+ All Categories
Home > Documents > Qb16 completo

Qb16 completo

Date post: 22-Jul-2016
Category:
Upload: associazione-ebn-italia
View: 264 times
Download: 7 times
Share this document with a friend
Description:
Quaderni di birdwatching 16, I 2015 www.ebnitalia.it birding, birdwatching, rivista di birdwatching, uccelli
89
QUADERNI DI BIRDWATCHING - n° 16, Anno 2015 - 8,00 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. C/LT/10/2012 QUADERNI DI BIRDWATCHING - marzo 2015 16 SUD AFRICA PAVIA BERTA MAGGIORE 10 ANNI DI ACCIDENTALI Nocciolaia (Nucifraga caryocatactes) (Sandro Sacchetti)
Transcript
Page 1: Qb16 completo

QU

ADER

NI D

I BIR

DW

ATCH

ING

- n°

16,

Ann

o 20

15 - €

8,0

0 - P

oste

Ital

iane

S.p

.A. -

Spe

dizio

ne in

abb

onam

ento

pos

tale

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46)

art.

1, c

omm

a 1,

Aut.

C/LT

/10/2

012

QU

ADER

NI D

I BIR

DW

ATCH

ING

- m

arzo

201

5

16

SUD AFRICAPAVIA

BERTA MAGGIORE10 ANNI DI ACCIDENTALI

Nocciolaia (Nucifraga caryocatactes) (Sandro Sacchetti)

Page 2: Qb16 completo

uando nell’inverno del 2008 è giunta la notizia nella rete, qualcuno deve aver pensato ad una strenna natalizia di EBN. D’altra parte, anche il bec-cofrusone arriva dalla taiga, ogni 10-15 inverni in media, un po’ come le

nevicate a Roma. Così, al primo giorno di luce favorevole, William è partito come aveva fatto tre anni prima, perché ad un’invasione di bellezza non si può resistere. Ma stavolta con un corpo macchina migliore, e un obiettivo stabilizzato in grado di fermare le gocce di ceralacca che pendono dalle punte delle secondarie. A Col-lalbo, sull’altipiano del Renon, si era già radunato un gruppo di fotografi, piantati fra i sorbi. I soggetti erano dispersi sui tetti e sugli alberi, cresta eretta e masche-ra da sole. Aspettavano insetti sollevati dal tiepido sole invernale, inseguiti e presi al volo alla maniera dei gruccioni. Poi, quando la fredda sera ha spento i decolli delle prede, la dieta è finalmente cambiata: stridenti nuvole di seta sono piovu-te sugli alberi dalle palline rosse, grappoli d’uccelli inarcavano i loro rami spogli.

Federico Cauli

Q

controcopertinacontrocopertina

Beccofrusone (Bombycilla garrulus), foto William Vivarelli

Page 3: Qb16 completo

Occhio alla Bonelli

Donazioni per la protezione dell’Aquila di Bonelli in SiciliaCon carta di credito, sul sito www.ebnitalia.it

Con bollettino di c/c postale n. 2947128 intestato a: Associazione EBN Italia Con bonifico bancario: IBAN IT34 M031 6501 6000 0001 1780 103

BIC/SWIFT: BPPIITRRXXXCausale: Bonelli

Oppure ti invitiamo in Sicilia come campista !

Continua la campagna per la protezione della più rara

aquila italiana!

■ Purtroppo il fenomeno del furto ai nidi, anche di uova, continua e gli sforzi per cercare di contrastare il fenomeno si scontrano con le difficoltà di avere un numero adeguato di volontari per coprire tutti i turni. Vieni anche tu in Sicilia e sarai sicuramente ripagato dalla gioia di collaborare all’in-volo di una giovane aquila di Bonelli (foto Andrea Ciaccio).

■ Il segno più concreto dei 5 anni di sorve-glianza è la scoperta di nuove coppie formate da individui ancora non in abito adulto che si sono già riprodotte. Inoltre alcune segnalazioni provengono dalla Calabria come questo giova-ne fotografato sulle alture sopra Reggio Cala-bria (foto Angelo Scuderi).

■ Le attività di sorveglianza si svolgono dall’alba al tramonto e per-mettono l’osservazione diretta delle affascinanti fasi dell’allevamento (foto Giovanni La Grua).

Page 4: Qb16 completo

Anno XVIII - numero 16, marzo 2014

EDITORIALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .METE DEL BIRDWATCHINGL’Africa che non ti aspetti: viaggio in Transvaal BW in Provincia di Pavia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .SPECIE A RISCHIOIl piccolo Albatros del Mediterraneo . . . . . . . .RARITàMarino o terrestre: un Labbo codalunga a Pa-

via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Una rarità sorprendente: Martin pescatore

bianco e nero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . SEGNALAZIONIItalia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Paleartico occidentale e Malta . . . . . . . . . . . . . .ASSOCIAZIONEBird of the year . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10 ANNI DI ACCIDENTALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5

630

50

59

62566670

7374

Registrazione al Tribunale di Verona n. 2239/01 R.R. del 14-11-2001 - Iscrizione R.O.C. n. 19290

Direttore responsabileSalvatore Grenci

Direttore editorialeLuciano Ruggieri

Responsabile della fotografiaGianni Conca

RedazioneGaia Graziano, Andrea Nicoli,Lorenza Piretta, Ettore Rigamonti

Progetto grafico, impaginazione e stampaEdizioni Belvedere di Luigi CorsettiVia Adige, 45 - 04100 Latina (Italia)www.edizionibelvedere.it

Hanno collaborato a questo numeroAntonio Antonucci, Jessica Atzori,Roberto Barezzani, Franco Bernini,Maurizio Biasco, Antonio Bossi,Pierandrea Brichetti, Giuseppe Calsamiglia, Giovanni Capobianco, Carlo Catoni,Bruno Caula, Federico Cauli,Jacopo G. Cecere, Andrea Ciaccio,Remo Ciuffardi, Andrea Corso,Bruno D’Amicis, Daniele Dapiaggi,Davide Derosa, Davide Ferretti,Raymond Galea, Armando Gariboldi, Francesco Gatti, Roberto Gennaio,Francesco Grazioli, Renzo Jentile,Giovanni La Grua, Paul Mansz,Gabriella Martino, Riccardo Molajoli,Bruna Morandotti, Alberto Nava,Angelo Nitti, Aldo Pietrobon,Maurizio Ponzo, Lorenzo Prada,Gianni Rossi, Giuseppe Rossi,Arno Schneider, Angelo Scuderi,Andrea Simoncini, Clotilde Tomei,Antonello Turri, Matteo Visceglia,Michele Viganò, Enzio Vigo, William Vivarelli

@

EBN Italia

®

Via Peyron, 10 - 10143 Torinowww.ebnitalia.it

redazione: [email protected]

In copertina: Verdone(Chloris chloris)Foto di Giuseppe Calsamiglia

LA RIVISTA è DISTRIBuITA AI SOCI DI

Page 5: Qb16 completo

A ssociazioneAnno 2015

Quota sociale 2015Italia € 25,00. Soci sostenitori, enti, associazioni e biblioteche: € 50,00Quota familiare € 5,00Estero (uE e Svizzera) € 35,00

PagamentoItalia Bollettino di c/c postale n. 2947128 intestato a “Associazione EBN Italia”Italia/Estero Bonifico bancario IBAN IT34 M031 6501 6000 0001 1780 103 BIC/SWIFT: IWBK IT MMCausale: Quota sociale Associazione EBN Italia 2015

EBN Italia - Via Allende, 3 - 27100 PAVIA (Italia)

Page 6: Qb16 completo

5

Editoriale

QBNuovi progetti per Lanario e Aquila di Bonelli

Grandi novità per la lotta al saccheggio dei nidi di Aquila di Bonelli e di Lana-rio in Sicilia. Il coordinamento Gruppo Tutela Rapaci si è dato un’identità precisa, costituendosi come gruppo operativo, per una gestione più libera dei fondi e dei finanziamenti esterni. Il GTR intende programmare, anche per la stagione ripro-duttiva 2015, azioni di monitoraggio e sorveglianza ai siti riproduttivi di Aquila di Bonelli, Capovaccaio e Lanario. Per quanto riguarda Aquila di Bonelli e Capovaccaio, sarà monitorata l’inte-ra popolazione siciliana, mentre per il Lanario si prevede di controllare almeno il 50% delle coppie nidificanti nell’isola. Si ritiene che la popolazione di Lanario sia in diminuzione e che sia tuttora oggetto di saccheggi. Per il Capovaccaio, si tratta di seguire la piccolissima popolazione siciliana, costituita da poche coppie. Lo scorso anno sono state monitorate 37 coppie territoriali di Bonelli e sorve-gliati, tutti i giorni, cinque siti, sede di campi stabili. Nel 2015 si prevede la rea-lizzazione di sei campi di sorveglianza. Con un unico alloggio si controlleranno contemporaneamente tre siti; un quarto, poco distante, sarà monitorato periodi-camente. L’area è quella a maggior rischio predazione: proprio da qui proveni-vano, negli anni scorsi, diverse giovani aquile sequestrate dalle forze dell’ordine. Sempre lo scorso anno, in uno di questi siti la nidificazione è fallita prima dell’i-nizio del campo, per il probabile furto delle uova. Si cercano volontari per i campi di sorveglianza: le richieste possono esse-re inviate al nostro socio Giovanni La Grua ([email protected]). Il monitoraggio sul campo richiede molte energie, perché le prime aquile depongono a febbraio e l’involo degli aquilotti ritardatari si protrae fino a giugno. Dato il successo ot-tenuto nel 2014 con l’installazione della prima webcam, grazie alle donazioni di EBN Italia, se ne prevede l’attivazione anche quest’anno, oltre al posizionamento di altre fototrappole nei siti più a rischio (anche di Lanario e Capovaccaio). Il GTR ringrazia i soci di EBN Italia per il loro sostegno: la protezione dell’A-quila di Bonelli si basa esclusivamente su donazioni private e delle associazioni.

Luciano Ruggieri

Page 7: Qb16 completo

l’ che non ti aspettiAfricadi Gianni Conca e Bruna Morandottifoto di Gianni Conca

Viaggio in Transvaal

Page 8: Qb16 completo

■ Con i suoi 2.876 m di altitudine il Sani Pass, che collega il Sud Africa al Leshoto, è il più alto passo della regione sudafricana.

Page 9: Qb16 completo

I I

8

del mondo dove fare birdwatching, gra-zie alla sua particolare ricchezza e va-rietà di ambienti naturali. La check-list comprende circa 850 specie di uccelli, di cui 16 endemici e 22 al limite dell’ende-mismo (cioè presenti anche in Lesotho e Swaziland). Dopo il meraviglioso viaggio in Na-mibia dell’estate scorsa, che ha lasciato in noi un grande desiderio e nostalgia di tornare in Africa, abbiamo deciso di scegliere come meta proprio il Sud Afri-ca, e in particolare la regione che fino agli anni Novanta del Novecento veniva chiamata Transvaal. Nella scelta dell’itinerario abbiamo tenuto conto sia delle distanze tra le va-rie località da visitare (non più di 400 chilometri per ogni tappa), sia della bio-diversità del territorio. L’area orientale ci è sembrata più idonea alle nostre esi-genze, perché più varia. Il Sud Africa è un paese relativa-mente sicuro, accogliente e, dal punto di vista logistico, ben organizzato, con una rete stradale molto efficiente e un’ampia scelta di sistemazioni di ottimo livello.

l Sud Africa orientale, la regione che da Johannesburg raggiunge la costa dell’Oceano Indiano, è

una terra particolare, un’Africa diversa da quella della sterminata savana della Rift Valley, dall’Africa semidesertica del Namib o del Kalahari e dalla foresta lussureggiante del Gambia. È una terra di altipiani, caratterizza-ti da ambienti di savana montana, l’hi­ghveld che degrada alle quote più bas-se nel middleveld, bushveld e lowveld, ambienti aperti con vegetazione arbusti-va o di savana alberata. Con esclusione del Parco Nazionale Kruger, si tratta di un’Africa relativamente nota e, proprio per questo, particolarmente attraente.Offre panorami mozzafiato di alta mon-tagna con canyon profondi, praterie ver-dissime e corsi d’acqua. A volte si insi-nua l’impressione di essere in un altro continente; sono i leoni, i leopardi e gli elefanti a mantenerti saldamente con i piedi in Sud Africa. Questa grande nazione, con una su-perficie pari a quattro volte l’Italia, è considerata uno dei dieci migliori paesi

■ La cartina evidenzia le tappe del percorso

in ordine cronologico.

6

Kgomo-Kgomo

Wakkerstroom Bayala Lodge

BonamanziSt. Lucia

Dullstroom

PhophonyanefallsJohannesburg

KwandabaGame Lodge

Heidelberg

Giant’s Castle

Creighton

Sani Pass

3.

6. 7.

8.9.

4.

5.1.

2.

13.

12.

11.

10.

Page 10: Qb16 completo

9

Siamo partiti da Milano Malpensa il 9 pomeriggio, con scalo a Monaco, e ar-rivo a Johannesburg alle 7,30 del matti-no seguente. Dopo aver ritirato la mac-china, ci siamo diretti al Kwandaba Lod-ge, 140 chilometri a nord dell’aeroporto. Il lodge è una piccola oasi immersa nel-la savana; i prati irrigati, le aiuole e gli alberi di acacia che circondano le abita-zioni, attirano molti passeriformi. Le specie più comuni sono: Storno splendente di Burchell (Lamprotornis australis), Storno caruncolato (Crea to ­phora cinerea), Eremomela bruciata (E ­re momela usticollis), Passera rossiccia maggiore (Passer motitensis), Nettarinia di Mariqua (Cinnyris mariquensis), Go-nolek pettocremisi (Laniarius atrococci­neus), Cordon blu pettazzurro (Uraegin­thus angolensis), Uccello topo macchiet-tato (Colius striatus). Dai cespugli spi-nosi sbucano specie più elusive come: U si gnolo del Kalahari (Erythropygia pae na), Beccamoschino del deserto (Ci­

■ La diversità di habitat della Riserva Naturale Rust De Winter favorisce una grande varietà di specie ornitiche.

È sufficiente consultare internet per prenotare voli, alberghi e auto per i qua-li c’è un’ampia scelta sia dal punto di vista economico che qualitativo. Se non si vuole fare da soli, le agenzie possono organizzare l’intero viaggio. Il periodo scelto è stato l’inizio del-la primavera dell’emisfero australe, il mese di settembre, dal 9 al 30, al fine di evitare la stagione estiva (novembre-gennaio) coincidente con le piogge, le temperature elevate e, soprattutto, le zanzare. Durante il viaggio abbiamo visitato le principali aree naturalistiche dell’est del Paese (escluso il Kruger National Park), attraversando cinque Province: Lim popo, Mpumalanga, Gauteng, Kwa-Zulu-Natal, Free State e due Stati indi-pendenti, Swaziland e Lesotho, e per-corso circa 3.500 km. La lista finale è stata di 250 specie. È importante ricordare che la mag-gior parte dei terreni è di proprietà pri-vata, con divieto assoluto di accesso e che gli ingressi ai Parchi e alle Riserve sono tutti a pagamento.

Kwandaba Lodge10-11 settembre

Page 11: Qb16 completo

sticola aridulus). Alle prime luci dell’al-ba si viene svegliati dal canto del Fran-colino del Natal (Pternistis natalensis) e, lungo le strade sterrate che attraversano la savana, è facile incontrare il Franco-lino crestato (Dendroperdix sephaena), l’Otarda nera alibianche (Afrotis afraoi­des), l’Occhione del Capo (Burhinus ca­pensis), l’Allodola nucarossiccia (Mira­fra africana) e altre. A 10 chilometri dal lodge c’è la ri-serva naturale Rust De Winter, esteso per 1.650 ettari, percorsa da 15 km di strade sterrate. L’ambiente della riserva è composto da savana con cespugli spi-nosi e alberi di acacia; al centro c’è un lago, formato dalla diga sul fiume Elan-ds, circondato da ampie zone di canneto. Grazie a questa varietà di ambienti, l’a-rea vanta una grande ricchezza di avi-fauna: circa 400 specie di uccelli. La zona acquatica attrae varie ana-tre, aironi, rallidi e limicoli: Anatra dor-sobianco (Thalassornis leuconotus), Den drocigna facciabianca (Dendro cy­gna viduata), Oca dal bernoccolo (Sarki­di or nis sylvicola), Anatra beccogiallo

(A nas undulata), Anatra nera africana (A. sparsa), Oca dallo sperone (Plectro­p terus gam bensis), Folaga crestata (Fuli­ca cristata), Gallinella nera (Amaurornis flavi rostra), Porciglione del Capo (Ral­lus cae rulescens), Jacana africana (Acto­philornis africanus). La savana ospita specie come: Fran-colino crestato, Cincia grigia delle acacie (Melaniparus cinerascens), Net tarinia di Mariqua, Usignolo del Ka lahari, Buce-ro beccorosso (Tockus erythrorhyn­chus), Bu cero grigio africano (T. nasu­tus), Grana tino guanceviola (U. grana­tinus), Ci vetta nana perlata (Glaucidium perlatum), Cuculo fagiano di Burchell (Centro pus burchellii), Garrulo di Jardi-ne (Tur doides jardineii). Un’altra area interessante nelle vi-cinanze, è Kgomo Kgomo; dal lodge si ritorna verso l’autostrada percorrendo la R 101 per circa 20 km e quindi la Za-agkuildrift per altri 20, costeggiando il fiume Pienaars. La parte iniziale del per-corso è costituita da prateria e le specie che si possono incontrare sono: Otarda nera alibianche, Allodola nucarossic-

10

■ Francolino crestato (Dendroperdix

sephaena). Residente comune nell’area

nord-est del paese, presente nelle zone

boschive e di savana alberata.

Page 12: Qb16 completo

11

■ Dendrocigna facciabianca (Dendrocygna viduata). Residente comune, frequenta laghi con acqua corrente, spesso in gruppi; si alimenta sia sul terreno che in acqua con immersioni che durano fino a 10 secondi.■ Ippopotamo (Hippopotamus amphibius) e Jacana africana (Actophilornis africanus). Tra jacane e ippopotami si è stabilito da tempo un sodalizio da cui entrambi godono di indiscutibili vantaggi: la Jacana africana li usa come zattere semoventi, gli ippopotami si liberano di eventuali pappataci o parassiti.

Page 13: Qb16 completo

12

■ Gallinella nera (Amaurornis flavirostra). Specie comune nelle aree paludose con densa vegetazione. Si vede spesso in alimentazione all’aperto.■ Bucero beccorosso orientale (Tockus rufirostris), coppia. Splittato recentemente da erythrorhynchus. Frequenta la savana e le aree boschive; la sua dieta è composta da termiti, scarafaggi, cavallette e piccoli vertebrati.

Page 14: Qb16 completo

13

■ Cuculo fagiano di Burchell (Centropus burchellii). Splittato recentemente dal superciliosus. Residente comune, fre-quenta cespugli vicini all’acqua, canneti, boschetti e giardini ben alberati.■ Corriere di Kittlitz (Charadrius pecuarius). Residente comune; nel periodo riproduttivo, a partire dal mese di set-tembre, frequenta zone aride, pascoli con erba bassa sempre vicino all’acqua.

Page 15: Qb16 completo

14

■ Calandro africano (Anthus cinnamomeus

rufuloides). Specie comune, presente in Sud Africa con due

sottospecie, rufuloides e bocagei. Si può

osservare nei pascoli, dal livello del mare

ad oltre i 3.000 m di altitudine.

■ Pavoncella del Senegal (Vanellus

senegallus). Presente in Sud Africa con

la ssp. lateralis, residente comune;

frequenta i margine delle zone umide

confinanti con i pascoli.

Page 16: Qb16 completo

15

cia, Beccamoschino del deserto, ecc.; proseguendo si attraversa la savana con alberi sparsi di acacia, ambiente ideale per Bucero beccogiallo meridionale (T. leu comela), Becco a scimitarra comune (Rhi nopomastus cyanomelas), Garrulo bianconero meridionale (T. bicolor). In-fine, la vegetazione si fa più fitta, ottima per Camarottera dorsogrigio (Camarop­tera brevicaudata), Bigia del Capo (Syl­via subcaerulea), Eremomela bruciata, ecc. Arrivati a Kgomo-Kgomo l’habi-tat cambia completamente: la savana e i cespugli lasciano il posto ai prati adibi-ti a pascolo, che nei mesi estivi, a causa delle abbondanti piogge si allagano. Le specie più comuni sono il Corriere di Kittlitz (Charadrius pecuarius), il Cor-rione di Temminck (Cursorius temmin­ckii), la Mo nachella pileata (Oenanthe pileata), il Calandro africano (Anthus cinnamomeus), l’Hahada Ibis (Bostry­chia hagedash) e Pavoncella coronata (Vanellus co ronatus). Sul bestiame che pascola non è raro vedere la Bufaga bec-cogiallo (Bu phagus africanus) intenta a cibarsi di insetti.

Lasciato il Kwandaba Lodge, ci siamo diretti al B&B Rose Cottage, di Dullstroom, una cittadina, situata a 2.000 metri di altitudine nelle Highlan-ds della provincia di Mpumalanga, me-ta di villeggiatura dei sudafricani sia per l’ottimo clima, sia per le numerose at-tività all’insegna dell’avventura che si possono praticare. Abbiamo percorso circa 300 km; attraversando un paesag-gio monotono e poco spettacolare, con vaste aree collinari coperte da boschi di eucalipto e di pino, il cui legname viene utilizzato per produrre cellulosa e diste-se di canna da zucchero. Sull’altopiano Steenkampsberg, 13 km a nord di Dullstroom, si trova la Ve-loren Valei Reserve, di circa 16.000 et-tari, uno dei siti più importanti del Sud Africa per la nidificazione delle tre spe-cie di Gru presenti nel paese: Gru del paradiso (Grus paradisea), Gru carun-colata (G. carunculata) e Gru corona-ta (Balearica regulorum). L’ambiente è costituito prevalentemente da pascoli

Dullstroom 12-13 settembre

■ Monachella pileata (Oenanthe pileata). Specie comune nella regione sudafricana, frequenta principalmente terreni pianeggianti e aridi, campi coltivati dopo il taglio.

Tran

svaa

l

Page 17: Qb16 completo

16

■ Poiana rossa e nera (Buteo rufofuscus). Specie endemica della regione sudafricana, comune in tutto il paese.■ Saltimpalo striecamoscio (Campicoloides bifasciatus). Specie endemica del Sud Africa, residente localmente comu-ne; si può osservare su sassi e ciuffi d’erba in famiglie o piccoli gruppi. Si alimenta per terra.

Page 18: Qb16 completo

17

di montagna con zone umide e affiora-menti rocciosi. Le specie più comuni, oltre alle Gru, sono: Francolino alirosse (Scleroptila levaillantii), Ibis calvo (Ge­ronticus calvus), Pavoncella del Sene-gal (V. senegallus lateralis), Saltimpalo striecamoscio (Campicoloides bifascia­tus), Bokmakierie (Telophorus zeylo­nus), Poiana rossa e nera (Buteo rufo­fuscus) Aquila ciuffolungo (Lophaetus occipitalis), Beccamoschino di Ayres (C. ayresii), Unghialunga del Capo (Ma­cronyx capensis), Codirossone del Capo (Monticola rupestris). Un’altra zona da non perdere, a due chilometri dal centro città, è la diga municipale di Dullstroom; l’attrattiva dell’area è il Gufo reale del Capo (Bubo capensis), specie elusiva che può esse-re vista sulle rocce lungo il ruscello che scorre tra gli invasi, superiore e inferio-re, formati dalla diga.

Il viaggio è proseguito verso il vici-no stato dello Swaziland, paese con una natura lussureggiante, composta da fit-

ti lembi di bosco sub-tropicale e foresta pluviale con torrenti e cascate. Abbiamo alloggiato al Phophonyane Falls, in un lodge tendato all’interno di una riserva privata di 500 ettari, a circa 800 m di altitudine lungo il fiume Phophonyane. La riserva è attraversata da una ragnate-la di sentieri che conducono alle casca-te omonime; le specie più comuni che si possono incontrare lungo il percorso so-no: Trogone di Narina (Apaloderma na­rina), Picchio oliva (Dendropicos grise­ocephalus), Nettarinia malachite (Nec­tarinia famosa), Nettarinia maggiore dal doppio collare (C. afer), Pigliamosche cincia grigio (Myioparus plumbeus). Poco distante dal lodge (circa 35 km) si trova la riserva naturale Malo-lotja, uno dei più imponenti parchi di montagna della regione sudafricana, che si estende per 18.000 ettari nel nord-est dello Swaziland (l’altitudine va dai 640 m della depressione del fiume Nkoma-ti ai 1.829 del Monte Ngwenya). L’am-biente, che comprende pascoli di alta quota, macchia indigena e piccoli lembi di foresta afromontana, rappresenta la meta ideale per i naturalisti, favoriti da un’ampia rete di strade e sentieri. Nella

Phophonyane Falls14-15 settembre

■ La riserva naturale Phophonyane Falls è un tipico esempio di vegetazione del Middleveld, sempre più minacciata dalla deforestazione e dal pascolo.

Page 19: Qb16 completo

18

riserva sono segnalate 280 specie di uc-celli, 169 di farfalle diurne e 612 di not-turne, 25 di anfibi, 66 di rettili e 63 di mammiferi. Le specie di uccelli presenti nell’area sono: 7 specie di pescatore tra cui il raro Martin pescatore dal semi-collare (Alcedo semitorquata), la Ron-dine di Smith (Hirundo smithii), l’Ibis calvo, l’Otarda di Denham (Neotis den­hami), il Tordo di Kurrichane (Turdus libonyana), il Tordo terragnolo arancio (Geokichla gurneyi), il Pettirosso stella-to (Pogonocichla stellata), il Turaco di Knysna (Tauraco corythaix), ecc.

Rientrati in Sud Africa ci siamo di-retti a Wakkerstroom, una cittadina a 1.800 m di altitudine, nella provincia di Mpumalanga, inserita nelle aree IBA e considerata una delle zone più impor-tanti del Sud Africa per il birdwatching. Abbiamo alloggiato al Wetlands Count-

ry Sheds, un B&B completamente im-merso nel verde. Nel mezzo del giardino sono posizionate alcune mangiatoie che richiamano decine di uccelli: Barbetto dal collare (Lybius torquatus), Barbetto di Levaillant (Trachyphonus vaillantii), Tessitore velato (Ploceus velatus), Tes-sitore del Capo (P. capensis), Tessito-re gendarme (P. cucullatus), Tessitore beccogrosso (Amblyospiza albifrons), Bulbul capinero (Pycnonotus tricolor), Occhialino del Capo (Zosterops virens), Storno alirosse (Onychognathus morio), tutti attratti dall’acqua di irrigazione dei prati, dai semi e dalla frutta fresca che i proprietari riforniscono continuamente. A pochi km dal B&B si trova la Wakkerstroom Wetland Reserve, un’a-rea umida dotata di capanni per l’osser-vazione e la fotografia; la zona è popo-lata, tra l’altro, da Rondine golabianca (H. albigularis), Pollo sultano africano (Porphyrio madagascariensis), Porci-glione del Capo, Beccaccino africano (Gallinago nigripennis), Forapaglie di

Wakkerstroom 16-17 settembre

■ Trogone di Narina, femmina (Apaloderma

narina). Specie comune delle aree

boschive dense di vegetazione, il

dorso verde lo rende mimetico tra le foglie.

Page 20: Qb16 completo

19

Barratt (Bradypterus barratti) e tutte le tre specie di Gru. Da Wakkerstroom, si snodano una serie di strade sterrate (circa 100 km), che permettono di visitare le aree circo-stanti, importanti perché ospitano alcuni endemismi quali: Allodola di Rudd (He­teromirafra ruddi), Calandrella di Botha

(Spizocorys fringillaris), Zampagrossa pettogiallo (A. chloris), Otarda azzur-ra (Eupodotis caerulescens), Otarda del Senegal (E. senegalensis barrowii), il ra-ro Rallo alibianche (Sarothrura ayresi) e Serpentario (Sagittarius serpentarius). Altre specie meno rare, ma ugualmente belle e interessanti, sono: Vescovo dora-

■ La Wakkerstroom Wetland Reserve è una delle poche località dove si possono osservare tutte le tre Gru nidificanti in Sud Africa.

■ Occhialino del Capo (Zosterops virens). Specie comune lungo i corsi d’acqua ed i giardini con cespugli, dove si nutre di frutti e bacche.

Page 21: Qb16 completo

20

■ Barbetto dal collare (Lybius torquatus). Residente comune nell’area nord-est del paese; frequenta boschi, foreste savana e giardini, spesso si osserva in piccoli gruppi.■ Barbetto di Levaillant (Trachyphonus vaillantii). Residente comune nell’area nord-est del paese; frequentai boschi, foreste fluviali, savana e giardini, si alimenta sul terreno maggiormente degli altri barbetti.

Page 22: Qb16 completo

21

■ Allodola di Rudd (Heteromirafra ruddi) Wakkerstroom. Specie endemica del Sud Africa; si trova in varie ed isolate popolazioni nel sud-est; la popolazione mondiale è stimata in 2.500-5.000 individui.■ Calandrella di Botha (Spizocorys fringillaris) Wakkerstroom. Specie endemica del Sud Africa, nella regione Mpumulanga; la popolazione mondiale è stimata in 1.500-5.000 individui, frequenta prati di altura.

Page 23: Qb16 completo

22

■ Tessitore del capo (Ploceus capensis). Specie endemica del Sud Africa. Comune, residente in praterie, aree con ce-spugli e giardini; nidifica in colonie su alberi o canne.■ Otarda del Senegal (Eupodotis senegalensis). Specie non comune, presente in Sud Africa con la ssp. barrowii, fre-quenta praterie aperte e savane leggermente alberate, preferisce l’erba più alta che le altre Otarde.

Page 24: Qb16 completo

23

to (Euplectes afer), Vedova coda a spil-li (Vidua macroura), Vedova paradisea orientale (V. paradisea orientalis), ecc.

Lasciata la zona degli altipiani ci siamo diretti verso l’Elephant Coast, sul l’Oceano Indiano, una delle principa-li destinazioni per il turismo ecologico e luogo di straordinaria bellezza, ricco di una varietà di ambienti e di animali selvatici. Questo ampio tratto di litora-le comprende l’iSimangaliso Wetland Park, (Simangaliso, nella lingua Zulu, significa “meraviglia”), composto da 9 riserve. Con un’estensione di 328.000 ettari è la terza area protetta del Sud Afri ca; inizia a nord al confine con il Mo zam bico e arriva a sud al lago di San ta Lucia. Considerata la vastità del territorio, abbiamo soggiornato in tre differenti strutture, in modo da evitare lunghi tra-gitti con l’auto. Naturalmente era im-possibile visitare tutte le riserve, abbia-mo scelto quelle che ci sono sembrate più importanti per varietà di specie.

La prima sosta è stata al Bayala Log-de, una struttura immersa nel bush, a cir-ca 30 km dal villaggio di Mkuze, base per accedere alla Mkuze Game Reserve, nota ai birdwatchers per l’abbondante numero di uccelli presenti in tutti i pe-riodi dell’anno. La riserva ha un’esten-sione di 40.000 ettari, ed è percorribile attraverso 100 km di strade. La forma-zione del suo territorio è prevalentemen-te pianeggiante, ma composta da diffe-renti ecosistemi: antiche dune di sabbia rossa, savana con boschi di acacia, un relitto di foresta subtropicale e, all’in-terno, un piccolo lago, lo Nsumo Pan, bordato da paludi e lembi di foresta flu-viale. Le specie più interessanti della ri-serva sono: Tantalo africano (Mycteria ibis), Cicogna collolanoso (Ciconia epi­scopus), Anastomo africano (Anastomus lamelligerus), Aquila pescatrice africa-na (Haliaeetus vocifer), Garrulo di Jar-dine, Quaglia tridattila nana (Turnix na­nus), Aquila di Wahlberg (Hieraaetus wahlbergi), Amaranto di Jameson (La­gonosticta rhodopareia), Francolino di Shelley (S. shelleyi), Uccello martello (Scopus umbretta), Bucero trombettiere

iSimangaliso Wetland Park18-23 settembre

■ Tipico ambiente con alberi di acacia e canneto lungo lo Nsumo Pan, nella Riserva di Mkunze.

Page 25: Qb16 completo

24

(Bucanistes bucinator), Martin pesca-tore malachite (Corythornis cristatus), Uccello topo macchiettato, Prinia fian-chifulvi (Prinia subflava), Trogone di Narina ecc. Ci siamo successivamente sposta-ti al Bonamanzi Game Reserve Camp, un’area naturalistica non meno impor-tante della precedente; la check-list comprende, tra l’altro, 29 specie di uc-celli che fanno parte della lista rossa, 3 cossife, 2 usignoli, 9 tessitori, 9 piglia-mosche, 10 rondini, 3 unghialunghe. Le foreste di sabbia attorno al camp ospi-tano: Macchiettino golarosa (Hypargos margaritatus), Beccasemi pettolimone (Crithagra citrinipecta), Apale di Rudd (Apalis ruddi) ecc., mentre i prati alla-gati lungo il lago di Santa Lucia sono frequentati da Pellicano comune (Pele­canus onocrotalus), Pellicano rossiccio (P. rufescens), Fenicottero (Phoenicop­terus roseus), Spatola africana (Platalea alba) e dal raro Unghialunga golarosa (M. ameliae). Un altro itinerario poco distante da Bonamanzi, meta dei birdwatcher e che per bellezza e varietà di paesaggi può fa-re concorrenza al famoso Kruger Natio-

nal Park, è l’Hluhluwe-Imfolozi Game Reserve, due riserve di 96.000 ettari, che ne formano una sola, uniche aree dello Zulu-Natal dove si possono osservare i “big five” (elefante, leone, leopardo, rinoceronte, bufalo). La conformazione dei due territori è differente: l’Hluhluwe è principalmente collinare, con altitudi-ne che varia da 80 a 540 metri, dall’am-biente roccioso e vegetazione composta da foreste e praterie, l’Imfolozi, che è attraversato dall’omonimo fiume, è tipi-ca savana con Ippopotami e Coccodrilli del Nilo. Il parco può essere visitato in ogni periodo dell’anno e permette in-teressanti osservazioni: Rallo tuffato-re africano (Podica senegalensis), Oc-chione acquaiolo (B. vermiculatus), Co-lomba facciabianca (Columba larvata), Turaco crestavioletta (T. porphyreolo­phus), Allodola sabota (Calendulauda sabota), Averla di macchia magnifica (T. viridis), Pigliamoche fiscale (Sigelus silens), Cossifa golabianca (Cossypha humeralis), Unghialunga golarosa (M. ameliae), Unghialunga golagialla (M. croceus). Infine abbiamo alloggiato al Ndiza Lodge, a St. Lucia, vicino all’ingresso

■ Uccello topo macchiettato (Colius

striatus). Residente comune, frequenta

boschi ripariali e bordi delle foreste; si può osservare anche in

alimentazione sugli alberi da frutto nei

giardini.

Page 26: Qb16 completo

25

del Santa Lucia Wetland Park. Questo parco è una della più importanti aree per gli uccelli acquatici del Sud Africa, for-mato da tre differenti ecosistemi:1. L’estuario del lago Santa Lucia, do-

ve si possono effettuare escursioni in barca tra Ippopotami, Coccodrilli del Nilo, pellicani, cicogne e martin pescatori;

2. Le foreste di sabbia, una delle mi-gliori zone del Sud Africa per osser-vare i rari Usignolo bruno (E. signa­ta) e Pigliamosche dello Zululand (Batis fratrum) e altre specie più co-muni come: Malcoha verde (Ceuth­mochares australis), Apale di Rudd, Nicator orientale (Nicator gularis), Munia dorsorosso (Lonchura nigri­ceps);

3. Le praterie costiere, con i vari spec-chi d’acqua, che si incontrano lungo i 33 km di strada che da Santa Lucia porta a Capo Vidal. Questo habitat è ideale sia per gli Ippopotami sia per alcuni uccelli acquatici: Oca pigmea africana (Nettapus auritus), Anatra dorsobianco, Jacana africana, Per-nice di mare (Glareola pratincola fuelleborni).

Creighton è una cittadina che si tro-va a 400 km da Santa Lucia, situata a 1.000 m di altitudine, nelle basse colline delle montagne del Drakensberg, vicina al confine con il Lesotho e al Sani Pass, il più elevato valico del paese. L’area, con quasi 20 specie endemiche o vicine all’endemismo, è ritenuta una delle 10 migliori località del Sud Africa dove ef-fettuare il birdwatching. Abbiamo alloggiato alla Smithfield Guest House, dove risiede Malcolm Ge-mell, una guida locale, l’unica da noi ingaggiata nel viaggio (per l’escursione al Sani Pass dove è necessaria un’auto 4x4). L’ambiente circostante Creighton è prevalentemente agricolo, con coltivi di mais e allevamento di bestiame, di-stese di pascoli, piccoli stagni bordati da canneto e boschi di eucalipto (in so-stituzione alla foresta afro-montana). Le specie osservabili sono: Otarda di Den-ham, Quaglia tridattila nana (T. nanus), Rondine blu (H. atrocaerulea), Vedova paradisea codalarga (V. obtusa), Aquila crestata (Morphnus guianensis), Bucor-vo cafro (Bucorvus leadbeateri), Upupa

Creighton 24-26 settembre ■ Lungo le rive del fiume Imfolozi, si possono osservare Bufali e Coccodrilli del Nilo.

Page 27: Qb16 completo

26

■ Saltarocce pettoarancio

(Chaetops aurantius). Specie endemica del

Leshoto, Sud Africa e Swaziland, frequenta

pareti rocciose sopra i 2.000 m di altitudine.

■ Codirossone sentinella (Monticola

explorator). Specie endemica del

Leshoto, Sud Africa e Swaziland, frequenta

pareti rocciose e pascoli d’altura.

Page 28: Qb16 completo

27

boschereccia verde (Phoeniculus pur­pureus), Torcicollo africano (Jynx rufi­collis). I pochi lembi di foresta restanti ospitano il rarissimo ed endemico Pap-pagallo del Capo (Poicephalus robu­stus); altre specie importanti nella zo-na sono: Garrulo capinero di boscaglia (Lioptilus nigricapillus), Picchio oliva, Coracina grigia africana (Coracina cae­sia), Pigliamosche del Capo (B. capen­sis), Turaco di Knysna, Cossifa corista (C. dichroa) ecc. Il Sani Pass, situato a 2.870 m di altitudine, si può definire il tetto del Sud Africa; è raggiungibile guidando da Creighton per 80 km, su una comoda strada asfaltata, in direzione Himeville (il centro del paese in estate ospita un roost di circa 10.000 Falchi dell’Amur Falco amurensis); qualche chilometro dopo Himeville, la strada diventa ster-rata, il dislivello aumenta, si passa da 1.600 a 2.800 m di altitudine e iniziano i tornanti per circa 20 km. Il paesaggio, formato da praterie rocciose di monta-gna, offre in giornate limpide una visio-

ne magica e spettacolare. Le specie più significative dell’area sono: Saltarocce pettoarancio (Chaetops aurantius), Lu-carino dei Drakensberg (C. symonsi), Mangianettare di Gurney (Promerops gurneyi), Codirossone sentinella (M. ex­plorator), Calandro di montagna (A. ho­eschi), Picchio terricolo africano (Geo­colaptes olivaceus), Cappellaccia becco grosso (Galerida magnirostris), ecc.

150 km a nord di Creighton si tro-va il Giant’s Castle Camp, una struttu-ra posta su un altopiano a 1.700 m di altitudine, che domina la parte centrale della catena montuosa del Drakensberg. L’ambiente circostante è di una bellez-za straordinaria, con una vista favolo-sa sulla vallata sottostante, formata da ampie praterie circondate da pareti roc-ciose. Dagli chalet del Camp si snodano diversi sentieri che permettono di com-piere escursioni fino a raggiungere le ci-

Giant’s Castle 27-28 settembre

■ Picchio terricolo africano (Geocolaptes olivaceus). Specie endemica del Sud Africa e Leshoto, residente in aree collinari rocciose con cespugli radi e pascoli d’altura; spesso si vede in gruppi familiari.

Page 29: Qb16 completo

28

me dei massicci circostanti. Le specie tipiche del luogo sono: Tordo olivaceo (T. olivaceus), Storno alirosse, Cossifa del Capo (C. caffra), Nettarinia minore dal doppio collare (C. chalybeus), Net-tarinia malachite, Picchio oliva, Estrilda sui (Coccopygia melanotis). Nelle aree rocciose è facile incontrare Picchio ter-

ricolo africano, Codirossone del Capo, Francolino alirosse, Cisticola lamentosa (C. lais). Nei dintorni del Camp è stato posi-zio nato un capanno fotografico per il Gipeto (Gypaetus barbatus) che nidifica in questa riserva; per accedervi occorre pre notare con largo anticipo.

■ Cossifa del Capo (Cossypha caffra). Residente comune,

frequenta una grande varietà di ambienti sia di altura che al livello

del mare.

■ Dalle finestre dei lodges si può

ammirare la vallata che circonda il Giant

Castle.

Page 30: Qb16 completo

29

L’ultima tappa del viaggio è nel Gau teng, a Heidelberg, a un’ora d’au-to dall’aeroporto di Johannesburg. Ab-biamo soggiornato alla Bonheur Guest House con l’intento di visitare due im-portanti aree naturalistiche nelle vici-nanze: la riserva di Suikerbosrand, e il Marievale Bird Sanctuary. La prima, che si trova tra 1.545 e 1.917 m di alti-tudine e ha una superficie di 13.400 et-tari, è considerata la più importante area di ecoturismo della regione. Il suo ter-ritorio è composto da praterie rocciose, boschi di acacia, paludi e brughiera; le specie più importanti sono: Francolino aligrigie (S. afra), Otarda nera alibian-che, Bulbul frontenera (P. nigricans), Allodola beccolungo orientale (Certhi­lauda semitorquata), Sassicola mangia-formiche meridionale (Myrmecocichla formicivora), Monachella montana (O. monticola), Bokmakierie, ecc. Il Marievale Bird Sanctuary, che si trova appena fuori dalla cittadina di Ni-gel, non è molto distante da Heidelberg. La riserva ha un’estensione di 1.000 et-tari e comprende ampie zone paludose circondate da vegetazione emergente

costituita principalmente da Phragmi­tes, Typa e Juncus circondata da pasco-li naturali. Gli uccelli acquatici sono la principale attrazione dell’area con popo-lazioni numerose di Cormorano africano (Microcarbo africanus), Folaga crestata, Alzavola ottentotta (A. hottentota), Me-stolone del Capo (A. smithii). La riser-va è il posto migliore del Gauteng per vedere: Airone golia (Ardea goliath), Airone ardesia (Egretta ardesiaca), Ai-rone testanera (A. melanocephala), Spa-tola africana, Aninga africana (Anhinga rufa), Fenicottero e Fenicottero mino-re (Phoeniconaias minor); più rari ma regolari sono invece; Rallo pettorosso (S. rufa), Beccaccia dorata (Rostratula benghalensis), Barbagianni delle erbe africano (Tyto capensis), Gufo di palude africano (Asio capensis).

BibliografiaCohen C., Spottiswoode C., Rossouw J.,

2006. Southern Africa Birdfinder. Sasol.Cinclair I., Hockey P., Tarboton W., Ryan P.,

2011. Birds of Southern Africa. Sasol.Peacock F., 2012. Chamberlain’s LBJs. Mi-

rafra.Stuart C. & T., 2013. Field Guide to Mam-

mals of Southern Africa. Struik Nature.Road Atlas South Africa, 2013. Map Studio.

Heidelberg 29 settembre ■ Mestolone del Capo (Anas smithii). Residente comune, frequenta laghi e stagni con acqua corrente, spesso in gruppi; si alimenta filtrando acqua e fango con il becco.

Page 31: Qb16 completo

BW in Provinciadi Pavia

di Armando Gariboldi

Page 32: Qb16 completo

in Provincia■ Fiume Ticino. I ghiareti dei fiumi sono l’ha bitat ideale per la riproduzione di sternidi e limicoli (foto Gabriella Martino).

Page 33: Qb16 completo

U“U

32

Nel mezzo corrono due grandi fiu-mi: il Ticino, con uno sviluppo preva-lentemente nord-sud, e il grande Po, con andamento est-ovest. Non vanno dimen-ticati altri importanti corsi d’acqua che costituiscono strategici corridoi faunisti-ci utilizzati dagli uccelli, soprattutto per i movimenti migratori: il Sesia, al confi-ne con il Piemonte, i più piccoli Agogna e Lambro, i torrenti appenninici Staffora e Coppa. La provincia di Pavia vanta attual-mente una check list di 345 specie di uccelli, tra cui 218 migratrici e 167 nidi-ficanti. Alle 343 specie citate da Gianni Conca, Flavio Ferlini ed Enzio Vigo nel loro aggiornamento della lista provin-ciale del 2012 (Conca et al., in prep.), vanno aggiunti anche il rarissimo Gam-becchio di Baird (Calidris bairdii) del maggio 2013 e la Pernice di mare orien-tale (Glareola nordmanni) dell’agosto 2014. Niente male per un territorio po-sto, nel suo complesso, a ridosso dell’a-rea più densamente antropizzata e tra-

na provincia a forma di grappolo d’uva. Così de-finiva la provincia di Pa-

via il giornalista sportivo Gianni Brera, estimatore di Bacco nonché amante del birdwatching attraverso il perverso stru-mento della doppietta. Lo sviluppo in prevalenza longitudi-nale di questo territorio, con una forma a triangolo che si insinua nelle prime pro-paggini dell’Appennino settentrionale, permette di coprire una varietà di ecosi-stemi distribuiti su circa 3.000 chilome-tri quadrati. Il territorio può essere riassunto sommariamente nell’area della Lomel-lina con le sue risaie a nord-ovest, il Pa-vese risicolo, con la collina Banina at-torno a Miradolo Terme e il corso del Lambro, a nord-est, l’area delle ex-cave di argilla, a formare interessanti laghetti nella fascia pianeggiante del Po, e i ri-lievi collinari e poi montani, sino a rag-giungere la vetta dei 1.724 m del Monte Lesima a sud.

■ La cartina mostra le località della provincia

di Pavia citate nel testo.

1.2.3.4.5.6.7.8.9.10.11.12.13.14.15.16.17.

Foce SesiaGarzaie della LomellinaRisaie della LomellinaParco del TicinoOasi di CassinazzaOasi di Sant’AlessioCollina BaninaCorso del PoParco Palustre LungavillaZona di Castelletto di BranduzzoCave di Cervesina/San GaudenzioParco “le Folaghe” e aree limitrofeCosta del VentoSerra del Monte e MomperoneMedia Val StafforaGiardino Alpino e Pietra di CorvoAlto Oltrepò montano

17

14 15

13

118

8

5

64

21

912

10

7

16

3

Fran

cesc

o G

atti

& D

anie

le D

apia

ggi

Page 34: Qb16 completo

33

sformata del nostro Paese. La sua posi-zione, facilmente raggiungibile da molte grandi città, la presenza di un’Univer-sità da decenni molto attiva nel cam-po dell’ornitologia, una storia recente (dagli anni ’80 del XX sec.) di asso-ciazionismo ornitologico e di iniziative private nel settore (si pensi all’Oasi di Sant’Alessio o a quella della Cassinaz-za di Giussago), ne fanno uno dei terri-tori maggiormente frequentati e quindi monitorati da parte degli appassionati di birdwatching di tutta Italia, con conse-guente costante aumento dell’elenco di specie osservate. Nei decenni si è passati dalle 216 specie segnalate da Giuseppe Brambilla nel 1855 (Brambilla, 1856) alle 265 di Pietro Pavesi nel 1906 (Pavesi, 1907), sino alle 345 attuali. Un aumento del 63% in un secolo e mezzo, a fronte di un aumento della pressione antropica e di un peggioramento della qualità am-bientale complessiva, dovuto alla minor pressione venatoria, soprattutto in ter-mini di specie cacciabili, all’incremen-to degli osservatori sul campo e alla mi-gliore disponibilità di informazioni ga-rantite dalle moderne tecnologie.

Molti birders, soprattutto lombardi, frequentano in particolare due siti: la zona di Cecima e la collina al confine tra la Val Staffora (PV) e la Val Curone (AL) e il Parco “Le Folaghe”, alla peri-feria di Voghera. La prima rappresenta un ottimo “campo di gara”, estendibile anche sotto la punta rocciosa del Mon-te Vallassa, sul lato lombardo verso la Val Staffora, soprattutto in primavera/estate con numerose specie xerofile co-me Ghiandaia marina (Coracias garru­lus, nidificante), Strillozzo (Emberiza calandra), Zigolo nero (E. cirlus), Cu-culo (Cuculus canorus), Canapino (Hip­polais polyglotta), Zigolo capinero (E. melanocephala), Sterpazzolina di Mol-toni (Sylvia subalpina), Poiana (Buteo buteo), Biancone (Circaetus gallicus), Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), Ghiandaia (Garrulus glandarius), Gruc-cione (Merops apiaster), Averla piccola (Lanius collurio) e, quest’anno (luglio 2014), anche un raro giovane di Cuculo dal ciuffo (Clamator glandarius). Pro-prio di fronte a questa zona, sull’altro versante della Val Staffora, troviamo le belle pareti di arenaria del Monte Piz-zocorno, che dall’omonima frazione si

■ Dal belvedere sopra Montalto Pavese è spesso possibile l’osservazione di numerosi rapaci diurni e di altre specie veleggiatrici, soprattutto durante il periodo migratorio.

Gia

nni C

onca

Page 35: Qb16 completo

34

■ Ghiandaia (Garrulus glandarius). Una delle specie ornitiche in espansione nel territorio lombardo, che sta coloniz-zando anche le aree urbanizzate alle porte di Pavia.■ Zigolo capinero (Emberiza melanocephala). La provincia di Pavia è l’unica zona del nord d’Italia dove è stata ac-certata la nidificazione di questo appariscente zigolo.

Anto

nello

Tur

riG

iuse

ppe

Cals

amig

lia

Page 36: Qb16 completo

35

■ Cuculo (Cuculus canorus). Individuo della forma rossastra; le specie di uccelli parassitate dal Cuculo sono più di una trentina.■ Falco Pecchiaiolo (Pernis apivorus). Specie nidificante in espansione, sia sulle colline dell’Oltrepò pavese sia lungo il corso del Ticino.

Gia

nni R

ossi

Anto

nello

Tut

ti

Page 37: Qb16 completo

36

■ Poiana (Buteo buteo). Il rapace diurno più comune, in ogni stagione, della provincia di Pavia. ■ Gruccione (Merops apiaster). Tipica specie xerofila, il cui areale italiano ha conosciuto una progressiva espansione verso nord coincidente con i recenti cambiamenti climatici. (foto Gabriella Martino).

Gab

riella

Mar

tino

Fran

cesc

o G

razi

oli

Page 38: Qb16 completo

37

estendono verso i piccoli abitati di Vi-gnola e Livelli. Qui nidificano alcune specie rupicole: Rondone maggiore (Ta­chymarptis melba) e Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris); in inverno non è raro osservare il Picchio muraiolo (Tichodroma muraria). Recentemente in zona è stata osservata più volte la Ci-cogna nera (Ciconia nigra) e, nel 2013, il Grifone (Gyps fulvus). Il Parco “Le Folaghe”, frequentato anche come accesso alla provincia gra-zie alla sua comoda posizione vicino al casello di Casei Gerola dell’autostrada A7, è un insieme di cinque specchi la-custri originati dalla rinaturalizzazione di alcune cave di argilla abbandonate all’inizio degli anni ’80 e spontanea-mente allagate dalla falda superficiale. Riconosciuto dalla Regione Lombardia come Parco di Interesse Sovracomuna­le grazie all’instancabile opera di alcu-ni pionieri della conservazione, tra cui il compianto prof. Francesco “Checco” Barbieri, è oggi zona IWC gestita dal comune di Casei Gerola. Facilmente accessibile e attrezzato con un capan-no di osservazione, può offrire buone soddisfazioni in tutte le stagioni, inver-no compreso, quando sono possibili in-contri eccezionali come quelli con lo Zigolo delle nevi (Plectrophenax niva­lis). Questo sistema di laghi artificiali rappresenta un’attrattiva per anatre poco comuni come Fistioni turchi (Netta ru­fina) e Morette tabaccate (Aythya nyro­ca) e permette la nidificazione di Martin pescatore (Alcedo atthis ), Airone rosso (Ardea purpurea), Tarabusino (Ixobry­chus minutus) e, nel 2011, del raro Mi-gnattino piombato (Chlidonias hybrida). Una volta in zona è consigliabile controllare anche le vasche situate at-torno all’area dismessa dell’ex-zucche-rificio, in direzione ponte sul Po appena oltre il cavalcavia sull’A7. Qui si trova-no quattro specchi lacustri e ampie aree incolte, che spesso riservano piacevoli sorprese. Nei campi allagati e nei laghetti è pos sibile l’incontro con limicoli co-me Frullino (Lymnocryptes minimus) e Croccolone (Gallinago media), ralli-di come Schiribilla (Porzana parva) e Vol tolino (P. porzana), albanelle, Falco di palude (Circus aeruginosus), Falco

pel legrino (Falco peregrinus), Lodolaio (F. subbuteo), Peppola (Fringilla monti­frin gilla), (Pettazzurro (Luscinia sveci­ca), Forapaglie (Acrocephalus schoeno­bae nus). Da sottolineare la presenza di due individui di Cutrettola testagialla orientale (Motacilla citreola) nel mag-gio 2012. Tutta la fascia meridionale dell’Ol-trepò pianeggiante, lungo il corso del Po, merita poi di essere esplorata con calma, sia in inverno sia, soprattutto, du-rante i periodi di passaggio migratorio. È opportuno controllare altre zone di va-sche allagate, come il poco frequentato Parco Palustre di Lungavilla (specie tar-get: Oca selvatica Anser anser) o le più note cave di Cervesina-San Gaudenzio, dove sono stati osservati Falaropo bec-cosottile (Phalaropus lobatus) nel 2012 e Aquila di mare (Haliaeetus albicilla) e Marangoni minori (Microcarbo pyg­meus) nel 2013. Scendendo all’interno della fascia golenale del Po, per esem-pio all’altezza della frazione Ghiaie in comune di Corana, si possono osservare Sterne comuni (Sterna hirundo), Frati-celli (Sternula albifrons), gabbiani, Oc-chione (Burhinus oedicnemus); qui, nel giugno 2014, è stata segnalata la Sterna zampenere (Gelochelidon nilotica). La confluenza con il Sesia è invece famosa per il dormitorio invernale di Cormorani (Phalacrocorax carbo) e per le osserva-zioni di anatidi (Marzaiola Anas quer­quedula) e ardeidi. In primavera, le campagne attorno a Castelletto di Branduzzo possono riser-vare inaspettate sorprese, come la nidi-ficazione di Averla cenerina (Lanius mi­nor) e l’osservazione di Falco pellegrino e Falco cuculo (F. vespertinus) Nella pianura della Lomellina, ol-tre alla rete delle riserve naturali sede di garzaie, tra cui spicca quella del lago di Sartirana (Spatola Platalea leucorodia, Mignattaio Plegadis falcinellus, Tara-buso Botaurus stellaris), ricordiamo il periodo dell’allagamento delle risaie. Tra aprile e maggio, nelle sempre più rare casse allagate (causa il diffondersi della coltivazione del riso in asciutta) si possono ancora incontrare stormi di cen-tinaia di Combattenti (Philomachus pu­gnax), Totani mori (Tringa erythropus), Pantane (T. nebularia), piro-piro, Cava-

BW

Pro

vinci

a di

Pav

ia

Page 39: Qb16 completo

38

■ Fistione turco (Netta rufina). Sino a poco tempo fa specie migratrice con scarse presenze, da alcuni anni ha comin-ciato a nidificare in specchi lacustri di origine artificiale dell’Oltrepò pianeggiante.■ Svasso maggiore (Podiceps cristatus). Si riproduce con regolarità in molti ambienti, compresi i bacini artificiali co-me le ex-cave di argilla del Parco le Folaghe, presso Casei Gerola.

Gab

riella

Mar

tino

Giu

sepp

e Ca

lsam

iglia

Page 40: Qb16 completo

39

■ Airone rosso (Ardea purpurea). Specie nidificante in alcune garzaie della Lomellina e al Parco le Folaghe di Casei Gerola; anche in provincia di Pavia è, tra gli Ardeidi, in diminuzione.■ Tarabusino (Ixobrychus minutus). Una specie abbastanza comune sino a pochi anni fa e ora in netto regresso in pro-vincia di Pavia.

Giu

sepp

e Ca

lsam

iglia

Gia

nni R

ossi

Page 41: Qb16 completo

40

■ Sterna comune (Sterna hirundo). Lo scambio del cibo è un comportamento diffuso per il consolidamento della cop-pia. Questa specie coloniale, sino a trent’anni fa ampiamente diffusa lungo Po e Ticino, è ora molto diminuita.■ Martin pescatore (Alcedo atthis). Per compensare la sempre più scarsa disponibilità di siti idonei alla riproduzione lungo i corsi d’acqua, questa specie nidifica anche nel terreno trattenuto dalle radici di alberi caduti nei boschi.

Anto

nello

Tur

riG

iann

i Ros

si

Page 42: Qb16 completo

41

lieri d’Italia (Himantopus himantopus), gruppi di Ibis sacri (Threskiornis aethio­picus) e le sempre più comuni Cicogne bianche (C. ciconia). Grazie anche a progetti di reintroduzione realizzati già dalla fine degli anni ’70 da un privato a Sant’Alessio con Vialone, vicino al cor-so dell’Olona, e poi dalla LIPU presso la cascina Venara di Zerbolò, lungo il Ticino, è ormai facile osservare con una certa regolarità questi grandi trampolie-ri, che nidificano in provincia con alme-

no una decina di coppie. Le zone attorno all’oasi di Sant’Alessio, così come quel-la attorno alla Cassinazza di Giussago, richiamano poi molte specie di uccelli, attirate dai soggetti presenti all’interno delle tenute. Da alcuni anni il Parco del Ticino sembra conoscere un minor successo fruitivo da parte dei birdwatchers, seb-bene a nostro avviso rimanga il princi-pale hot-spot della provincia. Con un po’ di fortuna, lungo il fiume e nelle sue

Giu

sepp

e Ca

lsam

iglia

Fran

cesc

o G

razi

oli

■ Averla cenerina (Lanius minor). Raro nidificante, ormai regolare nelle ex-cave di argilla presenti nella pianura dell’Oltrepò pavese.

■ Peppola (Fringilla montifringilla). Presente in gruppi misti, principalmente con Fringuello (F. coelebs), tipicamente nel periodo invernale.

Page 43: Qb16 completo

42

lanche laterali è possibile osservare pra-ticamente di tutto, soprattutto in inverno e nel periodo migratorio: dal Biancone (Circaetus gallicus) al Falco pescato-re (Pandion haliaetus), da quasi tutte le anatre e aironi italiani agli svassi, dal-le gru al Colino della Virginia (Colinus virginianus), dal Falco pecchiaiolo sino al Picchio nero (Dryocopus martius), di recente espansione da nord seguen-do proprio il corso del fiume. All’inter-no del Parco segnaliamo la presenza di due piccole aree attrezzate: le oasi LI-PU del Bosco Negri (comune di Pavia) e del Bosco del Vignolo (Garlasco), fa-cilmente percorribili anche per i meno esperti. Vale la pena ricordare che, proprio nel Parco del Ticino, si possono apprez-zare “in diretta” alcune dinamiche che negli ultimi tre decenni stanno interes-sando la comunità ornitica della provin-cia. Lungo il Ticino, infatti, da un lato si assiste all’arrivo di specie un tempo ra-re o del tutto assenti in pianura (Picchio nero, Picchio rosso maggiore Dendroco­pos major, Falco pecchiaiolo, Lodolaio,

Ai rone guardabuoi Bubulcus ibis, Airo-ne bianco maggiore Ardea alba, Fal-co pellegrino, Astore Accipiter gentilis, Sparviere Accipiter nisus, Cicogna bian-ca) e alla diffusione di alloctoni come i parrocchetti o l’Ibis sacro, dall’altro si verifica il crollo o la diminuzione di specie un tempo comuni come i passeri, la Gallinella d’acqua (Gallinula chlo­ropus), il Tarabusino, il Colino della Virgi nia e il Fagiano comune (Phasia­nus col chicus). È sempre difficoltoso individuare le cause del decremento, ma per le specie di Fasianidi che nidifica-no sul terreno il principale imputato ri-mane il Cin ghiale (Sus scrofa), in forte aumento un po’ dovunque, mentre, per le specie acquatiche, l’indiziato nume-ro uno è la Nu tria (Myo castor coypus), anch’essa in costante espansione e più volte osservata a distruggere nidi e nu-trirsi delle uova di specie che nidificano a livello dell’acqua. Dopo aver citato come discreto pun-to di osservazione dei passaggi migrato-ri anche le basse sommità della collina Banina (144 m, + 60/70 m sulla pianura

■ Le risaie, ampiamente diffuse

in provincia di Pavia, rappresentano il luogo

ideale per osservare numerose specie

durate la migrazione primaverile.

Gab

riella

Mar

tino

Page 44: Qb16 completo

43

■ Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus). Specie presente in gruppi consistenti durante i passi migratori e nidi-ficante comune nelle zone coltivate a risaia e nelle ex cave.■ Totano moro (Tringa erythropus). Tipica specie migratrice osservabile, anche in gruppi numerosi, lungo il Po e in Lomellina, soprattutto durante il periodo di allagamento delle risaie.

Gia

nni R

ossi

Gia

nni R

ossi

Page 45: Qb16 completo

44

circostante), sorta di isolata propaggine dell’Appennino al confine orientale con la provincia di Lodi e costituita da argil-le e calcari pliocenici ricoperti da allu-vioni del Quaternario, ritorniamo in Ol-trepò per concludere il nostro giro ideale della provincia di Pavia nelle zone più montuose. Noti agli appassionati sono i crinali asciutti e argillosi, interrotti da calanchi e zone franose, della “Costa del Ven-to” e “Costa dei Cavalieri” (comune di For tunago), meno i ripidi versanti sot-to il passo del Carmine verso Brugneto e Cana vera, tutti frequentati soprattutto dai piccoli Passeriformi xerofili come varie specie di zigoli, Sterpazzolina di Mol toni, Sterpazzola (S. communis), Ca-lan dro (Anthus campestris), Calandrella (Ca landrella brachydactyla), Quaglia (Co turnix coturnix), Rigogolo (Oriolus orio lus), Picchio verde (Picus viridis) e il piccolo Assiolo (Otus scops). Evitando il bacino artificiale del la-go di Molato, posto sotto Ruino e in par-te già in provincia di Piacenza, risaliamo verso Zavattarello e Romagnese, dove, in prossimità delle pinete (Larix deci­

dua, Pinus nigra e Pinus sylvestris) e faggete attorno al Giardino Alpino o alle suggestive vette ofiolitiche dei Sassi neri e di Pietra di Corvo (1.078 m), possiamo trovare alcune specie alpine: Fanello (Li­naria cannabina), Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), Crociere (Loxia curvirostra), Zigolo muciatto (Emberiza cia), Cincia dal ciuffo (Lophophanes cri status), Cin-cia bigia (Poecile palustris), Luì bian-co (Phylloscopus bonelli), oltre ad altri elementi di interesse naturalistico, quali numerose specie di farfalle e di orchidee. Presso Romagnese nel gennaio 2014 è stato osservato il rarissimo Luì di Hume (Phylloscopus hu mei). Proseguiamo sfiorando prima la po-co interessante (ornitologicamente) Ri-serva Naturale Regionale “Monte Al-pe”, grande impianto quasi monocoltu-rale di Pino nero, risalendo poi al Passo della Scaparina, nei cui prati più volte è stato sentito negli ultimi anni il richia-mo del Re di quaglie (Crex crex). Da qui, attraverso il Passo del Brallo, salia-mo verso Cima Colletta (Zigolo giallo E. citrinella, Stiaccino Saxicola rube­tra, Culbianco Oenanthe oenanthe, Re-

■ Ibis sacro (Threskiornis

aethiopicus). Dalle prime due colonie

lungo il fiume Sesia, in Piemonte, e

presso il parco delle Cornelle, in provincia di Bergamo, la specie

si è diffusa in tutta la pianura centro-

occidentale.

Anto

nello

Tur

ri

Page 46: Qb16 completo

45

■ Il Monte Lesima, con la postazione radar che purtroppo danneggia il panorama e le praterie sommitali, rappresenta la cima più alta dell’Oltrepò pavese, raggiungendo i 1724 metri

■ Sparviere (Accipiter nisus). Benché non sempre facile da osservare, si tratta di una specie distribuita uniformemente sul territorio provinciale.

Gia

nni C

onca

Gia

nni R

ossi

Page 47: Qb16 completo

46

■ Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major). Assieme al più grande Picchio verde (Picus viridis), è il picide più diffuso in provincia.■ Scricciolo (Troglodytes troglodytes). Specie molto comune sino a pochi anni fa, che negli ultimi tempi ha conosciu-to un rapido declino.

Giu

sepp

e Ca

lsam

iglia

Giu

sepp

e Ca

lsam

iglia

Page 48: Qb16 completo

47

■ Regolo (Regulus regulus). Svernante regolare, diffuso in tutto il territorio provinciale, soprattutto associato alla pre-senza di conifere e altre piante sempreverdi.■ Zigolo muciatto (Emberiza cia). Nidifica solo con poche coppie negli arbusteti dell’alto Oltrepò, al confine con le provincie di Piacenza e Alessandria.

Will

iam

Viv

arel

liG

iann

i Ros

si

Page 49: Qb16 completo

golo Regulus regulus, Crociere), con una puntata sulla vetta del Monte Le-sima (1.724 m), dove un inopportuno radiofaro dell’aeronautica disturba ma non distrugge del tutto la bellezza del panorama, che si affaccia verso la Ligu-ria. Si tratta di alcune delle vette più alte dell’Oltrepò pavese, sino ad ora non par-ticolarmente monitorate, e quindi con poche osservazioni interessanti, ma do-ve, soprattutto nel passaggio migratorio primaverile, non ci stupiremmo di poter trovare qualche cosa di “grosso” (Aquila reale Aquila chrysaetos, Aquila minore Hieraaetus pennatus, Biancone). Chiudiamo il nostro giro ideale spo-standoci infine lungo i crinali occiden-tali, che ci portano prima a raggiungere la cima del Monte Chiappo (1.699 m), una bella e caratteristica piramide er-bosa sulla quale convergono i confini amministrativi di Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna e poi il Monte Bo-gleglio (1.491 m), dove completiamo il nostro viaggio. Sulla sommità di queste due ultime montagne, ormai lontane dal-la pianura e ben all’interno dell’Appen-

nino, possiamo ancora una volta contat-tare, assieme a una flora varia e rigoglio-sa e a specie non comuni, come le quat-tro specie di farfalle del genere Erebia di ascendenza alpina (Erebia meolans, E. ligea, E. medusa, E. aethiops), gli uc-celli delle praterie di quota: Spioncello (Anthus spinoletta), Prispolone (Anthus trivialis), Stiaccino, in inverno il Sordo-ne (Prunella collaris) e sperare nell’in-contro con la qui rara Aquila reale o ad-dirittura con il Falco della regina (Falco eleonorae), osservato nel 2013. Senza dimenticare la più affascinate presenza di questi luoghi: il Lupo (Canis lupus).

BibliografiaBrambilla G., 1856. Elenco degli Uccelli che

si trovano nell’Agro Pavese. In: Manua-le della Provincia di Pavia per l’anno 1856. Bizzoni, Pavia.

Conca G., Ferlini F., Vigo E. (in prep.). Check list degli uccelli della provincia di Pavia (aggiornata al 31 dicembre 2012).

Pavesi P., 1907. Ottavo Calendario Ornito-logico Pavese. In: Atti Congresso Na-tur. Ital., Tipografia degi operai, Mila-no, pp. 1-13.

48

Gab

riella

Mar

tino

■ Cincia bigia (Poecile palustris)

Nidificante nelle aree boschive, dal parco del Ticino alle zone

montane dell’Oltrepò Pavese.

Page 50: Qb16 completo

49

Dove fare birdwatching in Provincia di Pavia

1. Parco “Le Folaghe” e aree limitrofe

2. Crinale M.te Vallassa, Serra del Monte e Momperone

3. Cave Cervesina-San Gaudenzio

4. Monte Pizzocorno e media Val Staffora

5. Parco Palustre Lungavilla

6. Zona di Castelletto di Branduzzo

7. Corso del Po

8. Foce Sesia

9. Garzaie della Lomellina

10. Parco del Ticino

11. Risaie della Lomellina

12. Oasi Sant’Alessio

13. Oasi Cassinazza

14. Collina Banina

15. Costa dei Cavalieri, Costa del Vento,

Passo Carmine16. Giardino Alpino e

Pietra di Corvo 17. Alto Oltrepò montano:

Passo Scaparina, Cima Colletta, M.te Lesima, M.te Chiappo, M.te Bogleglio

Facile, anche in auto; presenza capanno osservazioniDiscreta, consigliato fuoristrada (o a piedi)

Facile, anche in auto, ultimo tratto a piediDiscreta, per ampi tratti anche in auto, soste per controllo le paretiOttima, facile, ma solo a piedi o in biciFacile, anche in auto, controllare posatoi e fili della luce/telefonoDiscreta, per ampi tratti in auto, lungo argini; a piedi i tratti sul fiumeDiscreta, per ampi tratti in auto, ultimi tratti a piediDiscreta, per ampi tratti in auto, ultimi a piediDiscreta, ampi tratti in auto, ultimi a piedi. Autorizzaz. ingressi autoFacile anche in auto

Ingresso a pagamento. Facile attorno all’oasi anche in autoIngresso solo su richiestaDiscreta, ampi tratti in auto sia in sommità, sia alla baseFacile in auto solo per brevi tratti, poi a piediDiscreta a piedi

Impegnativa, a piedi

Casei Gerola, Silvano Pietra

Bagnaria,Pozzol Groppo

Cervesina

Ponte Nizza, Bagnaria, Varzi

Lungavilla

Castelletto di Branduzzo

Vari comuni

Candia, Breme Lomellina

Vari comuni lomellini

Torre d’Isola, Bereguardo, Zerbolò

Robbio, Mede, Mortara, Sartirana, Lomello, NicorvoSant’Alessio con Vialone

Giussago

Miradolo

Fortunago, Ruino

Romagnese

Brallo di Pregola,Santa Margherita Staffora

Anatidi, Limicoli, Rallidi

Sterpazzolina di Moltoni, Ghiandaia marina, Zigoli, BianconeAnatidi, Limicoli, Rallidi, possibili raritàSpecie rupicole, Pellegrino, Apodidi, Luì bianco, Gracchio comune, Taccole

Anatidi, Laridi, Ardeidi, GruccioneAverle (anche A. cenerina), Lodolaio, Falco cuculo, allodole

Laridi, Anatidi, Sternidi, Ardeidi, Occhione, Gru, Lodolaio

Laridi, Anatidi, Sternidi, Ardeidi, Cormorano, Ibis sacro

Ardeidi, Spatola, Mignattaio, Acrocefali, Rallidi

Colino, Picidi, Anatidi, Ardeidi, rapaci notturni e diurni

Limicoli, Ardeidi, Anatidi, Rallidi

Ardeidi, Rallidi, Anatidi, Limicoli, Ibis (eremita e sacro), Cicogna biancaArdeidi, Rallidi, Anatidi, Limicoli, SternidiRapaci diurni, cicogne, Gru

Strillozzo, zigoli, Alaudidi, Quaglia, Silvidi

Piccoli Passeriformi montani, luì, Picidi, Corvo imperialeQuaglia, Re di quaglie, Spioncello, Prispolone, Culbianco, Tottavilla, rapaci

Periodo migratorio e inverno

Primavera-inizio estate

Periodo migratorio e invernoPrimavera-inizio estate

Periodo migratorio e invernoPrimavera-inizio estate

Tutto l’anno, tranne i mesi estivi più caldi

Inverno e periodo migratorio

Primavera-estate

Tutto l’anno, tranne i mesi estivi più caldi

Tutta la primavera

Tutta la primavera

Tutta la primavera

Periodi migratori, soprattutto primaveriliPrimavera e periodi migratori

Inverno, autunno, primaveraPeriodi migratori, soprattutto primaverili

SITO ACCESSIBILITÀ COSA OSSERVARECOMUNE PERIODO

Page 51: Qb16 completo

■ Bertamaggiore (Calonectris diomedea)involoaltramonto

I l Piccolo Albatrosdel Mediterraneo

di Jacopo G. Cecerefoto di Bruno D’Amicis

SPECIE A RISCHIOQB

Page 52: Qb16 completo

51

■ LaBertamaggioremediterranea(Calonectris diomedea)èstatadapocoseparatadallespecie“gemelle”Bertamag-gioreatlantica(C. borealis)eBertamaggiorediCapoverde(C. edwardsii).

npiccoloalbatrosdelMediterraneo.Ècosì che solitamente descrivo la Bertamaggiore(Calonectris diomedea)achi

nonlaconosce,parlandodellesuelungheescursio-niinmareaperto,dellacapacitàdivolarearasosulmareconlealichesfioranol’acqua,quasifenden-dola(dacuiilnomeinglesedishearwater: taglia-acqua).Eneparloinevitabilmenteconemozioneepassione,perchéquellochemilegaaquestaspecieè un profondo rapporto emotivo. Ero convinto diavervistoperlaprimavoltaconcoscienzalaBertamaggioredapiccolo,intornoaidiecianni,duranteunavisitaalleTremiticonimieigenitori.Lìcipar-laronodelladiomedea,celadescrisseroeiopensaidiavernevistetante,raccolsiancheduepennechecustodiiconcuranelmiopennario.Conilpassaredegliannirealizzaiconamarezzadiavervistoecu-stodito“semplici”pennedigiovaneGabbianoreale(Larus michahellis).Ovviamente,ebbipoidiverseoccasionidivedereveramenteleberte,peresempioduranteiviaggiintraghettopergiungereaVentote-ne.MailmioverorapportoconlaBertamaggioreèiniziatonel2008,quando,lavorandoperlaLIPU,iniziammol’attivitàdi telemetriaconGPSper l’i-dentificazionedelleIBAmarine.MirecaiaLinosa

U adaprile,miportaronoallaMannarazza,nelcuoredellacolonia,dinotte;eraneigiorniincuilebertesiaccoppianofuoridalloronido...fuun’emozionetravolgente! Migliaia di berte che si comportava-nocomesenoinoncifossimo,apochicentimetridanoi,l’ariasoffocatadailorocanti.MisembravadivivereinundocumentariodiDavidAttenborou-gh.DaquellanottehopassatomesinellecoloniediBertamaggiore,dal2008aoggisenzasosta,contri-buendoaincrementareleconoscenzesullabiologiadiquestaspecieelavorandoattivamenteperlasuaconservazione.Maprocediamoconordine.

LaBertamaggiorenidificantenelMediterraneoèstatadapocoriconosciutacomespecieaséstante,separandolacosìdallealtreduespeciegemelleni-dificantinell’OceanoAtlantico: laBertamaggioreatlantica(C. borealis)elaBertamaggiorediCapo-verde(C. edwardsii)(Sangsteretal.,2012).L’Ita-liaospita,sull’isoladiLinosa,lapiùgrandecoloniaeuropeadiBertamaggiore:circa10.000coppiesti-mate(Baccettietal.,2009),oltre il60%dellapo-

Un grande viaggiatore

Page 53: Qb16 completo

52

polazioneitaliana;alivelloglobale,lacoloniaèse-condasoloaquelladiZembra(Tunisia).GranpartedellapopolazioneitaliananidificaquindinelCana-lediSicilia,epoinelTirreno,mentrenell’Adriaticooccidentale èpresenteunicamentenell’ArcipelagodelleTremiti. Èprobabilmentelaspecieeuropeaconilperio-doriproduttivopiùlungo:giungeallacoloniadalleareedisvernamentogiàafineinverno;siriproduceadaprileinoltrato;lafemminatrascorrequindicir-caunmeseinmare,periododuranteilqualevienesintetizzato l’unico uovo; la deposizione avvienenellasecondametàdimaggioel’uovosischiudealuglio,dopocircacinquantagiorni; ipulcinisi in-volanoainizioottobre.L’uovovienecovatodaen-trambiipartner:mentreunodeiduerimanesull’uo-vopergiorni,l’altromembrodellacoppiatrascorreil tempo inmare aperto, raggiungendo le areepiùproduttivee cibandosi inmododa immagazzinareleenergienecessariepersostenereillungoturnodicova.DaidatiGPSdellebertenidificantiaLinosaeTremiti,abbiamopotutoosservarecheiviaggidiforaggiamento durante l’incubazione possono du-rare fino a18giorni, conunamediadi 7,5giorni(Cecereetal.,2013).Unperiododurante ilquale,mentre uno dei partner rimane sull’uovo a digiu-no, l’altro raggiunge aree di alimentazione situate

fino a400kmdalla colonia (Cecere et al., 2015).Allaschiusadell’uovo,ilgenitorepresenterimanenelnidoperqualchegiorno,finoaquandoilpulci-noèingradoditermoregolarsiinmanieraefficace.Successivamente,ilpulcinovienelasciatosoloegliadultitornanoallacoloniaunasolavoltapernotteperalimentarlo.Durantel’allevamentodeipiccoli,iprocellariformi ingenerepossonoattuare ladual foraging strategy,cioèl’alternanzadiviaggidifo-raggiamento di lunga durata (> 4 gg.) con viaggipiùcorti(1-4gg.).Iviaggicortisonoeffettuatiuni-camenteperprocurareilciboperilpulcino,mentreiviaggi lunghipermettonoagliadultidi recarsi inareelontaneepescosedovepossonoprocurarecibosiapersésiadaportarealpiccolo.ConunrecentelavoroabbiamodimostratochenellaBertamaggio-reladual foraging strategyèpiùmarcatasel’areamarinacircostantelacoloniaècaratterizzatadaunabassaqualitàambientale(Cecereetal.,2014).Inol-tre,comeprevedibile,iviaggilunghisonopiùfre-quentinellecoloniepiùnumerose;è ilcasodiLi-nosa, dove le aree presso il sito riproduttivo sonoutilizzatedaunnumeroelevatodiindividui,conunmaggiorsfruttamentodellerisorsepresenti.Diventadunquenecessarioallontanarsipertrovareareepiùfruttuose.LebertenidificantiaMaddalenaePiano-sacompiono,per lopiù,viaggidiungiorno,gra-

■ MonteNero, Linosa (AG); l’isola di Linosa, nell’arcipelago delle Pelagie, ospita la colonia di Bertamaggiore(Calonectris diomedea)piùnumerosadelMediterraneo.

Page 54: Qb16 completo

53

■ Comealtriprocellaridi,leBertemaggiori(Calonectris diomedea)formano,apartiredaltardopomeriggio,estesigruppiposatisullasuperficiedell’acqua(rafts)difronteallecoloniedinidificazione.Lezonediraftingvengonoutiliz-zateanchealmattino,primadiiniziarelapescainmareaperto.

Page 55: Qb16 completo

54

ziealledimensionipiùridottedellecolonieeaunamaggior qualità ambientale delle aree circostanti(Cecereetal.,2014).

Il fatto chemaggiormente colpisce, lavorandoconleberte,ècheilritornoincolonia,tantoperda-reilcambioalpartnernellacovaquantoperalimen-tareilpulcino,avvieneunicamentedinotte.Eperlopiùinassenzadiluna.Questofenomenoèdescrittoperdiversespeciediprocellaridieinpassatosonostate formulate due teorie per spiegarlo. Secondolaprimateoria,ilrientrodinottesarebbedovutoaunmeccanismoche,rendendodifficoltosal’indivi-duazionedelnido,riducelapredazione,suadultiepulcino.Questa teoria si applica bene nel caso dipredatorichenonusanol’olfattoperindividuareleprede(inidisonocaratterizzatidaunodoreforteeacre)eaprocellarididipiccoleomediedimensioni.ÈilcasodegliUccellidelletempeste(Hydrobates pelagicus), predati dai gabbiani, e delle berte, oc-casionalmentepredatedalFalcopellegrino (Falco peregrinus). Ma il fenomeno è presente anche incolonieincuisonoassenti ipredatori.Lasecondateoriaprevedeunabassaefficienzadipescaduran-telenotticonluna,poichéènotocheicalamari,e

diversespeciedipesci,risalgonoinsuperficiesoloinassenzadiluna.Nellenottidilunaconscarsitàdipredelebertetornerebberomenofrequentementeincolonia. Ledueipotesisonostatedanoitestateinunre-cente lavoro (Rubolini et al., 2014), nel quale ab-biamoanalizzatosiailnumerodituffieffettuatidinottemisurati con un particolare sensore sia l’oradirientroincolonia(permezzodiGPS)infunzio-ne della luminosità lunare. I risultati dimostranochiaramentechelamaggiorpartedeituffiavvienedigiornoma ipochieffettuatidinotteavvengonoquasiesclusivamenteinpresenzadiluna;inassenzadiquestalebertesonoperlopiùposatesullasuper-ficiedell’acqua.Questoprimodato scredita la se-condateoriasoprariportataedèspiegatodalfattoche,sebbeneinpresenzadilunacisianomenopre-dedisponibilisullasuperficiedell’acquaepocoaldisottodiquesta,lalucelunareforniscelanecessa-riavisibilitàperlapesca.Inoltre,idatiGPShannoevidenziatoche,durantelanottediritornoincolo-nia,lebertenonsialimentano:giungononeipres-sidellacoloniaprimadeltramonto,siposanosullasuperficiedell’acquaapocadistanzadalsitoripro-duttivo(rafting behaviour)edentranoincoloniaso-loconilbuiocompleto.Selalunaèpresentenellaprimapartedellanotte, aspettano il suo tramonto,seassenteentranosubitoperpoiallontanarsiprima

Un uccello “lunatico”

■Unavoltasopraggiuntoilbuio,nellenottisenzaluna,gliadultisirecanoalnido;inizialmenteperdareilcambioalpartnernellacovae,nellafasesuccessiva,peralimentareilpulcino.

Page 56: Qb16 completo

55

■ Unesemplarevieneprelevatoalnidodurantelafasediincubazione.SuldorsoverràapplicatounostrumentoGPS,perregistrarneglispostamentiquandoilcompagnotorneràalnidoperilcambio.Alterminedellamanipolazione,delladuratadi10minuti,l’uccelloriprendesemprelacova,senzaabbandono.■ IngressoinuncanalelavicoaLinosa(AG),dacuisiaccedeainididiBertamaggiore.

Page 57: Qb16 completo

56

delsuosorgere;conlalunapienasolopochebertesiavvicinanoallacolonia,mentreincondizionedilunanuovagli ingressiavvengonodurante tutta lanotte.Questocomportamentoalmomentopuòes-seresolospiegatodaltentativodiridurreunrischiopotenzialmentepresenteincoloniainsituazionedivisibilità.Pertanto, la teoriache il comportamentosisiaevolutocomemeccanismoantipredatoriore-stavalida,ancheneicasiincuiipredatorinonsianopresentiinunacolonia(Rubolinietal.,2014).

Ènotocheladistribuzionediunuccellomarinoinmareapertodipendedadiversi fattori.Sebbeneanoiumaniilmareappaiaprivodicaratteristiche,questononèaltrettantoveropergliorganismima-rini.Lemaggioriareediforaggiamentodellebertehannocaratteristichechimico-fisichechefavorisco-nolapresenzadiprede,principalmentepiccolipe-scipelagici (sardineeacciughe)e, inmanierami-nore,calamaricacciatidinotte.Perdiversiuccellimarini,peresempioGabbianocorso(L. audouinii)eBertabalearica(Puffinus mauretanicus),ènotala

capacitàdi sfruttare, quali fonti trofiche, gli scartigettatiinmaredaipescherecci.Èstatocalcolatocheinunanno ipeschereccidi tutto ilmondogettanoinmareunaquantitàdiscartiorganici(compostadascartidellalavorazioneedapescidipiccolatagliaononcommerciabili)paria7,3milioniditonnellate(Catchpoletal.,2006). Inunrecentelavoro(Cecereetal.,2015)abbia-moevidenziatocomeleBertemaggioriutilizzinoiviaggi lunghiperallontanarsi semprepiùdacolo-niediconspecifici(competizionetracolonie)e,alcontempo,peravvicinarsiaiporticommerciali,do-vehannomaggioriprobabilitàdiincontrarepesche-reccidiritornoeinfasedilavorazionedelpesceepuliziadellereti.Nelsovra-sfruttatoMediterraneo,l’utilizzo degli scarti dei pescherecci rappresentaprobabilmenteunafontedialimentazionesignifica-tivaperlaBertamaggiorenidificante.Ènecessarioricordarechegliscartinonhannolastessaefficien-za energetica delle prede naturali (Pichegru et al.,2007).Gremilletecollaboratorihannodimostrato,perlaSuladelCapo(Morus capensis),chegliscar-ti vengonoconsumati soloda individuinon ripro-duttori,mentreipulcinisonoalimentatiunicamenteconpescepescato.Dal2015nelMarBalticoedal

Da pescatrice a spazzina?

■ Lemisurazionidilunghezzaealtezzadelbeccosonoutiliperdefinireilsesso:imaschi,oltrecheperilcanto,ilpesoeledimensionidelcorpoleggermentemaggiori,sidistinguonoperilbeccopiùmassiccio,solitamentepiùlungoealto.

Page 58: Qb16 completo

57

2017nelMediterraneo,l’UnioneEuropeametteràabandoilriversamentodegliscartidellapescainma-re,imponendol’obbligodiscaricarliaterra.Ilnuo-voregolamentomiraallariduzionedellapescaacci-dentaledispecienontargetodipiccoledimensioni.Gliscartisarannoutilizzatidadiverseindustrie,peresempioquellecheproduconoalimentiperanima-li,evitandochetaliindustrieincidanosullapescadispecie di elevato valore commerciale e quindi giàsovra-sfruttate. Il nuovo regolamento europeo potrebbe com-portare una diminuzione della biomassa presenteinmareconeffettidifficilmenteprevedibiliperl’e-cosistemamarino (Bellidoet al., 2014).Lo studiodeglieffettisullepopolazionidiuccellimarinisaràessenzialealfinedicomprenderneledinamichedipopolazione,nonchéper indirizzare lepolitichedipescaeditutela.

Lo studio e la conservazionedellaBertamag-giorerichiedeunasinergiadimoltecompetenze,ilcoinvolgimentodidiversiportatoridiinteresseela

necessitàdioperaresupiùfronti.LamiaavventuraèiniziataconlaLIPUconl’obiettivodiidentifica-re leareemarinechiaveper laconservazionedel-laBertamaggiorenidificanteinItalia.Ignorandoiconfiniamministrativi,lebertesialimentanoanchea considerevoli distanze, rendendo indispensabi-leunapproccio internazionalefinalizzatoalla loroconservazione.Perquestorisultadiestremaimpor-tanza affiancare a un approccio site-based, comequellodelleAreeMarineProtetteodiReteNatura2000, una politica europea della pesca particolar-menteilluminata.Fondamentalisonoilavoriscien-tifici,comequellicitati,necessariperconoscereecomprendere sempre meglio le esigenze ecologi-chedellaspecie,epianificarealmeglioleazionidiconservazione.Maèaltrettantonecessarioparlareeraccontaredellaberta,farconoscereilsuomondo. Inquestocontesto,ancheunarticolosuQuader-nidiBirdwatchingosuNationalGeographic,comequelloscrittonel2009eillustratodallebellefotodiBrunoD’Amicis,può rappresentareun importantetasselloperlatuteladelnostropiccoloalbatros.

Un lavoro di squadra

■ Dopolaschiusa,unodegliadultirimaneconilpulcino,chenonèancoraingradoditermoregolarsi.Passati2-5gior-ni,ilpulcinosaràlasciatosoloalnidoegliadultitornerannosolodinotteperalimentarlo.

Page 59: Qb16 completo

BibliografiaBaccettiN.,CapizziD.,CorbiF.,MassaB.,NissardiS.,

SpanoG.&SposimoP.,2009.Breedingshearwaterson Italian islands: population size, island selectionandco-existencewith theirmain alienpredator, theblackrat.RivistaItalianadiOrnitologia,78:83-100.

CatchpoleT.L.,FridC.L.J.&GrayT.S.,2006.Importan-ceofdiscardsfromtheEnglishNephrops norvegicus fisheryintheNorthSeatomarinescavengers.MarineEcologyProgressSeries,313:215-226.

Cecere J.G.,CatoniC.,Maggini I., ImperioS.,GaibaniG.,2013.Movementpatternsandhabitatuseduringincubation and chick-rearing of Cory’s shearwaters(Calonectris diomedea diomedea) (Aves: Vertebra-ta)fromCentralMediterranean:influenceofseasca-pe and breeding stage. Italian Journal of Zoology,80:82-89.

Cecere J.G.,GaibaniG.& ImperioS., 2014:Effects ofenvironmental variability and offspring growth onthe movement ecology of breeding Scopoli’s she-arwaterCalonectris diomedea.CurrentZoology,60:622-630.

CecereJ.G.,CatoniC.,GaibaniG.,GeraldesP.,CeladaC.,ImperioS.,2015.Commercialfisheries,inter-co-lonycompetitionandseadepthaffectforagingloca-

tion of breeding Scopoli’s shearwaters Colonectris diomedea.Ibis,doi:10.1111/ibi.12235.

Grémillet D., Pichegru L., Kuntz G., Woakes A.G.,WilkinsonS.,CrawfordR.J.M.&RyanP.G.,2008.A junk-food hypothesis for gannets feeding on fi-sherieswaste. Proceeding ofRoyalSocietyB, 275:1149-1156.

PichegruL.,RyanP.G.,vanderLingenC.D.,CoetzeeJ.,Ropert-Coudert Y.&Grémillet D., 2007. ForagingbehaviourandenergeticsofCapegannetsMorusca-pensis feeding on live prey and fishery discards intheBenguelaupwellingsystem.MarineEcologyPro-gressSeries,350:127-136.

RuboliniD.,MagginiI.,AmbrosiniR.,ImperioS.,PaivaV.H.,GaibaniG.,SainoN.,CecereJ.G.,2014.TheEffect ofMoonlight on Scopoli’s Shearwater Calo-nectris diomedea Colony Attendance Patterns andNocturnal Foraging: A Test of the Foraging Effi-ciencyHypothesis.Ethology,120:1-16.

Sangster G., Collinson M., Crochet P.A., Knox A.G.,Parkin D.T., Votier S.C., 2012. Taxonomic recom-mendationforBritishbirds:eighthreport.Ibis,154:874-883.

58

L’antro delle diomedee Nelterzoinferioredellascoglierapiùimponentedell’isoladiSanNicola,siapreun’ampiaeprofondagrotta,cuisiaccedeattraversounbuco,talmenteangustodacostringereavarcareilpassaggioamarciaindietro.Unavoltaentratisivieneletteralmenteavvoltidaunforteodoredimuffaemuschio,caratteristicodelleBertemaggiori(Ca-lonectris diomedea),chequi,nell’arcipelagodelleTremiti(FG),sonoattualmentepresenticonunapopolazionesti-matain300-400coppie. Hoscopertoquestagrottaconl’amicoFoscoloFoschinel1987,dopoladecisionediiniziareunostudioalungoterminesuquestaspecieintrigante,ispezionandotuttelescoglieredelletreisoleprincipalieficcandoilnasoneglianfrattiaccessibili.ConoscendolepreferenzedelleBertemaggiori,chedinormadepongonol’unicouovobianco,inanfratti,cunicoliefendituredipiccoleemediedimensioni,abbiamosubitocapitochesitrattavadiunasituazio-ne“speciale”:lagrotta,infatti,sisviluppainorizzontalepercirca50metri,attraversostrettipassaggieun’ampiacameracentrale,perterminareinunpozzoverticalecollegatoconilmare;ametàgrottailbuioètotaleelatempe-raturasiaggiraattornoai13-14°C,circalametàdell’ambienteesternonelmesedigiugno. Maiavremmoimmaginatochetaleambiente,laboratorioesclusivodispeleologiegeologi,potessediventareun’occasionedistudioanchepergliornitologi. Nelperiodo1988-2014,lapopolazionecheharioccupatoannualmentelagrottahafluttuatotra18e25coppie,conunatendenzaallieveincrementodafineanni’90,probabilmenteinrelazioneall’aumentoesponenzialedellapopolazionediGabbianireali(Larus michahellis)chehacostrettoalcunecoppieadabbandonareisitiriproduttivipiùespostiearifugiarsiinprofondità.Inquestolungoperiodoabbiamopotutoverificare,graziealriconoscimentoindividualeresopossibiledall’inanellamento,alcuniaspettidellabiologiariproduttiva,dellasopravvivenzaedelcomportamentodellaBertamaggiore.Peresempio,abbiamonotatocheleBertemaggioridelleTremitiinizianoadeporrel’uovoconalmenounasettimanadianticiporispettoaquelledelCanalediSiciliaedelTirreno,chelafe-deltàdicoppiaealnidoèparticolarmenteelevata(unpaiodiindividuisonorimastilegatiperunventennio,rioc-cupandolostessonido),cosìcomeottimoèilsuccessoriproduttivo,grazieallamancanzadipredatori(ratti,caniegattirinselvatichiti,Gabbianoreale). Inbaseaidatidicattura-ricatturadeisoggetti inanellati,elaboratidall’amicoGiovanniBoano,abbiamoevi-denziatounacorrelazionesignificativatrailtassodisopravvivenzaegliannidipresenzaoassenzadiparticolarisituazioniclimaticheoceanichechedeterminanounraffreddamentodellasuperficiemarina;taleipotesivienecon-fermatadaunnostrostudiosuccessivocheevidenziacomelasopravvivenzasiapiùbassaneglianniincuiLaNiñadeterminaunincrementodelletempestenellezonedisvernamentodell’Atlanticoorientale,cherappresental’arealeprimariodisvernamentodelleBertemaggiorimediterranee.

Pierandrea Brichetti

Page 60: Qb16 completo

59

RARITàQB

di Enzio Vigo e Franco Bernini

Marino o terrestre?

Un Labbo codalunga a Pavia

ttobre è un mese magico per la migrazio-ne e, talvolta, per l’osservazione di spe-cie rare. Pertanto, la mattina del 16 otto-

bre 2014, concordiamo un’uscita di birdwatching per il pomeriggio, approfittando finalmente di mez-

za giornata di libertà dalle incombenze quotidia-ne che affliggono la nostra invidiabile condizione di pensionati. Decidiamo di visitare alcune cave dell’Oltrepò pavese, dov’è più probabile l’incontro con qualche specie interessante. Dopo una sosta po-

O

Gia

nni C

onca

■ Labbo codalunga (Stercorarius longicaudus), San Gaudenzio (PV), ottobre 2014. In questo scatto posato a terra sono evidenziati il becco corto e tozzo con la porzione terminale nera estesa per circa metà della lunghezza, la testa arroton-data con fronte alta e l’assenza di punte chiare sulle primarie.

Page 61: Qb16 completo

60

co fruttuosa alla cava di cascina Borrona, nei pres-si di Pizzale, decidiamo di controllare il complesso di cave di San Gaudenzio a Cervesina. Negli ultimi anni questo sito ci ha regalato molte soddisfazio-ni, con osservazioni di Aquila di mare (Haliaeetus albicilla), Falaropo beccosottile (Phalaropus loba-tus), Marangone minore (Microcarbo pygmeus), Sterna maggiore (Hydroprogne caspia) e di una se-quenza di specie meno rare ma, in ogni caso, mol-to interessanti. Giunti sul bordo occidentale della cava princi-pale, ci rendiamo conto rapidamente che sono pre-senti molte specie di acquatici, tutte però abbastan-za comuni e già segnalate in precedenza. Mentre ci tratteniamo un po’ di tempo per osser-vare con attenzione le diverse zone del sito, dall’an-golo opposto della cava spunta in volo un uccello che inquadrato con i binocoli si rivela di colore scu-ro, piuttosto snello e che determiniamo scherzosa-mente come un “labbide”; al di là della celia, ci fa immediatamente pensare a una qualche specie di stercoraride. Purtroppo siamo lontani dal soggetto

almeno 600 metri e questi, dopo poco, sparisce al-la nostra vista dietro una cortina di alberi. Subito ci interroghiamo sull’identità dell’uccello e, malgrado non avessimo potuto capire granché data la distanza e la brevità dell’osservazione, io azzardo che possa trattarsi di uno Stercorario mezzano (Stercorarius pomarinus), ma con moltissimi punti interrogativi.Speranzosi che l’uccello si palesi di nuovo, restia-mo in allerta e, dopo circa dieci minuti, l’ogget-to misterioso riappare in volo, sempre lontano, ma per un periodo più lungo. Con previdenza avevamo piazzato i cannocchiali e riusciamo a osservare dei particolari non visibili con i soli binocoli. Notiamo così che lo stercoraride, grosso modo della dimen-sione di un Gabbiano comune (Chroicocephalus ri-dibundus), non ha evidenti flash bianchi sulle ali, il becco è minuto e la coda ha le timoniere centrali significativamente lunghe; vediamo altresì il sotto-coda bianco con barrature scure. A questo punto ci rendiamo conto che, molto probabilmente, ci tro-viamo di fronte a un giovane Labbo codalunga (S. longicaudus).

■ Labbo codalunga (Stercorarius longicaudus), San Gaudenzio (PV), ottobre 2014. In questa immagine sono evidenti la coda lunga e stretta e la banda chiara su petto e nuca, tipica degli esemplari di forma intermedia. Nel complesso il piu-maggio appare privo di toni caldi, carattere peculiare dei giovani di questa specie.

Gia

nni C

onca

Page 62: Qb16 completo

61

Gia

nni C

onca

Per maggior sicurezza controlliamo la guida da campo e troviamo la conferma che le caratteristiche osservate si adattano perfettamente, consentendoci di escludere le specie simili. Nel frattempo l’animale è scomparso dietro la solita fila di alberi. Decidiamo di avvertire gli amici di questa scoperta e riusciamo a contattare Eugenio Tiso che arriva dopo circa un quarto d’ora. Subito dopo sopraggiungono casualmente Lorenzo Prada e Andrea Parisi e tutti insieme decidiamo di prose-guire verso l’altro lato della cava, con la speranza di ritrovare il labbo oltre lo schermo degli alberi. Infatti, dopo pochi minuti, riusciamo ad avvistarlo a circa 200 metri, posato tranquillamente in mezzo a un campo arato e fresato. Gli amici concordano sull’identificazione e Lorenzo riesce a scattargli, sia a terra sia in volo, qualche foto che metterà in rete appena tornato a casa.

Il Labbo codalunga si è poi graziosamente trat-tenuto sul posto fino al 22 ottobre, per la gioia di quanti sono andati ad ammirarlo. Molti di noi si sono meravigliati delle abitudini “terragnole” di questo individuo, giacché si immagina che queste specie frequentino esclusivamente i grandi laghi; a quanto pare non è solo così, dato che il 2 settembre 2001 un Labbo codalunga è stato raccolto moren te sulla cima del Monte Lesima, in alto Oltrepò pavese. Con questo avvistamento il complesso di cave di San Gaudenzio si conferma come un “pericoloso rivale” per la vicina Casei Gerola; ma questo, lungi dall’essere un male, va tutto a vantaggio di noi ap-passionati.

■ Labbo codalunga (Stercorarius longicaudus), San Gaudenzio (PV), ottobre 2014. Si nota la silhouette snella e la lunghezza delle timoniere centrali. Nei giovani di Labbo (S. parasiticus), invece, le timoniere centrali sono di norma più corte. Evidente anche il sottocoda bianco puro barrato di scuro e non macchiato disordinatamente.

Page 63: Qb16 completo

62

l Parco Naturale Regionale Litorale di Ugen-to, situato nel Salento (LE), viene monitorato periodicamente per documentare la ricca bio-

diversità presente. Il giorno 5 novembre 2014, durante l’osserva-zione dell’avifauna acquatica svernante, presso il bacino denominato Bianca (-1 m. s.l.m.), veniva osservato in lontananza e a occhio nudo, nella posi-

zione dello “spirito santo”, un uccello di medie di-mensioni dalla livrea bianca e nera, con testa nera; mostrava un atteggiamento tipico degli sternidi, fa-cendo pensare, sul momento, a un Beccapesci (Tha-lasseus sandvicensis) o a un Fraticello (Sternula albifrons). Successivamente l’esemplare si tuffava nello specchio d’acqua e si dirigeva verso un folto canneto presente al margine dell’invaso posandosi

Idi Roberto Gennaio

Una rarità sorprendentePrima segnalazione per l’Italia diMartin pescatore bianco e nero

RARITàQB

■ Martin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis), Ugento (LE), novembre 2014. Una splendida novità per l’avifauna italiana, cha ha attirato nel Salento un gran numero di birders.

Mau

rizio

Pon

zo

Page 64: Qb16 completo

63

■ Martin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis), Ugento (LE),

novembre 2014. Il piumaggio bicolore e

il “ciuffo” pronunciato rendono questa specie

inconfondibile.

Mau

rizio

Bia

sco

su una canna palustre. Poco dopo ritornava in volo sullo specchio d’acqua, ma a una distanza più rav-vicinata rispetto alla prima osservazione; l’utilizzo del binocolo permetteva, con meraviglia e stupore, di verificare che non si trattava di uno sternide, ma di un uccello mai osservato prima e dal comporta-mento simile a un Martin pescatore (Alcedo atthis).

La consultazione attraverso il web di alcuni siti di ornitologia ha portato a identificarlo come un Mar-tin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis), una fem-mina, riconoscibile per la presenza di una sola larga banda nera smorzata al centro del petto bianco. Fino ad ora, la presenza di questa specie non era mai stata accertata in Italia.

Il Parco Ugento Il Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento, istituito con Legge della Regione Puglia n°13/2007 ai sensi della L.R. n°19/1997, è localizzato a S/E del versante ionico della Penisola Salentina. Ha una estensione di circa 1.600 ettari e comprende habitat rari e peculiari, caratterizzati da una ricca biodiversità vegetale e animale, meri-tevoli di conservazione: litorali sabbiosi e rocciosi, ambienti dunali e retrodunali, pinete litorali, zone umide, bacini costieri, macchia mediterranea. Per questo è inserito, ai sensi della Direttiva Europea “Habitat” 92/43 CEE, nell’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria della Rete Natura 2000. Habitat caratteristici sono le zone umide e una serie di bacini idrici artificiali collegati tra loro e il mare da canali, frutto di diversi progetti di risanamento igienico-agrario e di bonifica delle vaste paludi che caratterizzavano il retro duna del vasto litorale di Ugento. Questi invasi, alimentati dal mare e da risorgive di falda superficiale, sono caratterizzati da acque lentiche e poco profonde (due metri al massimo) e rappresentano vere e proprie “nursery” per una ricca ittiofauna: anguille, spigo-le, cefali, orate, gambusie e noni (Aphanius fasciatus), specie prioritaria della Direttiva Habitat. Il carassio dorato, immesso in tempi recentissimi nonostante il divieto stabilito dalla legge, si è facilmente adattato e ha proliferato in questo habitat lacustre. Il vasto biotopo è situato sulle principali rotte migratorie primaverili e autunnali e costituisce un luogo di transito e svernamento per notevoli contingenti di uccelli, in gran parte tutelate dalle direttive europee e inserite nella Lista Rossa Nazionale. Tra le specie presenti si possono citare: Gabbiano corallino (Ichthyaetus melanocephalus), presente con una colonia svernante di centinaia di individui, Fistione turco (Netta rufina), Moretta tabaccata (Aythya nyroca), Tuffetto (Tachybaptus ruficollis), Svasso maggiore (Podiceps cristatus), Svasso piccolo (P. nigricollis), Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), Folaga (Fulica atra), Cormorano (Phalacrocorax carbo), Falco di palude (Circus aeruginosus), Martin pescatore (Alcedo atthis) ecc. Meno frequenti il Falco pescatore (Pan-dion haliaetus) e l’Aquila minore (Hieraaetus pennatus).

Page 65: Qb16 completo

64

Le osservazioni effettuate nell’arco di due mesi, in differenti periodi della giornata, hanno permesso di verificare che l’esemplare frequenta un areale di caccia ampio diversi chilometri, spostandosi negli invasi circostanti e lungo i canali; non è quindi facil-mente individuabile nel medesimo sito e ritorna di tanto in tanto su posatoi che, nel tempo, sono diven-tati abitudinari. A volte si osserva mentre vola velo-

cemente a filo d’acqua, emettendo un verso costitu-ito da un lungo piiiiiiiiiii seguito da due corti pii pii. L’alimentazione è costituita da pesci, in gene-re cefali (Mugil cephalus), a volte di media dimen-sione, latterini (Atherina boyeri) e carassio dora-to (Carassius auratus auratus). Le prede vengono individuate dall’alto di un posatoio, oppure scan-dagliando da notevole altezza lo specchio d’acqua

Il Martin pescatore bianco e nero Il Martin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis) appartiene all’Ordine dei Coraciiformes e alla famiglia degli Alcedinidae. La sua distribuzione si estende dall’Africa sub-sahariana (Egitto orientale, lungo il corso del Nilo, Ghana del sud, Zambia, Zimbabwe, Kenia) all’Asia, dall’India alla Cina meridionale. In Europa è presente solo in Turchia; raro in Grecia e Cipro. Specie stanziale, frequenta habitat come torrenti, laghi, fiumi, estuari, canali e baie. È uno dei pochi alcedinidi a non avere una livrea multicolore. Lungo circa 25 centimetri, il piumaggio è nero sul dorso con piume striate e orlate di bianco, piumaggio inferiore bianco, larga mascherina nera che dall’occhio termi-na dietro la nuca, cresta piumata nera, zampe e becco neri. Esiste dimorfismo sessuale. I maschi sono riconoscibili dalle due bande nere orizzontali, una più larga e una più stretta, presenti sul petto bianco, mentre le femmine ne hanno una sola incompleta. Raggiunge la maturità sessuale a un anno di età, ma incomincia a nidificare e allevare la prole dal secondo o terzo anno di vita. La coppia scava nella sabbia con zampe e becco un tunnel verticale profondo anche 1,2 metri che termina con una camera. Diversamente dalle altre specie di Coraciformi, invece di mettersi in agguato su un posatoio scruta in volo stazionario a “spirito santo” lo specchio d’acqua in cerca di pesci, tuffandosi quando vengono avvistati. Non ritorna a terra dopo ogni cattura, anzi, è capace di mangiare la preda rimanendo sem-pre in volo e di avventarsi su un secondo pesce. In Sudafrica, dove si spinge fino al mare, si nutre anche delle sardine che migrano in immensi banchi. È specie a basso rischio di estinzione, come indicato nella lista rossa dell’IUNC.

■ Martin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis), Ugento (LE), novembre 2014. La presenza sul petto di una singola banda nera è un carattere distintivo della femmina; il maschio mostra una seconda striscia inferiore più sottile.

Robe

rto

Gen

naio

Page 66: Qb16 completo

65

rimanendo in volo stazionario nella posizione del-lo “spirito santo”, e catturate con spettacolari tuf-fi che portano l’esemplare a immergersi comple-tamente in acqua. Durante le osservazioni l’esem-plare non è mai entrato in competizione con altri uccelli piscivori, come il Martin pescatore, a vol-te osservato insieme nella stessa zona di caccia. Nelle giornate di intensa pioggia o di forte ven-to con dominanza dello scirocco, l’esemplare ral-lenta notevolmente la sua attività trofica e di vo-lo, condizione che ne rende arduo l’avvistamen-to. Sembra essersi adattato ai venti freddi di tra-montana, con temperature notturne che, in spora-dici ed eccezionali casi, hanno raggiunto 0,5°C. Alle zampe non sono presenti anelli identifica-tivi. L’abilità nella caccia e nel volo sono indice di buona salute e di un individuo selvatico, non rife-ribili a esemplare tenuto in cattività e sfuggito da voliere. Tra l’altro, la specie non risulta presente in giardini zoologici e raccolte private, probabilmente a causa delle notevoli difficoltà di gestione che ciò comporterebbe. Specie stanziale nel suo areale di distribuzio-ne, l’esemplare presente nel Salento potrebbe esse-re giunto dalle zone del nord Africa (probabilmen-te dall’Egitto) o dalla Turchia attraverso la vicina Grecia.

Si può ipotizzare che sia stato trasportato acci-dentalmente da parte di un natante (ship-assisted), o sia stato sospinto da intensi venti caldi e umidi spiranti dal quadrante di S/E. In alternativa, durante l’attività trofica, potrebbe aver seguito in mare aper-to migrazioni di banchi di pesci pelagici (clupeidi ecc.) allontanandosi dal proprio areale. Successi-vamente, riposando in mare aperto su mezzi di for-tuna galleggianti (cassette di polistirolo, legni ecc.) sarebbe stato spinto dalle correnti marine verso N/O approdando sulle nostre coste.La presenza di questa rarità ha attirato appassionati birdwatchers da tutta la Penisola e le osservazioni continuano anche nel momento in cui viene redatto questo articolo.

Bibliografia Fracasso G., Baccetti N., Serra L., 2009. La lista CISO-

COI degli uccelli italiani. Avocetta, 33 (1).La Gioia G., Liuzzi C., Albanese G., Nuovo G., 2010.

Check-list degli uccelli della Puglia, aggiornata al 2009. Riv. Ital. Orn., Milano, 79 (2): 107-126.

Gennaio R., 2001. Tra le dune e la macchia i bacini di U gento. Aspetti botanici, faunistici e paesaggistici. Mar tano editrice, Lecce.

Gennaio R., 2009. Passaggio a sud-ovest, l’avifauna ac-quatica del Parco Naturale Regionale litorale di U-gento. Edizioni Grifo, Lecce, pp. 160.

■ Martin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis), Ugento (LE), novembre 2014. La

penisola salentina rappresenta la

porzione di territorio italiano più prossima al normale areale di

distribuzione di questa specie.

Robe

rto

Gen

naio

Page 67: Qb16 completo

66

In questa rubrica sono riportate le osservazioni di specie interessanti diffuse sulla mailing-list EBN Italia nel periodo settembre - dicembre 2014. Si ricorda che le segnalazioni di accidentali devono essere confermate dalla Commissione Ornitologi-ca Italiana (C.O.I.). Per la tassonomia e la nomen-clatura si fa riferimento a: Castelli G., D’Amelio P., Haas M. 2014. Lista ornitica del Paleartico Occidentale, ver. 1.0 - 01/2014.

SETTEMBRE● La Pernice di mare orientale (Glareola nor­dmanni), presente a Casei Gerola (PV) dal 16 ago-sto, viene segnalata fino al giorno 6 (vari osserv.).● Il giorno 6, durante il Campo Rapaci Apuane di Capriglia (LU), viene segnalata un’Aquila ana-traia minore (Clanga pomarina) (A. Sacchetti, A. Chiti-Batelli). Nello stesso luogo, verrà osserva-to un altro esemplare il giorno 18 (G. Premuda, A. Corsinelli).● Il giorno 7 viene osservato un Labbo coda-lunga (Stercorarius longicaudus) sul Monte Catria (PU) (F. Fanesi).● Il giorno 13 un Falaropo beccosottile (Phala­ropus lobatus) viene segnalato a Torrile (PR) (D. Aldi).● Ancora un Labbo codalunga sul Lago di Gar-da, presso Sirmione (BS), il giorno 14 (O. Janni, M. Viganò et al.). Un secondo esemplare, sempre sul Lago di Garda, presso Peschiera del Garda (VR) il giorno 22 (osservatori vari).● Il giorno 15 viene segnalato un Piviere orienta-le (Pluvialis fulva) in Valle Brenta (VE) (A. Schnei-der). Lo stesso giorno due segnalazioni di Piro piro del Terek (Xenus cinereus): un esemplare alle Sa-line di Trapani (S. Surdo) e uno a Valle Vecchia di Caorle (VE) (E. Stival).● Il giorno 23 viene osservato un Pigliamosche

pettirosso (Ficedula parva) a “I Variconi”, Castel Volturno (CE) (F. Tatino).● Il giorno 24 viene segnalata una Berta baleari-ca (Puffinus mauretanicus) al largo di Monterosso (SP) (S. Davison).

S egnalazionidall’Italia

di Andrea Nicoli

■ Piviere orientale (Pluvialis fulva), Valle Brenta (VE), settembre 2014. Si tratta dell’ottava segnalazione post 1949 di questa specie (tredicesima di sempre). Purtroppo l’esemplare è stato osservato per un solo giorno.

Arno

Sch

neid

er

Page 68: Qb16 completo

● Altri quattro individui di Calandro maggiore a Capo Murro di Porco (SR) il giorno 5 (A. Corso).● Il giorno 6 un Prispolone indiano (A. hodgso­ni) viene segnalato a Palazzolo Acreide (SR) (A. Corso, S. Shunk).● Il giorno 8 viene osservata un’Anatra marmo-rizzata (Marmaronetta angustirostris) al Lago Pre-ola (TP) (D. D’Amico).● Il giorno 15 vengono osservati quattro individui in volo di Cigno selvatico (Cygnus cygnus) a Civi-tavecchia (RM) (D. Valenti).● Il giorno 16 viene segnalato un Labbo codalun-ga a Cervesina (PV) (E. Vigo, F. Bernini). Rimarrà fino al 22, attirando molti birders.● Il giorno 18 sono segnalati uno Zigolo mino-re (Emberiza pusilla) al campo di Linosa (AG) (MISC) e un Prispolone indiano a Capo Murro di Porco (SR) (A. Corso).● Il giorno 19 vengono osservati un’Aquila ana-traia maggiore (C. clanga) a Maccarese (RM) (S. Hueting) e una Berta balearica a Calafuria (LI) (M. Marcone).● Sempre il 19 viene segnalato un Pigliamosche pettirosso a Linosa (AG) (MISC). Durante il cam-po alle Pelagie gli esemplari di questa specie saran-no in totale 5. ● Un Calandro maggiore viene osservato alla fo-ce del Bradano (MT) (E. Fulco) il giorno 22.● Il giorno 24 viene segnalato un Piro piro del Terek a Marano Lagunare (UD) (G. Vicario).● Ancora notizie da Linosa: uno Zigolo della

● Si chiude il mese con due segnalazioni di Luì forestiero (Phylloscopus inornatus): uno a Mon-ticelli D’Ongina (PC) il giorno 28 (M. Ghisolfi) e uno inanellato a Bocca di Caset (TN) il 30 (P. Pe-drini).

OTTOBRE● Proseguono le segnalazioni di singoli individui di Luì forestiero. Il giorno 1 a Verona (M. Sighe-le), il 14 alla Riserva Foci dell’Isonzo (GO) (E. Pa-sini), il 16 alla palude di Cona (VE) (F. Tatino), il 17 a Monopoli (BA) (S. Todisco), il 18 al Bosco di Policoro (MT) (D. Lorubio), il 20 a Siracusa (A. Corso) e sull’isola di Capraia (LI) (P. D’Amelio et al.), il 22 a Palazzolo Acreide (SR) (A. Corso, G. Soldato), il 23 a Castelporziano (RM) (G. Landuc-ci), il 25 a Pian di Spagna (CO) (G. Fontana) e an-cora sull’isola di Capraia (P. D’Amelio et al.).● Sempre a proposito di Luì forestiero: il campo MISC alle isole Pelagie (AG) ne conta 37 individui dal 17 ottobre al 23 novembre e il campo delle Isole Tremiti (FG) sei individui dal 25 ottobre all’8 no-vembre.● Il giorno 1 viene segnalato un Pigliamosche pet tirosso all’oasi del Bassone (CO) (M. Brambil-la).● Il giorno 3 viene segnalato uno Sparviere le-vantino (Accipiter brevipes) a Ventotene (LT) (F. Fraticelli, F. Bulgarini). Lo stesso giorno viene os-servato un Calandro maggiore (Anthus richardi) a Barletta (BT) (A. Nitti).

67

Gio

vann

i Cap

obia

nco

■ Codazzurro (Tarsiger cyanurus),

Monti Picentini (AV), dicembre 2014.

La permanenza di questo esemplare per due settimane nello stesso sito,

circostanza atipica per la specie, ha permesso

il “twitch” a molti birders.

Page 69: Qb16 completo

68

● Il giorno 20 viene segnalato un Luì di Hume (P. humei) a Quinto di Treviso (TV) (F. Zanatta). L’esemplare rimarrà fino all’inizio del 2015, con-sentendo il twitch a molti birders. Lo stesso giorno, a Linosa, vengono osservati due individui di Ster-corario maggiore (S. skua) (MISC).● Il giorno 23 vengono osservati due individui di Zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis) alle Valli di Brenta (VE) (A. Schneider).● Un Falaropo beccolargo (P. fulicarius) viene osservato il giorno 25 a Pian di Spagna (CO) (G. Fontana). Lo stesso giorno un Luì di Pallas (P. pro­regulus) a Ozzero (MI) (G. Natale).● Il giorno 28 ritorna a Bisceglie (BT) l’esemplare di Gabbiano testagrigia (Chroicocephalus cirro­cephalus) già osservato nel 2012 e 2013 (A. Nitti). Si tratterrà tutto l’inverno.

DiCEMBRE● Il giorno 7 viene segnato un esemplare di Luì forestiero al Bosco di Scorace (TP) (S. Surdo, L. Barraco). Un successivo ricontrollo effettuato il 12 permette l’avvistamento di cinque esemplari (S. Surdo et al.).● Il giorno 10 viene osservato un Sacro (Falco cherrug) a Maccarese (RM) (S. Hueting).● Alcune osservazioni di Zigolo delle nevi: un in-dividuo il giorno 10 a Lido degli Estensi (FE) (A. Ravagnani, A. Farioli), uno il giorno 12 a Bosco Marengo (AL) (N. Scatassi), nove il giorno 13 a

Lapponia (Calcarius lapponicus) il giorno 25 e una Cutrettola testagialla orientale (Motacilla citreo­la) il 27 (MISC).● Il giorno 28 viene osservata un’Aquila anatra-ia minore ai Piani d’Aspromonte (RC) (G. Martino, A. Scuderi).

NOvEMBRE● Un esemplare di Aquila anatraia minore viene segnalato il giorno 1 al Lago Preola (TP) (F. Adra-gna).● Il giorno 2, dal campo sulle Isole Tremiti, arriva la segnalazione di un Codazzurro (Tarsiger cyanu­rus) (M. Azzolini, R. Della Putta).● Il giorno 5 una prima segnalazione per l’Italia: Martin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis) al parco Litorale di Ugento (LE) (R. Gennaio). L’e-semplare rimarrà fino all’inizio del 2015.● Il giorno 6 viene osservato un Trombettie-re (Bucanetes githagineus) al campo di Linosa (MISC).● Il giorno 9 vengono segnalati un Pigliamosche pettirosso a valle Grassabó (VE) (E. Stival, A. Bos-si) e un Codazzurro alle saline di Tarquinia (VT) (S. Celletti).● Il giorno 13 viene contattato ancora un Luì fo-restiero al Bosco di Policoro (MT) (D. Lorubio).● Il giorno 17 viene osservata un’Averla del de-serto (Lanius meridionalis elegans) al campo di Li-nosa (MISC).

■ Gabbiano di Franklin (Leucophaeus pipixcan), Castellammare di Stabia (NA), dicembre 2014. Terza segnalazione italiana per questa specie americana, dopo gli individui di Molfetta (BA) (gennaio 2004) e di Torino (gennaio/febbraio 2013).

Dav

ide

De

Rosa

Page 70: Qb16 completo

69

● Il giorno 30 viene segnalato un Gabbiano sghi-gnazzante (L. atricilla) a Sestri Levante (GE) (A. Simoncini). Rimarrà sul posto solo il giorno suc-cessivo. Lo stesso giorno, a Orbetello (GR), viene osservato un individuo del primo anno di Oca co-lombaccio (Branta bernicla) della ssp. bernicla (M. Scutellà, M. Baini).● Il giorno 31 vengono segnalati un Falaropo beccolargo alle Saline di Stintino (SS) (D. De Rosa, I. Fozzi) e un’Aquila anatraia maggiore a Valle Campotto di Argenta (FE) (M. Nalin, P. Suhonen).

Sacca Scardovari (RO) (E. Stival, A. Bossi), due il giorno 13 a Chioggia (VE) (E. Stival, A. Bossi).● Il giorno 14 viene segnalato un Codazzurro sui Monti Picentini (AV) (F. Tatino et al.). L’esempla-re rimarrà fino al 27 e sarà ricordato come uno dei pochi (forse il primo) “ticcabili” in Italia. Lo stes-so giorno viene osservata una Strolaga maggiore (Gavia immer) a Porto Dusano (BS) (G. Delle Ve-dove).● Il giorno 17 vengono osservati due esemplari di Luì forestiero a Palermo, Villa Orleans (T. La Mantia et al.) e una Sterna codalunga (Sterna pa­radisaea) a Bocca di Serchio (PI) (A. Quaglierini).● Il terzo Gabbiano di Franklin (Leucophaeus pipixcan) per l’Italia viene osservato il giorno 20 a Castellammare di Stabia (NA) (D. De Rosa et al.).Il giorno 26 viene osservata una Gazza marina (Al­ca torda) alla foce del Torrente Bisagno (GE) (M. Bottero).

■ Gabbiano sghignazzante (Leucophaeus atricilla), Sestri Levante (GE), dicembre 2014. Ancora un’osservazione di questa specie americana sulle coste liguri, dopo l’individuo che ha svernato per tre anni consecutivi, dal 2004 al 2006.

Andr

ea S

imoc

ini

Page 71: Qb16 completo

70

SETTEMBRE-DiCEMBRE 2014● L’inizio del mese di settembre è stato caratte-rizzato da una massiccia invasione di Falchi cucu-li (Falco vespertinus) nell’Europa nord-orientale: migliaia di individui, con gruppi composti anche da settecento rapaci; probabilmente provenienti dall’Europa sud-orientale, dove nidifica, sono stati spinti da un sistema di alta pressione. Interessante la lettura di un anello in Polonia su un giovane nato pochi mesi prima in provincia di Parma.● Il 4 settembre, nel parco nazionale Kolkheti, è stato osservato il primo Corriere mongolo (Charadrius mongolus) per la Georgia.● Il 19 settembre, in Andalusia, presso Trebujena, è stata osservata la prima Parula golagialla (Geothlypis trichas) per la Spagna.● Alle Azzorre a settembre, gran movimento di specie nordamericane: a Terceira, Limnodromo grigio (Limnodromus griseus), Corriere semipal-mato (Charadrius semipalmatus), Gambecchio di Bonaparte (Calidris fuscicollis), Piro piro semi-palmato (Tringa semipalmata) Marzaiola ameri-cana (Anas discors) e Airone azzurro (Ardea he­rodias) il giorno 28, alcune già segnalate ai primi del mese, mentre il 23 è stata osservata la prima Bigia padovana (Silvia nisoria) per l’arcipelago.● Il 2 ottobre, presso Kvitsøy, viene segnalato il primo vireo occhirossi (Vireus olivaceus) per la Norvegia.● Il 4 ottobre, sull’isola di Corvo, arcipelago del-le Azzorre, è stato osservato il più numeroso grup-po, composto da 5 individui, mai registrato nel Paleartico Occidentale di Spioncello del Pacifico (Anthus rubescens).● Il 5 ottobre, a Dąbkowice, è stato inanellato il primo Zigolo dai sopraccigli gialli (Emberiza chry sophyris) per la Polonia. È l’undicesimo per il Pa leartico Occidentale.

● Il 6 ottobre, presso Warmond, è stata osservata la prima Monachella nera testabianca (Oenanthe leucopyga) per l’Olanda.● Il 7 ottobre, presso Batumi, viene inanellato il primo Luì di Radde (Phylloscopus schwarzi) per la Georgia.● Il 15 ottobre, presso Chituc, nel delta del Danubio, viene osservata la prima Calandrina (Calandrella rufescens) per la Romania.● Il 18 ottobre, sull’isola di Corvo, nell’arcipelago delle Azzorre, è stata osservata un’Averla maggio-re (Lanius excubitor) della sottospecie americana borealis: è la prima segnalazione per il Paleartico Occidentale. Lo stesso giorno, presso Gedser, viene inanellato il primo Tordo oscuro (Turdus obscu­rus) per la Danimarca.● Il 24 ottobre, sull’isola di Vlieland, è stato cat-turato e inanellato il primo Beccaccino nordameri-cano (Gallinago delicata) per l’Olanda.● Il 26 ottobre, presso Zakaki, è stato osserva-to il primo Airone striato (Butorides striatus) per Cipro.● Il 30 ottobre, a Corbu, lungo la costa del mar Nero, viene osservata la prima Tortora orientale (Streptopelia orientalis) per la Romania; l’indivi-duo è stato attribuito alla sottospecie meena.● Lo stesso giorno, in Inghilterra viene segnalato l’ottavo Luì coronato di Temminck (P. coronatus) per il Paleartico Occidentale e terzo per il Regno Unito.● Il 31 ottobre, presso il delta del fiume Kizilirmak, viene inanellata la prima Passera scopaiola gola-nera (Prunella atrogularis) per la Turchia.● L’8 novembre, presso l’estuario del fiume Cà-vado, è stato segnalato il primo Podilimbo (Po­dilymbus podiceps) per il Portogallo continentale.● Il 12 novembre, presso Alphen aan den Rijn, è stata osservata la prima Sterpazzola del deserto (S.

S egnalazionidal Paleartico occidentale

di Lorenzo Prada

Page 72: Qb16 completo

71

■ Corriere semipalmato (Charadrius semipalmatus). Accidentale raro in tutto il Paleartico Occidentale; le Azzor-re sono uno dei pochi siti dove può capitare regolarmente.

■ Piro piro semipalmato (Tringa semipalmata). Specie

nordamericana che presenta due distinte

popolazioni;gli individui

della sottospecie nominale sono

rarissimi accidentali nel Paleartico

occidentale.

Albe

rto

Nav

aRe

mo

Ciuf

fard

i

Page 73: Qb16 completo

72

primo Gabbiano eburneo (Pagophila eburnea) per il Portogallo.● Il 3 dicembre, nella valle di Hefer, viene se-gnalato il primo Drongo cenerino (Dicrurus leu­cophaeus) per Israele e il quarto per il Paleartico Occidentale.● Il 13 dicembre, in un giardino privato di Ballyholly, viene segnalata la prima Cesena di Naumann (T. naumanni) per l’Irlanda. Lo stesso giorno, nel parco nazionale Aiguamolls de l’Em-pordà, Girona, viene osservato il primo Marangone minore (Phalacrocorx pygmeus) per la Spagna.

deserti) per l’Olanda. L’individuo rimarrà in loco fino al 26 novembre, consentendo il twitch a centi-naia di birders.● Il 13 novembre, presso Khiran, è stato osserva-to un individuo di Nettarinia purpurea (Cinnyris asiaticus): è il secondo per il Kuwait e per il Paleartico Occidentale.● Il 15 novembre, presso Kenitra, è stato se-gnalato il primo Pollo sultano della Martinica (Porphyrio martinica) per il Marocco e l’intero Nord Africa.● Il 16 novembre, a Nazare, è stato osservato il

di Raymond Galeaa cura di Lorenzo Prada

● Il 3 settembre viene registrato il primo Luì fo-restiero (Phylloscopus inornatus) della stagione a Simar.● Il 15 settembre viene inanellata una Bigia pado-vana (Sylvia nisoria) a Zurrieq: si tratta della quin-ta segnalazione per l’arcipelago maltese. Lo stesso giorno, tredici Cicogne bianche (Ciconia ciconia), di cui alcune inanellate in Italia, si sono fermate a Marsa; purtroppo diversi individui sono stati abbat-tuti.● Il 16 settembre viene inanellato il pri-mo Pigliamosche pettirosso (Ficedula parva) a Zurrieq.● Il 21 settembre viene osservato uno Stercorario mezzano (Stercorarius pomarinus) nel mare anti-stante Qawra.● Il 24 settembre viene segnalata un’Aquila ana-traia minore (Clanga pomarina) a Buskett e il 25 viene inanellato un Luì bianco nella stessa locali-tà; sempre il 25, ma a Simar, si osserva un Airone guardabuoi (Bubulcus ibis).● Il 29 settembre viene inanellato un altro Luì forestiero a Buskett e un Nibbio reale (Milvus milvus) viene osservato a Bahrija.● Il primo ottobre viene segnalato un Ciuffolotto scarlatto (Carpodacus erythrinus) presso Mgarr ix-Xini.● Il 4 ottobre undici Crocieri (Loxia curvirostra) vengono osservati a Buskett.● Il 6 ottobre viene inanellato un Luì bianco a Simar.● Il 9 ottobre vengono osservati una Cicogna nera (C. nigra) e un’Aquila anatraia minore a Buskett ● Il 13 ottobre viene segnalata un’Aquila minore (Hieraaetus pennatus) a Majistral.

● Il 21 ottobre viene inanellato uno Zigolo mino-re (Emberiza pusilla) a Ghadira.● Il 25 ottobre viene osservata una Canapiglia (Anas strepera) nella riserva di Ghadira.● Il 29 ottobre viene segnalato un Pendolino (Remiz pendulinus) a Ghadira.● Il 30 ottobre vengono osservate due Rondini montane (Ptyonoprogne rupestris) a Buskett.● Durante il mese di ottobre sono stati registrati 6 individui di Pigliamosche pettirosso, 19 di Luì fo-restiero e 3 di Albanella pallida (Circus macrou­rus) in diverse località.● Il primo novembre viene inanellato un Luì pic-colo siberiano (P. collybita tristis) a Ghadira. Un secondo individuo verrà inanellato nello stesso luo-go l’8 novembre.● Il 15 novembre viene inanellato uno Zigolo giallo (E. citrinella) a Gozo.● Il 23 novembre viene inanellato un Prispolone indiano (Anthus hodgsoni) a Buskett: è la dodicesi-ma segnalazione per l’arcipelago maltese.● Il 30 novembre viene osservato un Calandro maggiore (A. richardi) a Qawra.● Durante il mese di novembre sono stati osserva-ti altri 5 individui di Luì forestiero in diverse loca-lità.● Il 6 dicembre viene inanellato un individuo tar-divo di Pigliamosche pettirosso nella riserva natu-rale di Ghadira.● Il 14 dicembre viene segnalato un Luì forestie-ro a Rabat.● Il 23 dicembre viene osservato un maschio di Zigolo nero (E. cirlus) a Gozo: è la tredicesima se-gnalazione per l’Arcipelago.

Segnalazioni da Malta

Page 74: Qb16 completo

73

EBN

Ital

ia

Associazione EBN ItaliaQB

mondo degli uccelli. Il premio “Birder of the Year 2014” viene assegnato ad Arno per la sua voglia di stare sul cam-po e di frequentare con assiduità le Valli di Brenta nella Laguna di Venezia. Qui, nel 2014, ha osservato e prontamente comunicato in lista le rarità frutto del-la sua perseveranza: Piviere orientale, Sterna di Rüppell, Piro piro del Terek e un gabbiano misterioso la cui identifica-zione è tuttora incerta. Arno è Birder of the year perché non dà nulla per scontato e si pone sempre delle domande. La vita di un birder è co-stellata di “...cos’è quello?” perché nulla è di più aleatorio del vedere uccelli o... di inseguire i propri sogni.

Luciano Ruggieri

Birder of the year 2014 è un ricerca-tore, non di ornitologia, ma della Facoltà di Scienze della Formazione, Letteratu-ra tedesca di Bolzano. Arno Scheneider è nato in Germania, ma possiamo con-siderarlo naturalizzato nel nostro Pae-se, dato che scrive in lista meglio di un italiano ed è residente a Padova. Ha ini-ziato a praticare il bird watching molto presto, negli anni ’80 in Germania, ma la vera svolta avviene nel 1995, durante il servizio civile presso la Stazione orni-tologica dell’Isola di Fehmarn, sul Mar Baltico. Trasferitosi in Italia, ha collabo-rato per alcuni progetti con il WWF nel Veneto (monitoraggi nelle Oasi Valle Averto e Cave di Noale) e con le scuole, con un progetto della Provincia di Pado-va per avvicinare bambini e ragazzi al

Birder of the year2014: arno Schneider

Page 75: Qb16 completo

74

Anni di

Accidentali

EBN Italia

venta più difficile spiegare perché l’Oca colombac­cio o il Crociere fasciato siano stati registrati in Ita­lia, nell’ultimo decennio, in maniera assolutamente occasionale. All’annosa domanda: “Ma gli accidentali ser­vono a qualcosa?”, la risposta più corretta sarebbe dunque “dipende”. L’ornitologia, come altre scienze naturali, si basa soprattutto su eventi statistici e un solo dato di Averla bruna o di Gabbiano testagrigia, non ci di­ce proprio niente. È pur vero che le leggi statistiche riescono ad analizzare più facilmente una riduzio­ne di frequenza (es: da 10 a 1, come lo Zigolo dal collare) che l’improvvisa comparsa di una nuova specie: tutti i dati di nuovi accidentali sono pertanto per ora puramente aneddotici e utili, forse, per i po­steri. Ne sono prova osservazioni di accidentali mai più ripresentati come Averla bruna, Balia mugi ma­ki ecc. Tali specie potrebbero aggiungersi alla lista de­gli accidentali storici mai più segnalati, insieme a Tarabusino orientale, Berta minore fosca, Ossifra­ga, Uccello delle tempeste di Swinoe ecc. In questi casi, si può davvero chiosare che gli accidentali non servono proprio a nulla per l’ornito­logia, ma sono importanti per il birdwatcher!

Luciano Ruggeri

Dopo la rassegna delle specie migratrici irrego­lari o rare che abbiamo presentato nel numero 13 di Quaderni di birdwatching (marzo 2014), completia­mo l’analisi con questo articolo che prende in esa­me gli accidentali veri e propri, cioè quelle specie che sono state osservate pochissime volte in Italia. Scrivo “pochissime”, un avverbio generico, perché come il lettore si accorgerà, nell’elenco compaiono specie che non sono considerate “accidentali stret­te” dalla Commissione Ornitologica Italiana, cioè quelle con meno di dieci osservazioni post 1949, ma anche specie con l’etichetta di “migratori irregolari” (come l’Oca colombaccio e l’Otarda) o “migratori regolari rari” (come il Corrione biondo, Crociere fa­sciato e Zigolo dal collare). La difficoltà nel fissare confini definiti nasce dal fatto che la fenologia degli uccelli cambia molto rapidamente, e, accanto a specie nuove, si dovrebbe prestare attenzione anche a quelle che in tempi re­centi non compaiono più con regolarità. È probabile che noi birders moderni dovremmo scordarci di assistere a invasioni di Ganga e Sirrat­te, perché le trasformazioni ambientali della steppa hanno allontanato la possibilità che si possano veri­ficare invasioni come quelle descritte ante 1950. La stessa cosa possiamo pensare riguardo l’Otarda; di­

10

Page 76: Qb16 completo

Canarie, Madera). Si tratta di uno degli uccelli ma­rini accidentali più rari: l’Italia è tra le nazioni eu­ropee col maggior numero di segnalazioni. Non si esclude la possibilità che alcune delle recenti osser­vazioni nel nostro Paese possano essere riferibili solo a uno o ad alcuni individui rimasti “intrappola­ti” nel Mediterraneo in anni recenti. In letteratura, è stata discussa la possibilità di confusione con giova­ni di Succiacapre in migrazione diurna se osservati a grande distanza e in cattiva luce; pertanto, ogni se­gnalazione andrebbe riportata solo se riferibile a in­dividui osservati molto bene e in condizioni ideali.

Dati. Terza italiana: 26/05/2007, Bocca Serchio (PI) (A. Quaglierini). Report COI n. 21.Quarta italiana: 02/05/2010, Torre Flavia (RM) (B. Doe). Report COI n. 24.

Airone bianco intermedio (Mesophoyx intermedia) Accidentale con una sola segnalazione (post 1949) Specie politipica ad ampia distribuzione sub­sa­hariana e asiatica. Uno dei più rari accidentali ita­liani: non è mai stato segnalato nelle altre nazioni europee e sono noti meno di 10 dati per il Palearti­co Occidentale (con l’esclusione della Mauritania, dove la specie sembrerebbe regolare). L’attribuzio­ne sottospecifica dell’individuo osservato in Italia rimane dubbia, anche perché la distinzione delle di­verse sottospecie appare poco circostanziata.

Dati. Prima italiana (precedente agli Annuari): 30/ 05­31/08/2001, Maccarese (RM) (M. Grylle, F. Taube et al.). Omologata COI.

Alla voce “Dati” vengono elencate le segnalazioni ri­portate negli Annuari di EBN Italia (dal 2003 al 2013). Viene specificato, nel caso lo status della specie alla data dell’osservazione lo richiedesse, se la stessa è stata o meno sottoposta alla C.O.I. e il Report di omologazione ad essa relativo.

Oca colombaccio (Branta bernicla) Migratrice irregolare, svernante irregolare Specie politipica a distribuzione circum­artica. In Europa si osservano la sottospecie nominotipica (“ventre scuro”), più comune, e la ssp. hrota (“ven­tre chiaro”); risulta rara, seppur regolare, la ssp. ni­gricans (Oca colombaccio di Lawrence o panciagri­gia) proveniente dal Nord America. Lo status sotto­specifico delle segnalazioni italiane merita un’at­tenta revisione: gran parte dei dati italiani sembra riferibile alla ssp. bernicla, mentre è da confermare con certezza la ssp. hrota. Ad oggi, la ssp. nigricans non è mai stata segnalata, ma è probabile l’arrivo di individui provenienti dall’Europa settentrionale. Se­gnalata dal nord Italia sino alla Sicilia sud­orientale.

Dati. 03­06/04/2005, Valle Vecchia di Caorle (VE), 6 individui (G. Sgorlon).

Albatro sopraccigli neri (Thalassarche melanophris) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione + 2 come Tha lassarche sp.) Specie politipica a distribuzione antartica, è la specie di Albatro osservata con più frequenza in Europa. Nel Mediterraneo risulta accidentale raris­simo, con poche segnalazioni, ad esempio in Corsi­ca, Spagna e Francia. In Italia una sola segnalazione confermata a livello specifico, le altre due solo co­me genere. Tutte le segnalazioni andrebbero docu­mentate ampiamente, alla luce della possibile con­fusione con immaturi di Sula (Morus bassanus).

Dati. 15/01/2005, Battipaglia/Eboli (SA) (S. Gat to). Non sottoposto alla COI.20/01/2008, Lavagna (GE) (M. Bottero). Con fer­ma to come Thalassarche sp. dal Report COI n. 22.

Berta di Bulwer (Bulweria bulwerii) Accidentale inf. 10 (4 segnalazioni di cui 3 post 1949) Specie monotipica a distribuzione oceanica e macaronesica. In Europa viene osservata molto di rado al di fuori degli areali riproduttivi (Azzorre,

75

Elenco delle speciedi Andrea Corso

■ Airone bianco intermedio (Mesophoyx intermedia), Mac carese (RM), maggio 2001.

Ricc

ardo

Mol

ajol

i

Page 77: Qb16 completo

76

Pellicano riccio (Pelecanus crispus) Accidentale con 11 segnalazioni (6 post 1949) Specie monotipica a distribuzione centroasiati­ca­pontica. Specie migratrice o erratica con disper­sione anche di lungo raggio. Difficilmente spiega­bile la scarsità di segnalazioni, data la vicinanza dell’Italia meridionale, Puglia in particolare, con l’a reale di presenza regolare (Albania, Grecia). Pro­babilmente alcuni individui di Pellicano riccio che giungono nel nostro paese sono fatti oggetto di brac­conaggio, venendo facilmente abbattuti come acca­de per molte altre specie di grandi dimensioni (es. aquile anatraie, Cicogna nera, Falco pescatore ecc.).

Dati. Decima italiana: 15/05/2009, Isola della Cona (GO) (S. Candotto). Report COI n. 23.Undicesima italiana: 30/06/2009, Marano Lagunare (UD) (G. Vicario). Report COI n. 23.

Falco pecchiaiolo orientale (Pernis ptilorhynchus) Accidentale con una sola segnalazione (post 1949) Specie a distribuzione asiatica recentemente se­gnalata con sempre maggiore frequenza nel Palear­tico occidentale, soprattutto sul Caucaso e Medio Oriente (*). In Italia una sola segnalazione documen­tata fotograficamente omologata dalla COI. Esisto­no almeno altre sei ulteriori osservazioni effettuate nell’area dello Stretto di Messina, non omologate o non sottoposte al parere della COI per mancanza di documentazione fotografica di supporto. In futuro, con una più attenta osservazione, il numero delle se­gnalazioni in Italia è destinato ad aumentare.

Dati. Prima italiana: 28/05/2011, Reggio Calabria (A. Scuderi). Report COI n. 25.(*) Scuderi A., Corso A., 2011. Crested Honey Buzzard in Europe. Birding World, 24 (6): 252­256.

Falco unicolore (Falco concolor) Accidentale inf. 10 (2 segnalazioni post 1949) Falconidae monotipico a distribuzione Afro­Medio­orientale, con popolazione scarsa e in decre­mento. Specie in pericolo. Migratore di lungo rag­gio (come il Falco della regina Falco eleonorae), nel Mediterraneo è stato segnalato in Tunisia (alme­no 3 segn.), Malta, Cipro ecc. Le osservazioni italia­ne non sorprendono, sia per la vicinanza dei territori di riproduzione della Libia, sia per le osservazioni effettuate in altre nazioni vicine (Tunisia, Malta).

Dati. Prima italiana: 13/09/2007, Linosa (AG) (A. Scuderi). Report COI n. 21.Seconda italiana: 01/05/2012, Pantelleria (TP) (A. Corso, V. Penna), omologata COI (in stampa).

Otarda (Otis tarda) Migratrice irregolare, svernante irregolare Segnalata con evidente maggiore frequenza in Italia sino agli inizi degli anni ’70 del XX secolo, il decremento delle popolazioni europee, in partico­lare dell’Europa orientale, è certamente all’origine della netta diminuzione delle segnalazioni italiane degli ultimi 20 anni. Le recenti osservazioni potrebbero originare da individui del progetto di reintroduzione inglese.

Dati. 11­27/01/2002, Lago San Giuliano (MT) (A. Nitti). Dato precedente agli Annuari.27/1/2005, La Mandria (TO) (A. Dan).16/03/2006, Pian di Spagna (CO­SO) (M. Testa).

Pollo sultano di Allen (Porphyrio alleni) Accidentale inf. 10 (8 segnalazioni di cui 4 post 1949) Specie politipica a distribuzione afrotropica­le, sedentaria o dispersiva erratica (analogamente a

■ Falco pecchiaiolo orientale (Pernis ptilorhynchus), Reg gio Calabria, maggio 2011.

■ Otarda (Otis tarda), Lago San Giuliano (MT), gen na­io 2002.

Ange

lo S

cude

ri

Mat

teo

Visc

eglia

Page 78: Qb16 completo

77

molte specie sub­sahariane con distribuzione, habi­tat e biologia paragonabili). In Europa viene segna­lata molto raramente ma con maggiore frequenza negli ultimi 15 anni, contrariamente all’Italia do­ve il numero di segnalazioni storiche è più elevato. È verosimile che il trend nazionale sia dovuto alla maggiore difficoltà di osservazione in natura rispet­to alla cattura da parte di ornitologi collezionisti, cacciatori e uccellatori come avveniva in passato. In effetti, le uniche segnalazioni in Italia nell’ulti­mo ventennio sono riferite a un esemplare rinvenu­to morto e a uno trovato stremato e successivamente deceduto. Recentemente è stata riportata la nidifica­zione di una coppia sull’isola di Malta (*), pertanto è verosimile che la specie possa venire segnalata con maggiore frequenza anche in Italia.

Dati. Ottava italiana: 13/04/2009, Lampedusa (AG) (M. Viganò). Report COI n. 23.(*) Fenech, N. & Sammut, M. 2014. Allen’s Gallinule breeding in Malta in July 2014. Dutch Birding 36: 327­330.

Damigella della Numidia (Grus virgo) Accidentale inf. 10 (9 segnalazioni di cui 6 post 1949) Specie migratrice di lungo raggio, storicamente anche nidificante in Nord Africa (e persino a Lam­pedusa, secondo alcune fonti), segnalata con certez­za in Italia almeno 9 volte (numerose segnalazioni possibili, probabili, attribuiti a individui aufughi o mai sottoposte alla COI). In Europa è un accidenta­le molto raro; viene segnalata con singoli individui quasi annualmente dalla Finlandia alla Spagna e la sua presenza costituisce un evento nel mondo del birdwatching, come l’ultima osservazione di Mac­carese (RM), che attirò nel Lazio un numero consi­stente di birders.

Dati. 12/04/2008, Bonifica de La Costanza (PI) (A. Quaglierini). Presentata alla COI, in attesa di omo­logazione.Nona italiana: 06/11­02/12/2010, Maccarese (RM) (L. Nottari). Report COI n. 24.

Corriere mongolo (Charadrius mongolus) Accidentale con una sola segnalazione (post 1949) Limicolo asiatico segnalato molto raramente in Europa. L’osservazione in Italia è da annoverare tra le segnalazioni ottenute fortuitamente grazie all’av­vento dell’era digitale, di Internet e dei network. Infatti, come per altri primi dati nazionali, l’indivi­duo del Porto di Pescara è stato fotografato da un naturalista e la relativa identificazione è avvenuta a posteriori su alcuni siti Internet. La segnalazione si riferisce a un individuo al primo anno (prima esta­te) appartenente al gruppo tassonomico “atrifrons”, taxa da alcuni autori oggi distinto come specie dal gruppo “mongolus”.

Dati. Prima italiana: 23/08/2010, Pescara (D. Fer­retti). Report COI n. 24.

Corriere asiatico (Charadrius asiaticus) Accidentale inf. 10 (3 segnalazioni di cui 1 post 1949) Affascinante limicolo a diffusione centroasia­tico­pontica, questa specie viene osservata con un numero esiguo di individui in Europa al di fuori dei siti di riproduzione, sebbene quasi annualmente. In Italia erano note solo segnalazioni riferite a esem­plari catturati e conservati presso collezioni private o musei. Di recente, un individuo immaturo osser­vato in natura ma in attesa di parere da parte della COI.

■ Damigella della Numidia (Grus virgo), Maccarese (RM), novembre/dicembre 2012.

■ Corriere mongolo (Charadrius mongolus), Pescara, agosto 2010.

Clot

ilde

Tom

ei

Dav

ide

Ferr

etti

Page 79: Qb16 completo

Dati. 13/10/2012, Penisola Magnisi (SR) (A. Cor­so). Presentata alla COI, in attesa di omologazione.

Beccaccino stenuro (Gallinago stenura) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Specie monotipica siberiana, segnalata in Euro­pa al di fuori dell’areale di riproduzione, allo stato attuale delle conoscenze, solo in Sicilia. Sempre più frequenti le osservazioni in Vicino e Medio Oriente, grazie alla maggiore conoscenza dei caratteri iden­tificativi (Corso, et al. 2010). Al momento, l’uni­ca segnalazione italiana confermata è riferita a un esemplare trovato morto alle Saline di Priolo (SR) il 27/12/1996 (ala e timoniere conservate presso os­servatore), mentre la seconda è stata omologata ma come stenura/megala.

Dati. 12/12/2011­07/01/2012, Marzamemi (SR) (A. Corso et al.). Omologata dalla COI come G. ste nu­ra/G. megala (in stampa).

Piro piro codalunga (Bartramia longicauda) Accidentale (10 segnalazioni di cui 8 post 1949) Specie monotipica a distribuzione neartica. In Europa viene osservata con discreta regolarità ma è tra le specie di limicoli rari osservati meno fre­quentemente e le segnalazioni mostrano un recen­te andamento negativo. In passato la specie veniva abbattuta essendo scambiata per Combattente o Pi­viere dorato, o perché frequentava marcite e prato­ni umidi terreno di caccia per allodole, pavoncelle e altre specie oggetto di prelievo venatorio. L’ultima segnalazione, precedente a quella del 2011 (la no­na, IV. 1997), andrebbe rivista e rivalutata, sia per il periodo inusuale sia per il numero di individui se­gnalati (sei), senza precedenti e senza alcun para­gone in Europa. La segnalazione dell’ottobre 2011, documentata con foto, è stata effettuata in ambito

aeroportuale interdetto al pubblico, fatto che non ha permesso ai birders di sfruttare la rara occasione per ammirare l’esemplare. Dati. Decima italiana: 28/10/2011, Malpensa (VA) (A. Vidolini). Report COI n. 25.

Piro piro semipalmato (Tringa semipalmata) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Limicolo di origine neartica segnalato meno di cinque volte nel Paleartico Occidentale e, pertanto, tra i più rari in Europa. L’osservazione italiana co­stituisce un evento eccezionale, prima e unica se­gnalazione del bacino Mediterraneo, che dimostra ulteriormente come tutto sia possibile quando si parla di uccelli migratori.

Dati. Prima italiana: 02/02/2008, Punta Aderici (CH) (A. Antonucci). Report COI n. 22.

Piro piro macchiato (Actitis macularius) Accidentale inf. 10 (3 segnalazioni post 1949) Limicolo di origine neartica segnalato regolar­mente in Europa. In Italia il numero esiguo di os­servazioni è probabilmente da attribuirsi all’estrema somiglianza col Piro piro piccolo (Actitis hypoleu­cos) in piumaggio non riproduttivo.

Dati. Seconda italiana: 9/12/2002­9/11/2003, Sali­ne di Augusta (SR) (A. Corso). Report COI n. 18.28/01/2008, Cagliari (M. Grussu). Non ancora sot­toposta alla COI.Terza italiana: 02/05/2010, Levaldigi (CN) (G. Sal­vatico). Report COI n. 24.

Gambecchio di Bonaparte (Calidris fuscicollis) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Limicolo nordamericano segnalato annualmen­

78

■ Piro piro semipalmato (Tringa semipalmata), Punta A de rici (CH), febbraio 2008.

■ Piro piro macchiato (Actitis macularius), Levaldigi (CN), maggio 2010.

Anto

nio

Anto

nucc

i

Brun

o Ca

ula

Page 80: Qb16 completo

te in buon numero in Europa. È, infatti, tra le specie neartiche di charadriformi più comunemente osser­vate nei paesi europei centro­settentrionali. In Italia è accidentale rarissimo con una singola segnalazio­ne relativa a un individuo catturato durante sessioni di inanellamento. Alla luce dello status in Europa, sorprende che la specie non sia stata osservata altre volte. In futuro, a seguito di ricerche mirate in stor­mi di Piovanelli pancianera (C. alpina) o Piovanelli comuni (C. ferruginea), sarà possibile effettuare ul­teriori osservazioni.

Dati. Prima italiana: 17/07/2011, Comacchio (FE) (P. Micheloni). Report COI n. 25.

Gambecchio di Baird (Calidris bairdii) Accidentale inf. 10 (due segnalazioni post 1949) Vale quanto detto per il Gambecchio di Bona­parte (C. fuscicollis). Anche in questo caso, la spe­cie viene regolarmente osservata in Europa, anche se sempre in numero esiguo. È verosimile che arrivi in Italia con maggiore frequenza di quanto i dati non indichino, seppur raramente.

79

Giu

sepp

e Ro

ssi

Aldo

Pie

trobo

n

■ Gambecchio di Bonaparte (Calidris

fuscicollis), Saline di Comacchio (FE),

luglio 2011.

■ Gambecchio di Baird (Calidris

bairdii), Roncaro (PV), maggio 2013.

Page 81: Qb16 completo

80

Dati. Seconda italiana: 06­10/05/2013, Roncaro (VC) (G. Assandri). Presentata alla COI, in attesa di omologazione.

Falaropo di Wilson (Phalaropus tricolor) Accidentale (4 segnalazioni di cui 3 post 1949) Una delle specie di limicoli neartici più attraen­te, per lo splendido piumaggio dell’adulto in abito riproduttivo. Regolari, seppure in numeri esigui, le osservazioni in Europa settentrionale; segnalata an­che in numerose regioni mediterranee. In abito ri­produttivo la sua presenza non può sfuggire, ma, nel piumaggio di primo anno o invernale, può esse­re sorprendentemente simile all’Albastrello (Tringa stagnatilis) e passare inosservato. La struttura delle zampe (rapporto lunghezza tibia­tarso) e la postu­ra del corpo in alimentazione sono i caratteri su cui concentrarsi in questi casi.

Dati. Quarta italiana: 18/05/2012, Molentargius (CA) (J. Atzori). Report COI n. 25

Corrione biondo (Cursorius cursor) Migratore raro e irregolare Specie principalmente di origine nordafricana, regolare in Italia, principalmente nelle regioni meri­dionali, sino ai primi anni ’70 del XX secolo. Negli ultimi 20 anni il suo areale e la consistenza della po­polazione magrebina avevano fatto registrare un de­cremento, fattori che hanno influito sull’andamento negativo delle segnalazioni in Italia. Da alcuni anni si è registrato un incremento nel numero di indivi­dui e nelle coppie osservate in Africa settentrionale, pertanto rimane inspiegabile la scarsità di avvista­menti di questa affascinante ed enigmatica specie.

Dati. 20/10/2011, Massa (R. Gherardi). Individuo debilitato; curato e rilasciato in Tunisia nell’estate successiva.

Gabbiano testagrigia (Chroicocephalus cirrocephalus) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Laride politipico afro­tropicale, principalmen­te sedentario o dispersivo­erratico. La segnalazio­ne pugliese di questa specie ha costituito forse uno degli eventi dell’ultimo decennio di maggiore rile­vanza per i birders italiani, come per altre specie con areale di nidificazione simile (Airone bianco intermedio Mesophoyx intermedia, Martin pescato­re bianco e nero Ceryle rudis) o di origine asiatica. L’osservazione in Italia di uccelli a distribuzione sub­sahariana con popolazioni prettamente o prin­cipalmente sedentarie, può sorprendere e lasciare scettici. Molte di queste specie, però, fanno regi­strare occasionalmente erratismi ad ampio raggio, con dispersione di diverse centinaia o migliaia di chilometri, che possono spiegarne l’osservazione in Nord Africa o in Italia. Fenomeni quali bolle d’aria calda africana, tormente di sabbia, siccità nelle aree di origine con conseguenti spostamenti in massa a seguito di locuste migratrici o in cerca di ambienti più ricchi di cibo, possono aver spinto queste spe­cie a raggiungere il Mediterraneo. Per questi motivi le segnalazioni di storni splendenti (Lamprotornis sp.), Alzavola beccorosso (Anas erythrorhyncha), Pellicano rossiccio (Pelecanus rufescens) e via di­cendo, andrebbero riviste e valutate diversamente, considerando la possibilità di specie selvatiche. Dati. Prima italiana: 21/10/2012, Molfetta (BA) (C. Liuzzi). Poi 04/06­18/09/2013 (A. Nitti): omologata dalla COI (in stampa).

Gabbiano di Ross (Rhodostethia rosea) Accidentale (3 segnalazioni di cui 2 post 1949) Laride monotipico a distribuzione artica. Forse una delle specie di laridi più carismatica e ricerca­ta dai birders europei, viene osservata regolarmente

■ Falaropo di Wilson (Phalaropus tricolor), Mo len tar­gius (CA), maggio 2012.

■ Gabbiano di Ross (Rhodostethia rosea), Molfetta (BA), febbraio 2012.

Jess

ica A

tzor

i

Ange

lo N

itti

Page 82: Qb16 completo

81

ma sempre con numeri assai esigui in Europa nord­occidentale, mentre risulta accidentale rara o raris­sima in Europa sudorientale. In Italia sono note solo tre segnalazioni, delle quali l’ultima è stata effettua­ta da Angelo Nitti, autore di alcune delle più rile­vanti osservazioni di laridi rari del nostro Paese.

Dati. Terza italiana: 23/02/2012, Molfetta (BA) (A. Nitti). Report COI n. 25.

Gabbiano di Franklin (Leucophaeus pipixcan) Accidentale inf. 10 (2 segnalazioni post 1949) Specie monotipica a distribuzione neartica, il Gabbiano di Franklin è il laride neartico che si os­serva con maggiore frequenza, dopo il Gabbiano sghignazzante (L. atricilla), in Europa. Viene infat­ti segnalato in tutte le nazioni europee, con maggio­re regolarità in quelle settentrionali, dove operano sul campo un numero più elevato di birdwatchers. Forse proprio per una scarsa copertura del territo­rio nel nostro Paese, la specie rimane per noi una vera rarità con solo una segnalazione omologata, una di prossima omologazione e una mai sottopo­sta per mancanza di documentazione fotografica di supporto.

Dati. Prima italiana: 10­14/01/2004, Molfetta (BA) (A. Nitti). Report COI n. 17.Seconda italiana: 02/01­09/02/2013, Torino (A. Bol drini). Presentata alla COI, in attesa di omolo­gazione.

Sterna di Dougall (Sterna dougallii) Accidentale (4 segnalazioni di cui 1 post 1949) Specie politipica cosmopolita, accidentale in gran parte del Mediterraneo, sverna in Africa cen­tro­occidentale migrando lungo la costa iberica at­lantica. Difficilmente raggiunge nazioni europee meridionali e centro­orientali come l’Italia. Alcune recenti segnalazioni non sono mai state sottoposte al parere della COI o non sono ritenute valide. Una sola recente osservazione in Italia. In piumaggio non riproduttivo può facilmente passare inosservata a un occhio non allenato.

Dati. 16/07/2008, Bocca Serchio (PI) (A. Quaglieri­ni). Presentata alla COI, in attesa di omologazione.

Tortora orientale (Tortora afgana) (Streptopelia orientalis meena) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Specie politipica a distribuzione paleartico­orientale (asiatica). Questa tortora viene osservata annualmente in Europa, generalmente in periodo invernale. Il numero veramente esiguo di segnala­zioni rispetto alle potenzialità di osservazione in

Ita lia può essere imputato a due fattori principali: 1) impatto venatorio, abbattimento diretto da parte di cacciatori degli individui che raggiungono l’Italia seppur accidentalmente; 2) oggettiva difficoltà di ri­conoscimento. In effetti, almeno in due/tre occasio­ni, tortore “sospette”, potenzialmente appartenenti a questa specie, osservate sull’isola di Linosa non sono state mai segnalate per mancanza di documen­tazione sufficientemente valida alla loro determina­zione.

Dati. Prima italiana: 07­11/11/2010, Linosa (AG) (M. Viganò, A. Corso & MISC). Report COI n. 25. Nota: esiste un’altra segnalazione omologata di Tor tora orientale, riferita alla ssp. nominale orien­talis (VR, 25.IX.1901).

Succiacapre collorosso (Caprimulgus ruficollis) Accidentale inf. 10 (3 segnalazioni di cui 1 post 1949) Specie politipica a distribuzione mediterranea occidentale­maghrebina. La ssp. ruficollis nidifica

Mich

ele

Viga

■ Gabbiano di Franklin (Leucophaeus pipixcan), Mol­fetta (BA), gennaio 2004.

■ Tortora orientale (Tortora afgana) (Streptopelia orientalis meena), Linosa (AG), novembre 2010.

Ange

lo N

itti

Page 83: Qb16 completo

in Penisola iberica ed è stata occasionalmente se­gnalata in Europa settentrionale, la ssp. desertorum, presente in Nord Africa, è un rarissimo accidentale in Europa meridionale con alcune segnalazioni (es. isole Maltesi). In Italia, le quattro segnalazioni no­te (tre omologate e una in attesa) sono tutte riferite a quest’ultimo taxon, dato che non sorprende per la vicinanza agli areali nordafricani.

Dati. 18/05/2008, Pantelleria (TP) (A.Corso), 1­2 indd. in canto. Presentata alla COI, in attesa di omo­logazione.Terza italiana: 12/05/2010, Lampedusa (AG) (R. Ien tile). Report COI n. 24.

Rondone indiano (Apus affinis) Accidentale inf. 10 (4 segnalazioni di cui 2 post 1949) Specie politipica a distribuzione paleartico­pa­leotropicale. In Europa nidifica con una popolazio­ne localizzata nel sud della penisola iberica (Spagna e Portogallo) e una fiorente popolazione in Turchia. Al di fuori dell’areale europeo di nidificazione è un raro accidentale che a settentrione ha raggiunto Re­gno Unito e Svezia. A Malta segnalato 8­10 volte. Tutte le segnalazioni maltesi come quelle italiane sono con buona probabilità (se non altro su base

geografica) alla ssp. galilejensis (presente in Nord Africa). Alla luce delle frequenti osservazioni a Malta, sorprendono sia la mancanza di dati per Pan­telleria, dove vengono effettuati studi mornitologici primaverili dal 2004, sia l’unica segnalazione per le isole Pelagie, per le quali la copertura riguarda an­che il periodo autunnale.Dati. Terza italiana: 18/08/2006, Arenzano (GE) (C. Rapetti). Report COI n. 20.Quarta italiana: 23/03/2008, Lampedusa (AG) (R. Bil lington). Report COI n. 22.

Averla bruna (Lanius cristatus) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Specie politipica a distribuzione centro­asiatica. In Europa accidentale rarissima con meno di 20 se­gnalazioni totali; gli individui che vengono osser­vati sono generalmente attribuiti alla ssp. nominale cristatus. In Italia è nota una sola osservazione cer­ta, risalente all’inverno 2002/2003, una delle prime note in Europa. Richiamò centinaia di birdwatchers da tutta Italia ed Europa, costituendo, ancor oggi, il più consistente evento di “twitching” per il nostro paese (che ha coinvolto in totale circa 500 persone), insieme a quello per la Damigella della Numidia (Grus virgo) di Maccarese e il Luì di Hume (Phyl­loscopus humei) di Ventotene.

82

■ Succiacapre collorosso (Caprimulgus ruficollis), Lampedusa (AG), maggio 2010.

Renz

o Ie

ntile

Page 84: Qb16 completo

Dati. Prima italiana: 29/11/2002­06/02/2003, Val­li di Mirandola (MO) (C. Giannella et al.). Report COI n. 16.

Calandra asiatica (Melanocorypha bimaculata) Accidentale inf. 10 (4 segnalazioni di cui 2 post 1949) Specie a distribuzione centro­asiatica, acciden­tale rarissimo in Europa al di fuori degli areali di ni­dificazione (Turchia). Poche le segnalazioni in Eu­ropa centro­occidentale. Delle quattro segnalazioni italiane, solo una è riferita a un individuo non cattu­rato osservato in natura. Dati. Quarta italiana: 28/02/2008, Penisola Magnisi (SR) (A. Corso). Report COI n. 22.

Allodola del deserto minore(Ammomanes cinctura arenicolor) Accidentale inf. 10 (3 segnalazioni di cui 2 post 1949) Specie di origine africana, ben diffusa e comune in tutta la fascia desertica del Maghreb; sedentaria o erratica di corto raggio, pertanto rarissima in Euro­pa con meno di dieci segnalazioni ad oggi note. In Italia, delle tre segnalazioni, solo una, la più recen­te qui citata, è riferita a un’osservazione effettuata in natura. L’individuo in questione ha sostato lungo

una strada provinciale appena prima del faro di Ca­po Murro di Porco, Penisola della Maddalena (SR), dove si spostava tra le auto in sosta o in corsa, avvi­cinandosi a meno di un metro dagli osservatori.

Dati. Terza italiana: 17­24/04/2012, Capo Murro di Porco (SR) (A. Corso). Omologata COI (in stampa).

Luì piccolo iberico (Phylloscopus ibericus) Accidentale inf. 10 (3 segnalazioni post 1949) Specie iberico­africana, migratore di lungo rag­gio, segnalata regolarmente in Europa centro­set­tentrionale come accidentale; andamento nettamen­te positivo delle osservazioni extra­areale riprodut­tivo nell’ultimo decennio. In Italia tre le segnalazio­ni confermate grazie alla registrazione delle emis­sioni vocali (verso/canto) e delle misure biometri­che (prima segnalazione). Sulle isole Pelagie è in pratica regolare l’osservazione di Phylloscopus sp. attribuibili con buona probabilità a ibericus, ma che in assenza di emissioni vocali non vengono segna­lati ufficialmente.

Dati. Prima Italiana: 06/03/2010, Ostia (RM) (C. Ca toni). Report COI n. 24.Seconda italiana: 14/11/2011, Siracusa città (A. Cor so). Report COI n. 25.

83

■ Averla bruna (Lanius cristatus), Valli di Mirandola (MO), novembre 2002/febbraio 2003.

Gia

nni C

onca

Page 85: Qb16 completo

84

Terza italiana: 19/06/2012, Palazzolo Acreide (SR) (A. Corso). Presentata alla COI, in attesa di omo­logazione.

Luì verdastro(Phylloscopus trochiloides viridianus) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Specie politipica paleartico­asiatica. Segnalato regolarmente in autunno (settembre­ottobre) in Eu­ropa al di fuori degli areali riproduttivi. Osservato con buona frequenza anche in siti adiacenti i con­fini settentrionali italiani (es. Austria, Slovenia); la prima segnalazione italiana si è fatta attendere sin troppo tempo. Successivamente a due osservazioni probabili per Linosa, mai sottoposte al parere della

COI per mancanza di documentazione a supporto, un individuo è stato inanellato nella stazione ISPRA di Ventotene. È probabile che la specie arrivi in Ita­lia con maggiore frequenza, ma non venga contattata per mancanza di osservatori/inanellatori sul territo­rio e in considerazione della difficoltà di identifica­zione. In alcuni piumaggi (adulto ad es.) la barre ala­ri possono essere esigue o addirittura non rilevabili, cosa che rende la specie molto simile a un Luì gros­so (P. trochilus) chiaro, molto “colorato”. In questi casi è fondamentale basarsi su una combinazione di pattern facciale, emissioni vocali, colore parti nude, proiezione alare e formula (se possibile rilevare). Dati. Prima italiana: 6/05/2012, Ventotene (LT) (A. Ferri/ISPRA). Omologata COI (in stampa).

Paul

Man

szCa

rlo C

aton

i■ Allodola del deserto minore (Ammomanes cinctura), Capo Murro di Porco, aprile 2012.

■ Luì piccolo iberico (Phylloscopus ibericus), Ostia (RM), marzo 2010. A sinistra nella foto, a confronto con Luì piccolo (P. collybita).

Page 86: Qb16 completo

85

Bigia grossa orientale(Sylvia crassirostris crassirostris) Accidentale inf. 10 (2 segnalazioni post 1949) Silvide paleartico­occidentale, politipica, con popolazioni nidificanti molto vicine ai confini ita­liani, soprattutto del nord­est del paese (es. Trieste) e alla Puglia. Infatti, è in questa regione che sono state effettuate le uniche osservazioni omologate dalla COI in anni recenti (sebbene esistano altre os­servazioni in passato, es. in Sicilia, attendibili ma non supportate da documentazione audio­fotografi­ca). Con studi più estensivi e approfonditi, è verosi­mile che si scopra come la specie non solo sia rego­lare in Italia, ma potrebbe nidificare in Puglia e nel triestino, dove peraltro documentazioni storiche di nidificazione sono, con buona probabilità, riferibili a questo taxon.

Dati. Prima italiana: 04/07/2010, Fasano (BR) (S. Todisco). Report COI n. 24.Poi, nello stesso sito: 07/05­16/06/2011 (S. Todi­sco) e 19/06/2013 (S. Todisco). Nota: recentemente, per alcuni autori, il genere per questa specie e per la Bigia grossa occidentale (hortensis) è Curruca crassirostris.

Occhiocotto di Menetries (Sylvia mystacea) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Silvide a distribuzione euro­turanica, la segna­lazione italiana costituisce, insieme a quella di Oc­chiocotto di Cipro (S. melanothorax), una delle più incredibili in Europa per quanto attiene a specie del genere Sylvia sp. Sfortunatamente, entrambe le spe­cie sono state inanellate e non osservate in natura; pertanto non hanno costituito un evento nel mondo del birdwatching del nostro Paese.

Dati. Prima italiana: 28/03/2007, Ponza (LT) (M. Cardinale). Report COI n. 21. Nota: i caratteri fenotipici, e la provenienza ge­ografica più verosimile, fanno ritenere che il ma­schio al 1° anno inanellato a Ponza sia attribuibile alla ssp. mystacea

Monachella nera testabianca(Oenanthe leucopyga) Accidentale inf. 10 (3 segnalazioni post 1949) Specie politipica a distribuzione afro­medio­orientale. Sedentaria o dispersiva con erratismi an­che di lungo raggio, a seconda delle annate ripro­duttive, delle condizioni climatiche e trofiche. Co­me accidentale ha raggiunto Cipro, Grecia, Spagna e l’Europa settentrionale (es. Olanda, Germania, In­ghilterra, Danimarca), anche se alcune segnalazioni sono ritenute di origine dubbia (possibili aufughi). La prima segnalazione italiana è del 2010, anno du­

rante il quale in Nord Africa furono notati molti in­dividui (Corso, ined.); ugualmente, nella primavera del 2013, ne venne osservato un numero elevato in Tunisia e Marocco, a testimonianza di una stagione riproduttiva eccezionale (Corso & Viganò, ined.). Le tre segnalazioni di marzo­maggio 2013 sono rife­ribili a un arrivo contemporaneo, principalmente in Italia centro­meridionale, di individui in dispersione a seguito del boom nella popolazione Nord Africa­na. L’età (1° anno) e la localizzazione delle segna­lazioni depongono a favore di un’origine selvatica.

Dati. Prima italiana: 11/05/2010, Capo Murro di Porco (SR) (A. Bossi). Report COI n. 24.20/03/2013, Torre di Murtas (CA) (B. Scudu). Pre­sentata alla COI, in attesa di omologazione.Seconda italiana: 30/04/2013, Civitavecchia (RM) (D. Valenti). Omologata COI (in stampa).Terza italiana: 01­02/05/2013, Marettimo (TP) (R. Hobbs, G. Cumbo). Omologata COI (in stampa). Nota: la sottospecie degli individui osservati in Italia è certamente quella distribuita in Africa set­tentrionale, ossia la ssp. aegra Hartert, 1913.

Monachella nera (Oenanthe leucura) Accidentale, storicamente migratrice regolare e nidificante, anche se mancano prove incontrover­tibili di avvenuta riproduzione in Italia. Specie di­spersiva, soprattutto in riferimento alle popolazio­ni dell’Africa settentrionale, dove è molto comu­ne in tutta la fascia del Maghreb. Le segnalazioni successive alla sua estinzione sono meno di 20 (la COI prende in considerazione le segnalazioni post 1949). In anni recenti è stata nuovamente osservata nel nostro Paese.

Dati. 24/04/2009, Pantelleria (TP) (A. Corso).An

toni

o Bo

ssi

■ Monachella nera testabianca (Oenanthe leucopyga), Capo Murro di Porco (SR), maggio 2010.

Page 87: Qb16 completo

86

03/09/2010, Marettimo (TP) (G. Speranza). Report COI n. 24.25/04/2012, Enna (A. Corso). Non ancora sottopo­sta alla COI. Note: le segnalazioni recenti, sono tutte riferibi­li, con buona probabilità, al taxon presente in Nord Africa, ssp. syenitica (Heuglin, 1869), distinta dal­la ssp. nominale più agevolmente grazie al disegno delle timoniere (estensione e pattern del nero).

Balia mugimaki (Ficedula mugimaki) Accidentale inf. 10 (1 segnalazione post 1949) Specie monotipica di origine sibirico orientale­asiatica, migratore di medio­lungo raggio. Uno de­gli accidentali più rari nel Paleartico Occidentale, con una segnalazione nel Regno Unito considerata di origine dubbia (Cat. D.), una per la Russia Euro­pea centro­orientale (Baschiria) il 2/08/2007 e una per l’Italia del 29/10/1957, non accettata. Pertanto, il recente inanellamento in Italia settentrionale co­stituisce una delle più incredibili segnalazioni di rarità italiane degli ultimi 50 anni. Sfortunatamen­te l’individuo non è stato più rilocalizzato dai bir­dwatchers per essere osservato in natura.

Dati. Prima italiana: 06/10/2011, Bagolino (BS) (R. Barezzani). Report COI n. 25.

Note: alla luce della prima segnalazione omo­logata, anche quella del 29/10/1957 andrebbe ridi­scussa dalla COI e rivalutata. Stante a quanto riferi­to nella pubblicazione originale (Giol, 1959) e gra­zie a quanto comunicato dal nipote di Giol (com. pers. per A. Corso) è verosimile che la segnalazione sia genuina e omologabile.

Calandro di Blyth (Anthus godlewskii) Specie sibirico­asiatica, migratore di lungo rag­gio. Nessuna osservazione ancora omologata dalla COI per mancanza di prove incontrovertibili, come documentazione fotografica chiara e inoppugnabile. Questa specie, apparentemente di difficile identifi­cazione, è stata ormai segnalata in quasi tutte le na­zioni europee, con decine di segnalazioni per l’Eu­ropa settentrionale, spesso in associazione ai nuclei svernanti di Calandro maggiore (A. richardi) che vengono osservati in zone come Francia, Spagna, Portogallo ecc. In Italia, segnalato almeno quattro volte in Sicilia, tutti gli individui riportati sono stati osservati da numerosi birdwatchers che hanno con­fermato l’identificazione: Siracusa, Invaso di Lenti­ni, 1 ind., 21­30/12/1997; Siracusa, zona costiera, 1 ind., 25/12/2002; altre due segnalazioni riportate di seguito.

■ Balia mugimaki (Ficedula mugimaki), Bagolino (BS), ottobre 2010.

Robe

rto

Bare

zzan

i

Page 88: Qb16 completo

87

Dati. 01­14/01/2008, Saline di Trapani (A. Corso et al.). Segnalazione sospesa dalla COI (Report n. 22)21/12/2007­12/02/2008, Capo Murro di Porco (SR) (A. Corso et al.). Segnalazione sospesa dalla COI (Report n. 22).

Fanello nordico (Linaria flavirostris) Specie politipica a distribuzione euroasiatica. Migratore raro e irregolare in Italia, storicamente più frequente (cfr. varie fonti storiche). Sono meno di 20 le segnalazione ritenute attendibili dal 1970 a oggi; notevole l’osservazione di 5­6 indd. frammisti a fanelli avvenuta ad Eraclea, Venezia nel dicembre 1990 (Brichetti & Fracasso, 2013). Probabilmente arriva in Italia settentrionale con più frequenza di quanto i dati riportati non indichino e passa certa­mente facilmente inosservato quando frammisto a grossi gruppi di Fanelli (L. cannabina).

Dati. 25/10/2008, Linosa (AG), un ind. (A. Corso) Crociere fasciato (Loxia leucoptera) Specie politipica a distribuzione oloartica, os­servata regolarmente in Europa centro­settentrio­nale, con annate di vere e proprie invasioni, come nell’estate­autunno 2013. In Italia, migratore raro e irregolare, svernante irregolare, segnalato con mag­giore frequenza sino ai primi anni ’70, quando nu­merose segnalazioni erano riferite a esemplari cat­turati da cacciatori e collezionisti. Negli ultimi 30 anni sono note ca. 20­25 segnalazioni, per le quali però andrebbe verificata la possibilità di confusio­ne con Crocieri nel raro piumaggio a barre alari. Le segnalazioni sono quasi tutte distribuite sulla fascia

alpina e prealpina ed effettuate in periodo tardo esti­vo­autunnale, come nel resto d’Europa. Rarissime le segnalazioni in Italia centrale (es. Toscana).

Dati. 08/12/2003, Val di Fiemme (TN) (S. Gilmoz­zi).18/12/2013, Torre S. Maria (SO) (M. Brambilla).

Zigolo dal collare (Emberiza aureola) Accidentale inf. 10 post 1949 (25 osservazioni di cui 8 post 1949) Specie politipica eurasiatica, con popolazioni nidificanti europee in forte decremento. Segnalato regolarmente e con un buon numero di individui in tutta Europa, principalmente centro­settentrionale, sino ai primi anni ’90, il numero di segnalazioni ha subito un’evidente flessione in anni recenti, certa­mente a seguito dell’andamento negativo delle po­polazioni riproduttive. La specie era pressoché re­golare anche in Italia settentrionale sino agli anni ’40­70, quando veniva catturata spesso da uccella­tori e ornitologi collezionisti. Nell’ultimo ventennio è diventato un vero e proprio accidentale rarissimo. Allo stesso modo, anche in Europa settentrionale è oggi considerata una specie molto rara e ricerca­ta dai birdwatchers. L’osservazione effettuata nel 2011 sull’isola di Linosa è del tutto eccezionale e molto rilevante.

Dati. 20­21/02/2000, Trecasali (PR), almeno 4 indd. (S. Balbo et al.).04/11/2011, Linosa (AG) (O. Janni et al.). Otta­va segnalazione post 1949. Omologata report COI n. 25.

■ Zigolo dal collare (Emberiza aureola),

Linosa (AG), novembre 2011.

Mich

ele

Viga

Page 89: Qb16 completo

Recommended