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Problemi derivati dallo sfruttamento di petrolio e ... · Anche senza le “maree nere” il...

Date post: 16-Feb-2019
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CONVEGNO “PANTELLERIA ISOLA ENERGETICA” 16-17 giugno 2012 PANTELLERIA Problemi derivati dallo sfruttamento di petrolio e efficienza energetica Dott.ssa Giorgia Monti Responsabile Campagna Mare Greenpeace Italia
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CONVEGNO “PANTELLERIA ISOLA ENERGETICA”

16-17 giugno 2012

PANTELLERIA

Problemi derivati dallo sfruttamento di petrolio e

efficienza energetica

Dott.ssa Giorgia Monti

Responsabile Campagna Mare

Greenpeace Italia

Problemi

2 Aprile 2010 Barak Obama autorizza le esplorazioni petrolifere offshore e dichiara: “It turns out, by the way, that oil rigs today generally don’t cause spills. They are technologically very advanced.” (Risulta poi, tra l’altro, che oggi le piattaforme petrolifere generalmente non causano sversamenti. Sono tecnologicamente molto avanzate.)

20 APRILE 2010:

il disastro della Deepwater Horizon – UNA MAREA NERA

Drogati dal Petrolio

L’EU consuma circa 670 milioni di tonnellate di petrolio l’anno

(circa 13,68 milioni di barili di petrolio al giorno)

Il settore dei trasporti è responsabile di circa il 60% dei consumi

L’EU importa l’85% del petrolio che consuma

Le riserve petrolifere esistenti a livello

mondiale basteranno per soddisfare la

domanda prevista per i prossimi

trent'anni. Tuttavia, la riduzione delle

riserve

di petrolio convenzionale potrebbe

costituire un segnale allarmante dopo il

2030. Detta riduzione è compensata solo

in parte dall'aumento delle riserve di

petrolio non convenzionale.

Fonte: Unione Europea

La corsa all’oro nero Attualmente 13% petrolio globale da fonti non

convenzionali:

• Sabbie bituminose

Canada (Alberta)

• Perforazioni

off-shore

in acque profonde (75%)

Dall’Artico

al nostro Mediterraneo

nel Mediterraneo

La minaccia delle

perforazioni

In Italia

Le compagnie petrolifere non si sono fermate:

- Il Golfo di Taranto

- nuove richieste e.g. dalle Tremiti al Canale di Sicilia

- decreto incentivi: proposta di abrogare la legge 128/10 per ridurre la distanza prospezioni petrolifere off shore da 5 miglia anziché 12

Decreto 128/2010 “Prestigiacomo”

Il gioco non vale la candela:

giacimenti stimati = 11 milioni t = meno di due

mesi di consumi

Con quali rischi?

Le conseguenze di un disastro come quello della DWH

• Una perdita di petrolio è a 1.500 m di

profondità: gran parte del greggio NON

sale alla superficie.

• Solo la frazione più leggera (la più

pericolosa per l’altro contenuto di IPA)

arriva alla superficie, emulsionata con

acqua di mare.

• Almeno 400.000 litri di solventi

usati tra cui il Corexit, è tossico (ed è stato vietato in

California perché danneggia e uccide gli embrioni).

IL PIU GRAVE DELLA STORIA AMERICANA

5 milioni di barili di petrolio in mare

Le conseguenze di un disastro come quello della DWH

1. Distruzione della vita marina

Effetti acuti: Tossicità diretta

(uccelli, mammiferi marini, etc.)

6,000 uccelli, 700 tartarughe marine,

101 defini e altri cetacei

MA

la marea nera ha minacciato 14 Aree Protette, che ospitano non meno di 400 specie (lontre, alligatori, ecc…)

E che semplicemente molti animali possono non essere stati ritrovati

SI STIMA CHE OLTRE 5000 DELFINI SIANO MORTI

Le conseguenze di un disastro come quello della DWH

1. Distruzione della vita marina

Effetti cronici: Deformazioni genetiche, accumulo nella catena alimentare (zooplankton contaminato; pesci deformi)

! POSSIBILI EFFETTI PER LA SALUTE UMANA

Le conseguenze di un disastro come quello della DWH

2. Danno a attività economiche costiere

Pesca – una delle aree più importante per la pesca USA (50% del

prodotto, in termini economici).

Si stima che calcolando solo le catture a ottobre 2010 (rispetto a quelle

dell’anno precedente) i pescatori abbiano perso circa 172 milioni di

dollari USA (senza contare processing)

- Perdita di circa il 50% delle coltivazioni

ostriche

- Forte riduzione della domanda e dei

prezzi (per gamberi, grnachi, etc.)

Le conseguenze di un disastro come quello della DWH

2. Danno a attività economiche costiere

Turismo – hotel, ristoranti, divings, pesca ricreativa, escursioni, etc.

Danni al turismo per i tre anni dopo il disastro potrebbero ammontare tra 7 e 23 miliardi di dollari USA (stima Oxford Economics)

Oltre 1000 miglia

di coste colpite

Le conseguenze di un disastro come quello della DWH

DISASTRO ANCORA DIFFICILE DA QUANTIFICARE

CIò CHE E’ CERTO: TEMPI DI RECUPERO MOLTO LUNGHI

E DIFFICILI (1989 EXXON VALDEZ)

E TROPPO SPESSO

NESSUNO PAGA –

SOPRATTUTTO I

DANNI AMBIENTALI

…ma i problemi non finiscono qui

Anche senza le “maree nere” il petrolio è una maledizione.

La maggior parte degli idrocarburi arrivano in mare non con gli incidenti, ma con il “normale” processo di estrazione, trasporto e uso del petrolio e dei suoi derivati.

20% traffico petroliere passa per il Mediterraneo (100-150,000 t/anno)

In ogni caso, le emissioni di CO2 causate dall’uso di

combustibili fossili stanno uccidendo il clima del nostro pianeta. Si stima che con questo ritmo la temperatura media del pianete si alzerà di circa 6,4 °C nei prossimi 100 anni. Un aumento solo di 2°C disastroso (oggi + 0,74 rispetto livelli preindustriali) (the Intergovernmental Panel on Climate Change)

Gli Oceani e il Cambiamento climatico

Aumento delle temperature sta causando:

- Scioglimento dei ghiacciai

- aumento delle temperature del mare

Innalzamento livello del mare e inondazioni

Effetto sulla biodiversità

- Sbiancamento dei coralli - invasione specie tropicali - aumento acidità – gli oceani assorbono ¼ della CO2 (colpiti organismi calcarei) - cambio di comportamenti individuali - movimenti di popolazioni

Anche nel Mediterraneo

Donzella pavonina

AUMENTO DELLE T superficiali (1ºC negli ultimi 30 anni) e profonde (+ 0,004ºC/anno) Gravi cambiamenti del sistema marino: - distruzione risorse ittiche (acciughe) - mortalità organismi (spugne) - sviluppo di batteri patogeni /alghe tossiche - sostituzione e specie invasive

EFFETTI SINERGICI DEGLI IMPATTI

Cambiare è possibile

Crescita delle

ENERGIE

RINNOVABILI

EFFICIENZA

• Per ridurre le emissioni di CO2 (al 2050 una riduzione dell’80% rispetto ai livelli del 1990)

• Per mettere fine allo sfruttamento di risorse petrolifere non convenzionali rischiose

COME ?

ENERGY REVOLUTION (2012)

• Potenza istallata delle rinnovabili nel 2011 è risultata superiore del 50% rispetto alle previsioni formulate nel nostro rapporto nel 2007 (settore a più rapido sviluppo tecnologico) .

• le fonti rinnovabili possono arrivare a coprire, al 2030, il 37% della domanda globale di elettricità, e crescere (2050 76% elettricità e 61% E primaria) con risparmio globale di 1320 miliardi dollari/anno (dal mancato utilizzo di combustibili fossili)

IDROELETTRICO,SOLARE,

GEOTERMICO, EOLICO, E da

MOTO ONDOSO

Energie Rinnovabili

• Ridurre la domande di energia per il riscaldamento del 20% rispetto allo scenario di riferimento (petrolio con il gas principale fonte utilizzata) – ristrutturazione edilizia e nuovi standard residenziali low-energy

• Efficienza nei trasporti (petrolio principale fonte utilizzata per l’intero settore dei trasporti)

Efficienza energetica

Il settore dei trasporti è responsabile di circa il 60%

dei consumi di petrolio, percentuale destinata a

salire a 65% nel 2030.

Oltre la metà di questo petrolio usato da

autovettore e van

E’ possibile con nuove tecnologie:

- ridurre i consumi fino a 1 litro di carburante/100Km (attuali in EU 7, in US 11)

- Raggiungere standard di efficienza per le autovetture di 80 g di emissioni CO2/Km al 2020 e 50g al 2030

- Arrivare a garantire con l’elettricità il 3,5% del totale della domanda di energia per i trasporti in EU al 2020, e il 12% al 2030

Efficienza nei trasporti

Se obbiettivo di efficienza per le autovetture fosse

raggiunto (50g CO2/km entro il 2030):

EU potrebbe ridurre il consumo di petrolio nel settore

trasporti del 13% o 1.1 milioni di barili al giorno

rispetto a uno scenario “business as usual”

(quanto consumato insieme da Austria, Danimarca,

Portogallo Norvegia e Finlandia)

una riduzione dell’8%

sul totale dei consumi dell’intera economia dell’UE

Efficienza nei trasporti

Il gruppo Volkswagen è il più grande produttore di automobili in Europa (1 auto su 5 venduta in EU)

MA: - lenta nel ridurre i consumi di carburante del proprio parco veicoli - benché abbia sviluppato le tecnologie necessarie a produrre

automobili altamente efficienti nei consumi, non le ha commercializzate su larga scala – mantenendo altissimi i costi delle auto più efficienti

- Nel 2010 solo il 6% delle vendite mondiali del gruppo Volkswagen ha riguardato la componente più efficiente della produzione.

DEVE MUOVERSI NELLA GIUSTA DIREZIONE dimostrando di essere davvero un’azienda LEADER:

- Spingere l’EU a stabilire standard di emissione ambiziosi (ad oggi

130g/Km entro il 2015 per le autovetture, arrivare a 80 nel 2020) - Ridurre le emissioni medie del suo parco veicoli in maniera più

decisa: tra il 2006 e il 2009 la VW le ha ridotte del 7,8% mentre altre case automobilistiche, come la TOYOTA, le hanno abbattute di ben il 18%.

- Adattare le sue tecnologie migliori per ridurre consumi e utilizzare altre fonti energetiche a tutta la produzione: auto più piccole e più leggere

possiamo, e dobbiamo,

smettere di drogarci con il petrolio!

GLI STRUMENTI CI SONO

CI VUOLE LA VOLONTA POLITICA

Due buone notizie:

- FRANCIA : nuovo ministro Ambiente blocca la Shell in

Guyana francese - Tutti i permessi di esplorazione petroliferi concessi sono stati sospesi

- AUSTRALIA - ha creato

la più grande Rete di Riserve

Marine (Coral Sea e la Grande

Barriera Corallina):

vietate le trivellazoni di gas e

petrolio e la pesca.

Gli interessi sono sempre gli stessi . . . ma è possibile fermarli

3,1 milioni di kmq

Una vera tutela

GRAZIE


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