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Università degli Studi di Siena MASTER IN

Date post: 29-Nov-2021
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1 Università degli Studi di Siena Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze MASTER IN FISIOTERAPIA APPLICATA ALLO SPORT TESI: “l’infortunio nella danza classica e contemporanea: analisi delle cause, delle differenze e dei punti in comune tra le 2 discipline”. Relatore Prof. Cristiana Conti Tesi di MASTER di: Francesco Gandolfi Anno Accademico 2011.2012
Transcript

1

Univers ità degli Studi di Siena

Dipar timento d i Scienze Mediche , Chirurgiche e

Neuroscienze

MASTER IN

FISIOTERAPIA APPLICATA ALLO SPORT

TESI: “l’infortunio nella danza classica e contemporanea: analisi delle

cause, delle differenze e dei punti in comune tra le 2 discipline”.

Relatore

Prof. Cristiana Conti

Tesi di MASTER di:

Francesco Gandolfi

Anno Accademico 2011.2012

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RINGRAZIAMENTI:

- Mia moglie (e collega) Mariella.

- La relatrice di questa tesi Cristiana Conti.

- Il ballerino Marco Vesprini, il coreografo e maestro Julien Lestel ed il

suo corpo di ballo di Marsiglia (Francia).

- I maestri Michele Villanova, Anita Magyari e Maria Francesca Garritano

(tutti ex primi ballerini teatro alla scala di Milano).

- Gli allievi della scuola di danza Area Dance di Milano (in particolare

Monica Vesprini e Giada Lucini) ed il suo responsabile, maestro

Giuseppe Galizia).

- L’impiegato del mio poliambulatorio Marco Tavella.

- La ballerina (e collega) Lucrezia Danelli e le maestre Orietta Boari e

Marcella Previde Massara.

- I colleghi responsabili del master in fisioterapia sportiva dell’università

degli studi di Siena Silvia Bielli e Giuseppe Plebani.

3

ABSTRACT:

Introduzione La realizzazione di questa tesi nasce dall’interesse verso lo

studio di metodologie più specifiche per migliorare l’aspetto riabilitativo nel

mondo della danza, così come evidenziate dalla ricerca (nelle varie proposte

metodologiche di riabilitazione presenti in letteratura), e dall’esperienza del

tirocinio, nel corso della quale è stato possibile rilevare nozioni per

incrementare la qualità della pratica riabilitativa all’interno del contesto

specifico individuato. In particolare, sono stati considerati la tipologia, le cause

di infortuni e le differenze degli stessi tra danza classica e contemporanea.

Obbiettivi A partire da tali premesse, lo studio si è posto come obiettivo

l’analisi dei possibili fattori correlati al rischio di infortunio dei ballerini nelle

due discipline, in particolar modo sono stati presi in considerazione: (1)

quantità e qualità dei carichi, (2) livello di controllo del “core stability”, (3)

qualità di consapevolezza corporea.

Materiale e metodi La ricerca è stata condotta attraverso due fasi: una prima

revisione della letteratura scientifica presente relativamente all’argomento

(confronto ed analisi dei vari articoli pertinenti le possibili cause prese in

esame nello studio e possibili correlazioni tra esse, stimato in percentuali) e

un’analisi quantitativa di tipo descrittivo di dati raccolti direttamente sul

campo, nel corso del periodo di tirocinio, attraverso la somministrazione di un

questionario ad un campione di maestri, allievi della scuola e del corpo di ballo

(allievi e professionisti).

Risultati Da questa preliminare indagine è emerso che, nella prevenzione

all’infortunio, (1) non sembrerebbe esserci un vantaggio particolare

nell’iniziare dalla danza classica o viceversa per poi cambiare stile e che non

esiste uno stile più o meno stressante a livello fisico; (2) il rischio di infortunio

aumenta per una pessima gestione dei carichi indipendentemente dal danzare

4

contemporaneamente, durante la settimana, con ore di classico o di

contemporaneo; infine, (3) una scarsa consapevolezza corporea può influenzare

negativamente la performance con posture errate e disequilibri muscolo

scheletrici.

Conclusioni Il rischio di infortunio nelle discipline considerate sembrerebbe

aumentare se l’insegnamento non è impostato correttamente ma in modo tale

che comporta un lavoro eccessivo (quantità e qualità dei carichi), un non

rispetto delle regole della fisiologia e una non idonea impostazione dell’atleta

ballerino fin da giovane in riferimento al “core stability”. Sembrerebbe inoltre

essere di fondamentale importanza l’individuazione delle specifiche

caratteristiche fisiche ed artistiche del giovane danzatore e la dimensione della

sua consapevolezza corporea. Con queste competenze il fisioterapista

specializzato può assicurare al paziente il miglior trattamento possibile con

vera professionalità nell’ambito della danza che è arte riprodotta da uno

sportivo.

PAROLE CHIAVE: danzatore, ballerino classico, danzatori contemporanea,

infortuni, sovrallenamento, stabilità del busto, forza, immagini, consapevolezza

corporea, psicologia.

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Introduction

The realization of this thesis is the interest towards the study of more specific

methods to improve the appearance rehabilitation in the dance world , as

evidenced by research ( in the various methodological proposals for

rehabilitation in the literature ), and the experience of training period, during

which it was possible to detect notions to increase the quality of rehabilitative

practice within the specific context identified. In particular, we have

considered the nature, the causes of accidents and the same differences

between classical and contemporary dance.

Objectives

Starting from these premises , the study has set as its objective the analysis of

the possible factors related to the risk of injury of the dancers in the two

disciplines , in particular were taken into consideration: (1) the quantity and

quality of loads, ( 2 ) the level of control of the " core stability " , ( 3 ) quality

of body awareness.

Material and methods

The research was conducted in two phases: an initial review of the scientific

literature regarding this topic (comparison and analysis of various possible

causes relevant articles examined in the study and possible correlations

between them, estimated in percentages) and a quantitative analysis of

descriptive data collected in the field, in the course of the training period, by

administering a questionnaire to a sample of teachers, students of the school

and the corps de ballet (students and professionals).

6

Results

From this preliminary investigation showed that, in preventing the accident,

(1) does not seem to be a particular advantage in starting from ballet or vice

versa and then change style and that there is a more or less stressful on the

physical level; ( 2 ) the risk of injury increases for a bad load management

regardless of the dance at the same time, during the week, with hours of classic

or contemporary, and finally, ( 3 ) a lack of awareness of the body can

adversely affect the performance with bad posture and imbalances skeletal

muscle.

Conclusions

The risk of injury in the disciplines considered would seem to increase if the

teaching is not set up correctly, but in such a way that involves excessive work

(quantity and quality of loads , a not compliance with the rules of physiology

and an unsuitable setting athlete dancer from an early age in reference to the "

core stability." It would also seem to be essential to identify the specific

physical and artistic young dancer and the size of its body awareness. With

these skills the physiotherapist can provide the patient with the best treatment

possible with true professionalism in the art dance that is played by a player.

KEY POINTS/KEYWORDS: dancer, ballet dancers, contemporary dancers,

injuries, overtraining, core stability, strength, imagery, body awareness,

psychology.

7

INDICE

- Cap 1. Le lesioni nella danza classica e nella contemporanea………..pag 9

- 1.1 Similitudini e differenze tra la danza classica e la danza

contemporanea…………………………………………………...….pag 9

- 1.2 Le più comuni lesioni derivanti dalla pratica della danza…..pag 11

- 1.3 Possibili cause delle lesioni da ballo o possibili fattori di rischio di

infortunio e differenze nelle due tipologie di danza……………….pag 18

- Cap 2. Obbiettivi dello studio………………………………………pag 24

- Cap 3. Materiali e metodi, fase 1: Analisi della letteratura rispetto

all'epidemiologia e alle cause degli infortuni nella danza ………...…pag 25

- 3.1 Dati analizzati……………………………………………….…pag 25

- 3.2 Confronto ed analisi dei vari articoli pertinenti le tipologie di

infortuni/lesioni…………………………………………………....pag 26

- 3.3 Confronto ed analisi dei vari articoli pertinenti le possibili cause di

infortunio/lesioni………………………………………………..…pag 36

- Cap 4. Materiali e metodi, fase 2: analisi dei dati raccolti sul campo..pag 40

- 4.1 Dati analizzati e modalità di analisi…………………………pag 40

- 4.2 Tipologie di infortunio riscontrate………………………...…..pag 41

- 4.1.1 Le tipologie di infortuni/lesioni nella danza classica………..pag 41

- 4.2.2 Le tipologie di infortuni/lesioni nella danza

contemporanea…………………………………………...….……..pag 45

- 4.3 I fattori di rischio individuati…………………………………..pag 48

- 4.3.1 I fattori di rischio individuati nella danza classica…………..pag 48

- 4.4.2 I fattori di rischio individuati nella danza contemporanea…..pag 50

- Cap 5. Risultati: …………………………………………………...…pag 52

- 5.1 Dati relativi alla fase 1…………………………………………pag 52

8

- 5.1.1 Somiglianze e differenze tra danza classica e

contemporanea……………………………………………………..pag 54

- 5.1.2 Cause di lesione e differenze tra le due discipline…………..pag 55

- 5.2 Dati relativi alla fase 2…………………………………………pag 57

- 5.2.1 Cause di lesioni nella danza classica…………………...……pag 57

- 5.2.2 Cause di lesioni nella danza contemporanea………………...pag 57

- 5.2.3 Confronto tra i due stili………………………………….…..pag 58

- 5.3 Analisi globale dei dati provenienti dalle due fasi di studio…..pag 62

- Cap 6. Conclusioni: ………………………………………………….pag 63

- 6.1 prospettive future di studio e di ricerca…………….………….pag 68

- Appendice ……………………………………………………………pag 70

- Bibliografia…………………………………………………………pag 74

9

Cap 1. Le lesioni nella danza classica e nella contemporanea

1.1 Similitudini e differenze tra la danza classica e la danza

contemporanea.

La realizzazione di questa tesi nasce dall’interesse verso lo studio di

metodologie più specifiche per migliorare l’aspetto riabilitativo nel mondo

della danza considerando, in particolare la tipologia, le cause di infortuni e le

differenze degli stessi tra danza classica e contemporanea.

Rispetto a questi due stili:

> Danza classica (o accademica) Lo slancio “verso l’alto” è la principale

caratteristica, col piede che lavora spesso in flessione plantare, con l’anca

in “en dehors” che consiste in una posizione di notevole extra rotazione

articolare (almeno 90° rispetto all’asse del corpo con attivazione della

cintura addominale e dei glutei) con la testa che deve essere in linea sulla

stessa verticale dei piedi, in posizione naturale, con le spalle che devono

essere tenute abbassate e aperte, il collo sostenuto in allungamento. Viene

definita da molti maestri “armonica ed aristocratica”, quindi, di alta classe.

L'”en dehors” non è una semplice convenzione, ma è necessario per dare

agli arti inferiori del danzatore libertà di movimento in ogni direzione,

permettendo alla testa del femore di ruotare liberamente e completamente

nel suo acetabolo. La posizione si ottiene dopo anni di studio ed è legata

alla conformazione fisica di ogni danzatore. Il lavoro alla sbarra viene

usato relativamente come riscaldamento, ma soprattutto come allenamento

alla coordinazione ed alla presa di coscienza. L’uso delle scarpe da punta,

invece, è specifico solo per le danzatrici. Questa disciplina richiede delle

norme abbastanza precise e regolate dalle 5 posizioni principali e da altre

10

forme figurative ben specifiche (“arabesque”, “plié”, “grand battement”,

ecc). [1]

>Danza contemporanea Vi è un maggior lavoro di controllo statico del

carico per tempi decisamente più prolungati di contatto del piede

(atteggiato in prevalenza in flessione dorsale) col terreno. La

contemporanea adotta, comunque, le regole della classica, ma le modifica,

le velocizza e le stravolge. In questo ruolo, in cui il danzatore è molto

emancipato ed autore di se stesso, il coreografo lascia molto più spazio

creativo, che poi assembla e inserisce in un contesto artistico. Per fare

questo l’improvvisazione diventa uno strumento indispensabile per la

creazione coreografica: attraverso l’improvvisazione ogni danzatore può

sondare le proprie qualità di movimento, e ricercare un proprio specifico

linguaggio. Talvolta l’uso di costumi “ingombranti ed abbondanti” richiede

movimenti adattati alla scena da recitare. Nella danza contemporanea le

differenze sono quindi considerate una risorsa inestimabile da assecondare

e da approfondire, proprio per far sì che un movimento peculiare possa

scaturire da ogni singolo corpo. [2]

Essendo la danza “arte” ha come protagonisti, appunto, degli artisti e

secondo il luogo comune non si può paragonare la danza ad uno sport

tradizionale. Tuttavia gli sforzi fisici e mentali ed i meccanismi energetici

dei ballerini sono comparabili a molti tipi di sport., basti pensare che, la

maggior parte dei ballerini professionisti ha iniziato a ballare all'età di

cinque o sei anni, mettendo ripetitivamente in pratica movimenti che

richiedono estrema flessibilità, forza e resistenza. A tali “artisti” è infatti

richiesto di essere preparati come degli atleti dal punto di vista neuro

muscolo scheletrico e con meccanismi energetici che consentano loro di

essere performanti nelle varie scene e nelle proposte artistiche che il copione

11

dello spettacolo richiede, di condurre uno stile di vita paragonabile a quello

di uno sportivo professionista, di dover affrontare disturbi e/o dolori cronici

e non ultimo, di gestire lo stress proprio del mondo dello spettacolo.

1.2 Le più comuni lesioni derivanti dalla pratica della danza

La stragrande maggioranza delle lesioni sono il risultato di un uso eccessivo

per

-cause esterne: attrezzature non idonee (scarpe); ambienti e luoghi in cui si

danza.

-cause interne: morfologia anatomica del singolo soggetto (congenita o

acquisita); eventi traumatici.

Queste lesioni tendono a verificarsi al piede, caviglia, gamba, zona lombare

della colonna e all'anca. [3] e [8]

Si elencano alcune associate ai gesti tecnici:

a. Alluce valgo Vi sono moderate modificazioni del piede come calli, duroni,

lesioni a carico delle unghie, borsiti a livello del primo dito o retro

calcaneari. Altre volte, invece, il piede cambia modificando un po’ la sua

forma: è il caso in cui, ad esempio, il primo dito devia dalla sua posizione

naturale, e diventa valgo. La genesi dell’alluce valgo è, tuttavia,

molteplice, dovuta a problematiche “costituzionali” ma anche a erronea

tecnica e a stress dovuti all’attività della danza.

b. Patologie e disfunzione nella zona del calcagno Di solito le cause del

dolore sono legate in parte alla conformazione del piede, all’età e alla

tecnica di danza. Bisogna ricordare, innanzitutto alcune patologie

dell’accrescimento come alcune forme di osteocondrosi e patologie dello

spazio triangolare retro tendineo rispetto al tendine Achilleo che si

verificano per sovraccarico funzionale (lavoro in mezza punta) e si

12

associa spesso a contrattura e brevità della muscolatura del polpaccio e a

piede piatto.

I ballerini più adulti possono andare in contro a patologie differenti,

questo perché le loro richieste di performance sono maggiori e più

intense. Grande ruolo gioca la morfologia del piede, la tecnica del salto e

dell’atterraggio, l’uso della scarpa da punta e gli eventuali errori tecnici

(“rolling in” del piede).

Tra le cause più frequenti di dolore in regione del calcagno ricordiamo:

1) spina calcaneare: tipica del piede piatto/pronato ma anche cavo,

soprattutto per eccessivo esercizio dei salti.

2) tendinopatia del tibiale posteriore e/o del flessore dell’alluce: spesso

associata a piede pronato/piatto, “rolling in” del piede, eccessivo studio

della punta e dei salti. La tendinopatia del flessore dell’alluce si associa a

“rolling in” del piede, erronea fase di salita del relevè con caduta verso

l’esterno del piede, griffe delle dita, tendenza al sollevamento da terra

delle dita durante la fase del “relevè” (segno del “playing the piano”).

3) tendinopatia inserzionale del tendine d’Achille: tipicamente il dolore è

a livello del tendine d’Achille, a 3 cm circa dal calcagno. Tra le cause,

oltre l’overuse, lo studio della punta, l’erroneo atterraggio dai salti, si

associa all’uso della scarpa da punta con lacci troppo stretti o male avvolti

attorno alla caviglia. Il mal allineamento del calcagno può essere un

fattore predisponente. Esistono poi cause sistemiche, legate all’uso di

antibiotici, terapie mediche per malattie croniche.

4) fascite plantare: tipicamente il dolore è a carico della volta del piede, a

livello dell’arco interno e si proietta verso il calcagno. Spesso si associa

ad un piede pronato o piatto, mancato sostegno della volta, eccessivo

studio della punta e/o dei salti, pavimenti rigidi.

13

5) borsite di Haglund: dolore e tumefazione posteriore al calcagno. Spesso

legata alla sfregamento della scarpetta contro il tallone. È una patologia

benigna ma fastidiosa, in quanto provoca dolore e gonfiore della borsa

con difficoltà ad indossare la scarpetta da punta o da mezza punta.

c. Patologie e disfunzioni della caviglia Tralasciando i traumi diretti, vi sono

disturbi che, di solito, sono fastidiosi durante lo studio della punta. Una

possibile causa di questi sintomi è spesso da attribuire ad una sofferenza

dei tendini dei muscoli peronei: in caso di un abuso o mal uso di questi

muscoli, i tendini potrebbero infiammarsi, diventare più voluminosi e

avere uno scorrimento difficoltoso all’interno delle loro guaine. Anche in

questo caso bisogna, quindi, identificare gli errori tecnici per cui tali

tendini sono più sottoposti a stress meccanico soprattutto del “relevè”

(dove si assiste ad una tendenza alla pronazione della caviglia con

successiva tensione dei tendini che, tra l’altro, non lavoreranno più su un

unico piano) nell’esecuzione del “pliè”. [14]

Inoltre, durante la pratica dell’”en pointe” si espone a sovraccarichi la

cartilagine articolare della caviglia. In questi casi, la sofferenza è dovuta

allo stiramento dei tendini durante la fase di discesa qualora la caviglia

non sia ben sostenuta e controllata. Anche una volta plantare “non cava”

potrebbe essere un fattore associato.

L’instabilità articolare cronica si descrive frequentemente nell’errore

tecnico detto “rolling in”, vale a dire “tendenza al rotolamento della

caviglia” (quando il piede in appoggio sul pavimento “cade” in avanti). Il

mancato sostegno della caviglia in certe posizioni potrebbe avvenire per

un errore tecnico legato al mancato controllo della muscolatura del piede,

ma anche per un errore di impostazione, legato all’esasperazione dell’”en

dehors”, quindi un chiaro esempio di interdipendenza tra più distretti

muscolo scheletrici.

14

d. Patologie della struttura ossea Più conosciute come “fratture da stress” e

dovute a carichi ripetuti, eccessivi, sub massimali, capaci di provocare

uno squilibrio tra due processi fisiologici dell’osso: il riassorbimento e la

neoformazione ossea, con predominio del riassorbimento. [6] Spesso

accade che il ballerino/a debba incrementare il carico di lavoro (ore di

lezione, numero di lezioni settimanali, maggior richiesta fisica…) in

maniera brusca, senza adeguati periodi di riposo. Nei ballerini, inoltre,

sono particolarmente importanti altri due fattori: la conformazione

corporea e il tipo di danza. Le fratture da stress della tibia (il distretto

maggiormente colpito) si verificano più di frequente nelle ballerine con un

importante recurvato di ginocchio, e spesso sono dovute alla pratica

intensa delle punte. Nei maschi, invece, la frattura da stress è dovuta a uno

squilibrio muscolare tra la muscolatura anteriore e posteriore dell’arto

inferiore e, tecnicamente, alla pratica ripetitiva e intensa dei salti,

soprattutto se eseguiti su terreni che ammortizzano poco l’atterraggio. La

danza classica praticata a livello professionistico, inoltre, spesso “impone”

uno stretto regime alimentare, e questo è un ennesimo fattore di rischio

per lo sviluppo di fratture da stress. La perdita di peso troppo rapida, gli

squilibri ormonali, l’amenorrea, sono tutti fattori che incorrono nel

determinare un indebolimento dell’osso e, a lungo andare, facilitano

l’insorgenza di fratture da stress. [7]

Tra le altre problematiche in seguito al formarsi di anomalie della struttura

ossea si ricordano l’os trigonum, un nucleo accessorio di ossificazione che

compare intorno agli otto-dieci anni di età, ed il processo di Stieda,

situato nella zona posteriore dell’astragalo che per motivi non

perfettamente noti risulta essere di dimensioni maggiori rispetto alla

norma.

15

e. Patologie e disfunzioni dell’anca Spesso iniziano in modo impreciso. I

ballerini lamentano dolore o fastidio nell’esecuzione di alcuni tipici

movimenti, soprattutto in “en-dehors”. L’anca è soggetta a grosse forze di

pressione, soprattutto quando il peso del ballerino/a è sostenuto da un solo

arto. Se a questo si aggiunge la particolare conformazione muscolo-

scheletrica del ballerino, o l’esecuzione dei fondamentali con errori tecnici

e/o posture incongrue, è chiaro come l’anca (così come altre articolazioni o

unità mio-tendinee) possano subire effetti deleteri.

f. Patologie e disfunzioni della colonna (specie lombare) In uno studio del

2001, Mc Meeken, dell’università di Melburne, ha evidenziato come il 34%

dei ballerini è affetto da LBP (low back pain); inoltre ha osservato che tale

affezione è legata ad almeno 30 ore settimanali di allenamento. Altri

importanti studi (aggiungi riferimenti di A. L. Nachemson) hanno

confermato che i carichi che subisce la colonna durante la danza, specie in

gesti che comprendono sollevamenti, “cambré”, “attitude”, e salti creano

notevoli stress meccanici. Inoltre nei danzatori il LBP è particolarmente

legato alla massa corporea, all’età, al tipo di danza praticata, al tipo di

coreografie eseguite, alla richiesta di rettilineizzare le curve fisiologiche per

sembrare “più aggraziati”. Fattori predisponenti sono sicuramente tutti

quelle varianti anatomiche che condizionano squilibri muscolari (scoliosi,

differenza di lunghezza degli arti inferiori, asimmetria del bacino o

rotazione sul piano coronale del bacino, alterazioni delle curve fisiologiche

del rachide sul piano sagittale, senza dimenticare lo stato psico-fisico, la

mal occlusione, pregressi traumi, ecc). Altri studi, ancora, hanno

evidenziato, nell’ipermobilità globale e soprattutto della parte lombare un

forte fattore predisponente l’infortunio. [13]

g. Patologie in relazione all'età Vi sono due importantissimi fattori come la

tecnica utilizzata (per danzare, ma anche di insegnamento!) e la costituzioni

16

psico-fisica del ballerino. La danza è una disciplina che richiede

straordinarie doti tecniche ma anche fisiche, soprattutto quando essa viene

praticata ad al alto livello, per molte ore al giorno e richiedendo anche lo

sviluppo di particolari caratteristiche non sempre “fisiologiche” per il

costituzione fisica del ballerino in quella determinata fascia di età; infatti

nella danza classica praticata ad alto livello, il limite tra “il fisiologico” e

“il patologico” è molto sottile. Questo vuol dire che è estremamente facile

infortunarsi. I fattori di rischio nella genesi del trauma sono quindi il tipo di

movimento/fondamentale tecnico, la velocità di esecuzione, lo stato psico-

fisico del ballerino al momento del trauma, la forza espressa, le

caratteristiche ambientali (suolo, tipo di scarpa, illuminazione). Per questo

la danza, svolta a livello professionistico, prevede una profonda conoscenza

della tecnica, al fine di sfruttare al massimo il proprio corpo e limitare il più

possibile l’infortunio. L’età migliore per iniziare la pratica della danza sia

intorno ai 5-6 anni. Le lezioni dovrebbero essere ben strutturate, in modo

da sviluppare tanto la musicalità che la motricità dei bambini. Vogliamo

sottolineare che l’esercizio fisico a queste età è particolarmente utile in

quanto migliora la coordinazione, la capacità cardio-respiratoria, la

socializzazione ed è inoltre propedeutica alla correzione di alcuni

paramorfismi dell’apparato locomotore, come il “piede piatto” e il rinforzo

della muscolatura del tronco e degli arti. Ricordiamo che la crescita

corporea è un continuum che tuttavia presenta dei picchi, come nel caso del

menarca nelle ragazze. Durante l’accrescimento si verifica l’allungamento

delle ossa a livello di alcuni punti specifici, che sono anche regioni molto

delicate e quindi possibile sede di lesioni se sovraccaricate eccessivamente.

Il menarca, vale a dire il momento in cui compaiono i primi flussi

mestruali, e un momento critico, oggigiorno molto variabile come

comparsa, dai 10 ai 15 anni, mediamente verso i 12 anni. Le ballerine che

17

praticano danza ad alto livello hanno di solito i primi cicli mestruali

tardivamente, verso i 14-16 anni, questo per via del “basso peso”, dello

stress derivante dall’allenamento intenso, per gli squilibri endocrini

(prolattina). Queste modificazioni hanno ripercussioni sullo sviluppo

muscolare, sul trofismo osseo e, dunque, sul tipo di traumi a cui si va

incontro a questa età. In modo molto generico, potremmo dire che i 15 anni

rappresentino una soglia di miglioramento fisico-tecnico, vale a dire un

momento in cui il ballerino e la ballerina subiscono le modificazioni più

importanti e sono pronti a “forzare” per affinare il più possibile la loro

tecnica. Questo limite d’età non deve però esser preso come limite assoluto.

Ogni ballerino è diverso da un altro e deve essere studiato e valutato

singolarmente.

Tra le patologie più importanti, ricordiamo: le tendinopatie della regione

interna della caviglia, della regione laterale della gamba, della regione

mediale e laterale del ginocchio, le osteocondrosi come il morbo Osgood-

Schlatter (per il ginocchio) e il morbo di Haglund-Sever-Blanke (per il

calcagno). [4]

Ulteriori studi sull’età pediatrica (Stracciolini ed altri) hanno dimostrato

che nei bambini il numero di casi con patologia da sovraccarico si

eguagliava alla traumatologia, prevalentemente di natura ossea; al

contrario, gli adolescenti presentavano maggiormente problematiche da

sovraccarico legate ai tessuti molli. [27]

18

1.3 Possibili cause delle lesioni da ballo o possibili fattori di rischio di

infortunio e differenze nelle due tipologie di danza

I ballerini sono esposti a una vasta gamma di fattori di rischio di infortunio. I

problemi più comuni che causano lesioni di danza includono:

a. Quantità dei carichi Si definisce l’eccessiva quantità dei carichi (detta

anche “Overtraining Syndrome, O.S.) quella frequente condizione in cui

atleti (in questo caso danzatori) si allenano, per una gara o un evento o

allenamento specifico, oltre la capacità del corpo di recuperare. I ballerini

spesso si allenano e si esercitano più a lungo e più duro in modo che

possano migliorare le proprie prestazioni. Ma senza un adeguato riposo e

recupero, questi regimi di allenamento possono ritorcersi contro e, in

realtà, diminuire le prestazioni o provocare infortuni acuti o lesioni

croniche. [22] Tra le principali condizioni: la frequenza dei corsi, prove e

spettacoli, la durata della formazione.

b. Qualità dei carichi Si definisce “scarsa qualità” dei carichi quella

condizione in cui vi sono fattori estrinseci al ballerino che condizionano, in

peggio, l’allenamento o la gara/esibizione. Tra le principali condizioni: il

tipo di danza praticata (classica, contemporanea ed altri stili); gli errori

tecnici; le condizioni ambientali, quali pavimenti duri e locali freddi; le

attrezzature utilizzate, soprattutto le scarpe.

c. Livello di controllo del “core stability Si definisce “core stability” l’abilità

neuro muscolare di controllo delle posizioni e del movimento del tronco (in

fase statica e dinamica) per consentire risparmio energetico, trasferimento e

19

gestione ottimale delle forze in gioco durante dei gesti tecnico/artistici. [21]

Tra le principali condizioni: l’allineamento individuale non corretto del

corpo del danzatore e le imperfezioni posturali. Il “core” è stato descritto

come una scatola muscolare (o corsetto) che stabilizza attivamente il

complesso lombo/pelvico in posizioni statiche e durante i movimenti degli

arti dinamici. Il “core” è costituito da strutture passive e attive sotto

controllo neurale. Gli elementi passivi sono costituiti da legamenti, ossa,

cartilagini, fascia e le altri tessuti non contrattili, che forniscono la struttura

di sostegno, appunto, passivo al “core”.

Senza un sostegno adeguato da parte dei muscoli della colonna vertebrale,

colonna vertebrale può diventare instabile sotto carichi piccoli come 90 N

(inferiori al peso della parte superiore del corpo di un adulto di media

corporatura). [28]

Spesso nella danza, per ragioni prevalentemente artistiche, oltre ad essere

una costante della struttura fisica, viene molto incentivata l’iper mobilità che

può essere definita come un’eccessiva ampiezza dell’angolo di movimento

articolare. [20]Purtroppo meccanismi compensativi soprattutto nella

rotazione esterna d’anca, oltre alla già citata iper mobilità, crea decadimento

della stabilità del “core”. [26]

Jan E. Gildea ed altri (Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy,

2013, Volume: 43 Issue: 8 Pages: 525-53) nei risultati del suo studio

dimostrano un’asimmetria della sezione trasversa del multifido in ballerini

con mal di schiena (LBP), anche in associazione a dolori nella regione

dell’anca nei ballerini classici. Gli studi clinici sono stati necessari per

determinare se questo cambiamento delle dimensioni del muscolo potrà

essere invertito con specifiche strategie di trattamento di rieducazione del

“core” e se questa sarà associata a cambiamenti nei sintomi del LBP. [15]

20

Roussel ed altri (Man Ther. 2009 Dec;14(6):630-5) suggeriscono che il

risultato di test di controllo effettuati su ballerini con alterato controllo

lombo/pelvico è associato ad un aumentato rischio di sviluppare lesioni della

colonna vertebrale lombare e degli arti inferiori. [19]

d. Qualità di consapevolezza corporea. Con il termine consapevolezza

corporea (nel mondo della danza) si fa riferimento alla capacità di conoscere

la posizione di sé e degli altri sul palco e di ballare mantenendo la

formazione o la linea dettata dalla coreografia (quindi in stretta correlazione

con la “core stability”). [23]

La percezione del corpo, grazie all’azione il sistema sensoriale (vista e udito

soprattutto), avviene attraverso 2 vie di sistemi di informazione: quelle

spaziali detto sistema percettivo (“via del dove”), con sede nella corteccia

parietale e quelle modali detto sistema rappresentativo (“via del cosa”), con

sede nella corteccia temporale.

La “via del dove” si occupa dello spazio in cui il corpo si muove e gestisce

anche la presenza o meno di altri oggetti mobili o immobili nello spazio

circostante.

La “via del cosa” si occupa di come si muove il corpo, gli oggetti circostanti,

analizzandone e stimandone la forma ed il peso, la luminosità dell’ambiente,

i colori, i suoni, la temperatura, ecc.

Il nostro sistema rappresentativo, anticipando quanto sta per accadere,

impara quante probabilità vi sono che un evento possa verificarsi.

Diversamente dalla percezione, la rappresentazione mentale è un processo

interamente creativo. Durante la rappresentazione mentale, infatti, non vi è

alcuna interazione con la “realtà esterna”. L’interazione tra i due sistemi,

percettivo e rappresentativo, forma la base di ogni apprendimento, umano e

animale. Istante per istante, la mente fa esperienza formulando ipotesi

21

(sistema rappresentativo), confermandole o confutandole (sistema

percettivo).

Per imparare la posizione iniziale di un passo di ballo l’allievo osserva il

maestro immobile in una posizione: in questo caso il sistema rappresentativo

è in grado di ricostruire l’immagine del maestro indipendentemente dalla

percezione. Ciò consente di anticipare a livello di rappresentazione mentale

la posizione che il maestro assumerà prima di iniziare il ballo. La

componente percettiva verifica quella rappresentativa.

Mentre si esegue un passo di danza, quindi, i due differenti circuiti agiscono

in sincronia: il sistema rappresentativo dell’udito con il sistema

rappresentativo del movimento ed il sistema percettivo dell’udito con il

sistema percettivo del movimento.

In pratica: percezione visiva maestro → rappresentazione mentale maestro

→ percezione visiva del nostro corpo → rappresentazione mentale visiva →

percezione somato/sensitiva → rappresentazione somato/sensitiva

K. Dubois, in un’analisi della danza contemporanea, ha notato che vengono

utilizzate tecniche di kinesiologia, anatomia, improvvisazione e

modificazioni della danza classica ed accademica. La funzione di un sistema

coreografico è di prendere e dare una misura del mondo, interpretato con tale

stile artistico. Questo include, con l'attuale tendenza dell'evoluzione della

cultura, un nuovo "naturalismo", che cerca i segreti del corpo. Movimenti

della danza contemporanea si esprimono in termini di spazio della

dimensione verso l'infinito. Si dà in qualche modo la misura di un mondo in

cui tutto è relativo. Le qualità di consapevolezza corporea e motricità

specifica di questi ballerini implica - oltre ad una rigorosa disciplina -

l'equilibrio, la coordinazione, la performance muscolare e perfetto

orientamento. Addirittura l’autore ha voluto proporre esercizi utilizzati nella

22

danza contemporanea alla formazione degli astronauti in condizioni di

microgravità. [16]

Da un punto di vista somatico, con una insufficiente qualità di

consapevolezza corporea, si assumono posture goffe, irrigidendo o curvando

la schiena oppure impedendo o limitando la piena realizzazione di un

movimento: istintivamente si cerca di alleviare questi disturbi "riposando"

ma spesso non è sufficiente e le tensioni si manterranno nel tempo.

Ogni azione che coinvolga il corpo parla di “noi”, ma se, forse, nel vivere

quotidiano si possono trovare equilibri sufficientemente buoni e creativi da

permettere di svolgere le normali attività di vita, in ambiti più specifici, dove

l’azione diventa protagonista, non si possono ignorare i segnali

somato/psichici. [17]

Pertanto la percezione e la rappresentazione mentale della posizione spaziale

del proprio corpo, è fondamentale per modificare atteggiamenti posturali

scorretti: per danzare è importante che il soggetto memorizzi con particolari

tecniche le posture corrette in determinate posizioni: se tale capacità è

insufficiente, si alza il rischio di infortunio.

Questa consapevolezza ha una duplice natura, percettiva e rappresentativa:

ogni movimento deve iniziare e concludersi con una corretta postura che il

soggetto percepisce tramite il suo sistema somato/sensitivo e si rappresenta

tramite quello di origine pre-motoria.

Dopo reiterati esercizi l’allievo imparerà anche a svolgere esercizi corretti;

imparerà, cioè a mantenere una corretta posizione durante il movimento. [9]

Raffinare la consapevolezza corporea aumenta anche la capacità di

distinguere un dolore non rilevante nella performance ed uno, invece, legato

ad un disturbo più serio: tale problema, se non risolto, modifica il

comportamento del ballerino in relazione all’interpretazione assegnata al

dolore. Infatti per molti ballerini, la distinzione tra dolore "buono" e dolore

23

"cattivo" tende a basarsi sulla sua quantità, piuttosto che sulla sua qualità.

Inoltre, molti ballerini non sembrano essere consapevoli del fatto che il

dolore persistente potrebbe essere segno di lesione e non necessariamente

solo quello percepito in fase acuta (Anderson e Hanrahan, 2008). A tal

proposito vi sono studi che esaminano l'impatto mentale dei ballerini e la

cultura della danza inerenti la decisione di continuare ad allenarsi nel

“dolore” piuttosto che effettuare una consulenza sanitaria. [24]

e. altre principali condizioni: una precedente storia di lesioni e carenze

nutrizionali, patologie sistemiche. [3]

E’ stato inoltre riscontrato che:

- vi sono poi differenze relative al tipo di danza praticata per quanto riguarda

le cause di infortunio di natura traumatica. Nel caso di questo studio nella

danza classica si riscontrano, in genere, distorsioni di ginocchio e di caviglia

nell’atterraggio dai salti. I ballerini di contemporaneo subiscono, invece,

spesso traumi al collo e ai polsi, ai menischi ed ai legamenti crociati del

ginocchio per le posizioni in torsione, per via del tipo di coreografia

richiesta. [5] Inoltre il ballerino che balla senza scarpe può andare incontro a

innumerevoli lesioni a carico delle dita del piede, dei metatarsali e della

caviglia, specie per l’incremento durante gli angoli di torsione. [18]

- tutte queste lesioni (a parte quelle descritte per l’età dello sviluppo) si

presentano con maggiore frequenza in ballerini più avanti di età, quindi è

estremamente importante sottolineare ciò che il giovane ballerino può fare

per prevenire futuri incidenti.

24

Cap 2. Obiettivi dello studio

A partire dalle premesse sopra descritte, lo studio si è posto come obbiettivo

l’analisi dei possibili fattori correlati al rischio di infortunio dei ballerini nelle

due discipline

Specificatamente sono stati presi in considerazione: alcuni dei fattori

precedentemente citati: la quantità e qualità dei carichi, il livello di controllo

del “core stability” e la qualità di consapevolezza corporea.

La ricerca è stata condotta attraverso due fasi:

fase 1. Revisione della letteratura scientifica presente relativamente

all’argomento (confronto ed analisi dei vari articoli pertinenti le possibili cause

prese in esame nello studio e possibili correlazioni tra esse, stimato in

percentuali)

fase 2. Analisi quantitativa di tipo descrittivo di dati raccolti direttamente sul

campo, nel corso del periodo di tirocinio, attraverso la somministrazione di un

questionario ad un campione di maestri, allievi della scuola e del corpo di ballo

(allievi e professionisti).

25

Cap 3. Materiali e metodi, fase 1: Analisi della letteratura rispetto

all'epidemiologia e alle cause degli infortuni nella danza

3.1 Dati analizzati

I dati di questo studio hanno tenuto conto delle statistiche legate alla

popolazione dei ballerini, dei casi clinici, delle metodiche di intervento e degli

outcomes.

In totale sono stati analizzati 72 articoli di cui 30 presi in considerazione per lo

studio. Lo fonti sono: Pubmed, Journal of dance medicine & science,

Scandinavian journal of medicine & in science in sport, Ricerca in dance

education, Cronobiologia internazionale, Sociologia della salute e malattia, the

sociological review, Physical therapy reviews, Giornale di educazione fisica e

tempo libero & dance, Sports medicine, Journal of athletic training, Journal of

community health, Journal of sports sciences, Medical performing of

performing artist, Fisiobrain, Maryland State Department of Education, Journal

of Music and Dance, Springer link, Psymedisport, Jospt, British Journal of

Radiology, Oxford journals, Cook childrens, Archivio istituzionale della

ricerca dell’università degli studi di Milano, Database Federazione italiana

fitness, database dance medicine, Stop sports injuries; Wikipedia, Google

Scholar.

Sono stati analizzati in tutto 43 articoli che trattano argomenti inerenti la

fisioterapia, l’ortopedia, la biomeccanica e la preparazione tecnico-fisica nel

mondo della danza.

26

Inoltre, sono stati analizzati 29 articoli che trattano argomenti inerenti la

psicologia, la consapevolezza corporea e l’immagine di sé nel mondo della

danza.

Di questi 29 articoli, 6 sono stati scartati poiché contenevano “bias” di

pubblicazione”.

3.2 Confronto ed analisi dei vari articoli pertinenti le tipologie di

infortuni/lesioni:

a) nella danza in generale: sono stati esaminati 12 articoli, il totale delle

lesioni citate come principali è di 82 (100%), pertanto:

Lesioni e patologie per zone del corpo:

Zona piede (10) 12,20%

- Alluce valgo (1) 1,22%

- Tendinop. flessore alluce (4) 4,88%

- Sesamoiditi (1) 1,22%

- Fascite plantare (2) 1,22%

- Artropatie dita piede (2) 2,44%

Zona caviglia (42) 51,22%

- Distorsioni caviglia (9) 10,98%

- Instabilità caviglia (3) 3,66%

- Tendinopatie peronei (2) 2,44%

- Spina calcaneare (1) 1,22%

- Tendinop. tibiale posteriore (4) 4,88%

- Tendinop. Achillea (5) 6,10%

- Borsite di Haglund (2) 2,44%

- Os trigonum (2) 2,44%

27

- Processo di Stieda (2) 2,44%

- Osteocondr. Haglund/Sever/Blanke (1) 1,22%

- Fratture da stress (9) 10,98%

- Lesioni muscolari polpaccio (2) 2,44%

Zona ginocchio (15) 18,29%

- Distorsioni ginocchio (6) 7,32%

- Instabilità ginocchio (3) 3,66%

- Tendinopatia laterale ginocchio (1) 1,22%

- Tendinopatia mediale ginocchio (1) 1,22%

- Patologia femoro/rotulea (3) 3,66%

- Sind. Osgood-Schlatter (1) 1,22%

Zona anca (3) 3,66%

- Lesioni muscolari ischio crurali (1) 1,22%

- Impingement anca (2) 2,44%

Zona colonna (9) 10,98%

- LBP (low back pain) (6) 7,32%

- Instabilità dorsale (1) 1,22%

- Traumi cervicali (1) 1,22%

- Instabilità cervicale (1) 1,22%

Zona arto superiore (3) 3,66%

- Artropatie spalla (2) 2,44%

- Traumi legamenti polsi (1) 1,22%

28

Elenco dei principali tessuti lesionati:

- Ossa 20,73%

- Muscoli 3,66%

- Tendini 20,73%

- Articolazioni 12,20%

- Legamenti 31,71%

- Aspecifiche (tipo LBP) 8,54%

- Borsiti 2,44%

piede 12%

caviglia 51%

ginocchio 18%

anca 4%

colonna 11%

arto sup 4%

lesioni per zone danza

29

[3], [4], [5], [6], [7], [8], [12], [13], [14], [15],[18], [26]: articoli analizzati

b) nella danza classica: dei 12 articoli, il totale delle lesioni citate

specificatamente in questo stile è di 47 (100%) in 9 articoli, pertanto:

Lesioni e patologie per zone del corpo:

Zona piede (6) 12,77%

- Alluce valgo (1) 2,13%

- Tendinop. flessore alluce (2) 4,26%

- Fascite plantare (2) 4,26%

- Sesamoiditi (1) 2,13%

- Artropatie dita piede (0) 0%

Zona caviglia (27) 57,45%

- Distorsioni caviglia (5) 10,64%

- Instabilità caviglia (2) 4,26%

- Tendinopatie peronei (2) 4,26%

Ossa 21%

Muscoli 4%

Tendini 21%

Articolazioni 12%

Legamenti 32%

Aspecifiche (tipo LBP)

8%

Borsiti 2%

30

- Spina calcaneare (1) 2,13%

- Tendinop. tibiale posteriore (2) 4,26%

- Tendinop. Achillea (2) 4,26%

- Borsite di Haglund (2) 4,26%

- Os trigonum (2) 4,26%

- Processo di Stieda (2) 4,26%

- Osteocondr. Haglund/Sever/Blanke (1) 2,13%

- Fratture da stress (6) 12,77%

- Lesioni muscolari polpaccio (0) 0%

Zona ginocchio (6) 12,77%

- Distorsioni ginocchio (3) 6,38%

- Instabilità ginocchio (1) 2,13%

- Tendinopatia laterale ginocchio (0) 0%

- Tendinopatia mediale ginocchio (0) 0%

- Patologia femoro/rotulea (1) 2,13%

- Sind. Osgood-Schlatter (1) 2,13%

Zona anca (1) 2,13%

- Impingement anca (1) 2,13%

- Lesioni muscolari ischio crurali (0) 0%

Zona colonna (6) 12,77%

- LBP (low back pain) (3) 6,38%

- Instabilità dorsale (1) 2,13%

- Traumi cervicali (1) 2,13%

- Instabilità cervicale (1) 2,13%

Zona arto superiore (1) 2,13%

31

- Artropatie spalla (1) 2,13%

- Traumi legamenti polsi (0) 0%

Elenco dei principali tessuti lesionati:

- Ossa 29,79%

- Muscoli 0%

- Tendini 17,02%

- Articolazioni 6,38%

- Legamenti 31,91%

- Aspecifiche (tipo LBP) 10,64%

- Borsiti 4,26%

piede 13%

caviglia 57%

ginocchio 13%

anca 2% colonna

13%

arto sup 2%

lesioni per zone classica

32

[4], [5], [6], [7], [8], [13], [14], [15], [25]: articoli con citazioni sulla classica

c) nella danza contemporanea: dei 12 articoli, il totale delle lesioni citate

specificatamente in questo stile è di 16 (100%), in 4 articoli pertanto:

Lesioni e patologie per zone del corpo:

Zona piede (1) 6,26%

- Alluce valgo (0) 0%

- Tendinop. flessore alluce (0) 0%

- Fascite plantare (0) 0%

- Sesamoiditi (0) 0%

- Artropatie dita piede (1) 6,25%

Zona caviglia (4) 25%

- Distorsioni caviglia (2) 12,50%

Ossa 29,79%

Muscoli 0%

Tendini 17,02%

Articolazioni 6,38%

Legamenti 31,91%

Aspecifiche (tipo LBP)

10,64%

Borsiti 4,26%

33

- Instabilità caviglia (1) 6,25%

- Tendinopatie peronei (0) 0%

- Spina calcaneare (0) 0%

- Tendinop. tibiale posteriore (0) 0%

- Tendinop. Achillea (0) 0%

- Borsite di Haglund (0) 0%

- Os trigonum (0) 0%

- Processo di Stieda (0) 0%

- Osteocondr. Haglund/Sever/Blanke (0) 0%

- Fratture da stress (1) 6,25%

- Lesioni muscolari polpaccio (0) 0%

Zona ginocchio (5) 31,25%

- Distorsioni ginocchio (3) 18,75%

- Instabilità ginocchio (1) 6,25%

- Tendinopatia laterale ginocchio (0) 0%

- Tendinopatia mediale ginocchio (1) 6,25%

- Patologia femoro/rotulea (0) 0%

- Sind. Osgood-Schlatter (0) 0%

Zona anca (1) 6,25%

- Impingement anca (0) 0%

- Lesioni muscolari ischio crurali (1) 6,25%

Zona colonna (4) 25%

- LBP (low back pain) (3) 18,75%

- Instabilità dorsale (0) 0%

34

- Traumi cervicali (1) 6,25%

- Instabilità cervicale (0) 0%

Zona arto superiore (1) 6,25%

- Artropatie spalla (0) 0%

- Traumi polsi (1) 6,25%

Elenco dei principali tessuti lesionati:

- Ossa 6,25%

- Muscoli 6,25%

- Tendini 0%

- Articolazioni 12,5%

- Legamenti 50%

- Aspecifiche (tipo LBP) 25%

- Borsiti 0%

piede 7%

caviglia 25%

ginocchio 31%

anca 6%

colonna 25%

arto sup 6%

lesioni per zone contemporanea

35

[5], [18], [24], [25]: articoli con citazioni sulla contemporanea.

Ossa 6,25%

Muscoli 6,25% Tendini

0%

12,50

Legamenti 50,00%

Aspecifiche (tipo LBP)

25,00%

Borsiti 0%

36

3.3 Confronto ed analisi dei vari articoli pertinenti le possibili cause di

infortunio/lesioni:

1) nella danza in generale: dei 12 articoli esaminati, il totale citato delle cause

delle lesioni è di 96 (100%), pertanto:

quantità dei carichi

- frequenza dei corsi (8) 8,33%

- frequenza delle prove (7) 7,29%

- frequenza degli spettacoli (1) 1,04%

- durata della formazione (4) 4,17%

qualità dei carichi

- scarpe non idonee (7) 7,29%

- ambienti e luoghi (8) 8,33%

- errori tecnici (16) 17,71%

core stability

- imperfezioni posturali del “core” (9) 9,38%

consapevolezza corporea

- scarsa consapevolezza corporea (3) 3,13%

altre condizioni

- morfologia anatomica asimmetrica (10) 10,42%

- traumi pregressi (3) 3,13%

- timing attivazione muscolare alterato (12) 12,5%

- carenze nutrizionali (3) 3,13%

37

- patologie sistemiche (4) 4,17%

n.b in corsivo le voci non pertinenti lo studio

[3], [4], [5], [6], [7], [8], [12], [13],[14], [17], [18], [26]: articoli analizzati

2) nella danza classica: degli articoli esaminati, il totale citato delle cause

delle lesioni è di 84 (100%), pertanto:

quantità dei carichi

- frequenza dei corsi (7) 8,33%

- frequenza delle prove (5) 5,95%

- frequenza degli spettacoli (0) 0%

- durata della formazione (3) 3,57%

qualità dei carichi

- scarpe non idonee (6) 7,14%

- ambienti e luoghi (7) 8,33%

- errori tecnici (14) 16,67%

core stability

- imperfezioni posturali del “core” (9) 10,71%

consapevolezza corporea

- scarsa consapevolezza corporea (3) 3,57%

altre condizioni

- morfologia anatomica asimmetrica (10) 11,9%

38

- traumi pregressi (3) 3,57%

- timing attivazione muscolare alterato (11) 13,1%

- carenze nutrizionali (2) 2,38%

- patologie sistemiche (4) 4,76%

n.b in corsivo le voci non pertinenti lo studio

[4], [5],[6], [7], [8], [12], [13], [14], [17]: articoli con citazioni sulla classica.

3) nella danza contemporanea: degli articoli esaminati, il totale citato delle

cause delle lesioni è di 46 (100%), pertanto:

quantità dei carichi

- frequenza dei corsi (7) 15,22%

- frequenza delle prove (3) 6,52%

- frequenza degli spettacoli (0) 0%

- durata della formazione (1) 2,17%

qualità dei carichi

- scarpe non idonee (0) 0%

- ambienti e luoghi (6) 13,04%

- errori tecnici (9) 19,57%

core stability

- imperfezioni posturali del “core” (2) 4,35%

consapevolezza corporea

- scarsa consapevolezza corporea (2) 4,35%

39

altre condizioni

- morfologia anatomica asimmetrica (6) 13,04%

- traumi pregressi (3) 6,52%

- timing attivazione muscolare alterato (4) 8,70%

- carenze nutrizionali (1) 2,17%

- patologie sistemiche (2) 4,35%

n.b in corsivo le voci non pertinenti lo studio

[4], [5] , [12], [17], [18], [24]: articoli con citazioni sulla contemporanea.

40

Cap.4 Materiali e metodi, fase 2: analisi dei dati raccolti sul campo

4.1 dati analizzati e modalità di analisi.

Effettuata un’analisi quantitativa di tipo descrittivo dei dati raccolti

direttamente sul campo, nel corso del periodo di tirocinio, attraverso la

somministrazione di un questionario ad un campione di maestri, allievi della

scuola e del corpo di ballo (allievi e professionisti), si procede a catalogazione

in percentuale dei dati clinici e correlazione tra loro. Di conseguenza, si

confrontano i risultati con la ricerca, con stima in percentuali. La metodologia

di campionamento adottata è di tipo non probabilistico, ovvero i soggetti sono

stati reperiti in base alla loro disponibilità alla collaborazione.

Percorso adottato per ottenere i risultati, legati all’anamnesi recente (qualora vi

fossero state lesioni o infortuni recenti) ed all’anamnesi remota:

- Stesura di un questionario (una parte con domande a risposta libera ed

un’altra con domanda a risposta numerica) e consegna dello stesso a

maestri, allievi della scuola e del corpo di ballo (quindi allievi e

professionisti). *

- Le domande con risposta libera hanno preso spunto dalla raccolta dati

anamnestici forniti dall’università di Siena durante il master in

“fisioterapia applicata allo sport”.

- Per valutare livelli di scarsa o alterata consapevolezza corporea, che

potrebbe interferire anch’essa con la prestazione artistico/sportiva, nella

domanda n°11 del questionario a risposta libera si volevano ottenere

risposte soggettive dai ballerini per verificare se, a loro giudizio, le

educazioni tecnico/artistiche, ricevute in passato o attuali, fossero

ritenute adeguate o meno ed il loro stato emozionale presente o passato

potesse aver influito su eventuali disturbi fisici o addirittura infortuni.

41

* questionari consultabili nella sezione “appendice”.

4.2 tipologie di infortunio riscontrate

4.1.1 le tipologie di infortuni/lesioni nella danza classica

Dati raccolti presso allievi, dai 14 ai 21 anni) e maestri**: numero dei soggetti

coinvolti è di 23 (100%), pertanto:

Lesioni per zone del corpo totale

Zona piede (3) 15%

- Alluce valgo (3) 15%

- Tendinop. flessore alluce (0) 0%

- Sesamoiditi (0) 0%

- Fascite plantare (0) 0%

- Artropatie dita piede (0) 0%

Zona caviglia (3) 15%

- Distorsioni caviglia (2) 10%

- Instabilità caviglia (0) 0%

- Tendinopatie peronei (0) 0%

- Spina calcaneare (0) 0%

- Tendinop. tibiale posteriore (0) 0%

- Tendinop. Achillea (0) 0%

- Borsite di Haglund (0) 0%

- Os trigonum (0) 0%

- Processo di Stieda (0) 0%

42

- Osteocondr. Haglund/Sever/Blanke (0) 0%

- Fratture da stress (0) 0%

- Lesioni muscolari polpaccio (1) 5%

Zona ginocchio (7) 35%

- Distorsioni ginocchio (5) 25%

- Instabilità ginocchio (0) 0%

- Tendinopatia laterale ginocchio (0) 0%

- Tendinopatia mediale ginocchio (0) 0%

- Patologia femoro/rotulea (2) 10%

- Sind. Osgood-Schlatter (0) 0%

Zona anca (4) 20%

- Lesioni muscolari ischio crurali (2) 10%

- Impingement anca (2) 10%

Zona colonna (2) 10%

- LBP (low back pain) (2) 10%

- Instabilità dorsale (0) 0%

- Traumi cervicali (0) 0%

- Instabilità cervicale (0) 0%

Zona arto superiore (1) 5%

- Artropatie spalla (1) 5%

- Traumi legamenti polsi (0) 0%

43

Elenco dei principali tessuti lesionati:

- Ossa 0%

- Muscoli 15%

- Tendini 0%

- Articolazioni 40%

- Legamenti 35%

- Aspecifiche (tipo LBP) 10%

- Borsiti 0%

caviglia 15%

piede 15%

ginocchio 35%

anca 20%

colonna 10%

arto sup 5%

lesioni per zone classica

Ossa 0%

Muscoli 15%

Tendini 0%

Articolazioni 40%

Legamenti 35%

Aspecifiche (tipo LBP)

10%

Borsiti 0%

44

**gli allievi, oltre alla classica, sostenevano sessioni di studio anche di danza,

moderna, hip-hop e jazz dance.

45

4.2.2 le tipologie di infortuni/lesioni nella danza contemporanea

Dati raccolti presso ballerini professionisti dai 23 ai 38 anni)***: numero dei

soggetti coinvolto è di 9 (100%), pertanto:

Lesioni per zone del corpo totale

Zona piede (9) 34,62%

- Alluce valgo (8) 30,77%

- Tendinop. flessore alluce (0) 0%

- Sesamoiditi (1) 3,85%

- Fascite plantare (0) 0%

- Artropatie dita piede (0) 0%

Zona caviglia (7) 26,92%

- Distorsioni caviglia (0) 0%

- Instabilità caviglia (4) 15,38%

- Tendinopatie peronei (0) 0%

- Spina calcaneare (0) 0%

- Tendinop. tibiale posteriore (0) 0%

- Tendinop. Achillea (1) 3,85%

- Borsite di Haglund (0) 0%

- Os trigonum (0) 0%

- Processo di Stieda (0) 0%

- Osteocondr. Haglund/Sever/Blanke (0) 0%

- Fratture da stress (1) 3,85%

46

- Lesioni muscolari polpaccio (1) 3,85%

Zona ginocchio (5) 19,23%

- Distorsioni ginocchio (2) 7,69%

- Instabilità ginocchio (2) 7,69%

- Tendinopatia laterale ginocchio (0) 0%

- Tendinopatia mediale ginocchio (0) 0%

- Patologia femoro/rotulea (1) 3,85%

- Sind. Osgood-Schlatter (0) 0%

Zona anca (1) 3,85%

- Lesioni muscolari ischio crurali (0) 0%

- Impingement anca (1) 3,85%

Zona colonna (4) 15,38%

- LBP (low back pain) (2) 7,69%

- Instabilità dorsale (2) 7,69%

- Traumi cervicali (0) 0%

- Instabilità cervicale (0) 0%

Zona arto superiore (0) 0%

- Artropatie spalla (0) 0%

- Traumi legamenti polsi (0) 0%

47

Elenco dei principali tessuti lesionati:

- Ossa 7,69%

- Muscoli 7,69%

- Tendini 3,85%

- Articolazioni 34,62%

- Legamenti 38,46%

- Aspecifiche (tipo LBP) 7,69%

- Borsiti 0%

piede 35%

caviglia 27%

ginocchio 19%

anca 4% colonna

15%

arto sup 0%

lesioni per zone contemporanea

Ossa 8%

Muscoli 8%

Tendini 4%

Articolazioni 34%

Legamenti 38%

Aspecifiche (tipo LBP)

8%

Borsiti 0%

48

*** i ballerini professionisti avevano studiato, durante la loro passata carriera,

soprattutto stile classico.

4.3 I fattori di rischio individuati

4.3.1 I fattori di rischio individuati nella danza classica

Dati raccolti presso allievi, dai 14 ai 21 anni) e maestri**: numero dei soggetti

coinvolti è di 23 (100%), pertanto:

quantità dei carichi

- frequenza dei corsi (3) 12,5%

- frequenza delle prove (1) 4,17%

- frequenza degli spettacoli (0) 0%

- durata della formazione (2) 8,33%

qualità dei carichi

- scarpe non idonee (1) 4,17%

- ambienti e luoghi (1) 4,17%

- errori tecnici (2) 8,33%

core stability

- imperfezioni posturali del “core” (3) 12,5%

consapevolezza corporea

- scarsa consapevolezza corporea (4) 16,67%

49

altre condizioni

- morfologia anatomica asimmetrica (1) 4,17%

- traumi pregressi (2) 8,33%

- timing attivazione muscolare alterato (2) 8,33%

- carenze nutrizionali (1) 4,17%

- patologie sistemiche (1) 4,17%

**gli allievi, oltre alla classica, sostenevano sessioni di studio anche di danza,

moderna, hip-hop e jazz dance.

n.b in corsivo le voci non pertinenti lo studio

50

4.3 .2 I fattori di rischio individuati nella danza contemporanea:

dati raccolti presso ballerini professionisti dai 23 ai 38 anni)***: numero dei

soggetti coinvolto è di 9 (100%), pertanto:

quantità dei carichi

- frequenza dei corsi (3) 9,38%

- frequenza delle prove (2) 6,25%

- frequenza degli spettacoli (0) 0%

- durata della formazione (3) 9,38%

qualità dei carichi

- scarpe non idonee (0) 0%

- ambienti e luoghi (3) 9,38%

- errori tecnici (4) 12,5%

core stability

- imperfezioni posturali del “core” (4) 12,5%

consapevolezza corporea

- scarsa consapevolezza corporea (6) 18,75%

altre condizioni

- morfologia anatomica asimmetrica (2) 6,25

- traumi pregressi (3) 9,38%

- timing attivazione muscolare alterato (1) 3,13%

51

- carenze nutrizionali (0) 0%

- patologie sistemiche (1) 3,13%

*** i ballerini professionisti avevano studiato, durante la loro passata carriera,

soprattutto stile classico.

52

Cap.5 Risultati

5.1 dati relativi alla fase 1

Da questa preliminare indagine, in letteratura, è emerso che:

- Lesioni danza in generale

Ossa 20.73%

Muscoli 3,66%

Tendini 20,73%

Articolazioni 12,20%

Legamenti 31,71%

Aspecifiche (tipo LBP) 8,54%

Borsiti 2,44%

piede 12,2%

caviglia 51,22%

ginocchio 18,29%

anca 3,66%

colonna 10,98%

arto sup 3,66%

- Lesioni danza classica

Ossa 29,79%

Muscoli 0%

Tendini 17,02%

Articolazioni 6,38%

Legamenti 31,91%

53

Aspecifiche (tipo LBP) 10,64%

Borsiti 4,26%

piede 12,77%

caviglia 57,45%

ginocchio 12,77%

anca 2,13%

colonna 12,77%

arto sup 2,13%

- Lesioni danza contemporanea:

Ossa 6,25%

Muscoli 6,25%

Tendini 0%

Articolazioni 12,5%

Legamenti 50%

Aspecifiche (tipo LBP) 25%

Borsiti 0%

piede 6,25%

caviglia 25%

ginocchio 31,25%

anca 6,25%

colonna 25%

arto sup 6,25%

54

5.1.1 somiglianze e differenze tra danza classica e contemporanea

Come si può notare dai dati nelle aree e tipologie di lesioni/infortuni, vi sono

somiglianze e differenze tra danza in generale, classica e contemporanea.

I principali requisiti delle somiglianze sono:

a) La danza classica risulta la più studiata dagli autori e quindi ha molti più

dati numerici rispetto ad altre discipline.

b) La danza classica registra il maggior numero di variabili di casistica

clinica rispetto agli altri stili.

Le differenze principali, come spiegato nell’introduzione, sono dovute ai

differenti gesti tecnici, infatti i 2 stili vanno analizzati separatamente. [25]

a) Nella classica:

- vi sono maggiori lesioni ossee probabilmente al più alto numero di

lesioni da stress.

- il maggior numero di salti e dalle posizioni “en point” stimola il

sovraccarico tendineo.

- l’uso delle scarpe da punta nelle ballerine crea più casi di borsite.

- i principali distretti corporei interessati da lesione sono piede e,

soprattutto, caviglia.

b) Nella contemporanea:

- vi sono maggiori lesioni muscolari rispetto alla classica per un maggior

impegno eccentrico.

- tale impegno eccentrico incide maggiormente sulla colonna lombare nei

momenti in cui si deve mantenere il partner sollevato per più tempo in

base alle richieste coreografiche.

55

- nelle fasi di controllo delle torsioni abbiamo maggior casistica di lesioni

legamentose ed articolari rispetto alla classica.

- i principali distretti corporei interessati da lesione sono ginocchio, anca,

arto superiore e, soprattutto, colonna lombare.

5.1.2 Cause di lesione e differenze tra le due discipline

Dalla letteratura considerata, emerge che, nella danza in generale, le cause

di lesione sono così distribuite:

Dalla letteratura considerata, emerge che, nella danza classica, le cause di

lesione sono così distribuite:

quantità dei carichi

30%

qualità dei carichi

30% core stability

8%

consapevolezza corporea

3% altre condizioni

29%

Cause lesioni danza

56

Dalla letteratura considerata, emerge che, nella danza contemporanea, le

cause di lesione sono così distribuite:

Come si può notare, invece dai grafici inerenti le cause di infortunio, vi sono

somiglianze e differenze tra danza in generale, classica e contemporanea.

quantità dei carichi

18%

qualità dei carichi

32% core stability 11%

consapevolezza corporea

3%

altre condizioni 36%

Cause lesioni classica

quantità dei

carichi 24%

qualità dei carichi

33%

core stability 4%

consapevolezza corporea

4%

altre condizioni 35%

Cause lesioni contemporanea

57

I principali requisiti delle somiglianze:

a) la qualità dei carichi tra classica e contemporanea

b) i problemi correlati ad una scarsa consapevolezza corporea

c) altre condizioni non pertinenti lo studio (in questo gruppo hanno

maggior incisioni delle differenze morfologiche soggettive)

Le differenze principali:

a) lo scarso controllo della “core stability” grava di alcuni punti nella danza

classica, complice la posizione in “en dehors”

b) la quantità dei carichi grava di alcuni punti nella contemporanea

5.2 Dati relativi alla fase 2

5.2.1 cause di lesioni nella danza classica:

5.2.2 cause di lesioni nella danza contemporanea

quantità dei carichi

25%

qualità dei carichi

17% core stability

12%

consapevolezza corporea

17%

altre condizioni 29%

Cause lesioni classica

58

5.2.3 Confronto tra i due stili

Nei dati raccolti personalmente sul campo, dai grafici, si può notare che non

solo non vi sono particolari differenze tra classica e contemporanea, ma il

dettaglio della “consapevolezza corporea” risulta più ampio rispetto a quanto

trovato in letteratura.

A spiegazione di questo fattore si fa riferimento alle interviste fatte ai ballerini:

è emerso che 4 allievi della scuola di classica e 6 del corpo di ballo di

contemporanea, si erano infortunati o avevano iniziato ad accusare disturbi

funzionali a causa di eccessive pressioni psicologiche ricevute in esperienze

passate e con altri insegnanti e maestri meno sensibili al problema della

consapevolezza corporea.

Per quanto riguarda i dati legati agli infortuni, sono emersi i seguenti risultati:

- Lesioni danza classica:

Ossa 0%

Muscoli 15%

Tendini 0%

quantità dei carichi

25%

qualità dei carichi

22% core stability 12%

consapevolezza corporea

19%

altre condizioni 22%

Cause lesioni contemporanea

59

Articolazioni 40%

Legamenti 35%

Aspecifiche (tipo LBP) 10%

Borsiti 0%

caviglia 15,00%

piede 15,00%

ginocchio 35,00%

anca 20,00%

colonna 10,00%

arto sup 5,00%

- Lesioni danza contemporanea:

Ossa 7,69%

Muscoli 7,69%

Tendini 3,85%

Articolazioni 34,62%

Legamenti 38,46%

Aspecifiche (tipo LBP) 7,69%

Borsiti 0%

piede 34,62%

caviglia 26,92%

ginocchio 19,23%

anca 3,85%

60

colonna 15,38%

arto sup 0,00%

Come si può notare dai dati nelle aree e tipologie di lesioni/infortuni, vi sono

somiglianze e differenze tra danza classica e contemporanea.

I principali requisiti delle somiglianze sono legate alle lesioni accusate dai 3

maestri di classico e dal coreografo di contemporanea (tutti ex ballerini

professionisti).

Le differenze principali, invece:

Nel gruppo di danza classica:

- Su 23 soggetti intervistati e valutati vi sono state 20 segnalazioni di

lesioni precedenti, ma solo 4 degli allievi.

- 2 allievi hanno segnalato disturbi alla regione dell’anca (impingement).

- 2 allievi hanno segnalato disturbi alle ginocchia, legate a traumi, ma al di

fuori della danza (praticavano altri sport).

Nel gruppo di contemporanea:

- Su 9 soggetti intervistati e valutati vi sono state 23 segnalazioni di

lesioni precedenti, essendo tutti professionisti in corso di carriera

- Nonostante ciò con le corrette regole applicate dal coreografo

dell’attuale corpo di ballo negli ultimi 2 anni si sono verificati solo 1

infortunio ed un riacutizzarsi di 1 disturbo cronico.

- Vi sono corrispondenze con i risultati della ricerca in letteratura per

quanto riguarda i tessuti lesionati.

61

- Vi sono divergenze dalla letteratura sia per l’esiguo numero di dati, sia

poiché i ballerini nei 5 anni precedenti avevano effettuato anche studi di

classico.

TABELLA DI SINTESI

Tessuti

lesionati

Danza in

generale

Danza

classica

Danza

contemporanea

St. campo

classica

St. campo

contemp.

Ossa 20,73% 29,79% 6,25% 0% 7,69%

Muscoli 3,66% 0% 6,25% 15% 7,69%

Tendini 20,73% 17,02% 0% 0% 3,85%

Articolazioni 12,20% 6,38% 12,50% 40% 34,62%

Legamenti 31,71% 31,91% 50% 35% 38,46%

Aspecifiche

(tipo LBP)

8,54% 10,64% 25% 10% 7,69%

Borsiti 2,44% 4,26% 0% 0% 0%

Zone di

lesione

Danza in

generale

Danza

classica

Danza

contemporanea

St. campo

classica

St. campo

contemp.

Caviglia 51,22% 57,45% 25% 15% 26,92%

Piede 12,20% 12,77% 6,26% 15% 34,62%

Ginocchio 18,29% 12,77% 31,25% 35% 19,23%

Anca 3,66% 2,13% 6,25% 20% 3,85%

Colonna 10,98% 12,77% 25% 10% 15,38%

Arto sup. 3,66% 2,13% 6,25 5% 0%

62

Cause Danza in

generale

Danza

classica

Danza

contemporanea

St.

campo

classica

St.

campo

contemp.

Quantità dei

carichi

30% 18% 24% 25% 25%

Qualità dei

carichi

30% 32% 33% 17% 22%

Core stability 8% 11% 4% 12% 12%

Consapevolezza

corporea

3% 3% 4% 17% 19%

Altre condizioni 29% 36% 35% 29% 22%

5.3 Analisi globale dei dati provenienti dalle due fasi di studio

Integrando quanto individuato nelle due fasi di studio, è possibile osservare

che:

1) Nella prevenzione all’infortunio, non sembrerebbe esserci un vantaggio

particolare nell’iniziare dalla danza classica o viceversa per poi cambiare

stile e che non esiste uno stile più o meno stressante a livello fisico.

2) Il rischio di infortunio aumenta per una pessima gestione dei carichi

indipendentemente dal danzare contemporaneamente, durante la

settimana, con ore di classico o di contemporaneo.

3) Una scarsa consapevolezza corporea può influenzare negativamente la

performance con posture errate e disequilibri muscolo scheletrici.

I limiti della ricerca effettuata per questa tesi, probabilmente, evidenziano:

63

- un numero esiguo di articoli trovati che trattavano “consapevolezza

corporea vs infortunio”.

- i dati raccolti nel tirocinio sono altresì esigui per poterli comparare con il

monte dei dati presente in letteratura

- i metodi di valutazione personale differiscono con quelli degli autori in

letteratura

I punti di forza della ricerca effettuata per questa tesi evidenziano, invece che:

- l’esperienza del tirocinio ha consentito di vivere più tempo con i

ballerini e quindi le confidenze e le testimonianze degli stessi, relative

all’argomento, sono state raccolte con maggiori dettagli.

- Sia per gli allievi per che per il corpo di ballo la presenza di un

fisioterapista all’interno della struttura è stata una piacevole novità.

- vi è la conferma della pertinenza causa/effettuo degli infortuni è coerente

con la letteratura.

- si rende necessario approfondire tale argomento con studi successivi.

64

Cap.6 Conclusioni

1) Il rischio di infortunio nelle discipline considerate sembrerebbe aumentare

se l’insegnamento non è dosato ed impostato correttamente, in modo tale

che comporta un lavoro eccessivo (quantità e qualità dei carichi).

Occorre:

- Limitare i tempi di pratica, soprattutto in base all’età in modo

appropriato, per evitare la fatica estrema.

- Per recuperare la fatica durante una lezione o delle prove, approfittare,

coordinando i tempi col maestro e/o coreografo, dei momenti di pausa o

eseguire gli stessi passi a ritmi più lenti.

- Scegliere in modo corretto le attrezzature utilizzate e l’idoneità degli

ambienti.

- Utilizzare scarpe di sostegno appropriate per la danza ed adottare il

lavoro corretto dei muscoli intrinseci del piede mentre le si indossano.

- Collaborare con il costumista delle scene per adottare abiti e materiali

pratici, leggeri e funzionali.

- Essere proattivi ad apprendere le tecniche corrette. [12]

2) Altro fattore che ne sembra coinvolto è il mancato rispetto delle regole

della fisiologia ed una non idonea impostazione dell’atleta ballerino fin da

giovane in riferimento al “core stability”.

- Si ritiene utile far iniziare, nell’allievo, determinati passi di danza solo

quando il corpo è maturo per quel determinato gesto tecnico, quando

65

cioè esso è sufficientemente stabile e riesce a svolgere gli stessi

fondamentali in modo corretto.

- Se alcune pratiche gestuali risultano ancora difficoltose e costellate di

errori tecnici a livello della colonna e del bacino con ripercussioni sulla

catena cinetica discendente sarà più opportuno correggere questi

atteggiamenti e poi iniziare lo studio di passi più difficili. In più di

un’erronea postura si associa più di un’erronea posizione del baricentro

corporeo, che implica squilibri di attivazione delle catene muscolari non

solo del piede e dell’arto inferiore, ma anche della zona superiore del

tronco.

- Il controllo stesso della colonna, nel rispetto delle curve fisiologiche, che

non vanno mai appiattite, è importante, oltre che nel lavoro individuale,

soprattutto quando si lavora in un passo a 2: il ballerino che solleva la

partner deve gravare il meno possibile il peso sui dischi intervertebrali

che vengono sollecitati con elevate forze di taglio e rispettare la regola

del “filo a piombo”, sfruttando al meglio le scorte energetiche senza

disperderle con scompensi inutili e potenzialmente dannosi.

- L’attivazione dei muscoli del “core” può essere effettuata anche alla

sbarra anche se non si è ballerini classici. [5]

- Implementare i tempi per la valutazione funzionale in fase “pre-season”,

condotti da qualificati professionisti sanitari per determinare eventuali

deficit.

- Esaminare le informazioni basate su prove per capire se un buon

controllo del “core” e delle sue componenti possa aiutare ad ottimizzare

l'insegnamento delle tecniche di danza. [28]

- Lavorare con un istruttore di danza che è informato sulle cause degli

infortuni e sulla loro prevenzione, con formazione tecnica corretta e che

66

sappia correttamente posizionare il bambino e l’adolescente secondo

l’età adeguata, il livello e lo stile di classe di danza.

- Stabilire un buon programma di controllo neuromuscolare (Faigenbaum

AD et al. 2011, Hewett TE et al. 2007), mobilità e rinforzo tra flessori

dell'anca, adduttori, abduttori, rotatori, quadricipiti, hamstrings,

gastrocnemio/soleo e colonna, stimolando, allo stesso tempo, la fluidità

dei movimenti richiesti dalla danza.

- Essere prudenti nell’impostare un eccessivo allungamento se già

estremamente flessibile.

- Stabilire le attività che promuovono reazioni di equilibrio e

propriocezione.

- Stabilire un programma di danza/agilità pliometrico. [12]

3) Sembrerebbe, infine, essere di fondamentale importanza l’individuazione

delle specifiche caratteristiche fisiche ed artistiche del giovane danzatore e

la dimensione della sua consapevolezza corporea.

La ricerca di sempre più nuove e spettacolari coreografie per “catturare” e

coinvolgere le emozioni del pubblico che segue la danza, richiede maggior

impegno e creatività.

In questo l’aspetto psicosomatico conta molto in ambito infortunistico per tutto

quel che riguarda problemi di stress personali, competitività coi colleghi della

compagnia o corpo di ballo, con il conduttore d’orchestra che non si coordina

col passo di danza, ecc. (Modello Stress infortunio di Andersen e Williams,

1998).

- Con pochi semplici passi, e qualche lavoro di squadra tra genitori,

insegnanti e professionisti sanitari, si possono mantenere i ballerini

67

indenni da lesioni in un ambiente divertente: potrebbe essere la chiave

per aiutare a godere di un buon stile di vita attraverso la danza.

- Pare fondamentale essere consapevoli dei limiti del proprio corpo e non

spingere troppo veloce e troppo presto, evitando di danzare nel dolore.

- Ruolo dei genitori: devono stare attenti a non incoraggiare i loro figli a

progredire a livelli superiori di formazione se non sono ancora pronti;

l’età dei 12 anni è il limite inferiore generalmente accettato, ma la forza

e la maturità, tra i vari aspetti da considerare, sono più importanti

dell’età.

- In secondo luogo, i genitori devono essere consapevoli di eventuali

cambiamenti nutrizionali e psicologici dei propri figli che visualizzano

in modo soggettivo, indotto o meno dall’ambiente, come risultato del

tentativo di conformarsi ad un’immagine distorta della danza. Disturbi

alimentari, irregolarità delle mestruazioni, e perfezionismo

controproducente sono esempi di problemi che sono più frequenti nei

ballerini rispetto ai non-ballerini.

- Ruolo degli insegnanti: dovrebbero, fin da subito, stabilire le regole per

la salute agli allievi [11], che non devono temere di segnalare se hanno

dolori e se necessitano di una pausa. La sola astensione dall’attività

fisica e, nello specifico, della danza, non permetterebbe, comunque, una

rapida guarigione di un dolore o di un infortunio. [4]

- Diventa fondamentale nella prevenzione degli infortuni, specie nei

giovani, la conoscenza di tutti i fattori di rischio, lo sviluppo di

allenamenti e trattamenti volti a prevenire gli infortuni e una campagna

d’informazione mirata. [27]

- Ruolo del professionista sanitario: ha un ruolo significativo non solo per

quanto riguarda la cura e riabilitazione delle lesioni dei ballerini, ma

anche nella prevenzione. In particolare, sia dalla letteratura che

68

dall’esperienza personale è emerso che i ballerini rispondono bene alle

proposte sanitarie offerte da quegli operatori che rispettano sia l'estetica

e l'intensità della danza.

- Gli stessi professionisti sanitari devono identificare le difficoltà di

reazione all’infortunio con emozioni come: rabbia, confusione,

smarrimento, ossessione e fretta per il rientro, superficialità

nell’affrontare le cure, esagerazione dell’infortunio, senso di colpa, ecc.

[29]

- Come principio generale del trattamento, il professionista sanitario deve

rispettare la “passione” del danzatore e non dare mai, in caso di

infortunio, il consiglio di smettere di ballare: la pratica mentale aiuta a

mantenere le capacità tecniche di danza. [26]

- Da diverse ricerche [10] si è rilevato che spesso i ballerini sono inclini

all’auto-diagnosi ed all’auto-trattamento, in quanto non si sentono

compresi dai medici, che sono percepiti come essere inconsapevoli delle

esigenze fisiche della danza e carenti di formazione psicologica “dance-

specifica”. E’ vero anche che, in alcuni casi, i costi delle cure mediche o

dei trattamenti e relativi follow-up sono proibitivi.

6.1 prospettive future di studio e di ricerca

Studi futuri dovrebbero essere condotti per modificare, nel settore della danza,

l’atteggiamento socioculturale dei ballerini, gli insegnanti di danza e gli addetti

del settore ed incoraggiarli a cercare assistenza medica o riabilitativa per il

dolore e le lesioni. [24][30]

I fisioterapisti ed altri professionisti del settore sanitario possono avviare e

facilitare le sessioni di screening per i ballerini [11] per aiutare ad identificare i

potenziali problemi e prevenire futuri incidenti. Essi devono essere considerati

69

una parte naturale della carriera di un ballerino. Un ballerino deve ritornare a

danzare dopo un infortunio o gestire un eventuale problema cronico, solo

quando la clearance è garantita da un professionista sanitario. [3]

Con queste competenze il fisioterapista specializzato può assicurare al paziente

il miglior trattamento possibile con vera professionalità nell’ambito della danza

che è arte riprodotta da uno sportivo.

70

APPENDICE

- Le domande con risposta numerica hanno preso spunto dal questionario

“Visa” (Victorian Institute of Sports Assessment) realizzato per lo studio

delle tendinopatie achillee. Nello studio di questa tesi, sono state

apportate alcune modifiche per estrapolare, invece, i sovraccarichi

funzionali in generale.

- Non essendoci una domanda specifica con cui il paziente può rispondere

autonomamente se controllo bene o no la muscolatura del “core”, sono

stati effettuati dei test di valutazione a tutti coloro che hanno aderito

volontariamente allo studio.

- I test di valutazione della “core stability” utilizzati sono stati:

1) il “Prone bridging” (leva sui gomiti e sulle punte dei piedi) che stimola

preferenzialmente i flessori del “core”. Parametri di positività: i soggetti

sani resistono almeno 33” senza oscillazioni.

2) il “Supine bridging” (leva su dorso e piedi alzando glutei) che recluta

principalmente gli estensori del “core”. Parametri di positività: i sani

resistono almeno 42” senza oscillazioni.

3) Il “Lateral bridging” (leva sull’avambraccio con omero parallelo al suolo

e parte laterale del piede, effettuato da entrambi i lati) che recluta le

catene laterali degli arti inferiori, del tronco e gli stabilizzatori della

spalla. Parametri di positività: i soggetti sani resistono almeno 33” senza

oscillazioni.

- Altre rilevazioni funzionali sono stare ottenute con visita fisioterapica

che si è basata solamente sul rilevare limiti articolari superiori al 30%

del range of motion di un danzatore.

71

Questionario con risposte libere: ha come scopo la raccolta di

informazioni per redigere dati di anamnesi, soprattutto remota.

1. Da quanti anni fai danza? E quale tipo di danza ha fatto negli ultimi 2

anni (classica, moderna…)? (domanda specifica per la quantità dei carichi)

2. Hai fatto altri sport prima o durante la danza? (domanda specifica per la

quantità dei carichi)

3. Hai migliorato o peggiorato le tue performance nell’ultimo anno? Se sì,

specifica brevemente come e cosa: (domanda specifica per la qualità dei

carichi)

4. Quante ore fai danza alla settimana e quante ore fai, eventualmente, altri

sport (specificare quali)? (domanda specifica per la quantità dei carichi)

5. Che lavoro fai? (domanda specifica per la qualità dei carichi)

6. Elenca dove hai disturbi (in ordine di importanza) (domanda per

comprendere se vi sono altri fattori coinvolti)

7. I disturbi che hai, hanno come causa un trauma? (domanda per

comprendere se vi sono altri fattori coinvolti)

8. Già fatto trattamenti medici o fisio? (domanda per comprendere se vi

sono altri fattori coinvolti)

9. Hai problemi di Salute generale (perdita di peso, disturbi del sonno,

febbre...) (domanda per comprendere se vi sono altri fattori coinvolti)

10. Stai assumendo farmaci? (domanda per comprendere se vi sono

altri fattori coinvolti)

72

11. Qualcos'altro che non ho chiesto e che dovrei sapere? (domanda

per comprendere se vi sono altri fattori coinvolti, inlcusa la consapevolezza

corporea)

n.b. quest’ultima domanda è molto aperta e lascia spazio a discussione

molto ampia tra fisioterapista e paziente.

Questionario con risposte numeriche: ha come scopo la raccolta di

informazioni per redigere dati di anamnesi recente.

Rispondere da 0 a 10 (0 dolore insopportabile, 10 nessun dolore)

1. Se al mattino senti dolore/disturbi per quanto tempo durano? (0 fino a 10

min.)

2. Una volta scaldato come si comporta il dolore/disturbo durante il giorno

(da 0 a 10)

3. Dolore/disturbi nello scendere le scale (da 0 a 10)

4. Dolore/disturbi nel saltare (da 0 a 10)

5. Dolore /disturbi stare sulle punte dei piedi (da 0 a 10)

6. Dolore/disturbi nel muovere la colonna (cervicale, torace, lombare) (da 0

a 10)

7. Disturbi nel muovere o sostenere un peso con gli arti superiori (spalla,

polso, mano) (da 0 a 10)

8. Fermo da danza? Scegli una nelle condizioni in cui ti trovi ora:

a) fermo da danza

73

b) allenamento decisamente ridotto

c) allenamento modificato

d) allenamento completo ma non a livelli ottimali

e) allenamento perfetto

9. rispondere solo ad A) oppure B) oppure C)

A) se non senti dolore, quanto tempo riesci a fare danza: nulla, 1/10 min, 11/20

min, 21/30 min, oltre 30 min

B) se senti dolore, ma riesci a danzare quanto tempo puoi allenarti: nulla, 1/10

min, 11/20 min, 21/30 min, oltre 30 min

C) se senti dolore e ti devi per forza fermare, quanto resisti: nulla, 1/10 min,

11/20 min, 21/30 min, oltre 30 min

74

BIBLIOGRAFIA

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