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La Capitale dei Malaspina dello Spino Fiorito

Date post: 21-Nov-2023
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FILATTIERA Un territorio particolare questo di Filattiera, che unisce periodi storici persi nel tempo e nella Storia. Un territorio che è grande per ampiezza, Storia, Etnografia e che si distende senza pari ai confini di Villafranca, Pontremoli e della Magra e il cui “tempo” incontra la Protostoria, i Liguri, i Romani e le popolazioni che dall’alto Medioevo si sono incontrate o scontrate in Lunigiana…. Filattiera E’ la storia della Lunigiana. Perché poi perda importanza a favore di Pontremoli non sappiamo. Il perché è difficile da ipotizzare, ma l’incontro di tre regioni storiche, Toscana, Liguria ed Emilia e la scarsa altezza di quei monti che le dividono ci può fare pensare che questo sia stato il fatto dominante; Filattiera quindi come testimonianza dei rapporti interregionali augustei e preaugustei. Già la Cultura di Remedello è presente ed è segnalata dal ritrovamento di 7 statue stele; una intenzionalmente spaccata, una del gruppo A reincisa in età del ferro con armi celtiche Halstattiane ed utilizzata come architrave nella pieve di Sorano; una usata come copertura di una tomba ligure, una sepolta sotto il pavimento della stessa. Siamo al confine con la Selva di Filetto e Malgrate dove ne sono state ritrovate altre 12; un luogo sacro questo dunque? Un luogo dove forse non casualmente apparve quell’Idola fregit della lapide di Leodegar, un luogo dove forse quella selva di castagni che si estendeva sino alla Magra e nel piano di Filattiera, aveva un significato profondo, forse religioso, per le genti del tempo. Averle poi conservate in evidenza sino alla fine del millennio qualche significato può averlo. I e V II III VII I Liguri L’importanza del luogo doveva essere all’attenzione anche dei primi popoli che abitarono la vallata, i Liguri. Era un luogo pianeggiante, quindi difficilmente difendibile se si fa salva l’altura di lato alla pieve. Tuttavia il ritrovamento della necropoli nella contigua Quartareccia e di due tombe del III secolo vicino al tracciato ferroviario, fa pensare ad un luogo sia religioso che amministrativo, ovvero un “conciliabulum”, laddove i Liguri che vivevano per vici et castella, si trovavano per commerciare e discutere, anche con altri popoli come i Celti o forse gli Etruschi. Il Giuliani ne identificò uno nella vicina Zeri, a Conciliaria ed il Mariotti alla confluenza del Ceno col Taro, a Rubbiano. Necropoli della Quartareccia
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FILATTIERA

Un territorio particolare questo di Filattiera, che unisce periodi storici persi nel tempo e nella Storia. Un territorio che è grande per ampiezza, Storia, Etnografia e che si distende senza pari ai confini di Villafranca, Pontremoli e della Magra e il cui “tempo” incontra la Protostoria, i Liguri, i Romani e le popolazioni che dall’alto Medioevo si sono incontrate o scontrate in Lunigiana…. Filattiera E’ la storia della Lunigiana. Perché poi perda importanza a favore di Pontremoli non sappiamo. Il perché è difficile da ipotizzare, ma l’incontro di tre regioni storiche, Toscana, Liguria ed Emilia e la scarsa altezza di quei monti che le dividono ci può fare pensare che questo sia stato il fatto dominante; Filattiera quindi come testimonianza dei rapporti interregionali augustei e preaugustei. Già la Cultura di Remedello è presente ed è segnalata dal ritrovamento di 7 statue stele; una

intenzionalmente spaccata, una del gruppo A reincisa in età del ferro con armi celtiche Halstattiane ed

utilizzata come architrave nella pieve di Sorano; una usata come copertura di una tomba ligure, una sepolta

sotto il pavimento della stessa.

Siamo al confine con la Selva di Filetto e Malgrate dove ne sono state ritrovate altre 12; un luogo sacro

questo dunque? Un luogo dove forse non casualmente apparve quell’Idola fregit della lapide di Leodegar,

un luogo dove forse quella selva di castagni che si estendeva sino alla Magra e nel piano di Filattiera, aveva

un significato profondo, forse religioso, per le genti del tempo. Averle poi conservate in evidenza sino alla

fine del millennio qualche significato può averlo.

I e V II III VII

I Liguri

L’importanza del luogo doveva essere all’attenzione anche dei primi popoli che abitarono la vallata, i Liguri.

Era un luogo pianeggiante, quindi difficilmente difendibile se si fa salva l’altura di lato alla pieve.

Tuttavia il ritrovamento della necropoli nella contigua Quartareccia e di due tombe del III secolo vicino al

tracciato ferroviario, fa pensare ad un luogo sia religioso che amministrativo, ovvero un “conciliabulum”,

laddove i Liguri che vivevano per vici et castella, si trovavano per commerciare e discutere, anche con altri

popoli come i Celti o forse gli Etruschi. Il Giuliani ne identificò uno nella vicina Zeri, a Conciliaria ed il

Mariotti alla confluenza del Ceno col Taro, a Rubbiano.

Necropoli della Quartareccia

I Romani

I Romani poi furono protagonisti di lungo periodo di permanenza. Gli scavi dell’ISCUM hanno evidenziato la

presenza di uan Mancìsio, con magazzino e casa con ambienti risalente al I secolo d.C. . La mansio verso il IV

secolo passò sotto la conduzione di gente di origine ligure, però istruita da Romani. Lo evidenzia la tipologia

della casa, ad ambiente unico.

Scavi del magazzino Ricostruzione ISCUM Acciottolato di 80 metri

Il Medioevo

Il VI secolo è quello che riconosce anche grazie all’archeologia la maggior importanza per Filattiera. La guerra goto-bizantina ce investe l’Italia dal 535 al 553 porta lutti e distruzioni nella zona che interessa, ma lascia profonde tracce archeologiche e storiche. Sulla collinetta alla destra della pieve fu individuata una fortificazione bizantina, un castrum, con due giri di mura e fossati che venne riconosciuto nel Castron Soreon citato nella descriptio orbis romani di Giorgio di Cipro, da cui dipendevano anche terre al di là del Taro. I seguenti scavi del 2000 nella pieve e nel retro hanno poi mostrato qui un aggere fortificato di ampie dimensioni , ora ricoperto. L’insieme poteva fare pensare ad un castron bizantino, ma le ipotesi formulate dal Formentini spaziano oltre e ritengono possibile che la sommità della collina dove ora è il paese, possa costituire la sede militare del castron e quindi le fortificazioni dal basso, la sua difesa.

Il primitivo borgo di Surianum sorse, quindi, al piano nel luogo tuttora detto, molto significativamente, Borgovecchio dove si ricordano i ritrovamenti di opere bizantine, ora disperse. Spetterebbe quindi ai “Bizantini la fondazione di Filattiera in luogo vicino ma distinto dal vecchio centro. Più precisamente sorse nel culmine meridionale del poggio stesso, separato mediante una selletta dal maggior tratto occupato dal astello e dal borgo feudale. Ivi fu acquartierato il presidio bizantino e posta la sede del dux limitis..” che “san Giorgio …sia stata la cappella castense lo dice non solo la sua ubicazione ma il titolo stesso…”; San Giorgio fu infatti il primo martire cristiano.

Scavi dell’aggere bizantino Collina dove era la fortificazione bizantina

San Giorgio

Se nella pieve è stata riconosciuta la torre quadrata come risalente al XII/XIII, come Ponticello e Caprio,

rimane il dubbio su quella di San Giorgio, che il Formentini riconosce come bizantina, ma che dal punto di

vista archeologio è stata riconosciuta come coeva.

P.Ferrari indicò la chiesa come fortificazione originaria del castron “con un vallo naturale approfondito

artificialmente”. Ovvero c è da domandarsi se, come a Torre Nocciolo, la Storia debba lasciare il passo

all’Archeologia o se comunque le ricerche archeologiche siano da considerarsi esaustive o se la torre non

sia effettivamente solo medievale ed aggiunta in seguito alla fortificazione bizantina.

Importante comunque l a presenza di San Giorgio che all’interno custodisce la cd lapide di Leodegar, forse

vescovo longobardo proveniente da Luni o gastaldo, morto nel 754, IV anno del regno di Astolfo; a lui

vanno attribuite costruzioni di nuove chiese (San Benedetto, San Martino) e soprattutto la lotta all’idolatria

“ idola fregit”. E’ comunque l’unico documento del periodo longobardo in Lunigiana, qui nella ricostruzione

del Mazzini

" Non curandosi delle sicurezze della vita,

qui spezzò i vari idoli dei pagani

Mutò con la fede i riti di chi era in errore

donando ai pellegrini bisognosi il suo cibo

Ogni anno tirando a sorte distribuì le decime

Fondò l'ospizio di San Benedetto

Protettore Cristo, costruì la chiesa di S.Martino

Con animo pio volle esser qui sepolto

Offrì le risorse di tutte le sue mense

Il suo corpo è dato alla terra e l'anima penetra nei cieli

Dodici olimpiadi e un primo e un secondo lustro

aggiunse ai due che visse qui

Morì nel quarto anno del re Astolfo".

San Giorgio e la lapide di Leodegar

La pieve di Santo Stefano

La pieve poi, in ciottoli sbozzati della Magra, indagata dall’ISCUM, viene datata al VI secolo e poi ampliata nel X e XI, con successive trasformazioni interne, legate anche all’instabilità. Importante la presenza di quella sepoltura privilegiata costituita da una stuttura absidata, di 2 m X 2,5. Nella pieve, forse edificata su di una fortificazione la epoltura privilegiata, forse quella di Leodegar, con la datazione al C14 è riportata al periodo bizantino longobardo. Vi poi fu costruita la vasca battesimale della quale si sono oscurate le tracce, salvo un “errore” postumo della Direzione lavori.

Nel corso del XIII secolo prevale nei documenti ecclesiastici la denominazione di “plebs de Felecterie”e

nel XV è registrata nell’Estimo di Luni distinta dalla Curia di Filattiera che dipendeva dal castello. Nel

XVI Gio. Antonio Villani, cronista pontremolese, scrive “ Surranum postea Filateriam nominatum” .

La navata destra, originariamente, era forse divisa in tre navate di cui due come magazzino merci.

Pieve di Santo Stefano a Sorano e nella navata sinistra il segno di dove fu il fonte battesimale

Il castello Malaspina

Filattiera è citata nel Registrum Magnum del Comune di Piacenza nel 1194 quando I Malaspina, sconfitti

da Piacenza, accettano la pace per ordine dell’imperatore. Probabilmente governavano il feudo tramite

degli accomandatari, forse i del Brolo, che come loro discendevano dagli Adalberti di Gragnana di Malgrate.

Il Castello fu costruito dai Malaspina, forse nel XII secolo, all’epoca del secondo incastellamento e Filattiera

è citata con Sorano (Filiterio e Suprano) nel 1033 fra i beni che Adalberto II e la moglie Adelaide donano al

monastero di Castione Marchesi . Filattiera e Sorano sono poi citati nel diploma di Enrico IV ad Ugo e Folco

poi estense. Nel diploma di Fedrico I ad Obizzo Malaspina del 1164 si legge poi …Filiterie quartam

partem castri et curie…

Filattiera dal 1221, dopo la divisione fra Corrado il grande ed il nipote Opizzino a Parma nella chiesa di

S.Andrea, fu capofeudo dello Spino Fiorito. La prima divisione del feudo fu poi, nel 1275, legata

all’adozione della legge longobarda da parte degli Obertenghi e loro eredi.

Castello Malaspina

Hospitale san Jacopo

Fondato il 30 luglio 1547. Furono mantenuti tre letti sino al 1792, poi i malati furono trasferiti

all’Ospedale di Pontremoli.

A Filattiera esisteva anche il Monte di Pieta', o Monte Frumentario, fondato il 16 maggio 1558.

Lo amministravano i priori delle compagnie del S.S. Sacramento e della Beata Vergine, che dipendevano dal

Guardiano dei Frati di San Francesco di Villafranca; venne soppresso nel 1784.

Hospitale san Jacopo Via del Municipio

Monte Castello

Di questa “immensa “ fortificazione ne parlò per primo don Simone Debriganti a fine ‘800 descrivendone le

caratteristiche materiali, ora in parte dilavate col tempo. Certamente una fortificazione non estemporanea,

forse gota, ma occupata dai Bizantini e dove troviamo due toponimi come Baselica (da baselike ghè) e

Costa del Bando ( dove bando è un corpo militare di circa 400 soldati) che appunto provengono dalla

terminologia bizantina. Erano segnalate due torri forse annerite dal fumo a dimostrazione che potrebbero

essere state attaccate. Poteva forse Monte Castello far parte di una chiusa militare con Filattiera, intesa

come Kastron Soreon o comunque essere a guardia della importante via che sbucava al lago Santo. Gli scavi

recenti dell’ISCUM, pongono molti dubbi, ma hanno pure identificato una “grande abitazione” che poteva

contenere un centinaio di persone, certo militari. Identificate anche una torre, coeva di quella della pieve

ed una chiesa

.

Monte Castello Mura di 140 mm Planimetria con “grande abitazione”

Ponticello-Caprio

A Ponticello, a Caprio ed in altri paesi troviamo le case torri, fortificate, con ingresso al primo piano e scala

retrattile. Alte oltre i 10 metri, a volte merlate, con ambienti posti su ogni piano e collegati da scale a

scomparsa. Sono forse databili al XIV secolo e costituivano un luogo di difesa da incursioni straniere o

comunque avverse.

Ponticello, case torri e pozzo Caprio, casa Malaspina e facion

Dobbiana

Sulla via del Volto Santo, da Pontremoli a Lucca, troviamo la chiesa di Dobbiana, forse dell’XI e dedicata al

Battista. Nel XV fu ristrutturata on una facciata in stile romanico ed interno barocco. Troviamo una tela del

Volto Santo che giunse a Dobbiana trainato da due buoi aggiogati, tale alla leggenda di Lucca. Ritrovato

recentemente nell’abside un affresco del XIV/XV secolo

Dobbiana, chiesa, Volto Santo, Affresco

Scorcetoli-Rocca Sigillina-Giliana-Lusignana

Scorcetoli, statua stele Rocca Sigillina, facion e castello Giliana, statua stele Lusignana

Per Scorcetoli resta da definire il “come” valorizzare la Statua stele vicina alla chiesa e murata su di una

fontana, ma ricoperta da licheni. Rocca Sigillina fu di ser Azzo, poi Seratti a Pontremoli e per 80 anni fu dei

Parmigiani che volevano evitare il passaggio sulla Francigena. Da evidenziare il Facion, maschera

apotropaica e segnalare i resti del castello. A Giliana trovato frammento (incerto) di una stele poi

confermata da quella di Canossa. A Lusignana è il museo etnografico Mario Nadotti.


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