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rivista Amici di Gesu crocifisso

Date post: 24-Mar-2016
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rivista settembre ottobre 2011
16
mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi SOMMARIO 2. P. A. Pierangioli 9 - S. Paolo della Croce: Direttore spirituale 3. P. A. Pierangioli 10 . S. Paolo della Croce: Fondatore 4. P. R. Cecconi V – Meditiamo con il vangelo di Matteo 5. Coltorti M. Grazia XII – La santità è amore di M. Maddalena Marcucci 6. P. L. Temperilli 150° Apparizioni Madonna della Stella 7. Manuela Peraio Miracoli Eucaristici 8. Meditazione di Benedetto XVI 9. P. L. Temperilli La lotta spirituale 10. Esercizi Spirituali, giorni di grazia 11 Fotocronaca primo corso di esercizi 12 Fotocronaca secondo corso di esercizi 13 P. L Mazzoccante Passionisti-Chiesa-Società 14-15. Testimonianze 16 Il testamento di Anna. Settembre - Ottobre 2011 - Anno XII n. 5 150° Apparizioni Madonna della Stella
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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

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SOMMARIO

2. P. A. Pierangioli 9 - S. Paolo della Croce: Direttore spirituale 3. P. A. Pierangioli 10 . S. Paolo della Croce: Fondatore4. P. R. Cecconi V – Meditiamo con il vangelo di Matteo5. Coltorti M. Grazia XII – La santità è amore di M. Maddalena Marcucci6. P. L. Temperilli 150° Apparizioni Madonna della Stella7. Manuela Peraio Miracoli Eucaristici8. Meditazione di Benedetto XVI9. P. L. Temperilli La lotta spirituale10. Esercizi Spirituali, giorni di grazia11 Fotocronaca primo corso di esercizi12 Fotocronaca secondo corso di esercizi13 P. L Mazzoccante Passionisti-Chiesa-Società14-15. Testimonianze16 Il testamento di Anna.

Settembre - Ottobre 2011 - Anno XII n. 5

150°Apparizioni

Madonna della Stella

7 – S. Paolo della Croce: Direttore spiritualedi P. Alberto Pierangioli

Settembre 2011

2

San Paolo della Croce,definito il più grandemistico del 1700, è stato

un grande direttore spiritualesia per i religiosi passionistiche per sacerdoti diocesani,religiose e tanti laici. Lo hafatto soprattutto per mezzo dilettere. Si calcola che abbiascritto più di 10.000 lettere didirezione spirituale; ne sonorimaste poco meno di 2500,molte delle quali sono indiriz-zate ai laici. Soprattutto nellelettere ai laici scopriamo ilcarisma della vera paternitàspirituale del nostro fondato-re. Le missioni al popolo e gliesercizi spirituali a monasterigli procuravano tanti legami.Dopo aver ascoltato le sueprediche ed averlo conosciutoin confessione, molti richiedevano lasua direzione spirituale. Sono centina-ia di persone, specialmente donne, ditutti i ceti culturali e sociali, che sirivolgevano a lui. Paolo non accettafacilmente questo impegno. Si sentesempre incapace e non adeguato a uncompito così grande. Accetta solodopo aver chiesto tanta luce al Signoree aver constato che questa è la volontàdi Dio, ma anche che nel richiedentec’era la volontà di fare un camminoserio di santità. Una volta conosciutoche Dio gli chiedeva questo impegno,non metteva limiti alla sua disponibili-tà. A Tommaso Fossi, padre di 8 figli epoi, da vedovo, sacerdote passionista,del quale conserviamo 179 lettere rice-vute dal santo, scrive:

“Io non ho mai pensato d’esseredirettore né suo né di altri; e se cre-dessi di saper dirigere, crederei d’es-sere un vero Lucifero in carne; Dio mene liberi. Io ho intenzione di servirtutti, e dar qualche consiglio santo,fondato su ciò che insegnano i mae-stri, a chi me lo chiede; così fo con leie con gli altri, e così proseguirò. Se leimi scriverà, sempre le dirò ciò che ilSignore m’ispirerà” (LL n,283).

Agnese Grazi, nobile giovane diOrbetello, è guidata da Paolo alle vettedella vita mistica per 15 anni fino allamorte, a 42 anni, assistita da Paolo,che la fa seppellire accanto ai religiosisull’Argentario. Abbiamo 166 letterescritte a lei dal santo: molte sono veri

capolavori di spiritualità mistica. A leiscrive: “Prego che il mio continuocibo sia fare la Volontà di Dio, massi-me in cosa tanto delicata e gelosa,come è la direzione di spirito, in cui vivuole santità, dottrina, esperienza,prudenza, e gran chiamata di Dio, perquesto non solo a Lei, ma ad altreanime ho dato ripulse replicate, cono-scendo la mia inabilità e sommaimperfezione: ma non mi è riuscito,perché le anime alle quali ho dateripulse hanno avuto ispirazioni grandiche io le assista, ed io per obbedirealla Divina Volontà, le servo di conti-nuo, e seguiterò finché Dio vorrà que-sto da me indegnissimo d’un eserciziosì nobile e divino. Bisogna pregareassai per me, perché Dio mi dia gran-de assistenza e lume” (LL n. 437).

Le proposte del cammino di santità

Il primo impegno che il santo pro-pone a tutti i laici che si rivolgono a luiè il cammino verso la santità e alle per-sone più disponibili indica le vette piùalte della mistica e della santità cristia-na. Spiega a tutti in che cosa consisteil vero cammino di santità, dando que-sti e altri suggerimenti concreti:

La meditazione giornaliera dellaPassione di Gesù, accompagnata dallafrequenza ai sacramenti.

L’adesione alla volontà di Dionelle prove della vita, che porta la pacedel cuore e l’unione con Dio.

La fedeltà ai doveri del proprio

stato. La solitudine, lapovertà e l’orazione,essenziali per i religiosi,ma necessarie, con scel-te analoghe, anche ailaici, che vogliono con-dividere la spiritualitàdell’amore a GesùCrocifisso. Senza pen-sare a una vera organiz-zazione, considera ilaici membri della gran-de famiglia passionista,composta di religiosi,religiose e laici, perchétutti in cammino versola stessa meta.

Sulla base di questascelta fondamentale,

Paolo costruisce la sua pedagogia, conla quale indirizza i laici a una vitaequilibrata e fruttuosa: niente scrupoliné timori, moderazione nelle peniten-ze; una serena vita matrimoniale, nien-te esaltazioni, esagerazioni, fuga dallarealtà, distacco cristiano verso tutto etutti, per vivere solo di puro amore perGesù Cristo. Non tutte le persone gui-date da Paolo arrivano alle vette dellavita mistica e santa, ma tante storie,documentate nelle lettere, sono storieradiose di santità. Molte meriterebberodi essere riconosciute anche dallaChiesa, sia religiosi che laici, uomini edonne, celibi e nubili, come AgneseGrazi, o padri e madri di famiglia,come Tommaso Fossi, ErcolaniGirolama, una vedova, della quale cirestano 51 bellissime lettere scritte daPaolo, Sancez Giovanni Francesco, uncittadino nobile di Orbetello, direttoper tutta la vita da Paolo: abbiamo 53lettere scritte a lui da Paolo.

Anche oggi i laici che voglionovivere una vita veramente santa pos-sono prendere come punto di riferi-

mento questi autentici capolavoridella grazia. Il santo non ci ha lascia-to una riflessione metodica sulla dire-zione spirituale, né un trattato di teo-logia spirituale, ma l’impegno di un

santo che ha impiegato tanta partedella sua vita a guidare molte animealla santità, per mezzo dell’amore a

Gesù Crocifisso. [email protected]

In copertina: Alessandro Ceccarini, 1881

Come nasce la vocazione di“fondatore”

San Paolo della Croce è stato definitoil “gigante della Croce”, il più gran-de “mistico e apostolo delCrocifisso”, un grande “direttore dianime”, “l’apostolo dei banditi”ecc. Ma il titolo con il quale ci piacericordarlo in questa riflessione è di“grande fondatore”: ispiratore del“carisma passionista”, fondatoredella Congregazione passionista edelle monache passioniste, ispiratoredi tanti altri istituti maschili e femmi-nili che si rifanno in qualche modoalla sua vita e ai suoi insegnamenti.

Educato cristianamente da piigenitori, primo sopravvissuto di 16figli, passa la prima giovinezza aiu-tando il padre nel piccolo commer-cio, vivendo una vita cristiana,secondo gli insegnamenti della suasanta mamma, che gli parlava moltodella passione di Gesù e degli esem-pi eroici dei primi anacoreti.

Presto il Signore incomincia aparlare al suo cuore. Nei vari viaggiche intraprende per il commercio, glicapita di ammirare paesaggi incante-voli, chiesette solitarie immerse neiboschi e incomincia a pensare chesarebbe bello vivere in quei luoghisilenziosi e solitari per pensare soloa Dio, parlare con Lui e ascoltarlo.Frequenta la confraternita del paese,ne diventa animatore e pensa chetanti cristiani hanno bisogno diguide. Poi a 26 anni c’è un interven-to diretto di Dio: tornando a casadalla messa, tutto raccolto in Dio,lungo la strada si vede in visionevestito di nero, con sul petto unacroce e un cuore bianco sul quale èinciso il nome di Gesù. Capisce cheil Signore vuole da lui una vocazionee missione particolare.

Si confida con il suo vescovo cheil 23 novembre 1720 lo veste di unabito nero di eremita e gli chiede diritirarsi nella chiesa di S. Carlo aCastellazzo Bormida AL, per chiari-re la sua vocazione. Lì scrive unDiario e la regola di una nuova fami-glia religiosa; passa 40 giorni digrandi prove e illuminazioni divine,con profonde intimità con GesùCrocifisso. É stato scritto che Paoloentrò in San Carlo come novizio e neuscì come fondatore. Si dedica subi-to all’apostolato, ma nel settembre

1721 parte per Roma, per presentareal papa la regola del nuovo istituto.Viene cacciato in malo modo dalpalazzo pontificio. Come risposta,va a pregare nella Basilica di S.Maria Maggiore e davanti all’imma-gine della Madonna fa voto di dedi-care la sua vita ad “amare e fareamare Gesù Crocifisso”. Oramaiha chiaro che Dio vuole da lui la fon-dazione di una nuova famiglia reli-giosa che abbia come scopo di fare evivere il suo stesso voto.

Un lungo e faticoso camminoverso la meta

In compagnia del suo inseparabi-le fratello, Giovanbattista, inizia piùdi 10 anni di ricerche in varie regionid’Italia per attuare il suo progetto.Nel 1727 è consacrato sacerdote

insieme al fratello. Con il titolo di“missionario apostolico”, nel 1728 sistabilisce sul Monte Argentario, nelpoverissimo “Romitorio di S.Antonio”. Tenta di stabilirvi laprima comunità. Ma le difficoltàsono ancora tante. I candidati vengo-no e vanno. La Madonna gli indicadove costruire la prima casa. Contante difficoltà nel 1737 viene aperto

il primo “ritiro” e consa-crata la prima chiesa pas-sionista dedicata allaPresentazione di Maria SS. Nascesul Monte Argentario la casa madrepassionista. Il 15-5-1741 il papaBenedetto XIV approva la RegolaPassionista, con alcune mitigazioni.Sono trascorsi 20 anni di grandiprove dal primo fallito incontro diPaolo con un papa. L’11 giugno1741 i primi 5 sacerdoti e un fratellolaico professano i voti religiosi.Paolo lascia il cognome Danei e sichiama “Paolo della Croce”. I suoireligiosi vengono chiamati “passio-nisti” La fede e la pazienza del santohanno vinto. Ci saranno ancora osta-coli e prove sulla strada di Paolo, maoramai la meta è a portata di mano.Paolo, Giambattista e altri compagniincominciano a percorrere Toscana,Lazio, Umbria, Marche per portare atante anime l’Amore Crocifisso.

Arrivano nuovi candidati, veri“confondatori” della Congregazionecon Paolo e Giambattista, querce delgiardino della Passione: P. FulgenzioPastorelli, primo formatore dei gio-vani passionisti; P. MarcaurelioPastorelli, anche lui grande formato-re, che ha influito per secoli nellaformazione; Fr. GiuseppinoPetruzzelli, primo laico passionista,proverbiale per umiltà, lavoro e donimistici; Tommaso Struzzieri grandemissionario e primo vescovo passio-nista. Le vocazioni crescono; occor-rono nuovi nidi. Nel 1744 vengonoaperti i due ritiri di S. Angelo diVetralla e di S. Eutizio, seguiti dauna decina di altri ritiri.

La Congregazione della Passioneprende il suo posto nella Chiesa diDio. Ha la grazia di avere per guidaper tanti anni ancora il suo fondatore,rieletto per cinque volte superioregenerale fino alla morte. Paolo sidedica con tutte le forze a dare a tuttila piena formazione passionista, conla collaborazione di ottimi formatori.P. Tommaso Struzzieri entrando nelnoviziato scrive: “Questi non sonouomini ma santi. Mi trovo fuori dalmondo, mi pare di stare tra gli angeliper la loro carità, unione, mortifica-zione”.

Tanti santi come Paolo dellaCroce stanno maturando sul MonteSanto.

[email protected]

8 – S. Paolo della Croce: Fondatoredi P. Alberto Pierangioli

Ottobre 2011

Quando un uomodoveva essere giu-stiziato, gli si con-cedeva la possibili-tà di prendere vinomescolato conincenso. In questomodo egli venivastordito, perdevacoscienza e soffri-va in misura mino-re. Di solito eranole nobildonne diGerusalemme adoccuparsi di que-sto. Nel caso diGesù però il vino èmescolato confiele, richiamandoin questo modo laversione greca delSal 69,22: «Hannoposto fiele nel miocibo e per bevanda mi hanno datoaceto». Cosa significa questo rimando alSal 69? Questo salmo si presenta comeuna richiesta di aiuto che l’orante, perse-guitato dai nemici, rivolge a Dio. In que-sta supplica, il salmista sottolinea la suainnocenza (Sal 69,5), il suo zelo per lacasa di Dio (Sal 69,10) e il suo essereservo del Signore (Sal 69,18). Facendoun riferimento velato a questo salmo,l’Evangelista potrebbe aver voluto dauna parte sottolineare ancora una voltal’innocenza di Gesù, dall’altra mettere inrilievo come la condanna a cui staandando incontro sia dovuta al suo zeloper le cose di Dio (cf. Mt 16,23).

Matteo continua il suo raccontomenzionando la divisione delle vesti diGesù, avvenuta, per mano dei soldati,dopo la sua crocifissione. Gesù vienespogliato della sua dignità, dal momentoche l’abito esprime la personalità di chilo indossa, lo spessore di chi lo porta,l’habitus di chi se ne riveste (cf. Mt 3,4;9,20-22). Anche in questo caso abbiamoun riferimento ad un salmo, in modoparticolare al Sal 22,19: «Si sono divisetra loro le mie vesti, sul mio vestitohanno gettato la sorte». In esso si sotto-linea fortemente da un lato l’aggressivitàdei nemici dell’orante (Sal 22,13-22),dall’altro la salvezza operata da Dio (Sal22,23-27). Il riferimento a questo salmopotrebbe essere un modo con cuil’Evangelista ricorda ai suoi lettori cheGesù, malgrado le apparenze, non èstato abbandonato dal Padre. Anzi, eglipresto lo riabiliterà.

Dopo aver diviso le vesti delSignore, i soldati pongono sopra il suocapo la motivazione della sua condannaa morte, a cui segue la crocifissione didue ladroni, uno alla sua destra ed unoalla sua sinistra.

Quelli che passano bestemmianoGesù scuotendo il capo e dicendo: «Tu,che distruggi il tempio e in tre giorni lo

riedifichi, salva te stesso, se sei Figlio diDio, e scendi dalla croce!». Il richiamoalla ricostruzione del tempio in tre gior-ni, anche se fatta a modo di scherno,rimanda in prospettiva alla risurrezionedi Gesù, quando nel terzo giorno il tem-pio del suo corpo risorge dai morti(cf. Gv 2,20-22).

In maniera simile ai passanti, leautorità religiose scherniscono ilSignore. Praticamente lo sfidano a salva-re se stesso, a scendere dalla croce sevuol essere creduto. Gesù però non scen-derà dal patibolo. Vive nella sua vitaquanto ha comunicato ai suoi discepoli:«chi vuole salvare la propria vita, laperderà; ma chi perderà la propria vitaper causa mia, la troverà» (Mt 16,25).Le parole dei capi spirituali del popoloterminano, citando questa volta il Sal22,9, ricordando l’atteggiamento confi-dente di Gesù nei confronti di Dio edosservando che, se il Crocifisso è real-mente suo Figlio, il Padre ora dovrebbeintervenire in suo favore. Anche in que-sto caso le parole sarcastiche degliavversari di Gesù lasciano intravedereuna verità: con la risurrezione, Dio inter-verrà realmente a liberare suo Figlio.

La Buona Notizia

Il discepolo di Gesù è chiamato acondividere la sua croce. Essa può assu-mere i tratti di una condanna ingiusta,subita per aver servito il Signore e la suacausa con grande dedizione, può arrivarealla spogliazione della propria dignità eal dileggio. Il cristiano tuttavia è chia-mato a rinnovare la propria fiducia nelSignore, il quale, anche se permette laprova, non abbandona mai i suoi figliche, animati dall’amore, fanno della pro-pria vita un dono.

[email protected]

Carissimi Amici, in questa quintatappa del nostro itinerario nelvangelo di Matteo ci soffermia-

mo sul brano che narra la crocifissionedi Gesù. Iniziamo con la lettura-ascoltodel racconto biblico.

Mentre uscivano, incontrarono unuomo di Cirene, chiamato Simone, e locostrinsero a portare la sua croce. Giuntial luogo detto Gòlgota, che significa«Luogo del cranio», gli diedero da berevino mescolato con fiele. Egli lo assag-giò, ma non ne volle bere. Dopo averlocrocifisso, si divisero le sue vesti, tirando-le a sorte. Poi, seduti, gli facevano laguardia. Al di sopra del suo capo poseroil motivo scritto della sua condanna:«Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insiemea lui vennero crocifissi due ladroni, uno adestra e uno a sinistra. Quelli che passa-vano di lì lo insultavano, scuotendo ilcapo e dicendo: «Tu, che distruggi il tem-pio e in tre giorni lo ricostruisci, salva testesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendidalla croce!». Così anche i capi deisacerdoti, con gli scribi e gli anziani,facendosi beffe di lui dicevano: «Ha sal-vato altri e non può salvare se stesso! È ilre d’Israele; scenda ora dalla croce ecrederemo in lui. Ha confidato in Dio; loliberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha dettoinfatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche iladroni crocifissi con lui lo insultavanoallo stesso modo.

Simone di Cirene,modello di vero discepolo

Mentre Gesù viene condotto verso ilGolgota, i soldati incontrano Simone diCirene e lo costringono a prender su lacroce del Signore. Dopo il primo annun-cio della sua morte e risurrezione (Mt16,21-23), così Gesù dice ai suoi disce-poli: «Se qualcuno vuol venire dietro ame, rinneghi se stesso, prenda la propriacroce e mi segua» (Mt 16,24). È interes-sante notare come, sia nell’episodio delCireneo sia nelle parole che Gesù rivol-ge ai discepoli sulle condizioni di unvero discepolato, ricorra il verbo pren-der su. Simone di Cirene viene presenta-to come modello di vero discepolo. Lacroce che egli deve portare non è altroche un condividere quella di Gesù, l’uni-ca che può salvare (cf. Mt 20,28; 26,28).Ma quali sono gli aspetti che contraddi-stinguono la croce del Signore?

I tratti unici della crocedi Gesù

Giunti sul Luogo del cranio offronoda bere a Gesù vino mescolato con fiele.

4 V - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MATTEOLa croce di Gesù che il discepolo è chiamato a condividere (27,32-44)

di P. Roberto CecconiCP

5

Signore?”(At 22, 10). Ora non sa piùcosa deve fare perché ha già consegna-to la propria volontà a Dio e, come unbambino, si lascia condurre dovevogliono gli altri (At 22, 11) e cosìgiungerà a dire: “Sono pieno di conso-

lazione, pervaso di gioia in ogninostra tribolazione” (2 Cor 7, 4). Lastessa cosa avviene in tutti i santi e lovediamo nell’operare della graziaquando cambia repentinamente carat-teri ribelli e orgogliosi in caratteri mitie buoni. Ma tutto ciò non può avveniresenza calpestare il proprio volere.

L’amore di Dio vuole essere l’uni-co a regnare nei cuori e quindi bisognarinunciare al nostro volere. Per questoquelli che amano veramente Dio sonosempre in cerca di mezzi per morire ase stessi e dare spazio all’amore. E piùentra Dio nei cuori, più l’amore chiedevuoto, spogliamento e morte a tutto.

La felicità nel vincerese stessi

Chi guarda queste persone da fuorinon sa spiegarsi la ragione della loroperenne serenità e felicità. A voltevengono giudicate idiote o prive digiudizio e di buon senso. Non si riescea comprendere che, rinunciando al

proprio volere, si vive la vera vita inpiena libertà, poiché si fa propria lavolontà di Dio nella quale si trovatutto. Queste persone sante non hannopreoccupazioni perché tutto è depostonelle mani dell’Amore, il quale darà

loro tutto al momento del bisogno. Inesse vive quel Gesù che disse: “Miocibo è fare la volontà di Colui che miha mandato” (Gv 4, 34) e questo èanche il loro cibo.

La forza per procedere in ognimomento senza esitare viene lorodallo sguardo fisso su Gesù che, percompiere la volontà del padre fino infondo, è trattato come un malfattore,reo di morte e costretto a portare lacroce sulle spalle. Questa vista dilata ilcuore e muove a generosità nella sof-ferenza, producendo la speranza che lacroce, presagio della morte mistica, leunirà indissolubilmente con amore aColui che amano. L’anima comunque,anche nella prova, non cessa di essereserena e contenta. Ha bisogno dellaprova perché glielo chiede l’amore.Non andrà sola per le strade delCalvario, s’incontrerà, come Gesù,con Maria Santissima e in essa troveràla forza per andare sempre avanti.

“Non si faccia la mia volontà, mala tua” (Lc 22, 42).

Coltorti Maria Grazia

“Il mio cibo è fare la volontàdi Colui che mi ha mandato”(Gv. 4,34.)

Un altro segno sicuro che l’amoredivino regna in un’anima è quando lastessa resta completamente sottomessaal volere del Signore. Nella stessamisura in cui ci svuotiamo dentro emoriamo a noi stessi, ci riempiamod’amore e viviamo una vita di amore.

Il libero arbitrio

Il libero arbitrio, o la propriavolontà, è la cosa più grande e di valo-re che l’uomo possiede. Ma, per far sìche attraverso di esso giungiamo allasantità, bisogna saperlo usare nelmodo giusto. Gesù ci ha detto comefare: “Chi avrà trovato la sua vita, laperderà; e chi avrà perduto la sua vitaper causa mia, la troverà” (Mt 10,39). Come in senso fisico dare la vita èdare tutto, così in senso morale dare lapropria volontà equivale a dare tutto.

Prima del peccato originale, spiegaMadre Maddalena, la nostra volontà sidirigeva naturalmente e senza difficol-tà verso il bene, era tesa verso il suoCreatore. Dopo la disobbedienza deiprogenitori, all’uomo è rimasto il benedel libero arbitrio ma in un modo cosìdisordinato che, per poter attingere itesori in esso contenuti, dobbiamousarne faticando e lottando. Ma, comesempre, la compassione del Signore èvenuta in nostro soccorso dandoci unmezzo, se vogliamo, molto sempliceper poter essere padroni di questi teso-ri di felicità: dobbiamo cedere ad altrila nostra volontà, senz’altro volere chequello di non volere niente.

L’amore vincela propria volontà

Sembrerebbe una cosa difficile dacompiere, ma dove c’è amore questolavoro di vincere la propria volontàrisulta molto facile e naturale, anzidiviene una necessità dell’amore stes-so.

Per spiegare questa realtà, laMarcucci, ci porta ad esempio lavicenda di Saulo che cavalcava sullavia di Damasco alla caccia dei cristia-ni. Viene atterrato da una luce e da unavoce che lo chiama: una scintilla deldivino Amore lo aveva colpito e, inquel medesimo istante, la volontà delgiovane cede e dice: “Che devo fare,

XII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci

I CARATTERI DEL DIVINO AMORE: lo spirito di sacrificio

di Maria Grazia Coltorti

6 150 ANNI DALLE APPARIZIONIDELLA MADONNA DELLA STELLA

di P. Luciano Temperilli

L’arcidiocesi di Spoleto-Norciae la Comunità dei Passionistivogliono ricordare e celebrare

il 150 dalle apparizioni della Madonnadella Stella “Auxilium Cristianorum”al fanciullo righetto Cionchi e prende-re questa “memoria” come occasioneper un rinnovato impegno personaleed ecclesiale.

Erano anni straordinari eturbolenti quelli a metà del1800. Nell’Umbria arriva nel1860 l’esercito piemonteseche unifica questa regione,insieme alle Marche, alnuovo regno d’Italia.Vengono promulgate lelegge di soppressione degliordini religiosi e la demania-zione dei beni ecclesiastici.Momenti difficili e ferite chesolo il passar del tempo eduna lettura di fede della sto-ria ha potuto pacificare finoa riconoscere, come dissePaolo VI, “provvidenziale”la fine del potere temporaledella chiesa.

Questo contesto, appenaaccennato, non turbavano igiochi di Federico Cionchi(detto popolarmenteRighetto) che con i compa-gni si recava presso la derutachiesetta di S. Bartolomeoattratto, nonostante i rimpro-veri della mamma per il peri-colo di serpi per le sterpaglieche circondavano l’edificiosacro, dall’affresco dellaMadonna. Un giorno, non sisa precisamente quando, si parla del1861, la Madonna gli appare viva. Ilpiccolo si ricorda solo: “Righetto, siiBuono” di tutte le cose che la Verginegli disse.

“Il paese e piccolo e la gente mor-mora”, dice il proverbio. Infatti i rac-conti del fanciullo si sparsero in unattimo attirando l’attenzione sospetto-sa delle autorità politiche, la prudenzadella chiesa ufficiale e la devozionedella gente. La guarigione miracolosadi un malato, nel marzo del 1862,incominciò a portare sempre più folladi fronte alla chiesetta. Venne anche ilvescovo di Spoleto, Mons. Arnaldi, edil 24 maggio 1862 vi celebra la messadi fronte ad una folla immensa e dà iltitolo di “Auxilium Cristianorum” allaMadonna, detta popolarmente dellaStella. Il vescovo si attiva anche perfar conoscere al mondo i fatti diSpoleto. L’evento vede partecipe ilBeato Pietro Bonilli e sarà accolto

come “segno” da S. Giovanni Bosco eper questo la Congregazione salesianaavrà poi come protettrice MariaAusiliatrice.

Sotto la spinta dei fatti e delladevozione popolare viene portato acompimento il Santuario che saràsolennemente inaugurato nel 1881.Nel 1884 il vescovo di Spoleto ed il

generale dei passionisti firmano ilcompromesso per affidare il Santuarioalla custodia dei religiosi. E da allorala Madonna della Stella è legata anchealla storia dei passionisti della provin-cia della Pietà in quanto il Santuario èstato offerto alla congregazione reli-giosa in un momento in cui, dopo leleggi di soppressione, si stava rico-struendo le comunità e la provinciareligiosa. Infatti il convento costruitoaccanto al Santuario è stato la sededella Curia provinciale e soprattutto,dal 1885 in modo quasi ininterrottofino al 1969, casa di formazione.Novizi e studenti si sono alternati sottole protezione della Vergine, ad essahanno affidato “la professione” deiconsigli evangelici, e si sono prestaticon devozione al servizio delle funzio-ni religiose e all’accoglienza dei pelle-grini. Dopo la partenza degli studenti,inviati a studiare nelle UniversitàPontificie, i locali del vecchio studen-

tato erano diventati “Oasi” per gruppidesiderosi di ritiri spirituali ed incontridi preghiera fino a che il terremoto del1997 ha interrotto ogni attività . Ora sista restaurando e , si spera, possaripartire quanto prima come e megliodi prima.

Il servizio maggiore la comunità loha prestato e presta al santuario attra-

verso le celebrazionieucaristiche e l’accoglien-za di coloro che si acco-stano al sacramento dellariconciliazione.

Gli attuali collega-menti stradali e l’ampiopiazzale favoriscono unnotevole afflusso di pelle-grini, specialmente nelledomeniche e nelle festetradizionali della Vergine,da tutta l’Umbria. Ci sonoanche pellegrinaggi dallealtre regioni soprattutto incollegamento con Casciaed Assisi.

E’ un Santuario ove siesprime “la pietà popola-re” che, dicono i Vescovi,negli orientamentipastorali per il decennio2010-2020, “costituisceanche ai giorni nostri unadimensione rilevantedella vita ecclesiale e puòdiventare veicolo educati-vo di valori della tradizio-ne cristiana, riscoperti nelloro significato più auten-tico. ”

Il citato documentoinvita ad “Educare alla vita buonadel Vangelo”. In questo invito, cherisponde ad una urgenza educativa,riecheggia il messaggio della Verginea Righetto: “sii buono”. E’ quanto da150 anni viene ricordato al pellegrinoche viene al santuario: la bontà comesenso della vita; la bontà come dono incui traspare la tenerezza di Dio; labontà come scelta esistenziale positi-va. Tutto questo in un mondo ed in unacultura che sembra perdere il senso delbene per rincorrere egoismi privati e digruppo e si confonde il bene con ladebolezza del “buonismo”. L’invito diMaria a Righetto rimane allora comeconsiglio perenne a percorrere la viedel bene con la semplicità del fanciul-lo che si fida ed affida alle raccoman-dazioni della Madre. Perché lei,Addolorata ed Assunta, sa bene chealla fine il bene trionfa.

[email protected]

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Il miracolo eucaristico di Bagnodi Romagna avvenne nel 1412nell’omonima cittadina: un mona-

co camaldolese, durante la messa,all’atto della consacrazione, vide ilvino del calice andare in ebollizione e,fuoruscendo, macchiare il corporale.Nel 1412, a Bagno di Romagna, pres-so Forlì, un monaco camaldolese dinome Lazzaro, che dubitava dellareale presenza di Cristo nell’eucari-stia, vide durante la messa, al momen-to della consacrazione, il vino del cali-ce andare in ebollizione, tanto da fuo-ruscire macchiando il corporale, chepresenta attualmente otto macchie dinatura ematica, come confermato dalleanalisi chimiche eseguite nel 1958presso l’Università diFirenze. Il corporale,conservato oggi nella cap-pella del Sacro Cuoredella basilica di SantaMaria Assunta a Bagnodi Romagna, viene espostotutte le domeniche, nelperiodo che va da marzo anovembre, mentre nelgiorno del Corpus Dominisi commemora l’eventocon una festa ed una pro-cessione.

Il miracolo eucaristi-co di San Mauro LaBruca avvenne nell’omo-nima cittadina in provinciadi Salerno nell’anno1969: 63 Ostie consacrate,rubate da ignoti ladri sac-rileghi, furono successivamente ritro-vate integre, e si conservano tuttoraintatte dopo più di quarant’anni. ASan Mauro La Bruca, piccolo comu-ne del Cilento, nella notte del 25 luglio1969 ignoti ladri, entrati nella chiesaparrocchiale di sant’Eufemia perimpadronirsi degli oggetti sacri, ruba-rono dal tabernacolo la pisside con leOstie consacrate. Durante la fuga get-tarono le particole in un vicino viotto-lo, dove furono ritrovate da una bam-bina, Gerardina Amato, che provvidea restituirle al parroco, don PasqualeAllegro, che ricollocò nel tabernacolole 63 Ostie recuperate. Il vescovo diVallo della Lucania, monsignorBiagio D’Agostino, con decreto del25 luglio 1970, stabilì che le particoleprofanate fossero conservate in perpe-tua adorazione, che inoltre il 25 lugliodi ogni anno fosse celebrata nella par-rocchia di San Mauro La Bruca unasolenne Giornata Eucaristica di ripara-zione, e donò infine alla chiesa, eleva-ta alla dignità di Santuario Eucaristico,

un ostensorio d’argento cesellato amano, dove furono sigillate le Ostieritrovate, che si conservano tuttoraintatte: la vicenda presenta singolarianalogie con il Miracolo eucaristico diSiena del 1730.

A Vèroli, in provincia diFrosinone, il 26 marzo 1570, giornodi Pasqua, don Angelo de Angelis, par-roco della basilica di Sant’Erasmo,aveva esposto il SantissimoSacramento per l’adorazione eucaristi-ca delle Quarantore, nella cappelladedicata a San Gregorio Magno.Allora la particola non veniva abitual-mente esposta come oggi nell’ostenso-rio, ma in una teca d’argento chiusa da

un coperchio, posta a sua volta in uncalice coperto dalla patena; il tutto erastato coperto con un drappo di seta.Verso le due di notte, durante il turnodi adorazione della Confraternita dellaMisericordia, apparve sopra al caliceuna stella splendente, e sopra di essal’ostia consacrata; a questa visione nesubentrarono altre, ripetutesi la seraseguente: Gesù Bambino, poi Gesùmorente in croce, tre ostie simboliz-zanti la Trinità, e bambini in adorazio-ne. Tra i testimoni vennero citati anchedon Angelo de Angelis e donGierolamo Todino, canonico dellachiesa; al diffondersi della notizia,accorsero fedeli, il vescovo e le autori-tà civili. Il SS.mo Sacramento rimaseesposto fino al 6 aprile: durante taleperiodo si verificarono numerose gua-rigioni miracolose. Il calice e la patenafurono conservati nel reliquiario deisanti, mentre l’ostia consacrata vennesuccessivamente consumata.

L’avvenimento viene ricordato

ogni anno il martedì dopo Pasqua,inoltre ogni primo venerdì del mese,nella basilica di Sant’Anselmo, vieneesposto il Santissimo Sacramento perricordare il miracolo, mentre le altrechiese cittadine rimangono tempora-neamente chiuse. Il beato GiovanniPaolo II, durante la sua visita aFrosinone del 16 settembre 2001,volle celebrare la messa con il calice ela patena dell’evento di Veroli, facen-do inoltre dono del suo zucchetto allabasilica di Sant’Erasmo.

Il miracolo eucaristico di Alatri,noto anche come miracolo dell’OstiaIncarnata, si verificò nell’omonimacittadina tra la fine del 1227 e i primi

mesi del 1228: unadonna aveva rubatoun’ostia consacrata, suincarico di una fattuc-chiera che intendevaservirsene per compiereun maleficio, ma almomento di toglierla dalnascondiglio in cuil’aveva occultata, con-statò che essa si era tra-mutata in carne e, penti-tasi, la restituì.

Il documento in cuiè meglio descritto l’av-venimento è la bollainviata da Gregorio IXal vescovo diocesanoGiovanni V, datata 13marzo 1228, nota comeFraternitatis Tuae.

L’evento assunse un particolare valoresimbolico, poiché avvenne pochi annidopo il Concilio Lateranense IV(1215), che aveva definito la dottrinadella Transustanziazione. La vicenda èraffigurata su una serie di affreschipresenti sulle pareti laterali della catte-drale di Alatri: una giovane donna,istigata da una vecchia malefica, almomento di ricevere l’Eucaristia, trat-tenne nella bocca l’ostia consacrata,nascondendola poi in un panno perportarla a casa e consegnarla alla vec-chia in un secondo momento.Nascosta l’ostia in un’arca per il pane,la giovane si recò a prenderla dopo tregiorni rinvenendo tuttavia, invece delpane, un pezzo di carne umana. Pentitaper il suo gesto sacrilego, confessòl’accaduto e consegnò al vescovo ilframmento di carne ancora sanguinan-te. La reliquia, nota ai fedeli comeporziuncola, è oggi conservata nellacappella ad essa dedicata nella navatadestra della destra della Cattedrale diSan Paolo ad Alatri.

di Manuela Peraio

Il miracolo eucaristico di Alatri

VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ANCONA 4-11 SETTEMBRE 2011

MIRACOLI EUCARISTICI

8 MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI SULL’EUCARESTIALourdes, domenica 14 settembre 2008

Signore Gesù, Tu sei qui!E voi, miei fratelli, mie sorelle,

miei amici, voi pure siete qui, con me,davanti a Lui! Signore, duemila anni or sono, Tu haiaccettato di salire su di una croce d’in-famia per poi risuscitare e restare sem-pre con noi, tuoi fratelli, tue sorelle. Evoi, miei fratelli, mie sorelle, mieiamici, voi accettate di lasciarvi affer-rare da Lui.

Noi Lo contempliamo. NoiL’adoriamo. Noi L’amiamo. E cer-chiamo di amarLo di più. Noi con-templiamo Colui che, nel corso dellacena pasquale, ha donato il suoCorpo e il suo Sangue ai discepoli,per essere con loro “tutti i giornifino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

Noi adoriamo Colui che è all’ini-zio e alla fine della nostra fede. Coluisenza il quale noi non ci saremmo pernulla. Colui senza il quale nulla visarebbe, nulla, assolutamente nulla!Lui, per mezzo del quale “tutto è statofatto” (Gv 1,3), Lui nel quale noisiamo stati creati, per l’eternità, Luiche ci ha donato il suo Corpo e il suoSangue, Lui è qui, questa sera, davantia noi, offerto ai nostri sguardi. Noiamiamo – e cerchiamo di amare di più– Colui che è qui, davanti a noi, offertoai nostri sguardi, alle nostre domandeforse, al nostro amore. Sia che cammi-niamo o siamo inchiodati su di un lettodi dolore - che camminiamo nellagioia o siamo nel deserto dell’anima(cfr Num 21,5), Signore, prendici tuttinel tuo Amore: nell’amore infinito,che è eternamente quello del Padre peril Figlio e del Figlio per il Padre, quel-lo del Padre e del Figlio per lo Spiritoe dello Spirito per il Padre e per ilFiglio. L’Ostia Santa, esposta ai nostriocchi, dice questa potenza infinitadell’Amore manifestata sulla Crocegloriosa.

L’Ostia Santa ci dice l’incredi-bile abbassamento di Colui che s’èfatto povero per farci ricchi di Sé,Colui che ha accettato di perderetutto per guadagnarci al Padre suo.

L’Ostia Santa è il Sacramento vivoed efficace della presenza eterna delSalvatore degli uomini alla suaChiesa. Fratelli miei, sorelle mie,amici miei, accettiamo, accettate dioffrirvi a Colui che ci ha donato tutto,che è venuto non per giudicare ilmondo, ma per salvarlo (cfr Gv 3,17),accettate di riconoscere nelle vostrevite la presenza attiva di Colui che èqui presente, esposto ai nostri sguardi.Accettate di offrirGli le vostre pro-

prie vite! Maria, la Vergine santa,Maria, l’Immacolata Concezione, haaccettato, duemila anni or sono, didonare tutto, di offrire il suo corpo peraccogliere il Corpo del Creatore. Tuttoè venuto da Cristo, anche Maria; tuttoè venuto mediante Maria, lo stessoCristo. Maria, la Vergine santa, è connoi questa sera, davanti al Corpo delFiglio suo, centocinquant’anni dopoessersi rivelata alla piccolaBernadette. Vergine santa, aiutaci a

contemplare, aiutaci ad adorare, aiuta-ci ad amare, ad amare di più Colui checi ha tanto amato, per vivere eterna-mente con Lui.

Gesù Cristo passato, nella veritàstorica della sera nel cenacolo, ove ciconduce ogni celebrazione dellasanta Messa. Gesù Cristo presente,perché Egli ci dice: “Prendete emangiatene tutti, questo è il miocorpo, questo è il mio sangue”.“Questo è”, al presente, qui e ora,come in tutti i “qui e ora” della sto-ria umana.

Presenza reale, presenza che supe-ra le nostre povere labbra, i nostripoveri cuori, i nostri poveri pensieri.Presenza offerta ai nostri sguardi comequi, stasera, presso questa grotta oveMaria s’è rivelata come ImmacolataConcezione.

L’Eucaristia è anche Gesù Cristofuturo, il Gesù Cristo che verrà.Quando contempliamo l’Ostia Santa,il suo Corpo di gloria trasfigurato erisorto, contempliamo ciò che con-templeremo nell’eternità, scopren-dovi il mondo intero sostenuto dalsuo Creatore in ogni istante della suastoria. Ogni volta che ce ne cibiamo,ma anche ogni volta che lo contem-pliamo, noi l’annunciamo fino a cheEgli ritorni: “donec veniat”. Proprioper questo noi lo riceviamo coninfinito rispetto.

Giuseppe Giulino, un AGC bennoto, ha preparato un agilelibretto sull’Eucaristica perl’adorazione comunitaria maanche personale.E’ autore di altre pubblicazionisull’Eucarestia che gli Amiciconoscono bene. Ricordo:Gesù Ostia, “dottrina misterosanti e miracoli eucaristici”Via Crucis EucaristicaRichiedere aEDITRICE ANCILLAvia F. Malvolti, 8 31015 Conegliano (TV)tel/fax 0438-35045Mail: [email protected] – www.ancilla.it

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Quando i responsabili degliAmici di G.C. mi dissero cheavrebbero ascoltato volentieriqualcosa sul “combattimento

spirituale” rimasi un po’ sorpreso per-ché, in un primo momento, mi è sem-brato un po’ al di fuori delle problema-tiche della coppia o della famiglia. Mala proposta è stata, anche per me, unaoccasione per avviare una riflessionesu questo argomento un po’ “battaglie-ro”. Così ho cercato di capire se oggi,nella nostra cultura, nel nostro mododi pensare, anche cristiano, c’è l’ideache si debba “guerreggiare” con qual-cosa o qualcuno che sta dentro e/ofuori di noi. E non mi è parso. Anzi hoavuto l’impressione che per ciò cheriguarda il mondo interiore ognunocreda che ciò che pensa e/o ciò chesente sia la sua propria verità su cuinon vuole osservazioni da nessuno.Tipo : “io la penso così, punto ebasta”. Ovviamente con grande tolle-ranza morale o addirittura con tipicoatteggiamento amorale per cui “ognu-no la pensa a modo suo, che ci vuoifare?”. E poi “non siamo di carne?”,“siamo tutti peccatori?” ecc.. sonofrasi che scusano atteggiamenti pocobattaglieri con sé e con gli altri. Eccoallora che non si capisce più dove sonoi vizi e dove la virtù. I primi vengonoconfusi con inclinazioni naturali,aspetti caratteriali o patologici. E spes-so sono “occasioni” da sfruttare.Guardiamo ad esempio certe carrierepolitiche di belle signore o di audacisignori. Certe presenze ai talk show ecerti spettacoli di intrattenimento tele-visivi dove comportamenti “allegri”vengono presentati con soave legge-rezza e con pacate e ovvie giustifica-zioni. Mentre i comportamenti, cheuna volta sarebbero stati dichiarati“virtuosi”, oggi sono definiti “bigotti”,intendo spesso, con questo termine,che quasi certamente quel signore/adice in un modo, ma, di nascosto, sicomporta in un altro. Perché, insom-ma!, certe cose sono naturali!...

Si è perso, in conclusione, ladistinzione tra bene e male. Anziognuno la mette a modo suo. Con laconseguenza che non si trova un com-portamento “morale” comunementeaccettato. L’unica cosa che vale pertutti (e tutti sappiamo come!) è lalegge: esiste oggi il reato, non il pecca-to! Per cui vediamo come alcuni vip sipresentano come “cattivi”, intendendoin questo l’aggressività e la privazionedi scrupoli nell’affrontare la vita. Peròil tutto è finalizzato ad essere sotto i

riflettori e, conseguenza non da poco,a fare soldi.

Questo mondo influisce anche nelpensiero e nell’esistenza dei credentiper cui può succedere che si vada inconfusione di fronte a certi comporta-menti, a certe scelte personali, relazio-nali o educative, per la pressione delmondo circostante e tutto venga giusti-

ficato con un “buonismo” che sa tantodi resa.

Ecco allora l’invito di Paolo, l’apo-stolo: “Prendete l’armatura di Dio,perché possiate resistere nel giornocattivo” che è stato lo slogan di questiincontri. Come cristiani si tratta diresistere alle pressioni di un mondopagano per andare alle origini del maleche nasce dal nostro cuore o si propo-ne dal di fuori come tentazione. Si trat-ta di chiamare le cose per nome,secondo la parola e l’esempio di Gesù,per non ingannarci nelle scelte dellavita. Così abbiamo guardato in faccia,senza scuse sociologiche o psicologi-che, i famosi sette vizi capitali pervedere, in fondo al percorso, il falli-mento esistenziale, come abbiamoripreso in considerazione che, nel bat-tesimo, in noi c’è un “uomo nuovo”che deve crescere e svilupparsi nonsolo per resistere, ma per vincere labattaglia della vita. Quella vita chenon si chiude nel piccolo orizzonte

degli anni terreni ma si apre a quellaeternità rivelata e sperata nella resurre-zione del signore Gesù.Questo non hasignificato né poteva significare nonprendere in considerazione la fragilitàed il peccato. Ma, che pur in questasituazione, l’importante è non arren-dersi. Insomma la vita è una battagliae vale bene farla fino in fondo perché

“in queste cose noi siamo già vinci-tori” perché siamo aperti ad una spe-ranza che non delude.

S. Paolo della Croce, con i suoiconsigli, ha sostenuto la riflessione esorregge l’esperienza della “lotta spiri-tuale” ribadendo “che tutto cooperain bene per coloro che Dio ama” eche quindi bisogna aver fiducia di Dio.

Tutto è stato presentato ai circa 60partecipanti degli Amici di GesùCrocifisso nei 5 giorni di ritiro pressoil Centro di Spiritualità di S. Gabrieledal 15 al 20 agosto attraverso pps edelaborato in lavori di gruppo.Scoprendo, alla fine, che questo viag-gio all’interno di se stessi è il fonda-mento anche per chiarire chi e checosa abiti nel proprio cuore, la relazio-ne di coppia, l’educazione dei figli, lapresenza nel mondo e soprattutto “laverità” della propria relazione conDio. Insomma una “bella lotta dellafede” (1Tm 6,12).

[email protected]

LA LOTTA SPIRITUALESINTESI DEGLI ESERCIZI PER FAMIGLIE A.G.C.

p. Luciano Temperilli

Gruppo delle famiglie degli AGC al corso su La lotta spirituale,20-8-11

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“Ringrazio Gesù che anche que-st’anno mi ha fatto il dono degliesercizi spirituali, nella preghiera,

nel silenzio, nell’ascolto e meditazio-ne su san Paolo della Croce e laPassione di Gesù. Mi sono sentitaamata da Gesù; ho compreso che“l’amore di Dio santifica e trasformaogni dolore della nostra vita”, ediventa “canale di grazia per i fratel-li”. Dinanzi a Gesù Eucaristia ho rice-vuto anche la luce di cui avevo biso-gno per vivere il cammino di santità,che è un cammino di amore che tra-sforma la vita. Davanti a Gesù, loSpirito Santo mi ha suscitato questapreghiera: “Gesù, qui comprendo chela santità a cui mi chiami deve “pas-sare” nel mio quotidi-ano;fammi santa dovesono, con le realtàche vivo; sia la miavita un raggio diquesta divinaEucaristia, luce efiamma d’amorecome Tu vuoi. La for-nace del tuo Cuore,aperto per noi sullaCroce, trasformi inamore ogni dolore.Grazie, Gesù. Ti amo,mio Signore”.

Fiore Alessia

Nel desertovoglioascoltarela tua voce

Nel silenzio del deserto, Signore,non sarò io a parlarti. Di me sai tutto,mi conosci fin nelle profondità piùprofonde del mio cuore. In questosilenzio voglio ascoltare solo la tuavoce. Tu dici parole di incoraggiamen-to, di fiducia, di speranza, di amore eio, un nulla, piango di gioia.

MF

I frutti degli esercizi

Una forte ripresa dello spirito pas-sionista. L’importanza di meditare laParola di Dio, mettendola al centrodella mia giornata. A questo fruttoessenziale si è aggiunta anche la recitadel breviario, preghiera con la Parola diDio, con le Lodi, il Vespro e laCompieta. Per questo ho acquistato untesto adeguato. Tutto questo per colti-

ESERCIZI SPIRITUALI, GIORNI DI GRAZIA

vare la mia vita interiore, per avere unimpegno maggiore negli incontri degliA.G.C. e per interessarmi maggiormen-te di casi di sofferenze e di bisogni.

Fabiola Bordoni

Frutti della meditazionequotidiana

Gioia interiore, pace, sapere chequalcuno condivide i pesi della giorna-ta, esame di coscienza frequente,pazienza e disponibilità con se stessi econ altri, aiuto e luce nelle prove,amare e offrire, vivere alla presenza diDio e in grazia di Dio, sentirsi amato

da Dio, donarmi agli altri, capire laspiritualità del “dono” e la differenzatra le preghiere e la preghiera,, accetta-re le difficoltà della vita, perdono,diversa visione della vita, riconoscere,amare, servire Gesù Crocifisso neicrocifissi.

(Dai lavori di gruppi)

“Quanto è buono e soaveche i fratellivivano insieme” (Sal 133,1)

Ho vissuto gli esercizi spirituali aS. Gabriele dall’8 al 13 agosto, comeun tempo di grazia, una sosta per unarevisione di vita, per imparare a faredell’amore crocifisso l’unico centrodella mia vita. Sono state giornated’intensa spiritualità, alimentate dagliscritti di s. Paolo della Croce, un misti-co insuperabile della Passione di

Gesù. Ho ascoltato le chiare parole delP. Alberto sulla vita del santo e i con-sigli dati da lui ai laici per esortarli allameditazione della Passione, “la portache conduce le anime all’intima unio-ne con Dio”. Ne sono scaturite tanteriflessioni per guardarsi dentro e vive-re l’amore e il dolore come dono di sé.Mi ha aiutato l’immagine del mare chePaolo della Croce riferisce allaPassione di Cristo, “un mare di amoree di dolore”, un mare dove si va apescare le “perle” di Gesù e si diventacome Lui dono per l’umanità. Non èfacile ricordare quanto ascoltato, inte-grato da momenti di preghiera, adora-zione, silenzio e condivisione fraterna.Ricordo la messa dove P. Alberto ci

donava come sintesidella giornata unaesauriente omelia chesi tramutava per noi inun impegno di offerta edi ringraziamento.Sono stati momentiimportanti per appro-fondire la Parola e tra-sformarla in canto dilode. Mi sono resaconto che la vecchiaiaè un fatto anagrafico,mentre l’anzianità èuno stile, cioè un pro-gramma di vita di chiha imparato a conosce-re se stesso e i proprilimiti per poterli gesti-re nel quotidiano.“Fare perpetua memo-ria dellaPassione”,“Meditare

e insegnare a meditare”: sono gliimpegni lasciati a noi AGC. Per me,contemplazione di una Presenza chemi trasformi in gratuità d’amore.

Margherita Padovani

Che cosa sono gli esercizi

Gli esercizi sono giorni di benedi-zione, di pace del cuore, di confrontocon dei fratelli, di preghiera e milasciano dentro una grande gioia chefinisce nel rientro alla vita di tutti igiorni. Mi hanno colpito di piùi momenti davanti all’ostia con brevimessaggi, ma molto toccanti da medi-tare a lungo. La vita del nostro fonda-tore che mi stupisce sempre più. Cosatraggo? Per me, tanta pace e forza perandare avanti. Per gli altri, spero ditrasmettere la gioia e l’entusiasmo cheio ho dentro.

Tiziana

P. Francesco presiede l’Eucaristia

Amici del primo corso, felici intorno a S. Paolo della Croce13-8-11

11FOTOCRONACA PRIMO CORSO DI ESERCIZISan Gabriele, 8-14 agosto 2011

12 FOTOCRONACA SECONDO CORSO DI ESERCIZISan Gabriele, 15-20 agosto 2011

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I Giovani PIET edesperienze di mis-sione all’estero.

Anche quest’anno alcuni giovaniche frequentano gli incontri dellapastorale giovanile presso il santuariodi San Gabriele, accompagnati dainostri confratelli si sono recati in terredi missione. Un gruppo si è recatonella nostra missione di Bulgariaaccompagnato da p. Francesco DiFeliciantonio, un altro si è recato inTanzania con p. Daniele Pierangioli.Si tratta di un esperimento dell’ufficiodi pastorale vocazionale, teso a farincontrare i giovani con i missionari ele realtà con cui essi si trovano quoti-dianamente a vivere. Realtà spessosegnata da povertà spirituale e miseriaeconomica, nella quale i giovani sonochiamati ad offrire col loro impegnouna testimonianza fattiva di carità.

Il p. Daniele Pierangioli, in unatestimonianza pubblicata sul sitodella Provincia (http://www.passioni-stipiet.it/) ha raccontato l’esperienzafatta al Villaggio della Gioia(Tanzania) dove il p. Fulgenzio Cortesicp (74 anni) ha raccolto oltre un centi-naio di orfani cui offre vita dignitosa,familiarità ed istruzione. In questoluogo, dice p. Daniele, i ragazzi di que-sta piccola spedizione hanno compresoche «i confini del mondo non sonoquelli della nostra quotidianità, che lamiseria e la sofferenza non sono soltan-to immagini o spot televisivi».

Tendopoli 2011.Si è svolta presso il Santuario di

San Gabriele la XXXI Tendopoli daltitolo Alzati e Risplendi. Con la tendanella parrocchia. Hanno partecipatodiverse centinaia di ragazzi, molti igiovanissimi e coloro che si accostanoper la prima volta all’esperienza diquesto incontro straordinario. Tra gliinterventi più apprezzati certamentequello dell’attrice Claudia Koll che haesordito dicendo: «Quando prego ilrosario: ogni decina medito laPassione». Molto apprezzato anchel’intervento di Dag Tessore, marocchi-no di origine italiana, studioso dellereligioni comparate che si è introdottoal tema citando un versetto del salmi-sta “Mormorarono nelle loro tende,non ascoltarono la voce del Signore”(Sal 106,25).

PASSIONISTI-ChIESA-SOCIETà

Passionisti Chiesa

Società

http://www.parolaeparole.it p. Lorenzo Mazzoccante, cp

Formazionee spiritualità missionaria

Nell’ultima settimana di agosto,Montecassino è stata location della IXSettimana Nazionale di Formazione eSpiritualità Missionaria. Il tema diquest’anno è stato: “Testimoni di Dio,testimoni della misericordia”.All’incontro sono stati invitati a parte-cipare i responsabili degli uffici mis-sionari diocesani, i responsabili deimissionari degli istituti religiosi, glioperatori delle ONG e ONLUS.Spiega infatti don gianni cesena, diret-tore dell’ufficio per la cooperazionemissionaria della CEI che organizzal’evento: “la testimonianza è rimandoa un Altro, non deve attirare l’atten-zione sul testimone -e aggiunge:- solochi ha fatto esperienza della miseri-cordia, tuttavia, può annunciare l’in-credibile misericordia del Signore”.

Alla GMG di Madrid, il papaincontra seminaristi e religiosi

Come non soffermarsi per unistante a riflettere sull’evento che, S.Santità ha detto “indimenticabile”come la GMG di Madrid? Si è trattatodi un nuovo e straordinario evento digrazia cui i giovani sono intervenutinumerosissimi riempiendo la capitalespagnola di colore e calore. La GMGha visto la partecipazione di tanti ita-liani. Al termine di una simile manife-stazione si guarda il mondo con piùsperanza e si riaccende la fiducia per il

Meeting, eurobond e videogame...dove finisce l’italiano.

Si è svolto a fine agosto il tradi-zionale meeting organizzato daComunione e Liberazione (CL). Lamanifestazione prevedeva oltre adeventi culturali, anche incontri congli esponenti del mondo politico edeconomico.

Tra i più interessanti quello coll’On. Tremonti che ancora una voltapromuove l’idea di sostenere la spesapubblica dei Paesi membri con deglieurobond perché, dice, il periodo dicrisi che stiamo vivendo assomigliaad un videogame in cui battuto unmostro, quando si sarebbe portati ariprendere fiato, prontamente ne arri-va un altro.

Il ministro concludeva il suointervento con parole di incoraggia-mento rivolte ai cittadini. Sarà, maintanto la situazione dell’italiano nonè certo delle migliori, comunque lovogliamo intendere: il cittadino soffreinsidiato da mostri ad ogni level ecerca di non perdere la partita dellavita quotidiana, la nostra lingua inve-ce, è già game over.

futuro della nostra società e dellanostra Chiesa.

E proprio a coloro che sono il futu-ro della Chiesa, seminaristi e giovaniconsacrati, il papa ha rivolto preciseparole di incoraggiamento: li harichiamati alla “fermezza, ciò chetestimonia la consacrazione della vitareligiosa come appartenenza al Dio,tanto amato

”. Il papa ha proseguito dicendoche quando si vede una eclisse di Dioad opera di quanti lo rifiutano e vor-rebbero oscurarne la presenza, a vitareligiosa significa «entrare alle radi-ci dell’amore per Gesù con il cuoreindiviso, senza anteporre nulla a que-sto amore» ed ha una particolare rile-vanza .

14 TESTIMONIANZE

Visita a Tiziana

La Fraternità di Giulianova haun’Amica aggregata di nome Tiziana.Abita in campagna a Villa Brozzi TE,un luogo di pace, circondata dall’amo-re dei suoi familiari, tra cui la sorellaSr. Pia Regina Passionista. Da alcunianni con P. Alberto andiamo a farlevisita durante l’estate. Il papà hacostruito vicino alla casa una piccolachiesetta, con al centro un bellissimoCrocifisso e la statua della VergineMaria. Tiziana è una delle prime iscrit-te agli A.G.C. da quando era adole-

scente; appena laureata in legge,venne colpita dal terribile male dellasclerosi multipla. Dal sorriso che rega-la a tutti, si vede la fede e la pace concui accetta la volontà di Dio di essereuna crocifissa vivente. P. Alberto nellaMessa ha ricordato anche mammaRachele venuta a mancare l’anno scor-so. Novizie Passioniste di ColognaSpiaggia hanno animato la SantaMessa con musica e canti. Non è man-cato un momento di festa comunitaria,offerto dalla famiglia, Ripartendo, cisiamo resi conto che a Tiziana lascia-vamo qualcosa di noi e lei la portava-mo nel nostro cuore a casa nostra.

Rita e Amiche di Giulianova

Ricordo di Ersiliauna cara Amicache ci ha lasciato

L’8 giugno il Signore ha chiamatoa sé una cara amica di GesùCrocifisso, Accattoli Balestra Ersiliadi Macerata. Ho conosciuto Ersiliasempre con il sorriso, mai un lamentoo critica! L’ho conosciuta più profon-damente nei “lavori di gruppo” degliesercizi spirituali a S. Gabriele. Era

sempre partecipe anche se dichiaravadi non avere niente da dire perchè glialtri erano più preparati nell’approfon-dire le catechesi del corso. Ersilia, conla sua innata modestia, era per me unbuon appoggio per animare il gruppo.Ella che era schiva, parlava solo dietromia sollecitazione con una o due frasi(non di più) significative ma eranoproprio quelle giuste! Io le facevo icomplimenti dicendole che mi aiutavae lei continuava a dichiararsi nonall’altezza degli altri. Si era iscritta perpartecipare agli esercizi anche que-st’anno, ma sarà con noi solo con ilsuo spirito. Mi mancherà, ma speroche continui ad essermi di sostegno dalassù.

Marvì

Carmine di Bernardo

Carissimo padre, ho finito da pocoa leggere tutto d’un fiato il libro da tescritto su Carmine di Bernardo. La let-tura dei pensieri e della vita di questogiovane morto a soli quindici anni miha molto commosso. É vero che ilSignore fà scaturire dai cuori più sem-plici i pensieri ed i sentimenti più belli.Non sono riuscito a lasciare il librosino a quando non l’ho finito, con lelacrime agli occhi che mi impedivanodi continuare la lettura e mia moglieche mi burlava perchè piangevo.Perchè non riesco ad essere neanchelontanamente simile a lui o a tantisanti di cui conosco la vita? Quanto tiha voluto bene questo giovane che orain paradiso prega per te. Ecco da doveviene la tua grande energia che ti per-mette di mandare avanti il nostromovimento, la forza che ti ha permes-so di superare i tuoi problemi di salu-te! Hai tutti questi santi che ti voglionobene e pregano per te!

Gianni Gelao

Esempio del Fondatore

Grazie, caro padre, delle bellecatechesi su S. Paolo della Croce,nostro fondatore, che aveva un amorecosì grande per Gesù Crocifisso. Eglici insegna a contemplare la sofferenzedi Gesù per capire quanto ci ha amatoe quanto ha sofferto per noi. Amospesso pregare prostrato ai piedi dellacroce, contemplando le grandi soffe-renze di cui si è caricato per i nostripeccati. Quante persone oggi si sonoallontanate dalla Chiesa, vanificando

così il suo sacrificio!Paolino e Rosaliadi Reggio Emilia

Richiestadi consacrazione

Carissimo padre, ti chiedo di esau-dire il mio desiderio di fare la primaconsacrazione a Gesù Crocifisso.Sono consapevole di chiedere unacosa molto grande e di non meritarequesto grande dono. Cerco di impe-gnarmi a seguire i consigli che leguide del cammino intrapreso midanno costantemente, così mi aiutanoa superare i momenti di paura che miassalgono e mi fanno comprenderequanto è grande l’amore di Gesù pernoi, anche se peccatori. Questo miodesiderio è nato in questi due anni chefrequento gli AGC, ascoltando le variecatechesi, sentendo tutto il caloreumano che il gruppo sa trasmettereanche a chi è appena entrato a far partedel cammino. Questo ha riacceso nelmio cuore un grande amore per Gesù.Accetterò qualsiasi sua decisione contanta fede sapendo che sarà la decisio-ne giusta per aiutarmi a crescere inquesto cammino che ho intrapreso.

Rosanna Cervelli

Ricordo del passaggiodi San Gabrielea Giulianova

La parrocchia SS. Annunziata diGiulianova, l’8 luglio, ha organizzatoper l’ottavo anno una veglia notturna,presso il Santuario di S. Maria a Mare,per ricordare il passaggio e la sosta diSan Gabriele nel 1859, in viaggiodalle Marche al Gran Sasso. Il Santosostò per due giorni nell’attiguo con-vento passionista e pregò davanti allaVergine Annunziata. Alle ore 21.00, ilnostro parroco Don Ennio DiBonaventura ha celebrato la Messa epoi è seguita l’adorazione Eucaristicaanimata ogni ora dai vari gruppi dellaparrocchia: Amici di Gesù Crocifisso,Spirito Santo, Neocatecumenì,Caritas, Focolarini ecc… Per ricordarequesto importante passaggio del Santodei giovani, la Fraternità degli AGC harealizzato uno stendardo che è statobenedetto durante la S. Messa dal par-roco e sabato 9 luglio è stato portato inprocessione alla Festa del Pellegrino aIsola del Gran Sasso.

15TESTIMONIANZE

La sera del 22 luglio un piccologruppo di giovani pellegrini, guidatidal P. Aurelio e alcuni postulanti pas-sionisti sono arrivati nella nostra chie-sa di S. Maria a Mare per rivivere latappa di san Gabriele da Giulianova aIsola del Gran Sasso. Dopo la festosaaccoglienza e un’agape fraterna, alle21 e 30 è iniziata una veglia di pre-ghiera, con canti, salmi e riflessioni. Il23 luglio, alle ore 8, i pellegrini hannoripreso il cammino verso la meta.

Pina e Rita

Rinnovo di consacrazione

Prima di incontrare gli AGC, laPassione e la Croce mi facevano paurae molte erano le perplessità. Ora alcontrario il mio è un “sì” all’amore,l’espressione più alta e più intensa, lasorgente da cui sgorga la vita. Questoin sintesi è quello che sento di avervissuto in questo mio primo anno diconsacrazione. Ringrazio tutti quelliche mi hanno avvicinato al movimen-to, anche se per i miei impegni di lavo-ro e familiari la mia presenza non èsempre costante come vorrei.Domando di rinnovare la mia promes-sa, per un cammino fatto di condivi-sione e di preghiera insieme a tutti voi.

Corsalini Nadia

Il dono di un camminoe una guida

Sapere di avere un padre spiritualeè per me come avere un tesoro in cielo.Spesso confrontandomi con il mondo

che mi circonda, con i mie amici e col-leghi di lavoro, mi accorgo di quantasete c’è di Dio e allo stesso tempo,quanto rifiuto dello stesso Dio. Quantaillusione nei propri ideali e quanta pre-sunzione ed esaltazione del proprio io.In mezzo a tanto inganno, io mi sentofortunata perché sono riuscita a sentirela voce del Pastore che chiamava lesue pecorelle. Ora una grandeFamiglia mi accoglie ed un padrefascia e cura le mie ferite e mi guida inun cammino di santità. Approfitto diquesta mail, per ringraziarti del donodi fare parte della grande FamigliaPassionista. Mi accorgo sempre più

quanto sia importante vivere una vera“vita interiore”, fondata su unaFamiglia che ti ama così come sei e

che ti chiede solo di “amare e faramare Gesù Cristo”, con la parola econ la propria testimonianza di vita.

Giulia

Rinnovo la consacrazioneper essere più unitaa Gesù

Invio la richiesta di rinnovare laconsacrazione a Gesù Crocifisso.Gesù mi ha fatto conoscere la vostrameravigliosa famiglia passionista,anzi la nostra, ora che anch’io ne fac-cio parte. Non ti ringrazierò mai abba-stanza, per avermi accolta così affet-tuosamente. Gesù sapeva cosa misarebbe successo, ma nel suo grandeamore, non ha voluto che fossi sola nelmomento della prova. Amo Gesù; lesue braccia allargate sulla croce sonoun messaggio di amore e conforto neidolori di questa vita, di speranza digodere nell’altra la luce radiosa delSuo Volto. Mi affido completamente aLui nei momenti di maggiore tristezza,e ricevo coraggio e forza, per prose-guire con serenità il cammino. Sonofermamente decisa a rinnovare la miaconsacrazione; ho un fortissimo desi-derio di essere più unita a Gesù, prose-guendo questo cammino di fede, pro-mettendo di mantenere tutte le pro-messe che feci fin dalla prima consa-crazione.

Germana

30° di matrimonioa Fatima

Con mio marito Luigi ho avuto lagrande gioia di celebrare il 30° anni-versario del nostro matrimonio aFatima. Pregando nel grande santua-rio, ho capito che non c’era luogomigliore per ringraziare il Signore ela Madonna per quanto ci ha concessoin questi 30 anni e per affidare a lorola nostra unione e la nostra famiglia,per rinnovare le nostre promesse. Éun luogo di fede che ti aiuta a capirechi sei e cosa vuoi realmente, lontanoda tutto ciò che oggi la vita ti presentain una falsa veste che ci allontana daDio e dal vero amore, dalla pace eserenità, che solo Dio può dare. Éstato tutto molto bello; auguro a tuttele coppie specialmente del nostrogruppo di AGC di poter fare questaesperienza.

Pina e Luigi

Calendario degli Amici 11 settembre Ritiro mensile a Morrovalle 02 ottobre Ritiro a Morrovalle 05 ottobre Consacrazioni a Roccaraso 08 ottobre Consacrazioni a Trasacco 19 ottobre Festa di S. Paolo della Croce: ore 21,00 a Morrovalle 23 ottobre Consacrazioni alla Madonna della Stella 29 ottobre XXII Consiglio Nazionale AGC a Morrovalle

Ricordiamo al Signore i nostri defunti:

Accattoli Balestra Ersilia di MC: 08-06-11. Consacrata perpetuaSalvatori Anna, Sud Africa: 31-07-2011. Consacrata perpetua.

Settembre-Ottobre 2011 – Anno XII n. 5

Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa

Il testamento dI anna

Anna Salvatori in Boschetti, figlia di Pierangioli Antonietta e Salvatori Mario, viveva a Pretoria Sud Africada circa 40 anni. Madre di 3 figli, era iscritta agli AGC dal 5-1-1991 e consacrata perpetua il 22-1-2008.É stata chiamata improvvisamente al Signore il 31-7-2011. Ecco quanto mi scrisse dopo la sua consacra-zione. É come un testamento, uno specchio della sua grande fede.

P. Alberto Pierangioli

“Pretoria Gennaio 2008 Carissimo zio, è molto difficile esprimerequello che sento in questi giorni. Senza meno qualcosa è cambiatodentro di me: è sempre più grande il desidero di pensare, pregare eparlare con Gesù Crocifisso. Il 22 gennaio è stato un giorno meravi-glioso. Sono iscritta agli Amici di Gesù Crocifisso da molti anni, ma,vivendo così lontana, non avevo mai sperato di potermi consacraresolennemente a Gesù Crocifisso. Ora mi sento privilegiata, perchéGesù stesso mi ha chiamata ad essere sua Amica. Spero di essernesempre degna. La cerimonia è stata molto intima a casa di mamma:Gesù era lì in mezzo a noi. Quando tu, zio, hai iniziato il rito dellaconsacrazione, ho capito che d’ora in poi nulla sarebbe stato ugualea prima. Una intimità più profonda è nata tra me e il Crocifisso. Gesùmi diceva: “Vedi, da ora in poi saremo più legati”. Sono anni chedormo con il mio Crocifisso tra le braccia, ma ora è differente, ora hoqualcosa in più. Ora Gesù è mio vero Amico. Ci sono dei momentiin cui vorrei gridare a tutto il mondo “Gesù, ti amo”! E ci sono altri momenti in cui ho bisogno di rimanere sola conLui, per sentirmi rassicurata da Lui. Vorrei che questo amore non avesse mai fine, per essere degna Amica di Gesù pertutta la vita. Sono stata sempre affascinata dal cuore dei Passionisti e portarne oggi uno al petto, come Amica di GesùCrocifisso e facente parte della Famiglia Passionista, è per me come un sogno! Quante volte S. Paolo della Croce, S.Gabriele, S. Gemma hanno accarezzato questo segno, che è immagine del cuore dei Passionisti. Ho detto che qualcosaè cambiato dentro di me in questi pochi giorni in cui tu, o zio, sei rimasto tra noi. Ho capito molte cose: la preghieradeve essere gioia del cuore e dell’anima; non bisogna pregare per avere qualcosa di ritorno, ma deve essere un atto diamore, una gioia ed è quello che ora accade a me. La Promessa di Amore cerco di assaporarla ogni mattina frase perfrase ed è per me sempre una gioia nuova. Cerco di pregare anche quando lavoro. Porto con me il libro “Voi siete mieiAmici”; quando in negozio non c’è nessuno, faccio una breve lettura e vi medito sopra; questo mi dà una grande gioia.Sento che Gesù approva e mi fa sentire più serena. Questo è un sogno per me: spero di non svegliarmi mai. Il piccologruppo va avanti. Non sai con quanta ansia aspetto il martedì per l’incontro. La preghiera mi sta riempiendo la giornatae la vita. Come ho due minuti di tempo, sento come se Gesù mi chiamasse e mi ritrovo a pregare e il cuore mi si riempiedi serenità e tanta gioia. Riesco sempre più a comunicare con Gesù. Mi sento finalmente completa.

Salvatori Anna.


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