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Aevum, 85 (2011), fasc. 1 GIUSEPPE PASCALE PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO NEI SECOLI XV-XVII I CODICI RECENTIORES DELLE ORATIONES AUGUSTALES SUMMARY: Twelve later manuscripts (recentiores) of six speeches of Themistius (orationes II, IV, V, VII, IX, X) derive from a lost common ancestor (omega). Description and collation of the MSS are provided and a stemma codicum is given. The lost ancestor omega is identified with a composite MS, probably written in the 14th century, formerly in the library of the Es- corial, where it was destroyed by fire in 1671; a previous owner was Diego Hurtado de Men- doza, ambassador of Charles V in Venice (1539-1546). Janus Lascaris saw omega in Corfu in 1491, when it was in possession of Dimitrios Trivolis, a well known Greek copyist. Lascaris described it in his notebook Vat. Gr. 1412 and had Themistius copied. This copy, Par. Gr. 2079 (late 15th century), the oldest of the twelve recentiores, was not only owned by Janus Lascaris, but shows several marginal notes in his hand. A MS of the same family lies behind the editio princeps, printed by Henricus Stephanus (1562). In 1605 Georgius Remus, a jurist, prepared the first Latin translation of the six speeches and called them orationes Augustales. In un precedente contributo 1 ho ricostruito i rapporti tra i testimoni primari di cin- que orazioni del retore Temistio tra `dite in blocco e in sequenza solidale da quasi tutti i codici a noi pervenuti (orr. IV-V-VII-IX-X). Inoltre, la collazione integrale di tutti i manoscritti noti che tramandano il testo dell’or. IV mi ha consentito di chiarire quali di essi vadano ascritti alla famiglia W, siglum su cui gli studi prece- denti erano imprecisi e contraddittorı ˆ 2 : solo dodici esemplari recentiores discendo- no da un modello comune perduto (W); questo iparchetipo e ` imparentato con il ramo b dello stemma, ma il testo risulta sistematicamente contaminato con un esemplare del ramo a, probabilmente affine all’iparchetipo d (v. infra, stemma dei testimoni primari). Schenkl non entro ` nel merito dei rapporti tra i codici rinasci- mentali dei discorsi di Temistio; l’edizione curata da Downey – che si basa so- stanzialmente sulle carte del filologo austriaco – inaffidabile in genere, diviene a dir poco imbarazzante sotto questo aspetto: se le lezioni comuni della famiglia W q 2011 Vita e Pensiero / Pubblicazioni dell’Universita ` Cattolica del Sacro Cuore * Ringrazio Marco Fassino e David Speranzi, che hanno discusso con me molte questioni affrontate nel presente lavoro consentendomi di risolvere non pochi problemi. 1 G. PASCALE, Ricerche sulla tradizione manoscritta delle orazioni di Temistio, «Aevum», 84 (2010), 361-402. 2 PASCALE, Ricerche, 372-73 e 396-98.
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Aevum, 85 (2011), fasc. 1

GIUSEPPE PASCALE

PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO NEI SECOLI XV-XVIII CODICI RECENTIORES DELLE ORATIONES AUGUSTALES

SUMMARY: Twelve later manuscripts (recentiores) of six speeches of Themistius (orationes II,IV, V, VII, IX, X) derive from a lost common ancestor (omega). Description and collation ofthe MSS are provided and a stemma codicum is given. The lost ancestor omega is identifiedwith a composite MS, probably written in the 14th century, formerly in the library of the Es-corial, where it was destroyed by fire in 1671; a previous owner was Diego Hurtado de Men-doza, ambassador of Charles V in Venice (1539-1546). Janus Lascaris saw omega in Corfu in1491, when it was in possession of Dimitrios Trivolis, a well known Greek copyist. Lascarisdescribed it in his notebook Vat. Gr. 1412 and had Themistius copied. This copy, Par. Gr.2079 (late 15th century), the oldest of the twelve recentiores, was not only owned by JanusLascaris, but shows several marginal notes in his hand. A MS of the same family lies behindthe editio princeps, printed by Henricus Stephanus (1562). In 1605 Georgius Remus, a jurist,prepared the first Latin translation of the six speeches and called them orationes Augustales.

In un precedente contributo 1 ho ricostruito i rapporti tra i testimoni primari di cin-que orazioni del retore Temistio tradite in blocco e in sequenza solidale da quasitutti i codici a noi pervenuti (orr. IV-V-VII-IX-X). Inoltre, la collazione integraledi tutti i manoscritti noti che tramandano il testo dell’or. IV mi ha consentito dichiarire quali di essi vadano ascritti alla famiglia W, siglum su cui gli studi prece-denti erano imprecisi e contraddittorı 2: solo dodici esemplari recentiores discendo-no da un modello comune perduto (W); questo iparchetipo e imparentato con ilramo b dello stemma, ma il testo risulta sistematicamente contaminato con unesemplare del ramo a, probabilmente affine all’iparchetipo d (v. infra, stemma deitestimoni primari). Schenkl non entro nel merito dei rapporti tra i codici rinasci-mentali dei discorsi di Temistio; l’edizione curata da Downey – che si basa so-stanzialmente sulle carte del filologo austriaco – inaffidabile in genere, diviene adir poco imbarazzante sotto questo aspetto: se le lezioni comuni della famiglia W

q2011VitaePensiero/Pubblicazionidell’Universita

Cattolica

del

Sacro

Cuore

* Ringrazio Marco Fassino e David Speranzi, che hanno discusso con me molte questioniaffrontate nel presente lavoro consentendomi di risolvere non pochi problemi.

1 G. PASCALE, Ricerche sulla tradizione manoscritta delle orazioni di Temistio, «Aevum»,84 (2010), 361-402.

2 PASCALE, Ricerche, 372-73 e 396-98.

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sono registrate in apparato con un discreto grado di correttezza, quelle dei singolimanoscritti, che invero non dovrebbero neanche figurare, vi compaiono e scom-paiono senza che di cio sia dato conto, e nella maggior parte dei casi le indica-zioni fornite sono imprecise, parziali, ove non completamente errate.

Nel presente lavoro si indagheranno i rapporti tra i dodici manoscritti apparte-nenti alla famiglia W, relativamente al testo dell’or. IV. Ricordo che i recentiores –ad eccezione del Par. gr. 2960 (siglato h, v. infra) – condividono con i codici B(Vat. gr. 936) e M (Ambr. G 69 sup.) la presenza del testo dell’or. II, che chiudela serie delle cosiddette orationes Augustales (v. infra, par. 1), nella sequenza VII,X, IX, V, IV, II. La tradizione dell’or. II e differente rispetto a quella della altre cin-que orazioni del gruppo: come andro a mostrare in altra sede il testo esibito dallafamiglia W non risulta contaminato, e quindi condivide con B la maggior parte del-le lezioni peculiari. Inoltre M milita costantemente con BW, occupando dunque unaposizione stemmatica differente rispetto a quella relativa al testo delle prime cinqueorazioni, per le quali appartiene al ramo a: questo particolare assetto dell’or. II ri-

144 G. PASCALE

A H B

b

Vat. Ott. gr. 122

X

I

M

Met

W

b

w

d

a

g

P

e

Y

Sigla:A: Ambr. I 22 sup., prima meta sec. XIVB: Vat. gr. 936, sec. XIV in.H: Vat. gr. 82 prima meta sec. XIVI: Ambr. C 22 inf. sec. XVM: Ambr. G 69 sup meta del sec. XVMet.: Meteora 51, sec. XIVP: Par. Coisl. 323, prima meta sec. XIVX: Vat. gr. 435, sec. XIIIY: Salm. 232, sec. XIVb: Vat. gr. 1448, sec. XVI

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sulta evidente anche dall’apparato di Downey, ed e confermato dalla collazione par-ziale dei testimoni da me effettuata.

Prima di passare alla descrizione dei codici, ristampo (vedi a lato) lo stemma co-dicum relativo ai testimoni primari e alla posizione dell’iparchetipo W 3.

1. I codici 4

Par. gr. 2079 ( f) 5, cart., mm. 232 x 164, ff. VI + 56 + III, sec. XV ex. Formatoda due parti eterogenee: la prima contiene il Peri; duswpiva" di Plutarco; da f.17r sono contenute, opera di altra mano, identificata da D. Speranzi con quella diun copista di nome Teodoro 6, le sei orazioni di Temistio VII-X-IX-V-IV-II. Com-posizione della pagina della seconda parte: 28 linee, area di scrittura di mm. 160x 95. Filigrane della sezione temistiana 7: forbici sormonate da una croce greca,simile a Piccard IX, 1 no 982 (Ravenna 1492) 8; Ciseaux, simili a Briquet 3679(Cettigne, 1494) 9. Il manoscritto appartenne a Giano Lascaris, e presenta numero-se postille (annotazioni e alcune correzioni al testo) autografe del celebre umanista( f 2) 10. A f. Ir in alto infatti figura la segnatura e il monogramma del Lascaris:

145PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

3 PASCALE, Ricerche, 402.4 I codici sono elencati secondo l’ordine alfabetico dei rispettivi sigla attribuiti da Schenkl.

Lo studioso austriaco contrassegno i testimoni piu recenti delle orazioni di Temistio con lettereminuscole dell’alfabeto latino: v. H. SCHENKL, Die handschriftliche Uberlieferung der Reden desThemistios, «Wiener Studien», 20 (1898), 205-43: 206-11. Descrizione sommaria di questiesemplari in H. SCHENKL, Beitrage zur Textgeschichte der Reden des Themistios, «Sitzungsbe-richte der Akademie der Wissenschaften in Wien. Phil.-Hist. Kl.», 192/1 (1919), 1-89: 63-67;O. BALLERIAUX, Prolegomenes a une nouvelle edition critique des Discours de Themistios, «Re-vue d’histoire des textes», 31 (2001), 1-59: 31-41.

5 Cfr. H. OMONT, Inventaire sommaire des manuscrits grecs de la Bibliotheque Nationale –Second Partie (Ancien fonds grec. Droit-Histoire-Sciences), Paris 1888, 190; D. SPERANZI, Il Fi-lopono ritrovato. Un codice mediceo riscoperto a San Lorenzo dell’Escorial, «Italia Medioevalee Umanistica», 49 (2008), 199-231: n. 4, e 218, n. 62. Diffuse notizie sul manoscritto in D.SPERANZI, Michele Trivoli e Giano Lascari. Appunti su copisti e manoscritti greci tra Corfu eFirenze, «Studi Slavistici», 7 (2010), 263-97.

6 SPERANZI, Il Filopono, 200, n. 4; ID., Michele Trivoli, 273-75 e tavv. 1-3 (v. in particolaretav. 2, che rappresenta il f. 17r del Par. gr. 2079). Per Teodoro v. anche E. GAMILLSCHEG - D.HARLFINGER, Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, 2. Teil, Wien 1989, no 176. So-no solo quattro i manoscritti noti in cui compare la mano del copista: in questa sede mette con-to segnalare il Par. gr. 2059, un codice copiato in parte da Demetrio Trivoli per GianoLascaris, su carta identica a quella del Par. gr. 2079. Il manoscritto contiene la Refutatio allaTheologia Platonica di Niccolo di Metone e fu esemplato probabilmente nel 1491 su un anti-grafo posseduto dallo stesso Trivoli nella biblioteca di Arta in Epiro; poiche anche il nostro Te-mistio e copia di un codice di Trivoli, conservato nella sua biblioteca corfiota (v. infra, par. 7,e n. 139), si puo collocare la presenza di Teodoro nell’ultimo decennio del XV secolo tra l’E-piro e Corfu, in contatto con la famiglia Trivoli (v. SPERANZI, Il Filopono, 200-02, e n. 4; ID.,Michele Trivoli, 273).

7 La filigrana e visibile, e.g., ai ff. 17, 29, 31, 45, 54-55.8 G. PICCARD, Wasserzeichen: Werkzeug und Waffen, IX/1, Stuttgart 1980, 162.9 C.M. BRIQUET, Les filigranes, I-IV, Paris 1907. Identica filigrana si trova nel Par. gr.

2059 (v. supra, n. 6): cfr. SPERANZI, Michele Trivoli, 273.10 SPERANZI, Il Filopono, 218, n. 62.

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«n. 24 Ls d(e) la Xma» 11; l’indicazione si ritrova nel catalogo dei libri di Lascaris,conservato nel Vat. gr. 1414 (ff. 99-105), redatto dopo la sua morte da MatteoDevaris, e edito per la prima volta dal De Nolhac: «Ploutavrcou peri; duswpiva"no 24 della 10» 12. Il pezzo entro quindi a far parte della collezione del cardinaleNiccolo Ridolfi (1501-1550), come attesta la segnatura per classe di argomento eper cassa apposta in basso al f. Ir, «n. 24 undecima»: nei cataloghi manoscrittidella biblioteca di Ridolfi contenuti nel Par. gr. 3074 e nel Vat. gr. 1567 il codicecompare al numero 24 nella classe dei «Libri Graeci oratori et altri autori in Pro-sa de Umanita» 13. La biblioteca del cardinale – com’e noto – fu venduta dai suoieredi al maresciallo Pietro Strozzi e passo poi alla regina Caterina dei Medici, perdivenire infine uno dei fondi principali della Bibliotheca Regia, l’attuale Biblio-theque Nationale de France 14. Nella parte inferiore di f. 53v, dopo la fine dell’or.II di Temistio, si trova il pivnax del codice vergato da Matteo Devaris, biblioteca-rio del Ridolfi. Da segnalare, inoltre, la presenza, a margine di fianco ai titoli dior. V e or. II, dei numeri corrispondenti delle due orazioni nell’editio princeps diStephanus (1562, v. infra): rispettivamente ib v e id v.

Come detto, un discreto numero di marginalia che corredano il testo di Plutarcoe di Temistio si deve ascrivere alla mano del Lascaris 15 (Tav. I.1). In effetti l’aspet-to d’insieme del nostro e identico a quello dell’umanista, soprattutto quale si pre-senta, sia nella versione corsiva che in quella posata, nel suo celebre ‘‘quaderno diviaggio’’, il Vat. gr. 1412, redatto alla fine del sec. XV, e dunque pressoche coevodel nostro manoscritto 16. Volendo enucleare i tratti piu caratteristici che riconduco-

146 G. PASCALE

11 Cfr. da ultimo D. MURATORE, La biblioteca del cardinale Niccolo Ridolfi, I-II, Alessan-dria 2009, 153. Il manoscritto gia identificato in N.P. PAPATRIANTAPHYLLOU - THEODORIDI, O Ia-no" Laskari" kai oi tuce" th" biblioqhkh" tou, in Mnhmh Linou Politou, Thessaloniki1988, 117-31: 129; v. anche D.F. JACKSON, An old book list revisited: greek manuscripts of Ja-nus Lascaris from the Library of Cardinal Niccolo Ridolfi, «Manuscripta», 43/44 (1999/2000),77- 133: 111.

12 P. DE NOLHAC, Inventaire des manuscrits grecs de Jean Lascaris, «Melanges d’archeolo-gie et d’histoire de l’Ecole Francaise de Rome», 6 (1888), 251-74: 258, no 77; riedito in MURA-

TORE, La biblioteca, I, 157-73: 169.13 MURATORE, La biblioteca, II, 153. Vedi anche la traduzione latina del Vat. gr. 1567 in

B. DE MONTFAUCON, Bibliotheca Bibliothecarum, II, Parisiis 1739, 771 D, riedita in MURATORE,La biblioteca, II, 399-440; descrizione dei due manoscritti e commento ibidem, I, 187-221. Ri-mando all’opera del Muratore per la presenza del nostro ms. nei cataloghi successivi: v. in par-ticolare l’‘‘elenco delle concordanze dei volumi ridolfini e medicei’’ (MURATORE, La Biblioteca,I, 796).

14 H. OMONT, Inventaire sommaire des manuscrits grecs de la Bibliotheque Nationale. In-troduction, Paris 1898, XX-XXI.

15 Sulla scrittura di Lascaris v. P. CANART, Scribes grecs de la Renaissance. Additions etcorrections aux repertoires de Vogel-Gardthausen et de Patrinelis, «Scriptorium», 17 (1963),56-82: 78-79; R. BARBOUR, Greek literary hands 400-1600, Oxford 1981, 28, no 102; P. ELEUTE-

RI - P. CANART, Scrittura greca dell’umanesimo italiano, Milano 1991, 76-79 (descrizione, tavolee bibliografia); B. MONDRAIN, Janus Lascaris copiste et ses livres, in I manoscritti greci tra ri-flessione e dibattito, a c. di G. PRATO, I, Firenze 2000, 417-26; SPERANZI, Il Filopono ritrovato,218. Lista di manoscritti annotati da Lascaris (il nostro e assente), in A. PONTANI, Per la biogra-fia, le lettere, i codici, le versioni di Giano Lascaris, in Dotti bizantini e libri greci nell’Italiadel secolo XV, a c. di M. CORTESI - E.V. MALTESE, Napoli 1992, 363-433; nuove atribuzioni inSPERANZI, Il Filopono, 219, n. 62. Sulla sua biografia v. anche infra, par. 7, e n. 137.

16 Notevoli affinita si possono riscontrare anche con la mano che appose i marginalia nel-

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no alla sua grafia, si possono segnalare: l’accento acuto, abbastanza marcato, quasisempre legato a u, a, w; l’uso del doppio punto e del punto singolo indifferente-mente su i e u; la forma grafica dei nessi er, tr, el, e del s di grande formato; ta-lora si trova il caratteristico kai; abbreviato con ampio occhiello inferiore; il nmaiuscolo, inclinato a destra, la cui seconda asta verticale termina con un ‘‘riccio-lo’’. Quanto al contenuto degli scolı, si tratta nella maggior parte dei casi di ‘‘paro-le chiave’’ estrapolate dal testo, spesso nomi propri, ripetuti a margine:caratteristica tipica delle note di Lascaris a quest’epoca 17.

Probabilmente, come avremo modo di dire, l’antigrafo della sezione temistianaapparteneva a Demetrio Trivoli, e fu rinvenuto dal Lascaris nella biblioteca di que-sti a Corfu nel corso dei suoi viaggi in Oriente tra il 1490 e il 1492 su incarico diLorenzo de’ Medici 18.

Par. suppl. gr. 102 (g) 19, cart., mm. 180 x 120, ff. 79, sec. XVI; 24 linee perpagina; filigrane presenti, ma non individuate 20. Contiene le sei orazioni di Temi-stio vergate da un’unica mano: lo stile grafico e simile a quello di Angelo Verge-zio 21, responsabile della Biblioteca reale di Fontainbleau sotto Francesco I edEnrico II, la cui scrittura, servı da modello a Garamond per i celebri caratteri astampa, il Grec du roi: mancano tuttavia al nostro copista alcuni tratti caratteristi-ci che contraddistinguono la grafia del Vergezio (in particolare: differente la for-ma di q; assente l’ampia curva che caratterizza l’abbreviazione di -ai in Vergeziosoprattutto nei nessi -tai e -nai). Non mi pare che il copista del Par. suppl. gr.102 si possa ricondurre ad alcuno dei numerosi imitatori del cosiddetto Vergece-schrift 22. Tra i tratti caratteristici si puo segnalare il legamento artificioso con cuitraccia o{ti: lo spirito e l’accento sono legati e proseguono in un solo tratto a for-mare l’asta orizzontale di t.

Par. gr. 2960 (h) 23: cart., mm. 323 x 225, ff. II + 170 + II. Formato da due par-

147PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

l’attuale Par. gr. 1399, copiato da Pietro Hypsilas, che Omont attribuisce a Lascaris: H. OMONT,Fac-similes de Manuscrits grecs des XVe et XVIe siecles, Paris 1887, pl. 44 (riproduzione del f.90v): la sottoscrizione precisa che il codice fu copiato nel 1497 a Milano (v. ibidem, 14). SulVat. gr. 1412 v. infra, par. 7, e n. 137.

17 Cfr. MONDRAIN, Janus Lascaris, 419. Ritengo siano da ascrivere alla mano di Lascarisanche una serie di note apposte sull’ultimo foglio di guardia (56r): dalla lettura in microfilm,poco agevole per questo foglio, riesco a distinguere la citazione di Apollonio Rodio, III, 421-22, e subito sotto la trascrizione di Herodianus, Regnum post Marcum, V 5 (= p. 107, 28-108,1, ed. C.M. LUCARINI, Monachii et Lipsiae 2005, ta; me;n – doqevnta).

18 V. infra, par. 7.19 Descrizione in C. ASTRUC - M-L. CONCASTY - C. BELLON - C. FoRSTEL, Catalogue des

manuscrits grecs. Supplement grec numeros 1 a 150, Paris 2003, 227-28.20 V. anche i curatori del catalogo: ‘‘Seulement partiellement visibles au sommet de certain

feuillets, contre le pli’’ (ASTRUC, Catalogue, 227).21 GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 1. Teil, Wien 1981, no 3.22 D. HARLFINGER, Kopisten und Schriftstile des 15. Und 16. Jh., in La Paleopraphie grec-

que et byzantine, Paris 1977, 323-62: 337.23 H. OMONT, Inventaire, III, 74-75; descrizione piu dettagliata in C.M. MAZZUCCHI, La tra-

dizione manoscritta del Peri; u{you", «Italia Medioevale e Umanistica», 29 (1989), 205-26:214-15; M. MENCHELLI, Su alcuni recenziori di Dione di Prusa (Le copie di Giovanni Mauroma-te), «Studi Classici e Orientali», 44 (1994), 109-33: 113-14; A. CATALDI PALAU, Gian France-

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ti: la prima filigrana Briquet 761 (Udine 1533), ovv. Zonghi 24 526, 528-532 (Fa-briano 1526-1549), ovv. Harlfinger Arbalete 65 (Venezia 1534) 25, 66 (1536); dalf. 44 Harlfinger Lettres 66 (1543) 26. La seconda parte, piu antica, presenta filigra-ne tipo Briquet 12125 (Vicenza 1459), 12130 (Verona 1475), 12190 (Verona1499) = Harlfinger Oiseau 13. La prima parte contiene le quattro orazioni de re-gno di Dione Crisostomo, il Sublime, cinque orazioni di Temistio (orr. VII, X, IX,V, IV) vergate da Giovanni Mauromates, medesimo scriba delle orazioni dionee (aparte i ff. 33-35, opera di un collaboratore 27). Come rilevato dalla Menchelli, alletre ‘‘sottosezioni’’ della prima parte del codice corisponde una diversa impagina-zione: 29 righe su area di scrittura mm. 245 x 132 nel testo dioneo, 28 righe summ. 226 x 127 per il Sublime, di nuovo 29 righe su mm. 244 x 132 per Temi-stio 28. Rilegatura ‘‘alla greca’’ tipo ‘‘Enrico II’’ 29. Figura nel catalogo del 1550dei manoscritti greci della biblioteca reale di Fontainebleau 30. Appartenuto a GianFrancesco d’Asola (presente il suo ex libris eraso nel margine inferiore di f. 1r, f.40r e f. 66r, e la segnatura del d’Asola In. Ind = In Indice, in alto a f. 1v, par-zialmente rifilata 31) i cui codici entrarono nella biblioteca francese nei primi mesidel 1542 32. Copiato a Venezia dove Mauromates risiedette tra il 1541 e il 1547, edove era probabilmente a capo di uno scriptorium nel quale collaboravano molticopisti noti dell’epoca, tra cui Petros Carnabacas: dal medesimo ambiente provie-ne anche il Par. gr. 1653 (y), su cui v. infra. A conferma della provenienza vene-ta del pezzo, si puo aggiungere che per quanto concerne il testo del Sublimequesto codice e apografo del Laur. 28.30 e gemello del Vat. gr. 194: il primomanoscritto apparteneva ad Antonio Eparco, il secondo fu fatto copiare da questi,e venduto alla Biblioteca Vaticana; e verosimile che anche il Par. gr. 2960 siastato commissionato dal corcirese e da questi venduto al d’Asola 33. E presenteun’irregolare numerazione in rosso di fianco ai titoli dei discorsi: b v l’or. X, e vl’or. IV (sono nell’ordine del ms. la seconda e la quinta); inoltre di fianco ai titolidelle orr. V e IV e vergato in rosso, da mano successiva, il numero con cui com-paiono nell’edizione di Stephanus, rispettivamente ib v e ig v.

Vat. gr. 80 (i) 34, cart., mm. 227 x 169, ff. V + 72 (da f. 66v bianchi); 21 lineeper pagina su area di scrittura di mm. 155 x 105. Filigrane: prima sezione simile

148 G. PASCALE

sco d’Asola e la tipografia Aldina, Genova 1998, 523-24 e 574-75; M. MENCHELLI, Studi sullastoria della tradizione manoscritta dei discorsi I-IV di Dione di Prusa, Pisa 2008, 134, 289-90.

24 Zonghi’s Watermarks (= «Monumenta Chartae Papyraceae Historiam Illustrantia III»),Hilversum 1953.

25 D. - J. HARLFINGER, Wasserzeichen aus griechischen Handschriften, II, Berlin 1980.26 HARLFINGER, Wasserzeichen, I, Berlin 1974.27 MENCHELLI, Su alcuni recenziori, 114; A. CATALDI PALAU, Il copista Ioannes Mauromates,

in I Manoscritti greci tra riflessione e dibattito, I, 335-99: 372, e 394 no 78.28 MENCHELLI, Su alcuni recenziori, 113, n. 22.29 CATALDI PALAU, Il copista, 380-81. V. riproduzione in H. OMONT, Catalogue des manu-

scrits grecs de Fontainebleau, Paris 1889, pl. 2.30 OMONT, Fontainebleau, 61, no 173.31 CATALDI PALAU, Gian Francesco, 575.32 Cfr. CATALDI PALAU, Il copista, 339.33 Cfr. MAZZUCCHI, La tradizione, 213-15, 222.34 I. MERCATI - P. FRANCHI DE’ CAVALIERI, Codices Vaticani Graeci I, Romae 1923, 87-88.

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a Briquet 761 (Arbalete, Udine, 1533), ovv. Harlfinger Arbalete 65 (codice datatoal 1534), ovv. Piccard IX/2, no 2258 35 (1552), ovv. Canart 9 36; seconda sezione(e.g. ff. 59-60) ancora in cerchio sormontata da croce greca: la figura piu similenei repertori in Mosin 1233 (1522), 1237 (1533) 37; la carta del nostro manoscrittopresenta anche una contromarca molto simile a quella che accompagna le filigraneMosin 633, 634 (entrambe datate al 1537, raffigurano un’ancora in cerchio sor-montata da stella). Consta di due parti, copiate dalla stessa mano; alcuni fogli euna nota marginale sono vergati da mano coeva simile alla mano principale, attri-buita al corcirese Antonio Eparco (in particolare f. 37r-v) 38. La prima parte con-tiene le sei Kaiserreden di Temistio, la seconda il commentario di Michele PselloIn Platonis de animae procreatione praecepta 39. Faceva parte del lotto di mano-scritti venduti dall’Eparco alla Biblioteca Vaticana nel 1551 40. All’ambiente lagu-nare rimanda anche la legatura originale ‘‘alla greca’’, di origine veneziana, datataal sec. XVI: marrocchino rosso, decorazione a secco, cornice veneta, rosoncinoorientale 41.

Vat. Ott. gr. 375 (l) 42, cart., mm. 240 x 165, ff. I + 65 + 2 non numerati; con-tiene solo i sei discorsi di Temistio, 21 linee per pagina, area di scrittura mm.150 x 90/95 ca. Copiato integralmente dal copista cretese Emanuele Provataris 43,dal 1556 scriptor graecus della Biblioteca Apostolica Vaticana; tra i marginalia,oltre a quelli del Provataris, si distinguono alcune note in latino e rare glosse ingreco, probabilmente ascrivibili al cardinale Guglielmo Sirleto 44. Presenti tre tipo-

149PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

35 PICCARD, Wasserzeichen: Werkzeug und Waffen, IX/2, Stuttgart 1980, 278.36 P. CANART, Les manuscrits copies par Emmanuel Provataris (1546-1570 environ) – Es-

sai d’etude codicologique, in Melanges Eugene Tisserant, VI, Citta del Vaticano 1964, 173-287: 283 (tutte le indicazioni di filigrane contrassegnate dal nome ‘‘Canart’’ nel presente lavororimandano al repertorio curato dallo studioso in questo articolo).

37 V. MOsIN, Anchor Watermarks, Amsterdam 1973.38 GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 3. Teil, A, Wien 1997, no 37. Su di lui v. E.

GIOTOPULU-SISILIANU, jAntwvnio" [Eparco", e{na" Kerkuraio" ouJmanisth;" tou i~V aijwvna, Athe-nai 1978. V. anche infra, par. 7.

39 Opera edita da A.J.H. VINCENT, Notices sur divers manuscrits grecs relatifs a la musique,comprenant une traduction francaise et des commentaires, «Notices et extraits de manuscrits dela Bibliotheque du Roi et autres bibliotheques», 16/2 (1847), 316-7; C.G. LINDER, Tou YellouMicah;l eij" th;n yucogonivan tou Plavtwno". Michaelis Pselli in Platonis De animae procrea-tione praecepta commentarius, Uppsala 1854 (= PG 122, 1077-1101). Lista dei manoscritti chetramandano l’opuscolo e bibliografia in P. MOORE, Iter Psellianum. A detailed listing of manu-script sources for all works attributed to Michael Psellos, including a comprehensive bibliogra-phy, Toronto 2005, 273-75.

40 R. DEVREESSE, Le fonds grec de la bibliotheque Vaticane des origines a Paul V, Cittadel Vaticano 1965, 419 e 421.

41 T. DE MARINIS, La legatura artistica in Italia nei secoli XV e XVI, III, Firenze 1960, 39,no 2708.

42 Descrizione in E. FERON - F. BATTAGLINI, Codices manuscripti graeci Ottoboniani, Ro-mae 1893, 191-92.

43 CANART, Les manuscrits, 242-43. Cfr. GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 1. Teil,no 254; 2. Teil, no 350; 3. Teil, no 418.

44 CANART, 243: ‘‘il n’est pas exclu qu’elles soient de la main de Sirleto’’. La nota piu in-teressante e una lunga citazione da Cicerone, Pro Marcello 2, 6, a commento di or. VII, 132,17 ss.

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logie di filigrane, classificate da Canart sotto i numeri 23, 24, 30 (inscrivibili inun arco di tempo 1514-1573): tipo Briquet 5963 (Firenze 1514-29), ovv. 5964(Siena 1535-43), ovv. Zonghi 1513-1524; stella in un cerchio, senza paralleliprossimi nei repertori; frecce sormontate da un fiore, tipo Briquet 6291 (Roma1561-62). In base a considerazioni paleografiche questo codice e datato da Canartal 1548, all’inizio della carriera del copista 45, ma probabilmente fu copiato dopoil 1562 (cfr. infra, par. 2).

Vat. Ott. gr. 76 (o) 46, cart., mm 320 x 185, ff. 256; sezione di Temistio (ff. 27-66) scritta su 29 linee per pagina, area di scrittura mm 225 x 126. Codice fattizio,composto dall’assemblaggio di sette unita di codicologiche distinte tutte del sec.XVI, numerate in cifre arabe in basso a destra del primo foglio di ciascuna: lanumerazione salta una sezione (la sesta, contenente il quarto libro dei Meteorolo-gica di Aristotele), e percio il primo foglio dell’ultima unita (f. 219r, e un ‘‘fram-mento’’ di manoscritto acefalo e mutilo alla fine contenente il commento diAlessandro di Afrodisia al primo libro degli Analytica Priora di Aristotele) recain basso a destra il numero «6». La prima sezione (ff. 1-26), contenente dueomelie di Giovanni Crisostomo, e il ‘‘residuo’’ acefalo di un manoscritto (a f. 1rdi fianco al titolo dell’orazione Tou aujtou jIwavnnou tou Crusostovmou ªpro;"ºtou;" e[conta" suneisavktou", figura l’indicazione lovgo" ke v); la seconda (ff. 27-66) contiene le sei orazioni di Temistio, vergate dalla stessa persona – e sulla me-desima carta – che le copio nel Par. gr. 1653 (y, mano identificata con quella diPetros Carnabacas: v. infra), e nel Vat. Pal. gr. 304 (t); nella terza sezione (ff.67-112) sono copiati gli scolı di Asclepio alla Metafisica di Aristotele (scovliaeij" to; meizon a[lfa th`" meta; ta; fusika; jAristotevlou", genovmena uJpo;jAsklhpiou ajpo; fwnh`" jAmmwnivou tou JErmou); la quarta (ff. 116-122) contieneil De sensu et sensibilibus di Aristotele ( jAristotevlou" peri; aijsqhvsew" kai;aijsqhtwn); la quinta (ff. 123-178) il De differentia Platonis et Aristotelis di Ge-mistio Pletone, cui seguono escerti di Giuseppe Flavio e della Praeparatio Evan-gelica di Eusebio; la sesta sezione (ff. 179-218), come detto, il quarto libro deiMeteorologica di Aristotele, e infine (ff. 219-256) il commento di Alessandro diAfrodisia. La legatura in cuoio rosso reca sul dorso lo stemma di Pio IX (papadal 1846 al 1878). Filigrane della sezione temistiana: Harlfinger, Lettres 66(1543). Il testo di Temistio e stato rivisto dallo stesso copista in una fase succes-siva (opc, v. infra, par. 3).

Almeno cinque sezioni di questo codice appartenevano al cardinale Sirleto, rile-gate insieme ad altre opere: e quanto si ricava dal catalogo della sua biblioteca con-tenuto nel Vat. lat. 6163, copiato da Giovanni Santamaura, scriba al servizio delSirleto e scriptor graecus della Biblioteca Vaticana dal 1585 al 1612 47; l’inventario

150 G. PASCALE

45 CANART, Les manuscrits, 264 (no 7 della prima tabella).46 FERON - BATTAGLINI, Codices, 48.47 Su di lui v. GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 1. Teil, no 179; 2. Teil, no 238; 3.

Teil, no 299; C. PASINI, Giovanni Santa Maura e la Biblioteca Ambrosiana, «Rivista di studibizantini e neoellenici», n.s., 42 (2005), 223-81; J.M. FLORISTAN, Julio Cesar Santamaura(1577-25.VIII.1618), corrector et scriptor de la Biblioteca Vaticana. Proceso y ejecucion porespionaje, «Neva JRwvmh», 5 (2008), 425-54: 429-32.

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e databile fra la morte di Sirleto (1585) e l’acquisto della sua biblioteca da parte diAscanio Colonna (1588) 48. Il numero 12 (f. 198r) della sezione dei libri filosoficiera un biblivon bambavkinon ajntivgramma, che conteneva nell’ordine (segnalo con inumeri progressivi in corsivo le sezioni comuni al Vat. Ott. gr. 76): 1. i sei discorsidi Temistio; 2. il commento di Asclepio ( jAsklhpiou scovlia ajpo; fwnh`"jAmmwnivou tou JErmou eij" to; meizon a[lfa th`" meta; ta; fusika;); 3. jAnwnuvmouperi; aijsqhvsew" kai; aijsqhtwn (verosimilmente l’opera di Aristotele per errore ditrascrizione attribuita ad anonimo); 4. il Commentario di Simplicio alla Fisica diAristotele; 5. il commento di Ermia al Fedro; 6. un uJpovmnhma al terzo libro del DeAnima di Aristotele; 7. il commento di Alessandro di Afrodisia ad Aristotele ( jAle-xavndrou jAfrodhvsew" eij to; prwton twn ajnalutikwn, tetravdia pevnte 49); 8. uncommento non meglio definito alla Fisica di Aristotele (eij" ta; jAristotevlou"fusikav, tetravdion e{n); 9. il De differentia di Pletone insieme ad altre opere (Peri;jAristotevlou" kai; Plavtwno" diafora", kai; tina; a[lla tetravdia diafevrontaajllhvloi" kai; ouj kaq’ eiJrmo;n parakolouqounta); 10. un estratto del primo librodell’Etica di Aristotele 50. Probabilmente almeno la sezione di Temistio era apparte-nuta a Marcello Cervini 51.

Mon. gr. 113 (q) 52: cart., mm. 333 x 240, ff. V + 269 + III, meta del XVI seco-lo; 30 linee per pagina. Codice miscellaneo contenente: ai ff. 1-76 scolı a Platonee altri escerti di vario genere; ai ff. 77r -108r i sei discorsi di Temistio copiati daArnoldo Arlenio 53; dal f. 109 opere di Libanio. Arlenio revisiona l’intero mano-

151PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

48 Cfr. G. DE GREGORIO, Il copista greco Manouel Malaxos. Studio biografico e paloegrafi-co-codicologico, Citta del Vaticano 1991, 134; sull’identificazione della mano del Santamaurav. V. LAURENT, L’edition princeps des Actes du Concile de Florence (1577). Auteurs et circu-stances, «Orientalia Christiana Periodica», 21 (1955), 165-99: 178-79.

49 Invero il secondo dei cinque fascicoli che formano l’ultima sezione del Vat. Ott. gr. 76e un ternione: si tratta tuttavia di un fascicolo isolato di un’altra opera (il commento di Filopo-no agli Analytica Priora di Aristotele), forse vergato dallo stesso copista ma con inchiostro di-verso, inserito al posto del quaternio originario caduto: difatti il commentario di Alessandrod’Afrodisia si interrompe alla fine del secondo fascicolo (f. 234v, corrispondente a p. 76, 41dell’edizione Alexandri in Aristotelis Analyticorum priorum librum I Commentarium, ed. M.WALLIES, Berolini 1883) e riprende con il primo foglio del quarto fascicolo (f. 241r, testo cor-rispondente a p. 106, 3 WALLIES). Il ternione invece contiene il commento di Filopono corri-spondente a pp. 14, 34 - 25, 6 dell’edizione Ioannis Philoponi in Aristotelis Analytica PrioraCommentaria, ed. M. WALLIES, Berolini 1905.

50 Il codice di Sirleto si trova anche nell’altro catalogo della sua biblioteca, contenuto nel-l’attuale Escor. X.I.15, al numero 12 della sezione filosofica: se ne veda la descrizione nell’«in-ventaire abrege» in traduzione francese edito da E. MILLER, Catalogue des manuscrits grecs dela Bibliotheque de l’Escurial, Paris 1848, 304-32: 326; a quel che si deduce dalla traduzione diMiller la descrizione del pezzo e piu sommaria rispetto a quella del Vat. lat. 6163, ma le operecontenute e l’ordine coincidono con quanto descritto nell’inventario vaticano. Sulla bibliotecadel cardinale Sirleto v. I. BACKUS - B. GAIN, Le cardinal Guglielmo Sirleto (1514-1585), sa bi-bliotheque et ses traductions de Saint Basile, «Melanges de l’Ecole Francaise de Rome. MoyenAge Temps modernes», 98 (1986), 889-955: 919-25.

51 Cfr. infra, n. 113.52 Collazionato solo su cd-rom. Ricavo le notizie codicologiche dal Katalog der griechi-

schen Handschriften der Bayerischen Staatsbibliothek Munchen, Band 3: Codices graeci Mona-censes 110-180, Neu beschrieben von K. HAJDU, Wiesbaden 2003, 43-48.

53 HAIDU, Katalog, 45. Cfr. GAMILSCHEG - HARLFINGER, Repertorium 1. Teil, no 28 ; 2. Teil,no 39; 3. Teil, no 48. Tavola della grafia di Arlenio in CATALDI PALAU, Il copista, tav. 3.

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scritto, correggendo e apponendo marginalia; redige inoltre un indice in latino af. Ir in alto. Filigrane dei fogli temistiani: simile a Briquet 471, Ancora in cerchio(Praga 1527). Figura nel catalogo del 1565 della biblioteca di Johann Jakob Fug-ger redatto da Carolus Stephanus, bibliotecario di Fugger 54. Il manoscritto e datatodalla Haidu al 1550 circa 55.

A f. Ir nell’indice redatto da Arlenio le orazioni di Temistio sono cosı indicate:«Themistii sex orationes posteriores», espressione che ‘‘riecheggia’’ parte del titolodell’editio princeps di Stephanus, in cui i sei panegirici sono stampati dopo le ottoorazioni di Temistio gia edite nel 1532 (v. infra): «Harum sex posteriores, novae,caeterae emendatiores prodeunt». Di fianco al titolo di ciascuna compare il numerodei singoli discorsi dell’edizione stephaniana – da q v a id v – probabilmente appostidallo stesso Arlenio. Come si dira, stretta affinita testuale legano i manoscritti sigla-ti q s z e l’edizione di Stephanus, discendenti da un comune modello. Probabilmen-te dunque il manoscritto e stato rivisto dopo il 1562, anche se il testo non e statocollazionato sull’editio princeps (v. infra, par. 4). Sul f. Ir inoltre e incollato un fo-glietto con indice accurato in latino (colonna sinistra) e greco (destra), scritto daCarolus Stephanus.

Il fondo di manoscritti greci della collezione di Johann Jakob Fugger 56 e forma-to per due terzi (circa 120 codici) da pezzi del sec. XVI che presentano caratteristi-che codicologiche omogenee: quasi tutti volumi sono in formato in folio e dellastessa mole; la composizione della pagina e regolarmente di 30 linee lunghe per pa-gina. I manoscritti datati permettono di inscrivere la formazione del fondo tra glianni ’40-’50 del sec. XVI, con una particolare concentrazione negli anni 1550-52;inoltre questi codici sono frutto del lavoro di un gruppo compatto di copisti, circauna quarantina, operanti per lo piu in quegli anni a Venezia. Arlenio vi compare apiu riprese non solo come copista, ma anche come revisore, e spesso autore dell’in-dice in latino sui fogli di guardia.

Di origini fiamminghe (nato ad Aarle nel 1510 circa) 57, Arndt van Eyndhouts –nome poi italianizzato in Arnoldo Arlenio – dopo un periodo di studio a Parigi, sireco a Ferrara e da qui a Bologna, dove visse per quasi dieci anni e vi esercito l’at-tivita di libraio insieme all’amico Lorenzo Torrentino. Probabilmente verso la finedel 1542 si sposto da Bologna a Venezia, ed entro al servizio di Diego Hurtado deMendoza (v. infra, par. 7), ambasciatore di Carlo V nella Repubblica dal 1539 al1546: ne curava la preziosa biblioteca, e si occupava di far copiare manoscritti gre-ci; grazie all’autorita del suo protettore poteva consultare i volumi delle bibliotechepiu inaccessibili. In questo periodo si registra una fitta collaborazione col Mauro-

152 G. PASCALE

54 O. HARTIG, Die Grundung der Munchener Hofbibliothek durch Albrecht V. und JohannJakob Fugger, Munich 1917, 367; HAIDU, Katalog, 47.

55 HAIDU, Katalog, 43.56 Cfr. B. MONDRAIN, Copistes et collectionneurs de manuscrits grecs au milieu du XVI siecle: le

cas de Johann Jakob Fugger d’Augsbourg, «Byzantinische Zeitschrift», 84/85 (1990/91), 354-90.57 Sulla biografia di Arlenio v. P. TENTORI, s.v. Arlenio Arnoldo, in DBI, 4, Roma 1962,

213-14; D. HARLFINGER, Die Textgeschichte der pseudo-aristotelischen Schrift Peri; ajtovmwngrammwn. Ein kodikologisch-kulturgeschichtlicher Beitrag zur Klarung der Uberlieferungsver-haltnisse im Corpus Aristotelicum, Amsterdam 1971, 196-202; CATALDI PALAU, Il copista, 340-47 (con bibliografia a n. 22).

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mates, del quale annota e corregge ben 17 codici. Entro inoltre in contatto con imaggiori umanisti dell’epoca: Henri Estienne gli dedico l’editio princeps di Massi-mo di Tiro (Parigi 1557), ringraziandolo di avergli procurato una copia dell’origina-le portato dalla Grecia da Giano Lascaris. Dopo il 1547 collaboro a Firenze con lostampatore, suo compatriota, Lorenzo Torrentino, anche se continuo a viaggiare enon rinuncio al suo commercio di manoscritti e libri: nel 1562 fornı alcuni codicilatini alla collezione di Joahnn Jakob Fugger 58; infine seguı Torrentino a Mondovı,dove, alla morte dell’amico, continuo a lavorare con i figli per la sua tipografia.Morı probabilmente a Torino nel 1581 o 1582.

Mettendo insieme alcuni dati si puo tentare di delineare in modo piu preciso lastoria del codice: le acquisizioni dei codici greci di J. J. Fugger si dividono in duegruppi, quelle effettuate durante l’attivita di bibliotecario di Hieronymus Wolf(1551-7), e quelle successive al 1557. Tra gli esemplari entrati in questa secondafase vi e il cod. Mon. gr. 101, procurato alla biblioteca di Fugger proprio da Arle-nio 59. Questo codice, che contiene principalmente opere di Libanio, e strettamentelegato al nostro, poiche una lacuna che sfigura il testo dell’Antiochicos di Libanioin q – corrispondente a un quaternione caduto nel modello – e stata supplita nelMon. gr. 101, dove lo stesso copista ha inserito – tra le altre opere del retore antio-cheno – un quaternione isolato corrispondente alla sezione di testo dell’Antiochicosmancante nel Mon. gr. 113 60. Si puo dunque ragionevolemente concludere che en-trambi i codici entrarono a far parte della biblioteca del banchiere dopo il 1557.

Vat. Pal. gr. 51 (s) 61, cartaceo, mm. 340 x 230, ff. 329; formato da piu parti eteroge-nee assemblate. Le sei orazioni di Temistio copiate da un’unica mano sono ai ff. 119-155: 30 linee per pagina, area di scrittura di mm. 224 x 130. Non ci sono filigrane visi-bili in questa sezione del codice. La prima parte del manoscritto, contenente le Storiedi Appiano, reca una sottoscrizione a f. 52r che la data all’anno 1549 62 (questa sezionee scritta su carta con filigrana simile a Harlfinger Lion 13, a. 1548 e 1552). Un corretto-re collaziono il testo con l’edizione stephaniana, limitandosi per lo piu a lasciare sotto-lineature (s2). Il codice compare nel catalogo della biblioteca del banchiere UlrichFugger redatto nel 1555, tradito ai ff. 124-135 del Vat. Pal. lat. 1925, come si ricavadalla descrizione del contenuto che coincide esattamente con quello del nostro codice:«Appiani Hanniba<l>ica, Hiberica et vitae sophistarum et Theophrasti de sensu et The-misti (sic) orationes et Nicephorus Gregoras de insomniis Sinesii et Scholia in Aeschy-nem et Aeschylum»63.

153PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

58 P. LEHMANN, Eine Geschichte der alten Fuggerbibliotheken, I, Tubingen 1956, 66: si tratta inpartciolare dei Monac. lat. 116 e 123; quest’ultimo reca la nota ‘‘Advectus a. 1562 procurante Arnol-do Arlenio Florentiae agente Belga’’ (v. CATALDI PALAU, Il copista, 354-55, n. 70).

59 Cfr. HARTIG, Die Grundung, 247; CATALDI PALAU, Il copista, 381-82.60 R. FOERSTER, Libanii Opera, I, Lipsiae 1903, 220-22 e 413; HARTIG, Die Grundung, 247;

J. MARTIN, Libanios. Discours, Paris 1988, 50-53.61 Cfr. H. STEVENSON, Codices Manuscripti Palatini Graeci Bibliothecae Vaticanae, Roma

1885, 26.62 STEVENSON, Codices, 26.63 Testo del catalogo edito in LEHMANN, Eine Geschichte II, Tubingen 1960, 69-77: 75-76.

Il manoscritto figura anche nel registro alfabetico della biblioteca del Fugger contenuto ai ff.530-551 del Vat. Pal. lat. 1916: v. ibidem, 102.

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Vat. Pal. gr. 304 (t) 64: cart., mm. 320 x 220, ff. II + 40 + 1, mutilo alla fine; 30 li-nee per pagina, area di scrittura mm. 220 x 130; filigrane: Harlfinger Lettre 66, tran-ne i ff. 1 e 26 simile a Briquet 761, Arbalete, (Udine, 1533). Contiene, opera di unastessa mano, le sei orazioni di Temistio e l’Encomio di Elena di Isocrate mutilo (finoa pro;" me;n gavr del par. 53). Lo scriba e lo stesso che copia i discorsi di Temistionei codici o e y. Un revisore collaziono il testo con l’editio princeps di Stephanus(1562), lasciandovi una serie di correzioni e sottolineature (t2) 65. Il manoscritto ap-parteneva all’umanista veneziano Giovan Battista Cipelli (1478-1553), noto col no-me accademico di Egnazio, i cui codici greci furono acquistati dal banchiere UlrichFugger (1526-1584) a Venezia il 6 ottobre del 1553 66.

Vat. gr. 2367 (Va), cart., mm. 335 x 225, ff. V + 165 + V. Consta di venti qua-ternioni, numerati a matita rossa in cifre arabe. Diviso in due parti, opera di al-trettanti copisti. La prima (ff. 1-40), e di mano di Giovanni Mauromates 67: 29linee per pagina, area di scrittura mm. 244 x 130. In questa sezione sono presentifiligrane simili a Briquet 495 (ancora in cerchio sormontata da stella), prodotte aLucca fra il 1540 e il 1545. La seconda parte (ff. 41-163), copiata da un ignotoallievo-imitatore di Giovanni Onorio da Maglie, con note marginali di quest’ulti-mo, e una collezione di romanzieri greci (Eustazio Macrembolita, Longo Sofista,Achille Tazio), datata dalla Agati al 1550 ca. 68. Nei fogli della seconda parte, trale altre filigrane 69, se ne trova una molto simile a quella dei fogli temistiani (an-cora in cerchio sormontata da stella) 70, ma con un diametro leggermente piu pic-colo e su carta differente (la distanza tra i filoni e maggiore: mm. 35-40 nei foglivergati da Mauromates, mm. 45-50 negli altri).

Sul recto del primo foglio di guardia originale (f. 1) compaiono delle scarne an-notazioni apposte da due mani: la prima, con inchiostro rossiccio, segna in alto asinistra il numero di fogli («chartae no 162»), poco sotto al centro del foglio il nu-mero «16.» (corrispondente al numero dell’inventario dei manoscritti di Cervini, v.infra), e di seguito redige un indice sommario del manoscritto; la seconda mano,

154 G. PASCALE

64 STEVENSON, Codices, 171-72.65 Oltre a sottolineare molti luoghi in cui il ms. si distanzia dal testo stabilito da Stephanus,

generalmente senza apporre varianti, a f. 13r il revisore scrisse a margine l’indicazione ‘‘p.126’’, cioe la pagina corrispondente nell’edizione stephaniana di quella parte di testo (all’incircacorrispondente a or. X, p. 209 Downey).

66 Il nostro codice e elencato nell’inventario della biblioteca di Ulrich Fugger contenuto aiff. 103v-106v del Vat. Pal. lat. 1925, intitolato «Catalogus Graecorum librorum 6. Die Octobrisex bibliotheca Egnatii Venetiis emptorum a. D. 1553», edito in K. CHRIST, Zur Geschichte dergriechischen Handschriften der Palatina, «Zentralblatt fur Bibliothekswesen», 16 (1847), 3-34:32, no 73. Esso inoltre compare nel catalogo fuggeriano tradito nel Vat. Pal. lat. 1916 (v. su-pra, n. 63), ove e indicata, di fianco al titolo, la segnatura e la provenienza: «Themistii oratio-nes. char. 304. egna.» (abbreviazione di «Egnatius»): v. LEHMANN, Eine Geschichte, II, 102. SulCipelli v. CHRIST, Zur Geschichte, 28-29; LEHMANN, Eine Geschichte, I, 94-99 e passim; E. MIO-

NI, Cipelli Giovanni Battista, in DBI, 25, Roma 1981, 698-702.67 Cfr. R. MAISANO, Per una riedizione dei discorsi di Temistio, «Koinonia», 2 (1978), 93-

113: 105-13.68 Scheda con descrizione del manoscritto in M.L. AGATI, Giovanni Onorio da Maglie, co-

pista greco (1535-1563), Roma 2001, 308.69 AGATI, Giovanni Onorio, 308.70 Riproduzione in AGATI, Giovanni Onorio, 126.

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con inchiostro nero, appone in alto al centro una inverosimile proposta di datazione(«An. 1400 circ.»), e apporta alcune correzioni all’indice della prima mano, aggiun-gendovi l’opera di Longo Sofista, omessa dall’estensore dell’indice. Questo testi-mone, sconosciuto a Schenkl, e stato analizzato e collazionato per la prima volta daRiccardo Maisano, che lo ha siglato Va 71. I modelli per il testo di Achille Tazio so-no stati identificati da E. Vilborg nei mss. Vat. gr. 1349 (per il testo) e 1350 (perle note marginali), entrambi commissionati da Fulvio Orsini 72: il nostro tuttavia none citato nell’inventario della biblioteca dell’Orsini 73. Figura invece – se non erro –in quello dei manoscritti greci del cardinale Marcello Cervini (1501-1555), redattonel 1574, contenuto nel Vat. lat. 3958, nella sezione dei «Libri non vulgati ex vetu-stissimis exemplaribus transcripti vel non antiqua scriptura»: «16. Themistii Sophi-sti (sic) de iis qui passi sunt sub Valente. Eumathii amatoriae narrationes. AchillisStatii de Leucippe et Clitophante sermones lig.o in perg.o» 74.

Il manoscritto non e analizzato nel lavoro della Cataldi Palau sul Mauromates 75.In base ad alcune considerazioni paleografiche possiamo verosimilmente inscriverela copia di Temistio tra gli ultimi anni del periodo veneziano (1547-48 ca.) e il pe-riodo del primo soggiorno romano di Mauromates (1548-1553): modulo delle lette-re ridotto (mm. 1, 5 ca.); asse diritto (negli anni successivi tende invece a inclinarsileggermente a destra 76); presenza abbastanza frequente di legature, soprattutto ta,to, q e u con la lettera che precede; il sistema di richiamo dei fascicoli e in vertica-le nel margine inferiore all’interno dell’area di scrittura (dalla Cataldi Palau definitotipo v1), mentre nei codici successivi al 1552 sara piu frequentemente fuori dall’a-rea di scrittura, vicino alla rilegatura (tipo v2); superficie scritta di 29 linee (caratte-ristica questa costante dei codici ‘‘romani’’ del copista); l’epsilon maiuscolo egrande, arrotondato, con la parte mediana prolungata; la scrittura, infine, e caratte-rizzata da verticalita e dal contrasto tra le lettere piccole e le aste allungate alte di te d minuscoli 77. Il raffronto piu vicino e con le tavv. 4-5 pubblicate dalla CataldiPalau, che riproducono rispettivamente il f. 1 del ms. Basel, Offentliche Bibliothekder Universitat, F.I.7 (a. 1548) e il f. 115 del Mon. gr. 102 (a. 1549). Si aggiunga

155PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

71 MAISANO, Per una riedizione, 105.72 E. VILBORG, Achilles Tatius. Leucippe and Clitophon, Stockolm 1955, XXVII. Per il testo

di Longo Sofista, invece, il Vat. gr. 2367 e apografo del Vat. gr. 1350: v. M.D. REEVE, FulvioOrsini and Longus, «The Journal of Hellenic Studies», 99 (1979), 165-67.

73 Cfr. P. DE NOHLAC, La bibliotheque de Fulvio Orsini, Paris 1887, 334-50.74 R. DEVREESSE, Les manuscrits grecs de Cervini, «Scriptorium», 22 (1968), 250-70: 261. Il codi-

ce figura anche nell’altro inventario dei libri di Cervini contenuto nel Vat. Lat. 8185, redatto nellostesso anno e corrispondente alla fusione dei libri cerviniani di Montepulciano e Roma; in esso il con-tenuto e indicato in modo piu impreciso: «32. Themistii sophistae epistolae et orationes. Item Heuma-thii Macrembolitae opera» (DEVREESSE, Les manuscrits, 252). Sulla vicenda dei codici di Cervini v. G.MERCATI, Sulla venuta dei codici del Cervini nella Vaticana e la numerazione loro, in ID. Per la storiadei manoscriti greci di Genova, di varie badie basiliane d’Italia e di Patmo, Citta del Vaticano 1935,181-202; ID., Codici latini Pico Grimani Pio di altra biblioteca ignota del secolo XVI esistenti nel-l’Ottoboniana e i codici greci Pio di Modena con una digressione per la storia dei codici di San Pie-tro in Vaticano, Citta del Vaticano 1938, 55 n. 4, 97, 136-43.

75 V. supra, n. 27.76 CATALDI PALAU, Il copista, 377.77 Cfr. ibidem, 375.

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che l’ancora a stella e simile alla filigrana Harlfinger Ancre 21 (1502), tipo di cartausata da Mauromates nel suo primo periodo romano 78.

Par. gr. 1653 (y), cart., mm. 335 x 218, ff. 139 79. Contiene la Biblioteca di Apollodoro,le prime quattro orazioni di Dione Crisostomo e le sei orazioni di Temistio VII-X-IX-V-IV-II (ff. 101-139). Vergato da tre copisti, uno dei quali e Giovanni Mauromates 80 (ff.64v-77; 79-82v). La sezione temistiana fu copiata dal medesimo copista dei codici o et, sulla stessa carta (filigrana Harlfinger Lettres 66). La mano dei fogli di Temistio di ye stata identificata con quella di Petros Carnabacas 81, collaboratore del Mauromates ne-gli anni del suo soggiorno veneziano (1541-1547). Alle tre sezioni del manoscritto cor-rispondono caratteristiche diverse di impaginazione; per i fogli temistiani: il numero dirighe varia da 28 a 30, su un’area scritta di mm. 238 x 12982. Rilegatura tipo ‘‘EnricoII’’, appartenuto a G. F. d’Asola (cfr. supra, descrizione di h), del quale e presente l’exlibris nel margine inferiore sinistro dei ff. 1r, 62r, 101r: entrato nella biblioteca di Fran-cesco I nei primi mesi del 154283.

L’attribuzione al Carnabacas del Par. gr. 1653 (e di conseguenza del Vat. Ott.gr. 76 e del Vat. Pal. gr. 304) credo necessiti di ulteriori verifiche. Ho ispezionatoil Vat. Ott. gr. 7, sottoscritto dal Carnabacas il 12 / V / 1543 (di sua mano i ff.146-223, con le Omelie di Cirillo) 84: la carta di questa sezione del manoscritto e lastessa dei codici o t y (filigrana Harlfinger Lettres 66). La scrittura, pur simile aquella del copista dei tre codici di Temistio (in particolare identico il modo di trac-ciare nesso er), presenta talune differenze significative 85: nel Vat. Ott. gr. 7 il mo-dulo e inclinato destra, mentre l’asse del nostro e diritto; inoltre vi sono alcunecaratteristiche assenti nello scriba di Temistio: il doppio ll e sempre tracciato conle due aste inferiori interne intrecciate a forma di x; il nesso ex e quasi sempre inlegatura, mentre il nostro traccia di preferenza le due lettere staccate; in Carnabacassi nota una certa predilezione per l’occasionale sovradimensionamento di alcuni se-gni o lettere, soprattutto a inizio e fine riga: in particolar modo spicca il segno ab-breviativo per kaiv (a forma di S), abbastanza vistoso. Di contro e peculiare del

156 G. PASCALE

78 Cfr. ibidem, 376.79 MENCHELLI, Su alcuni recenziori, 115; EAD., Studi sulla storia, 134 e 286-87; CATALDI

PALAU, Gian Francesco d’Asola, 564-65.80 Cfr. supra, descrizione del Par. gr. 2960 (h).81 GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 2. Teil, A, no 474; CATALDI PALAU, Gian Fran-

cesco d’Asola, 564-65; MENCHELLI, Su alcuni recenziori, 115.82 Per Apollodoro 28 linee su area di mm. 223 x 124; per Dione 29 linee su area di mm.

250 x 138; inoltre i fascicoli di Temistio presentano una nuova numerazione greca sul primofoglio di ciascuno: v. MENCHELLI, Su alcuni recenziori, 115 e n. 25.

83 Cfr. CATALDI PALAU, Il copista, 339. Sul codice v. anche MENCHELLI, Studi sulla storiadella tradizione manoscritta, 133-34. Il manoscritto e il no 35 del catalogo della Biblioteca diFontainebleau: v. OMONT, Fontainebleau, 14.

84 FERON - BATTAGLINI, Codices, 10-11.85 Per la scrittura del Carnabacas v. GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 1. Teil, no

346: tra le forme grafiche caratteristiche vi e segnalato il nesso ex e il nesso er. La Mondrainha inoltre dimostrato l’identita di Petros Carnabacas con Pietro Karneades: v. MONDRAIN, Copi-stes et collectionneurs, 377; cfr. anche GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 1. Teil, A, no

346: ‘‘Moglicherweise sind P. Karnabakas und P. Karneades ein und dieselbe Person’’; per lascrittura di Pietro Carneade vedi Repertorium, 1. Teil, no 347, e relativa tavola.

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copista di Temistio il vezzo di ritorcere sotto il rigo di scrittura le aste discendenti,caratteristica particolarmente marcata nella seconda asta di l nel nesso el, soprat-tutto quando e nell’ultimo rigo di scrittura (Tav. I.2).

Harl. 5645 (z) 86, cart., mm. 226 x 155, ff. II + 60; filigrana simile a Briquet En-clume 5963 ovv. 5964, ovv. Canart Enclume 23 87; 24 linee per pagina. Contienesolo le sei orazioni di Temistio, copiate da un’unica mano; alcune note marginalie correzioni sono di un revisore (z2), identificato con Arnoldo Arlenio 88, copistadelle orazioni di Temistio nel codice q (cfr. supra). Di fianco al titolo di ciascunaorazione figura il numero corrispondente nell’edizione stephaniana: non sono ingrado di valutare se vergato da mano differente da quella del copista. Il codiceapparteneva a Johann Georg Graevius (1632-1703), la cui collezione fu acquistatada Robert Harley – dopo una serie di passaggi – tra il il 1724 e il 1725 89.

Ritengo che la copia di z si debba ascrivere al cosiddetto «scriba C (sigma)»:chiamato cosı da Canart 90, questo copista ha una grafia molto simile a quella di Ca-millo Zanetti tanto che lo studioso avanzo l’ipotesi di identificare lo «scriba C» conquest’ultimo 91; inoltre B. Mondrain 92 ha individuato un altro scriba anonimo la cuigrafia e molto simile a quella dello «scriba C», chiamato dalla studiosa «occidentalarrondi». Non ho elementi sufficienti per entrare nel merito della questione: la ma-no del copista dell’Harleiano 5645 e la stessa dei ff. 97-128 del codice Casanat.1106, identificata dalla Cataldi Palau con quella dello «scriba C»; con il copista delcodice casanatense il nostro condivide anche lo ‘‘scarabocchio’’ a fine testo, trattocaratteristico dell’anonimo scriba 93 (v. Tav. II).

Negli anni 1554-55 si concentra una ricca produzione di codici vergati dal Mau-romates e dallo «scriba C» e corretti da Arlenio: questa fitta collaborazione lasciapresupporre l’esistenza di un’attivita organizzata in uno scriptorium, probabilmentea Bologna, di cui l’umanista fiammingo era a capo; la filigrana piu frequente neimanoscritti prodotti in questo atelier e Canart Enclume 23 94, simile a quella presen-te nel nostro codice.

157PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

86 Visionato solo in microfilm. Descrizione in The British Library – Summary Catalogue ofgreek manuscripts, I, London 1999, 154.

87 Ringrazio Marco Fressura che ha visionato per me il codice a Londra.88 Cfr. GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 1. Teil, A, no 28.89 C.E. WRIGHT, Fontes Harleiani, London 1972, 168-69; A.C. CLARK, The Library of J.G.

Graevius, «The Classical Review», 5 (1891), 365-72: 371. Sul Graves v. J.E. SANDYS, A historyof classical scholarship, II, Cambridge 1921, 327-28.

90 CANART, Provataris, 303-04 e tav. 10.91 Cfr. P. CANART, Codices Vaticani Graeci – Codices 1745-1762, Citta del Vaticano 1970,

111 (note al Vat. gr. 1776); ID., Nouvelle recherces et nouveaux instruments de travail dans ledomaine de la codicologie, «Scrittura e Civilta», 3 (1979), 267-307: 299, n. 92.

92 MONDRAIN, Copistes et collectionneurs, 377, 388 pl. III (Camillo Veneto e ‘‘occidentalarrondi’’), 389 pl. IV (scriba C con annotazione marginale di Arlenio). Sulla questione v. ancheA. GASPARI, Le ‘‘mani’’ di Camillo Zanetti: il caso di scriba C (sigma), ‘‘occidental arrondi’’e Francesco Zanetti, in Actes du VIe Colloque International de Paleographie Grecque (Drama21-27 septembre 2003), ed. par B. ATSALOS - N. TSIRONI, Athenes 2008, 347-58, nel quale si ri-badisce la distinzione tra le mani di Camillo Zanetti, Scriba C e «occidental arrondi».

93 CATALDI PALAU, Il copista, 345, 377 e tav. 7 (riproduzione del f. 108r del ms. Casanat. 1106).94 Cfr. CATALDI PALAU, 354.

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Gli esemplari q, s, z discendono da un modello comune, lo stesso da cui Stepha-nus trasse il testo per l’edizione delle sex orationes posteriores: si puo ipotizzaresia stato lo stesso Arlenio a fornire al filologo francese il manoscritto con le seiorazioni inedite.

Steph. L’editio princeps delle sei orazioni tradite dai codici della famiglia W uscınel 1562 a cura di Henri Estienne e finanziata dal banchiere Ulrich Fugger 95. Eun agile volumetto di formato in 12o, stampato su 30 righe per pagina (184 pagi-ne): comprende le otto orazioni gia pubblicate nell’Aldina del 1534 da VittorioTrincavelli (sono le attuali orr. XVIII-XXV) 96 e i sei panegirici nuovi di cui cistiamo occupando, nell’ordine tradito dai manoscritti della famiglia W (orr. VII-X-IX-V-IV-II). Cosı recita il frontespizio:

Qemistivou filosovfou, tou kai; eujfravdou" ejpiklhqevnto", lovgoi tessareskaivdeka. The-mistii Philosophi (Euphradae ab eloquentia cognominati) orationes X I I I I. Harum sexposteriores, novae, caeterae emendatiores prodeunt. Cum Latina interpretatione. Anno1562. Excudebat Henricus Stephanus, illustris viri Huldrichi Fuggeri typographus 97.

Il volume ebbe rapida diffusione e godette di ampia fortuna presso gli studiosi: difatto ha costituito il testo di riferimento per le orationes Augustales sino all’edi-zione di Downey 98. Dal punto di vista filologico si caratterizza da un lato per unaserie di miglioramenti all’edizione Aldina, modello delle orr. XVIII-XXV, dall’altroovviamente per la stampa delle sei orazioni inedite; e privo di introduzione e dinote di commento, salvo una serie di «emendationes Henrici Stephani in Themi-stii orationes», raccolte in fondo (alle pp. 179-184). La fonte dei sei panegiricinuovi e sicuramente un manoscritto appartenente alla famiglia W, affine al gruppoda me siglato h (= consensus codicum q s z: v. infra, par. 4). Queste orazioni fi-gurano nel volume di Stephanus di seguito alle otto gia edite in precedenza, e ri-sultano pertanto numerate in cifre greche da 9 (q v) a 14 (id v).

Nel 1605 apparve un’edizione commentata con traduzione latina a fronte dellesei orazioni Augustales a cura di Georg Remus, giureconsulto di Amburgo 99. Il te-sto greco e ripreso dall’edizione di Stephanus, ma la traduzione latina migliora il

158 G. PASCALE

95 Sulla famiglia Fugger v. LEHMANN, Eine Geschichte, citato supra, n. 63; A. VERNANT,L’histoire de la bibliotheque des Fugger, «Scriptorium», 15 (1961), 302-07. Sulle edizioni astampa di Temistio v. SCHENKL, Beitrage, 3-46; R. MAISANO, La critica filologica di Petau eHardouin e l’edizione parigina del 1684 delle Orazioni di Temistio, «Archivum Historicum So-cietatis Iesu», 43 (1974) 267-300; ID., Temistio. Discorsi, Torino 1995, 69-75; BALLERIAUX, Pro-legomenes, 49-55.

96 Su questa edizione v. SCHENKL, Beitrage, 3-4; MAISANO, La critica, 277-78.97 La Latina interpretatio annunciata nel frontespizio non figura nel volume.98 Cfr. MAISANO, La critica filologica, 282.99 Il personaggio, legato al mondo politico della repubblica di Norimberga, della quale fu

anche consigliere, si proponeva – come espresso nella Praefatio – di rendere il testo di Temi-stio uno strumento di educazione politica: v. MAISANO, La critica, 283; sulla sua biografia v.Deutsche Literatur-Lexikon. Biographisch-Bibliographisches Handbuch, Begrundet von W.KOSCH, XII, Bern 1990, s.v. ‘‘Rem Georg’’.

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testo in alcuni punti e anticipa lezioni di manoscritti a lui ignoti 100. All’edizione delRemus si deve, se non erro, la definizione di Augustales per i sei panegirici 101:

Qemistivou filosovfou, tou kai; eujfravdou" ejpiklhqevnto", lovgoi e}x basilikoiv. ThemistiiPhilosophi, Euphradae ab eloquentia dicti, orationes sex augustales, ad Constantium, Jovia-num, Valentem et Valentinianum II. Imper. Augg. Habitae, Graece, et nunc primum, Lati-num in sermonem conversae a GEORGIO REMO... cum eiusdem notis... Ambergae Palatin.Typis Johann. Schonfeldii, anno gratiae 1605 102.

2. Il codice l copia di Va

La collazione integrale delle sei orazioni di Temistio contenute nel Vat. gr. 2367(Va) e stata effettuata da Maisano 103. Lo studioso pur avendo intuito la stretta di-pendenza che lega i codici Vat. Ott. gr. 375 (l) e Va, ingannato dall’apparatoDowney, e giunto a conclusioni errate: come andremo a mostrare l e copia direttadi Va, non viceversa. Premetto la lezione a testo in Downey, con corrispondentenumero di pagina e riga. Ove non specificato si intende che la lezione tra paren-tesi quadra e tradita da tutti i restanti testimoni, compresi quelli appartenenti allafamiglia W 104.

2.1. Lezioni congiuntive l Va

70, 3 ejpeida;n] ejpei; ka]n l: ejpeid’a]n t: ejpei; ka;n Va; 70, 6 i{drutai] i{drustail Va; 70, 15 eujfhmousi] eujfhvmasi l Va (tribus punctis s.l. notatum in l):eujfmousi (sic) t; 70, 17 kai; ajna;] de; ajna; h l Va: dia; ajna; q z: dia;na; s; 70,19 ejf’eJstiva"] uJf’eJstiva" g: eJfestiva" l Vapc: ejfaistiva" Vaac (s.l. e pro -ai-);71, 4 movnw/] movnon l Va: movno (sic) q; 71, 9 ejphkolouvqhse] ejphkolouvqhsan go t y: ejpikolouvqhsan l Va: ejpikolouvqhse z; 71, 19 prosarassovmenon]proparassovmenon h: prosarasovmenon l Va; 72, 5-6 ajnaktovrou] ajnektovrou lVa (tribus punctis s.l. notatum in l); 72, 17 h] oiJ] oi{ hJ l Va (hJ tribus punctiss.l. notatum in l); 73, 6 ejpitropeuvei ABHIMY] ejpikteuvei f q s z: ejpikurieuvei

159PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

100 Cfr. SCHENKL, Beitrage, 7-8.101 Contrariamente a quanto afferma Maisano, che attribuisce l’appellativo a Stephanus (v. MAISA-

NO, Temistio, 70). L’informazione errata e riportata anche da me in PASCALE, Ricerche, 362.102 Vedi anche l’incipit della Praefatio di Remo: «Ampliss. Ordini, Coss. Senatuique Rei-

pub. Norimbergens. Florentissimae, se, Themistiumque commendat Georg. Remus. ThemistiiOrationes selectiores sex, augustioris argumenti, ad Augustos dictas, inde augustales, recens ame, ut spero, Romanas factas, cum Notis, Viri nobilis. et sapientissimi, Patres Patriae, oblaturusVobis, in laudib. auctoris earum, Praefectura Praetorii Constatinop. defuncti, cetera Philosophisummi, Rhetoris gravissimi, non immorabor». Su alcuni frontespizi appaiono datazioni diverse(1603, 1609, 1610), nonostante si tratti della stessa tiratura: v. MAISANO, Temistio, 49. Per leedizioni a stampa successive v. SCHENKL, Beitrage, 3-46; MAISANO, La critica filologica, 276-91.

103 Cfr. MAISANO, Per una riedizione, 105-16.104 Legenda dei sigla e delle abbreviazioni usati: ac = ante correctionem; pc = post correc-

tionem; ead. m. = eadem manus/eadem manu; mg = in margine; om. = omisit/omiserunt; sl =supra lineam; in scrib. = in scribendo; Steph.e: emendazioni di Stephanus raccolte in fondo al-l’editio princeps (v. supra, par. 1). Il punto indica lo spazio bianco di una lettera.

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h: ejpithdeuvei g t o y: ejpi...euvei (spatio vacuo relicto 3 litt.) i: ejpigeuvei l Va;73, 12 ejpoceteuvetai] ajpoceteuvetai g: ejpoceuvetai l Va: ejposceteuvetai s zac;73, 12 swthriva] swteriva l Va; 73, 13 oi[etai] oi[ ejstai l Va (sic, tribus punc-tis s.l. notatum in utroque); 73, 14 ejktinnuvnai] ejktivnnhtai g: ejktinuvnai l Va(tribus punctis s.l. notatum in l): ejktinnunai (sic) s; 73, 16 o{ti] o{ ejsti l Va;73, 23-24 katovptroi" ABHIMY f q s z] katovptwn g: katovptron h opc:katovptrw" i: katovptoi" lin textu (tribus punctis s.l. notatum) Va: katovpton oac y:katovptra t: i[sw", katovptroi" lmg; 74, 1 ejpipolh"] ejpi; pollh`" l: ejpipollh`"o sac: ejpi pollh" (sic) Va; 75, 1 ejllavmponto"] ejlavmponto" l Va; 75, 5ajpolimpavnesqai ABHIMY] ajpolimpavnein f: ajpolimpavnei g: ajpolimpavnetai hq s t z: ajpolimpan. i (sic, spatio vacuo relicto 1 litt.): ajpolimpavnw l Va (s.l. epro w in Va): ajpolimpavnu o y; 75, 7 oi[koi monh`" ABHIMY] diamonh`" f: omi-sit spatio vacuo relicto g: oijge monh`" h opc s: oi[ monh`" i: oijdiva" monh`" l Va (sic,punctis s.l. notatum in utroque): oij.. monh`" oac y: oige monh`" z (sic, s.l. hJ pro oiead. m. ut vid.): hJgemonh" q: oij.....monh`" t; 75, 8 ajnamnhsqhnai ABHIMY g oy] ajnamnhvsasqai f (eodem signo addito s.l. et in mg., sed varia lectio deest):ajnamnhsqivsetai h: ajnamnhsqh.. i (spatio vacuo relicto 2 litt.): ajnamnhsqh l Va(post –h spatio vacuo relicto 1 litt. in Va): ajnamnhvsetai q z: ajnamnhsetai.. s(spatio vacuo relicto 2 litt.): ajnamnhso.... (spatio vacuo relicto 4-5 litt.) t; 75, 8oi[koi] oi[kei l Va (duobus punctis s.l. notatum in l); 75, 9 quvwn] quvon l Va;75, 11 podwn] spodwn l Va; 75, 15 ajnaqhvmata] ajnasqhvmata l Va; 76, 4tou new; ABHIMY f q s z] tw naw; g: ....wJ h: ...w; i: te ejxw; l Va (tribus punctiss.l. notatum in utroque): to; naw; o y: omisit spatium vacuum relinquens 3 littera-rum t; 76, 18 telousin] teleusin l Va; 76, 19 muein ABHIMY] sunein f gh o q s t y z: poiein i (poi- i2 scripsit in spatio vacuo relicto, ut vid.): gunein lVa; 77, 9 oujc e{xw o{ ti] oujlevx o{ ti l: oujc e[xw o{ti (sic) t: ouj levxw o{ti Va;77, 19 oujk ajtimovtera] oujkatimwvtera (sic) l Vaac: oujkatimovtera (sic) Vapc (inscrib. -o- ex -w-); 77, 21 dhv] dev l Va; 79, 7 kai; (alterum)] om. l Va; 79,20 ajpolauvousi] ajpolavbousi l Va; 79, 21-22 kai; aujto; to; lavmpein] eja;n to;lavmpein l Va (tribus punctis s.l. notatum in l): kai; aujto; to; lavmpei t; 79, 23eu[noian] eu[nnoian l: e[nnoian Va 105; 80, 2 memnhsqai] memnuvsqai lacVa (tri-bus punctis s.l. notatum, et -h- pro -u- in l); 80, 6-7 ejndeinovteron]oujdeinovteron l Va 106; 80, 7 e[palle] e[spale l: e[pale q s: e[spalai Va; 80,11 h|ke] h{ke ((sic) l Va; 80, 15 aijcmh/] om. l Va: aijcmh" o: aijcmh; s; 80, 18kallivtecno"] kalovtecno" g: kalivtecno" l Va: kallovtecno" o y; 80, 20o{plwn ABHIMY f ] om. g: ...wn h i o q t s y z (in mg. i[sw" dovlwn q s z):touvtwn l Va (tribus punctis s.l. notatum in Va); 81, 5 e{w"] e{ro" l Va; 81, 21basileu;"] basilei" l (tribus punctis s.l. notatum): basilei;" Va; 81, 21Keltoi"] Kaltoi" l Va (-a-duobus punctis notatum s.l. in l); 82, 1jAcaimenivdai" B (-ai- corr. in scrib.) Mpc f 2] jAcoumenivdai" AHIMacY:

160 G. PASCALE

105 Il modo in cui Mauromates traccia il nesso ejn ha probabilmente ingenerato errore di let-tura: e minuscolo a forma di c con la parte inferiore prolungata.

106 In questo luogo l’apparato attribuisce erroneamente a l (che vi compare saltuariamente)la lezione kai; deinovteron: e questo un esempio addotto da Maisano come errata lettura di l daVa (MAISANO, Per l’edizione di Temistio, 114).

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eujcqhmenivdai" f: jAcqhmenivdai" g h o y: Acoumenivdai" i (sic): jAcrhmenivdai"l: jAcamenivda" q (linea subter notavit prius -a-, et s.l. pro eo -rai- ead. m.):jAcraimenivdai" s z: Acrhmenivdai" Va (sic): Acqhmenivdai" t (sic); 82, 4frouvria ABHIMY q s z] frouriva f: ojrouria g o y: oJrouria h i: gorouria lVa: oJrouria t (linea notatum a t2); 82, 4 ei{lomen] ei[lomen l Va; 84, 20 ijou;(prius)] tou l: tou; Va; 85, 1 yuch;n] kai; yuch;n l Va; 85, 5 ajqerapeusiva"]ajqerapeusivan l Va; 85, 5 diarruevnta] diaruevnta l Va: darruevnta o y;85, 20 swthriva"] swterivan h: swthrivan l Va; 86, 4 ejn tw/ crovnw/ AHMin textu

Y g h iin textu t o y] uJpo; crovnou BMmg f img: ejn uJpocrovnou l Va: ejn twuJpostrovnou crovnw q s z; 86, 13 banausiva] bana... f: baiavn g: banavn h:ban.... i: bavsun l Va (tribus punctis s.l. notatum in utroque): baivan o y: banauv...q z: banauv s: bavnan.... t; 86, 23 ejpieikw" ABHMY f] ejpieiko;" g h q o s y z:ejpieimovswn i t: ejpieikovswn l Va (tribus punctis s.l. notatum in l); 87, 1ejkkarpousqai] ejkarpousqai l Va; 87, 7 uJmin] om. l Va; 87, 17 e[ti] o{ti lVa; 88, 12 ejxo;n ABHMYW (Vapc)] ejxw;n l Vaac (in scribendo o ex w); 88,15 tiv] to; l Va; 88, 17 tou de; ABHMY f i q s z] om. g h t o1 y (sp. v. relictoin t o y; o2 add. ejpi; de;): ejpei; de; l Va; 88, 18 to;n] to; l Va

2.2. Lezioni separative di l

70, 2-3 kalousi] kalousin l; 70, 5 bavrivsi Downey (typ. err.)] bavresiAHIMYW (Va): bavrisi B: bavresin l; 70, 6 kai; ajfikovmenoi] kai; ajfikwvmenoig: kai; fikovmenoi l; 70, 8 para; A] peri; BHIMYW (Va): kai; l; 70, 14eJautwn] aujtwn l; 71, 6 ejxiknhtai] ejxikneitai l; 71, 8 ejph/neite] ejpeneite l;71, 15 duvonta] duvonti l; 72, 4 wJ"] wJ l; 72, 15 ajkraifnei] ajkraifei ` g y:ajkraifnh/ l; 72, 21 ajkouvsai Mpc Y f i q s Va z] ajkousai ABHIMac g h l t oy; 73, 9 hjpeivrw/] hjtwvrw l (tribus punctis s.l. notatum): hjpovrw Va; 73, 13o{sti"] o{soi" l; 73, 16 o[mmasin] swvmasin l; 74, 9 ejgkuvyanta" ABHIMYW(Vapc)] ejgkuvyanta l: ejgkuvyante" Vaac (punctis subter delevit e et s.l. a proe) 107; 75, 5 ou[ moi] ou[mo l; 75, 7 proballovmeno"] prosbolovmeno" l; 75,10 kecarismevna] kai; carismevna l; 75, 10 th`" clamuvdo" AHY] th" clanivdo"BIMW (Va): th" clamivdo" l (sic); 75, 18 ajparcaiv eijsi] ajparcaivosi (sic) h:ajparcaiv ojsi i: ajparcai eijsi l (sic): ajparcai ` eijsi o: ajparcaiv oJsi t; 76, 5o{sper] w{sper f g l; 76, 22 kai; peiratai] ejpeiratai h Va: ejpeirato l; 76,24 i{lew/ Steph.] lew; ABHIMYW (lpc Va): law; lac (punctis subter del. a et s.l. epro a); 76, 27 a]n] om. l; 77, 3 ajlhqinou] om. l; 77, 11 ta;" ajhdovna"] ta;"ajh/dovna (sic) l; 77, 13 genoivmhn] qnoivmhn (sic) l 108; 77, 15 faneivh] baneivh l;77, 15 poihsovmeqa] poihswvmeqa l; 79, 13-14 pavnte"] pavnte (sic) l; 79, 17sunairovmeqa Mpc] sunairouvmeqa ABHIMacY cett. W: sunrouvmeqa (sic) l:sunerouvmeqa Va; 80, 6 deivmato" ABHIMY f g h i o t y Va] dhvmato" l:deivgmato" q s z; 80, 12 kradainomevnh/ ABHIMY o y] kradainovmeno" f l:kradanomevnh g: kradainomevnou" h t: kradainovmenh (sic accentus) i:

161PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

107 Il copista di Va ha tracciato un a vistoso s.l. che sormonta l’intera desinenza -e".108 Il nesso ge caratteristico di Mauromates ha probabilmente ingenerato l’errore: l’asta infe-

riore di g e poco pronunciata, mentre l’e e formato da un grande occhiello simile a q.

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kradainomevnw" q s z: kradainovmenw" Va (sic); 80, 13 ojlivgw/] ojlivgon l; 80,19 o{ti] o{pi h t Va: o{ph l; 81, 6 tetrammevna] peprammevna l; 81, 9 eujnoiva"]eujnnoiva" l; 81, 12 Cabriva"] Cariva" l; 81, 14 ejxhgouvmeno"] ejxhgouvmenoi l;81, 17 JRhnovn te] om. l; 81, 22 eijrhvnh"] eijrhvnhn l; 82, 14-15 sucna;]sugcna; h l; 82, 17 sunapolauvonta" ABHIMYW (Vapc)] sunapolavbonta" l:sunapolauvonte" Vaac (punctis subter del. e et s.l. a pro e); 83, 8prosmhcanwvmeno"] prosmhcanovmeno" i l (sic); 83, 8 phgav" te] phrav" te l;83, 15 trufh"] strufh" h: trofh" l; 84, 11 wJrmhvqh] wJrmevqh (sic) l; 84, 12eujnoiva"] eujnnoia" (sic) l 109; 84, 14 eujlabeia"] ejblabeiva" l; 84, 26qorubh`sqe] qorubeisqe l; 85, 9 paraggevllei BMpcY f g i t o y lpc]paraggevllein AHMac: paraggevllon h lac q s Va z; 85, 16 oJ jAristotevlh"]jAristotevlh" l: oJ Aristotevlh" (sic) Va; 85, 24-25 newkovrou"] neokovrou" l;86, 12 tuvrbh] tuvrbhn l; 87, 2 a[rti] a[nti l; 87, 23 metevwroi ABHMY cett.W (Va)] metevwrei l; 88, 4 levgh/ kai; gravfh/] levgei kai; gravfei l; 88, 8 ou\n]om. l; 88, 10 ejpaitiavsaito] ejpaitiavsqaito i Va: ejpaitiavseto l; 88, 13turavnnou"] turavnou" l; 88, 17 ejnnohsavtw] ejnnwhsavtw l; 88, 23 hJmei"]uJmei" l.

2.3. Lezioni separative di Va

70, 4 polloi;] poloi; Va; 73, 9 o[resi ABHIMY ipc l q s z] o{resi f iac : o[rwg o y: o[risi h Va; 74, 21 ejnarge;"] ajnarge;" i: ejnanarge;" (sic) Va; 78, 24ai|"] ai\" (sic) Va; 78, 27 ajlazwvn] ajlazwn Va; 79, 4 uiJei] om. g: ejkei ` o y:uiJeij sic) Va; 79, 7 gravyaito] gravyai to; hac o tac y Va; 79, 9 mh;] mh` (sic)Va; 79, 9 uJmwn] uJmo;n Va; 79, 12 levgei] levgh Va; 80, 4 eJtevra AIMY cett.W (l)] e{tera BH: e[tera f h o t Va; 81, 16-17 prosanagkavzwn ABHMY f hpc

i l q s t y z] prosanagkazwn (sic) g: prosavnagkeizwn hac (s.l. -av- pro -ei-):prosanagkavzw o: prosagkavzwn Va; 81, 20 keiqi] keisqi h Va; 82, 4-5aijcmalwvtou"] ejcmalwvtou" Va; 83, 4-5 hJlikiwti"] hJlikiwvth" f: hJlikiwvth" g t:hJlikiwti" Va; 87, 7 faivnontai ABHMY g l q s t z] faivnonta h i t o y Va;88, 13 th" eJautou] th" e ejautou (sic) Va.

2.4. Osservazioni

Il Vat. Ott. gr. 375 (l) presenta pressoche tutti gli errori peculiari di Va, piu un con-sistente numero di errori propri; alcuni di questi sono spiegabili paleograficamentecon errori di lettura di quest’ultimo (v. supra, nn. 105, 107-108). I rari luoghi incui Provataris 110, il copista di l, migliora il testo o lo modifica intenzionalmente ri-spetto all’antigrafo, sono frutto di congettura personale: nella maggior parte dei casisi tratta di errori ortografici (v. par. 2.3). I due manoscritti mostrano una caratteristi-ca comune agli scribi del gruppo W: numerosi in entrambi i segni di richiamo suluoghi corrotti o problematici del testo, o talora probabilmente poco chiari al copi-

162 G. PASCALE

109 V. supra, n. 105.110 Cfr. supra, par. 1, descrizione di l.

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sta (v. infra, l’esempio di or. IV, 89, 2), costituiti da tre puntini, spesso senza corri-spondenti varianti marginali. In l i luoghi contrassegnati sono piu numerosi rispettoa quelli del modello; in alcuni casi Provataris ha esercitato la sua attivita di emen-dazione congetturale a margine. Riporto gli esempi dell’or. IV non riportati nei qua-dri precedenti, e alcuni relativi ad altre orazioni del gruppo:

or. IV 75, 5 e[ti] e[sti h l Va (tribus punctis s.l. notatum in l); 75, 10 h] eij] h] oj f l Va(tribus punctis s.l. notatum in l): h] oJ h; 89, 2 chvtei codd. (l Va)] tribus punctis s.l. nota-tum in l; or. VII 141, 3 touv" te] toute l: touvte Va: i[sw", touv" te l in mg.; 141, 7praovthto" codd. (Va)] praovth" lin textu: gr. praovthto" lmg ; 141, 18 e[kdhlon] e[kdulonl Va: i[sw", e[kdhlon l in mg.; or. X 213, 23 ajnhnuvtwn] ajnhgnuvtwn l Va: i[sw"ajnhnuvtwn lmg.

Non e inutile, infine, riportare alcune lacune comuni a l e Va nel testo di altreorazioni, giudicate erroneamente da Maisano peculiari di quest’ultimo a causa del-l’imprecisione dell’apparato di Downey:

or. V 96, 16 om. Pevrsai l Va; 102, 6 oujrano;n] noun o}n l Va; or. VII 145, 17 – 18ajdunatein – blavptein] om. l Va; or. X 196, 16 kai; (alterum) om. l Va; 206, 14 w]nw{ste om. l Va.

Di contro, un errore separativo di l contro Va, che corrobora le nostre conclusio-ni, si trova a or. X, p. 199, 11 pro;" eJauto;n a[gein eijrhvnhn, ou|to" oi|ov" te codd.(Va)] om. l (saut du meme au meme).

Un’ultima osservazione: in Va il copista ha numerato le prime cinque orazioni(cioe le orr. VII-X-IX-V-IV) apponendo in rosso il numero di fianco al titolo di cia-scuna, da aV a eV. Di fianco al titolo dell’or. II, rimasta originariamente senza nume-ro, un lettore successivo, ovvero lo stesso Mauromates 111, con inchiostro marronescuro, ha completato la numerazione apponendo ıV, e aggiungendovi sopra in colon-na idV, cioe il numero corrispondente dell’orazione nell’editio princeps di Stephanus(1562, v. supra, par. 1) 112. In l Provataris, che curo il lavoro di rubricatio del codi-

163PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

111 La tonalita di inchiostro e simile a quella con cui il copista ha vergato tutti i marginaliapresenti nella sezione temistiana del codice. L’unica traccia sicura lasciata da una mano diversain questa parte del manoscritto e limitata a tre note a margine, assenti in l, apposte a f. 1r coninchiostro rosso: l’anonimo lettore ha segnalato con la nota Pivndaro" una citazione presentenel testo (or. VII, p. 128, 11-12), ha riscritto, al fine di rimarcarlo, il lemma filosofiva (or.VII, p. 129, 7), e infine ha emendato una corruttela, scrivendo la lezione genuina dielomevnhper il corrotto dielovmin che leggeva nel codice (or. VII, p. 129, 8). I restanti marginalia sonotutti sicuramente di mano del Mauromates. Di dubbia attribuzione, a parte la numerazione del-l’or. II, e una variante a f. 20r: eijsiv per la lezione a testo (poziore) ei[sh (or. IX, p. 187, 5); lavariante e ripotata anche da Provataris a margine del Vat. Ott. gr. 375 (l). Il codice, come detto(v. supra, par. 1, descrizione di Va), fu esemplato a Roma alla meta del XVI secolo e appar-tenne a Marcello Cervini. Il Mauromates potrebbe averlo rivisto anche alcuni anni dopo: dal1555 infatti risiedette a Roma dove fu in stretta collaborazione con l’amico Provataris e dovenell’ultimo periodo della sua vita (morı nel 1573) fu alle dipendenze del cardinale Sirleto, cheebbe in consegna i libri del Cervini alla morte di questi (v. DEVREESSE, Les manuscrits, 258;sul Mauromates a Roma v. CATALDI PALAU, Il copista, 355-56 e 362-64).

112 Come abbiamo visto supra nella descrizione dei manoscritti, in molti esemplari della fa-miglia W e apposto, generalmente da lettori successivi, di fianco al titolo delle orazioni il nu-

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ce, ha scritto in rosso la numerazione di fianco al titolo di ciascuna, ricopiando perl’or. II esattamente allo stesso modo e nella stessa disposizione i due numeri in co-lonna. Probabilmente dunque, il terminus post quem per la stesura del Vat. Ott. gr.375 e il 1562, mentre Canart in base a considerazioni paleografiche lo data al 1548,primo periodo di attivita del copista113. Non si puo escludere tuttavia che chi apposele due cifre, precedentemente all’edizione di Stephanus, abbia voluto indicare il nu-mero complessivo delle orazioni di Temistio all’epoca note 114, sommando le ottoorazioni gia stampate nell’Aldina del 1532 con i sei panegirici inediti.

3. Relazione tra i codici g o y

I manoscritti siglati g (Par. suppl. gr. 102), o (Vat. Ott. gr. 76) e y (Par. gr. 1653)sono legati da una stretta affinita testuale. Ricordo che o e y furono vergati dallastessa mano su carta identica; inoltre in o il copista ha revisionato il testo collazio-nandolo con un altro esemplare della famiglia W (v. infra): gli interventi sono ca-ratterizzati da due tipologie di inchiostro, la maggior parte sono tracciati con uninchiostro rossiccio, altri con inchiostro grigio e calamo molto sottile (opc).

3.1. Lezioni congiuntive g o y

71, 1 tauvth/] tauvthn g o y; 71, 5 ejndiaitatai ABHIMY f h] ejndiatatai i l q t Va z:diaitatai g o y: ejndiapatai s; 71, 17-19 krustavlloi" - ceirav" te] om. g o y (add.

164 G. PASCALE

mero corrispondente dell’editio princeps di Stephanus: l’edizione Downey fornisce a tal propo-sito dati saltuari e imprecisi. Maisano avanzo l’ipotesi che si trattasse di ‘‘residui di numerazio-ni antiche, riferentisi cioe ad un corpus smembrato’’ che avrebbero potuto fornire dati utili perricostruire l’origine di W (MAISANO, Per l’edizione, 107, n. 39).

113 Cfr. CANART, Les manuscrits, 283. Nel catalogo dei mss. di Cervini contenuto nel ms.Vat. lat. 3958 (v. supra, descrizione di Va), figura – oltre al Vat. gr. 2367 – al no 35 dei «Li-bri non vulgati ex vetustissimis exemplaribus transcripti vel non antiqua scriptura», un «Themi-stii sophistae de his qui passi sunt sub Valente imperatore». Devreesse ne proponedubitativamente l’identificazione con il Vat. Ott. gr. 375 (l): tuttavia, come esplicitato da unanota a margine, i numeri 29-40 dell’inventario corrispondono a codici «sciolti in f(oli)o» (v.DEVREESSE, Les manuscrits, 262), mentre l e un codice di formato in quarto. Si potrebbe trattareinvece del Vat. Ott. gr. 76 (o). Come abbiamo visto l’attuale fisionomia del codice, in cui Te-mistio e inserito dopo le orazioni di Crisostomo, e frutto di un accorpamento successivo almenoalla morte del Sirleto: nella biblioteca di questi la sezione temistiana di o era inserita in un ma-noscritto in cui occupava la prima posizione (v. supra, par. 1, descrizione di o). Quanto al co-dice copiato da Provataris (l), lo si puo forse identificare con il no 23 dei libri filosofici delcatalogo dei libri di Sirleto (v. supra, par. 1, descrizione di o), un manoscritto cartaceo checonteneva le sei orazioni di Temistio, seguite dagli scolı ad alcuni Dialoghi di Platone (Vat.lat. 6163, f. 200v-201r). Anche in questo caso si dovra ipotizzare una ricomposizione del codi-ce in epoca successiva: la rilegatura in cuoio rosso del Vat. Ott. gr. 375 reca sul dorso lo stem-ma di Pio IX. Nel catalogo dei libri del cardinale contenuto nell’Escor. X.I.15 (v. supra, n. 50)al no 23 della sezione filosofica sono indicati solo i discorsi di Temistio: v. MILLER, Catalogue,327: «23. Differents opuscules de Themistius». Cervini, infine, possedeva un altro testimonedelle orationes Augustales, l’attuale Vat. gr. 1448 (b), apografo diretto di B (v. supra, stemmadei testimoni primari): e il numero 54 dei «Libri non impressi etc.» del Vat. lat. 3958 (v. DE-

VREESSE, Les manuscrits, 263).114 Gli altri discorsi del retore furono diffusi solo nel XVII secolo: v. SCHENKL, Beitrage,

6-20; MAISANO, La critica, 282-90.

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in mg. opc); 72, 1 to;n] to; g o y; 72, 5 de;] te g o y; 72, 11 ei{leto] ei[leto HY f lopc Va: ei[lh" g (tribus punctis notatum): ei[lho oac: ei[lho (sic) y; 73, 9 o[resi]o{resi f: o[rw g o y: o[risi h Va; 73, 19 ajpereivdesqai ABHIMY f h i l opc Va]ajpereivdew" g oac y: ajperivdesqai q z1: ejpereivdesqai z2 (s.l. e pro a, et ei pro i):ajpareivdesqai s (notavit linea subducta s2): ajpereivde.a t (spatio vacuo relicto 1 litt.inter e et a; notavit linea subducta t2); 73, 23 pro;] pro;" g o y: pro;. ipc (delevit 1 litt.per ras.); 74, 8 ajmhcanwtevra] ajmhcanotevra A: ajmhcanwvtera (sic) g o y; 74, 14polla;] poleva g o y; 75, 6 ejn ABHIMY cett. W (opc)] ouj g oac y; 75, 12 new;n]naw;n g o y; 75, 16 ajpavrcontai de; Suvroi ABHIMY cett. (opc)] ajpavrconta kai;ajpavrcontai me;n Suvroi g oac y (opc supplevit i post ajpavrconta, delevit kai; ajp. me;ntractu calami et pro eo in mg. add. de;) 115; 75, 23 tou` (prius)] to; g o y; 76, 11 kai;]om. g o y; 76, 26 ejpistath`/ kai; AHIMYW] ejpistatei ` kai; B: ejpistavth" g:ejpistath;" o y: ejpistath`" tac (in scrib. k e "); 77, 11 ajlla; lwbhvsetai ABHIMYcett. W (opc)] ajll... bhvsetai.... g: ajll’ wvbhvsetai (sic) oac y; 77, 16 h]] h{n g o: h[n y;78, 11 eujqumeisqe ABHIMY l opc Va z2] ejnqumeisqai f: ajnqumeisqe g oac(ut vid.,euj- in ras.) y: eujqumeisqe i ( s.l. ejn pro euj): ejnqumeisqe h t: eujqumisqe q s z1; 78,11 kai; eJstiasqe] om. g o y: add. opc in mg.; 79, 2 kai;] crh; g o y; 79, 4prooran] prosoran g: pro;" oJran o y; 79, 5 e[laqon] e[maqon g oac (per ras. l ex m)y [per gli altri esemplari v. infra, par. 4.1]; 80, 10 ajnakaqhravmeno"]ajnakaqhravmeqa g (punctis subter notatum alterum -a-) oac y: -meno" pro -meqa inmg. o, ead. m.; 81, 1 ajntaivrein BHIMY f i q s t z] ajnt v rein (sic, spatio vacuo re-licto 2 litt.) A: ajntevrein h l Va: ajntaivrei . y (spatio vacuo relicto 1 litt.): ajntaivrei go; 81, 1 diakribousqai ABHIMY f i] diakribou...g o y: diakribousai h:diakribousa l q s Va z Steph.: diakribousin t; 81, 7 h|/ ABHIMY i q s z] h[ g o y: h\f h l t Va; 82, 4 frouvria] ojrouvria g o y [v supra, par. 2.1]; 83, 1 ejn ABHMacYcett. W] om. Mpc g o y; 84, 1 sunhlqevthn] sunelqevthn g o y; 85, 7 aji>stwqhnai]ajliwqhnai g opc y: ajlliwqhnai oac ; 85, 11 calkei"] cavlkei" g o y; 85, 12Palamhvdou"] palamhvda" g o y; 86, 3 ajpoqevtou] ajpoqivtou g o y; 86, 13banausiva ABHMY] baiavn g: baivan o y [v. supra, par. 2.1]; 87, 8 kai;] oJ g o y;87, 11 tosoisde] tosoi; de; g o y: tosoi ` de; f t; 88, 6 mnhvmwn] mnhvmhn g o y: mnhmons; 88, 15 me;n ejn AHacMacY f] ejn me;n BHpcMpc cett. W (om. in textu t, add. in mg.ead. m.): ejn g o y: ejn de; me;n hac (punctis subter delevit de;); 88, 17 swthrivanºswthriva" g o y (punctis subter notatum in g): swthrivwn (sic) t.

3.2. Lezioni separative di g

70, 6 ajfikovmenoi] ajfikwvmenoi g; 70, 6 th"] tou g; 70, 18-19 ejpainw -poreuomevnou"] om. g (saut du meme au meme); 70, 19 ejf’] uJf’ g; 71, 11 a[llote]a[llata (sic) g; 71, 12 zugivwn] zugeiwn (sic) g; 71, 13 mevcri"] mevcri th" g; 72, 9eu[pora AH] e[mpora BIMacYW (o y): e[mpeira g (punctis subter notatum -ei-); 72,14 tw/] to; g; 72, 16 oJ] om. g; 72, 20 ejkeivnw/] om. g; 73, 8 aJpantacou] ajpantang; 73, 10 leimwsi] limwsi g h l q s Va z; 73, 12 ejpoceteuvetai] ajpoceteuvetai g:

165PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

115 Conviene riportare l’intera pericope: kai; ajpavrcontai me;n th/de Aijguvptioi tw/ basilei `oJpovsa e[th, ajpavrcontai de; Suvroi te kai; jAssuvrioi kai; [Iwne" de; kai; Aijolei" kai; scedovnti a{pante" a[nqrwpoi (p. 75, 15-18).

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ejpoceuvetai l Va: ejposceteuvetai s zac; 73, 14 ejktinnuvnai] ejktivnnhtai g; 73, 23tai"] toi" g; 74, 7 prevponta] parevponta g; 74, 11 oujd’] oujde; g; 74, 20 d’ejkeivnou] de; ejkeivnou g; 74, 21 uJmei" kai;] uJmei" de; kai; g; 75, 4 uJmin ejgw;] ejgw;uJmin g; 75, 7 oi[koi monh" ABHIMY] om. sp. v. relicto g: oijge monh" h opc s:oij..monh`" oac y [v. supra, par. 2.1]; 75, 11 aujtou kai; twn podwn] kai; twnpodwn aujtou g; 75, 11 proujkalindeito] prokalindeito g: proukasindeito is: proukalundeito t; 75, 15 me;n] mhde;n g; 76, 1 ejk Kastaliva" ABHIMYW(o ypc)] om. g spatio vacuo relicto: ejkastaliva" yac (add. k s.l.); 76, 5 o{sper]w{sper g; 76, 16 toi] te g; 76, 20 jAqhnaioi] ajqhnaia (sic) g; 76, 24 o{per]w{sper g; 77, 3 ajrhxovntwn] ajrexavntwn g (punctis subter notatum): ajrexwvntwnh: ajrexovntwn i t o y; 77, 12 ejrwdiov"] ejrodiov" g; 77, 14 uJmnopoioi" Steph.]uJbropoioi" ABHIMYW (o y): uJbrwpoioi" g; 77, 15-16 proshvsetai]proseivsetai g f ac; 77, 17 jAgamevmnwn] jAgamevnnwn g; 77, 23 pevmpei] om. g;77, 23 yhfisamevnwn] yifhsamevnwn g; 77, 23 ajll’] ajlla; g; 78, 8xumbaivnei] sumbaivnei g; 78, 26 ta;"] th`" g; 78, 27 eijpw;n] h] g: eujrw;n iac (sic,s.l. pro eo eijpw;n, ead. m.) 116; 79, 4 tw/] to; g; 79, 4 uiJei] om. g: ejkei ` o y; 79, 7ti"] om. g; 79, 7 gravyaito ABHIMYW (g)] gravyai to; hac o tac y Va; 79, 8ejxhvnegka] ejxhvnegka" g; 79, 9 movnwn] movnon g; 79, 9 gh"] th`" g; 79, 13tetelesmevnoi] katelesmevnoi g; 79, 14 dh;] om. g; 79, 22 oujk] om. g; 79, 23eijkovtw"] oijkovtw" g; 80, 9 ajllocroousa] ajll’ ojcroousa (sic) g; 80, 12kradainomevnh/ ABHIMY o y] kradainovmeno" f l: kradanomevnh g: kradainomevnou"h t: kradainovmenh (sic) i: kradainomevnw" q s z: kradainovmenw" (sic) Va; 80, 12eu[yucon] a[yucon g; 80, 18 kallivtecno"] kalovtecno" g: kallovtecno" o y; 80,19 o{plw/ ABHIMY f] om. g h sp. v. relicto 4/5 litt. : ...lw i o y [v. infra, par. 4.1];80, 20 o{plwn ABHIMY f] om. g:...wn o y: [v. supra, par. 2.1]; 81, 18 jIavzuga"]ijavpuga" g; 81, 22 ejgw;] om. g; 82, 5-6 tovte - hjpeivloun] om. g; 82, 7 aujth`/] om.g; 82, 16 sunhdomevnoi"] sunhdomevnou" g; 82, 21 oi|" par’ejkeivnou] oi|" me;npar’ejkeivnou g; 83, 1 kthsavmeno"] kthvsamevn (sic) g; 83, 3 povli" hJ] hJ povli" hJ g;83, 12 mivtra/ ABHMYW (o y)] kai; tra; (sic, punctis subter notatum) g; 84, 9 ejk]om. g; 84, 13 ejnteinavmenoi] ejkteinavmenoi g; 84, 23 ou[ tiv] o{ti g [v. infra, par.3.8]; 85, 9 a[rconta] to;n a[rconta g; 85, 13 oi} ijkanoiv eijsi] kai; ijkanoi; kai; g: oi}iJkanoiv eij oi} o y; 85, 15 pavnsofo"] filovsofo" g; 85, 16 kai; oJ] kai; de; oJ g; 85,26 h[dh] om. g; 86, 2 sofiva"] filosofiva" g: safiva" t; 86, 6-7 kai; ajmeivnw – uJmin]om. g (saut du meme au meme); 86, 13 ajrcaia] ajrceia g 86, 17 tevw"º tevo" g86, 21 Div’ouj] Diva g: Divou o y; 87, 7 mwn] me;n g ; 87, 12-13 o{ti – katartisth`re"] om. g; 88, 12 w|/] wJ" g 88, 20 o[leqronº o[letron g; 89, 5 ouj kolakikwvteroi]oujk ejlakikwvteroi g.

3.3. Lezioni separative di o

70, 16 levgei] devgei o; 71, 7 ajpodevcesqe (alterum)] ajpodevce h: ajpodevcesqaio; 71, 8 a]n] om. o; 72, 21 fqeggomevnou] feggomevnou o; 80, 2-3

166 G. PASCALE

116 L’errore di g si spiega considerando l’intero passo: oujde;n a[llo eijpw;n dexiw" h] ktl. Ilcopista di g ha scritto: oujde;n a[llo h] dexiw" h] ktl.

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ajnamnhvsqhte] ajnamnhvsqete o; 80, 15 aijcmh/] aijcmh" o [v. supra, par. 2.1];81, 16-17 prosanagkavzwn] prosanagkazwn (sic) g: prosanagkavzw o; 87, 18lovgou"] om. o; 87, 22 neottia"] nottia" g y: notia" o; 88, 20-21crhmatismo;n ABHMYW (g opc y)] crhmatismou oac (linea subducta delevit-mou et pro eo in mg. -mo;n).

3.4. Lezioni separative di y

79, 13 ta;] pa; yac( s.l. t pro p ead. m.); 81, 10 pepeismevno" ABHIMY i tac (utvid.) l Va] pepeismevnw" g o f h z q s tpc: pepeismevnh" y (s.l. w pro h); 87, 14eujkolivan ABHMYW (yac)] eujkwlivan g o ypc (s.l. w pro o).

3.5. Lezioni separative o y contro g

72, 20 qivgoito AHY hpc i] qhvgoito B Iac Mac nonnulli W (g): q’h{goito o y [v.infra, par. 4.1] ; 73, 5 oujk ejnnoeite ABHIMY g] oujk ejnnovei te; f: ejkejnnoeite h:... ejnnoeite i: oujk ejnoeite l o Va y: ejkennoeite q z: ejkennoveite s:...noeite t (oujk ejn in spatio vacuo relicto add. t2); 73, 9 nhvsoi" ABHIMW (g)]nhvsan o y; 73, 21-22 dusceraivnhte ABIMY f g h i l opc q Va ymg z]dusceraivnoite H (-oi- in ras.): dusceravnhte Mpc (per ras. del. -i-):dusceraivnonte" oac (in scrib. h ex on) yin textu: dusceraivnon te (sic) s; 73,23-24 katovptroi" ABHIMY f q s z] katovptwn g [v. supra, par. 2.1]; 74, 5ejporevxasqai] parevxasqai g: porevxasqai o y; 74, 11-12 qeoeidh;"ABHIMYW (g] qeodei;" oac y: qeoeidei;" opc; 75, 3 aijdoion ABHIMYW (g)]aijdoian o y; 75, 6 geloio" ABHIMYW (g)] geleio" o y; 75, 5ajpolimpavnesqai AHIMY] ajpolimpavnei g: ajpolimpavnu o y [v. supra, par. 2.1];75, 18 gevmousai ABHIMY W (g)] gevmousa o y; 76, 4 tou new; ABHIMY f qs z] tw naw g: to; naw; o y [v. supra, par. 2.1]; 77, 6 proujteinavmhnABHIMYW (g)] proteinavmhn o y; 78, 2 leimwvnwn ABHIMY f g h i l q t VaSteph.] leimw;n o y: leimwvnon h: limwvnwn s z; 79, 3 ejsti; ABHIMY cett. W (gymg)] ejpi; o yin textu; 79, 20 a[llo ti] ajllov ti g z: ajllovti o y; 81, 19 fulaajtavsqala ABHIMY g q] fuvla ajtavsqala f h i l s t Va z: fuvlaka ta[sqala(sic) o: fuvlakajtavsqala y (delevit k linea subducta); 85, 5 diarruevntaABHMYW (g)] diaruevnta l Va: darruevnta o y; 86, 8 peristuvlwn Petau f pc]peristovlwn ABMYW (g): peristhvlwn H: peristovlw h: peristolwn o y; 86,21 crusovn ABHMYW (g)] crhsovn o y; 87, 5 fortiko;" ABHMYW (g opc)]fortikou;" oac y; 87, 7 faivnontai ABHMY g q s t z] faivnonta h i o t y Va;87, 10 to;n suvmboulon Steph.] to; suvmbolon ABHMYW (g): to; suvmboulo o y(sic): to; suvmboulon q s z.

3.6. Lezioni separative g y contro o

72, 4 ejpisobouvntwn ABHIMYW (o ypc)] ejpisofouvntwn g yac (in scrib. b ex ffactum); 72, 15 ajkraifnei ` ABHIMYW (o] ajkraifei ` g y

167PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

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3.7. Lezioni post correctionem di o 117

74, 15 a{gia ABHIMY cett. W (opc)] a{gnia g: a{gnia oac s y; 88, 17 tou de;ABHMY f i q s z] om. g h t oac y (spatio vacuo relicto in t o y): ejpei; de; l Va:ejpi; de; opc.

3.8. Lezioni separative tra i tre esemplari

73, 10 krhvnai" ABHIMY g f z] kruvnai" h l q s t Va y: ejn kruvnai" i o; 84,13 ejnteinavmenoi ABHMYW (y) ] ejkteinavmenoi g: ejnteinavmeno" o; 84, 13 th;ndiavnoian ABHMY (g)] th;n diavnoia o: th;n diavnoi y; 84, 23 ou[ ti BMYW (y)]ou[toi AH: o{ti g: o[n ti o: ou[te z; 86, 4 katorwrugmevnon ABHMYW (y)]katwrugmevnon g: katorwrugmevnou o.

3.9. Osservazioni

Il Par. suppl. gr. 102 (g) non e copia diretta degli altri due testimoni: due ampielacune esibite dal testo di g non sono spiegabili con una particolare disposizionedel testo in o y (par. 3.2: p. 82, 5-6; 87, 12-13). Inoltre, pur essendo sfigurato daun numero elevato di errori peculiari, non condivide una serie corruttele comuni ao y, e presenta, invece, alcune lezioni genuine assenti negli altri due (v. par. 3.5,e par. 3.7, p. 73, 10; 84, 13): g discende dallo stesso modello di o y (z).

Il Par. gr. 1653 (y) e latore di un testo piu corretto rispetto a quello del Vat.Ott. gr. 76 (o), ma gli errori singolari di quest’ultimo sono di scarso numero e nonvi sono luoghi cogenti che permettano di inferirne la dipendenza da y. Consideratol’elevato numero di lezioni separative di o y contro g (oltre a par. 3.5, v. par. 3.1:p. 72, 11; 76, 26, 79, 4; par. 3.2: p. 75,7; 79, 4; 80, 18), si puo ragionevolmenteconcludere che si tratta di due copie gemelle, esemplate dallo stesso copista su unapografo di z, che siglo z1. Il testo di o e stato rivisto dallo stesso scriba che lo hacollazionato con un altro esemplare della famiglia W (v., e.g., par. 3.1, p. 71, 17-19; 75, 16; 80, 10).

4. Relazioni tra i codici q s z e l’edizione Stephaniana.

Un altro gruppo caratterizzato da affinita testuale e costituito dai manoscritti sigla-ti q (Mon. gr. 113), s (Vat. Pal. gr. 151), z (Harl. 5645). Mette conto ricordareche z, vergato dal cosiddetto ‘‘scriba C’’, e stato revisionato dal copista di q, Ar-noldo Arlenio 118 (percio q = z2). Per quanto riguarda z alcuni interventi di corre-zione sono difficili da attribuire con certezza alla prima o alla seconda mano: nonavendo ispezionato il codice sull’originale, mi manca l’ausilio della differenza diinchiostro.

168 G. PASCALE

117 Si registrano i casi esclusi nel par. 3.1, quelli cioe in cui g o y concordano in lezionedeteriore con altri esemplari.

118 V. supra, par. 1.

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L’inscriptio dell’or. VII, con cui si apre la silloge delle sei orazioni Augustales,nei mss. q z e differente da quello tradito dagli altri del gruppo W: Qemistivousofistou kai; ejpavrcou lovgo" peri; twn ktl. W (s): Qemistivou filosovfou kai;sofistou kai; ejpavrcou lovgo" peri; twn ktl. q z 119.

4.1. Lezioni congiuntive q s z

70, 6 newvn ABHIMYW Steph.] neovn q s z; 70, 8 ajnakaivousin ABHIMYWSteph.] ajnagkaivousin q s z; 70, 18 ejp’eujsebeiva/] ejp’eujsevbeian qpc z Steph.:ejp’eujsebeivan qac s; 70, 17 kai; ajna; ABHIMY f g i o t y Steph.] de; ajna; h lVa: dia; ajna; q z: dia;na; (sic) s; 70, 19 meion codd. (z2) Steph.] meian q s z1

(s.l. -o- pro -a-, nescio utrum z2 an zpc scripserit); 72, 7 iJerwn ABHIMYW]ijatrwn q s z Steph.in textu: malim karpwn Steph.e; 72, 10 ejxelavseian twnmelwn] ejxelavsei aujtwn melwn q s z: ejxelavseie twn melwn Steph.; 72, 12-13iJlavskesqai ABHIMYW Steph.] ijlavskesqai q s z; 72, 19 o{ti] o{sti q z: o{sti"s Steph.; 72, 20 qivgoito AHY hpc i] qhvgoito BIacMac f g l qmg t Va: qivgoiMpc: qivghto hac: q jh{goito o y: sqhvtoito q s z (linea subducta notavit s2):qhvgwnto zmg: ai[sqoito Steph.; 73, 15 logivzoito ABHIMYW Steph.] logivzontoq s z; 73, 16 ajtenivsai codd. Steph.] ajgennh`sai (sic) q s z; 73, 18diapeirwntai twn codd. (zpc) Steph.] diapeirwn staitwn q: diapeirwnstai twns zac (tribus punctis s.l. notavit st et in mg. pro eo t, ead. m. ut vid.); 73, 24e[sti] e[ti q s z Steph.; 74, 3 kai; ajnavskhta ABHIMY cett. W Steph.] kai;ajneuvshnta f (sic): kai; ajnavskhsta h: kai; ajnavskista qmg s z (q om. in textu,add. in mg. ead. m.); 74, 10 e[nq’e[ni] e[nqe[ni (sic) q s z: e[nqen Steph.; 74, 19ou\n me] me ou\n f: nun me q s z Steph.; 75, 3-4 stovma] to; stovma q s z Steph.;75, 8 ajnamnhsqh`nai ABHIMY g o y] ajnamnhvsasqai f (eodem signo notatums.l. et in mg., sed varia lectio deest) Steph.: ajnamnhsqivsetai h: ajnamnhsqh.. i(spatio vacuo relicto 2 litt.): ajnamnhsqh (sic) l Va: ajnamnhvsetai q z:ajnamnhsetai... s (spatio vacuo relicto 2 litt.): ajnamnhso.... (spatio vacuo relicto4-5 litt.) t; 75, 24 jAmfiktuvone"] jAmfuktuvone" q s z; 76, 9 dh; codd. Steph.]dh (sic) q s z; 76, 24 tugcavnoimen ABHIMY cett. W Steph.] tugcavnoi me;n qs z; 77, 11 to;n ABHIMY cett. W Steph.] ta; q s z; 78, 6 ajpri;x a[n] ajprix a[nq s: a[prix a[n z; 78, 11 eujqumeisqe ABHIMY l opc Va z2] ejnqumeisqai f:ajnqumeisqe g oac y: eujqumeisqe i ( s.l. ejn pro euj): ejnqumeisqe h t: eujqumisqeq s z1; 79, 2 ajmfisbhtw ABHIMY cett. W Steph.] ajmfibhtw f: ajmfisbhtwn q sz; 79, 5 e[laqon a[ra ABHIMY f h i opc (l ex m in ras.)Va] e[maqon a[ra g oac

y : e[lasqo{nqra (sic) q: e[lasq’ o{nqra s z; e[laqon lavqra Steph.; 79, 8 ta; de;ABHIMY cett. W Steph.] toude; q z: tou de; s; 79, 19 oiJ me;n codd. Steph.] oJme;n q s z; 80, 4 sumparevfu] sumparevdu h q s z Steph.; 80, 6 deivmato"ABHIMY Steph.] deivgmato" q s z; 80, 11 h|ke te ABHIMY cett. W Steph.]hJkevte q s z: h{ke te l Va; 80, 12 kradainomevnh/ AHIMY o y Steph.]kradainomevnhn B: kradainovmeno" f l: kradanomevnh g: kradainomevnou" h t:kradainovmenh (sic) i: kradainomevnw" q s z: kradainovmenw" Va (sic); 80, 19

169PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

119 Per i titoli degli altri testimoni v. PASCALE, Ricerche, 399.

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o{plw/ ABHIMY f ] dovlw/ l q s Va z Steph.: om. spatio vacuo relicto 4/5 litt. g h:...lw i o y: a[qlw/ t (notavit linea subducta t2); 80, 20 o{plwn ABHIMY f]touvtwn l Va: ...wn h i o q s t y z: om. g: i[sw" dovlwn qmg smg zmg: dovlwnSteph.; 80, 21 kai; ajnevpneuse ABHIMY f h i Va Steph.] kai; ajnevpneusan g ot y: eja;n e[pneuse q s z; 81, 3 kai; suggenestavth/ AH] kai; xuggenestavth/BIMY cett. W Steph.: ejxuggenestavth q s: ejxhggenestavth z; 81, 18kerai>zomevnou" ABHIMY Steph.] kai; rJaizomevnou" q s z; 81, 24 su;nkhrukeivoi" Steph.] sunikhrukivoi" q s z: su;n khrukivoi" ABHIMY cett. W; 82,1 jAcaimenivdai" B (-ai- corr. in scrib.) Mpc f 2 ] jAcoumenivdai" AHIMacY:eujcqhmenivdai" f: jAcqhmenivdai" g h o y: Acoumenivdai" i (sic): jAcrhmenivdai"l: jAcamenivda" q (s.l. -rai- pro prius -a- ead. m.): jAcraimenivdai" s z:Acqhmenivdai" t (sic): Acrhmenivdai" Va (sic); 82, 4 ejtevtmhto aujtwn ABHIMYcett. W Steph.] ejtevtmhtoujn twn (sic) q s z; 82, 17 th" codd. Steph.] toi" q sz; 82, 23 eJkavsth/ ABHMY Steph.] eJkavsth/ h q s z (q omisit in textu nivkh/ kai;ejf jeJkavsth/, add. in mg. e. m.); 83, 20 ejkkrevmantai ABHMY cett. W Steph.]ejkrevmantai q s z; 84, 1 gennhvtore ABHMY g i l opc t Va y Steph.]gennhvtori f oac: gennhvtoran h zac (s.l. -e" pro -an, ead. m. ut vid.): gennhvtore"q s zpc; 84, 7 tou ABHMY cett. W Steph.] to; q s z; 84, 11 wJrmhvqh ABHMYcett. W Steph.] wJrmhvqen q s z; 84, 20 ijouv (alterum) codd. (q s z) Steph.] l velt s.l. pro ij ut vid. q s z 120; 85, 7 aujtav te ABHMY cett. W Steph.] ajtavte q z(tribus punctis notatum supra lineam et in margine in z): a tate (sic) s; 86, 2ajnavriqmon Steph.] ajnavruqmon qpc s z: ajnauvruqmon qac (-uv- del. linea notatumsubter q): ajnhvriqmon ABHMY cett. W; 86, 3 ejn tw/ crovnw/ AHMin textu Y g hiin textu o t y] uJpo; crovnou BMmg f img: ejn tw uJpostrovnou crovnw (sic) q s z: ejnuJpocrovnou l Va: ejn tw/ protou crovnw/ Steph.; 86, 9 fronoivhte] fanoivhte q sz: faneivhte Steph.; 86, 13 banausiva ABHMY] banauv... q s z (spatio vacuo re-licto post in q z): banau* Steph.in textu: Tale quid scripsisse Themistius verisimileest, banauvswn ajnqrwvpwn e[rga, vel simpliciter sine ajnqrwvpwn Steph.e [v. supra,par. 2.1]; 86, 15 qewmevnou" ABHMY cett. W Steph.] qeomevnou" q s z; 86,15 ajtenevsteron ABHMY cett. W Steph.] ajgenevsteron q s z; 87, 10 to;nsuvmboulon Steph.] to; suvmbolon ABHMY cett. W: to; suvmboulo o y (sic): to;suvmboulon q s z; 88, 9 oujde;n ABHMY cett. W ] oujde; q s z Steph. 121; 88,23 ejpainoivhmen ABHMY cett. W Steph.] ejpainhvhmen q s z; 89, 6wjneiropovlhsen ABHMY cett. W Steph.] wjnhropovlhsen q s z.

170 G. PASCALE

120 In tutti e tre i mss. figura supra lineam un segno poco perspicuo, simile a l: forse nelmodello c’era un accento o uno spirito cassato con un trattino, e il segno e stato riprodottomeccanicamente in tutti e tre gli esemplari.

121 La lezione errata oujde; che leggeva nel suo modello indusse l’editore a considerare laproposizione incompleta: Eij me;n ou\n ti touvtwn ejndei ` hJmin twn rJhmavtwn, kai; hJ swfrosuvnhajmfisbhthvsimo", pro;" o}n oujde;n semno;n oJ jIppovluto", ktl. (p. 88, 8-9). Stephanus ipotizzouna lacuna dopo jIppovluto", contrassegnando il luogo con un asterisco. Esplicita la nota dicommento di Petau: ‘‘Lege semnov": et asterisco opus nihil fuerit, qui in Henr. Stephan. editioneest. Vel potius ut est in Reg. oujde;n semnovn’’. Il codex Regius collazionato dal gesuita e il Par.gr. 1653 (y). La nota di commento di Petau e in W. DINDORF, Themistii orationes, Leipzig1832, 528. Sulle tre edizioni secentesche curate da D. Petau v. MAISANO, La critica filologica,283-99.

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4.2. Lezioni separative di q

70, 9 Savi>"] Sai?" q; 71, 4 movnw/ (prius) ABHIMYW (s z) Steph.] movnon l Va:movno (sic) q; 73, 2 e{kasto"] e{kaston q; 75, 10 pravttoi] pravttei q; 78, 8xumbaivnei ABHIMY cett. W (s z) Steph.] sumbaivnei i q; 78, 10 qewrou;"]qeorou;" q; 81, 20 ou{tw" ABHIMY cett. W (s z) Steph.] ou{tw q; 81, 21oJratai ABHIMY cett. W (s z) Steph.] oJrate q; 82, 5 tuvchn ABHIMYW (qpc

s z)] th;n tuvchn qac (delevit th;n punctis subter); 82, 22 ajnaqhvmasi] ajnaquvmasiq; 83, 18 qeavmata] qeiavmata q; 83, 18 katakorh ABHIMYW (qpc s z)Steph.] kataborh qac (delevit b lineola et s.l. pro eo k); 84, 5sunoploforounta] sunoploforounto q; 85, 24-25 newkovrou"] neokovrou" q;86, 13 ajcreia qpc (linea subducta notatum -aia et pro eo s.l. reia) Steph.e

(pro ajrcaia autem malim ajcreia)]; ajrcaia ABHMYW (qac s z) Steph.in textu;88, 1 iJkanoi;] iJkanh; q.

4.3. Lezioni separative di s

70, 8 ta;" ABHIMYW (q z) Steph.] ta; s; 70, 15 eujfhmousi ABHIMYW (q z)Steph.] eujfhvmasi l Va: ejnfhmousi s: eujfmousi t; 71, 5 ejndiaitataiABHIMY f h Steph.] ejndiatatai i l q t Va z: ejndiapatai s: diaitatai g o y;72, 3 iJevntwn ABIMYW (q) Steph.] ijevntwn HY f t z: iJeovntwn s; 72, 7 me;n]om. s; 72, 11 ei{leto ABIM q t z Steph.] ei[leto HY f l opc Va: ei[lh" g:eiJlho h: ei{lhto i: eijlho oac: eijlh`o s y; 72, 19 movnh/ ejkeivnh/ ABHIMYWSteph.] movnh" ejkeivnh" q z: movnh" s (om. ejkeivnh/); 73, 10 krhvnai" ABHIMY fg q z] kruvnai" h l s t y Va: ejn kruvnai" i o; 73, 16 ejpiqumounte"] qumounte"s; 73, 21-22 dusceraivnhte ABIMY f g h i l opc q Va ymg z Steph.]dusceraivnoite H (-oi- in ras.): dusceravnhte Mpc (per ras. del. -i-):dusceraivnonte" oac yin textu: dusceraivnon te s; 73, 22 e[ti ABHIMY i qac z1

Va Steph.] e[sti f hac o qpc (s.l. add. –s-) y z2 (s.l. add. -st): om. s; 73, 22ejmmelethtevon] ejmemelethtevon s; 74, 15 a{gia ABHIMY cett. W (q z)] a{gniag: a[gnia oac s y; 74, 20 tou] ta; s; 75, 8 oJ new;"] onejw;" (sic) s; 75, 22ejn] ouj s; 76, 9 polukleevstero"] poluklievstero" s; 77, 6 uJmin ABHIMYcett. W (q z) Steph.] om. f: uJdi;n (sic, ut vid.) s: hJmin t (uJ pro hJ s.l.); 77, 12-13didavskalo"] didavskalon s; 77, 13 toi"] tai" s; 78, 3 te wJ" ABHIMYW (z)Steph.] tevw" q: te s; 78, 12 oijnocovwn] oijcovwn s; 78, 25 ejsqhti ABHMYW(q z) Steph.] ejsqwti (sic) l s Va; 79, 1 par’ uJmwn ABHIMY f h] par’uJma" g il o q t Va y z: par’uJmei" s (notavit linea subducta s2): par’uJmin Steph.; 79, 11Aijqivope"] jEqivope" (sic) s; 80, 2 paroicomevnwn ABHIMY cett. W Steph.]parecomevnwn q z (tribus punctis supra lineam et in mg. notavit q): paracomevnwns; 80, 7 ejbavmbaine] ejmbavmbaine s; 80, 13 pevmpei] pevmpein s; 80, 16ajpedu;sato] ajpodedu;sato s; 80, 18 ejpi;] ejpi; ejpi; s (sic, bis scriptum); 81,17-18 Cavonav" te ABmgHIMY f g o y q z i t Steph.] cav o[nte h: cav ou{te s:ca;o{nte; (sic) l Va: om. B in textu spatio vacuo relicto, add. in mg. ead. m.; 82,5 ejph/tiwnto ABHIMY cett. W Steph.] ejpeitiwnto q z: ejpeitiwnto" s; 84, 8proscovmenon BHMY cett. W (q z)] prosscovmenon A: proskovmenon s; 84, 18o{saper oi[etai ABHMY cett. W Steph.] w| sa; peroivetai (sic) q z: o{sa

171PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

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peroivetai s; 84, 21 sofwn] swfwn s; 84, 24 mh;n] mh; s; 84, 24 e[rgon]om. s; 85, 19 novmou ABHMYW (q sac z) Steph.] novmw spc (s.l. w pro ou ead.m.); 86, 1 jAkadhmiva" codd. (q z) Steph.] oujkademiva" s; 86, 22 stamnivacodd. Steph.] om. s; 87, 21-22 pterofuousi] ...rofuousi s (spatio vacuo relicto3 litt.); 87, 23 ajxiovcrew/] ajxiocrew (sic) f: ajxiovcreo s; 88, 6 swvfrwnABHMYW Steph.] swvfron (sic) s; 88, 6 mnhvmwn ABHMY cett. W Steph.]mnhvmhn g o y: mnhmon s; 88, 11 ejggluvmmata BHMY z2 Steph.] ejggluvmata A:ejgklhvmata f s: ejgluvmmata g h t y: ejgkluvmmata i l o q Va z1 (tractu calami dele-vit k et pro eo s.l. add. g z2).

4.4. Lezioni separative di z

71, 9 ejphkolouvqhse ABHIMY f i h q s Steph.] ejphkolouvqhsan g o t y:ejpikolouvqhsan l Va: ejpikolouvqhse z; 71, 14-15 iJstorounti A] eijsorwntaHMpcY Steph.: eijsorwvntwn BIMacW (q s): eijswrovntwn z; 72, 4ejmpatagouvntwn ABHIMYW (q s zpc) Steph.] ejmpantagouvntwn zac (tractu calamidelevit n, nescio an z2); 74, 13 i{mero"] i[mero" z; 74, 19 tw/] om. z; 74, 19ejndiaitasqai] ejndiateisqai z; 74, 20 d’] de; d’ z; 74, 21 xuvmpasa BIMYcett. W Steph.] xumpasa t: suvmpasa AH z; 74, 21 h{dh] h[dh z; 75, 1ejllavmponto"] ejlavmponto" l Va z; 75, 17 de;] om. z; 77, 16 oi\da] om. z;77, 22 ajfiknountai ABHIMY cett. W Steph.] ajfiknountoi q s: ajfiknounto" z;79, 10 xunebavleto AIMY h i l t Va Steph.] xunebavlleto BH f g o q s:xunebavleto y (s.l. add. l ead. m.): xenebavlleto (sic) z; 79, 14 dh;] de; t z;79, 14-15 sunhvnegkan - ou|toi] om. z1 (saut du meme au meme), add. in mg. z2;82, 15 ajlhqinw" ABHMYW (q s zpc) Steph.] ajlhqinh" zac ( w" pro h" s.l., e.m.ut vid.); 82, 17 eujpragiva" ABHMY f i l q s Va Steph.] ejkpragiva" g h t o yz; 82, 27-28 ejmnhvsqh - jAlexavndrou] om. z (saut du meme au meme), add. z2

in mg.; 83, 13 morivoi" ABHMYW (q s) Steph.] murivoi" z; 83, 18-19plhvsmia ABHMYW (q spc z2) Steph.] plhvsmi sac : plesma z1 (s.l. add. i et h exe z2); 84, 1 d’] om. z; 84, 23 ou[ ti pou] ou[te pou z [v. supra, par. 3.8];87, 18 ejpididoivhn] ejpidedoivhn z; 89, 1 oi[etai] om. z, add. in mg. z2; 89, 4ei[hmen] ei[h me;n z.

4.5. Lezioni separative q s contro z

72, 21 ejsti ABHIMYW (qpc z) Steph.] ejstin qac (delevit n linea subducta) s;74, 2 bavqo" ABHIMYW (z) Steph.] bavto" q s; 74, 20-21 lamprovn te livankai;º lamprovnte" livan q s: lamprovn te livan z: lamprovn te kai; livan Steph.;74, 23 ajlhqinh`" ABHIMY (qpc z)] ajliqinh" qac ut vid. (corr. -hqi- in scrib.) s 122

77, 20 gignwvskwn Steph.] ginwvskwn ABHIMY cett. W (z): ginwvskon q s; 80, 7e[palle ABHIMY cett. W (z) Steph.] e[spale l: e[pale q s: e[spalai Va; 84,12-13 pro;" Carivtwn ABHMY f h i opc qmg smg Va z] pro;" ajcarivtwn g oac t y:pro; ajcwrivtou qin textu: pro; ajcwrivtwn sin textu ; 83, 23 proorwnto" ABHMY

172 G. PASCALE

122 Dal cd-rom non e distinguibile la lezione ante correctionem.

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Steph.] proorwntw" qpc z: proorwnte" qac (corr. in scrib. s; 84, 26 mavqhte AHz Steph.] mavqoite BMY cett. W (q s); 86, 23 traghvmata ABHMY cett. W (qpc z)Steph.] praghvmata h qac (t ex p in scrib.) s.

4.6. Lezioni separative di q z contro s

72, 6 u{mnou" ABHIMYW (qin textu s) Steph.] u{mnoi" qpc (s.l. -oi" pro -ou") z;74, 3 ejgceirh/ ABHIMYW (qin textu s zsl) Steph.] ejgcarh qsl zin testu (s.l. a proei in q, s.l. ei pro a in z); 73, 19 ajpereivdesqai ABHIMY f h i l opc VaSteph.] ajpereivdew" g oac y: ajperivdesqai q z1: ejpereivdesqai z2 (s.l. e pro a,et ei pro i): ajpareivdesqai s (notavit linea subducta s2): ajpereivde.a t (spatio va-cuo relicto 1 litt. inter e et a; notavit linea subducta t2); 74, 5 oi|a ABHIMYW(s) Steph.] oi{a q z; 76, 3 ejxemisqwvsanto ABHIMY (qpc s)] ejxemisqwvsanti qac

(ut vid.) 123 z; 80, 3 ejxerravgh me;n ABHIMY cett. W (s) Steph.] ejxerravghmen qz; 82, 18 pravttonti ABHMYW (s) Steph.] prattonti (sic) q: prattonte (sic) z;84, 16 xunevcetai ABHMY cett. W (qpc s)] sunevcetai qac z; 88, 19 diethvrhseABHMYW (s) Steph.] dieteivrhse q z; 89, 6 u{par ABHMYW (s) Steph.] u|parq z

4.7. Lezioni separative di s z contro q

71, 8 ejph/neite ABHIMYW (q spc) Steph.] ejpaineite sac (ut vid., in scrib. h exai) z; 71, 12 Qra/kwn te ABHIMYW (q) Steph.] qrakwvn te s: qravkwvn te z;73, 12 ejpoceteuvetai] ajpoceteuvetai g: ejpoceuvetai l Va: ejposceteuvetai s zac;75, 7 oi[koi monh`" ABHIMY] oijge monh`" h opc s: oi[ monh" i: oige monh`" z (sic,s.l. hv pro oi ead. m. ut vid.): hJgemonh`" q [v. supra, par. 2.1]; 78, 2 leimwvnwnABHIMY f g h i l q t Va Steph.] limwvnwn s z [v. supra, par. 3.5]; 80, 12w[rexe ABHIMYcett. W (q) Steph.] w[rixe s z; 81, 18 fula ABHIMY g q]fuvla cett. W (s z)

4.8. Lezioni separative tra i tre esemplari

75, 20 dhmiourghvsh/ ABH Steph.] dhmiourghvsoi IMYW: dhmiourghvsa" q:dhmiourghvsoia" s: dhmiourghvsh" z; 80, 15 eJavlw ABHIMY cett. W (q z2)] bavllwi (b in ras.): kai; a[lw s: a[lw z1 (delevit linea subducta et s.l. pro eo ejavlw z2).

4.9. Osservazioni

1. Il cod. Mon. gr. 113 (q) e latore del testo piu corretto. Tutte le lacune presentiin q sono comuni agli altri due mss., mentre sia s che z presentano omissioni pro-prie: esso dunque non puo discendere dagli altri due.2. s e z non possono essere copia l’uno dall’altro, come dimostrano le omissionie gli errori peculiari a ciascuno. Il codice Vat. Pal. gr. 51 (s) non discende diret-

173PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

123 Riesco a distinguere solo i due puntini del trema sopra omicron.

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tamente neanche da q, in quanto non condivide alcuni errori singolari di quest’ul-timo (v. par. 4.2), e presenta alcuni significativi accordi in errore con z contro q(v. par. 4. 7): tra questi particolarmente significativo e il caso di p. 75, 7, in cui idue esemplari presentano la corrutela comune alla famiglia W, mentre q tramandala lezione deteriore hJgemonh", probabile congettura di Arlenio volta a sanare il te-sto: lo stesso Arlenio ha poi riportato l’emendazione s.l. in z. Inoltre due luoghiescludono la dipendenza di s dagli altri due testimoni: par. 4.3, p. 87, 21-22pterofuein q z] ...rofuein s: lo spazio bianco lasciato dal copista di s presuppo-ne un guasto meccanico nel diretto antigrafo ovvero difficolta di lettura, laddovein q e in z il nesso pte- e perspicuo; par. 4.3 p. 81, 17 Cavonav" tev q z] cavou[tes: la corruttela di s, simile a quella di altri mss. del gruppo W, si puo spiegare pa-leograficamente con la presenza dell’abbreviatura per -a" nel modello, mentre inq e in z l’etnonimo e scritto per esteso e in modo chiaro. Si puo verosimilmenteconcludere che s dipenda dallo stesso modello di q z.3. Anche l’Harleiano 5645 (z) non e copia di q: pur presentando un testo piu la-cunoso rispetto al Monacense, talora corretto dal copista di quest’ultimo, non con-divide con esso alcuni errori peculiari (v. par. 4. 2), ne vi sono – almeno perquanto riguarda il testo dell’or. IV – luoghi cogenti che permettano di postularnela discendenza: tutte le omissioni derivano da saut du meme au meme, e non so-no presenti corruttele originate da cattiva lettura di q. Infine, l’accordo in errorecon s sopra citato di p. 75, 7 (par. 4. 7), prova che anche il copista di z non at-tinse il testo da q, ma aveva a disposizione il modello comune.4. Si registra un discreto numero di accordi in lezione deteriore di q s contro z,ma i dati relativi al testo dell’or. IV non sono sufficienti per postulare la presen-za di un anello intermedio comune ai due esemplari: nella maggior parte dei casie verosimile si tratti di errori poligenetici, ovvero di tacite correzioni del copistadi q.5. I tre codici discendono da un esemplare comune perduto che siglo h. Vi sonotracce della presenza di varianti marginali o interlineari nell’iparchetipo comune aitre esemplari: in un caso (par. 4. 5: p. 84, 12-13) la lezione genuina riportata amargine in q s e stata trascritta direttamente a testo da z; di contro due variaelectiones presenti in q z (par. 4.6: p. 72, 6; 74, 3), sono state tralasciate da s. Ilnumero maggiore di errori che sfigura il testo di s, e in particolar modo la lacunala di p. 87, 21-22 (par. 4.3), induce a ipotizzare l’esistenza di un anello interme-dio tra h e quest’ultimo (h1).6. Schenkl aveva intuito il legame che intercorre tra i codici q z e l’edizione diStephanus 124: lo studioso non approfondı la questione, rimarcando la difficolta diindividuare il modello a disposizione del primo editore delle Kaiserreden a causadella sua notevole capacita di emendare il testo. La collazione che abbiamo pre-sentato conferma in modo inequivocabile che il modello a disposizione di Stepha-nus era affine a h: cio e dimostrato da un cospicuo numero di lezioni ed erroricongiuntivi, oltre che di interventi congetturali facilmente spiegabili a partire dallalezione comune di h (cfr. par. 4.1 p. 70, 18; 72, 7; 72, 10; 72, 19; 72, 20; 74,

174 G. PASCALE

124 V. SCHENKL, Beitrage, 6, 63.

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10; 75, 3-4; 80, 4; 86, 9; 88, 9; par. 4.5: p. 74, 21). Piu difficile risulta tuttaviastabilire se Stephanus abbia tratto il testo da uno degli esemplari noti. Si puoescludere con certezza il Vat. Pal. gr. 51 (s): nonostante esso facesse parte dellaBiblioteca di Ulrich Fugger (cfr. supra, par. 1, descrizione di s), finanziatore del-l’edizione stephaniana, alcune lacune non lasciano adito a dubbi (par. 4.3, e.g., p.84, 24; 86, 22). Anche per quanto concerne z, vi sono passi in cui e difficile sup-porre che il testo sia stato sanato ope ingenii dall’editore: in particolare v. p. 75,17 (par. 3.4): kai; ajpavrcontai me;n th/de Aijguvptioi tw/ basilei ` oJpovsa e[th,ajpavrcontai de; Suvroi te kai; jAssuvrioi kai; [Iwne" de; kai; Aijolei" kai; scedovnti a{pante" a[nqrwpoi. Il de; dopo [Iwne", omesso in z, non e necessario sintattica-mente 125.

Piu difficile, invece, stabilire i rapporti tra Steph. e q: il codice Monacense, oltrea esibire il testo piu corretto, reca supra lineam una variante assente in tutti gli altriesemplari e proposta in nota dal primo editore delle Augustales (par. 4.2, p. 86,13). L’umanista fiammingo, come detto, probabilmente rivide il manoscritto dopol’uscita dell’editio princeps 126, ma cio non comporto una collazione del testo: nonvi sono altri luoghi in cui il copista ha recepito a testo o scritto a margine lezionistampate da Stephanus; anche nel testo delle altre orazioni, le rare varianti apposteda Arlenio sembrano frutto di congettura personale e non presupongono lettura del-l’editio princeps 127. Si sarebbe dunque indotti a ritenere che Stephanus abbia accol-to una congettura presente solo in q. Come controprova si potrebbe addurre comeesempio il luogo, gia citato, di p. 75, 7 (par. 4.7), in cui la felice congettura di Ste-phanus puo essere stata resa piu facile dalla lacuna di s z, che dalla lezione palese-mente errata di q. Tuttavia non si puo escludere che un’attenta lettura del passoabbia consentito di sanare il testo, pur avendo a disposizione solo il codice Mona-cense: kai; geloio" ga;r h\n ejn toi" e[mprosqen oJ lovgo" th" oi[koi monh"proballovmeno" Savi>n te kai; Aijguptivou", ejxo;n aujtw/ ajnamnhsqhnai o{ti ta; oi[koitauta oJ new;" h\n tou basilevw", [...].

In assenza di dati inconfutabili, e preferibile allo stato attuale delle ricerche con-cludere postulando la discendenza di Steph. da h.

5. Relazione z t.

Per quanto concerne il testo dell’or. IV non e possibile individuare ulteriori rela-zioni tra gli esemplari della famiglia W: i casi di accordo non sono sistematici esono poco significativi. Resta da segnalare soltanto un manipolo di errori con-giuntivi tra z (= consensus codicum g o y) e t (ricordo che i codici o t y sonoopera dello stesso copista):

175PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

125 Si vedano anche gli errori peculiari del ms. Harleiano di p. 77, 16; 79, 14 (par. 4.4).126 V. supra, par. 1, descrizione di q.127 In un caso, nel testo dell’or. IV, Arlenio ha esercitato la sua attivita congetturale in z, li-

mitandosi a segnalare in q il luogo che riteneva corrotto: 85, 22 diamonh;n ABHMYW (q s z1)Steph.] diamonein z2 in mg.: duobus punctis in mg. notatum in q.

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71, 10-11 zeugnumevnw/] zeugnumevnwn z t; 73, 6 ejpitropeuvei ABHIMY]ejpikteuvei f q s z (linea subducta notavit s2): ejpithdeuvei z t: ejpikurieuvei h:ejpi...euvei (spatio vacuo relicto 3 litt.) i: ejpigeuvei l Va: ejpopteuvei Steph.; 76,26-27 ejpistath/ kai; AHIMYW] ejpistatei ` kai; B: ejpistavth" g: ejpistath;" o y:ejpistath" tac (in scrib. k e "); 77, 2 smhno" ABHIMY f q s z] skeino" h:smeino" i l Va: smino" z t; 77, 4 eijkh] qhh g t: ejkh h: q’hJh` (sic) o y; 80, 21kai; ajnevpneuse ABHIMY f h i l Va] kai; ajnevpneusan z t: eja;n e[pneuse q s z;82, 4 frouvria ABHIMY q s z] frouriva f: ojrouria z: uJrouria h i: gorouria lVa: oJrouria t (linea notatum a t2); 84, 12-13 pro;" Carivtwn ABHMY f h i opc

qmg smg Va z] pro;" ajcarivtwn z t: pro; ajcwrivtou qin textu: pro; ajcwrivtwn sin textu .

L’elevato numero di lezioni separative reciproche tra z e t esclude possano risalirea un progenitore comune: inoltre quasi tutti gli accordi in errore sono frutto ditrascrizione rapida, e possono essersi generati indipendentemente a partire da mo-delli diversi. L’unico caso in cui e probabile vi sia stata contaminazione in t da ze costituito dalla lezione deteriore di p. 73, 6: si tratta con ogni verosimiglianzadi una congettura presente in z volta a sanare il luogo corrotto in tutti gli esem-plari della famiglia W.

6. Par. gr. 2079 (f)

Il testo tradito dal Par. gr. 2079 non si distingue da quello degli altri esemplarirecentiores per particolare correttezza nel lavoro di copia: anche f e viziato dauna serie di omissioni peculiari ed errori dozzinali, dovuti oltre che al cattivo sta-to di conservazione dell’iparchetipo comune, e verosimilmente alla sua difficoltadi lettura, anche alla rapidita d’esecuzione, caratteristica condivisa da tutti gliesemplari di cui ci stiamo occupando. Tuttavia il testo tradito dal manoscritto ap-partenuto a Lascaris non condivide alcuni errori direttivi comuni agli altri esem-plari della famiglia W:

6.1. Lezioni poziori separative f W1 (v. infra, stemma della famiglia W)

70, 11 eujlabeiva" ABHIMY f Steph.e] eujsebeiva" W1 Steph.in textu; 78, 25 iJera/A f] th/ iJera/ BHIMYW1; 80, 19 o{plw/ ABHIMY f] dovlw/ l q s Va z Steph.:om. spatio vacuo relicto 4/5 litt. g h: ...lw i o y: a[qlw/ t; 80, 20 o{plwnABHIMY f] ...wn h i o q s t y z: touvtwn l Va: om. g: i[sw" dovlwn qmg smg zmg:dovlwn Steph.; 84, 11 kai; ejpeidh; ABHMY f ] o{qen de; W1; 86, 8 peristuvlwnPetau f pc] peristovlwn ABMYW1( f ac) Steph.: peristhvlwn H: peristovlw h:peristolwn o y; 87, 19 teivcou" ABHMY f ] toivcou" W1 Stephin textu: anteivcou"? Steph.e

6.2. Errori singolari significativi di f

78, 26-27 komyov" tev eijmi] komyovtato" W1: komyov" te f ; 88, 13nouqetouvntwn ABHMY] nomoqetouvntwn f: ajqetouvntwn W1 Steph.

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Nonostante alcune lezioni separative di particolare rilievo (v. soprattutto i due luo-ghi 80, 19 e 80, 20, in cui f unico tra i recenziori tramanda la lezione corretta,mentre gli altri hanno o una lacuna o tentativi piu o meno maldestri di sanarla),si deve escludere la contaminazione: f preserva la maggior parte degli errori e del-le lacune comuni agli altri esemplari, ne vi sono significativi casi di accordo coni testimoni primari. Inoltre Teodoro, il copista del Par. gr. 2079, appone pochevarianti marginali e di scarso rilievo; di contro spesso – in modo non dissimiledagli altri esemplari recenziori (v. supra, par. 2.4) – si limita a segnalare i luoghicorrotti, supra lineam o a margine, con una lineetta verticale e due puntini, senzaaggiungere varianti:

or. IV 73, 6 ejpitropeuvei ABHIMY] ejpikteuvei f q s z [v. supra, par. 5]; 75, 8ajnamnhsqhnai ABHIMY g o y] ajnamnhvsasqai f: ajnamnhsqivsetai h:ajnamnhsqh.. i (spatio vacuo relicto 2 litt.): ajnamnhsqh` l: ajnamnhvsetai q z:ajnamnhsetai.. s (sic, spatio vacuo relicto 2 litt.): ajnamnhso.... (sic, spatio vacuorelicto 4-5 litt.) t: ajnamnhsqh. Va (spatio vacuo relicto 1 litt.); 79, 19 ajmmavtwn(sic Downey) AHIMacY cett. W] aJmmavtwn BMpc, Steph.: ajgmavtwn f (sic, ut vid.):ajdmavtwn f mg (sic, ut vid.): ajsmavtwn h; 84, 8 proscovmenon BHIMYW (f)]prosscovmenon A; 84, 9 sunedhvsato] sunesthvsato cett. W Steph.:suneduvsato (sic) f .

In tre casi (73, 6, 75, 8, 84, 9) il copista ha contrassegnato passi corrotti in tuttala famiglia W: in uno di questi (75, 8) ha tentato di sanare in modo plausibile lalacuna dell’antigrafo, negli altri due ha trascritto parole senza senso; allo stessomodo risulta priva di senso la variante proposta a 79, 19.

Anche le note dell’illustre lettore di f, Giano Lascaris, escludono la collazionecon altri esemplari; gli interventi sul testo di tutte le orazioni (esclusa l’or. II), siriducono, se non erro, ai seguenti:

or. IV 82, 1 jAcaimenivdai" B (-ai- corr. in scrib.) Mpc f 2mg] jAcoumenivdai"AHIMacY: eujcqhmenivdai" f [per gli altri esemplari v. supra, par., 2.1]; or. VII139, 11-12 oJ trufwn] oJ tru- om. f in textu spatio vacuo relicto, add. in mg. f 2;144, 5 w\fle Bpc (per ras.) Hpc (per ras.) Mpc (nonnulli W) 128] w[feileABacHacMac: w\ fivle I Met f 1 in textu: w[feile f 2 mg.

Restano da spiegare dunque le lezioni poziori esibite da f. In alcuni luoghi il testoe stato sanato ope ingenii: v. par. 6.1 p. 70, 11; 86, 8. Frutto di congettura e an-che la lezione deteriore esibita da f a p. 88, 13 (par. 6.2), una variante plausibilenel contesto laddove gli altri esemplari tramandano una lezione priva di senso. Aconferma dell’attivita congetturale esercitata sul testo da Teodoro mette conto cita-re l’esempio di p. 81, 1, in cui la lezione poziore e condivisa da un altro esem-plare della famiglia: diakribousqai ABHIMY f i] diakribou...g o y:diakribousai h: diakribousa l q s Va z Steph.: diakribousin t. Negli altri casi,

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128 Traggo la lezione di W dall’apparato di Downey.

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tuttavia, si ha l’impressione che Teodoro abbia attinto all’antigrafo in uno stato diconservazione migliore, e che i restanti undici esemplari discendano non diretta-mente da W, ma da un anello intermedio (W1), fonte degli errori da cui e esentela copia di Lascaris: v. in particolar modo le corruttele di p. 80, 19, 80, 20 e84, 11 (par. 6.1) non condivise da f. Da questo punto di vista risulta significativala lezione separativa deteriore di f di p. 78, 26-27 (par. 6.2): il testo tradito dalPar. gr. 2079, komyov" tev, e piu prossimo a quello genuino rispetto alla lezionetradita dagli altri esemplari W, che sembra una congettura volta a sanare il luogocorrotto: ajll’ ou{tw" a[ra ejgw; komyov" tev eijmi kai; ajlazwvn, w{ste kai; nun oujde;na[llo eijpw;n dexiw" h] a} par’ uJmwn e[maqon rJhvmata ajnti; maqhtou ajmfisbhtwdidavskalo" ei\nai.

7. L’iparchetipo W

Quattro esemplari della famiglia W si possono localizzare a Venezia: il Par. gr.2960 (h), il Vat. gr. 80 (i), il Vat. Pal. gr. 304 (t) e il Par. gr. 1653 (y). A questisi deve aggiungere la sezione temistiana del Vat. Ott. gr. 76 (o) copiato dallastessa mano di y e sulla stessa carta con filigrana Harlfinger Lettres 66, frequentein ambito veneziano negli anni ’40 del secolo XVI 129. Due di essi, escludendo f,sono tra i piu antichi databili del gruppo: terminus ante quem di h e y e infatti il1542 (v. supra, par. 1).

Nella prima meta del XVI secolo Venezia fu al centro di un fervido mercato li-brario 130: vi si concentro la produzione di copie commerciali, caratterizzate da rapi-dita d’esecuzione e, di conseguenza, da un numero elevato di errori 131, destinate adarricchire le biblioteche di sovrani, uomini politici, magnati della finanza. Nel no-stro caso due manoscritti entrarono a far parte della grandiosa collezione di France-sco I a Fontainbleau (h e y), tre arricchirono le biblioteche dei potenti banchieriUlrich Fugger (s e t) e Johann Jakob Fugger (q). Tra i copisti identificati troviamoalcuni dei personaggi piu attivi nella produzione e nel commercio di libri dell’epo-ca: Arnoldo Arlenio (copista di q e revisore di z), Giovanni Mauromates (copistadi h e Va), lo scriba C (copista di z), Antonio Eparco (possessore e probabile com-mittente di i e y). La copia di manoscritti non era l’unica fonte di accrescimento

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129 La si ritrova anche nel Vat. gr. 194, testimone del Sublime commissionato da AntonioEparco (v. MAZZUCCHI, La tradizione, 215; v. supra, par. 1, descrizione di h).

130 Cfr. J. IRIGOIN, Les ambassadeurs a Venice et le commerce des manuscrits grecs dansles annees 1540-1550, in Venezia centro di mediazione tra Oriente e Occidente (secoli XV-XVI): aspetti e problemi, a c. di H.G. BECK - M.I. MANOUSSACAS - A. PERTUSI, I-II, Firenze1977, 399-415.

131 Da questo punto di vista la tradizione cinquecentesca di Temistio non e dissimile daquella di altri autori dell’antichita: in particolare per Dione di Prusa v. MENCHELLI, Su alcuni re-cenziori, 124-27. Che le Kaiserreden di Temistio fossero oggetto di una sorta di produzione‘‘in serie’’ caratterizzata da un elevato numero di esemplari lo prova anche il fatto che due co-pisti nel giro di pochi anni abbiano esemplato piu copie delle orazioni di Temistio servendosidi antigrafi differenti: lo scriba dei codici gemelli o y trasse un terzo esemplare (t) da un mo-dello diverso (sui rapporti tra t e o y v. supra, par. 5); allo stesso modo Mauromates esemplonel giro di pochi anni su due antigrafi diversi due copie delle Augustales, h e Va, la primaagli inizi, la seconda alla fine degli anni ’40 del sec. XVI (v. supra, par. 1).

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delle biblioteche: nelle grandi raccolte librarie che si formavano nel Rinascimentonon mancavano, ovviamente, codici provenienti direttamente dal Levante.

Anche Diego Hurtado de Mendoza 132 (1504-1575), ambasciatore del re di Spa-gna Carlo V nella citta lagunare dal 1539 al 1546, nella sua ricca collezione privatapossedeva un manoscritto delle orationes Augustales di Temistio: uomo politico diprimo piano, fu rappresentate del sovrano spagnolo al Concilio di Trento, amba-sciatore a Roma dal 1547, e nel contempo governatore della citta di Siena; dopouna serie di vicende, che videro decadere il potere di cui aveva goduto per decenni,torno in Spagna nel 1555. Raffinato bibliofilo e collezionatore, dedico, tra l’altro,gli anni del soggiorno veneziano alla formazione di una grandiosa biblioteca, conuna certa predilezione per i manoscritti greci, fatti copiare in Italia, ovvero fatti cer-care direttamente in Oriente. Un anno dopo la sua morte, avvenuta nel 1575, la col-lezione di Mendoza entro a far parte della Biblioteca del Monastero di San Lorenzoall’Escorial: come noto la maggior parte dei suoi codici perı nell’incendio che fune-sto la biblioteca nel 1671. Il Temistio posseduto dal Mendoza e il manoscritto no

24 del catalogo dei codici perduti dell’Escorial curato da de Andres, la cui segnatu-ra originaria era A.IV.1, quella successiva al 1613 [2]. III. 6 133. De Andres, basan-dosi sui cataloghi escorialensi precedenti il 1671 134, ricostruı con minuziosaesattezza il contenuto, comprensivo del numero di foglio in cui le singole opere ini-ziano. Fornisce inoltre le seguenti indicazioni: «Antiquus (cioe anteriore al XV se-colo), membranaceus, in quarto, ff. 179» 135. Il manoscritto conteneva:

179PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

132 Sul suo profilo biografico e intellettuale v. C. GRAUX, Essai sur les origines du fondsgrec de l’Escurial, Paris 1880, 163 ss.; A. GONZALEZ PALENCIA - E. MELE, Vida y obras de donDiego Hurtado de Mendoza, I-III voll., Madrid 1941-1943; A. HOBSON, Renaissance book col-lecting. Jean Grolier and Diego Hurtado de Mendoza, their books and bindings, Cambridge1999; L. CANFORA, Il Fozio ritrovato. Juan de Mariana e Andre Schott, Bari 2001, in part. 9-39; D. ZARDIN, Nell’officina del poligrafo: la biblioteca ‘‘ideale’’ di Cardano e le fonti dell’en-ciclopedismo librario, in Libri, biblioteche e cultura nell’Italia del Cinque e Seicento, a c. diE. BARBIERI - D. ZARDIN, Milano 2002, 317-72: 363-70.

133 G. DE ANDRES, Catalogo de los codices griegos escurialenses desaparecidos, El Escorial1968, 23-24.

134 Quelli in cui compare il manoscritto di cui ci stiamo occupando sono: i due cataloghiredatti da Nicola della Torre, gli attuali codici Escor. X.I.16 (del 1588 ca.) e X.I.18 (1600 ca.);i tre cataloghi minuziosi curati dallo scozzese David Colville, frutto di un lavoro decennale nel-la biblioteca dell’Escorial (1617-1627): Escor. K.I.18, Escor. K.I.20, Ambr. Q 114 sup. Que-st’ultimo e un elenco per autori, di cui si registrano le singole opere, e financo frammenticontenuti in catene e florilegi: di ciascuna opera e indicata la segnatura corrispondente del ma-noscritto e il numero di pagina in cui inizia. L’Escor. X.I.16 e organizzato per materia, all’in-terno della quale i codici sono divisi per formato; di esso fu edita una traduzione francese daMiller: di ogni codice descritto nell’inventario escorialense Miller indica la segnatura ove anco-ra esistente, se invece scomparso fornisce l’indicazione dei contenuti. Il nostro manoscritto e ilno 182 del catalogo, e si trova sotto il soggetto jEpistolai; ejn dw/: «182. Lettres de Diogen etautres - Michel Psellus - ....Discours de Themistius. – Eloge d’Helene, par Isocrate» (E. MIL-

LER, Catalogue, 344-45). Descrizione dei cataloghi dell’Escorial precedenti l’incendio in P.A.A.REVILLA Catalogo de los codices griegos de la Bibliotecda de El Escorial, Madrid 1936, CV-CXXII; DE ANDRES, Catalogo, 9-10. Sull’entrata dei manoscritti di Mendoza nel fondo escoria-lense, e i cataloghi relativi alla sua biblioteca v. REVILLA, Catalogo, LXXXV-XCI.

135 Non mi e chiaro donde l’autore ricava le notizie sull’epoca e il materiale scrittorio: que-ste informazioni mancano nei cataloghi a me accessibili, cioe la trascrizione di Miller dell’E-scor. X.I.15 e il catalogo di Colville contenuto nell’Ambr. Q 114 (v. supra, n. 134); che sitrattasse un manoscritto ‘‘antiquus’’, cioe di origine orientale e esplicitato nel catalogo redattoda Jean Matal nel 1548: v. infra.

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(F .1) Diogenis epistola; (f. 1v) eiusdem alia ep.; (f. 3v) Cratis epistolae 14; (f. 6) Diogenisepistolae 2; (f. 6v) Anacharsidis Scythae epistolae 9; (f. 8v) Artaxerxis epistolae 2; (f. 8v)Hippocratis epistolae 2; (f. 9) Hyssinis epistolae 2; (f. 9) Coorum ep. Ad Artaxerxum; (f. 9)Democriti epistola Hippocriti; (f. 10) Hippocratis epistolae 5; (f. 12) Michaelis Pselli de psy-chogonia Platonis; (f. 18v) hexametra aliquot de septem planetis et de potentiis animae eiu-sque affectionibus, praefixo Empedoclis nomine; (f. 18v) Cleobuli aenigma de anno; (f. 18v)Euclidis problema geometricum, revera arithmeticum versibus conscriptum de mulo et asina;(f. 18v) gnomae monostichae iambichae ex diversis poetis desumptae per capita vel materiasordine alphabetico dispositae valde imperfectae; (f. 19) Hephaestionis enchiridion de carmini-bus seu de metrorum conficiendorum ratione, cuius primum caput est de syllaba; (f. 38) ano-nymi de metris; (f. 41) Aristoteli liber atributus de mundo ad Alexandrum, licet sine titulo,varie complicatus et transpositus vitio librarii cum eiusdem rhetorica ad Alexandrum et primaeius pars extat f. 55 recenti vel 74 antiquo et des. 78 recenti vel 78 antiquo, des. 80v imper-fecte; (f. 81) lexicon decem rhetorum cum duplici inscriptione diversa manu scripta in qua-rum altera nullius auctoris fit mentio, in altera vero Iulii et sine dubio intelligebant IuliumPollucem, sed falso quia revera est Harpocrationis; (f. 133v) Heraclidis Pontici allegoriae, inea quae ab Homero de diis dicta sunt et impugnatio obiectionum; Themistii sophistae 1(f.150) oratio de iis qui afflicti fuerunt sub Valente imperatore, 2 (f. 156) oratio de pace ad Va-lentem imp., 3(f. 161) protrepticon ad Valentinianum adolescentem, 4(f. 164v) oratio consu-laris ad Iovianum imp. 5(f. 167) oratio ad Constantinum imp., 6(f. 172) oratio eucharistica adimperatorem qui illum in senatu laudaverat; (f. 177) Isocratis encomium Helenae; (f. 179v)characteres septem planetarum 136.

Come gia noto Schenkl, il contenuto del codice un tempo conservato nella bibliotecadell’Escorial – che lo studioso ricavava dal catalogo dell’Escor. X.I.16 edito da Mil-ler (v. supra, n. 134) –, coincide, anche nell’ordine, con una parte della lista di auto-ri che Giano Lascaris trovo nella biblioteca di Demetrio Trivoli a Corfu durante unodei suoi due viaggi in Oriente su incarico di Lorenzo (tra il 1490 e il 1492), e chetrascrisse nel suo taccuino, il celebre Vat. gr. 1412 137 (f. 59v, rr. 1-16) 138:

180 G. PASCALE

136 Nel catalogo di Colville contenuto nell’Ambr. Q 114 sup., Temistio e a f. 304v: l’indica-zione del numero di foglio per l’incipit dell’ultima orazione del corpusculum (cioe l’attuale or. II)e pag. 172; l’encomio di Elena di Isocrate e a f. 242v: indicazione dell’incipit e pag. 177.

137 Il codice nella sezione originaria tardo-quattrocentesca (ff. 1-90), conserva un quadernod’appunti dell’erudito, in cui tra testi di vario genere (traduzioni, epigrammi, etc.), si trovanoquattro preziosi elenchi: una lista di desiderata di Lorenzo il Magnifico (ff. 8v-10r), una listadi manoscritti posseduti dalla libreria medicea privata prima del secondo viaggio di Lascaris(35v-43r), una serie di appunti che Lascaris prese durante le visite compiute in varie biblioteched’Italia, dell’Oriente in mano turca, e delle isole greche, gia dominio di Venezia (48v-61v, 76r-84v, piu altre note sparse nel ms.), e infine un pivnax di codici posseduti da Lascaris, probabil-mente nel 1495, prima di partire da Firenze per Parigi al seguito di Carlo VIII (66r-69v). L’edi-zione completa di questi elenchi e in K.K. MuLLER, Neue Mittheilungen uber Janos Laskarisund die Mediceische Bibliothek, «Centralblatt fur Bibliothekswesen», 1 (1884), 333-412. Sulmanoscritto v. D. SPERANZI, Per la storia della Libreria Medicea Privata. Giano Lascaris, Ser-gio Stiso di Zollino e il copista Gabriele, «Italia Medioevale e Umanistica», 48 (2007), 77-112:78-84 e passim. Sul pivnax contenuto ai ff. 66r-69v v. in particolare J. WHITTAKER, ParisinusGraecus 1962 and the Writings of Albunus, «Phoenix», 28 (1973), 320-54: 346-47. Sulla dupli-ce spedizione di Lascaris, e sulla ricostruzione dei suoi itinerari, v. S. GENTILE, Lorenzo e Gia-no Lascaris. Il fondo greco della biblioteca medicea privata, in Lorenzo Magnifico e il suomondo, a c. di G.C. GARFAGNINI, Firenze 1994, 177-94; v. anche S. PAGLIAROLI, Giano Lascarie il Ginnasio greco, «Studi medievali e umanistici», 2 (2004), 215-93.

138 MULLER, Neue Mittheilungen, 394.

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ejn toi" tou Tribolivou kurivou Dhmhtrivou 139

ejpistolai; sofwn ajndrwn diafovrwnMicah;l tou Yellou eij" th;n yucogonivan tou Plavtwno"JHfaistivwno" ejgceirivdionlexiko;n shmantiko;n twn levxewn twn devka rJhtovrwn kata; stoiceionJHrakleivtou tou Pontikou ajllhgorivai pro;" ta; peri; qewn JOmhvrw/ pepoihmevnakai; ajntirrhvsei" pro;" tou;" kat’aujtou blasfhmivsanta" (sic)Qemistivou sofistou kai; ejpavrcou lovgo" peri; twn hjtuchkovtwn eJpi; Oujavlento"tou` aujtou` ejpi; th`" eijrhvnh" Oujavlentitou` aujtou` protreptiko;" Oujalenitnianw/ nevw/tou` aujtou` uJpatiko;" pro;" to;n aujtokravtora jIobianovntou` aujtou` eij" to;n aujtokravtora Kwnstantinontou aujtou peri; tou aujtokravtoro" ejgkwmiavsanto" aujto;n pro;" th;n gerousivan h]eujcaristhvrio" aujto;n ajpodeiknu;" | to;n basileva mavlista filosofiva" metevcontajIsokravtou" JElevnh" ejgkwvmion

Nella famosa lettera inviata a Demetrio Calcondila da Costantinopoli nell’estatedel 1491, Lascaris soffermandosi a ragguagliare l’amico sui libri trovati nel suopercorso, comincia l’elenco con tre opere presenti nel codice escorialense peri-to 140:

Nun dev soi dhlwvsomen kai; oi|" sunetuvcomen biblivoi", ejx o{tou to; deuvteron ejpevbhmenth" JEllavdo" dia; th" jAkarnaniva" te kai; Qessaliva" th;n poreivan poiouvmenoi. eijsi; de;tauta: Lexiko;n shmantiko;n twn levxewn twn devka rJhtovrwn. JHrakleivtou tou Pontikouajllhgorivai pro;" ta; peri; qewn JOmhvrw/ pepoihmevna kai; ajntirrhvsei" pro;" tou;"kat’aujtou blasfhmhvsanta", ajtelev": leivpei de; ojlivgon, oi\mai. Lovgoi tou Qemistivoupleistoi. [...] 141.

L’elenco prosegue con altri autori, la maggior parte dei quali coincide con quelliadocchiati nelle biblioteche di Trivoli. La prima parte della lettera si chiude con lanotazione:

181PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

139 E questa la seconda menzione della biblioteca di Demetrio Trivoli nel taccuino di La-scaris: in quella precedente (f. 58v) ne indica espressamente il luogo, Arta in Epiro; secondoun’ipotesi di Elie Denissoff, Lascaris si riferisce a due luoghi distinti: nel primo caso descrivela visita alla biblioteca della famiglia Trivoli ad Arta, nel secondo elenca i libri che Trivoli pos-sedeva a Corfu (v. E. DENISSOFF, Maxime le grec et l’Occident, Paris-Louvain 1943, 129-31).Muller invece riteneva che anche quest secondo elenco di libri di Trivoli si riferisse alla biblio-teca di Arta (v. MULLER, Neue Mittheilungen, 362). Sulla questione v. anche D. SPERANZI, Mi-chele Trivoli, 269. Su Demetrio Trivoli v. Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, 12.Faszikel, erstellt von E. TRAPP, Wien 1994; GAMILLSCHEG - HARLFINGER, Repertorium, 1. Teil, no

103, 2. Teil no 135, 3. Teil no 169.140 Il testo dell’epistola, autografo del Lascaris (v. PONTANI, Per la biografia, 394), e tradito

in Archivio di Stato di Firenze, Archivio Mediceo Avanti il Principato, filza 93, f. 586r-v. Ulti-ma edizione in PONTANI, Per la biografia, 379-81.

141 PONTANI, Per la biografia, 380, 35-41. Nel Vat. gr. 1412 Lascaris menziona i discorsidi Temistio altre tre volte: la prima a f. 10r, r. 8 (= MULLER, 370), nella lista dei desiderata diLorenzo, Qemistivou politikoi; lovgoi lıV (cfr. Fozio, Biblioteca, cod. 74: jAnegnwvsqhQemistivou lovgoi politikoi; lıV; sulla questione del numero di discorsi «politici» a disposizionedi Fozio v. da ultimo BALLERIAUX, Prolegomenes, 26-30). A f. 48v, r.10 in una lista di bublivahjgorasmevna ejn Kerkuvra/ l’erudito annota: Kornou`to" peri; qewn JEllhnikwn lovgoi tou`Qemistivou / kai; a[lla tinav ejn toi" grammatikoi" (= MULLER, 380): su questa sezione della li-sta v. anche D.F. JACKSON, Janus Lascaris on the Island of Corfu in A.D. 1491, «Scriptorium»,

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kai; touvtwn to;n me;n Swvpatrovn ejsmen ejwnhmevnoi, twn d’a[llwn ajntivgrafa labein oujkajmelhvsomen 142.

Il Rindaceno dunque trovo un codice contenente la serie completa delle sei ora-zioni Augustales nell’ordine in cui sono tradite nei manoscritti BMW, e se ne fecetrarre almeno una copia, verosimilmente l’attuale Par. gr. 2079 143. L’antigrafo in-vece in qualche modo finı a Venezia, nella biblioteca del Mendoza: se esso e la

182 G. PASCALE

57 (2003), 137-39. Infine nel pivnax dei libri posseduti dall’umanista nel 1495, a f. 67r, r. 2,leggiamo l’indicazione lovgoi tou Qemistivou, kai; peri; twn tou lovgou schmavtwn (= MULLER,409; la precisazione kai; peri; ktl. e stata aggiunta successivamente, forse dallo stesso Lascaris,con inchiostro differente e calamo piu sottile). Nella cosiddetta «lista di Hannover», un elencodi autori che deriva da una lista preparata da Lascaris per far conoscere a Firenze le opere nuo-ve trovate nel corso dei suoi viaggi, conservata nell’attuale codice XLII 1845 della Niedersach-sische Landesbibliothek di Hannover (ff. 107r-111r), a f. 108r si legge un laconico Themistiivii: testo edito in D.F. JACKSON, A New Look at an Old Book List, «Studi Italiani di FilologiaClassica», 16 (1998), 83-108: 85; sulla lista di Hannover v. anche SPERANZI, Per la storia, 82.La biblioteca medicea possedeva un codice con almeno sei orazioni di Temistio di cui si sonoperse le tracce: nell’inventario redatto da Lascaris insieme a Bartolomeo Ciai su incarico dellaSignoria nel 1495, conservato in tre copie (Archivio di Stato di Firenze, Mediceo avanti ilPrincipato, filza 84, doc. 273, ff. 426r-441v; filza 87, doc. 60, ff. 375r-402v; filza 104, doc.13, ff. 105r-120v), si trova un «Lecapennii epistole (sic) et Themistii orationes, in papyro»: v.E. PICCOLOMINI, Ricerche intorno alle condizioni ed alle vicende della libreria medicea privata,«Archivio storico italiano», 20 (1874), 51-94: 53, r. 355; questo manoscritto doveva ancora es-sere a Firenze nel 1509, quando Fabio Vigili redasse il catalogo dei libri medicei, conservatonell’attuale Vat. Barb. lat. 3185: a f. 58v e descritto il contenuto di un voluminoso esemplareche inizia con Lacapeni Epistole, e che tramandava, tra le altre opere, un Cornuti ad filiumjEpidromh; twn kata; th;n JEllhnikh;n qewrivan paradidomevnwn, e il testo di sei orazioni di Te-mistio (nell’ordine elencato da Vigili le attuali orr. XXI, VII, X, IX, V, IV): Themistii philosophiOpera, videlicet: Basanisth;" sive Philosophus; Ad imperatorem liber, Peri; [twn] (l’articolo ri-sulta di difficile lettura, sia per la cattiva condizione del foglio, sia, a quanto sembra, per unacorrezione apportata dal copista) hjtuchkovtwn ejpi; Oujavlento"; Oujavlenti ejpi; th" eijrhvnh", idest Ad Valentem super pace; Protreptiko;" h] (sic) Oujalentinianw/ nevw/, id est Protrepticus adValentinianum iuniorem; JUpatiko;" pro;" jIobianovn, id est Consularis ad Iovianum imperato-rem. Item ad imperatorem Constantinum, videlicet eij" to;n aujtokravtora Kwnstantinon: libergrandiusculus. Se, com’e verosimile, questo manoscritto fu procurato alla libreria medicea daLascaris, le orazioni di Temistio scovate dall’erudito che riusciamo a identificare dai dati in no-stro posesso sono sette (orr. II-IV-V-VII-IX-X-XXI): il numero coincide con quanto indicato nel-la lista di Hannover, ma forse non giustifica il pleistoi della lettera a Calcondila.

142 PONTANI, Per la biografia, 380, 52-54. Sopatro e l’ultimo autore elencato nell’epistolanella sezione di testo omessa. Ho stampato il passo con la correzione apportata da Speranzi al-l’errore di lettura della Pontani, che trascrive ajmelhvsamen emendato a testo in hjmelhvsamen (v.SPERANZI, Michele Trivoli, 270, n. 49). Nel prosieguo della lettera Lascaris, tra le altre cose, co-munica al Calcondila le «scoperte» librarie deludenti di Costantinopoli, tra cui compare ancorauna volta il nome di Temistio: eu|ron kai; tou` Qemistivou ojlivgon ti kai; ajtele;" eij" th;najpodeiktikhvn (PONTANI, Per la biografia, 381, 62-63): si tratta della parafrasi temistiana agliAnalytica Posteriora di Aristotele, probabilmente corrispondente all’attuale codice Laur. 72,24, che contiene il testo in questione mutilo, e la cui inscriptio e QEMISTIOU PARAFRASISEIS THN APODEIKTIKHN: v. A.M. BANDINI, Catalogus codicum manuscriptorum Bibliothe-cae Mediceae Laurentianae, III, Firenze 1770 (rist. Lipsiae 1961), 38-39.

143 Lascaris si fece trascrivere un altro apografo ‘‘parziale’’ del codice di Trivoli, l’attualeRoyal 16.C.XVII della British Library, contenente il Lessico dei dieci oratori e Le allegorieomeriche, copiato dallo stesso Demetrio Trivoli: v. MONDRAIN, Janus Lascaris, 420; D. SPERAN-ZI, Per la storia della Libreria Medicea Privata. Il Laur. Plut. 58, 2 e Giovanni Mosco, «Me-dioevo e Rinascimento», 21 (2007), 181-215: 201-03 e n. 74. Priva di fondamenti risultal’ipotesi avanzata da Keaney secondo cui il manoscritto di Arpocrazione della biblioteca di

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fonte di tutti i recentiores, sicuramente era nella Serenissima prima del 1542 (v.supra).

Il catalogo originario dei manoscritti greci della biblioteca di Mendoza, perı insie-me alla gran parte dei suoi libri nell’incendio del 1671 144. L’autore della BibliothecaUniversalis C. Gessner pote consultarlo nel 1543, grazie ad Arnoldo Arlenio che all’e-poca svolgeva le mansioni di bibliotecario per il Mendoza (v. supra, par. 1, descrizio-ne di q): «Bibliothecam Venetiis ornatissimam habet, ac omne genus rarissimis librispraesertim graecis mire instructam: eius catalogum Arlenius, quem in contubernio suolegatus valde amanter fovet, mihi ostendit, et saepe a nobis in hoc volumine comme-moratur»145. Gessner quindi annota nella sua opera: «Themistii... Orationes ejus quodsciam, a nemine adhuc translatae sunt. Extant autem praeter superiores, sex aliae non-dum aeditae Venetiis apud Diegum Hurtadum Caesaris oratorem» 146.

Esistono invece varie copie parziali del catalogo originale: ai ff. 289-296 delms. Egerton 602 della British Library, si conserva una copia intitolata Memorial delos libros griegos de mano de la libreria del S r Don Diego Hurtado de Mendoza,edita da Graux 147; due indici di manoscritti greci del Mendoza si trovano nel Vat.lat. 3958, codice miscellaneo formato dai cataloghi di varie biblioteche (v. supra,par. 1, descrizione di Va), ai ff. 70r-73r, e ai ff. 232r-234r: il primo di essi e moltosimile al Memorial del ms. Egerton, il secondo e costituito da una lista di autori eopere che corrispondono al contenuto di 37 codici distinti 148. Possediamo inoltreuna lista dei manoscritti greci redatta da Arlenio, copiata da Jean Matal nel 1548-50 ca. a Roma e preservata nell’attuale Cambridge UL Add. MS. 565 149. Infine, uninventario dei manoscritti del Mendoza fu redatto nel 1576 all’atto del loro trasferi-mento nella biblioteca dell’Escorial, ed e contenuto nell’attuale ms. 1284 della Bi-blioteca Municipal de Besancon 150.

183PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

Trivoli portato a Firenze da Lascaris fosse l’attuale Riccardiano 12: v. J.J. KEANEY, John Lasca-ris and Harpocration, «Greek, Roman and Byzantine Studies», 23 (1982), 93-95. Si tratta diun codice miscellaneo cartaceo della meta del XV secolo, copiato in parte da Giorgio Scolario,che contiene, tra le altre opere, l’oratio V di Temistio (ff. 98v-100v), una silloge di 9 orazioniisocratee, il Lessico di Arpocrazione (ff. 116r-167r) Per quanto concerne il testo dell’or. V, lacui collocazione stemmatica discutero altrove, il Riccardiano (siglato E) e latore di un testo affi-ne al ramo b dello stemma, ma senza particolari legami con quello tradito da W. Dubbi sull’i-potesi di Keaney gia avanzati da Sosower (in J.J. KEANEY, Arpocration. Lexeis of the TenOrators, Amsterdam 1991, XV). Sul manoscritto v. P. MASSIMO PINTO, Un manoscritto di Iso-crate nella ‘‘Bibliotheca’’ di Fozio (Cap. 159), in Studi sulla tradizione del testo di Isocrate,Firenze 2003, 73-88: 86-87 (con bibliografia); S. MARTINELLI TEMPESTA, La tradizione mano-scritta del Panegirico di Isocrate, «Segno e Testo», 5 (2007), 189-90.

144 Cfr. REVILLA, Catalogo, LXXXVIII-XCI.145 C. GESSNER, Bibliotheca Universalis, sive Catalogus omnium scriptorum locupletissimus,

in tribus linguis, Latina, Graeca, et Hebraica..., Tiguri apud Christophorum FroschoverumMense Septembri, Anno M.D.XLV, 205v, s.v. «Diegus Hurtadus a Mendoza». Testo della cita-zione in GRAUX, Essai, 196, n. 2.

146 GESSNER, Bibliotheca Universalis, 608r. Le orationes superiores sono le otto edite nel1534 da Trincavelli (v. supra, par. 1) citate poco prima nell’estratto dedicato a Temistio.

147 GRAUX, Essai, 359-86.148 Nel secondo indice del codice vaticano l’unica menzione di Temistio e un vago Themi-

stii philosophi, a f. 232r. Per il primo indice, v. infra, n. 151.149 HOBSON, Renaissance, 233-43.150 La sezione relativa ai manoscritti greci e edita da de Andres in appendice all’edizione

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Il Memorial del ms. londinese e suddiviso in tre serie (opere teologiche, filosofi-che, letterarie), in ciascuna delle quali gli autori sono elencati secondo l’ ordine al-fabetico del primo autore di ogni codice, cui seguono grosso modo gli altrinell’ordine in cui si susseguono nel manoscritto; ciascuna opera poi, indipendente-mente dall’appartenenza allo stesso manoscritto, e contrassegnata da un numeroprogressivo. I nn. 278-283 della terza serie descrivono il manoscritto perduto di Te-mistio, elencato secondo l’ordine alfabetico sotto la lettera E: «278. Epistolae diver-sorum sapientium. 279. Pselli quaedam in loca Platonis et septem planetas. 280.Hephaestionis enchiridion. 281. Harpocrationis lexicon 282. Heraclidis Pontici alle-goriae Homericae 283. Themistii orationes aliquot.» 151.

Nel catalogo di Arlenio copiato da Jean Matal, al no 150 152 si legge: «Epistolaediuersorum sapientium. Pselli quaedam in loca Platonis et septem planetas. Phestio-nis (sic) Enchiridion. Aristotelis ad Alexandrum Rhetorica. Arpocrationis Lexicon.Heracliti Pontici allegoriae Homericae. Themistij orationes aliquot. Isocratis Hele-nae encomium. antiquus».

Il codice figura infine nell’inventario dei manoscritti del Mendoza redatto nel1576, nella classe dei «Philosophi Graeci Manuscripti in 4o Literis Antiquis», conil numero d’ordine «399»: «Diogenis Cynici et aliorum sapientium; item MichaelPsellus in Platonem de agone animae; item Hephaestionis enchiridion; item Aritote-

184 G. PASCALE

spagnola del volume di Graux (v. supra, n. 132): C. GRAUX, Los orıgenes del fondo griego delEscorial, edicion y traduccion por G. DE ANDRES, Madrid 1982, 520-39.

151 GRAUX (Essai, 380) accorpa nello stesso manoscritto anche l’opera successiva elencatanel Memorial: « 284. Libanii epistolae aliquot». In realta, come si puo dedurre anche dal cata-logo di Nicola della Torre, Escor. X.I.16, Libanio appartiene a un altro codice: nel catalogoescorialense infatti il codice elencato di seguito a quello di Temistio, nella categorie « Epistolein quarto» (v. supra, n. 134), comincia con le epistole di Libanio: «183. Lettres de Libanius.Le Phedre de Platon...» (MILLER, Catalogue, 345; corrispondente al no 188 del catalogo dei co-dices desaparecidos di de Andres, antica segnatura G.III.19 : v. DE ANDRES, 86-87). La posizio-ne nel Memorial si puo spiegare forse considerando che nell’ordine alfabetico – come altrove –e stata considerata la E di Epistolae: v. per esempio, nella prima serie, lettera E, no 49: «Epi-stolae Pauli, cum scholiis» (GRAUX, Essai, 364), ovvero al contrario prima serie, lettera D, no

35 «Epistolae Dionysii Areopagitae» (Ibidem, 363). In ogni caso il codice delle epistole di Li-banio – se coincide con il nº 183 del catalogo X.I.16 – non e seguito nel Memorial dalla de-scrizione delle altre opere ivi contenute: la lista prosegue con un altro manoscritto elencatosecondo l’ordine alfabetico: «285. Ex libris Epigrammata quaedam». La sequenza delle opere siritrova identica nell’inventario dei libri di Mendoza del Vat. lat. 3958, a f. 72v: qui manca ilnumero d’ordine, ma alla fine di ogni codice l’estensore del catalogo ha apposto una barrettaobliqua con due puntini, cominciando a capo la descrizione del ms. successivo. Il contenutodelle opere del codice escorialense perduto e distribuito in tre distinti codici, uno con le «Epi-stole diversorum sapientium» (= no 278 del Memorial), uno con «Pselli in quaedam loca Plato-nis et 7. Planetas» (= no 279 del Memorial), il terzo con l’Enchiridion di Efestione, il Lessicodi Arpocrazione, le orazioni di Temistio, le epistole di Libanio e gli epigrammi (= ni 281-285del Memorial).

152 HOBSON, Renaissance, 239. L’erudito frisone era collaboratore del celebre giurista spa-gnolo Antonio Agustın e fu incaricato da quest’ultimo di esplorare biblioteche pubbliche e pri-vate in cerca di manoscritti contenenti opere di diritto romano: il catalogo dei libri delMendoza riflette lo stato della biblioteca quando essa era ancora a Venezia (HOBSON, Renais-sance, 78-79 e 233). Su Matal v. anche P.A. HEUSER, Jean Matal. Humanistischer Jurist undeuropaischer Friedesdenker (um 1517-1597), Koln-Weimar-Wien, 2003; P. PETITMENGIN - L.CICCOLINI, Jean Matal et la Bibliotheque de Saint-Marc de Florence (1545), «Italia Medioevalee Umanistica», 46 (2005), 207-374, in particolare 212-17.

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lis rhetorica ad Alexandrum; item Themistii orationes aliquot; item Isocratis Hele-nae encomium liber rarus et bonus» 153.

L’ambasciatore di Carlo V invio per due volte in Oriente Nicola Sofiano, grecodi nobile famiglia corfiota, allo scopo di procurare codici: il primo di questi dueviaggi si colloca nei primi mesi del 1543; Sofiano era in ogni caso gia tornato aVenezia quando, verso la fine dello stesso anno, Gessner visito la biblioteca diMendoza e ne ricevette il catalogo da Arlenio 154. Se consideriamo, pero, che Temi-stio doveva gia essere nella biblioteca dell’ambasciatore prima del 1542, si dovraescludere che siano stati i viaggi di Sofiano a portare il Temistio a Venezia. Men-doza poteva contare inoltre sui traffici di un altro illustre corfiota, Antonio Eparco,discendente da una delle famiglie nobili piu importanti dell’isola, oltre che amico eparente dello stesso Giano Lascaris. Infine un imprecisato numero di manoscritti glifu donato da Solimano il Magnifico in cambio del rilascio di un prigioniero tur-co 155. In qualche modo il codice descritto e fatto copiare – almeno in parte – da La-scaris, giunse nel palazzo veneziano di Diego Hurtado de Mendoza, donde –tramite Arnoldo Arlenio ed Antonio Eparco 156 – diffuse in Occidente il testo dellesei orazioni 157. Del contenuto originario di esso si serba traccia in due dei mano-

185PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

153 GRAUX, Los orıgenes, 528-29. Un «Index librorum Bibliothecae Nobilissimi viri et hu-manarum literarum cognitione prediti D. Hurtado de Mendoza», trascritto dopo il rientro del-l’ambasciatore in Spagna a Salamanca nel 1555, e inserito ora nel codice miscellaneo Ambr. E60 sup. (ff. 52r - 67v): l’indice e costituito da un semplice elenco di autori e opere, e non vicompare il nome di Temistio (ringrazio Stefano Martinelli Tempesta che ha consultato per meil codice).

154 Cfr. GRAUX, Essai, 171, n. 3; HOBSON, Renaissance, 77.155 GRAUX, Essai, 174-81; HOBSON, Renaissance, 75. Della vicenda non sono chiari neanche i

termini cronologici: l’unico manoscritto ascrivibile con certezza al lotto donato dal sovrano turcoe l’attuale Escor. W.I.13, un codice dell’Antico Testamento del XII secolo, recante una sottoscri-zione che ne indica la provenienza: «inventum in scriniis Cantacuzeni et missum ab imperatoreTurcarum» (GRAUX, Essai, 177; HOBSON, Renaissance, 75; sul codice G. DE ANDRES, Catalogo delos Codices Griegos de la Real Biblioteca de El Escorial, III, Madrid 1967, 135-36).

156 Sul ruolo decisivo svolto da questi per la diffusione dei manoscritti del Sublime nelCinquecento v. MAZZUCCHI, La tradizione, 222-23.

157 Nonostante il discreto numero di esemplari gia in circolazione, nel 1559 Girolamo Don-zellini, medico e filosofo bresciano autore di una traduzione latina delle otto orazioni di Temi-stio stampate nell’Aldina del 1534 (v. supra, par. 1), nella prefazione del volume dedicata aUlrich Fugger dichiarava di conoscere solo l’esistenza di sei orazioni inedite presenti nella bi-blioteca del Mendoza, e che anni addietro (all’epoca il codice doveva gia esser in Spagna: v.supra) gli era stato negato persino il permesso di vedere il prezioso pezzo: «Sex alias orationesscripsisse fertur Themistius, quae in Dieghi Hurtadi Hispani bibliotheca lateant, nondum editae.Eas ego cum essem Venetiis summis precibus expetivi, ac omnem lapidem movi, ut illas impe-trarem. Cupiebam enim cum his coniunctas in publicum prodire: verum tanta religione fueruntadservatae, ut ne semel quidem videre illas potuerim» (G. DONZELLINI, Themistii Euphradae phi-losophi peripatetici Orationes octo elegantissimae, ac eruditione varia refertissimae, Basileaeapud Petrum Pernam, 1559; testo della citazione in SCHENKL, Beitrage, 4-5; v. anche MAISANO,La critica, 278-79). Una prima edizione dell’opera di Donzellini era stata stampata a Viennanel 1550: il volume tuttavia e a me inaccessibile, quindi non sono in grado di stabilire se re-casse il testo della prefazione con l’augurio di poter consultare l’agognato codice di Temistio.In ogni caso il desideratum del medico bresciano fu esaudito dallo stesso Fugger, che come ab-biamo visto finanzio nel 1562 l’editio princeps di Stephanus: il banchiere possedeva del restoalmeno dal 1555 nella sua biblioteca due copie delle Augustales, gli attuali codici Vat. Pal. gr.51 (s) e Vat. Pal. gr. 304 (t): v. supra, par. 1. Su Donzellini v. A. JACOBSON SCHUTTE, Donzeli-ni Girolamo, in DBI, 41, Roma 1992, 238-43.

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scritti pervenutici: il codice di Eparco, il Vat. gr. 80 (i), contiene dopo le orazionidi Temistio il De Psychogonia di Psello; nel Vat. Pal. gr. 304 (t), di seguito a Te-mistio e trascritto l’Encomio di Elena di Isocrate.

Come si e detto in altra sede 158, il codice Vat. gr. 936 (B), e un manoscrittocomposito degli inizi del XIV secolo, formato da tre sezioni codicologicamente ase stanti, ma copiate nello stesso ambiente: in particolare la prima e l’ultima sezio-ne del codice, che tramandano rispettivamente le orazioni e le epistole di Isocratefurono copiate dalla stessa mano; la seconda sezione, che contiene i discorsi di Te-mistio VII-X-IX-V-IV-II-XXVI-XXV-XXIV fu vergata da una mano simile. Il pezzo,acquistato a Costantinopoli da Cristoforo Garatone nella prima meta del XV secolo,alla morte di questi (1448) finı insieme agli altri suoi codici nella Biblioteca Vatica-na. M. Fassino ha dimostrato che nel medesimo ambiente in cui fu copiato l’Isocra-te del Vat. gr. 936 erano presenti almeno altri tre testimoni di rilievo dell’oratoreateniese e fu esercitata intensa attivita editoriale sul testo 159. Lo stesso Fassino mipermette di anticipare il risultato di ricerche ancora inedite: il testo dell’Encomio diElena tradito dal Vat. Pal. gr. 304 (il nostro t) discende dal Vat. gr. 936 tramite unanello intermedio perduto. Dunque, se la nostra ricostruzione e corretta, e se il Vat.Pal. gr. 304 e una copia parziale del codice di Mendoza (in cui di seguito a Temi-stio vi era l’Encomio di Elena) 160, possiamo stabilire come terminus post quem peril manoscritto un tempo all’Escorial, il primo quarto del XIV secolo. Per le primecinque orazioni Augustales i recentiores sono latori di un testo affine a quello di B

186 G. PASCALE

158 PASCALE, Ricerche, 367-69.159 M. FASSINO, Nuove acquisizioni sui rapporti stemmatici tra alcuni codici di Isocrate, in

I. ANDORLINI - P. PRUNETI et al., Studi sulla tradizione del testo di Isocrate, Firenze 2003, 151-200: 182-83.

160 A giudicare dalle informazioni fornite dal catalogo di de Andres e verosimile che il ma-noscritto escorialense avesse subito la perdita di due o tre fogli finali successivamente alla co-pia del Vat. Pal. gr. 304: l’incipit dell’Encomio di Elena infatti era a f. 177r, mentre a f. 179ve segnalato l’inizio dei Characteres septem planetarum (v. supra); come mi suggerisce MarcoFassino si puo ipotizzare che quest’ultima opera non sia un testo, ma i segni astrologici deipianeti aggiunti, forse a margine, nel f. 179v da una mano piu tarda, ispirati probabilmente da-gli hexametra aliquot de septem planetis presenti a f. 18v: in tal caso avremmo a disposizioneal massimo tre fogli interi per il testo dell’orazione di Isocrate. Anche ipotizzando un infitti-mento delle linee di scrittura lo spazio non sarebbe stato sufficiente a contenere l’intero discor-so del retore ateniese, tenuto conto che, secondo i conteggi di Fassino, esso consta di circa20585 caratteri, poco piu della lunghezza dell’oratio IV di Temistio (circa 20060 caratteri), chenel codice occupava almeno 5 fogli (ff. 167r-171v o 172r). L’attuale fisionomia del Vat. Pal.gr. 304, nel quale il testo di Isocrate e mutilo, e dovuta a un guasto meccanico – la caduta delfascicolo finale – e percio non ci consente di inferire nulla circa lo stato dell’antigrafo (v. su-pra, par. 1, descrizione di t). In ogni caso anche la porzione di testo ivi contenuta (paragrafi 1-53), e troppo estesa (circa 15668 caratteri) per poter essere stata trascritta in soli tre fogli: e su-periore – per esempio – al testo dell’ oratio IX di Temistio (circa 12165 caratteri) che nel codi-ce occupava circa tre fogli e mezzo (f. 161r-164r o 164v). Del resto nessuno dei cataloghidella biblioteca del Mendoza, almeno quelli a me noti, specifica che il testo dell’Encomio diElena fosse mutilo, ne menziona la presenza dei Characteres septem planetarum di seguito al-l’opera di Isocrate. Non sono tuttavia in grado di stabilire quale sia il primo catalogo in cui l’o-pera viene citata: non mi sembra che essa figuri nell’Ambr. Q 114 sup., uno degli inventariredatti da Colville nel XVII secolo (v. supra, n. 134), per quanto v’e da dire che si tratta di unindice fitto, denso di revisioni, aggiunte posteriori dello stesso Colville e note marginali, e nonposso escludere che l’indicazione sia presente da qualche parte non elencata alfabeticamente.

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(Vat. gr. 936), sistematicamente contaminato con un manoscritto affine al ramo a;probabilmente, nel medesimo ambiente in cui si prestavano particolari cure editoria-li al testo delle orazioni di Isocrate, identica attenzione veniva riservata al testo diTemistio, anche in questo caso favorita dalla disponibilita di un elevato numero ditestimoni: quivi era presente il modello da cui era stato tratto il testo di B, o un ma-noscritto affine, e un codice appartenente al ramo a.

Come andro a mostrare in altra sede il testo degli escerti delle orr. VII-X-IX tra-diti, in quest’ordine, ai ff. 62v-63v del celebre codice autografo di Niceforo Grego-ra, Heidelberg, Universitatsbibliothek, Pal. gr. 129 (K) e affine al ramo b dellostemma: si puo avanzare l’ipotesi, che mi propongo di verificare, che l’origine dellaredazione di W vada cercata nell’ambiente della biblioteca di Chora 161.

Stemma Codicum W

g o y q s z h i

l

t

Steph.

Va

f

W

z h

h1

z1

W1

187PER LA TRADIZIONE DI TEMISTIO

161 Si aggiunga che il Vat. gr. 936 e l’unico codice noto, oltre il Vat. Pal. gr. 304 e il co-dice perduto dell’Escorial, in cui sono presenti sia le sei orazioni Augustales di Temistio chel’Encomio di Elena di Isocrate. Nel quaderno di appunti di Niceforo Gregora di seguito agliescerti di Temistio (in cui oltre alle tre orazioni Augustales sono trascritte pericopi tratte dalleorr. VIII-XXXII-XVI), a f. 64r l’erudito ricopio estratti dalle orazioni di Isocrate, a cominciaredall’Encomio di Elena.

Page 46: W)...sulta evidente anche dall’apparato di Downey, ed e` confermato dalla collazione par-ziale dei testimoni da me effettuata. Prima di passare alla descrizione dei codici, ristampo

Tav I - PARIS, Bibl. Nationale de France. 1. Par. gr. 2079, f. 41r. Temistio, Or. IV, sec.XV ex., con nota marginale di Giano Lascaris. 2. Par. gr. 1653, f. 124r. Temistio,Or. IV (incipit), sec. XVI. Per gentile concessione della BNF.

188 G. PASCALE

Page 47: W)...sulta evidente anche dall’apparato di Downey, ed e` confermato dalla collazione par-ziale dei testimoni da me effettuata. Prima di passare alla descrizione dei codici, ristampo

189

PERLA

TRADIZIO

NEDITEMISTIO

Tav. II - LONDON, British Library, Harley 5645, f. 44r. Temistio, Or. IV, sec. XVI med., scriba sigma connota marginale di Arnoldo Arlenio. # The British Library Board.


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