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Rivista araldo ottobre

Date post: 25-Mar-2016
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Rivista araldo ottobre
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Associato USPI € 0,13 PERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNO - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - Aut. GIPA/C/AV 35/2012 - Reg. Trib. di Trani - n° 13 del 31 Gennaio 1949 Iscrizione ROC n. 5853 del 19.03.2012 Tassa Pagata/Taxe perçeu/ - Stampa Valsele Tipografica - Anno 64 - n. 6 - ottobre 2013 In fretta... per il mondo
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In fretta... per il mondo

Carissimi amici e benefattori,dopo un lungo periodo di silenzio

cartaceo, ma non del cuore, sempre in sintonia con il vostro, eccoci a voi con la nostra semplice rivista per il mese di ottobre. Il periodo estivo e le va-rie difficoltà economiche ci han-no portato a sospendere tempo-raneamente l’invio della stessa.

Sempre grande è il nostro sentimento di gratitudine per tutto il bene che ci volete e che concretamente ci fate.

Ottobre, è il mese missiona-rio per antonomasia e anche il mese del Santo Rosario.

La Madonna, possiamo dire è sta-ta la prima missionaria. Infatti dopo aver ricevuto dall’Angelo Gabriele l’annuncio che sarebbe diventata la Madre del Salvatore, colma di Gioia, della Gioia vera, di sentirsi amata da Dio, corre, “in fretta” dall’anziana cu-gina Elisabetta, sia per essere un vali-do aiuto, sia perché non può rimane-re ferma, correndo il rischio di tenere il Dono ricevuto, solo per se stessa. Nella preghiera, «davanti a Dio che parla», nella riflessione sui fatti della sua vita, Maria non ha fretta, e non si lascia trascinare dagli eventi,ma quan-do ha chiaro cosa Dio le chiede, non si ferma davanti a niente, non indugia, non ritarda, ma va “in fretta”. Il suo agire, è una conseguenza della sua ob-bedienza alle parole dell’Angelo, unita

alla Carità: va da Elisabetta per render-si utile. In questo uscire dalla sua casa, da se stessa, per amore, porta quanto ha di più prezioso: Gesù, suo Figlio. A volte, anche noi ci fermiamo all’ascol-to, alla riflessione, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo pren-dere, ma non facciamo questo passag-gio. Non mettiamo in gioco noi stessi

muovendoci “in fretta” verso gli altri per portare anche noi, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso e che ab-biamo ricevuto: Gesù e il suo Vangelo».

Carissimi e carissime, abbiamo ini-ziato un nuovo anno scolastico con lo stesso impegno e la stessa passione e compassione che ci derivano dal nostro Santo Fondatore che ha fatto dell’e-ducazione ed evangelizzazione dei fanciulli poveri il suo chiodo fisso, tra-smettendo a noi suoi figli questa santa missione, che svolgiamo come sapete non solo in Italia, ma anche in terre lon-tane e povere.

Il Signore continui a benedirvi per intercessione della Vergine Maria, di Sant’Antonio e Sant’Annibale Maria Di Francia.

Padre Carlo

Primo impegno missionario: la preghiera!

La singolare richiesta di Gesù: ”Ro-gate...Pregate...”, ricorre nel con-testo della sua attività apostolica.

Egli, che percorreva città e villaggi, in-segnava, annunciava il Vangelo, guariva da ogni genere di malattia e infermità, vedendo le folle stanche e sfinite come pecore senza pastore, disse appunto: ”La messe è molta e gli operai sono pochi, pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe”. Gesù prima di in-viare i suoi discepoli, visse personalmen-te la missione. Andava intorno, predica-va, guariva ecc., ma soprattutto sentiva la compassione, sentiva cioè un amore vi-scerale verso il suo popolo e aveva pietà della sua miserevole condizione di soffe-renza e di abbando-no. Ma Dio non lascia soli, non abbandona, ma allo stesso tem-po richiede il nostro coinvolgimento e partecipazione e nel-la preghiera e nell’a-zione missionaria.

Davanti alla messe abbondante e matu-ra e al gregge senza pastore, Gesù chiede prima di tutto la preghiera e poi l’andare in missione, farsi missionari, mettendo al primo posto Lui, confidando in Lui, piut-tosto che nel denaro e nei mezzi umani.

Il pregare per i buoni operai, espri-me quindi, la nostra partecipazione alla Compassione di Dio.

Prima di andare e di fare, dicevamo, occorre pregare, con una preghiera che si fa presente davanti a Dio e davanti ai poveri. Pregare infatti non vuol dire estraniarsi dalla storia, dal vissuto, ma in-carnarsi in essi. Preghiera e azione, con-templazione e servizio, Dio e il Prossimo, ecco la dinamica che coinvolge la Chie-sa...noi e costituisce il Cuore del Carisma di Sant’Annibale M. Di Francia.

Dio non ci chiede di salvare il mondo, ma di fare solo la nostra parte.

“Non ascoltare il comando di Gesù: ”Pre-gate il Padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”, è per l’umanità una grande opportunità mancata. Infatti, come

si può rimediare alla mancanza di buoni operai, di missionari, se non pregando. A volte siamo sordi al più grande rimedio datoci non da un uomo qual-siasi , ma da Gesù stes-so. Se Egli ci coman-da questa preghiera, vuol dire che la vuole esaudire. L’aver uomi-ni apostolici, mandati

da Dio, ardenti di zelo per il vangelo, è cosa più importante che avere denari e altri mezzi umani. L’opera delle missioni richiede, prima di tutto, missionari. E dove c’è un missiona-rio secondo il cuore di Dio, si apre una nuova porta della divina Provvidenza per quel mis-sionario e per le missioni”.

(Sant’Annibale M. Di Francia)

Quest’anno celebriamo la Giorna-ta Missionaria Mondiale, mentre si sta concludendo l’Anno del-

la fede. La fede è dono prezioso di Dio, il quale apre la nostra mente perché Lo possiamo conoscere ed amare. Dio ci ama! La fede, però, chiede di essere ac-colta, chiede cioè la nostra personale ri-sposta, il coraggio di affidarci a Dio, che per primo si fida di noi, di vivere il suo amore, grati per la sua infinita misericor-dia. E’ un dono non solo per se stessi, ma per tutti, perché tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza! Tenendo que-sto dono solo per noi stessi, diventeremo cristiani isolati, sterili e ammalati. La soli-dità della nostra fede, a livello personale e comunitario, si misura anche dalla ca-pacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di testimoniarla.

Nel vangelo si leg-ge di Gesù, che invia “altri settantadue da-vanti a sé in ogni città e luogo in cui stava per recarsi” (Luca, 10,1-12). Scrive padre Sertillan-ges: “Incaricare questi poveri uomini di conqui-stare il mondo sembra una follia, invece è onni-potenza”. Nei settanta-due ci siamo anche noi, ci sono tutti i cristiani: infatti siamo cristiani

nella misura in cui abbiamo sentito una voce, un amore, una bontà infinita che ci coinvolge.

Dio non ha bisogno di cortigiani che dicano: "Signore, Signore!”, ma di per-sone che lavorino per introdurre nel mondo la novità di un Dio che ama. Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere e il piacere di parlare di Dio, e non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato... non è cristiano.

La Chiesa non può ripiegarsi, intimidi-ta, su se stessa, a causa delle difficoltà che incontra, perché Gesù che manda, che ci butta nella mischia come agnelli in mezzo ai lupi, non abbandona coloro che invia. “Non abbiate paura, abbiate fiducia in me”. Gesù ci vuole allora coraggiosi, adul-

ti e infiammati, mentre a volte sono deboli il fervore, la gioia, il co-raggio, la speranza nel- l’annunciare a tutti il Messaggio di Cristo, che è annuncio di spe-ranza, di riconciliazio-ne, di comunione, an-nuncio della vicinanza di Dio, della sua mise-ricordia.

L’uomo del nostro tempo ha bisogno di una luce sicura che ri-schiari la sua strada e che solo l’incontro con Cristo può donare.

Se sei crist iano... se credi, tu sei apostolo!

I cristiani di oggi, siano come Paolo che, parlando ai greci nell’Areo-pago, costruì ponti per annunzia-

re il Vangelo senza condannare nessuno, mostrando così un atteggiamento “co-raggioso”, che “si avvicina di più al cuo-re” di chi ascolta, “cerca il dialogo”. Per questo, l’Apostolo delle Genti fu davvero un “pontefice, costruttore di ponti” e non “costruttore di muri”.

Questo, ci fa pensare all’atteggiamen-to che sempre deve avere un cristiano: “Un cristiano deve annunziare Gesù Cristo in una maniera che Gesù Cristo venga accettato, ricevuto, non rifiutato. E Paolo sa che lui deve seminare questo messaggio evangelico.

Lui sa che l’annunzio di Gesù Cristo non è facile, ma che non dipende da lui: lui deve fare tutto il possibile, ma l’an-nunzio di Gesù Cristo, l’annunzio della verità, dipende dalla Spirito Santo. Gesù ci dice nel Vangelo di oggi: “Quando verrà Lui, lo Spirito della Verità, vi guiderà a tutta la Verità“.

Paolo non dice agli Ateniesi: “Que-sta è la enciclopedia della Verità. Studia-te questo e avrete la Verità”. No! La verità non entra in una enciclopedia. La ve-rità è un incontro; è un incontro con la Somma Verità: Gesù, la grande Verità. La Chiesa, “non cresce nel proselitismo”, ma “cresce per attrazione, per la testi-monianza, per la predicazione”. E Paolo aveva proprio questo atteggiamento: an-nuncia non fa proselitismo. E riesce ad

agire così perché “non dubitava del suo Signore”. “I cristiani che hanno paura di fare ponti e preferiscono costruire muri, sono cristiani non sicuri della propria fede, non sicuri di Gesù Cristo”. I cristia-ni invece, facciano come Paolo e inizino “a costruire ponti e ad andare avanti”: Quando la Chiesa perde questo corag-gio apostolico diventa una Chiesa ferma, una Chiesa ordinata, bella, tutto bello, ma senza fecondità, perché ha perso il corag-gio di andare alle periferie, qui dove sono tante persone vittime dell’idolatria, della mondanità, del pensiero debole, ecc.

Chiediamo a San Paolo che ci dia que-sto coraggio apostolico, questo fervore spirituale.

Papa Francesco

I Cristiani: Pontefici...Costruttori di ponti

Il Rosario missionario ha lo scopo di far pregare per la pace nel mondo e per la conversione di tutti gli uo-

mini. I cinque colori diversi rappresen-tano i cinque continenti e richiamano l’intenzione secondo la quale si deve pregare. La decina bianca è per la vec-chia EUROPA, perché sia capace di riappropriarsi della forza evan-gelizzatrice che ha generato tante Chiese e per il som-mo Pontefice, il Vicario di Cristo che continua-mente veglia sui desti-ni del mondo.

La decina gial-la è per l’ASIA, che esplode di vita e di giovinezza, la terra del Sol levante, la culla delle civiltà. La decina verde è per l’AFRICA, provata dalla sofferenza, ma disponibile all’annun-cio ci ricorda le verdi fo-reste e il colore sacro dei musulmani.

La decina rossa è per l’A-MERICA, che ebbe, come pri-mi abitanti, i Pellerossa e vivaio di nuove forze missionarie.

La decina azzurra è per il continente dell’OCEANIAcon le innumerevoli isole sparse nelle azzurre acque del Pacifico e dell’Australia che attende una più capil-lare diffusione del Vangelo.

È lo stesso Giovanni Paolo II a ricor-darci che: «Il rosario è anche un percor-

so di annuncio e di approfondimento, nel quale il mistero di Cristo viene con-tinuamente ripresentato ai diversi livelli dell›esperienza cristiana.

La storia del Rosario mostra come que-sta preghiera sia stata utilizzata special-mente dai Domenicani, in un momento

difficile per la Chiesa a motivo del diffondersi dell'eresia. Oggi

siamo davanti a nuove sfi-de. Perché non riprende-

re in mano la Corona con la fede di chi ci ha preceduto? Il Rosario conserva tutta la sua forza e rimane una risorsa non trascura-bile nel corredo pa-storale di ogni buon evangelizzatore».

“Il Rosario è pre-ghiera orientata per sua natura alla pace,

anche per i frutti di carità che produce”,

tra cui il “desiderio di accogliere, difendere e

promuovere la vita, facen-dosi carico della sofferenza

dei bambini in tutte le parti del mondo”; di “testimoniare le

beatitudini nella vita di ogni giorno”; di “farsi ‘cirenei’ in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione”. Di diventare, in una parola, “costruttori della pace nel mondo” e di “sperare che, anche oggi, una ‘battaglia’ tanto difficile come quella della pace possa essere vin-ta”.

Rosario missionario

Promesse del Cuore di Gesù ai suo devoti

E’ stato questo il motivo condut-tore nell’anno della fede che ha animato i vari giorni del campo

estivo per i nostri ragazzi che fidandosi di Lui, di Cristo si sono messi in cammi-no, dietro di Lui, con Lui, per ascoltare, pregare, operare, stare, come i due di-scepoli di Giovanni Battista, Andrea e Giovanni. Questi dopo che Giovanni Battista ebbe indicato Gesù presente tra la folla, definendolo Agnello di Dio, salu-tato il loro primo maestro, seguirono il Maestro.

Durante il cammino, dice il Vange-lo essi camminavano dietro Gesù, che voltatosi chiese loro cosa volessero, cosa stessero cercando. I due con semplicità gli chiesero dove abitasse. Gesù guardan-doli con amore li invitò a seguire e a ve-dere. L’aver visto, l’aver ascoltato cambiò totalmente la vita di Andrea e Giovanni i quali non solo si misero decisamente alla

sequela del Maestro, ma si fecero subito missionari in famiglia, coinvolgendo nel-la loro scoperta anche i rispettivi fratelli: Pietro e Giacomo.

Mi fido di te. Quanti nel corso della storia si sono fidati di Cristo e non sono rimasti delusi. I nostri ragazzi nel corso di pomeriggi intensi non solo di giochi ma anche di riflessioni, si sono confron-tati con persone che hanno già compiuto questo itinerario, raggiungendo la santi-tà. Tra questi il nostro Santo Fondatore, Annibale Maria Di Francia, presentato ai bambini nelle sue varie sfumature di do-nazione a Dio e al Prossimo, divenendo per tutti esempio, compagno di viaggio e sostegno.

Un grazie particolare va ai giovani animatori, che hanno saputo trasmette-re con gioia ai più piccoli la loro fede e il loro amore per Gesù, con un entusiasmo capace di riscaldare i cuori di tutti.

Cardia

MI FIDO DI TE

Istituto Antoniano Maschile - PP. Rogazionisti - Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 - 76125 TRANI (BT)Centro Socio-Educativo - Tel. 0883 507133-580120 - Fax 0883 492505

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Chi desidera può inviarci il proprio indirizzo di posta elet-tronica per una più celere corri-spondenza.

UNIONE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI O Dio che attraverso i Santi,

mostri la tua tenerezza verso l’umanità “stanca e sfinita come pecore senza pastore”,

ti preghiamo, di inviare nella Chiesa numerosie santi operai, che come loro annuncino il Vangelo,

e di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, per l’intercessione dei Santi Antonio da Padova

e Annibale Maria Di Francia, accomunati da un profondo amore verso di Te

e il prossimo, specie povero e piccolo. Amen

Fra le mani tue SignoreGuardi con tenerezza la tua creatura.

Forte come roccia, fuscello tra le mani del vento.

Con potenza la plasmi, paziente la ceselli

con splendore di bellezza. Sorriso le infondi,

con amore trasfigurante, la illumini.

(Maria Caterina Scandale)


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