tra I sistemi operativi antagonisti e alternativi di Windows vogliamo anche riservareuno spazio ad Haiku che ha preso l’ereditá di BeOS.

di Giuseppe Gargaro ([email protected])

BeOS natoda una cos-

tola diApple

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il destino; OpenBeOS ha ricevutoda subito l’appoggio della comu-nità e alcuni programmatori sisono aggregati per iniziare alavorare a questo ambizioso pro-getto che ha come base le partidel sistema che la Be Inc. avevareso opensource (Deskbar eTracker), il progetto viene svilup-pato per gruppi di programma-zione che si dedicano alle varieparti del Sistema.Successivamente, anche per evi-tare problemi legali con Palm, sidecise di cambiare il nomeOpenBeOS in Haiku. I l nuovonome, scelto dagli sviluppatoridel progetto tra quelli proposti

BeOS eranato per ilMultimedia

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Haiku e frat-tali

Proviamo Haiku su QEMU

Se avete voglia di provare Haiku, ma non avete una macchina da dedicargli, esiste un modo semplicissimoper farlo girare in una macchina virtuale e provarlo senza rischi. E’ sufficiente utilizzare QEMU, un virtualizzato-re open source molto famoso e potente. Potete scaricarlo dal sito:

http://fabrice.bellard.free.fr/qemu/

oppure, se state usando un sistema debian-like come ubuntu, possiamo installarlo dai repository tramiteSynaptic o con il comando:

sudo apt-get install qemu

Adesso è necessario scaricare un’immagine RAW di Haiku. Ogni notte vengono create le cosiddette “nightlybuild”, cioè una ricompilazione completa del sistema basata sui sorgenti più aggiornati. Andiamo quindi aquesto indirizzo:

http://www2.haiku-os.org/build_factory

Sulla destra, sotto la voce “Nightly HD images” clicchiamo su “RAW Image”, verrà scaricato un file“haiku.image.bz2”. Una volta terminato il download scompattiamolo con:

bzip2 -d haiku.image.bz2

otterremo quindi un file “haiku.image” da 100Mb, contenente il sistema con le applicazioni base. A questopunto possiamo lanciare il sistema dentro la macchina virtuale QEMU con questo comando:

qemu -hda haiku.image

Dopo qualche secondo di caricamento avremo a disposizione il sistema Haiku che gira nella finestra diQEMU!Buon Diverimento!

di Lorenzo Di Gaetano ([email protected])

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dalla comunità fu annunciatodurante il WalterCon 2004, edintende far riflettere sull’eleganzae la semplicità della piattaformaBeOS oltre a citare i particolarimessaggi di errore presenti nelbrowser NetPositive ed in moltialtr i programmi per BeOS.Nelperiodo tra marzo e aprile 2005furono raggiunte un buon nume-ro di pietre miliari quali le primeapplicazioni grafiche che funzio-navo su haiku (da notare chegiravano con una piena accele-razione 2D) e il primo utilizzo di unbrowser per il web. Entrambi i suc-cessi furono raggiunti senza l’utiliz-zo di codice o binari che appar-tenessero alla Be Inc, inclusi i dri-ver usati per la grafica e la sche-da di rete. Un’altra pietra miliareè stata raggiunta nel luglio del2005 con il sistema che finalmen-te riesce a far girare Desktop eTracker (il file manager di BeOS,che consente di sfogliare le car-telle presenti sui propri dischi edeffettuare le classiche operazionidi copia, spostamento e cancel-lazione in modo semplice ed effi-cace).

Arriva Dorfler...

Nell’ottobre del 2005, Axel Dorfler,uno degli sviluppatori più prolificidel progetto, diventa il primo svi-luppatore del progetto full-timestipendiato grazie ai fondi donatidalla comunità fino a dicembredello stesso anno quando i fondifinirono. Axel in quel periodo halavorato sull’avvio del sistemaoperativo da CD, sull’SMP e adaltre funzionalità relative a kernele app_server.In agosto del 2006 Haiku festeg-gia il 5 anniversario e lo svilupposullo stack di rete e USB continuarapidamente, nel frattempo unnuovo sito http://haiku-os.org,basato su drupal è stato inaugu-rato. In questo periodo si è tenutaanche una gara per votare leicone predefinite di Haiku, il setvincitore (premiato per il suo lavo-ro) è stato quello si StephanAsmuß “Stippi” che inoltre ha svi-luppato il tool per la creazione diicone “icon-o-matic” e ha creatoil nuovo formato di Haiku HVIF(Haiku Vector Icon Format) per lagestione delle icone nellaDeskbar e nel Tracker.Verso marzo esce a sorpresa la

prima distribuzione semi-ufficiosadi haiku: Pingwinek GNU/Haiku esuccessivamente in quel meseHaiku viene accettato perGoogle Summer of Code 2007con ben 8 progetti.In aprile la JMicron annuncia divoler dare il pieno supporto perchi voglia scrivere i driver per icontroller Sata e nei primi giorni dimaggio Hugo Santos comunica iprimi risultati del suo progetto perGoogle Summer of Code: realiz-zando in tempi record un layer dicompatibilità per i driver di reteFreeBSD, ora i driver per le schededi rete Intel Pro 1000 funzionanosenza nessun problema in Haiku (ilprossimo passo sarà far funzionarele schede di rete wireless). Verso lametà di maggio Axel Dörfler rila-scia i driver per il CDDA file systemcon il pieno supporto del CDDA filesystem per i CD Audio e nello stes-so periodo Salvatore Benedettoporta avanti il suo progetto perGoogle Summer of Code comple-tando lo stack USB con il UHCI dri-ver e il supporto Isochronous.

Fratelli d’Italia

Ad Agosto del 2007 AndreaBernardi e Giuseppe Gargarodanno vita a www.haiku-os.it unnuovo portale italiano dedicatoad Haiku. François Revol comple-ta il porting di Open SoundSystem consentendo di estende-re il numero di periferiche audiosupportate dal sistema, nel frat-tempo lo studente cinese JiShengZhang “absabs” Haiku ottiene ilsupporto per la Firewire e nelmese di settembre Oliver RuizDorantes conclude le basi di unBluetooth Subsystem per Haikuriuscendo a creare un primo dri-ver per i supporti Bluetooth USB.

Lo sviluppo di Haiku continua spe-dito grazie allo sforzo di unacomunità di appassionati chestanno rendendo questo sistemasempre più stabile e completo,certo occorre ancora molto lavo-ro ed è difficile dire quando saràpronta la prima alpha della R1,tuttavia non è improbabile che

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Haiku inazione

I padri delSistema

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ciò avvenga prima della prossimaestate.

Alla prova!

Il sistema operativo Haiku non haraggiunto ancora lo stato dialpha, e ciò significa che attual-mente non si presta ad un usodiverso dal provarlo, a tal scoposono molto comode le immaginiper VMware che potete trovaresu http://haiku-files.org/; provareHaiku è molto semplice vi bastascaricare VMware free player dahttp://www.vmware.com e utiliz-zare un’immagine per VMware diHaiku. Sempre su http://haiku-files.org/ ci sono anche immaginiraw util i se volete provare adinstallare Haiku su una partizionead esso dedicata, in questo casosicuramente il modo più sempliceè avere installata in una partizio-ne una delle distribuzioni BeOSderivate dalla personal edition(ad es. BeOS Max oppure BeOSdeveloper edition) ed avere unaseconda partizione da formattarein bfs (Be file system) sarà sempli-ce, con imagemounter, montarel’immagine di Haiku sotto BeOS ecopiarne il contenuto nella parti-zione che abbiamo dedicato adHaiku, alla fine ci basterà lanciareda terminale il comando boot-man per reimpostare il bootma-nager in modo che veda anchela partizione Haiku. Un’altra stra-da è quella di creare un livecd, ingiro ci sono già alcune distro, chepossono essere utilizzate, comebasho o pingwinek, meglio anco-

ra potete utilizzare l’immagine diboot di queste distro associando-la ad un’immagine recente diHaiku opportunamente rinomina-ta. Le immagini di Haiku vengonoaggiornate giornalmente ed ilsistema non si presta ancora adun proficuo utilizzo per cui vi con-siglio di provarlo utilizzando qemuo VMware.Se riscontrate dei problemi in fasedi boot potete tentare di risolverealcuni di questi problemi grazie alBoot Loader; per accedere alboot menù basta premere labarra spaziatrice quando apparela schermata del boot. Il bootmenù vi permetterà di seleziona-re la partizione di boot (nel casoin cui siano presenti più partizionicon BeOS o Haiku installati), diattivare l’avvio in modalità pro-tetta (safe mode) settare alcuniparametri ed infine di attivare lamodalità grafica VESA; se dopo ilboot il vostro monitor mostra unaschermata grigia, probabilmenteavete una scheda video non sup-portata (oppure avete avviato ilsistema in Safe Mode). Per riaverei colori, potete utilizzare la moda-lità grafica vesa; riavviate il com-puter e entrate nel Boot Loaderpremendo la barra spaziatricepoi scegliete Select fail-safevideo mode, avrete una lista dirisoluzioni dello schermo sceglie-tene una adatta al vostro monitor(normalmente 800x600x15 e1024x768x16 dove 16 sono i bitsper pixel) dopodiché tornate almenù principale del Boot Loader(selezionando “Return to mainmenù”) e continuate il booting.

Certamente il sistema sarà piùlento per cui vi conviene cercaresu www.bebits.com un driveradatto alla vostra scheda se nonlo trovate allora dovete necessa-riamente utilizzare la modalitàVESA.

Diamoci da fare...

Una volta avviato Haiku iniziamoa conoscere questo sistema par-tendo dalla struttura del filesy-stem che in Haiku come in BeOSricalca fondamentalmente quel-la dei sistemi POSIX, quindi abbia-mo una directory principale conuna serie di sottodirectory in cuivengono organizzati per catego-ria tutte le componenti del siste-ma e i file e le directory dell’uten-te. La directory di base è /boot erappresenta la root (radice) delsistema ossia la partizione o volu-me da cui il sistema effettua ilboot. Da /boot si dipanano leseguenti directory

/boot/apps/boot/beos/boot/common/boot/develop/boot/home/boot/optional/boot/preferences

naturalmente si può aggiungerequalsiasi altra directory a /bootma è preferibile che le directorycreate dall’utente si trovino sotto/boot/home. La directory/boot/beos è riservata al sistemaanche se potete mettere le maniin questa directory non è consi-gliabile poichè potreste rendere ilsistema inutil izzabile. Haiku almomento non è un sistema mul-tiutente ma una sua implementa-zione renderebbe chiaro il sensodella suddivisione tra /boot/beose /boot/home in tal caso adesempio in /boot/beos/apps tro-veremo tutte le applicazioni disistema accessibili a tutti gli utentimentre in /boot/home/apps tuttele applicazioni disponibili per il sin-golo utente; Haiku come giàBeOS è predisposto per la multi-utenza anche se questa non èstata del tutto implementata.Una delle grandi caratteristichedel filesystem di Haiku è che essofunziona come una sorta di data-base infatti su ogni elemento sia

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Il Paint inazione

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plessità non necessaria. Il sistemaè ancora in fase di sviluppo percui la cosa migliore che si puòfare se si è uno sviluppatore ècontribuire allo sviluppo dellostesso, se invece siete interessatiall’utilizzo di Haiku allora per orapotete provarlo ed iniziare afamiliarizzarci in seguito vi porte-remo per mano alla sco-perta di questo fantasti-co sistema operativo.

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esso un file o una cartella è possi-bile effettuare una query (unaricerca) che è a sua volta un fileche si aggiorna istantaneamentenon appena si modificano gli ele-menti che la costituiscono quindiad esempio se abbiamo fattouna ricerca di tutti i contatti cheabbiamo sul nostro computer nonappena uno di questi viene modi-ficato o ne viene aggiunto unonuovo la query si aggiorna senzadover essere rilanciata, il veropotenziale è costituito dal fattoche i fi le possono contenerecome attributi immagini, altri file,suoni ecc. e su questi metadata sipuò effettuare ogni tipo di ricer-ca. Il bfs è un filesystem con jour-naling a 64-bit che può immagaz-zinare metadati di file negli attri-buti di un file.

Il Network

Vediamo ora come impostaremanualmente il network in Haiku;se utilizzate Haiku sotto VMwarenon dovreste avere problemi inquanto il sistema è impostato perfunzionare automaticamente nelcaso invece che avete installatoHaiku sul vostro hard disk doveteinnanzi tutto verificare che ci sia ildriver per la vostra scheda di retenell’esempio che vi farò la miascheda è una broadcom 570 eper utilizzarla basta scaricare edinstallare il driver per BeOS cheandrà senza problemi grazie allacompatibilità di Haiku con i binaridi BeOS R5. Dopo aver installato idriver per la scheda di rete hoconfigurato manualmente il

network editando il file netscriptpresente in /boot/beos/system/boot . Io ho un router percui la configurazione del file net-script è stata la seguente:

# That is a static version ofthe network interface setup.# You have to edit it to matchyour driver/ip/subnet.ifconfig /dev/net/bcm570x/0192.168.2.102 up

# This adds the defaultgateway. Edit it for yourneedsroute add /dev/net/bcm570x/0default gw 192.168.2.1

Una volta fatto questo potetelanciare l’applicazioneNetworkStatus che una voltainstallata nella DeskBar vi segna-lerà se siete connessi o no.

Provare per credere

Potete provare l’ebrezza dellanavigazione sotto Haiku utilizzan-do Netpositive per BeOS mentreFirefox da ancora diversi proble-mi, tuttavia un gruppo di svilup-patori sta lavorando al portingdel WebKit su cui sarà basato ilfuturo browser di Haiku.Come avrete capito da questabreve introduzione Haiku è unsistema operativo open source(licenza MIT) ispirato al sistemaoperativo BeOS, ed il cui obiettivoè fornire agli utenti di ogni livelloun’esperienza desktop semplice,potente e libera da ogni com-

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Sull’autore...

Giuseppe Gargaro è un imprenditoreche oggi lavora nel campo della viti-coltura e del turismo mentre in passatoha lavorato nel settore informaticocome tecnico sui server di alcune ban-che, da più di un decennio coltiva lapassione per i l s istema operativoBeOS/Haiku e da diversi anni cura unarubrica dedicata a questo sistemaoperativo per la rivista Bitplane, nelcontempo ha collaborato alla realizza-zione di alcuni software per la piat-taforma BeOS/Haiku (www.funkyidea-soft.com), ed è uno degli animatoriprincipali della comunità BeOS/HaikuItaliana nonché webmaster del sito diriferimento (www.haiku-os.it). Sullepagine di NoWindows tratterà dell’evo-luzione del principale progetto per larinascita di BeOS, il progetto Haiku edello sviluppo in C++ e in Python perquesta piattaforma.

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“Ma che bella invenzio-ne” questo ci erava-mo detti anni fa

quando qualche amico piú furboci suggeriva di lasciare i variAltavista, Yahoo e compagniaper provare Google. OggiGoogle é molto di piú di unmotore di ricerca é una “filosofiadi vita” esiste la GoogleGeneration cosi’ come esiste laWiki Generation. Lasciamo stare ifenomeni di sociologia applicataalla rete e concentriamoci oggisu quello che vi presenteremotutti i mesi in queste pagine:Google World una rubrica dedi-cato a tutto quello che si muoveintorno al mondo Google.Parleremo quindi di: GoogleEarth, GMail, Blogger, Orkout,Youtube, perché c’é molto dadire e non tutti sanno cosa c’édietro quello che era un algorit-mo di ricerca.

Dataportability

I l tr io piú modaiolo dellaBlogosfera: Google, Facebook ePlaxo si unito a Dataportability,una piattaforma che ha comescopo che tutti gli utenti dellarete siano gli autentici padronidei propri dati e che possanomigrare il loto dati tra diverse retisociali. Al momento attuale nondetto che i tre vadano d’accor-do pero il fatto di vederli tutti

insieme in un progetto di questecaratteristiche di perse gi unabuona notizia.

Meglio tardi che “mail”

Gmail ha finalmente implementa-to il tanto richiesto servizio diMailing List. Con questo nuovosistema potremo finalmente man-dare un messaggio a vari contattisenza dover selezionarli uno auno. La cosa molto praticaquando si realizza questa azionecon relativa frequenza. Questapossibil itá era stata suggeritadagli stessi utenti di Gmail, insom-ma meglio tardi che “mail”.

Nella cartellac’é una cartella

Ancora non capiamo perchéGoogle Docs abbia abbandona-to i tag per ogni folder. I ragazzi diGoogle ultimamente ci hanno“regalato” una soluzione. Primanon era possibile creare una car-tella dentro l’altra, in questomodo non era possibile creareuna gerarchia di cartelle e tenereuna organizzazione simile a quel-la che si usava con i tag. Adessopossibile aggiungere cartelle esottocartelle giá che Google per-mette la loro creazione. Non él’unica novitá visto che adessopossiamo mettere presentazionidirettamente della stessa forma incui lo fa “Slideshare”. Adesso a

NoWindows Magazine - Numero Zero

Da quando c’è Googlemolte cose sono cam-biate nel mondo del-

l’informatica.Ormai quello che era unbel progetto nato intornoad un motore di ricerca

diventato una realtà.Iniziamo oggi questa

rubrica parlando di tuttigli aspetti noti e menonoti di Google. Ogni

mese affronteremo unargomento “a fondo” e

staremo sempre qui con-nessi per voi per cercaredi trattare tutte le novitàche circondano Google.

a cura della Redazione

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condividere una presentazionepossiamo scegliere di copiare ilcodice e di metterlo nel nostroWeb o Blog con una interfacciamolto simile a YouTube.

Contact? Updated!

Secondo alcuni “Rumors” Gmailsta lavorando ad un sistema persincronizzare i nostri contatti.Sembrerebbe che il nuovo codi-ce permetter di sapere quandoun contatto aggiunge una foro alsuo album di Picara, mete unpost su Blogger o un evento pub-blico in Google Calendar.Tenendo conto della recenteacquisizione di Jaiku è da preve-dere che anche il s istema dimicroblogging made in Finlandalimenterà questo sistema. Nonmale!

Yahoo-MicrosoftNessuna reazione

Dopo OPA piú o meno ostili sem-brerebbe che per il momentonon se ne fa nulla della presuntaacquisizione di Yahoo da parte diMicrosoft. Quello che ha lasciatoun po’ perplessi é il totale silenzioda parte di Google. Le cose sonodue... o non sono preoccupatidall’eventuale nuovo giganteoppure sapevano fin dall’inizioche la cosa non si sarebbe con-clusa. Chi vivrà vedrà.

Google a scuola

Non tutti sanno che tra i serviziofferti da Google (che continua-no ad aumentare di giorno ingiorno) c’é anche un aiuto per gliscolari della rete. Dopo la funzio-nalità calculator, i l servizio diposta Gmail, le Web API, GoogleDesktop, le voci su un possibileBrowser e l’approdo in borsa, ilmotore tenta di attirare nuoviutenti fra studenti e ricercatoriscientifici.I l servizio Google Scholar(www.scholar.google.com) lan-ciato da pochi giorni (in faseBeta, come da tradizione) mirainfatti a ricercare fra documentiselezionati, uti l i per chiunquedebba affrontare relazioni edaltre pubblicazioni accademichee studentesche. Fra i risultati, oltre

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a risorse web, anche citazioni dalibri e pubblicazioni cartacee,con indicazioni su come reperirlipresso biblioteche o librerie. Lostrumento non presenta ancora ilfiltro sulla lingua, ritornando per lopiù risultati in lingua inglese.

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TUNING&MODDING

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Carissimi lettori di NOW ben-venuti a questo primoappuntamento con “Tune-

it up”, rubrica che si occuperàdel vasto universo del moddingdei nostri cari “amici elettronici”.Ci sembra doveroso iniziare ilprimo numero della rubrica conuna buona spiegazione sul per-ché della esistenza di questospazio riservato allo “smanettismocreativo” (perdonateci il neologi-smo). Ultimamente, il mondo, delmodding è stato limitato ad unastretta cerchia di persone appas-sionate le quali, tirando fuori tuttoil loro estro creativo, sono riuscitea creare computer più o menobizzarri ed originali ma comunquesempre visti con una certa distan-za dagli informatici puri. In effettiun normale utilizzatore di compu-ter per quale motivo dovrebbemai mettersi a lavoro con seghet-ti alternativi, cacciaviti equant’altro visto che esistono pro-dotti già pronti all’uso e soprattut-to molto più semplici da utilizza-re? Le risposte possono esseremolteplici ma quella che voglia-mo darvi è quella che ci sentia-mo dentro: l’originalità e la possi-bilità di creare qualcosa di unicoche sentiamo nostro veramente.Durante il corso di questa avven-tura con NoW tenteremo di darvipiù consigli possibi l i non soloriguardanti l’estetica che resteràun punto focale di “Tune-it up”ma anche riguardanti le perfor-

mance e l’ottimizzazione del siste-ma stesso. Pensiamo, per esem-pio, a chi utilizza il computer percomplicati calcoli in Ray-Tracing.Tali macchine sono sempre solle-citate a livello di CPU e di memo-ria ed il loro utilizzo e costantesoprattutto se si vanno a calcola-re animazioni. In questo caso ènecessario il maggior raffredda-mento possibile per poter tenerela CPU a temperature accettabilied evitare spiacevoli blocchiche, nella maggior parte dei casi,possono causare la perdita dellavoro eseguito e l’impossibilità dicontinuare, senza considerare ilfatto che un sistema ben organiz-zato e ventilato vivrà sicuramentemolto più tempo di uno pastic-ciato e senza aria fresca.Possiamo sintetizzare il tuttodicendo che con “Tune-it up”cercheremo di sporcarci le manidieci minuti in più per evitare dibloccare il nostro lavoro per benpiù tempo e soprattutto per tra-sformare quello che per noi è ilmeglio in massimo.

Rifacciamoci un Amiga

Dopo questa breve ma doverosaintroduzione iniziamo con il lavorovero e proprio di questo numero.La maggior parte della redazioneviene dal mondo Amiga e perquesto motivo abbiamo sceltouna pietra mil iare nel mondodella ormai defunta “grande C”

per poterla portare all’estremodelle sue potenzialità: Amiga2000, il primo grande desktopcomputer rimasto nel cuore dimolti appassionati e, perché no,magari anche nell’armadio pienodi polvere. In quest’ultimo caso èil momento di spolverarlo ed ini-ziare a sguinzagliare la bestia cheè in lui.Purtroppo, al giorno d’oggi,l’hardware Amiga inizia a sentire ilpeso del tempo ma, per fortuna,con un po’ di lavoro possiamoconvertire i l nostro vecchioAmiga 2000 in una macchina x86estrema ed in grado di far girareogni sistema operativo modernoe soprattutto mantenendo quelsuo fascino unico. Dopo averciprocurato un buon disco di musi-ca (meglio se degli anni 80 perrendere il clima propizio agli DeiAmighisti) e il materiale elencatoqui a lato, iniziamo.

Passo 1:Smontaggio Amiga 2000

L’Amiga 2000 è molto solido alivello di case e ben strutturato esoprattutto abbastanza compati-bile con le schede madri moder-ne avendo gli slot di espansioneperpendicolari alla motherboardcome gli attuali case. Con cura,dopo aver svitato le innumerevoliviti del case e rimosso la copertu-ra ed il frontale, andremo arimuovere la baia che ospita

NoWindows Magazine - Numero Zero

Non c’é il computer che vogliamo in commercio? Costruiamolo!Con questo grido di battaglia il nostro Gabriele Niccolini ci promette

interessanti modifiche all’hardware delle nostre macchinecon due sicurezze: invalidare la garanzia e capire di píu

di quello che si puó fare con un cacciavite e tanta esperienza.

di Gabriele Niccolini

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TUNING&MODDING

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floppy ed alimentatore sezionan-dola completamente e dividen-do ogni singolo componente(floppy, hard disk, alimentatore).A questo punto la motherboardsarà a vista e ci occuperemo dirimuovere il titanico bestione svi-tando tutte le viti e rimuovendolacon cura. Da questo momentonon ci servirà più. Non buttatela...fateci un cuadro naif!Prestiamo particolare attenzioneanche a svitare la barra stabilizza-trice sulla sinistra, rimuovendoprima tutte le coperture dagli slotdi espansione e svitando il con-trodado che la sostiene frontal-mente. A questo punto avremo ilcase nudo e crudo e possiamoiniziare con la prossima fase.

Passo 2 – Eliminazione sostegnischeda madre e impostazionenuovi sostegni e slot

Questo passo richiede moltapazienza, attenzione manualità,con il frullino taglieremo quantopiù possibile i sostegni in metallodella scheda madre originale siadalla parte posteriore che dallaparte anteriore in modo da avereuna base “pulita” dove lavorareper posizionare i nuovi sostegni.Una volta eseguita l’operazionedi taglio è l’ora di montare tem-poraneamente sulla schedamadre la scheda video nello slotAGP o PCI-express ed una sche-da PCI nell’ultimo slot in basso.Fatto ciò andremo ad avvitarequeste due schede con la sche-da madre sugli appositi slot inmodo tale da avere posizionatacorrettamente la scheda madre.Ora con un pennarello a puntalunga o meglio ancora con unamatita a mina estraibile segnere-mo i punti sul fondo del casedove vogliamo i nuovi sostegniposizionati. In teoria bastano 6piedini posizionati tra il vertice

NoWindows Magazine - Numero Zero

Il caseAmiga 2000denudatocomemammaCommodorel’ha fatto

LaMotherboard fissata coni nuovi pie-dini, schedavideo escheda direte

Alimentatore fissatoallo slotposteriore,ora è tuttopronto peressere colle-gato adovere

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TUNING&MODDING

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posteriore ed il centro per avereun buon sostegno. Segnati i nostripunti per i sostegni provvediamoanche a segnare il rettangoloche occuperà gli slot di connes-sione delle periferiche di I/O dellascheda madre (tastiera, mouse,usb e tutti gli altri). Noteremocome questi, a causa della formadel case dell’Amiga 2000, sianoun po’ arretrati rispetto alla loroeffettiva posizione ma questosarà un problema che compen-seremo più avanti. È arrivato ilmomento di metterci a lavorocon il trapano fisso e la punta da2 mm. Con molta calma, esoprattutto forza, foriamo il casenei punti che abbiamo segnatosul fondo e con il seghetto alter-nativo provvediamo a completa-re il perimetro degli s lot I/O.Terminato ciò limiamo quest’ulti-mo in modo da farlo rimanere piùordinato possibi le. A questopunto tagliamo il tubo forato in 6parti da 8mm di lunghezzacadauno ottenendo così i nuovisostegni per la scheda madreATX. Posizioniamoli in concomi-tanza del fondo della schedamadre e facciamo passare dal-l’alto le viti di 1,2 cm. Una voltaposizionati avvitiamo il controda-do ed avremo la nostra schedamadre ATX fissata solidamente alcase. Ora prendiamo una fasciami metallo morbida da posiziona-re intorno alla plate di I/O largaquanto la distanza (circa 1 cm)che la separa dal case e, pla-smandola a forma rettangolareed incastriamola nella stessaplate. Dopo ciò posizioniamo laplate tra scheda madre e caseed avremo un perfetto tunnel perle nostre periferiche posteriori.

Passo 3: Montaggio Alimentatore,Hard Disk, Floppy e lettore ottico

Nella parte posteriore destra delcase andiamo a posizionare ilnostro alimentatore ATX prenden-do il calco dei fori per le viti. Aquesto punto, avendo questoperimetro possiamo, sempre conl’aiuto del nostro fido seghettoalternativo, taglieremo un rettan-golo più stretto per far respirarel’alimentatore e garantire unacorretta circolazione dell’aria.Fatto ciò prendiamo in conside-razione la baia che alloggiavaalimentatore e unità ottiche.

NoWindows Magazine - Numero Zero

La baia taglia-ta contenente

Hard Disk,Floppy e let-

tore CD

Materiale di cui abbiamo bisogno.

Per mettere in piedi il nostro sistema abbiamo bisogno ditutta questa robetta. Se non avete un A2000 in soffitta e nonavete fortuna nei mercatini potete sempre vedere di trova-re in giro annunci di gente che vende un pezzo di storia.Peró affrettatevi perché piú gente legge questo articolo epia avrà voglia di mettersi al lavoro rispolverando il vecchioe solido A2000.

Case Amiga 2000 (incluso floppy)Scheda madre completa ATX in questo caso ASUS A8VHard DiskMasterizzatore DVDFloppy 1.44 standardAlimentatore ATXCablaggiSwitch di accensione e reset

Per gli strumenti extra informatici da utilizzare prenderemo inconsiderazione:

Cacciavite spaccato grandeCacciavite a croce grandeFrullino con lama da 5 cm diametro da ferroSeghetto alternativoLima da ferroTrapano da banco fisso con punta da ferro diametro 2 mmTubo forato lunghezza 10 cm diametro 3 mmViti passanti con controdado lunghezza 1,2 cm diametro 2mm con controdadiGriglia tipo da giardino a fori strettiPlacca metallo morbido lunghezza 30 cm larghezza 1 cmPlacca metallo rigido lunghezza 8 cm larghezza 2 cmRivettatrice con rivettiSilicone trasparente

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TUNING&MODDINGQuesta baia andrà tagliata fino a

poco prima della scheda madredal lato sinistro, in modo tale chela parte destra continui a giunge-re fino alla parte posteriore delcase ed a garantire l’integritàstrutturale del case stesso. A que-sto punto possiamo avvitare il let-tore ottico DVD o CD nella parteinferiore senza nessun particolareattenzione visto che è standardmentre per il f loppy dovremostaccare la faceplate originaledel floppy Amiga 2000 e posizio-narla al posto di quella del nuovofloppy. Per questa operazioneconsigliamo lettori LG che risulta-no essere compatibili a livello difaceplate con quelli Amiga 2000.Con il Floppy posizionato nellaparte alta a destra, l’Hard Disk, diseguito, verrà posizionato nellaparte sinistra.

Passo 4: Posizionamento switch diaccensione e chiusura del case

Ovviamente il nostro Amiga 2000x86 avrà bisogno di accendersi inqualche modo quindi, dopoesserci procurati due switch ATXda un vecchio case prendiamola piccola barra di metallo rigidae foriamola in modo tale che essisi vadano ad incastrare in conco-mitanza dei due fori sul lato ante-riore dell’Amiga 2000. a questopunto procediamo a forare sia ilcase frontalmente con il trapanoche la placca in metallo con gliswitch. In questo modo avremo ifori per fissare con la rivettatricela placca al case. Per fare i bot-toni possiamo utilizzare e riadatta-re qualunque cosa, dal riciclarebottoni di altri case a creare bot-toni personalizzati in gomma olattice. Per questo lasciamopiena libertà al lettore.Sicuramente vi starete chiedendocosa fare con il foro tondo adestra degli switch di accensio-ne. Noi in redazione lo abbiamoutilizzato per l’accensione deiNeon interni, voi se non voletefare modding estremo, potetecollegarci delle porte USB utiliz-zando la stessa tecnica cheabbiamo utilizzato per gli switch,vale a dire fori e rivetti. Come ulti-ma cosa, sulla parte posteriore,posizioniamo la rete da giardinoa coprire l’intera parte posteriore.Dopo ciò fissiamo i margini con ilsilicone trasparente e tagliamo

ciò che è di troppo sugli s lotAGP/PCI , alimentatori e plateI/O. In questo modo abbiamocreato un po’ di ordine visivo sulretro dove abbiamo operato.A questo punto il nostro Amiga2000 è pronto per essere messo inopera. Dopo aver posizionato lascheda madre e la sua plate I/Omodificata, posizioniamo ed avvi-tiamo la scheda video e le varieschede PCI, copriamo gli slot inu-tilizzati, colleghiamo alimentatoree baia dei delle unità Hard Disk,Floppy e CD, eseguiamo i colle-gamenti interni di queste ultimeunità e come perla finale colle-ghiamo alla scheda madre, oltreche gli switch, anche le luci ante-riori LED dell’Amiga 2000 che, adistanza di quasi 20 anni, sonoperfettamente compatibili con leschede madri attuali.Chiudiamo il case ed avremo,finalmente, il nostro performanteAmiga 2000 x86.

Concludendo...

In conclusione possiamo dire cheè stato un lavoro duro ma inredazione ci siamo divertiti parec-chio, avere hardware recente suuna pietra miliare del passatonon ha prezzo e soprattutto ci fatornare indietro di svariati anni,quando l’informatica era sempli-ce, diretta e divertente. Per gliutenti che comunque voglionocontinuare ad utilizzare sistemiAmiga sul nuovo 2000 x86, possia-mo consigliare due emulatori68000 quali Amithlon e X-Amiga.Tutti vantaggi e svantaggi.Amithlon è veloce ed efficace,

ma richiede hardware specifico enon emula i chipset grafici origi-nali (OCS / ECS / AGA).X-Amiga, dall’altra parte, è ingrado di emulare chipset graficioriginali ma è parecchio più lentoe complicato da installare nativo.Se siete tutti pronti accendiamoinsieme il nostro Amiga 2000 x86 etuffiamoci in quello che sarebbepotuto essere il futuro e speriamovi siate divertiti quanto noi e diaver creato qualcosa di unico edoriginale. Dopotutto questo è l’o-biettivo di “Tune-it up”.

E ricordatevi: “if it ain’ttuned, it ain’t good!”

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L’Amiga2000 x86finalmenteassemblatoe pronto perqualunquemoddingnoivogliamo epronto perqualunqueOS che lopossa spin-gere OVERTHE EDGE!

Sull’autore...

Gabriele Niccolini

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Claudio Tabasso è nato aSanremo, il 19 Luglio 1962 esin da piccolo ha sempre

avuto passione e buona manoper il disegno. Non potendo sce-gliere il liceo artistico, poiché aitempi avrebbe dovuto spostarsida Sanremo a Savona tutti i gior-ni, ha frequentato (a suo dire sitratta di una scelta che gli haportato molta fortuna) il l iceoscientifico e dopo la maturità si ètrasferito a Milano. Il primo annoha frequentato l’AccademiaCimabue, l’anno successivo, conle idee più chiare in testa, si èiscritto all’ Ist ituto Europeo diDesign di Piazza Diaz a Milano,dove ha frequentato il corsotriennale di illustratore grafico.Dopo avere conseguito il diplo-

ma, nel 1985, ha iniziato la suaattività come libero professioni-sta, ma condividendo sempre lostudio con amici e colleghi. Inquesti anni di attività ha prestatola sua mano, e, a suo dire qual-che volta anche la “testa”, perrealizzare illustrazioni, disegni,vignette o più recentemente pro-getti notevolmente più ampi,come lo possono essere i siti Web,sia in campo pubblicitario che inquello editoriale, lavorando quin-di per committenti quali agenziedi pubblicità, studi di grafica oper editori, qualche volta anchedirettamente per il cliente stesso.Nel corso di questi anni le vicen-de alterne e gli alti e bassi econo-mici, che caratterizzano da sem-pre, come un marchio a fuoco,

di William Molducci

NoWindows Magazine - Numero Zero

Illustrazionerealizzataper unacampagnapubblici-taria su ter-ritorionazionale.La Merckgenerics sioccupa difarmaciequivalenti.

Ogni mesededicheremo uno

spazio allaComputer Art.

Sono passati diversianni da quando esi-

steva il Bit.Movie peromolto si muove.

Quelli che erano dei“ragazzotti” armati di

sofware di RayTracing e

tanta passione sonodiventati professionisti

della grafica.Oggi parliamo di unartista-professionistaligure che é passatodall’arte tradizionale

a quella “digitale”.

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questo lavoro, che lui stesso defi-nisce come “maledettamentepiacevole”, lo hanno portato adaffiancare alla principale attivitàdi illustratore, anche altre attività“confinanti” e “limitrofe”, comequelle di grafico, docente, idea-tore e realizzatore di siti Internet.Per parafrasare una recente ebella pubblicità “non di solo dise-gno vive l’i l lustratore”.Sicuramente in questi anni di atti-vità ha vissuto con entusiasmo ilpassaggio epocale dalla tecnicatradizionale al digitale (rigorosa-mente sempre su piattaformaMacintosh), che ha trasformato ilnostro modo di lavorare, e questocertamente non soltanto nell’am-bito della grafica. E’ stato sicura-mente uno dei primi illustratori acredere alle nuove tecnologie,infatti Tabasso ricorda ancorache, quando intraprese l’avven-

tura digitale, investi i quasi 25milioni delle vecchie lire e andòalla Modo a Reggio Emilia, perprovare la mitica Wacom SD422prima di acquistarla insieme alresto dell’attrezzatura. Del digita-le gli è sempre piaciuto la suamaggiore vicinanza all’ ideacreativa pura, la possibilità dipotersi evolvere nel tempo esommare, per non dire moltiplica-re, le idee che possono venire adun creativo, un anticipo larvaledelle possibil ità che abbiamooggi con il multimediale, il Web,l’interattività, tutte cose che allo-ra, quando si faceva fatica aspiegare al cliente che il vettoria-le si vede seghettato ma poi instampa viene bene, nessuno dinoi poteva immaginare. Del pas-sato tradizionale non rinneganulla, ritiene che sia stato bellorealizzare cose fatte con l’areo-

NoWindows Magazine - Numero Zero

IllustrazioniCalabria

Mediterraneoda Scoprire:

lavoro vettori-ale digitale

eseguito conIllustrator e

Freehand perl’Agenzia

Metropolis diMilano

grafo, per mezzo delle miticheecoline, con le chine e i pennini,anche quando il cliente a lavoroultimato chiedeva se si potevacambiare il colore di fondo dell’il-lustrazione, e quindi si dovevarifare tutto da capo.Naturalmente restava il problemadi dovere quasi litigare con l’Artdirector, per farsi pagare qualco-sa in più, dato che il lavoro eracertamente aumentato. Oggi daquesto punto di vista, secondoTabasso, le cose sono più sempli-ci, ritiene però, con una punta dirammarico, che con la continuaevoluzione dei nuovi programmie delle nuove funzioni sia difficilestare dietro a tutto. Tabasso siritiene contento di avere vissutoquesto passaggio epocale e dicontinuarlo ora, poiché è convin-to che la tecnologia non toglieassolutamente nulla all’arte o aciò che definiamo artistico in tuttii mestieri e le figure professionali,che ruotano attorno a questiconcetti e che si misurano quoti-dianamente con la comunicazio-ne. I mezzi si evolvono, ma, alcentro, resta sempre indiscutibil-mente l’uomo con il suo cervelloe la sua creatività. Ci si servedelle nuove tecnologie.L’esperienza come insegnanteall’Istituto Rizzoli per le Arti grafi-che, per esempio, gli ha dimo-strato inconfutabilmente tantevolte che, anche se si propone a20 persone di cimentarsi sullo stes-so lavoro con lo stesso breef e glistessi applicativi, ognuno creeràqualcosa di diverso dal suo com-pagno, realizzando quindi qual-cosa di unico. Naturalmente sonostati tutti realizzati con ilMacintosh.

L’intervista

NoW. Come hai iniziato a realiz-zare grafica con il computer?

Mi sono avvicinato al computerdopo alcuni anni di lavoro con letecniche tradizionali. Prima lavo-ravo con pennelli, matite, chine,ecoline, eccetera, ma quandoho visto che il computer comin-ciava ad essere considerato utiledai colleghi grafici mi sono inte-ressato di più alla cosa. Ho sco-perto così che non solo per lagrafica, ma anche per l’illustrazio-ne i programmi iniziavano a muo-

Lavoro realiz-zato per unnoto cliente

diffuso sul ter-ritorio

nazionale, percui Tassano ha

realizzatovarie illus-

trazioni in tan-dem con

Studio DX chelo segue da

anni

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vere i primi passi, e così ho decisodi buttarmi nell’avventura digita-le. Illustrator e Freehand eranoalla versione 3, Photoshop alla2.0, c’era Pagemaker, e dulcis infundo c’era Oasis 1.0. Credo diessere stato uno dei pochi italianiad avere acquistato questosoftware pittorico dalle caratteri-stiche promettenti che poi è statosbaragliato da Painter. Ad ognimodo ricordo che era sbalorditi-vo vedere cosa potevi faresoprattutto poiché tutti eravamoabituati a considerare il compu-ter come una macchina fredda edistante dall’arte più di ogni altracosa al mondo. Invece io hoscommesso che quella sarebbestata la strada da prendere e misono imbarcato nell’avventura. Iprimi lavori vettoriali ad esempioerano un problema sia per i lcliente, che non riusciva a capirela scalettatura visiva al monitor,sia per le fotolito, dato che docu-menti da 300 KB erano considera-ti “pesanti” e impegnativi per lefoto unità di uscita. Per le immagi-ni bitmap e pittoriche il problemadell’aspetto visivo sul monitor erameno evidente, ma con unastampata non risolvevi moltodato che la definizione delle stes-se non era lontanamente para-gonabile a quelle realizzate conestrema facilità al giorno d’oggi.Il vantaggio di avere un compu-ter consisteva nel poter fare unlavoro più completo, oltre all’illu-strazione e al montaggio fotogra-fico, si poteva facilmente fornireanche la grafica e l’impianto (lepellicole).

Now: Secondo la tua esperienzacosa significa comunicare con lagrafica?

Direi che per prima cosa significacapire che cosa vuole il cliente eche cosa si aspetta da te. Il pro-blema principale è appunto

comunicare e per una buonacomunicazione prima bisognaricevere le informazioni corrette,possibilmente di prima mano, enon per interposta persona. Ilsecondo passo consiste nell’effet-tuare le logiche valutazioni deltipo, chi è il mio cliente, qualisono i suoi clienti, e quindi i fruitoriultimi di quanto vado ad elabora-re. Comunicare con la grafica,con il testo e le immagini, sianoesse illustrazioni o foto più o menoelaborate elettronicamente,significa fare arrivare uno o piùmessaggi ad un target di perso-ne, che devono essere attiratedalla veste con cui si presenta ilmessaggio, ma che soprattuttodevono capirlo facilmente. Èsempre meglio essere concisi ediretti e per ottenere questo sidevono realizzare testi contenutie scorrevoli, oltre ad uno stile gra-fico che non sacrifichi la leggibi-lità a scapito dell’estro e dellafantasia. A volte si vedono,soprattutto nei siti Internet, dellegrafiche “spinte”, magari accatti-vanti, ma di difficile “lettura”, inquesto caso ci troviamo di fronteal classico sito ad effetto, maspesso di difficile navigabilità.

Now: Un grafico si sforza di creareun suo stile, che lo caratterizza,ritieni di averne uno tuo?

Credo che sia l’ambizione di ognigrafico e soprattutto di un illustra-tore avere un proprio stile che loidentif ica come una firma.Ritengo che sia più facile per unillustratore che per un grafico,personalmente mi sono sforzatodi cercare un mio modo di fareil lustrazioni, soprattutto nelmomento in cui ero appena usci-to dall’Istituto Europeo, ma poi hocapito che bisognava sperimen-tare e provare, così lavorando estrada facendo ora ho alcune“linee preferenziali”, che credomi caratterizzino abbastanzacome illustratore. Come graficomi è capitato di fare spesso lavorimolto esecutivi non avendo moltimargini di espressione personale(le classiche cose in subappaltoda agenzie o studi). In alcuni casicome la creazione di marchi eimmagine coordinata o qualchesito Web, sono riuscito ad impormie quindi a caratterizzare il miostile.

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Illustrazionepittorica perSelmaBipiemmeleasingpack natal-izio: lavoropittoricodigitale ese-guito conPainter,Photoshop eFreehandper lo studiografico“StefaniaBella” diMilano.

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Now: Ci descrivi la tua tecnicarealizzativa con il computer?

Generalmente per qualsiasi illu-strazione, disegno o vignetta,parto sempre dalla tradizionalematita su carta, butto giù l’idea ole idee, e di solito, dato che sirisponde sempre ad una commit-tenza, invio la scansione dellamatita o delle matite per parlar-ne poi al telefono col cliente ediscutere guardando la stessacosa a monitor. Una volta appro-vata l’idea ed effettuate le inevi-tabili modifiche, sempre a livellodi matita su carta, faccio unascansione della stessa, che miserve per proseguire. Se ho deci-so di lavorare in maniera pittoricala scansione sarà a 300 DPI e indimensioni leggermente maggioridi quelle in cui verrà stampata,ma sempre ovviamente in pro-porzione. A questo punto applicouna colorazione blu scura sullamatita, con lo scopo di vedere ilsegno della matita stessa appe-na più scuro del fondo blu. Partoquindi con la colorazione, inizian-do dalle campiture ampie deifondi, (cieli, prati eccetera) perpassare ai soggetti ed ai partico-lari, ma procedendo sempre astrati come si farebbe con unatecnica tradizionale. Come hogià accennato prediligo, fra glistrumenti che Painter offre, il ges-setto, ma ho fatto anche illustra-zioni usando un pennello cheimita l’olio, in grado di fornire risul-tati notevoli. Di solito, lavorandocon Painter, c’è il problema chesi lavora in RGB, e anche se ho lapossibilità di salvare in CMYK, pre-

ferisco fare poi la conversione daRGB a CMYK (da colori per moni-tor a colori per stampa di quadri-cromia) in Photoshop. Inoltre vaconsiderato che l’immagine fina-le è sempre meglio “consegnar-la” al cliente in un formato adat-to alla stampa stessa e possibil-mente salvarla con un program-ma di ampia diffusione come perl’appunto Photoshop. Di solitoconsegno file in formato TIFF omeglio EPS (con codifica JPEG),in modo da potere inviare viaInternet, anche file di buona qua-l ità, ma che occupano pocospazio. Naturalmente per ottene-re questo risultato si deve proce-dere con una compressionemoderata. I l procedimento èdiverso se decido di lavorare conprogrammi vettoriali. In questocaso il tratto a matita, mi servecome traccia, diciamo come

velina, quindi la lascio in scale digrigio e magari la salvo in JPEG.Importo la matita direttamente inFreehand o, meglio ancora,come template in Illustrator, aquesto punto posso procedere adisegnare, con la tavoletta grafi-ca, il tratto finale (non necessa-riamente di colore nero) usando ipennelli di Illustrator. Elaboro almomento un pennello personalecon le caratteristiche di spessoreampiezza e inclinazione desidera-ta ed imposto i limiti di pressionecon la tavoletta Wacom. Il trattonelle illustrazioni di tipo vettorialeè una parte essenziale in quantoda carattere al lavoro finale e nestabilisce l’impatto e la dinami-cità. La colorazione rappresentala seconda fase del lavoro.Preferisco avere le aree vettorialidi colore su uno o più livelli sepa-rati dal segno e sottostanti adesso per mia comodità. A questopunto si lavora pazientemente,ma anche liberamente colmouse e si vanno a tracciare learee a cui cerco di dare caratte-ristiche di riempimenti e sfumatu-re a piacere, anche variabili, suc-cessivamente fino a quando iltutto non mi sembra completo ebello. I colori che uso sono spessodi quandricromia (se si va in stam-pa offset) ma possono essereanche colori RGB o scelti secon-do palette cromatiche per Webse il lavoro viene fatto per un uti-lizzo prettamente a monitor. Usogruppi di colori campione che hopreparato nell’arco del tempo edei lavori fatti. Quando è il casouso anche indifferentemente con

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IllustrazioniCalabria

Meditterraneoda Scoprire: illavoro com-prendevalocandine,manifesti,

depliant, gad-get oltre alla

illustrazione diTreni e

Automezzi

I clientiClaudio Tabasso, nato a Sanremo il 19 Luglio 1962, realizza, in qualitàdi freelance, illustrazioni, disegni, vignette, siti Internet, grafica ai finistampa offset, per agenzie pubblicitarie, studi grafici, clienti diretti ededitori, inoltre, è docente presso l’Istituto Rizzoli per le Arti Grafiche diMilano, per i corsi di Illustrazione e Grafica Pubblicitaria. Ha realizzatolavori per clienti quali: Mondadori (Donna Moderna, Espannsione,Come, Panorama) Class, Rizzoli (più Bella) Rusconi (Gente Viaggi,Gente Money,) IDG (Mac World) Editing (Happy Web), Portoria(Sorrisi & Salute, Viaggiare), Hachette Rusconi (Budget), in editoria.IdeaAzione, ImageTime, RankXerox, P.W.B., CD line, S&H, R.C.D.,Marvel Italia, Elica, Metropolis, Design In Progress, Promotions Italia,Idea Studio, Array, Euro R.S.C.G., Cariplo, Orchestra, Fire ADV,Barabino & partners, Upim, Banca Intesa, International Music,Intramed, QuantoBasta, Science ADV, Shopper Intimo,L’immaginoso e Texim. Il suo studio è situato a Milano in ViaTolmezzo, 12/7.

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Illustrator o Freehand, delle textu-re che di volta in volta “coloro”tramite un viraggio all’interno delprogramma stesso, naturalmentepreferisco utilizzare le tonalità delcolore della campitura. Questoaccorgimento mi permette didare più corposità all’illustrazionefinale, e usando questa tecnica sipossono ottenere quasi deglieffetti “batik” molto suggestivi.

Now: Vuoi parlarci della tuaesperienza di docente all’ IstitutoRizzoli per le Arti Grafiche?

L’esperienza come insegnante èavvenuta per caso, poiché un

amico mi aveva informato chequesta scuola cercava undocente per tenere un corso diillustratore grafico. Ho fatto uncolloquio con la direzione dellascuola ed è iniziata questa miaattività parallela, che devo direimpegna sicuramente, ma mi dàanche delle soddisfazioni, soprat-tutto per il contatto con ragazzigiovani e pieni di entusiasmo.Uno dei vantaggi maggiori consi-ste in quello che è quasi un obbli-go riguardo l’aggiornamentocontinuo con le nuove versionidei programmi, e questo è unfatto decisamente positivo per lamia professione di grafico.L’impegno maggiore consiste nelfare capire come usare i princi-pali software ad un gruppo diragazzi eterogeneo, infatti alcunipartono da zero, senza quindisolide basi, altri avendo un perso-nal computer a casa non sonodel tutto digiuni, altr i ancorahanno già usato qualche pro-gramma, (generalmentePhotoshop). In aula ci avvaliamodi Macintosh collegati in rete,alcune tavolette grafiche, unastampante laser A3, uno scannercollegato ad un G4. Per i corsi diillustratore grafico, dopo alcunelezioni introduttive, si procedecon il farli lavorare su breef com-missionato (come nella realtàlavorativa) e i ragazzi imparanoad affrontare e risolvere illustrazio-ni e disegni per editoria, la pubbli-cità, la pubblicazione su Web,inoltre, realizzano banner animatie molte altre lavorazioni grafiche.Per i corsi di grafica pubblicitariasi commissionano sempre lavori subreef cercando di dare anchedei tempi di realizzazione e di farli

rispettare. Gli allievi realizzanomarchi, immagine coordinata perun’azienda, depliant e folder opagine pubblicitarie, locandine,manifesti e magari una brochurecome lavoro di gruppo. È sempreinteressante vedere come dauno stesso breef ogni alunno creicomunque qualcosa di persona-le ed unico, insomma ci si mettesempre la propria impronta.

Now: La situazione attuale delmercato ti consente di vivereesclusivamente di questo lavoro?

Comincio col dire, più come unasperanza che come una convin-zione, che tutti noi speriamo chela situazione stagnante protrattasiper troppo tempo si sblocchi alpiù presto. Di fatto quando l’eco-nomia tira, il lavoro c’è e si puòvivere anche di sole illustrazioni. Inquesti ultimi anni, purtroppo, ilmercato si è ristretto sempre dipiù e francamente credo proprioche sia impossibile vivere di soleillustrazioni. Si è creata una situa-zione particolare in cui il graficofa anche il Web designer, chi hafatto fino al momento solo Webrealizza anche lavori di graficaper la carta stampata, l’illustrato-re si allarga su tutti e due i fronti.Tanto per fare un esempio possodire che il fotografo oltre a stam-pare le foto offre anche la grafi-ca del catalogo, quindi il fattostesso di avere tutti un computere determinati programmi haridotto il mercato di almeno il50%, mentre la restante metà èstata messa in crisi dalla precariasituazione economica di questitempi. Personalmente cerco dicontinuare a fare quello che hosempre fatto, ovvero l’illustratore,ma come molti “devo” fareanche altro, naturalmente èimportante lavorare con entusia-smo, quindi ben venga l’insegna-mento quando c’è, ben venga larealizzazione di siti Web, dato cheoltretutto è divertente.Personalmente non rifiuto mai dieseguire lavori quali folder,depliant, eccetera. Semmai biso-gna domandarsi se in questasituazione la qualità del lavororegge o ne soffre. È probabileche, i l fotografo che fa dellebelle foto professionali per il cata-logo, se si occupa anche dellagrafica dello stesso, offrendola al

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cliente come plus, magari sotto-costo o addirittura nel prezzo,non ottenga un risultato ottimale.Un illustratore nel realizzare un sitoWeb magari realizzerà qualcosadi particolare, e, se ha del gusto,sarà forse graficamente gradevo-le, ma se non ha sufficienti cono-scenze specifiche di linguaggiHTML, Javascript, PHP, eccetera,probabilmente farà un sitopesante, un po’ lento da fruireper chi non ha ADSL. La stessacosa vale per un grafico, che,dovendo restare in certi budgetristrettissimi, non può commissio-nare illustrazioni ad un freelanceo foto ad un fotografo professio-nista, farà probabilmente un beldepliant ma lo ucciderà con dueclip art che messe assieme fannouna scarpa e una ciabatta, emagari con un fotocamera digi-tale risolverà il problema dellefotografie. È possibile lavorareprofessionalmente anche in que-sto modo, ma bisogna essereesperti a 360 gradi e fare deiprezzi impossibili.

NoW: Qual è la cosa che ritieni piùcomplessa da realizzare oggi perun Web designer e un grafico?Credo che sia difficile aggiornarsie stare dietro a tutte le novità, ainuovi software, e agli aggiorna-menti di quelli “vecchi”. Oggi,inoltre, è richiesta sempre più unafigura poliedrica che sappiaaffrontare le problematiche dellastampa offsett o digitale, cono-scere il Web e i suoi linguaggi:HTML, PHP, JAVA o altro, e maga-ri avere buone cognizioni di foto-grafia e saper usare ottimamentePhotoshop, per l’elaborazione diimmagini.

NoW: Qual è la tua aspirazionelavorativa?

Continuare a fare questo lavoro,che mi piace, ma che è semprein evoluzione, riuscire a stare alpasso coi tempi, e direi che la“direzione” è più verso il Web el’interattività CD/DVD, che versola grafica tradizionale. Sono con-vinto che la carta stampata con-tinuerà ad esistere. Certo l’edito-ria si deve evolvere ancora più diquello che ha fatto. Credo chese per quelli della mia età (ho 45anni) era fantastico avere un bellibro illustrato sui dinosauri, o su

avventure spaziali, e soltanto conquello potevamo fantasticaremolti di più di quanto possonofarlo i bambini di oggi (penso aimiei figli Chiara e Andrea), infatti,per loro ora si realizzano DVDinterattivo sui dinosauri e sulcosmo, con un grosso limite allospazio per la fantasia. Le poten-zialità legate ai computer sonoinfinite, basti pensare al settoredei videogiochi. Sta a noi adulti,che li produciamo, quantomenocercare di mediare fra le esigen-ze di vendita e i contenuti costrut-tivi ed educativi.

Per saperne di piú:

Claudio Tabasso:http://users.libero.it/klaudicante

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Sull’autore...

Andrea Favini

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Vediamo oggi come possia-mo mettere Windows den-tro una macchina Linux.

L’operazione di per sé potrebbesembrare priva di scopo “scientifi-co”, ma l’innovazione nasce pro-prio dalla intersezione di coseche sembrano senza senso. Inrealtà un senso c’è: vogliamofarvi capire che se abbiamo“scelto” il mondo Linux per lanostra macchina possiamo sem-pre far girare applicazioniWindows quando ne abbiamobisogno.

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di Michele Costa

Per installare VB possiamo seguire due strade, entrambe estrema-mente semplici. La prima consiste semplicemente nel ricercare consynaptic “virtualbox” e installare la versione OSE. Questa versione soffreperò di alcune limitazioni, la principale è il mancato supporto per le porteUSB.

Per ovviare a questi e altri problemi possiamo installare VB come spie-gato sul sito del software.

Apriamo una console e diamo il comando:sudo nano /etc/apt/sources.list

In fondo al file incolliamo quanto scritto sul sito, per la nostra ubuntu7.10:

deb http://www.virtualbox.org/debian gutsy non-freee salviamo il file (Ctrl+O)

(sì, il sito è stato caricato con konqueror e KDE 4.0, ci vuole pur qual-cuno che faccia da tester!)

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Se nelle pagine precedenti ci siamo divertiti ad installare Ubuntu su un PCgrazie alla VirtualBox in questo breve spazio realizzeremo la funzione inversa;ovvero installare Windows XP su una macchina Linux. Cosa ci serve?La VirtualBox (questa volta abbiamo bisogno della versione Linux)e un bel po’ di spazio sul nostro hard disk,

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Scarichiamo la chiave pubblica cliccando su “here” e laautorizziamo dando da console il comando:

apt-key add innotek.ascOra non ci resta che ricercare virtualbox (versione non OSE)

tramite synaptic e installarla.Prima di avviare il programma diamo i permessi al nostro

utente:sudo usermod -G vboxusers -a $nome_utente

(sostituire a nome_utente il nome dato al proprio utente)oppure utilizzando il pannello “Utenti e Gruppi” cliccare su

“Gestione Gruppi”, trovare nell’elenco il gruppo vboxusers eaggiungere il proprio utente al gruppo,

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Parte2: Installare Windows XpAvviamo VB per la prima volta (Applicazioni – Strumenti diSistema – innotek VirtualBox). Ci verrà richiesta una brevissimaregistrazione.Iniziamo la creazione della nostra macchina virtuale cliccandosu “Nuova”. A questo punto inizierà una semplice proceduraguidata (non fate caso alla macchina virtuale già presente).

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Iniziamo col dare il nome alla nostra macchina virtuale (neltutorial useremo “MS Windows Xp”) e selezionando dal menù a

tendina “Windows XP”. Ora ci verrà chiesta la quantità di memo-ria RAM da allocare per la macchina virtuale. Buona norma è

darne la metà di quanta posseduta e comunque non scendere,per sistemi Microsoft, al di sotto di 512 MB.

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Ci verrà ora chiesto di creare l’HD virtuale. Cliccando su“Nuovo” si aprirà un’ulteriore procedura guidata. Nel tutorialverrà usata una immagine “a dimensione fissa” cioè viene allo-cato uno spazio e la macchina virtuale non potrà mai superarequello spazio. La dimensione variabile consente alla macchinavirtuale di utilizzare tutto lo spazio su disco di cui avrà bisogno.Come dimensione ho scelto il minimo consigliato, 10 GB, inquanto è una macchina creata solo per il tutorial. Qualora sipreveda l’installazione di molti programmi (Office, Autocad, etc)è il caso di creare un HD di dimensioni maggiori.

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Dopo aver facilmente portato a termine la procedura guida-ta è il momento di avviare per la prima volta la macchina clic-

cando su “Avvia”. Inizierà una nuova procedura. Selezioniamo ildispositivo sul quale è contenuta la nostra copia di Xp: il lettoredvd-rom oppure l’immagine ISO, originale, contenuta sul disco

fisso.A questo punto inizierà l’installazione di Xp.

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Sull’installazione di Xp spendo poco spazio dato che è uguale aquella che abbiamo tutti già fatto molte volte. Dico solo di nonaver timore a formattare l’HD, dal momento che verrà toccatosolo lo spazio precedentemente allocato. L’installazione richiedeun po’ meno tempo rispetto a una “reale”. Ciò comporta il fattoche non c’è il tempo di farsi un caffè dal momento che a metàinstallazione windows avrà bisogno del nostro aiuto.

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Ed ecco installato e perfettamente funzionante il nostroWindows Xp!. Notate come è scattante appena installato. Ora

non ci resta che migliorare ulteriormente la situazione installandole guest addictions disponibili nel menù “Dispositivi” della

macchina virtuale le quali migliorano le prestazioni in generale eaggiungono comode funzioni. Vitualbox si occuperà di tutto.

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Spegniamo ora la nostra macchina virtuale e occupiamoci del-l’uso delle porte USB in VB. Per utilizzare ad esempio una chiavet-ta USB colleghiamola al nostro PC, senza macchina virtualeaccesa.Ora selezioniamo in VB la nostra macchina e clicchiamo su“Impostazioni”. Andiamo su USB, clicchiamo su “Abilita controllerUSB” e, cliccando sull’icona del cavo USB con un + verde,selezioniamo la nostra chiavetta. Ora se avviamo la nostramacchina virtuale e colleghiamo la stessa chiavetta questaverrà riconosciuta da windows.Per oggi é tutto aspettiamo feedback da parte di tutti i lettoriper future escursioni “guidate” dentro il mondo fantastico diLinux.

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