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vap cremona 2012

Date post: 13-Mar-2016
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Virtual. E’ una nuova strategia di progetto e di comunicazione veicolata per mezzo del mondo virtuale. Architectural. Ripensiamo gli spazi, legandoli simultaneamente al passato, al presente ed al futuro, costruendo una quinta dimensione a metà tra il reale ed il virtuale. Performance. L’utente è chiamato a svolgere un ruolo attivo.
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Virtual Architectural PerformanceVAP.

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VAP. Virtual Architectural PerformanceVirtual. E’ una nuova strategia di progetto e di comunicazione veicolata per mez-zo del mondo virtuale. Architectural. Ripensiamo gli spazi pubblici, legandoli simul-taneamente al passato, al presente ed al futuro, costruendo una quinta dimen-sione a metà tra il reale ed il virtuale. Performance. E’ un evento in cui il cittadino è chiamato a svolgere un ruolo attivo.

a cura di: DAVIDE ANDREA NOLLI Founder and director & FRANCESCA ALQUATI Cofounder.

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follow us on: info: [email protected]

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Indice

Cos’è VAP?

Il ruolo delle nuove teconologie. SUOLO/IN-FORMAZIONE.

NET-CITY / META-CITY.

Una nuova visione della città attraverso il tuo smartphone.

Biografia urbana. MAPPA DIACRONICA.

Piazza Lodi. NODO INTERMODALE.

Piazza Roma. ARCHEOLOGIA IMPOSSIBILE.

Via Solferino 37. RIAPPROPRIAZIONE ARCHE-OLOGICA MEDIANTE SUPERFETAZIONE URBA-NA.

Piazza Marconi. METAMORFOSI INTERATTIVA.

Conclusione.

Ringraziamenti.

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E’ UN ALLESTIMENTO VIRTUALE CHE HA LO SCOPO DI LEGARE LUOGHI, CONTENU-TI, INFORMAZIONE E PERSONE.

Costruiamo una quinta dimensione in cui collegare lo spazio reale con quello virtuale attraverso l’utiliz-zo di nuove tecnologie quali:QR code, Smart-phone e Social Network con il fine di riattivare il suolo rendendolo veicolo di infor-mazioni. Creiamo spazi che siano in grado di infor-mare e formare il cittadino. Immaginiamo una Cremona che esalti le sue pecu-liarità territoriali, ma che si raffronti con la giusta scala contemporanea. Vale a dire la scala con cui oggi siamo tenuti a scontrarci, quella globale dell’e-ra digitale.

Ci aspettiamo di conseguenza una sensibilizzazio-ne da parte dei cittadini alle nuove tecnologie ed alle tematiche veicolate da VAP, ma soprattutto una sensibilizzazione del cittadino verso la propria cit-tà che diventa in grado di raccontarsi e di spiegarsi, attraverso il linguaggio che oggi ci è più famigliare: quello delle immagini, attraverso un metodo inter-pretativo che già fu utilizzato da Palladio e Piranesi.

Produciamo dunque immagini evocative potenti, che prestiamo alla tecnologia, determinando, con l’uso di nuove tecnologie applicate al contesto, degli input sensoriali in grado di provocare dei ricordi specifici di una particolare situazione. L’osservatore, colpito nei sensi, dovrà poter concettualizzare la sensazio-ne, per trasformarla in percezione consapevole, in conoscenza.

Cos’è VAP?

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Canaletto, Capriccio palladiano, 1756-59; olio su tela, 56 × 79 cm; Parma, Galleria Nazionale.

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è caratterizzato da un uso della struttura di circola-zione per il controllo politico della città attraverso la rappresentazione del potere. Lo spazio urbano ri-nuncia al suo caos ricco per piegarsi ad ordini astrat-ti di rappresentazione celebrativa.

Con la rivoluzione industriale si può iniziare a parlare di spazio di CIRCOLAZIONE: la città cresce a dismisura e le sue nuove mura sono proprio gli anelli infrastrutturali che ne supportano lo svilup-po. La società dei consumi e le sue città nascono in questo momento, la rete di circolazione non smette di crescere e moltiplicarsi per tutto il XX secolo e diventa veicolo dell’informazione che sostiene pro-cessi economici e sociali del momento. La velocità di spostamento produce dispersione. Attorno al nu-cleo consolidato si forma una nebulosa rarefatta di oggetti urbani ed infrastrutture.

L’era elettro-telematica libera dalle costrizioni spa-ziali e temporali. Si assiste ad una vera e propria dislocazione spazio temporale. Stando in un punto e nello stesso istante l’uomo può essere connesso ovunque.

“Si disegna un urgenza: rielaborare lo spazio di contatto o, più precisamente, le figure che dovrà prendere oggi per rispondere insieme alle esigenze imposte dallo spazio di agganciamento alla socie-tà globale e alle esigenze specifiche, contestuali e memoriali, delle differenti società impiantate sulla nostra terra”

Siamo partiti dall’idea che anche lo spazio urbano contemporaneo attraverso l’uso delle nuove tecnologie può giocare di nuovo un ruolo di infor-mazione. Il tutto acquisendo il concetto di Franco-se Choay sostenendo che sia proprio lo scollamento avvenuto per epoche successive tra vie di informa-zione e di circolazione, la causa del’impoverimento della città contemporanea.

La teoria di Francose Choay è ordinata secondo un ordine cronologico che ricalca le maggiori teorie evoluzionistiche della forma urbana e rinviano in termini spaziali alle tre grandi rivoluzioni culturali dell’Europa Occidentale: Rinascimento, Rivoluzio-ne Industriale, Rivoluzione Elettro-Telematica.

Spazio di CONTATTO: In epoca medieva-le densità e perimetrazione muraria conferivano agli insediamenti urbani un forte carattere identitario che si traduceva in un forte senso di appartenenza alla città. L’attività umana e l’abitare risultavano difesi e protetti, in opposizione alla campagna e raccolti at-torno ai centri del potere religioso. La piazza, cuore urbano, è lo spazio pubblico capace di riunire la città nella celebrazione dei riti di scambio. E’ una scena che non solo comunica, ma che ti stimola ad agire in un certo modo, promuovendo il contatto umano. “La città del medioevo offre uno spazio di contatto che contemporaneamente informa (e forma) imme-diatamente da se stesso e mediatamente fa coincide-re, in quanto strumento, le vie della circolazione e dell’informazione.”(Choay)

Lo spazio SCENICO dell’epoca classica

Il ruolo delle nuove tecnologie. SUOLO/INFORMAZIONE

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La città non può più essere considerata come ele-mento a sé stante. Al fine di garantirne la competiti-vità economica, sociale e culturale a livello globale essa deve essere osservata in due prospettive sostan-ziali:

_La prima di tipo materiale, che tratta della prossi-mità fisica, nella quale lo spazio è legato al tempo. La città deve essere considerata inserita nel proprio territorio, vale a dire collocata alle differenti scale: locale, regionale, nazionale e globale. (Net-City)

_La seconda di tipo immateriale, legata a internet e alle nuove tecnologie di comunicazione, nella quale si assiste a una dislocazione spazio-temporale. La città è avvolta da metadati, che la connettono nello stesso istante al resto del globo. (Meta-City)

E’ proprio su queste due caratterizzazioni che basia-mo la nostra idea di città ed in particolare sull’inter-connessione delle due dimensioni.

NET-CITY / META-CITY

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Dal 6 Ottobre troverete i QR code di VAP in alcuni punti strategici della città (Piazza Lodi, Piazza Roma, Via solferino 37, Piazza Marco-ni) per dimostrare come le nuove tecnologie siano fondamentali per la realizzazione di set di paesaggi innovativi in situazioni dove, come in questo caso, i reperti archeologici e storici possono essere inse-riti nuovamente all’interno di un progetto urbano.

Attraverso i QR code, infatti, sarà possibile vivere in maniera immersiva e interattiva l’esperienza del passato, del presente e del futuro. Grazie ad una serie di marker distribuiti sulla città, sarà possibi-le, puntando la camera del proprio smart-phone sul codice, vedere le immagini di una realtà tra passato, presente e futuro. I visitatori potranno condividere direttamente l’e-sperienza con i loro amici attraverso i social net-work come Facebook, Twitter, Linkedin, Behan-ce, YouTube, Vimeo.

Come avviene il ricongiungimento tra suolo e informazione?

È così che lo smart–phone si trasforma allora

Una nuova visione della città attraverso il tuo smartphone

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anche in uno strumento che determina uno “spazio di connessione”: quello in cui informazione e cir-colazione corrispondono, ma su supporti non fisici, “non scritti” sul suolo (come avveniva nel passato quando era la stessa strada ad informare sul modo di muoversi nella città facendo sì che circolazione e informazione coincidessero). Con questa tecno-logia, applicata allo spazio fisico concreto di alcuni punti caldi della città, la “navigazione” virtuale delle persone e la circolazione di informazioni corrispon-dono nuovamente, cogliendone però la nuova scala globale.

Cosa succede quando la meta-city tocca la città reale?

La nostra risposta è VAP. Virtual Architec-tural Performance. Stiamo parlando di eventi urbani architettonici visionari tra passato presente e futuro. Si tratta quindi di una quinta dimensione che per-mette la piena libertà di invenzione proprio perché si trova a metà tra il reale ed il virtuale, rileggendo lo spazio attraverso la storia, per poi utilizzarla nella programmazione futura, dandone una nuova acce-zione contemporanea di interattività con l’uomo.

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Biografia urbana. MAPPA DIACRONICA

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Si opera sul rapporto tra geografia, storia e progetto secondo l’idea italiana del Cattaneo di “Notizie naturali e civili della Lombardia” per leg-gere creativamente al futuro.

La città risulta quindi intesa come profonda-mente radicata alla geografia del luogo nel tempo. Dalla stratificazione storica è infatti possibile evin-cere il codice genetico della città, individuandone i punti sensibili adatti ad assumersi il salto di scala.

L’orografia del terreno definisce l’antico alveo del fiume PO (Padus o Eridanus). L’acqua per le sue proprietà fisiche è l’elemento sensibile della penden-za del suolo che ne definisce il limite di allagamento. La città romana si fonda infatti all’asciutto, oltre la curva dei 42m slm. E’ solo tramite il controllo uma-no delle acque che la città ha potuto espandersi oltre questo limite. L’insediamento romano primigenio è ancora l’elemento base sul quale si fonda l’imposta-zione morfologica della città entro le mura, di tipo medioevale (Spazio di Contatto), definendone parti-zioni e misure, impostando centuriazioni da 85m x 85m e coprendo una maglia complessiva di 680m x 680m.

La relazione tra orografia e quadricola romana, che risulta inclinata di circa 30° rispetto l’asseEST-OVEST definisce alcuni nodi di interesse morfo-ge-grafico. La centuriazione letta attraverso il cardo ed il decumano congiunge infatti i 3 punti topografici rilevanti: Il centro (l’incrocio tra cardo e decumano) si assesta sul punto di massimo (Piazza Roma), vale a dire sulla curva dei 50m slm, la stessa sulla quale sorgerà il Torrazzo (landmark). Gli ingressi invece all’insediamento romano a nord, si situano proprio

Biografia urbana. MAPPA DIACRONICA

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nei punti di minimo altimetrico (42m slm), oltre il crinale che protegge dal PO, all’incrocio tra: Corso Campi, Via Palestro e Corso Giuseppe Garibaldi che diventa oggi l’ingresso principale al centro storico da parte del city user proveniente dalla stazione fer-roviaria, ed in piazza Lodi che rappresenta un im-portante punto di scambio intermodale. Nella logica dei flussi esso rappresenta infatti un punto in cui si scambia il mezzo di trasporto in avvicinamento alla città (dal trasporto su ruote a quello pedonale).Gli ingressi al cardo e dal decumano a Sud, l’attua-le Piazza Marconi e Porta PO, definivano i 2 punti di espansione massima possibile, proprio a causa dell’alveo del PO. Oggi però si arricchiscono diven-tando anch’essi punti di scambio intermodale in ac-cesso alla città da Sud.

Attraverso questo processo di discretizzazione e di layerizzazione dei caratteri geografico-morfologici è stato quindi individuato il campo di intervento, de-finito in sostanza dal cardo e dal decumano che rap-presenta il sistema di connessione tra i vuoti (spazi pubblici) e che misura lo spazio 680m x 680m, le-gandolo indissolubilmente al tempo di percorrenza fisico, ed i nodi di intensificazione: Piazza Marconi, Piazza Roma, Piazza Lodi definiti dai loro specifici caratteri.

Biografia urbana. MAPPA DIACRONICA

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Piazza Lodi. NODO INTERMODALE

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“The environmental image of time-places can play a role in speending that necessary chan-ge”. (Lynch)

Nell’ottica della net-city si tratta di ripensare la città all’interno di una strategia policentrica che in-dividua nel tessuto urbano i punti trasformativi per eccellenza. Punti multiscalari in cui si incrociano flussi e tempi differenti (Piazza Lodi). Si tratta di un approccio che analiticamente trova le potenzialità nel territorio e nella città e le rafforza attraverso stra-tegie dinamiche di interazione a rete con il risultato di sintetizzare competitività globale e valore locale.

Piazza Lodi è stata quindi interpretata come nodo morfotipico, un’area urbana in grado di ospitare le eccezioni al sistema dominante unendo stasi e flussi in un nuovo equilibrio. Tale centralità non si distin-gue solo quale collettore delle diverse temporalità legate a flussi che organizza, ma si trova in continua relazione con gli innumerevoli tempi individuali e spazi di esperienza singolare. Questo nuovo ente urbano si contrappone al consumo di suolo e cerca di offrire nuovi spazi di contatto, nuovi luoghi di prossimità e intensità, nei quali si costituiscono nuo-ve forme di socialità e urbanità.

VAP investiga quindi la duplice appartenenza dei luoghi ad una prossimità contestuale, concreta, lo-cale ad una prossimità a-contestuale, virtuale, glo-bale, instaurando quindi il sussistere ed il coesistere di differenti scale: strade, piazze, parchi o gallerie, integrando spazi a misura d’uomo con spazi misurati sui flussi ed altri adeguati alle macchine.

Piazza Lodi è quindi bigness, landmark, un con-tenitore di funzioni rare, fondale alla scena della città.

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Piazza Lodi. NODO INTERMODALE

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Piazza Roma. ARCHEOLOGIA IMPOSSIBILE

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“Veduta la relazione in data del 17 novem-bre dello scorso anno con cui l’ing. capo Dalla Noce dimostrata l’insufficienza di area libera della città di Cremona pei mercati, la ristrettezza delle strade adiacenti alla chiesa e caserma di S. Domenico, il cattivo stato di codesti edifizi, l’impossibilità di ri-trarre un buon partito conservandoli e l’opportuni-tà di destinare l’area a uso pubblico…”. Così, per decreto reale, nel 1869 veniva demolita la basilica di S. Domenico, insigne monumento, luogo di ripo-so del più eccelso fra i liutai, Antonio Stradivari, la tomba del quale fu devastata e le ossa disperse. (cit. Giuseppe Maffei, La Basilica di S. Domenico 1859-1879, pag. 5)

VAP reinterpreta, ripensa, reinventa un’archeologia impossibile. La Basilica di S. Domenico è ormai distrutta, ma ancora sedimentata nel disegno urba-no e nella memoria attraverso le opere che vi erano contenute (in parte conservate al Museo Civico di Cremona).

Si propone una mostra all’interno di rovine inesi-stenti. L’operazione è concettuale: lo spazio della basilica viene reinterpretato attraverso un nuovo lin-guaggio e le opere, rimesse in scena nella loro posi-zione originaria, si fondono nel contesto attuale.

Si affrontano quindi due questioni fondamentali: In prima istanza il problema del riallacciamento dell’immagine con la sua pianta, intesa come traccia al suolo ormai perduta ed in seconda la distorsione spazio/temporale insita nell’operazione stessa. La commistione tra passato presente e futuro porta alla luce un nuovo spazio denso di contenuti memora-bili.

Il progetto prevede la perdita della classica distin-zione tra interno ed esterno propria del tempio, co-struendo uno spazio permeabile che funga da filtro tra città e parco. Le tracce della basilica vengono discretizzate, misurate e riutilizzate per dare vita ad un elemento urbano nuovo immerso nel paesaggio: un’archeologia impossibile.

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Piazza Roma. ARCHEOLOGIA IMPOSSIBILE

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Via Solferino 37. RIAPPROPRIAZIONE ARCHEOLOGICA MEDIANTE SUPERFETAZIONE URBANA

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Via Solferino 37. RIAPPROPRIAZIONE ARCHEOLOGICA MEDIANTE SUPERFETAZIONE URBANA

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Via Solferino 37 è un punto nevralgico della città, vicino a Piazza Duomo, nel pieno centro stori-co ed economico. Le trasformazione storiche dell’i-solato dell’attuale borsa a metà del 900 hanno dato alla luce i resti della strada romana e del canale Mar-chionis che insistevano proprio sull’attuale tracciato della via.Tali resti risultano oggi completamente negati alla città e fisicamente inaccessibili. La strada romana può essere infatti raggiunta da un porticato laterale ed il canale Marchionis non è più visibile a causa dell’interramento avvenuto nei secoli.

VAP propone una nuova interpretazione archeolo-gica, non solo legata alla conservazione, ma anche alla sua fruizione, accettandone ruskinianamente il suo deterioramento. Lo scavo viene elevato a monu-mento alla passata civiltà, trasformando l’interesse del cittadino: da esclusivamente storicistico ad iden-titario.

VAP. VIA SOLFERINO 37. Tre elementi:

_La camera chiara che definisce visivamente il rapporto tra il sopra ed il sotto.

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Via Solferino 37. RIAPPROPRIAZIONE ARCHEOLOGICA MEDIANTE SUPERFETAZIONE URBANA

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_Il Canale Marchionis che riemerge dal suolo.

_La strada romana che ritorna ad essere fruita come monumento.

La nuova configurazione prevede quindi l’aggiunta di un corpo estraneo alla città (superfetazione) come elemento scultoreo, la cosiddetta camera chiara. Essa permette mediante un sistema di specchi interni la visione da sopra del sotto.

Il canale viene riportato alla luce e diviene il me-dium fisico tra il sotto ed il sopra. Dal lato nord co-stituisce l’accesso alla stanza ipogea mediante una scala sospesa sull’acqua. Dal lato sud l’acqua sgorga dalla strada per essere reimmessa nel canale produ-cendo una nuova atmosfera di raccoglimento.

La strada romana viene reinventata nella sua stanza ipogea ricostituendo l’originale rapporto con l’ac-qua. Una passarella, prosecuzione della scala di in-gresso, la attraversa catapultando all’interno l’osser-vatore in maniera immersiva. Le pareti perimetrali si staccano eticamente dalla strada lasciando penetrare la luce, sottintendendo l’eventuale proseguimento della stessa.

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Piazza Marconi. METAMORFOSI INTERATTIVA

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Piazza Marconi: punto di interscambio per chi arriva in città da sud, è stato ed è tutt’ora oggetto di importanti trasformazioni urbane: il parcheggio sotterraneo, la piazza, il museo del violino.

VAP si confronta con la conformazione attuale e criticamente la reinterpreta ridandole dignità stori-ca. Purtroppo le nuove funzioni (il parcheggio so-prattutto) necessarie alla riqualificazione dell’area hanno completamente negato il rapporto con gli importantissimi resti archeologici rinvenuti durante gli scavi. Tali resti sono oggi in parte conservati al museo archeologico di San Lorenzo, in parte perduti e in parte presenti ancora nella piazza, ma relega-ti a semplici suppellettili da guardare a distanza in un’ottica estremamente conservativa. Tutto questo ha portato a una dislocazione spazio-temporale dei reperti che, seppur conservati al museo, hanno perso la loro collocazione non solo nello spazio, ma anche nel tempo, in quanto appartenenti ad una specifica stratigrafia. VAP agisce proprio su questo punto at-traverso 3 operazioni:

_ Ricucire il rapporto tra i resti e l’esistente. Un totem verticale sprofonda sino al piano -2 ingloban-

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Piazza Marconi. METAMORFOSI INTERATTIVA

do gli scavi, diventando nello stesso tempo landmark e macchina layer, connettendo i vari strati della piaz-za, dalle stratigrafie dell’età preaugustea, all’attuale conformazione.

_ Proiettare il passato nel presente. Le stratigrafie storiche vengono riscoperte e proiettate sopra le te-ste dei cittadini diventando parte stessa dell’attuale piazza che le aveva negate. Tali tracce vengono così ricollocate nella loro posizione originale ricostruen-done il rapporto immagine/pianta.

_ Interazione tra storia e visitatore. La sala supe-riore del totem è adibita a museo interattivo, e porta il visitatore alla scoperta di quanto si trova sotto il livello dell’attuale piazza. Il tutto si configura con le mappe storiche proiettate sul pavimento, e colle-gate a immagini sulle pareti. A seconda del periodo storico proiettato e della posizione del visitatore che calpesta parti della pianta, compaiono sulle pareti resti, suppellettili e porzioni di scavo collegate sia spazialmente che temporalmente alla stratigafia cor-rispondente. Questo serve a fare in modo che il frui-tore non sia passivo, ma forza attiva dell’intervento.

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Conclusione

VAP. E’ UN ALLESTIMENTO VIRTUA-LE CHE HA LO SCOPO DI LEGARE LUOGHI, CONTENUTI, INFORMA-ZIONE E PERSONE.

Pensiamo che questa iniziativa possa fungere da slancio alla città stessa in tutti gli aspetti già menzio-nati: sociali, culturali ed economici. La strategia di comunicazione così all’avanguardia veicolerà molto velocemente i contenuti nella rete (a scala globale quindi) mostrando la Cremona del nuovo millennio. Si presume inoltre un’importante sensibilizzazione del cittadino che potrà interfacciarsi direttamente con l’iniziativa, diventandone un attore attivo grazie ai social-network.

VAP: punto di congiunzione tra reale e virtuale, Promuove nuove visioni, che ri-leggono il passato, leggono il presente, im-maginando il futuro della città.

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una nuova visione della città attraver-so il tuo smartphone

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Ringraziamo:

l’Assessore Jane Alquati dell’Assessorato alle Politche Giovanili per aver creduto sin da subito al progetto;

Massimo Mancosu che è stato l’interfaccia diretta con l’Assessorato;

la Dott. Ivana Iotta ed il Dott. Giancarlo Tossani per il materiale fotografico riguradante le opere pittoriche di S. Domenico;

Il Presindente di Confcommercio Claudio Pugnoli ed il Direttore Laura Guglia per il patro-cinio;

La Prof. ssa Antonella Contin con cui col-laboriamo ormai da tempo che si rivela sempre un valido supporto scientifico.

Ringraziamenti.

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