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PATH PORTFOLIO ALLOCATION TRENDS & HIGHLIGHTS Picco … · 2020-06-16 · trend non sembra essere...

Date post: 13-Jul-2020
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ANDREW HARMSTONE Managing Director AUTORE SOLUTIONS & MULTI-ASSET | GLOBAL BALANCED RISK CONTROL | APPROFONDIMENTI MACRO | SETTEMBRE 2019 L’industria automobilistica, fondamentale per l’economia globale, sta registrando una flessione senza precedenti: immatricolazioni, domanda e produzione globali sono tutte in frenata. Il declino della domanda di autovetture sembrerebbe essere duraturo e slegato dai dazi commerciali. Piuttosto, sembrano avere un ruolo rilevante l’inasprimento degli standard sulle emissioni e gli incentivi pubblici tesi a incoraggiare lo spostamento sui veicoli elettrici. Le implicazioni economiche dovrebbero seguire un andamento a U, con un crollo rilevante seguito da una crescita trainata dagli investimenti. Auto: fondamentali per l’industria manifatturiera e per l’occupazione Con ogni probabilità, un rallentamento del settore avrebbe importanti ricadute sull’economia globale. Le automobili sono una componente fondamentale del settore manifatturiero in diversi paesi (Figura 1) . Nel 2017, il settore globale ha impiegato direttamente circa otto milioni di persone, cifra superata di 4,3 volte (Stati Uniti) e di 6,2 volte (Giappone) dagli occupati “indiretti” (ad esempio, tramite l’indotto delle componenti auto). 1 Inoltre, il numero degli occupati indiretti non tiene conto degli effetti di secondo ordine, come ad esempio i benefici per le città costruite nei pressi degli stabilimenti produttivi. 1 Le fonti dei dati sull’occupazione nel settore auto per i vari paesi e regioni sono le seguenti: USA – Bureau of Labor Statistics, UE – European Automobile Manufacturers Association, Giappone – Japan Automobile Manufacturers Association. Andrew Harmstone è Lead Portfolio Manager per la strategia Global Balanced Risk Control (GBaR). Approdato in Morgan Stanley nel 2008, vanta oltre 30 anni di esperienza nel settore degli investimenti. PATH > PORTFOLIO ALLOCATION TRENDS & HIGHLIGHTS Picco dell’auto o semplici scossoni lungo il percorso?
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Page 1: PATH PORTFOLIO ALLOCATION TRENDS & HIGHLIGHTS Picco … · 2020-06-16 · trend non sembra essere legato a una recessione né alla guerra commerciale. In Cina, ad esempio, il 90%

ANDREW HARMSTONEManaging Director

AUTORE

SOLUTIONS & MULTI-ASSET | GLOBAL BALANCED RISK CONTROL | APPROFONDIMENTI MACRO | SETTEMBRE 2019

L’industria automobilistica, fondamentale per l’economia globale, sta registrando una flessione senza precedenti: immatricolazioni, domanda e produzione globali sono tutte in frenata. Il declino della domanda di autovetture sembrerebbe essere duraturo e slegato dai dazi commerciali. Piuttosto, sembrano avere un ruolo rilevante l’inasprimento degli standard sulle emissioni e gli incentivi pubblici tesi a incoraggiare lo spostamento sui veicoli elettrici. Le implicazioni economiche dovrebbero seguire un andamento a U, con un crollo rilevante seguito da una crescita trainata dagli investimenti.

Auto: fondamentali per l’industria manifatturiera e per l’occupazione

Con ogni probabilità, un rallentamento del settore avrebbe importanti ricadute sull’economia globale. Le automobili sono una componente fondamentale del settore manifatturiero in diversi paesi (Figura 1). Nel 2017, il settore globale ha impiegato direttamente circa otto milioni di persone, cifra superata di 4,3 volte (Stati Uniti) e di 6,2 volte (Giappone) dagli occupati “indiretti” (ad esempio, tramite l’indotto delle componenti auto).1 Inoltre, il numero degli occupati indiretti non tiene conto degli effetti di secondo ordine, come ad esempio i benefici per le città costruite nei pressi degli stabilimenti produttivi.

1 Le fonti dei dati sull ’occupazione nel settore auto per i vari paesi e regioni sono le seguenti: USA – Bureau of Labor Statistics, UE – European Automobile Manufacturers Association, Giappone – Japan Automobile Manufacturers Association.

Andrew Harmstone è Lead Portfolio Manager per la strategia Global Balanced Risk Control (GBaR). Approdato in Morgan Stanley nel 2008, vanta oltre 30 anni di esperienza nel settore degli investimenti.

PATH > PORTFOLIO ALLOCATION TRENDS & HIGHLIGHTS

Picco dell’auto o semplici scossoni lungo il percorso?

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2 MORGAN STANLEY INVESTMENT MANAGEMENT | SOLUTIONS & MULTI-ASSET

APPROFONDIMENTI MACRO

In flessione: domanda globale di auto La Cina, che rappresenta circa il 30% della domanda globale di autovetture, ha registrato una contrazione delle immatricolazioni di oltre il 4% su base annua nel 2018, la prima flessione dagli anni ’90.2 Da gennaio a giugno 2019, le immatricolazioni sono ulteriormente calate perdendo il 12,9% su base annua (Figura 2). Si tratta di un dato molto significativo, specie considerando che nessuno degli shock della crescita affrontati dalla Cina nell’ultimo decennio è sfociato in una contrazione delle vendite. È possibile che a contribuire sia stata una combinazione di fattori ciclici e strutturali, e non ci aspettiamo una ripresa pronunciata delle vendite nei prossimi 6-12 mesi. Visto l’indebolimento della crescita economica cinese, l’elevata incertezza e il rallentamento occupazionale, non sorprende che siano sempre meno i consumatori pronti ad acquistare un’auto nuova. L’UE, che conta circa 14 milioni di occupati nel settore automobilistico,1 ha registrato un calo analogo. Dopo la Cina, l’Unione

Europea è il secondo produttore di auto per dimensioni, e al suo interno la Germania è la nazione produttrice più grande e più esposta. Nel 2018 la produzione globale di autovetture ha rispecchiato il declino nelle immatricolazioni, diminuendo del 3,2% – la prima contrazione dalla crisi finanziaria del 2008.3 Ciò risulta particolarmente impressionante in Cina e in Germania, dove la produzione è in calata del 15% su base annua

(Figura 3). Sia la domanda interna che le esportazioni sono in affanno, e il trend non sembra essere legato a una recessione né alla guerra commerciale. In Cina, ad esempio, il 90% della produzione di auto avviene entro i confini nazionali.4

In alcuni Paesi, soprattutto Stati Uniti e in misura inferiore Cina e India, questo trend può essere in parte spiegato dalla preferenza per vetture di grandi

FIGURA 1Un’industria globaleProduzione mondiale di veicoli, quota di mercato 2018

30%

0%

10%

20%

UngheriaPoloniaSlovacchiaRepubblica Ceca

Regno Unito

GiapponeStati Uniti

EuropaCina FranciaSpagnaBrasileCorea del Sud

MessicoGermaniaIndia

Fonte: OICA, Datastream, dati al 31 dicembre 2018

2 International Organization for Vehicle Manufacturers, OICA, Datastream, dati al 31 dicembre 2018.

3 International Organization for Vehicle Manufacturers (OICA). 4 Dati 2018, calcoli basati sui dati forniti dalle seguenti fonti: Global Trade Atlas, Ministry of Industry and Information Technology, China

Association of Automobile Manufacturers, all ’indirizzo www.export.gov/article?id=China-Automotive- Components-Market.

FIGURA 2Attenzione: forte diminuzione della domandaImmatricolazioni di autovetture, periodi mobili di 12 mesi a/a (%)

20%

-15%

07/19

-10%

-5%

Europa (UE 27) Cina Stati Uniti

0%

07/12

15%

10%

5%

07/1807/1707/1607/1507/1407/13

-4.0%

-12.9%

Fonte: Bloomberg, dati al 30 luglio 2019

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3SOLUTIONS & MULTI-ASSET | MORGAN STANLEY INVESTMENT MANAGEMENT

PICCO DELL’AUTO O SEMPLICI SCOSSONI LUNGO IL PERCORSO?

dimensioni come SUV e veicoli leggeri, che non vengono inseriti nei dati sulle vendite globali di auto. Considerando anche queste due tipologie di veicoli, i dati risultano meno allarmanti ma denotano comunque una decelerazione complessiva del settore.

Non a caso, la flessione delle vendite non riguarda i veicoli elettrici a batteria, che sono invece in crescita (seppur partendo da una base estremamente ridotta). Il Giappone è riuscito a muoversi in controtendenza rispetto al calo della produzione (Figura 3), essendo tra i Paesi più interessati alle vetture ibride e ad efficienza energetica.

I freni: norme globali sulle emissioni Gran parte di questo declino globale sembra guidata dal continuo inasprimento delle politiche governative in materia di motori a combustione interna (ICE). In diverse regioni, le norme sulle emissioni sono state irrigidite al punto da rendere di fatto inevitabile la vendita di vetture elettriche. I produttori sono giunti al punto in cui non è più possibile migliorare ulteriormente il risparmio di carburante né ridurre il peso delle vetture. Pertanto, l’unica soluzione è passare ai veicoli elettrici. L’UE, ad esempio, si è impegnata a ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture da 130g/km a 95g/km entro il 2030. Se le emissioni medie della flotta di una casa automobilistica superano questo target annuale, per ogni auto immatricolata viene comminata una multa di € 95 per g/km di emissioni eccedenti.5 Persino le flotte di veicoli con motori a combustione interna più efficienti non riusciranno a conformarsi ai nuovi standard senza una penetrazione del 30-40% di vetture elettriche a zero emissioni nelle vendite di auto nuove.6 Alcuni Paesi si sono spinti al punto di prevedere obiettivi pari al 100% di vetture a zero emissioni.7 La Norvegia

FIGURA 3Anche la produzione di automobili è in diminuzione

80%

-40%

07/19

-20%

Germania Cina Giappone

0%

09/07

60%

40%

20%

09/1709/1509/1309/1109/0909/08 09/10 09/12 09/14 09/16 09/18

Calo della produzione del 15% in Germania e Cina

Fonte: Verband der Automobilindustrie, Japan Auto Dealers/Manufacturers Association/Haver Analytics, CAAM

FIGURA 4La Cina è al primo posto sia nella produzione che nelle vendite di veicoli elettriciProduzione e vendite di veicoli elettrici nelle cinque principali regioni produttrici di veicoli elettrici nel 2017 (in migliaia)

800

200

0

400

600

700600500400300200100

Prod

uzio

ne d

i vei

coli

elet

tric

i

Vendite di veicoli elettrici

Cina : 50%

Europa : 21%

Stati Uniti : 17%Giappone : 8%

Corea del Sud : 3%

Fonte: Nic Lutsey, Mikhail Grant, Sandra Wapplehorst, Huan Zhou. “Power Play: How Governments Are Spurring the Electric Vehicle Industry.” International Council on Clean Transportation, maggio 2018, https://theicct.org/sites/default/files/ publications/EV_Government_WhitePaper_20180514.pdf. Le vendite di veicoli elettrici in Europa nel 2017 sono stimate aggregando i dati sulle vendite in Germania, Francia, Regno Unito, Norvegia e Paesi Bassi. Le dimensioni dei cerchi sono proporzionali alla percentuale della produzione mondiale di veicoli elettrici.

5 Commissione europea. Accesso: 27 settembre 2019. https: //ec.europa.eu/clima/policies/ transport/vehicles/cars_en

6 Morgan Stanley Research. 7 Global EV Outlook 2019. Danimarca, Islanda, Irlanda, Israele, Paesi Bassi e Slovenia perseguono

tutti l ’obiettivo di vietare le vendite di vetture a combustione interna o di arrivare a vendere solo vetture a emissioni zero.

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APPROFONDIMENTI MACRO

è stata la più determinata in tal senso, avendo deciso di vietare la vendita di vetture a combustione interna entro il 2025, e altri sei Paesi8 dovrebbero seguirne l’esempio entro il 2030. Undici nazioni hanno aderito alla campagna EV30@30,9 che si prefigge di raggiungere una quota di mercato complessiva del 30% di vetture elettriche entro il 2030.10 Di conseguenza, tutte le grandi case automobilistiche hanno preso impegni ben precisi nel campo delle vetture elettriche. Tuttavia, gli esorbitanti costi iniziali hanno danneggiato il settore. Un altro fattore che frena lo spostamento sui veicoli elettrici sono i margini di profitto, pari a circa la metà di quelli delle auto a benzina. In pole position: le politiche cinesi per l’industria automobilistica Il passaggio alla produzione di auto elettriche è stato uno degli obiettivi strategici dichiarati della Cina sin dal 2009 (nonché segno della sua lungimiranza). Il Paese, inoltre, è il maggior produttore e consumatore di veicoli elettrici al mondo (Figura 4).

A luglio, sei città e nove province – rappresentanti il 60% delle vendite di auto cinesi – sono passate dalla fase 5 alla fase 6 delle norme sulle emissioni con un anno di anticipo.11 Tale mossa è stata motivata dall’esigenza di conformarsi al desiderio del governo centrale di combattere lo smog. La riduzione dei tempi di adeguamento alle norme ha colto i fornitori auto completamente alla sprovvista. A maggio 2019, solo il 21% delle vetture circolanti in Cina rispondevano agli standard della fase 6, e i consumatori hanno cominciato a tenersi alla larga dalle auto di fase 5 per paura di vedere azzerato il valore di rivendita. I cambiamenti dirompenti che ne sono conseguiti hanno contribuito al calo della domanda di auto cinese. Sebbene

il peggio sia probabilmente passato, per quest’anno non prevediamo una ripresa.

Intanto, altre parti della Cina si preparano ad adottare i nuovi standard a luglio 2020. Le vendite dovrebbero cominciare a risollevarsi gradualmente, ma ci vorranno anni perché consumatori e produttori si conformino alle nuove norme in materia di emissioni (Figura 5).

Bloccati nel mezzo: il dilemma dei consumatori Un significativo interesse dei consumatori nei confronti delle vetture elettriche si è sviluppato lentamente. L’insieme di incentivi e tasse sta allontanando gli acquirenti dalle auto tradizionali, ma i veicoli elettrici non sono ancora alternative pienamente percorribili. I prezzi non sono ancora competitivi e l’offerta e la varietà sono alquanto limitate. Mentre la gamma di vetture elettriche va ampliandosi velocemente, le stazioni di ricarica sono poche e i tempi di ricarica problematici per le lunghe percorrenze. Visto il grado di incertezza che grava su acquisti così importanti, i consumatori preferiscono rimandare la scelta.

Più a lungo termine, ci aspettiamo che la domanda acquisti slancio. Trend dirompenti come il car sharing hanno reso il possesso di un’automobile relativamente meno importante, ma non hanno ancora sconvolto le prassi comuni sul tema del possesso di automobili. Negli Stati Uniti, ad esempio, la Generazione Z desidera ancora possedere un’auto. La Germania potrebbe essere un’eccezione: sebbene i tedeschi di età compresa tra i 17 e i 25 anni siano diminuiti del 7,5% tra il 2007 e il 2018, il numero di patenti è sceso di circa il 26%.12

La strada verso una lenta inversione a U Mentre il settore automobilistico si avventura in questo tracciato destabilizzante, è probabile che le implicazioni economiche seguiranno una traiettoria a U: la brusca discesa imboccata negli ultimi 18 mesi sfocerà in un percorso di crescita ascendente.

A nostro avviso, gli investimenti necessari in infrastrutture e impianti di produzione finiranno con l’alimentare una notevole espansione economica. Secondo le stime, l’investimento

FIGURA 5Crescita costante Vendite di veicoli elettrici come percentuale delle vendite complessive di autovetture in Cina.

20%

0%

2025E2015

15%

10%

5%

2021E2020E2019E201820172016 2024E2023E2022E

Fonte: CAAM, Morgan Stanley Research (stime). Le previsioni e le stime si basano sulle condizioni di mercato attuali, sono soggette a modifiche e potrebbero non realizzarsi.

8 Danimarca, Islanda, Irlanda, Israele, Paesi Bassi e Slovenia. 9 Canada, Cina, Finlandia, Francia, India, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito. 10 Global EV Outlook 2019.11 Sun, Yilei e Shirouzu, Norihiko. “Behind the plunge in China auto sales: chaotic implementation

of new emission rules.” Reuters, 1° luglio 2019, https://uk.reuters.com/article/uk-china-autos-insight/behind-the-plunge-in-china-auto-sales-chaotic-implementation-of-new-emission-rules-idUKKCN1TW38N. Le città sono Tianjin, Shanghai, Hangzhou, Nanjing, Chengdu e Chongqing; le province Hebei, Shandong, Shanxi, Shaanxi, Henan, Anhui, Hainan, Guangdong e Sichuan.

12 Motor Transport Authority tedesca. 13 McKinsey & Company. McKinsey Center for Future Mobility. “Charging ahead: electric-vehicle infrastructure demand”. Ottobre 2018. 14 European Automobile Manufacturers Association (ACEA), comunicato stampa del 5 aprile 2019. “Car CO2 emissions up: auto makers urge investment in charging infrastructure to boost electric cars”.

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PICCO DELL’AUTO O SEMPLICI SCOSSONI LUNGO IL PERCORSO?

cumulativo richiesto per soddisfare il fabbisogno in termini di stazioni di ricarica nei tre maggiori mercati automobilistici – USA, UE e Cina – si aggira sui 50 miliardi di dollari.13 Nell’UE, ad esempio, sono solo 150.000 i punti di ricarica pubblici per le auto elettriche. Entro il 2030 se ne renderanno necessari almeno 2,8 milioni.14 Questo si traduce in un incremento di 20 volte nell’arco dei prossimi 12 anni.

Le ripercussioni sul fronte dell’occupazione meritano un discorso a parte. La produzione di veicoli elettrici è tendenzialmente automatizzata e richiede un numero significativamente inferiore di operai. Inoltre, le competenze richieste alla catena di montaggio delle vetture con motori a combustione interna non sono prontamente trasferibili alla produzione di auto elettriche. È probabile che le case automobilistiche troveranno il modo di adattarsi, ma saranno le società di minori dimensioni e chi lavora nella filiera produttiva dei veicoli a combustione interna ad accusare il colpo, considerando che i veicoli elettrici richiedono meno componenti. Più a lungo termine, la crescita economica produrrà anche posti di lavoro, ma l’entità di tale espansione occupazionale è incerta.

Vista la sua dipendenza dalle vetture a combustione interna, la Germania appare più esposta al

passaggio all’elettrico, e il governo è perfettamente consapevole del rischio di un rallentamento. Tuttavia, le eventuali misure di stimolo fiscale che la Germania deciderà di varare saranno probabilmente reattive più che proattive, a causa degli impedimenti politici ed economici. Di fatto, le prospettive per la crescita dovranno segnare un ulteriore peggioramento prima che i legislatori intervengano, visti i notevoli ostacoli costituzionali all’emissione di debito oltre gli attuali vincoli imposti dalla costituzione e dagli impegni presi dal governo. Ciò detto, la Germania non deve necessariamente indebitarsi per approvare misure di stimolo: il suo avanzo di bilancio a dicembre 2018 ammontava all’1,7% del PIL.

Una mappa regionale Guardando alle varie aree geografiche, intravediamo le seguenti sfide nel breve termine.

• CINA: grazie ai primi tentativi tesi a far ripartire l’industria automobilistica, la Cina potrebbe in parte stabilizzarsi, ma non abbastanza da registrare una ripresa significativa nel breve termine.

• EUROPA: le sorti dell’Europa sono legate a doppio filo a quelle della Germania, ma nonostante un avanzo di bilancio e i timori per la crescita, i tedeschi non sembrano intenzionati a intervenire salvo un ulteriore deterioramento dell’attività

economica. Se a ciò si somma il freno aggiuntivo azionato dalla Brexit, è difficile ipotizzare per l’Europa una ripresa generalizzata delle vendite e della produzione nel breve termine.

• STATI UNITI: non sono ancora stati annunciati piani concreti per il settore automobilistico, anche se le probabilità in tal senso aumentano con l’avvicinarsi delle presidenziali 2020.

• GIAPPONE: leader nel settore delle vetture ibride e ad efficienza energetica, il settore dell’auto nipponico va incontro alle minori sfide nel breve termine.

Meglio non saltare a bordo, per il momento Il settore automobilistico sta attraversando una fase di cambiamento dirompente. Malgrado gli ostacoli lungo il cammino, i paesi che puntano ad azzerare le emissioni entro il 2025 avranno bisogno di ingenti investimenti in tempi relativamente brevi, e ciò dovrebbe avere un effetto di stimolo. Ci aspettiamo che questi investimenti, e i loro effetti, partano nel giro dei prossimi due anni. Il viaggio fino al rettilineo ascendente della “U” è ancora fuori dalla portata di un’unica ricarica della batteria. Nell’immediato, e fino a che i prezzi non scenderanno ulteriormente, invitiamo ad essere cauti nella scelta di investire nel settore automobilistico.

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APPROFONDIMENTI MACRO

Considerazioni sui rischiNon vi è alcuna garanzia che l’obiettivo d’investimento della strategia venga raggiunto. I portafogli sono esposti al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il valore di mercato dei titoli detenuti dal portafoglio diminuisca e che il valore delle azioni del portafoglio sia conseguentemente inferiore all’importo pagato dall’investitore per acquistarle. Di conseguenza, l’investimento in questo portafoglio può comportare una perdita per l’investitore. Inoltre, la strategia può essere esposta ad alcuni rischi aggiuntivi. Esiste il rischio che, in base alle effettive condizioni di mercato, la metodologia e le ipotesi di asset allocation elaborate dal Consulente per i portafogli sottostanti si rivelino errate e che il portafoglio non raggiunga il suo obiettivo d’investimento. I corsi azionari tendono inoltre a essere volatili e la possibilità di subire perdite è significativa. Gli investimenti del portafoglio in certificati legati alle materie prime comportano rischi notevoli, ivi compreso il rischio di un sensibile deprezzamento del capitale investito. In aggiunta ai rischi inerenti alle materie prime, tali investimenti sono esposti a rischi specifici, quali il rischio di perdita di capitale e interessi, l’assenza di un mercato secondario e il rischio di livelli superiori di volatilità, che non interessano i tradizionali titoli azionari e di debito. Le oscillazioni dei cambi potrebbero annullare i guadagni generati dagli investimenti o accentuare le perdite. I titoli obbligazionari sono soggetti alla capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente capitale e interessi (rischio di credito), alle variazioni dei tassi d’interesse (rischio di tasso d’interesse), al merito di credito dell’emittente e alle condizioni generali di liquidità del mercato (rischio di mercato). In un contesto di aumento dei tassi d’interesse, le quotazioni obbligazionarie possono muoversi al ribasso. Di norma, le valutazioni dei titoli azionari oscillano anche in risposta a eventi specifici in seno a una determinata società. Gli investimenti nei mercati esteri comportano rischi specifici, quali rischi di cambio, politici, economici e di mercato. I titoli delle società a bassa capitalizzazione comportano rischi particolari, come l’esiguità delle linee di prodotto, dei mercati e delle risorse finanziarie, e possono registrare una maggiore volatilità di mercato rispetto a quelli di società più consolidate di dimensioni maggiori. I rischi associati agli investimenti nei mercati emergenti sono maggiori di quelli associati agli investimenti nei mercati sviluppati esteri. Le azioni degli exchange traded fund (ETF) comportano molti dei rischi associati agli investimenti diretti in azioni ordinarie o obbligazioni e il loro valore di mercato oscilla al variare del valore dell’indice sottostante. Investendo in ETF e in altri Fondi d’investimento, il portafoglio assorbe sia le proprie spese che quelle degli ETF e dei Fondi d’investimento nei quali investe. La domanda e l’offerta di ETF e di Fondi d’investimento potrebbero non essere correlate a quelle dei titoli sottostanti. Gli strumenti derivati possono essere illiquidi, amplificare in misura più che proporzionale le perdite e avere un impatto negativo potenzialmente rilevante sulla performance del portafoglio. L’uso della leva finanziaria può accentuare la volatilità del Portafoglio. La diversificazione non protegge dalle perdite in un particolare mercato, tuttavia permette di distribuire il rischio tra le varie classi di attività.

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DEFINIZIONIIl Prodotto interno lordo (PIL) è il valore monetario di tutte le merci finite e di tutti i servizi prodotti all ’interno dei confini di un Paese in un dato lasso di tempo. Comprende tutti i consumi pubblici e privati, la spesa pubblica, gli investimenti e le esportazioni nette.

INFORMATIVE LEGALI Le opinioni espresse sono quelle dell ’autore alla data di pubblicazione, possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti delle condizioni economiche o di mercato e potrebbero non realizzarsi. Inoltre, le opinioni non saranno aggiornate né altrimenti riviste per riflettere informazioni resesi disponibili in seguito, circostanze esistenti o modifiche verificatesi dopo la data di pubblicazione. Le opinioni espresse non riflettono i giudizi di tutti i gestori di portafoglio di Morgan Stanley Investment Management (MSIM) né le opinioni dell ’azienda nel suo complesso e potrebbero non trovare riscontro in tutte le strategie e in tutti i prodotti offerti dalla Società. Le previsioni e/o stime fornite sono soggette a variazioni e potrebbero non realizzarsi. Le informazioni concernenti i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sulla ricerca, sull ’analisi e sulle opinioni degli autori. Tali conclusioni sono di natura speculativa, potrebbero non realizzarsi e non intendono prevedere la performance futura di alcun prodotto specifico di Morgan Stanley Investment Management. Ove non diversamente indicato, le opinioni e i giudizi espressi sono quelli del team di Gestione del portafoglio, sono basati sui dati disponibili alla data di redazione e non in date future e non saranno aggiornati né altrimenti rivisti per riflettere informazioni resesi disponibili in un momento successivo, circostanze esistenti o modifiche che si verifichino successivamente alla data di pubblicazione. Alcune delle informazioni ivi contenute si basano sui dati ottenuti da fonti terze considerate affidabili. Ciò nonostante, non abbiamo verificato tali informazioni e non rilasciamo dichiarazione alcuna circa la loro correttezza o completezza. Il presente documento è da intendersi come una comunicazione generale non imparziale redatta esclusivamente a scopi informativi e divulgativi e non costituisce un’offerta o una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di valori mobiliari o all ’adozione di una specifica strategia d’investimento. Le informazioni contenute nel presente documento non tengono conto delle circostanze personali del singolo cliente e non rappresentano una consulenza d’investimento, né sono in alcun modo da interpretarsi quale consulenza fiscale, contabile, legale o normativa. A tal fine, nonché per conoscere le implicazioni fiscali di eventuali investimenti, si raccomanda agli investitori di rivolgersi a consulenti legali e finanziari indipendenti prima di prendere qualsiasi decisione d’investimento. Le performance passate non sono garanzia di risultati futuri. Tabelle e grafici sono forniti a solo scopo illustrativo. La presente pubblicazione non è stata redatta dal Dipartimento di ricerca di Morgan Stanley e non è da intendersi quale raccomandazione di ricerca. Le informazioni contenute in questa pubblicazione non sono state predisposte in conformità a requisiti di legge finalizzati a promuovere l ’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non sono soggette ad alcun divieto di negoziazione prima della diffusione dei risultati di tali ricerche. Il presente commento è destinato e sarà distribuito solo ai soggetti residenti nelle giurisdizioni in cui la sua distribuzione o disponibilità non sia vietata dalle leggi locali e dalle normative vigenti.Poiché non è possibile garantire che le strategie d’investimento risultino efficaci in tutte le condizioni di mercato, ciascun investitore deve valutare la propria capacità di mantenere l ’investimento nel lungo termine e in particolare durante le fasi di ribasso dei mercati. Prima di investire, si raccomanda agli investitori di esaminare attentamente i documenti d’offerta relativi al prodotto. Vi sono importanti differenze nel modo in cui la strategia viene realizzata nei singoli veicoli d’investimento. DISTRIBUZIONEIl presente documento è destinato e sarà distribuito solo ai soggetti residenti nelle giurisdizioni in cui la sua distribuzione o disponibilità non sia vietata dalle leggi e normative vigenti. Irlanda – Morgan Stanley Investment Management (Ireland) Limited. Sede legale: The Observatory, 7-11 Sir John Rogerson’s Quay, Dublin 2, Irlanda. Società registrata in Irlanda con il numero 616662. Regolamentata dalla Banca Centrale d’Irlanda. Regno Unito – Morgan Stanley Investment Management Limited è autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority. Registrata in Inghilterra. N. di registrazione: 1981121. Sede legale: 25 Cabot Square, Canary Wharf, London E14 4QA, autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority. Dubai – Morgan Stanley

Investment Management Limited (Representative Office, Unit Precinct 3-7th Floor-Unit 701 and 702, Level 7, Gate Precinct Building 3, Dubai International Financial Centre, Dubai, 506501, Emirati Arabi Uniti. Telefono: +97 (0)14 709 7158). Germania – Morgan Stanley Investment Management Limited Niederlassung Deutschland, Grosse Gallusstrasse 18, 60312, Francoforte sul Meno, Germania (Gattung: Zweigniederlassung (FDI) gem. § 53b KWG). Italia –Morgan Stanley Investment Management Limited, Milan Branch (Sede Secondaria di Milano) è una filiale di Morgan Stanley Investment Management Limited, una società registrata nel Regno Unito, autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority (FCA), con sede legale a 25 Cabot Square, Canary Wharf, Londra E14 4QA. Morgan Stanley Investment Management Limited Milan Branch (Sede Secondaria di Milano) con sede in Palazzo Serbelloni, Corso Venezia 16, 20121 Milano, Italia, registrata in Italia con codice fiscale e P. IVA 08829360968. Paesi Bassi – Morgan Stanley Investment Management, Rembrandt Tower, 11th Floor Amstelplein 1 1096HA, Paesi Bassi. Telefono: 31 2-0462-1300. Morgan Stanley Investment Management è una filiale di Morgan Stanley Investment Management Limited. Morgan Stanley Investment Management Limited è autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority nel Regno Unito. Svizzera – Morgan Stanley & Co. International plc, London, Zurich Branch, autorizzata e regolamentata dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA). Iscritta al Registro di commercio di Zurigo CHE-115.415.770. Sede legale: Beethovenstrasse 33, 8002 Zurigo, Svizzera. Telefono: +41(0) 44 588 1000. Fax: +41(0)44 588 1074. Stati Uniti –I conti a gestione separata potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori. Nei conti separati gestiti in base alla strategia illustrata sono inseriti diversi valori mobiliari; essi potrebbero non replicare la performance di un indice. Si prega di valutare attentamente gli obiettivi d’investimento, i rischi e gli oneri della strategia prima di effettuare investimenti. È richiesto un livello patrimoniale minimo. Il modulo ADV, Parte 2, contiene informazioni importanti sul gestore degli investimenti.

Prima di investire si consiglia di valutare attentamente gli obiettivi d’investimento, i rischi, le commissioni e le spese dei comparti. I prospetti contengono queste e altre informazioni sui comparti. Una copia del prospetto può essere scaricata dal sito morganstanley.com/im o richiesta telefonando al numero +1-800-548-7786. Si prega di leggere attentamente il prospetto prima di investire. Morgan Stanley Distribution, Inc. è il distributore dei Fondi Morgan Stanley. NON GARANTITO DALLA FDIC | PRIVO DI GARANZIA BANCARIA | RISCHIO DI PERDITA DEL CAPITALE | NON GARANTITO DA ALCUN ENTE FEDERALE | NON È UN DEPOSITO BANCARIO Hong Kong – Il presente documento è stato pubblicato da Morgan Stanley Asia Limited per essere utilizzato a Hong Kong e reso disponibile esclusivamente ai “professional investor” (investitori professionali) ai sensi delle definizioni contenute nella Securities and Futures Ordinance di Hong Kong (Cap 571). Il suo contenuto non è stato verificato o approvato da alcuna autorità di vigilanza, ivi compresa la Securities and Futures Commission di Hong Kong. Di conseguenza, fatte salve le esenzioni eventualmente previste dalle leggi applicabili, questo documento non può essere pubblicato, diffuso, distribuito, indirizzato o reso disponibile al pubblico a Hong Kong. Singapore – Il presente documento non è da considerarsi un invito alla sottoscrizione o all ’acquisto, in via diretta o indiretta, destinato al pubblico o a qualsiasi soggetto di Singapore che non sia (i) un “institutional investor” ai sensi della Section 304 del Securities and Futures Act, Chapter 289 di Singapore (“SFA”), (ii) una “relevant person” (che comprende un investitore accreditato) ai sensi della Section 305 dell ’SFA – fermo restando che anche in questi casi la distribuzione è effettuata nel rispetto delle condizioni specificate dalla Section 305 dell ’SFA – o (iii) altri soggetti, in conformità e nel rispetto delle condizioni di qualsiasi altra disposizione applicabile emanata dall’SFA. Il presente materiale non è stato esaminato dalla Monetary Authority of Singapore. Australia – La presente pubblicazione è diffusa in Australia da Morgan Stanley Investment Management (Australia) Pty Limited ACN: 122040037, AFSL No. 314182, che si assume la responsabilità dei relativi contenuti. Questa pubblicazione e l ’accesso alla stessa sono destinati unicamente ai “wholesale client” conformemente alla definizione dell ’Australian Corporations Act. Taiwan – Questo materiale viene fornito a scopo esclusivamente informativo e non costituisce una sollecitazione ove tale sollecitazione è vietata dalla legge. Non tutti i prodotti menzionati nella presente comunicazione sono stati registrati presso il Securities and Futures Bureau della Financial Supervisory Commission di Taiwan, Repubblica di Cina (“ROC”) ai sensi delle leggi e delle normative vigenti in materia di valori mobiliari. Tali prodotti possono essere resi disponibili nella ROC solo se

Page 8: PATH PORTFOLIO ALLOCATION TRENDS & HIGHLIGHTS Picco … · 2020-06-16 · trend non sembra essere legato a una recessione né alla guerra commerciale. In Cina, ad esempio, il 90%

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(a) sono registrati per la vendita al pubblico nella ROC o (b) sono resi disponibili per il collocamento privato a istituti finanziari specifici e altre persone fisiche e giuridiche idonee ai sensi delle disposizioni in materia di collocamento privato di cui alla normativa della ROC che disciplina i fondi esteri.Corea – Il presente documento non costituisce un’offerta di valori mobiliari in Corea e non deve essere in alcun caso interpretato come tale. Non si garantisce l ’idoneità dei destinatari del presente documento ai sensi delle leggi coreane, compresi, a mero titolo esemplificativo, la Legge sulle transazioni valutarie e i relativi regolamenti. Il fondo o i fondi menzionati nel presente documento non sono necessariamente registrati presso la Financial Services Commission coreana ai sensi del Financial Investment Services and Capital Markets Act e non possono essere offerti, direttamente o indirettamente, in Corea o a qualsivoglia residente coreano se non in conformità alle leggi e ai regolamenti vigenti in Corea.Giappone – Il presente documento è destinato ai soli investitori professionali e viene diffuso o distribuito unicamente a scopi informativi. Per i destinatari che non siano investitori professionali, il presente documento viene fornito in relazione alle attività di Morgan Stanley Investment Management (Japan) Co., Ltd. (“MSIMJ”) concernenti i mandati di gestione discrezionale degli investimenti (“IMA”) e i mandati di consulenza di investimento (“IAA”) e non costituisce una raccomandazione o sollecitazione di transazioni od offerte relative a uno strumento finanziario specifico. In base ai mandati discrezionali di gestione degli investimenti, il cliente stabilisce le politiche di gestione di base in anticipo e incarica MSIMJ di prendere tutte le decisioni di investimento sulla base di un’analisi del valore e di altri fattori inerenti ai titoli e MSIMJ accetta tale incarico. Il cliente delega a MSIMJ i poteri necessari per effettuare gli investimenti. MSIMJ esercita tali poteri delegati sulla base delle decisioni d’investimento prese da MSIMJ e il cliente non impartisce istruzioni individuali. Tutti gli utili e le perdite degli investimenti spettano ai clienti; il capitale iniziale non è garantito. Si raccomanda di valutare gli obiettivi d’investimento e le tipologie di rischio prima di effettuare un investimento. La commissione applicabile ai mandati di gestione discrezionali o di consulenza d’investimento si basa sul valore degli attivi in questione moltiplicato per una determinata aliquota (il limite massimo è il 2,16% annuo inclusivo d’imposta), calcolata proporzionalmente alla durata del periodo contrattuale. Alcune strategie sono soggette a una commissione condizionata (contingency fee) in aggiunta a quella sopra menzionata. Potrebbero essere applicati altri oneri indiretti, come ad esempio le commissioni di intermediazione per l ’acquisto di titoli inglobati in altri strumenti. Poiché questi oneri e spese variano a seconda delle condizioni contrattuali e di altri fattori, MSIMJ non è in grado di illustrare in anticipo aliquote, limiti massimi, ecc. Si raccomanda a tutti i clienti di leggere attentamente la documentazione

fornita in vista della stipula del contratto prima di sottoscriverne uno. Il presente documento è distribuito in Giappone da MSIMJ, n. registrazione 410 (Director of Kanto Local Finance Bureau (Financial Instruments Firms)), membro di: Japan Securities Dealers Association, The Investment Trusts Association, Giappone, Japan Investment Advisers Association e Type II Financial Instruments Firms Association.NOTA INFORMATIVA EMEA – La presente comunicazione è stata pubblicata da Morgan Stanley Investment Management Limited (“MSIM”). Società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority. Registrata in Inghilterra con il n. 1981121. Sede legale: 25 Cabot Square, Canary Wharf, London E14 4QA. Le informazioni contenute nella presente comunicazione non costituiscono una raccomandazione di ricerca o una “ricerca in materia di investimenti” e sono classificate come “Comunicazione di marketing” ai sensi delle normative europee e svizzere applicabili. Pertanto questa comunicazione di marketing (a) non è stata predisposta in conformità a requisiti di legge tesi a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e (b) non è soggetta ad alcun divieto di negoziazione prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti. MSIM non ha autorizzato gli intermediari finanziari a utilizzare e distribuire il presente documento, a meno che tale utilizzo e distribuzione avvengano in conformità alle leggi e normative vigenti. MSIM Ireland non può essere ritenuta responsabile e declina ogni responsabilità in merito all ’utilizzo proprio o improprio del presente documento da parte degli intermediari finanziari. Per i soggetti incaricati del collocamento dei comparti di Morgan Stanley Investment Funds, non tutti i comparti e non tutte le azioni dei comparti potrebbero essere disponibili per la distribuzione. Si invita a consultare il contratto di collocamento per ulteriori dettagli in merito prima di inoltrare informazioni sui comparti ai propri clienti. Il presente documento non può essere riprodotto, copiato o trasmesso, integralmente o in parte, e i suoi contenuti non possono essere divulgati a terzi, senza l ’esplicito consenso scritto di MSIM. Tutte le informazioni di cui al presente documento sono informazioni proprietarie tutelate dalla legge sul diritto d’autore. Morgan Stanley Investment Management è la divisione di asset management di Morgan Stanley. Il presente documento potrebbe essere stato tradotto in altre lingue. La versione originale in lingua inglese è quella prevalente. In caso di discrepanze tra la versione inglese e quella in altre lingue del presente documento, farà fede la versione inglese.


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