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Giulio Ciampoltrini, Il monumento dell'augustale Constans a Lucca, in Prospettiva, 25, 1981, pp....

Date post: 28-Apr-2023
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1 ì Il monumento dell'augustale Constans a Lucca Giulio Ciam poltrini Tra i non molti monumenti di Lucca romana raccolti nel Museo di Villa Guinigi spicca, per le dimensioni e per l'ancora riéonoscibile qualità del rilievo, la lastra framm en tar ia con l'iscrizione C/L XI, 7023 1 (fig. 1). La scalpellatura del rilievo e quella delI 'instn llllel l/w11 sac rificale, me no' offen siva, verosimilmente dovute al progettato reimpiego della lastra, ro- vesciata, come pietra rombat e,' han no di certo nuociuto all 'apprezzamento del la decorazione, c, forse, SOIlO indi- rettamente responsabili anche della non esatta comprensione dell'iscrizio- ne e del monumento cui la lastra ap- parteneva. Infatti sia il Ferri che il Bormann, che all 'ini zio del seco lo presentavano, indip endentemente, il monumento epigrafico, lo consi der a- vano mut ilo solo in alto,' do ve, fra l'altro, la frattura interessa anche la prima linea iscritta cons er vata: l'uno l'altro, a guanto pare, no- ta va che una consistente lacuna do- veva essere ipotizzare anche a sinistra della lastra, con la parte iniziale del- la formula onomastica del dedicante, di cui, nel fr ammento superstite, so- pravvive il solo cognom eJl : ed è fran- camente insostenibi le che in un mo- nu ment o pubblico, eretto in occasio- ne della concessione di una carica ma- gistratuale, il dedicante si present as- se solo con il cogllomell. 4 Evid ent e- ment e la lastra aveva notevolissime di- mensioni, o, piuttosto, alla superstite - comunque frammentaria - dove- va giustapporsene, a sinistra, una se- conda, che si può supporre ugu almen- te decorata da un encarpio sorretto, per la mano, dall'erote alato che so- stiene quello del frammento supersti- te; di un crote, infatti, si riconosce l'estremità dell'ala sinistra, nella par- te superiore sinistra della last ra,' La presenza dell'ala, tesa, che di solito si dispiega all'altezza della test a del personaggio; le notevoli dimensioni dei caratteri della prima linea iscritta conservata, c dell'eventuale spazio in- terlineare, fan no supporre, a meno che non si voglia ammettere la pre- senza di un altissimo sfondo neut ro sopra la testa dell'essere alato , che la perdita della parte superiore della la- stra sia sostanzialmente limi tat a alla scheggiatura e alla rilavorazionc per il reimp iego. L'iscrizione, qui ndi, sareb- be stata contenuta in due linee, la pri- ma con i destinatari della dedica, la se- conda con nome del dedicante e formu- lario di dedica. t chiaro che, ment re è l. iscrizione Cl L XI, 7023. L UCCD. Museo Na zionale di 'ville Guinigi. 2. Dedica di M. Antonlus Neanthus (C/L XI, 1344 b). Orlonovo, Chiesa della Madonna del Mirte to. preclusa la possibilità di integrare la formula onomastica dell' 'augustale',' per la l. 1 non si potrà che ricor rere a ipot esi. La più verisimile è di una dedi- ca [Genio coloniae} et decurionum che, se non trova riscontro puntu ale in alcun documento epigrafico super- stite, può essere inserita in un piccolo gruppo di dediche a due Genii? Qu e- ste, di solito, vedono come dedicanti magistrati municipali, il cui lealismo più frequente si man ifesta nello onorare il Genìus della comunità (mu- nicipio o colonia) in cui esercitano la carica, ma che in taluni casi, come forse il nostro Constane, associano nella dedica l'espressione di quell 'or- da cui concretamente - e nel nostro caso anche con la speciale concessio- ne gratuita - debbono la carica ." La success ione colonia - orda - popu- ìus (o espressioni equivalenti) appa- re d' altronde così rigidamente f is sata" da non consentire. nel caso di una doppia dedica , che la menzione della colonia, pr ima dei de cur ì ones. Ragio- ni di spazio, come ben si vede, non si oppongono ad una integrazione co- me qu ella pr opo sta. In conclusione si può ricostruire .un testo: [G enio colonìae] et decur ìonum [-- -J Constane Augllst (alis) d (ecu- rionum ) d(ecrelo) grat is d e p ( e- cunia) [s(ua)) .10 [Ccrutibut l] 37
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Il monumentodell'augustaleConstans a LuccaGiulio Ciampoltrini

Tra i non molt i monumenti di Luccaromana raccolti nel Museo di VillaGuinigi spicca, per le dimensi oni eper l'ancora riéonoscibile qualità delrilievo, la lastra frammen taria conl' iscrizione C/L XI, 7023 1 (fig. 1).La scalpellatura del rilievo e qu elladelI ' instn llllel l/w11 sac rificale, meno'offensiva, verosimilmente dovute alprogett ato rei mpiego della lastra , ro­vesciata , come piet ra rombat e,' han nodi cer to nuociuto all 'apprezzamentodel la decorazion e, c , forse, SOIlO indi­retta mente responsabili anc he dellanon esatta comprensione dell 'iscrizio­ne e del monumento cui la lastra ap­parteneva. Infatt i sia il Ferri che ilBormann , che all 'ini zio del seco lopresentavano, indipenden tement e, ilmonumento epigrafico, lo considera­vano mutilo solo in alto,' dove, fral'alt ro, la frattura interessa anche laprima linea iscri tta conser vata: nél' uno né l'a lt ro, a guanto pare, no­ta va che una consistente lacuna do­veva essere ipotizzare anche a sinist radella lastra , con la parte iniziale del­la for mula onomas tica del ded icante,di cui , nel frammento supers tite, so­pravvive il solo cognom eJl : ed è fran­camente insostenibi le che in un mo­nu ment o pubblico, eretto in occasio­ne della concess ione di una carica ma­gist ratuale, il dedicante si present as­se solo con il cogllomell.4 Evid ent e­mente la last ra aveva notevolissime di­mensioni , o, piuttosto, alla superstite- comunq ue frammen taria - dove­va giustapporsene, a s inistra , una se­conda, che si può supporre ugu almen­te decorata da un encarpio sorre tto,per la mano , dall 'ero te alato che so­stiene qu ello del frammento supersti­te; di un crote, infatti, si riconoscel'estremità dell 'ala sinistra, nella par­te supe riore sinistra dell a lastra,' Lapresenza dell 'a la, tesa, che di solitosi dispiega all 'a ltezza della testa del

personaggio; le notevoli dimensionidei caratt eri della prima linea iscrittacon servata, c dell'eventua le spazio in­terlineare, fan no supporre , a menoche non si voglia ammettere la pre­senza di un alt issimo sfondo neutrosop ra la testa dell 'essere alato , che laperd ita della parte superiore della la­stra sia sos tanzialmente limi tata allascheggiatura e alla rilavorazionc per ilreimp iego . L' iscrizione, qui ndi, sareb­be stata cont enuta in due linee, la pri ­ma con i destinatari della ded ica, la se­conda con nome del dedicante e formu­lario di dedica . t chiaro che, mentre è

l. isc rizione Cl L XI, 7023. L UCCD. MuseoNazionale di 'ville Guinigi.2. Dedica di M. Antonlus Neanthus (C/ L XI,1344 b). Orlonovo, Chiesa della Madonnadel Mirte to.

preclusa la poss ibilità di integrare laformula onomastica dell ' 'augustale','per la l. 1 non si potrà che ricorrere aipot esi. La più verisimile è di una dedi­ca [Gen io coloniae} et decurionumche, se non trova riscontro puntualein alcun docume nto epigrafico super­stite, può essere inserita in un piccolo

gruppo di dediche a due Genii? Qu e­ste, di solito, vedono come ded icant imagistrat i municipa li, il cui leal ismopiù dì frequ ente si man ifesta nelloonorare il Genìus della comunità (mu­nicipio o colonia) in cui esercitano laca rica, ma che in talun i casi, comeforse il nostro Constane, associanonella dedi ca l'espressione di quell 'or­da cui concretam ente - e nel nostrocaso anche con la speciale concessio­ne gratuita - debbono la carica ." Lasuccess ione colonia - orda - popu­ìus (o espression i eq uivalenti) appa­re d'altrond e così rigidament e f issata"

da non consent ire . nel caso di unadoppia dedica , che la menzione dellacolonia, pr ima dei decur ìones. Ragio­ni di spazio, come ben si vede , nonsi oppongono ad una integrazione co­me qu ella propo sta. In conclusionesi può ricostruire .un testo :[G enio colonìae] et decur ìonum[-- -J Constane Augllst (alis) d (ecu­

rionum ) d(ecrelo) grat is de p (e­cunia) [s(ua)) .10

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era sta ta re irnpie gata, nell 'Alto Me­d ioevo. pe r l'i scrizion e di consacra­zione : 13 essa doveva apparten ere adun monumento pressoché identico, an-che pe r d imen sioni , a quello che er adeco ra to dal framment o di Vill a Gui­nigi. La corrispo ndenza delle dimen­sioni, anz i, è tal e da consentire l'ipo­tes i de lla pert inenza al medesimo mo­num ento: !4 la base, in questo caso,avrebbe presentato sulla fronte , inpiù la stre (due ), eroti ghi rla ndofori,con ìnetrumen tum sacrificale c iscri­zione di dedica : sui la t i, se ad uno d iess i, al sinistro, " appartiene la la stradi San Pietro, an cora cra ti ghi rlan­dolori, e l'elemento apotropai co delgorgo ncion, realizzato come episemadello scudo esibito da un erote apte­1'0 .16 Ancora a un monumento di di­men sioni sos tanzia lmente identiche aqu ello (o quelli) cui assegnare i du erili evi "lccchesì è riferibile una terzalast ra , conservala nella chiesa d i SanRoma no, a Lucca , già reimpi egata co-me pietra tor nbale, decorata con mo-tiv i archite ttonici, arch etti fra pila- {'stri" ( fig. 8). No n è da escludere chean ch 'essa pro ven ga dalla base erett ada C OIlSta Il S, di cui poteva rivestirela parte poster io re."A qu este ipotesi non si oppo ne la da­tazion e proponibile per le tre lastre :più incerta , dat a In drastica scaìpel­latura del rili evo, per il fr amm entoiscri tto , per il qual e i soli termini diriferim ento sono l' assa i mod erato usodel trapan o, anco ra av vertibi le, e icaraneri epigrafici :" i du e eleme nt i,ins ieme , e con tutte le cautele checonsiderazioni pal eografiche , spec ial­mente pe r monumenti ' uffi ciali', im­pongono, suggerisco no una cronolog iaanteriore agli ult imi anni del I secolod.C. Nella lastra d i San Pietro il fe­stone, per r imane re nell 'ambito muni ­cipa le de ll' Etruria sette ntrionale , ècon frontab ile da vicino con qu ello,ugual ment e sorretto da ero ti, del mo­nu mento fun erario d i Cianìa Procu!ae di CII. Petron ìus A sellio ad Arezzo,data bile , anche per motivi prosopo­grafic i, in età claudia (fig. 9) ~XI Aglianni centrali del I secolo ri porta an­che il tipo degli eroti - benché lacontinuità del moti vo rend a assai me-no stringent i i richiami prop onibili ­per il tra tta men to del volto e dell'ac­conciatura, che , nel chi aroscuro con­tenuto e nell a eobrietà dei riccioli , ri­corda ri tratti infa ntili del secondoquarto del secolo:" e il cui co rpo, dal-le d imensioni mas sicce, si avvicina aquello dei putti d i }'llonumenti cisal-

Ero ti ghirlandofor t compa iono anch enella la stra marmorea conser vata nel­la chiesa d i San Pietro a Vico, nellacamp agn a luc chese (figg. 3-6 ), dove

sto) , te neva verosimilmente luogo del­la summa ìtonorarìa solitam ente ver­sata da gli 'aug ustali', come dagli alt rimag istrat i municipa li, al mom ento dien tra re in cari ca , e che ne l caso diConstane non era stata pretesa da i de­cu rion i Iucchesi solo perché, com e disoli to in qu este occasion i, il candida­to si era impegn ato per una somm adi gran lunga magg io re."

3. Rilievo con crctì c encarpio. San Pietro aVico (Lucca). Chiesa parrocchia le4. Particolare di fig. 3: l'eroto ghirlandofere

38 [Contributi]

Quan to al monumento, il cu i corpo,forse in material e meno nobile , erarivestito da lastre ma rmoree, è im­possibi le decid ere se si tra ttasse d iun altare, o , pi uttosto, d i una basesu cu i, in corrispo nde nza dei due en­carpi, potevano essere posti i signadei due Geni i.ll Ugualme nte impossi­bile decid ere se nell 'arco dell'enca r­pio di sinistra fossero r ipetu ti sim­pu la , preferic olo , patera o se non com­pa risse, ad esempio, l'ill strumel1tumdel sacrificio crue nto, contrapposto aqu ello del sacrificio inc ruento. I I 010­

numento, di notevole imp egno (e co-

!

•\

pini d 'età claud ia." Confronti con laurna cinera ria di L. Aelius, da Arezzo(fig. l O), datab ile, anc he per l'assen­za di cagnomell nella formula onorna­stica, non oltre l'età neroniana," econ opere cisal pine," consentono difissare nel medesimo torno di tempola datazione della lastra di San Ro­mano, i cui singoli elementi ritorna­no nella modesta produzione di stelearchitettoniche dell'Et ruria settentrio­nale , rapidament e esauritasi nella se­conda metà del I sec. d.C.2S

Il monumento di Constane si pon e ,

5. Panicolare di fig. 3: il llorgoncion

anc he solo per d imensioni, come unodei più significat ivi documenti, perl'E truria settentr ionale , dell 'ascesa diquei cet i, comp osti quasi esclusi va­mente da lib erti , che nel rango di 'a u­gustale ' individuano il mezzo dellaloro piena integrazione socia le. Sela da tazione qui propostane, agli annicentrali del I secolo, è corretta , essosegnerebbe anzi l 'acme di questogruppo sociale, la cui fortuna è lar­gamen te docume nta ta per tu tto il Isecolo a Pisa , Lucca, Firenze, ci t tàdove più vive sono, evidente mente ,le attività commercia li'" e artigia nali"con cui è possibile rea lizzare nu ovefortune. Lucca, in parti colare, devela sua ricchezza, verosimilmente, so­prattutto agli stretti rapporti con Pi­sa, parlo e cent ro commerciale cuismistare. attraverso comode vie diacqu a, le materie prime forni te daun vasto entrote rra: l:S un liberta , for­se pisano , L. Papirius Mandatus, eser­ci ta in questo periodo la cari ca diaugus tale a Lucca e a Pisa, e nume­rosi sono i legami personali fra luc­chesi e pisani ." Agli investiment i dei

nuovi ricchi, che, secondo il modelloesemplificato dal Trimalcionc pe tro­uiano, cercano nella terra un riparosicuro per le fon une accumu la te conatti vità rischiose, può essere dovutaanc he la fioritu ra degli insedia ment iagricol i della piana lucchese, docu­mentata ora soprattutto nel bacinodel Bient ina , area da cui, significat i­vamente, provengono le stele funera­rie di due ' augustali'." Alle bottegheda cui escono opere come qu este, eche, come a Pisa e a Firenze, sonosostenute sopra ttutto dalla richiesta dimonumenti fun erar i da parte delle

6. Partlcola re d i fig. 3: l'encarpic7. 11 monumento di COnslu"$ (C f/. x t , 7023):preposta d i ricostruzione della fronte

classi lib er tine," si rivolge CO l1stQIIS

per la realizzazione del monumentoda erigere a memoria del singolareonore concessogli ; e , se ad esso è ri­feribil e la lastra di San Pietro a Vico,è evidente l'i mpacc io che lo scalpel­lino ha provato nel passare dalle di­mensioni di una stele funeraria aquelle di un grande monu mento: mi­nore nel tra tt amento dell'enca rp io, unmotivo decora tivo spesso impiegato:"

maggiore per gli eroti, per cui nonsoccorre un'ana loga tradizione. Lestesse difficoltà saranno incontra te dal­la bottega da cu i escono, pochi dccen­ni dopo, le lastre del teatro di Fiero­le," una delle poche imprese di am­pio respiro delle officine ar tist iche del­l' Etruria settentrionale , co involte , apartire dagli anni finali del I secolo,nella crisi delle c itt à e delle classiper cui operano. A Lucca stessa lacostruzione dell'an fi tea tro , nei decen­ni conclusivi del secolo , resa possi­bile dalla munificenza di un cavalie­re locale," risponde forse anche ad

•esigenze d i pubblica occupazione, piùche essere sintomo della fioritu ra del­la ci ttà: agli inizi del Il secolo ripe­tu te liber alità di famiglie locali" oplsane" confermano la crisi della c it­tà; alla fine del secolo, o agli inizi delII I, anche Lucca riceve un curatorrei publicae." La crisi de ll' agricoltu­ra si riflette nel massiccio abb andonodi insedia menti agricoli del Bient ina,

-ben pochi dei quali sembra no soprav­vivere agli anni tra la fine del l e gli

[Contr ibu til 39

inizi del II secolo:" tant o che è giu­stificato il sospeuo che la larga pre­senza di lucchesi tra le fila di preto­riani e di urban iciani, nel II secolo,sia dovuta al declino delle a ttivit à pro­duttive, piuttosto che ad una inatten­d ibile crescita demografica:" la car ­riera delle armi, in questo periodo,tenta anche il ceto equestre." Sembracorretto, dunque, collegare la crisi ­o SComparsa, se l'esiguità della docu­meruazione sopravvi ssuta anc he per ilJ secolo non consigliasse cauteladelle botteghe arti stiche a quella dciceti affaristico-mercant ili, a Lucca co-

8, Rilievo con motiv i archircuonlcl. Luc c~ ,

Chie sa d i San Romano

me a Firenze," città che sembra ave­re una sorte para llela: solo Pisa, lacui posizione favorisce le attivi tà diintermcdiazione, cont inua, ancora pertutto il Il secolo, a conoscere una mo­desta produzione art istica che, oltrea recep ire modelli urban i,'! si espri­me anche con singolari prodotti 10­cali," dest inati a libert i O libertini as­surti alle magistrature locali."

1) Cfr. da ullimo Museo Na:iollulc di Villa Gui­/ligi (Lucca) , Lucca 1968 , p. 38 , n. 179, fig. 4 ,con blol. [G. Monaco). Marmo bianco: alt. cere.cm. 66-70 , lungh. cons, cm, 120-122, spesso cm .12·13: alt. delle lettere : 1. I cm. I l ca.: I. 2cm , 6 ,5. E appena il caso di avve n ire che que­sia ultirna edizione, con il completo frai nlendi·mento ddl'l scrizione - un episodio !\On isalatonel catalOjlO - segna un pa$SQ indietro riSpell Oalle preccdenl i.2) La tipologia del cart iglio ara ldico consigli adi ponç la rilavonozÌOfle dc i pezzo nel XVI-XVII

40 (COntr ibuti ]

secolo: I'asscnm di tr acce di iocrizione c il ma nocuro eQmplelarnenio dell'elemento arald ico Iii ca r­tigli{\ è li ~io) inducono a crede r;: che la lastrasia st:1I11 prep arma per rcimpicgc, ma mai rc et­mente vsata . Le vicende del pezzo prima dcllalìl>l' dèll'Dttocentc SO!\O ignole (cfr. in/m, !\Ota;)). La scalpellatura dcl festone parrebbe indi,ziare una prima inlenzione di sfru uare la Iac­('ia iscrittll e deconlla (cf r, anche ìnìra, noia 11),

;) Rispcuivanll:ntc S. F~'rTi , l$Cri~ioni Ialine il iLucca, in ' Studi italiani d i filologia cla ssica', I ~,

1912. p. 392. n. IO e (preferibile} Corpus /lIscrip­tionu m UJlillaruni (in seguito CIL) Xl, 7023. 11lavoro del Ferri non fu utilizzato per il Corpus.4) Un confronto particola rmente significativo, pe r­ché proveniente da un ambientI' socia lmente "geog ra fic~ment e vicino , nonché prossimo per ere­ca _ Illml'no a giud i"llre da i caralleri epigraliei- è ortcno dilli'iscr izione lunensc CII. XI, 1344b. in eui ritorna l 'iden tico for mular io: ,\/ , Au/a.nius Nealillllls/Aull"S/aUs d(ecl/ riotrum) d (ecre·tO} 8ra /is [a ctus d (e) s( lIo) ,' (ecunia) !l'cii,L:iscr izione doveva app~rlenc re a un rnonumed·

to non lon tano, pe r impegno flnnnaiario, daQuello cretto d;, Cotlslatrs u Luce". almeno a giu­dlcnee dulie dimensioni dei blocchi su cu i è in·eisa . inseri li nella facciata della chiesa della Ma­donna del Mirteto a Ortono vo (fig, 2): crr. U,Mar Lini. l scri=ioni lutrl.'nsi in Orlono~'(/, in ' C ior­naie Storico della Lunigiana ' , 9, 19 18. p. 47 sgg.5) t 'andamento del festone , pressoché completesulla sin islra, come. se non altro. d imo:;tr a lacOn\'Crgcnza con la tenia , ~ ta lc da far escluderela presen za d i un diverse essere alato (volati le) ;del resto aquile o oche ghi rlandofon::, che inquesto casa avrebbero inoltre dimensionl supe­riori al nat urale, ricorrono ra ramente nel re­pertorio urbano e dell'E tru ria scrtcntricnalc (perquesto, cfr. però un 'ara lunensc: J, Sm6lski.Studio prelimiuare per la riN»t",~ iolle di unaara l'Oliva romana rinvenuru a I.u" i. in ' Qua·derni Lunensi', 2, 1977, p. 43 sas.r. Sembra anoche da escludere che il Ieston e pol esse esseresorretto da un crete per le spalle: in que stocaso ci si attenderebbe unn dist~ l1 za lIs.ui mi.nore fra ~I a c punte di con vergenza tcnlc/ cn­carpio.6) Sugli 'augusUlli', termine con cui qui, lIeccl­tondo 13 propoSta d i Dutooy. si indicano i ma­gistrali che con varie denominazioni _ A II' u·slOles. $Cviri, SC"iri AUl,ltSIOles, et:C. - 311cndo­no al cullo augu sia le, c r, R. Dm hoy, Ln · AlIgll·~tDl.." in A ufstie, ulld Nicdl'f80"8 dcr roror ischcllIVc/f, 16, 2. Bcrlin·New 'l'orI,; 1971! . p. 1254sgg.: Id ., Reelrerclle, wr la ripartiliotr {Ic:s ler·mc:s !Se" ir Atlf,USlali, .... in ' Epigraphisehc Studien ·,I I . 1976, p. 143 sgg,: a p. 165 elenco degli'Iuguslali' lucchesi, a cui. peraltro , occorrere agogiungere il nostro Cot"IaIlS.

7) e / L IX, 32: Gc nio/decllriotl (lIm) / cl populi(Brindisi): e/L IX 1236: ... Gemio co ìoniaa etcoìononr m (Nola): P. Collart, / u:scrÌ/tlio/ls dePllilippes, in 'Bull. COIT. Hell.'. n. 19<>:>, p. 327(= AIIII,,", Epip ap/liquc - poi AE -, 1914,51):Genio coIo/lliacl / /u /iae (Au l ,(uSlae) Phi­f/ip;' (en siu/Il} 1I1e l reif pllbli[cae...! (Filippi, Ilsec. d .C.). Per lo status coloniale d i Lucca. cfr.da uhi mo Di=iotrario epiyafiro (in scguito D i:Ep),IV, p. 1863 sllll., 5.\'. Luro (G. Samonati).81 l'er la documen1azione epigrafica al riguardoancora da cfr, Di~Ep. [1] , p. <1 69 , 5.V. Gellius( L. Ccsan o). O vvillmcnlc mollo eumc nuno il nu­mero delle a ttestazioni: per l'Etruria , in parl i­colare , da aggiungcre Cf L XI. 7030 (Genio co­loniae/F /orcnlilll!..,) c A. MinlO, in 'Notizie degliScavi' (in seguito ' NSc'), 1919 , p. 299 sgg, (Cc­nìot coìontaei lì cìiao: ded ica dn l'Mie di un 'uu­gust ale'}.9) Cfr. per tutte la dedica tudertina CI L XI,46.,9: l'fii saìuteico ìonìoo l'I orl/i"is/l/I:cltriotlllml'I r/OPu/i/T"dcrlis.... dal:lbile sul finire dci [ $cc ,d.C. (il dcdlcamc. I.. Cuncrius l' rimigenills, pri·tllllS omuillln riveSle a Tod i contempcraneamen­te le cariche d i sex vìr A lIguslali:s e 1'Iuvittlis).IO) Lo spuio sem bra insutrtcienlc per inserireanche un verbo. "«il1 o p (OSllil}.I l) Pe r la tipolo.ia delle basi. dr, w, Herma nn,RomilChc GOl/eralllire , Kallmiin~ 196 1. p . 60 S&8.;per l'Etruria seue mrìcn atc. cfr. Ic probabili bas ilil;,solane: A, Dc Agosti!\O, Fil!$o/e, Rom a 1958.p. l) SI!. Per la dedica di si",ra di Genii, COlI ba siO alloggiame nti, dr, Di;F.p. s.v. G/'llius, eu.12) Cfr. ~ Dunean·lones. An epillrap/,ic slIrveyo/ COSIS i II Romall f ra/v. in ' Papcrs of the BritlshSchool at Rome', 33. 1965, p. 226 SlQ!., con bibl.;ld., Thc ecortottr)' 01 Ihe Roman Empire, Cam obrid ge l 'H 4, p, 1)2 ,

13) l'u bblie3la 11 11 C . Lera, in ' La l' rovillcill diLucca ', 7, 4, 1:167, p. 100 SIIII . (con dutuaionccd inter prclllz ionc innecellabil i); du cfr. per ilrcimpie go (nella Iaccin non decorala) e per lecircostanze del ritrovamento. Marmo ò;:,"oo; ali.cm. 90·91: lun gh , cm. 168-169: SlleSS. Cm. 14.Un crete stame. con ali spicgale . tiene nella d,due tenie : ncll:, s . altreuanrc tenie c un ence r­pio che, all '311m eSlremilà, in una parte pe' rdutadella lastra - o in una lastra contigua - do­veva essere sorreuo da un ero te simile (a lmenogtudicando dall'anda mento converger ue d i en­carpio e Il'll ic e dal1a pressoché per!ena simme.tria dc i primo). AI centro. sull'asse di simme­lria dci festone, erote aptero stan te. che con lebracc ia sollevare esibisce. sapra la testa, unoseudo con epise ma gorgo nico, La lastra sembracompleta a s.; in basso. do\'l: i margi ni sonollevememc rilevati : in allo, salvo per un intaccodovuto forse al rcimpiego.(4) La lacun oshà della lastra di Villa CUilliginon consente un rtscomro punluale, ma !lI 'so­vrapposìz tone' ucuc due lastre (fili. 7) dà risul­tali che sembrano eonferman: lo pert inen7.a almedesimo 1l1 011 1l IHenlo: a meno che non si va.lllia ammcncrc la presc nla , a t ueca , di duemonumenti scsum xìalmemc coute mporunei e did imensioni pressoché idemichc, eDro chc ovvìa­meruc non può essere escluse. In par ticolare ,dando all'e rote ipol i123bile per [a fa('ei3 iscrittale d imensioni di Quello di San Pietro, oome si~ fan o .II fig. 7, e aceeltando (come l'and3mem odel festone pare con fermare) che il prefe ricoloSl'gni l'asse: d i simm<' lria del gruppo ero ti-enca r·pio, si ou iene un imerasse d i cm. 160 , ident icoa Quello del , ruppo di San Pietro, deve la dì­stana fra llli ass! d i simmetr ia del cor po dcl­l'ernie alato e del fcslOne ,; d i cm. 81. Anchel'alte7.zD- dci due frammenti. sc praneuo se siaccoglie l"imcgra zione qui proposta per l 'iscri·zione. non dovrebbe essere dissimile (cm. 90, 3piedi). Suniciel\lemcn te prossime anche le dimenoslcnl dei p~ rlicol~ri: spess o tenia cm. 4-4,5 (Luc­ca) / 4·5 (S. l' iclro): spesso encarnìc cm. 13·14/ 13-16. t e modeste d ifferen ze possono comunqueessere Imputate a l diverso tr attamento (o a lladiversità d i mnno) tr a facciata c lali brevi: lostesso vale per il 1r1l1lamC1\10 uevemenre divcr­so dcII'a la dell'c re te . pii! dislesa sulla lastraiscriun. Lo sviluppo dclla fro nle dci monument~,aceetl ando l'i nterassc fomito da lla 'sov rappQS'­zione' proposta , sarebbe di poco superio re a i e~ .320, cioè circa 11 pied i ( = cm. 3~6); consr·derando anche le modanalure che $lcuramenleoomplctavlI!\O in a lto e in basso la base. la d i­mensione fII IrOllle dc i monumcnlO poIn:bbe es­sere suppos la in 12 piedi. una misura · i>landard '.per esempio , nelle delimitazio ni d i aree sepcl·era li, nella prima elà impe riale (Firell1:e: CILXI. 1622; 16H ; 1651; 1672; ecc.; Pisa: Inscri·pliolle,; lIa/iae _ in seguito Inseri i - 7, l , 48).

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15) Indurre bbe a cre dere ciò, almen o, il falloche la lastra sia ccmplerc a s. ma è chiarumcn­te impossibil e ricostruire come venisse risolto ilproblema dello sp igolo fra faccia pr incipale e latibrev i.(6) Cfr. R. Sruveras. Le Plitto dans l'arI roma;,l ,Bruxelles 1969, p. 128 sg ,17) Presentata da G. Lera, in 'La Provincia diLucca '. 4, 1, 1964. p , 95 sgg. (con datazio neinsostenibile). Lastra parnllelcpipeda. ili due Irr.contigui: marmo bianco; ah. cm. 93, lungh.cm, 179, spesso cm , 12. Archetti {fasce rese dalisteltc e gola) che insistono su scmip aeastc li­sce, addos sate a para ste con fusto scanalat o. foronite di ca pitello corinaiegg iantc (corona di Io­gl ie lisce: volute: fiore d'ebecc). Conservate unaeamt1ata intera e gran parte di una seconda, Lalastra sembra compl eta in alto, dove i ca pitelli.salvo qualch e schcggiatu rn, 50110 integri. e dico nseguenze . dato il perfl'110 parallelismo fra ledue facce, anche in basso: forse anche a d. e Il s .dato che la lunghezza della lastra corrispondeesuttamen tc a 6 pielli (cm . 179). Considerando

ce Modenesi'. IO, 2, 1967, p. 20 1 sg . (su[ tergo,fregio do rico).19) Pochi i punti fissi naleogrnfici disponibili perl'Etruria scttenteionelc : a Lucca è possib ile unconf ronto pa ruc oìarmcntc puntuale con la dc­IIka Ilei magis'ri Merçllriule s. databile non 01·Ire i primi decenni del I sec. d .C. : cf r. A. Minto.in ' NSc' , 1936, p. 392, lig, 2: A. Degra,si, Imugistri Mi'/'('uriulc.· di LuccQ.... in "Athcnacum',15, [937 , p. 287, Per la vicina Pisa si \'CdanoCIL XI. 1416 ( = Inserll, 7, l. 3-4), una dedicadci 1111lgisrri « ìcrcurìoìos, da comprendere quindient ro gli ann i ini ~ia[i del [ !iCC. d .C.: I nserl l7, l. 48, do co lloca re ent ro la prima metà dell , cc , d.C . per l'a ssenza d i cognomen nella foromula cnomasrica . così come C/L Xl, 1419 (= l/l'u rl i , 7, I, 86).20) C/L Xl. 19'i6; cfr. h-l. Torclii, Senatori e tra­selli della tarda replIbblica e dell'impero, in 'D!n­loghi d' Archeologia ', 3, 3, 1969. p. 291; Cl1.trctronius CII. f. Asellio Ili questa iscrizione non èpero identi ficab ile COIl l'omonimo d i CH- Xli i,68[6, di c ui vito e ca rr iera si concludono in Gcr-

le diverse dimen sioni e pe r I" rort c scheggiatura ,un confronto con gli eron dci monum cnto 'Ire­tino cit. SlIpra, nota 20.23) CI L XI. ISSI; lIelf'urna , di cui ignoro lacolloc azion e nuuale. fornisce un ottimo d isegnoil cod. Uflizi 8. p. 24 ( '" lig. 9l. Per que sta, eper le altre urn e cinerari e della prima eta ìrnpe­r iale dd territ orio aretino. è impcr;sibi le stabi.lire se si tra tti di prod otti d i officine urban e olocali: a nche perc hé ben poche di esse sonoaccessibili . Per il motiv o su urn e urbane , cfr.comunque W. Ahmnnn, Die rOIll;schen Graiml­tore der Koìscrzeit , Berlin 190'i, l). 46, lig, [2(d'e tà cla ud ia) .24) 'Grandc Mausoleo ' di Aquilei a: da ultimoSanno Murin Scrinarl. op. CI I.• p . 194. Il. 60S:H . Gabe[ma nn, ZIU T ekl rmik oberilafisclwr Sar­kO/l!w/ie, Allare linci Stcìun. in ' Bcnn cr lahr·b(icher' , 177, 1977, p. 232, nota 158.25) Stele da Sesto Fiorem ino: A. ~-]inlQ, in' NSc·. 1914, p. 229 sgg.. tav. l; stele dei Fon­tìnìi, CH, X I, [608, da Firen/.e, nel Mus. Areh.

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fioren tino ; stele dci Cissii , da Luni: A. Fro"a,Monumenti [unerari ili ì.unì, in Ardlae%gic<J , Fi·rcnzc 197'i, p. 298 sgg.. iig. I ; fr . di stele, daLun i, a Luni, Arniquarium (inedita). l primi treIla cfr. per parllSta e ca pitello, l' ul timo eer ilsolo ca pitello .26) Particolarmente significativi, a Questo pr o­posito , gli interessi aqullciesi lIell ~augustaic' fio­tentino O. Ccrfo llius Cllryseros, un liberlo, a giu·die arc dal ccgntnnen grecanico (CIL V, 8970).Per i Cerìonil (una rara vsriante del piu comuneCervonùns a Florenlill, cfr . anche C/L il I ,4463 a.27) Un aerarlus è l'ingellllllS M. Vi bius tdax ìmusSm intius, sex vlr a Florc:m ia (CIL XI. 1616): ne­golia"s mrllcriarius il (liberto) l' . A/(Jus Srcuus,a nch 'egli florentlno (CIL XI, 1620 : cfr. C/L XI,1620; IIn negoliatl s moteriorlus rilrOI'(llO, in 'Epi·graphica'. 37, 1975, p. 2 13 sg.}: alla lavorazioneo a l commercio 1Ic1 legno è int eressato anche ilscv ìr lucchcsc Q. L(lrOHjIlS Ruìus (O , Pancrazai,Una stele iscritt a da tìientìna, in ' Athenacum',48, 1970, p. 15 sgg.; da respingere l'attribuzionedel bacino dci Bientina a rssoe, ipotesi che nonha dalla sua a lcun elemento positivo; a fa voredcjl'appurtcncnza a Luca p"rlano invece, se no naltro, continuit à medievale e prossimità geogra ­fica , parte deU'il1slrWllelll l/1Il riprodott o . infine,ha probabilment e valore simbolico - il dittico ,il k(l/alhos, il pcuine).28) Dall 'Appennino luechese, attraverso l'A user,poteva giungere il legname che alimenta \'a laall ività dci labri navaìes e lignarii pisani (CI LXI. 1436) e a cui era interessato anc he il luc­chcsc LarOlriliS Ruius (sup rll, nota 27): Pisa,ugualmentc , pot eva ridistrib uire i prodOlli dellaagricoltura e de llo zootccn ia lucehesi (per all;:.vamenti ovini ne ll'Appennino, Pli n., N ,H., lI ;241),

lO. Urna di t. Ac/ills M.f. Pom. (CIL Xl. 1851);dal cod. Uffizi 8, p . 24

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[Conlribuli] 41

ma nia ancor a negli anni di Augu sto: dr. H . De·\'ij ver , l ' r ow pograpl rio lII i1il iamm eoueuriwn ...,Louvnin 1976·77, p. 633 P 21 (che erroneam ent econsider a 'onora ria' l'iscriz ione: si tratl" in real­tà di un 'iscrizione funeraria . come tipologia dcimonumento - cfr . H. Schoppe, Riimisclre !li/d­k llnsl in Main~, Wicsbaden 1963, tav. l - e far·mulario epigrafico dimostrano); ne è, veros imil·mente, il figlio. Sul monumento aretino , cfr, an'che Anlic/ri là di Vili" Doria " allll/ilili, Roma 1977 ,p. 107, n. 107 (G. Messtncc ). Non sembra giu ­stìficabile un'estensione automatica ad ambito mu­nicipa lc delle cronologie e laborale per la pro­duzione urbana Ila M. Honroth. Srad l ròmiscfleCir!wrdell \Viell 1971, e M. Maa skam- Kleib rink .Some rcn;arks 01 1 Romall stone gor/and, in ' BuI·Ictin Anrieke Bcscha ving', 48, 1973, p. 18S, sg,2 1) Sul tipo, impiegato prevalentemente per ilritratto Ili fanc iulle , cfr. SCII/wre e mosaici de!Mu seo Civico di Oder~o, Treviso 1976, p. 97saa. (M . De Min), con vasta bib1.: Alllicirilll IliVii/Cl Voria l'amphilj, c.r., p. 277 , n. 337, tav.182 (R. Ca lza) E noto che per gli cron l'accen­ciatura co n treccjolina llia tta cent rale av ril Ior­luna anche nei secoli successivi,22) Cfr. la stele di Borcno, ad es, in G.A. Man­suelli, Les mOIlWlIellrS cO/11 lllémorm ifs romain s dela l'al! lic clu f' (j , in 'Monuments PiOI', 53, 1963 ,p. 39. fig. 7; le are aQuileiesi d i p , PosrumiClsNilarill s, l'apia Sucullda, C. Oe/ills Ri.Wl, asse­gaabili agli anni ccntrali ilei l secolo: V. SantaMoria Ser inari, M useQ Arçheo!ogico di Aqlli ll'ia.Cma/ogo dd/c SCII/lUre rOmalll', ROllla 1972, p.B I S8g., I1n. 372, 373, 376. Im proponib ile , per

che l'int ercclumnlc, fra le para ste seana[ate, èdi cm . 87 circa e che la larghezza delle par astescan atare è di cm . 19, supponendo uno svilupp ocomplessive per tre arca te, la lunghezza del mo­num en to cu i la lastra appartenev a sarebbe dicm. (87x3) +(l9x4)= cm. 337; da cui, peraltro,occorrerebbe sottr arre qualcosa per le r idotted imensioni dclle paraste d 'a ngolo , ben riconosci ­bili nella la>!ra sUperstile, dOI' /.' la paraste Ili d.è largo cm. 14,5 e prese nta Qua llrO scanalaturecontro le sci di quell a centrale. Si ottiene qui ndiuna lunghezza non dlssiruilu da que lla, ± cm.326, proponibilc per la faccia iscritta del mo­numento d i Constans. E chiaro che null a ga ­rantisce che lo deco razione si sviìu ppasse su trearcate, anche se lo cosa, scpranunc se la lastraè compieta , è probabile (cfr. anche in!ra , nota24). Da segnalare la comune sorte della lastrad i San Romano e del frammento di Villa Gui·nig i, en trambi rcimpicgat , per lnsue sepolc rallc. nlmcnc in l'arie, sca lpella ti; non seno daescludere rccupcrc e reim piego cont emporanei.18) Per un esempio ero no logica menle e geogra·ficamente vicino d i d iversa orga nin at ione delladcçorazion/.' su front e (+ lati brevi) e tcrgo,si vcda l 'ara modenesc dci centurio ne l', ClodiusM.f.: B. Benedetti, Scavi c scoperte archeologi­che nel A/odenese , in ' All i c Memorie della De­putazione di Stor ia Palria per le Anliehe Provino

9 . Last ra del monumento runerario d i Cia rt iaPrOCIda e Cl1. l'elroflius Asellio (C/L Xl, 1856).Arezzo, Museo Arcbcolcglco

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29) CII. Xl, 1528: per i l 'apir ii ~ Plsa . CII.XI, 1417 (un libcrto, magi5ter '\/ urcl jrillli5); iscri­zioni pisenc d i lucchcsi (1 ribi! f (lbiu) : CIL Xl.1462; 1500; iscrizion i Iucchesi di pisani: C/LXl, 1526. La prese nza a Pisa c a Lucca di ma­gisl r i M er"uriu/l,'s - caso Isolare in Etruria ­~ un'ulteriore prova dci rappcrtl fra le due c iuilnel pr imi dece nni dell ' Impero.30) Il baci no del Bienlina ~ sla lo souocosro.1lC1I'uhimo éecennio. ad una (disorganica) cam­pagn a di ricerche d i superfIC ie, che ha comun­q uc portato all'idemlficaxicne di numcros i mse­diamemi allriw li dclla prima elà impe riale: pernol;l;ie preliminari o pania li, V. Bcmardi, in'N ol;z;ario Filatelico ', Il . IO, 1971, p. 11 ssa· ;A, Dani· A. Guaglìu ml, Rec~lI/j r ;lI W'ni mcll li disuperfide nell'aaro piSllno..., in cono di Slampain 'A ntiqua'. Per le stele funerarie , quella d iLaron i l/! Rulli! ~ Yenula ad auiunieni alla datempo nola CIL XI. 1529 (Muwo No:. di ViI/aGui/l;V , cii.. p, 48, n. 194. fig. 12), con sellacuru le fl'1l due Iasci , che polrcbbe appartenerealtChc a un edile o a un magislnllo l iusdicenle(cfr, p, es. l'urna ''DllerTana CIL XI. 7067: B.M.Fellett i Maj. l ..a lrodi:iotT~ i"l/ka ndl'arte roma'/lO , Roma 1917, p. 217, fil, 89, con dal az>oneda spostare nel picno I sec. d .C., se non allroper il laTBhist imo ricono al l<apallO; l 'urna ~ dimarmobilnco e non di tu ro ); ma. come quel1adell a " e1e di !.Droll;us Rufu! c della laslra pisa­na di Q . Anquir illll iu ! ~'orrU$ (CI L XI. 1440:Felleui M' i, op. cìt ., p. 149 , fii . 118), ind icheràpiunosto il ranao di '1\lIU$I..e' rasaiun lo daldefunto.31) Una sommaria rastC,n. di questi mon ulrn'ntiin Fdl~ ti Maj , op. cii ., p , 149: discutiblle laricoslruzione come ara ckl monurncnlo di p ,F~f(lrius lI ermn (in cui l 'i ll su uml' lIfUm potrcb­be aver valore simbolico , più che ind icare laprofessione del dcfur uoj, per cui cfr. i lemmid i CIL XI. 1411 e tmcru, t l. 41.32) Monumenti fU""rttri (feslOili di rcene d'.lI0r0o quercia" encarpi): (.) ~tcle da seste fiorenl ino.supra , noIa 25; (b) CII., XI, 1610 . Sl/pra, noi'21: (e) stele d i I..aTOll ius Rl/fus, supro, noIa 27:(d ) C IL Xl. 1806, dal territorio scnese Ipe rdu­ta: discgni cht. dal lemmi dci Corpus) ; (c) urnavelterrana Cf L Xl , 1061, SIlPro, nota .10; (f) cip­po CII. XI. 1621. da Firenze. Firen ze, Mus. arch .;co CIL Xl. 1856. sutnu, nore 20: (h ) CII. XI.1360 . da Luni: FTOva, o p. cif.. p , 30 1, iii . 2,Data bili nel corso del 1 sec. d.C.. con l'ecce­zio llC di (h); per (d), cfr. anche B. U ou , PrOl"fo­res Euuriac X V JIQP,l1orum, Bruxelles 1969 , p ,70 588. Are: (a ) da CilSliRlioncrllo: E. Galli , in'NSc', 1924. p, 110 sg.; (b) d ii Firenze; L. Mi­lan i, Ru/iq l.ie (/ i l'irclI : e unl icQ, In ' MonumentiAmichi dell 'Accadc mia dei t.ìnceì', 6, 1895, c.41 sg.; (c) da Luni, SU/lfll, l'Ola 5. LaSlra delIcalTO di Fiesole , illfra, 1l01n 33.33; Cfr. De Agostino , op, ciI., p, 48 S8&., figg.4().43. dove, scguendo la llro postl' di E. Gall i,Fiesole: gli scC/vi , il museo, Mihmo 1914, p, 124588.. si distinfluOllo due llrullPi d i rilicvi, a5!iC·I nando il prim o ad e tà cillud ia, il secondo aglianlli seVerililli: proposla chc h a dalla SUA solola disui/:UOlLli anzlI qualitativa dcl1e d iverse la·stre, melllio giuSlificabilc illvcce con la d ivcrsad i spon i b i1i I ~ , nel repert orio dclla bou eflll, dcivari moti vi, figuralivi e dceoral i,·i. I.'aswlulaidcnritll di tecnica t di dimen sion i sUl gerisce loconlemporaneilà di IUUa la serie, che, pcrallro,attendc ancora un 'edi'1,iollc scicnlilica e sembracolloc:abile nei primi dccc nni de l Il $CC . d.C.Mot ivi fi8u rlllivi SOIlO presenli anche nel reper'torio delle slele funerarie dcI territon o flOf'Cnti ·no : CfL XI, 1614; 162l ('lIpro, noi a 32).34) Sull'lInfilea lro di Lucca , da ullimo p, Som,1rn'11. - C.F, Giul il ni. La piullia di I.IICCQ ro­ma,,", Roma 1974. p. 61 sU .; si accella la Ira·d izionale da luio!IC . gli :Inni traianei. Il cursusdcI bcroefatlorc, Q . V ibius f -- ·f, rOrtcrncnle lacu·noso IC fL XI. 1527), ilCmbl1l da porre, lal. men­te, ali. sccon d:a metà del I sec . d .C.. sia chesi debba acr el1. re il waaerimcnlo d i DcVij VCT(op. cit., p. 863 V 95), si:l che, comc è pii! P!">bab ile, si debbt proporre alla I. 3 una inlee ra·zione HispallOTum a/ fa e pNlefeclo/ , lItlribuc n·doaIi una sola milizia eque slre , l. pl"l.'rcnurtl diun'. la, un lipo di carrie ra aUcstPIO anche perI lIri membri ckll'o rdine , nel leno qu.no delI $CC. d.C.: cfr. P.H . 1I01ckr , The auxilia f romAuytslU$ lO T rrl jull , O llOford 1980, p. 78.35) Prob. bilmcnle per donnione liuJllOllO . icol""i Lucenws i beni peueduli nell'Appenninoda Atlil/! N epos: CfL XI, 1146 V I 43 (t ll bul ll

42 [Conlribuli]

Vele ias).36) CIL XI, l525, dedica a Lo Vcm u/eius Apro­nianus Ocravìus PriSCl/S, IJIllro1tl1S colo/l iue: d r,E. GrOllg, Prosoj1Ograpll i sche Hcmerku/lge/l, in' wlcnee Studien', 49, 1931. p. 157 SIlIl.. e Liou,ep. eli.. p, 28. nota 3. l'cr I li interessi dei Ve·nulei pisani nel territOl"io luccnse, si veda anchel'orig<;!, luecheK. di L. Vell ufeius L.I . f ub . lre­lIal"IIS, un urbaniciano d 'clà seveetana , dlscen­den te con ogn i ye rosimiglianza d. un allrancetodci Venu lei icn. VI, 3884 1H 26).31) W . Von Pfcflce , NCllc r{jmische Slei ll/lIl1C/eOl/! M a;/I;:, in 'Mainzer Zei tschrift', 59, 1964, p.5f1 ( = AE, 1965, 244); W. Eek, Dior SlaullicheOrplIIi:>llliOlI I lal iens iII der hoIum Kai~r=cil,

MUllChen 1979, p. 239.38) Le forme precoci di sigill. t. chi.r. A rap­pTe$CntallO la piì' Iarda ceramica d. mensa Dt·testata nella maggior pane d i essi: in alcunisohanlo compaiOilo fIT, di sil illa le chiare o mc­nete tardcantiehe (mtleria li nell'Antiqu.rium diPo rcari ; comunicazioni orali dc i sii. A. Dani).3q) Cfr. rispetti,'amente fili elench i di A. Passe­rini , Le coor,i preloric, Roma I !H 9, p. 152 (daauiunacre il preeoeiaoo di A.E, 1968. 161, ilsolo del I sec. d .C.): e di H. Frcis. Die cohor­In urb\lnae, Koln-Crn 1961 ( = ' Epigr1l phi5CheStudien', 2 ), p. 55 e p. 59 (del 1 sec. il solomilitare d i CI L X, &-H3),«I) Ck Devih 'eT, op. ciI .. p. 146 S 60: p. 94 1Inc. 112. entrambi dci Il sec. d .C. (per il se­condo, anche Holder, op. ciI.. p, 3n Con Q ,Vibiu.s, cit . supra, note 34, sono i soli equiftllucchesi a noi noti: in\"Crifica la, qui ndi, ... lfer­maaìcee d i Slrabonc (V, I, I l, un pt$$O pera l-. "reo d i dubbia collocaz ione ) cirea la coesìeieruepresenza, nel1a cilt ll. di cav alieri , 5pe$50 lISSUrtia dignità senatona.4 1) Da comprendere K'nU eccezioni nel 1 sec.d .C. gli 'auguslali' flOrelltin; anestali cpigraflC'­mellle: Dut hoy, Rec/'erc/ln..... ci i .. p. 165.42) Ara funerar ia di O. Lar&ellll;us SeI'CrU$, l'C­dilis a Pisa, figlio del (libe rt o) Chresimus (CILXI, 144 1 = I lIscr f l , 1, I. 23), una delle poch i~sime sicuramente provenienl i dall'Elrur i. scuen­menate. Per la da la7.ione al II $CC. , dr, .ncheDunC' n-Jones , ari. ci' .. p. 285. Il . 1320.4l) CIL XI, 1445, mcuumento runcru io dello'a ugustale' Q. M Ùwcill $ Hl.'Sl illllll$, fillio dci (li .berto ) Hermes; t'e sseno attuale ( l l/scr l / . 7. 1, 93),di urna. può essere dovuto alla rila vcrazione peril re impiego come acquaSltmicrl nella chiesadi S. Stefano a MlIceral a , nella campagna pisa­ne (lìibl. Maru ce11iana , A. 196, c. 242 r) . Comeurna, o cippo-are , il monumcnlO è isolato: for on'u la lJ (i s) M (lmibIl S} c indicazione del l'eIA de lde funto ne consigliano una da laz ione poslcriorcagli anni fin:a li del I sec . d .C,44) Per III l'arIe anco ra d i rilievo svolta in que·SIO periodo da personaggi che giungevano alfangO di ' auguslalc ·. " Pis:a. si veda il caso dcI( liberlo pubblico o d iscend ente di liberli pubbli ·ci) O . Ob Sl)l/ue",ius Sc,oeri,w s, curo jQr h l/cm/oriili l'/orl:1IIiu. Sulle fasce sociali , eleva le. in c llivenivano reclula li i cm aleres kulem/uri i, cfr . L.Jopel1 o·ConlO rdi, VII esem piQ di 'b urlx.'w zill" nUl·nicipale.' i curUlOres kalem/uri i , in ' Epigraphicll',19, 1917 , p. 11 sgl,


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