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rivista gennaio febbraio 2013

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rivista gennaio febbraio 2013
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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Gennaio - Febbraio 2013 - Anno XIV n. 1
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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso”

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Gennaio - Febbraio 2013 - Anno XIV n. 1

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1 – La Porta della Fededi P. Alberto PierangioliGennaio 2013

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Dio ha creato l’uomo a suaimmagine e gli ha impresso nelcuore il desiderio di conoscerlo

e di vivere in comunione con Lui. Peraiutarlo in questo cammino, Dio stessoè venuto incontro all’uomo, manife-standosi a lui come a un figlio: è larivelazione, fatta da Dio per mezzodei profeti e completata poi da GesùCristo. Gesù stesso ci interpella: “ Voichi dite che io sia? ” (Mt.16,15).L’uomo risponde alla rivelazione diDio con la fede (CCC 142), con laquale accoglie nella sua vita primaDio, nostro Creatore e Padre pieno diamore e poi Cristo, suo Figlio unigeni-to e nostro Salvatore.La fede è una virtù teologale fonda-mentale, dono infuso daDio nel Battesimo (CCC153).

Oggi la fede di tanticristiani è una fede appan-nata o addirittura spenta;per questo BenedettoXVI, ha indetto “l’Annodella Fede”, con laLettera Apostolica “PortaFidei”, dall’11 ottobre2012 al 24 novembre2013. Egli invita l’uomomoderno a « varcare laporta della fede» , perravvivarla, approfondir-la e viverla quotidiana-mente. L’Anno della fedeè un impegno per tutta laChiesa, impegno che deveiniziare dalla rilettura econoscenza di due testifondamentali della fede:Documenti del ConcilioVaticano II e Catechismodella Chiesa Cattolica .Come AGC, accogliamol’invito del Papa e dedicheremo all’ap-profondimento della fede almeno dueanni, il 2013 ed il 2014.Approfondiremo gli elementi essen-ziali della fede su questa rivista e piùampiamente negli incontri diFraternità, nei ritiri mensili e negliesercizi spirituali. Il Padre addita a noiil Figlio e ci dice:“ Questi è il Figliomio, l’amato: ascoltatelo!» (Mc 9,7).Siamo pronti ad accogliere e seguire laparola di Gesù.

Sintesi della fedeBenedetto XVI, nella lettera di

indizione dell’Anno della Fede,“Porta Fidei”, ci dà una meravigliosasintesi dei contenuti fondamentali

della fede cristiana e scrive: “La“porta della fede” che introduce allavita di comunione con Dio e permettel’ingresso nella sua Chiesa è sempreaperta per noi. Possiamo oltrepassarequella soglia quando la Parola di Dioviene annunciata e il cuore si lasciaplasmare dalla grazia che trasforma.Attraversare quella porta significaimmettersi in un cammino che duratutta la vita. Esso inizia con ilBattesimo (cfr Rm 6, 4), mediante ilquale possiamo chiamare Dio con ilnome di Padre, e si conclude con ilpassaggio, attraverso la morte, finoalla vita eterna, frutto della risurrezio-ne del Signore Gesù che, con il donodello Spirito Santo, ha voluto coinvol-

gere nella sua stessa gloria quanti cre-dono in Lui (cfr Gv 17,22). Professarela fede nella Trinità, equivale a crederein un solo Dio che è Amore (cfr 1Gv4,8): il Padre, che nella pienezza deltempo ha inviato suo Figlio per lanostra salvezza; Gesù Cristo, che nelmistero della sua morte e risurrezioneha redento il mondo; lo Spirito Santo,che conduce la Chiesa attraverso isecoli nell’attesa del ritorno gloriosodel Signore (Porta Fidei,n.1). È davve-ro una sintesi eccezionale.

“Accresci in noi la fede! ” (Lc17,5). È la supplica degli Apostoli aGesù nel comprendere che solo con lafede potevano stabilire un rapportopersonale con Lui ed essere all’altezzadella vocazione di discepoli.

Gesù rimprovera spesso “i Dodici”

per la loro poca fede (Mt 17,20); Mt8,26); Mt 16,8-9…). Quando Gesùcammina sulle acque agitate del lago eraggiunge gli apostoli nella barca,accoglie la proposta di Pietro chevuole andargli incontro sulle acque.Pietro cammina sulle acque. “Ma,vedendo che il vento era forte e ilmare agitato s’impaurì e, comin-ciando ad affondar e, gridò“Signore, salvami!”. Subito Gesù“tese la mano, lo afferrò e gli disse:Uomo di poca fede, perché hai dubi-tato?”. I discepoli fanno la loro pro-

fessione di fede:“Davvero tu sei Figlio diDio!” (Mt 14,28-33)”. InPietro riconosciamo lenostre paure e quelle dimolte comunità cristiane,che vedono tanti fedelilasciare i sacramenti e, diconseguenza, la stessafede. Come Pietro, abbia-mo paura del clima con-trario e di tante sfide osti-li. La salvezza provienesolo da Gesù. Solo Luipuò tenderci la mano aiu-tandoci a conservare lafede. Dobbiamo pregareche sia vera anche per noila parola di Gesù a Pietro:“Io ho pr egato per te,perché la tua fede nonvenga meno. E tu, unavolta convertito, confer-ma i tuoi fratelli” (Lc22,32). Si apra davveroper tutti noi “la portadella fede” (At 14,27).

Insieme all’Anno della Fede, il Papaha voluto un Sinodo dei vescovi sultema: “La nuova evangelizzazioneper la trasmissione della fede ”. Ifedeli e le comunità cristiane, con unafede rinnovata, dovranno dare unnuovo impulso all’attività missiona-ria verso miliardi di uomini che anco-ra non conoscono Cristo e dovrannoessere vicini a tanti fratelli battezzati,che si sono allontanati dalla fede edalla pratica cristiana. La nuova evan-gelizzazione deve essere rivoltasoprattutto ai fedeli scristianizzati, perfar riscoprire loro la bellezza dellafede e la gioia dell’incontro personalecon Gesù nella sua Chiesa, comunitàdei fedeli.

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Le lampade della fede della Fraternità di Bari

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La fede è la prima virtùcristiana che regola ilnostro rapporto con

Dio. È la nostra risposta a Dioche si rivela e ci attira allacomunione con Lui. Con lafede noi crediamo in Dio e atutto ciò che Egli ha rivelato eche la Chiesa ci propone dacredere, ci abbandoniamo intutto nelle mani di Dio, perconoscerlo sempre più e fare lasua volontà. « Il giusto vivràmediante la fede» ci dice sanPaolo (Rm 1,17). (CCC 1814).È perciò importante approfon-dire che cos’è la vera fede e lesue caratteristiche.

- La fede è una grazia, undono di Dio.

Quando Pietro confessa cheGesù è il Cristo, il Figlio del Diovivente, Gesù gli dice: «Né lacarne né il sangue te l’hannorivelato, ma il Padr e mio chesta nei cieli » (Mt 16,17; CCC183-184). La fede è un dono cheDio infonde come seme nelcuore dell’uomo per mezzo delBattesimo. Proviene da Dio e haDio come oggetto e come fine.Ma è un seme che dovrà essere coltivato,custodito, alimentato. Per avere verafede, è necessaria la grazia di Dio chepreviene e chiama e poi l’aiuto interioredello Spirito Santo, che apre il cuore e lamente a Dio e dà la grazia di credere aDio. La fede è un dono che noi possiamoe dobbiamo chiedere a Dio, perché ce ladia, l’aumenti e la conservi sempre nelnostro cuore.

- La fede è un vero atto umano. Èimpossibile credere senza la grazia el’aiuto interiore dello Spirito Santo.Ma la fede è anche un vero attoumano. Non è contrario alla libertà eall’intelligenza dell’uomo il fidarsi diDio significa accettare le verità da luirivelate ed entrare in intima comunio-ne con lui (CCC 154). Anche nellerelazioni umane dobbiamo dare fidu-cia a una persona con la quale voglia-mo entrare in comunione, come avvie-ne nel matrimonio, però con la dif fe-renza che l’uomo può sbagliare o puòingannarci, mentre Dio non può sba-gliare e non può ingannare. Nell’attodi fede, la nostra intelligenza e lanostra volontà cooperano con la grazia

divina camminando insieme.- La fede e l’intelligenza . Noi non

crediamo perché le verità rivelate appa-iono vere e intelligibili alla nostraragione. Noi crediamo «per l’autoritàdi Dio stesso che le rivela, il qualenon può né ingannarsi né ingannare»(CCC 156). Perché la nostra fede sia“conforme alla ragione”, Dio ha volutoche all’aiuto interiore dello SpiritoSanto si accompagnassero ancheprove esteriori della sua rivelazione,come i miracoli di Cristo e dei santi ,le profezie, la diffusione e la santitàdella Chiesa, che «sono segni certissi-mi della divina rivelazione” (CCC156). La fede è certa, più certa di ogniconoscenza umana, perché si fondasulla Parola stessa di Dio. Diceva sanPaolo della Croce: “ La fede, nella suaoscurità, è più chiara del sole, più sicu-ra del fatto che la mia pelle è mia, per -ché si basa su Dio, che non s’inganna enon può ingannare; è l’unica garanziacontro gli inganni della natura e deldemonio”. Anche se la fede è sopra laragione, non vi può essere mai diver-genza tra fede e ragione, tra vera fedee vera scienza, perché tutte e due ven-

gono da Dio. Tantigrandi scienziatilo hanno dimostrato con laparola e con la vita.

- La libertà della fedePerché la fede sia umana,

deve essere un atto libero, per-ciò ogni uomo deve credereliberamente, nessuno puòessere costretto ad abbracciarela fede contro la sua volontà.L’atto di fede è volontario elibero per sua stessa natura.Gesù quando ha chiamatoqualcuno alla fede e a seguir -lo, premette: “Se vuoi”. Egliattira a sé le sue creature conl’amore, bussa alla porta, nonsfonda la porta (CCC 160).

- Necessità della fede eperseveranza finale.

“Senza la fede è impossi-bile essere graditi a Dio ” (Eb11,6), Perciò credere in GesùCristo e in colui che l’ha man-dato per la nostra salvezza, ènecessario per essere salvati.“Chi crederà e sarà battezza-to sarà salvo, chi non crederàsarà condannato” dice ilSignore (Mc, 16,16). E ancora:

“Questa è la volontà del Padr e mio,che chiunque vede il Figlio e cr ede inlui abbia la vita eterna ” (Gv 6,40).Nessuno conseguirà la vita eterna senon “persevererà in essa sino allafine” (Mt 10,22; CCC 161-162).

La fede, dono gratuito e inestima-bile di Dio all’uomo, purtroppo puòessere persa. San Paolo, a questo pro-posito, mette in guardia Timoteo:Combatti «la buona battaglia confede e buona coscienza, poiché alcu-ni che l’hanno ripudiata hanno fattonaufragio nella fede » (1 Tm 1,18-19). La fede è un dono che va difesocon ogni mezzo, perché da esso dipen-de tutta la nostra eternità.

- La fede è inizio della vita eterna .La fede vera ci fa gustare, come un anti-cipo, la luce e la gioia della vita eterna,quando vedremo Dio « a faccia a fac-cia» (1Cor 13,12). La fede, quindi, è giàl’inizio della vita eterna (CCC 163). Unadelle esperienze più belle che auguro avoi, è la grazia di incontrare su questaterra qualche santo vivente: il suo voltoirradia la luce e la gioia del cielo.

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2 – La fede, dono fondamentale di Diodi P. Alberto PierangioliFebbraio 2013

Manifesto consacrazioni alla Stella, opera diGessica, piccola consacrata

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glorificherò ancora!» (Gv 12,27-28).Il secondo motivo per cui Giovanninon racconta l’agonia di Gesù è perchévuol dare ampio risalto alla sua chiaracomprensione del progetto del Padre,nonché alla pronta libertà con cui viaderisce (cf. Gv 18,11).

…dà la vitaper amore del Padre

Dopo la cena, Gesù, elevata la suapreghiera al Padre (Gv 17), si reca aldi là del torrente Cedron ed entra con idiscepoli in un giardino. Anche Giuda,il suo traditore, conosce quel luogo,visto che Gesù più volte vi si è recatocon i discepoli. Come già accennato, ilbrano che stiamo meditando mette inrilievo il fatto che Gesù va incontroalla morte con piena coscienza e liber-tà. L’Evangelista segnala che Gesù,conoscendo tutte le cose che stannoper accadergli, va spontaneamenteincontro a Giuda e a quelli che loaccompagnano muniti di torce, lampa-de e armi (Gv 18,4).

Gesù domanda a costoro chi è chestanno cercando. Il gruppo capeggiato daGiuda risponde: «Gesù, il Nazar eno»(Gv 18,5). Egli replica: «Sono io» (Gv18,5). Appena risponde in questo modo,coloro che sono venuti per prenderloindietreggiano e cadono a terra (Gv18,6). Cerchiamo di comprendere piùapprofonditamente il senso di questoaccadimento. La risposta che Gesù dà aquelli che lo stanno cercando, nel testooriginale greco suona così: «Io Sono!».

Questa espressione rimanda ad un episo-dio dell’Antico Testamento, in modo par-ticolare al racconto della vocazione diMosè (Es 3,1-4,17). Quando questi chie-de al Signore qual è il suo nome, Eglirisponde in questo modo: «Così diraiagli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato avoi”» (Es 3,14). L’espressione Io Sonolascia dunque trasparire la divinità diGesù. Ecco perché, appena Egli la profe-risce, tutti cadono a terra. Colui che vaverso la morte è dunque il Figlio di Dio,dotato di un potere tale da sbaragliare isuoi avversari solo con la sua parola. Quiemerge la libertà di Gesù. Nessunopotrebbe mettere le mani su di lui se Eglispontaneamente non acconsentisse. Ilmotivo di questa libera consegna cheGesù fa di se stesso lo troviamo sulle suelabbra: «il calice che il Padre mi ha dato,non dovrò berlo?» (Gv 18,11).

La Buona NotiziaGesù, se avesse voluto, avrebbe

potuto benissimo evitare la morte:«Nessuno me la toglie (la vita): io la doda me stesso» (Gv 10,18). Egli tuttaviaha voluto af frontarla per amore delPadre: «bisogna che il mondo sappiache io amo il Padre, e come il Padre miha comandato, così io agisco» (Gv14,31). La croce non è segno dell’ab-bandono di Dio, ma manifestazione diun suo insondabile disegno di amore:«Chi ama la propria vita, la perde e chiodia la propria vita in questo mondo, laconserva per la vita eterna»

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Carissimi Amici, durante questoanno vogliamo meditare laPassione del Signore secondo

Giovanni. Il primo episodio che incon-triamo sul nostro cammino è l’arrestodi Gesù. Procediamo con la lettura-ascolto del passo evangelico.

Dopo aver detto queste cose, Gesùuscì con i suoi discepoli al di là del tor -rente Cedron, dove c’era un giardino, nelquale entrò con i suoi discepoli. AncheGiuda, il traditor e, conosceva quelluogo, perché Gesù spesso si era trovatolà con i suoi discepoli. Giuda dunque viandò, dopo aver preso un gruppo di sol-dati e alcune guardie fornite dai capi deisacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiac-cole e armi. Gesù allora, sapendo tuttoquello che doveva accader gli, si feceinnanzi e disse loro: «Chi cercate?». Glirisposero: «Gesù, il Nazar eno». Disseloro Gesù: «Sono io!». V i era con lor oanche Giuda, il traditor e. Appena disseloro «Sono io», indietreggiarono e cadde-ro a terra. Domandò loro di nuovo: «Chicercate?». Risposero: «Gesù, ilNazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto:sono io. Se dunque cer cate me, lasciateche questi se ne vadano», perché si com-pisse la parola che egli aveva detto: «Nonho perduto nessuno di quelli che mi haidato». Allora Simon Pietr o, che avevauna spada, la trasse fuori, colpì il servodel sommo sacerdote e gli tagliò l’or ec-chio destro. Quel servo si chiamavaMalco. Gesù allora disse a Pietr o:«Rimetti la spada nel fodero: il calice cheil Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

Gesù consapevole e libero…Giovanni, narrando quanto avvie-

ne dopo l’ultima cena del Signore,presenta, rispetto a Matteo, Marco eLuca (chiamati Vangeli Sinottici), unaparticolarità che merita di essere evi-denziata. Questo Evangelista non ha ilracconto della preghiera di Gesù alGetsemani, durante la quale Egli chie-de al Padre che passi da lui il calicedella Passione e solo dopo una prolun-gata orazione fa propria la volontà diDio (Mt 26,36-46; Mc 14,32-42; Lc22,39-46). Come mai tale omissione?Innanzitutto perché precedentementeha già fatto menzione di un turbamen-to avuto da Gesù dinanzi all’ora dellaPassione: «Adesso l’anima mia è tur-bata; che cosa dirò? Padr e, salvamida quest’ora? Ma pr oprio per questosono giunto a quest’ora! Padre, glori-fica il tuo nome». V enne allora unavoce dal cielo: L ’ho glorificato e lo

4 1 - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI GIOVANNIGesù, il Signore che liberamente si consegna alla morte (Gv 18,1-11)

di P. Roberto CecconiCP

Don Giovanni, assistente Fraternità di Barisi consacra all’amore di Gesù Crocifisso

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IL MONDO SPIRITUALE,MANIFESTAZIONE SUPREMADELL’AMORE.

Ma, oltre al mondo fisico, per l’ani-ma che ama c’è anche un altro mondoinfinitamente più grande dove apprendela grande scienza del divino amore: ilmondo spirituale. Se il mondo materialeè per essa un tempio in cui vede Dio pre-sente, la sua stessa anima è il SanctaSanctorum (cf. Es 26, 34: “// Santo deisanti”). E’ qui che apprende la più gran-de sapienza che il mondo non può cono-scere; lì si spiritualizza e si trasforma,facendosi una sola cosa con Colui cheama. “Chi si unisce al Signor e formacon lui un solo spirito” (cf. 1 Cor 6,17).Se al di fuori di sé lo vede nel sole, nel-l’acqua, nella luce, nella notte, nel fiore,nell’aria, nell’atomo, alla vista di tuttequeste cose si ripercuote, nell’intimodell’anima sua, le fa sentire Dio e gusta-re la soave impressione della sua presen-za che tutto riempie con la sua immensi-tà e il suo amore. Lo sente nei palpiti delsuo cuore, nei suoi pensieri e desideri.Qui, più che altrove, sente la sua gran-dezza; qui Dio si unisce all’anima comecon un bacio di amore. L’anima riposain Dio e Dio in essa. Qui nascono evivono gli atti eroici di fede, di speranza,di abbandono, sotto l’impulso e la graziadi Colui che opera in essa segretamentee glieli fa produrre. E così l’anima, purnon godendo dell’amore sensibilmente,si sente felice, e non vuole né desideraaltro che amare.

Queste sono le anime che dannogioia al Cuore di Dio, perché Egli vedein esse conseguito il fine che lo hamosso a creare tutte le altre cose: perchéservano all’uomo come mezzi per salirea Lui. Le anime fortunate che si trovanoin questo stato si distinguono fra mille;pare che portino impresso un sigillo

divino. Il loro comportamento esteriore,le loro azioni, le loro parole, tutto in esseispira rispetto e venerazione: si nota inesse qualcosa di grande, di maestoso.Queste persone si distinguono per la gra-vità e la compostezza del loro agire, peril rispetto e la venerazione verso personee cose, perché le considerano come san-tificate dall’amore, anche verso quelliche sono imperfetti, difettosi o peccato-ri, perché sanno riconoscere in essialmeno la capacità di poter essere tra-sformati nell’Amore. Ma in modo spe-ciale, questo rispetto e venerazione simanifesteranno nelle cose che si riferi-scono direttamente a Dio e al suo culto.Quando vede un Crocifisso, sente subitoche lì è dove l’Amore, col suo sangue ela sua morte, le aprì la porta dei tesoridell’amore che con tanta profusione essagode. Come capisce che la Croce, lespine, i chiodi continuano ancora a tor -mentare il suo Amore, poiché continua ilpeccato che ne fu la causa! Ama per con-solare l’Amante offeso, e sempre le sem-bra che il suo amore sia insuf ficiente.Cerca altri cuori che lo amino, e ricorrealla Madre dell’amore per domandarle latenerezza del suo Cuore amante. Maria,ella sola è il compendio di tutta la crea-zione, di tutte le opere divine... In Mariaè la bellezza del firmamento, dei suoiastri, la grandezza e le ricchezze delmare, la bellezza e la fecondità dellaterra, con i suoi monti, i suoi fiori e isuoi frutti. In Maria si vede tutto. Perquesto, quando, stanca delle cose este-riori, le sembra che non le basti più nullané le serva per aiutarla nelle sue ascen-sioni all’Amore, l’anima amante va aipiedi di questa eccelsa Creatura, in cuiDio ha riassunto tutti i mezzi di cui leanime possono aver bisogno per salire aLui e crescere nel suo amore.

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“ Non riempio io il cielo e la terra?”(cf. Ger 23,24)

L’universo è un tempio in cui siadora il Creatore e le creature sonoaltrettanti altari sui quali, il cuore cheama, eleva all’Altissimo continui sacrifi-ci di lode. Per l’anima che ama diventanormale e come naturale vedere Dio intutte le cose che esistono. La creazioneproduce questi ef fetti e tutto l’universoparla di Dio rivelando la sua grandezza,bontà, sapienza e amore, nel cuore dovedimora e vive l’amore. Chi possiedequesto inestimabile tesoro sarà felicedovunque sia e dovunque vada, potendogodere sempre della sua continua pre-senza. Nulla mi manca. L’anima chevive in questo ambiente di amore, inquesta abbondanza di vita in cui nullamanca, è forse un umile religioso, unapovera e ignorante donna, che non attira-no l’attenzione di nessuno. Se talvoltaqueste umili creature passano vicino adalcuni di quei superbi che il mondo defi-nisce grandi, li eccita al sarcasmo e aldisprezzo. Ma come sono stolti quest’ul-timi che, creati per la Verità eterna, peramare beni infiniti, per possedere unabellezza, una gloria, una bontà eterne, sicontentano dell’apparenza e della men-zogna, restando alla superficie dellecose, ammirando la bellezza di un’ora,senza cercare il bene eterno, la bellezzaeterna che ognuna di esse racchiude.Aveva ragione l’Apostolo san Paolo didire che “la sapienza di questo mondo èstoltezza davanti a Dio” (cf. ICor 3, 19).

L’UNIVERSO,ANNUNCIATORE DELL’AMORE.

Imparate, o sapienti del mondo, lavera scienza, la vera grandezza. Voi,nelle bellezze che ammirate, non trovatealtro che la soddisfazione di un’ora, epoi amarezza e tristezza... Al contrario,quelli che amano Dio trovano in esse unbene eterno, che si perfezionerà e nonfinirà con la morte, perché, amando lecose come Dio vuole che si amino, essesono eterne. Tutto resta, niente passa percolui che ama Dio...

Quelli che amano Dio, amano tutte lecose e in tutte leggono il suo grandeamore e di tutte si servono per salire a Luie amarlo di più. Non vi è libro che meglioinsegni questa scienza divina che quellodella natura. Essa parla a tutti, in ognitempo e in ogni luogo, perché questo, enon altro, è il fine per il quale il Creatorela creò dal nulla: far sentire all’uomo lasua immensa grandezza, essendo insoddi-sfatto di ogni altra cosa, e farlo elevare aColui che tutti i beni racchiude in sé percomunicarli a chi lo ama. Chi non sa leg-gere in questo libro scritto dalla mano diDio, non sa nulla, perché non ha la scienzadell’amore: non sa amare!

XVIII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena MarcucciI CARATTERI DEL DIVINO AMORE: Dio in tutte le cose

di Maria Grazia Coltorti

Consacrati di Giulianova

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6 L’ANNO DELLA FEDE: I testimoniVenerabile Rosario Livatino: il giudice ragazzino

Il 21 settembre 1990 un giu-dice mentre sta percorrendo,come fa tutti i giorni, la stata-

le 640 per recarsi al lavoro pressoil Tribunale di Agrigento vieneraggiunto da un commando diquattro sicari e barbaramente tru-cidato. L’Italia scopre nel sacrifi-cio del “giudice ragazzino”l’eroismo di un giovane servitoredello Stato che aveva vissutotutta la propria vita alla luce delVangelo. Di recente Mons.Carmelo Ferraro, vescovo diAgrigento, ha avviato la suacausa di beatificazioneUn’ondata di commozione inquei giorni percorse allora ilnostro Paese, nell’apprendere lasua storia dalle pagine dei gior-nali. L’Italia avrebbe scoperto nelsacrificio del “giudice ragazzi-no” l’eroismo di un giovane ser-vitore dello Stato che aveva vis-suto tutta la pr opria vita allaluce del Vangelo.

Nato a Canicattì (Agrigento)il 3 ottobre 1952, il piccoloRosario è un bambino mite, silenzio-so, dolcissimo, dai grandi occhi scurie vellutati. I suoi giochi preferiti:macchinine e soldatini; e poi c’è ariempirgli assai presto le giornate lapassione precoce per la lettura.Un’infanzia serena, la sua, vissutanella semplicità e nel decoro di unafamiglia borghese, appartata e schi-va, che lo segue con attenzione etenero affetto.

Negli anni del liceo Livatino è ilragazzo che scendeva di rado a farericreazione per restare in classe adaiutare qualche compagno in dif fi-coltà. Aperto ai bisogni degli altri,ma riservato su di sé, studia intensa-mente, inoltre s’impegnanell’Azione Cattolica. Per il licealeaffascinato da Dio arriva infine ilgiorno fatidico della scelta: che cosafarà da grande? E non ha alcun dub-bio: farà il giudice.

Nel ‘78, a ventisei anni, può coro-nare il suo sogno. Sulla propria agendaquel giorno scrive con la penna rossa,in bella evidenza: “Ho prestato giura-mento; da oggi sono in Magistratura”.E poi, a matita, vi aggiunge: “ CheIddio mi accompagni e mi aiuti arispettare il giuramento e a compor-tarmi nel modo che l’educazione,che i miei genitori mi hanno impar-tito, esige”.

Livatino avverte infatti in manieramolto forte il problema della giustiziae lo assume ben presto come una vera

missione. Il dramma del giudicare unaltro essere umano, di dover decideredella sua sorte, non è cosa da poco perchi senta profondo in sé il tarlo dellacoscienza unito a un sincero senso dicarità. Sono valori che riecheggianopure nella Christifideles Laici (1988),sulla vocazione e missione dei laicinella Chiesa e nel mondo, laddove sipuò anche leggere che “la carità cheama e serve la persona non può maiessere disgiunta dalla giustizia”(§ 42).Ma come si fa, noi ci chiediamo, adesercitare il diritto in Sicilia?. E’ conquesta difficile realtà che il giovanemagistrato, fresco di laurea e di entu-siasmo, dovrà fare i propri conti moltopresto.

Il 29 settembr e 1979 Livatinoentra alla Procura della Repubblica diAgrigento come Pubblico Ministero.E’ abile, intelligente, professionale;comincia a diventare un punto di rife-rimento per i colleghi della Procura.

Da Canicattì tutte le mattine rag-giunge la sede del Tribunale, adAgrigento, una manciata di chilome-tri percorsi con la sua utilitaria.Prima di entrare in ufficio, la visitapuntuale alla chiesa di S. Giuseppe,vicino al Palazzo di Giustizia, dove siferma a pregare; quindi, il lavoroindefesso al Tribunale fino a serainoltrata. Nell’aula delle udienzeaveva voluto un cr ocefisso, comerichiamo di carità e rettitudine. Uncrocefisso teneva inoltre anche sul

suo tavolo, insieme a una copiadel Vangelo, tutto annotato:segno che doveva frequentarlopiuttosto spesso, almeno quan-to i codici, strumenti quotidianidel suo lavoro. Il suo sincerosenso del dovere messo al ser-vizio della giustizia ne fa unaspecie di missionario: il “mis-sionario” del diritto. Per la pro-fonda conoscenza che ha delfenomeno mafioso e la capacitàdi ricreare trame, di stabilireimportanti nessi all’internodella complessa macchina inve-stigativa, gli vengono af fidatedelle inchieste molto delicate.E lui, infaticabile e determina-to, firma sentenze su sentenze:è entrato ormai nel mirino diCosa Nostra. Domanda che glivenga affidata una dif ficileinchiesta di mafia perché èl’unico tra i sostituti procurato-ri di Agrigento a non averefamiglia: con fiducia totale siaffida nelle mani di Dio (“SubTutela Dei”, annota nella sua

agenda). Ma Rosario non era un eroe:faceva semplicemente il suo dovere.E lo faceva coniugando le ragionidella giustizia con quelle di unaincrollabile e profondissima fede cri-stiana. “Impegnato nell’AzioneCattolica, assiduo all’eucaristiadomenicale, discepolo del cr ocifis-so”, sintetizzò nell’omelia delle ese-quie mons. Carmelo Ferraro, fotogra-fandolo con pochi rapidi tratti. Uomodi legge, uomo di Cristo. Di Rosariomolte cose si sono conosciute solodopo la sua morte. Della sua carità,del suo amore per gli ultimi, per ipoveri. Il custode dell’obitorio ricor -dava allora con le lacrime agli occhitutte le volte che lo aveva visto prega-re accanto al cadavere di individui dicui egli ben conosceva la fedinapenale, pregiudicati in cui si eraimbattuto svolgendo il suo lavoro disostituto procuratore al Tribunale diAgrigento, e ai quali aveva pureapplicato la legge, ma che non perquesto cessavano di essere suoi fra-telli in Cristo nella sventura. “Unmartire della giustizia e, indir etta-mente, anche della fede…”, ha dettodi lui Giovanni Paolo II il 9 maggiodel 1993, in occasione della sua visitapastorale in Sicilia. A dieci anni dallasua morte, la lezione morale che ci tra-smette è quella di un testimone radica-le della Giustizia, che in essa credevaprofondamente, come progetto di fedee come esercizio di carità.

di Manuela Peraio

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L’umanità è chiamata, come sidichiara in Nostra Aetate, edessere un’unica comunità “a

formare il popolo di Dio…e si deveestendere a tutto il mondo e a tutti isecoli”(Lumen Gentium)

“La nuova evangelizzazione hacome suo compito specifico quello diravvivare in coloro che già sono cri-stiani e battezzati la consapevolezzadi essere degli evangelizzatori. E soloa partire da qui è possibile raggiunge-re anche le persone che si dicono cri-stiane ma sono diventate indif ferenti,o le persone che non partecipano piùalla vita della comunità cristiana, oalle persone che non hanno ancoraconosciuto Gesù Cristo” (Mons RinoFisichella).

Solo con la consapevolezza diessere evangelizzatori possiamo real-mente e concretamente essere chiesa.

Nella mia mente immagino laChiesa come una immensa nave,sconfinata, di quelle antiche, dilegno. Essa naviga nelle acque tem-pestose del mondo; sull’albero mae-stro scintilla la luce del Vangelo.

Ecco che in questo mare noi cri-stiani, noi chiesa abbiamo il compitodi evangelizzare, di calare le scialup-pe della salvezza di Cristo a quanti siaccostano, con cuore e mente aperti almistero della Redenzione, per forma-re in Cristo un’unica famiglia.

“La Pentecoste obbliga i cristianiad essere presenti nel mondo, e quin-di ad essere presenti là dove vivel’uomo, per poter portare ad ogniuomo il Vangelo… l’annuncio è uni-versale, va portato a tutti.. Certo, noidobbiamo essere capaci di parlare illinguaggio dei nostri contemporanei,ma non possiamo dimenticare che ilcontenuto del nostro annuncio è sem-pre lo stesso: ieri, oggi e sempre. Enon cambia. Ciò che è cambiato è lasocietà, ciò che è cambiato è il mododi concepire la vita. Allora, noi dob-biamo essere capaci di entrare nellacultura secolarizzata, far comprende-re anche i limiti di una cultura secola-rizzata. Vivere nel mondo come seDio non esistesse, non solo non haportato una ricchezza nella cultura,ma ha impoverito l’uomo perchél’uomo, oggi, è profondamente incrisi.(Mons. Fisichella)

Perciò è veramente attuale il gridodell’apostolo Paolo sulla necessitàche ogni battezzato si faccia missio-nario. “«Non è infatti per me unvanto predicare il vangelo; è unanecessità che mi s’impone: guai a

me se non predicassi il vangelo!» (1Cor 9,16).

“Il perenne annuncio missionariodella Chiesa viene oggi messo inpericolo da teorie di tipo relativisti-co..

Per questo l’enciclicaRedemptoris missio ripropone allaChiesa il compito di proclamare ilVangelo, come pienezza della verità:« In questa Parola definitiva della suarivelazione, Dio si è fatto conoscerenel modo più pieno: egli ha detto

all’umanità chi è. E questa autorive-lazione definitiva di Dio è il motivofondamentale per cui la Chiesa è persua natura missionaria .(DominusJesus).

“Coloro che accolgono con since-rità la Buona Novella, proprio in virtùdi questo accoglimento e della fedepartecipata, si riuniscono nel nome diGesù per cercare insieme il Regno,costruirlo, viverlo. L’ordine dato agliApostoli - «Andate, proclamate laBuona Novella» - vale anche, sebbe-ne in modo dif ferente, per tutti i cri-stiani. È proprio per ciò che Pietrochiama questi ultimi «Popolo che Diosi è acquistato perché proclami le sueopere meravigliose”(EvangeliiNuntiandi)

L’attività missionaria non è altroche la manifestazione, cioè l’epifaniae la realizzazione, del piano divinonel mondo e nella storia: con essa Dio

conduce chiaramente a termine la sto-ria della salvezza.(Ad Gentes).

La “nuova evangelizzazione peròparte da noi stessi, dal nostro rappor -to con il Signore. Nel messaggio con-clusivo del Sinodo dei Vescovi vienedetto: “Prima di dire qualcosa circa leforme che deve assumere questanuova evangelizzazione, sentiamol’esigenza di dirvi, con profonda con-vinzione, che la fede si decide tuttanel rapporto che instauriamo con lapersona di Gesù, che per primo ci

viene incontro. L ’opera della nuovaevangelizzazione consiste nel ripro-porre al cuore e alla mente, non pochevolte distratti e confusi, degli uominie delle donne del nostro tempo, anzi-tutto a noi stessi, la bellezza e la novi-tà perenne dell’incontro con Cristo.Vi invitiamo tutti a contemplare ilvolto del Signore Gesù Cristo, aentrare nel mistero della sua esisten-za, donata per noi fino alla croce,riconfermata come dono dal Padrenella sua risurrezione dai morti ecomunicata a noi mediante loSpirito.”

Da ciò deriva che saremo “nuovievangelizzatori” se siamo discepoliche hanno incontrato il Signore nellestrade della vita e siamo contenti diraccontarlo agli altri perché il Gesùincontrato ha riscaldato il nostrocuore e ha dato senso al nostro cam-mino.

L’ANNO DELLA FEDE:La nuova evangelizzazione

di Manuela Peraio

Page 8: rivista gennaio febbraio 2013

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Ivescovi di tutto il mondo hannoriflettuto, nel mese di ottobre, su“la nuova evangelizzazione per la

trasmissione della fede cristiana”. Indata 26 ottobre hanno inviato un mes-saggio al popolo di Dio.

Se la frequenza domenicale doves-se essere il termometro della fede edella trasmissione della fede certa-mente non siamo messi molto bene.Sempre meno gente si vede nellenostre chiese e sempre persone anzia-ne. I giovani latitano. Sembra che ildiscorso della fede a loro non interessie, parlando con loro, ti chiedono a checosa serve. Siamo in un mondo disin-cantato in cui si è perso l’orizzonte delcielo. Se poi quelli che, per professio-ne, sono chiamati ad indicare l’azzurrodel cielo si perdono nel suo riflessofangoso ecco che la “fede” appare unesercizio del potere, di un potere sor -passato e contraddittorio contrario allalibertà dell’uomo. E’ quanto costante-mente e ossessivamente i media vannofacendo nei confronti della chiesa,delle sue indicazioni morali e dei pec-cati dei suoi figli, soprattutto dei suoiministri.

I vescovi si dimostrano ben consa-pevoli di queste realtà di fragilità e dipeccato che ferisce la chiesa ed il suomessaggio e ne chiedono perdono alivello personale e di chiesa però sidichiarano convinti che “la nuovaevangelizzazione” si fonda sulla cer-tezza che “il male non avrà l’ultimaparola, né nella Chiesa né nella sto-ria”. Per questo però l’invito ad evan-gelizzare si “traduce in un appello allaconversione” ad ascoltare la Parola diDio e ad af fidarsi alla forza delloSpirito Santo che ha sempre il poteredi far nuove tutte le cose e di risponde-re alle esigenze degli uomini e dellastoria. Invitano perciò ad af frontare lesfide del mondo con il coraggio dellafede.

Per i vescovi queste realtà come lasecolarizzazione, la globalizzazione ele emigrazioni diventano occasioni di“diffusione della fede” “come è acca-duto in passato”. Tutto ciò potrà acca-dere, affermano sempre i vescovi, se lafede del cristiano è frutto dell’incontropersonale con Cristo vissuto nellemolteplici esperienze della Chiesa“spazio che Cristo offre nella storia”.

I vescovi iniziano il loro messag-

gio “facendosi illuminare” dall’incon-tro di Gesù con la Samaritana.Nell’anfora vuota della samaritanavedono il desiderio più profondo delcuore di ogni uomo di “dare significa-to pieno all’esistenza”. Nel desertodella vita molti sono i pozzi che si pos-sono incontrare ma ef fettivamentetanti pozzi contengono acque inquina-te che producono solo delusioni rovi-nose e la nostra società occidentale neha assaggiato e ne sta assaggiandoancora gli effetti nocivi sotto l’aspettodella stanchezza e della mancanza disenso della vita. La società dei consu-mi che ci stiamo, forse!, lasciando allespalle, il relativismo sull’ordine deivalori, le illusioni del progresso conti-nuo hanno di fatto avvelenato la nostravita dandoci l’illusione di una felicitàa basso costo. La presunzione poi difare a meno di Dio per risolvere “lai-camente” i problemi del vivere civileci hanno portato ad una deriva esisten-ziale dove non si trova un ancoraggioche dia stabilità a livello personale esociale.

I vescovi non chiedono, ovviamen-te, un atteggiamento integralistico e dicondanna ma ci invitano a cogliere“nel mondo d’oggi nuove opportunitàdi evangelizzazione”. Da qui l’impe-gno che “ come Gesù al pozzo diSicar, anche la Chiesa sente di doversisedere accanto agli uomini e alledonne di questo tempo, per renderepresente il Signore nella loro vita, così

che possano incontrarlo, perché luisolo è l’acqua che dà la vita vera edeterna. Solo Gesù è capace di leggerenel fondo del nostro cuore e di svelarcila nostra verità”. Da qui l’invito “sta anoi oggi rendere concretamente acces-sibili esperienze di Chiesa, moltiplica-re i pozzi a cui invitare gli uomini e ledonne assetati e lì far loro incontrareGesù, offrire oasi nei deserti della vita.Di questo sono responsabili le comu-nità cristiane e, in esse, ogni discepolodel Signore: a ciascuno è af fidata unatestimonianza insostituibile, perché ilVangelo possa incrociare l’esistenza ditutti; per questo ci è chiesta la santitàdella vita.”

La Vergine santa rimane i segno disperanza e di consolazione anchenella nuova evangelizzazione.Concludono i vescovi: “La figura diMaria ci orienta nel cammino. Questocammino, come ci ha detto BenedettoXVI, potrà apparirci un itinerario neldeserto; sappiamo di doverlo percor-rere portando con noi l’essenziale: lacompagnia di Gesù, la verità della suaparola, il pane eucaristico che cinutre, la fraternità della comunioneecclesiale, lo slancio della carità. Èl’acqua del pozzo che fa fiorire ildeserto. E, come nella notte deldeserto le stelle si fanno più lumino-se, così nel cielo del nostro camminorisplende con vigore la luce di Maria,Stella della nuova evangelizzazione,a cui fiduciosi ci affidiamo.”

Messaggio al popolo di Dio del Sinodo dei Vescovi:“Signore dammi quest’acqua!”

di P. Luciano

Page 9: rivista gennaio febbraio 2013

9VOCE DEGLI AMICI AGGREGATI

Salutoagli Amici Aggregati

Ringrazio gli Amici Aggregati checi mandano le loro riflessioni, perchécercano di seguire lo stesso cammino diuna Fraternità lontana, con la qualesono legati spiritualmente, quando laFraternità si riunisce per la meditazionedella Parola di Dio o per approfondire lacatechesi del mense. Con dicembreabbiamo terminato le riflessioni sullaspiritualità passionista. Nel 2013 riflet-tiamo sulla FEDE, per conoscerlameglio, viverla più seriamente e testi-moniarla a tutti con amor e. Auguroche altri Amici Aggregati seguano que-sti esempi. A tutti gli Amici aggregati ilmio saluto af fettuoso, l’assicurazionedel ricordo quotidiano nella santaMessa e tante benedizioni.

P. Alberto CP

Gesù è presentenel quotidiano

Nella lettura della meditazione“Riaperte le porte del cielo” , horiflettuto molto sul fatto che Gesùdopo la sua risurrezione, è tornato dacoloro che lo hanno amato nella nor-malità quotidiana di sempre, mentregli apostoli stanno a pescare inutil-mente. Oggi, come allora, Egli ritornain mezzo a noi ogni giorno, se lo amia-mo. Mi chiedo: come si può vedereGesù? Ricordo madre Teresa DiCalcutta, quando diceva che nel voltodi tutti i sof ferenti cera il volto diGesù. Anche Gesù ci dice: “Ognivolta che avr ete dato da ber e o damangiare a qualcuno nel mio nome ,lo avete dato a me” . Gesù è presentecontinuamente nella dimensioneumana, nell’altro e l’altro siamo noitutti.

Elena

Il Nulla si tuffa nel TuttoCome può avvenire un incontro tra

il Tutto di Dio e il Nulla dell’uomo?San Paolo della Croce ci dà la risposta:Dio incontra l’uomo attirandolo a sécon la forza dell’amore e l’uomo siavvicina a Dio “umiliandosi”. ScriveSan Paolo ai Filippesi: “Abbiate invoi gli s tessi sentimenti di CristoGesù: egli, pur essendo nella condizio-ne di Dio, non ritenne un privilegiol’essere come Dio, ma svuotò se stesso

assumendo una condizione di servo,diventando simile agli uomini…Umiliò se stesso, facendosi obbedientefino alla morte e a una morte di croce”(Cfr. Fil. 2, 6-8). Gesù si umiliò,diventando schiavo, simile agli uominie facendosi obbediente al Padre finoalla morte in Croce. Noi che siamoNulla, seguiamo l’esempio da coluiche ci ha donato il più grande insegna-mento di Amore e di umiltà.

Elena

Gli anziani e le perleInvio le semplici considerazioni

dal gruppo di preghiera degli anziani,che sono rimasti entusiasti della cate-chesi di settembre “pescare le perle”.Mi sono meravigliata per come hannoaccolto questa meditazione. Pensavoche sarebbe stata dif ficile per loro egliel’ho presentata come “esame dicoscienza”, ed invece lo Spirito halavorato ed agito. È stato come un farriemergere gli entusiasmi spiritualigiovanili ed all’unisono hanno detto“veramente il padre è tanto bravo”.Hanno detto anche che i pensieri diSan Paolo della Croce, posti alla finedelle meditazione del libro “Voi sietemiei amici”, rimangono attuali e par-lano sempre alla persona che li legge eli medita.

Marvì

“PRENDETE E MANGIATEQUESTO È IL MIO CORPO.”

Nel giorno, nel quale io e miomarito abbiamo ricevuto il dono del

Ministero straordinario dell’Euca-ristia, ho letto nella volta della chiesadi san Nicolò in Montecastrilli PGquesta scritta che richiama il fedele almistero eucaristico.

Gesù ci invita alla mensa dellaVita, di quella Vita che si fa piccolanel pane consacrato, per farci eternianche con il nostro umano. Quandoriceviamo l’Eucaristia, l’Eternitàviene ad abitare in noi per fare luce.Gesù si è fatto eucaristia per noi! E “laluce splende nelle tenebre” del nostropeccato, per dire che non c’è tenebrache tenga di fronte alla sua luce. Gesùsi degna di venire nella nostra umani-tà, per trasformarla col suo corpoeucaristico, affinché l’umano sia casa,tabernacolo umano del divino.Quando riceviamo il Corpo di Gesù,facciamoci suo luogo prediletto,rispondendo con il Si di Maria santis-sima e con una vita che si alimenta conil vangelo e i sacramenti. Vedremo,allora, cieli nuovi e terra nuova, per -ché vedremo con gli occhi di Gesù.Accogliamolo come se fossimo lagrotta di Betlemme, con la devozionedegli angeli, la semplicità dei pastoriche vennero a incontrarlo; accoglia-molo nel nostro cuore con gli occhi diMaria e di Giuseppe.

Lui sarà il nostro splendore e noi lasua gloria nel mondo! Pregusteremo,fin d’ora, il banchetto delle nozzedell’Agnello.

Risplendi Gerusalemme! diceva ilcanto d’ingresso; lo diceva a tutti noi!Risplendi o creatura del suo amore,che solo può farti bella, come la Madrepurissima, la Tota Pulchra! Diciamosempre Sì al nostro Redentore, alloSposo divino e avremo il Paradiso innoi!

Manuela e Fabio Peraio

Fabio e Manuela, nuovi ministri straordinari dell’Eucaristia

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10 XXIII CONSIGLIO NAZIONALE AGC

Il 13 ottobre si è svolto a Morrovalleil 23° Consiglio Nazionale degliAGC, con la partecipazione di circa

40 aventi diritto. Hanno partecipato: P .Piergiorgio Bartoli Provinciale, P. Dariodi Giosia assistente provinciale delMLP, Il Consiglio Esecutivo, Assistentispirituali locali, Coordinatori e vice diFraternità.

L’incontro ha avuto inizio con lapreghiera delle lodi presieduta dal P .Provinciale, che ha esortato tutti a vive-re intensamente l’Anno della Fede percrescere davanti a Dio ed essere luce eguide per i nostri fratelli. Ha poi infor -mato l’assemblea del recente 46°Capitolo generale passionista, tenuto aRoma, con circa 100 partecipanti prove-nienti da oltre 60 nazioni. Il capitolo hariflettuto anche sui laici passionisti. Iresponsabili del MLP italiano sono statiinvitati e ascoltati per un intero pome-riggio dal Capitolo. Il P. Provinciale hapoi letto un documento riguardante l’in-serimento dei laici nella FamigliaPassionista, approvato dal Capitolo eche sarà inserito nei RegolamentiGenerali della Congregazione.

Discussione dell’ordine del giorno1. La presidente Iucci Piera legge

una relazione sulla situazione delMovimento e delle singole Fraternità,completata al termine da interventi deicoordinatori.

P. Alberto ricorda che il nostroMovimento partecipa a varie Consultediocesane dei laici, nelle diocesi

dove siamo presenti. Ribadiscel’importanza di riunire regolarmente iConsigli di Fraternità. Le Fraternitàdevono crescere nella condivisione divita e degli eventi significativi.Bisogna rendere più vivi gli incontri dipreghiera e far sì che, chi arriva neinostri gruppi, possa percepire la gioiadell’incontro con il Signore crocifissoe risorto. Circa la situazione generalesi nota un certo calo delle presenze ein alcune Fraternità poche nuove ade-sioni; alcuni gruppi sembrano stanchie bisogna capirne le cause. Si discutecome animare gli incontri con canti,completando la meditazione con pre-ghiere di lode, di ringraziamento e allafine anche preghiere di intercessione.

La presidente sottolinea che lacosa più importante è ricordare perchési partecipa agli incontri. La base della

nostra spiritualità è la meditazionedella passione alla luce della risurre-zione. Non deve essere la tristezza aguidare le nostre riunioni e attività, mala gioia per quello che il Signore hafatto per noi e in noi.

2 - Corso di formazione. Viene chiesto se si ritiene impor-

tante e necessario il corso di formazio-ne, organizzato negli ultimi anni. Lamaggior parte dei presenti afferma cheè molto importante, ma non assicura lapresenza dei rappresentanti delle pro-prie fraternità. Sono fatte alcune pro-poste: - spostare l’attenzione su altriobbiettivi del movimento; - spezzarele tre giornate in più incontri; - riuniredue o tre fraternità per volta. Sarà ilConsiglio Esecutivo a decidere, inbase alla discussione avvenuta, se,dove e quando fare il corso.

Dopo il pranzo comunitario, offer-to dalla Comunità Passionista, si sonoripresi i lavori.

3 - Programma di formazione. Accogliendo l’invito del Papa a

vivere l’Anno della Fede, il ConsiglioNazionale decide di scegliere laFEDE come argomento di formazionedei prossimi due-tre anni. Il P. Albertochiede suggerimenti per preparare unalista organica di argomenti sulla fededa approfondire. Sono fatte varie pro-

XIII Consiglio Nazionale Amici G.C.

poste. Dato che tutte le proposte pos-sono essere valide, ma non tutte realiz-zabili, P. Alberto decide che manderà atutti una lista di possibili ar gomentisulla fede, da riavere al più presto,integrata e divisa per anni..

4 – Esercizi spirituali. I responsa-bili dell’organizzazione fanno unabreve relazione dalla quale si evinceuna buona riuscita di ambedue i corsi.

5 – Giornata di SpiritualitàSi propone quest’anno di cambiare

destinazione, andando al Santuario delBeato Pio Campidelli a Casale diRimini. Come data si sceglie il 7 apri-le. Sarà animata dal P . FernandoTaccone,superiore del Santuario.

6 – Varie ed eventuali Suggerimenti per vivere comuni-

tariamente l’Anno della Fede: - Approfondire, meditare e recitare

ogni giorno il Credo apostolico,secondo il suggerimento del papa.

- Consegnare nei gruppi schede/libretto di riflessione sulla fede, ilVangelo di Marco….

- Accendere un lume durante gliincontri della fraternità, tenere accesoun lume nelle famiglie, portare unlume quando si va a visitare gli anzianio malati dei nostri gruppi. Alle 16.00si chiudono i lavori.

Sunto della Redazione

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11PASSIONISTI, CHIESA, SOCIETÀ

PASSIONISTI

Aassembleestraordinarie

In questo periodo si sono celebratealcune assemblee straordinarie perl’elezione dei Consultori alla VitaComunitaria e Spirituale e Formazionepermanente (VCS-FP), delle ProvinceCORM, DOL, e PIET.

La prima si è resa necessariadopo che il 46° Capitolo Generale haeletto il p. Giuseppe Adobati (giàprovinciale CORM) a consiglieregenerale. Di fatto il primo consulto-re, p. Danilo Mazzoni, è diventatoprovinciale e restava vacante l’uf fi-cio Vita Comunitaria Spirituale eFormazione Permanente (VCS-FP),che l’assemblea ha af fidato al p.Luigi Vaninetti (già consultore gene-rale).

Diversa la situazione delle pro-vince DOL e PIET che hanno visto larinuncia dei due consultori eletti dalcapitolo provinciale. La provinciacampana ha eletto il p. PietroBoniello, mentre la nostra provinciaha eletto p. Marco Pasquali (giàsegretario personale del generaleOttaviano D’Egidio). L ’assembleaprovinciale PIET ha anche eletto dinuovo il primo consultore il p.Daniele Pierangioli (VFS).

CHIESA

CondannatoPaolo Gabriele

È stata emessa la sentenza a cari-co del maggiordomo personale diSua Santità, Paolo Gabriele, accusa-to di aver sottratto documenti edoggetti dagli appartamenti pontifici.La sentenza si è rivelata articolataperché ha dovuto tenere conto di una

serie di aggravanti ed attenuanti. Trale prime c’è l’abuso di fiducia, tra leseconde c’è il fatto di non avere pre-cedenti penali, e di aver agito con laconvinzione -benché erronea- di fareil bene del Pontefice.

In sede processuale, poi, si è rite-nuto particolarmente grave la sottra-zione di documenti (anche originali),mentre si è data una rilevanza mino-re agli oggetti (pepita d’oro, assegnoa nome del papa, ecc.). Ne è scaturi-ta una sentenza di condanna a 18mesi di reclusione più le spese pro-cessuali.

La pena detentiva, mancando unaccordo in materia fra Italia e StatoVaticano, viene scontata presso lecarceri vaticane.

Anche il papaentra su Twitter

La Chiesa è già abbondantementepresente su internet ed i suoi sitisono all’avanguardia per grafica,tecnologia e sicurezza, eppure laconvinzione per cui essa debba esse-re una presenza viva nell’agorà mul-timediale ha indotto il Santo PadreBenedetto XVI a compiere un nuovopasso nel mondo della comunicazio-ne e della evangelizzazione dellegenerazioni digitali.

Così all’inizio di dicembre èentrato sulla famosa piattaformasociale con un preciso intento: ris-pondere alle domande più interes-santi sul tema della fede.

In realtà, l’incarico è dato ad unsuo collaboratore che dovrà monito-rare l’attività dell’account e postare -previa approvazione del papa- le ris-poste alle domande selezionate. Inpochi giorni, e ben prima dell’inizioufficiale delle attività, l’account hasuperato quota 500.000 followers. Inrealtà, però, come sempre avvienequando ci si trova di fronte a grandiassembramenti di persone (specie inambito virtuale) molte sono personeche poco o nulla sono interessate alleattività della Chiesa e che manifesta-no una certa povertà ed aridità conmessaggi spesso banali o rasentantila blasfemia. Forse che questo hascoraggiato il pontefice ad imbarcar-si in questo nuovo impegno?Nemmeno per sogno: non sono infat-ti i sani ad aver bisogno del medico,ma i malati . E d’altra parte, perchégermogli la fede, occorre pur semi-nare il seme della Parola.

SOCIETÀ

Giovaniesemplari

Se da più parti i giovani di questitempi vengono indicati come unacategoria smarrita e priva di valori,di speranza e di fede, vale la penaprendere atto anche di alcune storieche rappresentano esempi di fede, ecostituiscono un valido motivo disperanza per la Chiesa e la societàdel futuro.

Tra questi vale la pena ricordarel’italiana Chiara Corbella (morta il13 giugno 2012) e Asia Bibi (carce-rata pachistana).

La prima, Chiara, è stata madredi tre figli, due dei quali con gravimalformazioni e morti praticamentesubito.

Chiara e il marito Enrico sonorimasti aperti alla vita a dispetto diquanti consigliavano l’aborto anchenell’ultima gravidanza (dalla qualesarebbe nato l’unico figlio sano dellacoppia) durante la quale si era sco-perta malata di un tumore chel’avrebbe portata presto alla morte.La giovane, paragonata da più partiad una moderna Maria GiovannaBeretta Molla, ha scelto la vita, sem-pre!.

La seconda, Asia, è madre di 5figli. La legge pachistana contro lablasfemia l’ha portata in carcere edora è in attesa di essere messa allaforca.

Di fronte alla possibilità diessere liberata dal carcere a condi-zione di abbracciare l’islam, questadonna fedele ha risposto di crederenell’amore di Dio al punto di esse-re felice di offrire la sua vita perLui.

È vero, il nostro tempo apparespesso povero.

Sono però persone come queste,ricche di valori di umanità e difede, a farci sperare in un futuromigliore.

di P. Lorenzo Mazzoccante

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12 CONSACRAZIONI

La consacrazione:arrivo al porto sospirato

Il 10 novembre 2012, si sono cele-brate le consacrazioni a San Nicolò aTordino, la prima consacrazione dellanostra amica polacca Elisabetta, diecirinnovi e sette consacrazioni perpetue:tra queste la mia! Nei giorni che hannopreceduto il solenne evento ho avutocura di prepararmi partecipando allaSanta Eucaristia e pregando per avereconsapevolezza della scelta che miapprestavo a vivere. Al momento dellapresentazione dei candidati, il mio“Mi hai chiamato, eccomi Signor e”,mi è venuto dal profondo del cuore. Si,eccomi, perché ora sono pronta a direil Sì davanti a Te e a tutti per testimo-niare la mia assoluta e incondizionata

fiducia in Te che sei la Luce della miavita e hai vinto la morte per sempre,per me e per tutti. “Eccomi”, perchéTu mi hai regalato ancora una grazia“speciale”, da mettere a frutto per me,per la mia famiglia, per la famigliaPassionista, ma ancora di più per tuttala mia Comunità Parrocchiale.Eccomi, Signore, ad of frirti le mieumili preghiere e la mia collaborazio-ne fattiva, per tutti coloro che sof fro-no, che si fanno un tutt’uno con GesùCrocifisso. La mia consacrazionePerpetua a Gesù Crocifisso arriva pro-prio nell’anno della fede. Mi viene inmente dal vangelo l’immagine di Gesù

sulla barca di Pietro; sicuramente cisaranno momenti di tempesta, di scon-forto, di sfiducia! Sarei meravigliatadel contrario! Questo mi ricorda leparole di un salmo: “Nelle angoscegridarono al Signore ed Egli li liberòdalle loro angustie. Ridusse la tempe-sta alla calma, tacquero i flutti delmare. Si rallegrarono di vedere labonaccia ed Egli li condusse al portosospirato” (Sal 107, 28-39).

Tiziana Di Giuseppe

La consacrazione:solo per amore

Si! Per amore e riconoscenza perGesù, che è stato il “Regista Divino”,che ha diretto la mia vita sempre verso

di Lui. Mi ha chiamata, sorretta e com-pletata come cristiana e come figlia. Ionon conoscevo l’af fascinante e pro-fondo movimento degli AGC ma Gesùha fatto in modo che io, in giro con lamia famiglia per tante città, venissiproprio qui, in Abruzzo, per conoscerela Fraternità di San Nicolò. Ne sonofelice e con tanta fede partecipo assi-duamente alle fruttuose catechesi, chemi permettono di conoscere ed amaresempre più la Passione di Gesù, miogrande amore. Ti amo, Gesù! Tu saiche nella vita ci sono tanti ostacoli cheimpediscono di dare di più; tanti ridi-colizzano le scelte che si fanno per Te,

ma io, forte del tuo Amore e dellaforza che mi infondi, vado avanti concoraggio e prego San Paolo dellaCroce che mi infiammi sempre più diamore per Te. Ricordi, Gesù, quantevolte ho desiderato di togliere dalla tuafronte quella corona di spine chepreme così tanto e di avere la Tuamano sul mio capo, per infondermicoraggio! Perdonami, Gesù, non sonodegna di desiderare ciò, ma vorreitanto abbracciarti, io, il tuo Nulla. Puravendo esperienze di un lungo cammi-no in Azione Cattolica e come catechi-sta, la spiritualità passionista mi hacambiata, mi ha resa più attenta aibisogni del mio prossimo, ha aumenta-to in me il desiderio di pregare, didonarmi e offrire a Gesù ogni cosa, daquando apro gli occhi al mattino, finoa quando vado a letto la sera. Ogniconsacrazione mi ha dato qualcosa dipiù, quindi anch’io voglio dare al mioGesù sempre di più, un impegno per lavita. Ringrazio i padri che ci guidano eche con i loro consigli, mi hanno resamigliore, spronandomi a non averpaura di dire a Gesù quanto io deside-ro amarlo e donarmi a Lui, con uncammino di santità.

Olga Orlando

Con la consacrazione,cresce ogni giornola mia unione con Gesù.

Anche quest’anno il Signore Gesùmi ha chiamata a sé e io ho risposto conla terza consacrazione al cuore adorabi-le del mio Signore, mio Dio e mio tutto;insieme a me anche tanti altri Amici diGesù crocifisso. È grazie alla consacra-zione che la mia vicinanza al Signorecresce giorno dopo giorno, come unsole che riscalda i cuori ed allontanal’inverno. Gesù, vorrei farti amarecome io ti amo anche dalle persone ame care e dal mondo intero, anche seogni mio sforzo per ora sembravano, ma con il tuo amore io continue-rò a pregare sempre per questo, a racco-gliere le forze per andare avanti giornodopo giorno, desiderando che moltitu-dini di persone aspirino a Te. Ti ringra-zio infinitamente perchè faccio parte diquesta grande Famiglia Passionistadegli Amici di Gesù Crocifisso, che tiamano come io ti amo ed insieme inostri cuori gioiscono per questo. MioDio, non mi stancherò mai ti adorarti edamarti, e di ringraziarti per tutto quelloche mi hai donato e che ancora midonerai.

Anna Maria Di Giandomenico

San Nicolò

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13CONSACRAZIONI

“Mia forza e mio canto èil Signore”.

Sono le parole che spontaneamenteho ripetuto dopo la recita del salmo 117insieme ai fratelli di Madonna dellaStella e che mi hanno riportato con ilricordo al giorno della mia consacrazio-ne perpetua, quando mi uscirono dallelabbra in un impeto di riconoscenza:ero arrivata a dire al Signore il mio “si”

per sempre. In questo ricordo del passa-to e nella gioia del presente ho vissutola giornata della consacrazione degliAGC il 28 ottobre. È stato un giorno digrazia per tutti e per me un momento diverifica della mia fede. Ventuno anni dicammino! Non sono pochi e sembranoun soffio, ma sono le tracce che mihanno bene avviato verso la metasuprema: l’eternità da conquistare nellasantità secondo la spiritualitàdell’Amore. È stato un cammino nonsempre facile; una scalata di salite ediscese, talora con qualche sosta diripensamento; poi, la ripresa alla scuoladel Crocifisso, il maestro, che guida lamia vita. In questa ottica di ricordi, ho

trascorso una giornata ricca di emozio-ni e di gioia serena insieme ai consa-crandi, ai tanti fratelli presenti, ai padripassionisti e al nostro assistente nazio-nale P. Alberto Pierangioli, che ci haaiutato a capire meglio il significatodella consacrazione, come presa dicoscienza della consacrazione battesi-male; una risposta d’amore da viverecon costanza e impegno. Sui volti diquanti ho avvicinato ho letto af fetto,gioia e condivisione. Una bella festa

vissuta insieme; una preziosa esperien-za di comunione e di fede per una caritàcostante e sempre nuova.

Margherita Padovani

“Eccomi, Signore”!È stato gratificante ritrovarsi con gli

AGC e con i religiosi Passionisti alSantuario della Madonna della Stella, inuna giornata di fede e comunione frater-na, fino a consumare il pasto in cordiali-tà e gioia. Il momento più bello l’ho vis-suto nella messa, con la Consacrazione,quando una grande pace è discesa nelmio cuore. La Consacrazione a Gesù

Crocifisso si è svoltacon la partecipazionedei fedeli che gremi-vano il santuario. Misono molto commos-sa quando P. Albertomi ha consegnato ilCrocifisso ed ho pro-nunciato la promessadi amore e santità,rinnovando l’impe-gno battesimale didonazione piena aDio. Ho compreso laprofonda importanzae la solennità del-

l’impegno di seguire Gesù Crocifisso eRisorto e vivere la sua parola nella vitaquotidiana. Ho avvertito la grandezzadel Signore e la mia povera nullità,dicendo con commozione e gioia indici-bile: “Eccomi, Signore”! Desidero rin-graziare tutti coloro che mi hanno fattoconoscere gli AGC e mi hanno condottoa questa meta. Con il mio sposoAntonio, legati da 41 anni di matrimo-nio, abbiamo aderito alla chiamata,abbiamo percorso il cammino della spi-ritualità passionista, che ci ha portati allaconsacrazione, davanti all’immaginedella Madonna della Stella, Aiuto deiCristiani. Lode al Signore Gesù Cristo,che ci sostiene nel cammino della vita.

Anna D’Alise

Emozione e frutti dellaconsacrazione

Caro padre, il 28 ottobre nella miaprima consacrazione alla Madonnadella Stella ho provato la medesimaforte emozione della mia PrimaComunione, avvenuta nel lontano1949 ma ancora viva a tanta distanzadi tempo. Mi sono sentito un fanciulloentusiasta d’incontrare Gesù come inquel tempo così lontano. Ti ringrazioinsieme a mia moglie Anna per la mis-sione che svolgi e che mi ha fattoriscoprire quanto sia bello seguire ilSignore in ogni atto della nostra vita.Aggiungo una breve riflessione, comefrutto della consacrazione. “Io in Dio,Dio in me. Rinunciando al mio domi-nio, accolgo Dio, Amore infinito. Dioresta in me. Abiuro al mio io che, pre-dominando, mi allontana da Dio e daimiei fratelli e mi fa restare solo neldeserto dell’egoismo, preludio della“morte”. Dio ha donato il Suo Figlioprediletto per amore, che, per amoreed obbedienza al Padre, ha of ferto sestesso per me sulla croce. In questavisione, oso unire le mie piccole crocialla sua Croce, accettandole serena-mente nella contemplazione della suaCroce, perché anch’io poi risor ga inLui. Apro il mio cuore al CrocifissoRisorto, perché sia il mio compagnonel nuovo cammino, che mi ha portatoa rinnovare gli impegni del battesimo,sotto lo sguardo di Maria. In questocammino di fede m’impegnerò a leg-gere e meditare la Sacra Scrittura, percapire che cosa Dio vuole da me ognigiorno, pregando di avere un colloquiodiretto con Lui e capire quanto deside-ra che io faccia, come viatico all’in-contro personale con il Dio vivente.

Antonio Ferraro

Consacrazioni Fraternità Madonna della Stella: 28-10-2012

Antonio e Anna, Marisa e Clarasi consarano a Gesù Crocifisso

Page 14: rivista gennaio febbraio 2013

14 CONSACRAZIONI

Consacrazionia Giulianova:una giornata di grazie

Le consacrazioni degli AGC sisono svolte il 25 novembre. Il P .

Alberto ha animato la giornata fin dalmattino con la preghiera delle lodi,ricordando la festa di Cristo Re, isti-tuita da Pio XI in un tempo di grandipersecuzioni contro la Chiesa in paesicattolici, come Messico e Spagna,nelle quali furono massacrati migliaiadi fedeli cristiani, molti vescovi, sacer-doti, religiosi, anche circa 30 passioni-sti. Poi il padre ci ha preparati alleconsacrazioni con alcune commoventitestimonianze di AGC che hanno fattola loro consacrazione e la vivono congrande impegno e piena dedizioneall’amore di Cristo e dei fratelli. Cisiamo ritrovati in chiesa alle 15.30 perun’ora di Adorazione e il vespro ani-mati da P. Bruno. Durante la celebra-zione eucaristica tre sorelle e un fratel-

lo hanno rinnovato la loro consacra-zione per un anno, mentre due sorellehanno fatto la consacrazione perpetua.

Per tutti noi AGC è stata una giornatadi grazie e di grande presenza delSignore. Abbiamo rinnovato l’impe-gno di mettere sempre al primo postoGesù “Crocifissorisorto” perché sia ilvero Signore della nostra vita. Insiemeai nuovi consacrati, abbiamo detto di

nuovo a Gesù: “fai di me quello chevuoi”. Ringraziamo tutti coloro che sisono impegnati per la buona riuscitadella giornata.

Pio Calvarese

La distanza dal Signore sista accorciando

Dopo un anno dalla prima consa-crazione, ho detto di nuovo sì alSignore! Posso dire che la mia distan-za dal Signore si va sempre più accor -ciando. Questo nuovo impegno assu-me un significato più forte, più tangi-bile: comincio a gustare il senso del-l’amore del prossimo e a capire quanto

è meravigliosoperdonare, ascol-tare e soprattuttopregare. Stoimparando arinunciare all’ira,a sorridere a chine ha bisogno,ma soprattutto apregare per i sof-ferenti e i lontanida Dio. Signore,accresci la fede diquesto tuo umilis-simo discepolo.Ti ringrazio peravermi chiamatonella FamigliaPassionista e rin-grazio tutti quelliche mi hanno aiu-

tato e continuano ad aiutarmi in questocammino.

Mimmo Di Eugenio

Trovare gioia e forzaùnel-la consacrazione

In un momento di grande prova edi grande sofferenza in famiglia, il miorifugio è stato l’amore di GesùCrocifisso e della Vergine Maria. Mibastava guardare Gesù sulla Croce epensare alla sua grande sof ferenza esubito mi tornava il coraggio di andareavanti. Dopo aver capito quanto èindispensabile per me ascoltare laparola di Dio e vivere alla sua presen-za, ho rinnovato la mia consacrazionea Gesù Crocifisso per trovare in Lui laforza e la gioia.

Romani Luigina

Ho assaporato il calor eù-dell’amore di Gesù

Caro padre, ti comunico la grandeserenità e gioia provate il 25 novembre,rinnovando la Consacrazione a GesùCrocifisso. Non ti nascondo di esserestata assalita dal timore di non esserecapace di impegnarmi totalmente conGesù Crocifisso e seguire il camminodegli AGC. Il mio timore è svanito piano,piano, durante la commovente celebra-zione, con l’Adorazione Eucaristica e poicon la Messa. Ho assaporato il caloredell’amore di Gesù, con la presenza ditanti fratelli, venuti a sostenerci con laloro preghiera. Chiedo ogni giorno aGesù di sostenermi nel cammino intra-preso, e di donarmi la forza di ricambiareil suo amore con una maggiore unionecon Lui durante la giornata e con lafedeltà ai miei impegni quotidiani nellafamiglia e nella vita sociale. Così non misentirò mai sola e sarò più forte nelle dif-ficoltà, che non mancano mai.

Olga Crucitti

Mi sono commossa pr o-fondamente

Il 25 novembre ho fatto con gioia laConsacrazione Perpetua a GesùCrocifisso. Quando ho ricevuto dalPadre Alberto il Crocifisso, lo StemmaPassionista e la per gamena mi sonocommossa profondamente. Ho ringra-ziato Gesù perché mi ha aiutato e miaiuta nel cammino di fede, dandomiserenità e pace interiore. RingrazioPadre Alberto e Padre Bruno, gli Amicidi Gesù della mia Fraternità e di altreFraternità e i miei familiari che hannopartecipato e mi sostengono con la pre-ghiera.

Gloria Ciabattoni

Consacrazioni a Giulianova Lido

Gioia e festa dopo la consacrazione

Page 15: rivista gennaio febbraio 2013

15CONSACRAZIONI

Consacrazioni a BariGiorni tanto attesi quelli del 17 e

18 novembre per la Fraternità AGCdi Bari; è stata una gioia accogliere lavisita di padre Alberto Pierangioli ela Presidente nazionale AGC PieraIucci.

Nella prima giornata abbiamo con-diviso con loro il momento dedicatoalla meditazione mensile accompa-gnati da uno spirito di comunione epreghiera straordinario e le parole diPiera “eravamo preoccupati per questaFraternità… e abbiamo trovato Te,Gesù fra loro…” hanno fatto esploderedentro di noi una fortissima emozioneed un desiderio maggiore di lode e rin-graziamento per l’appartenenza allaFamiglia Passionista. Non possiamoche continuare a restare uniti nella pre-ghiera alimentando la carità fraterna ela lampada consegnataci dallaPresidente nazionale ci accompagneràidealmente nel cammino in questoAnno della Fede.

Dedicato alle Consacrazioni edalla catechesi il giorno seguente: lelodi hanno avviato una giornata di fra-ternità e di emozioni seguita dallaAdorazione Eucaristica af fidando aMaria il “si” di ognuno di noi, in modoparticolare quello dei Consacrandi.Profonda partecipazione alla SantaMessa con canti e gioia per l’ammis-sione di Santina Giannattasio, inutiledire quanto grati siamo al Signore perla Consacrazione Perpetua di donGiovanni Lorusso, nostro assistente,che, avendo già conosciuto la spiritua-lità passionista attraverso eventi dolo-rosi della sua vita, in particolar modogli ultimi 5 anni fatti di ostacoli, deci-de il “si” “all’amore doloroso e doloreamoroso”. Abbiamo apprezzato leparole umili e semplici di incoraggia-mento del P . Alberto che ci hannoriempito il cuore. La sua testimonian-za con episodi riguardanti la sua vita cihanno fatto capire che l’amore perquesta Famiglia deve essere caratteriz-zata dalla profonda passione per essa eche solo Dio è l’autore di questo bene.Un momento di convivialità ha sug-gellato la giornata e preceduto la par -tenza di padre Alberto e Piera. Un gra-zie particolare al nostro fratello Marioper aver reso possibile il viaggio eaver condiviso con noi lacrime digioia.

Mi sono sempre chiesta in questiultimi anni tanti “perché?”. Un librettodi “Amici di Gesù Crocifisso” trovatoper terra mi indicava nel 2009 un per -corso sconosciuto per poi dar senso alnon-senso di quei giorni. Nella miaconsacrazione ho visto il Suo Amore

per me come risposta ai miei quesiti; ilmio “per sempre” mi ha catapultatanella Sua Misericordia. Alimenterò lamia lampada con l’olio della sofferen-za scelta per amore del mio Gesù e deimiei fratelli, mi prenderò cura dellaFraternità come una madre ha cura deisuoi figli perché non sia sciupato ildono più bello che Dio Padre mi hafatto, ho consegnato nelle sue mani lamia vita, i miei af fetti e stringendo il

Crocifisso al mio petto non potevo chedimostrargli il mio amore af fidando aLui con fiducia parte di me, i mieifigli separati da me e innalzo la mialode: “Che cosa ti r enderò, Signore,per quello che mi hai donato?Innalzo a te il mio cuore come calicedi lode e con tutte le mie forze gridograzie, Gesù, per ciò che sei perme”.

Prudenza Fallacara

Benedizione dei nuovi consarati a Bari

Formazione 2013: la fedeGennaio La Porta della fedeFebbraio Che cos’è la fede: dono di Dio e caratteristicheMarzo La fede e la ragione: le grandi domande

dell’uomoAprile Alimentare la fedeMaggio La fede di Maria: “Anche a te una spada”:

Fede e croceGiugno Vivere la fede: la fede e le oper eLuglio Difficoltà e prove della fede, Fede di AbramoAgosto La fede nei Vangeli: “La tua fede ti ha salvato”.

(Esercizi spirituali)Settembre Fede è Speranza: fidarsi e affidarsi a DioOttobre Fede è Carità:Amare con il cuore di Dio.Novembre Testimoniare la fede. Fede personale

e comunitariaDicembre Credere passionista

Page 16: rivista gennaio febbraio 2013

SOMMARIO2. P. A. Pierangioli La porta della fede3. P. A. Pierangioli La fede dono di Dio. Caratteristiche4. P. R. Cecconi Meditiamo con il vangelo di Giovanni5. Coltorti M. Grazia XVII – La santità è amore 6. P. Luciano 7. P. Luciano8. P. Luciano9. Aggregati Voce degli Amici Aggregati 10. Segreteria Sunto Verbale del Consiglio Nazionale11. L. Mazzoccante Passionisti, Chiesa, Società12-15. Vari Consacrazioni e Testimonianze 16. Direzione: Auguri e Notizie

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Morlacco Senia di Civitanova: 7-11-12; Angeletti Argentina di Macerata, consacrata perpetua: 18-11-2012;Accorroni Pasquali Armandina di Civitanova, consacrata perpetua: 05-12-12.

Gennaio-Febbraio 2013 – Anno XIV n. 1Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

BUON ANNO 2013! Carissimi AGC, iniziamo il 24° anno delle prime adesioni al MLP “Amici diGesùCrocifisso”, iniziate a ricevere il 18 marzo 1990 e che ora sono 3040. Il 6 novembre 1990, a menodi 8 mesi dalle prime adesioni, che erano già 130, p. Floriano De Fabiis, superiore provinciale, appro-vava e benediceva il movimento AGC. Vogliamo prepararci a celebrare l’anno prossimo il 25° anniver-sario, per ringraziare il Signore per quanto ha operato con questo piccolo seme. Auguro a tutto il movi-mento un anno nuovo benedetto da Dio, e una crescita di quantità, ma soprattutto di qualità e santità.Prego perché l’Anno della Fede ci aiuti ad approfondire, vivere e testimoniare la nostra fede , perintensificare il cammino di santità e l’impegno apostolico per portare altri fratelli all’amore e alla seque-la di Gesù Crocifisso Risorto. Anche noi siamo chiamati a partecipare alla nuova Evangelizzazione. L’8febbraio celebreremo la festa della Passione , per iniziare la Peregrinatio Crucis: per le Marche, lafaremo nella chiesa di S. Gabriele a Civitanova; altrove sarà fatta nelle chiese di ogni Fraternità.Assicuro il mio ricordo quotidiano al Signore per tutti voi e famiglie, nella preghiera e santa Messa,chiedo a tutti un ricordo per me davanti al Signore. Ringrazio e ricambio per gli auguri ricevuti. Auguro a voi e famiglie, vicini e lontani, un Felice Anno Nuovo pieno di benedizioni divine.

P. Alberto CP

Calendario degli Amici 31 dic. 2012: Addio comunitario al 2012 a Morrovalle: 22,00-24,00: Adorazione, Messa, Auguri.

06 gennaio: Messa e festa alla casa di riposto di Montecosaro. 13 gennaio: Primo Ritiro mensile 2013 a Morrovalle MC, 09,00 – 17,00 03 febbraio: Ritiro mensile a Morrovalle MC, 09.00 – 17,00 08 febbraio: Festa della Passione, benedizione crocifissi. Inizio “Peregrinatio Crucis” 03 marzo: Ritiro mensile a Morrovalle, 9,00-17,00.

SOS RIVISTA - Il fondo per stampa e spedizione Rivista AGC piange. Nel 2012 menodella metà di coloro che la ricevono si sono ricordati di inviare un piccolo segno di gradi -mento. Un grazie di cuore a tutti coloro che con la loro fedeltà e generosità ci danno lapossibilità di andare avanti.

pia


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