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PROGRAMME MED - PROGETTO PAYS.MED.URBAN “High quality … · Regione Toscana nell’ambito del...

Date post: 12-Aug-2020
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1 PROGRAMME MED - PROGETTO PAYS.MED.URBAN “High quality of landscape as a key of sustainability and competitiveness of Mediterranean urban areas” Azione tematica: Linee guida per la gestione delle trasformazioni urbane e periurbane Assi di ricerca: 1. Riqualificazione delle aree di frangia 2. Gestione della relazione città-campagna tenendo conto del nuovo ruolo dell’agricoltura periurbana Il caso studio della città di Prato di Maria Rita Gisotti (rapporto di ricerca intermedio relativo all’assegno di ricerca “Il paesaggio di mezzo”, responsabili della ricerca: proff. Gianfranco Gorelli e Giuseppe De Luca, novembre 2010)
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PROGRAMME MED - PROGETTO PAYS.MED.URBAN

“High quality of landscape as a key of sustainability and competitiveness of Mediterranean urban areas”

Azione tematica:

Linee guida per la gestione delle trasformazioni urbane e periurbane

Assi di ricerca:

1. Riqualificazione delle aree di frangia 2. Gestione della relazione città-campagna tenendo conto del nuovo ruolo dell’agricoltura periurbana

Il caso studio della città di Prato

di Maria Rita Gisotti

(rapporto di ricerca intermedio relativo all’assegno di ricerca “Il paesaggio di mezzo”, responsabili della ricerca: proff. Gianfranco Gorelli e Giuseppe De Luca, novembre 2010)

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Introduzione

Il presente rapporto illustra la seconda parte dell’attività di ricerca svolta dall’unità di ricerca di

Regione Toscana nell’ambito del progetto PaysMed.Urban “High quality of landscape as a key of

sustainability and competitiveness of Mediterranean urban areas”. In particolare questa seconda

fase del lavoro è stata dedicata a contribuire all’azione tematica “Linee guida per la gestione delle

trasformazioni urbane e periurbane” attraverso un approfondimento su due degli assi di ricerca

previsti dal progetto: la riqualificazione delle aree di frangia e la gestione della relazione città-

campagna tendendo conto del nuovo ruolo svolto dall’agricoltura periurbana. Il territorio scelto

come caso di studio è il contesto metropolitano della città di Prato.

I due temi, la riqualificazione delle aree di frangia e la definizione del rapporto città campagna,

possono essere letti come temi strettamente connessi. Il contesto della piana pratese è infatti

caratterizzato in misura consistente dalla dispersione insediativa e dai relativi “sfrangiamenti” che

essa comporta ed è proprio attraverso una potenziale ridefinizione dei margini di questi

insediamenti che può essere possibile trovare una nuova declinazione del rapporto tra città e

campagna. Se infatti appare anacronistico e inefficace immaginare di ripristinare un rapporto tra

queste due dimensioni che è ormai andato in gran parte smarrito è invece utile e perseguibile

un’idea di nuova “strutturazione” dell’insediamento contemporaneo che concili e riannodi temi e

spazi tipicamente urbani con temi e spazi più specificamente rurali.

La ricerca svolta si è pertanto mossa in questa direzione, tentando di individuare strumenti,

metodi, dispositivi, esempi di buone pratiche relativi alla definizione di nuovi margini “rur-urbani” e

di configurazioni territoriali più compiute di quelle attualmente presenti nel contesto sia da un

punto di vista morfologico che ecologico-ambientale. Sono stati quindi studiati sia strumenti di

pianificazione e governo del territorio che ricerche e studi di carattere accademico per estrarne

contenuti pertinenti rispetto alle finalità della ricerca.

Le fonti della ricerca sono state:

- il Piano Paesaggistico Regionale della Regione Toscana (implementazione del piano di

indirizzo territoriale (PIT) per la disciplina paesaggistica – articolo 143 del decreto

legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e articolo 33 della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1);

- il Piano Territoriale di coordinamento della Provincia di Prato (PTCP);

- il progetto per il parco agricolo della piana pratese (PRIN - Programma di ricerca di

interesse nazionale 2005-2007);

- il Piano Strutturale del Comune di Prato tuttora in fase di redazione.

Mentre il PPR e il PTCP formulano utili indicazioni per intervenire alla scala della pianificazione

territoriale (scala macro), il PS e i casi studio presentati all’interno della ricerca per il parco

agricolo della piana pratese forniscono indirizzi ed esempi progettuali per agire alla scala anche

della progettazione urbana.

In generale, comune a tutti gli strumenti esaminati è l’idea che gli spazi aperti naturali e agricoli

svolgono un ruolo strategico nella ridefinizione della forma urbana, nella riqualificazione

ambientale del contesto metropolitano, nel dotare la città di un nuovo sistema di spazio pubblico a

densità variabile, a scala più “grande” nella parte più prossima al territorio rurale e più “minuta”

all’interno della conurbazione vera e propria. Un’idea quest’ultima, molto attuale e largamente

convalidata anche in ambito internazionale dalle esperienze di pianificazione territoriale e

metropolitana più recenti e in questo senso più evolute.

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1. I contenuti del PPR e del PTCP per la riqualificazione delle aree di frangia e per la gestione del rapporto città-campagna nel contesto pratese

1.1 I contenuti del PPR

Il paesaggio della città di Prato, campione territoriale assunto come caso di studio per i temi della

riqualificazione delle aree di frangia e la definizione del margine urbano-rurale, è compreso nella

scheda d’ambito n. 7 del Piano Paeasaggistico Regionale della Toscana (“Prato e Val di

Bisenzio”). Le indicazioni che possono essere desunte dalla scheda del PPR per le finalità della

ricerca sono contenute principalmente nella parte dedicata alla definizione degli obiettivi di qualità

e delle azioni prioritarie da attuare per il loro conseguimento. Esse sono sintetizzabili nei seguenti

punti:

- Conservazione e tutela degli paesaggi naturali e agrari tradizionali del Monteferrato, del

Bisenzio, della Calvana e del Montalbano, per l’alto valore ambientale e paesaggistico e

per il ruolo di qualificazione dell’intero contesto metropolitano pratese che rivestono: gli

ambiti collinari e montani circostanti la città possono infatti svolgere funzioni di freno della

dispersione insediativa, di dotazione di spazi di natura ad uso della collettività, di offerta di

prodotti agricoli in una logica di filera corta ecc., ovvero possono costituire interfaccia

rurale/naturale di grande pregio della conurbazione pratese.

- Conservazione e recupero della tessitura agraria tradizionale e delle relative opere di

sistemazione dei terreni per il valore culturale e testimoniale, per il ruolo di contenimento

dell’erosione, per il valore paesaggistico e come occasione per la valorizzazione e la

reintroduzione di produzioni agricole tipiche del territorio pratese.

- Conservazione delle tracce di centuriazione ancora esistenti nel territorio compreso tra

l’Arno e i primi rilievi a nord della piana tra Firenze e Prato.

- Mantenimento della destinazione agricola per le aree libere della piana pratese: esse

infatti sono o possono diventare sede di attività agricole multifunzionali e configurare

quella intersezione tra urbano e rurale che storicamente caratterizza il sistema policentrico

della piana pratese e che costituisce risorsa essenziale per la sua ristrutturazione: le aree

agricole intercluse possono infatti comporre una rete di spazio pubblico, possono essere

occasione di riqualificazione dei tessuti di frangia e degradati, corridoi visuali “aperti” nel

continuum costruito della piana oltre che corridoi ecologici.

- Assicurare il mantenimento dell’impianto urbanistico dell’area definita della “mixité”,

presente nel centro di Prato e nel Macrolotto 0, in ragione della sua elevata riconoscibilità

come carattere identitario del contesto pratese.

- Tutela e valorizzazione dei beni archeologici presenti nel territorio della piana pratese (in

particolare l’area di Gonfienti).

- Tutela di alcuni edifici e complessi di archeologia industriale presenti nel territorio pratese.

- Tutela del sistema di gore creato lungo il corso del Bisenzio e dei suoi affluenti, che

storicamente ha dato vita ad un intenso sviluppo di attività protoindustriali e ai relativi

insediamenti.

- Conservazione del valore documentario, storico, architettonico dei manufatti presenti

nell’area a nord-est della città di Prato (case sparse e ville).

- Riqualificazione del paesaggio dei Macrolotti.

- Conservazione del valore documentario e percettivo delle direttrici viarie storiche e

ripristino della percorribilità pedonale dei tracciati minori.

- Tutela di aree di grande pregio paesaggistico e ambientale come le Cascine di Tavola.

La piana pratese vista dalle alture circostanti

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Alcune immagini del territorio pratese. Dall’alto: tralicci nella piana, un tratto del fiume Bisenzio, un esempio di archeologia industriale e un isolato caratterizzato da mixité.

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Vista d’insieme del territorio dell’ambito 7 – Prato e Val di Bisenzio (Piano Paesaggistico Regionale)

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1.2 I contenuti del PTCP :

Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Prato1 pone al centro del proprio scenario

territoriale di riferimento gli spazi aperti naturali e agricoli ai quali riconosce un ruolo strategico per

la riqualificazione del contesto metropolitano e in particolare della piana urbanizzata.

Nel piano il territorio provinciale viene articolato in tre sistemi: la Val di Bisenzio e il Monteferrato,

la Piana e il Montalbano. In questa sede si farà riferimento ai contenuti del PTCP che riguardano il

sistema territoriale della piana interessato dai fenomeni tipici della città diffusa quali dispersione

insediativa, sfrangiamento dell’edificazione, sovraccarico di ingenti pesi ambientali ecc.

Il progetto di piano per il sistema territoriale locale della piana si fonda sui seguenti punti chiave:

- La valorizzazione del sistema insediativo policentrico della piana pratese, che il piano

intende consolidare tutelando i centri antichi, la presenza di servizi e di commercio diffuso.

Obiettivo del piano è frenare la dispersione insediativa e la saldatura tra i nuclei edificati

salvaguardando le aree ancora libere e destinandole al collegamento paesistico ed

ecologico nord-sud (ovvero tra Montalbano e Val di Bisenzio-Monteferrato).

- La riqualificazione delle aree produttive in aree produttive ecologicamente attrezzate

(Macrolotto 1 e 2), il loro riordino urbanistico, l’incremento di servizi e la connessione con

le principali infrastrutture di collegamento.

- Il recupero e il riuso delle aree produttive dismesse o in via di dismissione anche con la

finalità di migliorare la qualità ambientale della piana.

- La riorganizzazione complessiva della rete della mobilità, con particolare riferimento al

sistema logistico delle attività produttive.

- La valorizzazione degli spazi aperti con la realizzazione del parco agricolo della piana il cui

tema centrale è il blocco del consumo di suolo e il miglioramento della qualità ambientale e

paesaggistica della città di Prato2.

- La creazione e il consolidamento di una rete di mobilità “lenta” composta da sentieri, piste

cicliabili, vie d’acqua.

1 Si fa riferimento al PTCP approvato nel dicembre 2003 e elaborato dal gruppo di progettisti coordinati da Alberto

Magnaghi. Nel febbraio 2009 la Provincia di Prato ha approvato la “Variante di adeguamento alla L.R. 1/2005 del

Piano territoriale di coordinamento provinciale”.

2 Per approfondimenti su questo tema si veda il paragrafo successivo.

Carta dei sistemi territoriali del territorio provinciale pratese

- La riqualificazione dei nuovi quartieri residenziali attraverso la definizione dei margini tra

costruito e spazio aperto, la creazione di centralità di carattere urbano, il potenziamento o

l’inserimento di nuovi servizi.

- La promozione e la valorizzazione di ambiti di alto valore storico, paesaggistico e

ambientale come le Cascine di Tavola e la villa di Poggio a Caiano attraverso l’istituzione

di un parco territoriale.

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- La conservazione e la valorizzazione della funzione agricola degli spazi aperti, anche

attraverso misure incentivanti la presenza di produzioni di qualità e di biomasse (connesse

queste ultime a funzioni di riqualificazione ambientale).

Questi obiettivi di carattere generale vengono ulteriormente specificati all’interno del piano

attraverso indirizzi e/o prescrizioni. Di particolare interesse per la riqualificazione delle aree di

frangia e la definizione del margine urbano-rurale sono:

- Le indicazioni relative alle unità di paesaggio della piana3, in particolare alle UP “corona

delle frazioni verdi” e “piana agricola”, per le quali occorre perseguire: la continuità e la

conessione tra spazi aperti interclusi nella città diffusa e il territorio rurale circostante; il

mantenimento o l’insediamento di attività agricole compatibili con fini didattici, con il

ripristino della regimazione idraulica minore e della relativa vegetazione di ripa; la

riconoscibilità dell’impianto urbanistico storico dei piccoli centri della piana e la

riqualificazione dei loro spazi pubblici; il ripristino del sistema delle gore; la conservazione

di tutte le alberature esistenti, i filari e le siepi e l’inserimento di nuove soprattutto con

funzione di mitigazione e/o di creazione di margini tra costruito e territorio aperto.

- Le prescrizioni e gli indirizzi relativi al governo della risorsa “città e insediamenti urbani”.

Relativamente alle finalità della ricerca sono di particolare utilità le parti riguardanti:

o Le aree miste: queste aree sono caratterizzate dalla presenza di “mixité” tra

tessuto produttivo e residenza, da un’alta densità volumetrica e dalla conseguente

scarsità di spazi aperti. L’indirizzo è di salvaguardare le caratteristiche

architettoniche e costruttive dei manufatti da recuperare per il loro valore identitario

e testimoniale, e destinarli – ove possibile – alla residenza; nei nuovi interventi

introdurre funzioni miste e complementari e nuovi spazi pubblici.

o Le aree forti della produzione: si tratta di grandi aree produttive come i due

macrolotti pratesi nei quali, accanto alle attività manifatturiere, si vanno instaurando

funzioni commerciali. Le prescrizioni per queste aree sono: riqualificazione

morfolgica e funzionale attraverso il riordino della viabilità interna; introduzione di

funzione integrative, soprattutto servizi alla persona e alle imprese e spazi pubblici;

3 Il PTCP contiene all’art. 30 e seguenti un complesso di norme relative “all’integrità paesistica” che esplicitavano la

valenza di piano paesistico del ptc (DCR 296/88, L. 431/85, L.R. 5/95 e D.lgs. 112/98), ruolo che viene oggi invece

assegnato al Piano di indirizzo territoriale della Regione, opportunamente implementato con la disciplina

paesaggistica.

creazione di margini rispetto al territorio rurale; dotazione di spazi e caratteristiche

proprie delle “aree produttive ecologicamente attrezzate”.

o Le aree della produzione diffusa sono spesso esiti di piani attuativi, e si trovano

sparse nella piana a ridosso di paesi e frazioni. Anche qui l’indirizzo di fondo è

quello del riordino morfologico e funzionale, la realizzazione di fasce di transizione

rispetto al contesto agricolo, la sostituzione degli edifici produttivi posti a stretto

contatto con i quartieri residenziali con altre funzioni più compatibili (residenziali o

di servizio).

Particolare della carta dello scenario territoriale di progetto

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Atlante del patrimonio territoriale

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2. Il progetto per il parco agricolo della piana pratese: un “patto locale città-

campagna” 4

2.1 Lo scenario di progetto del parco agricolo della piana pratese

Il territorio della piana pratese è stato oggetto negli ultimi anni di numerosi studi e ricerche sui temi

della dispersione insediativa, del consumo di suolo, della qualità ambientale e paesaggistica della

città diffusa. Tra questi, la ricerca “Il parco agricolo: un nuovo strumento per la pianificazione

territoriale degli spazi aperti”, coordinata da Alberto Magnaghi5, di cui si riportano sinteticamente

alcuni risultati.

Il progetto si inserisce in un contesto più ampio, quello del parco della piana fiorentina, parco

metropolitano che coinvolge i territori di otto comuni dell’area fiorentina e che ha tra i suoi

principali obiettivi l’arresto del consumo di suolo, la creazione di un grande spazio pubblico di

scala metropolitana, la valorizzazione dell’attività agricola e delle risorse ambientali e

paesaggistiche. Il parco della piana fiorentina rappresenta inoltre uno degli elementi costitutivi

dello scenario progettuale della “città policentrica toscana”, invariante strutturale definita dal PIT

(Piano di Indirizzo Territoriale, Titolo 2 della disciplina, artt. 4-16) come sistema reticolare di “città

di città… che contrasta con nettezza i processi di conurbazione” e alla cui tutela concorrono azioni

di mantenimento e rafforzamento dei corridoi ecologici e delle discontinuità paesaggistiche che

separano e connettono gli insediamenti urbani.

Il parco agricolo della piana pratese è uno tra gli elementi costituivi di questo scenario territoriale.

Esso si pone come strumento per la ristrutturazione della città pratese, il recupero delle situazioni

di degrado fisico e ambientale, l’arresto della dispersione insediativa e di ulteriori consumi di

suolo. Punti strategici per l’attuazione di questo programma sono la valorizzazione e la protezione

degli spazi aperti perirubani e la costruzione di una nuova relazione “città-campagna” fondata

4 Per gli argomenti trattati in questo capitolo si veda A. Magnaghi, D. Fanfani (a cura di), Patto città-campagna. Un

progetto di bioregione urbana per la Toscana centrale, Alinea, Firenze 2010, di cui qui si presenta una sintesi e dal

quale sono tratte tutte le immagini del capitolo 2, salvo dove diversamente indicato.

5 La ricerca fa parte di un PRIN (Programma di Ricerca di Interesse Nazionale) finanziato per gli anni 2005-2007 e

coordinato da Alberto Magnaghi. Al PRIN hanno partecipato le Università di Firenze, Genova, Palermo e il Politecnico

di Milano. I risultati della ricerca svolta dall’Unità di Firenze (coordinatore Alberto Magnaghi) sono pubblicati nel

volume A. Magnaghi, D. Fanfani (a cura di), Patto città-campagna. Un progetto di bioregione urbana per la Toscana

centrale, Alinea, Firenze 2010, con scritti di Iacopo Bernetti, Stefano Bologna, David Fanfani, Alberto Magnaghi,

Nicola Marinelli, Gaelle Michaud-Nérard, Francesco Monacci, Daniela Poli, Adalgisa Rubino, Giovanni Ruffini, Ilaria

Tabarrani.

sulla complementarietà delle due dimensioni urbana e rurale, che nel territorio pratese risultano

già fisicamente interrelate e che richiedono pertanto la messa in atto di processi di tutela e

promozione dei loro “spazi di connessione”.

L’ellisse urbana della Toscana centrale (elaborazione G. Ruffini)

Lo scenario in cui si è sviluppato il progetto del parco agricolo è a due dimensioni, corrispondenti

alla duplice natura del parco stesso:

• una dimensione fisica che declina il parco come luogo dotato di concretezza spaziale e

quindi oggetto di operazioni progettuali che agiscono sull’assetto dei luoghi;

• una dimensione sociale che rimanda al parco inteso come strumento di pianificazione

territoriale, come processo di individuazione di obiettivi condivisi e sede di rapporti pattizi

tra i diversi attori sociali che concorrono alla sua creazione. A questo proposito è stato

costituito il “Forum per il parco agricolo della Piana di Prato” con obiettivi di

sensibilizzazione (rivolta agli agricoltori, gli amministratori, gli abitanti), costruzione del

quadro conoscitivo, raccordo tra progetto di parco e strumenti di pianificazione e governo

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del territorio (Piano strutturale del Comune di Prato, Piano strategico comunale, Agenda

21 provinciale e Parco della piana fiorentina).

Gli elementi e le fasi della costruzione dello scenario del parco agricolo di Prato sono:

- L’individuazione e la protezione della “matrice agroambientale”, formata dagli spazi agricoli

e naturali del territorio pratese e considerata elemento fondativo e ordinatore anche della struttura

urbana. La sua tutela e valorizzazione costituiscono il presupposto di partenza per la creazione

del parco. Caratteristica fondamentale della matrice deve essere la continuità degli spazi che la

compongono, sia per le finalità ecologiche che per quelle ricreative e di spazio pubblico che il

parco vuole acquisire. Gli spazi aperti che la configurano sono:

o la green belt interna, costituita da aree agricole e spazi aperti interclusi o

seminterclusi nell’area urbana;

o i cunei e le penetranti verdi che, insieme con le nuove centralità agroambientali,

definiscono le connessioni tra città e territorio aperto;

o la green belt agricola esterna, ovvero le aree agricole a carattere più estensivo e

più esterne rispetto all’urbanizzato;

o i corridoi fluviali e la relativa vegetazione di ripa;

o la frangia urbana multifunzionale, ovvero quella fascia di contatto tra spazi aperti e

costruiti che svolge il duplice ruolo di margine dell’insediamento e elemento di

connessione di questo con la campagna.

- La realizzazione dell’”infrastruttura di fruizione” degli spazi del parco, basata sul concetto

di multifunzionalità dell’agricoltura, e del sistema dei presidi produttivi presenti nel territorio.

Questo sistema è composto:

o dalle principali aziende e fattorie del territorio che partecipano al progetto di parco

impegnandosi per la realizzazione di un’agricoltura multifunzionale;

o dal sistema della mobilità lenta (strade vicinali, sentieri ciclo-pedonali, ippovie);

o dal sistema dei servizi (strutture ricettive, attività didattiche, servizi sociali).

- La valorizzazione del patrimonio agroambientale, paesaggistico, storico, architettonico. Ne

fanno parte insediamenti e manufatti storici minori ma anche le emergenze delle Cascine di

Tavola e del parco archeologico etrusco di Gonfienti.

All’interno di questo scenario di fondo la ricerca ha approfondito alcuni temi con esercitazioni

progettuali mirate di cui si riporta una brevissima sintesi e alcune immagini illustrative. I temi

affrontati sono la riconnessione tra città e campagna attraverso gli spazi aperti e agricoli, la

riqualificazione di aree di frangia urbana, la definizione di un margine urbano-rurale.

Struttura delle aree con valenza agro-ambientale nel comune di Prato (elaborazione: G. Ruffini su dati PS di Prato)

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Immagine a sinistra: Scenario progettuale per il Parco Agricolo della Piana di Prato, dettaglio del settore sud

(elaborazione di D. Fanfani e G. Ruffini per il Piano Strutturale del Comune di Prato, 2009).

Immagine sotto: La sezione urbana Bisenzio-Macrolotto, uso del suolo attuale (fonte Fontani F., Giusti M. 2007)

2.2 La città “passante”: Bisenzio - Area Banci - Macrolotto 2 - Green belt esterna

L’area scelta come caso di studio è la porzione di Prato compresa tra un’ansa del fiume Bisenzio

a nord e le aree agricole adiacenti alle Cascine di Tavola. Tra questi due confini si svolge un

brano di città molto variegato per tessuti, funzioni, forme di occupazione del suolo e che

comprende dai tessuti consolidati a carattere prevalentemente residenziale a piccoli nuclei storici

inglobati nell’urbanizzazione continua, dalle aree industriali attive a quelle dismesse

(rispettivamente il Macrolotto 2 e l’area Banci) alle grandi infrastrutture di attraversamento come la

declassata e l’autostrada. Il territorio in questione è inoltre caratterizzato dalla presenza di

numerose aree libere intercluse, alcune agricole, altre incolte, particolarmente quelle poste in

fregio alle infrastrutture e di tipo residuale.

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Obiettivo del progetto è riqualificare un’ampia porzione di città “periferica” e disordinata attraverso

la valorizzazione degli spazi aperti in essa compresi e la creazione di cunei verdi di penetrazione

e di collegamento tra città consolidata e campagna, un grande spazio pubblico agro-urbano che

abbia caratteristiche di continuità ecologica e fruitiva, e che svolga un ruolo ordinatore della città

sia dal punto di vista morfologico che funzionale. Il progetto valorizza, tra l’altro, un processo

“spontaneo” di riqualificazione di questi luoghi trasformati - attraverso iniziative di appropriazione

diretta e miglioramento messe in atto degli abitanti - da spazi di risulta in piccoli spazi pubblici

autogestiti.

L’ipotesi progettuale è quindi la creazione di un parco agro-paesistico attorno all’area Banci -

caposaldo dell’edilizia industriale storica pratese - e di una rete di cunei, penetranti e “filamenti”

verdi che lo connettano con gli ambienti naturali posti a nord (il fiume Bisenzio, i monti della

Calvana) e con quelli della green belt agricola situati nella parte meridionale (le Cascine di

Tavola). Il parco, organizzato attorno all’edificio della fabbrica dismessa Banci trasformata in polo

museale, è a carattere prevalentemente agricolo, comprende fasce di orti poste come filtro tra le

residenze e le aree coltivate più estese, ed è strutturato sul recupero della rete ecologica minore

data da siepi, filari, alberature.

Oltre alla realizzazione del parco il progetto prefigura una serie di interventi sugli spazi aperti

dell’area volti a creare una rete diffusa e continua di nuovo spazio pubblico: filtri di vegetazione

destinata alla produzione di biomasse sono posti a schermatura delle infrastrutture più impattanti

come la declassata e l’autostrada; la stessa declassata viene interrata nel tratto che attraversa il

parco dell’area Banci e il suo sedime originario viene sottolineato da un viale corredato da

vegetazione arborea e da installazioni di arte contemporanea collegate al Museo Pecci; numerosi

cunei verdi penetrano dalle Cascine di Tavola nella città per raggiungere il suo centro, ora

sottolineando un tracciato viario storico, ora disegnando una fascia di orti, ora aprendosi in un

boschetto.

La viabilità minore viene inoltre corredata da un sistema idrico diffuso, dato dalla rete idraulica

minore recuperata e da bacini di raccolta delle acque meteoriche appositamente predisposti i

quali, oltre ad avere valenza ambientale e paesaggistica, fanno parte di un percorso didattico-

ricreativo dedicato alla cultura tessile tradizionale (storicamente legata all’impiego dell’acqua a fini

produttivi). La fruibilità di questa rete di percorrenze è prevalentemente ciclo-pedonale per

consentire alla cittadinanza di riappropriarsi di un nuovo spazio pubblico interno alla città ma con

caratteri, qualità e opportunità tipiche dello spazio rurale.

Immagine a destra: il Masterplan della “città passante”

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2.3 La riqualificazione delle aree di frangia e la ricostruzione di margini “rur-urbani”: Iolo

San Pietro e Galceti

I due campioni territoriali assunti dalla ricerca come casi di studio sono situati entrambi nella piana

pratese: Iolo San Pietro nella sua porzione meridionale, a ovest dell’area industriale del

Macrolotto 1, la frazione di Galceti a nord-ovest del centro di Prato, sotto il Monteferrato. Iolo San

Pietro è un tipico caso di piccolo centro di origine rurale che ha avuto negli ultimi cinquanta anni

una crescita considerevole e disordinata, configurando una situazione insediativa molto frequente

nella piana, caratterizzata da sfrangiamento morfologico, crescente consumo di suolo, confusione

tra spazi a carattere urbano e a carattere rurale. La frazione di Galceti comprende invece

un’ampia porzione di urbanizzazione diffusa sviluppatasi attorno ai due piccoli nuclei storici di

Maliseti e Bagnolo, separati da un’area non edificata di grande importanza per la sua

ristrutturazione.

Le strategie di riqualificazione di queste aree giocano sulla ricostruzione di un margine ben

definito tra spazi a carattere urbano e rurale, e sulla ricomposizione di relazioni ecologiche e

funzionali tra i diversi tipi di spazi aperti del contesto pratese, relazioni che possono anche

conferire una nuova “forma” e nuovi limiti alla città contemporanea. Accanto alla protezione e

valorizzazione degli spazi aperti il progetto vede anche la possibilità di nuove quantità edificatorie

con funzione di completamento e ridefinizione della frangia urbana.

Gli interventi previsti per la realizzazione di questi obiettivi sono sintetizzabili come segue:

- protezione e valorizzazione degli spazi aperti interclusi da destinare ad attività agricolo-

ricreative (orti sociali, parchi, giardini);

- nei casi di previsione di nuova edificazione scelta di tipologie idonee alla ricostituzione del

fronte urbano (per es. con insediamenti a “C” aperti sul paesaggio);

- recupero e riqualificazione delle aree industriali e artigianali dismesse ripristinandone

laddove possibile la permeabilità;

- creazione di nuovi spazi pubblici con servizi alla collettività (mercato dei prodotti agricoli

locali, noleggio biciclette, centri di quartiere ecc.);

- inserimento di siepi multifunzionali e filari alberati per la riqualificazione paesistica,

morfologica ed ecologica e per la riconnessione degli spazi aperti interclusi alla campagna

circostante gli insediamenti;

- raccolta e utilizzo delle acque meteoriche con sistema SUDS (Sustainable Urban Drainage

System) per uso ricreativo o legato a piccole attività agricole;

- realizzazione di una rete di sentieri e percorsi ciclo-pedonali.

Fotografia a volo d’uccello dello stato attuale di Iolo San Pietro e simulazione degli interventi di riqualificazione del fronte

rur-urbano.

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Nell’area di Galceti, agli interventi fin qui descritti si sono aggiunti quelli di riorganizzazione delle

infrastrutture presenti e previste per ridurne il ruolo di barriera ecologica e funzionale (soprattutto

rispetto all’attività agricola), l’impianto di aree boscate con funzione di mitigazione tra zone

industriali e residenziali e di collegamento tra spazi aperti della piana e della collina, la

rinaturalizzazione del torrente Bardena e delle sue sponde.

Immagine a destra: Fotografia aerea e schema interprtetaivo del ruolo svolto dall’area agricola ecotonaleposta tra collina e pianura e del corridoio ecologico tra i due centri abitati. Immagine sopra: il progetto di riqualificazione funzionale degli spazi aperti.

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3. I contenuti del PS per la riqualificazione delle aree di frangia e per la gestione del rapporto città-campagna nel contesto pratese 6.

I contenuti del Piano Strutturale del Comune di Prato attualmente in fase di elaborazione sono di

fondamentale importanza per l’individuazione di strumenti e metodi per la riqualificazione delle aree

di frangia e per la definizione di nuovi margini tra città e campagna. Molti dei dispositivi e delle

modalità d’intervento elaborate dal piano si basano sul riconoscimento del ruolo strategico svolto in

questo contesto dagli spazi aperti e dall’agricoltura periurbana.

Una delle idee di fondo su cui si struttura infatti l’impianto del piano è il concetto di matrice agro-

ambientale, riconosciuta come invariante strutturale fondamentale sia per la riqualificazione della

forma urbana che per il miglioramento della qualità ambientale del contesto metropolitano pratese.

Essa è costituita dall’insieme degli spazi aperti ricadenti nel territorio comunale (aree agricole,

naturali, di risulta) e dalle connessioni ambientali (elementi di tipo lineare) che li collegano. Contiene

quindi i diversi tipi di spazi aperti in cui è articolato il territorio comunale: le aree agricole di corona

urbana della piana, gli ambiti di naturalità e agricoli della collina, le connessioni ambientali di

carattere territoriale che legano la piana e la collina, i grandi spazi aperti agro-urbani della corona

verde interna definiti come “nuove centralità agro-ambientali” e infine i corridoi a scala locale che

legano questi ultimi alla piana agricola.

Le indicazioni di progetto utili per le finalità della ricerca sono contenute in più parti e dispositivi del

piano e più specificamente:

- negli obiettivi di qualità e nelle strategie per gli “Ambiti caratterizzanti”, porzioni di territorio

caratterizzate dalla presenza di più e diversi tipi di invarianti strutturali.

- negli obiettivi e nelle strategie per i sistemi territoriali e in particolare per i sistemi “I Borghi”,

“La città in aggiunta”, “I Macrolotti”, “La piana”.

Nelle tabelle seguenti sono sintetizzati e rielaborati questi contenuti.

6 Il piano strutturale del Comune di Prato è in fase di redazione ed è coordinato dal prof. Gianfranco Gorelli (consulente

generale del progetto). Il gruppo di lavoro è così composto: Progettista e coordinatore per le attività di pianificazione –

dirigente del settore governo del territorio: Riccardo Pecorario. Collaborazione alla progettazione generale: Luisa

Garassino. Coordinamento tecnico e scientifico dell’Ufficio di Piano: Camilla Perrone. Ufficio di Piano: Silvia Balli, Pamela

Bracciotti, Elisa Cappelletti, Marco Caroti, Manuela Casarano, Monica Del Sarto, Alice Lenzi, Catia Lenzi, Chiara Nostrato.

Aspetti geologici: Alberto Tomei, Nicolò Mantovani. Aspetti paesaggistici: David Fanfani. Aspetti agro-forestali: Ilaria

Scatarzi. Aspetti ambientali: Laura Fossi e Luca Gardone. Perequazione: Stefano Stanghellini, Valeria Ruaro. Percorso

partecipativo: Giancarlo Paba, Camilla Perrone. SIT: Luca Gentili per LDP progetti GIS. Tutte le immagini contenute nel

capitolo 3, salvo dove diversamente indicato, sono tratte da Comune di Prato, Quaderno del piano strutturale di Prato.

Conoscenze, strategie, partecipazione, 2009.

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INVARIANTI STRUTTURALI

Sono riconosciute invarianti strutturali del territorio comunale di Prato

gli elementi fisici, economici, sociali e culturali espressione del

perdurare di rapporti spaziali, produttivi, sociali e culturali che, nella

lunga durata, hanno determinato l’assetto del territorio costituendone

gli elementi identitari. Sono invarianti strutturanti del territorio

comunale:

- Beni monumentali e archeologici soggetti a vincolo di tutela (art. 9)

- Aree di rilevanza archeologica e del paesaggio antropico (art. 10)

- Patrimonio edilizio presente al 1954 (art. 11)

- Elementi ordinatori dello spazio pubblico-tessuto connettivo (art.

12)

- Complessi di archeologia industriale (art. 13)

- Complessi produttivi di valore tipologico (art. 14)

- Tracciati viari presenti al 1954 (art. 15)

- Strade vicinali (art. 16)

- Ville e nuclei rurali di rilevanza storico e architettonica e loro

pertinenze (art. 17)

- Formazioni arboree decorative / viali alberati (art. 18)

- S.I.R. n. 40 “Monti della Calvana” ; n. 41 “Monteferrato” (art. 19)

- A.N.P.I.L: “Monteferrato” , A.N.P.I. “Monti della Calvana” e

A.N.P.I.L delle “Cascine di Tavola” in corso di istituzione (art. 20)

- Ambiti di reperimento per l'istituzione di parchi, riserve e aree

naturali protette di Interesse Locale (art. 21)

- Mosaico agrario: tessere rimaste invariate per copertura e

superficie dal 1954 ad oggi (art. 22)

- Sistemazioni agrarie storiche (ciglioni, terrazzamenti) (art. 23)

- Superfici naturali di pregio (art. 24)

- Emergenze vegetazionali (art. 25)

- Alberi monumentali censiti e alberi di interesse locale (art. 26)

- Geositi (art. 27)

- Siti e percorsi di apertura visiva (art. 28)

- Corpi idrici e Aree umide (art. 29)

- Fossi canali e Gore (art. 30)

- Parchi storici territoriali (art. 31)

- Sedi e attività culturali artistiche e sociali (art. 32)

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Carta delle invarianti strutturali e degli ambiti caratterizzati (settore nord)

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Carta delle invarianti strutturali e degli ambiti caratterizzati (settore sud)

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AMBITI CARATTERIZZANTI

Gli ambiti caratterizzati sono porzioni di territorio in cui la presenza di più e diversi tipi di invarianti strutturali concorre a

rafforzare il ruolo e il valore specifico ed identitario di un determinato territorio. L’individuazione di tali ambiti è

determinata da una lettura integrata e già orientata agli obiettivi di piano. Gli ambiti caratterizzati sono suddivisi nei

seguenti generi:

- Borghi storici

- Percorsi della centralità urbana;

- Complessi Paesaggistici;

- Contesti urbani di pregio;

- Aree miste;

- Infrastrutturazione ambientale

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Ambito caratterizzato dei Borghi storici Esempi di Borghi storici Obiettivi e strategie per i Borghi storici

I “Borghi storici” costituiscono la forma insediativa caratterizzante il

popolamento della pianura, inscritta nella maglia reticolare dei fossi, gore e

strade e svolgono un rilevante ruolo morfologico, sociale e paesaggistico nel

territorio. Ciascun borgo risulta definito da una specifica combinazione di una

pluralità di invarianti strutturali la cui compresenza e il cui ruolo coevolutivo

connotano un valore identitario di tutto il territorio pratese. Tali aspetti,

percepiti e condivisi dagli abitanti, sono assunti nel presente piano come valori

durevoli e parti costitutive dello statuto.

Per i borghi storici il Regolamento urbanistico , anche sulla base degli ulteriori

approfondimenti conoscitivi disposti dalle presenti norme, definisce apposita

disciplina degli interventi riguardanti tali ambiti al fine di garantire:

− la natura policentrica di tali insediamenti, impedendo la saldatura

fra di loro e verso le espansioni urbane recenti;

− tutelarne il ruolo di centralità mediante il mantenimento e

l’incremento delle funzioni urbane di rilevanza sociale;

− garantire l’accessibilità reciproca e nei confronti del centro

principale mediante trasporto pubblico e mobilità lenta (piste

ciclabili);

− garantire filtri ambientali di consistente profondità nei confronti

degli insediamenti produttivi;

− garantire la compiutezza del rapporto tra insediamento

consolidato (1954) e paesaggio agrario, impedendo nuova

edificazione in corrispondenza di tali margini;

− eventuale nuova edificazione dovrà seguire il principio insediativo

costituito dall’aderenza alla trama fondiaria persistente

disponendosi lungo i suoi perimetri e mantenendo spazi inedificati

al centro.

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Ambito caratterizzato dei Percorsi della centralità urbana

Esempi di Percorsi della centralità urbana Obiettivi e strategie per i Percorsi della centralità urbana

Percorsi della centralità urbana

Sono identificati come “Percorsi della centralità urbana” i complessi

spaziali della città storica e consolidata socialmente riconosciuti,

costituiti da un insieme di spazi pubblici, da cortine edificate costituite

da molteplici presenze architettoniche di cui facciano parte manufatti

di rilevanza storica, da presenza di funzioni rare sotto il profilo sociale

e culturale, da tessuto commerciale.

Per i Percorsi della centralità urbana il Regolamento urbanistico, anche

sulla base degli ulteriori approfondimenti conoscitivi disposti dalle

presenti norme, definisce apposita disciplina degli interventi riguardanti

tali ambiti al fine di garantire:

− la destinazione per funzioni di rilevanza culturale e sociale

dei complessi architettonici di pregio;

− l’unitarietà e la coerenza degli interventi relativamente al

trattamento della scena urbana ivi compresi gli elementi di

arredo, la segnaletica, la colorazione dei paramenti murari, le

insegne e le vetrine;

− la prevalenza della mobilità pedonale e la conseguente

regolamentazione del traffico automobilistico privato;

− l’accessibilità da mezzo pubblico e da parcheggi perimetrali

esterni alla cinta muraria;

− la presenza del tessuto commerciale nelle forme di “centro

commerciale naturale”, predisponendo norme idonee per

l’insediamento sia delle strutture di vendita di vicinato che

della media distribuzione in misura ridotta rispetto ai

parametri di legge in ragione della particolarità dei caratteri

morfotipologici del tessuto edilizio.

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Ambito caratterizzato dei Complessi Paesaggistici Esempi di Complessi Paesaggistici Obiettivi e strategie per i Complessi Paesaggistici

Complessi paesaggistici

Sono riconosciuti “Complessi paesaggistici” le parti del territorio aperto e delle

aree periurbane la cui caratterizzazione discende dalla interazione virtuosa

nel lungo periodo tra singoli elementi quali le forme insediative (ville,

complessi rurali,ecc.), le sistemazioni agroambientali (reticolo idraulico

artificiale e naturale, terrazzamenti, copertura vegetale, agromosaico), le

sistemazioni decorative (parchi e giardini, formazioni arboree lineari,

viali,ecc.). Il piano assume tali ambiti come nuclei di addensamento e presidio

delle qualità paesaggistiche più generali e come markers della percezione

visiva del territorio.

Per i Complessi paesaggistici il Regolamento urbanistico, anche sulla base

degli ulteriori approfondimenti conoscitivi disposti dalle presenti norme,

definisce apposita disciplina degli interventi riguardanti tali ambiti al fine di

garantire:

− la conservazione dei singoli elementi aventi rilevanza storica;

− il mantenimento delle relazioni spaziali, funzionali, simboliche e

ambientali tra i diversi elementi costitutivi;

− la tutela delle visuali anche in relazione con opere e impianti di

produzione e trasporto di energia da fonti rinnovabili.

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Ambito caratterizzato delle Aree miste Esempi di Aree miste Obiettivi e strategie per le Aree miste

Aree miste

Sono identificate come “Aree miste” quelle parti della città consolidata

caratterizzate dalla promiscuità di attività compresenti negli isolati urbani

morfologicamente compositi che rivestono un carattere distintivo dell’identità

pratese in senso economico, morfologico e sociale. Il piano assume tali valori

come elementi statutari complessi per i quali garantire la riproducibilità della

multifunzionalità e del ruolo identitario in senso morfotipologico generale.

Per le Aree miste il Regolamento urbanistico , anche sulla base degli ulteriori

approfondimenti conoscitivi disposti dalle presenti norme, definisce apposita

disciplina degli interventi riguardanti tali ambiti al fine di garantire:

− la tutela dei manufatti di pregio storico architettonico identificati e

censiti;

− l’individuazione di ambiti complessi di intervento attestati intorno

alle Aree miste da assoggettare a strumenti di pianificazione

unitaria;

− il proporzionamento delle funzioni (residenziale, produttiva,

commerciale, di spazi pubblici e servizi);

− la conseguente riduzione della copertura edilizia anche attraverso

la perequazione e la compensazione;

− la rigenerazione spaziale, economica e sociale attraverso la

reinterpretazione dei caratteri identitari riconosciuti;

− la evoluzione degli aspetti produttivi verso il profilo alto della filiera

tessile-confezione anche mediante l’introduzione di ulteriori

funzioni(formazione, promozione, ecc.);

− la accessibilità in tutte le sue forme con particolare attenzione alla

movimentazione delle merci.

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Ambito caratterizzato dei Contesti urbani di pregio Esempi di Contesti urbani di pregio Obiettivi e strategie per i Contesti urbani di pregio

Contesti urbani di pregio

Sono riconosciuti “Contesti urbani di pregio” le parti di città nelle quali sia

leggibile un carattere urbano e edilizio unitario riconducibile a fasi storiche,

autori, concezioni complesse del pensiero urbanistico-architettonico. Il piano

assume tale contesti come elementi identitari almeno di parti di città e ne

tutela gli aspetti singoli come quelli derivanti dal rapporto tra questi e lo spazio

urbano in senso complesso.

Per i Contesti urbani di pregio il Regolamento urbanistico , anche sulla base

degli ulteriori approfondimenti conoscitivi disposti dalle presenti norme,

definisce apposita disciplina degli interventi riguardanti tali ambiti al fine di

garantire:

− la composizione tra le diverse componenti (spazio edificato/spazio

aperto, maglia viaria e sue caratterizzazioni, spazio pubblico e

suoi attributi simbolici e funzionali);

− una specifica disciplina degli interventi ammissibili sul patrimonio

edilizio atta a salvaguardarne il carattere unitario;

− la soluzione intenzionale del rapporto urbanistico-morfologico tra i

contesti stessi e i tessuti urbani al contorno.

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Ambito caratterizzato dell’Infrastrutturazione ambientale (o matrice agro-ambientale) Obiettivi e strategie per la matrice agro-ambientale

Infrastrutturazione ambientale

L’ “Infrastrutturazione Ambientale” (o matrice agro-ambientale) costituisce la struttura portante dal punto di vista eco-sistemico e di connettività del territorio aperto ed

agroforestale. In quanto tale è riconosciuta come invariante strutturale fondamentale non solo per la qualità ambientale dell’insediamento ma anche per la riqualificazione

della stessa forma urbana.

Essa è costituita da specifiche aree agricole di corona urbana della piana, dagli ambiti di naturalità ed agricoli della collina, dalle connessioni ambientali di carattere

territoriale che legano i sistemi di piana e quelli collinari, dai grandi spazi aperti agrourbani della corona verde interna, definiti “nuove centralità agro ambientali”, e dai

corridoi a scala locale che legano questi ultimi alla piana agricola.

Schematicamente la matrice agro-ambientale può essere rappresentata come una struttura formata da direttrici territoriali e locali: le prime seguono sostanzialmente i corsi

d’acqua e hanno dunque andamento nord-sud, le seconde hanno direzioni diverse e si insinuano più capillarmente anche nelle aree urbane.

Il PS persegue per l’Infrastrutturazione Ambientale e per gli spazi

e prestazioni che la caratterizzano obiettivi di tutela, rafforzamento

e riqualificazione.

Gli atti di governo del territorio, in coerenza con altre disposizioni e

normative di settore, dettano indirizzi e prescrizioni per il

perseguimento di questi obiettivi e in particolare per evitare che

ulteriori espansioni e saldature dell’edificato possano

compromettere le caratteristiche e funzioni della matrice

agroambientale, in particolar modo nel suo disegno di elemento

connettivo ambientale. Inoltre il R.U. individua specifiche norme

finalizzate a:

- mantenimento e ripristino dell’agromosaico e del reticolo

idrografico minore;

- tutela, riqualificazione e ricostruzione degli elementi

vegetazionali lineari (siepi, filari) ed isolati con finalità di

carattere multifunzionale (ecologiche, energetiche,

paesistiche,produttive, fruitive, etc);

- recupero del sistema della viabilità minore attraverso la

tutela e ricostruzione della viabilità di impianto storica e

vicinale nel contesto di obiettivi di fruizione ed accessibilità

lenta del territorio aperto e dei suoi collegamenti con le

zone residenziali;

- tutela e salvaguardia degli elementi di base del sistema di

collegamento ecologico del territorio comunale, costituiti

da siepi, elementi lineari, vegetazione riparia, superfici

boscate anche di limitata superficie, ecc).

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Carta dei sistemi territoriali del territorio comunale di Prato

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Sistema 4: I Borghi

Caratteri identitari Risorse e criticità Invarianti presenti Ambiti caratterizzati presenti Strategie per il governo del territorio

Il sistema comprende una vasta area

posta a corona del centro storico di

Prato in direzione ovest, e

caratterizzata dalla presenza di

numerosi nuclei storici sorti lungo la

viabilità fondativa (via Bologna, via

Pistoiese, via di Casale, via

Galcianese-via Visiona).

I principali borghi sono Coiano,

Maliseti, Viaccia, Narnali,

Borgonuovo,Galciana, Capezzana,

Vergaio, Casale, Tobbiana e San

Giusto, tutti ancora dotati di un buon

grado di riconoscibilità data anche

dalla presenza di spazi e

attrezzature pubbliche.

Il sistema è attraversato in senso

est-ovest dalla Declassata che

distribuisce il traffico veicolare verso i

borghi storici e accoglie importanti

funzioni commerciali e direzionali.

La qualità e la disponibilità della

risorsa idrica sono alquanto scarse.

La qualità dell’aria risente

negativamente degli effetti del traffico

veicolare, più ingenti in prossimità dei

grandi assi viari e del cento di Prato.

Per quanto riguarda la risorsa suolo si

osservano:

- la significativa presenza e

consistenza di aree agricole

intercluse e semi intercluse

connesse attraverso penetranti

alle aree di corona agricola

esterna;

- le parti trasversali della matrice

agro ambientale costituite da aree

agricole di cuscinetto tra i borghi;

- eterogeneità delle coperture del

suolo agricolo in prossimità dei

centri urbani;

- alta percentuale di

impermeabilizzazione nelle aree

urbanizzate;

- presenza di centri urbani di media

antropizzazione e

urbanizzazione.

- tendenza alla saldatura fra i vari

borghi con il rischio di occlusione

di importanti varchi connettivi;

- destrutturazione della matrice

insediativa storica causata dalle

espansioni recenti.

- Beni monumentali e

archeologici soggetti a vincolo

di tutela;

- Patrimonio edilizio presente al

1954;

- Elementi ordinatori dello spazio

pubblico;

- Complessi di archeologia

industriale;

- Complessi produttivi di valore

tipologico;

- Tracciati viari presenti al 1954;

- Strade vicinali;

- Ville e nuclei rurali di rilevanza

storico e architettonica e loro

pertinenze;

- Formazioni arboree decorative /

viali alberati;

- Mosaico agrario: tessere

rimaste invariate per copertura

e superficie dal 1954 ad oggi;

- Alberi monumentali censiti e

alberi monumentali di interesse

locale;

- Siti e percorsi di apertura visiva;

- Corpi idrici e aree umide;

- Fossi canali e gore;

- Sedi di attività culturali

artistiche e sociali.

1. Borghi Storici:

- Coiano: particolarmente legato allo sviluppo

tessile della zona; ricade all’interno di questo

borgo il “Lanificio Affortunati”, complesso di

archeologia industriale.

- Maliseti: frazione situata sulla strada per

Montemurlo e Montale.

- Viaccia: frazione più occidentale su via Pistoiese,

a ridosso del confine comunale.

- Narnali: frazione nata nel basso medioevo attorno

a via Pistoiese, conserva alcuni elementi

patrimoniali rilevanti come la Chiesa di Santa

Maria a Narnali.

- Borgonuovo: nucleo tra via Pistoiese e via

Mascagni, a ridosso della linea ferroviaria

Firenze-Prato-Pistoia-Lucca-Viareggio.

- Galciana: frazione di origine longobarda (VI-VII

sec. d.c.).

- Capezzana: frazione sviluppatasi intorno alla

Chiesa di Santa Maria a Capezzana.

- Vergaio: la zona si è sviluppata intorno alla

Chiesa di San Martino, costruita nel X secolo.

- Casale: ha conservato le caratteristiche di piccolo

borgo appartato e decentrato, dalle origini rurali

ancora visibili e testimoniati da vari edifici colonici

oggi recuperati.

- Tobbiana: interessata in tempi recenti dal

generale incremento economico e demografico,

ha mantenuto il carattere di piccola frazione con

una propria identità.

- San Giusto: comprende la pieve di San Giusto in

Piazzanese, chiesa più antica del territorio

extraurbano di Prato. Il borgo si sviluppa lungo la

via di San Giusto.

Obiettivi e azioni:

La permanenza dei nuclei storici, nonostante interventi di

nuova espansione edificatoria, come entità separate e

distinte assume un valore identitario molto forte e

contribuisce a caratterizzare positivamente l’aspetto di

città policentrica di Prato. Impedire la saldatura del tessuto

edificato, mantenendo i cunei di territorio aperto, di

penetranti verdi e di zone agricole è pertanto l’obiettivo

principale del Sistema, che dovrà essere attuato tramite:

− la conservazione dell’aspetto policentrico che

caratterizza il sistema;

− il rafforzamento dell’identità dei borghi (sociale e

culturale) realizzando nuovi servizi all’interno dei nuclei

storici dei borghi stessi e non nelle “periferie”;

− lo sviluppo della mobilità alternativa come

collegamento tra i diversi centri, potenziando sia il

sistema dei percorsi ciclabili sia i livelli di servizio della

rete del trasporto pubblico;

− la salvaguardia delle aree agricole interconnesse e

delle porzioni di mosaico agrario rimaste inalterate nel

tempo per la qualificazione del territorio dal punto di

vista ambientale, paesaggistico, culturale e

agroalimentare con interventi di naturalizzazione

(fasce boscate lungo i corsi d’acqua), di mantenimento

della maglia agraria fitta e della eterogeneità delle

coperture del suolo anche tramite la creazione di orti

sociali, fattorie urbane e didattiche, loisir e paesaggio,

agricoltura hobbistica ;

− il potenziamento delle aree destinate alle funzioni

pubbliche, come evidenziano i parametri minimi di

riferimento adottati e come hanno sottolineato gli

stessi abitanti durante gli incontri del processo

partecipativo.

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30

2. Complessi Paesaggistici:

- Complesso Paesaggistico Gonfienti-Bisenzio:

ricade in questo sub-sistema solo la parte

settentrionale, in cui il Bisenzio va dalla passerella

Santa Lucia al ponte Datini.

3. Contesti Urbani di pregio:

- Villaggio Gescal: sorto negli anni ’60 e progettato

da Quaroni, il villaggio si sviluppa intorno a 7

grandi moduli quadrati derivanti dall’assemblaggio

di tipi costruttivi elementari a formare vaste corti

centrali ad uso collettivo. Il tutto è collegato da un

sistema aperto con spazi a verde pubblico e

servizi comuni.

4. Infrastrutturazione Ambientale:

- Torrente Bardena per il tratto che va da Galceti a

Casale, attraversando tutta la Piana.

- Fiume Bisenzio per il tratto che va dalla passerella

Santa Lucia al ponte Datini.

- Area compresa tra le due gore (di Gello e di San

Giusto) entrambe tubate.

- Area compresa tra viale Allende ed il centro di

Tobbiana.

5. Aree miste:

- Area a Borgonuovo compresa tra via Pistoiese e

via dell’Alberaccio, in cui sono presenti isolati

misti.

Criteri e prescrizioni per gli atti di governo del

territorio:

− dettare regole specifiche per le nuove edificazioni a

destinazione agricola, compresi i manufatti precari;

− indicare, a seconda delle zone, i limiti di

trasformabilità degli edifici rurali esistenti, compresi

gli annessi agricoli;

− indicare i contenuti dei P.A.P.M.A.A. e in particolare

gli interventi di miglioramento agricolo ambientale

compatibili con la tutela del territorio e con gli obiettivi

di cui al precedente comma;

− nel caso di nuovi interventi adottare e sviluppare

nuove forme di standard prestazionali finalizzati a

riqualificare e mantenere sul piano produttivo,

paesistico ed ambientale il territorio agricolo delle

aree di green belt interno (forme di

convenzionamento e standard ambientali);

− determinare le aree e le modalità per la realizzazione

di annessi rurali a servizio di fondi condotti da

soggetti diversi dagli imprenditori a titolo principale.

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31

Sistema 5: La città in aggiunta

Caratteri identitari Risorse e criticità Invarianti presenti Ambiti caratterizzati presenti Strategie per il governo del territorio

Il sistema comprende la parte di

territorio comunale situata a sud-est

del centro storico di Prato e

sviluppatasi essenzialmente con i

primi programmi di ampliamento

della città del Novecento. L’impianto

urbanistico di fondo è quello leggibile

al 1954, circondato da addizioni

successive di carattere sia

artigianale e proto-industriale che

residenziale. Numerose le aree

miste e gli esempi di archeologia

industriale.

Il sistema è caratterizzato anche

dalle presenza di diverse aree libere

tra cui il Parco delle Fonti e l’area ex-

Banci, situate in posizione strategica

rispetto all’asse di Viale della

Repubblica e Via Valentini (dove si

trovano tra l’altro il Museo Pecci e

diversi servizi di terziario avanzato).

Importante è anche il Parco della

Pace, polo attrattore ricreativo e

sportivo di rilievo.

La risorsa acqua è scarsa - in

relazione ai fabbisogni delle attività

industriali presenti – e di bassa

qualità: le acque sotterranee risultano

inquinate sia dagli scarichi delle

industrie che da punti di scarico delle

acque reflue urbane.

La qualità dell’aria risente dell’elevato

traffico veicolare.

Dal punto di vista della risorsa suolo

l’area presenta alti livelli di

impermeabilizzazione ma anche una

buona quantità di aree agricole

intercluse e semintercluse,

debolmente connesse alle aree di

corona agricola esterna da alcuni

filamenti verdi. Il problema principale

è rappresentato dalla cesura prodotta,

all’interno della matrice agro-

ambientale, dal passaggio di alcune

importanti infrastrutture come

l’autostrada che ne riducono

significativamente il grado di

connettività.

- Beni monumentali e

archeologici soggetti a vincolo

di tutela;

- Patrimonio edilizio presente al

1954;

- Elementi ordinatori dello spazio

pubblico;

- Complessi di archeologia

industriale;

- Complessi produttivi di valore

tipologico;

- Tracciati viari presenti al 1954;

- Strade vicinali;

- Ville e nuclei rurali di valore

storico e architettonica e loro

pertinenze;

- Formazioni arboree

decorative/viali alberati;

- Mosaico agrario: tessere

rimaste invariate per copertura

e superficie dal 1954 ad oggi;

- Alberi monumentali censiti e

alberi monumentali di interesse

locale;

- Siti di apertura visiva;

- Fossi canali e Gore;

- Sedi e attività culturali artistiche

e sociali.

1. Borghi Storici:

- Mezzana: posto a controllo del crocevia viario in

prossimità del fiume Bisenzio, il borgo ha avuto

uno sviluppo lineare intorno alla chiesa di San

Pietro.

- Grignano: il nucleo, nato intorno alla chiesa di San

Pietro (che conserva l’originaria abside del 1100),

si è sviluppato lungo via Roma e la via vicinale dei

Casini.

- Cafaggio: nel Medioevo il nucleo abitato si

sviluppava intorno all’attuale chiesa di Santa

Maria, documentata dal 998; negli anni sessanta

del Novecento la frazione si è sviluppata con la

costruzione di numerose case tra la zona di via

Roma e di via Cava.

2. Infrastrutturazione Ambientale:

- Area compresa tra la parte ad est della gora di

Gello e la zona a settentrione dell’autostrada.

- Corridoio nord-sud lungo la gora di Cafaggio,

tubata in quel tratto.

- Area triangolare compresa tra lo svincolo

autostradale, la Declassata e l’autostrada.

3. Aree miste:

- Area compresa tra via Ferrucci e la Declassata

che si sviluppa in direzione nord-sud lungo via

Boni; sono presenti isolati misti con formazione

compatta. Ricade all’interno di questa area la

“Fabbrica Sanesi”, normata dall’art. 13 come

complesso di archeologia industriale.

Obiettivi e azioni:

La commistione di tessuti diversi per tipologia e funzione

impone una riorganizzazione degli spazi,

dell’infrastrutturazione e dell’accessibilità, attraverso

opportune ricuciture e interventi di trasformazione da

attuarsi con lo sviluppo della fruizione pubblica e il ricorso

generalizzato al metodo della perequazione.

La posizione strategica dell’asse della Declassata va

considerata come una risorsa territoriale, il cui ruolo di

distribuzione e di localizzazione di attività e attrezzature di

livello metropolitano va ulteriormente potenziato e

razionalizzato, con interventi mirati a:

- la riqualificazione dell’area ex-Banci – Parco delle

Fonti tramite l’inserimento di attrezzature di livello

territoriale in sinergia con le funzioni di pregio limitrofe

e la creazione di un parco urbano;

- la creazione di nuove centralità e la concentrazione di

funzioni di prossimità per il miglioramento della

funzionalità e della qualità abitativa;

- il miglioramento della mobilità locale e sovralocale;

- il miglioramento della continuità e funzionalità del

sistema di spazi aperti in direzione nord-sud;

- il miglioramento della connessione fra i diversi nodi

residenziali del sistema (nord-sud ed est-ovest)

attraverso percorsi di mobilità alternativa, attrezzature

e servizi, anche in funzione della ridefinizione dei

margini esterni;

- la tutela degli spazi verdi interclusi (da destinare

anche a forme di agricoltura urbana) e dei varchi di

connessione tra le varie aree;

- il potenziamento delle aree destinate all’istruzione e

alla cultura.

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Criteri e prescrizioni per gli atti di governo del

territorio:

− predisporre strumenti di intervento di dettaglio per il

recupero e la trasformazione delle aree dismesse o

sottoutilizzate, con priorità per la risoluzione del Nodo

ex Banci – Parco delle Fonti;

− determinare le quote da destinare a edilizia sociale

negli interventi di nuova edificazione a scopo

residenziale.

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Sistema 6: I Macrolotti

Caratteri identitari Risorse e criticità Invarianti presenti Ambiti caratterizzati presenti Strategie per il governo del territorio

Il sistema dei macrolotti (il macrolotto

1 e il macrolotto 2 uniti dall’asse

delle industrie) costituisce il cuore

produttivo della città di Prato. Nati

negli anni cinquanta come spazi per

accogliere le attività produttive

originariamente posizionate al centro

della città e poi delocalizzate, hanno

raggiunto una notevole estensione

che ha modificato in modo notevole

l’assetto del territorio.

Il sistema dei macrolotti,

contraddistinto da una presenza

massiccia dell’attività produttiva

tessile, ha visto nascere in anni

recenti nuove attività, come quella

del pronto moda cinese, affiancato

dai relativi punti di vendita

all’ingrosso.

Il paesaggio industriale dei macrolotti

ha sostituito completamente il

carattere rurale originario della zona,

lasciando come segni soltanto

alcune zone del vecchio mosaico

agrario, alcune colture legnose

permanenti affiancate da piccoli

spazi adibiti a seminativo arborato e

piccole superfici dedicate ai vigneti.

La risorsa acqua è scarsa - in

relazione ai fabbisogni delle attività

industriali presenti – e di bassa

qualità: le acque sotterranee risultano

inquinate in modo particolare sia dagli

scarichi delle industrie.

La qualità dell’aria risente dell’elevato

traffico veicolare e delle numerose

attività produttive presenti.

L’area soffre di una sottodotazione di

spazi verdi e componenti

vegetazionali. I lotti inedificati

all’interno delle aree produttive sono

costituiti da superfici non valorizzate

(incolti). Molto alto è il livello di

impermeabilizzazione del suolo.

Un aspetto positivo sono la

concentrazione e il mix di attività

produttive e di servizio con

disponibilità di spazi sufficientemente

adeguati dal punto di vista funzionale

e facilmente accessibili;

- Patrimonio edilizio presente al

1954.

- Tracciati viari presenti al 1954.

- Strade vicinali.

- Ville e nuclei rurali di valore

storico e architettonica e loro

pertinenze.

- Mosaico agrario: tessere

rimaste invariate per copertura

e superficie dal 1954 ad oggi.

- Fossi canali e Gore.

- Sedi e attività culturali artistiche

e sociali.

1. Infrastrutturazione Ambientale:

- La fascia sottostante l’autostrada nel Macrolotto 2

ed il fianco occidentale di viale Berlinguer

Obiettivi e azioni:

L’importante ruolo di polo industriale rappresentato dai

Macrolotti va mantenuto e rafforzato migliorando la qualità

e la funzionalità del sistema, tramite:

− la riqualificazione degli spazi comuni ed aperti;

− la realizzazione di ambiti di centralità caratterizzati da

spazi e servizi alla persona e all’impresa (servizi

finanziari, commercio, uffici pubblici, strutture ricettive

e ricreative, etc);

− il miglioramento qualitativo dei servizi forniti alle

imprese;

− il miglioramento ecologico dei cicli produttivi

attraverso lo sviluppo delle energie rinnovabili (APEA);

− il completamento e la riqualificazione dei tessuti

produttivi;

− il miglioramento dell’accessibilità tramite mezzi

pubblici;

− il potenziamento delle interconnessioni, compresa la

connessione alla rete ciclabile urbana.

Criteri e prescrizioni per gli atti di governo del

territorio:

− definire puntualmente gli interventi ammessi e le

modalità per il completamento e la riqualificazione

degli edifici produttivi;

− individuare le modalità e gli eventuali incentivi per

l’impiego di energie rinnovabili;

− stabilire le percentuali delle superfici da mantenere

permeabili.

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Sistema 7: La Piana

Caratteri identitari Risorse e criticità Invarianti presenti Ambiti caratterizzati presenti Strategie per il governo del territorio

Il Sistema comprende la maggior

parte del territorio agricolo pratese,

caratterizzato da un sistema

insediativo di interesse storico

articolato lungo i tracciati viari

fondativi e strutturato dalla trama

delle gore.

La pianura ha subito nel corso del

tempo una notevole trasformazione

dovuta alla variazione delle

coperture del suolo e all’alterazione

del mosaico agrario (allargamento

delle tessere e conseguente

depauperamento per articolazione e

complessità della matrice agraria).

La parte occidentale del sistema è

caratterizzata da aree umide di

particolare interesse ambientale ma

anche dalla presenza di

infrastrutture, che costituiscono

elementi di forte criticità ambientale.

Il Sistema comprende anche i borghi

storici di Tavola, Iolo, Paperino e

S.Giorgio a Colonica.

Il Parco delle Cascine di Tavola

costituisce un elemento di notevole

valore storico-ambientale e ricreativo

da tutelate e valorizzare.

I corsi d’acqua superificiali sono

scarsi per portata e gravemente

compromessi dal punto di vista

qualitativo a causa di diversi fattori

inquinanti (attività vivaistiche, acque

reflue urbane).

La qualità dell’aria è meno

compromessa che negli altri sistemi

vista la disponibilità di spazi aperti e

la minore presenza di attività

inquinanti.

Dal punto di vista della risorsa suolo

aspetti positivi sono la rilevante

continuità e consistenza delle aree

agricole, l’eterogeneità delle

coperture agricole in prossimità dei

centri urbani, il basso livello di

urbanizzazione con presenza di

nuclei storici sparsi.

D’altra parte aspetti critici sono: la

frammentazione della matrice agro-

ambientale data dalle infrastrutture

con andamento est-ovest; la perdita

di biodiversità e di valore

paesaggistico date dalla

semplificazione del mosaico agrario;

la scarsità di superfici di valore

naturalistico; l’espansione dell’attività

vivaistica.

.

- Beni monumentali e

archeologici soggetti a vincolo

di tutela.

- Patrimonio edilizio presente al

1954.

- Elementi ordinatori dello spazio

pubblico.

- Tracciati viari presenti al 1954.

- Strade vicinali.

- Ville e nuclei rurali di rilevanza

storico e architettonica e loro

pertinenze.

- Formazioni arboree decorative /

viali alberati.

- A.N.P.I.L: “Cascine di Tavola”

in corso di istituzione.

- Mosaico agrario: tessere

rimaste invariate per copertura

e superficie dal 1954 ad oggi.

- Emergenze vegetazionali.

- Alberi monumentali censiti e

alberi monumentali di interesse

locale.

- Siti e percorsi di apertura visiva.

- Corpi idrici e Aree umide.

- Fossi canali e Gore.

- Parchi storici territoriali.

- Sedi e attività culturali artistiche

e sociali.

1. Borghi Storici:

- Paperino: il nucleo storico, sorto attorno alla

chiesa di San Martino, ha subito negli anni la

trasformazione da piccolo paese a vocazione

agricola a nucleo dall’economia basata sul piccolo

artigianato tessile, a conduzione prevalentemente

familiare.

- San Pietro e Sant’Andrea a Iolo. La frazione di

Iolo è divisa in due parrocchie: la Pieve di San

Pietro e la chiesa di Sant'Andrea. L'antica Pieve di

San Pietro, di origine medioevale, ha subito varie

trasformazioni fino ai restauri dell'immediato

dopoguerra. Da ricordare la presenza nel

medioevo di un castello nei pressi della attuale

chiesa di Sant'Andrea Apostolo, e la presenza di

case torri, (una ancora presente all'incrocio tra via

Traversa di Iolo e via Risorgimento).

- Tavola: la parrocchia di Tavola nasce dal distacco

di parte del territorio appartenente alla pieve di

San Giusto, ma riconosciuta poi dal Comune di

Prato come villa, cioè frazione con un proprio

territorio ed una propria autonomia

amministrativa. Si sviluppa lungo la via Giulio

Braga, parallela alla tombata gora di San Giusto.

- Santa Maria a Colonica: Colonica è una frazione

nata dalla centuriazione romana del I secolo a.C..

- San Giorgio a Colonica: Intorno al XII secolo nelle

vicinanze della chiesa di Santa Maria a Colonica

nacque un borgo con castello dentro il quale si

trovava una nuova chiesa, quella di San Giorgio a

Colonica. Il paese ha visto in questi ultimi anni un

grande sviluppo edilizio e industriale.

Obiettivi e azioni:

La presenza di una fascia pressoché continua di aree

agricole intorno alla parte della città più intensamente

edificata si configura come un’importante risorsa non solo

ai fini ambientali e paesaggistici ma anche dello sviluppo

di attività agro-alimentari e per il tempo libero.

L’importanza del Sistema è ulteriormente accresciuta dal

raccordo con progetti di area vasta come il Parco della

Piana.

Per valorizzare efficacemente tale contesto è necessario:

− coordinare le azioni locali con il progetto a scala

metropolitana denominato “Parco della Piana”, di cui la

parte del territorio pratese costituisce uno dei poli di

maggior interesse sia agrario sia culturale, in

particolare incentivando e promuovendo i collegamenti

con il Parco Archeologico di Gonfienti e con le altre

zone al di fuori del perimetro comunale;

− mantenere e potenziare una agricoltura periurbana

economicamente vitale, in grado di produrre beni

alimentari e servizi di qualità, nonché di concorrere alla

generale riqualificazione agro-ambientale e

paesaggistica del territorio aperto in sinergia e

continuità con l’insediamento urbano e con le “nuove

centralità agro ambientali” e spazi aperti presenti al

suo interno;

− promuovere la salvaguardia attiva del territorio aperto

e delle porzioni di mosaico agrario rimaste inalterate

nel tempo per la qualificazione del territorio dal punto

di vista ambientale, paesaggistico, culturale e

agroalimentare anche attraverso il “Parco agricolo

della Piana”;

− ricostituire e valorizzare i legami culturali e identitari

con il territorio aperto attraverso nuove opportunità e

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2. Complessi Paesaggistici:

- Complesso Paesaggistico Piana di san Giorgio:

comprende la maggior parte del territorio agricolo

pratese, caratterizzato da un sistema insediativo

di interesse storico, che si articola lungo i tracciati

viari fondativi (via di Castelnuovo, via della Torre

Armata, via del Pozzo, via del Leone) e la trama

delle gore (gora del Palasaccio, gora di

Castelnuovo; gora Bandita e gora Viaccori);

- Complesso Paesaggistico Cascine di Tavola:

parte dell’Anpil delle Cascine di Tavola fino al

torrente Ombrone, ovvero al confine comunale;

- Complesso delle Cascine di Tavola e dei poderi.

3. Infrastrutturazione Ambientale:

- Ambito del torrente Ombrone, del torrente

Bardena, del torrente di Iolo, del fosso della

Filimortula;

- Ambito dela gora Bandita e della gora di

Castelnuovo.

servizi di fruizione (sentieri, percorsi ciclabili, ippovie,

ambienti per il relax e la didattica, ricettività);

− tutelare il Parco delle Cascine di Tavola quale

elemento di notevole valore storico ambientale e

strategico;

− consolidare la centralità sociale e culturale degli

antichi borghi al fine di conservare i caratteri della

“città policentrica”;

− incentivare la qualità dell’offerta del territorio

(agricoltura biologica, prodotti tipici, filiera corta,

ospitalità, turismo escursionistico);

− definire standard prestazionali e qualitativi per la

riqualificazione del fronte città/campagna anche

attraverso limitate aggiunte edificatorie e creazione di

spazi pubblici e servizi;

− contenere il consumo di suolo agricolo.

Criteri e prescrizioni per gli atti di governo del

territorio:

− coordinare le azioni e gli interventi sul territorio con gli

altri enti locali per la definizione e l’attivazione del

“Parco della Piana”;

− individuare e coordinare specifici incentivi, piani e

programmi finalizzati alla implementazione degli

obiettivi di cui al primo comma del presente articolo;

− indicare i limiti e le modalità di trasformabilità degli

edifici rurali esistenti, compresi gli annessi agricoli;

− dettare regole specifiche per le nuove edificazioni a

destinazione agricola, compresi i manufatti precari;

− indicare i contenuti dei P.A.P.M.A.A. e in particolare

gli interventi di miglioramento agricolo ambientale

compatibili con la tutela del territorio e con gli obiettivi

di cui al primo comma del presente articolo;

− stabilire le prescrizioni progettuali per il vivaismo a

pieno campo e le modalità di controllo dei vivai in

vasetteria in relazione alla disciplina paesaggistica e ai

conseguenti obiettivi di qualità;


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