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Analisi del contesto figurativo: gli antropomorfi e i soggetti minori, in A. Marretta & S. Solano...

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PAGINE di PIETRA 2014
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PAG I N E d i P I E T R A

2014

PA G I N E d i P I E T R AsCRIT TURA E IMMAGINI a BERZO DEMO fra età del ferro e romanizzazione

Alberto Marretta Serena Solano

pagine di pietraScrittura e immagini a Berzo Demo fra età del Ferro e romanizzazione

Alberto Marretta, Serena Solano

con contributi diWalter Belotti, Federica Badino, Guerino Benaglio, Carlo Cominelli, Marta Donegana, Angelo Giorgi, Franco Magri, Pier Paolo Merlin, Alessandro Morandi, Raffaella Poggiani Keller, Ausilio Priuli, Cesare Ravazzi

fotografieAlfredo Barbieri, Giorgio Bardelli, Angelo Giorgi, Alberto Marretta, Ausilio Priuli, Basilio Rodella, Serena SolanoLuciano Caldera, Luigi Monopoli (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia)Archivio Musei Civici di Arte e Storia di Brescia

indagini archeologiche e ricognizioneFranco Magri, Alberto Marretta, Serena Solano

restauroAntonella Sechi

rilieviAlberto Marretta, Serena Solanocon la collaborazione diDiego Abenante, Giorgio Bardelli, Chiara Carletti, Carlo Cominelli, Bruno Corzino, Salvatore Lentini, Mauro Monella, Tino Pacchieni, Barbara Villa

impaginazione e graficaAlberto Marretta

grafica di copertinaAlfredo Barbieri

redazioneLucia Mordeglia

Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di PonteQUADERNI. 4© 2014 – Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Tutti i diritti riservati.Finito di stampare nel mese di Aprile 2014 presso Tipografia Camuna (Breno).

Il presente volume è stato realizzato con il contributo del Comune di Berzo Demo e del Parco dell’Adamello.

L’intervento di documentazione, studio e valorizzazione è stato realizzato grazie a:– Progetto 2004 Valorizzazione del Sito Unesco n. 94 “Arte rupestre della Valle Camonica”, promosso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.– Progetto per la realizzazione del Percorso Pluritematico dal titolo “Recupero di emergenze ambientali e storico culturali nell’area di Lòa in Comune di Berzo Demo” (DocUP Obiettivo 2 (2000-2006) Bando 2005 Misura 3.1 – Valorizzazione e Fruibilità Sostenibili delle Aree Protette/Linea di intervento n. 6. Recupero di tracciati preesistenti di interesse naturali-stico e di percorsi escursionistici), promosso dal Parco dell’Adamello.

Arte rupestredella Valle Camonica

Sito Unesco n. 94Comune di Berzo Demo

Ai piccoli Arianna, Lorenzo e Giuliaperchè non smettano mai di stupirsi.

7

SOMMARIO

Presentazione ................................................................................................................................................. 15

Il progetto di studio e valorizzazione dell’area di Berzo Demo-Loa nell’ambito del Sito Unesco n. 94 “Arte rupestre della Valle Camonica”Raffaella Poggiani Keller ................................................................................................................................ 19

Parte I – Inquadramento generaleIl territorioSerena Solano ................................................................................................................................................. 29

La Valcamonica fra seconda età del Ferro e romanizzazione: i dati archeologiciSerena Solano ................................................................................................................................................. 33

Ritrovamenti archeologici nel territorio di Berzo DemoSerena Solano ................................................................................................................................................. 41

L’arte rupestre della Valcamonica nell’età del FerroAlberto Marretta ............................................................................................................................................ 47

Parte II – Il complesso istoriatoLe prime ricerche nell’areaAusilio Priuli .................................................................................................................................................. 59

Le campagne di ricerca 2004–2008Alberto Marretta & Serena Solano ............................................................................................................... 65

Ricerche di superficie e verifiche stratigrafiche in località Loa-Berzo DemoFranco Magri † ............................................................................................................................................... 71

Tecniche di realizzazione delle figure e metodi di documentazioneAlberto Marretta ............................................................................................................................................ 75

Catalogo delle rocce istoriateAlberto Marretta ........................................................................................................................................... 81

Analisi del contesto figurativo: le lanceAlberto Marretta ............................................................................................................................................ 95

Analisi del contesto figurativo: gli antropomorfi e i soggetti minoriAlberto Marretta .......................................................................................................................................... 111

Analisi del contesto figurativo:il fodero di coltello tipo IntrobioSerena Solano ............................................................................................................................................... 117

8

Parte III – Le epigrafiMetodologia di documentazione e analisi delle iscrizioni di Berzo Demo: verso il corpus delle iscri-zioni camuneSerena Solano ........................................................................................................................................... 125

Corpus delle iscrizioniAlberto Marretta & Serena Solano ......................................................................................................... 131

Osservazioni al corpus delle iscrizioni di Berzo Demo-LoaAlberto Marretta & Serena Solano ......................................................................................................... 181

Le iscrizioni di Dos del Curù di CevoAlessandro Morandi ................................................................................................................................. 189

Osservazioni sul masso di Cevo-Dos del Curù 2007 con iscrizioni camune e latine Serena Solano ........................................................................................................................................... 195

Le iscrizioni di Berzo Demo nel quadro dell’epigrafia preromana della Valcamonica: il contesto archeologico e territorialeSerena Solano ........................................................................................................................................... 199

Parte IV – ConclusioniIpotesi d’uso sul contesto e nuove prospettive di ricercaAlberto Marretta & Serena Solano ......................................................................................................... 215

Appendici – Il contesto storico e ambientalePoggio La Croce-Pian della Regina (media Valcamonica): inquadramento geomorfologico e storia paleoambientaleCesare Ravazzi, Federica Badino, Marta Donegana .............................................................................. 225

Le tracce della Grande Guerra tra il Dos de l’Ora e il Poggio della CroceWalter Belotti ........................................................................................................................................... 231

Un territorio nell’immaginario orale e nella tradizioneAngelo Giorgi, Pier Paolo Merlin, Carlo Cominelli ................................................................................ 235

La valorizzazione del percorso pluritematico di Berzo Demo-Loa nell’ambito dei progetti del Parco dell’AdamelloGuerino Benaglio ..................................................................................................................................... 255

Bibliografia .............................................................................................................................................. 259

Tavole

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Gli antropomorfi a polissoirNell’angolo nord-occidentale della R. 1, in posi-zione marginale rispetto all 'insieme figurato principale che si concentra nell'insellatura centrale, si notano tre figure umane armate realizzate con la stessa tecnica delle lance e delle iscrizioni (Fig. 1). Si tratta di una scena che non ha confronti strin-genti nell’arte rupestre camuna, da cui si discosta soprattutto per l’esecuzione a polissoir e per l’ele-gante resa dei dettagli anatomici, in particolare delle gambe.

L’intera scena è circondata da lance (cuspidi e fusto) che intersecano in alcuni punti i solchi delle figure. I rapporti di sovrapposizione, non molto chiari, sembrano indicare una posteriorità delle figure umane alle lance, anche se appare evidente la sostanziale vicinanza cronologica di tutte le raf-figurazioni, tanto più che una delle figure umane brandisce una lancia del tutto simile a quelle incise sull’intera superficie.

La figura più completa si trova a sinistra. Armato di lancia e scudo di forma ogivale l’an-tropomorfo indossa un copricapo con raggi o

“piumaggio” (elmo?). Il cattivo stato di conserva-zione della superficie non consente di sciogliere il dubbio sulla presenza di picchiettature anche sul capo, in maniera analoga a quanto invece accade per il torso della figura. Di fronte ad essa si trova una seconda figura umana oggi molto lacunosa.1 Si

1 Il rilievo proposto da Priuli appare più completo di quanto oggi non appaia. Cfr. Priuli 1991.

riconosce bene la sagoma generale del corpo ed un braccio reso “a giro” mentre brandisce uno scudo identico al precedente di fronte a sé. L’altro braccio è volto verso l’alto ma non è visibile nessuna arma di offesa. La testa è mancante o perduta. La terza figura, posta a destra delle precedenti e rivolta verso di essi, è fortemente lacunosa: i piedi sono incompleti, le braccia risultano appena accen-nate (possibile la presenza di uno scudo portato anch’esso frontalmente), la testa è anche in questo caso mancante.

Le prime due figure sono parzialmente sovrap-poste da picchiettature, in analogia con quanto accade anche per alcune cuspidi di lancia nella porzione centrale e, soprattutto, per le figure antro-pomorfe picchiettate del settore inferiore, che si sovrappongono alle figure graffite e a polissoir. Nel caso dei guerrieri esaminati non è chiaro se si tratti di un’operazione praticamente coeva volta a completare le figure o di un gesto di natura rituale messo in atto in una fase successiva.2

La datazione di queste figure appare piuttosto problematica, in parte anche a causa dell’incom-pletezza delle figure a destra. La resa dell’anatomia in forma naturalistica, anche se con una certa rigi-dità generale della postura, farebbe propendere alle fasi centrali dell’età del Ferro.3 D’altro canto la

2 Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso ancora non sistematicamente indagato. Per alcune considerazioni pre-liminari sulla possibile natura rituale del gesto si veda Marretta 2007.

3 Per la seriazione cronologica dell’arte rupestre camuna

Analisi del contesto figurativo: gli antropomorfi e i soggetti minori

Alberto Marretta

112

20 cm

Figura 1. Loa R. 1 Sett. A. Guerrieri a polissoir associati a lance.

genericità dello scudo, come noto un elemento non diagnostico per quanto riguarda le raffigurazioni di età del Ferro, unito alla posizione stratigrafica sulla superficie (posteriorità rispetto alle lance a polissoir) e alla tipologia delle lancia impugnata dal guerriero a sinistra lasciano aperto un range cronologico più ampio, che con prudenza si può collocare fra V-IV secolo a.C. e I secolo a.C.

Gli antropomorfi a picchiettaturaCome già evidenziato l’insieme figurato di Berzo Demo si caratterizzava fino a pochi anni fa per la quasi esclusività dell’uso del graffito/polissoir, con poche figure picchiettate individuate soltanto sulla R. 1. Le figure umane picchiettate ripropongono un tema classico dell’arte rupestre della Valcamonica Centrale e confermano la parziale condivisione della medesima tradizione istoriativa anche nella zona di Berzo Demo.

Si evidenziano altresì alcune peculiarità degli antropomorfi di Loa (Fig. 4): assenza delle armi, posture simmetriche dei duellanti con braccia piegate all’altezza del gomito e portate l’una fron-talmente verso l’alto e l’altra posteriormente verso

vedi da ultimo De Marinis, Fossati 2012, con bibliogra-fia precedente.

il basso, gambe rigide e piedi orientati, struttura generale dei corpi assai schematica e nello stesso tempo variabile per proporzioni. Interessante in questo senso una coppia che mostra una figura umana con corpo “a bastoncino” di fronte ad un antropomorfo più tozzo le cui parti corporee sono rappresentate con maggiore volumetria per mezzo di aree picchiettate più larghe.

Sulla R. 3 sono emerse durante le campagne di ricerca circa una ventina di figure umane realiz-zate con la tecnica della picchiettatura, alcune delle quali danneggiate dalle sfaldature ma comunque ancora ben leggibili. Si tratta di antropomorfi non armati eseguiti a piena campitura e disposti generalmente a coppie in forme duellanti, con un braccio teso in avanti e/o piegato verso l’alto e l’altro braccio volto all’indietro e piegato verso il basso. Le gambe sono tendenzialmente rigide, con i piedi orientati che indicano la direzione comples-siva della figura. Non vi sono indicazioni del sesso e nemmeno compaiono gli elementi tipici della panoplia del guerriero, quali l’elmo, lo scudo o le armi di offesa.

In via ipotetica gli antropomorfi di Loa potreb-bero essere interpretati come coppie di pugili/lottatori, essendo comparabili molto da vicino ad analoghe figure note dall’area capontina. Par-ticolari somiglianze si notano soprattutto con raffigurazioni presenti sulla R. 16 di Bedolina

Parte II

113

(Capo di Ponte), associate anche queste ultime ad una nota iscrizione preromana (Fig. 5).4 Il tema della coppia di lottatori, benchè più raro rispetto ai duellanti armati, si ritrova in altre aree della Valcamonica, fra cui per es. Foppe di Nadro R. 6 e Seradina II R. 19. Le figure della R. 3 sono stilisti-camente compatibili con quelle già messe in luce sulla R. 1 e riprendono in maniera analoga il tema dello scontro a coppie e senza armi, senza però la stretta associazioni con le lance schematiche.5

Di notevole importanza appare l’insieme di sette figure posto all’estremità superiore della superficie (Fig. 2). I personaggi, assai ben conservati, pur pre-sentando in cinque casi la stessa postura di braccia e gambe vista in precedenza, non si dispongono a coppie duellanti, ma sembrano costituire una scena a sé di difficile interpretazione. In particolare quattro figure sul lato sinistro—con una quinta incompleta leggermente più distante—paiono diri-gersi verso due figure umane ad arti simmetrici e a “V” di tipo orante disposte l’una sopra l’altra all’estrema destra. Indubbia appare in ogni caso la volontà di coprire con le figure umane alcune iscrizioni a polissoir preesistenti, come poco sopra avviene anche per una seconda iscrizione, oblite-rata in maniera precisa e sistematica su ogni singolo grafema da grumi di profondi colpi (gesto rituale?

4 Mancini 1980, Prosdocimi 1965.

5 Va però detto che le enormi lacune superficiali della R. 3 lasciano molti interrogativi sulla consistenza dell’icono-grafia originale, di certo più ricca rispetto a quanto oggi osservabile.

Figura 2. Loa R. 3. Pannello con figure umane picchiettate sovrapposte a iscrizioni e cuspidi di lancia a linea di contorno.

Figura 3. Loa R. 3. Figura umana strettamente associata all’i-scrizione BDLoa061.

Analisi del contesto figurativo: gli antropomorfi

damnatio memoriae?). Le due cuspidi di lancia a linea di contorno si trovano in questo pannello e sono anch’esse sottoposte alle figure picchiettate.

Il tema della coppia di lottatori/pugili trova un certa diffusione, per quanto riguarda l’area alpina, soprattutto nell’Arte delle Situle6 (Fig. 6) e in alcuni bronzetti votivi da Landeck,7 ma rimane tema vivo fino alla piena romanità (Fig. 7), un fatto che potrebbe rafforzare l’ipotesi che a Loa si sia di fronte ad adattardamenti/riprese di temi tra-dizionali nelle fasi finali dell’età del Ferro, se non addirittura nel corso del primo periodo romano.

Considerazioni cronologicheIl dato nuovo dell’abbondanza di figure a pic-chiettatura e della sovrapposizione o coerente associazione di queste ultime alle iscrizioni (Fig. 2, 3) ripropone oggi in maniera problematica la questione della sequenza stilistico-cronologica dell’arte rupestre camuna dell’età del Ferro con-

6 Lucke, Frey 1962.

7 Kossack 2002, p. 315.

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solidatasi nel corso del tempo.8 Sulla R. 3, pur con leggere differenze fra le singole figure, sembra infatti osservabile un’unica fase cronologica rea-lizzata a picchiettatura. Le figure sono in più punti e molto chiaramente sovrapposte ad alcune delle iscrizioni sopra illustrate (terminus post quem) e quindi devono essere al più coeve o posteriori a queste ultime (Fig. 2). Il medesimo fenomeno, per la verità appare già, ma con meno evidenza, sulla R. 1, dove le picchiettature, non sempre a carattere figurativo, costituiscono la fase più tarda e coprono anche alcune cuspidi di lancia romboidali e i corpi dei tre guerrieri a polissoir (Fig. 4).

Un’annotazione merita anche la varietà stili-stica mostrata dagli antropomorfi picchiettati di Loa, e in particolare la coppia meglio conservata nel sett. A della R. 1. Se infatti il metodo stilistico, abbinato allo studio delle sovrapposizioni e al confronto archeologico con manufatti reali, costi-tuisce ancora oggi il caposaldo per la datazione dell’arte rupestre,9 non si può non notare qui la sostanziale differenza con cui sono realizzate due

8 Anati 1963, 1975, 2004; De Marinis 1992b; Fossati 2000.

9 Vedi da ultimo De Marinis, Fossati 2012, p. 33. Anche secondo gli autori un punto problematico è lo scarto sti-listico, non sempre facilmente rilevabile, fra figure di fase IV-2 e figure di fase IV-4 (ibid. p. 22), periodo quest’ultimo il cui limite cronologico inferiore non viene comunque abbassato oltre il III secolo a.C. (ibid. p. 34).

figure chiaramente associate e in fase fra loro (Fig. 4 a destra). La figura a destra mostra infatti caratteristiche affini a quelle presenti anche sulla R. 3, e cioè proporzioni tozze e corpo quadrato/rettangolare, mentre la figura di sinistra presenta la classica struttura geometrico-lineare tradizio-nalmente attribuita alle fasi iniziali dell’età del Ferro. Anche se il criterio stilistico non va certo applicato in forma troppo rigida, pare interessante sottolineare a Loa la coesistenza di stili differenti in fase tra loro, un fenomeno probabilmente più diffuso di quanto ritenuto fino a oggi e suscettibile di importanti rivalutazioni per tutta la cronologia del periodo.10

In coerenza con la datazione alla Tarda età del Ferro del complesso epigrafico graffito,11 rafforzata nel caso di Loa dalla presenza della raffigurazione di un coltello tipo Introbio entro fodero,12 e consi-derata la differente tecnica di esecuzione, è quindi lecito collocare l’insieme picchiettato in un periodo probabilmente più tardo, forse già a ridosso della presenza romana in Valle. Questa proposta di data-

10 Cfr. ancora De Marinis, Fossati 2012, p. 22 per una prima “apertura” al fatto che lo stesso stile possa comparire in fasi cronologiche distinte, lasciando quindi intendere che in assenza di sicuri elementi datanti (quasi sempre armi) o sovrapposizioni probanti il solo stile con cui è realizzata una figura non è indicatore cronologico sicuro.

11 Vedi Parte III in questo volume.

12 Cfr. Solano in questo volume.

Figura 4. Loa R. 1 Sett. A. Antropomorfi/pugili realizzati a picchiettatura sovrapposti a lance a polissoir.

Parte II

115

zione colloca dunque in una fase molto avanzata uno stile figurativo che, sulla base delle sequenze cronologiche attuali, è generalmente ricondotto alle fasi antiche e/o al più medio-iniziali dell’età del Ferro, cioè fra il VII e il VI secolo a.C. circa.13

Sulla base di questi nuovi importanti dati pare dunque necessario avviare una sistematica rifles-sione sulla seriazione stilistico-cronologica dell’età

13 De Marinis, Fossati 2012, p. 34.

Figura 5. Bedolina R. 16. Insieme con coppie di pugili, guer-rieri e un’iscrizione in alfabeto preromano. Si noti in basso la raffigurazione di un cornu d’epoca romana (ril. am).

del Ferro finora ricostruita, alla cui ricostruzione devono comunque ancora contribuire le edizioni analitiche di cruciali complessi istoriati, fra i quali si segnalano senza dubbio Naquane, Foppe di Nadro e Seradina,14 due siti chiave dell’arte rupestre camuna ancora oggi purtroppo sostan-zialmente inediti.

Le capanne a polissoirLa capanna, con i due esemplari più piccoli, della R. 2 rappresenta a oggi in Valcamonica il caso più set-tentrionale di questa categoria di figure, per altro assai comune nelle zone centrali della Valcamo-nica Centrale (Fig. 8). La struttura della capanna maggiore, come anche in forma più semplificata le due minori affiancate, ricorda le classiche capanne graffite della zona capontina, in particolare nel tetto triangolare e nella serie di correnti che spun-tano oltre la linea di demarcazione del tetto. La tipologia cosiddetta “bipartita”, cioè priva del corpo centrale e quindi composta unicamente da base e tetto, secondo la classificazione di E. Savardi è comunque sporadicamente rappresentata anche nelle zone ove tale soggetto è più frequente.15

14 Per quest’area un progetto di documentazione integrale avviato in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia potrà forse contribuire in tempi brevi a colmare alcuni vuoti.

15 Si vedano per questo tema i recenti contributi in Savardi 2005, 2007.

Analisi del contesto figurativo: gli antropomorfi

Figura 6. Situla Arnoaldi, Bologna, V secolo a.C. Scontro pugilistico con caestus. Fra i due contendenti il premio costi-tuito da un elmo (dis. N. Forchini).

116

Sulla R. 3 sono forse visibili i culmini del tetto di altre due capanne simili, anche se la fram-mentarietà della superficie non consente ulteriori precisazioni.

Temi minoriFra i temi solo sporadicamente rappresentati è utile ricordare un’impronta di piede incompleta, uno zoomorfo fantastico e i numerosi cerchi a com-passo del settore B della R. 1 (in alcuni casi con picchiettature interne). Si tratta di elementi che rimandano ancora una volta ai complessi della zona capontina, di cui Loa sembra oggi rappresen-tare la propaggine più settentrionale.

L’impronta di piede/calzare, incompleta, è posta alla base del settore A della R. 1, rivolta in direzione Sud-Ovest, cioè più o meno nello stesso senso della maggior parte delle lance. Difficile naturalmente ipotizzarne la funzione in relazione alla totalità delle figure presenti, anche se il gene-rale valore iniziatico attribuito al segno16 e il suo

16 Fossati 1997, Gavaldo 2012.

10 cm

chiaro abbinamento alle iscrizioni sulla R. 50 di Naquane, la superficie più ricca di iscrizioni della zona capontina, apre suggestive possibilità in rela-zione all’interpretazione generale del sito.

Poco si può dire sullo zoomorfo fantastico abbi-nato a due iscrizioni nella porzione meridionale della R. 3 (Fig. 9). Si tratta di una minuscola figura sottilmente graffita rappresentante una sorta di animale con lungo collo, fauci aperte, corpo arro-tondato e evidenziazione di una corta zampa anteriore e di una posteriore. La figura è sostan-zialmente indatabile e si discosta dalle classiche raffigurazioni di animali della zona capontina, che mostrano sempre le quattro zampe in visione prospettica disambiguante, mentre mostra qualche analogia con le scelte stilistiche delle raffigurazioni animali presenti a Piancogno.17

17 Priuli 1993.

Figura 7. Ara funeraria con bassorilievo da Bagnolo Mella (bs), I-II secolo d.C. (Archivio Musei Civici di Arte e Storia di Brescia).

Figura 8. Loa R. 2. Capanne e raffigurazione di lancia.

Figura 9. Loa R. 3. Zoomorfo fantastico associato a iscrizioni preromane.


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