+ All Categories
Home > Documents > Censimento e ricostituzione virtuale dell’antica biblioteca manoscritta pugliese (secc. XIII-XV)

Censimento e ricostituzione virtuale dell’antica biblioteca manoscritta pugliese (secc. XIII-XV)

Date post: 18-Nov-2023
Category:
Upload: unimol
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
21
Archivio Digitale degli Antichi Manoscritti della Puglia a cura di ROSARIO COLUCCIA ANTONIO MONTINARO www.adamap.it Censimento e ricostituzione virtuale della biblioteca Città di Cavallino
Transcript

Archivio Digitale degli AntichiManoscrittidella Pugliaa cura diROSARIO COLUCCIAANTONIO MONTINARO

www.adamap.it

Censimento e ricostituzione virtuale della biblioteca

Città di Cavallino

Censimento e ricostituzione virtuale dell’antica biblioteca manoscritta pugliese (secc. XIII-XV)*

Rosario Coluccia - Antonio Montinaro

1. Introduzione

Partiamo da un dato di fatto. Grazie all’attività, ormai pluridecennale,di numerosi cantieri di ricerca dislocati in università e in centri diversi,di iniziative editoriali, di progetti finalizzati all’allestimento di banche-dati testuali (CLIO e SALVIt), si può oggi notevolmente ridimensionareuna sorta di luogo comune: quello che, a partire dalla supposta insuffi-ciente base documentaria, lamenta la difficoltà di ricostruire la storialinguistica di alcune regioni dell’Italia meridionale continentale nel Me-dioevo, nello specifico Puglia, Calabria e Lucania. La svolta positivanella considerazione e negli atteggiamenti degli studiosi si può indivi-duare nei due volumi sull’Italiano nelle regioni, curati da F. Bruni (1992-94), dove queste regioni ricevono uno spazio adeguato, analogo a quelloriservato ad altre situazioni meglio conosciute. Ma, nonostante l’obiet-tivo miglioramento delle conoscenze, dichiarazioni di insufficienza o diimpossibilità a volte persistono ancora in molti studi, persino nei ma-

3

* I due autori hanno discusso insieme ogni aspetto del contributo,che pertanto va considerato un prodotto collettivo; solo per ragionidi opportunità, attribuiamo a Rosario Coluccia il § 1 e ad AntonioMontinaro i §§ 2-3, mentre il § 4 è comune. I dati prodotti sonostati in parte anticipati in una comunicazione presentata in occa-sione del XII Congresso della Società Internazionale di Linguisticae Filologia Italiana (SILFI) dal tema Dal manoscritto al web: canalie modalità di trasmissione dell’italiano. Tecniche, materiali e usinella storia della lingua (Helsinki, 18-20 giugno 2012).

nuali di grande diffusione; in qualche caso, infine, un po’ pigramente sirinunzia a trattare in maniera approfondita certe tematiche.

Assai diversa rispetto a quella delle regioni appena citate è, cometutti riconoscono, la situazione di altre regioni del Sud, Campania e Si-cilia, zone molto studiate e gratificate di continue benefiche iniziative.Per la Sicilia basti considerare la imponente collezione di «Testi sicilianidei secoli XIV e XV», giunta a 27 volumi: fresca è l’edizione del Lu re-bellamentu di Sichilia, breve cronaca dei fatti del Vespro concentratasulla sagace macchinazione di Giovanni da Procida, collocabile tra lamorte di Federico III (1337) e il 1350 circa (Barbato 2010). Senza con-siderare la recente edizione critica e commentata, per la prima voltaintegrale, dei Poeti della Scuola siciliana, che per ragioni culturali e te-stuali non possiamo restringere nei limiti topografici o culturali del-l’isola (Antonelli-Di Girolamo-Coluccia R. 2008). Per Napoli e laCampania, dopo la notevole fioritura editoriale degli anni Ottanta eNovanta del secolo scorso, nei primi anni di questo secolo sono ap-parse le edizioni di un volgarizzamento da Vegezio operato da Gio-vanni Brancati di Policastro, all’incirca nel 1476 (Aprile 2001), e di unvolgarizzamento da Plinio dello stesso, all’incirca nel 1480 (Barbato2001): grazie ad essi la figura di Brancati, finora noto fondamental-mente per la polemica antitoscana con Landino, si rivela decisiva peril tentativo di creare una lingua autoctona, originale e coesa, idoneaalle esigenze comunicative della corte aragonese (Coluccia C. 2011).Recentissima è l’edizione critica di un testo fondamentale per la storiaantica del capoluogo e particolarmente complicato sotto il profilo te-stuale come la Cronaca di Partenope, della metà del sec. XIV (Kelly2011); si estende in parte fuori dai confini del Quattrocento e al-l’esterno rispetto al perimetro cittadino (ma con considerazione co-stantemente rivolta alle precedenti vicende napoletane) la confezionedelle Croniche di Gasparro Fuscolillo, che in parte assembla e adattafonti precedenti e in parte espone vicende specifiche di Sessa Auruncadei secoli XV e XVI (Ciampaglia 2008). Le attività non si arrestano:negli ultimi tempi prendono consistenza e si rivelano ricche di interessepersonalità semisconosciute, come Cola de Jennaro, maniscalco napo-letano autore di un volgarizzamento dal catalano al napoletano del Se-cretum Secretorum e di un volgarizzamento di mascalcia da GiordanoRuffo, entrambi redatti intorno al 1479 nel corso della sua prigionia aTunisi (Montinaro 2009 e 2011a, in attesa della edizione imminentedella mascalcia). Tanto positivo fervore di studi consente l’allestimento

4

di importanti opere di sintesi, come la grammatica storica del dialettonapoletano di Adam Ledgeway (2009) che solo poche altre regioni ita-liane potrebbero oggi permettersi, considerato che solo poche altre re-gioni (Toscana innanzitutto, Veneto, Sicilia) possono vantare unadocumentazione di base altrettanto copiosa e ben studiata.

Torniamo al punto di partenza. Pur in una condizione ancora nonpienamente favorevole, la Puglia presenta la peculiarità di una produ-zione testuale di entità e varietà non disprezzabili (Coluccia R. 2009)che, studiata adeguatamente, consentirebbe di ricostruire, con ampiezzadi dettagli e buona presunzione di verosimiglianza, anche aspetti e si-tuazioni meno evidenti del cammino verso l’italianizzazione di questoterritorio. L’obiettivo scientifico di fondo, il raggiungimento di una co-noscenza effettiva e articolata della situazione regionale, appare ancoranegativamente condizionato dalla carenza di affidabili edizioni di testidi un certo peso, corredate da commento linguistico. Il censimento bi-bliografico si limita in sostanza a due testi di area salentina: il Libro diSidrac, all’incirca della metà del Quattrocento o di pochissimo posteriore(Sgrilli 1983) e l’Interrogatorium constructionum gramaticalium, gram-matica latina con esempi in volgare leccese allestita dal domenicano Ni-cola de Aymo nel 1444 (Greco 2008). Ma nuove importanti iniziative siannunziano: di particolare attrattività sono l’edizione di un antico trat-tato pugliese dedicato a Giovanni Antonio del Balzo Orsini, principe diTaranto nel 1448 (Castrignanò in stampa), lo studio di uno sconosciutocommento al Teseida di Boccaccio di provenienza salentina della se-conda metà del XV secolo (Maggiore 2011, in attesa della edizione im-minente) e l’analisi di un regesto di protocolli notarili autografiprovenienti dalla zona di Bari e databili agli ultimi decenni del Quattro-cento, con qualche prolungamento fino agli inizi del secolo successivo(Castrignanò, tesi di dottorato in corso). Il panorama è in movimento ele premesse sono assai interessanti. Anche un singolo pezzo, una letteraautografa pugliese conservata nel fondo Acciaiuoli, scritta nel 1371 dalnotaio biscegliese Nicola Bernardi offre spunti assai significativi: l’esamedelle caratteristiche grafiche, fonetiche e morfosintattiche dell’epistolapresenta, accanto a tratti consueti nei testi meridionali dell’epoca, ele-menti che fanno pensare all’esistenza di isoglosse diverse rispetto alla si-tuazione attuale e inducono a ipotizzare l’esistenza di forme dicollegamento tra diverse aree, con movimenti espansivi dal Salento versoil Nord della regione e verso la Lucania (Coluccia C. 2012).

Nel valutare le testimonianze pugliesi non vanno dimenticati due

5

fattori di natura geolinguistica, riferibili rispettivamente alla situazionemedievale e a quella odierna. Per un verso, la denominazione tardome-dievale di «Apulia» (quella anche dantesca, per intenderci) indica unterritorio che non coincide con l’odierna «Puglia» e abbraccia l’interaItalia meridionale continentale. Per un altro verso, la regione attualenasce solo con la formazione dello stato unitario, riunendo la Terrad’Otranto (le attuali province di Lecce e Brindisi, territori in età medie-vale intensamente collegati con Taranto) e la Terra di Bari, caratterizzateda sviluppi diversi, e accorpando la Capitanata, sottratta in tal modoagli storici collegamenti con il Molise; dai confini della nuova strutturaamministrativa viene invece esclusa una parte di quella che oggi è la pro-vincia di Matera, che per tradizione sarebbe difficilmente separabile ri-spetto al territorio pugliese. In una sola realtà amministrativaconfluiscono così terre e popolazioni con storia, cultura e lingue diffe-renti. Pur se l’etichetta attuale mette insieme aree linguisticamente di-verse, non è improprio né metodologicamente arrischiato presentare subase regionale le vicende di questo territorio, anche per i secoli prece-denti l’unità d’Italia. Una esposizione separata non rispecchierebbe l’ef-fettivo svolgimento della storia linguistica regionale, considerato che findall’età medievale i rapporti tra le diverse zone sono intensi e costanti eche non si può dare per scontata la coincidenza dei confini linguisticiodierni con quelli di molti secoli addietro. La specificità della situazionepugliese, caratterizzata dalla presenza di etnie come quella ebraica equella greca, minoritarie ma assai vivaci, consente inoltre di ampliarecon un manipolo di testi romanzi in caratteri ebraici e in caratteri greciil censimento dei testi in grafia latina. Un notevole contributo fornisconoinfine gli studi storici, nei quali vengono utilizzati e presentati documentid’archivio, delle cancellerie, del mondo notarile. Riguardo alla situazioneeditoriale vanno fatte due ulteriori avvertenze. Non tutti i documentistorici (statuti, bandi, apodisse, ecc.) che oggi cominciamo a conosceresono affiorati grazie a indagini recenti. Una parte di essi era teoricamentedisponibile già da decenni, confinata in lavori che rimontano addiritturaalla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento (periodo floridissimoper le ricerche “positive” ed erudite, in cui non furono disprezzabilitanti cultori di storia patria), e praticamente vi giaceva in attesa di esseredissepolta; ma non possono essere assunti senza controlli e senza ispe-zione diretta. I lavori di taglio storico sono a volte indifferenti, o pocoattenti, a questioni di interesse primario per i linguisti e i filologi. Lo sto-rico che si cimenta con i testi non sempre fornisce edizioni immediata-

6

mente utilizzabili per l’analisi linguistica: a volte trascura informazioniper noi decisive riguardanti lo stato e l’età del manoscritto, gli attori e lemodalità della trascrizione, eventuali interventi editoriali, ecc.; perfinola differenza tra originale, copia recente o copia tarda non sempre vienemessa in adeguato rilievo.

Esiste infine un dato che obiettivamente non facilita il reperimento,il censimento e lo studio delle fonti manoscritte. Salvo pochissime ec-cezioni, i codici pugliesi medievali non sono rimasti in sede, non sonocustoditi nelle biblioteche regionali. Per cause di varia natura (disper-sioni, acquisizioni esterne, saccheggi, incuria dei locali) oggi la storialinguistica di questa regione non può farsi in loco; per un serio pro-gramma di studio, i singoli pezzi della produzione manoscritta pugliesedel Medioevo, dislocati in numerose biblioteche italiane ed europee,vanno preliminarmente rintracciati e corredati di una scheda descrit-tiva e bibliografica affidabile.

2. Il progetto ADAMaP

Il progetto ADAMaP (Archivio Digitale degli Antichi Manoscrittidella Puglia. Censimento e ricostituzione virtuale della biblioteca) nascenel 2009 sotto la direzione scientifica di Rosario Coluccia (autore diricerche e studi pluriennali sull’argomento), con la collaborazione delsuo allievo Antonio Montinaro, con l’obiettivo di ricomporre virtual-mente il patrimonio manoscritto prodotto in Puglia fra il secolo XIIIe il secolo XV, sia in caratteri romanzi sia in caratteri greci.

Il progetto, realizzato presso il Dipartimento di Studi Umanisticidell’Università del Salento, promosso dalla Città di Cavallino e finanziatodalla FCRP (Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia) e dal CUIS (Con-sorzio Universitario Interprovinciale Salentino), si è articolato in tre fasi:(1) censimento e catalogazione dei testimoni di natura letteraria e para-letteraria (si sono registrati in maniera non sistematica anche codici di na-tura amministrativa, contabile e archivistica e si sono accolti alcuni testiin caratteri greci; successivamente verranno censite sistematicamente letestimonianze amministrative, i codici in caratteri greci e in caratteriebraici, ben presenti in zona per tutto il Medioevo), (2) redazione dischede descrittive delle opere da essi tramandate e (3) riproduzione di uncampione di immagini tratte da manoscritti ed edizioni antiche.

7

I risultati sono consultabili, liberamente (senza registrazione) e gra-tuitamente, sul sito raggiungibile all’indirizzo www.adamap.it, allestitograzie a uno sforzo collettivo condiviso con una squadra di redattoried esperti informatici: Sabrina Bini, Vito Luigi Castrignanò, FrancescoG. Giannachi, Marco Maggiore e Stella Trazza (redattori), Diego Ber-gamo (ingegnere informatico) e Tonia Bruno (grafico informatico).

3. Il sito

Il sito di ADAMaP si compone di tre sezioni: Biblioteca digitale, Bancadati, Studi1.

La veste grafica del portale e la struttura della Banca dati richia-mano, con adattamenti, il modello fornito dal già citato SALVIt, conla volontà di evidenziare l’affinità di ispirazione e di metodo fra i dueprogetti (il modello è esplicitamente dichiarato); il software di gestionedelle tre sezioni summenzionate e il formato di scheda sono stati invece

8

1 Una prima concisa descrizione del sito si legge in Montinaro 2011b, 303-304 e 309-310.

sviluppati autonomamente presso l’Università del Salento, introdu-cendo profonde modifiche e sostanziose innovazioni.

Di séguito presentiamo le componenti principali del sito.

3.1. Biblioteca digitale

La Biblioteca digitale, interattiva e interoperabile con la Banca dati,consente di visionare i manoscritti più alcune edizioni antiche e con-sultare le schede descrittive che forniscono informazioni dettagliatesui testimoni e sulla tradizione testuale delle opere da essi tramandate.Al momento le immagini e le schede sono disposte sotto al luogo diconservazione dei testimoni cui fanno riferimento, ma successiva-mente sarà possibile ordinare gerarchicamente le informazioni utiliz-zando anche altri parametri: autore, tipo di prodotto (manoscritto,

9

edizione antica o documento singolo), genere, lingua, titolo, tipologiatestuale.

Cliccando sul titolo dell’opera (in un secondo tempo anche sul-l’immagine d’anteprima) si può visionare un campione di riproduzioni,effettuando ingrandimenti progressivi.

La Biblioteca digitale fornisce per tale via la possibilità di consultarelo scaffale della biblioteca medievale pugliese, ricostituito virtualmente.

3.2. Banca dati

La Banca dati rappresenta l’architrave del sistema, permettendo di ese-guire ricerche specifiche sui testimoni e sulle opere, sulle schede de-scrittive e sui metadati.

Essa si suddivide in più sezioni, raggiungibili tramite il menu laterale(a sinistra dello schermo): Bibliografia, Biblioteche e archivi (articolati inBiblioteche, Biblioteche private, Biblioteche non più esistenti e Archivi),

10

Edizioni antiche (sotto la sigla identificativa dell’edizione vi sono 6 sot-toschede: scheda edizione antica, frontespizio, colophon, consistenza,note e opere), Generi (ad oggi se ne registrano 9: cinegetica, enciclope-die, letteratura, letteratura astrologica, letteratura religiosa, medicina,narrativa, scritti giuridici e pratici, veterinaria), Incipit ed explicit, Linguee dialetti (le varietà registrate per il momento sono 11: abruzzese, barese,emiliano, ferrarese, italiano, italiano meridionale, latino, pugliese, salen-tino, tarantino e toscano), Manoscritti (suddivisi innanzitutto in Codicie Documenti singoli, a loro volta distinti rispettivamente fra codici ver-gati in caratteri latini e in caratteri greci e documenti singoli esemplatiin caratteri latini e in caratteri greci; di séguito verificheremo questa se-zione in dettaglio), Nomi (si distingue fra autori e copisti), Opere (anchein questa sezione che presenteremo a breve, come già visto per quelladei manoscritti, si distingue fra opere tramandate da testimoni in carat-teri latini e opere tramandate da testimoni in caratteri greci) e Tipologietestuali (poesia, prosa e prosimetro).

Le sezioni Manoscritti e Opere, che come anticipato distinguonofra caratteri latini e greci, costituiscono il nucleo della Banca dati.

In Manoscritti al momento si registrano complessivamente 79schede, di cui 61 riguardanti codici (49 in caratteri latini e 12 in caratterigreci) e 18 relative a documenti singoli (inventari e lettere, tutti in ca-ratteri latini). Esse si articolano nel modo seguente.

Sotto all’indicazione del luogo di conservazione e dell’autore dellascheda, vi sono fino ad un massimo di 13 sottoschede che guidanol’utente nella dettagliata descrizione del codice: Scheda manoscritto (incui si riassumono i dati essenziali del manoscritto), Composizione, Di-mensioni, Carte, Scrittura, Ornamentazione, Notazione musicale, Lega-tura, Stato di conservazione, Storia, Contenuto, Note e Opere.

Le schede finora immesse inOpere sono 68, di cui 52 in caratterilatini e 16 in caratteri greci. Anche in questo caso sotto l’intestazione(titolo dell’opera) e il nome dell’autore della scheda sono visualizza-bili più sottoschede, seppur di numero inferiore rispetto alla sezioneManoscritti, arrivando fino a 7: Scheda opera (in cui si riportano in-formazioni essenziali), Manoscritti (nella quale si mette in relazionel’opera con i testimoni manoscritti che la tramandano; si registraun’ulteriore partizione in: Scheda, Incipit Prologo, Incipit Testo, Ex-plicit Testo, Immagini, di cui abbiamo già visto il funzionamento, eCopyright Immagini), Ed. antiche (dove si mette in relazione l’operacon gli antichi testimoni a stampa che la tramandano; anche in questo

11

caso vi è un’ulteriore suddivisione in: Scheda ed. antica, Frontespizio,Colophon, Consistenza, Descrizione e Immagini), Storia della tradi-zione (suddivisa in Testimoni, Discussione della tradizione del testo,Caratteristiche del testo e Stemmi), Trad. indiretta, Bibliografia (arti-colata in Edizione/i di riferimento, Edizioni significative, Altre edi-zioni, Edizione/i di riferimento delle opere collegate, Edizionisignificative delle opere collegate, Bibliografia filologica, Altra biblio-grafia ed Enciclopedie, repertori e cataloghi) e Note.

Una volta entrato nelle specifiche sezioni tramite il menu attivabilecon i pulsanti laterali della Home page, che è stato già descritto, l’utenteha a disposizione più strumenti per consultare agevolmente la bancadati ed effettuare ricerche mirate: (1) la ricerca alfabetica, (2) un indiceche dispone le informazioni in ordine alfabetico, (3.1.) la ricerca sem-plice e (3.2.) avanzata, disponibile per tutte le schede e sottoschede (laricerca semplice della sezione Manoscritti consta di una sola schedache include i campi Luogo di conservazione, Fondo, Segnatura, Ab-breviazione, Datazione, Copisti, Luogo di redazione e Possessore an-tico, mentre quella avanzata si articola in 9 schede, a loro voltasuddivise in più campi: Scheda manoscritto, Composizione, Dimen-sioni, Scrittura, Ornamentazione, Notazione musicale, Storia, Conte-nuto, Lavorazione [che fa riferimento allo stato di avanzamento dellalavorazione della scheda]; a sua volta la ricerca semplice della sezioneOpere include i campi Titolo, Autore, Datazione, Lingua/dialetto, Ti-pologia testuale, Genere, Sottogenere e Nota Metrica, mentre quellaavanzata registra 8 schede, anche in questo caso articolate in più campi:Scheda opera, Manoscritti, Ed. antiche, Storia della tradizione, Trad.indiretta, Bibliografia, Note e Lavorazione).

3.3. Studi

Completa il sito la sezione Studi, dove è possibile consultare contributiin formato pdf riguardanti vari aspetti della produzione manoscrittapugliese, sia in caratteri latini sia in caratteri greci; la consultazione ègratuita, libera e non richiede registrazione (nel DVD vi è un collega-mento al sito).

Anche questa sezione offre più opzioni di ricerca, alfabetica, sem-plice (tramite parola chiave) e avanzata (attraverso i filtri Titolo, Anno,Autore/Curatore, Iniziale alfabetica e Assegnatario scheda).

12

4. Conclusioni

Con l’ultimazione del sito e la sua pubblicazione su DVD per consen-tire la consultazione anche off-line, si è conclusa la prima fase del pro-getto, che ha prodotto i risultati descritti, e inizierà contestualmente laseconda fase.

Gli obiettivi posti per ADAMaP 2.0 sono l’estensione del censi-mento anche ai manoscritti in caratteri ebraici (cui si dedicheranno ap-posite schede) e la creazione di un archivio in cui si immetteranno leopere tramandate dai testimoni censiti, all’interno del quale si potrannoeseguire dettagliate ricerche testuali.

Con l’aggiunta di questi ulteriori tasselli la Puglia si riapproprieràdi un segmento importante del proprio patrimonio codicologico, sto-rico-culturale e linguistico, altrimenti destinato a rimanere disperso eirrimediabilmente lontano dai confini regionali, offrendolo a tutti co-loro che per motivi diversi, studio, passione o semplice curiosità, vor-ranno ad esso avvicinarsi.

13

Bibliografia

Antonelli-Di Girolamo-Coluccia R. 2008 = I poeti della Scuola Siciliana, 3 voll.,a cura di Roberto A., Rosario C. e Costanzo D. G., Edizione promossa dalCentro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani, Milano, Mondadori.

Aprile 2001 = Giovanni Brancati traduttore di Vegezio. Edizione e spoglio lessi-cale del ms. Vat. Ross. 531, a cura di Marcello A., presentazione di Max Pfi-ster, Galatina (LE), Congedo Editore («Pubblicazioni del Dipartimento diFilologia, Linguistica e Letteratura dell’Università di Lecce», 16).

Barbato 2001 = Il libro VIII del Plinio napoletano di Giovanni Brancati, a curadi Marcello B., Napoli, Liguori Editore.

Barbato 2010 = Lu rebellamentu di Sichilia, a cura di Marcello B., Palermo,Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani («Collezione di testi sicilianidei secoli XIV e XV», 27).

Bruni 1992-94 = L’italiano nelle regioni, 2 voll., a cura di Francesco B., Torino,UTET.

Castrignanò in stampa = Il “Librecto di pestilencia” di Nicolò di Ingegne (1448),“cavaliero et medico” di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, a cura di VitoLuigi C., Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo - Centro StudiOrsiniani («Fonti e Studi per gli Orsini di Taranto»).

Ciampaglia 2008 = Gasparro Fuscolillo, Croniche. Edizione critica e studio lin-guistico, a cura di Nadia C., Arce (FR), Nuovi Segnali.

CLIO = Corpora Linguistico-testuali Italiani On-line, PRIN diretto da RosarioColuccia.

Coluccia C. 2011 = Chiara C., Napoli aragonese negli anni Settanta e Ottantadel Quattrocento: la grande stagione dei volgarizzamenti, in Volgarizzare, tra-durre, interpretare nei secc. XIII-XVI. Atti del Convegno internazionale distudio, Studio, Archivio e Lessico dei volgarizzamenti italiani (Salerno, 24-25 novembre 2011), a cura di Sergio Lubello, Strasbourg, ELiPhi-Éditionsde linguistique et de philologie («Bibliothèque de Linguistique Romane -Hors Série», 2), 87-100.

Coluccia C. 2012 = Chiara C., Un autografo notarile pugliese del 1371, in «StudiLinguistici Italiani», XXXVIII, 3-27.

Coluccia R. 2009 = Rosario C., Migliorini e la storia linguistica del Mezzogiorno(con una postilla sulla antica poesia italiana in caratteri ebraici e in caratterigreci), in «Studi Linguistici Italiani», XXXV, 161-206 [stampato con mi-nime modifiche anche in Bruno Migliorini, l’uomo e il linguista (Rovigo1896-Firenze 1975). Atti del convegno di studi (Rovigo, Accademia deiConcordi, 11-12 aprile 2008), a cura di Matteo Santipolo e Matteo Viale,Rovigo, Accademia dei Concordi Editore, 2009, 183-222].

Greco 2008 = La grammatica latino-volgare di Nicola de Aymo (Lecce, 1444): undono per Maria d’Enghien, a cura di Rosa Anna G., Galatina (LE), Congedo

14

editore («Pubblicazioni del Dipartimento di Filologia, Linguistica e Letteraturadell’Università del Salento», 34).

Kelly 2011 = The Cronaca di Partenope. An Introduction to and Critical Editionof the First Vernacular History of Naples (c. 1350), a cura di Samantha Kelly,Leiden-Boston, Brill («The Medieval Mediterranean», 89).

Ledgeway 2009 = Adam L., Grammatica diacronica del napoletano, Tübingen,Max Niemeyer Verlag, 2009.

Maggiore 2011 = Marco M., Lo Scripto sopra Theseu re: un commento al Te-seida di provenienza salentina (II metà del XV secolo), in «Medioevo Lette-rario d’Italia», 7 [2010; ma 2011], 87-122.

Montinaro 2009 = Antonio M., Un volgarizzamento inedito da Giordano Ruffo:Cola de Jennaro, Della natura del cavallo e sua nascita (Tunisi, 1479), in Laveterinaria antica e medievale. Testi greci, latini, arabi e romanzi. Atti del IIConvegno internazionale (Catania, 3-5 ottobre 2007), a cura di VincenzoOrtoleva e Maria Rosaria Petringa, Lugano, Athenanion-Lumières Inter-nationales («Biblioteca di Sileno», 2), 471-530.

Montinaro 2011a = Antonio M., Per la tradizione del De medicina equorum diGiordano Ruffo (con un elenco dei testimoni manoscritti), in «Medioevo Let-terario d’Italia», 7 [2010; ma 2011], 29-64.

Montinaro 2011b = Antonio M., L’apporto dei volgarizzamenti dal De medicinaequorum di Giordano Ruffo alla banca dati SALVIt, in Volgarizzare, tradurre,interpretare nei secc. XIII-XVI. Atti del Convegno internazionale di studio,Studio, Archivio e Lessico dei volgarizzamenti italiani (Salerno, 24-25 no-vembre 2010), a cura di Sergio Lubello, Strasbourg, ELiPhi-Éditions delinguistique et de philologie («Bibliothèque de Linguistique Romane - HorsSérie», 2), 295-310.

SALVIt = Studio, Archivio e Lessico dei Volgarizzamenti Italiani, diretto da Ro-sario Coluccia, consultabile all’indirizzo www.salvit.org.

Sgrilli 1983 = Il “Libro di Sidrac” salentino. Edizione, spoglio linguistico e lessicoa cura di Paola S., Pisa, Pacini Editore («Biblioteca degli Studi mediolatinie volgari. Nuova serie», VII).

15

Crediti

Il DVD riproduce il sito www.adamap.it aggiornato al 31 ottobre 2012(ADAMaP 1.0).

ADAMaP è il frutto di ricerche e studi pluriennali condotti dalgruppo di lavoro guidato da Rosario Coluccia, Direttore scientifico delProgetto, ideato e sviluppato assieme al suo allievo Antonio Montinaro,Coordinatore generale (redazione, revisione editoriale, relazioni con lebiblioteche e gli archivi italiani e stranieri, riproduzione di immagini eacquisizioni di diritti, sviluppo informatico e grafico, amministrazione).

Il software di gestione della Biblioteca digitale, della Banca dati,della sezione Studi, nonché il formato di scheda sono stati sviluppatida Diego Bergamo, con la collaborazione di Rosario Coluccia e Anto-nio Montinaro. La veste grafica è a cura di Tonia Bruno (SB Soft), conla collaborazione di Diego Bergamo, Rosario Coluccia e Antonio Mon-tinaro. La sua realizzazione si basa su finanziamenti PRIN ottenutinegli anni passati e su più recenti finanziamenti erogati dalla FCRP(Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia) e dal CUIS (Consorzio Uni-versitario Interprovinciale Salentino), all’interno di una iniziativa chevede coinvolti il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università delSalento e la Città di Cavallino.

Nell’ideazione del sito si è seguito il modello fornito da SALVIt(www.salvit.org), con la volontà di evidenziare l’affinità di ispirazionee di metodo fra i due progetti.

Si ringrazia Claudio Ciociola per aver autorizzato l’adattamento alprogetto ADAMaP del programma di gestione di SALVIt (che utilizzail motore di ricerca di TLIon: www.tlion.it).

Maria Vittoria dell’Anna ha assicurato un contributo fondamentale alprogetto.

Le relazioni con le biblioteche e gli archivi italiani sono state curateda Vito L. Castrignanò, mentre quelle con le biblioteche e gli archivistranieri da Marco Maggiore.

I curatori desiderano esprimere i più vivi ringraziamenti a tutti co-loro che hanno contributo, con modalità e in misura differenti, alla rea-lizzazione del progetto e del DVD, scusandoci per eventuali involontarieomissioni: gli enti finanziatori, FCRP (Fondazione Cassa di Risparmio

16

di Puglia) e CUIS (Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino),il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento (un grazieparticolare va al Segretario amministrativo, Rosanna Nestola, e ai suoicollaboratori, primi fra tutti Lucia De Pascalis, Niceta Pedone e GianniTarantino), la Città di Cavallino (LE), i redattori e gli informatici, la casaeditrice Pensa Multimedia ed Ergys Gezka, che è stato prezioso inter-mediario per l’acquisizione delle immagini derivate dal codice MetrykaKoronna 94 conservato presso l’Archivio di Stato di Varsavia.

Un sentito ringraziamento va infine alle istituzioni che hanno con-cesso le immagini tratte dai manoscritti e dalle edizioni antiche e ac-consentito alla loro pubblicazione: Biblioteca Provinciale «Scipione eGiulio Capone» di Avellino, Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna,Biblioteca Universitaria di Bologna, Archivio Diocesano di Conver-sano, Det Kongelige Bibliotek di Copenaghen, Biblioteca MediceaLaurenziana di Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Bi-blioteca Riccardiana di Firenze, Biblioteca della Badia Greca di Grot-taferrata, Archivio di Stato di Lecce, Archivio di Stato di Milano,Biblioteca Trivulziana di Milano, Biblioteca Nazionale «Vittorio Ema-nuele III» di Napoli, Biblioteca del Monumento Nazionale dell’Ora-torio dei Girolamini di Napoli, Bibliothèque Nationale de France diParigi, Biblioteca Palatina di Parma, Biblioteca Universitaria di Pavia,Biblioteca Comunale Augusta di Perugia, Biblioteca dell’Accademiadei Concordi di Rovigo, Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino,Archivio di Stato di Varsavia, Archivio di Stato di Venezia, Bibliotecad’arte del Civico Museo Correr di Venezia, Biblioteca Nazionale Mar-ciana di Venezia (cui va una riconoscenza particolare perché hannofornito le immagini e/o i diritti di riproduzione a titolo gratuito); Bi-blioteca del Monumento Nazionale Abbazia Benedettina della SS. Tri-nità di Cava de’ Tirreni, Biblioteca Apostolica Vaticana della Città delVaticano, British Library di Londra, Biblioteca Ambrosiana di Milano,Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, Pontificia Biblioteca Anto-niana di Padova, Biblioteca General i Histórica de la Universitat di Va-lenza, Österreichische Nationalbibliothek di Vienna.

Alcune immagini sono in bianco e nero perché purtroppo alcuneistituzioni non hanno concesso quelle a colori.

Si resta a disposizione di biblioteche e archivi con cui non sia statopossibile mettersi in contatto per il pagamento di eventuali diritti lorodovuti.

17

18

2012 © Pensa MultiMedia Editore s.r.l.73100 Lecce • Via Arturo Maria Caprioli, 8 • Tel. 0832.23043525038 Rovato (BS) • Via Cesare Cantù, 25 • Tel. 030.5310994

www.pensamultimedia.it • [email protected]

2012 © Pensa MultiMedia Editore s.r.l.73100 Lecce • Via Arturo Maria Caprioli, 8 • Tel. 0832.23043525038 Rovato (BS) • Via Cesare Cantù, 25 • Tel. 030.5310994

www.pensamultimedia.it • [email protected]

ISBN 978-88-6760-036-6


Recommended