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VIRTÙ' SINGO x. .1E DONI SPECIALICONCEDUTI DA DIOA SUOR MARIA ANNA
PIAZZINI FIORENTINACAPPUCCINA
Pa/fata al Cielo il dì x 2 . di Maggio 1742.
Prefe da un Ragguaglio fcritto dal fuoConfeflòre, ed im pretto in Roma:
Con Nuove Aggiunte.
ALV ILLUSTRISSIMO SIG C0HMEXD4T0RE
F. ZANOBI DE'RICCICAVALIERE GEROSOLIMITANO
CI AMBERL ANO DI S. M. LA REGINA D' UN-GHERIA, E DI BOEMIA , E DI S. A. R. DI LO-RENA , GRANDUCA DI TOSCANA ec.
3v\ ws r, V
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IN FIRENZE. MDCCXLILNella Stamperia di Pietro Gaet. Vmàni,
; Con Lk. de'Suf.
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federa fórje taluna y *ifor
*o «ri muova* ad offerire a
>\. ò\ Illustrissimala predente Operetta fui refleffo pwaltro giùfio ,che neJlìtVtofapia' nohì»
I/Jjima de' RICCI ftanno troppo beri*
collocate', fè Virtù 1(eligÌofe , e la' de coflumi j fu come e vóti
(fil-
mo, per gl' illuftri Eròi di Santità j
<7;<f *» f/rf /wr/fo i a di fi
vero il più forte motivo, che io ho
avuto a far ciò 1 f flato perchè mol-
to ha cooperato alla Vieta ,y-é- alla
Verfestone di Suor Mar^ AnnaPiazzini la tutela, e l*tndiri%%p 9
che V. S. Illustrissima a lei
A * già
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'già d'itele dopo la morte del Vadrefuo,qualmente in quefta Operetta chiaro
apparisce . E ficcome della bontà de*
frutti fi dà fempre lode a quella pro-
vvida manoy che dopo aver trafee Ito
lin, buon terreno ) in ejfo la pianta
collocò , la indirizzo , la fece * alli-
gnare; così non vi ha forfè tonfo-
iasione maggiore per V. S. ILLU*STRISSIMA in propofito di quefta
; felice Verginella , che in vedere
dal raggio benefico di Dio fecon-
data ad un ottima riufeita la cura ,
the ELLA ha premurofamente , e
con alto difeernimento impiegata in,
renderla degna del celere Giardi-
no , E qui con umiliamo ojfequi*
irti dico \
m
Di V.S. Illustrissima
UmiliJfifif Servitore. \A. dietro Gaetano Vwani . <
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li A-
& C 5 )
VIRTÙ*, E DONIC O RCED UT I DA DIO
A SUOR MARIA ANNAP IAZZINI.
CAPITOLO L
Nafcita, ed Educazione.
Ella Città di Firenze, dovi*
ziofi filma quanto altra maiper la divina mifcricordia di
Anime elette , nacque Tannò
\ 1720. il dì 10. Dicembre Ro-fa Beatrice Violante Piazzini ; II Pa-dre Tuo fu Anton Maria di Domenico Piaz*
zini Fiorentino, uomo applicato al!a_>
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negoziazione di Libri , ne' quali 'aveva
non ordinaria perizia. La Madre, che an-
cor vive, fi fu la Signora Lucia di Gio:
Carnai il lo Sagrsftani eccellente Profelfo-
re di Pittura, il cui pennello lo rendè
uohio di grafi nóime. <' i
Sortì Rofa Beatrice dalla natura
up'jodoje. amabile, e generofa, ed ua>intelletto perfprcace, e pronto; per non
far parola* di tuoncsr, che aveadi vo-
ce affai (onora;accompagnato il tutto
da un* attitudine grande a qualfifia fem-
minile ingegìto/b lavoro . A i doni della
natura fi aggiunferonullameno quelli del-
la grafia kJelU regolata b educazione', pa-
terna, e materna | in cui imparò a leg-
gere daL vivènte Sacerdote Signor Dott.
BarMpromeòvArrigpni,ìal^uaIe era profc
fona d'abitazione» a feri vere dal propria
Padflè, ed Jl/difegno dal Sig. Gio: Bati*
Ha?Dèi grande f&ritìtì dcUò; tìeflb AiaPa-
dcé; AHa «gota.t* eduèazioiTC (T aggiunfe-
rodipoi i favj a rftnraefttementi, che' ckla pòth mmH itidà&lptim* Clauflrate
TraJ
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# ( 7 )r Tra i molti Monafterj, e Confetta*
torj, di Cui abbonda la Città di Firen-
ze , uno te ne ha addimandato della
Carità delle \* Stabilite , fondata Tanno
* S83. da Set Vectorio dairAncifa Cap-pellano della Metropolitana Fiorentina,
Monaftero chiaro tra le altre cofe per a-
ver alimentato lo fpirito piiffìmo della
Venerabile Suor Diomira Allegri, Sorella
del vivente Monfig. Girolamo Maria Al-
legri Vefcovo di Cagli * la quale ivi ren-
dè r anima al Creator^ cinque(la Mona-ftero adunque fu porta io educazione,
inGeme coi Li fua fòrella maggiore la Si*
gnora Maria Leonilda Adelaide, la no-
ftra Rofa Beatrice dell'età fua Tannodecimoqùfato, feguita di poco la morte del
Padre, dallo Zio paterno il Signor Giu-feppc.Maria Pi azzini vivente Prióre di
Santa Maria Nipotecofa di Firenze-* ,
ficeome dal Signor Commendatore : Fr$.
Zanobi dev Ricci', e dal Signor Aba*té DioniiiQ Mormorai Atei Tutóri : oveella coltivi) ,;<ed accrebbe la fua anc&r
teucra pietà ^ ioftfuendofi adeguatamene»-
o : A4 al
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al tempo , che in abito di fecola re rili tratteone , oella perfezione Religiofa ;
nel qual mentre fi fa, che ella aveva po-llo ili; carta per, governo del fuo fpiritó
unajiota di efercizj, dai quaJi non fi di-ijperifava giammai , fenza compenfarne-,qualunque piccola mancanza, o con Ma-re dipoi colla fronte in terra, o Avveroflando ioginocchioni colle mani porte fot-tò le ginocchia per qualche fpazio di tem-po < In; efio Mona itero dando a lei conaltre gli Efercizj fpirituali il RTommafoQapece della Compagnia di Gesù, fi deter-minò ella allo flato Rcligiofo.• 4 ! » •* '
CAP ITOLO II.'..> ..
. : . i • .' •
i j .Suo fervente defiderio di patire,
c * «• • • : iu >: .-.
OErta cofa è , che fino dalla Aia più.tenera età in udir racconti rifguar-
d«oti le penitenze de* Santi , ancorchénon cpnofcelfe de patimenti il valore^cHa fi fentiv* uno tfimolo non ordina^
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* c 9)*rio al patire ; E quindi avvenne, chenell'andare alle Chiefe,od altrove, el-la fi ponea talora nelle fcarpe qualchecofa , che le tormentafle le piante emolte volte dentro il bufto pezzettinilegno, e fi pungeva con ifpilH vo ion.tanameote per desio di penitenza
, dalche ufeendo qualche (lilla di fangue
,
colle dita raccolto, ne formava in pez-zetti di carta bianca una crocetta, laquale con femplicità uguale all'età Tuadonava ad un'immagine, che aveva dinoftro Signore
; regalo invero adatta-to a quello Spofo, che fi pregia d'ef-Icrc candido, e rubicondo'.
Crcfcendo poi in lei colla coeni-2.one 1 amore alla penitenza, ebbe inluogo di delizie le difcipline
, i cilizjcontinui di nove giorni
, c nove nottii digiuni rigorofi; il dormire inoflervatafella nuda terra; ramareggiar le vivan-de ed
l
il lambire colla lingua , tuttochédelicatiflìma
, e pulita, fchifezze ricerca-
te nel pavimento . Per tutto ciò fareera d uopo in lei una diligente avver-
•4.
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fc r io ) #tenza , che non le fofle pofto mente*Nè fi fcoprì dalla genitrice la la-
cerazione delle piante , che le avcva_>
guadate >e rendiate fcabrofe le medefi-
me, prima del tempo, che ella era per vir
aggio ncir incamminarli al novello Chio-
ftro, dal vederli nelle fuc fcarpe le mac*chie del fingue: lo che feppe tuttavia
la Donzella molto bene occultare
.
B Rutto di quefto fuo forte genio ai
patimenti dopo tre anni di educa-
zione nelle Stabilite di Firenze, fu lo fee-
glierfi fagacemente col lume della divi-
na grazia la Religione più rigida fra le
altre, cioè quella delle Cappuccine, ed il
Monaftero quello delle medefime di Cit-
tà di Cartello : alle quali , nel pcen-
CAPITOLO III.
Prende f Abito di Cappuccina in Città
di Cadilo.
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•Itti- 1-
^ ( II ) «fr
zioni di lei, altro avvifo di cautela non
fu dato da chi conofccva il Tuo fpi-
rito, fé non che fi dovea vigilare fui
ttoppo fuo fervore di far penitenza.
Quivi dopo l'accettazione, condotta ve-
nendo alla porta della Claufura , nel ve-
dere le Croci, onde è adorno il loggia-
to di quel Monaftero, alia Sig. Pafquini
Sorella di quel Monf. Vefcovo, che V ac-
compagnava nel fuo Spofalizio , ebbe adire con empito d'allegrezza: Signora ,
ho trovato il mio Paradiso . E che bella
forte farebbe per me, fe Monfignore Jllu-
ftriffimoC intendendo del Vefcovo) nel mio
ingreffo m inchiodale in quella Croce mag-
giore, ed ivi io lafciafft in quel? atto la
vita air amor mio Grocìjijfol Bafìa; come
farò dentro , Gesù m ajutetà . Di qui fi
può immaginare qual folle la gioja , cheella provò nell'atto del fuo veftimcnto
feguito il dì 24. d'Aprile 1739. coi no-
me di Suor Maria Anna, mentre nel!1
imparfeb,come è coftume, la Croce fulla
fpalla , pronunziò a chi era con lei : Mon-
fignort ha pofla la Croce fulla mia [palla ;
e Ge~
# ( I* ) 4*e Gesù me f ha pofta nel cuore Indi ini*
primendo replicati baci fulla Croce, lunf
gi dallo faiarrirfi , allcgrifììmamente prò*
ruppe in accenti di giubbilo, e d'alle-
grezza .
Non è per quefto, che V umanitàdi lei non fotte forprefa da qualche for*
ta d'orrore , allorché fi (enti addoflare
fulla nuda carne il rigore delle ruvidelane; ma lo fpirito fuo animofo vinte
ogni apprenfione con un bacio generaloalle medefime ; atto ri quale fu ella acco-
ttimata di replicare trentatrè volte il gior-
no tutto T anno del fuo Noviziato.
Accompagnata indi dalle altre Suore
a prendere, per così dire, ilpofleflb della
angufta mifcrabil Cella aflegnatalc , funa-
ta pochi pafiì di lungi da quella della Ve-nerato! Serva di Dio Suor Veronica Giu-liani ( di cui fi formano di prefentc i
Propelli di Canonizzazione ) vide addi-
tarli dove quella ricevè le Stimate > do*
ve fu coronata di fpme , dove flette
appefa più ore j dove martirizzava la
fua lingua > frapponendola tra una pe*
4fan-
*
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( *l ) <t+
fonte pietra, e la foglia della finettra;
dove fi difciplinava a fangue; al che non
può dirti come efultaflc il cuore di lei . Il
digiuno continuo con ifpefle difcipline*
il dormir Tulle tavole, lo (lare fcalza,
fenza bullo , e fenz' alcun lino fulla car-
ne, quattr'ore ogni dì in piedi nel Cd*ro, tre ore in Orazion mentale, in una
perfetta annegazione della propria vd-
lonuà , e tutte le altre a u (tenta della
Regola le parevano un nulla , dicendo*
La mia cara Suor Veronica fece di più :
e proteftandofi , che poche , e tenui lofembravano le penitenze di quella Reli-
gione, e che perciò avrebbe defidcrato un
più rigido Inftituto.
*
C A P I T O L O IV.
Suo desio di una rigorofa ojfervanTia.
4
DA quefto oafcevanoin lei le continue
premurofè inllanze alla Madre Ba-
della, alla Maeftra,e al Direttore del Tuo
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•4>'< *4 )
fpirito, di proibirle ogni efenzione difere-
tadal levarfi al Mattutino, dall' oflèrvan-
, za del digiuno, de* cilizj , ed' altro, intor-
no al che era d'uopo di fare il contrario^
poiché nel concederle un poco d* efenzio-
ne, in quel poco conceduto ella rifìrigneva
.colla gravezza del modo affai di penired-
za; anziché nella repulfa alle fue fer-
venti domande di vivere penitenziaTtfl^
provava ella forfc un martirio più WMVmentofo.
Neil* inchlefta , che per alcune lette-
re di Firenze talvolta colà veniva , di far-
li in quel Monaftero per carità qual-
che divozione particolare per gravi bi-
fogni di Santa Chiefa, o peraltro, giun*
fe a tanta violenza il contrailo tra il
defiderio accefo nel cuor fuo di fare-*
ftraordinarie ^penitenze , e la premura eli
efeguire V obbedienza obbligante a non
farle, che fe ne videro poi maniféfti
fegnali
,
Quefla vampa, tuttoché fmorzatadal comando dell' ubbidienza , trovò alcu-
na volta ingegnofe maniere di cede»? ali1
ini-
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ìmpeto, come fi può credere, dello Spi-
rito Santo, avvengachè trovata da Suor
Maria Anna un dì a cafo fotto un arma-
dio del Noviziato una grave catena, con
cui fi affliggeva già la Venerabile Suor
Veronica, fu da lei prima accolta, e ba-
ciata, indi con sì pcfanti fonore battitu-
re ella fi difciplrnò, che afcoltatofi il re-
more da chi dovea, fu coft retta a defi-
fiere; -ed -o fofle la gravezza de1
colpi già
fofferti, o f impeto trattenuto dall'ubbi-
dienza, il fanguc, che le ufciva al'cunaj»
volta in poche itille dagli occhi f ficcome
in apprfflò fi dirà) pre/c efito abbondaite dalla bocca. Ed effendo di ciò sbigot-
titele Suore, andava lor replicando \Granmiracoli ! Un po di fangue mifer abile cC una
Novizia peccatrice , per quel molto predio-
pffmo , che ha fparfo per me V Agnello divi-
no immacolato . A quefio male la medicina^
farebbe il permettermi di tornare ogni giorno
finche vivo a far V ifìeffo •
Ciò, che non le poteano accordare le
creature, per farla foffrire d'avvantaggio,
lo permife il Creatore col mandarli unagra-
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. ( I* >
graviflìma infermità di febbre, di convu!-
fioni , di difficultà di refpiro , di paflioni
itteriche, di vigilie con inedia, a fègno, che
li farebbe avvilita ogni altra mengeneroui
di cuore: non ella già , che foffrì anzi nuo-
vo contralto tra il contento della penofa
infermità , e la repugnanza per non pote-
re eflere ofTervantiflima alla vita delle
altre Rcligiofè . Quindi s'ajutava con in-
fuocate preghiere a così chiedere : Signore,
fatemi pur fentire tutta la gravezza deh
f infermità, e moltiplicatemela a mille dop<
pj, che fon contentifima ; ma permettete
ancora, fe vi piace, ch'io poffa operare co-
me una fana . E in fatti non fi fa comeella /enza un miracolo potette per mol-
to tempo reggere, come fece. Tuttoché
agonizzante , diflìmulava i fuoi malori,
e gli coloriva fotto fpecie di troppa-*
delicatezza. Più volte colle mani, e co'
piedi carpone, fi ftrafeinò per le fcale, aih>
ne di giungere al Coro a falmcggiar col^
l' altre. Veniva meno , e noi dava a co-
nofeere, purché affi (tede a più Mene, e.
alla Sacra Comunione , parendole piò;
fol'
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( 17 ) #/bllievo il patire meli , c mefi nel rigo»
re dell' offervanza , che lo ftare un fol
giorno ne* comodi dell' Infermeria
.
Obbl igata purea dimorare in e(Ta,é
paffando di quivi il primo dì dell* annocorrente 1741. le Suore proceffionalmen*
te col Bambm prodigiofo di Suor Vero*
nica , Suor Maria -Anna , benché con febbre
grande addogata di più giorni, deftituta
di forze, e con affanno indicibile di petto,
fi alia dal letro, prende in mano il Bambi-
no, e a piè nudi gira tutto il loggiato,
e
le (cale del Monastero con le Sorelle , e
va a terminare nel Coro, lalciandone in
dubbio, come fi dice del vecchio Simeo-
ne, fe ella reggeva il Fanciullo Gesù/0 fe era da lui foftenuta.
CAPITOLO V.» r
Suo deftdcrio acctfijjtmo de Sagramenti*
*A Lui però , che fi degnò di reggerla
inferma , non piacque per Tue a-
dorabili difpofcioni di guarirla ; laonde
B Suor
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Suor Maria Anna adoprò un altro ftrat-
tagemma oc! giorno anoiverfario delle
Scimate di Suor Veronica, poiché in tem-
po che la Comunità rutta (lava genu-
fìefla per ricevere la Satira Comunione ;
non ottante l'impotenza a feendere, fo*
la fola , fenz* ajuto s%
alza dal letto, eall' improvvifo va al Coro, $' accorta al-
la grata, e fi ciba del divin Pane. Ormentre alla umana prudenza fembranotali attentati manchevoli di faviezfca ,
jrifponde la Verginella : Sia come fi vo-
glia , o confidenza , o ardire , il mio caro* Bambino Gesù
y la mia cara Suor Veroni*
ca m hanno fatto guadagnare replicate Con-
feffioni, e Comunioni , che non avrei potu*
to ricevere in queflo fiato ; K in cambio di
rifiorarmi con un prodigio la vita mifera-
bile corporale , che fi chiedeva , m'hannoottenuto con un altro miglior prodigio di ri-
cevere quefio bene infinito di Confeffioni % di
Comunioni , e di ajfiflere ad altri Sacrofan-
ti Sacrifii).
Nè maraviglia di sì fatte cfpref-
(ioni, attefa la grande aofietà famelica*
che
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che ella avea in fc de'Sagramemi, ÈaConfeffione l'avrebbe decelerata più voi-
te il giorno ; e rare erao quelle , in cui
dall'intento dolore non fi tramandarte-
lo agli occhi fuoi copiofiffime lagrime;
e più, e più voice nel T affo! unione ve-
niva meno dalla forza del pentimento,
c con refpiro affannofo folèva , riavQ-
tafi ,efclamare: Oh che gran mifericordia !
Oh che lavanda cara! Ob caro Dio! oh
caro Sacramento!
Un'induftriofa gratitudine le dettò
Una volta il fuo amore, e fu, che fata-
to un efame di tutta la fuà vita^ negli
Efercizj per la fua Profdfidne, feguita
T anno 1740. fi aperte una ferita in fof-i
ma di croce nella parte del cuore, econ quel fanguc fcrilfe una notte la A**Confeifion generale, che così incomincia*
va : // Sanguer
miferabile d' una povera No*viz<d Cappuccina peccatrice fcrìve tutte le*
offefe fané al Sangue prediofififimo di Gesù 1*
Quefto fangue-± che ficrive * nulla vale , maquel Sangue pre^wfio , a cui ferivo , è di P*~tote infinito* Cesà mio , un* fittila del .po^
B % firo >
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jlro, che ìajciate cadere fu queflo foglio,
Fatemi vivere finche giungo a fentire dal
voflro Miniftro quel? Ego te abfolvo. Ecco
dunque il Jrangue
y ecco il\ cuore y che dice
Confiteor , éfc.Confegnata la carta al Di-
rettore : comunicatali , e prof! rat a fi in un
profondo raccoglimento, le comparve Ge-sù in forma di Bambinello con una fe-
rita nel Coftato, in cui a lei fembrava,
che avefle nafeofo quel foglio , e che irri-
dendo le dicefle : Ecco nafeofo il tuo fangue
col mio . Ecco la ferita del tuo cuore fatta
da te per la Santa Confezione , ricomperata
Con una ferita del mio Cuore fatta da meper la tua Redenzione . Vanne al Confefftona*
ìe> ch'io verrò teco> e farai confolata* Co-
sì fu , mentre letto il foglio nel Tribuna*
le, c avutane l'afloluzione, fi trovò qua-
fi non più come viatrice,ma in certo mo-do come comprenfora nelle delizie del Par
radifo. Quindi una prefenza continua di
Dio , una fazietà, ed un9
anfia dell'amor
fuo, una brama accefiffima di patire per
tutti i miei gran debiti.
& ( « ) #vocali fenza alcuna diffrazione; Ora2lo*
ni mentali di cinque ore , con chiara-*
ficura cognizione de'Divini Miiterj,e col
dono di più di conofeerc l'altrui interno.
Una volta nell* atto , che ella faceva
la Confefiione, chiamato il Direttore daperfona incognita per confeffarfi
,gli di£
fe francamente: Padre y vada : che mfa il mio Bambino
} che quella perfonafi con*
feffi dì quofio , e di quel peccato individuai*
mente , perche fono tanti anni , cV ella fi
confeffa facrìkgamente . E tutto riufeì ve-
ro nell'udire la Confezione di tal perfona,
poichèfatto accurato cfamcjfi trovòefle-
re appunto feorfi quegli anni , dacché a*
veva commeflì i gravi falli indiziati dal-
la Verginella, e non mai confeffati.
Quanto poi alle Comunioni , non fi
pub ridire con qual desìo ella bramaifc la frequenza di ricevere T Angelico
Pane, adoprando tante induftrie , tante
raccomandazioni , tante preghiere per oc*
tenere , che fi accrefeeffe una Comunionealle Sorelle
,giacché in particolare non
fi coftumava di concederla , che violente-
: B i xnea:
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4* r « )
niente 1* otteneva : Fame ricomprnfata
ojdinariamente da Gesù Sagramentato
con una dovizia d'interne fpirituali con*
{phzìpin..
Una volta ipfinuatole dal Diretto*
IP, che nel comunicarti facefle a gara
col fno Aogelo Cuftode , a chi fapeva
più amar Gesù , o quello fvelatamen*
te io Paratifo t o effa lui velato nel
Santiffimp Sacramento ; venne a tal con-
traflo d' amore collo fteffo Angelo, che
con H fapeva diftinguere dall' efpreflionl
infervorate di lei, Te l'Angelo amafle Jd*
dio coli' amore di Maria Anna, od ella
cali* amore, dell' Angelo. Solo fi compre*
fi; quefto i tht ita nove fuffeguenti Co-munioni comandatele ad onore de' nove
Cori degli Angelr, fempre da uno degli
flefli Cori fuccefljvamentc fi trovò ac*
compagnatn, e Gesù in fine le ditte: fta
contenti) che k-fon fago delfamor tuo , co*
me dell' antpr puro Ài loro.
: Per quefto amore al Divin Sagra*
mento , a cui dà Tana faceva trenta-
tcè jvifite ifì Coro -, jed inferma tren*
^ %-s ta*
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«1 r*»m t .
& ( ti ) «tatrè Comunioni fpirituali tra giorno ,
c notte indifpenfabilrnente, ebbe, per dir
così , in ricotti penfa , che in cinque pub-
bliche cfpofizioni fatte in Chiefa nel fuo
ultimo decubito, mentre che fi dava UBenedizione fagramentale all'Altare,Gesù Crocififfo nell* Infermeria colla fu*
deftra la benediffe: Cofa,che addivenneancora nel ricevere a letto T aAbluzio-
ne Pontificia da Monfignor Vefcovo,e*nel rinnovare nelle fue mani i Voti, fic-
cóme nell'atto della fua Profetinone fo-
Icnnc fu fatto dal Crocififlò del Coro-
CAPITOLO VI.
Suoi fieri contrari col Demonio
À Vvenne però per difpofizione fan-
J\. tiffìma del Cielo, che queft* Ani-ma, dopo d' aver guftata la foavità della
v«ra compunzione -, e di effere fiata fu-
blimata ad un intimo conofeimento del-
l« divine grandezze ; fofle tormentata
?4 dal
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& ( H >
cjal nemico Infernale , col provare affai*
ti contrari alla Legge della Aia mente,
acciocché ella fi perfuadefle, che non fi
potea mai fidar di fe , e toccafie eoamano , che quanto aveva di bene, rut-
to era dono della Divina munificenza •
Quindi permife , che appena unita feco
per mezzo de* fanti /blenni Voti, il De*,
^onio fafiali(Te eoo immagini, e rappre-
ontazioni impure, ed abbominevoli,per
lo fpazio di più mefi , alle quali intrepi-
da refiftendo , una più veemente ne prò?
vaflc ancorale fi fortificale non pertanto
col ripetere tre ore continue fenza pofa
quelle parole a lei molto ufuali .-Benedilla
ftt fanfta,® immacuiata Concepito BeataVirginio Maria ; laonde il nemico tanto s
f
incrudelì, che una volta dopo Mattutino io
forma umana, ma fpaventevole , a lei com-parendo , la ftrinfe col fuo proprio cordo-
ne a fegno, che le pareva di efler tol-
ta di vita, e prefala per la gola, tentò
di foffògarla. Nel tempo, che durava il
combattimento, fpuntando il primo al-
bore del giorno , fi portò Suor MariaAn-
%• %
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( *S )
Anna alla Cappella dell'Orto, in cui
fi venera F immagine del Patriarca Fran-
cefco in atto di ricevere le Sacre Sti-
mate, ed ella ricordevole, che il Santo
Padre (offerto avea gli ftcffi aflalti, pò»
ftafi genuflefla colla bocca per terra,
e/clamò : Oh Santo Padre , un poco della
voftra virtù , il voflro ajuto , la voftra in*
terceffione per vincere quefte grandi violen-
ze diaboliche . Ab fe mi foffe permeffo get-
tarmi , come voiyjulle braci acce/e! Ab fe
poteffi fmorzare col /angue quefta gran fiam-
ma ! Rifugiatemi , caro Padre , dentro le
Piaghe del voflro cuore: Son voftra figlia*
E in quello dire attratta da'fenfi , fi tro-
vò trafportata da terra, ov* dF era, fopra all' Altare accanto alla pittura c»
fprimente il Santo, il quale aperta la pia*
ga del coftato, le diede a guftarc un cer-
to liquore , che ufeiva da quella ; e ceCfando torto la tentazione, le rimafe quel
dolce faporc fcnfibile per un mefè, e cin-
que giorni , afficurando poi effa , che fe Fobbedienza glielo avefle permeilo, pare-
valc certo di poter vivere fenza cibo, eche
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# ( ) #che quel liquore 1* avrebbe fari ara tute»
la vita.fua. Io fatti in quei giorni eoa
gran violenza prendeva cibo , e. eoa aU
trettanta le conveniva rigettarla.,.
» I *' t
CAPITOLO VII.• » * T.»••« »'* . * » * *
*
•» » • . * « .
Sua devozione alla Paffione del Signore, f-
alla Santiffma Vergine .*
\ •, - • • •
DÉUa devozione ,che ebbe Suor Ma-ria Anna alla Paffione del Signo-
re, bafti il dire , oltre a ciò , che leggetemi
dipoi, che per effa tre volte versò ejla da*
gliocghj ftille di.fangae.La prima il Ve*
oer^u^i Paflìone nella Meffa de* Dolori
di Moria a quel verfetto : Pro peccati! fu*gentisy vidit Jefum in tormentisi una la>
Domenica delle Palme nell'atto di co-
jnunicarfi «adendo ben due lagrime fan-
«uigne nella facra Patena ; ed una final-
mente il Venerdì Santo oel cantarli nel,
Pallio la memoria del tradimento di Giù-
la . . . - .v
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<fr ( *7 ) ^La devozione poi , c la fperanta in*
verfo la Madre di Mifcricordia , che el-
la ebbe sì nello flato di fecolare , comeda Religiofa , le vedremo dipoi da*
cimenti da riferirfi ne'Capitoli futfegueo-
ti , ballando per ora d* accennare ciò f
eh* ella ne fentl in una fua lettera al
Signor. Domenico Piazzini Cerufico fuo
fratello , dappoi che egli ufcì dagli £fcr-
cizj Spirituali, ed è l'appreso.
Città dì Càfello li 26. Settembre 1741.> > *
Viva fempre Gesù ne%
no(ìri cuori.
'VSfendo molto, che non vi ho dato alcuna nuo-
va ce. vengo colla prefente per rallegrar-
mi con vói dei fanti propofui fatti ni i fam <
Efercif) > che mi avvifajìe aver fatto ; efentil
molto contento nel fentirvi dire , che volevi*vì-
vert da éwn fecolare : ma per e(fere buon je*
colare, bifogna., che abbiate la mira dt fari'
fanto, e cosivi riefebà di effer buono .E quel
che vi raccomando (opra ogni altra copi fi0
V efen^iòne da. ogni fotte di pratica \ h i
qu§tt%a dc\ Santifftmi Sacramenti \ a>
f 1 uri
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«f» ( ** ; &una mezx ora di Oratoti mentale , e unagran devozione verjo la Santijfima Vergine #
Se profeterete una particolar devozione ver»
fo di leiy non temete > che lei terrà una~>
particolar cura di voì y e vi affiderà in tut*
ti i vofiri bifogni sì spirituali , che tempora»
li . Vi prego a raccomandar me con gran caU
de^a , acciò voglia ufar meco uficio di Ma»dre di mìfericordia 9 e cV io viva dafiglia d
%
u~
na tal Madre . ec. , ;.
>
OhhUgattJJtmn fonila N
Suor Maria Anna Cappuccina indegna.» » -
• «
CAPITOLO Vili.
Suo artificio per occultare le àfiratfoni
da* /enfi .
m
iLJf AnieroGflìma era l'arte, con cui
XVJL queft* Anima procurava di tenere
\c grazie fnddettc , come teforo nafeofo agli
ethì altrui , mentre allorché erano mag-ari le interne agitazioni , mostrava c-
namente pi h grande ilarità , ed allc-
grcz*
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( *9 ) &grezza , occultando le divine mifericor*
die in lei per quello , che potcìTc ap*
parirc eflerfene fatta degna; laoode fo*
vente diceva a Gesù; Patire , ^rti'? rftf-
ror le pene dell' Inferno ,anziché rendere
palefi ad alcuno, /*ori dr/ Confeffore, le
toftre grazie. E perchè fpeflo la divina
Bontà fi compiaceva di trarla a fe con
attrazione da'fenfi, nell'Orazione, dopola Comunione, ovvero nella vifita di quaUche Immagine di Gesù , c di Maria ,
per
timore di darne qualche efterno fegno,
con iftudiata violenza procurava di di*
ftrarfi, di volgere altrove lo fg;uardo,
pregando le Sorelle vicino a lei nel Co-ro a fcuoterla fovente, con fingere Tanta-
mente di effere allora molto prefa in
quella fituazione dal Tonno ;Sonno, in
cui direbbe la Spofa de' Cantici: lzgo dor*
mioy & cor meum vigilai .
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4» r *o ) #CAPITOLO IX.
5«oi amorofi colloqu) . .
IL fegno di fimil fonnp fi conobbe ncll"
ultima fua infermità, alloraquando
fopita in apparenza , pollo il volto in
un'aria di Paradifo, colle mani incrocia-
te, colle pupille chiufe, rivolta come t
perfona , con cui favellale, fece un col-
loquio .di cinque quarti d'ora, eoo atti
di virtù , e di diftaccamento degni di ef-
ferc imitati dall' anime anche inoltrate
nella via dello fpirito . Quelle, tra le si'
tre imponibili a narrarfi, furono Tcfprefc
iioni ud ite da tutte le Rcligiofc alfiften*
ti : Caro Amore, Amor per efjen^a , Purità
per fo/iai?za y Fonte> da cui deriva ogni bene,
ed a cui deve tornare ogni bene, e quando r
e quandi lìbera da quejl%
eftlio verrò io a
godervi , e mede[marmi col voftro fleffo vo*
lere in Paradiso ? ss jQucmadmodum de-
fideràt tervus ad fontei aquarum , ita~j
defiderai anima mea ad te , Deus sLo
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( r* )
JLo conofcoy lo confe(jo ynon merito il tu*
jìro amore , a* i»rr//o amarvi in Para*
d'*fo\ ma voi me f avete meritato col vo»
ftro [angue, lo lo voglio : ss Cupio difsol»vi y & effe cum Chrifto ss non per
fi*
nire di penare , che contenta per vofìro a*
more lo farei ancora fino alla fine del
Mondo ; ma perchè così farò immune dal?
offendervi , e ftcura di amarvi , e perchè al»
lora per tutta V eternità ss Mifericordias
Domini in <eternum cantabo . ss E al»
2ando il braccio , quafi in atto di mo*Ararlo alla perfona , a cui pareva , che
difeorrefle, imprimendo replicati teneri
baci nella manica della propria tonaca
ripeteva : Eccoy ecco il trionfo della vo+
jira mìfericordia . Quefie lane adorabili,
che mi ricoprono, fono il contrafjegno
della voftra bontà [opra di me . Abito
fantOy Abito caroyche mi dai tanta con-
fidenza nel dovere comparire al dìvin Tri*
bunale . E' vero , che nel breve tempo , che
ho goduta la forte di portarti , non ho
fatto punto ciò , che dovea chi porta
$m Abito, così fanto. Non fono fiata degna
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( s» ) # I
/<*r /)fr la mia cara Religione*
che farebbe fiata per me troppa confola^o-
ne . Da Novizia non fono fiata buona No*\
vi%ia\ da Infermiera ho portato foto il no-
me, perchè inferma ho dovuto an^i fempre !
aggravare le altre Sorelle Infermiere , e pri*
va fempre della bramata occupazione alP
altrui fervigio ;pure anche di quefla pri-
vazione fon contentay perchè ri e contento
Iddio, aumentando tutta la ghja al cuore
il poter morire povera Cappuccina. Oh be*
nedetto il momento della mia vocazione !
benedetto il giorno , che prefl queflo Santo
Abito ! Benedetto t anno , in cui profejfai
que(la fanta Regola ! e benedetti tutti queU
li , che hanno cooperato come mei£* a conm
darmi a queflo nobile flato. Non fon vi(fu-
ta da Cappuccina, voi lo fapete y o mio Dio;
ma ancora fapete, che io voglio morire col*
la grafia voftra da perfetta povera Cap*
puccina. Ora poi pareva, che rivolgefle
alla Vergine dei Dolori il difcorfo: c
con che affetti ! Mamma cara : una del-
le voflre fpade nel cuore per ferirmi del* I
l%
amore del toftro Figlio: ss Fae , *t ar-
de* I
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^ deat cor meum in amando Cbriflum-*
ik Deum , ut fibi compiaceam . ss NV in-
a l tendete , Madre cara , tutto per piacere
h puramente , f unicamente a fai, ss yJ-
£i complaceam ss Ora rivolta al Santo
tf Padre Francefco ; La voftra umiltà , Al
/ 1 t*)/?m povertà , /«• ix>/?r* rr^r* compaio-
$f, ne alte Piaghe di Gesù , £r/Ai immagine
M di Gesù Ctocififjo , , che io mi ero»
c* c*fig&* tutta in lui , e per lui . Ora al-
Hit la Santa Madre Chiara: Se potcjfi> Ma*ioti dre Santa , vorrei rubarvi quella Piffide >
y, che avete in mano y ove chiudete il mio
jtji Bene Sagramentato . Venite intomo a que*
fi fio letto a fugare con efio tutti i nemici.
$ Indi alla Venerabile Suor Veronica,pre-
:jgandola , che le otteneflc perdono al paf-
rjL fato, pazienza al prefcntc , e Paradifo
0 ncir avvenire, concludendo il colloquio,
come fe fi deftaffe da quel fopimento,
jj efe lamando: Croce , Croce , Croce , che mauefta fola fi muore da vera Cappuccina.
9Nè fi a fuor di- propoli to il riferi-
tre qui altri feritiment i , e protese di
1quella bell'anima, tratti da una picco-
C la
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4> ri4 ) 3*la carta , che fcritta da lei col Tuo prò*
prio fangue Ci conferva tuttora in Fi-
renze appretto la Madre Tua , e fono :
A. D M. G.
r\ Mìo amabiliffmo Redentore , e mìo Dio,^ o centro amabile dell' anima m a\giam-
mai voglio avere altra intensione , nè altro
defiderio, che di amare voi , e dì fare la
voftra fantifftma volontà . Io rinuncio daqueflo momento per fempremai a tutte le
tentazioni , e male inclinazioni , negando il
confenfo con ogni affetto del mio cuore . So ,
mio Dio , che non fono degna comparirvi
davanti per le grandi offefe fatte a Voi
Bontà infinita. Io però adeffo detefto tut-
ti i miei peccati con tutto il mio cuore per
puro vojìro amore ; odio di averli commef
ft ye me ne pento , e per f avvenire ogni
mio penfiero y ed affetto procurerò fia in-
dirizzato a voi fommo Bene . Coragg'o , a*
nima mia, quefto potente amore farà effi-
cace ; egli ha incominciato per bontà y e fi-
nirà per mifericordia . Li bafta, che nelle
promejfe li ufi fedeltà . Ma quando , o Dio>
giungerò a ejfere ripiena del vojìro fpirito?
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4» C 3* > #Queflo farà quando concepirò un vero ni-
ente dell' effer mio. Fate, mio Signore , che
io muoja a me fte(fa , e poi dedicata col
cuore y e con F anima a voi , non vada
mai dietro alle inclinazioni della mia na*
tura , ma fempre alle ispirazioni della gra-
fia . Fateyche tosi fia , mio Dio ,
per vo-
fìra infinita bontà . Santifftma Vergine 7 io mi
confido nella vofìra bontà. Pìetofiffxma Madre
>
io mi metto nelle vofìre mani fantiffime , e
vi prego a volermi foccorrere in ogni mio
pericolo y e tentazione; e proftrata ai vo-
jìri fantiffimi piedi V. R. L S. U. B.
CAPITOLO X.*
Sua ultima malattia.
LE preghiere porte da Suor MariaAnna di molto patire, furono e-
faudite dal Signore nella ftravaganza nonordinaria delf ultimo Aio male confiden-
te in una emaciazione di tutto il cor-
po ridotto uno fcheletro, in deliqui con-
C x , ti-
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& ( J6 ) «fr
tinui , e sfinimenti di forze , irt un tre-
more di tutta la vita , con convulfioni
,
e dibattimenti di tre , oquattr* ore con-
tinue, in ritiramenti di nervi, con ave-
re neirefterno un fudore gelato, ed in-
fame un fuoco incfplicabile tormento-
fiflìmo nelle vifcere , un dolore acutifli-
tno in tutte le giunture , una gravez-
za pcnofiflima di teda, enfiagione d* oc-
chi , rumori nell* orecchie ,punture in-
j
fofFribili nel cranio , nelle piante , nel-
le gambe, nelle fpalle, nel petto, chedifficultavano il refpiro ,e un gran catar-
1
ro fenza alcuno fpurgo. Tutto quarto fu dalei fofterto con invittiflima pazienza , non
avendo altro rammarico, fe non dell' in-
comodo delle fue amatiffime Sorelle , con
cui faceva tante umili , ed amorofe e-
fpreflìoni di compaflione , e di gratitu-
dine alla lor carità, che le obbligava in-
terne, e rendeva loro foaviffima 1* affl-
uenza , che facevano •
* . »
CA-
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( 17 )
CAPITOLO XI.
Sua felice Morte.
Rartanto non valendo niuo medi-
JL camento a guarirla, piacque alt* Al-
tilfimo di farla perfeverare in quello i-
nefphcabile fuo patire quaranta giorni*
Nel rrentefimottavo volle la beneficeo- <
ia divina moftrare all'ultimo fegno l'a-
mor tenero verfo di lei: e perciò la not-
te precedente alla Fetta della Santilfima
Trinità; munita già di tutti i Sagramen-ti replicati con abbondanza
,giuda il fuo
defiderio, e la carità delle Madri , cir-
ca V ore fei della notte , il Direttore
fuo, che per fette notti continue era
(lato obbligato a vegliare , difeorrendo
feco della Mifcncordia Divina parziale
verfo di lei , e fuggerendo atti di Fe-
de, di Speranza , c di Carità per piìl
difporla fervorofamente alla nuova Con-fezione, ch'era per fare in quel punto;
prefo, fecondo che avea co ft amato nelle
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<fc ( 38 ) &altre Confezioni , i! CrocifilTofuoin mano,c fatta la Confezione con tenerezza di
affetto, e con voce foave , e fommefia
nel baciar Je Piaghe de' piedi ditk : A-
deffo , Gesù mio , mi laverete col vcfìro
Sangue : = Lavabi; me , & fuper nivem
dealbabor =: Indi baciando le Piaghe del-
le mani : Adelfo caro Amore Croàfiffo , mi
afjolwrete da miei peccati. Poi nel bacia-
re il Colato : Adeffo caro Bene , infinito
Bene , unico Bene, che non vt fono fiata
mai fedele , e pur fempre mi avete ama*
ta , mi concederete per voflra bontà il per-
dono di tutta , tutta la mia vita. Neil*
atto, che il Direttore pronunziava le
parole dell' abluzione , ecco che fi ve-
de ocularmente un* improvvjfa rifplen*
dentiffima luce, che aflorbendo il letto,
e T inferma , fece perdere di villa i*
uno, e T altra , non ifeorgendofi nulla
fuor che quel chiaro fplendore . Videperò ben ella, e provò, che fchiodato-
fi colle braccia dalla Croce il Crocifit
io da lei tenuto in mano, e prefe fem-
biande umane V abbracciò teneramente-»
al
•Digitized by t^oogle
4» ( 39 )
al feno , e T afiìcurò della Tua eter-
na felute . Ccflato fubito lo fplendo-
re , rimafe V inferma con un volto
ridente , e cangiò in quel momento il
color fuo pallido , e fmorro in un co-
lore accefo , ed infiammato ; e narran-
do per obbedienza il feguito, efclamò:
Oh Padre mio^ fe Gesù è così buono con
una peccatrice , che non ha fatto alcun
lene per lui ; che farà colle Anime fede*
li, ed innocenti l Se in terra tanto fi af\orbifce r Anima in un momentaneo ampiejjo p
che faranno quelli eterni abbracciamenti in
Paradifo . Ma adeffo , caro patire ! cari
affanni ! care agonie di morte , e care
quanto è caro il Paradìfo ! La umanità
fi lamenta , ma la volontà è contenta.
La mattina full* Alba fi replicò il
Viatico, e la (era Teorema Unzione ,
il tutto da una perfetta cognizione, cda un fentimento di fomma devozione
accompagnato, dicendo con ifpiritual re-
fleflìone, che nel giorno della Santiflima
Trinità aveva ricevute tre gran miferi-
cordic; Confezione , Viatico, ed Olio Saa-
C 4 to;
•
> . * Digitized by Google
<f* r 40 )
to;e con quelle tre mifericordie inten-
deva di ringraziare il P*drc, il Figliuo-
lo, e lo Spirito Santo.
Il Lunedì chiefe da fe la racco-
mandazione dell' Anima per poter ri-
fpondere, come fece, a tutte le preci.
Indi aumentandoli il male , crefecndo le
convulfioni perchè panile fino alPcttrc-
mo , il Martedì mattina ti. di Mag-gio dell'anno corrente 1742. a ore 1$.
in età d* anni ventuno, mefi cinque, c
giorni dodici,
pafsò a godere i frutti
delle divine promeffe. Era Hata in Re-ligione anni tre , e giorni vendei , e do-
po la fua folenne Profc(fione follmente
anni due, c giorni ventidue.
Il fuo cadavere flette fopra terra
ore trenta fenza tramandare alcun mal*
odore , com* è folito ; anzi fembrava,
che col reflare infepolto acquiftaffe vie-
più arsa di devozione. Ammirabile Id-
dio ne'Servi fuoi !
Digitized by Googl»
CAPITOLO XIL
Attefiati della fua felice Morte.
LA Reverenda Madre Abbadefla del-
le Cappuccine di Città di Caftcllo
Suor Geltrudc Brunacchi così fcriflc po-co dopo alla Reverenda Donna SuorMaria Rofa Stuarda Orfi fua Cugina ,
Monaca in S. Anna fui Prato di Firen-
ze.
Morì Suor Maria Anna con gratLj
patimenti, mefcolati però con gran confor-
ti ; uno de quali fu la vigilia della San-
tifftma Trinità^ ove nelt atto , che il Con-
feffore le dava f affollatone , dopo il Mattu-tino , vedde riempir
fidi luce la Cella > ed il
Crocifìffo , che ella teneva in mano, fpiccar
le braccia dalla Croce , e darle un caro ab-
braccio , ed in tale atto prometterle la vita e-
tema , con voce fenfibile; e di fimi li grafiefento averne ricevute del? altre : e(fendo ben-
sì fiata in tutto il breve corfo di fua vita
fempre agitata fwgolarmente da una conti-
nua
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• "i • — . Il—— —
nuà* diffidenza di fua eterna falvezt* • Orvoi fentite non vi dico di pm .
In una Lecrcra , che ne* 6. di Lu-glio -di queft'anno fcriife una delle Ma-dri Cappuccine alla Sig Marchefa Ca-terina del Monte, la quale aveva favo*
rito di condurre fuori la noflra Suor Ma-ria Anna nella fua dimora io Firen^o»dopo T accettazione , fi legge : Signora
Marcheja mìa , di grafia mi perdoni ,[e
non gli ho fignijicato a parte le belle mi-
fericordie fjtte dal Signore Iddio alla no*
fira Suor Maria Anna, perchè per veri-
tà io non le fapevo prima che ella morif
fe : any noi Religiofe le feppemo dalla
rifpofìa % che diede il Signor Mannini al
nojlro Confejjore ; onde avendo fentito , che
quejlo Signore aveva ricevuto tali notizie ,
tenni per indubitato , che lei fuffe la pri-
ma ad avere tali notizie . Mi fon doluta
col detto Padre , ed egli mi hi rifpofto ;
che ora jìa fcrivendo una relazione più
dipinta y e che fubito P averà finita , l<*
manderà , che la fentino tutte lor Signo-
re y e poi alla Madre della Defunta.Prc*
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*
( 43) ^Precedentemente pervenne qui al
Sig Ottavio Mannini Padre cT un* al-
tra Rcligiofa ncljo fletto Convento del-
le Cappuccine Suor Diomira Mannini (fia-
ta pure come Suor Maria Anna in edu-
cazione nelle Stabilite di Firenze) una
lettera in data de 5. Giugno del Signo-
re Innocenzio Cappelletti Confcffore al-
lora , e anche oggi delle medefime Cappuc-cine uomo di grandifeernimento, c di fpi«
rito, dell'appreso tenore.
Accufo la mia negligenza nel rifon-
dere a V. S. ma f impotenza farà la jcu-
fa . La fua figlia 9 grafie al Signore (la
beniffmo , ed ba con generofuà portato il
difìacco della fua buona forella , e di que»
fio non mi maraviglioyperchè ftecome Suor
Maria Anna di felice memoriafi accoflò
al morire con fante d/fpofi^ioni , che inna-
morava ne%
fuoi [entimemi , colla fua mor-
te fu più motivo di confola^ione > che di
cordoglio. Per verità il Monaftero ba per-
duto un buon foggetto ycapace in tutto,
ed a tutto , naturale universale , e pruden-
te • Ha fojferto un bel Purgatorio , e con
fot**
Digitized
( 44 )
fomhà ilarità y e raffegnanione . Fui . obbli-
gato a vegliarla fette notti continue , macon tutto mio piacere , e [od sfattone fpiri-
tuale , che non ho fenttto alcun incomodo .
In tutto benedetto Iddio . Può dirfi , che
confummaca in brevi, cxplevit tempo-
ra multa , ed in tre anni di vita Cap-puccina ha portato una bella corona di
meriti in Paradìfo. In un fuo fvanimento
di capo fece a voce alta un colloquio con
Dio per un ora yed un quarto continuo f
che non potè farfi a meno di non pianger
per tenerezza da chi f afcoltava y e fareb-
be flato bene nella bocca d%
un S. Agofti-
no . Ebbe ancora particolari finche d a*
more dal Crocifìffo ,quale tenendolo in ma-
no nel tempo della Confejfione , fchiodò9
vi-
ftbìlmente le braccia , e le diede un ab-
braccio con affìcurarla della fua eterna fa-
Iute : e di quefta dtmoflrazhne amorofa
fu veduta efreme graziata ancora nelf at-
to della fua Profefftone , che rinnovò in
mano dr Monf. llluflriff. Vefcovo portatofi
a darle al letto /' affollatone Pontificia .
li medefimo Sig Cappelletti aveva
nel
Uigitized by Goc
nel giorno detto della morte di Suor
Maria Anna datone parte qui alla Ma*dredilei, onde poi ne* 28. Agofto alla
medefima replicò, -\
Per quello ho potuto comprendere dalettere partkipatemi dalle Madri Cappucci-
ne , non giunfe a V.S. la mia d* avvifo,
ferittale il giorno fìeffo della morte della
f.m. della fua Figlia Suor Maria Anna , in
cui accennai qualche cofa delle Divine mi-
ferteordie ufate alla fua bel? Anima , e la
pregavo parciciparne il Sig. Priore Cognato •
In quefì* Ordinari*? ho trafmefso al Sig. Mar-
ihefe Vitelli una piccola Relazione , e fbopregato fargliela gtugnere , acciò pojsa leg-
gerla per fua confo
I
]
anione. Accludo ancora
unti Protesa fcrkta col fuo fangue , e 4me confegnata
, quale farà per memoriadella fua cara Figliola degna di mille be-
nedizioni. Si accerti y che dal Parad/fo non
lafcerà > any perfezionerà quell'amore, che
le ha fempre portato , Benedica queflo bel
frutto sì prefto maturato per il Signore .
Effa dal primo giornò , che il Signore la
defiinò alla* mia direzione tnifcrabtle , fi
por-
Digitized by Google
# ( 4* )
portò da vera Figliola , [incera , «w//<? , *
obbediente ec. Volevo prima fcrivere; ma le
mie continue indjrpenfabili occupazioni col»
la poca falute non mi avevano permefso
di ftendere la Relazione , onde ho tarda-
toy
non per mancanza dì quella filma , che
fcmpre manterrò alla Madre , c per le fuequalità perdonali y e per una Figlia , dacui ho ricevuti ancora benefizi per Y animamia ec. E pregandola de miei rifpetti al
Sig. Priore ec. • •
Frattanto occorre qui por fine col-
le parole ite(fe del medefuno vSig. Innoccti-
zio Cappelletti nel fuo Breve Ragguaglio di
alcune virtù fixgoldri , e doni {pedali di Dioconceduti a Suor Maria Anna Piazzivi daFirenze
ypubblicato ora in Roma per opc*
ra del Sig. Giufeppc Brù Canonico
della Cattedrale di Gerona ec. colfap*
probazione di Monf. Ferdinando Ma-ria de Rolli , e con quella del P. Rcve-rendifs. Maeftro del Sacro Palazzo; cioè
= Tutta la verità del narrato , al quale
non intendo doverfi dare altro credito y che
'mano, doppo d'averlo fottomeIh alle maf-
fi-
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<& ( 4 7) 4§>
ftme infallibili della Cattolica Fede ycolla
dovuta umile, [incera , e prontijjtma de*
pendenza a decreti dilla Santa RomanaChlefa y
ritorni puramente a quel! alti[fimo
Dioy a cui foto è giujla
}c convenevole y
ogni lode y e gloria.
Per altro quefte cofe tutte fono
fiate di così gran pefo confederate, che
il dottiffimo Sig Giufcppe Maria Broc-
chi Teologo deli'Univerfità Fiorentina , e
Moderatore del Seminario Arcivefcovale
d; Firenze non ha dubitato nel dar fuo-
ri il Catalogo de* Venerabili Servi del Si-
gnore morti in concetto di Santità, o al-
meno di ftraordinaria bontà di vita, di por-
re in eflb Suor Maria Anna Piazzini
Cappuccina
.
IL FINE.
95 535"^ Digitized by Google