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Peer & Video Education

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Peer & Video Education Adolescenti, prevenzione e comunicazione multimediale
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Page 1: Peer & Video Education

Peer & Video EducationAdolescenti, prevenzione e comunicazione multimediale

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Dove eravamo rimasti:Con “peer education” intendiamo:

UNA STRATEGIA socio EDUCATIVA VOLTA A FAVORIRE UN PASSAGGIO DI CONOSCENZE E DI ESPERIENZE TRA

MEMBRI DI UN GRUPPO DI PARI STATUS:

PROCESSO INTENZIONALE DI CAMBIAMENTO SVILUPPATO CON RISORSE NON PROFESSIONALI

PEER EDUCATION COME RIATTIVAZIONE DI UN PROCESSO “NATURALE” DI SOCIALIZZAZIONE CHE TROVA

DIFFICOLTA’ A SVOLGERSI AUTONOMAMENTE;

CARATTERIZZATA DA UNA FORTE SIMILITUDINE ESPERIENZIALE ED EMOTIVA TRA EMITTENTI E RICEVENTI;

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Dove eravamo rimasti

L’esperienza acquisita nel corso degli interventi di peer education ha consentito di comprendere che un intervento efficace sulla prevenzione dell’Aids e delle IST deve privilegiare, nella fase di formazione dei peer educator, il metodo rispetto ai contenuti :

il lavoro nei gruppi e le discussioni di gruppo acquisiscono un ruolo centrale nel processo formativo della peer education;

è risultato fondamentale sviluppare competenze di base sul lavoro di gruppo, con una specifica formazione sulle tecniche di

animazione e conduzione, intese come potenzialità comuni ad ogni individuo.

Ne consegue che Gli interventi di peer education favoriscono processi di trasformazione delle dinamiche del gruppo classe

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Dove eravamo rimasti

La peer education NON è la sostituzione degli adulti con risorse “più economiche” ma gli adulti in generale, e gli insegnanti in particolare, hanno il ruolo fondamentale di garanti e facilitatori dei processi di

peer education:“Non esiste contesto educativo sano senza relazione

dialettica tra adulti e adolescenti”

Pietropolli Charmet

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Secondo libro: Peer educator, istruzioni per l’uso.

La Formazione dei peer educator come primo passaggio verso processi:

• di partecipazione sociale allargata• empowerment di gruppo nella classe, nella scuola e

infine sul territorio• Nell’ottica di incremento del capitale sociale.

Contributo video

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Inoltre nella scuola:

• La valorizzazione dei coetanei in ruoli educativi (accoglienza, disagio, peer teaching) a patto che:– Siano attività co-progettate da insegnanti e peer– Siano bisogni reali e condivisi– I peer non siano la lunga manus degli insegnanti

• Altri ambiti di intervento (dipendenze, tabagismo, incidenti stradali) a patto che:– Non sia una delega in bianco per evitare di trattare argomenti ostici

– Non ci si riferisca a problematiche altamente specifiche e patologiche (ad es. disturbi alimentari)

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2005-06

2006-07

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per anno

Totale

320 6401.150

2.010

3.340

4.860

6.455

8.250

10.41012.055

13.750

15.365

320 320 510 860 1.330 1.520 1.5951.795 2.160

1.645 1.6951.615

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

STUDENTI COINVOLTI

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2004-05

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per anno

Totale

7 7

26

4052

6191

120

136167

202239

70

19 14 129

3029

16 31 35 370

50

100

150

200

250

INSEGNANTI FORMATI

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2003-04

2004-05

2005-06

2006-07

2007-08

per anno

Totale

14 3030

104133

216315

469

604

765

876 1.017

14 160

7429

83 99154

135 161111 141

0

200

400

600

800

1.000

1.200

PEER EDUCATOR FORMATI

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Verso la video education : Non Ne Scappa Uno!

In collaborazione con il Comune è stata sviluppata una ricerca-azione sui bisogni e desideri dei giovani. I destinatari contattati sono stati circa 1.200, TUTTI i residenti di Verbania tra i 16 e i 19 anni.

I peer hanno svolto delle brevi interviste telefoniche, dopodichè sono stati organizzati 15 focus group a cui hanno partecipato circa 120 ragazzi.

Questa ricerca ha messo in luce:- La forte familiarità dei ragazzi con le tecnologie multimediali come

mezzo di espressione e comunicazione - L’interesse ad andare oltre i consueti momenti aggregativi

ricercando altri contesti di confronto:- Momenti artistico creativi - “Situazioni musicali”- Il fenomeno immigrazione a Verbania- La memoria collettiva, “i nonni che scelsero la Resistenza”

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Verso la video education : I laboratori di cittadinanza.

I ragazzi diventano promotori e realizzatori di un documentario sui loro coetanei, riflettendo sulla propria realtà sociale e apprendendo le tecniche di realizzazione e interpretazione del linguaggio video.

Si tratta di un video dedicato agli adolescenti, interamente realizzato da adolescenti:

• Interviste sul vco spezzone

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L’Evoluzione è nello sguardo

Questo progetto ha visto la realizzazione di alcuni cortometraggi nati dall’incontro tra risorse non professionali, i giovani, e alcuni esperti nel settore cinematografico in funzione esclusiva di docenti.

Logo primo prg e Spezzone video

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Dalla peer alla peer video education

• Lo sviluppo di video smette di essere solo un contenitore gestito dagli adulti dove i ragazzi “mettono” i loro contenuti per divenire linguaggio espressione e competenza, che i giovani apprendono e esprimono.

• Le forme di socializzazione del gruppo dei pari si dilatano nella multimedialità (es. social network) la peer education si re-interpreta nel linguaggio video come spazio di comunicazione e prevenzione

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Dalla peer alla peer video education

• La peer video education passa dall’obiettivo della gestione del gruppo alla gestione della comunity

• Come si ridefiniscono i rapporti con le agenzie educative e con gli enti preposti alla prevenzione?

• Come si ridefiniscono le prassi della prevenzione primaria rispetto al mondo giovanile e adolescienziale?

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Dalla peer alla peer&video education. Cosa è cambiato?2003 2008

Presentavamo una proposta su cui, dopo anni di sperimentazione nelle scuole del VCO, volevamo confrontarci con analoghe (e non analoghe) esperienze presenti in tutta Italia.

Oggi arriviamo al Convegno soprattutto con molti interrogativi.

I quesiti che si leggono nel programma in apertura delle tre sessioni non sono

interrogativi retorici.

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Cosa è cambiato?2003 2008

• La peer education era saldamente ancorata al suo alveolo della prevenzione delle IST

• I peer educator (allora alla quinta generazione) costituivano una risorsa interna in grado di auto-generarsi e diffondersi in tutte le scuole del territorio.

• I peer senior erano a loro volta diventati formatori delle nuove generazioni di peer

• La peer education è uscita dagli argini originari contaminando nuovi territori

• Il ruolo di peer educator non viene più immediatamente associato alla lotta alle IST ma quale ragazza/o socialmente attiva/o.

•I peer senior-senior sono ormai giovani adulti inseriti nel mondo lavorativo, spesso fuori provincia

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Cosa è cambiato?2003 2008

• La rete di supporto degli adulti si era allargata progressivamente ad altri soggetti (istituzioni, associazioni, scuole ..)

• Il tema fondamentale era: come riattivare un processo naturale ed efficace di comunicazione dentro i gruppi di giovani e come connettere questa comunicazione fra giovani con la rete di supporto adulta

• La rete di supporto degli adulti si è intrecciata con altre reti del territorio (politiche giovanili, rete salute delle scuole, prevenzione bullismo …)

• Il tema di oggi è: come debba trasformarsi la peer education per relazionarsi ed interagire (giovani/giovani e giovani/adulti) con le nuove forme di comunicazione digitali (new media) largamente diffuse fra gli adolescenti

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New Media e Linguaggi giovanili• “… Intanto Internet, imponendo una comunicazione eminentemente alfabetica, aveva

liquidato la temuta Civiltà delle Immagini.” (Umberto Eco, Bustina di Minerva del 25.09.08)

• Se un intellettuale come Eco prende un abbaglio di questo tipo possiamo anche noi avventurarci a dire qualcosa lasciando poi la parola agli esperti.

• L’utente di Internet (adolescente e non solo, Eco permettendo) si è spostato dagli ipertesti multimediali (testo scritto + immagini/musica) alla multimedialità integrata dei video. Anche i siti tradizionali (es. quotidiani on-line) danno sempre più spazio ai video.

• Lo sviluppo delle tecnologie digitali sposta il baricentro dal PC al cellulare; da un uso collettivo e localizzato ad una fruizione individualizzata e delocalizzata.

• I nuovi media integrano più funzioni (multimedialità): multi fruizione ed esecuzione di più attività in parallelo (multitasking).

• L’utilizzo giovanile di Internet privilegia un accesso orizzontale alla rete (peer-to-peer o P2P: es. eMule) o comunque siti che consentono la libera condivisione (video sharing es. YouTube) per scambiare musica, videoclip e filmati, rispetto all’architettura più tradizionale di rete basata sulla gerarchizzazione (client-server).

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Linguaggi giovanili e New Media

• Fra giovani ed anche giovanissimi è diffuso l’uso di programmi di messaggistica istantanea (MSN, Yahoo! Messenger, Windows Live Messenger …) che sembrano la sintesi fra cellulare (SMS in particolare) e PC (cellulare PC)

• Fra gli universitari (ma anche studenti della secondaria), troviamo i “Social network” (es.: Facebook, MySpace) che permettono di condividere idee, passioni, ed anche la propria immagine, foto, video, musica ecc., costituendo reti di relazioni on-line (amicizie, gruppi di affinità …) che non solo riflettono quelle sociali ma le integrano ed alimentano in una dimensione dove le coordinate spaziali (contatto il mio amico in Australia) e temporali (ritrovo il mio compagno di scuola) si flettono e contraggono.

• Eclisse dei Mass Media? (centralizzati e gerarchici, trasmettevano uniformemente e “in contemporanea” lo stesso messaggio)

• I nuovi media (Personal Media) si strutturano orizzontalmente (in rete) e permettono la scelta del cosa, quando e dove e soprattutto di interagire attivamente, di essere contemporaneamente destinatario ed emittente.

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Linguaggi giovanili, New Media e peer education

• Orizzontalità dei new media e orizzontalità della comunicazione giovanile appaiono in forte sintonia

• Le nuove tecnologie sono auto-alfabetizzanti: si apprendono usandole e questo tanto più facilmente quanto più si è giovani

• La velocità di trasformazione dei nuovi media alimenta ulteriormente, in una dinamica a spirale, la velocità di trasformazione dell’adolescenza

• Di qui la necessità di incominciare a ragionare sulla possibilità e sulle caratteristiche di una peer & video education che possiamo provvisoriamente indicare come:

• attività di progettazione, realizzazione e diffusione da parte di un gruppo di giovani (peer) di prodotti video finalizzati alla prevenzione e destinati ad altri giovani

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Quale “setting” per la peer&video-education?

• Bullissimo (proiezione della “cornice” che introduce il primo video: da 0.43 a 1.45)

• La progettazione (sceneggiatura ecc.) permette al gruppo di lavorare in profondità su di sé.

• L’interpretazione dei ruoli permette di rivivere e rielaborare dinamiche emotivamente dense nel contesto del gioco di mascheramento (Mimicry).

• La realizzazione tecnica permette di acquisire consapevolezza della non naturalità di un prodotto video e pertanto di accostarsi ad una fruizione critica dei media (media education).

• La destinazione orizzontale induce modalità espressive (originalità, ironia, ritmo, agilità, essenzialità, comunicatività diretta e non pedagogica, riferimenti alle culture iconiche e musicali giovanili …) interagendo efficacemente con l’universo giovanile.

• Il video non è l’unico strumento comunicativo ma un medium per interagire con altri (ad es. la classe/gruppo che lo ha prodotto) e con se stessi tramite discussione, progettazione …

• La rete di adulti affianca in modo palese il progetto garantendo spazi, risorse nonché contatti orizzontali (es. atre scuole) e verticali (le istituzioni).

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Mimicry & Ilinx(Tributo a Roger Caillois)

• Anche noi come i cuccioli di otaria delle Galapagos ci avventuriamo nel gioco della vertigine:

• ci tuffiamo nell’ignoto disposti a lasciarci sorprendere

• Nella tradizione delle nostre valli lasciarsi andare sulla pietra dello scivolo (pedra sburata) era anche un antico rito magico per riacquisire fertilità.


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