Date post: | 03-May-2015 |
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Pietro CafaroDipartimento di Storia moderna e contemporanea
Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano
Skopje UniversityWorkshop
Working for Europe.comBest pratices for European citizenship
29 settembre 2014
Lo schema
Premessa 1913, Luzzatti, quasi una definizione
1.Lo scenario2.Lo strumento3.Le peculiarità e le realizzazioni
nel caso italiano4.Limiti e vantaggi del credito
cooperativo
1913
Un’esortazione... una quasi definizione
Premessa
Alle nostre Banche per il 1913
L’augurio pel nuovo anno alle nostre mutualità di credito è
espresso con parola fida, ma severa : è un augurio di
raccoglimento inteso al fine di una revisione spontanea di tutte
le operazioni finanziarie ed economiche, dominata dalla
coscienza della grande responsabilità morale delle istituzioni
cooperative.
Esse non furono immaginate dai loro iniziatori per procurare ai soci
dividendi straordinari o per concentrare il eredito su poche teste
privilegiate, ma per combattere l’usura nelle città e nelle campagne, per
distribuire equamente i fidi, cominciando dai più miseri, per dare asilo
inviolabile ai risparmi cercanti la sicurezza più che le alte rimunerazioni,
per tenersi pronte a rimborsarli, segnatamente nei tempi difficili.
Non è nella lieta fortuna, ma nei momenti di crisi che si deve provare la
solidità delle nostre Banche popolari; le quali più si tengono fedeli a
questi aurei precetti meglio sanno uscire illese e forti dalle bufere. Gli
uragani colpiscono le cime delle alte foreste, ma rispettano le umili
pianticelle; bisogna saper rimanere umili per divenir grandi davvero !
Questo è l’esame di coscienza che raccomandiamo vivamente e
austeramente, oggi più che nel passato, per le torbidezze della politica
estera che hanno tanta influenza sulle correnti monetarie internazionali.
Un atto o una pa rola imprudente di uno dei potenti della terra può
irradiar la sfiducia nel più modesto istituto del più umile villaggio del
mondo !
Ma il saluto austero, è il saluto della speranza e dell’affetto, poiché, come
diceva un grande poeta latino: l’amore è composto di vigilanti affanni.
LUIGI LUZZATTI (“Credito e cooperazione”, 1 gennaio 1913)
Rivoluzioni economiche
Poor law
Il ruolo del credito
Lo scenario
Lo scenario. Una economia in rapida evoluzione
Rivoluzioni economiche Mobilitazione ingente di risorse Costi sociali
Attività benefiche Provvidenze Filantropia
Autoaiuto La soluzione cooperativa nell’ambito della
distribuzione di beni di prima necessità 1844, Rochedale, i “probi pionieri”: una
società democratica “di persone”, il primato della persona sul capitale versato (mutualismo e/o ristorno)
Il problema delle risorse finanziarie
Una lunga discussione sul ruolo della finanza
Il problema della mobilizzazione delle risorse e della loro distribuzione
Il ruolo del credito Non crea nuova ricchezza (“pecunia pecunia
non parit”) Facilita enormemente la creazione di
ricchezza (alloca al meglio le risorse verso le attività produttive): De Weltz e l’inno al credito
È strumento di previdenza (conserva la ricchezza)
Problema della povertàe auto-aiuto Il risparmio possibile: prime proposte
Le casse-salvadanaio di Hugues Delestre (1611)
Le Frugality banks di Jheremy Bentham e le “poor law”
Le proposte di R.Malthus nell’edizione 1805 dell’Essay
La stagione delle Casse di risparmio 1878 Amburgo e la cassa dei Monti 1818 Parigi e la Caisse “pubblica” 1819 Vienna e la prolifica “Erste” (1823
Milano)
Problema della povertà, crescita economica e credito
Credito al consumo L’esperienza tradizionale dei Monti di pietà Monti frumentari e Monti granari
Il credito alla produzione e l’egemonia dei banchieri-finanzieri (solo impieghi e non raccolta diretta) Le grandi famiglie della Haute banque I banchieri privati, le compagnie dei
banchieri, la religione positiva di Saint Simon Una novità mitteleuropea ottocentesca:
compagnie (società) di “consumatori di credito L’adozione dell’idea cooperativa nell’ambito
creditizio
Radici, genesi consolidamento della “banca di deposito”
Tutto ciò è alla base della costituzione della “banca di deposito”
Nell’Europa continentale
Sistema finanziario è soprattutto
Sistema bancario Sistema economico orientato agli
intermediari
Un’ associazione di consumatori di credito
Lo strumento
La banca cooperativa
Una delle vie di formazione della banca di deposito (“cassa di risparmio perfezionata” Schulze, Luzzatti) Si privilegia l’investimento (mutualistico e non) La raccolta è succedaneo dell’impiego
Le due forme prevalenti H.Schulze e la Banca popolare di Delitzche
(Lipsia) F.Raiffeisen e la Cassa di prestiti di Neuwied
(Bonn) L’idea “pubblicista” abortita di F.Lassalle
Le caratteristiche del credito cooperativo Principi cooperativi (una testa un voto,
nessun scopo di lucro) Responsabilità illimitata e solidale dei soci
verso terzi Schulze: il merito di credito misurato dalla
capacità di risparmio (capitale “dedicato” come primo livello di garanzia) operai cittadini
Raiffeisen: onore dei soci e responsabilità illimitata come unica garanzia (nessun capitale dedicato) agricoltori piccoli proprietari
Banche popolari
Casse rurali
Le peculiarità e le realizzazioni nel caso italiano
Il caso italiano La popolare di Luigi Luzzatti come via italiana alla
banca di deposito Le polemiche sul modello e la prevalenza della
versione compromissoria luzzattiana (cooperativa anonima a responsabilità limitata, Codice di
Commercio del 1884) espansione sul territorio
Le caratteristiche del modello luzzattiano Strumento imprenditoria media dimensione Diffusione in città, ma filiali in campagna Formazione tendenziale di un network Struttura sistemica (Popolare di Milano come istituto
centrale) Attività simbiotica (al posto dei banchieri privati) con Casse
risparmio
Evoluzione costituzione banche popolari(1870-1908)
0
100
200
300
400
500
600
700
800
anno
Variazione %
-10,0
-5,0
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
650
660
670
680
690
700
710
720
730
740
1893 1894 1895 1896 1897 1898 1902 1908
banche in esercizio/banche costituite(1893-1908)
costituite
in esercizio
Ripartizione banche popolari
0
50
100
150
200
250
300
350
1870 1875 1880 1885 1890 1895 1898 1902 1908
nord
centro
sud
Sviluppo numerico e distribuzione geografica dello banche popolari dal 1870 al 1908.
1870 1875 1880 1885 1890 1895 1898 1902 1908
Piemonte 6 1 12 25 39 35 34 32 32
Liguria 1 4 4 6 6 7 7 7 7
Lombardia « 12 26 25 46 59 58 61 73 73
Veneto 9 16 29 35 51 62 65 69 69
Emilia 6 13 15 38 55 57 58 61 71
Toscana 11 12 10 25 32 46 46 44 44
Marche 3 9 12 17 38 52 51 57 62
Umbria . 1 2 3 13 15 17 18 21 17
Lazio . 2 3 7 22 21 25 25 29
Abruzzi e Molise 1 5 33 52 48 48 49 45
Campania 1 4 7 54 118 137 128 133 104
Puglie 1 6 54 83 57 54 56 56
Basilicata .. 1 19 43 25 20 15 15
Calabrie 1 1 7 13 28 29 30 29
Sicilia 6 7 27 59 47 47 58 72
Sardegna 1 4 5 5 6 6
REGNO. 50 98 140 407 689 702 696 736 731
% ammontare delle attività di alcune tipologie bancarie (1890-1920)
1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920
banche popolari 19,44 18,49 18,13 17,57 21,89 19,74 12,97società di credito ordinario 35,17 28,34 29,41 38,72 35,52 40,29 65,64casse di risparmio 43,52 50,65 47,04 38,94 38,15 36,62 19,72
altri istituti 1,88 2,52 5,42 4,77 4,43 3,34 1,67
totale sistema bancario 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00
fonte: elab.di dati Banca d'Italia
Confronto tra tipologie di impieghi nel sistema bancario italiano in milioni di lire (1890-1920)Milioni di lire
1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920
a breve banche popolari 390,0 333,8 439,1 669,8 1.171,1 1.029,0 3.139,1 società di credito ordinario 430,0 404,5 683,6 1.640,7 1.938,7 2.366,8 19.942,0 casse di risparmio 257,7 248,7 249,7 378,0 706,5 710,3 1.869,7
mutui banche popolari 15,1 12,1 14,7 23,9 34,3 48,7 65,2 società di credito ordinario 53,0 31,4 20,3 21,6 27,3 16,1 16,5 casse di risparmio 431,3 419,8 401,9 513,2 824,1 1.012,0 1.389,6
titoli di stato banche popolari 73,5 85,6 96,3 117,9 162,3 272,6 767,4 società di credito ordinario 92,2 55,1 64,9 80,4 113,1 179,2 635,4
casse di risparmio 438,7 592,9 820,7 993,7 1.023,6 1.106,4 2.412,6
fonte: elab.di dati Banca d'Italia
Ammontare dei depositi di alcune tipologie bancarie (1890-1920)
(valori percentuali)
1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920
banche popolari 20,2 17,5 18,9 20,8 23,4 23,7 20,8società di credito ordinario 19,0 17,3 14,7 16,9 19,4 17,8 35,9casse di risparmio 58,3 62,4 62,9 57,3 52,8 53,8 40,2
altri istituti 2,5 2,8 3,5 5,1 4,4 4,7 3,1
totale sistema bancario 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
fonte: elab.di dati Banca d'Italia
Ammontare dei depositi di alcune tipologie bancarie in milioni di lire (1890-1920)
1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920
banche popolari 417,1 392,0 459,7 686,1 1.100,1 1.243,0 3.480,7 società di credito ordinario 394,0 388,1 357,3 556,5 913,0 931,0 5.999,6 casse di risparmio 1.206,0 1.395,6 1.532,8 1.890,7 2.487,3 2.817,8 6.704,8
altri istituti 51,4 62,0 86,1 168,2 209,2 247,8 512,1
totale sistema bancario 2.068,5 2.237,7 2.435,9 3.301,5 4.709,6 5.239,6 16.697,2
fonte: elab.di dati Banca d'Italia
Ammontare delle attività di alcune tipologie bancarie in milioni di lire (1890-1920)
1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920
banche popolari 614,2 582,4 685,9 1.010,0 1.692,4 1.833,1 5.299,4 società di credito ordinario 1.111,2 892,7 1.112,4 2.225,5 2.746,0 3.740,8 26.812,5 casse di risparmio 1.375,0 1.595,3 1.779,2 2.238,5 2.949,3 3.399,9 8.054,3
altri istituti 59,3 79,4 205,2 274,1 342,1 310,5 680,4
totale sistema bancario 3.159,7 3.149,8 3.782,7 5.748,1 7.729,8 9.284,3 40.846,6
fonte: elab. di dati Banca d'Italia
Numero banche popolarinumero soci, media soci per banca
(1876=100)
anni banche soci soci/banca
1876 100 100 1001877 99 104 1051878 118 115 971879 118 117 991880 150 132 881881 151 136 901882 170 147 871883 238 181 761886 502 335 671887 660 412 631893 807 524 651897 724 493 681908 841 648 77
Fonte: elab da Statistica delle banche popolari 1908, p.XXVI.
Uno spazio residuo: microcredito nella campagne La profezia di Francesco Viganò: “verrà il
tempo!” Le preferenze della Lega delle
cooperative Le prime realizzazioni pratiche
1883 L.Wollemborg e la cassa di Loreggia 1890; 1892 L.Cerutti : Gambarare di Mira
La necessità di un istituto superiore di riferimento (Case di risparmio e banche popolari)
La “grande controversia” e la creazione dei piccoli crediti diocesani (struttura compromissoria)
Cassa “neutre” e casse cattoliche: evoluzione numerica
anno casse neutre Casse cattoliche % neutre % cattoliche totale
1883 1 100 0 1
1884 6 100 0 6
1885 8 100 0 8
1886 11 100 0 11
1887 8 100 0 8
1888 10 100 0 10
1889 0 0
1890 4 100 0 4
1891 9 100 0 9
1892 17 30 36 64 47
1893 8 36 18 82 44
1894 7 104 6 94 111
1895 8 209 4 96 217
1896 16 240 6 94 256
1897 12 160 7 93 172
somma 125 779 14 86 904
Evoluzione numerica delle casse rurali italiane
anno numero % cattoliche % federate %
complessivo cattoliche
1897 904 - 779 86 - -
1905 1386 53 - - - -
1910 1763 27 942 53 - -
1915 2594 47 2002 77 - -
1920 3347 29 - - 1011 30
1922 3441 3 - - 866 25
1930 2164 -37 - - - -
1936 1202 -44 - - - -
Evoluzione della distribuzione territoriale delle banche cattoliche
regione1908 1911 1925
N % N % N %Piemonte 7 7 7 9 3 6Liguria 0 0 0 0 2 2Lombardia 18 19 19 24 9 17Veneto 10 11 10 13 8 15Emilia 9 9 14 18 8 15Toscana 4 4 4 5 3 6Marche 12 12 13 16 10 18Umbria 1 1 0 0 0 0Lazio 5 5 4 5 2 4Abruzzi e Molise 1 1 0 0 1 2Campania 4 4 2 2 1 2Puglie 4 4 2 2 5 9Basilicata 1 1 0 0 0 0Calabria 3 3 1 1 1 2Sicilia 18 19 4 5 1 2Sardegna 0 0 0 0 0 0Totale 97 100 80 100 54 100
Limiti e vantaggi competitivi (ragioni di successo) Il network necessario (struttura a sistema)
Solidarietà tra imprese e rischi dell’eccesso di concorrenza (un “quasi-gruppo”)
Solidarietà tra soci (inversamente proporzionale alle dimensioni) Superamento di asimmetrie informative Limitazioni nella selezione avversa Limitazioni dei rischi di opportunismo
Il controllo automatico esercitato dalla comunità (il successo delle casse rurali cattoliche)