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openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    o p e n p 2 p d e s i g n . o r g _ 1 . 1

    D e s i g n f o r C o m p l e x i t y

    M a s s i m o M e n i c h i n e l l i

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    O p e n

    D e s i g n

    P e e r - t o - P e e r

    S e r v i c e

    C o m m u n i t y

    C o - c r e a t i o n

    L o c a l

    C o m m u n i t y - b a s e d

    S e l f - o r g a n i z a t i o n

    C o m p l e x i t y

    E n a b l e r

    P l a t f o r m

    M e t h o d o l o g y

    B u s i n e s s

    S u s t a i n a b i l i t y

    L o c a l i t y

    R e s e a r c h

    S o c i a l N e t w o r k

    W e b 2 . 0

    C r o w d s o u r c i n g K n o w l e d g e E c o n o m y

    I n s t i t u t i o n s

    A c t i v i t y

    S o c i a l I n n o v a t i o n

    T e c h n o l o g y

    P r o d u c t

    H a r d w a r e

    S o f t w a r e

    P a r t i c i p a t i o n

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    o p e n p 2 p d e s i g n . o r g _ 1 . 1

    M a s s i m o M e n i c h i n e l l i

    en Castellano:

    openp2pdesign.org

    in English:

    openp2pdesign.orgin Italiano

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    o p e n p 2 p d e s i g n . o r g _ 1 . 1

    i n I t a l i a n o

    M a s s i m o M e n i c h i n e l l i

    S o m e R i g h t s R e s e r v e d , 2 0 0 8

    h t t p : / / c r e a t i v e c o m m o n s . o r g / l i c e n s e s / b y - n c - s a / 3 . 0 /

    S c r i t t o e p r o g e t t a t o d a M a s s i m o M e n i c h i n e l l i

    c o n S c r i b u s , O p e n O f f i c e , G i m p , I n k s c a p e , U b u n t u

    A n i v e r s , F o n t i n , F o n t i n S a n s T y p e f a c e s : J o s B u i v e n g a

    h t t p : / / w w w . j o s b u i v e n g a . d e m o n . n l

    U n a c o p i a d i q u e s t o l i b r o e d e l l e s u e v e r s i o n i i n I n g l e s e e S p a g n o l o p u e s s e r e

    s c a r i c a t a q u i :

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g /

    h t t p : / / w w w . s c r i b d . c o m / p e o p l e / v i e w / 9 8 4 9 3

    h t t p : / / s t o r e s . l u l u . c o m / o p e n p 2 p d e s i g n

    i n f o @ o p e n p 2 p d e s i g n . o r g

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g

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    Indice

    Introduzione 11

    01 Design e Dimensione Locale 13

    02 Design e Comunit 15

    03 Design, Comunit e Free Software / Open Source / Peer-to-Peer 17

    04 Design e Complessit per le Comunit 21

    05 Design e Complessit verso la Sostenibilit 25

    06 Comunit Open P2P 31

    06.01 Una prima definizione di Comunit Open P2P 31

    06.02 Una definizione lasca, tra tante classificazioni 34

    06.03 Un primo elenco di Comunit Open P2P (1.1) 37

    06.04 Comunit Open P2P e tipo di partecipazione 40

    07 Attivit di una Comunit Open P2P e Design dei Servizi 45

    07.01 Attivit di una comunit e Sistema di Attivit 45

    07.02 Attivit e struttura delle Comunit Open P2P 47

    07.03 Comunit Open Peer-to-Peer descritte da Sistemi di Attivit 49

    07.04 Sistemi di Attivit e Design dei Servizi 51

    08 Comunit Open P2P Communities e Piattaforma 55

    09 Open P2P Design: il designer come facilitatore 61

    10 Primi casi di un Design Open P2P 65

    10.01 Design di Servizi Co-creati: il progetto Open Health di RED 66

    10.02 Open Design, Open Source Software e Open Hardware: Openmoko 73

    10.03 Open Design e Open Hardware: VIA OpenBook 81

    11 Prime linee guida per un Open P2P Design 89

    11.01 Analisi 91

    11.02 Concept 91

    11.03 Co-progettazione / sperimentazione / realizzazione parallele 92

    11.04 Auto-organizzazione 93

    12. Sviluppi futuri per Open P2P Design 98

    12.01 Direzioni progettuali e di ricerca 98

    12.02 Una ricerca per una disciplina sociale della conoscenza 102

    Bibliografia 109

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    C o m m e n t i :

    Introduzione

    Questo breve libro rappresenta da un lato una versione

    riassunta e multilingue della mia tesi, dall'altro una

    introduzione al sito openp2pdesign.org (con il punto della

    situazione per la sua versione 1.1).

    Le mie linee di ricerca che stanno alla base di

    openp2pdesign.org, infatti, derivano dalla tesi che ho

    sviluppato dal marzo 2005 all'aprile 2006, "Reti Collaborative.

    Il design per una auto-organizzazione Open Peer-to-Peer", con

    il prof. Ezio Manzini come relatore, al Politecnico di Milano,

    Facolt del Design. Linee di ricerca che partivano dalla

    relazione tra design e dimensione locale, e quindi

    progettazione per un territorio, passando per progettazione

    per una comunit, e infine forme organizzative comunitarie

    quali Free Software, Open Source, Peer-to-Peer e Web 2.0 (o,

    riassumendo, Open Peer-to-Peer).

    Questa tesi ha rappresentato una enorme opportunit di

    osservare un fenomeno quale il passaggio delle forme

    organizzative Open Source e Peer-to-Peer dal campo

    dell'informatica e delle ICT ad un numero ben pi ampio di

    campi, quando ancora il termine Web 2.0 era nei suoi primi

    mesi di vita e il servizio YouTube non era ancora diventato

    famoso.

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    C o m m e n t i :

    Non solo ho potuto venire a conoscenza di queste tendenze e

    opportunit alla loro nascita, ma ho potuto anche iniziare a

    riflettere e capire come inserirsi in queste e come imparare da

    queste per interventi progettuali.

    openp2pdesign.org nato per poter pubblicare, diffondere ed

    approfondire la mia tesi, e per stimolare su di essa una

    discussione collettiva. Si sta quindi cercando di rendere le idee

    della tesi non frutto e propriet di una singola persona, ma di

    elaborarle e condividerle collettivamente all'interno di una

    comunit. La tesi come primo codice sorgente su cui

    sviluppare la comunit. L'idea di riassumerla e di tradurla

    anche in inglese e spagnolo si inserisce quindi in questa

    direzione.

    Questa pubblicazione rappresenta una sintesi della tesi ed una

    fotografia di openp2pdesign.org ad un anno e mezzo dalla sua

    nascita. Una trasposizione del formato blog nel formato libro,

    nel tentativo di mantenere gli elementi pi interessanti di

    entrambi i media. C' uno spazio per i commenti, e per ogni

    capitolo potete trovare il link della pagina online, e quindi

    lasciare un commento o leggere quelli presenti, per facilitare

    una discussione collettiva su una teoria e pratica di un

    Design Open Peer-to-Peer.

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g /

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 2 4

    Negli ultimi anni (dal 2000 circa in poi), il mondo del design ha

    cominciato a rivolgere una crescente attenzione verso la

    dimensione locale, intesa come insieme delle caratteristiche

    del territorio a cui diretto il progetto (da cui parte il progetto

    e a cui diretto il progetto). Il territorio degli utenti ma anche

    dei progettisti: pi in generale, il territorio di tutti gli

    stakeholder. Diverse iniziative sono sorte quindi a livello

    europeo e nazionale, nel tentativo di ridefinire una relazione

    che non mai esistita (o quasi): la relazione tra Design e

    Dimensione Locale.

    Prodotto della Rivoluzione Industriale e della sua Modernit, il

    Design potrebbe essere preso ad esempio di come questa

    abbia tentato di ridurre al minimo la complessit delle

    caratteristiche locali per poterle sfruttare maggiormente. Non

    a caso, nellimmaginario del designer (di prodotto) rimangono

    la grande serie e le economia di scala.

    Nato dallesigenza del pensiero e dellagire economico

    moderno, il Design per ne segue anche i tragitti: e come

    questo si sta interessando sempre maggiormente alla

    dimensione locale (vuoi anche per un tentativo di gestire

    meglio la globalizzazione), anche al Design richiesto un

    tentativo di ideare soluzioni (e/o nuovi prodotti e servizi) a

    problematiche locali.

    01 Design e Dimensione Locale

    D e s i g n

    T e r r i t o r i o

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    C o m m e n t i :

    La dimensione locale diventa quindi il piano di azione sia per

    individuare nuove opportunit commerciali che per proporre

    soluzioni sostenibili (ai problemi generati dalle vecchie

    opportunit). Non a caso la maggior parte dei pensieri

    economici, da quelli pi comuni e accettati (ad es. sviluppo, e

    quindi sviluppo locale) a quelli pi radicali e innovatori (ad es.

    decrescita e quindi localismo), vedono la dimensione locale

    come il luogo di ogni agire del futuro.

    Conformismo o rottura radicale, non si pu prescindere dalla

    dimensione locale.

    Ho interesse a riflettere pi a fondo in seguito sul rapporto tra

    Design ed Economia (e tra Economia e Dimensione Locale, ed

    Economia e Sostenibilit): ci che mi preme far notare ora

    come la relazione del Design con la Dimensione Locale stia

    assumendo importanza. Ci che in particolare mi ha

    interessato le maggiori possibilit di ottenere risultati per

    una maggiore sostenibilit della societ.

    Per capire questa relazione, potremmo costruirci una mappa

    di come si sia arrivati allinteresse verso la dimensione locale

    da parte di Economia, Marketing, Design, Architettura,

    Urbanistica. E vedere quindi come la parola chiave di questa

    mappa sia partecipazione, e quindi di come ora sia

    importante la dimensione sociale e comunitaria della localit.

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    02 Design e Comunit

    Perch ci si interessa di comunit e quindi di partecipazione

    al progetto per intervenire sulla dimensione locale verso la

    sostenibilit? Il Design non si confrontato da anni con il

    tema della sostenibilit?

    Certo, il Design si confrontato a lungo con il tema della

    sostenibilit, imparando da successi ed insuccessi1. La

    conclusione che non basta intervenire con un semplice

    redesign (o ecodesign) riducendo il numero di materiali e la

    loro quantit, n proponendo servizi, che non sono poi cos

    immateriali come si vorrebbe. Questi tentativi hanno infatti

    avuto un effetto contrario (rebound effect), che ha portato

    allaumento di prodotti e servizi offerti (e quindi allaumento

    di risorse utilizzate).

    La strada che ora si pensa sia pi promettente quella di

    proporre (e favorire la diffusione) di stili di vita sostenibili,

    basati su un utilizzo ragionato ed equo delle risorse. Stili di

    vita che possono essere proposti da designer ed imprese, ma

    che molto pi spesso sono gi esistenti, anche se minoritari:

    poco diffusi e poco conosciuti nella societ.

    1. Manzini E., Jegou F. (2003)

    D e s i g n

    C o m u n i t

    S o s t e n i b l i t

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    h t t p : / / w w w . s u s t a i n a b l e - e v e r y d a y . n e t / m a n z i n i /

    Casi che Ezio Manzini chiama Comunit Creative2. Iniziative

    bottom-up di auto-organizzazione (perlopi su base

    comunitaria) per la messa in pratica di attivit sostenibili

    nella propria dimensione locale.

    Un ruolo che il Design potrebbe rivestire quindi anche quello

    di favorire lemergenza e la diffusione di queste Comunit

    Creative, attraverso la fornitura di prodotti, artefatti

    comunicativi, servizi e strategie che permettano loro di

    svolgere le proprie attivit con successo. Ma come pu il

    Design relazionarsi ad una comunit, dato che non ha,tradizionalmente, una tale esperienza?

    Si potrebbe imparare qualcosa da Architettura, Urbanistica e

    Web Design, discipline che tradizionalmente hanno preso in

    considerazione la partecipazione ai processi progettuali.

    Ci si auspica quindi che il Design apprenda a relazionarsi con

    la complessit delle comunit e della loro dimensione locale,

    osservando quelle discipline e quei casi che sono riusciti a

    farlo con successocome ad esempio anche le comunit Open

    Source, P2P e simili

    2. Manzini E. (2006)

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    03 Design, Comunit e Free Software /Open Source / P2P

    Perch il Design dovrebbe imparare da Free Software, Open

    Source e P2P come relazionarsi ad una comunit?

    Perch le comunit Free Software, Open Source e P2P hanno

    sviluppato forme organizzative e principi che hanno

    dimostrato di permettere una auto-organizzazione ottimale su

    base comunitaria, riuscendo a raggiungere dimensionipotenzialmente elevate. Hanno sviluppato, cio, un approccio

    alla dimensione comunitaria che ha dimostrato la propria

    validit. Per questo motivo, i loro principi e le loro forme

    organizzative sono stati adottati esplicitamente anche in

    numerosi altri ambiti, e vi sono stati anche casi che, anche se

    non ispirati direttamente, presentano forme organizzative e

    principi da esse derivanti. Dato il loro successo, infatti, si diffuso un interesse generale verso forme collaborative su

    base comunitaria; interesse che a portato alla scoperta anche

    di alcuni casi antecedenti al fenomeno Free Software, Open

    Source e P2P ma che presentano alcuni elementi in comune.

    Tutti questi casi (ispirati, derivanti ed antecedenti) possono

    essere raggruppati, almeno temporaneamente, in Comunit

    D e s i g n

    C o m u n i t

    F r e e S o f t w a r e

    O p e n S o u r c e

    P e e r - t o - P e e r

    O p e n P 2 P

    C o m m u n i t i e s

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    Open P2P, comunit caratterizzate da una partecipazione

    aperta (Open) e paritaria (P2P). La classificazione di tutti

    questi casi infatti un tema delicato, in continua ridefinizione

    (arrivando anche sino al Crowdsourcing e al Web 2.0).Da questo successo, da un lato, una ulteriore prova che la

    forma organizzativa comunitaria sia promettente, e dallaltro

    lato la prova che vi siano elementi per portare queste forme

    organizzative anche a comunit con dimensioni elevate,

    riuscendo cos a costruire reti collaborative, sia brevi che

    lunghe, con maggiori probabilit di diffusione e successo

    allinterno della societ. Sono infatti modelli che hanno

    dimostrato una certa scalabilit: anzi, sono forse gli unici

    modelli di partecipazione che riescono a funzionare con

    successo con un numero potenzialmente elevato di

    partecipanti. E maggiore il numero di partecipanti, maggiore

    le probabilit di successo e la rapidit nellottenerlo.

    Si pu quindi ipotizzare che questi modelli organizzativi e i

    loro principi potrebbero essere utilizzati per supportare e

    diffondere le attivit delle Comunit Creative (o, in generale,

    per comunit). Inoltre, user-generated content ed iniziative

    commerciali basate su comunit rappresentano ora grandi

    opportunit di business (come YouTube, per esempio), e

    quindi una ridefinizione del ruolo del Design potrebbe portarlo

    a nuove opportunit commerciali.

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    Lidea quindi non solo di portare pratiche e principi Open

    P2P allinterno del processo progettuale, ma di diffonderli

    nella societ attraverso il processo progettuale. Forme

    organizzative e principi Open P2P come strumento e comeoggetto di progettazione per il supporto alle Comunit

    Creative (o, in generale, ad una comunit). Casi in cui si

    tentato di portare la filosofia Open P2P allinterno del processo

    progettuale non sono mancati (anche se questo un processo

    in continua ridefinizione); ma ora ci si propone di utilizzare il

    progetto per la diffusione della filosofia Open P2P allinterno

    della societ, se non altro in quegli ambiti che ne potrebberogiovare maggiormente.

    A questo punto sappiamo dove il Design possa attingere

    informazioni ed expertise per rapportarsi ad una comunit.

    Ma una comunit una entit complessa, un sistema

    complesso vero e proprio. E se le sue dimensioni aumentano

    notevolmente, questa dimensione complessa non pu non

    essere considerata.

    Come ci si rapporta, progettualmente, a comunit che

    possono avere un alto numero di partecipanti? Come ci si

    rapporta alla complessit di una comunit?

    E quindi, in generale, come un progettista si dovrebbe

    rapportare con la complessit?

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    Ed in questa direzione proprio il fenomeno Free Software e

    Open Source potrebbe esserci di aiuto

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    04 Design e Complessit per leComunit

    Perch il Design dovrebbe imparare a relazionarsi alla

    complessit?

    Perch il territorio e le comunit che in esso vivono sono

    caratterizzate da una tale complessit che un processo

    progettuale ad essi dedicato deve tenerne conto, se si vuole

    che abbia dei risultati con maggiori probabilit di successo. Lacomprensione della Complessit, per un progettista, significa

    progettare nella e per la Complessit3. Quindi, nella e per la

    complessit di una comunit e del territorio in cui si inserisce.

    La relazione tra Design e Complessit rappresenta un campo

    di studio estremamente affascinante, che sta muovendo i suoi

    primi passi: le Teorie della Complessit sono relativamenterecenti e sussiste nella societ (e quindi anche nella comunit

    del progetto) una mentalit pi vicina alla riduzione della

    complessit, che alla sua valorizzazione. Potremmo passare

    molto tempo quindi prima di comprendere come affrontare la

    complessit di una comunit, ma per fortuna dal fenomeno

    3. Pizzocaro S. (2004)

    D e s i g n

    D e s i g n d e i S e r v i z i

    F r e e S o f t w a r e

    Open Source

    C o m p l e s s i t

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    C o m m e n t i :

    del Free Software / Open Source ci viene in aiuto una

    considerazione molto importante. Secondo Ko Kuwabara4

    infatti la comunit di Linux ha avuto successo perch

    riuscita ad affrontare la complessit senza ridurla, attraverso

    la propria complessit intrinseca. Le forme organizzative

    Open P2P sono quindi potenzialmente adatte a gestire la

    complessit.

    Possono esserci molti insegnamenti da trarre dal fenomeno

    Free Software / Open Source, ma questo forse il pi

    importante. Da un lato, una ulteriore prova della validit

    della forma organizzativa e dei principi Open P2P, che

    permettono una gestione promettente della complessit.

    Dallaltro lato, mostrano come non sia poi cos distante il

    Design dalla Complessit, se apprender a rapportarsi ad essa

    dalle comunit Open P2P.

    Ma come possibile legare il Design alle Comunit Open P2P,

    tenendo conto della loro complessit? Sintetizzando, le

    Comunit Open P2P si caratterizzano attorno ad una attivit

    principale. Fortunatamente, una attivit pu essere

    considerata con una visione sistemica attraverso la Teoria

    dellAttivit, che a sua volta stata collegata al Design dei

    Servizi da Daniela Sangiorgi5 (si veda il capitolo 07).

    4. Kuwabara K. (2000)

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . m e d i a d i g i t a l i . p o l i m i . i t / d d d / d d d _ 0 7 / n u m e r o / w _ a r t i c o l i / 7 2 _ 0 5 _ s a n g i o r g i . p d f

    Lapproccio alla Complessit, per un intervento progettuale,

    non necessario solo per comunit o territorio, ma

    auspicabile per ogni ambito di progetto. Ad esempio ogni

    prodotto, in tutto il suo ciclo di vita, ha relazioni con la

    dimensione sociale (chi lo progetta, produce, vende,

    distribuisce, utilizza) e la dimensione locale (dove queste

    persone agiscono e da dove provengono le risorse che

    permettono loro di farlo). Comprendere queste relazioni

    nascoste pu portare a sviluppare progetti (prodotti, artefatti

    comunicativi, servizi, strategie) con maggiori probabilit di

    sostenibilit e successo commerciale.

    Per questo motivo strategica la relazione tra Design e

    complessit. Inoltre, la realizzazione della esistenza della

    dimensione della Complessit non solo utile nello sviluppo di

    un progetto (e quindi del Design), ma anche nellottica della

    Sostenibilit.

    5. Sangiorgi D. (2004)

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    C o m m e n t i :

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 1 3

    05 Design e Complessit verso laSostenibilit

    Perch la comprensione della Complessit pu essere utile per

    la comprensione della Sostenibilit? Perch la mancata

    comprensione della insostenibilit della societ attuale

    anche un problema di mancata comprensione della

    complessit dei sistemi naturali, sociali ed economici in cui

    viviamo.

    Il tentativo di riduzione (o di sopravvalutazione) della

    Complessit nato con la Modernit, che lo ha applicato ai

    sistemi sociali, ambientali e territoriali (portandoci verso

    linsostenibilit). Per Rullani6 infatti la Modernit (e in special

    modo la programmazione della grande impresa fordista)

    genera ambienti artificiali a complessit ridotta, che hanno il

    pregio di rendere controllabili i comportamenti degli agenti.E una modernit che procede riducendo la complessit del

    mondo umano e sociale ha pochissimi punti di contatto con la

    nozione di territorio, inteso come sintesi sedimentata in un

    luogo, di storia, cultura e di relazioni tra gli uomini e

    lecosistema.

    06. Rullani E. (2002)

    M o d e r n i t

    S o s t e n i b i l i t

    C o m p l e s s i t

    D e s i g n

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    C o m m e n t i :

    Nella teoria e nella pratica delleconomia moderna, il

    territorio di fatto scomparso; al suo posto spazi artificiali,

    privi di complessit e posti a disposizione del calcolo di

    convenienza. Un territorio senza complessit un territorio

    senza qualit, uno dei tanti luoghi (o nonluoghi7),

    addensamenti o rarefazioni prodotte dallalgoritmo di

    calcolo. Se il Design si interessa di territorio (per la sua

    qualit), deve affrontare questa complessit.

    Questa strategia riduzionista ha mostrato nel corso degli anni

    di essere efficace solo nel breve termine, aumentando invece

    problemi ed effetti secondari nel lungo termine, soprattutto in

    termini di impatto sostenibile. Di fatto, persiste una tendenza

    maggioritaria a considerare la sostenibilit in maniera

    riduzionista, ricercando singole soluzioni pratiche e

    tecnologiche a singoli problemi, e non soluzioni sistemiche

    per la complessit del sistema sociale.

    Emerge tuttavia una consapevolezza dellimportanza di

    affrontare la complessit rivalutando la dimensione locale

    come il luogo specifico di ogni azione per il raggiungimento

    della sostenibilit. La complessit della societ attuale e degli

    ecosistemi in cui risiede richiedono la comprensione delle

    7. Aug M. (1992)

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . f i s h e r y c r i s i s . c o m / c o r a l 7 . h t m l

    interrelazioni sottostanti alla scala locale e a quella globale.

    Per capire a che risultati le pratiche economiche (e quindi

    anche progettuali) attuali ci stiano portando, bisogna infatti

    comprendere le connessioni nascoste tra le dimensionieconomiche, sociali ed ambientali, e i cicli di retroazione che

    generano. La sostenibilit, a livello locale e globale, ha una

    dimensione complessa ineludibile.

    La nostra societ, la nostra economia, e gli ecosistemi in cui

    viviamo (e da cui traiamo risorse) sono sistemi complessi, che

    interagiscono a vicenda; la mancata comprensione delle loro

    connessioni (e quindi della loro complessit) porta alla

    mancata comprensione delle iniziative realmente necessarie

    per il raggiungimento della sostenibilit.

    In un sistema complesso, le connessioni tra tutti gli elementi

    del sistema rappresentano larchitettura che lo sostiene e ne

    permette la sopravvivenza. Leliminazione di anche un solo

    elemento, pu provocare effetti a catena, sino a portare al

    collasso dellintero sistema (in un ecosistema, ad esempio,

    tutti gli esseri viventi presenti in esso). E quindi la stessa cosa

    avviene anche nel sistema sociale e nel sistema economico:

    ogni azione (anche progettuale) deve essere pensata senza

    sopravvalutare la complessit e le connessioni tra gli elementi.

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . f i r s t m o n d a y . o r g / i s s u e s / i s s u e 4 _ 8 / m o g l e n / i n d e x . h t m l

    h t t p : / / b l o g . p 2 p f o u n d a t i o n . n e t

    h t t p : / / w w w . f r e e o s . c o m / a r t i c l e s / 4 1 3 3 /

    h t t p : / / w w w . n y t i m e s . c o m / 2 0 0 5 / 1 0 / 1 5 / o p i n i o n / 1 5 r o b b . h t m l ? e x = 1 2 8 7 0 2 8 8 0

    0 & e n = c 6 2 7 4 2 c 4 6 6 b 5 e d 1 e & e i = 5 0 8 8 & p a r t n e r = r s s n y t & e m c = r s s

    h t t p : / / w w w . t i m b o u c h e r . c o m / j o u r n a l / 2 0 0 6 / 1 1 / 0 5 / t e x a s - b o r d e r - w a t c h - w e b s i t e /

    In queste connessioni tra sistema sociale, economico e

    naturale, vive il designer e quindi agisce il Design, che pu

    forse imparare dalle Comunit Open P2P come gestire questa

    molteplicit di elementi e direzioni. La diversit il carattere

    distintivo della natura e il fondamento della stabilit

    ecologica, e le comunit Open P2P presentano pratiche in

    grado di valorizzare la diversit dei propri partecipanti

    riuscendo a costruire una intelligenza collettiva, basata su un

    apprendimento reciproco e quindi aperto e tollerante.

    Forme organizzative e principi Open P2P sono s ben definiti,

    ma ancora molto laschi e malleabili, tant che c chi crede

    siano un esempio di Anarchia, di Comunismo, di Capitalismo

    puro, che non siano Comunismo (o quasi), oppure un

    fenomeno radicalmente differente, da studiare in profondit.

    quindi possibile studiare come modificare e applicare

    queste forme organizzative comunitarie, che possono

    assumere differenti forme: proprio la loro flessibilit ne ha

    causato la diffusione ad altri ambiti. Quindi potremmo

    utilizzare forme organizzative Open P2P per diffondere attivit

    discutibili come attivit militari, attivit di controllo, o attivit

    che, aumentate di scala, aumentano il loro inquinamento e il

    divario tra ricchi e poveri (rappresentando una prospettiva

    futura inquietante).

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . b o i n g b o i n g . n e t / 2 0 0 5 / 0 1 / 0 5 / b i l l - g a t e s - f r e e - c u l t . h t m l

    h t t p : / / w w w . w i r e d . c o m / c u l t u r e / l i f e s t y l e / n e w s / 2 0 0 5 / 0 1 / 6 6 2 0 9

    h t t p : / / w w w . t h e o n i o n . c o m / c o n t e n t / n e w s / c h a n e l _ d e v e l o p s _ d u r a b l e _ l o w _ c o s t

    h t t p : / / w w w . n e x t b i l l i o n . n e t / b l o g s / 2 0 0 7 / 0 1 / 2 3 / b o p - s p o o f e d - b y - t h e - o n i o n

    Oppure potremmo utilizzare per diffondere attivit sostenibili

    dal punto di vista sociale, economico ed ambientale.

    Possiamo vedere queste forme organizzative come una

    scatola: hanno una forma (valori e pratiche organizzative), ma

    il contenuto che d loro un senso ed una direzione.

    Contenuto che deve s essere adatto alla forma della scatola,

    ma abbiamo visto che questa abbastanza flessibile: occorre

    quindi decidere quali contenuti utilizzare. Vista la capacit

    queste forme di gestire la complessit, possibile scegliere di

    utilizzarle per entit complesse come il territorio e la

    sostenibilit e quindi per un Design ad esse diretto.

    Design, Dimensione Locale, Open Source, P2P, Web 2.0, ecc.

    sono quindi al centro di questa ricerca, ma analizzati dal

    punto di vista della complessit e della sostenibilit.

    Verranno quindi analizzati anche tutti quei casi che non si

    interessano esplicitamente alla sostenibilit, ma che

    potrebbero esserci utili per capire come possa essere fatto.

    Quindi non ci resta che sapere qualcosa in pi sulle Comunit

    Open P2P e su come il Design possa progettare per loro.

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 3 7

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 1 4 4

    06 Comunit Open P2P

    06.01 Una prima definizione di Comunit Open P2PPrima di arrivare alla parte pi metodologica ed alle

    conclusioni da trarre, penso sia utile una precisazione su quei

    casi che sono stati definiti Comunit Open P2P. La

    metodologia proposta, infatti, stata sviluppata prendendo in

    considerazione prima alcuni casi esistenti, ed in seguito quali

    strumenti e teorie del design fossero a loro adatti.

    stata necessaria quindi una ricerca di casi con una forma

    organizzativa comunitaria, basata sulla collaborazione, in

    grado di costruire reti collaborative sia brevi che lunghe, dove

    i partecipanti ricoprono un ruolo attivo importante, arrivando

    fino ad un numero potenzialmente elevato. Certamente

    questa era una definizione ancora vaga, quindi iniziaicercando quei casi che si stavano ispirando al fenomeno Free

    Software / Open Source / P2P, in quanto gi allora (inizio 2005)

    si pensava che avessero sviluppato forme organizzative e

    principi in grado di essere adottati in altri campi con

    successo8.

    8. Mulgan G., Steinberg T., Salem O. (2005)

    O p e n S o u r c e

    C r o w d s o u r c i n g

    P e e r - t o - P e e r

    W e b 2 . 0

    C o m u n i t O p e n P 2 P

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    32

    C o m m e n t i :

    La collaborazione sempre esistita, ma solo oggi la sua

    importanza stata amplificata a tali livelli da poter essere

    considerata, in molti ambiti, pi promettente della sola

    competizione. Grazie alle infrastrutture distribuite delle ICT, la

    collaborazione si sta diffondendo come modalit organizzativa

    anche al di fuori delle comunit Free Software / Open Source /

    P2P.

    A tutti questi casi direttamente ispirati dal fenomeno Open

    P2P9, ne sono quindi affiancati altri che, pur non

    richiamandosi ad esso esplicitamente, presentavano tratti in

    comune (e quindi potevano essere stati influenzati

    indirettamente)10. Infine, alcuni casi precedenti (e quindi

    senza relazioni dirette), ma che avevano sviluppato forme

    organizzative comunitarie in grado di costruire reti

    collaborative lunghe, con un ruolo attivo dei partecipanti11.

    Lesistenza di queste ultime due categorie di casi di

    importanza fondamentale: le forme organizzative su base

    comunitarie non sono un caso isolato al software Open

    Source / Free Software / P2P, ma sono quindi promettenti e

    tendono a sviluppare alcune caratteristiche comuni, che

    9. Ad esempio: Thinkcycle, OSCar, Open Health.

    10. Ad esempio: BBC Action Network, Neubauten.org, Pledgebank.

    11. Ad esempio; Amul, Dabbawalla, Grameen Bank.

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    C o m m e n t i :

    quindi possono essere utilizzate per un ampio raggio di

    situazioni e discipline, indipendentemente dal grado di

    tecnologia utilizzato.

    Il fenomeno Open Source / Free Software / P2P quindi

    importante per aver agito da modello alla ricerca di casi in cui

    lorganizzazione comunitaria ha costituito un vantaggio

    notevole rispetto alle altre forme organizzative. Inoltre, ha

    esplicitato proprie forme organizzative scalabili ed innovative,

    adatte a raccogliere le sfide della societ della conoscenza.

    Tutti questi casi rappresentano forme organizzative

    comunitarie, basate sulla collaborazione attraverso la

    condivisione di flussi di informazioni e a volte di risorse

    materiali. Mentre le organizzazioni tradizionali si basano su

    una gerarchia verticale che comanda e controlla, le comunit

    Open P2P si basano su una rete orizzontale in cui ogni

    partecipante comanda solo se stesso e contribuisce a

    controllare la rete. Mentre nelle gerarchie verticali i rapporti

    sono definiti dal potere (top-down), nelle comunit Open P2P

    sono definite dalla reputazione (bottom-up).

    La struttura quindi di tipo reticolare orizzontale, dove la

    reputazione diventa una forza centripeta di influenza verso gli

    altri partecipanti. Queste comunit possono assumere forme

    sia localizzate che globali e virtuali; le accomuna la capacit

    di costituirsi e auto-organizzarsi nello svolgimento di una

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    C o m m e n t i :

    attivit principale per la soluzione di uno specifico problema,

    a cui n le istituzioni n il mercato pongono soluzioni

    soddisfacenti. La loro caratteristica di comunit permette la

    creazione di capitale sociale, in grado di generare ulteriori

    processi di miglioramento della dimensione locale, attraverso

    il collegamento che effettuano tra reti brevi (ossia linteresse

    per la dimensione locale) con reti lunghe (coinvolgendo un

    numero potenzialmente ampio di partecipanti).

    06.02 Una definizione lasca, fra tante classificazioniQuesta quindi la definizione concisa di quei casi che sono

    stati denominati Comunit Open P2P. Certamente, come ogni

    classificazione, si corre il rischio di generalizzare

    eccessivamente e quindi di accomunare casi tra loro

    differenti. A questo rischio, sempre presente, si aggiunge il

    fatto che queste comunit rappresentano un fenomenorecente ed in continua evoluzione.

    Ora forse la definizione di Comunit Open P2P potrebbe essere

    ripensata e ridefinita. Probabilmente in futuro potrebbe essere

    conveniente o necessario fare una distinzione tra quei casi in

    cui la comunit rischia di venire usata per produrre valore, e

    quei casi in cui essa stessa che dirige lattivit. Ma per il

    momento meglio continuare ad osservare questi fenomeni,mentre sono vivi e agiscono, lasciando pretese di definizioni

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    C o m m e n t i :

    esaustive a periodi futuri. Rimaniamo, almeno per il

    momento, con una definizione che sappiamo lasca ma al

    contempo adattabile.

    Bisogna ora segnalare altri due fenomeni (o se si vuole quindi,

    anche categorie di definizione) che sono esplosi verso la fine

    della mia tesi o dopo, e che con le Comunit Open P2P

    mantengono relazioni strette. Si tratta del Web 2.0 e del

    Crowdsourcing.

    La mia ricerca partita da casi esistenti, con una

    classificazione iniziale ampia e flessibile, ed il suo punto di

    partenza stato il fenomeno Free Software / Open Source /

    P2P e la sua diffusione in altri ambiti. Allepoca (marzo 2005)

    era gi stato definito il termine Web 2.0, ma non era ancora

    esploso come successo nel 2006, a mio avviso, con il

    successo di YouTube. Mi sembr pi utile basarmi invece sul

    Free Software / Open Source / P2P. E il termine Crowdsourcing

    nato nel Giugno 2006, quando la tesi era ormai terminata.

    Quindi, il motivo principale per la mancanza del Web 2.0 e del

    Crowdsourcing allinterno della tesi dovuta principalmente

    per un fattore temporale.

    Linteresse verso le forme organizzative e i principi sviluppati

    dai fenomeni del Free Software (e Open Source e P2P) nasce

    alla fine degli anni Novanta. Bisogna aspettare tuttavia il 2003

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w e b . m i t . e d u / i s / i s n e w s / v 1 7 / n 0 3 / 1 7 0 3 0 1 . h t m l

    h t t p : / / e n . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / W e b _ 2 . 0

    per assistere ad una prima consapevolezza generale di questa

    possibilit, grazie allarticolo di Goetz apparso su Wired12. La

    metodologia organizzativa dellOpen Source viene vista come

    linfrastruttura pi adatta per lattuale economia basata sulla

    conoscenza, cos come la catena di montaggio lo stata per

    una economia di tipo fordista.

    Linteresse per forme organizzative Open Source / Free

    Software / P2P nasce quindi prima della definizione del Web

    2.0 Ad esempio, Thinkcycle viene fondata nel marzo 2000, 4

    anni prima della definizione di Web 2.0 .

    Inoltre, rappresentano secondo me dei fenomeni strettamente

    correlati, la cui classificazione e distinzione sta avvenendo

    lentamente. Anche il Web 1.0 stato sviluppato da comunit,

    con dinamiche bottom-up e P2P, attraverso la condivisione e

    con software Open Source / Free Software. Quindi non stato

    il Web 2.0 ad introdurre queste dinamiche, gi presenti da

    anni nellambiente della programmazione informatica sotto

    forma di etica hacker. Il Web 2.0 rappresenta quindi una fase

    in cui queste dinamiche sono state sicuramente ampliate,

    rinforzate e diffuse. Web (1.0, 2.0), Free Software / Open

    12. Goetz T. (2003)

    13. Ad esempio, Thinkcycle viene fondata nelmarzo 2000, 4 anni

    prima della definizione di Web 2.0.

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    C o m m e n t i :

    Source e P2P rappresentano a mio avviso dei fenomeni

    strettamente correlati, che non conviene considerare

    separatamente. La classificazione di Comunit Open P2P, cos

    com ora, va bene anche per servizi Web 2.0 come YouTube.

    Sebbene il tema della classificazione sia in costante sviluppo e

    riflessione, possibile assumere per il momento la

    classificazione parziale delle comunit Open P2P che ha il

    vantaggio di raccogliere casi direttamente ispiratisi dal Free /

    Open Source / P2P Software, sia quelli che ad esso non si

    richiamano direttamente (ma che ne condividono principi e

    forme organizzative), siano essi casi recenti o antecedenti.

    Se vogliamo imparare dalle comunit per progettare con e

    delle comunit, mantenere una classificazione lasca pu

    essere utile (mantenendo ovviamente la dimensione

    comunitaria al centro).

    06.03 Un primo elenco di Comunit Open P2P (1.1)Ecco di seguito lelenco delle Comunit Open P2P da me

    raccolte durante lo svolgimento della tesi (inizio 2005 - inizio

    2006). Il numero di casi aumentato notevolmente,

    soprattutto se consideriamo quei casi che ora classificherei

    come Web 2.0 e Crowdsourcing; per il momento consideriamo

    questo elenco, in seguito parler di nuovi casi interessanti.

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . p l e d g e b a n k . c o m /

    h t t p : / / w w w . m e e t u p . c o m /

    h t t p : / / w w w . s m a r t m o b s . c o m

    h t t p : / / w w w . i n d y m e d i a . o r g /

    h t t p : / / w w w . g l o b a l i d e a s b a n k . o r g /

    h t t p : / / e n g l i s h . o h m y n e w s . c o m /

    h t t p : / / w w w . k u r o 5 h i n . o r g /

    h t t p : / / s l a s h d o t . o r g /

    h t t p : / / c y b e r . l a w . h a r v a r d . e d u / o p e n l a w /

    h t t p : / / w i k i p e d i a . o r g /

    h t t p : / / c n x . o r g /

    h t t p : / / s t r i n g e r s . m e d i a . m i t . e d u /

    h t t p : / / c l i c k w o r k e r s . a r c . n a s a . g o v /

    h t t p : / / w w w . p g d p . n e t / c /

    h t t p : / / s e t i a t h o m e . b e r k e l e y . e d u /

    h t t p : / / w w w . g r i d . o r g /

    h t t p : / / w w w . h a p m a p . o r g /

    h t t p : / / w w w . t r o p i c a l d i s e a s e . o r g /

    I casi sono stati classificati in base allattivit principale per

    cui si riuniscono e formano reti collaborative.

    Reti collaborative per raggiungere una massa critica di

    partecipanti

    PledgeBank

    Meetup

    Smart Mobs

    Reti collaborative per produrre informazioni e conoscenza

    Indymedia

    The Global Ideas Bank

    Ohmynews

    Kuro5hin

    Slashdot

    OpenLaw

    Wikipedia

    Connexions

    Silver Stringers

    NASA Mars Clickworkers

    Distributed Proofreaders

    SETI@Home

    Grid.org

    Reti collaborative per svolgere ricerche

    The International HapMap Project

    The Tropical Disease Initiative (TDI)

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . d n d i . o r g /

    h t t p : / / s n p . c s h l . o r g /

    h t t p : / / w w w . c a m b i a . o r g /

    h t t p : / / w w w . o s g v . o r g /

    h t t p : / / w w w . t h e o s c a r p r o j e c t . o r g /

    h t t p : / / o p e n s o u r c e . m i t . e d u / p a p e r s / m e y e r . p d f

    h t t p : / / w w w . t h i n k c y c l e . o r g /

    h t t p : / / w w w . i c o m p o s i t i o n s . c o m /

    h t t p : / / w w w . s o l a r o o f . o r g / w i k i

    h t t p : / / w w w . i n s t r u c t a b l e s . c o m /

    h t t p : / / w w w . z e r o p r e s t i g e . o r g /

    h t t p : / / n e u b a u t e n . o r g /

    h t t p : / / w w w . a m u l . c o m /

    h t t p : / / e n . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / D a b b a w a l a

    h t t p : / / e n . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / N a p s t e r

    h t t p : / / e n . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / G n u t e l l a

    h t t p : / / w w w . a m a z o n . c o m /

    h t t p : / / w w w . e b a y . c o m /

    h t t p : / / w w w . p - g r i d . o r g /

    h t t p : / / t h e s i m s . e a . c o m /

    h t t p : / / w w w . b i o s . n e t /

    h t t p : / / w w w . g r a m e e n - i n f o . o r g /

    h t t p : / / w w w . t e r r a m a d r e 2 0 0 6 . o r g /

    h t t p : / / w w w . s l o w f o o d . c o m /

    The Drugs for Neglected Diseases Initiative (DNDi)

    The SNP Consortium Ltd

    The CAMBIA BIOS

    Reti collaborative per progettare

    Open Source Green Vehicle (OSGV)

    OSCar - The Open Source Car Project

    Episodi di innovazioni tecnologiche collettive

    Thinkcycle

    iCompositions

    Solar Roof

    instructables

    Zeroprestige.org

    Reti collaborative per organizzare attivit economiche

    Neubauten.org

    Amul

    Dabbawalla

    Napster

    GNUtella

    Amazon

    eBay

    P-grid

    The Sims

    Grameen Bank

    Reti collaborative per migliorare la condizione locale

    Terra Madre / Slow Food

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    40

    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . d e s i g n c o u n c i l . i n f o / m t / R E D / h e a l t h /

    h t t p : / / w w w . b b c . c o . u k / g a r d e n i n g / n e i g h b o u r h o o d _ g a r d e n e r /

    h t t p : / / w w w . m i c r o f i n a n c e g a t e w a y . o r g / c o n t e n t / a r t i c l e / d e t a i l / 3 2 4 9

    h t t p : / / w w w . s r i s t i . o r g / h o n e y b e e . h t m l

    h t t p : / / w w w . k i v a . o r g /

    h t t p : / / w w w . n e w e a r t h . i n f o /

    h t t p : / / w w w . m y s o c i e t y . o r g /

    h t t p : / / l a u n c h p a d . y o u n g f o u n d a t i o n . o r g /

    Open Heatlh

    Development Gateway

    BBCs Neighbourhood Gardener

    The BBC iCan/Action Network

    Self-Help Groups

    Honey Bee network

    Kiva

    Reti collaborative per sostenere altre comunit

    Sustainable Everyday Project / EMUDE

    The New Earth Fund

    mySociety

    The Launchpad (Young foundation)

    06.04 Comunit Open P2P e tipo di partecipazioneSi sempre detto che queste Comunit Open P2P si auto-

    organizzano, e questa affermazione andrebbe precisata meglio

    ora. Innanzitutto, si formano per risolvere un proprio

    problema/necessit attraverso lo svolgimento di una attivit

    collaborativa. Le relazioni sociali possono essere gi

    preesistenti ma spesso, se si sviluppano, lo fanno attraverso losvolgimento dellattivit. Possiamo inoltre effettuare una

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    41

    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . d e v e l o p m e n t g a t e w a y . o r g /

    h t t p : / / w w w . b b c . c o . u k / a c t i o n n e t w o r k /

    h t t p : / / w w w . s u s t a i n a b l e - e v e r y d a y . n e t / E M U D E /

    distinzione sul tipo di partecipazione possibile: ci sono tre

    modi in cui possono auto-organizzarsi. E sono con:

    _una partecipazione bottom-up: una comunit si forma

    autonomamente, per la risoluzione di un proprio problema

    (es: Amul). La comunit si forma in maniera bottom-up;

    _una partecipazione top-down: viene offerto un servizio

    (pubblico o privato), che permette la formazione di una

    comunit e su di essa basa il suo funzionamento. I

    partecipanti agiscono con il fine di soddisfare gli obiettivi e il

    lavoro della impresa privata/ente pubblico (cio: i partecipanti

    dipendono dalla impresa/ente pubblico) (es: YouTube). Il

    servizio viene offerto in una maniera top-down, e i

    partecipanti si comportano di conseguenza.

    _una partecipazione mercantile (marketplace participation):

    viene offerto un servizio (pubblico o privato), che permette la

    formazione di una comunit, dove i partecipanti si riuniscono.

    I partecipanti si comportano indipendentemente, creando

    nuove relazioni con il fine di sviluppare i propri obiettivi/lavori

    (cio, operano indipendentemente, con una vera dinamica

    peer-to-peer) (ad esempio: BBC Action Network). Il servizio

    viene offerto in una maniera top-down, ma i partecipanti

    agiscono in esso con dinamiche bottom-up.

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    42

    C o m m e n t i :

    Il punto fondamentale : chi prende l'iniziativa e cerca

    persone per formare una comunit? E con quali obiettivi? E

    che tipo di relazioni, e quindi rete sociale, facilita?

    Se si vuole definire meglio questa distinzione: Free Software

    bottom-up, Open Source e P2P potrebbero essere bottom-up o

    top-down, Web 2.0 e Crowdsourcing sono molto spesso top-

    down. Inoltre, da questa distinzione bottom-up e top-down,

    viene una ulteriore considerazione: quanto sono Open e P2P?

    I dati, le informazioni, i processi, i risultati, sono accessibili e

    gestibili in maniera aperta e paritaria? Certo questo un tema

    delicato e va approfondito, ma rimane sempre di centrale

    importanza. Queste distizioni hanno come conseguenza che,

    come designer, possiamo intervenire per una comunit in due

    modi: o offrendo le proprie capacit professionali a comunit

    esistenti, o ideando e sviluppando servizi (sia pubblici che

    privati, quindi sia in istituzioni locali, regionali e nazionali,

    sia in imprese) che si basino su comunit.

    Prima di arrivare alle conclusioni, rimane ancora una cosa da

    riassumere: come si relaziona il designer ad una Comunit

    Open P2P (e quindi verso un Open P2P Design). Come si pu

    sviluppare un progetto per una comunit che si forma attorno

    ad una attivit collaborativa?

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    43

    C o m m e n t i :

    In breve: attraverso la co-progettazione della sua attivit (e

    delle caratteristiche che la permettono) come un servizio

    collettivo complesso.

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    44

    C o m m e n t i :

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    45

    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 4 5

    h t t p : / / w w w . e d u . h e l s i n k i . f i / a c t i v i t y / p a g e s / c h a t a n d d w r / c h a t /

    h t t p : / / w w w . e d u . h e l s i n k i . f i / a c t i v i t y / p a g e s / c h a t a n d d w r / a c t i v i t y s y s t e m /

    07 Attivit di una Comunit Open P2Pe Design dei Servizi

    07.01 Attivit di una comunit e Sistemi di AttivitPer poter comprendere appieno le caratteristiche generali

    condivise delle comunit Open Peer-to-Peer, possibile

    utilizzare una teoria sviluppata appositamente per lo studio

    delle attivit umane: la Teoria dellAttivit (Activity Theory).

    Comprendendo come avvengono le attivit svolte dalle

    comunit Open Peer-to-Peer, possiamo comprendere il loro

    funzionamento e le loro caratteristiche generali, dato che le

    comunit Open Peer-to-Peer si formano principalmente per lo

    svolgimento di una o pi attivit.

    La Teoria dellAttivit sottolinea il carattere situato dellazione

    umana, evidenziando come gli obiettivi e lo svolgimento

    dellazione, dato lo scopo generale dellattivit a cui

    appartiene, siano costruiti e negoziati continuamente in

    funzione delle condizioni locali. La mediazione sociale che sta

    alla base dellattivit si traduce in un continuo processo di

    apprendimento e di creazione di nuova conoscenza.

    Nella Teoria dellAttivit, il Sistema di Attivit rappresenta

    lunit di analisi per lo studio del comportamento umano, unasorta di mappa concettuale che evidenzia i luoghi principali

    D e s i g n d e i S e r v i z i

    T e o r i a d e l l ' A t t i v i t

    C o m u n i t O p e n P 2 P

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    46

    C o m m e n t i :

    attorno ai quali la cognizione umana distribuita e attraverso

    cui lazione umana mediata. Il modello del Sistema di

    Attivit, unit di analisi dinamica dellattivit umana, descrive

    gli elementi principali attraverso i quali lazione umana

    mediata ovvero gli artefatti (mediazione strumentale) e la

    comunit (mediazione sociale) con cui il soggetto individuale

    o collettivo interagisce secondo regole, implicite o esplicite, e

    una divisione del lavoro (ruoli), ovvero lorganizzazione di

    ruoli e compiti.

    Il Sistema di Attivit uno strumento di lettura delle azioni

    umane, utilizzabile a differenti scale: lattivit di una singola

    persona, quella di un gruppo, quella di una comunit, quella di

    una societ. La singola azione umana non viene inoltre letta

    come unit discreta ed isolata, ma riceve significato dal suo

    essere parte di un Sistema di Attivit collettivo socialmente e

    storicamente generato; a sua volta lazione individuale

    contribuisce dal basso alla continua creazione e riproduzione

    dei Sistemi di Attivit.

    Il Sistema di Attivit rappresenta quindo uno strumento di

    analisi sistemico della complessit delle attivit umane. Non

    una realt statica, ma in continuo movimento e

    trasformazione a seconda di come i singoli elementi si

    modifichino ed evolvano e di come lattivit venga rinegoziata

    nel tempo.

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    47

    C o m m e n t i :

    Le trasformazioni a cui soggetto un Sistema di Attivit nel

    tempo sono dovute infatti al fatto che le attivit non sono

    unit isolate, ma sono pi come nodi allinterno di reti

    formate da altri Sistemi di Attivit che si incrociano e si

    influenzano a vicenda. Un Sistema di Attivit non si trova mai

    isolato, ma interagisce con una rete di altri Sistemi di Attivit.

    07.02 Attivit e struttura delle Comunit Open P2PDunque la Teoria dellAttivit, attraverso il modello del

    Sistema di Attivit pu essere utilizzata per analizzare e

    descrivere il funzionamento delle comunit Open Peer-to-Peer.

    oggetto risultato

    regole divisione del lavoro

    soggetto

    artefatti di mediazione

    Figura 01. Sistema di Attivit (Fonte: Sangiorgi D. (2004))

    comunit

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    48

    C o m m e n t i :

    Data la natura particolare delle comunit Open P2P, utile

    aggiungere a questo modello una descrizione della struttura

    della comunit. Le comunit Open Peer-to-Peer non sono

    infatti caratterizzate da gerarchie, ma ci non significa che

    non vi siano posizioni preminenti al loro interno: le posizioni

    di potere (gerarchia) impongono un comportamento alle

    persone, mentre le posizioni di reputazione indicano quali

    siano le direzioni e i comportamenti pi promettenti.

    Molti ricercatori14 hanno cos notato come le comunit Open

    Source (e quindi anche molte comunit Open Peer-to-Peer) si

    organizzino con una struttura orizzontale caratterizzata da un

    centro gravitazionale dove la forza gravitazionale che muove

    i partecipanti verso il centro o verso lesterno la

    reputazione15 e non il potere. Si ha quindi una forma

    organizzativa non gerarchica, ma reticolare ed orizzontale;

    questa struttura simile a quella identificata da Lave e

    Wenger16 nelle Comunit di Pratica e denominata Legitimate

    Peripheral Participation (LPP).

    14. Crowston K., Howison J. (2005); Madanmohan T.R. (2002);

    Nakakoji K., Yamamoto Y., Nishinaka Y., Kishida K., Ye Y. (2002)

    15. Watson A. (2005)

    16. Lave J., Wenger E. (1991)

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    49

    C o m m e n t i :

    Le comunit Open Peer-to-Peer hanno quindi una struttura

    radiale, dove si susseguono, dallesterno verso linterno, vari

    livelli caratterizzati da una reputazione ed impegno maggiori

    per chi vi si trova. Ad ogni livello pu corrispondere un

    determinato ruolo (si pu accedere ad un ruolo solo se in

    possesso di una determinata reputazione), oppure uno stesso

    ruolo pu essere visto con una struttura centripeta basata

    sulla reputazione (vi sono vari livelli di reputazione allinterno

    di uno stesso ruolo, ognuno caratterizzato da un impegno e

    mansioni differenti).

    quindi utile ragionare in termini di livello di reputazione ed

    impegno: andando verso il centro aumenta limpegno da parte

    dei partecipanti e la loro reputazione. Si muovono verso il

    centro grazie al fatto che il loro impegno aumenta la loro

    reputazione, ed aumentano il proprio impegno per mantenere

    o aumentare la propria reputazione. Di questo modo si viene a

    formare un ciclo di retroazione positivo che spinge i

    partecipanti ad impegnarsi con crescente intensit.

    07.03 Comunit Open P2P descritte da Sistemi diAttivitUtilizzando il Sistema di Attivit (e integrandolo con una

    descrizione dei livelli di reputazione presenti) possibile

    quindi descrivere una Comunit Open P2P (tabella 01).

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    50

    C o m m e n t i :

    fornire strumenti ed informazioni affinch possano

    essere svolte campagne di pressione pubblica da parte

    dei cittadini per migliorare le condizioni locali

    attivit

    Tabella 01: Esempio di una Comunit Open Peer-to-Peer descritta attraverso un

    Sistema di Attivit (Fonte: Menichinelli 2006)

    B B C A c t i o n N e t w o r k

    BBC, cittadini che desiderano risolvere alcuni problemi

    locali, istituzionisoggetto

    informazioni necessarie per l'organizzazione di

    campagne di pressioneoggetto

    permettere ai cittadini che lo desiderano la

    organizzazione di campagne di pressione pubblica per

    sensibilizzare la societ su problemi locali

    risultati

    sito web (informazioni, spazio personale ad ogni utente,

    motore di ricerca di altri utenti)artefatti

    non svolgere campagne politiche o commerciali, non

    insultareregole

    cittadini britannici, istituzionicomunit

    webmaster, coordinatore di campagne, organizzatore di

    gruppo, responsabile delle pubbliche relazioni,

    coordinazione dei nuovi membri, tesoriere, mentore

    divisione dellavoro (ruoli)

    nucleo centrale: BBC

    membri attivi: cittadini che organizzano campagne

    membri periferici: cittadini in cerca di campagne cui

    aderire

    livelli di

    reputazione

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    51

    C o m m e n t i :

    07.04 Sistemi di Attivit e Design dei ServiziQuesta centralit dellattivit, in una Comunit Open P2P, pu

    facilitare interventi progettuali ad essa diretti, grazie ad alcune

    riflessioni provenienti dal design dei servizi, incentrate sullo

    studio dei servizi come interazioni prima e dei servizi come

    interazioni tra Sistemi di Attivit poi.

    Un servizio infatti pu essere visto in molti modi, come

    prestazione, processo ed interazione, visioni che mettono in

    luce la sua natura di azione umana e quindi di intangibilit. Se

    visti come interazione, la loro progettazione quindi diviene

    tradizionalmente la progettazione di interazioni fra un utente

    ed ente erogatore, suddiviso in front office (la parte dellente

    con cui lutente interagisce) e back office (la parte dellente

    attiva nella erogazione del servizio ma con cui lutente non

    interagisce).

    Linterazione quindi come incontro tra erogatore e fruitore,

    che diviene il punto fondamentale per capire la qualit del

    servizio (service encounter), e dove quindi indirizzare la sua

    progettazione17.

    Per Pacenti, il fulcro dellattivit di progettazione strategica

    del servizio sta infatti nella definizione della piattaforma di

    interazione tra il servizio e lutente.

    17. Pacenti E. (1992/1993), Pacenti E. (1998)

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    C o m m e n t i :

    La piattaforma dellinterazione il contesto (larchitettura del

    sistema) in cui ha luogo linterazione tra servizio e utenti.

    Nella costruzione della piattaforma confluiscono i valori

    proposti dallazienda, che si materializzano nella sua offerta, e

    la co-produzione di tali valori da parte dellutente, che

    partecipa mettendo in campo il proprio impegno, le proprie

    risorse e le proprie competenze. La piattaforma di interazione

    il luogo di incontro tra lofferta del servizio e la

    partecipazione dellutente allinterno di un contesto valoriale

    condiviso.

    in questo ambito di studio dei servizi come interazione che si

    inserisce lopera di Daniela Sangiorgi18, che collega il design

    dei servizi con la Teoria dellAttivit, in modo da risolvere la

    mancanza di un modello interpretativo del servizio che tenga

    in considerazione i principali elementi del servizio che

    influenzano la percezione ed il comportamento dei

    partecipanti allinterazione. Insomma, un modello

    interpretativo in grado di contemplare la elevata complessit

    sociale che caratterizza un servizio.

    Un servizio pu quindi essere descritto come unattivit

    formata da una sequenza di service encounter (o interazioni),

    18. Sangiorgi D. (2004)

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    53

    C o m m e n t i :

    descrivibili come sistemi di azioni situate co-prodotte

    nellincontro/confronto tra il Sistema di Attivit dellutente e il

    Sistema di Attivit dellimpresa di servizio (o, pi in generale,

    tra i vari partecipanti del servizio).

    Lattivit, quindi, se vista come una rete di interazioni tra

    partecipanti, pu essere considerata come un servizio. E

    quindi progettata come un servizio. Essa infatti viene svolta

    attraverso una rete di interazioni tra i vari partecipanti, i quali

    assumono i ruoli derivanti dalla divisione del lavoro.

    o g g e t t o

    r e g o l e

    c o m u n i t d i v i s i o n e d e l l a v o r o

    s o g g e t t o

    a r t e f a t t i

    s o g g e t t o

    d i v i s i o n e d e l l a v o r o

    c o m u n i t r e g o l e

    o g g e t t o

    a r t e f a t t i

    Figura 02. Interazione tra Sistemi di Attivit (Fonte: Sangiorgi D. (2004))

    o g g e t t o

    p o t e n z i a l m e n t e

    c o n d i v i s o

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    C o m m e n t i :

    Nel caso del design dei servizi, quindi, loggetto di design

    coincide con il Sistema di Attivit stesso, che diventa loggetto

    del progetto, ma anche lo strumento di analisi e progettuale.

    Si potrebbe quindi pensare di poter progettare le ComunitOpen P2P progettando la loro attivit. In realt occorre

    effettuare ancora due passaggi per poter giungere ad una

    metodologia appropriata, tenendo in considerazione

    correttamente la complessit di una comunit e del progetto

    ad essa diretto.

    possibile progettare una comunit? Che cosa di essa possibile progettare?

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    55

    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 1 0 6

    19. Menichinelli M. (2006)

    08 Comunit Open P2P e Piattaforma

    Che cosa possibile progettare di una comunit?

    Non pensabile infatti pensare di poter progettare

    direttamente le relazioni e la complessit di una comunit

    (cio le caratteristiche che la rendono tale). Le discipline che

    tradizionalmente si sono interessate alle comunit

    (architettura, urbanistica, web design) non si sono orientate a

    progettare le relazioni ma le caratteristiche che, realizzate,

    favoriscono e sostengono la nascita e lo sviluppo di relazioni.

    Linfrastruttura necessaria alle relazioni, la loro piattaforma.

    In questo senso, conveniente parlare di piattaforma19 come

    oggetto dellintervento progettuale. possibile progettare e

    fornire quelle condizioni fondamentali che, condivise

    allinterno della rete sociale dei partecipanti, fungono da

    infrastruttura allemergenza della comunit e della sua

    attivit caratteristica. Si infatti in presenza (e in necessit)

    di una piattaforma ogni volta che si forma una comunit

    derivante dalle interazioni fra un alto numero di agenti.

    Facente parte dellattivit, la piattaforma pu quindi essere

    D e s i g n d e i S e r v i z i

    T e o r i a d e l l ' A t t i v i t

    C o m u n i t O p e n P 2 P

    P i a t t a f o r m a

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    56

    C o m m e n t i :

    descritta attraverso i Sistemi di Attivit. La piattaforma

    consiste quindi nellinsieme di artefatti (sia materiali che

    cognitivi e comunicativi), regole e divisione del lavoro che

    rendono possibile lo sviluppo e la messa in pratica dellattivitcollettiva. Ha quindi una natura reticolare e dinamica.

    Se la piattaforma necessaria per processi che richiedono una

    interazione tra un numero elevato di agenti, allora anche

    lapproccio progettuale richieder una piattaforma per poter

    essere svolto. La piattaforma esiste precedentemente al

    processo progettuale, che ha come scopo il suo miglioramento

    verso una determinata direzione, proveniente da una scelta

    progettuale. Risulta quindi necessario, allinizio dellintervento

    progettuale, analizzare la piattaforma esistente per la

    discussione collettiva, grazie alla quale possibile stabilire un

    contatto con i partecipanti. I progettisti, infatti, entrano a far

    parte della pi ampia comunit del progetto: una comunit la

    cui attivit una progettazione aperta (open) e paritaria

    (peer-to-peer).

    Ma come cambia il ruolo del designer una volta che questi

    entra a far parte di una pi ampia comunit del progetto?

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    I T

    57

    C o m m e n t i :

    oggetto

    regole comunit

    soggetto

    artefatti

    divisione del lavoro

    Figura 03. La Piattaforma, descritta attraverso un Sistema di Attivit

    (Fonte: Menichinelli M. (2006))

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    C o m m e n t i :

    Figura 04. La Piattaforma distribuita all'interno della rete sociale

    (Fonte: Menichinelli M. (2006))

  • 8/14/2019 openp2pdesign.org 1.1 [in Italiano]

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    Figura 05. Natura distribuita della Piattaforma (Fonte: Menichinelli M. (2006))

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    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 1 0 7

    09 Open P2P Design: il designer comefacilitatore

    Definendo la piattaforma, possibile comprendere a cosa,

    operativamente, un designer pu progettare per una comunit

    Open P2P. Rimane ora da definire come questo progetto possa

    essere svolto tenendo conto della complessit della comunit.

    Occorre definire una metodologia progettuale (o almeno delle

    linee guida) in grado di valorizzare la partecipazione aperta e

    paritaria della comunit e la sua la complessit.

    La comunit un sistema complesso, ed necessario un

    processo progettuale che sappia affrontare la sua complessit

    senza ridurla ed impoverirla. Come si visto, forme

    organizzative Open Peer-to-Peer sembrano promettenti nel

    fornire maggiori probabilit di affrontare problemi complessi e

    di elaborare artefatti complessi. Ci avviene proprio grazie

    alla propria complessit intrinseca: la complessit del

    progetto un riflesso della complessit della comunit, ed

    entrambe si rafforzano a vicenda. Nel caso della

    progettazione di una attivit, la comunit stessa (un sistema

    complesso) che progetta collettivamente un progetto

    complesso (la propria organizzazione e le condizioni

    necessarie).

    C o m p l e s s i t

    M e t o d o l o g i a

    P r o g e t t u a l e

    E n a b l e r / F a c i l i t a t o r e

    L i n u x

    C o m u n i t O p e n P 2 P

    I s t i t u z i o n i

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    C o m m e n t i :

    Un intervento progettuale rivolto verso comunit deve tenere

    in conto inoltre delle caratteristiche del contesto in cui questa

    si trova, tra cui anche le caratteristiche territoriali, che si

    configurano come vere e proprie risorse. E le risorse sono taliperch riconosciute dai membri della comunit; questa una

    ulteriore ragione per dare loro una maggiore opportunit di

    partecipazione diretta al processo progettuale, in quanto sono

    in grado, meglio di altri, di riconoscere le risorse utilizzabili. Si

    tratta quindi di un intervento progettuale che si avvale della

    partecipazione di un numero potenzialmente elevato di

    partecipanti, attraverso un processo complesso caratterizzato

    dal suo specifico percorso ( path dependency), orientato ai vari

    livelli di interazione: tra partecipanti, tra partecipanti e

    comunit, tra comunit e comunit, tra comunit ed enti

    esterni, tra comunit e societ. Bisogna quindi adottare un

    approccio progettuale basato sulla partecipazione, in grado

    quindi di basarsi sulle conoscenze che gli attori hanno del

    contesto di intervento progettuale al fine di rendere il

    progetto finale pi aderente alla realt.

    Si pu quindi affermare che un intervento progettuale rivolto

    a comunit Open Peer-to-Peer deve essere esso stesso Open

    Peer-to-Peer, basato sulla partecipazione della comunit al

    progetto (open: aperto alla partecipazione), ai cui membri

    viene riconosciuto un ruolo paritario e attivo (peer-to-peer:

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    riconoscimento delle competenze e conoscenze altrui). Una

    progettazione Open Peer-to-Peer quindi, che essendo aperta e

    paritaria diviene una co-progettazione, dove designer e

    partecipanti collaborano collettivamente (una intelligenza

    collettiva) venendo a costituire una pi ampia comunit del

    progetto.

    Il designer viene cos ad assumere un ruolo specifico negli

    interventi progettuali rivolti a comunit Open Peer-to-Peer.

    Grazie alle sue competenze, pu fornire le condizioni ottimali

    affinch prenda forma unattivit, e fornire gli strumenti di

    auto-organizzazione a queste comunit, ricoprendo pi un

    ruolo di enabler (o facilitatore) che di provider (o fornitore di

    soluzioni definite). Non pi un semplice fornitore della propria

    creativit, ma un facilitatore della creativit distribuita. Non

    pi la semplice progettazione di prodotti o soluzioni finite, ma

    il supporto a comunit fino a che non siano in grado di

    sviluppare soluzioni adatte alle proprie caratteristiche.

    Lo stesso passaggio sta avvenendo negli enti pubblici, dove da

    local government si passa a governance. Una ridefinizione del

    ruolo dellente pubblico che diventa enabler, facilitatore della

    partecipazione e del coordinamento fra enti pubblici, privati e

    sociali, invece che provider, cio fornitore di regole e di

    servizi20.

    20. Vicari Haddock S. (2004)

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    C o m m e n t i :

    Un designer si trova naturalmente in grado di agire da

    facilitatore, dato che le sue competenze lo hanno portato ad

    essere in grado di stabilire connessioni tra utenti ed imprese,

    mediando quindi tra differenti interessi. Grazie alle sue

    capacit di visualizzazione e di anticipazione, pu gestire la

    compresenza di interessi multipli e discordanti, ricordando

    allo stesso tempo i vantaggi che derivano dalla collaborazione

    collettiva. Il ruolo di facilitatore consiste inoltre nel fornire il

    supporto allauto-organizzazione dei membri nel breve

    termine evitando di renderli dipendenti nel lungo termine. Il

    ruolo di enabler sociale dello sviluppo delle comunit ci a

    cui il design risponde; il ruolo che Linus Torvalds scelse di

    assumere nella progettazione di Linux, rifuggendo quello pi

    tradizionale di progettista-provider21.

    21. Kuwabara K. (2000)

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    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 1 6 2

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 1 7 2

    h t t p : / / w w w . o p e n p 2 p d e s i g n . o r g / b l o g / a r c h i v e s / 1 7 3

    10 Primi casi di un Design Open P2P

    Per vedere come le possibilit di applicazione di metodologia

    di progetto Open P2P siano reali e soprattutto attuali,

    possiamo segnalare alcuni primi casi di progetti di design

    basati su strategie di apertura e di coinvolgimento degli utenti

    nelle fasi di progetto e di utilizzo del prodotto/servizio offerto.

    Si tratta del progetto Open Health sviluppato dal team

    progettuale RED (primo in ordine cronologico, ed ancor oggi

    uno dei pi innovativi), del cellulare Openmoko e del

    subnotebook VIA OpenBook. Questi tre casi propongono delle

    prime riflessioni e tentativi di iniziative di Co-created Service

    Design (Design di Servizi Co-creati con gli utenti), Open Design

    ed Open Hardware: casi che presentano quindi una apertura

    del progetto attraverso dinamiche paritarie e la costruzione di

    comunit.

    L'obiettivo non qui di presentare un elenco completo dei casi

    ed una loro analisi, ma fornire un breve spunto di riflessione,

    una prova della validit dell'approccio Open P2P e della sua

    integrazione nel mondo del design. Prima di passare alla

    presentazione dei singoli casi, possiamo notare come essi

    presentino dinamiche open oppure p2p, ma mai congiunte.

    B u s i n e s s / S e r v i z i o

    S e r v i z i b a s a t i s u C o m u n i t

    T e l e f o n i a M o b i l e

    O p e n S o u r c e

    F r e e S o f t w a r e

    C o - c r e a z i o n e

    P r o d u c t D e s i g n

    D e s i g n d e i S e r v i z i

    O p e n H a r d w a r e

    T e c n o l o g i a

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . d e s i g n c o u n c i l . i n f o / R E D /

    Openmoko e VIA OpenBook sono dei progetti i cui codici

    sorgenti sono stati aperti (cio sono Open Design), ma dove

    non si investe esplicitamente nella costruzione di dinamiche

    p2p: si lascia che si sviluppino da sole. Il progetto Open Health

    invece ha come obiettivo la facilitazione dell'emergenza di

    dinamiche p2p (P2P Design), ma il progetto non aperto (se

    non in un breve periodo di confronto durante il suo sviluppo

    iniziale).

    Un progetto Open P2P invece, contempla sia l'apertura del

    progetto, del proprio codice sorgente, che la facilitazione

    dell'emergenza di dinamiche p2p: non solo la pubblicazione

    di un codice, ma la facilitazione di un sistema sociale

    attraverso l'utilizzo di un codice di progetto. Nel capitolo

    successivo verr presentata pi in dettaglio la proposta di una

    metodologia di design Open P2P.

    10.01 Design di Servizi Co-creati: il progetto OpenHealth di REDOpen Health uno dei primi esempi di Design che si ispira alle

    dinamiche P2P. Una attenta riflessione ha portato Hilary

    Cottam e Charles Leadbeater a sviluppare questo progetto

    sperimentale di riforma dei servizi pubblici, elaborato

    all'interno della divisione RED del Design Council britannico,

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    C o m m e n t i :

    che si occupata di proporre nuovi approcci a problemi

    economici e sociali attraverso un utilizzo innovativo degli

    strumenti di design. Durante la sua esistenza, RED ha

    sviluppato i propri progetti richiamandosi esplicitamente sui

    principi sviluppati dal movimento di sviluppo del software

    Open Source, ovvero sviluppando rapidamente le idee

    progettuali e rendendole discutibili anche all'esterno della

    divisione.

    Gli approcci attualmente utilizzati nei confronti della riforma

    dei servizi pubblici stanno dimostrando i loro limiti.

    Mantenendo una struttura gerarchica e istituzionalizzata, top-

    down, si pu fare poco nella risoluzione di problemi

    complessi, come ad esempio la crescita delle malattie

    croniche o altri problemi sanitari, che potrebbero essere risolti

    semplicemente incoraggiando comportamenti e stili di vita

    differenti da quelli attuali.

    Il nuovo approccio proposto porta allo sviluppo di innovazioni

    non incrementali, ma bens radicali: i nuovi servizi pubblici

    devono essere co-creati con gli utenti finali. Per fare ci

    devono rendere mobili risorse, know-how, azioni ed esperti,

    affinch siano distribuiti nelle comunit locali, invece di

    localizzarli solo all'interno delle istituzioni, anche se locali.

    Queste risorse distribuite potranno essere pi efficaci se usate

    collaborativamente condividendo idee, fornendo supporto

    reciproco e dando voce alle esigenze dei cittadini.

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    Sviluppare nuove risposte richiede infatti una creativit diffusa

    nella societ, l'attivazione di reti di conoscenze e risorse anche

    al di fuori delle istituzioni pubbliche.

    Queste riflessioni si incrociano inoltre con la situazione del

    settore della sanit, dove importante porre l'attenzione sulle

    comunit perch ormai evidente come molte malattie

    croniche siano fortemente legate alle pratiche ed al giudizio

    che la societ esercita sugli individui. quindi necessario

    sviluppare delle comunit di co-creazione, come vengono

    definite da Cottam e Leadbeater, cio comunit di utenti e

    professionisti, che collaborano utilizzando tutte le risorse gi

    esistenti in maniera innovativa, basandosi su una piattaforma

    comune che renda possibile l'azione di molti partecipanti

    senza dover richiedere una gerarchia di controllo.

    Comunit che sono quindi simili in alcune caratteristiche alle

    comunit di software Open Source, anche se il loro

    funzionamento dipende dalle caratteristiche di tutti gli attori

    del sistema sanitario. La prevenzione e cura delle malattie

    croniche pu avvenire quindi nelle proprie case, se vengono

    fornite consulenze, tecnologie e servizi, e soprattutto grazie a

    gruppi di supporto: le conoscenze, capacit ed esperienze

    diffuse tra le persone permettono la costruzione di una rete di

    relazioni e collaborazioni.

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    Possono essere quindi elaborate delle soluzioni per affrontare

    stili di vita insalubri solo se verr creato un sistema di tutti gli

    attori, dove le risorse, conoscenze, consulenze e finanziamenti

    saranno distribuiti al di fuori delle istituzioni pubbliche, tra le

    comunit e i singoli cittadini: in questo modo saranno gli

    stessi cittadini e le stesse comunit protagoniste nella

    elaborazione collettiva di soluzioni attente alle condizioni

    locali. Bisogna quindi distribuire le conoscenze che ora si

    trovano solo all'interno delle istituzioni, utilizzare le risorse

    che gi alcuni cittadini hanno facendoli diventare agenti per la

    fornitura di supporto ad altri cittadini (peer-to-peer, da pari a

    pari).

    Con queste considerazioni in mente, la divisione RED ha

    sviluppato due progetti in collaborazione con due localit,

    Kent e Bolton, come prototipi per la sperimentazione di futuri

    servizi, non ancora pronti per l'introduzione su tutto il Paese.

    Nella citt di Kent stato affrontato il problema

    dell'invecchiamento della popolazione, nella citt di Bolton il

    problema della gestione di malattie croniche, nel caso

    specifico il diabete. I progetti sono stati sviluppati in sei mesi

    dal team progettuale RED costituito da designer, medici,

    economisti, antropologi ed esperti di politiche, in

    collaborazione con professionisti, impiegati e residenti delle

    due localit.

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    C o m m e n t i :

    h t t p : / / w w w . a c t i v m o b . c o m

    h t t p : / / w w w . d e s i g n c o u n c i l . i n f o / m t / R E D / f i l e s / R E D A c t i v m o b s . p d f

    Il problema affrontato nella citt di Kent stato quello di

    incoraggiare i cittadini (inizialmente di et fra i 50 e 70 anni) a

    svolgere attivit fisiche per ridurre le probabilit di incorrenza

    di problemi legati alla vecchiaia, come fratture, osteoporosi,

    diabete, ecc.. Il team progettuale ha sviluppato Activmobs, un

    servizio volto a fornire supporto alle persone che vogliono

    mantenere buone le proprie condizioni di salute, motivandole

    a svolgere attivit fisiche seguendo le proprie inclinazioni.

    Un mob formato da un gruppo di conoscenti che, riuniti,

    svolgono un'attivit fisica regolarmente (come ad esempio il

    giardinaggio o andare a passaggio con il cane). Il servizio, i cui

    artefatti comunicativi sono una rivista e un sito web, permette

    l'auto-organizzazione delle attivit dei mob, e la loro messa in

    rete con allenatori e risorse. La rivista, il sito web, i gruppi

    mob, i ruoli di allenatori e motivatori fanno parte del sistema

    del servizio co-progettato e co-gestito dai cittadini e

    professionisti.

    Un gruppo gi formato pu registrarsi attraverso il sito web,

    scegliere la propria attivit e costruirsi un calendario per il suo

    svolgimento. Attraverso il sito web, singole persone possono

    cercare mob nella propria zona, mob ricercare partecipanti per

    raggiungere un numero minimo oppure suggerire un'attivit

    per formare un mob (prendendo anche spunto da un'area

    apposita del sito che riporta consigli ed esempi).

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    Quando si forma uno di questi mob, chi lo aveva proposto

    viene denominato motivatore (motivator), e riceve un buono

    apposito, che pu essere utilizzato per coprire i costi di

    organizzazione del mob oppure per seguire corsi per divenire

    un allenatore (trainer) per mob. Gli allenatori vengono scelti

    dopo una intervista, e possono aiutare i mob a scegliere la

    propria attivit, a migliorarne l'efficacia per la propria salute

    fisica, a fissare degli obiettivi da raggiungere attraverso

    l'attivit. Un mob pu scegliere un obiettivo da raggiungere

    attraverso la propria attivit ed un premio relativo: gli obiettivi

    possono essere basati sulla presenza di partecipanti, su una

    distanza spaziale, su un periodo di tempo o un punteggio

    raggiunto. Si possono anche scegliere degli obiettivi

    individuali, e una volta che tutti i componenti del mob li

    abbiano raggiunti si guadagna un premio di gruppo. In questo

    modo i componenti del mob sono stimolati ad incoraggiarsi a

    vicenda per il raggiungimento degli obiettivi, proprio come

    accade nei servizi di microcredito della Grameen Bank.

    La rivista mostra idee, interviste a mob, elenco dei mob

    esistenti, consigli, ricompense, istruzioni su come gestire i

    mob, interviste ad allenatori e motivatori, elenco degli

    allenatori suddivisi per area, elenco di strutture che possono

    essere utilizzate, elenco dei mob che cercano membri, ecc.

    Il sito web mostra tutte le informazioni presenti sulla rivista, e

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    C o m m e n t i :

    w w w . d e s i g n c o u n c i l . i n f o / m t / R E D / p u b l i c a t i o n s / p u b l i c a t i o n s c o n t a i n e r / m e 2 _ s t o r y . p d f

    inoltre permette ai mob di auto-organizzarsi contattandosi e

    vedendo i progressi personali e collettivi. I membri dei mob

    compilano infatti ogni mese tre schede sul sito web per

    monitorare i propri progressi, ricevendo in cambio un

    punteggio e dei buoni per le attivit all'interno del mob o per

    la propria famiglia.

    Nel secondo progetto, riguardante la citt di Bolton, il team

    progettuale di RED si interessato dei pazienti affetti da

    diabete, circa uno ogni dieci famiglie. In questo caso stato

    proposto un servizio co-creato basato sull'incontro tra

    iniziative top-down e iniziative bottom-up per la distribuzione

    di risorse e la motivazione dei pazienti a seguire stili di vita pi

    salutari. Il servizio sviluppato cerca quindi di fornire una

    interfaccia tra i cittadini affetti da diabete, in modo che si

    sostengano a vicenda attraverso dinamiche peer-to-peer, e tra

    loro ed i medici, favorendo la condivisione delle proprie

    conoscenze.

    Il team progettuale della divisione RED ha sviluppato un

    servizio basato su due approcci per la risoluzione del

    problema. Il primo riguarda lo sviluppo di un set di carte

    ( Agenda cards) che i pazienti e i medici utilizzano durante i

    loro incontri per migliorare la lo


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