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rivista maggio - giugno 2012

Date post: 23-Mar-2016
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rivista maggio - giugno 2012
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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi SOMMARIO 2. P. A. Pierangioli Ai piedi della Croce c’è sempre Maria 3. P. A. Pierangioli Partecipare alla passione di Gesù 4. P. R. Cecconi III - Meditiamo con il vangelo di Marco 5. Coltorti M. Grazia XVI – La santità è amore di M. Maddalena Marcucci 6. Manuela Peraio VII incontro mondiale delle Famiglie: Santi sposi 7. Manuela Peraio VII incontro mondiale delle Famiglie: il lavoro come vocazione 8. P. L. Temperilli Il segno del sepolcro 9. Pia P. Candido Amantini Esorcista di Roma 10. P.L. Mazzoccante Passionisti- Chiesa e Società 11. Isabella Bomboi Coppia consacrata in Sardegna 12-13. Vari Peregrinatio Crucis 14-15 Vari Testimonianze Maggio - Giugno 2012 - Anno XIII n. 3
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Page 1: rivista maggio - giugno 2012

mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

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SOMMARIO

2. P. A. Pierangioli Ai piedi della Croce c’è sempre Maria3. P. A. Pierangioli Partecipare alla passione di Gesù4. P. R. Cecconi III - Meditiamo con il vangelo di Marco5. Coltorti M. Grazia XVI – La santità è amore di M. Maddalena Marcucci6. Manuela Peraio VII incontro mondiale delle Famiglie: Santi sposi 7. Manuela Peraio VII incontro mondiale delle Famiglie: il lavoro come vocazione8. P. L. Temperilli Il segno del sepolcro9. Pia P. Candido Amantini Esorcista di Roma10. P.L. Mazzoccante Passionisti- Chiesa e Società11. Isabella Bomboi Coppia consacrata in Sardegna12-13. Vari Peregrinatio Crucis 14-15 Vari Testimonianze

Maggio - Giugno 2012 - Anno XIII n. 3

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5 – Ai piedi della Croce c’è sempre Mariadi P. Alberto PierangioliMaggio 2012

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Sono due le icone più frequenticon cui la pietà e l’arte cristia-na rappresentano maggiormen-

te la Vergine santa: la prima è l’Iconadella Tenerezza, Maria che porta inbraccio Gesù Bambino. L’altra èl’Icona della Pietà: Maria ai piedidella croce contempla il Figlio moren-te, impietrita dal dolore, oppure strin-ge tra le braccia il corpo martoriato delFiglio, deposto dalla croce.

San Paolo della Croce ha contem-plato tutte e due queste immagini, chepoi ha compendiato nella immaginedella Madonna della santaSperanza: la Vergine che stringe tra lebraccia Gesù Bambino, che mostracon la manina una croce,mentre Maria con unamano stringe il Figlio, conl’altra gli sorregge lacroce. E’ l’annuncio delgrande mistero delCalvario.

Per approfondire laspiritualità passionista,andiamo anche noi, consan Paolo della Croce,sotto la croce, accanto aMaria, condividendo lasua partecipazione allacroce e la sua speranza. Èlì che Maria diventa laMadre della Fede e dellaSanta Speranza. Ciaccompagna il vangelo diGiovanni: “Stava pressola croce di Gesù suamadre. Gesù, vedendo lamadre e lì accanto a lei il discepoloche egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio! ». Poi disseal discepolo: « Ecco la tua madre!”(Gv 19, 25-27).

«Se si va dal Crocifisso, c’è sem-pre la sua Mamma».

Paolo aveva appreso dalla suamamma Anna Maria, una grandedevozione alla Vergine santa, che siprese subito cura di lui, salvandolo dauna caduta nel fiume Tanaro, una gra-zia che Paolo non dimenticò mai.Anna Maria parlava al figlio soprattut-to del Crocifisso, sottolineando cheaccanto alla Croce c’era sempre suamadre. La devozione mariana divenneuna componente essenziale della spiri-tualità del santo. La sua vita è piena diriferimenti, coincidenze, date e incon-tri mariani. Il 21 novembre, festa della

Presentazione al tempio di Maria, dàl’addio alla sua famiglia e a lei dedi-cherà il primo convento dei Passionistie delle monache passioniste. Già nelritiro di Castelazzo contempla Mariache prega il Padre per il felice risultatodella “santa ispirazione”. Davantiall’immagine di Maria della basilica diS. Maria Maggiore a Roma, Paolo fa il“voto della passione” e inizia la fon-dazione della famiglia passionista.Paolo trova Maria “soprattutto ai piedidella Croce”. Se la passione rivela ilsupremo grado dell’amore di Gesú alPadre e al mondo, la contemplazionedi Maria Addolorata ci fa ammirare lavera grandezza della Regina dei

Martiri, accesa di uguale amore versoil Padre e verso gli uomini, partecipequindi della stessa opera di salvezza,tanto che Paolo poteva dire che “ildolore di Maria è come ilMediterraneo, dal quale si passaall’oceano sterminato della Passionedi Gesú”. I due mari formano un sologrande oceano di dolore e di amore. Ilfiglio e la madre appaiono inseparabilidalla culla alla croce.

Paolo suggerisce di offrire al Padreil sangue di Gesù e le lacrime diMaria; perché solo nel martirio di tuttie due egli ripone ogni speranza di sal-vezza. Per questo non cessa di augura-re che « la Passione di Gesú e i doloridi Maria siano sempre nel nostrocuore». Esortava a «mischiare le penedi Gesú con i dolori di Maria», a farneun solo «fascetto di mirra», da offrire

al Padre.La spiritualità di Paolo con serva

una grande unità d’indirizzo: porta aDio per mezzo del Verbo incarnato,cro cifisso e risorto, Figlio di Maria,elevata, come madre, a una unioneunica ed essenziale con Dio.

Maria nel Mistero PasqualeMaria è presente nei tre momenti

fondamentali del mistero cristiano:l’Incarnazione, il Mistero Pasqualee la Pentecoste. In particolare, Mariaha vissuto il Mistero Pasquale diGesù, fatto di morte e di vita, di umi-

liazione e di gloria, nelmodo più profondo e piùintimo di tutti. Maria erapresente sul Calvario conun gruppo di donne, malei era lì come «suamadre» e questo cambiatutto e la pone in unasituazione diversa dallealtre donne. A lei fu chie-sto qualcosa di molto piùdifficile: accettare eoffrire al Padre il sacri-ficio del Figlio. Ellaaccettò l’immolazionedel Figlio e come sacer-dote della NuovaAlleanza, offrì al Padre laVittima divina. Quandosentì il Figlio che diceva:“Padre, perdonali, per-ché non sanno quello

che fanno” (Lc 23, 34), ella capi cheil Padre chiedeva anche a lei di dire lestesse parole e ripeté queste parole:perdonò e offrì. Questo ci fa capirel’importanza teologica e spiritualedella presenza di Maria Addoloratanella spiritualità passionista.

Maria è stata sempre “modello,aiuto e conforto” a tutti i santi passio-nisti, religiosi e laici per vivere la spi-ritualità passionista: deve essere lastessa cosa anche per noi AGC. Comela spiritualità passionista non puòessere solo “devozionale”, ma“pasquale”, così deve essere la nostraspiritualità mariana. Maria deve essereispirazione e modello nel nostro cam-mino di fede, mediatrice di grazia,sostegno nelle difficoltà, dall’iniziodel cammino alle porte del cielo.

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In copertina: Sepolcro vuoto del Beato Angelico

Maria ai piedi della Crocepresso la famiglia Menecozzi a Trodica

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Il doloree il Crocifisso

Dio, creando l’uo-mo come essere libero,gli ha dato la libertà diaccettarlo o di rifiutar-lo. Rifiutando Dio,l’uomo non fa male aDio, ma solo a se stes-so, perché introduce nelmondo ogni male, finoalla morte fisica e spiri-tuale. Ma Dio che, peramore, non ha potutoevitare il male umano,ha fatto molto di più; haspinto il suo amore finoa farsi uomo in Gesùper prendere su di sé leconseguenze del peccato, fino allamorte, dando a noi la grazia sia perevitare il peccato che per viverne leconseguenze in modo positivo.Questo è il senso del Crocifisso, chetrasforma il dolore e la morte in unascelta libera e in un atto d’amore.Gesù, per amore, ha accettato unavita piena di sofferenze, fino allamorte in croce (Gv 10,17-18).Questo è uno dei misteri più grandidella nostra fede. (Confr. GabrieleCingolani: “Soffrire passionista” inRiv. AGC, n.2 2005).

Il merito maggiore di san Paolodella Croce è avere scoperto che “ilmistero della croce è la via mae-stra della santità”. Nessuno, comelui, ha sottolineato tanto che la santi-tà implica la conformazione alCrocifisso, per “completare nellapropria carne quello che manca aipatimenti di Cristo per la salvezzadell’uomo” (confr Col 1,24). Giànella prima pagina del suo diario aCastellazzo, Paolo parla della comu-nione con il Cristo crocifisso: «Permisericordia del nostro caro Diodesidero solo d’esser crocifisso conGesù». Questo è il programma e lachiave per interpretare la sua vita e ilsuo pensiero. Anch’egli può ripeterecon l’apostolo Paolo: «Sono statocrocifisso con Cristo. Vivo, ma nonio, vive invece Cristo in me» (Gal2,19-20). La partecipazione alla pas-sione di Gesù, come conformazioneal Crocifisso, è il tema centrale deldiario e di tutta la sua vita. Il motivopiù forte che lo spinge ad accettare ildolore fisico e spirituale è il deside-

rio di diventare sempre più simile alSignore crocifisso, che «in tutta lasua vita non ha fatto altro chepatire». Il desiderio di parteciparealle pene di Gesù è talmente forteche teme che le sue sofferenze pos-sano finire e prega Dio di «nonlevargli mai i patimenti». Il misterodella nostra partecipazione allacroce di Cristo si basa sul misterodel corpo mistico di Cristo: se siamomembra del corpo mistico di Cristonon possiamo non partecipare allacroce del nostro capo.

Dolore e amore

Non è in sé il dolore che uniscel’anima a Dio, ma è l’amore con cuiesso è vissuto. Il dolore è la «provapiù profonda e più convincentedell’amore». Di questa unione inti-ma tra dolore e amore il santo parlacontinuamente nel suo diario e nellelettere. Il dolore non è per lui unadisgrazia, ma la possibilità di mani-festare l’amore al Signore crocifisso,per diventare una cosa sola con Lui epartecipare alla sua opera di salvez-za. Egli accetta gioiosamente lacroce, perché è la croce del suoSignore. Scrive: «So che dico al mioGesù che le sue croci sono le gioiedel mio cuore».

La funzione purificatrice deldolore e la possibilità di aiutare Gesùa portare la croce sono i motivi chespingono il santo a scrivere: «Vorreidire che tutto il mondo sentisse lagrande grazia che Dio fa, quando

manda dapatire, emassime quando ilpatire è senza confor-to, perché allora l’ani-ma resta purificatacome l’oro nel fuoco ediviene bella e leggeraper volarsene al suoBene». Il desiderio di«essere crocifisso conGesù» è il motivo piùprofondo per sopporta-re ogni specie di dolore.

Nella maturità,quando parla del dolo-re, sottolinea di più lameta alla quale arrivareper rassomigliare alCristo paziente.Completa così una

celebre frase di Santa Teresa:«Credo che la Croce del nostrodolce Gesù avrà posto radici piùprofonde nel vostro cuore e che can-terete: “Patire e non morire”; oppu-re: “O patire o morire”: o ancorameglio: “Né patire né morire”, masolamente la totale trasformazionenel divin beneplacito».

La partecipazione alla Passionedi Gesù non è né masochismo, né undolorismo senza senso: essa consistenell’accettare con serenità e fiduciala croce di ogni giorno, come crocedi Cristo. Come Cristo con la croce èentrato nella gloria del Padre e hasalvato il mondo, così il cristiano,partecipando alla «croce di Cristo»,raggiunge la perfetta unione con Dioe partecipa alla salvezza di tutti. E’questo uno dei punti centrali dellaspiritualità passionista. “Per cru-cem ad lucem”. Preghiamo ilSignore che ci doni i panni secondoil freddo. Ci aiuti ad accettare conamore ogni sacrificio e a non vederemai nella prova un castigo di Dio, asentirci amati anche quando siamochiamati a partecipare alla passionedi Gesù. Il passionista aspiraall’unione piena con Dio in Cristoiniziata nel battesimo e, per questo,accetta le sue sofferenze con amore,come sofferenze di Cristo. Si sente,come santa Gemma, “frutto dellapassione di Gesù, un germogliodelle sue piaghe”. E spera di poterportare gli stessi frutti delle piaghedi Cristo, che ora non sono più dolo-rose, ma gloriose.

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6 – Partecipare alla passione di Gesùdi P. Alberto PierangioliGiugno 2012

Festa della Passione a Civitanova

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ovunque vada. Inquesto episodio,Pietro fa esattamenteil contrario. Anzichérinnegare se stessoper seguire il Cristofino in fondo, rinnegaGesù per salvare lapropria vita. A questopunto esce versol’atrio, segno checomunque si sente inpericolo… Da segna-lare il primo canto delgallo che avvieneproprio ora. Questoavrebbe potuto giàrisvegliare in Pietro lapredizione di Gesùcirca il suo rinnega-mento (14,30), maegli non se ne accorgeneppure. È troppochiuso in se stesso;interessato solo adivincolarsi dallasituazione imbaraz-zante in cui si è venu-to a trovare.

Nonostante Pietro sisia allontanato, laserva non demorde edora lo mette veramen-te in imbarazzo. Nonsi rivolge più al primodei Dodici, ma ai presenti e ripetuta-mente dice: «Costui è uno di loro!».Pietro rinnega di nuovo e lo fa piùvolte. Alle ripetute dichiarazioni delladonna seguono le replicate negazionidi Pietro.

La situazione ora sembra precipitareperché sono i presenti che si rivolgonoall’apostolo dicendogli: «Veramente seiuno di loro». Sono pressoché sicuri chesia lui, anche perché hanno riconosciutola sua provenienza galilaica. A questopunto Pietro reagisce in modo ancorapiù forte rispetto alle due precedentioccasioni. Inizia ad imprecare, cioè adinvocare su di sé la maledizione divinaqualora non dica la verità. Poi, non sod-disfatto, giura, afferma cioè la veritàdelle sue dichiarazioni facendo appelloalla testimonianza di Dio. Pietro affer-ma di non conoscere «quell’uomo».Prende tutte le distanze da Gesù e mani-festa fino a che punto sia incapace dicondividere il suo cammino. Segue ilsecondo canto del gallo.

La parola di Gesù suscitail pianto di Pietro

È in questo momento che il nostroprotagonista si “sveglia” dal “torpore”

in cui era piombato e la sua attenzionepassa dall’ansia di salvare la propriavita alla parola che Gesù gli avevadetto precedentemente: «Prima che ilgallo canti due volte, tre volte mi rin-negherai» (14,30). Pietro dunque siricorda della parola di Gesù, si rendeconto di quanto si sia allontanato dalui e piange a lungo. Nelle sue lacrimepossiamo scorgere non solo il doloredell’apostolo, ma anche un primopasso verso una rinnovata comunionecon il Signore.

La Buona Notizia

Nel cammino del cristiano può suc-cedere di trovarsi in situazioni in cuivivere il vangelo fino in fondo può pro-vocare qualche forma di persecuzione, avolte anche violenta. In questi momentipuò subentrare la paura che può condur-re a prendere le distanze dal Signore e arinunciare a confessare apertamente ilsuo nome. Quando il battezzato cede aquesta tentazione non viene abbandona-to da Dio. La sua parola può illuminarlosu quanto si sia allontanato da Gesù (Sal119,105) e ricondurlo alla comunionecon lui (cf. Es 19,5).

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Carissimi Amici, proseguendola nostra meditazione sullaPassione del Signore in

Marco, siamo giunti al rinnegamentodi Pietro. Procediamo con la lettura-ascolto del brano scritturistico.

Mentre Pietro era giù nel cortile,venne una delle giovani serve delsommo sacerdote e, vedendo Pietroche stava a scaldarsi, lo guardò in fac-cia e gli disse: «Anche tu eri con ilNazareno, con Gesù». Ma egli negò,dicendo: «Non so e non capisco checosa dici». Poi uscì fuori verso l’in-gresso e un gallo cantò. E la serva,vedendolo, ricominciò a dire ai pre-senti: «Costui è uno di loro». Ma eglidi nuovo negava. Poco dopo i presentidicevano di nuovo a Pietro: «È vero,tu certo sei uno di loro; infatti seiGalileo». Ma egli cominciò a impreca-re e a giurare: «Non conosco que-st’uomo di cui parlate». E subito, perla seconda volta, un gallo cantò. EPietro si ricordò della parola cheGesù gli aveva detto: «Prima che duevolte il gallo canti, tre volte mi rinne-gherai». E scoppiò in pianto.

Pietro rinnega Gesùper salvarsi

Nel vangelo di Marco, il rinnega-mento di Pietro viene presentato comeun evento che accade mentre Gesù sitrova dinanzi al sinedrio. Il secondoEvangelista mette dunque in forte con-trasto l’atteggiamento di questi duepersonaggi: nel momento in cui Gesùconfessa apertamente la sua identitàmessianica e la sua figliolanza divina(14,61-62), Pietro nega di conoscere«quell’uomo».

Mentre l’apostolo si trova nel corti-le a scaldarsi, viene visto da una servadel sommo sacerdote. Essa, fissatoloattentamente, gli dice: «Anche tu ericon il Nazareno, con Gesù».All’affermazione della donna seguepuntualmente la negazione di Pietro:«Non so e non capisco che cosa dici».Il verbo usato per il rinnegamento deldiscepolo è praticamente sinonimo diquello che troviamo in 8,34. In quelpasso, Gesù, dopo aver annunciato perla prima volta ai discepoli la propriamorte e risurrezione (8,31), dichiaraloro (e alla folla) che chiunque vogliaandare dietro a lui deve essere dispo-sto a rinnegare se stesso, a prendere lapropria croce e a seguirlo. In quel con-testo, rinnegare se stesso significaprendere le distanze da sé, non pensarea se stesso. Solo così ci si può far cari-co della croce e seguire il Signore

4 III - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MARCOIl rinnegamento che la Parola trasforma in pentimento (14,66-72)

di P. Roberto CecconiCP

Il rinnegamento di Pietro

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da tiepide fervorose, da fervorose asante, senza neanche accorgersene,l’unica spiegazione è che tutto ciòpuò avvenire solo ai piedi di GesùCrocifisso. Solo le pieghe di Gesùc’insegnano come si deve amare!

La croce,riposo dell’anima

Maddalena Marcucci ci suggeri-sce di sedere tranquillamente ariposare all’ombra di questo sacroalbero, letto dove ha riposatol’Amore dopo aver compiuta la suamissione, e ai cui piedi ha riposatoanche Maria Santissima, nel suosupremo dolore. Prima però dipotersi riposare si dovrà salire làdove la natura non trova né attratti-va, né incoraggiamento. Non sideve turbare l’anima per nessunacosa perché tutto ciò che le serviràlo troverà in Gesù Crocifisso. Nonservono libri e parole, l’animaamante preferisce stare ai piedi diun Crocifisso, il libro dei libri dai

cui si ascolta la voce delMaestro dalla sua cattedradi dolore; dove c’è sacrifi-cio e sangue non c’è biso-gno di parole: quanta effi-cacia e fecondità ha ilsilenzio ai piedi di Cristomorto per amore degliuomini! Chi è giunto a que-sto punto vorrebbe farconoscere a tutti che sol-tanto qui si trovano i beniche le creature non possonomai darci. Lontano dallaCroce l’amore sarà semprepoco e avrà sempre unqualcosa di individuale.Quando invece un cuorearde di amore per il Dio delCalvario, scompare tuttociò che è imperfetto o sa diegoismo. L’anima apre lebraccia e accoglie tutti, per-ché vede che tutti valgonolo stesso prezzo: il Sanguedi Cristo!

Molti si meraviglianonel vedere chi si sacrifica,col sorriso sulle labbra, perfar giungere a tutti, senzaeccezione, la loro carità;ma coloro che hanno incon-trato l’amore del Dio delCalvario, capiscono subito

tutto. Gesù Crocifisso comunica,alle anime che lo contemplano conassiduità e amore, la sapienza dellacroce che è la più alta scienza. NelCrocifisso si estingue la sete disapere. Quella che insegna Gesùimmolato per noi, è una scienzaviva che penetra, convince, illumi-na e opera meravigliose trasforma-zioni.

La Croceè il prezzo delle anime

La morte del Figlio di Dio ci rive-la il valore dell’anima nostra, contutte le ricchezze che contiene in sé.

Considerando quanto vale unDio, si capisce quanto vale l’animanostra, comprata col suo sangue ela sua morte. Questo grande miste-ro di bontà lo ha capito colui cheama e che per questo disprezzatutto: gli basta il Crocifisso.

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“Nessuno ha un amorepiù grande di colui chedà la vita per i suoi

amici” (Gv 15,13)

Il fuoco del vero amore siaccende nell’anima di quellapersona che ascolta e con-stata questa verità ai piedidella Croce, da dove Cristocontinua a ripetere che il suoamore per noi è giunto almassimo, di più non si pote-va. Solo Gesù ha dato la vitaper ognuno di noi e l’amorenon può essere ripagato senon con l’amore, un amoreche non avrà riposo finchénon giungerà a dare tutto perLui.

La Madre MaddalenaMarcucci, ci fa notare cheGesù ha confermato con lasua morte l’affermazionedell’amore grande che è unLui, questo perché non sidebba dubitare del fatto chesiamo proprio noi uomini,l’oggetto del suo immensoamore. La Madre giunge asostenere che le anime chehanno compiuto impreseeroiche, per la gloria di Dio,lo hanno potuto fare perché si sonointrattenute a contemplare ilCrocifisso, nella solitudine di unacappella, dove la presenza di GesùSacramentato sembra dar vitaall’immagine che lo rappresentainchiodato in Croce, come vivonell’Ostia, per immolarsi continua-mente per noi.

Contemplando gli occhi di Gesùmorto per amore, anche le nostreopere si purificano e divengonoopere compiute solo per amore, persuo amore!

Quante lotte possiamo vincerese nel cuore è acceso l’amore versoil Dio del Calvario!

L’anima che ama veramenteDio conosce tutte queste verità peresperienza e si sente istintivamenteattratta verso la fonte di tutte le sueenergie: Gesù pendente dallaCroce.

É come se una forza segretal’attirasse verso di Lui: Quandosarò innalzato sulla croce, attireròa me tutti cuori (Gv 12,32).Quando vediamo anime divenire

XV - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci

I CARATTERI DEL DIVINO AMORE: amore a Gesù Crocifisso

di Maria Grazia Coltorti

La crocifissione di Gesù

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6 VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

SANTI SPOSI

Breve memoria di alcune cop-pie che con la loro testimo-nianza ed il loro sangue hannotestimoniato Cristo e costruitola Chiesa.

CLAUDIO e ILARIAsposi, e figli

Claudio, Ilaria ed i figli Giasonee Mauro sono tutti celebrati dal‘Martirologio Romano’ il 3 dicem-bre. Claudio era un tribuno dell’eser-cito, che mentre interrogava dei cri-stiani condannati, alla vista di unmiracolo da loro operato, si convertìal cristianesimo insieme alla moglieIlaria i figli e 70 soldati. Informatodell’avvenimento, l’imperatoreNumeriano (283-284) dispose cheClaudio fosse gettato in mare conuna pietra al collo, mentre i due figliGiasone e Mauro con i 70 soldati,furono condannati alla decapitazio-ne. Affranta dal dolore Ilaria, nonpoté recuperare il corpo del marito,ormai perso in mare e mentre siaccingeva a seppellire i corpi deisuoi figli, venne arrestata e prima diessere uccisa, ottenne di fermarsi apregare; durante la preghiera fu mar-tirizzata. I sepolcri di Ilaria, Giasonee Mauro esistevano nel VII secolo

sulla via Salaria. Queste poche note,forzatamente raccontano solo la finecruenta ma fulgida, di una famigliacristiana nell’epoca delle persecu-zioni romane, nulla sapendo dellaloro vita vissuta nella società impe-riale.

MARCELLINOe MANNEAe CONPAGNI

I coniugi Marcellino e Manneapatirono il supplizio con il figlioGiovanni presso l’odierna Costanzain Romania, sulle rive del Mar Nero.

Diciassette membri della comu-nità cristiana vennero denunciati algovernatore, essendosi opposti aldecreto imperiale che imponeva lorodi sacrificare agli idoli. Tra i cristianioggetto di denuncia ci furono il tri-buno Marcellino, sua moglieMannea e due loro figli. Tutti furonocondotti in catene dinnanzi al gover-natore a Tomi. Questi tentò di per-suaderli ad obbedire alla legge, maal loro rifiuto vennero condannati adessere gettati in pasto alle fiere nel-l’arena. Il governatore tentò un ulti-ma volta di salvare loro la vitadomandando: “Non vi vergognate dionorare un uomo messo a morte eseppellito centinaia di anni fa perordine di Ponzio Pilato?”. Questaprovocazione non ebbe però alcuneffetto sui condannati anzi suscitòuna esplicita professione di fedenella divinità di Gesù Cristo. Cosìgli intrepidi cristiani vennero deca-pitati

Marcellino e Mannea non sonoche una della miriade di coppie disposi che nella storia dell’umanitàhanno scalato le vette della santità,anche se spesso si tratta di casi poconoti al grande pubblico.

AURELIO e NATALIA, FELICE e LILIOSA

Natalia visse durante l’occupa-zione musulmana a Cordova, cen-tro del califfato ommiade (756-1091). Cristiana di fede, sposòAurelio giovane dalla solida for-mazione cristiana. Essi vivevano daperfetti cristiani ma senza farsi

riconoscere dai musulmani. Latestimonianza di fede dei cristianiperseguitati ed uccisi per la fedesuscitarono in loro il desiderio disubire anch’essi il martirio perCristo. Ma c’era un impedimentoall’ardore di fede dei due coniugi,le due piccole figlie di cinque e ottoanni, che rimaste sole sarebberodiventate musulmane, secondo lalegge. Allora decisi, le portarono adun monastero ‘lasciando denaro asufficienza per il loro mantenimen-to.

C’era anche un’altra coppia cri-stiana, che aveva gli stessi ideali,Felice e Liliosa, tutti e due figli digenitori, mori di razza, ma cristianidi religione, a loro si aggiunse undiacono Giorgio, monaco di S.Saba di Gerusalemme, giunto inSpagna per chiedere elemosine peril suo monastero Anche Giorgiosentì il desiderio di dare la propriavita per Cristo; i cinque si accorda-rono affinché le due donne andas-sero nella moschea a viso scoperto,facendosi così riconoscere comecristiane;. Furono tutti arrestati ementre le due coppie spagnolefurono condannati a morte, Giorgioessendo straniero, venne rilasciato.Ma non era quello che desiderava.Allora si mise ad offendereMaometto e quindi venne decapita-to insieme agli altri quattro, il 27luglio dell’852 a Cordova.

di Manuela Peraio

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7VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

Il lavoro come vocazionedi Manuela Peraio

Il lavoro è un diritto-dovere cheva garantito ad ogni uomo. Laqualità della convivenza civile

dipende dalla capacità di garantirequesto diritto -dovere a ciascun citta-dino.

Il valore della fatica quotidiana,non si esaurisce nel perseguire un utileper sé (il servo infingardo) ma aprirsi atutti quei valori che fanno del lavoroanche un impegno di giustizia e solida-rietà sociale, verso i colleghi, la fami-glia, le categorie più deboli, in altreparole un servizio. «Tornerà ad onoredella società rendere possibilealla madre, senza discrimina-zioni psicologiche o pratiche, didedicarsi alla cura e all’educa-zione dei figli secondo i bisognidifferenziati della loro età»(GIOVANNI PAOLO II,Laborem exercens, n. 19.)

Fare il possibile perché illavoro diventi un’esperienzaumanizzante e non idolo,diventi una vocazione. Nel lavoro c’è un’ “impron-ta divina”, in esso continuail mistero della Creazione (ilPadre), è presente unadimensione pasquale, laperseveranza nelle difficoltà(il Figlio), è mezzo piùcomune per santificarci per-ché con esso contribuiamoall’opera dello Spirito pertrasformare il mondo nelregno di Dio.

«La competenza professionale,da migliorare ogni giorno, così comeil prestigio derivante da un lavoroben fatto, sono modi per testimonia-re la forza e l’attrattiva del Vangelo.Ma la competenza rimarrebbe sterilese non fosse accompagnata da ungrande spirito di servizio. ScrivevaEscrivá: “Lavoriamo, e lavoriamomolto bene , senza dimenticare chela nostra arma migliore è l’orazio-ne... Dobbiamo essere delle animecontemplative in mezzo al mondo,che cercano di trasformare il mondo

in orazione”» (MARDEGAN S.,Verso la santità attraverso la profes-sione)

C’è l’ “impronta della persona”,è la persona che dà dignità al lavoro enon viceversa. Il valore di una personadipende da ciò che è e non da quelloche fa. «Dio non conferisce ad Adamoed Eva soltanto il potere di procreareper perpetuare nel tempo il genereumano, ma affida loro anche la terracome compito, impegnandoli adamministrare le risorse con responsa-

bilità. In questo compito l’uo-mo e la donna hanno sin dal-l’inizio, uguale responsabili-tà. A questa unità dei due èaffidata da Dio non soltantol’opera della procreazione e lavita della famiglia, ma lacostruzione stessa della sto-ria» (GIOVANNI PAOLO II,Lettera alle donne)

C’è infine l’ “improntadella famiglia umana”. Nellavoro è inscritto il profilodella solidarietà: “nel” lavoroe “con” il lavoro e la fatica diogni uomo. La solidarietàspinge a farsi carico del benedi tutti, del superamento delgrande divario tra ricchi epoveri; oltre ogni egoismoindividuale; oltre la tentazio-ne di pensare a se stesilasciando che gli altri siaggiustino.

La famiglia al centro della Via Crucis del Papa al ColosseoIn occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie quest’anno le meditazioni per la Via Crucis del VenerdìSanto sono state scritte da due coniugi. Si chiamano Danilo e Anna Maria Zanzucchi, focolarini, iniziatori delmovimento Famiglie Nuove. Nel testo che introduce le quattordici stazioni i due parlano più volte dei problemidella famiglia e delle croci che giorno dopo giorno noi tutti siamo chiamati a portare. Quella del Santo Padre diquest’anno è una via crucis che tocca da vicino l’intera umanità e la quotidianità di ogni uomo. “Come ogni cri-stiano, anche ogni singola famiglia ha la sua via crucis – si legge nell’introduzione -: malattie, morti, dissestifinanziari, povertà, tradimenti, comportamenti immorali dell’uno o dell’altro, dissensi con i parenti, calamitànaturali. Ma ogni cristiano, ogni famiglia, in questa via di dolore, può rivolgere lo sguardo fisso a Gesù, Uomo-Dio”. Una riflessione particolare viene dedicata ai tradimenti. Come Gesù il coniuge tradito vive nel cuore “leferite della fiducia tradita, della confidenza smarrita, della sicurezza svanita”. E allora non resta che chiedere alSignore “quella forza che permette di non giudicare a mia volta, di non soccombere”. Ma Gesù con il suo patireci ha salvato e ora tocca a noi non cadere vittime della “nostra superbia”. “Vogliamo sempre aver ragione, umi-liamo chi si sta vicino, anche chi ha legato la propria vita alla nostra”. Non solo: “viviamo spesso anestetizzatidal benessere, senza impegnarci con tutte le forze a rialzarci e a rialzare l’umanità. Ma possiamo rialzarci, per-ché Gesù (dopo essere caduto per la terza volta – IX stazione) ha trovato la forza di rialzarsi e riprendere il cam-mino”. Gesù viene inchiodato sulla croce davanti agli occhi di sua madre e “sulla croce ci ha insegnato adamare”. “Guardandoti lassù sulla croce – si legge nella meditazione alla XI stazione – anche noi come famiglia,sposi, genitori e figli stiamo imparando ad amarci e ad amare, a nutrire tra noi quell’accoglienza che dona sestessa e che sa essere accolta con riconoscenza”.

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Viviamo sotto il segno del sepol-cro. Sia esso tumulo o fornet-to, il cimitero è il luogo della

nostra memoria dove rinverdiamoaffetti, perdono o rancori. E’ il luogoove ritroviamo la nostra identità lenostre radici, o parte di esse. E’ illuogo del rispetto sacro o del disprez-zo barbarico dell’altro, del diverso, delnemico.

Qualcosa di simile doveva essereil sepolcro di Gesù la sera di quelvenerdì dove il suo corpo era statosepolto. Per i nemici era il luogodell’ultimo possibile imbroglio delrabbi di Nazareth. Per gli amici era illuogo in cui la memoria degli annitrascorsi col maestro siera piegata alla piùcupa disperazione. Iprimi infatti mettono leguardie per evitarespiacevoli sorprese isecondi si allontananosapendo che al corpomartoriato non aveva-no potuto rendere nem-meno l’ultima cura: lapulizia del corpo.

Maria e le altredonne che quella matti-na dopo il sabato sirecano al sepolcrovogliono soltanto svol-gere l’ultimo atto dipietà di una storia vis-suta intensamente matragicamente termina-ta, l’attimo ultimo percurare il luogo dellamemoria in cui ritorna-re per ripercorrere glianni vissuti con Gesù Nazzareno.Escono di fretta spinte dal desideriodi fare quell’ultimo gesto di amore.Escono anche disorganizzate. C’è dimezzo quella enorme pietra che chiu-de il sepolcro. Chi potrà toglierla? Manel silenzio della notte tutto è giàaccaduto. Dio si è ripreso il suo spa-zio nella storia dell’uomo: il sepolcroè vuoto!.

Hanno rubato il corpo, pensano,stranamente come i nemici farisei.Quest’ultimi per paura di una profe-zia realizzata e di un potere che nuo-vamente vedono in pericolo. Loro, ledonne, forse pensano ad un ultimosfregio fatto dai nemici per togliere dimezzo definitivamente Gesù, detto ilCristo, anche alla pietà degli amici.Arrivano Pietro e Giovanni e si ren-dono conto che il corpo non è statotrafugato. Ci sono quel sudario e

quelle bende accuratamente piegate aparte che dicono di qualcuno che èuscito spogliandosi e quasi ripiegan-do quei inutili e pietosi vestiti dimorte. Pietro sembra interrogarsi sor-preso su questi segni incomprensibili,solo Giovanni, il discepolo che Gesùamava, a quel punto crede. Quelsepolcro vuoto diventa per lui l’evi-denza che appunto il sepolcro è vuotoperché il Cristo è vivo.

Gesù è vivo. Appare a volte conchiarezza ai discepoli, a volte confon-dendosi con i personaggi del viverequotidiano: il giardiniere, il pellegri-no, l’uomo sulla riva del lago. Apparea chi lo cerca, come Maria di

Magdala. Appare anche a chi non locerca come i discepoli di Emmaus.Non appare, almeno il vangelo non lodice, a chi, di fronte all’interrogativodi quel sepolcro vuoto, ha preferito larisposta sbrigativa e menzognera: “idiscepoli l’hanno portato via dinotte”. Spiegazione possibile ma eral’unica spiegazione che sapevanofalsa. Non si sono lasciati interrogareda quell’assenza, da quella sorpresa,da quel mistero. Hanno preferitoriportare tutto nella banalità dell’ov-vio esistenziale, delle piccole furbiziedi modesti imbroglioni. Non hannofatto spazio alla sorpresa di Dio.

Quel sepolcro vuoto lascia ancorainterrogare la storia dell’uomo.Qualcuno pensa che, prima o poi,quel corpo trafugato sarà riscopertoda qualche archeologo. Qualche altrocrede che il sepolcro vuoto sia leg-

genda. Ma, si obietta, come potevaessere leggenda un fatto che poi, nellapredicazione sarà annunciato conforza dagli apostoli ed essere quindi aconoscenza di tutti?

Ecco allora che quel sepolcrovuoto diventa segno per intravederequalcosa di “Altro” e di “Oltre” perchi si interroga sull’orizzonte dellavita. Per chi ama come Giovanni ecome Maria di Magdala. Per chiricerca un senso che appaghi la setedi infinito, come i discepoli diEmmaus. Chi si rassegna al momentopresente cercherà una risposta cheacquieta e non turba, anche se sirende conto che non soddisfa appie-

no. Chi vuole interrogarsi sul serioascoltando invece i desideri del pro-prio cuore può comprendere che ci èdata una possibilità imprevista edimprevedibile di speranza perché siapre un nuovo orizzonte, quello dellavita. Misteriosa, ma desiderata.Invisibile ma reale.

Il sepolcro allora diventa non soloil luogo della memoria degli affetti odei rancori troncati diventa il luogodella memoria di un sepolcro che sisvuota perché dirà S. Paolo “si semi-na materiale, rinasce spirituale”. Ilsepolcro è solo un grembo che si aprealla vita. E non è soltanto una fantasiadel cuore perché quello che si spera ègià successo. Basta leggere i segni delsepolcro vuoto di Gesù: il Vivente.

([email protected])

IL SEGNO DEL SEPOLCRO

di Luciano Temperilli

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9Un famoso esorcista di RomaP. Candido Amantini Passionista.

Il 21 marzo 2012, i resti mortalidel passionista padre Candidosono stati traslati dal Cimitero

romano del Verano al Santuario dellaScala Santa, con una celebrazionesolenne presieduta da mons.Marcello Bartolucci, Segretariodella Congregazione per le Causedei santi.

Padre Candido è il “famosoesorcista di Roma” e grande diret-tore spirituale. Nacque a BagnoloGR, il 31 gennaio 1914 da GiovanniBattista e Diolinda Fratini. Fu bat-tezzato il 7 febbraio e gli fu impostoil nome di Eraldo. Conobbe iPassionisti durante una missione daloro predicata a Bagnolo e se inna-morò. A dodici anni entrò nel semi-nario minore dei Passionisti aNettuno (Roma). Nel 1929 frequentail noviziato sul Monte Argentario,sotto la guida di un santo maestro, ilvenerabile P. Nazareno Santolini.Prende il nome di Candidodell’Immacolata e alla fine del novi-ziato fa i voti religiosi.

Consegue la licenza in Teologiapresso la Pontificia Università“Angelicum”. Ordinato sacerdote il13 marzo 1937, frequenta ilPontificio Istituto Biblico per lalicenza in sacra Scrittura. Dotato dibuona intelligenza e di un’ottimaconoscenza del greco, aveva impara-to l’ebraico, il sanscrito e il tedesco.Dal 1941 al 1945 insegna ebraico eSacra Scrittura agli studenti passio-nisti. È un insegnante molto apprez-zato e ricercato, per cui dal 1947 al1960 viene trasferito nella casageneralizia di Roma per insegnarenello studio internazionale deiPassionisti.

Nel maggio del 1961 la sua salu-te ebbe un crollo, dovette sospenderel’insegnamento e subire un lungoricovero ospedaliero. Si riprenderà,ma cambierà completamente attività.Mentre era insegnante, saltuaria-mente affiancava il confratello P.Alessandro Coletti, esorcista nelladiocesi di Arezzo, facendo i primiesorcismi sotto la sua guida. Iniziòad avere anche contatti con padrePio da Pietrelcina.

Dal 1961 alla morte resta nellacomunità della Scala Santa svolgen-

do il ministero di esorcista. Perlungo periodo fu l’unico esorcista diRoma. A lui ricorreva un gran nume-ro di persone che facevano la codaper essere accolte, incominciando amettersi in fila fin dalle prime oredell’alba. Alla profonda dottrinauniva quei carismi di cui il Signorelo aveva arricchito con abbondanza.Aveva un grande discernimento percapire le persone e ciò di cui aveva-no bisogno. Spesso con le sue pre-ghiere ed il carisma di preveggenzadi cui era dotato, aiutava chi ricorre-va a lui anche per situazioni materia-li disastrose.

P. Candido era ricercato soprat-tutto come padre spirituale, unaguida di anime che purtroppo oggimanca spesso, mentre si parla moltodi psicologia e poco di anima. La suaparola tranquilla e sicura, era attesacon grande avidità e seguita da molticon fedeltà. Insegnava agli altri uncammino cristiano generoso e fede-le, come lo viveva lui stesso.

La sua preghiera andava assai aldi là delle prescrizione della regoladel passionisti. Nella notte si recavain cappella per fare un’ora di adora-zione eucaristica. I fedeli si accalca-vano per assistere alla sua messamattutina. Il suo amore alla

Madonna era profondo e sen-tito e lo manifestava soprat-tutto con la recita del rosario.Ne è testimonianza l’unicolibro che ha scritto, “Il miste-ro di Maria” (Ed. Dehoniani1971).

Le caratteristiche di P.Candido erano il sorriso, laserenità che manteneva anchementre esorcizzava e l’inalte-rabile pazienza che aveva conle folle che volevano avvici-narlo.

Nel 1986, su insistenza delcardinal Ugo Poletti, P.Gabriele Amorth, oggi cono-sciuto in tutto il mondo, simise alla scuola di P. Candidoper apprendere ed esercitare ilministero dell’esorcistato.

Negli ultimi anni della suavita, la salute andò sempre piùpeggiorando e furono neces-sari frequenti ricoveri ospeda-lieri. Sentiva la morte ormai

vicina e ne parlava con serenità.Passava lunghi momenti immersonella preghiera e assente da tutto.Assistito dai confratelli, morì santa-mente alla Scala Santa, il 22 settem-bre 1992.

È stata effettuata la traslazionee ricognizione canonica dei restimortali del P. Candido in vista del-l’inizio del processo canonico perla sua beatificazione. Durante que-sta ricerca, si procederà a racco-gliere le testimonianze di tantifedeli che lo hanno conosciuto eseguito, per provare se effettiva-mente P. Candido ha vissuto ingrado eroico le virtù cristiane.

Tutta la vita del servo di Dio èstata costantemente rivolta versoCristo e la Madonna. Il frutto di que-sto amore lo manifestava nella suadirezione spirituale di tante animebisognose che si rivolgevano a lui.

Era noto che dei tanti fedeli chevenivano da lui solo il 2% avevadavvero bisogno di esorcismi. Lagrande maggioranza aveva bisognodi una sicura guida spirituale, perfare un sereno cammino di fede.Per questo il P. Candido potrà esse-re esempio e guida non solo degliesorcisti, ma di tutti i sacerdoti.

P. Candido esorcista verso gli altari

di Pia

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laici che «potranno rendere testimo-nianza con le scelte personali e nellavita familiare e nel lavoro» (il testointegrale del messaggio del p.Generale è disponibile sul sito).

CHIESA

Il Messaggio di Benedetto XVIper la quaresima 2012

“Prestiamo attenzione gli uni aglialtri, per stimolarci a vicenda nellacarità e nelle opere buone”: è il temascelto da Benedetto XVI per ilMessaggio della Quaresima 2012. Ilpapa, partendo dall’osservazione dellasocietà attuale, così segnata dall’indi-vidualismo e dall’egoismo sottile dichi chiama rispetto della riservatezzail disinteresse dai bisogni del prossi-mo, sviluppa il suo messaggio attornoa tre punti chiave: l’attenzione all’al-tro: perché si annunci a questa societàche “il bene esiste e vince”; la recipro-cità: poiché la nostra esperienza “ècorrelata a quella degli altri”; il cam-mino di santità: che si realizza facen-do a gara “nella carità, nel servizio enelle opere buone” (il testo integraledel messaggio è disponibile sul sito).

Gli attentati di Pasqua:tra religione e politica.

Nuovi attentati in Nigaria, controla minoranza cristiana. La motivazio-ne però non va ricercata soltanto nel-l’intolleranza religiosa, ma anche neltimore che i leader mussulmani hannodi una potenziale perdita dell’identitàreligiosa del Paese governato dal pre-sidente Goodluck Jonathan, cristiano.Gli attentati quindi non solo sono uncolpo inferto agli infedeli, ma ancheun colpo inferto al governo, che sivorrebbe sovvertire.

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SOCIETÀ

II Marò: una vicendasempre più complicata.

Si complica la vicenda di due maròitaliani che, chiamati a garantire lenostre imbarcazioni da possibili aggres-sioni di pirati, avrebbero aperto il fuocosu un’imbarcazione ritenuta ostile inacque internazionali, e che sarebberostati accusati di aver sparato su pescato-ri indiani all’interno delle loro acqueterritoriali. Dove sta la verità? Fino aqualche tempo fa si riteneva che fosseuna manovra del governo per dimostra-re di avere una politica forte verso igoverni stranieri. Ora però spuntano glistudi balistici sull’imbarcazione deipescatori e le armi dei nostri marò chesembra costituiscano prova inequivoca-bile della colpevolezza dei militari ita-liani. Appare quindi sempre più remotala possibilità di un processo in Italia.

I rimborsi elettoralie la Crisi della Lega.

La Lega nord è nell’occhio delciclone per la questione dei finanzia-menti pubblici dei partiti. E già c’èchi si scandalizza e chiede di aboliretali rimborsi. In realtà, come sottoli-neato da Crozza nella trasmissioneBallarò del 10 aprile 2012, questirimborsi erano stati aboliti nel 1993.In seguito furono reinseriti perché ilcapitale investibile nella campagnaelettorale di un imprenditore comeBerlusconi era decisamente superio-re a quello di altri leaders politici.Quindi il rimborso tutto sommatocontribuisce al pluralismo politicotipicamente italiano. Tuttavia non sispiega come siano effettuati rimborsidi oltre 35 milioni a fronte di spesedocumentali di 3,5 milioni (è il casodella Lega). E mentre cadono le testedei leaders storici del carroccio e sisfalda il cerchio magico, viene dachiedersi se il “super-rimborso”abbia riguardato solo questo partito,o si siano verificati casi simili anchein altri. In questo caso potremmosperare che Monti recuperando talidenari e li usi per abbassare l’IMU.

PASSIONISTI-CHIESA-SOCIETÀ

PASSIONISTI

150° anniversariodella morte di San Gabriele

Ricorre quest’anno il 150° anni-versario della morte di san Gabriele esiamo tutti chiamati ad una particolarepreghiera al nostro santo. Presso ilSantuario i festeggiamenti andrannoavanti per l’intero anno e sono previ-ste numerose manifestazioni. Tra que-ste vale la pena segnalare l’inaugura-zione, lo scorso 10 marzo, della nuovabiennale di arte sacra della Stauròs daltitolo “di annuncio in annuncio”, allapresenza del card. Gianfranco Ravasi;la festa della famiglia Passionista (il 2giugno), la festa del Pellegrino (il 13luglio), la festa per il 100 anniversariodella fondazione dell’Eco di SanGabriele (il 1 settembre). Per questoanno anniversario, poi, laPenitenzieria Apostolica ha concessola possibilità di lucrare l’indulgenzaplenaria, alle solite condizioni, pertutti coloro che visiteranno il santua-rio e parteciperanno ad un’azionelitur-gica. I festeggiamenti in onore delnostro santo riguardano tutto il mondopassionista. In particolare ricordo latendopoli venezuelana dal titolo“Questo mondo è per te?” e l’ordina-zione del p. Raffaele nella nostra par-rocchia di S. Matteo a Varsavia (il p.Raffaele è noto ai passionisti italianiper aver completato gli studi a Roma,nello studentato teologico interpro-vinciale (STIP).

Pasqua 2012.Gli auguri del generale

In occasione della Pasqua, il p.Ottaviano D’Egidio, superiore gene-rale ha indirizzato una lettera diauguri all’intera famiglia passionistanella quale ci esorta ad essere testi-monianza della Sua verità che èamore, sia con le parole che con lescelte personali e comunitarie.Questo messaggio è diretto anche ai

di P. Lorenzo Mazzoccante

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11CONSACRAZIONE ECCEZIONALE

DI UNA COPPIA IN SARDEGNA

Isabella Bomboi e Davide Naso il9-12-2011 si sono consacrati persempre a Gesù Crocifisso, nella lorochiesa parrocchiale di Siniscola(NU) in Sardegna, per mezzo del P.Antonio Annechino passionista,autorizzato dal P. Alberto. Avevanoiniziato la consacrazione agli eserci-zi spirituali del 2006, a S. Gabrieleinsieme a Sofia di 5 anni. Poi l’arri-vo di Gemma e di Zelia ha impeditodi tornare agli esercizi. A fine mesesta per arrivare la quarta stella,Agnese Maria. Prima della consa-crazione, Isabella ha letto ai presen-ti la seguente testimonianza.

“Benedico il Signore perché, nellavita della nostra famiglia, si è fattoconoscere secondo una sapienza “stra-na” al nostro modo di pensare: nel2003 io mi sono ammalata e, nella sof-ferenza, ho scoperto come dono gran-de, la grazia di potermi “offrire” alSignore. Ho sperimentato l’abbracciodi Gesù crocifisso, che mi ha fatto sco-prire il desiderio di rispondere al donodi Gesù con il dono della mia vita epoi ho scoperto la presenza e l’aiuto didue angeli particolari: S. GemmaGalgani e S. Gabriele dell’Addolorata.Insieme con loro ho imparato a percor-rere la strada dell’Amore che si donae, per questo, risorge, un Amore chenon si spaventa della croce, ma è capa-ce di assumerla, trasfigurarla in sal-vezza e condividerla con tutti coloroche l’accolgono. Mi ha molto aiutatoin questo desiderio passionista, la pre-ghiera di lode e adorazione che avevoincontrato e fatta mia nel RnS. Perdiversi anni “l’amore che si offre” e“la lode che benedice” mi hannoistruito e guidato pur attraverso moltedifficoltà e sofferenze. Attraverso diesse, Gesù mi ha aiutato a riconoscerlopresente ed operante, la sua parola miha illuminato e sostenuto, approfon-dendo in me il desiderio di esseredono. Qualche anno dopo, P. Alberto,poi mio padre spirituale, mi ha aiutatoa concretizzare un atteggiamento eduna consapevolezza sempre più similia quella di Gesù, nell’affrontare evivere la quotidianità con tutte le suedifficoltà e sofferenze.

Tante volte il Signore, pur inmomenti delicati, ha rallegrato me eDavide nel farsi scoprire nostro soste-gno nelle difficoltà e nella sofferenza.Per questo abbiamo cominciato afidarci di Lui, di questa “via nuova”che si apre davanti a noi, come Amicidi Gesù Crocifisso. Nel luglio del2006 una bimba che attendevamo èvolata in cielo e abbiamo di nuovosperimentato la sofferenza e la mortema al tempo stesso anche l’invito chia-

ro a lasciarsiplasmare dal-l’amore di Gesù.

A g o s t o2006: la datadella mia primaconsacrazione aGesù crocifisso,negli esercizispirituali pressoil santuario di S.Gabriele e poi lagrande gioiadella nascita diGemma prima edi Zelia poi. Conquello che ilSignore ha per-messo nellanostra vita,posso testimo-niare che la miasalute fisica, un tempo molto fragile, èmolto migliorata e quella spirituale èmolto più attenta e disponibile a scor-gere, nelle prove di ogni giorno, lapresenza misericordiosa del Signoreche sostiene, consola, perdona, liberae guarisce tutti coloro che in qualchemodo si rivolgono a Lui. Adesso io eDavide siamo qua, consapevoli dellagrazia che ci è stata concessa e dispo-nibili a vivere pienamente il nostrobattesimo come cristiani, collaboratoridi Gesù, ai piedi della sua croce e nellacomunità della Chiesa. Ci fa coraggiola consapevolezza dei nostri limiti edelle difficoltà di ogni giorno ma chesentiamo riempite e risolte, portate aperfezione dal suo amore misericor-dioso. In questa gratuità che stiamoscoprendo sempre più, vogliamoanche noi offrire la nostra vita e chie-dere di essere ancora di più consacratia Gesù. Siamo certi che ci aiuterà lasua grazia e la presenza di tutti coloroche sono e giungono ai piedi dell’amo-

re crocifisso e risorto. Ringraziamoognuno di voi per la vostra presenza,vi chiediamo di ricordarvi di noi nellevostre preghiere… noi lo faremo pervoi.

Isabella e Davide

“Mio carissimo padre, inizialmen-te non ero contenta di fare la consacra-zione qui in Sardegna e sopratuttosenza di te, ma poi il Signore mi hafatto capire diversamente. Non è statodato nessun annuncio in parrocchia;hanno partecipato alla consacrazionecirca 40 persone, da noi invitate, tutteprofondamente commosse. Io eDavide eravamo molto emozionati,con la sensazione di essere dei veriprivilegiati, scelti da Dio per la suagrande misericordia. Io ero più emo-zionata e consapevole del giorno delnostro matrimonio. Padre Antonio èstato bravissimo in tutta la celebrazio-ne preparata con tanta cura, dalle lettu-re ai canti. È molto difficile narrarequegli attimi, posso solo augurare atutti quelli che si accingono a fare laconsacrazione perpetua quello cheabbiamo provato noi. Sopratutto augu-ro che tutti gli Amici di GesùCrocifisso, che hanno il grande privi-legio di partecipare regolarmente agliincontri (non come noi così lontani)capiscano il grande dono e si impegni-no a santificarsi ed essere di esempio atanti altri. A te chiedo preghiera perchèpossiamo essere dei veri passionisti,attivi dove e come vuole il Signore. Daparte nostra per ora ci stiamo impe-gnando a rendere viva la spiritualitàpassionista sopratutto nelle nostrebimbe, Sofia, Gemma, Zelia e Agnese,che sta per arrivare a fine mese!

Isabella

La gioia della consacrazione di Davide e Isabellacon il P. Antonio Annechino

Isabella con Sofia, Gemma,Zelia in attesa dell’arrivo di

Agnese Maria

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12 LA PEREGRINATIO CRUCIS NELLE FAMIGLIE

Gesù Crocifissoaccolto a Sulmona

Quest’anno abbiamo dato vitaalla Peregrinatio Crucis anche noi aSulmona. Abbiamo comprato uncrocifisso, che è stato portatoall’altare in processione dagli AGCe messo al centro dove è statobenedetto dal parroco ed è restatoper tutta la messa. Mi ero prodigatatanto per questo evento ma ilSignore mi ha chiesto di rinunciarciperchè a letto con una grande feb-bre. Don Magloire mi ha detto chequesta Quaresima iniziava bene perme! Ma io mi sono sentita come se,dopo aver partorito, mi avesseroportato via il bambino. Comunqueho offerto tutto con gioia alSignore. Abbiamo iniziato poi laPeregrinatio Crucis nella casa diLucia che ci ha accolto con fede egrande ospitalità. È stato un incon-tro di profonda riflessione sulsignificato di essere cristiani oggi esul significato stesso della Croce.Tutti hanno portato un contributo:il parroco, don Carmine, il vice-parroco, don Magloire, le suore,che hanno animato i canti con lachitarra e un gruppo di laici. Tuttiuniti ai piedi della Croce. Dopoqualche titubanza iniziale e i ripe-tuti inviti del parroco, la gente hacominciato ad aprirci le porte eadesso abbiamo tutto il tempo di

Quaresima impegnato. È statomeraviglioso, se si pensa che fino apoco tempo fa questo era quasiimpensabile a Sulmona. Rendiamograzie a Dio. Ho gravi difficoltà disalute per seguire la Peregrinatioma ci tengo tanto e non ho il corag-gio di lasciarla! La cosa che contadi più per me è di portare GesùCrocifisso nelle case dei fratelli piùbisognosi di luce e conforto.

Cinzia Agnitelli

Peregrinatio presso le“colonne” di Giulianova

Dopo la Solennità della Passionei due Crocifissid e l l aP e r e g r i n a t i oCrucis hannoiniziato a visita-re due sorelleanziane, colonnedella Fraternità,che non possonopiù partecipareagli incontri permotivi di salute.La prima è Lina,che è sempreunita a noi con lapreghiera. Èstata lei a inse-gnare a noi più

giovani come comportarci nellaFraternità e come capire l’importan-za della preghiera. Era responsabiledella Peregrinatio Crucis e ci diceva:“Siamo in quaresima, dopo la pre-ghiera dobbiamo andare via in silen-zio e dire alle famiglie che ci accol-gono di non offrirci niente”. Laseconda è Concettina, una donnabuona e umile. Era sempre la primaad arrivare agli incontri anche con ilfreddo. Ogni anno attende con gioiail giorno che le portiamo ilCrocifisso. Siamo felici di averequeste sorelle così esemplari: nonsiamo noi a donare loro qualcosa,ma sono loro che donano a noi fede,speranza e tanta carità.

AGC

Gesù Crocifissonon mi lascia mai sola

Ringrazio Gesù Crocifisso cheanche quest’anno è venuto in casamia. Nella quaresima il Crocifissoviene a visitare le nostre famiglie,risveglia e riscalda i nostri cuori.Accogliere il Crocifisso è sempreuna grande gioia, anche se la miafede è debole in confronto del gran-de amore di Gesù per noi. Ho prega-to Gesù di accrescere la mia fede e diaccogliermi così come sono. Provoserenità, quando lo portano via, per-ché so che Lui è sempre con me, seio faccio tutto con LUI, per LUI, inLUI.

Pina Mastropasqua

Linda e Silvana accolgono ilcrocifisso per Sulmona

Lina stringe a séGesù Crocifisso

Gli AGC di Giulianova ricevono il Crocifissodal parroco Don Ennio Di Bonaventura

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13TESTIMONIANZE

A tu per tucon Gesù Crocifissoper la prima volta

Sono Cinzia, la ragazza chesuona l’organo nella chiesa di santaMaria a Mare a Giulianova.Quest’anno, per la prima volta, hoaccolto nella mia casa il Crocifisso.Un’emozione indescrivibile!Quando il Crocifisso è stato sistema-to al centro della stanza, sono stataferma ad osservarlo: ho pensato atante cose belle e brutte della miavita, ma ho pensato specialmente aGesù che nei momenti brutti mi èstato vicino e mi ha aiutato a supe-rarli. Durante la preghiera, osserva-vo il Crocifisso che sembrava illu-minarsi e con la sua luce ci circonda-va di amore infinito. Eravamoimmerse nella preghiera, con un tra-sporto mai provato. Abbiamo prega-to per persone bisognose, in partico-lare per mio nipote Samuele, affetto

da un ritardo neurologico. IlCrocifisso è rimasto con me tutta lanotte illuminato da un cero.Era bel-lissimo.Quel cero sembrava la fiam-ma della vita! Gesù è la nostra vitaed è lui che ha dato la sua vita pernoi. Quella notte, ero sola a casa; perla prima volta non ho avuto paura,perché con me c’era Gesù!Ringrazio con tutto il cuore Pina egli AGC che mi hanno dato la possi-bilità di avere il Crocifisso in casamia.

Cinzia Ferrigni

Adesso finalmentesono serena

Caro padre, ho provato grandegioia nel ricevere Gesù Crocifissonella mia casa. Desideravo da tantotempo questo incontro di preghieranella mia famiglia. Grazie alla fami-glia passionista ho rinnovato la mia

fede, che mi fa scoprire labellezza della vita. Senzala fede, vediamo tuttobuio, con essa vediamo lavera luce che nessunopuò descrivere e capire.Con il cammino passioni-sta ho visto la luce verache Gesù ha messo nelmio cuore. Adesso sonoserena, anche quando nelmio cuore non mancanole prove.

Annita

Piccoli gestiche ci cambiano

Caro padre, il martedì non lavo-ro, per questo posso fare qualcosa inpiù per gli altri; così una sera, dopoaver partecipato alla messa insieme amio marito, sono andata a visitareRosa, una vicina di casa molto mala-ta e le ho chiesto se voleva pregarecon me la via crucis, perché siamo inQuaresima. Ha accettato subito eabbiamo pregato in 4 persone. Allafine lei piangeva di gioia e mi hainvitato a tornare. Un’altra sera sonoandata da Maria, un’altra malata

vicina di casa. Anche conlei abbiamo pregato la ViaCrucis e poi piena di gioiaanche lei mi ha invitato atornare. Poi con mio maritosono andata all’incontrodel gruppo degli AGC aFossacesia. Ho volutocomunicare queste piccoleesperienze perché ho capitoche, aiutando gli altri, aiu-tiamo anche noi stessi acrescere nell’amore e nellafede.

Maria Loreta

Il Crocifissoabbatte ogni divisione

Nella parrocchia di SanGabriele a Civitanova, abbiamoavuto due bellissimi incontri di pre-ghiera davanti a Gesù Crocifisso,uno con il gruppo del RNS e l’altrocon il gruppo Ancilla Domini.

Noi AGC abbiamo pregato emeditato insieme a loro, scambian-doci le nostre emozioni davanti allaCroce. Abbiamo sentito che Gesùdall’alto della sua Croce ci abbrac-ciava tutti. Ci siamo sentiti protetti,amati e uniti come se fossimo uncuor solo e un’anima sola. Si respi-rava una pace e un amore che sololo Spirito Santo poteva dare. In untempo di divisioni e di lotte, la pre-ghiera davanti al Crocifisso haannullato ogni divisione e diversi-tà.

Pina BaraGesù Crocifisso da Cinzia

Germana di Civitanovaaccoglie Gesù Crocifisso

Amici di Civitanova davanti al Crocifissocon altri fratelli

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14 TESTIMONIANZE

Ricordando Giuseppe,uomo di grande fede

Giuseppe Palmieri di Fratta diMontefalco PG è deceduto l’11 aprile2012, dopo lunga sofferenza. Giànovizio passionista, faceva parte degliAGC dal 7-08-1991, consacrato per-petuo a Gesù Crocifisso il 28-04-2002. Uomo di grande fede, eraimpregnato di spiritualità passionista.

Per il nostro gruppo era e rimane unacolonna portante. Più volte l’ho chia-mato al telefono e gli chiedevo pre-ghiere per il gruppo e per le necessitàdi ogni componente. Rispondeva chegià lo faceva sempre. Quando era inospedale sono andata a trovarlo: par-lando del Crocifisso aveva gli occhilucidi. Ha sofferto molto in questi ulti-mi anni, ma da vero amico di GesùCrocifisso. Giuseppe era proprio unabellissima figura; spero che non sistanchi mai di pregare per noi dalluogo dove si trova, che non può esse-re che il paradiso.

Renata

Questo è essereAmici di Gesù Crocifisso

Caro padre, san Paolo della Croceha posto Gesù Bambino adagiato suuna croce, come hai messo sul nume-ro di dicembre della rivista. E’ cosìche dobbiamo vivere quel momento

di calda tenerezza di un bimbo, che èla Vita e non nasce per vivere ma perdare la vita. Anche nella nostra fami-glia i momenti di ansia e di angosciasi sono addensati intorno alla gioia diun bimbo che nasce. Ma tutto è graziae Cristo ci insegna che la vita è undono e che il dono di amore più gran-de passa attraverso il dolore. Senza ildolore sofferto nelle proprie carni noncomprenderemmo mai quella crocepiantata sul Golgota e quel grido al

Padre di Colui che dal seno del Padreè uscito a unire sulla croce la vita e lamorte, la gioia e il dolore, la dolcezzadel natale e l’obbrobrio di un pettosquarciato. Siamo parte di quellacroce ogni giorno e nel legno che,conficcato aterra, svettaverso l’alto, èl’anelito deldolore delnostro cuoreverso il cielo.Quella croce diGesù è anche ilnostro legno,dove, confittiper amore,anche noi spa-lanchiamo lenostre bracciaal mondo inte-ro, per offrireanche il nostropezzetto dicroce a Dio per

amore dei fratelli. Questo, penso, è unpo’ essere Amici di Gesù Crocifisso.Avere una piccola parte della croce diGesù è il dono più bello che forse cheGesù poteva farci.

Flora

Amici di Gesù Crocifissonel Trentino

Caro padre, ho ricevuto il materia-le che ha inviato per iniziare l’incon-tro del nostro piccolo gruppo per lalectio divina passionista. In breve fac-ciamo così. Diamo la priorità al van-gelo del giorno e poi leggiamo lameditazione mensile dal libro “Voisiete miei amici”. Ci sono momentidi silenzio; poi facciamo la condivi-sione e consegniamo al Signore lepreghiere che lo Spirito Santo ci sug-gerisce e che tante persone ci chiedo-no. Sarebbe bello che il nostro grup-petto diventasse passionista. IlSignore ci chiama a una grande mis-sione per la famiglia. Per quantoriguarda la consacrazione a GesùCrocifisso, mi rimetto ai tuoi consigli.Ho letto sulla rivista che sarà chiaritala posizione degli Aggregati.Ringrazio il Signore che mi ha fattoconoscere questa strada, dove Gesùmi fa scoprire sempre più il suo amoree mi indica la strada per giungere allapiena fede. Ti affido questo gruppettodedicato a s. Gemma, perché ci aiuti afare nascere ciò che Dio vuole da noi.Sarebbe bello che i Passionisti fosseroconosciuti nel Trentino.

Franca

Amici di Gesù Crocifisso di Trodica, intorno al Crocifisso

Amici di Gesù Crocifissoal Centro sociale di Cascinare FM

Page 15: rivista maggio - giugno 2012

15TESTIMONIANZE

Insieme versola consacrazione

Il cammino con gli AGC mi haconvinto che senza Gesù non sapreipiù vivere. La mia conversioneavvenne portando sulle spalle l’urnadi San Gabriele quando venne aFossacesia; mi sembrò un segno delcielo quando fui invitato a far partedegli AGC. Piano, piano, ho com-preso il sacrificio di Gesù Crocifissoe il mio compito di amarlo e farloamare, amando il prossimo. Hoancora tanti difetti, ma ringrazio ilSignore se ora mi sto preprando afare la terza consacrazione.

Franco Caravaggio

Ho sempre amato Gesù, maavevo timore della Croce e quandovedevo la statua dell’Addolorataprovavo una tanta tristezza. Oggi midico che non avevo capito niente.Grazie agli AGC della fraternità diFossacesia, stringo a me la Crocecon tanto amore per Gesù che hadato la vita per me e mi preparo allaterza consacrazione con mio marito,seguendo la spiritualità passionista.

Anna Maria Di Clemente

50 anni di vita insieme

La fraternità di Giulianova hafesteggiato con Gloria e Antonio un

traguardo molto importante, il 50°anniversario di matrimonio, in unabellissima celebrazioneEucaristica. Il nostro parroco D.Ennio ha ribadito che è una graziadi Dio essere ancora insieme dopo50 anni! Le difficoltà non mancanomai nella vita ma ogni croce porta-ta sulle spalle insieme al Signorediventa più leggera! Non sonomancati gli auguri inviati da padreAlberto, letti da Gloria con tantaemozione e gioia indicibile. Nonpoteva mancare un ringraziamentoal Signore perché ha chiamatoGloria negli Amici di GesùCrocifisso e quest’anno con la con-sacrazione perpetua aderirà piena-mente al carisma passionista.

Olga Erasmi

Un vero Amico Aggregato

Carissimo padre, sono l’amicodi Gesù Crocifisso Riccardo, dallaCalabria. Purtroppo, la lontananzafisica rende difficoltoso il rapporto,ma non ha, naturalmente, la forzadi sminuire l’unione di spirito. Edallora, proprio in forza di tale«unione», io intendo confermartiesplicitamente la mia adesione alMovimento “Amici di GesùCrocifisso” in qualità di «aggrega-to», con grandissima gioia.Ringrazio il Signore di avermi fattoconoscere la spiritualità passioni-sta. Ritengo che la «riscoperta»

della centralità del mistero pasqua-le nella nostra vita di ogni giornosia la più grande Grazia che possia-mo ricevere.

Riccardo Scerbo

I primi 10 consacratia Bari

Finalmente anche la Fraternitàdi Bari ha avuto il 22 gennaio 2012il suo primo gruppo di 10 consacra-ti nelle mani del nostro assistenteDon Giovanni Lorusso, delegatodal P. Alberto. I giorni passano male emozioni di quel momento sonovive e ben scolpite nei nostri cuori.È come se qualcuno avesse posto ilsuo sigillo. Siamo giunti al giornodella consacrazione con tanta sof-ferenza nel cuore per le prove chela vita ci presenta ogni giorno, madinanzi a Gesù tutto è svanito. Lanostra anima è stata pervasa da unagioia immensa, che ha colmatotutto il vuoto lasciato dalla soffe-renza. Oggi la vita scorre serena

come prima, con i suoi problemi,ma oggi sentiamo di avere una mar-cia in più. Sentiamo la presenza delSignore più costante, che vigila,cammina e vive con noi e noi conLui. È una sensazione bella che cifa sentire protetti, sicuri e ci spronanel cammino.

Lorenzo e MariellaGloria e Antonio

nel 50° di matrimonio

Teresa e Vittorioper 50 anni insieme

Prime 10 consacrazioni a Bari

Page 16: rivista maggio - giugno 2012

RIVISTA E POSTINI. Le poste ci rimandano a pagamento le riviste non recapitate. I nuovipostini appena manca qualcosa nell’indirizzo, rimandano indietro la rivista, con scritta:Sconosciuto, indirizzo inesatto. Se il nome e cognome sulla rivista non è uguale a quello della portadi casa, respingono la rivista. È una doppia spesa inutile e perdita di tempo, per avere chiarimenti,con telefono, lettere, messaggi…. Vi prego di aiutarmi, controllando bene l’esattezza dell’indirizzo.Se è tutto esatto, parlate e protestate con il responsabile dell’ufficio postale locale. Grazie.

P. Al

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Palmieri Giuseppe, Madonna della Stella, 11-03-12, consacratoperpetuo. P. Paolo Podda Passionista, Scala Santa Roma: 24-3-2012, guida e amico dei laici passionisti.

Maggio-Giugno 2012 – Anno XIII n. 3

Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa

Esercizi spirituali per AGC e laici impegnatiCentro Spiritualità S. Gabriele (Te) Tel. 0861.9772101 - 0861. 97721

I corso: 6 agosto (Ore 16,00) – 11 agosto (Pranzo): per tutti. Tema: La Fede.

Guida: P. Alberto Pierangioli e P. Bruno de Luca

II Corso: 15 agosto - (Ore 16,00) – 20 ag.: per famiglie

Tema: Formazione e Testimonianza

Guida: P. Luciano Temperilli e P. Alberto Pierangioli

Prenotazione: P. Alberto Pierangioli: P. San Gabriele 2- 62010 Morrovalle MC – C. 349.8057073 – albertopier@tis-

Madonna della Stella PG: 24 giugno 2012

Nel 150° delle apparizioni della Madonna della Stella al piccolo “Righetto”,gli Amici di Gesù Crocifisso vanno a ringraziare la Vergine santa, che nel-l’agosto 1989, nel suo santuario, ispirò l’inizio del MLP Amici di GesùCrocifisso. Gli Amici di G.C. si prenotano presso il proprio coordinatore.Riferimento: P. Alberto Pierangioli.Programma: Ore 8,30: Arrivo al santuario – Preghiera delle Lodi.Conferenza del P. Luciano Temperilli, rettore del Santuario. Ore 11,00:Messa presieduta dal Superiore Generale, P. Ottaviano D’Egidio. Pranzo alsacco – Pomeriggio: Visita ad Assisi.

Calendario degli Amici

06 maggio: Ritiro e consacrazioni a Morrovalle16 maggio: S. Gemma Galgani: Monache Passioniste Loreto, ore 21,0010 giugno: Ritiro mensile a Morrovalle MC24 giugno: Pellegrinaggio degli AGC alla Madonna della Stella PG


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