+ All Categories
Home > Documents > CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-400 a.C.) Corpus

CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-400 a.C.) Corpus

Date post: 04-Dec-2023
Category:
Upload: independent
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
26
33 CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-400 a.C.) Alberto Campana UBICAZIONE E CENNI STORICI I Campani (indicati da iscrizioni con lettere greche o osche Kampa- nos, Kampanon, Kappanos) erano popolazioni di stirpe sannitica, che erano scese dall’Appennino centro-meridionale verso la fertile pianura campana fin dall’età del ferro (1) . Solo verso la fine del V secolo a.C. iniziarono ad avere una coscienza etnica, quando si riunirono in una lega contro i dominatori etru- schi e greci (2) . Diodoro Siculo, infatti, testimonia che nel 438 a.C. “in Italia si formò il popolo dei Campani e prese questo nome dalla fertilità della pianura circo- stante” (3) . Nel 423 a.C., dopo un periodo di convivenza con gli Etruschi, occupa- rono la città di Volturno, che da allora prese il nome di Capua (4) . Due anni do- po, i Campani conquistarono anche l’antica e orgogliosa città greca di Cuma (5) . L’occupazione della Campania da parte delle genti di stirpe sannitica (Campani, Hyrietes, Fenserni, Fistelii, Allifae) era ormai completa e solo Nea- polis restava in mano greca e ospitò esuli oligarchi cumani che erano stati espulsi dai Campani (6) . Anche se mancano chiare fonti storiche, dati numi- smatici suggeriscono che Neapolis riuscì poco dopo ad assorbire anche non pochi elementi sannitici, esponenti delle plebi rurali, senza soccombere al con- flitto. Questi ultimi assunsero la cittadinanza napoletana e ricoprirono impor- tanti ruoli nelle magistrature cittadine, in tale modo favorendo la saldatura tra l’antica città marinara e il circostante territorio agricolo. (1) Per maggiori dettagli storici su questa popolazione, si rimanda a L. Cerchiai, I Campani, Milano 1995. (2) Nelle antiche fonti storiche esiste una ricorrente confusione tra i Sanniti stanziati sui monti del Sannio ed i Campani della pianura, che è dovuta al fatto che essi appartenevano allo stesso ceppo e parlavano la stessa lingua. Tuttavia i due popoli vanno distinti “per dislocazione, per economia e per cultura” (B. D’Agostino, in: Popoli e Civiltà dell’Italia antica, vol. II, 1974, p. 192 e segg.). (3) Diodoro XII, 31, 2. (4) Tito Livio IV, 37, 1-2. (5) Tito Livio V, 44, 12; Diodoro XII, 76, 4; Strabone V, 4, 4. (6) Dionigi D’Alicarnasso XV, 6, 3.
Transcript

33

CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-400 a.C.)

Alberto Campana

UBICAZIONE E CENNI STORICI

I Campani (indicati da iscrizioni con lettere greche o osche Kampa-nos, Kampanon, Kappanos) erano popolazioni di stirpe sannitica, che erano scese dall’Appennino centro-meridionale verso la fertile pianura campana fin dall’età del ferro(1). Solo verso la fine del V secolo a.C. iniziarono ad avere una coscienza etnica, quando si riunirono in una lega contro i dominatori etru-schi e greci(2). Diodoro Siculo, infatti, testimonia che nel 438 a.C. “in Italia si formò il popolo dei Campani e prese questo nome dalla fertilità della pianura circo-stante”(3). Nel 423 a.C., dopo un periodo di convivenza con gli Etruschi, occupa-rono la città di Volturno, che da allora prese il nome di Capua(4). Due anni do-po, i Campani conquistarono anche l’antica e orgogliosa città greca di Cuma(5). L’occupazione della Campania da parte delle genti di stirpe sannitica (Campani, Hyrietes, Fenserni, Fistelii, Allifae) era ormai completa e solo Nea-polis restava in mano greca e ospitò esuli oligarchi cumani che erano stati espulsi dai Campani(6). Anche se mancano chiare fonti storiche, dati numi-smatici suggeriscono che Neapolis riuscì poco dopo ad assorbire anche non pochi elementi sannitici, esponenti delle plebi rurali, senza soccombere al con-flitto. Questi ultimi assunsero la cittadinanza napoletana e ricoprirono impor-tanti ruoli nelle magistrature cittadine, in tale modo favorendo la saldatura tra l’antica città marinara e il circostante territorio agricolo. (1) Per maggiori dettagli storici su questa popolazione, si rimanda a L. Cerchiai, I Campani, Milano 1995. (2) Nelle antiche fonti storiche esiste una ricorrente confusione tra i Sanniti stanziati sui monti del Sannio ed i Campani della pianura, che è dovuta al fatto che essi appartenevano allo stesso ceppo e parlavano la stessa lingua. Tuttavia i due popoli vanno distinti “per dislocazione, per economia e per cultura” (B. D’Agostino, in: Popoli e Civiltà dell’Italia antica, vol. II, 1974, p. 192 e segg.). (3) Diodoro XII, 31, 2. (4) Tito Livio IV, 37, 1-2. (5) Tito Livio V, 44, 12; Diodoro XII, 76, 4; Strabone V, 4, 4. (6) Dionigi D’Alicarnasso XV, 6, 3.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

34

Nel 343 a.C., all’insorgere del conflitto tra Roma e i Sanniti del San-nio, i Campani, stanchi delle loro scorrerie nelle pianure campane, non esita-rono a schierarsi al fianco dei Romani e quindi contro genti della stessa stir-pe, temendone l’ingerenza nel dominio della pianura(7). Da allora i destini dei Campani e della loro città Capua si intreccia-rono con quelli di Roma.

MONETAZIONE Le emissioni a nome dei Campani consistono in pochi didrammi d’ ar-gento in un arco di tempo che va dal 415 al 400 a.C. circa. Grazie al fondamentale studio di Rutter(8), è possibile identificare al-meno 2 gruppi di didrammi: il primo, con testa femminile a destra; il secondo, con testa di Atena a destra, con elmo attico crestato e laureato. In questa sede viene analizzato anche un altro gruppo di rari didrammi, di epoca più tarda e di stile molto scadente, con peso ridotto, normalmente attribuito ad Hyria. Grazie allo studio di Rutter è possibile constatare che negli anni suc-cessivi alla conquista di Cuma si ebbe un consistente aumento della produ-zione delle monete a nome di Cuma e di Neapolis, che prima erano le uniche zecche in attività in Campania. A queste si aggiunsero monete a nome dei nuovi abitanti delle comunità campane, che dal contatto con le città greche appresero l’uso della moneta. Dall’accurata analisi dei conii utilizzati in tale produzione monetaria, che presenta anche diversi incroci dei conii di varie comunità campane, Rutter ha suggerito che queste comunità avessero com-missionato le loro monete ad un’unica zecca, identificata con Neapolis. Neapolis quindi svolse il compito di produrre le monete per le popola-zioni campane a cui non era familiare la tecnica monetaria. Restano ancora poco chiare le reali ragioni per tale accentramento della produzione monetaria campana a Neapolis, oltre a una semplice commissione dovuta alla riconosciu-ta perizia tecnica dei tecnici monetari neapolitani. Secondo il Rutter il princi-pale fattore per il predominio monetario di Neapolis andrebbe collegato al suo ruolo quale principale centro di reclutamento di milizie mercenarie, presuppo-nendo che tale polis abbia coniato per conto delle comunità interessate il metal-lo necessario alla paga militare, distribuendo il bottino in parti proporzionali(9). (7) J. Heurgon, Recherches sur l’histoire, la religione et la civilisation de Capoue préromaine dès origines à la deuxième guerre punique, Paris 1970, p. 171-177. (8) N.K. Rutter, Campanian Coinages (475-380 BC), Edinburgh 1979. (9) N.K. Rutter, op. cit, p. 99. L’opinione di Rutter sembra sostanzialmente condivisa da altri autori, come: R. Cantilena, Monete della Campania antica, Napoli 1988, p. 61; A. Stazio, La Campania dal VI al IV sec. a.C. Problemi di produzione e di circolazione monetaria, in: La

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

35

I Campani erano infatti ottimi soldati e ricercati come mercenari sia in Magna Grecia che soprattutto in Sicilia. Dal porto di Neapolis probabilmen-te partirono navi che trasportavano mercenari campani fino alla Sicilia, se-guendo l’antica rotta calcidese(10). I primi Campani che giunsero in Sicilia come mercenari furono 800 cavalieri arruolati nell’inverno del 414/413 a.C. da poleis calcidesi di Sicilia per conto degli Ateniesi impegnati contro Siracusa(11). Successivamente i Campani operarono come mercenari sia per i Cartaginesi che per i Siracusa-ni. Sotto i Dionisii il loro numero crebbe fino a costituire un terzo dell’intero esercito siracusano(12). Tuttavia sembra che in realtà il misthós (o opsónion), ossia la paga vera e propria(13), che veniva effettuata di solito alla fine del mese o più spes-so a conclusione delle operazioni belliche, era utilizzato sul posto e si hanno ben scarse notizie di ritorni di mercenari verso la madrepatria(14). Sicuramente il mercenariato, soprattutto attraverso l’indotto, può ave-re favorito l’introduzione di un’economia monetaria all’interno del mondo osco-campano, ma difficilmente deve essere visto come il vero fattore pro-pulsivo dell’attività della zecca regionale di Neapolis dopo il 420 a.C. e, più Campania fra il VI e il III secolo a.C. (Atti XIV Conv. di Studi Etruschi e Italici, Benevento 1981), Galatina, 1992, p. 169; M.T. Taliercio Mensitieri, La monetazione dell’Italia meridio-nale, in: Storia del Mezzogiorno, Napoli 1991, p. 382; E. Lepore, La città tra Campani e Ro-mani, in: Napoli antica (Cat. Mostra), Napoli 1985, p. 113. (10) Diodoro XIII, 44, 1-2; XVI, 18, 1. (11) Diodoro XIII, 44. Per una storia del mercenariato italico in Sicilia, con abbondante bibliogra-fia, si rimanda a G. Tagliamonte, I figli di Marte. Mobilità, mercenari e mercenariato italici in Magna Grecia e Sicilia, Roma 1994, p. 124-164. In quell’epoca e quindi contestualmente alla nota spedizione ateniese del 415-413 a.C., molte monete ateniesi risultano tesaurizzate nella Si-cilia orientale. Per il problema, cfr. il volume “La circolazione della moneta ateniese in Sicilia e in Magna Grecia” (Atti I Conv. Centro Internazionale di Studi Numismatici, Napoli 1967), Suppl. ai vol 12-14 degli Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica, Roma 1969. (12) G. Tagliamonte, op. cit., p. 131 e segg. (13) Che va distinta dal sîtos, che era la somma di denaro necessaria alle spese di sostentamen-to, che veniva in genere pagata all’inizio del mese e spesso sostituita da razioni di grano e di altri prodotti alimentari. Molto presumibilmente il misthós giornaliero ammontava a 4 oboli per un semplice oplite (soldato della fanteria) o a 1 dracma per un cavaliere (cfr. G. Taglia-monte, op. cit., p. 161-162; G. Tagliamonte, Reclutamento e paga dei mercenari italiaci in Si-cilia nel IV sec. a.C., in questo volume, pagg. 11-31) (14) P. Poccetti, Le popolazioni anelleniche d’Italia tra Sicilia e Magna Grecia nel IV secolo a.C.: forme di contatto linguistico e di interazione culturale, in: Tra Sicilia e Magna Grecia. Aspetti di interazione culturale nel IV sec. a.C. (Atti Convegno, Napoli 1987), AION (filol) 11, 1989[1991], p. 110-113. Nel caso specifico dei mercenari Campani una sola fonte lettera-ria (Diodoro XIII, 44, 1-2) è stata interpretata da alcuni autori come una testimonianza di un ritorno dalla Sicilia, mentre più correttamente essi rimasero in Sicilia e nel 410 a.C. furono ingaggiati dai Cartaginesi. Subito dopo, ad Entella, essi riconiarono dracme ed emidracme in argento su analoghi nominali di Katane, Naxos, Rhegion e Atene, quindi convertendo sul po-sto in monete a loro nome (cfr. mia monografia su Entella, su questo volume, a p. 57).

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

36

in generale, dell’economia campana dell’epoca. Le rimesse dei reduci, sotto forma di materia prima (argento) necessaria a battere i didrammi per conto dei centri campani, non dovettero essere così significative a coprire tutta l’ampia produzione monetaria campana dell’epoca. Probabilmente ci furono altri feno-meni propulsivi più complessi, legati alle vicende storiche dell’ultimo quarto del V secolo a.C., che videro una vasta trasformazione socio-economica all’ interno di una ristrutturazione etnica e politica dei Campani a spese soprattutto dell’ ele-mento etrusco e con un’ampia apertura anche commerciale verso Atene(15).

I didrammi si attestano su un piede ponderale allora in vigore in Cam-pania e anche in Lucania, di circa 7,60 g, che può essere visto come una diretta derivazione del didramma focese del peso teorico di 7,76 g. Il peso, pur con un’ampia oscillazione, risulta leggermente ridotto rispetto al peso teorico foce-se probabilmente per fare fronte a spese di aggio richieste da Neapolis. La produzione monetaria a Neapolis di tali didrammi a nome delle va-rie comunità campane durò almeno fino al 400 a.C. (nel caso dei Campani), o poco più tardi, intorno al 380 a.C. (come nel caso di Cuma, Neapolis, Hyria, Nola e Fenserni). Le cause dell’improvvisa interruzione di tale produzione all’inizio del IV secolo a.C., per riprendere a Neapolis intorno alla metà dello stesso seco-lo, costituiscono ancora motivi di discussione(16). In ogni caso appare eviden-te che nel frattempo erano mutate le condizioni socio-economiche. Fra le pos-sibili cause è possibile annoverare:

a) la stanzialità dei mercenari campani pervenuti in Sicilia, i quali non ritor-narono più nella madrepatria e preferirono “reinvestire” i loro guadagni in terre siciliane;

b) diverso sistema di arruolamento per nuovi mercenari, ora per via privata e non più attraverso la collaborazione statale delle poleis campane;

c) crescente preferenza di Dionisio I di Siracusa ad arruolare altri mercenari anellenici, specialmente i Galli(17), che nel frattempo avevano invaso la pe-nisola, fino a saccheggiare Roma intorno al 390 a.C. e passarono pure per la Campania fino all’Apulia.

(15) Scettici verso il ruolo propulsivo del mercenariato nella monetazione campana e quindi verso l’ipotesi di Rutter si sono espressi altri autori: G. Tagliamonte, op. cit. p. 164; F. Casso-la, Problemi di storia neapolitana, in: Neapolis (Atti XXV Conv. St. Magna Grecia, Taranto 1985), Napoli 1986, p. 73; M.W. Frederiksen, Napoli e i Greci d’Occidente dal 450 al 350 a.C. circa. Vecchi problemi e nuove prospettive, in: La monetazione di Neapolis nella Cam-pania antica (Atti VII Conv. Centro Internazionale di Studi Numismatici, Napoli 1980), Na-poli 1986, p. 18-19. (16) M.W. Frederiksen, op. cit. p. 19. Per ulteriori spunti si rimanda a L. Pedroni, Lo iato del IV secolo nella monetazione campana, RIN, 97, 1996, p. 11-28, con relativa bibliografia. (17) È nota la testimonianza di Giustino XX, 5, 5 di un accordo fra Dionisio I e i Galli.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

37

1° Gruppo: Testa femminile Le prime emissioni a nome dei Campani, n. 1 e 2, recano al diritto una testa femminile, volta a destra. Sono noti almeno due conii (= CO1 e CO2), con modeste differenze stilistiche e associati a due distinti conii del rovescio (= CR1 e CR2), con il toro androprosopo, tipo totemico dell’intera produzione neapolitana. In CR1 si legge l’etnico Kampano, mentre in CR2 diventa Kap-panos, con grafia più irregolare e con commistione di caratteri greci e osci. Nel secondo conio compare anche un serpente, come simbolo accessorio. Ambedue i conii del diritto, CO1 e CO2, risultano utilizzati anche a Cuma (rispettivamente KO89(18) e KO90(19) di Rutter) e incrociati con due conii di rovescio di quella città, con il caratteristico mitilo e chicco di grano (rispettivamente KR102(18) e KR103(19) di Rutter), secondo gli schemi ripor-tati a Fig. 1 e 2. La testa femminile non è chiaramente identificabile, ma corrisponde a quella della ninfa eponima Cuma, a maggior ragione a causa degli incroci di conio con la monetazione cumana. L’utilizzo della testa di ninfa Cuma nelle prime emissioni a nome dei Campani evidenzia uno stretto legame tra le nuove genti di stirpe sannitica e la città di Cuma, da pochissimi anni espugnata da loro.

CO1 = KO89

CR1 (Kampanos) KR102 (Cuma)

Fig. 1 (ingrandimenti x 1,5)

(18) New York, SNG ANS 240 g. 7,41 (= Rutter 112e) (19) Copenhagen, SNG 363 g. 7,54 (= Rutter 113a)

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

38

CO2 = KO90

CR2 (Kampanos) KR103 (Cuma)

Fig. 2 (ingrandimenti x 1,5)

1 DIDRAMMA campano - AR (7,53-7,36 g.) 415-400 a.C.

D/ = Testa femminile (di ninfa Cuma ?) a destra. R/ = Toro androprosopo a destra su doppia linea di esergo; sopra,

.

1/1

H.N. 476 ; Rutter 1; Sa. - ; Garr. - Conii D/ = 1 Conii R/ = 1 Media su 2 esemplari = 7,45 g.

Conii CO1/CR1: 1) Napoli, Frasso Telesino Hoard g. 7,53 (= Rutter 1b) *

2) Napoli. Museo Nazionale, Santangelo 612 g. 7,36 (= Rutter 1a)

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

39

2 DIDRAMMA campano - AR (7,64-6,98 g.) 415-400 a.C.

D/ = Testa femminile (di ninfa Cuma?) a destra. R/ = Toro androprosopo a destra, con coda ricurva e su doppia linea di

esergo; sopra, , sotto serpente.

2/2

2/3

2/4

H.N. 476 ; Rutter 2; Sa. 771; Garr. tav. 86, 19-20 Conii D/ = 1 Conii R/ = 1 Media su 6 esemplari = 7,37 g.

Conii CO2/CR2: 1) Taranto, Museo Nazionale g. 7,64 (= Rutter 2b)

2) Paris, SNG 391 = De Luynes 162 g. 7,59 � (= Rutter 2a) *

3) NAC 13/1998, 28 = ex coll. Jameson 34 = ex coll. Evans g. 7,45 (= Rutter 2d) *

4) Paris, SNG 390 g. 7,40 � *

5) Berlin, Staatliche Museen = Dressel 1a g. 7,17 (= Rutter 2c)

6) Berlin, Staatliche Museen = Dressel 1b g. 6,98 (= Rutter 2e)

7) Madrid, Museo Arqueologico Nacional g. ? (= Rutter 2f)

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

40

2° Gruppo: Testa elmata di Atena

Il secondo gruppo di monete a nome dei Campani reca al diritto una testa di Atena, con caratteristico elmo attico crestato, che ricorre anche in al-tre emissioni campane (Cuma, Neapolis, Hyria, Fistelia e Alife). Come già ac-cennato, appare evidente uno stretto richiamo all’influenza economica di Ate-ne in Campania, come anche in altre regioni della Magna Grecia. Nelle ne-cropoli campane dell’ultimo quarto del V secolo a.C. è attestata una notevole presenza di coevi vasi attici a figure rosse. Il fatto che i Campani abbiano permesso di mettere in circolazione a loro nome il metallo prezioso sotto forma di moneta coniata sta a indicare che essi, dopo la conquista di Capua e di Cuma, avevano ormai del tutto assorbi-to le usanze e le tradizioni delle poleis greche, da tempo avvezze all’uso del-la moneta(20). Le emissioni di questo gruppo comprendono 6 conii del diritto (CO3- CO7) e 8 conii del rovescio (CR3-CR10). È possibile riconoscere vari sim-boli (un serpente, un pesce, un ramo di alloro, un uccello) e, in un caso, la lettera A (o Λ). L’arco temporale fu quindi breve, compreso tra 415 e 400 a.C. Per la datazione è importante la composizione del ripostiglio di Frasso Telesino(21).

Probabilmente l’emissione n. 3, con Kappanos, che è la più abbon-dante (con una ventina di esemplari noti da due coppie di conii molto simili), fu la prima ad essere preparata con il nuovo tipo del diritto e sicuramente si avvalse di un ottimo incisore che operò negli stessi anni anche a Thurium. A conferma di un progetto per una seriazione di conii basata sulle lettere, sul modello del primo gruppo di stateri di Thurium, fu adottata la lettera A sotto il taglio del collo (spesso non visibile perché fuori conio nella maggior parte degli esemplari noti). Questo progetto dovette però essere subito abbandona-to e infatti nelle successive emissioni non si rintracciano più successive lette-re dell’alfabeto greco. L’incisore che operò per questa prima emissione dei Campani probabilmente apparteneva alla scuola del famoso incisore Phrygilos (che firmava con Φ e/o un uccello, più esattamente un fringuello che in greco aveva il suo stesso nome).

(20) A tale proposito è da rilevare che mercenari di altre genti indigene non sempre accettarono moneta. Eloquente è ad esempio il comportamento dei mercenari delle isole Baleari, che pre-ferirono spendere sul posto in donne e vino prima di ritornare nel proprio paese dove non cir-colava moneta (Diodoro V, 17, 4). (21) IGCH 1912. Esso fu rinvenuto a 24 km a NE di Caserta nel 1931 e descritto da L. Breglia, Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, 1935, p. 5-18. Per la sua valutazione si ri-manda a Rutter, op. cit. p. 81.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

41

A conferma di tali affinità si riportano di seguito gli ingrandimenti dello statere dei Campani n. 3a/3 (Fig. 3) in confronto con uno statere di Thu-rium, appunto stilisticamente molto simile, ad opera di Phrygilos, per la pre-senza del fringuello sotto il toro(22) (Fig. 4) Interessante è osservare che sotto il toro dei Campani non c’è il fringuello, ma un altro uccello, un airone.

Fig. 3 (ingrandimenti x2)

Fig. 4 (ingrandimenti x2)

(22) Napoli, Santangelo 4794 g. 7,83 (= Rutter, H.N. 1772), da Cantilena, op. cit., p. 99, fig. 113-114.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

42

3 DIDRAMMA campano - AR (7,53-6,78 g.) 415-400 a.C.

D/ = Testa di Atena con elmo attico crestato e laureato a destra; sotto il taglio del collo, A.

R/ = Toro androprosopo a destra, su doppia linea di esergo;

a) sopra, e sotto il mento, (sigma coricato); sotto il toro, airone

b) simile, ma conio differente (lettere leggermente più grandi e zampa posteriore destra all’indietro)

3a/3

3a/4

3a/5

3a/7

3a/8

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

43

3a/9

3a/10

3a/12

3a/14

3a/17

3b/2

H.N. 477 ; Rutter 3-4; Sa. 766; Garr. tav. 86, 16 Conii D/ = 2 Conii R/ = 2 Media su 20 esemplari = 7,17 g.

a) Conii CO3/CR3: 1) Napoli, Museo Nazionale, Santangelo 603 g. 7,53 (= Rutter 3h)

2) Taranto, Museo Nazionale g. 7,49 (= Rutter 3e)

3) Napoli, Museo Nazionale, Santangelo 605 g. 7,42 (= Rutter 3c) *

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

44

4) Cambridge, McClean 213 g. 7,35 (= Rutter 3n) *

5) Winterthur, Stadtbibliotek 145 = Sambon 1903, 80 (ex coll. Maddalena g. 7,26 (= Rutter 3b) (ribattuto su Cuma, rovescio conio forse KR121 di Rutter) *

6) Berlin, Staatliche Museen, ex coll. Loebbecke g. 7,25 (= Rutter 3j)

7) London, BMC 1 g. 7,25 (= Rutter 3k) *

8) London, British Museum = Lloyd SNG 63 g. 7,21 � (= Rutter 3l) *

9) Cambridge, McClean 212 g. 7,16 (= Rutter 3m) (ribattuto su Cuma) *

10) New York, SNG ANS 143 g. 7,10 � (= Rutter 3o) *

11) Napoli, Museo Nazionale, Fiorelli 766 g. 7,10 (= Rutter 3f)

12) VCoins 2010 (Old Money 690316) g. 7,09 *

13) Torino, Museo Civico g. 7,07 (= Rutter 3i)

14) Firenze, Museo Archeologico g. 6,99 (= Rutter 3g) *

15) Napoli, Frasso Telesino Hoard g. 6,95 (= Rutter 3a)

16) Torino, coll. Reale Dotazione Corona 17499 g. 6,83 (= Rutter 3d)

17) Paris, SNG 389 g. 6,78 � *

b) Conii CO4/CR4: 1) Berlin, Staatliche Museen = Dressel 3 g. 7,33 (= Rutter 4b)

2) Napoli, Museo Nazionale, Santangelo 604 g. 7,09 (= Rutter 4a) *

3) Napoli, Museo Nazionale, Santangelo 606 g. 7,07 (= Rutter 4c) (suberato)

Nell’emissione n. 4 compare ancora il simbolo airone, ora spostato sotto il mento del toro androprosopo, con conseguente trasferimento della lettera sigma coricata sotto il ventre del toro. Lo stile è più scadente e l’ etni-co, retrogrado, presenta marcate irregolarità, come in coeve emissioni di al-tre comunità campane. Quindi in quegli anni Neapolis dovette fronteggiare notevoli e urgenti impegni monetari, utilizzando anche maestranze non greche.

4 DIDRAMMA campano - AR (7,51-6,96 g.) 415-400 a.C.

D/ = Testa di Atena con elmo attico crestato e laureato a destra. R/ = Toro androprosopo a destra, su doppia linea di esergo; sopra,

e sotto (sigma coricato); sotto il mento del toro, ai-rone.

4/1

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

45

4/2

4/3

4/6

4/8

4/9

4/10 H.N. 477 ; Rutter 5; Sa. 765; Garr. tav. 86, 18 Conii D/ = 1 Conii R/ = 1 Media su 10 esemplari = 7,25 g.

Conii CO5/CR5: 1) Paris, SNG 388 g. 7,51 � *

2) Napoli, Museo Nazionale, Santangelo 610 g. 7,47 (= Rutter 5a) *

3) Firenze, Museo Archeologico g. 7,45 (= Rutter 5c) *

4) Berlin, Staatliche Museen = Dressel 5 g. 7,34 (= Rutter 5f)

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

46

5) Berlin, Staatliche Museen = Dressel 4 g. 7,30 (= Rutter 5e)

6) Sydney, SNG Gale 37 = Vecchi 2/1996, 68 g. 7,24 � *

7) Napoli, Museo Nazionale, Santangelo 611 g. 7,20 (= Rutter 5b)

8) London, BMC 2 g. 7,05 (= Rutter 5d) *

9) New York, SNG ANS 144 = Hirsch 30/1911 g. 6,96 � (= Rutter 5g) *

10) Cambridge, SNG Fitzwilliam 102 g. 6,96 � *

Nell’emissione n. 5, con un solo conio del diritto, CO2, abbinato a due conii simili del rovescio, il toro è ora volto a sinistra e sotto l’esergo com-pare un nuovo simbolo, un pesce(23). L’etnico appare corretto e conforme al nome della comunità. Il conio CO6 appare essere stato abbinato non solo a diversi conii del rovescio dei Campani, ma anche a un rovescio di Neapolis (R71(24) di Rutter), anch’esso con toro a sinistra, come risulta nella Fig. 5:

CO6 = O46

CR6 (Kampanos) R71 (Neapolis)

Fig. 5 (ingrandimenti x1,5)

(23) Il simbolo pesce non era riconosciuto dal Rutter, il quale al suo posto aveva descritto solo una ulteriore linea di esergo curvilinea. (24) London, BM = ex coll. Weber 323 g. 7,41 (= Rutter 82a).

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

47

5 DIDRAMMA campano - AR (7,48-6,41 g.) 415-400 a.C.

D/ = Testa di Atena con elmo attico crestato e laureato a destra. R/ = Toro androprosopo a sinistra, su spessa linea di esergo; a) all’esergo, pesce a sinistra; sopra, b) all’esergo pesce a sinistra; sopra, (con lettere un poco

più grandi)

5a/1

5a/3

5b/1

H.N. 478 ; Rutter 6-7; Sa. 768; Garr. - Conii D/ = 1 Conii R/ = 2 Media su 5 esemplari = 7,11 g.

a) Conii CO6/CR6: 1) CNG, e.a. 134/2006, 4 = NAC, H/1998, 1006 g. 7,48 *

2) Berlin, Staatliche Museen, ex coll. Loebbecke g. 7,42 (= Rutter 6c)

3) Napoli, Museo Nazionale, Santangelo 607 g. 7,09 (= Rutter 6a) *

4) Napoli, Museo Nazionale, Santangelo 608 g. 6,41 (= Rutter 6b)

b) Conii CO6/CR7: 1) Berlin, Staatliche Museen = Dressel 6 g. 7,16 (= Rutter 7a) *

Nell’emissione n. 6, legata alla precedente emissione per il conio del diritto CO6 in comune, compare all’esergo un nuovo simbolo, due rami af-frontati di alloro.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

48

6 DIDRAMMA campano - AR (7,55-7,45 g.) 415-400 a.C.

D/ = Testa di Atena con elmo attico crestato e laureato a destra. R/ = Toro androprosopo a sinistra, su spessa linea di esergo; all’esergo,

due rami affrontati di alloro, sopra, .

6/1

H.N. 478 ; Rutter 8; Sa. 770; Garr. tav. 86, 15 Conii D/ = 1 Conii R/ = 1 Media su 2 esemplari = 7,50 g. Conii CO6/CR8: 1) Cambridge, McClean 214 g. 7,55 (= Rutter 8a) * 2) Berlin, Staatliche Museen = Dressel 7 g. 7,45 (= Rutter 8b)

La successiva emissione, n. 7, non reca più alcun simbolo accessorio e un esemplare risulta suberato.

7 DIDRAMMA campano - AR (7,65-7,09 g.) 415-400 a.C.

D/ = Testa di Atena con elmo attico crestato e laureato a destra. R/ = Toro androprosopo a sinistra, su spessa linea di esergo; sopra,

.

7/1

7/2

H.N. 478 ; Rutter 9; Sa. 769; Garr. - Conii D/ = 1 Conii R/ = 1

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

49

Media su 2 esemplari = 7,37 g.

Conii CO7/CR9: 1) NAC 13/1998, 29 = coll. Jameson 1854 = Sambon, 1903, 81 (ex coll. Maddalena) g.

7,65 (= Rutter 9b) *

2) London, BMC 3 g. 7,09 (= Rutter 9a) * (suberato)

L’ultima emissione dello stesso gruppo, n. 8, presenta il toro di nuo-vo a destra, ma ora su semplice linea di esergo e l’etnico è retrogrado e i ca-ratteri sono osci (ad esempio il sigma è ora sostituito dall’equivalente lettera in osco)(25).

8 DIDRAMMA campano - AR (7,16 g.) 415-400 a.C.

D/ = Testa di Atena con elmo attico crestato e laureato a destra. R/ = Toro androprosopo a destra, su semplice linea di esergo; sopra,

.

8/1

8/2

H.N. 478 ; Rutter 10; Sa. 767; Garr. tav. 86, 17 (etnico errato) Conii D/ = 1 Conii R/ = 1 Media su 2 esemplari = 7,18 g.

Conii CO8/CR10: 1) NAC, P/2005, 1003 g. 7,21 * (corroso e suberato)

2) Munich, SNG 130 g. 7,16 � (= Rutter 10a) *

(25) Sia Avellino (Opusc, I, p. 151, tav. I, 4) che Cavedoni (Bull. Inst., 1853, p. 125) avevano erroneamente letto la lettera K come una A e di conseguenza avevano attribuito ad Arpi.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

50

Gruppo con PANOS

Esiste un gruppo di rari didrammi che presenta elementi piuttosto complessi. Rutter li ha ritenuti una emissione appartenente a Hyria, forse se-guendo il Sambon (vedi scheda), il quale a sua volta segnalava un disegno di L. Sambon con la leggenda YPIANOΣ (riportato in Fig. 6), di cui finora non è noto alcun esemplare. In realtà la lettura corretta è PANOΣ (con omicron nel conio del rovescio HR129 presente sia nelle emissioni 9a e 10 oppure con omega nel conio inedito della variante 9b), apparentemente preceduta da un’ asta verticale compatibile sia con una I che con la parte terminale di una M. A prima vista, come si è pronunciato l’estensore del catalogo di asta riproducente l’esemplare 9b, la lettura più corretta sembrava essere [KAM]PANOΣ, con le prime tre lettere fuori campo.

Fig. 6

Tuttavia esistono alcune perplessità per una simile lettura, che deter-minerebbe un prolungamento della monetazione a nome dei Campani fino a ca. 380 a.C. In primo luogo le lettere sembrano tutte in greco (e l’omicron diventa omega in 9b) e di conseguenza la lettera P dovrebbe essere “rho” e non “pi”, regolarmente presente in tutte le precedenti emissioni a nome dei Campani. Considerando anche gli spazi a disposizione, la lettura completa do-vrebbe essere IPANOΣ (apparentemente una forma molto corrotta di Hyria). Il conio del diritto HO50 (nell’emissioni 9a) risulta collegato a un conio del rovescio (HR128(26) di Rutter) (vedi Fig. 7), con sei minuscole let-tere incomprensibili sotto il toro, , a confermare che furono tutte e-missioni di stile molto scadente e con maestranze con scarsa dimestichezza con la lingua scritta. Tuttavia il conio HR128 molto difficilmente può appar-tenere a Hyria, come sostenuto da Rutter, in quanto all’esergo si notano trac-ce di una iscrizione illeggibile, ma che dovrebbe essere una imitazione dell’ etnico di Neapolis, NEOΠOΛITHΣ, come sostenuto da Parente nell’ introdu-zione al volume SNG Paris(27). Inoltre la testa di ninfa nell’emissione 10 pre-senta strette affinità con una testa di ninfa utilizzata ancora per Neapolis (come nel conio 098 di Rutter per Neapolis). (26) Paris, SNG 630 = De Luynes 172 (suberato) g. 6,83 (= Rutter 142a). (27) Paris, SNG a p. XXII, relativamente all’esemplare Paris, SNG 630.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

51

Nel dubbio preferisco mantenere la vecchia attribuzione di questi ra-ri conii a Hyria piuttosto che ai Kampanos o a Neapolis. Inoltre la particolare effige di Hera Lacinia, la principale divinità di Crotone e venerata come dea protettrice dei vincoli familiari (presente nel conio HO50), non compare mai nelle serie neapolitane, mentre ricorre con frequenza nelle monete di Hyria e di Fenserni, oltre che, fuori la Campania, di Crotone, Poseidonia, Thurium, Pandosia. HO50 = HO50 HO51

HR128 (Hyria ?) HR129 (Hyria ?) HR129 (Hyria ?)

Fig. 7 (ingrandimenti x 1,5)

Interessante è osservare che tutti gli esemplari collegati presentano un peso molto ridotto, intorno a 6,60 g e sono apparentemente tutti suberati. Pertanto questi didrammi furono coniati a Neapolis, forse per Hyria (piuttosto che per i Kampanos) in un particolare momento di crisi, intorno al 385-380 a.C. e quindi verso la fine della sua grande produzione monetaria, con grave decadimento epigrafico e con maggiore produzione di monete su-berate. Non si può nemmeno escludere che si tratti di una emissione “barba-rica” di imitazione, anche considerando che tutti gli esemplari finora noti so-no suberati.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

52

9 DIDRAMMA campano - AR (6,60-6,56 g.) 385-380 a.C.

D/ = Testa frontale e diademata di Hera Lacinia, leggermente inclinata verso destra.

R/ = Toro androprosopo a destra, su semplice linea di esergo; a) sotto il toro, tracce di lettera Γ (?); sopra,

b) nessuna lettera sotto il toro; sopra, .

9a/1

9b/1

H.N. 540 (tipo per Hyria) ; Rutter 143 (per Hyria); Sa. -; Garr. - Conii D/ = 2 Conii R/ = 2 Media su 2 esemplari = 6,58 g.

a) Conii HO50/HR129: 1) Cambridge, McClean 224 g. 6,56 (= Rutter 143a) * (suberato)

b) Conii ----/---- (inedito) 1) NAC, 52/2009, 721 g. 6,60 * (suberato ?)

10 DIDRAMMA campano - AR (6,64 g.) 385-380 a.C.

D/ = Testa diademata di ninfa a destra. R/ = Toro androprosopo a destra; sotto il toro, tracce di lettera Γ (?); sopra

.

10/1

H.N. 542 (tipo per Hyria); Rutter 144 (per Hyria); Sa. -; Garr. –; L. Sam-bon, tav. X, 28

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

53

Conii D/ = 1 Conii R/ = 1 UNICUM ? Conii HO51/HR129: 1) Lockett, SNG 74 = Naville 6/1924, 43 (coll. Bement) = Hirsch 30/1911, 59 g. 6,64 �

(= Rutter 144a) * (suberato)

Tavola sinottica : la moneta dei Kampanos

ca. 415-400 a.C.

Emissioni Didramma AR

Didramma AR

(suberato)*

Testa di ninfa a d. /Toro andr. a d. e Testa di ninfa a d./Toro andr. a d. e Testa di Atena a d. e A/Toro andr. a d. e e airone Testa di Atena a d./Toro andr. a d. e e airone Testa di Atena a d./Toro andr. a d. e e pesce Testa di Atena a d./Toro andr. a s. e e rami lauroTesta di Atena a d./Toro andr. a s. e Testa di Atena a d./Toro andr. a d. e Testa frontale di Hera/Toro andr. a d. e … Testa di ninfa a d./Toro andr. a d. e … Peso massimo Peso minimo Peso medio

1 2 3 4 5 6 7 8

7,68 6,95 7,30

9 10

6,64 6,56 6,60

Piede campano (focese) nel V secolo a.C. 7,76 -

* Di incerta attribuzione, più probabile a Hyria, (esemplari esclusi dal seguente grafico ponderale).

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

54

ABBREVIAZIONI DEL CATALOGO

Collezioni pubbliche

Berlin - Staatliche Museen (se non descritto da Dressel) (esaminato da Rutter)

Berlin, Dressel - Dressel H., Beschreibung der Antiken Münzen ; Köningliche Mu-seen zu Berlin, vol. III, Berlin 1894 (esaminato da Rutter)

Cambridge, SNG Fitzwilliam - Sylloge Nummorum Graecorum - Fitzwilliam Museum: Leake and general collections, vol. V, London 1972.

Cambridge, McClean - Grose M.N., Catalogue of the McClean collection of Greek coins, vol. I, Cambridge 1923.

Firenze - Museo Archeologico (citato da Rutter e foto gentilmente fornite dal prof. Catalli).

London, British Museum - British Museum (esemplari non citati nel catalogo seguente).

London, BMC - Stuart Poole R., A Catalogue of the Greek Coins in the British Mu-seum. Italy, London 1873 (ristampa Forni, Bologna 1963)

Madrid - Museo Arqueologico Nacional (citato da Rutter)

Munich, SNG - Sylloge Nummorum Graecorum - Staatliche Münzsammlung Mün-chen, Heft 5, Berlin 1977.

Napoli, Fiorelli - Fiorelli G., Catalogo del Museo Nazionale di Napoli, vol. I. Mo-nete Greche, Napoli 1870 (esaminato da Rutter)

Napoli, Santangelo - Fiorelli G., Collezione Santangelo : Monete Greche, Napoli 1866 (esaminato da Rutter)

New York, SNG ANS - Sylloge Nummorum Graecorum - The collection of American Numis-matic Society, part IV, New York 1977 and part V, New York 1988.

Paris, SNG - Sylloge Nummorum Graecorum. France 6,1. Italie (Étrurie-Calabre), Paris 2003.

Alberto Campana CAMPANIA: KAMPANOS (ca. 415-410 a.C.)

55

Sydney, SNG Gale - Sylloge Nummorum Graecorum - The Gale collection of South Italian coins, Vol. 1, Sydney 2008.

Taranto - Museo Nazionale (citato da Rutter)

Torino - Museo Civico (citato dal Rutter)

Winterthur - Bloesch H., Griechische Münzen in Winterthur, Zürich 1988. Collezioni private

Jameson - Jameson R., Collection: Monnaies Grecques Antiques, vol. I, Pa-ris 1913.

De Luynes - Babelon J., Catalogue de la collection de Luynes, Paris 1924 (ora nella Bibliothéque Nazionale di Parigi).

Lloyd, SNG - Sylloge Nummorum Graecorum - The Lloyd collection, vol. II, ris-tampa Chicago 1979 (ora nel medagliere del British Museum).

Lockett, SNG - Sylloge Nummorum Graecorum - The Lockett collection, vol. III, Lon-don 1957 (collezione ora dispersa)

Cataloghi e listini

CNG ea 134/2006 - Classical Numismatic Group, USA – asta elettronica n. 134 del 2006

Hirsch 30/1911 - Hirsch J., Munich – n. 30 – 11 maggio 1911

Naville 6/1924 - Naville. Ginevra – n. 6 – 28 gennaio 1924 (coll. Bement)

NAC H/1998 - Numismatica Ars Classica, Zurich – n. H – 30 aprile 1998

NAC P/2005 - Numismatica Ars Classica, Zurich – n. P – 12 maggio 2005

NAC 52/2009 - Numismatica Ars Classica, Zurich – n. 52 – 7 ottobre 2009 Sambon 1903 - Sambon A. & Canessa E., Paris- 7 maggio 1903 (coll. Maddalena) VCoins 210 - VCoins, sito internet (www.vcoins.com/ancient)

Vecchi 2/1996 - Vecchi I., London - n. 2 - 12 settembre 1996


Recommended