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PSICOLOGIA AL LAVORO - Studio Castello Borgia · 2 PSICOLOGIA AL LAVORO SOMMARIO 4 - FOCUS...

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1 PSICOLOGIA AL LAVORO NEWS Febbraio 2017 FOCUS Neuropsicologia Psicologia Sociale Psicologia del lavoro Intelligenza Emotiva PSICOLOGIA AL LAVORO
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PSICOLOGIA AL LAVORO

NEWS Febbraio 2017

FOCUS Neuropsicologia

Psicologia Sociale

Psicologia del lavoro

Intelligenza Emotiva

PSICOLOGIA AL LAVORO

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PSICOLOGIA AL LAVORO

SOMMARIO

4 - FOCUS Neuropsicologia

Enhancing Cognitive Functioning in Healthly Older Adults

Psicologia Sociale Toward a Social Psychology of Race

Apprendimento Evolution and Revolution in Artificial

Intelligence in Education

Intelligenza Emotiva Developments in Trait Emotional

Intelligence

6 - ARTICOLI DEL MESE DA Psicologiadellavoro.org Scuolaformazionepsicologia.it

Studiocastello.it

7 – EDITORIALE La Sindrome di Asperger – 2° parte

Mobbing: 2° parte Le emozioni

13 – NEWS

Eventi

Formazione

Presentazioni

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PSICOLOGIA AL LAVORO

Nel prossimo numero

FOCUS

The Psychology of Working Theory

The cognitive psychology of Internet gaming disorder Energy studies need social science

Older Adults Improve on Everyday Tasks after Working Memory Training and Neurostimulation

ARTICOLI DEL MESE Psicologiadellavoro.org e Scuolaformaziomepsicologia.it

EDITORIALE

Un caso clinico:La sindrome di Asperger – 3° parte Quando un’emozione è falsa

NEWS Eventi- Formazione - Presentazioni

INFO

Premesse, informazioni

e quant’altro

La nostra newsletter viene inviata esclusivamente agli iscritti al nostro

network www.psicologiadellavoro.org www.scuolaformazionepsicologia.it

www.itest.center www.studiocastello.it

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www.psicologiadellavoro.org

È composta da 4 sezioni:

1. I Focus - rappresentano un aggiornamento

e contengono un link a ricerche scientifiche, su varie tematiche, quali per esempio

Neuropsicologia, psicologia clinica, psicologia del lavoro.

2. Gli articoli del mese – contiene l’elenco degli articoli usciti sul nostro network o scelti da

altri siti

3. Editoriale del mese – contiene uno o più articoli/case history su temi di psicologia

4. Corsi/Eventi/Presentazioni – contiene una o più segnalazioni su eventi ritenuti

interessanti.

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PSICOLOGIA AL LAVORO

NEUROPSICOLOGIA

Enhancing Cognitive Functioning in Healthly Older Adults:

a Systematic Review of the Clinical Significance of Commercially

Available Computerized Cognitive Training in Preventing

Tejal M. Shah & Michael Weinborn & Giuseppe Verdile & Hamid R. Sohrabi & Ralph N. Martins

Abstract

Successfully assisting older adults to maintain or improve cognitive function , particularly when they are dealing with neurodegenerative disorders such as Alzheimer’s disease (AD), remains a major challenge. Cognitive training may stimulate neuroplasticity thereby increasing cognitive and brain reserve. Commercial brain training programs are computerized, readily-available, easy-to-administer and adaptive but often lack supportive data and their clinical validation literature has not been previously reviewed. Therefore, in this review, we report the characteristics of commercially available brain training programs, critically assess the number and quality of studies evaluating the empirical evidence of these programs for promoting brain health in healthy older adults, and discuss underlying causal mechanisms.

Full Text:

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PSICOLOGIA SOCIALE

Toward a Social Psychology of Race and Race Relations for the

Twenty-First Century

By Firoj Alam, Morena Danieli, Giuseppe Riccardi

Abstract

The United States, like many nations, continues to experience rapid growth in its racial minority population and is projected to attain so-called majority-minority status by 2050. Along with these demographic changes, staggering racial disparities persist in health, wealth, and overall well-being. In this article, we review the social psychological literature on race and race relations, beginning with the seemingly simple question: What is race? ….

FOCUS

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PSICOLOGIA AL LAVORO

APPRENDIMENTO

Evolution and Revolution in Artificial Intelligence in Education R.N. Mikayilova

Abstract The field of Artificial Intelligence in Education (AIED) has undergone significant developments over the last twenty-five years. As we reflect on our past and shape our future, we ask two main questions: We analyse 47 papers from three years in the history of the Journal of AIED (1994, 2004, and 2014) to identify the foci and typical scenarios that occupy the field of AIED. We use those results to suggest two parallel strands of research that need to take place in order to impact education in the next 25 years: One is an evolutionary process, focusing on current classroom practices, collaborating with teachers, and diversifying technologies and domains. The other is a revolutionary process where we argue for embedding our technologies within students’ everyday lives, supporting their cultures, practices, goals, and communities

INTELLIGENZA EMOTIVA

Developments in Trait Emotional Intelligence K. V. Petrides, Moïra Mikolajczak, Stella Mavroveli, Maria-Jose Sanchez-Ruiz, Adrian Furnham, Juan-Carlos Pérez-González

Trait emotional intelligence (“trait EI”) concerns our perceptions of our emotional abilities, that is, how good we believe we are in terms of understanding, regulating, and expressing emotions in order to adapt to our environment and maintain well-being. In this article, we present succinct summaries of selected findings from research on (a) the location of trait EI in personality factor space, (b) the biological underpinnings of the construct, (c) indicative applications in the areas of clinical, health, social, educational, organizational, and developmental psychology, and (d) trait EI training. Findings to date suggest that individual differences in trait EI are a consistent predictor of human behavior across the life span

FOCUS

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PSICOLOGIA AL LAVORO

Sindrome di Asperger

2° Parte

Caratteristiche e criteri

Il senso di colpa nella Sindrome di Asperger è presente in misura normale. Sempre per tale

ragione, chi soffre di tale sindrome non sa come reagire quando gli atti di prevaricazione sono

diretti verso lui stesso: la reazione potrebbe essere inesistente oppure tardiva e smisurata

rispetto al torto subito.

Eventi irritanti che per altre persone sarebbero facilmente

gestibili, per essi diventano crisi di ansia che scatenano due tipi

di reazioni che si esplicano in due modalità esternamente molto

differenti, perfino opposte, denominate “meltdown” (fusione del

nocciolo) o “shutdown” (spegnimento). Il meltdown si esplica in

un accesso di rabbia, o addirittura in un’aggressività

apparentemente futile (ad esempio a seguito di una presa in

giro, evento che altre persone riescono a gestire con la

diplomazia, mentre gli Asperger no) e che quindi agli occhi delle

aòtre persone potrebbero apparire sintomo di carattere

violento.

Si tenga però conto del livello di autocontrollo che differenzia questi accessi da quelli degli

psicotici, per questi ultimi gli eventi sono incontrollabili, mentre per gli Asperger sono

dimostrazioni volontarie sulle quali mantengono comunque un ferreo controllo razionale.

Hanno la tendenza, ad esempio, a non riuscire a

capire il motivo per cui è deprecabile mostrarsi

nudi, ciò non significa che essi desiderino farsi

vedere nudi o vedere gli altri nudi, ma che, pur

rispettando anch’essi tale convenzione, non

comprendono perché, volendo, non si possa fare.

Nonostante le difficoltà, a volte le persone con

Sindrome di Asperger hanno un raro e sviluppato

senso dell’umorismo.

Come pure il ricordarsi a vita il minimo particolare di una situazione vista, vissuta o sentita, o

di ricordarsi a memoria un numero o una serie di numeri (telefonici, civici, date o altro) per

molto tempo e senza il minimo errore.

Hanno però notevoli difficoltà nella memoria procedurale, ovvero nell’apprendere attività

manuali, ad esempio risulta molto lungo e difficoltoso fare i nodi.

EDITORIALE

Dott.ssa Irene Borgia

Dott. Andrea Castello

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PSICOLOGIA AL LAVORO

Ad esempio la difficoltà nell’imparare a leggere gli orologi a lancette, in alcuni casi difficoltà

anche nel riconoscere i volti (prosopagnosia) e nel definire l’età delle persone.

Queste difficoltà possono essere spiegate con la difficoltà nell’apprendere l’uso delle posate:

qualora nessuno gli dia precise indicazioni verbali, non riescono ad imparare solo osservando

gli altri per il semplice motivo che “non li osservano”, cosicchè spesso fino ad età adulta

impugnano le posate allo stesso modo con cui lo fanno i bambini alle prime armi, fin quando

qualcuno glielo farà notare esplicitamente.

La difficoltà nell’apprendere, se dal lato manuale è dovuta al “non notare”, dal lato

comportamentale è dovuta invece al fatto che pur capendo, non riescono ad immedesimarsi

facendo propri i lati altrui, ma possono solamente tentare di imitarli. Molti comportamenti

peculiari ad ognuno di essi sono dovuti all’imitazione di altre persone, in particolare delle loro

figure “guida”.

Sindrome di Asperger (DSM IV TR):

Grave e perdurante compromissione dell’interazione

sociale (Criterio A) e lo sviluppo di modalità di

comportamento, interessi, e attività ristretti e

ripetitivi (Criterio B). L’anomalia deve causare una

compromissione clinicamente significativa nell’area

sociale, lavorativa, o in altre aree importanti del

funzionamento (Criterio C). Contrariamente

al Disturbo Autistico non vi sono ritardi o devianze

clinicamente significativi nell’acquisizione del

linguaggio (Criterio D), sebbene aspetti più sottili

della comunicazione sociale possano essere alterati.

Inoltre, durante i primi 3 anni di vita non vi sono

ritardi clinicamente significativi nello sviluppo

cognitivo così come si manifesta nella normale

curiosità riguardo all’ambiente o nell’acquisizione

delle capacità di apprendimento e nel comportamento

adattivo appropriati all’età (tranne che

nell’interazione sociale) (Criterio E). Infine, la

diagnosi non viene fatta se sono soddisfatti i criteri

per un altro specifico Disturbo Pervasivo dello

Sviluppo o per la Schizofrenia (Criterio F).

La terza parte nel prossimo articolo ….

EDITORIALE

Dott.ssa Irene Borgia

Dott. Andrea Castello

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PSICOLOGIA AL LAVORO

LE SEI EMOZIONI PRIMARIE

Secondo gli studi del dott. Elkman e del Dott. Friesen,

esistono sei emozioni primarie (principali):

– felicità

– paura

– rabbia

– disgusto

– tristezza

– sorpresa

Queste sono emozioni innate che ritroviamo in qualsiasi popolazione anche se diverse tra loro, per

questo motivo i due ricercatori le definirono emozioni primarie (universali).

Nell’immagine sopra, possiamo vedere un esempio di queste emozioni sul volto di altrettanti volti.

Darwin, per primo aveva ipotizzato l’universalità delle espressioni basandosi sulla osservazione delle

emozioni nei primati.

In effetti, l’espressione delle emozioni avviene tramite l’attivazione di una serie di muscoli (di tutto

il corpo), negli animali, così come nell’uomo. Quest’ultimo possiede però una maggiore abilità nel

controllo dei movimenti muscolari, soprattutto delle espressioni facciali, tramite 46 muscoli che

risultano il principale vettore di comunicazione emozionale.

Seppure l’uomo possa adottare una particolare espressione facciale volontariamente, esistono due

diversi circuiti nervosi per i muscoli facciali, di cui uno involontario, l’altro no, quindi fuori dal nostro

controllo consapevole.

Infatti l’attivazione di una particolare emozione è in grado di mettere in azione anche i circuiti

involontari, per questo motivo è impossibile negare completamente l’espressione di una emozione:

alcuni muscoli si attiveranno comunque, anche se magari solo per un breve istante.

Muscoli viso

In altre parole non ci è possibile controllare tutte le nostre espressioni sia corporee che facciali, ma

solamente alcune, il risultato sarà che anche volendo, non saremo in gradi di nascondere tutti i segnali

relativi ad un determinata emozione, non saremo in grado di mentire perfettamente

Ekman e Friesen riscontrarono che tutte le espressioni del viso e i movimenti inerenti al linguaggio

del corpo, sono universali, quindi i segnali relativi a determinate emozioni saranno gli stessi anche su

persone di etnie diverse.

E’ nato così lo studio delle famose microespressioni, espressioni del viso che appaiono in un

venticinquesimo di secondo per poi svanire e che, solitamente sono inconsapevoli.

EDITORIALE

Dott. Andrea Castello

Dott.ssa Irene Borgia

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PSICOLOGIA AL LAVORO

Di fatto nella comunicazione non verbale non esistono solo sei emozioni, ma famiglie intere di

espressioni, poiché una stessa emozione potrebbe corrispondere ad un’intera famiglia di espressioni,

per esempio la rabbia può prendere sfaccettature di vario tipo: il senso di colpa, il disprezzo oppure

rabbia con disprezzo. Tutto ciò sarà possibile leggerlo semplicemente osservando la mimica facciale

e il linguaggio del corpo.

Inoltre se vengono interrotte le emozioni, le espressioni facciali vengono riconosciute come soffocate;

esse durano molto più a lungo delle microespressioni e si denotano da un’interruzione della stessa.

Nell’immagine mostrata sopra, sono elencate alcune caratteristiche microespressioni relative ad

alcune emozioni, caratteristiche che se non presenti ci indicato che l’emozione è falsa (link

all’alrticolo).

Per capire chi mente, dobbiamo osservare il linguaggio del corpo e sia la comunicazione non verbale,

sia la comunicazione verbale, e bisogna assolutamente scoprire gli indizi di menzogna (i

comportamenti dei bugiardi)…

EDITORIALE

Dott.ssa Irene Borgia

Dott. Andrea Castello

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PSICOLOGIA AL LAVORO

STRESS E MOBBING

Le ricadute sulla persona

Il mobbing non è una malattia, ma una condizione lavorativa estrema e, in

quanto tale, può comportare importanti effetti negativi sulla salute delle persone

coinvolte.

Come fonte di stress costituisce un fattore lesivo sia per il corpo che per la

psiche dei soggetti interessati, producendo alterazioni funzionali a vari livelli.

I soggetti sottoposti a violenza psicologica presentano un rischio elevato di

sviluppare disturbi d’ansia e dell’umore (disturbi del sonno e dell’apparato

digerente, cefalee e problemi muscoloscheletrici, perdita dell’autostima e del

desiderio sessuale, depressione, ecc.).

Non sempre il medico generico riesce a riconoscere e gestire la sintomatologia da stress che tale

fattore psicosociale provoca, infatti il mobbing ha tutte le caratteristiche di uno stressor con

potenzialità di generare una risposta di stress negativo e cronico: intensità, durata nel tempo,

cambiamento continuo, tutto ciò crea, a seconda della soggettività individuale, una caratteristica

risposta da stress. Quindi il mobbing, nelle sue più diversificate manifestazioni, rappresenta un

continuo adattamento a stimoli forti ed imposti, la cui l’intensità, durata degli stimoli ed il progressivo

indebolimento delle difese psichiche soggettive comportano il rischio di una cronicizzazione dello

stress negativo con le conseguenze relative, predisponendo a disturbi psicosomatici, disturbi di

adattamento, disturbi post-traumatici da stress e depressione.

Organi ed apparati più frequentemente coinvolti

Cervello: ansia, attacchi di panico, depressione, emicrania, vertigine; perdita di memoria,

difficoltà di concentrazione; insonnia.

Pelle: disturbi cutanei, dermatosi, psoriasi.

Apparato respiratorio: problemi di respirazione, mancanza di fiato, senso di oppressione.

Collo-spalle: cefalea muscolo-tensiva, cervicale, mal di schiena.

Cuore: tachicardia, palpitazioni, infarto del miocardio.

Apparato muscolo-scheletrico: contratture, algie diffuse, posture scorrette.

Apparato digerente: problemi gastrici, bruciori di stomaco, ulcera. In certi casi, bulimia.

Occhi: annebbiamento temporaneo della vista.

Sistema immunitario: calo delle difese dell'organismo, maggiore vulnerabilità alle malattie.

Arti: tremore, sudorazione, senso di debolezza alle gambe, dolori muscolari.

Il Mobbing su Psicologiadellavoro.org

EDITORIALE

Dott. Andrea Castello

Dott.ssa Irene Borgia

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PSICOLOGIA AL LAVORO

CORSI

Sono in partenza i corsi della scuola

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Potete chiedere informazioni anche scrivendo a [email protected]

EVENTI

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http://www.psicologiadellavoro.org/?q=content/presentazione-scuola-di-formazione-psicologia

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