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Portfolio 26 03 14

Date post: 03-Apr-2016
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PORTFOLIO Nicola Bufo
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STAZIONE FERRO_CICLABILE REGIONALE, progetto di una struttura ferroviaria intermodale di tipo ecosostenibilea servizio di centri urbani minori

Il tema progettuale assegnato prevede la progettazione di una piccola stazione ferroviaria eco_sostenibile da prevedersi su una linea a due binari di un a rete ferroviaria di classe regionale .La stazione é stata progettata in modo da relazionare varie tipologie di mobilitá: stradale, ciclabile, pedonale e ferroviaria, come prevedeva il termine interno della sottotitolazione dell’esercitazione assegnata.La rete di percorsi ciclabili e ciclo_pedonali che fanno riferimento alla stazione sará sia di natura turistica che di semplice collegamento con i piccoli centri urbani.Inoltre la stazione é concepita anche per offrire ai giovani fruitori (studenti, turisti, viaggiatori di passaggio) luoghi non solo di transito, ma di accoglienza e di aggregazione; spazi capaci di creare identificazion e tra la stazione ed un piccolo centro giovani le per la comunitá (per mostre, ascolto musica, aggregazione, lettura).

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a3EX ZUCCHERIFICIO DI ROVIGO

Il lotto di intervento si trova in un’area dismessa, usata precedentemente per la raccolta dei residui di lavorazione del vicino zuccherificio. Proprio la necessitá di una bonifica per l’area ha suggerito di ridisegnare la sua planimetria e piegarla a finalitá progettuali. Un segno forte costituito dalla barriera nord-sud di alberi diventa matrice caratterizzante del progetto. Ad ovest di esso, affiancata alla ferrovia che chiude il lotto su quel lato, é concentrata la viabilitá carrabile. L’inserzione dei parcheggi necessari al polo che si va a costruire consente di avvicinarsi all’area effittiva di progetto; mentre ad Est, in stretta connessione con il canale limite della zona, viene a costituirsi un grande parco aperto sulla campagna. Con la via ferrata a Est che passa su un dislivello, la morfologia dell’intervento si fa variegata, riproponendo la varietá costitutiva del paesaggio del polesine storico.La pluralitá di edifici, le cui funzioni ospitate spaziano dal residenziale al commerciale al direzionale, offrono una mixité di relazioni da cui ottenere reciproci vantaggi primo fra tutti una maggiore sicurezza durante le ore della giornata. I volumi si rapportano al contesto per la maggior parte degli edifici, privilegiando le visuali sulle piazze interne che si vengono a creare come luogo di incontro e scambio sia lavorativo che sociale. L’orientamento segue poi una logica insediativa che mira a coniugare l’efficienza energetica, con l’asse dei singoli edifici est ovest che lascia a Nord il lato minore, creando un impianto fatto di scorsi e viste prospettiche fino al confine Nord del lotto dove si trova un parco attrezzato per il tempo libero.La relazione degli edifici con l’area di intervento é mediata del verde che si insinua anche tra gli edifici e li racchiude sui lati Nord Est ed Ovest in maniere diverse a seconda della sua funzione; mentre il lato

Sud di accesso ai parcheggi, interrati per gli edifici residenziali e a raso per gli edifici direzionali, funge da testata per l’intero intervento. La varietá di altezze degli edifici da semplice elemento di copertura diventa anche caratteristica compositiva. Essa varia a seconda delle funzioni ospitate come segno di riconoscimento all’interno del lotto. Le facciate invece sono costituite da un fitto susseguirsi di listelli che avvolgono gli edifici accompagnandone la volumetria, fino a celarne completamente il tamponamento retrostantemeridionale. L’involucro piegato si alterna con la trasparenza dei volumi avvolti, generando un edificio dall’aspetto in continua evoluzione.Questo reticolo esterno restituisce l’immagine di un prisma unitario ancorché sfaccettato, che disegna giochi di luci ed ombre al variare del giorno.

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RECUPERO E RIORDINO DELL’AREA OCCUPATA DALL’ARCISPEDALE SANT’ANNA, FERRARA

I programmi dell’Amministrazione Comunale e dei diversi Enti pubblici interessati (Azienda Ospedaliera, AUSL, Universitá) prevedono infatti la sostituzione delle attuali funzioni ospedaliere con un mix di attivitá (servizi socio-sanitari, strutture universitarie, residenze, attivitá commerciali e terziarie), attraverso il recupero delle strutture edilizie originarie dell’Ospedale realizzate nei primi decenni del XX° secolo, ma anche con la demolizione e ricostruzione di gran parte delle strutture che si sono aggiunte nei decenni successivi portando alla formazione di un tessuto frammentato e dequalificato. Questi interventi si propongono un duplice obbiettivo: da un lato, la razionalizzazione dell’intero sistema dei servizi socio-sanitari della cittá, rafforzando nel contempo le attivitá universitarie presenti nell’area; dall’altro, l’avvio di una operazione di trasformazione urbana in un’area strategica, con strutture ad alta redditivitá che contribuiscano a finanziare la realizzazione del nuovo polo ospedaliero, che si é protratta per quasi due decenni. Sul piano urbanistico, il recupero e riordino dell’area del Sant’Anna rappresenta l’occasione per “ripensare” una parte significativa del centro storico di Ferrara, storicamente mai compiutamente definita, attraverso il ridisegno di una vasta porzione di tessuto urbano a ridosso delle mura e in contiguitá con gli isolati dell’addizione erculea. Gli interventi previsti porteranno a ridurre fortemente, se non ad eliminare, i caratteri di specializzazione e separatezza che quest’area attualmente presenta, aprendo nuove relazioni con il resto della cittá, a partire dall’asse della Giovecca e dal sistema delle mura. L’intervento si é posto quindi come obiettivo il volere creare un collegamento e un mix funzionale per

l’intero settore urbano orientale collegando i temi delle funzioni socio-sanitarie ed universitarie con quelli del sistema museale, della residenzialitá permanente e temporanea e dei relativi servizi, della riqualificazione e del restauro (o della ricostruzione) di parchi e giardini storici, della fruizione turistica, della mobilitá privata, dell’accessibilitá e del trasporto pubblico.Le potenzialitá e opportunitá di trasformazione sono state individuate facendo riferimento agli studi di fattibilitá e ai programmi d’intervento proposti dagli Enti interessati, ma il campo di riflessione é stato allargato ai temi di piú ampia scala suggeriti dalla pianificazione strutturale (PSC) e dal Programma Speciale d’Area, in corso di attuazione, anche attraverso un confronto con le elaborazioni in atto presso l’Ufficio progettazione Urbanistica del Comune di Ferrara per la redazione del Piano di Recupero.

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COMUNICAZIONEIl progetto dell’ex cinema di San Giorgio di Pesaro e delle sue adiacenze é finalizzato a far dialogare e quindi a comunicare sullo stesso piano le tre diverse entitá che si affacciano sulla piazzetta del mercato, cioé il municipio, la scuola elementare e il cinema: questo collegamento, realizzato mediante la pavimentazione continua in arenaria locale, non solo unisce fisicamente questi tre poli, centro della cittadina di San Giorgio, ma lega ció che intrinsecamente questi edifici rappresentano: le istituzioni, la cultura e lo stare insieme sociale.ENERGIAImportante l’aspetto dello sfruttamento delle risorse e delle energie rinnovabili, volti al risparmio energetico e in ugual misura economico: é stato scelto un impianto fotovoltaico in pannelli di silicio amorfo posizionato sulla copertura del cinema (per le caratteristiche tecniche si rimanda alla trattazione presente nella terza tavola), é presente inoltre una centrale di cogenerazione. Per quanto non sia prettamente concerne ad un discorso incentrato sulle energie rinnovabili, puó essere di concreto interesse la scelta di una diffusa piantumazione che ha un impatto positivo sull’ambiente circostante poiché svolge un ruolo di controllo microclimatico con un impatto estetico notevole.PERSONEUn obiettivo di straordinaria importanza é quello di far interagire le persone, di dare loro la possibilitá di ritrovare una centralitá, forse fino ad ora parzialmente perduta. Varie sono la attivitá che é possibile svolgere nel cinema e nelle sue adiacenze: considerando l’interno non mancano zone che possono agevolmente ospitare funzioni differenti: zona espositiva che diventa prolungamento della piazza evidenziato dalla continuitá della pavimentazione; oppure la sala al piano interrato che funge da cinema, teatro e sala civica. Se ci si sposta all’esterno non mancano i luoghi per la ricreazione e l’incontro: il teatro

all’aperto che va ad adagiarsi sulla discesa del crinale, le terrazze panoramiche che permettono di aumentare gli spazi in piano sul crinale terrazzato, altrimenti poco sfruttabile, e per quanto concerne lo sport é stato dato alla parete Sud un ruolo aggiuntivo attrezzandola per una piccola scalata.

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aIL CASTELLO DI BIANELLO: CAPOSALDO DELLA PRIMA LINEA DIFENSIVA DEL CAMPO CANOSSANO

A partire dalla seconda metá del X secolo, l’apparato difensivo presente nell’appennino reggiano comincia a prendere forma, grazie all’opera di ingegneria militare di Atto Adalberto, figlio del capostipite canossano Sigifredo da Lucca, artefice delle fortune della famiglia Canossa.Nella porzione di terra delimitata dal fiume Secca ad est e dal torrente Enza ad ovest, vengono individuate tre linee altimetriche perfette all’organizzazione di un vero e proprio campo fortificato in grado di difendere e garantire gli interessi politici ed economici di una famiglia che, in pochi anni, si troverá a dominare buona parte del territorio settentrionale e centrale dell’Italia. Acquistando e costruendo fortezze i Canossa riuscirono ad attuare un sistema strategico che, in stretta connessione con gli organismi monastici di loro fondazione, assicuró il controllo delle principali vie d’acqua, delle direttrici stradali che percorrevano la pianura padana e dei valichi appenninici che garantivano il passaggio verso la Toscana.La prima linea difensiva, nonché la piú settentrionale delle tre, era composta da varie fortezze e bastioni, tra i quali i piú importanti erano i castelli di Bianello, Albinea, Scandiano, Casalgrande e Dinazzaro.Al centro del sistema difensivo, sulla seconda linea, si trovavano i castelli di Rossena e Canossa, oltre a Pavullo, Casina, Giandeto, Balso e Roteglia, piú massicci e praticamente inattaccabili a causa dell’orografia dell’appennino reggiano, cosí da creare una barriera invalicabile al nemico. Sulla terza linea montuosa, la piú meridionale, si trovavano infine i capisaldi del Campo Canossano: il castello di Carpineti nel centro, a est la fortezza di

Bebbio e di Debbia e a ovest da quelle di Felina, Castelnuovo Monti e Gottano.Tra i quattro castelli che dominavano il crinale piú settentrionale dei tre, Bianello é il solo che mantenga una struttura edilizia ben conservata, grazie alla posizione centrale che permetteva una piú facile difesa, alla buona rete di vie di comunicazione ed alla disponibilitá di acqua grazie alle numerose sorgenti.

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NUOVI SPAZI PER MONZUNO

L’idea che ha guidato la nostra proposta progettuale fin dal principio é stata la possibilitá di offrire al piccolo comune di Monzuno uno spazio che potesse essere vissuto non solo come luogo di ritrovo occasionale per esibizioni o feste ma anche come spazio di relax e incontro.Il sedime del vecchio cinema ha posto dei limiti al nuovo costruito ma é proprio da questi confini che il nostro progetto cerca di ricavare nuovi spazi per la collettivitá.L’area che divide il sedime alla strada si trasforma in una piccola piazzetta pubblica gradonata dalla quale si accede alla vera sala polivalente.L’ambiente si sviluppa toccando il lato opposto offrendo un ampio spazio utilizzabile per esibizioni, feste e congressi. Sul lato Ovest si trovano tutti gli ambienti di servizio che completano il piano terra per l’intero lotto edificabile.Il piano terra si presenta dunque con un grande spazio che collega senza ostacoli la piazzetta con il palco, al contrario il disegno del piano superiore cerca di ricreare una spazialitá differente sviluppando una distribuzione secondo una linea mossa che riprende la figura del lotto protraendosi oltre i limiti del sedime andando cosí a creare una protezione per la piazzetta e una copertura per il giardino presente sul lato sud.Il primo piano sviluppa uffici di diversa estensione per poter accogliere in uno spazio adatto le associazioni che usufruiranno della struttura. Questa diversificazione dell’area degli uffici permetterá anche un corretto uso energetico dello stabile senza sprechi grazie al riscaldamento centralizzato. Particolare attenzione é stata rivolta alle rifiniture esterne ed interne, all’acustica e all’isolamento termico (particolarmente problematiche in questo progetto visto la funzione e le condizioni climatiche).

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